Questioni complicate...questioni mai dimenticate!

di Vanilla_91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un giorno, o forse dopo tre anni! ***
Capitolo 2: *** Bentornata, Kagome! ***
Capitolo 3: *** Quando tutto sembra un errore.. ***
Capitolo 5: *** Confronti e confusioni ***
Capitolo 6: *** Quando il destino ci mette lo zampino.. ***
Capitolo 7: *** Si può rivivere il nostro amore? ***
Capitolo 8: *** Mentre il mondo cade a pezzi.. ***
Capitolo 9: *** Andare o restare? ***
Capitolo 10: *** Speranze vane ***
Capitolo 11: *** Il cuore ha sempre ragione ***
Capitolo 12: *** La nostra vita. ***



Capitolo 1
*** Un giorno, o forse dopo tre anni! ***


ATTENZIONE: Rompo sin da subito :D Non sono sicura di cosa ho combinato, ma mentre pubblicavo, capitolo dopo capitolo, qualcosa è andato storto. Se scorrete i capitoli dalle freccette, giunti al 4 vi dirà che non esiste o che è stato rimosso, ma non è così. Vi basterà tornare indietro e selezionare il capitolo successivo dal menù a tendina, andando a cliccare direttamente sul titolo. Ho già provveduto a segnalare la questione all'amministrazione, spero quindi di risolvere la cosa in tempi brevi :) Grazie per l'attenzione e mi scuso per il disagio :) Buona lettura :D




Mi guardo intorno e fatico a credere che siano passati tre anni. Mille giorni trascorsi tra queste mura, a fissare il mondo dalla piccola finestra e a respirare quest'aria così diversa, ma che ora ha il sapore di casa.
 Eppure, è arrivato il momento di fare le valigie, di abbandonare, seppur temporaneamente, il mio rifugio per far ritorno alla realtà.
Ripenso al modo in cui mi sono sentita la prima volta che ho messo piede in questa stanza, le lacrime versate su quel cuscino, il senso di oppressione, la tristezza, la solitudine, a quante volte ho avvertito, forte, la voglia di tornare, di sentire la dolce voce di mia madre, i discorsi strani di mio nonno e di farmi consolare tra le braccia della mia migliore amica,ma ricordare lui, mi ha convinta a restare qui. Il bisogno di mettere una distanza vera, fisica, profonda, tra noi era talmente forte da darmi la forza.
Sono eccitata all’idea di tornare a casa, ma allo stesso tempo tremendamente spaventata.
Troppe cose sono cambiate: prima tra tutte, io. Il male che mi portavo dentro, ciò che mi divorava il cuore, era talmente forte, talmente brutale, che avevo capito subito che la distanza, sola, non sarebbe bastata. Ho avuto bisogno di qualcosa di più profondo, più netto…di allontanarmi da qualsiasi cosa mi ricordasse lui e il dolore che mi ha causato. Così ho lasciato la mia famiglia, la mia casa e rinunciato ad ogni legame con vecchi conoscenti. Sango, la mia migliore amica, è rimasta l’unica costante irrinunciabile nella mia vita.
 Ogni cosa che mi ricordava lui doveva essere dimenticata, ogni pensiero estirpato, il suo nome e la sua immagine cancellate. Tre anni della mia vita vissuti nella speranza di dimenticare tutto ciò che mi aveva reso felice.
Un rumore alla porta mi fa sobbalzare, costringendomi a tornare alla realtà. I miei occhi si posano sull’ultimo arrivato nella piccola stanza: alto, biondo, fisico scolpito ma non pompato, occhi glaciali..il meglio che la Svezia potesse offrire.
-Sei pronta?- mi domanda, fissando la mia valigia.
Annuisco ed esercitando un po’ di pressione riesco a chiudere la zip.
-Mi mancherà questa camera.- sussurro.
-Anche a me.- bisbiglia, fissando in modo insistente e con occhi furbi il piccolo letto.
Arrossisco, ma non gli concedo la soddisfazione di una risposta.
-Sarà meglio andare o perderemo l’aereo.-dichiara, prendendo la valigia dalle mie mani e stampandomi un bacio su una guancia.
Annuisco e lo seguo verso la porta.
Mi viene quasi da ridere al pensiero di come io abbia in tutti i modi evitato di far ritorno in Giappone durante questi lunghi anni e ora stia per tornare a casa solo per accompagnare “lui”.
-Kagomeee..- mi richiama Eric dal piano inferiore.
Sollevo gli occhi al cielo, esasperata per il suo carattere impaziente.
Chiudo frettolosamente la porta alle mie spalle e con un profondo sospiro corro in contro al mio destino.
E' giunto il momento di far ritorno, di fare i conti col mio cuore. Tutto ciò che mi sono lasciata alle spalle alla mia partenza è il passato..questioni d'amicizia e d'amore ormai dimenticate!
 
 
 
 
Non mi piace tutto questo. Io sono sempre stato quello a cui diceva tutto, il suo confidente, colui a cui raccontava ogni desiderio, speranza e paura. Non mi piace aver scoperto del suo ritorno così, per caso, trovandomi ad udire parole sussurrate. Lei sta tornando, il mio più grande desiderio si sta per realizzare, eppure ancora sento l'amarezza se ripenso al modo in cui l'ho persa, in cui l'ho guardata scivolarmi tra le mani, senza far nulla. Tre anni che non incrocio il suo sguardo, che non sento la sua voce, tre anni di inevitabile tormento. Ho pregato in ogni modo Sango di dirmi dove potessi trovarla, ho indagato, l’ho cercata, ma non ho mai avuto nessun risultato.
Lei è andata via, ma io non mi sono mai rassegnato. La voglio nella mia vita e sapevo che prima o poi lei sarebbe tornata.
Lei, Kagome, è vicina. Lei, la mia migliore amica, la mia confidente, il mio porto sicuro...l'unica che mi abbia mai toccato il cuore.




Angolo autrice: Salve a tutti :D
Sorpresa (?), il seguito di Questioni d'amicizia o d'amore è arrivato :D
Se il prologo vi sembra eccessivamente corto vi chiedo scusa, ma vi assicuro che i capitoli saranno ricchi di avvenimenti..quindi sì, se ne prevedono delle belle per i nostri due protagonisti! Se vi state chiedendo chi cavolo sia Eric, e che tipo di legame abbiano lui e Kagome, vi dico che scoprirete tutto già nel prossimo capitolo :)
Intanto, potete ammirarlo in tutta la sua bellezza..poichè per il suo personaggio mi sono ispirato all'attore Svedese (guarda un pò) Alexander Skarsgard.


Lascio a voi i commenti :D
Ringrazio tutti coloro che dedicheranno un pò di tempo alla lettura di questa storia e, se vi fa piacere, sarei felice di conoscere il vostro parere.
Inoltre, invito chi ne abbia voglia ad iscriversi al gruppo che trovate qui:https://www.facebook.com/groups/758064124210814/. La nostra cyber famiglia cresce ogni giorno di più. Tra chiacchiere, spoiler e giochi siamo diventate un gruppo di pazze affiatate, se qualcuno ha voglia di unirsi a noi lo accoglieremo a computer, ops braccia, aperte :D
Baciii ^^

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Capitolo 2
*** Bentornata, Kagome! ***


Ci tengo a dedicare questo capitolo alla piccola Fiammetta ^^ Anche se sono trascorsi già un paio di giorni dal tuo compleanno, spero tu possa comunque apprezzare il mio piccolo regalo ^^
Buona lettura!!


Tornare a casa,ripercorrere le strade che ancora perfettamente ricordo, risentire il profumo dei fiori di ciliegio e riabbracciare la mia famiglia, ha decisamente fatto bene al mio umore. Troppe volte mi sono ritrovata a maledire il mio Paese, i ricordi che indissolubilmente vi sono legati, ma tornarci mi ha riempito il cuore di gioia.
Temevo che ritornare qui mi avrebbe fatta sprofondare nuovamente nel mio dolore, ma, sebbene mi senta inspiegabilmente sempre sul punto di piangere e nonostante mi sembri di avere il cuore stretto in una morsa dolorosa, riesco a non lasciarmi andare.
-Kagome, si può sapere a cosa stai pensando?-
La voce di Eric mi riporta bruscamente alla realtà.
-Eh? Ah, a nulla non preoccuparti.- mi affretto a rispondere.
Fisso la mia immagine allo specchio e inevitabilmente la mia attenzione ricade sul ragazzo biondo che mi tiene stretta per la vita.
Ogni volta pensare di avere una tale bellezza solo per me mi lascia stupita, eppure sento che qualche pezzo del nostro rapporto non ha ancora trovato il giusto incastro.
Eric è bello, dolce, premuroso.. e rappresenta tutto quello che non avrei voluto più al mio fianco.
Quando ho lasciato il Giappone, quando ho detto addio per sempre ad Inuyasha, ho giurato a me stessa che mai più questo “genere” di ragazzo sarebbe stato al mio fianco, ma il bel biondino è piombato nella mia vita come un uragano inarrestabile, lottando con le unghie e con i denti per restarci.
Altro punto a suo sfavore, è schifosamente ricco. La sua famiglia vanta nobili retaggi e blasonate parentele, occupando un posto di alto rilievo nella società Europea. Eric è un imprenditore affermato nel suo campo…ed è proprio per questo che mi ritrovo qui.
Quando ho saputo delle sue origini, ero convinta di aver trovato un altro buon motivo per allontanarlo da me; ero troppo stanca per sopportare altre lotte con famiglie che non mi accettavano per le condizioni modeste della mia famiglia, per il lavoro umile di mia madre, troppo ferita per poter sopportare nuove ingiurie, ulteriori offese.
-Posso sapere a cosa stai pensando?- mi domanda, accentuando la presa sulla mia vita.
Ancora una volta, la sua voce mi strappa alle mie fantasie.
-Sono entusiasta, non vedo l’ora di rivedere Sango.- esclamo, allegra.
-Mi spieghi perché non posso venire anche io? Sono due anni che non fai che parlarmi di questa persona e ora che ho l’opportunità di conoscerla tu non vuoi.- si lamenta, intrappolando i miei occhi nei suoi attraverso il riflesso nello specchio.
-Non dire sciocchezze, è logico che te la presenterò. O meglio, stasera la conoscerai di sicuro. Eric, sono tre anni che non vedo la mia migliore amica, è naturale che io desideri passare del tempo con lei..da sola!- tento di spiegargli, senza risultare offensiva.
-D’accordo, ma cerca di non trattenerti troppo. Del resto la vedrai stasera e non possiamo permetterci ritardi.-
Annuisco, nuovamente lontana con la mente. Non è solo la voglia scalpitante di vedere Sango a rendermi così distratta, ma anche la consapevolezza di ciò che inevitabilmente accadrà stasera.
Lascio perdere i pensieri e dopo aver salutato Eric e la mia famiglia mi fiondo per strada, pronta a raggiungere la mia migliore amica.
Non mi occorrono più di dieci minuti per raggiungere la cioccolateria di Susumo e rivedere quell’insegna leggermente storta, i tavolini esterni e le vetrine laccate mi fa esplodere il cuore di nostalgia. Nulla è cambiato, mi sembra di poter riascoltare le risate e le chiacchiere scambiate sedute a quel tavolino, risentire il sapore dolce amaro della cioccolata calda che dalla lingua si diffonde in tutto il corpo donando un languido calore,di rivedere quegli occhi ambra che mi guardano colmi di affetto.
Scuoto la testa, impedendo a pensieri repressi di emergere e rovinare quel pomeriggio. Mi guardo intorno e  quando riconosco la figura di Sango sento immediatamente gli occhi pizzicare. Restiamo così, vicine, immobili, a studiarci per qualche secondo.
Tre anni, più di 1095 giorni che non vedo la mia migliore amica e ora che me la ritrovo davanti non riesco a fare altro che notare quanto sia cambiata. È più alta di quanto ricordassi, le forme appena più accennate e morbide le donano una sensualità che era impossibile intravedere nelle acerbe forme adolescenziali, i capelli, lisci e lunghi, le ricadono sulla schiena e le incorniciano il volto finemente truccato. È ancora più bella di quanto ricordassi.
Sono talmente tanto presa dall’osservarla, dal lasciarmi assalire dalla nostalgia, che do peso solo dopo qualche minuto al silenzio calato su noi.
-Ciao..- sussurra Sango, probabilmente confusa quanto me.
-C..ciao.- solo questo riesco a dire.
Ci fissiamo ancora per qualche secondo e alla fine scoppiamo a ridere, stringendoci finalmente in quell’abbraccio a lungo desiderato.
Mi provoca un mare di emozioni risentire il suono della sua risata che si unisce alla mia, il calore della sua amicizia, e mi godo queste sensazioni fin quando non ci stacchiamo quel tanto che ci basta per far incontrare i nostri occhi.
-Quanto mi sei mancata, Sango.- riesco a dirle, dopo aver ormai superato lo sciocco imbarazzo che ci aveva colte.
-Mi si mancata tantissimo anche tu, Kagome. Non puoi immaginare quanta voglia avessi di abbracciarti, di sentire la tua voce non tramite un telefono. Oh, Ka-chan, perché non mi hai mai permesso di raggiungerti? Perché non sei mai tornata in Giappone durante questi anni?- mi domanda a raffica.
Sorrido e mentre ci avviamo ai tavolini comincio a rispondere alle sue domande.
-Sai bene quanto me perché ho deciso di non tornare più qui, Sango. Avevo bisogno di rimettere ordine nella mia vita, di trovare una spiegazione al male che ingiustamente mi era stato fatto, di ritrovare la voglia di aprirmi.- spiego, ripercorrendo mentalmente il lungo percorso vissuto in quei tre anni.
-Tuttavia ora sei qui…e per accompagnare lui – mi fa notare, maliziosa.
-Sapevo che prima o poi avrei dovuto far ritorno.-
-Parlami di lui..non ne so quasi niente. Non eri tu quella che diceva che non avrebbe voluto nessun’altro al proprio fianco?- mi chiede.
Sospiro, permettendo alla figura di Eric di invadere i miei pensieri e sorrido involontariamente al ricordo di quelle parole. Non mi piace ripensare a quei giorni, ai sentimenti che ho provato, all'amarezza e alla delusione che mi portavano a versare fiumi di lacrime.
-Con Eric è cominciato per gioco. Appena sono arrivata in Svezia per me è stato molto difficile ambientarmi, molte volte ho pensato di abbandonare tutto e tornare qui. Non ero più me stessa, Sango. Non mi fidavo di nessuno, non riuscivo ad aprirmi e mi mancavano terribilmente la mia famiglia, tu e quello stupido di Inuyasha. Eric si è fatto largo nella mia corazza, ha abbattuto i miei muri e si è conquistato la mia amicizia.-
-Vuoi farmi credere che sia solo un amico?-
-No, ma è così che è cominciato. Ho compreso da subito che lui volesse da me molto di più, ma io non ero pronta. L’unica cosa che volevo era smettere di soffrire, dimenticare Inuyasha, smettere di struggermi per il desiderio di vederlo arrivare e sentirgli urlare il suo amore per me. Ho deciso che se volevo mettere la parola fine al passato, dovevo farlo con decisione..per questo sono andata a letto con Eric.-
-Vai a letto con lui per cercare di dimenticare Inuyasha?-
-No,no, all’inizio è stato così. Sapevo che dopo essere andata a letto con un altro non mi sarei più concessa il privilegio di pensare a quello con Inuyasha come un amore puro che solo lui aveva rovinato. Avevo bisogno di mettere una barriera seria, tangibile, fisica, tra noi.- le spiego.
-E…ha funzionato? Sei riuscita a dimenticarlo?- mi chiede.
Mi blocco, non sapendo cosa rispondere. Vorrei annuire, vorrei negare, ma nessuna delle due sarebbe una risposta sincera.
Sollevo il volto a fissare la mia interlocutrice, che a sua volta mi sta guardando, e decido allora di essere completamente sincera..del resto è con Sango che sto parlando!
-La prima notte che ho trascorso con Eric è stata terribile. Non fraintendermi, lui è stato molto dolce, premuroso..il problema ero io. Sai bene che prima di lui sono stata solo con Inuyasha e lui mi ha regalato una prima volta stupenda, nonostante ciò che è accaduto subito dopo. Sentire le mani di Eric su di me, mi sembrava una cosa così sbagliata, mi faceva sentire sporca e in colpa. Più permettevo ad un altro di farmi sua, più sentivo Inuyasha lontano..ed è stata questa la strada che ho seguito. So che non è stato giusto, né forse..etico, ma a distanza di tre anni posso dire che è andata abbastanza bene. Tutto è cominciato come una storia basata sul sesso, ma Eric, anche contro la mia volontà, ha saputo trascinarmi nella sua vita e in questa storia, nonostante più volte gli abbia confessato di non nutrire i suoi stessi sentimenti. –
-Tu lo ami, Kagome?- mi domanda Sango.
Ecco la domanda da un milione di yen.
-Non so rispondere alla tua domanda, Sango. Eric è diventato ormai una presenza fissa nella mia vita, è sempre al mio fianco, ma non so ancora dare una giusta collocazione alla nostra storia.- rivelo.
-Come ti ha convinta a tornare qui?-
-Sapevo che prima o poi avrei dovuto farlo. Quando Eric mi ha detto di dover iniziare una collaborazione con un’emergente ditta Giapponese ho pensato che si trattasse di un segno del destino, quando poi ho scoperto i nomi dei proprietari dell’impresa ho capito che il destino si divertiva a giocare con la mia vita e i miei sentimenti.-
-In effetti immagino sia stata dura mandare giù la cosa per te.-
-Sango, sono scappata dal Giappone per mettere chilometri e chilometri di distanza tra me ed il mio passato e appena la mia vita sembrava prendere una parvenza di stabilità scopro che la persona a me più vicina deve trasferirsi nel mio paese, per avviare una collaborazione nientedimeno che con il mio ex ragazzo, il mio ex migliore amico, ed il fidanzato della mia migliore amica. Sì, è stata decisamente dura da digerire..-
-Però sei qui, ed è questo che conta.- mi sorride allegra.
-Basta parlare di me, raccontami qualcosa tu ora.-
-Che vuoi che ti dica?-
-Come vanno le cose con Miroku, ad esempio.-
-Bene, se non fosse per le sue tendenze maniache. Nonostante non faccia altro che pestarlo da anni, non ha ancora perso le sue malate abitudini.-
Sorrido al ricordo delle mani polipose di Miroku e raccomandandomi di fare attenzione per quella sera.
Sento la lingua pizzicare per l’impazienza di porgere a Sango una domanda che risolverebbe il peso di un dubbio che mi porto dietro da tre anni.
-E Kikyo?- chiedo all’improvviso.
Sento le mani sudare e il cuore aumentare leggermente i battiti nell’attesa..perchè nonostante tutto, sapere che Kikyo e Inuyasha sono indissolubilmente legati da un figlio aggiungerebbe sale ad una ferita non ancora completamente rimarginata.
La smorfia che ha distorto i lineamenti di Sango non promette nulla di buono.
-Kikyo, al sentire il suo nome ancora mi viene il voltastomaco. Ha gioito molto quando ha saputo del tuo allontanamento, credeva sarebbe stato motivo di riavvicinamento tra lei ed Inuyasha e invece non è andata come lei sperava.-
-E il bambino?- mi azzardo a chiedere.
-Kikyo ha abortito, ma Inuyasha continua a sostenere che quel bambino sicuramente non era suo.-
Annuisco, mentre non so se gioire o protestare.
Conosco Inuyasha, so che se quel bambino fosse stato suo se ne sarebbe assunto le responsabilità, e sapere che lui e Kikyo non sono accomunati da questo genere di legame non può che farmi felice, ma rabbrividisco al pensiero di ciò che quella donna sia stata capace di fare ad una vita che cresceva dentro sé. Povera creatura..
-E Koga come sta?- domando, tentando di stemperare l’area divenuta di colpo pesante.
-Koga da un po’ di tempo fa coppia fissa con Ayame.- mi racconta Sango.
E ancora una volta mi ritrovo ad annuire, mentre una punta di fastidio mi colpisce all’altezza dello stomaco.
Ayame, ricordo quel nome pur non essendo capace di associarlo a nessun volto..è la donna che il signor Yoro aveva ritenuto più adatta di me per stare accanto al figlio.
-Ayame è molto carina, solare, disponibile ed è innamorata persa di Koga, ma se vuoi sapere la mia opinione non credo che Koga ricambi. Sono convinta che stia con quella ragazza solo perché in lei rivede un po’ te, condividete la stessa vivacità e gioia di vivere.-
-Forse è solo una tua impressione. Da quel che ricordo Koga non è mai stato un tipo molto aperto.- replico, rendendomi conto da sola della sciocchezza che ho detto.
Koga era sempre stato uno spirito libero, uno a cui non importava del parere della gente, che faceva solo ed unicamente quel che si sentiva di fare.
So bene che il mio negare è dovuto al fatto che la mia “relazione” con Koga è stata per me abbastanza semplice da archiviare e ho sempre sperato fosse stato così anche per lui..non ho bisogno di altri tasselli di passato impazziti.
-E Inuyasha?- chiedo infine, cedendo alla tentazione.
-Vuoi davvero saperlo?- mi domanda la mia migliore amica.
Voglio davvero saperlo? Sì, che lo voglio.
Annuisco.
-Da quando sei andata via Inuyasha non è più stato lo stesso. Per mesi e mesi mi ha pregato di rivelargli il posto in cui ti trovavi, era intenzionato addirittura ad assumere un investigatore privato. Era straziato, non l’avevo mai visto in quello stato..è andato avanti giorno dopo giorno con la consapevolezza che un giorno o l’altro tu saresti tornata e gli avresti dato l’opportunità di spiegarsi.-
Solo quando Sango smette di parlare mi accorgo di avere i pugni stretti e il battito accelerato.
Sapere che lui ha sofferto mi fa più male di quanto pensassi.
-E..ora..come sta?-
-A guardarlo si direbbe bene, pare essere tornato lo stesso di sempre. Sfrontato, scorbutico, prepotente, ma chi lo conosce bene sa quanto la tua assenza lo abbia cambiato e fatto soffrire.-
-Sta con qualcuna?- le chiedo.
-E’ da un po’ di tempo che frequenta Nazuna.-
E a quelle parole tutto il mio senso di colpa, il sentirmi male per la sofferenza causatagli, svanisce.
Il bruciore che sento probabilmente non è solo da attribuire a quell’illogica gelosia, ma anche alla consapevolezza che, a differenza mia, non c’ha messo poi molto a dimenticarmi.
-Dalla tua espressione posso già immaginare a cosa stai pensando, ma non è così, Ka-chan. È Nazuna che continua a stargli attaccata, per lui è solo sesso.-
-E questo come fai a saperlo?- domando infastidita.
Come ha fatto Inuyasha a guadagnarsi anche l’incondizionato sostegno di Sango?
-Perché quando parla di te gli occhi gli si illuminano e perché non si fa problemi a parlare di te definendoti “l’unico amore della sua vita” davanti a Nazuna stessa.- mi confessa.
Le sue parole mi scuotono più di quanto dovrebbero.
Davvero lui parla di me definendomi “l’unico amore della sua vita”? Davvero sono stata così importante per lui? E davvero lui mi sta ancora aspettando?
Gli occhi che pizzicano, il cuore che batte forte al sol pensarlo, il ricordo di quegli occhi d’ambra mi assalgono, portando con loro però anche tutta l’amarezza e il dolore provati quando lui non capiva i miei sentimenti, quando lui mi ha messa da parte come un ferro vecchio per una persona che poi ha capito di non amare nemmeno.
Sono una stupida, solo una stupida. Sarà riuscito a commuovere Sango con le sue belle parole, ma per quanto mi riguarda non permetterò più a nessuno di farmi così tanto male.
-Ascoltami, Kagome, so che tu sei qui solo per accompagnare Eric, ma magari voi due..- tenta di dire la mia amica, ma, comprendendo le sue intenzioni, la blocco immediatamente.
-Sango, se hai pensato anche solo per un secondo che le cose tra noi possano tornare come prima, sappi che ti sbagli. La ferita che mi ha inferto Inuyasha è così profonda, così dolorosa, che ogni giorno sembra risucchiarmi, ma non gli permetterò di farmi ancora del male, non ora che riesco di nuovo a respirare. La mia vita adesso è in Svezia, finito tutto questo tornerò lì, con Eric. Inuyasha ormai appartiene al passato.- esclamo, risoluta.
Vedo Sango annuire, seppur poco convinta ed evidentemente contrariata. La conversazione continua su toni ed argomenti più leggeri, ma i fantasmi rievocati continuano a turbinarmi dentro, impedendomi di godermi al meglio quel pomeriggio con la mia migliore amica.
Il tempo passa velocemente ed in breve arriva il momento di andare via. Ci salutiamo senza nostalgia, consce che ci saremmo riviste a distanza di poche ore.
Più si avvicina il momento, più mi sento agitata. Sono tre anni che non lo vedo, che non sento la sua voce, il suo profumo e stasera ci ritroveremo faccia a faccia.
Arrivata finalmente a casa è la visione di Eric a distrarmi totalmente. Manca ancora qualche ora alla festa, ma lui è già praticamente pronto..ed è a dir poco bello! Il fisico alto e prestante è fasciato in uno smoking scuro che evidenzia in modo sublime il petto muscoloso, la camicia bianca stacca nettamente sul nero dell’abito e la cravatta grigia richiama in modo perfetto i magnetici occhi grigi-azzurri.
 Come una sciocca mi ritrovo ad arrossire dinnanzi a lui e il ghigno sfrontato che mi rivolge mi lascia intuire che è ben consapevole dell’effetto che fa.
-Sei tornata, Kagome. Com’è stato rivedere la tua amica?- mi domanda avvicinandosi e cingendomi la vita.
-Bene, rivedere Sango mi ha fatto bene. Eric, non credi sia un tantino presto per cominciare a prepararsi?- gli domando, stringendo le braccia al suo collo.
-Una precauzione per non rischiare di essere in ritardo, so quanto tu impieghi per prepararti.-
-Quest’espressione imbarazzata mi ricorda la faccia che hai fatto la prima volta che mi hai visto nudo.- bisbiglia al mio orecchio, mordicchiandolo leggermente.
Arrossisco ancor di più e l’allontano velocemente da me, prima di rischiare la morte per autocombustione.
-Sarà..sarà meglio che vada a prepararmi se non vogliamo rischiare di fare tardi.- bisbiglio, accaldata, indicando le scale che danno accesso al piano superiore.
Le salgo velocemente, accompagnata dalla sua risatina roca e divertita, per poi chiudermi nella mia camera.
Recuperate le piene facoltà mentali e un respiro stabile, decido di cominciare a prepararmi anche io..per Eric è una serata molto importante e non voglio rischiare di rovinarla in nessun modo.
Mi lavo, arriccio i capelli e li acconcio con l’aiuto di mia madre e quando arriva il momento di vestirmi l’ansia comincia a crescere.
 
Pov’s Eric
Guardo l’orologio, seguendo impaziente le lancette dei minuti. Manca ormai meno di un’ora al ricevimento che si terrà a Villa Taisho, ma di Kagome non si hanno più tracce.
Sbuffo, spazientito, mentre il piccolo Sota cerca di tranquillizzarmi, raccontandomi che solitamente sua sorella è molto puntuale.
Sorrido, ringraziando silenziosamente il ragazzino.
Sono in casa di Kagome da appena un giorno, ma la sua famiglia mi ha accolto con un tale calore da farmi sentire un membro della famiglia. Posso ben comprendere, ora, come Kagome sia diventata la fantastica persona che è.
Un sorriso mi incurva spontaneo le labbra mentre ripenso alla ragazza che da circa due anni mi sta accanto. È affascinante scoprire ogni giorno un nuovo lato di lei, seppure conosco ancora poco del suo passato, di ciò che l’ha spinta a lasciare la sua casa e il suo paese per trasferirsi in un luogo a lei sconosciuto.
Non mi ci è voluto poi molto però per comprendere che qualcuno l’ha terribilmente ferita e che qui si sente vulnerabile. Lo capisco dai suoi modi sfuggenti, dagli occhi sempre vigili e dalla mente sempre lontana.
Tutto ciò mi infastidisce e perciò è mia intenzione tornare in Svezia il prima possibile, laddove i suoi occhi sono vivaci e luminosi non malinconici e spenti. A casa, io e lei.
Rumori di passi mi fanno intuire che Kagome è finalmente pronta, vorrei imprecare per il suo ritardo, ma vedendola le parole mi muoiono sulle labbra.
È una visione, bella come può esserlo solo una dea.
Indossa l’abito rosa tenue che le ho regalato e che come avevo immaginato su di lei è perfetto. La linea morbida del lungo vestito evidenzia il suo corpo slanciato e i disegni in pizzo esaltano il seno alto e la vita sottile. I capelli arricciati in eleganti e vivaci boccoli le incorniciano il volto, reso più luminoso e seducente da un trucco accurato, ma delicato.
-Sei..bellissima.- riesco a dirle.
Il rossore che subito le imporpora le guancie, e che nulla ha a che vedere con i prodotti artificiali, va a completare quel fine capolavoro.
 
Villa Taisho. Potrei descrivere ogni angolo di quest’immensa villa ad occhi chiusi, nonostante non mi trovassi dinnanzi alla maestosa casa da ben tre anni. Il giardino illuminato per l’occasione crea un’atmosfera magica e piacevole, ma sono troppo agitata per badarvi.
Tutti attendono l’arrivo di Eric, ma nessuno si aspetta di vederlo con me. Miroku ha saputo da Sango del mio ritorno, ma la mia migliore amica mi ha giurato di non essersi lasciata scappare altro. Nessuno si aspetta di vedermi qui e io comincio a pensare di aver commesso un grande errore venendo.
-Kagome, va tutto bene? Ti sei irrigidita improvvisamente.- mi fa notare Eric.
Sospiro, tentando contemporaneamente di rilassare i muscoli.
-E’ che per me non è facile essere qui.-
Ad Eric non  ho raccontato tutto, non solo perché ancora non mi sento pronta a condividere quella parte del mio passato con lui, ma anche perché parlare di ciò che è accaduto è ancora troppo doloroso. Tuttavia, quando ho scoperto chi sarebbero stati i suoi nuovi soci in affari e ho deciso di tornare con lui in Giappone, sono stata costretta a rivelargli che si trattava di persone che conoscevo. Non ho aggiunto altro e lui, per fortuna, non mi ha posto domande indesiderate.
-Sei già stata in questa casa?- mi domanda mentre attraversiamo il lussureggiante giardino.
Mi limito ad annuire.
La prima prova della serata mi aspetta all’ingresso, ed ha i volti dei padroni di casa: Inuno ed Inzayoi No Taisho.
Osservandoli mi accorgo che non sono affatto cambiati: Inuno ha un’aria autorevole e severa nel suo elegante completo scuro, Izayoi, al suo fianco, è splendida fasciata in un abito nero.
Quando arriva il nostro turno di essere accolti ho il cuore a mille e la gola secca, è la loro reazione però, quando riconoscono me, a sorprendermi.
Izayoi abbandona la posa cortese ma distaccata imposta dall’etichetta per abbracciarmi, mentre l’espressione sorpresa di Inuno viene rapidamente sostituita da una di stizza.
-Kagome, cara, è un piacere rivederti. Quando sei tornata in città? Sono tre anni che non ti vedo, bambina mia. Quanto sei cresciuta! Sei diventata una bellissima donna.- mi dice Izayoi dopo aver sciolto l’abbraccio.
-Anche io sono felice di rivederti, Izayoi. È un piacere rivedere anche lei, signor No Taisho.- mi affretto a dire.
-Mhh.- mormora in risposta al mio saluto. –Izayoi, cara, sono sicuro che tu e Kagome potrete tenere questa conversazione in luoghi e momenti più consoni. A cosa dobbiamo la tua presenza qui?- mi domanda, evidentemente scocciato e sorpreso di vedermi.
Boccheggio, mentre la solita sensazione di disagio che ho sempre provato dinnanzi a lui riemerge in me.
-Kagome è qui come mia accompagnatrice.- interviene una voce forte.
Eric, fino a quel momento rimasto estraneo alla conversazione, muove un passo avanti, circondandomi la vita con un braccio. È quel gesto di silenziosa protezione, dichiarato possesso, che mi fa pensare con rabbia che Inuyasha mai si è schierato contro suo padre per difendere me.
-Sono Eric Holmgren. Avevo chiesto ai miei collaboratori di farle sapere che sarei venuto accompagnato dalla mia fidanzata..spero non ci siano problemi.- chiede, cortese ma diretto.
Arrossisco alla parola “fidanzata”, non sapendo se si tratta di un modo troppo profondo e stabile per definire ciò che mi lega ad Eric.
La reazione è immediata nei padroni di casa: Izayoi è sconvolta e quasi dispiaciuta, mentre Inuno quasi non riesce a parlare per la sorpresa.
-Ovviamente non c’è nessun problema, signor Holmgren. Io e mia moglie Izayoi siamo solo rimasti senza parole per la sorpresa.- ammette.
-A causa della bellezza della mia Kagome?- chiede scherzoso.
-Non solo. Kagome è una vecchia conoscenza di questa casa.-
-Ma davvero? Sono sicuro che avremo modo di parlare di questo dopo. Stanno arrivando altri ospiti e non vorremmo esser accusati di monopolizzare l’attenzione dei padroni di casa.-
Così con un cenno di saluto superiamo l’uscio e sento un po’ di tensione abbandonare il mio corpo.
-Non pensavo ti conoscessero così bene.- sussurra Eric, nell’esplicito tentativo di scoprire qualcosa in più.
Sorrido, pronta a regalargli una mezza verità.
-Io e il minore dei loro figli siamo praticamente cresciuti insieme, in più mia madre ha lavorato come governante in questa villa per molto tempo finché mio nonno non è stato troppo anziano per occuparsi del tempio. Lei ed Izayoi si conoscono da moltissimi anni.-
Annuisce, forse nella speranza che io aggiunga altro.
-Il signor Holmgren?- domanda un anziano signore, interrompendo la nostra conversazione.
Eric si ritrova così in pochi secondi trascinato al centro dell’attenzione e catapultato in conversazioni su affari ed economia. Dopo un po’, stanca ed annoiata, mi congedo con la scusa di aver bisogno della toilette.
Mi guardo intorno alla ricerca di Sango, stupita di non aver ancora incontrato nessuno e in un attimo il cuore impazzisce quando vedo tutti i miei amici riuniti in gruppo poco distanti da me.
Fuggire, la tentazione è forte, ma la voglia di rivederli ancor di più. Sono tornata in Giappone per mettermi alla prova, per dimostrare a me stessa che ciò che tre anni fa mi ha ferita è solo un ricordo del passato, non posso scappare alla prima prova.
Avanzo di qualche passo, decisa a coglierli di sorpresa e quando sento che è proprio su di me che verte la loro conversazione riesco a malapena a soffocare una risatina.
 
POV’S Sango
Sento l’ansia salire ogni minuto di più. Nessuno sa che Kagome stasera sarà qui e un po’ mi spaventa immaginare che tipo di reazione potrebbero avere Koga ed Inuyasha alla vista del suo accompagnatore.
-Bisogna organizzare una festa a sorpresa per dare il benvenuto a Kagome.- esclama entusiasta Miroku.
-Si tratta di un bentornata, non di un benvenuto.- lo correggo.
-Non vedo perché disturbarsi tanto per una persona che non vedete da tre anni e che per tutto questo tempo non si è affatto preoccupata di voi.- borbotta, acida, Nazuna.
Mi trattengo a stento dal risponderle, perché so che le sue parole sono dettate unicamente dalla gelosia. Ama Inuyasha, ma non riesce a competere neanche col ricordo che lui ha di Kagome.
La studio meglio e quasi mi fa pietà. È fuori luogo, volgare, fasciata in un corto abito nero prolungato da due veli e reso ancor più provocante da due profondi spacchi laterali. Viene da una buona famiglia, ma le importa solo dello sguardo di Inuyasha che ogni tanto cade sulle sue gambe. Probabilmente sa bene che il sesso è l’unica cosa che li lega.
-Non parlarne così, Nazuna. Non conosci Kagome, né i motivi che l’hanno spinta a prendere questa decisione.- interviene Koga.
Ignora la smorfia di disappunto che è nata sul viso pallido di Ayame, troppo preso dal difendere la sua ex ragazza.
-Forse potremmo organizzare qui la festa. Potrei chiedere al personale di servizio di lasciare intatte le decorazioni, così sarebbe ancora meglio.- propone Inuyasha.
-Dopo tre anni che non vi vedete credi che Kagome accetterà di buon grado di venire senza un apparente motivo a casa tua?- lo schernisce Miroku.
Sto per rispondere, ma una risatina divertita proveniente dalle nostre spalle mi distrae..come non riconoscere quel suono cristallino, Kagome è qui.
 
 
Pov’s Kagome
Poche chiacchiere e gesti mi sono stati sufficienti per comprendere che le rispettive compagne di Koga e Inuyasha mi detestano.
È un attimo e tutti si girano verso me. Spendo qualche secondo per osservare bene ognuno di loro, per imprimere bene i loro volti nella mia memoria, per poter comprendere i pochi minuti in cosa li trovo diversi.
Sango, se quel pomeriggio mi è sembrata bella, ora lo è molto di più. I capelli raccolti in un elegante chignon evidenziano il collo flessuoso, le spalle esili e un decolleté florido, fasciato in uno splendido abito verde smeraldo, impreziosito da applicazioni di strass e un profondo spacco laterale.
Miroku, accanto a lei, è affascinante come sempre e i suoi occhi non hanno perso quell’aria vispa e maliziosa che da sempre lo contraddistinguono.
Koga,invece, è cambiato. I suoi tratti sono più marcati e hanno perso l’indecisione adolescenziale; gli occhi azzurri, bellissimi, hanno una nuova luce, sono più saggi. È diventato ancora più bello.
La ragazza che gli sta accanto, Ayame, è bella almeno quanto lui. La pelle pallida crea un favoloso contrasto con i capelli rossi e gli occhi verdi. Il sontuoso vestito che indossa ben evidenzia le forme morbide e femminili.
Rivolgo uno sguardo veloce a quella che dovrebbe essere Nazuna e mi stupisco di trovare in lei una leggera somiglianza con Kikyo, ma i miei occhi si spostano poi altrove richiamati da un altro paio color ambra.
Inuyasha. Il cuore aumenta a dismisura i battiti mentre i nostri occhi dopo tre anni possono rincontrarsi. È diventato ancora più alto, il suo corpo si è irrobustito e in lui tutto sa di uomo. I tratti cesellatici del viso sono virili, magnetici, la curve delle labbra semiaperte, sconvolgenti e seducenti. I bottoni aperti della camicia lasciano intravedere un petto più muscoloso di quanto ricordassi e in un attimo i miei ormoni impazziscono. È bellissimo, selvaggio e assolutamente sexy..i miei sogni e i miei ricordi non gli hanno affatto reso giustizia.
Sento il solito magone allo stomaco salire, le mani sudare, mentre ripenso che non è questo l’effetto che dovrebbe farmi.
-Kagome, sei tornata.-
È la voce di Koga a riportarmi alla realtà e in un attimo mi trovo stretta nel suo abbraccio. È un po’ come fare un salto temporale di tre anni, il suo profumo è lo stesso, il calore che trasmette identico, ma sono io a non essere più la stessa.
A disagio, ricambio frettolosa la stretta per poi allontanarmi.
-Ti trovo bene, Koga.- lo saluto.
-Anche io..Sei assolutamente bellissima.- mi dice, squadrandomi.
Arrossisco, notando contemporaneamente la reazione infastidita della sua compagna, del quale Koga sembra essersi totalmente dimenticato.
-Non conosco la tua accompagnatrice.-
Il mio tentativo di ricordargli della sua dama sembra funzionare perché Koga arrossisce e fa un passo indietro.
-Kagome, lascia che ti presenti Ayame. Lei è la mia...- esita un attimo –fidanzata.-
Sorrido, porgendole la mano.
-Il piacere è tutto mio.- dico, sincera.
La stretta forte e la smorfia sul suo viso mi lasciano intendere che lei non è affatto felice di fare la mia conoscenza, decido quindi di passare oltre.
-Miroku, tu hai forse deciso di non salutarmi?- lo schernisco.
-Kagome, sei sempre stata bella, ma stasera sei divina.- mi elogia, mentre si avvicina per abbracciarmi.
Ricambio la stretta, tenendo sotto controllo le sue mani polipose.
Quando si allontana da me sento che sta per arrivare il momento più difficile, ma per fortuna Miroku interviene in mio aiuto.
-Kagome, posso presentarti Nazuma? È l’accompagnatrice di Inuyasha.- mi spiega.
Le porgo una mano, per nulla felice di conoscerla.
-E’ un piacere.- mi sforzo di dire.
Mi osserva dall’alto in basso con una smorfia perenne di disappunto e disgusto.
-Certo! Ho molto sentito parlare di te, ma non mi aspettavo di trovarti qui stasera.-
La voce acida ben si abbina al suo viso spigoloso e al corpo ossuto, mi ritrovo a pensare.
Tento di rispondere, ma vengo interrotta dall’arrivo di due nuove persone.
-Oh, vedo che avete già potuto salutare Kagome.- interviene il signor No Taisho, giunto con il suo illustre ospite. –Inuyasha, Miroku, Koga, lasciate che vi presenti il vostro nuovo socio, Eric Holmgren-
Mi sento terribilmente in imbarazzo, mentre osservo i miei amici che si presentano al mio compagno. Lo sguardo di Inuyasha, col quale non ho ancora avuto occasione di scambiare una parola, rimane puntato su me, nonostante stia parlando con Eric.
-Noto con piacere che già conoscete tutti Kagome.- esclama Eric, avvicinandosi a me.
-Ha già fatto la sua conoscenza anche lei, signor Holmgren?- domanda Nazuma, con un tono intento a voler intendere chissà cosa.
-La prego mi chiami solo Eric, Miss Nazuma. Comunque sì, ho l’onore di conoscere questa splendida fanciulla da molto tempo ormai. Kagome è la mia fidanzata.- asserisce, circondandomi la vita e puntando lo sguardo in quello di Inuyasha.
Il silenzio cala sul gruppo. Mi sento tremendamente imbarazzata e a disagio. Lo sguardo ambrato di Inuyasha e quello grigio-azzurro di Eric si stanno silenziosamente sfidando, posandosi ogni tanto su di me che vorrei solo sparire. Sono finita in mezzo a due fuochi e l’unica che rischia di uscirne bruciata sono proprio io.
 
 
Pov’s Inuyasha
È bellissima, non ho altre parole. Quando i miei occhi si sono posati su di lei, tutto il resto del mondo l’ho dimenticato. Troppe notti insonni nel cercare di ricordare il suo sorriso, il suo profumo, il caldo color cioccolata dei suoi occhi ed adesso, finalmente, lei è qui. Non riesco a dire e a fare nulla se non guardarla, i miei occhi hanno bisogno di saziarsi di questa vista che troppo mi è mancata.
È cresciuta, è più donna, è ancora più bella..ma è sempre la mia Kagome.
Vorrei dirle mille cose, ma l’arrivo di mio padre mi blocca. Dovrei prestare maggior attenzione a colui che da questo momento diventerà mio socio in affari, ma non riesco  a distogliere gli occhi da lei. Ogni percezione dello spazio per me è incentrata su lei, tutti i sensi del mio corpo sono concentrati su lei.
E poi in un attimo, colui che dovrebbe essere il mio socio in affari diventa il mio peggior nemico.
Kagome si è fidanzata, ha un altro uomo al suo fianco.
Mi sento impazzire al solo pensiero. Lo osservo e secondo dopo secondo sono sempre più convinto che non è adatto a lei. Le stringe la vita in un chiaro segno di possesso, ennesimo gesto che mi lascia comprendere che non ha capito e non sa nulla di lei.
Lei che è libera come il vento ed appartiene solo a sé stessa.
Imbarazzata, accenna ad una scusa per allontanarsi. Lascio passare appena pochi secondi e la seguo incurante del fatto che lo scopo del mio allontanamento è chiaro a tutti.
L’ho vista salire al piano superiore, probabilmente è corsa a rifugiarsi in bango, come ha sempre fatto.
Mi fa rabbia pensare che il parrucchino biondo le sia stato accanto per tutto questo tempo, che abbia potuto saziarsi dei suoi sorrisi, specchiarsi nei suoi occhi e gustare il dolce sapore delle sue labbra. Muoio al pensiero di lui che accarezza quella pelle di seta, candica, che solo una volta ho potuto sfiorare. L'ha avuta, l'ha fatta sua e per quanto mi crea ribrezzo il pensiero di lei toccata da qualcuno che non sono io, non mi importa, sono determinato a riaverla nella mia vita. La rivoglio e la riavrò.
I miei pensieri vengono interrotti dalla porta del bagno che si riapre e i miei occhi dalla figura di Kagome immobile sulla soglia.
-Inuyasha.- mormora sorpresa.
Il mio nome pronunciato da quelle morbide labbra ha sempre avuto per me un suono particolare. Quanto mi è mancata.
Vorrei dirle mille cose, urlarle il mio amore, stringerla forte a me fino ad affogare nella profondità del sentimento che provo per lei, ma probabilmente so che fuggirebbe.
Mi limito perciò ad una frase che potrebbe sembrare scontata, ma che di banale ha ben poco.
-Bentornata! Bentornata nella mia vita, Kagome.-





Note Autrice: Fiuuu, un capitolo lungo 30 pagine non è facile da mandare giù, per cui ci tengo a dire un enorme GRAZIE  a tutti voi che siete arrivati almeno fin qui!
Siccome sono una schiappa nelle descrizioni, se vi interessa, ho deciso di postare le foto degli abiti da cui ho preso spunto per descrivere quelli delle nostre protagoniste.
Questo dovrebbe essere quello di Nazuna.
Questo quello di Kagome.
Questo quello di Sango.
Detto questo, mi auguro che il capitolo sia stato di vostro gradimento..e se vi va mi farebbe davvero molto piacere conoscere il vostro parere.
Rinnovo a tutti l'invito ad entrare a far parte della nostra pazza cyber family. Potrete trovare tantissime amicizie, divertimento, spoiler e tante delle vostre autrici preferite.
Vi aspettiamo: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/
Baciiiiii ^^

 

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Capitolo 3
*** Quando tutto sembra un errore.. ***


 
“Bentornata! Bentornata nella mia vita, Kagome.”
Queste parole negli ultimi giorni mi hanno turbato più del dovuto. Sono state le uniche che sono riuscita a scambiare con Inuyasha, prima di essere risucchiata in un vortice di presentazioni ufficiali e balli imposti dall’etichetta. È stato strano rincontrare gli sguardi di tutte quelle persone che anni prima mi giudicavano per la mia condizione sociale e per il rapporto, a loro dire, troppo stretto che legava me e il minore dei Taisho e che ora smaniavano per la curiosità di scoprire qualcosa sulla “misteriosa ragazza” che aveva fatto da accompagnatrice ufficiale al tanto atteso imprenditore svedese.
Sorrido ancora, ripensando alle risate che io e Sango ci siamo fatte ad immaginare le loro reazioni quando capiranno chi realmente io sono.
-Mi dispiace dover andare via anche oggi.-
È la voce di Eric a riscuotermi dai miei pensieri.
-Non importa. So che sei qui per lavoro, è normale che tu sia molto impegnato.-
Si avvicina, attirandomi dolcemente tra le sue braccia.
Mi abbandono contro il suo petto scolpito, godendo della sensazione di calore che riesce a trasmettermi.
Da quando siamo arrivati le giornate di Eric sono state scandite da decine di impegni che non c’hanno lasciato un momento di tranquillità. La mattina è costretto ad uscire molto presto e la sera quando rincasa finisce con l’addormentarsi nei posti più improbabili.
-Volevo approfittare di questo viaggio per trascorrere un po’ di tempo solo con te, per conoscere la tua città e la tua famiglia, invece quasi non riesco a ricordare l’ultima volta che abbiamo trascorso un po’ di tempo da soli.- mi sussurra all’orecchio, depositando un bacio lezioso sul mio collo scoperto.
Sorrido, per il significato nascosto delle sue parole e lo allontano da me quel tanto che mi è necessario per guardarlo in volto.
-Decisamente troppo tempo.- replico maliziosa, decidendo di stare al suo gioco.
Nonostante sarebbe piaciuto anche a me trascorrere un po’ di tempo in più con Eric, non posso certo dire di aver sprecato i giorni appena passati. Ho trascorso ogni momento libero con la mia famiglia e con Sango, tentando di recuperare il tempo passato lontani.
Il telefono, il computer, mi hanno permesso di restare in contatto con loro ogni giorno, ma gli avvenimenti che mi sono persa, i piccoli momenti quotidiani vissuti in mia assenza, non potrò mai recuperarli.
-Per farmi perdonare questa sera ti porto a cena fuori, solo io e te.-
-Eric, non hai nulla da farti perdonare..sei qui per lavoro, non in vacanza.- ribadisco.
-Anche oggi hai appuntamento con Sango?-
-No, in verità sono stata invitata a villa Taisho.-
I suoi occhi si assottigliano per il fastidio.
-Izayoi mi ha invitato a trascorrere il pomeriggio con lei.- mi affretto ad aggiungere.
Non so quanti indizi sia riuscito a raccogliere, ma sembra decisamente infastidito all’idea che mi avvicini a quella casa.
Si rilassa, aumentando la presa sui miei fianchi finché non mi ritrovo completamente attaccata al suo petto.
Riesco a percepire ogni centimetro del suo corpo statuario, ma nel suo gesto non c’è traccia di lussuria, solo di pura tenerezza.
-Devo andare ora.-
-Buona giornata!- gli auguro.
Fa incontrare per qualche secondo le nostre labbra, prima di correre via.
 
 
[Villa Taisho]
 
Conosco così bene questa casa da accorgermi senza difficoltà di ogni cambiamento avvenuto: un quadro –quello che ho sempre odiato- è stato sostituito, il divano ha un’angolazione più accentuata frutto del gusto di qualche esperto arredatore e il “vecchio” schermo piatto è stato sostituito da uno ancor più grande e di ultimissima generazione.
-Kagome, cara, è una gioia rivederti.-
La voce dolce e melodiosa di Izayoi mi riporta alla realtà.
- È  un piacere anche per me.-
Ricambio il suo abbraccio, scoprendomi felice nel risentire dopo anni quel profumo di rose che da bambina tanto adoravo.
Studio la sua figura e la trovo ancor più bella di tre anni fa. I lunghi e lisci capelli neri scendono liberi lungo la schiena, trattenuti solo da un elegante fermaglio, il viso, dall’incarnato chiaro e i lineamenti delicati, è talmente bello da non necessitare di alcun trucco e le forme appena più morbide la rendono ancor più seducente e femminile.
-Quanto sei cresciuta!- sussurra, completando l’esame della mia figura.
-Non tantissimo, sono trascorsi solo tre anni.-
-Quando sei andata via eri una ragazzina, ora sei una donna sbocciata in tutta la sua bellezza.-
Ridacchia, deliziata per il rossore che mi ha imporporato le guance e mi invita a sedermi affinché possano servirci il tea.
-Sai, da quando Suzaku non lavora più qui il nostro rapporto è un po’ cambiato.- mi confessa dispiaciuta.
Tentenno..avrei preferito una conversazione incentrata su argomenti meno spinosi.
-Purtroppo mio nonno ha ormai una certa età, non aveva più le forze per badare al tempio da solo. Temevamo che si sobbarcasse troppo di lavoro.-
Entrambe sappiamo che questa è solo una parte della verità.
Per molti anni mia madre è stata la governante di villa Taisho, ma dopo la mia partenza le cose si sono complicate; a malincuore, mi ha raccontato molte volte dell’aria tesa che si respirava in casa a causa degli accesi diverbi tra Inuyasha e il signor Taisho e di come ingiustamente ne fosse stata coinvolta.
Inuno Taisho, senza troppe cerimonie, le aveva fatto gentilmente notare quanto scompiglio la mia famiglia avesse portato nella loro vita, l’aveva poi ringraziata per i tanti anni di ottimo servizio prima di liquidarla senza un effettiva motivazione.
-Credo ci sia dell’altro, Kagome. Suzaku ha deciso di andare via troppo all’improvviso.-
Ho sempre sospettato che mia madre non avesse raccontato tutta la verità alla sua migliore amica e queste parole ne sono la conferma.
-Scusa, non mi va di assillarti con problemi che non ti coinvolgono. Raccontami di te, cosa hai fatto questi anni? Dove sei stata?-
La sua curiosità mi fa sorridere e lascio i pensieri liberi di vagare.
-Sono stata in Svezia, è un paese molto bello nonostante le condizioni climatiche un po’ avverse. L’istituto che mi ha accolta si trova nella regione del Norrland, la più estesa territorialmente.
Norrland è la regione più turistica della Svezia, dal momento che offre paesaggi incontaminati e si caratterizza per la mancanza di grossi centri urbani. È un posto molto tranquillo, non frenetico come Tokyo.-
-Da come ne parli si direbbe che ti piace.-
-All’inizio lo detestavo, non conoscevo nessuno, non comprendevo le loro strane usanze, né quello che a me sembrava una lingua troppo arcaica e complessa. Nei primi mesi tantissime volte ho rifatto le valigie pronta a tornare a casa, ma alla fine trovavo sempre una motivazione per rimanere.
Le cose sono migliorate giorno dopo giorno e in quel posto ho ritrovato un po’ della serenità che avevo smarrito.-
-Hai intenzione di tornare lì?-
-Sono qui per una visita casuale, nemmeno programmata. Devo ammettere, però, che ripartire ora e lasciare di nuovo tutto e tutti mi sarà molto difficile. Sai, il preside dell’istituto dove ho studiato si è detto molto soddisfatto del mio percorso scolastico e per questo ha messo a mia disposizione una borsa di studio nel caso in cui decidessi di continuare gli studi universitari nel suo paese.-
- È un’occasione fantastica, un’ottima offerta.-
-Già, ed è anche l’unica possibilità che ho se voglio frequentare l’università..non potrei chiedere mai alla mia famiglia uno sforzo oneroso tanto grave.-
-Con la tua ottima media potresti provare a richiedere una borsa di studio che ti consentirebbe di restare qui.-
-Mi sono informata, per mera curiosità. In Giappone i termini sono già scaduti, è destino che io torni in Svezia.-
-Verrai a trovarci più spesso però, vero?-
-Farò il possibile.-
-Mi sei mancata molto in questi anni, la tua partenza mi ha addolorato tanto. Ti ho sempre considerato una figlia, Kagome.-
-Lo so e mi dispiace per essere partita così, senza preavviso, senza dirti nulla di persona, ma credimi era inevitabile.-
- Tante volte mi sono chiesta cosa avesse potuto spingerti a partire così improvvisamente.-
Mi irrigidisco, cercando di allontanare i ricordi di quella notte.
Mi viene quasi da ridere al pensiero che senza saperlo per tutto il tempo ha avuto la risposta alle sue domande sotto il suo naso: suo figlio Inuyasha.
-Non è stato a causa di un solo avvenimento, ma per tante cose messe insieme. Ero sotto pressione, avevo smarrito me stessa e sentivo il bisogno di star sola, lontana il più possibile da tutto ciò che mi aveva portato a cambiare così tanto.-
-Sei riuscita a ritrovare te stessa, Kagome?-
Ci sono riuscita?
-A volte mi sembra di sì, a volte di no…ci sto lavorando. Ho dovuto ricostruire me stessa pezzo per pezzo, nulla era rimasto integro, ma molti tasselli non hanno ancora trovato il giusto incastro.-
-Forse perché non tutto andava rimosso.-
-Che vuoi dire?- chiedo, confusa.
-Riesco a comprendere il tuo bisogno di ritrovare te stessa, di rifarti una vita, ma il passato, anche quello fa parte di ciò che sei ora.-
- È proprio quello che ho bisogno di dimenticare.-
-Non puoi erigere qualcosa se mancano le fondamenta.-
-Temo di non riuscire a seguire il tuo discorso.- sussurro.
-Lo capirai al momento giusto.- mi risponde, laconica.
Getto un’occhiata casuale all’orologio e sobbalzo nel rendermi conto dell’ora. Il tempo in compagnia di Izayoi è volato, ma per me è giunto il momento di andare via.
-Credo di dover andare.-
-Di già?- mi domanda dispiaciuta.
Annuisco.
So che a breve Inuyasha sarà di ritorno dalla riunione che ha tenuto impegnato anche Eric e ho calcolato con la minima precisione l’orario della mia visita per non rischiare di imbattermi in lui.
-Dispiace anche a me dover andare via così presto. Prometto che prima di andar via tornerò a trovarti.-
Saluto Izayoi e mi avvio all’ingresso, rifiutando gentilmente la “scorta” delle donne di servizio.
Apro la porta pronta ad andar via, ma ciò che vedo mi paralizza completamente. Inuyasha mi sta di fronte, più bello che mai fasciato nel suo completo importante; la giacca gettata con noncuranza su una spalla, la camicia nera aderente e sganciata sui primi bottoni gli conferisce un’aria elegante, indomita e dannatamente sensuale.
Arrossisco per i miei stessi pensieri e tento di oltrepassarlo dopo aver sussurrato uno strozzato “ciao”.
È al telefono, ma questo non gli impedisce di bloccarmi il passaggio con il suo stesso corpo.
-No, Nazuna, ho detto di no. Non ho tempo ora, ho da fare.-
Nazuna? Sentire quel nome mi causa una scarica di fastidio.
Se ha da fare con la sua fidanzata perché non lascia in pace me?
-Ciao.- mi saluta, riponendo il cellulare nella tasca.
Non ritengo necessario rispondere.
-Dovrei passare.-
Tre anni che non lo vedo e solo questo riesco a dirgli?
Mi sento a disagio e il piacere di averlo rivisto, misto alla rabbia, mi causa una marea confusa di sentimenti.
-Stavi andando via?- mi domanda.
Non riesco a distogliere gli occhi dai suoi e concentrarmi diventa terribilmente complesso. Il suo profumo deciso mi solletica le narici, riportando la mia mente a giorni lontani, giorni felici.
-Sì, mi aspettano a casa.- sussurro.
Non sono ancora pronta per un confronto.
-L’altra sera, alla festa, non siamo riusciti a scambiare una parola e sono tre anni che non ho la possibilità di chiacchierare un po’ con te.-
Rimango in silenzio, non sapendo cosa dire.
-Ho bisogno di parlare con te.- insiste.
-Cercheremo di organizzarci.- rispondo laconica, tentando nuovamente di superarlo.
-Non scappare, Kagome..non di nuovo.-
Il suo esplicito riferimento a quanto accaduto quella dannata notte mi infastidisce.
Come osa rinfacciarmi un gesto che solo la disperazione mi ha portato a compiere?
-Cosa vuoi, Inuyasha?-
-Solo passare un po’ di tempo con te..ti riaccompagno io a casa.-
-Grazie del pensiero, ma non serve. Ho voglia di passeggiare e a quanto mi pare di aver capito la tua fidanzata vuole vederti.-
-Nazuna non è la mia fidanzata e io non ho voglia di vedere lei. Non negarmelo, Kagome.-
So che sto per compiere un errore, ma la voglia di cedere è più forte. Non sono mai stata brava a dirgli di no..
-Se non hai di meglio da fare.- cedo.
Mi regala un sorriso bellissimo, uno di quello che poche volte gli ho visto in viso.
-Vieni!-
Mi prende per mano, trascinandomi per tutto il giardino. Dovrei ribellarmi a quella stretta, ma non ne ho voglia; dal punto in cui le nostre pelli si toccano nasce un calore che da troppo tempo non sentivo.
-Dove andiamo?-
-Ho voglia di fare una cosa che piacerà ad entrambi.-
Un’infinità di pensieri, che poco o nulla hanno di casto, occupano la mia mente, portandomi ad arrossire.
Mi lascio condurre fin quando non raggiungiamo l’enorme garage della casa. Mi trascina all’interno, dirigendosi spedito verso qualcosa di voluminoso, coperto da un impolverato telo verde.
-Sta a vedere!-annuncia, eccitato.
Dovrei prestare maggior attenzione ai suoi movimenti, ma vengo catturata dalla scintilla di gioia che gli illumina gli occhi.
Solo quando l’imponente sagoma della sua moto torna visibile presto maggior attenzione ai suoi gesti. Vederla riporta alla mente milioni di ricordi che ho tentato di seppellire e rimuovere.
-Che significa questo?-
-Facciamo un giro in moto.- mi propone.
Scuoto la testa, in segno di negazione.
Aver accettato il suo invito è già stato un errore, salire sulla sua moto, stringermi a lui come facevo un tempo, è qualcosa che non posso chiedere a me stessa.
-Non avrai paura..-
-Non ne ho voglia.- mento.
Mento, sì, perché per quanto so che mi farà male, ho voglia di riprovare almeno un’ultima volta quelle sensazioni.
-Non ho preso più la moto da quando tu sei andata via.- mi confessa, senza distogliere gli occhi dai miei.
Non so cosa le sue parole smuovono in me, ma cedo.
-D’accordo, facciamolo!-
 
Supera la strade centrali della città affollate dal traffico, per concedermi un giro panoramico della baia di Tokyo. Il paesaggio è infinitamente bello, ma sono troppo concentrata su altre emozioni: la morsa allo stomaco che mi provoca la velocità della moto, il rombo potente che risveglia l’adrenalina, il vento che scorre tra i capelli, agitandoli, la sicurezza che stare stretta al petto solido di Inuyasha mi trasmette.
-Dove stiamo andando?- urlo, per farmi sentire.
-Da poco ha aperto un nuovo bar davvero carino, voglio portarti lì.-
Qualche minuto dopo siamo infatti seduti ai tavolini di un elegante bar che si affaccia sul mare e gode di una panoramica spettacolare.
- È un posto molto carino.- sussurro, per spezzare il silenzio.
Il silenzio che regna tra noi è teso, ma quasi lo preferisco a ciò che verrà.
-Ho scoperto alla fine che hai completato i tuoi studi in Svezia.-
-Sì, in una città della regione di Norrland per la precisione.-
-Immagino tu ti sia diplomata col massimo dei voti.-
-Qualcosa del genere.- ridacchio.
L’arrivo della cameriera con il vassoio carico delle nostre ordinazioni interrompe la nostra conversazione.
-A te com’è andata?- gli domando.
-Non posso lamentarmi. Meglio di quanto io stesso mi fossi aspettato.-
Sorrido, contenta per lui.
-Il bambino di Kikyo non era mio.-
Quasi mi strozzo con la bevanda che stavo sorseggiando.
-M..ma..- esito, non sapendo cosa dire.
Temevo che la conversazione si sarebbe spostata su argomenti più spinosi, ma non mi ero aspettata una svolta così diretta.
Volevo davvero ascoltare ciò che aveva da dirmi?
-Ti prego solo di ascoltarmi. Quella sera ho sbagliato a non dirti ciò che sapevo, ma avevo paura che tu non mi avresti creduto..non dopo il modo orribile in cui ti avevo trattata. Il bambino era figlio di un tizio che aveva anche precedenti per spaccio di droga. L’ho incontrato e lui mi ha confermato tutto, della notte passata con Kikyo, di lei che lo informava della gravidanza.-
-Sango mi ha detto che ha deciso di non tenere il bambino.-
-Lo stronzo non voleva saperne nulla né di lei, né del bambino e le ha offerto dei soldi per sbarazzarsene.-
Tentenno per qualche minuto, prima di rispondere.
-Non sta a me giudicare i gesti altrui, ma ciò che ha fatto è ingiusto. Ti ho creduto quando mi hai detto che il bambino non era tuo, ti conosco, so che in quel caso ti saresti assunto le tue responsabilità.-
-Non ho più rivisto Kikyo. Ciò che ha fatto, gli errori che per mezzo suo ho commesso, mi hanno portato ad odiarla.-
Annuisco, felice che lui abbia chiuso con una persona che non ho mai ritenuto adatta a lui.
-E di Nazuna? Che mi dici di lei?-
Mi pento immediatamente della mia domanda. Non dovrebbe importami di ciò che fa, di chi frequenta, ma purtroppo mi importa e come.
-Nazuna non è nulla, Kagome.-
Scuoto la testa, ricordando che parole simili le aveva già pronunciate anche riguardo a Kikyo.
-Nulla? Eppure era la tua accompagnatrice ad un evento ufficiale.-
-Le solite macchinazioni di mio padre. Nazuna è la figlia di un nuovo socio della sua ditta, ma per me non significa assolutamente nulla, è solamente sesso.-
Probabilmente non si rende conto di quanto le sue parole per me siano cariche di indizi.
Potevano essere trascorsi tre anni, ma le ambizioni di suo padre, i suoi tentativi di impegnarlo con una ragazza dell’alta società, quello non era affatto cambiato.
Ricordare le continue umiliazioni, le frasi sussurrate alle spalle, le occhiatacce, mi animano di rancore.
-Non devi darmi spiegazioni, sono cose che riguardano solo te.- affermo, atona.
I suoi occhi si assottigliano e la sua mascella si irrigidisce, chiari segni che le mie parole non gli sono piaciute per niente.
-Sì che ti riguardano. Quella notte sei fuggita, Kagome, non mi hai dato tempo o modo di spiegarti, ma non ti giudico per questo. Ho sbagliato, ho compreso i miei errori, ma adesso che sei qui, ora che sei tornata, è tutto diverso.-
-Cosa stai dicendo? Certo che è tutto cambiato, io sono cambiata.-
-Lo siamo entrambi, siamo cresciuti. Ho sbagliato tante volte con te, Kagome, ti ho ferito in mille modi, ma non commetterò più gli stessi errori.-
Perché deve dirmi queste cose?
Sento gli occhi pungere, pronti a versare lacrime che non farebbero altro che farmi star peggio. Non voglio ripensare a quei mesi, non voglio ricordare il dolore sordo, il senso di abbandono e la gelosia ossessiva.
Venire è stato un errore..
-Quello che è successo tre anni fa non conta più nulla, è il passato.- sibilo, prima di alzarmi e correre fuori.
Non mi importa quanto tempo ci vorrà, ma preferisco tornare a casa a piedi.
Sono solo una stupida! Che pensavo di ottenere?  Una chiacchierata allegra tra vecchi amici?
Non si può, perché non siamo mai stati solo amici.
-Kagome, fermati! Kagome!-
Ignoro i suoi richiami, fin quando la sua stretta non mi costringe ad arrestare il mio passo.
-Senti, ti ringrazio per il bel pomeriggio, ma ora devo andare.-
-Devi andare? Stavamo parlando..tu devi ascoltarmi, Kagome. Io ti rivoglio nella mia vita, voglio averti al mio fianco, voglio passare con te ogni giorno. Io ti amo, Kagome.-
Le sue parole mi svuotano di ogni forza, rimbalzando come un eco impazzito ed infinito nella mia testa.
Perché mi fa questo?
Le lacrime rigano il mio viso, ma non sono nulla in confronto al tormento che sento dentro. Il cuore mi fa male, stritolato dalla morsa dei ricordi, illuso da parole che non possono sanare ferite così vecchie.
-Le tue parole sono senza senso. Qualunque cosa ci sia stata tra noi appartiene al passato, qualsiasi sentimento ci legasse è stato distrutto e non risorgerà più.- strillo.
-Distrutto? Non dire sciocchezze, sono passati tre anni e nonostante tutto anche tu mi ami ancora, come io amo te. Non mentire a te stessa, Kagome..non fare questo a noi.-
-Noi? Noi?- urlo, isterica. –Non esiste nessun noi, forse non è mai esistito. Tornare qui è stato un errore, rivedere te è stato un errore. Il passato non conta più nulla ormai, nella mia vita ormai c’è Eric, è lui che amo.-
I suoi occhi si accendono di una scintilla pericolosa, ma non mi importa. So che le mie parole lo stanno ferendo, ma voglio che anche lui soffra come me.
-Eric? Il parrucchino biondo sarà anche bravo a scaldarti il letto, ma di più non può fare.-ringhia. - Prenderai in giro me, te e anche lui se continuerai questa farsa. È me che ami, non lui.-
Lo schiaffeggio, spinta dalla disperazione.
Voglio solo che taccia, voglio solo andare via.
-Adesso basta, ho sentito anche troppo. Non sai cosa Eric significhi per me, quanto conta per me. Non c’eri tu le notti accanto a me a consolarmi quando la solitudine e il dolore diventavano talmente forti da rischiare di risucchiarmi e schiacciarmi, c’era lui non tu. Abbiamo avuto la nostra occasione, ma l’abbiamo sprecata, non c’è più tempo o spazio per noi. Non puoi pretendere di tornare nella mia vita adesso che ha ritrovato una parvenza di normalità, non puoi pretendere che io adesso metta da parte chi ha riempito e colmato i vuoti che tu hai lasciato. Non posso farlo, non voglio farlo.-
- È questo che ti lega a lui? La riconoscenza? Beh, puoi essergli grata quanto vuoi, ma se non c’è amore tra di voi non andrete da nessuna parte. Ami me, Kagome, non lui.-
-Sai, Inuyasha, ho capito una cosa in questi tre anni. Noi esseri umani siamo terribilmente egoisti, vogliamo sempre tutto. Ciò che abbiamo non ci basta mai, lo trascuriamo presto per correre dietro a nuovi desideri. A causa di questa nostra natura superficiale ci rendiamo conto a volte troppo tardi che ciò che avevamo valeva molto più di ogni nuova curiosità. L’uomo è una macchina progettata per essere felice solo per pochi istanti. Passiamo più tempo a cercarla la felicità che a goderne davvero.-
-Che stai cercando di dirmi?- mi domanda.
-Che qualsiasi cosa ci sia stata tra noi è stata distrutta molto tempo fa a causa nostra. Ciò che avevamo non ci bastava, ci ha spinto a guardarci intorno, evidentemente non eravamo destinati a stare insieme.-
-Non è..-
-Adesso basta, ti prego..- sussurro.
Questa conversazione mi ha stremata, voglio solo tornare a casa.
Non so cosa lo abbia spinto ad esaudire la mia preghiera di fermare ogni protesta, ma non posso che esserne lieta.
 
 
-Eri assolutamente bellissima stasera.- mi sussurra Eric all’orecchio.
Gli sorrido, ma mi riperdo immediatamente in quella matassa ingarbugliata che sono i miei pensieri.
Bellissima? Eppure, guardandomi allo specchio qualche ora prima, il vestito beige che tanto adoro mi è sembrato così sbagliato.
So che la sensazione di marcio che sento non ha nulla a che fare con il mio aspetto fisico, ma con ciò che sento dentro.
Eric si è impegnato per regalarmi una serata perfetta, ma io l’ho rovinata con la mia apatia.
Per tutta la cena il mio pensiero è volato al pomeriggio trascorso con il mio ex migliore amico, alle parole pronunciate.
-Kagome, si può sapere che hai?  Forse non ti andava di fare l’amore? Sei così strana.- mi chiede, preoccupato.
-No.. Voglio dire, non è questo- mi affretto a dire.
Se sono così triste è perché so di aver fatto sesso, non l’amore.
L’ho desiderato col corpo, ma la mia mente, il mio cuore, erano lontani.
-Voglio andare via, voglio tornare in Svezia, Eric.- sussurro, sincera.
Tornare qui è stato un errore, non voglio più sentirmi come tre anni fa.
Sento la sua presa intorno al mio corpo farsi più salda e quasi mi vien da piangere per quanto mi sento sporca.
Rischio di far soffrire Eric, trascinandolo in problemi che non lo riguardano, che sono estranei al suo mondo.
-Andremo via presto, insieme.- mi rassicura.
Mi accoccolo meglio sul suo petto, sperando di trovare un po’ di sollievo al mio malessere nel sonno.
-Ti amo.- mi sussurra dolcemente all’orecchio.
Tutto quanto è un errore.
 
 
Note dell’autrice:
Salve gente ^^
Era u po’ che  non aggiornavo questa storia e chiedo scusa per la lunga attesa..prometto che tenterò di velocizzarmi.
Comunque, passando al capitolo, ci terrei a fare alcune precisazioni. So che sembra ingarbugliato, ripetitivo e confusionario, ma devo ammettere che mi è piaciuto proprio così perché mi sembrava rispecchiasse bene i pensieri di Kagome..ovviamente lascio i giudizi a voi.
È doveroso aggiungere che ogni informazione riguardo a Norrland, la ragione della Svezia, è frutto di una ricerca su Wikipedia.
Comunque, la situazione comincia già a farsi spinosa: Inuyasha non ha atteso molto prima di chiarire la sua situazione e i suoi sentimenti, ma Kagome sembra pensarla in modo diverso..vedremo cosa accadrà J
Ringrazio tutti coloro che leggono la storia, chi l’ha inserita tra le seguite, ricordate o preferite..grazie davvero J
Vi lascio sempre il link del gruppo. Se vi va unitevi a noi..troverete tantissimi spoiler, le vostre autrici preferite e tante nuove amiche.
Ci troviamo qui: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/
Baci
Vanilla ^^

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Capitolo 5
*** Confronti e confusioni ***


La stanza in cui mi trovo è sontuosa, confortevole, luminosa, ariosa..diversamente non potrebbe essere per un ufficio della ditta No Taisho.
La compagnia, tuttavia, la fa apparire ai miei occhi stretta, angustiante, soffocante.
Eric mi ha trascinato in una delle sue riunioni e minuto dopo minuto non faccio che convincermi che accettare sia stato uno dei più grossi errori della mia vita. Ultimamente, tutto ciò che penso, faccio o dico mi sembra un errore.
Spesso, in Svezia, l’ho aiutato a sbrigare le pratiche amministrative più semplici, sfoltendo il suo lavoro. Mi piaceva l’aria serena, tranquilla, ordinata, che si creava in quei momenti, ma qui, ora, è completamente diverso. So che l’obiettivo di Eric è quello di trascinarmi il più possibile nella sua vita, ciò che non sa è che lui rischia di essere trainato nei miei problemi.
-Io credo che per il momento dovremmo partire con calma. Avviamo la nostra attività con programmi volti ad espanderci in Giappone, successivamente potremo pensare ad uno scenario internazionale. – propone il mio compagno.
Sono ore che la discussione verte sulle dimensioni che l’impresa nascente dovrebbe assumere. Non so quali fossero i patti e le aspettative iniziali, ma InuYasha sembra deciso a contestare ogni proposta di Eric.
Miroku e Koga hanno rinunciato ad intervenire, chiudendosi in un ostentato mutismo.
Più che una discussione di lavoro, quella che il mio ex migliore amico e il mio compagno stanno portando avanti, mi sembra un vero e proprio scontro di volontà.
-Perché limitarci così? Quella che nascerà sarà una società indipendente, ma le nostre famiglie di provenienza sono conosciute nel settore. Possiamo fare qualcosa in più di ciò che tu proponi, puntare molto più in alto.- replica con strafottenza InuYasha.
I suoi occhi, nervosi, sono puntati con ostentazione nei miei.
Non so quale sia il suo scopo, ma la tensione sta crescendo di minuto in minuto.
-E se la tua strategia si rivelasse un flop? Causeremmo la perdita di centinaia di posti di lavoro e dei capitali investiti. Il fallimento non è un’eventualità che possiamo trascurare, se agissimo come tu proponi le conseguenze sarebbero peggiori.-
-Forse non ci siamo capiti, Holmgren, io non sono un tipo che si accontenta. Se c’è da rischiare, per una cosa che per me vale, io lo faccio senza esitazioni. Ho sprecato già troppo tempo nella mia vita ad esitare ed aspettare, ora voglio agire. Niente e nessuno mi fermerà dall’ottenere ciò che voglio.-
Sbaglio o le sue parole hanno poco a che vedere con l’impresa nascente?
-Davvero belle parole, No Taisho, tipiche di chi è abituato ad avere sempre tutto con facilità. La mia famiglia, a differenza della tua, la ricchezza se l’è creata con sacrifici e lavoro. Io so tenermi strette le cose che conquisto. Prima di agire, penso, valuto e non commetto errori che potrebbero portarmi a perdere tutto.- replica, infastidito, Eric.
Quanto mi piacerebbe poter intervenire e dire ad entrambi che non sono un premio da contendere, ma temo che se lo facessi questa minima parvenza di educazione e formalità che si stanno sforzando di mantenere sparirebbe del tutto.
Fisso Miroku, supplicandolo di aiutarmi in qualche modo.
Dei colpi alla porta sembrano la risposta alle mie invocazioni, ma scopro, con dispiacere, che si tratta solo di uno scherzo dei Kami.
-Avanti!- invita Koga, con aria scocciata.
Nazuna, fasciata in una longuette più che aderente, fa la sua entrata nella stanza.
Perché sapere che lavora qui mi meraviglia tanto?
Sorride amorevolmente a tutti, meno che a me.
Meglio, non dovrò sforzarmi di fingermi gentile o felice di rivederla.
La odio! Odio i suoi capelli tinti, la camicia trasparente che nulla lascia all’immaginazione, le sue gambe chilometriche, ma soprattutto odio il sorriso lascivo che sta rivolgendo ad InuYasha.
-Che vuoi, Nazuna?-
-Volevo informarmi su come procedeva la riunione. Siete giunti a qualche conclusione?- squittisce.
È ufficiale, odio anche la sua voce da papera e le sue labbra riempite dal botulino. No, le sue non sono labbra ma orrendi canotti!
-Lo saprai quando il consiglio d’amministrazione approverà le nostre decisioni.- tenta di liquidarla InuYasha.
-In ogni caso sono qui per avvisarvi che il signor Holmgren voleva essere informato sui progressi compiuti. È in video chat.-
Schiaccia un tasto del telecomando e sul grande monitor compare la figura di Tom Holmgren.
-Salve a tutti!- saluta, allegro.
I capelli biondi e gli occhi chiari sono una perfetta imitazione di quelli del figlio, ma sono anche l’unica cosa che li accomuna. I tratti tondeggianti e i baffi chiari donano al capofamiglia un’aria serena, affabile ed amichevole che è ben lontana dall’espressione misteriosa e impenetrabile che caratterizza il mio compagno.
-Salve.- ricambiano, rispettosi, InuYasha, Miroku e Koga.
-Ciao, papà.- proclama Eric, in tono più familiare.
-Salve, signor Holmgren.-
-Kagome, l’aria del Giappone ti fa davvero bene, ti trovo ancora più bella.-
-La ringrazio.-
-Quante volte ti avrò già detto di non usare tutta questa formalità con me? Stai parlando con tuo suocero, chiamami pure Tom.- mi suggerisce, entusiasta.
-Papà..- lo richiama Eric, infastidito ed imbarazzato.
Ridacchio, in evidente difficoltà.
Mio suocero? No, davvero non sono arrivata a considerarlo sotto questo punto di vista, ma non posso negare di essere affezionata a quel simpatico signore.
La sua famiglia mi ha accolto come una figlia..come non ha mai fatto quella di InuYasha.
-Sì, figliolo, lo so, preferisci che in ambito lavorativo mantenga una maggiore formalità, ma conosco bene le famiglie dei tuoi nuovi soci. Comunque, come procedono i lavori?-
-Va tutto bene.- lo rassicura Eric.
-So che per voi è difficile trovarvi d’accordo su tutto, ma mi auguro che impariate a collaborare. Se vi impegnerete, la vostra attività darà ottimi frutti.-
-E’ quel che speriamo, signor Holmgren.- interviene Miroku.
-Ottimo! Spero di avere presto allora vostre notizie. Non desidero interrompervi. Buon lavoro, ragazzi!- augura, prima di strizzare l’occhio alla telecamera e chiudere la videochiamata.
Sorrido, piacevolmente divertita dai modi diretti di un uomo che ha rinunciato al freddo distacco tipico dei grandi imprenditori.
 
 
Ho una voglia assurda di spaccare tutto, o meglio, mi piacerebbe prendere a cazzotti quel parrucchino biondo, fino a togliergli quel sorrisino ebete dalla faccia.
Perché l’ha portata qui? Cosa spera di dimostrare?
Odio vederli seduti vicini e detesto gli sguardi languidi e schifosamente sdolcinati che lui le lancia.
-Che ne dici di svignartela da questa noiosa riunione?- bisbiglia Nazuna al mio orecchio.
Quando diavolo si è seduta accanto a me?
-Che vorresti, una sveltina nel bagno delle donne?- le rispondo, sprezzante.
-Non mi sembra che tu abbia mai disdegnato le avventure, prima.-
Sospiro, arrabbiato con me stesso più che con lei.
Sono arrivato a non sopportare la sua vicinanza, a considerarla scialba, fastidiosa, proprio come mi era già capitato con Kikyo.
Non dovrei dirlo, ma mi fa pena.
-Credevo di essere stato chiaro, tra noi è finita.-
-Tuo padre non la pensa allo stesso modo, mi ha invitato a cenare a casa vostra stasera.-
-Non mi importa di ciò che dice mio padre, non controlla la mia vita. In ogni caso, ti auguro una buona serata..io non ci sarò!-
-Continui a rifiutarmi per quella mocciosetta!- ringhia, indispettita e frustrata.
Sogghigno, divertito dalla sua gelosia.
Si aspetta che io neghi? Che la rassicuri?
- È proprio questo il motivo: l’unica donna che voglio è Kagome.-
-Peccato che lei stia con lo svedese.-
-Ancora per poco! Intanto, tu trovati qualcun altro per scopare, mi hai stancato.- ammicco, soddisfatto.
Infastidita ed oltraggiata va via, senza aggiungere altro, sforzandosi di fingersi indifferente.
So di esser stato crudele, ma non mi importa.
Incontro lo sguardo curioso e attento di Kagome e Nazuna e le sue proposte sessuali scompaiono completamente dalla mia testa.
I suoi occhi sorridono, probabilmente grazie alle parole gentili che il signor Holmgren le ha rivolto. Mi fa male vedere quanto sia saldo il rapporto che lei ha stretto con quella famiglia. La considerano una di loro e io questo non posso sopportarlo. L’hanno accolta con amore, con benevolenza, come non ha mai saputo fare mio padre.
-Direi che per oggi può bastare.- dichiara Miroku –potremo continuare questa discussione per ore, ma è chiaro che così non troveremo una soluzione. Continuiamo domani. Buona giornata, signori!- ci saluta, prima di andare via.
Che tipo!
Devo parlare con Kagome!
Mi alzo, pronto a raggiungerla, ma Koga mi precede.
Che diavolo vorrà da lei?
-InuYasha, dobbiamo parlare.-
Il sangue comincia a ribollirmi nelle vene al solo sentire quella voce.
-Di cosa, Holmgren? Non dovresti riportare Kagome a casa?-
-Koga vuole parlarle e Kagome sa badare a se stessa. Ciò che mi importa ora, è chiarire alcune cose con te!-
-Non abbiamo nulla da dirci!-
-Cosa ti spinge ad avercela tanto con me?- mi domanda, diretto.
Sorrido, piacevolmente sorpreso dalla sua presa di posizione.
Forse l’ho sottovalutato, non è un completo codardo.
-Apprezzo la tua arguzia, quindi non ti mentirò. Non avrei nessun problema con te, se non fosse che hai messo gli occhi sull’unica donna che io abbia mai amato.-
Non è da me parlare così apertamente dei miei sentimenti, ma se è di lei che si discute non ho esitazioni.
- È Kagome dunque il problema.- sussurra, tranquillo.
Ha sentito quello che ho detto o ha qualche problema di comprensione?
-La tua reazione non fa che confermare le mie ipotesi, non sei adatto a lei.-
-E da cosa lo deduci?- mi domanda.
-Se qualcuno avesse osato dirmi una cosa del genere, l’avrei ucciso.- replico, sicuro.
Sogghigna, mandandomi il sangue alla testa.
-Vedi, è proprio questa la differenza tra noi, No Taisho. Io sono sicuro dei miei sentimenti, della mia relazione con Kagome, non ho bisogno di far ricorso alla violenza per convincermene.-
-La rivoglio al mio fianco e farò di tutto per riprendermela. La amo e sono sicuro che anche lei provi ancora qualcosa per me.-
-Se sono così tranquillo di fronte alle tue parole non è perché io non tengo a Kagome, credimi. La gelosia mi spingerebbe ad una reazione meno lucida, ma c’è una cosa che mi permette di mantenere questa calma. Sai, Kagome non ha mai voluto parlarmi del suo passato, ma solo uno stupido non avrebbe compreso la profonda sofferenza che si porta dentro. Sapevo che da qualche parte nel mondo esisteva uno stolto che era stato in grado di ferirla in un modo così brutale, ma non avevo ancora capito che era proprio te che dovevo ringraziare.-
-Ringraziare?-
- Infondo, è grazie agli errori che tu hai commesso se ora posso avere Kagome al mio fianco. Sei uno sciocco, se anche non ci fossi io, lei non potrebbe mai perdonare qualcuno che l’ha fatta tanto soffrire. Non puoi immaginare fino a che punto la sua disperazione l’abbia spinta, davvero non ne hai idea. In ogni caso, ora so chi devo ringraziare per la mia buona sorte. Grazie per non aver capito fino in fondo che bella persona è Kagome, No Taisho.- dichiara, prima di andare via.
Rimango immobile, paralizzato. Sono furioso, ma non posso negare che le sue parole mi hanno scosso.
Cosa intendeva dire? Davvero ho causato alla mia Kagome una sofferenza talmente grande da non poter essere nemmeno immaginata?
Stringo i pugni,ignorando il dolore che mi sto provocando da solo.
Ho sbagliato, l’ho ammesso mille volte a me stesso, ma non posso cambiare il passato. Le mostrerò quanto sono cambiato solo per riaverla al mio fianco e non lasciarla andare mai più.
 
 
-Ehm, cos’è che dovevi dirmi, Koga?-
Mi volto indietro, sperando di poter essere salvata da qualche arrivo improvviso.
Dov’è Eric quando serve?
Koga mi ha chiesto di potermi parlare in privato e io non ho trovato nessun buon motivo per rifiutare, ma questa situazione e il silenzio pesante calato tra di noi, mi imbarazzano molto.
-Capisco quanto questa momento possa essere fastidioso, perciò perdonami se sarò franco e brusco. So che sono trascorsi tre anni, Kagome, ma io non ti ho mai dimenticata.-
Sospiro, chinando il capo.
Speravo di non dover affrontare situazioni del genere.
-Koga..- tento di fermarlo.
-No, ti prego, lasciami continuare. Ho sbagliato quando stavamo insieme, ma ora, se tu me ne dessi la possibilità, non commetterei più gli stessi errori.-
-C’è Ayame ora nella tua vita, pensavo fossi felice con lei.-
-Lo sono, ma non è la stessa cosa. Per te io sarei disposto a lasciare tutto e tutti, anche in questo stesso momento.- afferma, accorato.
Incontro quei familiari occhi blu e qualcosa dentro me si smuove.
Sono legata a lui, ferirlo è l’ultima cosa che vorrei, ma merita la mia sincerità.
-Koga, le tue parole mi lusingano, davvero, ma le cose non possono andare come tu speri.-
-Ti chiedo solo un’altra possibilità.- insiste, amareggiato.
-Non mi sei indifferente, mentirei se ti dicessi di volerti bene come se ne vuole ad un amico, ma non ricambio i tuoi sentimenti. Tre anni fa avevo cominciato a provare qualcosa di importante per te, ma quel sentimento fioco e debole è scemato nel corso degli anni.- ammetto, sincera.
Il suo viso crucciato e deluso mi provoca una stretta al cuore.
-Scusami, forse sono stata un po’ troppo brutale, ma non fingerò che non fossero queste le mie intenzioni. Non ho alcuna intenzione, in nessun modo, di rivivere il passato. Quegli anni mi hanno segnata in modo troppo profondo per pensare di poterli rivivere, mi fa male anche solo ricordarli.-
Temo di essere stata troppo schietta, di essere sembrata incurante e irrispettosa dei suoi sentimenti, ma voglio che le mie intenzioni siano chiare a tutti.
-Dimmi qualcosa, Koga.- lo supplico.
Non lo amo, ma il suo dolore mi fa soffrire e non voglio perdere la sua amicizia.
-Sei stata sincera e lo apprezzo, Kagome, ma voglio esserlo anche io. Sapevo di non avere speranze con te, ma dovevo almeno provare o non me lo sarei mai perdonato. Vivere col dubbio mi avrebbe ucciso.-
-Potrai mai perdonarmi?-
-Non ho nulla da perdonarti e comprendo la tua decisione, forse, al posto tuo, avrei agito allo stesso modo.  Sappi, in ogni caso, che non ti dimenticherò mai.-
-Neanche io lo farò..resterai per sempre una persona speciale per me, Koga.- ammetto, sincera
-Amici, allora?- mi azzardo a chiedere.
-Amici speciali!- scherza lui, attirandomi in un abbraccio affettuoso, ma che inevitabilmente, per entrambi, ha un retrogusto amaro.
-Kagome, c’è una cosa che vorrei dirti.- mi sussurra.
-Ti ascolto!-
 
 
-Ehi, Kagome, mi stai ascoltando?-
-Eh?-
Sobbalzo, ritornando bruscamente alla realtà. Sono in macchina con Eric, ma la mia mente è persa in luoghi lontani.
-Insomma, ti sto parlando e tu neanche mi ascolti.- mi riprende, scocciato.
C’è una strana tensione tra noi e non so dire se sia a causa mia o sua. È arrabbiato, lo capisco dai modi scostanti e dalle poche parole taglienti che mi rivolge, ma non ho voglia di indagare sul suo comportamento.
-Scusami, pensavo ad altro.- mi giustifico.
Eric riprende a parlare, ma inevitabilmente finisco col distrarmi nuovamente.
Le parole di Koga mi hanno completamente disarmato..possibile che tutto ciò che abbia detto sia vero?



Note dell'autrice:
Ciao a tutti ^^
Intendo, innanzitutto, scusarmi se c'ho messo tanto ad aggiornare questa storia, vi prometto che d'ora in poi  cercherò di farlo più regolarmente.
Che dire? Anche se non sembra, questo è un capitolo assolutamente fondamentale. Le parole che Koga ha detto a Kagome, che scopriremo nel prossimo capitolo, le causeranno molte confusioni e l'aria tesa che si respira tra lei ed Eric farà il resto.  I prossimi saranno dei capitoli abbastanza turbolenti e pieni di eventi :D
Intanto ringrazio tutti voi che seguite questa storia con tanta costanza ed affetto..GRAZIE DAVVERO!
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento e,come sempre, spero che mi facciate conoscere il vostro parere!
Se vi va, vi invito anche ad unirvi alla nostra pazza cyber family che cresce ogni giorno di più:
Vi aspettiamo qui: https: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ 

Vi saluto con un piccolo spoiler :D

-Non mi avevi detto di esser intenzionata a stargli lontana?-
-Lo so, lo so, ma sai anche che non sono mai stata brava a dirgli di no. Il fatto, Sango, è che ho negato, gli ho urlato che tra noi è tutto finito da quella notte di tre anni fa, ma io so che non è vero.-
-Provi ancora qualcosa per lui.-
Sorrido, arrendevole, di fronte alla pura verità.
-Forse con le parole l’ho negato, ma in fondo ho sempre saputo quali fossero i miei veri sentimenti.-
-Questo cambia tutto.-
-No, questo non cambia assolutamente nulla!- nego. –Sango, InuYasha è stato da sempre una presenza fissa nella mia vita e ho sempre saputo, che anche standogli lontana, non mi sarei mai completamente liberata  dell’influenza che ha su di me.-
-Kagome, io capisco che tu ti senta legata ad Eric, ma se tu sei consapevole di amarlo ancora e anche lui ama te, beh, potreste concedervi un’altra occasione.-
Butto giù il contenuto alcolico del mio bicchiere, sperando mi dia le forze di affrontare tutto questo gran casino.
-Ci sono delle cose che dovresti sapere, Sango. I miei sentimenti contano poco, sono intenzionata a non rivivere il passato. In Svezia, per lungo tempo, sono stata in cura presso un famoso dottore, sperando con il suo aiuto di riuscire a superare il mio trauma. Ti sembrerò sciocca, ma il mio era più di un semplice mal d’amore. Io, mi vergogno anche solo a dirlo, ma due anni fa ho tentato il suicidio.-







 

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Capitolo 6
*** Quando il destino ci mette lo zampino.. ***


 
-Mi spiace, Sango, so che non era questo il tipo di serata che ti aspettavi,- mi scuso, disegnando, distrattamente, la superficie circolare del mio bicchiere ancora intatto.
-Non scusarti inutilmente. Piuttosto, raccontami ciò che è accaduto, forse ti aiuterà a sentirti meglio.-
Ne dubito, ma tanto vale provarci.
-Ho litigato con Eric!-
Solleva un sopracciglio, fissandomi sorpresa.
-Non credevo fossi diventata talmente fragile da abbatterti per una banale discussione.-
-Il problema è proprio questo, non si è trattato di una lite come le altre. Non avevamo mai bisticciato in modo così violento, sono volate parole grosse.-
-Il motivo del vostro battibecco?-
-In realtà non lo so, o forse nessuno. Mi ha accusata di essere cambiata da quando siamo arrivati in Giappone, di essere lontana, fredda e sempre distratta. Lo so che ha ragione, ma non posso farci nulla. Sapevo che non sarebbe stato facile, ma le cose stanno cominciando a diventare troppo complicate..mi stanno sfuggendo dalle mani- le spiego, abbattuta.
-InuYasha è il problema, vero?-
Annuisco.
-Qualche giorno fa sono stata a fare visita ad Izayoi e proprio mentre stavo per congedarmi, lui è tornato. Mi ha convinto ad andare a fare un giro in moto e, come se fosse la cosa più normale del mondo, mi ha confessato di amarmi ancora.- racconto, mentre il mio cuore accelera i battiti nel ricordare quei momenti.
-Non mi avevi detto di esser intenzionata a stargli lontana?-
-Lo so, lo so, ma sai anche che non sono mai stata brava a dirgli di no. Il fatto, Sango, è che ho negato, gli ho urlato che tra noi è tutto finito da quella notte di tre anni fa, ma io so che non è vero.-
-Provi ancora qualcosa per lui.-
Sorrido, arrendevole, di fronte alla pura verità.
-Forse con le parole l’ho negato, ma in fondo ho sempre saputo quali fossero i miei veri sentimenti.-
-Questo cambia tutto.-
-No, questo non cambia assolutamente nulla!- nego. –Sango, InuYasha è stato da sempre una presenza fissa nella mia vita e ho sempre saputo, che anche standogli lontana, non mi sarei mai completamente liberata dell’influenza che ha su di me.-
-Kagome, io capisco che tu ti senta legata ad Eric, ma se sei consapevole di amare ancora InuYasha e del fatto che anche lui ama te, beh, potreste concedervi un’altra occasione.-
Butto giù il contenuto alcolico del mio bicchiere, sperando mi dia la forza per affrontare tutto questo gran casino.
-Ci sono delle cose che dovresti sapere, Sango. I miei sentimenti contano poco, sono intenzionata a non rivivere il passato. In Svezia, per lungo tempo, sono stata in cura presso un famoso psicanalista, sperando con il suo aiuto di riuscire a superare il mio trauma. Ti sembrerò sciocca, ma il mio era più di un semplice mal d’amore. Io, mi vergogno anche solo a dirlo, ma due anni fa ho tentato il suicidio.-
-N..non è possibile..tu non puoi averlo fatto, Kagome.-
-Perdonami se non te l’ho detto prima, ma non mi sembrava davvero il caso di parlarne per telefono. Camminavo sul filo del rasoio, Sango, frequentavo brutta gente e ho rischiato di fare sciocchezze di cui mi sarei pentita per tutta la vita..è grazie ad Eric e alla sua vicinanza se ho trovato la forza necessaria per rimettermi sulla giusta via.-
-Questo spiega il motivo per cui tu gli sia tanto legata, ma non quello che ti spinge a restare con lui mentre ami un’altra persona.- mi fa notare.
Mando giù un groppo inesistente, mentre mi preparo a riportare alla mente il periodo più brutto, il più buio della mia intera esistenza.
Chiedo al cameriere un altro bicchiere di ciò che ho appena bevuto e mi dispongo a confessare i miei peccati.
-Dimmi di più, Kagome. Ciò che mi hai detto mi ha sconvolta, ma immagino ci sia dell’altro da sapere. Parlami, mentre tento di accettare che ho rischiato di perdere la mia migliore amica senza nemmeno saperlo.- sussurra.
Mi sento colpevole del dolore che le sto causando, ma non potevo tenere nascosta una cosa del genere a Sango.
-Non mi sono drogata, alcolizzata, o roba del genere, ma ho sfiorato il fondo. Ho preso a frequentare alcune ragazze del mio stesso istituto quando il peso della solitudine si è fatto davvero troppo pressante, peccato fossero le persone sbagliate.
Tutti i miei discorsi su quanto fosse stupido compromettersi con le proprie mani, hanno rischiato di scomparire di fronte alla possibilità di dimenticare, anche solo per qualche ora, tutto il peso di quello che mi portavo dentro.-
-Ma Eric ti ha salvata.- prova ad indovinare Sango.
Sorrido, amaramente.
-Al contrario, mi ha uccisa. Mi ha fatto aprire gli occhi sulla merda in cui mi stavo cacciando, mi ha mostrato senza mezze misure che persona rischiavo di diventare. È stato in quel momento che al pensiero di ciò che stavo per fare mi son sentita ancora peggio. Se si fosse saputo, che sofferenza e vergogna avrei procurato alla mia famiglia?
Ho tentato di farmi del male, nella speranza che quel gesto estremo portasse via tutto il dolore.- spiego, svuotando nuovamente il mio bicchiere e appropriandomi di quello, quasi intatto, di Sango.
-Ma lui era lì e non me l’ha permesso. Era al mio fianco in ospedale, quando sono uscita e quando tutti i mostri del mio passato sono tornati ancor più potenti di prima.- confesso.
-Sei una stupida, Kagome, una stupida egoista. Non hai pensato a come si sarebbe sentita la tua famiglia? A come mi sarei sentita io?- sibila, con gli occhi lucidi.
Chino il caso, cercando di sfuggire per qualche istante al suo sguardo rigido. Mi fa male vederla così addolorata e mi vergogno da morire per ciò che stavo per fare, ma il passato non si può cambiare.
-Io..- tento di dire, ma vengo prevenuta.
-Perché non mi hai chiamata? Sarei corsa da te e avremmo affrontato insieme tutte le difficoltà, come abbiamo sempre fatto.-
-Sango, rivedere te sarebbe stato ancora più doloroso. Eri indissolubilmente legata ad una parte del mio passato che a tutti i costi volevo seppellire, ma che al contempo mi mancava tanto da lacerarmi dentro. Perché credi che io non sia mai tornata durante questi anni? Credi che non avessi voglia di rivedere te o la mia famiglia?
Non potevo farlo, non ero ancora pronta.- tento di spiegarle, mantenendo un tono calmo.
Ho impiegato due anni per accettare tutto quello che mi è capitato, non posso pretendere che lei ora lo faccia in cinque minuti.
-Mi spiace, tu ti stai aprendo con me e io non faccio che accusarti. Non era mia intenzione, però io mi sento..-
Esita, ma so già qual è la parola giusta.
-Tradita.- continuo io per lei.
Annuisce, quasi imbarazzata dai suoi stessi sentimenti.
-Hai tutti i motivi per sentirti così, anche io mi sono sentita tradita da me stessa.-
Prendo una sua mano, stringendola tra le mie.
-Sango, non voglio che tu ti senta in colpa per qualcosa che non potevi sapere, né tantomeno che tu creda che io non mi fidi di te, o qualcosa del genere. Sei l’unica, oltre Eric, a conoscere il più oscuro dei miei segreti.-
Mi sorride, ricambiando la mia stretta.
Bevo un altro sorso del cocktail di Sango..è dolce, ma decisamente comincia a darmi alla testa.
-Io credo di capire perché Eric sia diventato tanto importante per te. Insomma, posso solo immaginare quanto tu gli sia riconoscente.-
-Non è solo riconoscenza, sono molto affezionata a lui.- ammetto.
-Ma non lo ami.- insiste lei.
-Non come lui ama me, non nel modo in cui meriterebbe.-
-Perché, per tua stessa ammissione, ami ancora InuYasha.-
Sorrido, sorpresa per lo strano modo in cui sta aggirando la questione.
Di solito, Sango è una persona diretta e concisa, ma credo che la mia confessione l’abbia totalmente spiazzata.
-Sì, Sango. Mi manca lui, com’era tra noi una volta. Mi manca quel senso di possesso, quel suo volermi in modo così forte.
Anche se eravamo solo amici, sapevo che entrambi avevamo un potente bisogno dell’altro.
Ma ora, non ho voglia di ricominciare, di darmi ancora a qualcuno..non posso farlo se amo un’altra persona. E InuYasha, lui per me è come una mina vagante, devo assolutamente stargli lontana. Se gli aprissi di nuovo il mio cuore e poi qualcosa ci separasse, ancora, non ce la farei, Sango.
Sto tentando di risollevarmi e non posso crollare proprio adesso.
Ho il cuore stanco.- il mio discorso confuso riflette perfettamente il caos di sentimenti che parlare di lui mi provoca.
La mia confessione mi ha svuotata. Io stessa ho deciso di non concederci un’altra possibilità, ma ogni volta è a me stessa, per prima, che devo ricordarlo ed imporlo.
-Io..ciò che mi hai detto continua ad essere in contrasto con le tue azioni. Eric ti è stato molto vicino ed è chiaramente innamorato di te, ma, se non lo ricambi con la stessa intensità, perché lasci che ti stia accanto?- mi domanda.
-Non è stata una mia decisione.- ammetto. –Quando mi sono resa conto dei suoi sentimenti e del fatto che non avrei mai potuto ricambiarli con la stessa intensità, ho tentato di allontanarlo. Per me è stato difficile, di colpo mi è stata tolta l’unica persona di cui mi fidavo, l’unica a cui concedevo di starmi vicino, ma sapevo che non potevo tenerlo legato a me per puro egoismo.
Lui, Sango, mi ha chiesto un’altra possibilità..mi ha chiesto di non lasciarlo, di stargli accanto proprio come aveva fatto con me quando ne avevo avuto più bisogno.-
-Ha fatto leva sulla tua debolezza, praticamente.- mi fa notare la mia migliore amica con tono nettamente contrariato.
-L’amore ci rende egoisti, a volte, lo sai meglio di me. Anch’io, con Koga, ho sbagliato tre anni fa.
Comunque, non l’ho rifiutato perché credevo che stare insieme potesse farci meglio che stare separati.-
-Ora però le cose si sono complicate..-
-Già, finché siamo stati lontani dal Giappone la nostra “unione” ha retto, ma adesso che il passato fa parte della mia vita reale e non è più solo nella mia mente, le cose iniziano a cambiare.-
Sango mi studia, mettendomi in soggezione.
-C’è qualcos’altro che vuoi dirmi?- mi chiede.
Scoppio a ridere, senza che in realtà volessi farlo.
-Ah, Sango, mi conosci troppo bene.-
-Cos’altro ti tormenta?-
-Al termine della riunione, Koga mi ha chiesto di parlare, in privato. Mi ha confessato di esser ancora innamorato di me e mi ha chiesto di dargli un’altra possibilità.-
-Oh.- mormora, palesemente colpita. –Immaginavo provasse ancora qualcosa per te, ma non pensavo si sarebbe spinto fino al punto di confessartelo. Povera Ayame, ne sarà distrutta.- sussurra.
-Non c’è bisogno che venga a saperlo, lui la ama. Il discorso tra noi è stato chiuso e non verrà mai più riaperto.-
-Beh, allora perché ti ha tanto turbata?-
-Non è stata la sua dichiarazione a sorprendermi, ma ciò che mi ha detto poco dopo.-
FLASHBACK
 
- Ho sbagliato quando stavamo insieme, ma ora, se tu me ne dessi la possibilità, non commetterei più gli stessi errori.-
-C’è Ayame nella tua vita, pensavo fossi felice con lei.-
-Lo sono, ma non è la stessa cosa. Per te io sarei disposto a lasciare tutto e tutti, anche in questo stesso momento.- afferma, accorato.
-Koga, le tue parole mi lusingano, davvero, ma le cose non possono andare come tu speri.-
-Ti chiedo solo un’altra possibilità.- insiste, amareggiato.
-Non mi sei indifferente, mentirei se ti dicessi di volerti bene come se ne vuole ad un amico, ma non ricambio i tuoi sentimenti. Tre anni fa avevo cominciato a provare qualcosa di importante per te, ma quel sentimento fioco e debole è scemato nel corso degli anni.- ammetto, sincera.
-Scusami, forse sono stata un po’ troppo brutale, ma non fingerò che non fossero queste le mie intenzioni. Non ho alcuna intenzione, in nessun modo, di rivivere il passato. Quegli anni mi hanno segnata in modo troppo profondo per pensare di poterli rivivere, mi fa male anche solo ricordarli.-
-Dimmi qualcosa, Koga.- lo supplico.
-Sei stata sincera e lo apprezzo, Kagome, ma voglio esserlo anche io. Sapevo di non avere speranze con te, ma dovevo almeno provare o non me lo sarei mai perdonato. Vivere col dubbio mi avrebbe ucciso.-
-Potrai mai perdonarmi?-
-Non ho nulla da perdonarti e comprendo la tua decisione, forse, al posto tuo, avrei agito allo stesso modo.  Sappi, in ogni caso, che non ti dimenticherò mai.-
-Neanche io lo farò..resterai per sempre una persona speciale per me, Koga.- ammetto, sincera
-Amici, allora?- mi azzardo a chiedere.
-Amici speciali!- scherza lui, attirandomi in un abbraccio affettuoso, ma che inevitabilmente, per entrambi, ha un retrogusto amaro.
-Kagome, c’è una cosa che vorrei dirti.- mi sussurra.
-Ti ascolto!-
-Un po’ sono deluso per come sono andate le cose, speravo in una seconda possibilità per noi, ma infondo me lo aspettavo.- dichiara.
Lo fisso, completamente basita.
-Credo di essere un tantino confusa al momento.-
-Ho sempre vissuto nel timore la nostra storia. Ho compreso da subito quanto fosse forte il legame che univa te ed InuYasha, quanto pericoloso per noi fosse il vostro forte amore a lungo represso.- ammette.
Forse dovrei dire qualcosa, ma la sua confessione mi ha lasciata senza parole.
Davvero il mio rapporto con InuYasha lo intimoriva a tal punto?
Possibile che tutti si fossero accorti del nostro amore ancor prima di noi?
-Vivevo con la consapevolezza che prima o poi quel sentimento sarebbe esploso e sarebbe stato inarrestabile. Il debole legame che ci univa nulla avrebbe potuto a confronto.-
Sorrido, amara.
-Credo che tutti tendiate ad enfatizzare troppo il nostro “grande amore”. Se ciò che dite fosse stato vero, la nostra felicità non sarebbe durata poco più di un’ora.- replico. –Ciò che hanno davvero segnato il nostro “grande amore” sono stati la sofferenza, la negazione e la privazione.-
Scuote la testa, con l’aria di chi la sa lunga.
C’è forse qualcosa che non so?
-Credo che ciò che ci sia stato tra voi, non sia stato altro che un semplice intermezzo, una piccola anticipazione di quello che ci sarà poi. Fidati di me, Kagome, l’ho sempre saputo. Nonostante ti volessi disperatamente, nonostante desiderassi con tutte le forze averti al mio fianco e solo e soltanto per me, ero consapevole che il filo del destino che ti lega ad InuYasha ti avrebbe sempre e solo condotta da lui.-
Tento di negare, ma lui mi precede.
-Ricorda, non so quanto tempo ci vorrà, non importa quante volte e con quale intensità voi tenterete di nascondere e soffocare questo sentimento..è troppo forte per essere represso e quando esploderà, Kagome, nessuno riuscirà più a separarvi. Il vostro destino è solo uno: quello di stare insieme..non potrete evitarlo per sempre-
 
FINE FLASHBACK.
Sospiro, dando voce per la prima volta alle parole che da ormai due giorni mi tormentano. Si sono stampate, indelebili, nella mia mente.
-Beh, devo dire che Koga ha la vista lunga.- borbotta Sango.
-Di che stai blaterando? Non mi hai sentita quando ti ho detto..- protesto, sbattendo il mio bicchiere ormai vuoto sul tavolo.
Quando ho finito il mio drink?
-Sì,sì, ho capito non vuoi avere più nulla a che fare con lui eccetera eccetera. Senti, Kagome, sono tua amica, sarò sempre al tuo fianco e appoggerò ogni tua decisione, ma devi sapere come la penso.-
La fisso, attendendo che continui.
-Io sono completamente d’accordo con Koga. Tu ed InuYasha siete destinati a stare insieme. E ora, andiamo via.-
-Di già?- chiedo, seccata.
Mi fa un po’ male la testa, ma voglio restare.
-Già, pare che qualcuna tra noi abbia bevuto troppo e quel qualcuno non sono certamente io.-
-Non sono ubriaca.- protesto.
So di non esserlo, ma la testa un po’ mi gira..forse ho davvero esagerato un tantino.
-Non lo sei, ma preferisco evitare che tu lo diventi. Aspettami qui, vado a pagare le nostre..le tue consumazioni.- sghignazza.
-D’accordo.- acconsento, sentendo la testa farsi più pesante.
-Hai capito non muoverti da qui?- ribadisce.
-Sì, mamma..-
Fa una smorfia, scocciata e contrariata, prima di allontanarsi verso il bar.
Ciarlano tanto sul destino, sul grande amore mio e di InuYasha, ma se tutto ciò fosse vero le cose non sarebbero andate così.
Maledizione, la testa comincia a farmi male davvero.
Che sfigata, non reggo neanche due bicchieri.
-Ciao.- sussurra qualcuno.
-InuYasha?- chiedo, sobbalzando.
Arrossisco terribilmente, di fronte all’espressione perplessa del ragazzo.
-S..scusami io..-
Ma sono totalmente rincretinita? Come mi è sfuggito il suo nome dalle labbra?
-Questo InuYasha è il tuo fidanzato?-
Senza controllo, scoppio a ridere. Pare che stasera tutto il mondo cospiri per accoppiarci.
-No, no.- nego.
-Peccato, sarebbe stato un tipo fortunato.- ammicca.
Carino, bel sorriso, ma non mi interessa.. Non è lui, quindi non potrebbe mai interessarmi.
-Già.- mi limito a ribattere, non sapendo che aggiungere.
Mi sento stupida, molto stupida.
-Ti va di ballare?- mi chiede, porgendomi la mano.
-Sto per andare via.- spiego, indicando con un cenno l’uscita.
-Di già? Allora insisto ancor di più, solo un ballo.-
Fisso il tavolo e ricordo le raccomandazioni di Sango..forse dovrei rifiutare, ma un ballo non ha mai ucciso nessuno.
-Ok, ma solo una canzone.- acconsento, lasciandomi trascinare in pista.
 
 
-Mi raccomando, InuYasha, dovrai fingere si tratti di una coincidenza.- mi ripete per l’ennesima volta Miroku, rischiando di beccarsi un pugno.
Che lagna continua! Chi mai crederebbe che sia una coincidenza il fatto di esser capitati nello stesso locale dove si trova anche la sua fidanzata?
-Sì, sì, certo.- acconsento per farlo tacere.
I miei occhi scrutano il locale, ansiosi di posarsi su Kagome.
Riuscirò finalmente a parlarle? Mi darà occasione di spiegarle?
Dio, muoio dalla voglia di baciarla..
-Miroku, ti avevo ordinato di non venire.- sbraita una voce furiosa alle mie spalle.
Rabbrividisco per un momento, temendo per la sorte mia e del mio migliore amico.
-Sanguccia, quale coincidenza trovarti qui.- tenta lui, sorridendo come un ebete.
-Coincidenze? Più tardi te le farò vedere io le coincidenze, ora devo andare.- dichiara, fulminando entrambi con lo sguardo.
-Dov’è Kagome?- domando.
Muoio dalla voglia di vederla.
-Stiamo per andare via.-
-Sango, devo parlarle.-
Tace, per qualche istante.
-Hai solo qualche minuto, testone. L’ho lasciata al tavolo, è proprio..lì.- balbetta indicando un tavolo vuoto.
-Maledizione! Dov’è andata quella sciocca?- sbraita, guardandosi intorno.
-Le è successo qualcosa?- chiedo, preoccupato.
-No, è soltanto un po’ brilla.- mi confessa.
Sento l’ansia salire..
Non faccio in tempo a muovere un passo che Kagome ricompare nella nostra visuale, scortata da un tizio che non ho mai visto.
La mia preoccupazione scema immediatamente, sostituita dalla rabbia e dalla gelosia.
Lei gli sorride, cordiale, ed io mi sento morire.
Non è in difficoltà, stanno solo parlando, a debita distanza, ma per me è già troppo.
Perché a me non sorride più in quel modo? Perché sono uno stupido coglione che l’ha fatta soffrire!
Quando il tizio, che tra un po’ avrà qualche dente in meno, le afferra la mano per poi baciarla, come un galantuomo d’altri tempi, so di aver atteso anche troppo.
Il sangue mi brucia nelle vene..detesto che qualcuno che non sono io la tocchi.
A passo di carica mi dirigo verso di lei, deciso a reclamare diritti che non ho…peccato che il tizio stronzo si sia già defilato.
Quando le sono di fronte, i suoi occhi si dilatano per la sorpresa.
-InuYasha.- sussurra.
Le sue iridi sono lucide, a causa dell’alcool, ma, come sempre, terribilmente ammalianti.
È bella, spaventosamente perfetta.
Mentre la guardo, ho già preso una decisione.
-Vieni!- le ingiungo, afferrandole la mano.
-Dove stiamo andando?-
-Non puoi tornare al tempio in queste condizioni.- affermo.
Sto mentendo, lo so. È sufficientemente lucida, ma ho deciso di approfittare della situazione. Non ho nessuna voglia di separarmi da lei.
-Verrai a casa, con me.- sussurro, fissandola



Angolo dell'autrice:
Salve gente :)
sono tornata con le mie fastidiose note di fine capitolo. Che dire?
Si tratta di sicuro di un capitolo d'intermezzo, succedo poco, ma finalmente capiamo completamente il rapporto che lega Kagome e Eric. Vi assicuro che nei prossimi capitoli di azione ne avrete fin sui capelli..del resto cominciamo ad avvicinarci alla fine :)
Pareri? Critiche? Commenti? Consigli? Perplessità? Sarei felicissima di conoscere il vostro parere :D
Ringrazio tutti voi che continuata a leggere la storia..siete numerosissimi e io non so come ringraziarvi ^^ Grazie anche ai lettori silenziosi, a chi ha inserito la storia tra le seguite/ le preferite o le ricordate. GRAZIE!!
Vi invito ancora ad aggungervi alla nostra famiglia di pazze. Troverete tante amiche, le vostre autrici preferite, tanti spoiler e molto, molto altro.
Ci trovate qui: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ 
Vi saluto proprio con uno spoilerino del prossimo capitolo :D
Baciii


SPOILER
Stringerla tra le mie braccia, sentirle sussurrare ininterrottamente il mio nome nel sonno, mi ripaga di tutte le notti trascorse in bianco a pensarla.
[...]
-Devi smetterla di negarlo. Tutta la distanza che tenti di mettere tra noi non ci porterà a nulla.- urlo, esasperato.
-Tu non puoi capire.- sussurra, singhiozzando.
Mi sento diviso a metà. Mi fa male sapere che sta piangendo a causa mia, mi strazia l'anima, ma non posso continuare a restare inerme a guardarla mentre distrugge tutto, mentre rinnega il nostro amore.
Ho un'unica soluzione per placare questo miscuglio di sentimenti che devasta entrambi, metterli a tacere. Le afferro delicatamente il viso e finalmente, dopo tre anni, permetto alle nostre labbra di incontrarsi di nuovo.
Solo lei, tutto il resto non conta.

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Capitolo 7
*** Si può rivivere il nostro amore? ***


-Venire con te? Sei impazzito? E dove?-
Mi vene quasi da ridere per la situazione in cui sono finita. Leggo, chiara, la preoccupazione che gli illumina gli occhi d’ambra e mi sembra d’esser tornata a tre anni fa, quando lui era il mio punto fermo, quando tutto era più semplice.
-Non puoi tornare al tempio in queste condizioni, procureresti un infarto a tuo nonno.-
-Non sono ubriaca.- mi affretto a negare.
-No, ma non sei nemmeno perfettamente lucida.-
È vero, sono  abbastanza padrona dei miei gesti, ma la testa mi pulsa e a tratti sento gli occhi chiudersi.
-Tornerò con Sango.-
- è troppo impegnata a rimproverare Miroku. Avanti, Kagome, sai che puoi fidarti di me.-
-Lo so.- preciso, quello che non so è cosa potrebbe accadere se mi affidassi a lui ora che non ho il completo controllo delle mie emozioni.
-Devi promettermi che non farai strani giochetti approfittandoti della situazione.- preciso.
Sogghigna, causandomi un salto al cuore.
-Non ho mai dovuto approfittare di ragazze ubriache.- dichiara, con tono presuntuoso.
-Certo, certo.- bisbiglio, allontanandomi con lui verso l’uscita.
Alcool o meno, dopo tutti i ricordi rievocati stasera, sento di avere un terribile bisogno di lui.
Domani le cose torneranno normali, lui sarà il più pericoloso dei nemici per il mio cuore, ma stanotte, per qualche ora, voglio ricordare cosa si prova ad esser davvero felici.
 
-Ha avuto anche il coraggio di dire che sarebbe potuta tornare a casa sola e senza problemi.- borbotto, fintamente risentito.
Parcheggio l’auto nel box e mi volto a fissarla. Si è addormentata e giace scompostamente sul sedile, ma l’unica cosa che noto è che è semplicemente perfetta. I capelli lunghi le incorniciano il volto etereo, le gote arrossate e l’aspetto angelico le conferiscono un’aria tenera.
Non controllo i miei gesti e mi chino per baciarle la fronte. Serro gli occhi e prolungo il contatto, godendo delle sensazioni che mi provoca la sua sola vicinanza. Il mio sguardo viene attirato dalle labbra semidischiuse. Ricordo il loro sapore di pesca, non l’ho mai dimenticato, e fremo dalla voglia di riassaggiarle, di risentirle mie.
Quasi cedo alla terribile tentazione, ma mi ritraggo in tempo, sapendo che non sarebbe giusto approfittarmi di lei in questo momento.
-Che cosa non farei per te.- sussurro, scostandole una ciocca dispettosa ricadutale sul viso.
La sollevo tra le braccia per portarla dentro e il contatto tra i nostri corpi mi causa una scarica assurda ed inaspettata di sensazioni. È leggera, morbida, fragile, e tutto ciò che vorrei fare è stringerla per sempre.
Risalgo a fatica le scale tentando di non far rumore e cercando di proteggere il suo corpo dall’impatto con mobili e pareti. Continua a mugugnare parole senza senso, ma tra un brontolio ed un altro mi è sembrato di udire il mio nome..sarà davvero così o è solo la mia fantasia a farmi brutti scherzi?
Quando riesco finalmente a raggiungere la mia camera la poggio delicatamente sullo spazioso letto. Le tolgo le scarpe per permetterle di riposare più comodamente e mi viene naturale sorridere quando lei si accoccola nella strana posizione in cui è solita dormire.
Tra queste quattro mura ho la sensazione che il tempo si sia fermato. Lei è qui, con me, spensierata e bella come è sempre stata e forse da domani questi maledettissimi tre anni potrebbero essere solo un brutto ricordo.
Mi spoglio, restando in boxer, e mi stendo accanto a lei, attirandola più vicina. L’odore della sua pelle, la dolce fragranza dei suoi capelli, facendomi sentire maledettamente bene.
Questa è solo la prima delle altre mille notti che trascorreremo così..è una promessa che faccio a me stesso!
 
 
Mi sveglio; una sensazione d’ansia e uno strano nodo allo stomaco mi hanno strappata dal mondo dei sogni.
Ho caldo, la testa mi fa male, sento la gola arida e la bocca impastata del sapore dolce dell’alcool. Non ho difficoltà a riconoscere il letto in cui da bambina ho passato mille delle mie notti, ma se ho smesso di sognare, se Eric e questi ultimi tre anni non sono solo frutto della mia fantasia, che diavolo sta succedendo?
Con la testa pesante tento di sollevarmi, ma solo allora mi rendo conto di essere stretta ad un corpo robusto e che il mio mal di stomaco è causato da una presa ferrea.
La confusione lasciata dal sonno svanisce quando realizzo di essere a letto con l’uomo che amo, ma non con il mio compagno, non con colui con cui ho trascorso gli ultimi tre anni.
Tento di sollevarmi, di creare spazio tra i nostri corpi, dato che il mio sta reagendo in modo tutt’altro che normale, ma l’unica cosa che riesco ad ottenere è di ritrovarmi ancor più stretta a lui.
-Smetti di agitarti e torna a dormire.- mugugna.
Ho caldo, un caldo rovente come il languore al ventre. Ogni muscolo del suo corpo nudo e muscoloso combacia con il mio, perfettamente, ed io mi sento terribilmente bene, eccitata, imbarazzata, confusa, spaventata, maledettamente male.
Esercito maggiore pressione sul suo petto e alla fine riesco a staccarlo da me, ma in risposta i suoi occhi ambrati si spalancano e sotto il suo sguardo io mi sento impreparata, vulnerabile.
-Perché ti stai agitando tanto? Mi hai svegliato.- si lamenta.
È scemo? Per lui è normale che io nel cuore della notte mi ritrovi nel suo letto senza diavolo sapere come ci sono finita?
-Cosa è successo? Come sono finita qui, nel tuo letto? Noi..non abbiamo..?- esito, arrossendo.
-Non ancora, ma se è per questo che mi hai svegliato rimediamo subito.- sussurra, sorridendo malizioso.
-Smettila, esigo una risposta! Come sono finita qui?-
Solleva gli occhi al cielo, infastidito dal mio tono isterico. Si rialza, senza staccare mai i suoi occhi dai miei.
-Eri uscita con Sango, avevi bevuto e non mi sembrava il caso di farti tornare al tempio in quello stato.-
-Non sono ubriaca.-
-Non eri neanche perfettamente lucida.-
-Avrebbe potuto tranquillamente riaccompagnarmi Sango.-
-Era troppo impegnata a picchiare Miroku.-
-Sarei riuscita a tornare a casa da sola.-
-Non mi sembrava il caso di rischiare.-
-Avrei potuto chiamare qualcuno, farmi venire a prendere.- insisto.
-Chi? A tuo nonno sarebbe venuto un infarto.- ribatte, arrogante.
-Eric, per esempio.-
I suoi occhi diventano di una tonalità più scura, si assottigliano e so che una litigata è imminente.
 
 
L’attiro a me, con stizza, infuriato per le sue parole. Come osa nominare il parrucchino biondo quando è con me, nel mio letto?
-Non ti ho portata qui con la forza, non ho impiegato molto a convincerti. Forse non vuoi ammetterlo, ma era ciò che volevi anche tu.-
-Perché dovrei voler..- tenta di ribattere, ma la interrompo.
-Perché dobbiamo parlare, perché non ha senso stare lontani quando tutto ciò che vogliamo è stare insieme. Kagome, io sono consapevole di aver sbagliato, ma non credi sia giunto il momento di smettere di punirmi?-
-Punirti? Credi davvero che io viva la mia vita con l’intenzione di punire te? Ti sbagli, ciò che c’è stato tra noi appartiene al passato, non importa più.- dichiara.
Falsa, capace di mentire a se stessa pur di nascondere la verità.
La rabbia comincia ad invadermi mentre la sento rinnegare tutto ciò che per me è fondamentale.
-L’unico modo in cui potrai far parte della mia vita è da amico, forse.-
Amico? È impazzita? Amici non lo siamo mai stati, come potremmo esserlo adesso che più che mai sono sicuro dei miei sentimenti?
-Devi smetterla di negarlo. Tutta la distanza che tenti di mettere tra noi non ci porterà a nulla.- urlo, esasperato.
-Tu non puoi capire.- sussurra, cominciando a singhiozzare.
-Cosa credi che io non possa capire, Kagome? La sofferenza che ti ho inflitto, la noncuranza con la quale ti ho trattata? Ne sono consapevole, invece.
Negli ultimi tre anni non ho fatto altro che maledirmi ed odiarmi ogni giorno. Hai sofferto molto, lo capisco, ma neanche per me è stato semplice. Ho dovuto convivere con il rimorso, con la gelosia, con il senso di perdita e con il timore di non essere la persona adatta a te. Ogni giorno il dolore minacciava di sopraffarmi, ma sono riuscito a resistere solo grazie alla consapevolezza dell’amore che provo per te.- dichiaro.
-È  proprio questa la differenza: io non ce l’ho fatta.- urla, scoppiando in un pianto a dirotto. –Tu sei stato più forte, più tenace, ma la mia forza eri tu e sei mancato da un momento all’altro. Io sono annegata, ogni giorno un po’ di più, Ho sentito le acque chiudersi sulla mia testa, ho toccato il fondo, ho sentito l’aria mancarmi e ho provato la disperazione di non poter più risalire, di non poter più vivere. Tu hai ucciso tutto, InuYasha: la nostra amicizia, me, i miei sentimenti e tutto ciò che poteva esserci tra noi.- singhiozza.
Mi sento male, diviso a metà. Muoio sapendo che è ancora a causa mia che versa lacrime, ma non posso continuare a restare inerme a guardarla mentre distrugge tutto, mentre rinnega il nostro amore.
-Cosa vuoi che ti dica, InuYasha? Vuoi umiliarmi ancora di più? Sì, ti amo ancora, sì mi manchi da morire e no, non riesco a dimenticarti in nessun modo. Ti amo e non posso farne a meno.-
Finalmente l’ha detto!
I suoi occhi sono lucidi, impauriti, colpevoli. Trema visibilmente e i singhiozzi profondi scuotono brutalmente il suo corpo esile.
Ho un’unica soluzione per placare questo miscuglio di emozioni che devasta entrambi: metterle a tacere!
Le afferro delicatamente il viso e finalmente, dopo tre anni, permetto alle nostre labbra di incontrarsi di nuovo.
Non mi respinge, mi lascia fare, impassibile, ma quando la stringo di più, spaventato all’idea che mi rifiuti, la sento finalmente rispondere al mio bacio.
Le nostre lingue si ricorrono, lente, riscoprendo un ritmo già provato, un sapore agognato e ricercato, senza successo, in mille altri baci.
È lei, è con me, tutto il resto non conta.
 
 
Le braccia di InuYasha mi stringono fino quasi a farmi male, ma non mi importa, mi sento protetta. La sua bocca, i suoi baci, le sue mani..quanto diavolo mi è mancato lo capisco davvero solo ora.
Mi arrendo, non ho la forza per erigere ancora muri di bugie ed inganni, pareti che crollano e feriscono me per prima.
Voglio lui, ancora, sempre. Come se avesse letto la mia resa, il suo bacio si fa più famelico, vorace.
Voglio sentirlo totalmente, voglio che le sue mani, i suoi baci e i suoi abbracci scaccino ogni dubbio e paura, voglio sentirmi sua, viva..ho voglia di lui!
-Kagome, io..- sussurra, tentando di allontanarsi.
-Non fermarti.-
-Non voglio affrettare le cose, non posso sbagliare ancora.-
-Allora non abbandonarmi, non ora, InuYasha.- lo supplico.
Mi studia per qualche istante prima di tuffarsi sulle mie labbra ed impegnarle in un bacio ancor più passionale.
-Non sai quante volte ho sognato questo momento.- mi sussurra all’orecchio prima di morderne il lobo.
Facendo peso col suo corpo mi obbliga a distendermi, inondandomi il viso ed il collo di baci.
È implacabile, tumultuoso come il mare in tempesta, ed io amo lasciarmi andare in questa corrente di passione.
Le mie mani seguono il percorso dei suoi muscoli, che guizzano sotto le mie dita. Il respiro di InuYasha si fa più rapido, affannoso e un gemito mi sfugge dalle labbra quando la sua bocca raggiunge la scollatura del mio top.
-Dimmelo forte, amore, che hai pensato solo a me.- sussurra, mentre mi spoglia.
-A nessun’altro.-
Assecondo i suoi movimenti, desiderosa di eliminare velocemente tutto ciò che crea una barriera tra le nostre pelli.
Le sue mani si chiudono a coppa sul mio seno, stimolandoli con un movimento rotatorio ripetitivo e sensuale.
Cerco le sue labbra per mettere a tacere i miei gemiti.
La voglia che ho di lui è assurda, intensa, palpabile, quasi dolorosa. Il ventre mi duole per la smania incontrollata e muoio dal desiderio di tornare ad essere una sola cosa con lui.
Con la mano stringo l’erezione che sentivo pulsare contro la mia gamba, cercando di ricambiare il piacere che lui sta donando a me.
Le sue mani disegnano ripetutamente il mio profilo, prima di raggiungere la mia intimità e farmi fremere.
Conosce senza bisogno di parole il modo giusto di toccarmi e quando sento le sue dita entrare in me, il piacere diventa troppo intenso per essere prolungato.
L’orgasmo che mi travolge è potente, vigoroso, tanto da lasciarmi senza fiato e priva di lucidità per qualche istante. Gli ultimi tremiti mi scuotono ancora quando InuYasha mi penetra, facendomi urlare per la sorpresa e per la nuova scarica di piacere.
-Non ti so dire quanto bella sei.- sussurra, cominciando a muoversi in me.
Le sue spinte sono energiche e tutto il resto è un mischiarsi di sospiri, ti amo sussurrati e batticuori, finché non è l’estasi a coglierci nello stesso istante.
 
 
 
Le lenzuola arrotolate, il corpo nudo e sudato, le gote arrossate, le labbra gonfie per i miei baci e gli occhi vivi e felici..mai l’ho vista più bella e mia di così.
L’attiro a me, non sopportando la distanza minima che ci divide e intimorito dalla possibilità che scappi via come l’ultima volta.
I miei muscoli si rilassano immediatamente quando la sento accoccolarsi contro il mio petto e sbadigliare.
-Non è un discorso chiuso, c’è ancora molto da dire.- chiarisce.
Sorrido, divertito dal suo essere così pignola anche in un momento simile.
-L’unica cosa che c’è da dire è che io ti amo e che non ti serve un altro uomo perché puoi rivivere nuovamente il nostro amore.-
 
 
Non so per quanto ho dormito, ma quando mi risveglio sono ancora stretta ad InuYasha.
Il cuore accelera se ripenso a ciò che è accaduto..in mezz’ora tutti i miei se e i miei ma sono crollati.
Ho paura, ma ho ceduto all’amore e alla voglia di riavere InuYasha al mio fianco. Non so cosa accadrà ora, ma una morsa mi stringe lo stomaco al pensiero di dover affrontare Eric.
L’ho tradito, l’ho ingannato e, nonostante sappia benissimo che lui meriti molto di meglio, il pensiero di non averlo nella mia vita quasi mi fa piangere. Tuttavia, il mio cuore ora conosce qual è la strada da seguire.
Assetata, mi rivesto e lascio la camera da letta diretta verso la cucina.
Le luci già accese mi paralizzano, tento di voltarmi e risalire, ma una voce profonda e sincera mi blocca.
-Kagome, allora non mi ero sbagliato, è con te che mio figlio ha fatto ritorno.-
-S..signor Taisho.- balbetto, visibilmente imbarazzata.
Mi sento un’emerita cretina a starmene impalata, in silenzio, ma il nervosismo mi impedisce di far altro.
-Hai notato che ore sono, signorina?-
Annuisco.
-Sei una ragazza intelligente, Kagome, quindi non mi perderò in inutili giri di parole: InuYasha non fa per te, siete troppo diversi.- proferisce.
-Cos’è che ci rende tanto diversi? Gli importi dei nostri conti bancari?- trovo il coraggio di chiedere.
-Ragazzina, non essere indisponente. Ti stavi creando un futuro in Svezia, torna lì realizza i tuoi sogni e lascia in pace mio figlio. Mi pareva d’aver capito che tra te ed Holmgren ci fosse qualcosa.- insinua.
Arrossisco, prolungando il mio silenzio.
Inuno  Taisho mi ha sempre intimorita e ora che i sensi di colpa verso Eric mi dilaniano, non riesco proprio a controbattere.
-Lascia che ti dica che trovo molto sconveniente ed inadeguato questo tuo comportamento. Holmgren non merita questo trattamento e per te è un ottimo partito.-
-Questo dovrebbe lasciarlo decidere a me.-
I lineamenti del suo viso si induriscono ancor di più.
-Fa della tua vita ciò che preferisci, ma smetti di incasinare quella di mio figlio. Da quest’affare dipende il futuro di InuYasha e tu, da egoista, stai rischiando di rovinarlo per un capriccio personale. Cosa pensi che direbbero tua madre e tuo nonno se sapessero che vai sgattaiolando di notte nelle case altrui con i vestiti scomposti e i capelli arruffati?
La tua famiglia ha già molte difficoltà, non vorrei doverne aggiungere altre.-
Sento gli occhi pungere per l’umiliazione. La sua minaccia, per nulla velata, mi fa fremere per la rabbia. Le sue parole mi fanno sentire sporca, indegna, come se aver fatto l’amore con l’uomo che amo fosse un grave peccato.
No, il mio unico peccato è stato pensare che le cose potessero cambiare. La famiglia di InuYasha non riuscirebbe mai ad accettarmi, la mia felicità sarebbe sempre subordinata ai soldi e agli affari e finirei col danneggiare anche InuYasha.
-Non si preoccupi, signor No Taisho, non ho intenzione di creare nessun casino.- dichiaro, prima di richiudermi la porta alle spalle.
Sono stata una stupida a credere che le cose potessero andare diversamente, ma non  mi pento di c’ho che ho fatto.
C’ho provato, ma è tutto come tre anni fa..il nostro amore non può esistere.




NOTE DELL'AUTRICE:
Salve people,
sono sparita per un pò, ma eccomi di ritorno. Mi spiace se c'ho messo tanto, ma tra lavoro ed università il tempo che mi resta è davvero minimo xD
Ringrazio comunque tutti coloro che continuano a seguire la storia con tanto affetto..come avrete notato il capitolo è pieno di eventi, ma come al solito lascio a voi i commenti finali :)
Vi lascio il link del gruppo, se avete voglia di aggiungervi a noi :) https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ 
Vi lascio anche uno SPOILER cattivello..
-Kagome, vuoi sposarmi? Se mi dirai di sì saprò renderti felice e dimenticheremo il passato.-
[...]
-Sì, lo voglio.-


 

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Capitolo 8
*** Mentre il mondo cade a pezzi.. ***


Il beep ripetitivo e fastidioso del telefono mi informa dell’ennesimo messaggio registrato in segreteria.
Sono già trascorsi tre giorni da quando ho visto InuYasha, ma per me il tempo ha cessato di scorrere in quell’istante.
Mi ha chiamata, mi ha cercata, ma per lui, come per il resto del mondo sono sparita nel nulla. Le parole di suo padre hanno avuto un effetto devastante su di me..oltre il dolore e l’umiliazione, già conosciuti, questa volta c’è di più.
Quando InuYasha mi ha stretto tra le braccia tutti i muri eretti sono crollati, le bugie svanite, ma ora che lui non c’è sento solo il vuoto.
Mi odierà, penserà che io sia scappata via per paura, crederà che io abbia infranto una promessa..ma cos’altro potrei fare?
Devo stargli lontana, ma come posso spiegarlo al mio cuore?
Stavolta è peggio di tre anni fa. Non sento male al petto, ma ancora più in profondità. L’angoscia mi consuma. È un tormento che mi ha imbrigliato la mente, l’anima e il cuore.
Sento, nuovamente, il cellulare squillare, ma la suoneria diversa mi spinge ad allungare, svogliatamente, una mano per afferrarlo.
-Pronto.- mugugno.
-Ti prego, non dirmi che sei ancora a letto nella stessa posizione in cui ti ho lasciata ieri.- mi domanda, con tono accusatorio.
-No, ho cambiato il pigiama.-
-Kagome..- inizia.
- questa cosa non va bene.- concludo io per lei, imitandola.
So che si sta preoccupando per me, ma questa volta non mi va di fingere che sia tutto ok..non ne ho la forza.
-Sei ancora decisa a non rispondergli?-
-Non posso, Sango. Suo padre è stato chiaro. Non so fin dove potrebbe spingersi quell’uomo per tenermi lontana da suo figlio e io non posso mettere in pericolo la serenità della famiglia per un tornaconto personale.-
-Dovresti dirgli tutta la verità.-
-Non posso fare neanche questo.- sospiro, rassegnata.
-Stasera c’è quella festa.- mi dice, tentando di cambiare argomento.
-Non verrò. Lui ci sarà di sicuro. È venuto qui più di una volta, ma mia mamma è riuscita a tenerlo lontano raccontandogli che ero in viaggio con Eric.-
-A proposito di Eric..-
Il mio cuore aumenta i battiti, causandomi una nuova scarica di dolore.
Eric..vorrei dire d’esser pentita di ciò che ho fatto, ma non lo sono.
-Kagome, ci sei?-
-Sì.-
-Dicevo, che ne è stato di Eric?-
-Non lo so.-
-Che significa che non lo sai?-
-Tre giorni fa abbiamo litigato e da allora non l’ho più sentito. Lui non mi ha cercata ed io non ho cercato lui.-
-Ma non sa di te ed InuYasha, vero?- mi domanda.
-No, non ancora. È da codardi, ma non ho voglia di affrontarlo. Non ho voglia di far nulla, Sango.- confesso, mordendo un labbro per trattenere un singhiozzo.
-Io non so dirti come mi sento, o meglio, non sento. Sono vuota, senza voglie, desideri o che altro. Privandomi di lui, mi hanno privata di me stessa.- ammetto senza vergogna e non riuscendo più a trattenere le lacrime.
Sango tace per qualche istante, prima di parlare.
-Anche lui sta male, Kagome. Miroku dice che è disperato. Non riesce a farsi una ragione del perché tu sia sparita così. Non riesce a capire in cosa abbia sbagliato.-
Il suo dolore fa più male del mio.
-Digli che ho scelto Eric perché è lui che amo.-
Le parole mi sfuggono dalle labbra quasi per sbaglio. Sono talmente false, che quasi mi viene da ridere.
-Ma cosa dici?-
-Deve crederci, Sango. Appena ne avrò la forza, sparirò e lui deve smettere di cercarmi.-
-Tutto questo è assurdo.-
-Lo è, ma tu fai come ho detto.- la prego.
-Non ci crederà mai.-
-Tu fa in modo che lo faccia.- replico, chiudendo la telefonata.
Torno a fissare l’azzurro, ormai sbiadito, di cui sono dipinte le pareti della mia camera e stupidamente penso che mi piacerebbe annegare in quel colore.
Annegare in un colore? Cosa significa? Non lo so, ma voglio solamente che la mia mente si perda in qualche dolce oblio.
 
 
Devo essermi addormentata, perché quando riapro gli occhi il cielo è ormai scuro.
Notte o giorno non fa alcuna differenza per me, ma i rumori che provengono dal piano di sotto mi spaventano..che siano entrati dei ladri?
Sento le voci agitate di mia madre e di mio nonno, poi dei passi veloci che si dirigono al piano superiore, verso la mia camera.
Che sia lui? Che sia venuto a prendermi proprio come nel sogno che stavo facendo?
Il mio cuore aumenta i battiti, il mio corpo riprende vita, alimentato dalla voglia che ho di rivederlo…ma quando la porta viene spalancata, con impeto, qualcosa muore nuovamente in me.
Gli occhi che mi fissano non sono di un caldo ed impetuoso ambra, ma di un gelido azzurro.
-Kagome, amore mio, ti senti bene? Tua madre mi ha detto che sei malata.- mi domanda, ansioso, prendendo il mio volto tra le mani.
-Eric.- bisbiglio.
-Sono qui, amore mio. Mi sono comportato da stupido. Perdonami, Kagome. Sono stato malissimo, ho temuto di averti persa e tu sai che non potrei vivere senza te.-
Mi ritrovo tra le sue braccia, stretta al suo corpo.
Lui non può vivere senza me, ma io non posso vivere senza InuYasha..com’è comica la vita.
Le lacrime sgorgano, incontrollate, e in risposta Eric mi stringe maggiormente.
Non sto piangendo per lui, non l’ho mai fatto, eppure è sempre stato il suo abbraccio ad impedirmi di crollare in mille pezzi.
Sono egoista, vigliacca, codarda..sono persa.
-Ti prego non fare così.- sussurra.
Se solo sapesse che ho il cuore straziato per un altro uomo, se solo sapesse cosa è accaduto tre notti fa, andrebbe via, anche lui.
-Digli che ho scelto Eric perché è lui che amo.-
Le parole dette a Sango quello stesso pomeriggio mi tornano incomprensibilmente in mente ed un piano malato prende vita nella mia testa.
-Voglio uscire. Ho bisogno di prendere aria, Eric.- dichiaro, allontanandolo da me.
-V..va bene. Dove vorresti andare?- mi domanda, sorpreso dal mio repentino cambio d’umore.
-Se non sbaglio i signori Kishimoto questa sera danno una festa in tuo onore. Portami lì.-
Mi studia per qualche secondo, in silenzio.
-Va bene, se è questo che vuoi.-
 
 
-Non ti pare tu stia bevendo un po’ troppo, InuYasha?- mi domanda Miroku.
No, non è troppo, perché nessun liquido spegne o placa l’incendio che ho dentro.
È sparita, di nuovo. È andata via con lui ed io vorrei spaccare il mondo intero.
Che si sia presa del tempo per raccontare tutto al parrucchino biondo? Ma perché affrontarlo da solo? Perché sparire nel nulla?
Sto impazzendo, maledizione!
-La signora Kishimoto dice di non aver ricevuto nessuna disdetta, quindi lei e Holmgren dovrebbero venire.-
-Che cazzo di senso ha tutto questo? Lei dovrebbe essere qui con me.- ringhio.
-Non ha senso questo modo di comportarsi, Kagome non è mai stata una persona volubile o scostante.- mormoro, nell’inconcreta speranza che il mio migliore amico riesca a dare un filo logico ai miei pensieri.
-Magari si sarà lasciata trasportare troppo dalle emozioni. Quella sera non era perfettamente lucida, del resto.
Serro forte la presa dei pugni, sentendo l’innaturale scricchiolare dei pomposi bicchieri di cristallo.
-Non osare dire sciocchezze.- sibilo – quella sera Kagome era perfettamente cosciente delle sue azioni. Deve essere successo qualcosa, Miroku, ma non so cosa.-
-Questo potrai chiederlo a lei, se riuscirai a separarla dal suo accompagnatore biondo.-
Mi volto e non riesco a credere ai miei stessi occhi. Lei è qui, bella come sempre, ma al suo fianco c’è lui.
Le stringe un fianco, possessivo, e io sento una furia cieca nascere in me. Non deve toccarla, nessuno deve farlo.
-Bene.- esclamo, ghignando.
-Che significa bene?- mi domanda Miroku, con un’ espressione confusa dipinta in volto.
-Questa sera non solo otterrò le mie risposte, ma mi riprenderò Kagome e toglierò una volta per tutte dalla circolazione quell’inutile e odioso parrucchino biondo.- dichiaro, avviandomi verso gli ultimi arrivati.
 
 
Lo sento, il suo sguardo ambrato è posato con ostinazione su di me. Il mio corpo reagisce alla sua presenza in un modo illogico.
Ho i nervi tesi, i muscoli pronti a scattare e mi sento terribilmente stupida. Cosa mi ha spinto a venire qui? Cosa pensavo di ottenere?
Già diverse volte ha tentato di avvicinarmi e non so come Sango e Miroku siano riusciti a trattenerlo finora.
Non ho incrociato il suo sguardo, non reggerei, e sorridere ad Eric mi sembra il più innaturale e falso dei gesti.
Non ho motivi per sorridere, in realtà mi sento come se non avessi più motivi per vivere.
Forse, l’unica cosa che lo trattiene è la presenza dei coniugi Holmgren.
-Kagome, cara, sei sicura di sentirti bene? Ti trovo sciupata e anche molto pallida.-
-Sto bene, signora Holmgren.- la rassicuro, dispensando l’ennesimo sorriso finto e tirato della serata.
-Forse il Giappone ti stressa, dovresti tornare in Svezia.-
Tornare in Svezia? Non c’ho nemmeno pensato. Voglio andare via, ma il posto non ha alcuna importanza.
Mare, montagna, collina, città o paese..nulla avrà senso se non c’è lui.
-Forse dovrei.- acconsento, giusto per non essere scortese.
-Qualcosa non va tra te ed Eric.- mi domanda.
-Non c’è nulla che non vada tra noi.-
Ed è vero, perché un noi non c’è mai stato e non c’è. Ci sono sempre stata io che, falsa, bugiarda e codarda ho rinnegato i miei sentimenti. Ci sono io che continuo a mentire ed ingannare un uomo che non lo merita.
La signora Holmgren sta per chiedermi altro, ma viene preceduta dall’arrivo del figlio.
-Mamma, non disturbare Kagome.- la rimprovera, scherzosamente.
-Tua madre non mi sta affatto disturbando.- replico, atona…mi sta solo aiutando a ricordare che senza InuYasha non c’è vita.
-Sei pronta?- mi domanda, cingendomi improvvisamente la vita.
-Pronta per cosa?- chiedo.
-Avrei un annuncio da fare.- dichiara a voce alta, interrompendo il chiacchiericcio circostante e attirando l’attenzione di tutti i presenti.
-Vorrei, innanzitutto, ringraziare i signori Kishimoto per averci ospitato nella loro splendida casa. Per me e per la mia famiglia è un onore essere qui, in vostra compagnia, in questa meravigliosa terra. I risultati di questa nuova collaborazione, che porterà beneficio a tutti, saranno presto tangibili e io non potrei esserne più entusiasta. Per tutto questo, e non solo, consentitemi di fare un ringraziamento speciale ad una persona per me importante. Lei mi sprona, mi incoraggia e perché no, mi critica anche. Se oggi sono qui, lo devo a te, Kagome. Grazie, quindi, per far parte della mia vita e per la splendida persona che sei.- sussurra, incatenando i suoi occhi color del cielo ai miei.
Mi attira a sé e mi bacia, incurante delle risatine e degli applausi che gli invitati, divertiti, ci riservano.
Resto immobile, troppo sorpresa.
-Signore, signori, vorrei approfittare ancora per qualche istante della vostra cortese attenzione. Questa meravigliosa creatura mi è accanto da tre anni e io non voglio in nessun modo lasciarmela sfuggire. Per questo, vuoi sposarmi, Kagome?-
Mormorii di stupore si odono intorno a noi, quando Eric mi porge una scatolina vellutata contenente un meraviglioso anello.
Il diamante centrale è enorme e il perimetro circolare del gioiello contornato da minuscole pietre preziose, che risaltano maggiormente in contrasto con le luci degli antichi lampadari.
-Kagome..- mi richiama, ancora in attesa di una mia risposta.
Sposarlo? Dividere il resto della mia vita con lui?
No, non posso farlo, non farei altro che renderlo infelice. Se non posso avere al mio fianco l’uomo che amo, non condannerò qualcun altro per un mio errore.
-I..io..- esito.
Incontro gli sguardi speranzosi delle famiglia Holmgren, quelli preoccupati di Sango e Miroku, contornati da quelli ansiosi dei presenti, ma non trovo il suo.
Mi concentro su Eric ed è chiaro l’amore che gli illumina gli occhi.
-I..io.- balbetto, incapace di continuare.
Una risata strana, spezzata, rompe la strana aria che si era creata intorno a noi. Mi volto e finalmente incontro lo sguardo di InuYasha.
Barcolla verso di me, verso di noi, emettendo strani borbottii.
I suoi occhi sono spenti, vitrei e lontani.
-InuYasha.- lo richiama Miroku, cercando di trattenerlo ed evitare un dramma.
-Lasciami stare.- si lamenta, scrollandoselo malamente di dosso.
Ci raggiunge, a fatica, osservandoci con aria disgustata. Trattengo il fiato, mentre il silenzio è calato intorno a noi.
-Hai qualche problema, No Taisho? Trovi tanto divertenti le mie parole?- chiede, duro, Eric.
Ti prego, InuYasha, non fare guai.
-Holmgren, sì, in effetti ti trovo parecchio divertente. Credi che mettendole un anello al dito riuscirai ad allontanarla da me? Illuso!-
-Qualsiasi cosa ci sia stata tra voi è finita tre anni fa.-
Oh, Eric, non sai quanto ti sbagli..un amore così non potrebbe mai finire.
-InuYasha.- sussurro.
-Sta zitta, puttana.- biascica, ridendo.
-Ma come osi?- ringhia Eric, afferrandolo per il colletto della camicia.
-Come oso? Il mio osare piace parecchio alla tua futura mogliettina,-
-Cosa stai insinuando, bastardo?-
-Chiedi a lei quanto le è piaciuto qualche notte fa  il mio ardore..dal modo in cui si contorceva e dimenava direi non poco.-
Spalanco gli occhi, incredula, di fronte alle sue parole.
-Su, Kagome, diglielo anche tu quanto ti è piaciuto e come hai ragg..-
Viene interrotto dal potente pugno di Eric che lo fa barcollare per diversi metri, prima di finire su un tavolo addobbato.
I suoi occhi, glaciali, guizzano nei miei, in cerca della verità.
-Dimmi che quelli erano solo i vaneggiamenti senza senso di un uomo ubriaco e geloso.- mi implora.
Posso farlo? Potrei mentire, farla pagare ad InuYasha per l’ennesimo casino in cui mi ha messa, per la vergogna che causerà alla mia famiglia, per l’umiliazione e anche per le lacrime che premono per uscire.
Potrei farlo, ma non posso rinnegare quello che c’è stato e l’amore che provo..è un errore che non commetterò due volte.
-Mi dispiace, mi dispiace davvero.-
È l’unica cosa che riesco a dire prima di correre via dai suoi occhi delusi.




NOTE DELL'AUTRICE:
ok, prima di correre a ripararmi in qualche sperduto paesino, ci tengo solo a ringraziare chi la seguito la storia finora e chi continua a farlo :) Grazie a tutti :D
Ormai ci avviamo al finale anche di questa storia..come pensate si evolveranno le cose? Fatemelo sapere, se vi va :D
Alla prossima ;)
Bacii

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Capitolo 9
*** Andare o restare? ***


-T..tre piani? Non crede siano troppi? Cosa? Addirittura quattro? No, senta lo so che..sì, sì, lo so, ma…va bene, faccia come preferisce.- replico scocciata, riagganciando il telefono.
Sollevo gli occhi al cielo, stressata ed esasperata.
-Cosa ti ha detto?- mi domanda Sango.
-E’ incredibile, sembra che la sposa sia lui. Ha avuto il coraggio di dirmi che questo matrimonio è per lui un’ottima opportunità per farsi pubblicità e che non intende quindi contenersi.- le spiego, infastidita.
Annuisce, senza aggiungere altro.
-Non lo trovi assurdo?-
-Trovo assurdo ciò che stai facendo!- dichiara, aumentando il mio malumore.
Mi volto, tentando di ignorare le sue parole e la reazione che mi causano.
La sento sospirare.
-Kagome, sai che non mi piace vederti così, ma che amica sarei se non ti dicessi che stai sbagliando?-
Sto sbagliando? Probabilmente, ma non vedo che altra piega potrebbe prendere la mia vita.
-Dovresti essere una sposa felice, non una che litiga col pasticciere, con gli organizzatori e con il fioraio. Non è il loro lavoro che non va, ma la tua predisposizione. Ma poi perché fare tutto così in fretta? Ti rendi conto che mancano solo sette giorni al matrimonio? Perché organizzare tutto in due settimane? Te lo dico io, perché teme che tu da un momento all’altro ritrovi la ragione e ci ripensi!-
Questa volta sono io a sospirare, per nulla felice di riaprire un discorso che vorrei con tutte le mie forze chiudere per sempre.
-Sango, così non mi aiuti..- sussurro.
Torno con la mente ad una settimana prima, cercando di ricordare come sono arrivata a questo punto.
-Kagome, non importa cosa sia accaduto, non sei costretta a fare le valigie e partire così di fretta.- mormora mia madre, quasi in lacrime.
So che la mia partenza la farà soffrire, so che si sta preoccupando per me, ma non posso più restare.
Non saprei dire come mi sento in questo momento. InuYasha, lui..mi sembra incredibile ciò che ha fatto.
Sospiro, infilando, a caso, una quantità spropositata di indumenti nel bagaglio.
Non so dove andrò, ma dopo stasera, non voglio restare in questo paese un minuto di più.
La porta si spalanca, improvvisamente, e mi viene istintivo tremare quando incontro un paio di gelidi occhi chiari.
Chino il capo, colma di vergogna. Codarda più che mai, avevo sperato di evitare questo confronto che non farà che farmi altro male.
-Signora Higurashi, la prego, avrei bisogno di parlare con sua figlia,- chiede, educatamente.
Mia madre sposta lo sguardo da lui a me, in evidente difficoltà. Vorrei tanto pregarla di non andare via, ma lui vuole delle risposte e almeno quelle, dopo il mio comportamento imperdonabile, gliele devo.
-Io..- tentenna mia madre.
-Signora Higurashi, la prego. Se è per l’incolumità di sua figlia che teme, può star tranquilla, non le farei mai del male.-
Seguo,attentamente, ogni movimento di mia madre, che annuisce e si richiude silenziosamente la porta della mia camera alle spalle.
Sono qui, sola con l’uomo che ho tradito e deluso e mi piacerebbe sprofondare in un buco nero.
Sono imbarazzata per il mio comportamento, ma non pentita e questa sarà la cosa più dura da ammettere.
-Credo tu mi debba delle spiegazioni.- ringhia, con voce gelida.
-Eric..- tento di dire, ma vengo interrotta.
-Ti prego, limitati a rispondere alle mie domande. Almeno questo me lo devi.-
Annuisco.
-Questa storia andava avanti già da molto tempo?-
-No, certo che no..non ti avrei mai fatto una cosa simile.-
Mi fulmina, prima di lasciarsi cadere sul mio letto.
-Allora spiegami come sia potuto accadere, in cosa ho sbagliato, perché io non riesco a capirlo.- mi domanda, con una nota di supplica nella voce.
Mi si stringe il cuore nel vederlo così.
-Sul serio non riesco a capirlo, Kagome. Mi sembrava che andasse tutto bene tra noi. In cosa ho sbagliato?-
-In niente, Eric, in niente. Il problema non sei tu, ma io.-
Non vorrei ferirlo, ma se è la verità che vuole, non posso negargliela.
-Sapevo che venire qui non era una buona idea, ma non credevo che potesse portare a conseguenze tanto drastiche. Sei una persona splendida, Eric, l’uomo che tutte le donne vorrebbero accanto e se io non fossi..- esito qualche istante, cercando di trovare la parola adatta. – se non fossi difettata,mi sarei sicuramente innamorata di te.-
-Difettata? Che cazzate sono queste? Sei stata tre anni al mio fianco e per te non è significato nulla?- urla.
-Non è ciò che ho detto. Eric, sai benissimo quanto per me sia stata importante la tua presenza. È stata la tua vicinanza a salvarmi..se non fosse stato per te probabilmente a quest’ora non sarei nemmeno qui. Ti sarò sempre grata per questo, ma non posso scegliere chi amare.-
-Mi stai dicendo che sei ancora innamorata di quello stronzo? Non ti è ancora bastata tutta la sofferenza che ti ha inflitto? Dopo stasera credi ancora che potrete vivere felici e contenti?- mi domanda, sprezzante.
-Non è ciò che ho detto. So bene che tra me ed InuYasha non potrà esserci nessun futuro.- ammetto, con amarezza.
-E allora? Perché mi hai tradito, Kagome? Per il ricordo di una cotta adolescenziale?-
Cotta adolescenziale? Possibile che davvero non capisca?
-Eric, è illogico, ma io lo amo. Amo lui e nessun altro, incondizionatamente. Al di là di tutto il male che mi ha fatto, purtroppo continuo ad essere innamorata di lui.- strillo, non riuscendo a trattenere ulteriormente le lacrime.
Si solleva, con un movimento rapido, e afferra le mie spalle.
-E io? Io cosa sono per te, Kagome?-
Già, lui cos’è per me?
Tutto e niente. Non lo amo, ma è una parte importante della mia vita..uno dei miei pochi punti fermi.
-I..io non lo so.- sussurro, in evidente difficoltà.
La sua reazione mi sorprende. Mi stringe a sé, saldamente, tuffando la testa tra i miei capelli.
-Non mi importa,io ti perdono. È stato un errore, ma io ti perdono. Voglio sposarti, averti accanto, renderti felice.-
Spalanco gli occhi, basita. Dovrebbe odiarmi, insultarmi e invece mi sta chiedendo di restargli ancora vicino.
Tento di allontanarlo da me, ma quando sento le sue lacrime scivolare sulle spalle lasciate scoperte dall’abito, mi paralizzo totalmente.
Sta piangendo.. lui che è sempre stato forte, sicuro di sé, sta piangendo a causa mia.
Potrei sentirmi peggio di così?
Sto causando una sofferenza immensa ad un uomo che non lo merita.
Trovo la forza di allontanarlo da me ed infliggergli il colpo di grazia.
-Non è stato un errore, non mi sono pentita di ciò che ho fatto. Sono consapevole del fatto che è stato ingiusto, ma l’ho fatto con amore. Eric, quando si tratta di lui, non sono più in grado di ragionare con freddezza, è il cuore a prendere il sopravvento. Tu non meriti questo, ma molto di più. Meriti una persona che sia capace di ricambiare l’amore che dai, che sappia renderti felice, non una che si strugge per un altro.-
I suoi occhi tornano gelidi, seri, e si puntano con ostinazione nei miei. Dopo un po’ sono costretta ad abbassare lo sguardo, incapace di sostenere l’intensità del suo.
Cosa starà pensando? Probabilmente a che persona spregevole e disgustosa io sia. Penserà che l’ho ingannato, che l’ho usato e ancora non l’ho capito nemmeno io se è effettivamente stato così.
-Non mi importa.- sussurra, all’improvviso.
-Eh?-
-Ho detto che non mi importa. Ti voglio lo stesso al mio fianco.- dichiara, stringendo le mie mani tra le sue.
-Non può funzionare, Eric.- nego, allontanandolo da me.
-Questo dovresti lasciarlo giudicare a me.-
-Come puoi chiedermi una cosa del genere quando ti ho appena detto che è un altro l’uomo che amo?-
-Hai anche ammesso che non ti sono indifferente.-
-Le due cose non sono minimamente comparabili. Ma non lo capisci che finirei solamente col renderti infelice?-
-Non mi importa! Perché non capisci che non posso fare a meno di te?- asserisce, stringendo nuovamente le mie spalle.
Ma per quale ragione deve rendere le cose così difficili? Non comprende che anche per me è doloroso allontanarlo?
Tento di parlare, ma le sue parole mi lasciano di nuovo inerme.
-Quando avevi bisogno di me, io c’ero. Quella sera, Kagome, la più terribile di tutta la tua vita, mi hai chiesto di restarti accanto, di non abbandonarti e io non l’ho fatto. Ho continuato a stringerti per tutta la notte, ignorando il fatto che fosse suo il nome che hai sussurrato ininterrottamente.-
Resto in silenzio, non sapendo cosa dire.
Ricordo perfettamente quella notte, quella in cui ho tentato stupidamente il suicidio, ma perché proprio ora me lo sta rinfacciando?
-Questa volta sono io a chiedertelo, Kagome. Resta con me, al mio fianco, non abbandonarmi.- mi supplica.
Cerco di arretrare, spiazzata. Non può farmi questo, non così.
-Non pretenderò nulla da te, ti chiedo solo di starmi accanto. Sposami e giorno per giorno io troverò un modo per renderti felice..per farti innamorare di me.-
-Non accadrà mai..il mio cuore apparterrà per sempre a lui.-
-Ti darò una vita confortevole, una famiglia. C’avevi mai pensato, Kagome? Tu ami i bambini, ma stando da sola ti priveresti anche della gioia di essere mamma.-
Certo che c’ho pensato..ma che senso avrebbe non condividere queste felicità con la persona che amo?
-Potresti avere tutto questo, non dovresti rinunciare a nulla e io non ti chiederò altro in cambio. L’unica cosa che pretendo è che tu onori la promessa che mi hai fatto tanto tempo fa.. mi avevi detto che non mi avresti mai lasciato solo se avessi avuto bisogno di te. Ed ora, più che mai, io ho un disperato bisogno di te, Kagome.-
-Ti renderò infelice.-
-Non potrei mai esserlo con te al mio fianco.-
-Dormirò con te, ma i miei pensieri saranno rivolti ad un altro uomo. Verserò tra le tue braccia lacrime a causa di un altro. Il mio dolore finiranno col logorare anche te. È questo che vuoi?- domando, atona.
-Ho bisogno di te.- ripete ancora lui.
-Se è l’infelicità che cerchi, non ti dirò di no, ma sappi che da me non potrai avere altro.-
-Accetti di sposarmi allora?- mi chiede, entusiasta.
Annuisco, spinta da chissà quale diavolo tentatore.
 
-Sto cercando di aiutarti a non fare sciocchezze.-sibila, con tono aspro Sango, riportandomi alla realtà. –Cosa ti ha spinto ad accettare la sua proposta?-
-Il fatto che lui sia perso, esattamente come me. Non so spiegartelo, Sango, ma la disperazione che gli illuminava lo sguardo mi ha straziata dentro..lui per me conta molto.-
-E per questo hai pensato che sposandolo avresti potuto alleviare almeno la sua di sofferenza. Hai pensato che forse essendo lui l’unico che, almeno in parte, è riuscito a mitigare il tuo dolore in questi tre anni, potrebbe rendere la tua vita meno desolata. Hai pensato che forse un marito, dei bambini, potrebbero rendere la tua solitudine meno devastante.- mi fa notare.
-Non è solo questo. Lo so bene, Sango, che non guarirò mai, così come so che nessuno nel mio cuore o nella mia testa potrà prendere il posto di InuYasha. Però, forse, insieme potremmo alleviare il nostro dolore.-
È un motivo patetico su cui basare un matrimonio,me ne rendo conto.
-Stai facendo un grosso sbaglio e te ne renderai conto.-
Sospiro, chiudendo gli occhi.
-A questo punto, Sango, posso dirti che temo che tutta la mia vita sia stata uno sbaglio.-
Il silenzio cala per qualche minuto tra di noi.
-Ti sta cercando, vero?- mi domanda, cambiando bruscamente argomento.
Annuisco.
- È  per questo che ho chiesto ad Eric di trasferirci in hotel. Non voglio vederlo, Sango, mai più.-
-Intanto sei costretta a dividere il letto con un uomo che non ami.- mi fa notare, risentita.
-Temo che tu ti sia fatta un’idea sbagliata di Eric. Non mi ha imposto affatto la sua presenza. A breve sarò sua moglie, potrebbe pretendere da me un comportamento diverso e invece mi ha lasciato i miei spazi, occupando la camera accanto. Non merita le tue accuse.-
-Mi spiace, capisco di star esagerando. Non ce l’ho con lui, Kagome, ma con questa situazione ingiusta.-
Il telefono della mia camera squilla, interrompendo la nostra conversazione. La voce cortese di una addetta alla reception mi avvisa che un ospite mi sta attendendo nella hall.
Chi potrà essere?
Saluto Sango all’ingresso, prima di dirigermi verso l’elegante salone. Mi guardo intorno, ma le raffinate poltrone, foderate di rosso, sono tutte vuote.
Che abbiano sbagliato?
-Kagome!-
Mi volto, più che sorpresa di udire quella voce. I miei muscoli si tendono, nervosi, mentre mi perdo in due occhi d’ambra, così simili a quelli che amo.
-Signor No Taisho.- esclamo, sorpresa –Cosa ci fa lei qui?-
-Devo parlarti, Kagome.-
Il suo tono è austero, autoritario, come lo ricordo da sempre.
Cosa potrà volere questa volta? Lui e la sua famiglia non fanno più parte della mia vita.
-Se è venuto fin qui per accusarmi per l’accordo saltato o per le ingiurie che a causa mia sono state recate alla sua parentela, la informo che non ho intenzione di ascoltarla. Per questo, se non le dispiace, mi congedo. Le auguro una buona serata.-
Cerco di oltrepassarlo, ma mi blocca, afferrandomi gentilmente un polso.
-Non è questo il motivo della mia venuta. Ti ruberò pochi minuti, ma ti prego di ascoltarmi, Kagome.- mi chiede.
Acconsento. Mi indica con un cenno del capo le poltrone, sulle quali ci accomodiamo.
-Se è venuto fin qui per dirmi di uscire dalla vita di InuYasha, sappia che l’ho già fatto.- l’anticipo, visto il silenzio calato.
Ma non aveva qualcosa da dirmi?
- È proprio per parlare di mio figlio che sono qui.-
Mi irrigidisco, muovendomi a disagio sull’ampia poltrona.
Sarei dovuta andar via, lo sapevo..
-Ti devo delle scuse, Kagome.- dichiara.
Spalanco gli occhi, più che sorpresa dalle sue parole. Starà parlando proprio con me? Mi starà prendendo in giro?
-Credo di non capire.-
-Mi vergogno di me stesso, Kagome, del modo in cui ho trattato te e la tua famiglia per tutti questi anni, per l’uomo che sono diventato.-
-Perché dice questo?-
-Perché mi sono reso conto di essere la causa dell’infelicità della mia famiglia. Solo quando mia moglie mi ha accusato di essere uno sconosciuto, mi sono reso conto dell’uomo cinico, duro ed insensibile che sono diventato. Ti chiedo perdono, Kagome, per il modo inopportuno in cui ti ho trattato e per le umiliazioni e la sofferenza che ti ho causato.-
Distolgo lo sguardo, mordendo la lingua per frenarla. Non sono un tipo che porta rancore, ma la sua confessione più che rabbonirmi, mi ha suscitato una gran rabbia.
È sua, solo sua la colpa di tutto questo. Colpa della sua smania di potere, di magnificenza, se mia madre ha perso il suo lavoro e la sua migliore amica, colpa dei suoi pregiudizi se io ho dovuto dire addio all’uomo che amo. È troppa la sofferenza che i suoi gesti prepotenti hanno causato.
Sorride, sorprendendomi ancora.
-Lo capisco il risentimento che provi, te lo leggo chiaro in faccia e non potrebbe essere altrimenti. Ci terrei davvero ad ottenere il tuo perdono, Kagome, ma il motivo che mi spinge qui è più egoistico.-
Mi faccio più guardinga udendo le sue parole.
-Se sono qui è perché solo tu puoi aiutarmi. Sono molto preoccupato per InuYasha.- sussurra, con un filo di voce.
-Cosa? InuYasha? Cosa gli è successo?- chiedo, scattando in piedi.
-Sta male, molto male, Kagome. Si è chiuso nella sua camera e niente lo smuove. Sua madre, suo fratello, Miroku, hanno provato di tutto, ma non ha funzionato niente. Non mangia, non dorme..non vive. Ho paura che di questo passo finirà con l’ammalarsi sul serio.-
Chi meglio di me può capirlo? Mi sento esattamente come lui..
-Mi spiace, ma non capisco cosa c’entro io con tutto questo.-
-Solo tu puoi aiutarlo. Va da lui, Kagome..restituiscigli la vita.- mi prega.
Andare da lui?
Continuo a fissarlo, ma la mia mente è già lontana.
Cosa devo fare?
Mentre me lo chiedo, conosco già la risposta.



NOTE DELL'AUTRICE:
Ok, prima di scappare in Lapponia, vi rompo le palline con il mio solito cianciare xD So che il capitolo è un pò moscio, ma mi serviva come intermezzo. Ormani al finale ne mancano solo due più l'epilogo e vi assicuro che ci sarà un bel pò di movimento.
Kagome con rassegnazione ha accettato di sposare Eric, ma poi ecco che spunta il padre di InuYasha..e cosa accadrà ora? Cambierà idea Kagome o non procurerà una nuova sofferenza ad Eric abbandonandolo a due passi dal matrimonio? A proposito di Eric, è stato un pò cattivello a ricordare a Kagome la promessa che gli aveva fatto, sfuttandola contro di lei in un momento simile :D
Comunque, se vi fa piacere, sarei lieta di conoscere il vostro parere :) Ringrazio come sempre chi continua a seguire la storia, siete numerosi e io non posso che essere strafelice *_*
Grazie ancora e a presto :D
Bacii
P.s. Come semrpre, vi lascio il link del gruppo: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/

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Capitolo 10
*** Speranze vane ***


-Ehi, InuYasha, l’hai vista quella?- mi urla Seiko.
La sua voce mi distrae, stecco male e regalo un altro punto a Miroku che sorride soddisfatto.
Che voglia di prenderlo a pugni che ho..si tratterà anche di una stupida partita a biliardino, ma non mi piace perdere.
-Che cazzo vuoi, Seiko?-
-Guarda quella lì..non è assolutamente scopabile?- urla, indicando, senza vergogna, una ragazza, di qualche anno più grande, poco lontana.
Le gambe, lasciate visibili dalle calze velatissime, sono magre e le forme prosperose del suo corpo riesco a vederle anche da qui.
Il rossetto rosso le evidenzia le labbra piene in maniera invitante e le ciglia, lunghe e nerissime, le regalano uno sguardo sensuale..sì, è decisamente scopabile.
-Diciamo che non è male.- affermo con tono superiore e disinteressato.
-Non avrà freddo di questo periodo con le gambe da fuori?- si intromette Kagome, comprendendo immediatamente l’oggetto della nostra discussione.
Sorrido, osservandola. È l’opposto di quella ragazza: jeans, scarpe basse e una comoda e pratica t shirt.
-Sei solo invidiosa perché un fisico del genere te lo sogni.- la provoco.
Gonfia le guancie, indispettita.
-Antipatico..- strilla, raggiungendo Sango.
Ridacchio, divertito dal suo carattere permaloso. Quella sciocca è bella nella sua semplicità, non ha bisogno di apparire, ma lei non lo ha ancora capito.
-Ehi, amico, non so che problemi tu abbia alla vista, ma io trovo che anche Higurashi sia assolutamente scopabile. Forse anche meglio di quella, ha un culo che..-
Riesco solo a sentire il divertito “ahi, ahi” di Miroku, prima di afferrare Seiko per il collo della felpa.
-Coglione, fai un altro commento del genere su Kagome e ti spacco la faccia.- sibilo, mollando la presa.
-Ma..-
-Niente ma, lei non si tocca.-
 
-Pagherei milioni per sapere a cosa stai pensando. Hai un’espressione demente dipinta in volto mentre sorridi come un coglione.-
La voce di Miroku mi riporta al presente.
-Pensavo..- dichiaro, laconico.
-Difficile immaginare a chi.-
-Sono stato un idiota, Miroku. Molti anni fa potevo averla per me, ma nemmeno mi accorgevo veramente di lei. Se non fossi stato tanto cieco ora non saremmo a questo punto. Quanto dolore avrei potuto risparmiare ad entrambi..-
-Senti, InuYasha, siamo entrambi d’accordo sul fatto che tu sia un idiota patentato, ma non è da te reagire in questo modo. Ti sei arreso, ti sei dato per vinto, amico. Se è lei che vuoi, perché non ti alzi e vai a riprendertela?-
Quante volte mi ha già ripetuto queste parole negli ultimi giorni?
Dice di non avermi mai visto così, perché io così non mi sono mai sentito. Ho perso la fame, la voglia di alzarmi, di uscire e di vivere.
Che senso ha? Sarebbe tutta una finzione perché soltanto lei può rendermi felice.
A spingermi ad andare avanti prima era la voglia di averla al mio fianco, la speranza di riaverla, ma ora che senso avrebbe?
L’ho persa a causa della mia stupidità e lei non tornerà più.
-Senza di lei nulla ha senso.-
-Allora vattela a prendere. Dimostrale il tuo amore, di essere pentito, di essere degno di lei e del suo perdono.- mi sprona.
Degno di lei? Non lo sarò mai, visto il mio comportamento di questi anni.
-Ormai l’ho persa e senza di lei ho smarrito anche me stesso.-
Sospira, raccogliendosi la testa tra le mani.
Mi fa schifo lo stato in cui mi sono ridotto, ma senza Kagome sono solo un muro di spavalderia e presunzione crollato in mille pezzi.
 
 
-Senti, amore, dovrei chiederti una cosa.- dice Eric, cogliendomi di sorpresa.
Fisicamente sono con lui, ma ho la testa altrove.
-Mh?-
-Ho ricevuto una mail dall’ufficio e sono sorti degli imprevisti urgenti. Dovrei correre lì.-
-Ah..-
-So che avremmo dovuto passare questa giornata insieme, ma non posso proprio evitarlo.- mi spiega, con voce colpevole.
-Non importa, và pure.-
-Grazie mille, amore. Ti prometto che quando saremo sposati non ti lascerò andare un attimo.- ride, attirandomi a sé e lasciando un bacio sulla mia bocca.
Sorrido e rispondo al suo bacio in segno di saluto.
Non appena la porta si chiude, tiro un sospiro di sollievo.
Forse la fortuna ha deciso di girare un po’ anche dalla mia parte, perché i Kami mi hanno appena evitato una giornata infernale.
Non sono dell’umore per uscire, non ho voglia di stare con Eric, perché ho altre preoccupazioni per la testa.
 Le parole del padre di InuYasha mi tormentano. Ho fatto violenza a me stessa per non correre da lui, ma non posso farlo.
Sono preoccupata, davvero, ma se lo rivedessi non sarei capace di lasciarlo andare di nuovo.
Sono furiosa con lui per il suo comportamento irresponsabile, per l’umiliazione che la sua bravata alla festa mi ha causato, ma lo amo troppo per odiarlo.
E se commettesse qualche sciocchezza? So che non è uno stupido, ma so anche che il dolore ti porta a fare cose inimmaginabili.  Se il signor No Taisho è arrivato al punto di chiedere il mio intervento, la situazione deve essere davvero drastica.
E se avesse chiamato Nazuna per alleviare il suo dolore?
Sento il cuore aumentare i battiti, per la preoccupazione mista ad una cieca gelosia.
Non esito oltre, raccolgo il cellulare, lo infilo in borsa e corro ad aspettare l’autobus che già mille volte mi ha condotta a casa di quello che un tempo era il mio migliore amico.
Non posso sposarmi con questo dolore al petto.
 
Esito, di fronte la maestosa villa. Questa grande e lussuosa casa ha sempre avuto il potere di farmi sentire piccola, di mettermi a disagio.
Cosa mi blocca ora che anche il più grande degli ostacoli, il signor No Taisho, è caduto? È ancora la paura. Perché non so cosa aspettarmi, perché non so come comportarmi, perché una volta varcata quella soglia so che sarò nuovamente vittima dei miei sentimenti e creta facilmente modellabile nelle mani dell’uomo che più di tutti mi ha donato felicità e dolore.
Non so a cosa potrà portare questo confronto, ma è certo che quando uscirò da quella casa non sarò la stessa persona che vi è entrata.
Mi avvio all’ingresso e mi gelo sul posto quando una delle domestiche mi informa che “il signorino è in casa, ma non vuole vedere nessuno”.
Che sia un segno del destino?
E ora che faccio? Potrei insistere o mettermi l’anima in pace e cercare di ricominciare come ho già fatto tre anni fa.
Chi voglio prendere in giro? Non è mai ricominciata, perché non è mai finita. Senza di lui non c’è futuro, ma solo una parvenza di quotidianità, tirare avanti con sorrisi finti e morire dentro ogni giorno un po’ di più.
-Signorina, si sente bene? Ha capito cosa ho detto? Il signorino non vuole ricevere visite.- mi ripete la domestica, palesemente scocciata per la perdita di tempo.
-Kumiko, cosa succede?- interviene una voce conosciuta.
-Signor No Taisho, nulla di cui debba darsi pensiero. La signorina stava per congedarsi, vero?-
La figura del padrone di casa, sempre distinta ed elegante, si affaccia sull’uscio di casa.
-Buongiorno.- mormoro, in evidente disagio.
-Kagome, sei venuta. Entra, accomodati.- mi prega.
Sorpresa dalla sua insolita gentilezza, accolgo il suo invito, superando la stupita domestica.
-Mi dispiace per l’accoglienza. Kumiko è al nostro servizio da breve, non poteva sapere che tu sei una di casa.-
Una di casa? Non è stato lui che ha provato in tutti i modi a tenermi lontana?
-Non importa.- mi limito a rispondere.
-Posso offrirti qualcosa? Un tea magari, o qualsiasi cosa tu preferisca.-
Decido di mettere fine presto a questa commedia. Nonostante i suoi modi cordiali, mi sento in soggezione e non dimentico il modo burbero, scontroso, in cui mi ha trattato in tutti questi anni e le minacce più o meno velate.
-No, grazie. Sono venuta per vedere suo figlio, ma mi è stato riferito che non vuole ricevere visite. Forse è meglio che vada.- sussurro, mentre la codardia sta nuovamente prendendo il sopravvento.
Prima che possa aggiungere altro, veniamo interrotti da una terza voce.
-Kagome.-
-Miroku, ciao.- lo saluto, per nulla sorpresa di vederlo lì.
-Solo tu puoi fare qualcosa.- sussurra il signor No Taisho, prima di congedarsi.
Il silenzio cade su di noi.
-Lui come sta?- trovo il coraggio di chiedere.
-Male, non l’ho mai visto così, ma immagino che tu ne sia già al corrente. Mi sorprende vederti qui.-
Resto in silenzio, incapace di controbattere.
Sono venuta qui spinta dal cuore, ma ha realmente un senso il mio gesto?
Miroku mi si avvicina, poggiandomi una mano sulla spalla.
-Sono successe molte cose in questi tre anni, Kagome. InuYasha ha sbagliato tante volte, ma ha capito fino in fondo i suoi errori. Adesso è tutto nelle tue mani.- mi sussurra, prima di oltrepassarmi.
Resto qualche secondo immobile, di fronte la scalinata che conduce ai piani superiori, fin quando non trovo il coraggio necessario a percorrerle.
Sosto dinnanzi la porta della sua camera, indecisa sul bussare o meno, ma poi lascio che a guidarmi sia l’impulsività. La spalanco e focalizzo immediatamente la mia attenzione sul ragazzo che giace, scompostamente, sull’ampio e comodo letto.
-Miroku, non ti hanno insegnato a bussare? E poi, non eri andato via? Non ti sei ancora stufato di ripetermi tutti i giorni le stesse cose?-
La mia mancata risposta lo porta a voltarsi, probabilmente sorpreso per il silenzio calato.
Spalanca gli occhi e velocemente scende dal letto per avvicinarsi, arrestandosi a pochi centimetri da me.
-Kagome..- sussurra, palesemente stupito.
Non rispondo, troppo impegnata a studiare la sua figura.
È sempre bello, ma quasi fatico a riconoscerlo. I suoi capelli sono in completo disordine e alcune ciocche, troppo lunghe, gli ricadono scompostamente sul viso. La tuta, anonima, troppo larga e sgualcita, gli conferisce un’aria trasandata e quasi malaticcia.
Che fine ha fatto l’InuYasha che conosco? Quello che un tempo era il mio migliore amico, non si sarebbe mai ridotto in questo stato. Dov’è il ragazzo forte, presuntuoso e sicuro di sé che tanto amo?
Mi abbraccia e sento un piacevole calore risvegliare il mio corpo, ma non trovo la forza per ricambiare la sua stretta.
Quanto mi piacerebbe poter fermare il tempo in questo momento, restare per sempre così, stretta nel suo abbraccio, senza bisogno di inutili parole e spiegazioni, dimenticando tutto il resto del mondo.
Si allontana, scambiando forse la mia immobilità per freddezza.
-Cosa ci fai qui?- mi domanda, trascinandomi verso il letto.
-Mi è stato riferito che non stavi bene e volevo constatarlo con i miei stessi occhi.- mormoro.
Non so dire come mi sento: impaurita, in imbarazzo, forse a disagio, quasi come se stessi parlando con uno sconosciuto.
Cos’è questo miscuglio di emozioni?
-Non sto passando un bel periodo, in effetti.- ridacchia, passandosi una mano tra i capelli già scomposti.
Sono qui e ora non so che dirgli. Vorrei lasciare il mio cuore libero di parlare, ma sento qualcosa che mi frena. Mi è vicino, siamo soli, ma mai prima d’ora l’ho sentito più distante di così.
Cosa sta succedendo, InuYasha? Cosa ci è successo?
-Ti devo delle scuse.-
Annuisco, lasciando che continui.
-Il mio comportamento alla festa è stato…inammissibile.-
-Perché hai detto quelle cose? Tu..-
-No, non le penso affatto. L’alcol, misto alla gelosia, mi ha portato a dire cose senza senso. Non capivo cosa stesse accadendo, cosa ci facessi lì con lui. Ignoravi le mie chiamate, eppure pochi giorni prima eri stata mia. Ero confuso, irato, ma questo ovviamente non mi giustifica. Perché sei sparita in quel modo,Kagome?-
Chino il capo, incapace di mantenere il contatto visivo.
Non ha senso raccontargli delle minacce di suo padre ora, non porterebbe a nulla.
-Non era una situazione facile quella, InuYasha. Tutto quello che è accaduto non poteva essere dimenticato con una notte, anche se magnifica.-
Racchiude la mia mano tremante tra le sue,mandandomi il cuore in tilt.
-Ora siamo qui e abbiamo tutto il tempo. Parlami, dimmi tutto.- mi prega.
Ho la gola secca, deglutisco per alleviare il bruciore. Ormai abbiamo toccato il fondo, non ci sono più barriere tra noi, non ci sono più scorciatoie o vie di fuga..è il momento della verità totale.
-Ho impiegato molto per elaborare ciò che veramente il nostro rapporto significava per me. Non riuscivo a capire perché fosse così radicato, così viscerale. Insomma, tante persone si lasciano e trovano il modo di andare avanti, ma io non ce la facevo. Ho pianto, mi sono disperata, ho implorato i Kami affinché mi aiutassero a dimenticarti, ma è stato tutto vano. Poi finalmente ho capito e in quel momento, per un istante, mi sono sentita libera.- ammetto, sorridendo.
-C..cosa hai capito?- mi domanda.
-Non mi sarei mai potuta liberare di te, InuYasha. Non so come spiegartelo, è come se tu fossi una malattia cronica, una di quelle che non vanno più via. Non potevo estromettere i ricordi e i pensieri, perché tu eri presente in tutto, in tutto ciò che dicevo e facevo. Sei in ogni parte di me:nel mio cuore, nella mia mente, nella mia anima. Sei, per me, il mondo intero racchiuso in una sola persona.-
-E per me è lo stesso, Kagome.- ammette, aumentando la presa sulle mie mani. – ma se è così perché non sei tornata indietro? Avremmo potuto..-
Lo interrompo, intuendo subito ciò che vuole dirmi.
-Perché questa è la parte bella, InuYasha. La luce è sempre complementare al buio, non esiste il bianco senza il nero e così come ti amo, ti ho anche odiato. La rabbia, l’angoscia, il risentimento, il dolore e la gelosia le associavo alla stessa persona che mi faceva battere il cuore. Come potevi farmi allo stesso tempo bene e male? Non l’ho mai capito fino in fondo.
Dicevi di amarmi, ma hai sempre lasciato che le idee di tuo padre e del suo mondo prendessero il sopravvento. Mi volevi, ma non hai mai lottato veramente per avermi.-
-Questo non è vero.- afferma con veemenza. –Sei scappata, sei sparita e io ho fatto di tutto per trovarti. Dopo che sei tornata ho provato in tutti i modi a dimostrarti che ero pentito, che ero cambiato e che non avrei più  sbagliato. Io ho commesso degli errori, ma tu hai lasciato che la paura ti sopraffacesse e sei fuggita via da me, da noi.-
-È vero.- ammetto.
Ho lasciato che i giorni scorressero uno dopo l’altro, monotoni e grigi, pur di non affrontare fino in fondo le mie paure.
-Quello che non capisco, Kagome, e come tu abbia permesso ad un’altra persona di restarti accanto quando ciò che provi per me è così intenso.- sibila, serrando i pugni.
Eric..come spiegargli cos’è per me.
-Non so come spiegarti cosa lui significa per me. All’inizio era solo un modo come un altro per mettere a tacere il dolore quando era ancora troppo forte e assordante poi è diventato un amico, un confidente.-
-Ma non puoi amare lui se ami me..-
-No, infatti, non lo amo nel senso tipico della parola. Non so spiegartelo, ma ogni volta che ripensavo al male che avevamo saputo farci, lui era l’unica cosa che mi faceva stare non bene ma meglio. Con lui affrontare le cose era un poco più semplice.-
-Un ripiego, insomma.- mormora, con tono amaro.
-Come per te lo sono state Nazuna e le altre.-
-Io odio il fatto che lui ti stia vicino, che lui occupi nella tua vita il posto che spetterebbe a me.- ringhia.
Lo guardo, impreparata. Ho il cuore in gola e le mani sudate. Mi sento libera, impaurita..speranzosa. Ho avuto il coraggio di dirgli tutto quello che da tre anni mi portavo dentro, gli ho confessato le mie paure, le mie incertezze e la mia rabbia e adesso cosa ne sarà di noi?
Non ci sono più segreti, non ci sono più ostacoli..posso davvero sperare in un futuro per noi?
-Quello che provo per te mi fa paura per quanto è intenso. Ogni volta che mi fai male dovrei odiarti e invece riesco solo ad amarti ancora di più. Sei l’unico che può rendermi felice.- sussurro, nella speranza che dica qualcosa.
-Però stai per sposare un altro.- mi ricorda.
Serro gli occhi, lo stomaco è contratto, fa male, il cuore batte troppo forte, mi manca l’aria. Se non lo faccio ora, non lo farò mai più.
-InuYasha, non ci sono più segreti tra noi. Se anche tu mi ami, resta con me.- sussurro.
Non mi lascia completare la frase, perché un suo dito va a poggiarsi, leggero, delicato, sulle mie labbra secche e screpolate.
-Shh, non aggiungere altro, ti prego, altrimenti non riuscirò a fare ciò che è giusto. Ti amo più della mia vita, Kagome, ma ti ho procurato troppa sofferenza. Ho dovuto accettarlo, non sono in grado di renderti felice senza arrecarti anche dolore. Ho logorato quello che c’era tra noi con le mie bugie e i miei errori, ma non posso più farlo.-
-C..che vuoi dire?- bisbiglio, improvvisamente spaventata.
Non può farlo davvero..
-Ciò che desidero più al mondo, prima ancora dell’averti al mio fianco, è vederti felice. Io non sono capace di farlo, non nel modo in cui meriti.-
Mi sta lasciando, lo sta facendo davvero. Sento gli occhi inumidirsi..che stupida sono stata.
-Io..- tento di dire, ma mi blocco immediatamente.
Cosa dovrei dire? Mi sono illusa da sola, forse è questa la cosa giusta da fare.
Non voglio sentire altro, non c’è altro da dire.
-Ti prego, non odiarmi. Non è lui l’uomo giusto, ma mi auguro che sappia renderti felice.-
Mi rialzo, incapace di andare oltre.
-Sii felice anche tu, InuYasha.-
È l’unica cosa che riesco a dire prima di correre via.
Scappo, lontana dall’unico uomo che amo, lontana da quella che poteva essere una nuova possibilità per noi..speranza vana.
Sento le lacrime spingere per uscire, ma le respingo. Non piangerò, non avrebbe senso.
Ci siamo chiariti, ci siamo salutati educatamente, non era forse questo che volevo?
Volevo che il nostro rapporto si chiudesse in un buon modo, ho solo ottenuto quello che volevo. Continuo a ripetermelo, ma non riuscirò mai a convincermene.
Bugie, solo altre bugie. Se fosse davvero così, non mi sentirei vuota, triste e pietosamente sola..non sentirei questo insopportabile male al cuore.
InuYasha, è così che ti senti anche tu senza di me?



NOTE DELL'AUTRICE:
Ehm, ciao..anche se immagino che a questo punto qualcuno di voi voglia uccidermi :) Ci sta, che dopo Kagome sia anche InuYasha a fare un pò il cretino..le cose facili non mi piacciono xD
Forse il nostro bel macho si è lasciato prendere un pò troppo dalla depressione e dallo sconforto, forse aveva bisogno solo di un pò di insistenza in più da parte di Kagome, ma lei che aveva appena deciso di riaprirsi un pò si è richiusa a riccio ed è corsa via al primo ostacolo. Anyway il matrimonio si avvicina, così come la fine della storia..manca un solo capitolo, più l'epilogo..quindi, nel prossimo, conosceremo il destino che ho riservato ai nostri protagonisti :)
Consigli, critiche, proposte? Sono aperta a tutto e se vi va, fatemi conoscere il vostro parere riguardo al capitolo ;)
Grazie anche a tutti coloro che leggono la storia e chi l'ha inserita tra le seguite/ ricordate o preferite :)
Baci
P.s. Come sempre vi lascio il link del gruppo, per chi avesse voglia di unirsi a noi.
Ci trovate, numerosissime e pazzissime, qui: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ 

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Capitolo 11
*** Il cuore ha sempre ragione ***


Il cielo buio, tenebroso, le grosse nubi grigie, annunciano una tempesta imminente. Le luci accese donano luminosità all’ambiente altrimenti cupo, nonostante l’ora mattutina.
Com’è quello strano proverbio europeo? Sposa bagnata, sposa fortunata..bagnata lo sarò di sicuro, ma fortunata non so.
Il cielo scuro riflette in modo perfetto il mio umore. Oggi è il giorno del mio matrimonio, ed io mi sento all’inferno, più che in paradiso.
Fisso il lungo abito bianco e sento il cuore sprofondare un po’ di più. Il corpetto risplende per effetto dei milioni di punti luce disseminati su tutto il bustino e la parte inferiore, a sirena, rispecchia i canoni della moda occidentale. Avrei preferito qualcosa di più classico, magari un kimono, ma non posso dimenticare che Eric è avvezzo a tradizioni diverse rispetto a quelle della mia terra.
Ci sposeremo nel tempio di casa mia, per far felice mio nonno, in uno strano mix di culture e usanze differenti.
Quante volte da bambina ho sognato questo giorno? Eppure niente mi sembra come lo vorrei.
Sospiro, osservando il mio riflesso allo specchio.
 
-Sei molto bella, tesoro mio.- mi sussurra mia madre, cingendomi le spalle.
-Ti ringrazio, mamma.-
Incatena i nostri sguardi attraverso la superficie di vetro e nei suoi occhi leggo tutto ciò che le sue parole non mi stanno dicendo. Dovrei essere il ritratto della felicità, ma non scorgo nessuna emozione sul mio volto.
-Se non ci foste tu, il nonno e Sota oggi sarei sola.- mormoro.
-Kagome, non prendertela con i tuoi amici. Sono sicura che questa situazione non è semplice nemmeno per loro.-
-Non gli porto di certo rancore, mamma, non potrei. Tuttavia, in un giorno così importante e delicato, averli vicini per me sarebbe stato davvero fondamentale.- ammetto.
-Sango è qui, di sotto.- mi fa notare, nel tentativo di rincuorarmi.
Sango parteciperà come semplice invitata e invece lei dovrebbe essere lì, al mio fianco, come mia damigella. Ennesima nota stonata di una melodia stridente.
Tutti i miei amici oggi non saranno presenti, causandomi un ulteriore dispiacere. Ognuno di loro ha trovato una giusta motivazione per mancare al “mio grande giorno”.
 
-Che scusa ha inventato Koga?- mi chiede Sango.
-Nessuna scusa.- sussurro, arrossendo.
-Avanti, sputa il rospo.-
- È stato molto sincero. Mi ha fatto notare che nonostante siano passati un po’ di anni, come mi aveva confessato, i suoi sentimenti per me non si sono completamente spenti e che quindi sarebbe doloroso per lui vedermi andare in sposa ad un altro uomo. Ha poi aggiunto che se proprio doveva vedermi sposata con un uomo che non era lui, allora quell’uomo poteva essere solo il suo migliore amico.- mormoro.
-Parole sagge le sue.-
La ignoro, facendo finta di non averla sentita.
-Miroku non sarà presente, Kagome.-
Annuisco, già preparata.
-Lo immaginavo, non farebbe mai una cosa del genere ad InuYasha.-
Chino il capo, ulteriormente rattristata.
-Mi sposo e i miei amici non ci saranno.-
-Ehi, io sarò lì.- cerca di confortarmi Sango, abbracciandomi.
-Sarai lì, ma non nel modo in cui io vorrei. Che scusa hai tu per non essere al mio fianco, per non essere la mia testimone?- le domando, risentita per la sua scelta.
Mi allontana gentilmente.
-Non ho bisogno di scuse, Kagome. Sai che io prendo sempre sul serio tutto quello che faccio. Non potrei mai mancare al tuo matrimonio, sei la mia migliore amica, ma non potrei nemmeno starmene al tuo fianco fingendo che tutto va bene. Sarei una pessima testimone perché ritengo quest’ unione sbagliata. Sarei testimone e sostenitrice dello sbaglio più grande della tua vita e questo, per il bene che ti voglio, non posso proprio farlo.-
Il suo tono è tranquillo, ma le sue parole sono dure. Le pronuncia senza nessuna remora o esitazione..è convinta fino in fondo di ciò che dice.
-Kagome, tesoro, gli invitati sono arrivati e tuo nonno è pronto per ufficializzare la funzione. Capisco che in questo momento tu sia tesa, ma questo bellissimo abito starà meglio addosso a te che appeso lì. Non puoi farlo aspettare in eterno.- mi fa notare, gentilmente, mia madre, riportandomi alla realtà.
Annuisco, mentre delicatamente mi aiuta ad indossare l’elegante vestito.
-Sei bellissima.- sussurra, palesemente emozionata.
Mi osservo, ancora, allo specchio e di bellissimo non riesco a vedere nulla. Il vestito è perfetto, evidenzia le linee del mio corpo in modo per nulla volgare, il trucco, sobrio, ha donato maggiore lucentezza al mio viso e i capelli, intrecciati in modo complicato, incorniciano amabilmente il mio volto, ma dentro mi sento marcia, sporca.
- È stato così anche per te, mamma? Io non lo so come mi sento, avrei solamente voglia di scappare via.-
-Anche io, il giorno in cui ho sposato tuo padre, ho avuto paura. Improvvisamente mi sembrava troppo presto, tutto troppo grande, ma sapevo che lui era l’uomo giusto per me, l’unico con cui avrei voluto passare il resto della mia vita.-
Cosa, nelle sue parole, suona come un avvertimento?
Mi guardo allo specchio e non mi riconosco. Ho passato tre anni scappando dalla verità, a lasciare che il dolore prendesse il sopravvento su di me, permettendo che la paura guidasse le mie azioni e mi conducesse fino a qui, ad un passo dall’errore più grande della mia vita.
Non è questa la persona che sognavo di essere..non è questa la persona che voglio essere.
Sto per sposare un uomo che non amo, solo per mettere una barriera definitiva tra me ed InuYasha.
-Mamma, ti prego, chiama Sango.-
-Kagome, cosa..-
La interrompo.
-Io..ho bisogno di lei.-
Mi sorride, intensificando la stretta sulle mie spalle.
-Tesoro, io so che la verità può ferire, può far paura, ma bisogna trovare il coraggio per affrontarla. Non si può scappare per sempre.-
Senza aggiungere altro va via, lasciandomi a rimuginare sulle sue parole.
Mi sento agitata, instabile, impaurita.
La porta cigola, aprendosi appena e rivelando un visitatore inaspettato.
-Sota.-
Lo fisso, confusa. Se ne sta lì, esitante, sull’uscio della porta.
-Cosa succede?- gli domando.
Avanza, con passo incerto. Lo osservo e non posso fare a meno di sorridere. Il mio fratellino è cresciuto molto in questi tre anni. È alto, molto per la sua età, e i tratti del suo volto stanno perdendo l’indecisione infantile..non è più un bambino.
-Sei molto bella, sorellina- farfuglia.
-Ti ringrazio. Ma cosa ci fai qui? E perché ti comporti in modo così strano?- gli domando, iniziando a preoccuparmi. – È forse successo qualcosa di sotto?-
-No, ti stanno tutti aspettando, ma io avrei qualcosa da dirti.-
In silenzio, attendo che continui.
-Lo so che non sono fatti miei e che sono ancora un bambino, ma io ti conosco.- comincia, per poi esitare ancora.
-Cosa stai tentando di dirmi, Sota?-
Stringe i pugni e il suo sguardo si fa terribilmente serio.
-Kagome, devi pensarci bene, perché stai facendo un errore. Eric è simpatico, mi piace, ma non va bene per te, perché lui non è il fratellone.- urla, prima di fuggire via, rischiando quasi di travolgere Sango.
Resto immobile, paralizzata. Il fratellone? C’è solo una persona che chiama così..
Le gambe minacciano di cedermi e sono costretta a sedermi per non rischiare di crollare.
Sango mi si avvicina immediatamente, visibilmente preoccupata.
-Kagome, stai bene? Sei molto pallida.-
Le mani corrono a coprirmi il volto, come se quel gesto potesse schermirmi dalla realtà, creare una barriera tra me ed il resto del mondo. Una nuova consapevolezza si smuove dentro me, una sensazione che per troppo tempo ho messo a tacere.
-Non è possibile..- mormoro.
-Kagome, mi stai spaventando..-
Un bambino di 11 anni è riuscito a capirlo ancora prima di me..
Quanti casini ho combinato in tutto questo tempo, ma soprattutto come ho fatto ad accorgermene solo ora?
-Io..finalmente ho capito, Sango.-
Sollevo il volto, incontrando lo sguardo confuso della mia migliore amica.
-Capito, cosa?-
-Che sono una stupida, una terribile stupida. Ho sempre saputo che questo matrimonio era un errore, ma ho messo a tacere la mia coscienza. Amo InuYasha, non ho mai smesso di farlo, ma c’è dell’altro.-
Resta in silenzio, lasciando che finalmente ammetta ad alta voce ciò che tutti hanno compreso prima di me.
-Con Eric è esattamente com’era con Koga e come sarebbe con chiunque altro.-
-Cosa vuoi dire?-
-Lui mi piace, con lui sto bene, ma non potrebbe mai essere amore.-
-Cos’è allora?-
-Un rimpiazzo, un’imitazione, chiamala come vuoi. Koga, Eric, non sarebbero altro che un pallido, sottile e vulnerabile riflesso dell’amore che provo per InuYasha. Sarebbero solo la simulazione della vita felice che vorrei vivere con un altro uomo.-
-Questo lo sapevi già da un po’, avevi già ammesso di provare ancora qualcosa per InuYasha. Cos’è cambiato ora, Kagome?-
-Io, Sango, ho finalmente aperto davvero gli occhi. Il matrimonio..da qui, ora, non si potrebbe più tornare indietro. È come se, inconsapevolmente, avessi sempre lasciato aperto uno spiraglio, una strada che mi avrebbe concesso di tornare indietro, da lui, ma se sposassi Eric, dovrei dire addio per sempre ai miei sentimenti.- ammetto, finalmente sincera con me stessa. –Questo matrimonio sarebbe solo una farsa e sebbene possa ingannare me stessa non posso farlo con Eric..lo condannerei ad una vita vuota ed infelice.-
Di slancio mi abbraccia, lasciando definitivamente le mie inutili barriere crollare in mille pezzi.
Sento le lacrime sgorgare, ma questa volta mi sento felice, libera.
-Sono fiera di te, Kagome..finalmente la mia migliore amica è tornata.-
Sorrido, tirando su con il naso in un gesto poco fine.
-Cosa pensi di fare ora?-
-Parlerò con Eric. Probabilmente mi odierà, ma non posso continuare in questo modo.-
Esita qualche istante, prima di porgermi un’altra domanda.
-E InuYasha, come farai con lui?-
-Gli parlerò ancora, lo implorerò se sarà necessario, ma non mi arrenderò. Se non mi vorrà, trascorrerò il resto dei miei giorni da sola..saranno solo i sentimenti che provo per lui a riempire le mie giornate e non qualcuno che non potrei mai amare.-
Sarà davvero troppo tardi per porre rimedio ai miei errori?
-Ho intenzione di andare da lui, ma c’è ancora una cosa che devo fare prima.-
Annuisce, comprendendo le mie intenzioni.
-Non sarà semplice.- mormora, stringendo le mie mani tra le sue, in un inutile tentativo di infondermi coraggio.
-Lo so, ma è il momento di cominciare a fare i conti con la realtà, di mettere la parola fine ai tanti errori che ho commesso.-
L’abbraccio di nuovo, prima di lasciarla andare.
-Vado a chiamarlo.- mi dice, prima di lasciare la camera.
In fretta mi libero dell’ingombrante abito, indossando le prime cose che riesco a tirar fuori dall’armadio.
Sono ansiosa, dispiaciuta per il male che farò ad Eric, ma non posso più aspettare.
Quando sento dei colpi leggeri alla porta, lo stomaco mi si contrae, quasi in difesa.
-A..avanti.-
-Posso entrare? Non sai che porta sfortuna vedere la sposa prima del matrimonio? So che sono tradizioni europee, ma io ci credo davvero..-scherza, aprendo la porta.
I suoi occhi, gioiosi, si soffermano su di me e poi, inevitabilmente, sull’elegante abito gettato malamente sul letto.
-Che sta succedendo?- mi domanda, di colpo serio.
È bello, non posso fare a meno di notarlo. L’elegante completo, grigio, gli fascia alla perfezione il corpo muscoloso e mette in maggior risalto i favolosi occhi chiari.
-Perché non sei ancora pronta? Gli invitati ci stanno aspettando.-
La sua voce ha perso ogni traccia d’ironia.
Lo guardo e perdo la parola. Perché dovrà essere lui a pagare il prezzo per i miei sbagli?
Ho la gola secca, il cuore in tumulto e l’angoscia mi pervade.
-Kagome, hai sentito cosa ho detto? Dovresti sbrig..-
-Non posso farlo, Eric, non posso sposarti.- dichiaro, di getto.
La confusione si dipinge sul suo volto.
Come vorrei che fosse tutto più semplice, indolore..mi basterebbe poter tornare a tre anni fa e non salire su quel maledetto aereo per risparmiare tanta sofferenza a tutti quanti.
-Amore, lo so che ti senti spaventata, ma non devi preoccuparti.-
Si avvicina, tentando di fami forza.
-Non è quello il problema, non è l’ansia che mi impedisce di sposarti.-
-E allora cosa?-
La sua voce è fredda, furiosa e i suoi occhi privi di calore.
Deglutisco, tentando di sciogliere il nodo che mi serra la gola e di trovare il coraggio.
-Io non posso farlo perché..-
Avanti, Kagome, non è questo il momento di essere codarda..
-Perché non sei tu l’uomo che amo.-
Sollevo gli occhi ad incontrare i suoi, gelidi come gli inverni della Svezia.
-Pensavo avessimo già affrontato questo discorso.- sibila, serrando la mascella in un chiaro segno d’ira.
-Eric, amo InuYasha, ed è con lui che voglio trascorrere il resto della mia vita.- trovo il coraggio di dire.
-Ancora osi pronunciare il nome di quel vigliacco davanti a me? Spero che questo sia solo uno scherzo di pessimo gusto, Kagome.- ringhia.
Non riesco a trattenere le lacrime, in balia di mille emozioni diverse.
-Non vorrei farti questo..io dico davvero, ma..-
-Allora non farlo, dannazione! È il giorno del nostro matrimonio e vorresti piantarmi così? Non ti permetterò di umiliarmi davanti alla mia famiglia. Indosserai quel maledetto vestito, uscirai da questa camera con me e mi sposerai!- strilla.
-Perché non lo capisci? Non vorrei mai farti questo, ma queste nozze sarebbero un terribile errore.-
-E sentiamo, cosa farai? Mi lascerai qui per poi correre da lui pregandolo affinché ti accolga di nuovo nella sua vita? Non pensavo tu fossi una persona tanto patetica. Mi fai pena!- sentenzia, con rabbia.
Le sue parole mi feriscono, ma non  posso biasimarlo.
-Probabilmente hai ragione, sono patetica, ma questo non mi fermerà. Ho accusato lui di aver sempre sbagliato, ma in questi tre anni gli errori più grandi li ho fatti io.-
-Cazzo, non ti riconosco. Non hai un po’ di dignità, di amor proprio? Hai già dimenticato il modo in cui ti ha trattata?- sbraita, passando nervosamente una mano tra i capelli ormai scomposti.
Non l’ho mai visto tanto inquieto. Sospiro, tentando di mantenere la calma e di riportare la conversazione su toni più miti.
-Kagome, continuerà a trattarti come ha sempre fatto. I soldi, il prestigio della sua famiglia, l’opinione della sua gente, verranno sempre prima di te. Non ti ricordi come tutto questo ti ha fatto soffrire? Mi hai sempre ripetuto che con me non ti sei mai sentita così, che con me stavi bene. Non ti ho mai procurato sofferenza, a differenza sua, e potrei darti la vita che meriti.- insiste.
Annuisco, riconoscendo che ciò che dice è vero..non ho nessuna certezza per il futuro.
- È vero, forse finirà così, ma neanche questo mi farà cambiare idea, Eric. In quel caso avrò la certezza di averci provato, non potrò aggiungere altri rimorsi a quelli che già mi porto dietro.- dichiaro, convinta.
-Rimorsi? Vuoi dire che hai dei ripensamenti per tutto il tempo passato insieme?- urla, ormai privo di controllo.
Le parole mi sfuggono di bocca, prima ancora che me ne renda conto.
-Sì, è stato tutto un maledettissimo errore, perché era solo finzione. Ho sempre amato solo lui, Eric.-
La sua mano si solleva, improvvisamente, in modo inaspettato, fino a scontrarsi con la mia guancia, producendo un suono sordo ed inequivocabile.
Porto un palmo a coprire la parte lesa, restando senza parole. Mi ha schiaffeggiata e mai prima d’ora lo aveva fatto.
Chino il capo, conscia di meritare anche questo.
-M..mi dispiace, non volevo farlo, ho perso il controllo.- si giustifica, visibilmente sorpreso dal suo stesso gesto.
Si allontana da me, forse per proteggermi da sé stesso. È furente, rabbioso, devastato.
-Eric..-
-No, non dire niente. Io non so in cosa tu mi abbia trasformato, Kagome. Forse sono diventato un mostro come l’uomo per cui tanto ti struggi, forse se anche io ti avessi trattata in quel modo orribile oggi non sarebbe finita così, forse oggi mi ameresti davvero. Se è lui che vuoi, và pure a prendertelo, non ti porterà altro che nuova infelicità. Con me hai chiuso, è finita.- sussurra, prima di voltarsi e andare via.
Si richiude la porta alle spalle, uscendo per sempre dalla mia vita. Fa male, non era così che volevo che andasse, ma questa volta sarà il mio cuore ad aver ragione.
So già cosa devo fare..
 
 
 -Sei un maledetto coglione, InuYasha.-
-È l’ennesima volta che me lo ripeti.- replico, scocciato.
Se in un primo momento ho fatto fatica a non prenderlo a cazzotti, ormai la sua voce è solo un sottile eco fastidioso.
-Ma insomma come hai potuto trattarla in quel modo, dirle quelle cose?-
-Dannazione! Ma perché non riesci a capirlo, Miroku? L’ho fatto solo per lei, perché non voglio più vederla soffrire.-
Crede forse che per me sia stato facile rinunciare a lei? Ho condannato me stesso a morte per farlo..
-Sei un bugiardo. L’hai fatto solamente perché era più semplice, sei finito vittima delle stesse paure di Kagome. Lei ha trovato il coraggio per venire qui da te e tu l’hai spedita dritta tra le braccia di quello svedese.-
Serro la mascella, per il fastidio che questo pensiero mi provoca. Immaginarli insieme mi incendia il sangue.
-Sta per sposarsi, Miroku. Tante volte da quella sera ho pensato di correre da lei, ma se alla fine ha deciso comunque di restare con il parrucchino un motivo ci sarà.-
-Certo che c’è: il tuo comportamento assurdo e sconclusionato!-
-Voglio solo proteggerla da me stesso, dal male che so farle.- sbraito.
-Se davvero non vuoi più farla soffrire, corri da lei e permetti ad entrambi di avere un’altra possibilità.-
-Kagome non mi vuole, sta per sposare un altro.- nego, con poca convinzione.
-Lei è venuta qui, per te, per ricominciare. Sbrigati InuYasha, perché in questo momento rischi davvero di perderla per sempre. Se sposerà Holmgren, non tornerà più indietro, per voi non ci sarà più alcuna speranza. Ti accaserai tra qualche anno con una donna che non ami, frivola, che pensa solo al tuo nome e ai tuoi soldi, quello che poteva darti Kagome, non l’avrai mai più.-
Serro gli occhi, tentando di dare ordine ai pensieri che mi affollano la mente.
Perdere Kagome è qualcosa di irreale, non l’ho creduto mai nemmeno quando è andata via, non ci credo nemmeno ora.
La mia migliore amica, la mia compagna, la mia amante, il mio punto fermo..tutto quello che potrei volere è solo lei.
-Ormai è tardi, Miroku. L’ho perduta e sempre a causa del mio comportamento.-
-No, InuYasha, non sarebbe tardi se tu ti decidessi ad alzare quel cazzo di culo e a correre da lei.-
Correre da lei?
-Forse..-
-No, niente forse. Devi volerlo, InuYasha, volerlo davvero, altrimenti non servirà a nulla. Se in questo momento non vai a prenderla, apparterrà per sempre ad un’altra persona, avrà dei bambini che la legheranno per sempre ad un uomo che non sei tu.-
-No!- ringhio.
Dei figli da un altro uomo, un legame indissolubile..questo non lo permetterò mai. Immaginarla sorridere a qualcuno che non sono io fa già troppo male, ma pensarla mentre stringe un bambino che non è mio, che non è nostro, non posso nemmeno considerarlo.
Vedere il suo ventre arrotondarsi per far crescere nostro figlio, sentirla parlare ad un piccino non ancora nato, immaginare come sarà, volerlo con tutto me stesso e infine stringerlo tra le braccia, sono momenti ai quali non rinuncerò. Saranno frutto del nostro amore i figli che cullerà, non il risultato di un rapporto con un uomo che non ama e che sposerà solo a causa di un mio stupido ed insensato rifiuto.
Da lei voglio tutto: una vita insieme, una famiglia, un nuovo destino.
Abbandono velocemente il letto, ignaro e completamente disinteressato al mio abbigliamento e al mio aspetto. Ho indugiato anche troppo..
-Non lo permetterò, Miroku. Non sbaglierò ancora, vado a riprendermi la donna che amo.- dichiaro, infilando velocemente le scarpe.
-Questo è l’InuYasha che conosco.- mi sussurra il mio amico, visibilmente più rilassato.
Lo ignoro, fiondandomi giù per le scale. Devo sbrigarmi, non mi importa se interrompere questa assurda cerimonia mi farà finire in prima pagina su tutti i giornali. Non mi frega un cazzo se il nome di famiglia verrà infangato, se le azioni della società ne risentiranno o se dovrò subirmi una delle ramanzine di mio padre, mi importa solo e soltanto di lei.
Apro la porta, pronto a fiondarmi fuori, ma resto paralizzato per la sorpresa. Kagome è qui, davanti a me, più bella che mai. I capelli intrecciati in un’elegante pettinatura le incorniciano adorabilmente il volto truccato e la fanno sembrare più donna, più adulta, ma il jeans macchiato e la maglietta al rovescio le danno un’aria buffa e scombinata. Resta qualche istante a guardarmi, in silenzio.
La mia attenzione si concentra immediatamente sulla sua mano sinistra..non porta la fede.
-Ti amo..- sussurro.
Mi sento stupido..avrei potuto dirle tante cose, ma questa è quella più sincera.
Arrossisce, ma non mi risponde.
Perché indugia? Perché questo silenzio? Non può essere venuta fin qui solo per dirmi che è troppo tardi.
-Non è questo il tipo di accoglienza che mi sarei aspettata.- mormora, a disagio.
-Ci sono tante cose che dobbiamo dirci, mille spiegazioni da darci, ma al momento è solo una la cosa che voglio sentire. Ti prego, dimmi che non l’hai sposato e che sei qui per restare per sempre.-
Mi sorride- quel sorriso che tanto amo- prima di buttarsi tra le mie braccia. La stringo come se fosse la più preziosa e delicata tra le cose..perchè per me Kagome è proprio questo.
Non mi ha ancora risposto e un nuovo timore mi mozza il fiato. E se lo avesse già sposato? Non mi importa, troverei lo stesso un modo per tenerla con me.
-Ci sono tante cose che dobbiamo dirci..- sussurra, riprendendo le parole usate da me poco fa –mille spiegazioni da darci, ma per il momento ti dico solo che sono qui per non andare più via. Ti amo anche io. Amo solo te, InuYasha.- mormora, contro il mio petto. Bastano queste parole a sanare il mio dolore.
Non resisto oltre e catturando il suo viso tra le mie mani permetto alle nostre labbra di ricontrarsi. È un bacio bramoso, smanioso, che sa di riconciliazione..che sa di noi.
 La mia vita, la nostra vita, ricomincia da qui!


NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti, in primis mi devo scusare per la sparizione del capitolo. Non so in quanti se ne siano accorti, ma avevo già pubblicato una precedente versione. Per errore l'ho cancellata, ma ho esitato prima di ripubblicarla immediatamente perchè non mi convinceva per nulla. Non che questa sia molto differente, ma, purtroppo, di meglio non sono riuscita a fare :\ L'ispirazione per questa storia è andata scemando e desideravo solo scrivere la parola fine :)
Anyway, tutto è bene quel che finisce bene..i due piccioncini sono tornati insieme, Eric ha fatto un biglietto di solo andata per la Svezia (poverino T.T) e Sango e Miroku sono sempre fondamentali per quei due testoni. xD So che la parte finale è un pò vaga, banale, ma dal momento che ci sarà un epilogo, conto di rifarmi con quello. Spero che questo ultimo/ penultimo capitolo non vi abbia deluse..Ci tengo a ringraziare principalmente Faby e Serena per l'aiuto e i consigli che mi hanno dato :)
Un grazie a chi segue la storia, chi la recensisce e chi l'ha inserita tra le seguite/ preferite/ ricordate. Insomma, grazie a tutte voi :)
Se vi fa piacere, sarei lieta di conoscere il vostro parere. Consigli, critiche, opinioni sono sempre ben accette se costruttive e stimolanti :)
Ultima cosa, invito chi ne avesse voglia ad iscriversi al nostro pazzo mondo "Vanilla's World.
Ci trovate qui: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ Vi aspettiamo :)
Baci

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Capitolo 12
*** La nostra vita. ***


-Miroku, ti ho già detto di smetterla immediatamente.- urla.
-Ma, Sango, non capisco perché tu te la prenda tanto, ormai siamo marito e moglie!-
-Ero stata chiara: se anche ci fossimo sposati, di bambini se ne sarebbe parlato tra molto tempo. Sono appena al secondo anno di università, come pensi potrei unire le due cose? Un bambino richiede cure, tempo, impegno e in questo momento io non potrei dargli il meglio. Non voglio essere una madre fantasma.-
-Potrei prendermene cura io quando tu sei via.- propone, prontamente.
-Oh, allora adesso sono ancora più sicura della mia risposta: No!-
-Ma, Sanguccia, non pensi al fatto che potremmo avere una femminuccia bella come la sua mamma oppure un maschietto..-
-pervertito come suo padre che crescendo andrà a  rendere infelici altre donne. No. Per il bene del genere femminile sono sicura che possiamo attendere ancora un bel po’.-
-Tesoro, non tieni conto del fatto che io lo stia chiedendo solo a te di fare un figlio insieme? Non meriterei un premio per questo?-
-Miroku, non pensi al fatto che oggi non sono ancora stata violenta? No? Bene, non pensarci perché ormai è decisamente troppo tardi.- dichiara, prima che il riconoscibile rumore di una sberla si diffonda nell’aria.
-Ma Sangooo-
 
Sono trascorsi due anni e il tempo ha portato enormi cambiamenti nelle nostre vite. Sango si è iscritta all’università, alla facoltà di giurisprudenza. La sede universitaria è lontana da Tokyo e Miroku per seguirla, e rispettare le tradizioni a cui la mia migliore amica è tanto legata, l’ha sposata. È triste per me non averla vicino tutti i giorni,  ma per fortuna la città in cui studia non è molto lontana e questo mi permette di vederla spesso.
-Quando credi che smetteranno di urlare?- mi domanda la voce di InuYasha, dolce come sempre.
-Credo mai, almeno fino a quando lei non si deciderà a dargli quello che vuole. Stanno forse disturbando il tuo pisolino di bellezza?- ridacchio.
L’estate è alle porte e questa bella giornata di sole abbiamo deciso di trascorrerla all’aria aperta.
-Mi stai forse prendendo in giro, signorina Higurashi?-
-Oh, non oserei mai, signor No Taisho.-
Abbandona la sua sdraio per raggiungermi. Racchiude il mio corpo tra le sue gambe, finché la mia schiena non arriva a toccare il suo petto.
È così bello stare tra le sue braccia, credo che non riuscirò mai ad abituarmi davvero alle sensazioni che quest’uomo mi trasmette. I suoi baci, le sue carezze, mi mandano in tilt il cuore ogni volta come se fosse la prima.
-Perché è così perentoria nel suo rifiuto? Ormai si sono sposati da un anno, che differenza potrebbe fare un bambino? Potremmo diventare zii prima del previsto e sarebbe divertente.-
Sorrido, di fronte a quella prospettiva.
Da quando ci siamo ritrovati, non ci siamo più lasciati. Ogni attimo passato insieme è andato a sanare il dolore provato quando eravamo lontani. Come un puzzle da ricostruire, pezzo dopo pezzo. Non è stato facile, a volte la rabbia, la sofferenza, la collera vanno ancora a corrodere il nostro rapporto, ma l’amore che proviamo l’uno per l’altro è saldo.
Spesso InuYasha mi ripete che dovremmo eliminare quei tre anni, dimenticando il male che ci siamo fatti, le persone che hanno invaso la nostra vita, ma io credo che non sia possibile. Per i miei sbagli sono state altre persone a pagare. Eric è cambiato: il suo sguardo sulle copertine è sempre freddo, la donna che gli sta accanto ogni settimana diversa.
-A cosa stai pensando? Quando i tuoi occhi sono così bui so che pensi a cose che dovresti dimenticare.- mormora InuYasha al mio orecchio, aumentando la presa sulla mia vita.
Mi volto a fissarlo, mentre l’ambra dei suoi occhi, mi permette immediatamente di ritrovare la serenità.
-Non posso e non voglio dimenticarlo, InuYasha. Sono stati gli sbagli e le sciocchezze commesse in questi tre anni che ci permettono di essere ora qui, insieme e felici. I rimorsi che mi porto dentro non vanno a minare la nostra felicità, ma mi permetteranno di crescere come persona.-
Mi fissa qualche secondo, prima di far incontrare le nostre labbra, dolcemente. La sua lingua gioca con la mia, carezzandola, vezzeggiandola, trascinandomi in un bacio pieno d’amore.
-Sei già una persona splendida, Kagome. Non devi sentirti in colpa se lui si è trasformato in un altro uomo, ha avuto la fortuna di averti accanto e chiunque senza di te potrebbe solo stare peggio.-
Lo bacio di nuovo, grata per le sue parole.
-Parlando di Sango e Miroku mi è venuta in mente un’altra cosa.-
Sollevo gli occhi al cielo, intuendo già a cosa si riferisce.
-Loro si sono sposati, tu non hai ancora scelto una data.- mi fa notare.
-Dovrei farlo da sola?-
-Io sono disposto a sposarti anche domani, ovunque tu voglia. Se me lo chiedessi sarei disposto a partire adesso, domani sera saremmo a Las Vegas e potremmo sposarci anche lì se questo ti rendesse contenta. È questa l’unica cosa importante per me, renderti felice.-
-Las Vegas, eh? Credo sia un tantino estrema come scelta. Il nonno non approverebbe e io preferirei qualcosa di più classico.- mormoro.
-Scegli tu, ma scegli in fretta perché voglio sposarti, saperti solo mia.-
-Sono già tua, InuYasha, non sarà un pezzo di carta a fare la differenza.-
-Lo so, ma ci sono molte cose che adesso non posso fare. Non posso presentarti come mia moglie, non posso chiamarti signora No Taisho, non posso giacere con te.-
Quasi mi strozzo con il succo che sto bevendo per le sue parole.
-Credo che per quello sia un po’ tardi, mio caro.-
-Per fortuna, non avrei potuto resistere tanto.- sghignazza, mordendomi maliziosamente il collo.
Mi rilasso contro di lui, godendo a pieno di questo momento.
-Il mio non è uno scherzo, Kagome. Voglio sposarti al più presto, voglio che tu sia mia a tutti gli effetti, davanti ai Kami e agli uomini. Quindi che ne pensi dell’anno prossimo?- propone.
Mi volto a fissarlo, un po’ preoccupata.
-InuYasha, tutta questa fretta mi fa temere. Io ti amo, su questo non devi mai avere dubbi, ma siamo ancora giovani per un passo così importante.-
-Cosa ci blocca? Ci amiamo, abbiamo una casa, entrambi abbiamo un lavoro e una stabilità economica che pochi giovani della nostra età possono vantare.-
- È vero, ma continuo a pensare che sia troppo presto.-
Sbuffa, per poi nascondere la testa nell’incavo del mio collo..come ogni volta che riprendiamo questa discussione.
-Ne esco sempre sconfitto, ma prima o poi dovrai arrenderti.- mugugna, mordendomi la spalla.
-Ahi! Prima o poi è un tempo piuttosto lungo, quindi fa attenzione.-
-Mi pare che l’anello che porti al dito tu non abbia fatto molta fatica ad accettarlo.- ribatte.
Porto l’attenzione sulla mia mano sinistra. Avrebbe potuto regalarmi milioni di anelli, con pietre preziose e colorate, con dettagliate incisioni e lavorazioni, ma ancora una volta ha mostrato di conoscermi bene. Ha scelto per me uno splendido diamante di una grandezza non esagerata, incastrato alla perfezione tra due fasce d’oro bianco. Semplice e perfetto come il nostro amore.
-Che vuoi farci, i gioielli sono i migliori amici delle donne.- scherzo.
Sposarlo sarebbe per me il coronamento di un sogno. Vivere la nostra vita insieme, creare una famiglia, affrontare uniti gioie e dolori, ma per il momento penso a godermi la felicità che già condividiamo.
-Chissà, tra un paio di anni potrebbe essere il momento giusto.-
Mi fissa, stupito.
-Mi farai impazzire, Kagome Higurashi. Sei stata una spina nel fianco sin da bambina, ragazzina.  Così testarda, orgogliosa, solare,perfetta, come potrei non amarti?-
Mi bacia di nuovo, con maggior trasporto.
-Ti amo anche io, InuYasha.- sussurro.
Forse non si è mai trattato di questioni d’amicizia, solo di questioni d’amore..in ogni caso di questioni di cuore!



NOTE DELL'AUTRICE: E' finita *_* E' finita *_* Ehm..volevo dire siamo giunti alla fine XD
Anche quì mettiamo la parola fine e tutto è bene quel che finisce bene :) Se vi aspettavate matrimoni, bambini, nascite ecc, mi spiace avervi deluso, questa volta ho optato per un finale più "normale" :) Ringrazio tutti voi che avete seguito questa storia, che l'avete commentata e forse odiata xD
Spero di essere riuscita a trasmettervi qualche piccola emozione, perchè così fosse, avrei raggiunto il mio primo obiettivo :D
Grazie ancora a tutti e vi invito, per l'ultima volta, se ne avete voglia, a farmi sapere il vostro parere :)
Ultima cosa, vi lascio il link del nostro gruppo per chi avesse voglia di aggiungersi: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ 
Baciii

 

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