Cream puff & Chocolate bar

di Soly_D
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** We complete each other ***
Capitolo 2: *** The bride’s brother ***
Capitolo 3: *** Post-war meetings ***
Capitolo 4: *** Meet the parents ***
Capitolo 5: *** Every couple argues ***
Capitolo 6: *** The miracles of genetics ***
Capitolo 7: *** Sweet prison ***
Capitolo 8: *** You found me ***
Capitolo 9: *** Breaking news ***
Capitolo 10: *** Chocolate puff [Speciale Naruto Gaiden!] ***



Capitolo 1
*** We complete each other ***


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1. We complete each other

Con quelle braccia così secche e quei fianchi così sottili, Karui gli sembrava piuttosto mingherlina.
I capelli rossi le arrivavano sulle spalle, incorniciando il viso dalla pelle scura e lucida in cui spiccavano due grandi occhi ambrati: era bella, sì, ma decisamente troppo magra per i suoi gusti. A Choji serviva una vera donna, forte e imponente almeno quanto lui, o almeno era questo ciò che gli avevano inculcato i suoi genitori fin da piccolo. «Allora, cosa ti piace fare nel tempo libero?», le chiese, per rompere il ghiaccio.
Lei incrociò le braccia al petto. «Prendere a pugni chi mi infastidisce», rispose, senza battere ciglio.
Choji, sorpreso che un corpo così esile potesse contenere una tale vivacità, cominciava già a ricredersi sul suo conto.

Karui scrutò il volto del ragazzo, temendo che le sue parole lo avessero offeso.
Non si riferiva a lui, anzi: Choji era un tipo discreto, forse anche interessante, e non le stava dando alcun fastidio. Era solo stanca di dover aspettare che il Raikage e l’Hokage terminassero il loro colloquio e quella risposta le era venuta fuori di getto, senza che ci avesse riflettuto davvero.
«Mi piace anche cucinare», aggiunse, cercando di riparare. Armeggiare con mestoli e pentole la aiutava a scaricare la tensione e le faceva passare la rabbia. Un po’ se ne vergognava, forse perché nessuno avrebbe mai creduto che una come lei potesse rilassarsi di fronte ai fornelli, ma Choji sembrava proprio la persona adatta a cui confessarlo.

Mi piace anche cucinare. A quelle parole gli occhi del ragazzo brillarono. Se c’era una cosa che la donna dei suoi sogni (e dei sogni dei suoi genitori!) era in grado di fare, be’... quella era preparare deliziosi manicaretti per il suo adorato maritino.
«E tu che mi dici, invece?», chiese poi Karui, sinceramente curiosa.
Choji sorrise, premendosi le mani sull’addome pronunciato. Benché odiasse essere preso in giro per il suo peso, in fondo era fiero della sua stazza.
«È evidente, no? A me piace mangiare».
E fu subito amore.














Note dell'autrice:
xDopo un anno e 2 mesi di assenza, torno nel fandom di Naruto con l'unica coppia decente che Kishimoto abbia formato. Chi mi conosce, sa quanto speravo nella NaruSaku, ma niente... SasuSaku, NaruHina, SaiIno e ShikaTema: tutte le coppie che non sopporto -.-" L'unica che abbia destato la mia attenzione è proprio la Choji/Karui. Il titolo della raccolta fa riferimento proprio a loro due: Choji è un cream puff (bignè alla crema) perchè è dolce e rotondo, Karui è una chocolate bar (tavoletta di cioccolato) sia per il colore della pelle sia perchè quando la mordi è dura, poi si rivela anch'essa morbida e dolce.
I capitoli saranno indipendenti l'uno dall'altro. Cercherò di ricostruire la storia dei due personaggi con dei flash di vita quotidiana senza un filo cronologico, ciò vuol dire che per esempio nel prossimo capitolo potrei parlare della nascita di Chocho (la figlia di Karui e Choji) e poi tornare di nuovo a quando i due erano fidanzati.
Ringrazio chi seguirà la raccolta e chi avrà voglia di recensire. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Per chi fosse interessato, avviso che a breve pubblicherò una long sulle coppie NaruSaku, SasuKarin e KibaHina, perchè nonostante tutto io ci credo ancora! Alla prossima ♥
Soly Dea

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Capitolo 2
*** The bride’s brother ***


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2. The bride’s brother

«Vedi, Choji, Karui non è una ragazza come tutte le altre. A parte il fatto che di femminile non ha proprio nulla, visto che è piatta come una tavola e le sue maniere sono piuttosto mascoline...».
«Omoi», lo avvertì l’Akimichi con sguardo di rimprovero.
«Sì, dicevo... Karui non è una ragazza semplice, devi saperla prendere per il verso giusto. Non deluderla, perché in tal caso dovrei picchiarti a sangue. Poi Karui picchierebbe a sangue me perché, inspiegabilmente e senza un motivo apparentemente valido, lei ti ama», continuò Omoi, squadrando il suo interlocutore dalla testa ai piedi e soffermandosi più del dovuto sulle curve accentuate dei fianchi.
Choji si trattenne dal farlo volare a pochi metri di distanza con un pugno ben assestato nello stomaco. Stava forse alludendo al suo aspetto fisico?
Nel frattempo Omoi aveva ripreso il suo assurdo sproloquio. «Poi il diverbio tra me e te potrebbe diventare uno scontro tra la mia squadra e la tua, tra il mio clan e il tuo, tra
il Raikage e l’Hokage, tra il Villaggio della Nuvola e il Villaggio della Foglia, tra il Paese del Fulmine e il Paese del Fuoco...».
Choji si diede una manata in faccia. Karui lo aveva avvertito che Omoi era un tipo piuttosto pessimista, ma non credeva fino a tal punto.
«Omoi, non stai un po’ esagerando?».
Il diretto interessato scrollò le spalle. «Ehm, insomma, trattamela bene».
Choji sorrise. E pensare che aveva creduto che Omoi fosse innamorato di Karui... Gli mise una mano sulla spalla, per rassicurarlo.
«Ti prometto che la renderò sempre felice».
Guardando dritto negli occhi il futuro marito di Karui, Omoi capì che la sua sorellina non poteva essere in mani migliori.
















Note dell'autrice:
k,Devo ammettere che ho sempre tifato per la coppia Omoi/Karui, forse perchè somiglia a Karin/Suigetsu che mi è sempre piaciuta, anche se ora preferisco Sasuke/Karin. Poi Kishimoto se n'è uscito con Choji/Karui, coppia che sto amando sempre di più, e allora ho immaginato il rapporto tra Karui e Omoi come qualcosa di più fraterno. Sappiate che io amo Omoi, il suo tragico pessimismo (che spero vi abbia fatto sorridere :D) e la sua schiettezza nel dire le cose (vedi quando prende in giro la povera Karui per il suo petto decisamente piatto). Questa flash, in effetti, parla soprattutto di lui e non della coppia in questione. Non vi dispiace, vero? Ci tenevo troppo a inserirlo nella raccolta ♥
Ringrazio tutti coloro che hanno messo la fanfiction tra le seguite e/o hanno recensito il primo capitolo. Sono contentissima che la prima flash vi sia piaciuta e spero vi piaccia anche questa. Gradirei un commentino! ♥ A presto!
Soly Dea

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Capitolo 3
*** Post-war meetings ***


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3. Post-war meetings

La guerra si era conclusa ormai da un anno e i villaggi si erano appena ripresi, quando i rappresentanti dei cinque Paesi decisero di riunirsi a Konoha, il villaggio che più di tutti aveva contribuito alla salvezza del mondo ninja, per commemorare le perdite, onorare i superstiti e celebrare l’inizio di una nuova era.
«...Infine ringraziamo il nostro eroe, Naruto Uzumaki!».
Alle parole dell’Hokage, la folla scoppiò in urla e applausi diretti all’imbarazzato ma soddisfatto shinobi in questione.
«Ed ora... diamo inizio ai festeggiamenti!».
Quella notte Konoha si accese di luci, gioia e speranza. I cinque Paesi non erano mai stati così uniti: ovunque si voltasse, Karui vedeva ninja di diversa provenienza raccontarsi le vicende vissute in guerra e stringersi la mano, condividendo gioie e dolori. E tutto grazie a quel testardo ragazzino biondo che lei stessa aveva picchiato a sangue solo due anni prima.
Sorrise, Karui, poggiata al bancone di una delle tante rosticcerie che quella notte offrivano cibo gratis, e allungò una mano verso l’ultimo spiedino di carne. Inaspettatamente sfiorò con le dita un’altra mano. Era calda al tocco, decisamente più grande e più grassoccia della sua. Risalì con lo sguardo su per il braccio, raggiungendo le spalle larghe e infine il viso paffuto ornato da due spirali sulle guance.
Quando i loro occhi si incontrarono, ritrassero entrambi la mano, come scottati.
Karui assottigliò lo sguardo. «Choji».
Il ragazzo sorrise in evidente imbarazzo. «Ciao».
Era la terza o quarta volta che si incontravano dalla fine della guerra. Che fosse destino?
Choji guardò lo spiedo, poi lei, poi di nuovo lo spiedo. Karui la prese come una sfida: avrebbe ottenuto quel pezzo di carne a qualunque costo, era praticamente suo. “Avanti, muoviti”, lo incitò mentalmente, fissandolo con insistenza. Prevedeva già di sfilargli lo spiedo dalla mano un attimo prima che lui lo sollevasse avidamente dal piatto e poi di andare via con aria trionfante, sotto il suo sguardo a dir poco sconcertato.
Non si trattava di cattiveria, ma di sana e pura competizione. Karui adorava le sfide.
Con suo grande stupore, invece, vide Choji allungare umilmente il piatto nella sua direzione.
«Se vuoi, puoi prenderlo tu».
Karui rimase completamente allibita. Non si sarebbe mai aspettata una mossa del genere!
In un attimo dimenticò la fame e il desiderio di gloria. «No, non mi va più».
«Insisto», ribadì lui, porgendole lo spiedo.
Il suo sorriso era così rassicurante, così dolce, che sembrava stesse rinunciando a quell’ultimo pezzo di carne con piacere. Solo per lei.
«Grazie», sussurrò, sbattendo più volte le palpebre, ancora incredula, e afferrò il bottino, ma ben presto si accorse che non c’era più gusto a mangiarlo da sola. Allora spezzò in due il bastoncino e ne porse una metà al ragazzo, il cui viso si illuminò improvvisamente.
Mangiarono in silenzio, gettando qua e là occhiate alle bancarelle e ai passanti, finché gli sguardi di tutti non furono attirati dai primi fuochi d’artificio che illuminavano la notte. Choji, voltando lo sguardo di lato, osservò il gioco di luci e ombre proiettato sul viso di Karui che guardava il cielo come incantata, il naso all’insù e la bocca semiaperta dallo stupore. La trovò bella.
«Ti va di andare sulla collina? Da lì si vedono molto meglio», le propose, alludendo ai fuochi d’artificio.
Lei annuì, sorridente, prendendolo sotto braccio.
Entrambi furono sicuri che si sarebbero incontrati ancora, ma certamente non sarebbe stato di nuovo per puro caso.















Note dell'autrice:
Per questa flashfic mi sono liberamente ispirata all'immagine qui sotto, ma ho preferito tralasciare il fatto che Karui chiami Choji, seppur mentalmente, fatty, cioè ciccione, perchè non mi sembrava il caso, e ovviamente nella mia fanfiction Choji non poteva nemmeno prendere in braccio Karui e saltellare via come avviene invece nell'immagine :'D spero che il capitolo vi sia piaciuto e che mi farete sapere la vostra opinione. Grazie infinite a coloro che seguono e recensiscono la storia, vi adoro ♥ Alla prossima!
Soly Dea
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Capitolo 4
*** Meet the parents ***


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4. Meet the parents

Choji l’aveva avvertita che sua madre esagerava con le portate, ma Karui non credeva che si sarebbe ritrovata di fronte ad una tavola così sontuosamente imbandita da fare invidia ad un cenone di Capodanno per venti persone. Rimase talmente esterrefatta che nemmeno si accorse che Choji e i suoi genitori si erano già augurati a vicenda buon appetito e si erano gettati a capofitto nei rispettivi piatti.
«Non mangi, cara?», le chiese la signora Akimichi con tono preoccupato.
Karui deglutì a vuoto. «È che non so proprio da dove cominciare».
«Segui una qualche dieta?», le chiese Choza squadrandola con sospetto.
«No, certo che no!», rispose Karui, indignata.
«È che sembri piuttosto... magrolina», aggiunse la signora Akimichi.
«Mamma, papà», si intromise a quel punto Choji, rivolgendo un’occhiata di rimprovero a entrambi i genitori. «Vi assicuro che le apparenze ingannano. Karui è molto più forte di quello che sembra». I due coniugi, allora, ripresero a mangiare.
“Magrolina?” ripetè Karui mentalmente, stringendo i pugni sulle ginocchia. Guardò i signori Akimichi che si stavano letteralmente ingozzando.
Decise che avrebbe fatto vedere di che pasta era fatta Karui del Villaggio della Nuvola e, sopratutto, che lei era la ragazza perfetta per Choji nonostante fosse ben lontana dai canoni degli Akimichi.

«Karui».
«Mh?».
«Sei sicura di stare bene?».
La ragazza respirò forte e ingoiò a vuoto per mandare giù la nausea. Non l’avrebbe mai data vinta ai genitori di Choji.
«Mai stata meglio», decretò, alzando la voce per farsi sentire dagli Akimichi, i quali le sorrisero cordiali. Sapeva di averli stupiti e se ne compiacque. «Sicura sicura?», le chiese Choji, scrutandola apprensivo. Era la decima volta che glielo chiedeva. Karui, esasperata, scattò in piedi.
«Ma quante volte devo ripetertelo?! Sto benissim−», si bloccò, coprendosi la bocca con le mani.
Il movimento brusco le aveva fatto salire il pranzo.
Svelto, Choji la trascinò in bagno. Lì le sostenne la fronte mentre rimetteva tutto quello che aveva ingurgitato.

Erano passati solo tre giorni dal primo pranzo a casa Akimichi, quando Karui ricevette un nuovo invito. Si sentì male al solo pensiero di dover ripetere quella terribile esperienza, ma quando la signora Akimichi portò in tavola solo un po’ di brodo, la ragazza dovette decisamente ricredersi.
«Karui, tesoro, noi vorremmo scusarci con te», le disse la donna, stringendole una mano tra le sue.
«Choji ci ha detto che hai avuto una brutta indigestione per colpa nostra», spiegò Choza con sguardo colpevole.
Karui avrebbe voluto ribattere che era stata una sua scelta rimpinzarsi di cibo fino a scoppiare ma la donna continuò.
«È vero, forse sei la prima ragazza inferiore ai cinquanta chilogrammi che entra nel nostro clan, ma hai cercato di fare bella figura con noi perché ami il nostro Choji. Ed è questo l’importante». A quel punto Karui si sentì avvolgere dalle braccia della signora Akimichi e non oppose resistenza.
«Grazie», sussurrò, guardando Choji che le sorrideva oltre la spalla della donna.
«E poi», aggiunse Choza, «abbiamo saputo che picchi duro e sei un’ottima cuoca. E non sono forse queste le due qualità indispensabili per poter essere la moglie di un Akimichi?».
Choji e Karui arrossirono. Forse era troppo presto per parlare di matrimonio, eppure nessuno dei due avrebbe saputo immaginare un futuro migliore.















Note dell'autrice:
jIo sto amando il clan Akimichi. Il solo immaginarmeli a strafogarsi tutti insieme la domenica mi fa sorridere ♥
In questa flash ho ripreso un particolare del primo capitolo, cioè il fatto che i genitori di Choji desiderano per lui una ragazza degna di portare il cognome Akimichi. E' ovvio che Karui non ha nulla a che fare con loro, quindi ho cercato di trovare un punto di incontro. Spero che la flash vi sia piaciuta, fatemi sapere cosa ne pensate.
Grazie mille a tutti coloro che hanno commentanto i precedenti capitoli, vi adoro ♥
Per chi fosse interessato, ho pubblicato una breve NaruSaku: [A new] Promise of a Lifetime
Nient'altro da dire, ci risentiamo al prossimo capitolo!
Soly Dea

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Capitolo 5
*** Every couple argues ***


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5. Every couple argues

«Sei sempre così irascibile!».
«E tu uno scansafatiche!».
«Testarda e impulsiva!».
«Infantile e irresponsabile!».
«Egocentrica!».
«Ciccione!».
Choji sgranò gli occhi e Karui si coprì la bocca con una mano, ma ormai era troppo tardi.
Shikamaru e Ino l’avevano avvertita che, al sentirsi chiamare in quel modo, Choji scatenava un inferno e infatti quella parola non le era mai sfuggita dalle labbra prima di allora: quello era il loro primo vero litigio.
Allungò una mano verso Choji, ma lui indietreggiò, senza smettere di guardarla con aria sconvolta.
«Mi dispiace, non volevo dirlo».
«Ma l’hai detto», concluse il ragazzo, abbassando lo sguardo.
A giudicare dalle parole di Shikamaru e Ino, Choji avrebbe dovuto infuriarsi, urlarle contro e magari minacciare di lasciarla.
Invece l’Akimichi infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e, senza dire più nulla, si voltò, deciso ad allontanarsi.
Karui fece un passo in avanti e lo abbracciò da dietro, avvolgendogli le braccia intorno alla vita per poi poggiare una guancia sulla sua schiena.
Chiuse gli occhi. «Scusa, davvero, non so cosa mi sia preso... Mi è sfuggito».
Avvertì un brivido scorrere lungo la colonna vertebrale del ragazzo.
«Karui... per favore. Ho bisogno di stare da solo».
Allentò la presa permettendogli di andare via e non fece nient’altro per fermarlo.

«Ti ho portato uno spuntino».
Karui reggeva un cesto così grande che la sua figura minuta quasi svaniva dietro di esso.
Choji contrasse le labbra in una smorfia. «Non ho fame».
«Oh, andiamo, come puoi non aver fame?! Sei a digiuno da stamattina!».
Karui infilò una mano nel cesto e ne astrasse una pagnotta calda e profumata.
Gliela porse, ma Choji la rifiutò con un gesto secco della mano. «Ho detto che non mi va».
Karui sospirò, affranta, rimettendo la pagnotta nel cesto.
Rimasero in silenzio per diversi minuti, poi fu Choji a riprendere il discorso.
«Mi hai fatto sentire sbagliato, capisci? Come se non fossi abbastanza per te».
Karui potè quasi sentire il dolore di Choji sulla propria pelle.
«Ma no, tu sei perfetto così come sei, te l’ho sempre detto! È che quando si è arrabbiati si dicono cose che non si pensano realmente».
«Io ho avuto da ridire su... che so, sulla tua taglia di reggiseno?».
A Karui per poco non cadde il cesto dalle mani. Abbassò lo sguardo, colpevole. «No».
«È perché ti amo», spiegò lui, quella insolita freddezza che già cominciava a vacillare.
A Karui vennero gli occhi lucidi. «Oh, Cho, ti amo anche io», sussurrò, lasciando il cesto per terra e sedendosi sulle gambe del ragazzo.
Gli cinse il collo con le braccia poggiando la testa sulla sua spalla. Sembrava una bambina piccola e indifesa al suo confronto.
«Sono stata una stupida! Perdonami, non accadrà mai più. Te lo prometto».
Choji avvertì i capelli della ragazza sfiorargli il mento e finalmente sorrise, accarezzandole il viso.
«Proprio non riesco a rimanere arrabbiato con te».
Karui sollevò la testa e lo baciò. «Ammetti che non puoi resistermi».
Choji ridacchiò, ma allo scemare della sua risata si sostituì il brontolio del suo stomaco.
«Dammi quel cestino perché sto letteralmente morendo di fame!».
Karui avvertì il cuore improvvisamente più leggero. «Questo è il mio uomo!».
















Note dell'autrice:
lòPubblico in netto ritardo, ma da oggi sono ufficialmente in vacanza e avrò più tempo da dedicare a questa raccolta (aspettatevi una qualche flashfic a sfondo natalizio) e anche ad altri progetti che ho in mente per questo fandom.
Per quanto riguarda questo capitolo, ho pensato che una ragazza impulsiva come Karui deve essersi lasciata sfuggire almeno una volta la parola "ciccione" riferita a Choji... bisogna tener presente che qui è fortemente arrabbiata e che è la prima volta che litiga con Choji per cose serie (lascio a voi l'immaginazione). Spero vivamente che non vi sia parsa OOC, gradirei un commentino a tal proposito.
Ringrazio tutti coloro che seguono/recensiscono la raccolta e credono, come me, che questa sia una delle coppie più vere che Kishimoto abbia formato. Il vero amore va al di là dell'aspetto fisico, al di là del colore della pelle e al di là delle distanze. E' un messaggio che mi ha colpito fin da subito e che spero di riuscire a trasmettere con questa raccolta. Al prossimo capitolo!
Soly Dea

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Capitolo 6
*** The miracles of genetics ***


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6. The miracles of genetics

«Choji, caro, mi trovi grassa?».
L’Akimichi sentì un brivido di paura attraversargli la schiena: quando Karui utilizzava nomignoli o aggettivi affettuosi con una freddezza tale da rasentare la minaccia, allora non si prospettava mai nulla di buono.
«Sicuramente sei meno grassa di me», rispose, sicuro che la cara mogliettina avrebbe apprezzato.
«Choji, tesoro, non ti ho chiesto un confronto. Ripeto la domanda: mi trovi grassa?».
Lo sguardo di Karui, ora, esprimeva un leggero istinto omicida. Allora il giovane deglutì a vuoto, soffermandosi con lo sguardo sulla sua figura.
Karui se ne stava davanti allo specchio, di profilo, le braccia stese lungo i fianchi, e il suo pancione era così grande e rotondo che sembrava stesse aspettando due gemelli, ma Sakura aveva assicurato che sarebbe nata solo una “piccola” Akimichi.
«Karui, tu non sei grassa...». La ragazza sorrise sollevata. «...ma Chocho è mia figlia ed è naturale che erediti la mia mole», concluse Choji.
Karui si strinse il pancione tra le braccia come per paura che qualcuno glielo potesse portare via e lanciò al marito una smorfia infastidita.
«Ti ricordo che è anche mia figlia. E se non erediterà almeno la mia carnagione... me la prenderò con te».
Choji pregò che la genetica non gli facesse brutti scherzi.

A quanto pare Karui non aveva dovuto picchiare Choji alla nascita della loro primogenita perché in effetti Chocho era una bella bimba in carne con i capelli castano-rossicci, come il padre, mentre dalla madre aveva ereditato non solo la pelle color cioccolato, ma anche gli occhi grandi e ambrati: un incrocio perfetto dei caratteri dei suoi genitori.
Un giorno se ne era tornata a casa piagnucolando che Inojin, il figlio di Sai e Ino, l’aveva chiamata “cicciona”.
Per un attimo Karui ebbe paura che Choji potesse scoppiare al suono di quella parola come faceva da giovane, poi si diede della stupida.
Ormai quei tempi erano passati. «Tesoro, vieni a sederti sulle gambe di papà», disse infatti l’Akimichi alla figlia.
Chocho, asciugandosi le lacrime, fece come le aveva suggerito il padre.
«Avere qualche chilo in più è segno che fai parte di uno dei clan più forti di Konoha, il clan Akimichi, e quindi ne devi essere profondamente fiera». Detto questo, batté un pugno sul tavolo per infondere maggiore solennità al suo discorso, tant’è che gli occhi della bambina brillarono (e i piatti sul tavolo traballarono rischiando di cadere per terra e scatenare l’ira di Karui, ma questa è un’altra storia).

«Chocho, vieni a giocare!», disse Inojin da lontano.
La bambina, intenta a mangiare dei dango, scosse la testa. «Arrivo appena finisco!».
«Ma non fai altro che mangiare, Miss Cicciona?».
Chocho gli lanciò uno sguardo di sfida. «Sì, mi piace mangiare e sono grassa. Qualche problema?».
Inojin scosse la testa, sorpreso, e Chocho pensò di non essersi mai sentita così soddisfatta in vita sua.















Note dell'autrice:
k Sono in ritardissimo, lo so T.T il fatto è che volevo scrivere qualcosa di natalizio, ma non mi è venuto nemmeno uno straccio d'idea. Spero di aver compensato il ritardo con questa flashfic. Attraverso il personaggio di Chocho, ho voluto sottolineare il cambiamento di Choji nel corso degli anni e fare quindi un confronto con il capitolo precedente: da giovane odiava essere definito grasso, ora invece è consapevole della propria stazza e ne va fiero.
Inoltre ho colto l'occasione anche per spiegare perchè a Chocho, nel cap. 700, non freghi nulla di essere chiamata con quell'aggettivo. Insomma, è assurdo che una bambina non si offenda per un insulto del genere, quindi questa è la mia personale spiegazione.
Grazie mille a tutti coloro che seguono/recensiscono questa raccolta. Fatemi sapere cosa ne pensate, accetto anche critiche e consigli. Siamo già a metà raccolta... Mi rimangono 3/4 capitoli già scritti, ma potrebbe venirmi in mente anche qualcos'altro. Alla prossima!
Soly Dea

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Capitolo 7
*** Sweet prison ***


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7. Sweet prison

Karui si sentiva al sicuro tra le braccia di Choji, come se nulla avrebbe potuto scalfirla finché fosse rimasta vittima di quella dolce prigionia.
Eppure, quando lui le sfilò la maglia, non riuscì a non provare un po’ di imbarazzo nel mostrargli le sue forme troppo piccole e acerbe per una ragazza della sua età, e si raggomitolò su se stessa stringendosi le braccia al petto per impedirgli la visuale.
«Non devi vergognarti, Karui», le soffiò Choji nell’orecchio, afferrandole i polsi e allargandole le braccia.
Sorrise dolcemente mentre si chinava a baciarle l’incavo tra i seni e Karui deglutì a vuoto, a metà tra la vergogna di non essere abbastanza per lui e il desiderio di spingersi la testa del compagno contro il petto per chiedergli di più.
«Al massimo dovrei essere io a vergognarmi», sussurrò Choji tra un bacio e l’altro.
Karui aggrottò la fronte. Perché mai avrebbe dovuto? I chili in più scomparivano di fronte a tanta dolcezza.
«E poi», aggiunse lui, risalendo lungo il suo viso e stampandole un bacio sulle labbra, «io ti trovo molto sexy».
E mentre arrossiva come una bambina, Karui si sentì davvero sexy. Si sentì bella, amata, perfetta. Per lui, solo per Choji.
Sorrise con gli occhi lucidi e gli circondò il collo con entrambe le braccia, desiderosa di stringerlo forte a sé, ma le spalle del ragazzo erano talmente larghe che alla fine, per l’ennesima volta da quando stavano insieme, si ritrovò lei stessa ad essere dolcemente imprigionata tra le braccia enormi e protettive di Choji.














Note dell'autrice:
dDevo ammettere che ho perso un po' la passione per questa coppia, forse perchè mi è passata anche la tristezza per il deludente finale di Naruto ed ora sono tutta presa dalla mia coppia preferita in assoluto, la NaruSaku. Continuerò comunque ad aggiornare questa raccolta perchè avevo giù scritto i capitoli... penso che al decimo mi fermerò.
Riguardo la flash, mi aspettavo che uscisse un po' più lunga, ma non ho voluto aggiungere nulla perchè mi piace così com'è. Ho paura di essere caduta di nuovo nell'OOC con Karui, ma ho pensato che come Choji ha il suo punto debole nel peso, così Karui si vergogna della sua scarsa taglia di reggiseno. Lo so che quando Omoi la prendeva in giro lei si incazzava e lo prendeva a pugni, ma credo che una situazione così intima con l'uomo che ama sia tutt'altra cosa. Spero che non vi sembri una stupidaggine :')
Grazie a tutti coloro che mi seguono e recensiscono, continuate a farmi sapere la vostra opinione ♥ Alla prossima!
Soly Dea

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Capitolo 8
*** You found me ***


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8. You found me

Choji si allontanò con discrezione dalla folla che acclamava gli eroi − Naruto Uzumaki e l’ex nukenin, chi se lo sarebbe mai aspettato?, Sasuke Uchiha − e si sedette su un masso lasciandosi sfuggire un profondo sospiro di sollievo. Avevano vinto, avevano vinto quella dannata guerra e lui era ancora vivo, così come Shikamaru, Ino e gli altri – Neji, in fondo, sarebbe per sempre rimasto nei loro cuori.
Quello era l’inizio di una nuova vita ma, per quanto fosse felice, Choji non riusciva a sorridere apertamente come avrebbe dovuto.
Nonostante fosse circondato da tutti i suoi cari, si sentiva irrimediabilmente... solo. E di conseguenza egoista, perché sapeva quanto fosse sbagliato soffrire la solitudine dopo una guerra che aveva portato tante, troppe vittime − c’era chi aveva perso i genitori, chi un fratello, un amico o la persona amata − mentre lui non aveva subito alcuna perdita. Certo, Ino gli era saltata addosso con le lacrime agli occhi e Shikamaru gli aveva sorriso da sopra la spalla della ragazza, ma era altro quello che Choji cercava.
Lui cercava la determinazione con cui due kunoichi bionde, a pochi metri da lui, si contendevano uno Shikamaru visibilmente annoiato – ma in fondo Choji sapeva bene chi delle due avrebbe avuto la meglio. Cercava la premura con cui Sakura, poco più in là, curava le ferite di Naruto − «Oh, Sakura-chan, come sei carina a preoccuparti per me!», «Sta’ zitto, baka!» − e di Sasuke, che probabilmente si chiedeva ancora cosa si fosse perso in quegli ultimi anni mentre guardava il mondo da una prospettiva diversa.
Choji, semplicemente, cercava l’amore. Era un desiderio così forte da offuscare perfino la fame – una fame tremenda, per giunta, che si rese conto di avere solo quando si ritrovò un tozzo di pane secco e bruciacchiato sotto il naso.
«Grazie», sussurrò afferrandolo e addentandolo avidamente, mentre sollevava lo sguardo.
Davanti a lui c’era Karui, l’aria stanca e provata quanto tutti i ninja lì presenti.
Choji l’aveva conosciuta durante la guerra, ma in realtà non aveva mai notato quanto fossero grandi i suoi occhi ambrati o quanto fosse carina anche con il labbro spaccato, un paio di graffi da kunai sulla guancia e i vestiti sporchi e strappati in più punti.
«Mi chiedevo perché te ne stessi qui da solo», disse Karui sedendosi dietro di lui e facendo combaciare le loro schiene.
Choji, senza un motivo veramente valido, seppe di potersi fidare.
«Non ho nessuno che mi dica che è felice di sapermi vivo, e che insieme costruiremo un futuro migliore».
Quelle parole dovevano aver turbato profondamente Karui, altrimenti la gomitata che gli aveva rifilato nel fianco non avrebbe fatto così male.
«Cosa diamine stai dicendo?! Hai tutti i tuoi amici, i tuoi genitori e...».
«Non mi riferisco a loro, Karui».
La ragazza tacque e rimasero così, in silenzio, schiena contro schiena, fino a quando Choji avvertì la voce di lei riempirgli di nuovo le orecchie – e il cuore. «Sono felice che tu sia vivo... e insieme costruiremo un futuro migliore».
Choji pensò che quella fosse la cosa più bella che gli avessero mai detto.
«Ti aspetto a Konoha, allora. O se preferisci, posso venire a trovarti io a Kumo».
Karui si voltò con gli occhi sgranati e le guance velate di imbarazzo. Choji le sorrideva.
«Ehi, calma! Era solo una frase d’effetto! Non credere che sia così facile, Akimichi».
Choji si sollevò in piedi e le porse una mano. «Abbiamo tutta la vita davanti, no?».
Karui accettò il suo invito con aria di sufficienza, ma al giovane shinobi non sfuggì il sorriso impercettibile che lei gli aveva rivolto un attimo prima di afferrare la sua mano. Se quello era l’inizio, allora entrambi non avrebbero saputo immaginarne uno migliore.














Note dell'autrice:
gbSarà che il numero di lettori di questa raccolta è aumentato nonostante il calo di recensioni, sarà che - non ritenendomi particolarmente soddisfatta dell'ultimo capitolo - mi sono sentita in dovere di riparare, ma devo dire che questa flashfic si è scritta praticamente da sola e mi piace abbastanza. Spero possa piacere anche a voi, fatemi sapere cosa ne pensate!
Mi stupisco di come non mi sia venuta in mente prima una situazione post-guerra come questa... be', meglio tardi che mai. L'idea mi è stata data da una delle prime scene di questa fanfiction di LadieBlue che vi consiglio caldamente se amate la ShikaIno. Tornando a questo capitolo, l'accenno TemaShikaIno è a libera interpretrazione, mentre l'accenno NaruSakuSasu pende palesemente dalla parte della NaruSaku. Che dire? Non ho resistito :')
Ringrazio tutti coloro che seguono/ricordano/preferiscono/commentano questa raccolta! ♥ A presto!
Soly Dea

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Capitolo 9
*** Breaking news ***


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Cream puff & Chocolate bar

9. Breaking news

«Shikamaru, non ti sembra che Choji sia un po’... ingrassato?», sussurrò Ino nell’orecchio dell’amico.
L’interpellato squadrò Choji dalla testa ai piedi, non trovando nulla di diverso in lui se non per i capelli più corti e il pizzetto che si era fatto crescere nell’ultimo periodo. «È difficile notare se Choji abbia preso qualche chilo, Ino».
La bionda incrociò le braccia al petto con fare stizzito.
«Oh, avanti, non fare l’insensibile! Con la guerra era dimagrito, ma ti dico che è ingrassato di nuovo».
Di fatti, l’attento occhio femminile di Ino non sbagliava.
«Choji», lo richiamò la bionda, in modo che l’Akimichi smettesse per un attimo di mangiare e rivolgesse loro la sua attenzione.
Shikamaru si diede una manata in faccia, prevedendo le intenzioni di Ino: Choji odiava che si parlasse del suo peso.
«Sai, Cho, ti trovo davvero... ehm... in forma», cominciò la Yamanaka mettendogli una mano sulla spalla. «Tua madre sta cucinando più del solito?».
Choji inarcò un sopracciglio, l’aria vagamente minacciosa. «Mi stai dicendo che sono ingrassato?»
«NO!», esclamarono all’unisono Shikamaru e Ino, ma ciò non servì a convincere Choji: il ragazzo si portò una mano sull’addome e piegò le labbra in una smorfia dispiaciuta. «Forse dovrei mettermi a dieta, non vorrei sfigurare vicino a lei...», ammise, allontanando il piatto e alzandosi da tavola.
«Lei?», ripetè Ino, incredula, ma capì subito che non poteva trattarsi della signora Akimichi.
Infatti, mentre Choji si allontanava, una piccola foto gli cadde dalla tasca dei pantaloni e si accasciò al suolo.
Ino si chinò a raccoglierla, curiosa: raffigurava lui con una ragazza del villaggio della Nuvola.
«Choji si è fidanzato!».


«Cho, devi dirci qualcosa che non sappiamo?», chiese Ino con tono malizioso.
Choji tossicchiò imbarazzato e allora Shikamaru pensò che i giri di parole non servissero a nulla.
«Scommetto che stai cercando questa», disse tirando fuori la foto che aveva perso.
Choji sgranò gli occhi e la afferrò velocemente, mettendosela in tasca. «Avrei voluto dirvelo, ma non ne avevo il coraggio».
Ino ridacchiò. «E perché mai?»
«Perché non riesco a credere che una ragazza così bella e forte possa amarmi. Insomma, guarda lei... e guarda me».
A quel punto l’Akimichi abbassò gli occhi con un sorriso rassegnato.
«Oh, Cho, sei proprio innamorato...», sussurrò Ino con tono commosso. «Tu sei perfetto così come sei e quella ragazza è davvero fortunata ad averti trovato!». Lo abbracciò stretto e Choji sorrise, scambiandosi con Shikamaru uno sguardo d’intesa.
«Ma allora dobbiamo organizzare subito un’uscita a sei!», esclamò all’improvviso Ino con gli occhi che brillavano. «Tu con Karui, io con Sai e Shika con Temari!». Choji scosse la testa sconsolato e altrettanto fece Shikamaru, consapevole che l’amico non volesse sbandierare ai quattro venti la notizia anche per evitare di essere coinvolto nei film mentali di Ino. «Mendokusee, si frequentano solo da un paio di mesi...».
«E allora? Non vuol dire che−Aspetta! Tu come fai a sapere da quanto si frequentano?! Ma certo... tu lo sapevi! Aaah, dannazione... Perché sono sempre l’ultima a sapere le cose?!».















Note dell'autrice:
vE dopo il confronto Choji-Omoi del secondo capitolo, non poteva mancare quello con il team 10! :) Gli accenni ShikaTema e SaiIno sono pure esigenze di copione, fosse per me avrei fatto sbaciucchiare Shikamaru e Ino per la felicità di vedere Choji sistemato (?)
Vi avviso che ho intenzione di chiudere la raccolta al più presto perchè ormai ho perso l'interesse per questa coppia e per Naruto in generale, in quanto mi sto dedicando maggiormente a One Piece. Se non mi vengono nuove idee, il prossimo capitolo di questa raccolta sarà l'ultimo. Se vi piace e non volete che io la chiuda, fatemelo sapere e cercherò di fare del mio meglio per allungarla. Grazie a tutti coloro che mi seguono e commentano, grazie davvero.
Soly Dea

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Capitolo 10
*** Chocolate puff [Speciale Naruto Gaiden!] ***


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Cream puff & Chocolate bar

10. Chocolate puff [Speciale Naruto Gaiden!]

ChouChou trascinava stancamente i piedi per le vie di Konoha. Le facevano terribilmente male a causa del lungo cammino e il suo stomaco brontolava da ore. Mancava ancora un po’ di strada per arrivare a quella che lei aveva sempre considerato la sua casa, la sua famiglia, o almeno fino a quando non si era accorta che Choji e Karui – non osava chiamarli “papà” e “mamma” − non erano i suoi veri genitori.
Il suo viaggio con Sarada era giunto al termine. ChouChou si era divertita, aveva incontrato tante cose e persone nuove, tuttavia non poteva dire di essere stata fortunata come Sarada, la quale aveva trovato il suo papà e aveva avuto la conferma che Sakura era sua madre. Anche la piccola Akimichi aveva sperato di trovare i suoi veri genitori − quanto le sarebbe piaciuto scoprire che suo padre era un uomo affascinante come Sasuke Uchiha o il settimo Hokage! − ma alla fine era ritornata a casa a mani vuote. La verità era che avrebbe dovuto convivere con i suoi genitori adottivi ancora per molto, ma ormai non le importava più. Aveva solo bisogno di un buon piatto caldo e del suo comodo lettuccio.
ChouChou si ritrovò finalmente di fronte alla porta di casa. Era socchiusa, segno che Choji e Karui la stavano aspettando. Con un sospiro rassegnato la aprì e fece due passi in avanti, ritrovandosi nell’ingresso. Subito sentì provenire dalla cucina le voci dei due coniugi che si stavano urlando l’uno contro l’altro. ChouChou avanzò silenziosamente e le loro parole divennero più chiare.
«È tutta colpa tua! Mangi tutto il tempo e non ti accorgi che nostra figlia sparisce da casa!».
«Karui, tesoro, non fare così... Hai sentito cosa ha detto la copia di Naruto, no? ChouChou è con Sarada. Sono certo che sta bene e tornerà presto a casa. La nostra bambina sa cavarsela da sola!».
«Ma è solo una bambina, dannazione!».
A quel punto ChouChou, nascosta nel corridoio, udì un singhiozzo. Era di Karui.
La bambina abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore. Come spinta da mani invisibili, si mosse in avanti e si nascose dietro il mobile con lo specchio, in modo da poter spiare cosa accadeva in cucina senza farsi notare. Ciò che vide la lasciò di stucco: Karui stava piangendo in silenzio, il viso rigato di lacrime, mentre Choji la teneva abbracciata e le accarezzava dolcemente la schiena.
«Siamo dei cattivi genitori, ecco perché ChouChou é scappata».
«Ma no, dev’esserci sicuramente un’altra spiegazione...».
«Io... io rivoglio solo indietro mia figlia!».
ChouChou spalancò gli occhi e distolse lo sguardo, puntandolo sullo specchio appeso al muro, ma la lacrime le offuscavano la vista. Svelta si asciugò gli occhi con il dorso della mano, non si era accorta di essersi messa a piangere. Con gli occhi asciutti osservò la propria immagine riflessa nello specchio, un’immagine che conosceva ma che non aveva mai osservato con attenzione.
Era un po’ cicciottella, ma Choji le aveva spiegato che era una caratteristica di famiglia e che da grande sarebbe stata fortissima. La sua pelle era scura e i suoi occhi ambrati, caratteristiche tipiche del clan di Karui. Era calma come suo padre, ma quando si arrabbiava sapeva essere parecchio aggressiva come sua madre. Le piaceva mangiare − «Degna Akimichi», ripeteva Choji con tono orgoglioso − e se qualcuno la prendeva in giro per la sua stazza sapeva farsi rispettare − «Ti ho cresciuta bene», le diceva Karui con un sorriso fiero.
ChouChou sentì il cuore battere forte mentre la verità arrivava come un fulmine a ciel sereno: durante il viaggio con Sarada, non aveva trovato i suoi veri genitori semplicemente perché erano sempre rimasti a casa ad aspettarla. Come aveva potuto dubitare di loro? Che stupida era stata!
Sgusciò fuori dal corridoio ed entrò in cucina correndo, le mani paffute tese in avanti.
«Mamma, papà!», era felice di poterli chiamare in quel modo, «mi siete mancati!».
Karui urlò di gioia, inginocchiandosi per terra e accogliendo la bambina al suo petto, mentre Choji avvolse entrambe le sue donne con le braccia enormi.
ChouChou, stretta alla sua vera famiglia, sorrise. Tutto era ritornato alla normalità.














Note dell'autrice:
Non aggiornavo da tipo 5 mesi a causa della mancanza di tempo e ispirazione, ma ci tenevo davvero a completare questa raccolta che mi ha aiutata a superare la delusione per il finale di Naruto. Poiché non avevo più idee per la coppia, ho voluto descrivere il ritorno a casa di ChouChou in Naruto Gaiden e ho chiamato il capitolo “Chocolate puff” che è una combinazione tra “cream puff” (Choji) e “chocolate bar” (Karui), proprio per sottolineare che l’intero capitolo era dedicato a ChouChou che è un mix dei suoi genitori. Spero che l’idea vi sia piaciuta.
Si chiude qui questa raccolta. GRAZIE INFINITE a tutti coloro che l’hanno seguita e commentata.
Se vi piace questa coppia, scriveteci pure una fanfiction. Sarò contenta di leggerla!

Soly Dea

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