Credo ancora a tutti i sogni miei!

di supersara
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ritorno di Kakashi ***
Capitolo 2: *** Quello che è stato di noi. ***
Capitolo 3: *** Credo ancora a tutti i sogni miei! ***



Capitolo 1
*** Il ritorno di Kakashi ***


Capitolo 1: Il ritorno di Kakashi


 
Una donna dai lunghi capelli castani sorrise alla vista dei confini della città.

“È quella Konoha?” Chiese entusiasta.

Kakashi la raggiunse con fare annoiato, non era mai stato uno che sapeva esternare i suoi sentimenti. Si limitò ad annuire.

Lei continuò il cammino accelerando il passo dicendo: “datti una mossa! Non vedo l’ora di conoscere i tuoi allievi!”

L’uomo sospirò.

Ormai era passato un anno da quando se ne era andato; finita la guerra era stato mandato al villaggio della nuvola per questioni diplomatiche che lo avevano tenuto lontano da casa. Molti dei suoi compagni non l’avevano presa bene, in particolare ricordava ancora le prime lettere che gli erano arrivate da Konoha, cose come: “Kakashi-sensei, torna indietro!!! Potrei diventare Hokage da un momento all’altro! Ho bisogno di lei!” Oppure “Kakashi-sensei, non so come comportarmi con Sasuke-kun, certo lei ne saprà meno di me però meglio lei che Naruto!” Oppure “Sono sempre un punto avanti a te con le sfide! Non inventarti di essere in vantaggio al tuo ritorno!” E così via.

Konoha gli era mancata, ma la sua permanenza alla Nuvola non era stata poi così male: aveva tenuto alto il nome del suo paese, si era distinto per forza e strategia da tutti gli altri e si era anche riportato una moglie.

Già, Karai, una donna tanto bella quanto intrattabile e lunatica: aveva dei lunghi capelli castani e lisci, la pelle era chiara, a differenza di molti abitanti della Nuvola, i suoi occhi erano azzurri dal taglio felino, era molto alta, con un fisico atletico e slanciato.

Kakashi aveva avuto a che fare con donne molto belle nel corso della sua vita, ma non era stato l’aspetto di Karai a colpirlo, bensì il carattere: andava dritta al punto, senza troppi giri di parole, non aveva peli sulla lingua e non era bello vederla arrabbiata. Appena arrivato nel Paese del Fulmine, il Raikage aveva affidato a lei il compito di fargli da cicerone e giorno dopo giorno avevano imparato a conoscersi, fino a piacersi.

A un tratto la donna si fermò.

Kakashi piegò la testa di lato e chiese: “qualcosa non va?”

Lei lo guardò negli occhi e disse: “una volta a Konoha andremo a vivere insieme”

“…Sì… e con ciò?” Fece non capendo dove volesse andare a parare.

“Diventeremo una triste coppia di coniugi noiosi, faremo l’amore una volta ogni tanto nel nostro dannatissimo e noiosissimo letto, io cucinerò per te e tu ti lamenterai per il condimento dell’insalata”

“Cosa stai cercando di dire?” La interruppe l’Hatake.

Lei gli si avvicinò e gli portò le braccia al collo, poi disse: “facciamo l’amore qui! Subito! All’aperto, come due selvaggi! Sarà l’ultima volta prima di essere effettivamente i coniugi Hatake!”

Una grossa goccia di sudore varcò la fronte dell’uomo.

“Che differenza c’è fra qui e in un letto?” Le chiese.

Lei si tolse la casacca e i pantaloni e gettò a terra tutte le sue armi per poi gettarsi addosso al compagno con ardore.

Kakashi si lasciò cadere a terra e alzò gli occhi al cielo mentre lei lo spogliava. Di sicuro non si sarebbero mai annoiati.

Mezz’ora dopo erano di nuovo pronti per raggiungere Konoha, anche se il jonin dovette assicurarsi di aver tolto tutti i fili d’erba dai capelli.

Una volta giunti alle porte della città vennero accolti calorosamente, il ritorno di Kakashi era una gioia per tutti. Quest’ultimo ricambiò l’entusiasmo dei suoi compagni con sorrisi composti e parole scelte, come suo solito, e da bravo shinobi, decise di non prolungare oltre l’attesa dell’Hokage e di presentarle il suo rapporto.

Shizune lo accolse per prima, annunciando il suo arrivo a Tsunade, che gli diede immediatamente il permesso di entrare insieme a Karai.

L’Hatake fu molto felice di vedere, nell’ufficio dell’Hokage, Naruto e Sakura.

“Kakashi-sensei!” Fecero i due all’unisono senza riuscire a nascondere la sorpresa.

L’uomo sorrise nel vederli camminare verso di lui. Allargò leggermente le braccia, aspettandosi che Sakura ci si gettasse dentro per la gioia di rivedere il suo maestro e pronto a consolare un commosso Naruto al quale probabilmente era mancato moltissimo.

Karai si portò una mano al cuore, pronta ad assistere a quel ricongiungimento, ma la sua espressione serena e i suoi occhi languidi lasciarono spazio alla delusione quando la ragazza dai capelli rosa afferrò il colletto della maglia di Kakashi e cominciò a scuoterlo con rabbia.

“Come ha potuto andarsene senza dirci niente?” Sbroccò la piccola furia.

“Ci ha abbandonati nel momento del bisogno!” Incalzò Naruto fingendosi offeso e fumante di rabbia.

“Si rende conto di quanto avessimo bisogno di lei subito dopo la guerra?” Continuò la ragazza.

“Lei non è affidabile per niente, sensei!” Fece lui.

“Adesso basta!!!” La voce potente dell’Hokage rimbombò per tutta Konoha e richiamò all’ordine Naruto e Sakura.

“Kakashi è andando nel Paese del Fulmine per rappresentare Konoha al posto mio! Gli ho dato io l’ordine, quindi smettetela subito con questa storia!” I due ragazzi si erano nascosti dietro la schiena del loro maestro tremanti.

Tsunade diede un paio di colpi di tosse per schiarirsi la voce e disse tornando calma: “e ora dimmi, Kakashi, chi è questa ragazza che è con te?”

L’Hatake si voltò verso la compagna – che cominciava a pensare che l’Hokage fosse ancora più sciroccata del Raikage – e le fece cenno di raggiungerlo.

“Lei è una kunoichi della Nuvola, si chiama Karai ed è… mia moglie.”

Tsunade sorrise felice per la notizia mentre Sakura e Naruto gridarono uno stupefatto ed incredulo: “MOGLIE!?!”

L’Hokage diede un copri fronte nuovo di zecca a Karai nominandola in tutto e per tutto un ninja della Foglia. La castana fece una breve riverenza per ringraziare la donna e poco dopo lei, suo marito, Naruto e Sakura, erano seduti al banco di Teuchi ad ingurgitare ramen.

“Non è stato per niente carino da parte sua non invitarci al matrimonio!” Disse il biondo con tono offeso e con la bocca piena.

“Avete ragione ragazzi, ma non abbiamo fatto una festa, è stata una cosa fra noi due e basta.” Si giustificò il jonin.

“A ogni modo è bello averla di nuovo qui!” Fece la rosa bevendo un sorso d’acqua.

“Grazie, ma dimmi, Sakura, come si sta comportando Sasuke?”

La ragazza sputò l’acqua che aveva appena bevuto e divenne paonazza, lasciando tutti di stucco. Quando si accorse che la sua reazione aveva creato confusione, si diede dei pugnetti sul petto e tossì.

“Eh eh… mi è andato qualcosa di traverso! Per Sasuke non saprei… perché lo chiede a me?” Fece ridendo nervosamente.

Naruto alzò un sopracciglio sospettoso.

“Beh, credevo che da quella volta voi due…” L’Hatake si interruppe. Il suo riferimento era chiaro, parlava della battaglia finale contro Naruto.

FLASH BACK

“Sei proprio un maledetta scocciatura!”

Sakura cadde nell’illusione di Sasuke.

Vuoto. Buio. Impotenza. Disperazione.

Non era riuscita a fare niente per lui. Quel ragazzo non aveva fatto altro che farla soffrire, aveva addirittura cercato di ucciderla, eppure nonostante tutto lei continuava ad amarlo.

Sasuke era destinato a soffrire, così come lei che si era innamorata di lui, eppure…

Aprì gli occhi e si alzò di scatto con il respiro affannato.

“Sakura?” Kakashi non riusciva a credere ai suoi occhi, si era liberata dall’illusione.

La ragazza assunse un’espressione decisa e guardò negli occhi il suo maestro. Lui abbassò la testa sconsolato e indeciso, ma alla fine non poté fa altro che dirle: “stai attenta…”

Il rasengan di Naruto e i mille falchi di Sasuke stavano per scontrarsi di nuovo. Avevano imparato centinaia di tecniche, ma erano quelle con cui avevano iniziato che dovevano mettere la parola fine alla loro storia.

Quando furono a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro, Sakura apparve sul campo di battaglia e con una spallata tolse Naruto dalla traiettoria e si ritrovò con la mano di Sasuke in pieno petto. Solo che stavolta non era un’illusione.

Le braccia della giovane andarono a cingere il collo dell’Uchiha. Gli occhi di Sasuke erano sgranati, increduli e colmi di terrore.

“P… perché? Io non ti avrei mai ucciso…” Fece lui.

Sakura sciolse una delle mani dall’abbraccio e con un colpo forte e deciso andò a trapassare a sua volta il torace di Sasuke, che soffocò un gemito di dolore.

“Nel mondo ci sono molte ingiustizie e tanta gente che meriterebbe di morire. Tu sei una delle tante vittime di questa vita. La differenza è che hai cercato di rendere il mondo un posto migliore, ma Sasuke, la verità è che un uomo solo non può cambiare il mondo con la forza, può solo aiutarlo a cambiare. Credi negli uomini, credici con tutto te stesso e sappi che finché esisteranno persone come Naruto, il mondo avrà sempre una possibilità in più per migliorare.” Le lacrime le impedirono di continuare.

L’Uchiha vomitò un rivolo di sangue e le cinse la vita, aggrappandosi a lei come se fosse l’unica cosa bella che gli fosse rimasta.

“Non dovevi farlo…”

“Non ti avrei mai lasciato andare da solo.”

Il freddo cominciò ad avvolgere i corpi dei due giovani: la vita li stava lentamente abbandonando.

Improvvisamente un dolce calore li avvolse entrambi. Naruto li aveva raggiunti e cinti con le sue braccia, gli occhi azzurri inondati di lacrime.

“Sakura, ti prego” disse con voce tremante “ti prego, puoi salvare la sua vita e anche la tua! Non dovete finire così!”

Il ragazzo non poteva accettare una cosa simile: era nato e vissuto nella solitudine e aveva costruito a fatica il suo mondo, composto di tutti gli amici che aveva trovato lungo la via, ma cosa ne sarebbe stato di quel mondo senza Sakura e Sasuke?

La ragazza strinse gli occhi, straziata dall’appello disperato di quello che per lei era più di un fratello. Sapeva che Naruto non aveva altri che loro, anche se lei era sempre stata solo una palla al piede, anche se Sasuke lo aveva abbandonato, lui aveva vissuto per loro.

“Salvati.” Disse a un tratto Sasuke facendola sobbalzare.

“No. Ho scelto di stare con te e non mi importa più se sei d’accordo e meno!” Rispose cercando di dare un tono più alto possibile alla voce che se ne stava andando pian piano.

Naruto si portò una mano fra i capelli disperato.

“E allora salva anche me…” Fu l’ultima frase che Sasuke riuscì a proferire.

FINE FLASH BACK

“Tutto bene?” La voce di Karai ridestò Sakura dai suoi pensieri.

Kakashi decise di non fare più domande per il momento.

Finito il pranzo salutò i ragazzi e andò in quella che sarebbe stata la sua nuova abitazione, assieme a sua moglie. Il suo appartamento era troppo piccolo per due persone, quindi si era mobilitato per trovare una casa più grande.

I bagagli erano stati spediti prima ed erano già arrivati, quindi Karai cominciò a dare una riordinata un po’ ovunque mentre Kakashi cominciava ad aprire gli scatoloni.

Improvvisamente qualcosa cominciò a sbattere contro il vetro della finestra, era un corvo messaggero.

“Non ci credo! Ti mandano già in missione?” Fece Karai quasi scocciata.

L’Hatake prese il foglio che portava al collo il volatile e ne lesse il contenuto ad alta voce:

Mio amico-rivale-traditore,

non hai avuto neanche la decenza di farmi sapere che saresti tornato! Sappi che questa sera avrò la mia vendetta! Sono sempre una sfida avanti a te, ma è il momento di mettere due punti fra noi. Ci vediamo alla Bisteccheria in centro!

Gai e gli altri”

I due coniugi alzarono un sopracciglio.

Avrebbero voluto godersi un attimo di tranquillità, ma giustamente Kakashi aveva delle persone che lo avevano aspettato e che avevano voglia di rincontrarlo. Quest’ultimo, decise di prendersi cinque minuti di riposo e dopo essersi tolto i vestiti e la maschera si gettò sul divano a leggere il suo amato libro.

Karai conquistò il bagno, disponendo con cura tutti i prodotti che si era portata dalla Nuvola. Si guardò per una attimo nelle specchio e fece un passo indietro simulando uno spavento.

“Che orrore!” Disse infilandosi immediatamente nella doccia.
Ne uscì dopo circa una mezz’ora e si asciugò i lunghi capelli. Poco dopo uscì dal bagno in canottiera e mutande e andò a prendere posto vicino a suo marito con la scatola degli smalti a portata di mano.

“Che colore mi metto?” Chiese.

Kakashi, che intanto si era riempito una ciotola di tortillas e si preparava a riempirsi lo stomaco, guardò le boccette con poco interesse. L’ultima cosa che andava a guardare in una donna era il colore delle unghie, anzi se proprio doveva scegliere le preferiva naturali, ma le opzioni che aveva davanti erano rosa, nero, rosso e viola.

Se avesse detto che era indifferente probabilmente lei se la sarebbe presa, quindi decise di prendere una posizione.

“Rosso”

A quel punto Karai cominciò a mettere lo smalto. Lui le prese una ciocca di capelli e se la portò al volto per annusarla. Adorava toccarle i capelli quando erano appena lavati.

“Non usi più lo shampoo alla menta?” Le chiese trovandosi stranito dall’odore troppo dolce della fragola.

“Era un balsamo. E no, volevo cambiare un po’… non ti piace?”

“No, preferivo l’altro!”

“Oh beh, troverò un altro uomo che lo apprezzerà!” Fece lei fingendosi offesa.

“Dovevi pensarci prima, adesso sono tuo marito.” Ribatté lui divertito.

“Beh, signor marito, dovresti imparare ad apprezzare le scelte di tua moglie!”

“Tu non apprezzi tutte le mie scelte, signora moglie.”

La ragazza gli saltò addosso e gli bloccò i polsi con le mani.

“Guarda che ho ucciso per molto meno! Se non fosse per il tuo aspetto ti avrei già fatto fuori… sei fortunato a essere carino!” Fece baciandolo con passione.

“Ringrazio il mio bel faccino allora!”





 
 

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Capitolo 2
*** Quello che è stato di noi. ***


Capitolo 2: Quello che è stato di noi.
 



Sakura si avvicinò all’albero di quercia ai confini del villaggio, senza riuscire a celare quel velo di tristezza che si impadroniva del suo viso ogni volta che si recava in quel luogo. Alzò lo sguardo e lo vide, sempre sullo stesso ramo, sempre nella stessa posizione.

“Sei ancora lì…” Mormorò.

Dopo interminabili secondi di silenzio Sasuke rispose atono: “e tu sei venuta di nuovo.”

“Te l’ho detto: verrò sempre a cercarti.” Rispose lei alzando il tono di voce.

Il moro si portò una mano fra i capelli tradendo una certa irrequietezza che non sfuggì a Kakashi, che aveva seguito di nascosto Sakura fino a quel momento. Non gli piaceva spiare le mosse dei suoi allievi, ma la situazione di Sasuke era importante per lui quanto lo era per loro. Voleva sapere cosa faceva e dove si trovava.

La sua capacità d’analisi gli fece notare degli evidenti cambiamenti in quel ragazzo: la sera prima Gai gli aveva rivelato che Sasuke non era ancora rientrato ufficialmente a Konoha, nonostante l’assoluzione datagli grazie a servigi resi all’alleanza – naturalmente nessuno del team sette aveva rivelato ad anima viva quelle che erano state le intenzioni dell’Uchiha subito dopo la sconfitta di Kaguya – il ninja verde inoltre aveva aggiunto che Sakura non aveva mai smesso di fargli visita regolarmente ogni giorno.

Kakashi riusciva a capire il desiderio della ragazza di non arrendersi, specialmente dopo che Sasuke aveva desistito dall’idea di rendersi artefice di una nuova pace fondata sul sangue dei cinque Kage e sulla paura, soltanto per salvarla da morte certa. In cuor suo, la kunoichi aveva sempre amato quel ragazzo.

L’Hatake non credeva minimamente che in quel modo sarebbe riuscita a conquistarlo, eppure c’era una differenza abissale fra quando avevano tredici anni e in quel momento: Sasuke era cresciuto, il corpo di bambino di un tempo era diventato quello di un uomo, anche se probabilmente sarebbe cambiato ancora; Sakura invece era una donna finita ormai, i seni di cui si preoccupava in maniera quasi ossessiva, alla fine si erano pronunciati – certo, la crescita non aveva fatto miracoli, ma comunque la differenza si notava – così come i fianchi e il volto più maturo.

Forse il Sasuke ragazzo non avrebbe abbandonato il suo modo d’agire per lei, ma il Sasuke uomo stava definitivamente per cedere.

Kakashi lo vide scendere dall’albero e avvicinarsi alla rosa. Quest’ultima fece un passo indietro sbigottita, e tale reazione fece intuire al suo maestro che quella era la prima volta in assoluto che le si avvicinava così tanto.

“Perché sei così fissata con me?” Le chiese veramente intenzionato a scoprirne il motivo.

La ragazza puntò i suoi occhi verdi all’interno di quelli neri del suo interlocutore, Kakashi non percepì né timore né esitazione in lei.

“Ci deve essere per forza un motivo… per amare qualcuno?” Chiese senza abbassare lo sguardo.

Quell’attrazione naturale che da che mondo è mondo lega l’uomo e la donna sembrava essersi impossessata di quella coppia di ragazzi, che per la prima volta stavano davvero cercando un confronto.

Sasuke si sentì avvolto da uno strano calore, un affetto che non provava più da tempo. Non era difficile intuire i suoi pensieri in quel momento, che probabilmente erano andati alla sua famiglia. Sakura, percependo quell’attimo di vuoto in lui, decise di andare a colmarlo, senza rendersi conto che in realtà ne stava approfittando: abbracciò il ragazzo senza malizia, senza desiderio, soltanto con tutta la tenerezza e l’amore del mondo.

“Immagino di no…” Mormorò Sasuke un istante prima di accogliere il bacio che Sakura gli stava dolcemente offrendo.

Kakashi, incredulo ma felice, tornò sui suoi passi, pensando che ormai non avevano più bisogno del suo aiuto per cavarsela. Persino Sakura che sembrava essere la più svantaggiata di tutti, alla fine era riuscita nella grande impresa a cui aveva sempre aspirato.

Era già ora di pranzo quando incontrò Karai per le strade di Konoha. L’adorata mogliettina gli diede anche una bella strigliata per essere sparito senza dire nulla. Per farsi perdonare, l’albino decise di portarla a pranzo in uno dei tanti punti di ristoro della città.

Senza neanche farlo apposta si ritrovò nel luogo favorito dal suo vecchio compagno Asuma e un pensiero affettuoso e nostalgico non poté non andare a lui. Fu piacevolmente sorpreso di trovare al tavolo in cui si sedeva sempre Asuma, la squadra Ino-Shika-Chou.

“Kakashi-sensei!” Fece Ino entusiasta per l’incontro.

Sai era al suo fianco e le stringeva teneramente la mano, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Al loro fianco Chouji stava sgranocchiando felicemente un coscio di pollo mentre Shikamaru e Temari sembravano abbastanza composti.

I cinque invitarono il maestro e sua moglie a prendere posto al loro fianco. Ino insistette per sapere qualcosa di più sul loro incontro e Kakashi dovette accontentarla.
“Il nostro primo incontro è stato in guerra, ma non si può affatto definire romantico.” Cominciò pensando a quel giorno.

FLASH BACK

“Tu! Idiota con la maschera! Coprimi mentre attraverso il campo!” Gli aveva urlato contro la sua finezza.

FINE FLASH BACK

“Poi è stata la mia guida al villaggio della nuvola e alla fine ci siamo affezionati l’uno all’altra.” Nonostante la spiegazione sbrigativa, Ino sembrò soddisfatta e cominciò a raccontare il modo in cui era sbocciato il suo amore per Sai.

Evidentemente non vedeva l’ora di farlo. Disse che ovviamente per prima cosa erano stati attratti l’uno dall’aspetto dell’altra, e che poi lei si era offerta di insegnargli a capire le donne. Da quel momento avevano fatto coppia fissa e a giudicare dal tono allegro della bionda, erano anche parecchio felici. Sai sorrideva e annuiva e nonostante la freddezza delle sue espressioni, per la prima volta, Kakashi scovò qualcosa di più in quella singolare curvatura delle labbra: sorrideva perché gli piaceva ascoltare il suono della voce di Ino e la sua risata.

Shikamaru e Temari sembravano molto meno entusiasti, ma infondo era una questione di carattere. Loro avevano cominciato con una competizione, e dopo essersi misurati come avversari era nata una sorta di stima reciproca che li aveva uniti fino al momento in cui non avevano deciso di mettersi insieme. Sembrava quasi fossero stati predestinati per fare coppia, anche perché non erano molte le ragazze che avrebbero potuto sopportare la pigrizia e la flemma di Shikamaru, così come non erano molti i ragazzi che in grado di gestire il carattere dominante di Temari.

Dopo aver passato un po’ di tempo in compagnia di quell’allegro gruppetto, i coniugi Hatake si alzarono e salutarono.

Kakashi riconobbe nella figura della cameriera che si stava avvicinando, la kunoichi della nuvola di nome Karui. Si era trasferita definitivamente a Konoha da quanto sapeva. La ragazza sparecchiò il tavolo per poi rivolgersi a Chouji dicendo: “fra cinque minuti stacco, se ti va possiamo andarci a prendere un gelato!”

“Ma certo! Ti aspetto qui!” Fece il ragazzo sorridendo.

Lei si chinò e gli diede un bacio sulla guancia.

“Ci vorrà poco!” Concluse tutta contenta per poi dileguarsi lasciandolo rosso in volto.

E bravo Chouji! Pensò Kakashi ricordando quel ragazzino impacciato e timido di un tempo.

Una volta usciti dal ristorante, Karai prese la mano del suo compagno sorridendo soddisfatta.

“C’è qualcosa di divertente?” Le chiese.

Lei scosse la testa dicendo: “ti vedo felice, quindi sono felice anche io!”

Il ragazzo le lasciò la mano per andare a cingerle la vita e continuare a camminare. Era circa un anno che stavano insieme, ma non si era ancora abituato ad avere acconto una persona con cui dividere tutto, persino la felicità.

“Ti amo!” Le sussurrò all’orecchio.

“Anch’io!”

Le sorprese piacevoli non erano finite, infatti, quella stessa sera, venne festeggiato l’arrivo della primavera a Konoha e Kakashi vide lungo la strada Naruto e Hinata, stretti nei loro yukata sorridenti e colmi d’amore. Lui si era sporcato il viso con il curry del riso che avevano appena mangiato e lei, con disinvoltura e delicatezza lo ripuliva con un fazzoletto. Nell’assistere a quella scena l’Hatake non poté far altro che pensare che erano fatti per stare insieme: lui bisognoso di un affetto che purtroppo gli era sempre mancato e lei piena di una dolcezza e uno spirito che Kakashi aveva sempre ammirato, già da quando Hinata era una ragazzina, l’aveva sempre immaginata come una donna che sarebbe stata in grado di occuparsi egregiamente di una famiglia. Non poteva sperare di meglio per lui.

Quella notte Kakashi dormì sereno come non era da anni, gli sembrò di essere tornato un bambino. Non immaginava che al risveglio la sua vita sarebbe cambiata definitivamente.

Verso le sei del mattino un grido lo fece destare dal sonno e senza pensarci troppo si alzò dal letto e fece per correre verso il bagno – luogo da dove proveniva quel suono – inciampando nelle coperte che gli si erano attorcigliate intorno alle gambe.

“Karai!” Gridò facendo il suo ingresso nel bagno.

Gli arrivò addosso uno strano oggetto a forma di termometro. In una frazione di secondo capì che si trattava di un test di gravidanza, positivo oltretutto. Sempre in quel brevissimo lasso di tempo, la sua capacità di analisi gli permise di vedersi a distanza di poco tempo ad allettare un bambino con il biberon, poi dopo pochi mesi a fargli muovere i primi passi, in seguito a insegnargli ad impugnare un kunai. Non riuscì a continuare il quadro futuro della sua vita perché cominciarono a volargli addosso spugne, spazzole, profumi, bagno schiumi, saponette, eccetera, mentre Karai gridava con una nota di terrore: “non posso diventare madre! Io non ho neanche un briciolo di istinto materno! È tutta colpa tua Kakashi!”

Quando finalmente non ebbe più nulla da lanciare, si posò entrambe le mani sul ventre e guardò il soffitto mormorando solennemente: “devo crescere il mio erede!”

L’Hatake aveva dubitato più volte della sanità mentale di sua moglie, ma in quel momento si limitò a dare la colpa agli ormoni e corse ad abbracciarla.




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Capitolo 3
*** Credo ancora a tutti i sogni miei! ***


Chiedo scusa per l'imperdonabile ritardo T^T ho avuto moltissimo da fare e in questi pochi minuti ho deciso di aggiornare le fiction che avevo in sospeso... buona lettura!





Capitolo 3: Credo ancora a tutti i sogni miei.

 
“Tu sei senza dubbio la persona più adatta a ricoprire questo ruolo, il mio tempo è passato.” Tsunade sorrise dolcemente, nascondendo quella nota di impazienza ed eccitazione che stava provando in quel momento.
Kakashi guardò la trafila di scartoffie che straripava dalla scrivania, dalla libreria, dall’archivio…
“Forse dovrebbe lasciare questa carica a Naruto, Hokage-sama.” Quello non era un tentativo di liberarsi dal difficile compito che voleva affibbiargli la donna, ma semplicemente quello che pensava: il ragazzo desiderava diventare Hokage, mentre lui non lo aveva mai voluto.
“Naruto sarà un grande leader, ma ha diciotto anni ed è ancora così impulsivo!”
Kakashi non poté fare a meno di mettere a confronto Naruto e Gaara, il primo così pieno delle sue convinzioni, così deciso a realizzare i suoi sogni e a non seguire altro che la sua giustizia, il secondo si era fatto carico di un intero villaggio da solo ed era riuscito a essere il miglior Kazekage che Suna avesse mai avuto. Forse Naruto aveva bisogno di tempo per godersi la pace, per godersi quell’amore che non aveva mai conosciuto, per essere solo un ragazzo. Quel tempo doveva darglielo lui.
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Kakashi osservava la montagna degli Hokage con la sua solita calma. Il sesto volto, coperto dall’immancabile maschera, era il suo. Lo trovava così strano.
“Ci ha fatto chiamare, Hokage-sama?” La voce di Sakura lo distolse dai suoi pensieri, ma non si voltò a guardare i tre ragazzi che avevano appena varcato la soglia del suo ufficio, che insieme a lui avevano formato il team sette.
“Sembra che finalmente siamo in pace” cominciò a dire il maestro “ma ancora non vi ho chiesto di voi: adesso chi siete? Quali sono le vostre aspirazioni?”
Ci fu un attimo di silenzio durante il quale Sasuke, Sakura e Naruto si guardarono fra loro. Quella era la stessa domanda che gli aveva fatto il primo giorno d’allenamento, nonché la prova della loro importanza agli occhi di Kakashi.
“Io sono Sakura Haruno!” La ragazza fu la prima a interrompere il silenzio “un tempo il mio unico sogno era di farmi amare da Sasuke” arrossì leggermente dopo essersi resa conto di aver confessato una cosa del genere senza esitazione, anche se era sempre stato palese. Si fece coraggio e riprese il discorso: “oggi ho capito che l’importante non è che una persona ti ami a tutti costi, ciò che conta davvero è che tu sia pronto a proteggerla, a sacrificarti, se necessario anche a morire per amore. Il mio sogno si è realizzato, ma non smetterò mai di alimentarlo, di crederci… non mi stancherò mai di amare Sasuke.” Concluse sorridendo.
L’Uchiha aveva ascoltato attentamente ogni singola parola, senza riuscire a nascondere dietro il suo solito contegno, una nota di stupore. Stupore non tanto grande quanto quello di Sakura e Naruto nel sentire le sue parole.
“Io sono Sasuke Uchiha. Una volta sognavo di vendicarmi, ma la verità è che volevo soltanto un mondo migliore: un mondo in cui nessun figlio doveva uccidere i propri genitori e in cui nessun fratello doveva volere la morte di un altro fratello. Quel mondo ho cercato di crearlo con la forza” i suoi occhi si spostarono dentro quelli di Sakura “ma non si può fondare la pace sulla paura. Creerò quel mondo combattendo giustamente, credendo negli uomini… per amore.”
Kakashi ringraziò di essere girato di spalle e quindi di poter nascondere la sua commozione.
“Io sono Naruto Uzumaki!” Disse il biondo con il solito entusiasmo che lo aveva sempre contraddistinto. Poi si avvicinò a suo mastro e indicò il punto vuoto sulla montagna, accanto al volto di Kakashi e continuò dicendo: “Credo ancora a tutti i sogni miei!”
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Da quel giorno sono passati otto anni.
Io sono ancora Hokage, Karai è sempre più bella e i ragazzi sono cresciuti credendo fermamente nei loro sogni.
I sogni… io credevo di non averne in passato: tutte le persone che mi erano care, in un modo o nell’altro, finivano male. All’ultimo ero diventato vuoto, senza voglia di vivere.
Erano stati i miei allievi a darmi la forza di lottare, era grazie a loro che avevo riavuto qualcuno per cui lottare. Poi avevo conosciuta Karai e finalmente avevo di nuovo una famiglia.
“Ahh! Ahh!” Il pianto lamentoso di mia figlia mi riporta alla realtà.
Con le lacrime agli occhi allunga le braccia verso di me nella speranza che decida di prenderla. Reika ha già quattro anni, i suoi capelli sono dello stesso colore dell’argento, ha gli occhi azzurri come la mamma e un visetto paffuto e delicato.
“Higen! Smettila di dare fastidio a tua sorella!” Karai rimprovera nostro figlio, che invece ha nove anni e si diverte sempre a dar fastidio a Reika. Higen ha i capelli castani e gli occhi neri ed è già parecchio alto per la sua età.
Oggi siamo tutti molto eleganti perché si festeggia l’anniversario dell’alleanza ninja.
La guerra sembra essere ormai un lontano ricordo.
Sasuke, Sakura, Hinata e Naruto passeggiano fra le bancarelle, dedicando di tanto in tanto particolare attenzione ai pancioni delle ragazze.
Sì, adesso posso dire con certezza di avere un sogno, ovvero tutti loro.
E ci crederò per sempre…
 





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