L'amore oltre i confini

di NavierStokes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I tuoi occhi ***
Capitolo 2: *** Dovere o volere? ***
Capitolo 3: *** Segui il tuo cuore ***



Capitolo 1
*** I tuoi occhi ***


È una mattina come tante altre, il sole filtra radioso attraverso gli spiragli della serranda, gli uccelli cinguettano allegri fuori dalla finestra ed una dolce nenia arriva attutita dalla strada sottostante. L’unica nota stonata sono io, ogni muscolo del mio corpo è bloccato, intorpidito ed indolenzito, aggrovigliata nelle lenzuola faccio per le braccia e all’improvviso mi esce un urlo di dolore dalla bocca. Accorre immediatamente Nanette, affacciandosi alla porta con espressione amorevolmente preoccupata, in attesa di un mio cenno che la rassicuri che tutto va bene. Voglio un mondo di bene a Nanette, in principio, dopo la morte di mamma, papà la assunse come baby sitter e, quando diventai troppo grande per avere una tata, restó in casa nostra come governante. Lei è la figura più vicina ad una mamma per me. << ehi buongiorno neni >> le sorrido, mentre cerco di mettermi a sedere sul letto. << Deisy sei sicura che sia stata una buona idea riprendere il pattinaggio dopo tanto tempo? >> mi chiede con aria pensierosa. Quella domanda me l’ero fatta anche io e la risposta era assolutamente si, ero stata ferma 4 anni perché a 15 anni ebbi un brutto incidente, ero ai campionati juniores di pattinaggio sul ghiaccio, arrivai in finale ed il giorno prima del grande evento ebbi un incidente con il motorino. Tutti i giornali parlarono di me per mesi, rischiai di morire, non potrò mai più pattinare ai livelli di una volta, ma amo pattinare e dunque non ho intenzione di rinunciarvi. È normale che avendo iniziato di nuovo a fare attività abbia tutti i muscoli doloranti. << Si, è la cosa giusta. Sai...quando pattino io...mi sento vicina alla mamma... >> ammetto, con un velo di lacrime sugli occhi. Nenette si avvicina, mi abbraccia e mi bacia la fronte, sento il suo profumo di biscotti appena sfornati e di vaniglia, i suoi cappelli corti mi solleticano la faccia e non riesco a cingerla completamente con le braccia per la sua imponente mole. << Lei sarebbe orgogliosa della ragazza che sei >> mi dice allontanandosi da me << la colazione è pronta tesoro, veloce altrimenti farai tardi all’università >> dice avviandosi fuori dalla mia camera. Guardo l’orologio, sono le 7.50, devo uscire di caso entro 45 minuti, mi alzo velocemente, passo in bagno, mi lavo, torno in camera, indosso i primi vestiti che trovo nell'armadio e scendo a fare colazione senza nemmeno essermi specchiata. Dopo essermi rimpinzata con le prelibatezze cucinate da Nenette mi precipito fuori di casa, l’università è a 10 minuti da casa mia e sono in perfetto orario, quindi mi avvio a passo calmo. << ehi ma cosa hai fatto? >> dice una voce alle mie spalle, mi giro e vedo Jakie, la mia migliore amica dai tempi del liceo, che mi guarda con aria disgustata nel suo impeccabile tailleur grigio, sembra già un avvocato e non una che sta solo al primo anno di giurisprudenza. << buongiorno anche a te >> le rispondo io per niente risentita. << sembri uscita da un film horror, hai i capelli in ogni direzione, e indossi jeans e felpa! >> mi risponde come se fosse la cosa più seria dell’universo, già dimenticavo che Jakie fosse una maniaca degli outfits eleganti. Non faccio in tempo a controbattere, siamo già arrivate in facoltà e passano i belli dell’universita, sono i ragazzi più affascinanti, ben vestiti e ricchi della città, tutte le ragazze svengono quando passano, non io. Non li sopporto, mio padre vorrebbe che uscissi con Riky, uno dei damerini tutti ingessati che stanno passando proprio ora, perché suo padre è un importante notaio e lui seguirà le sue orme mentre mio padre ha uno studio di avvocato che passerà a me quando mi laureerò in giurisprudenza e pensa che potremo entrare in società. Riky è uno dei ragazzi più belli che abbia mai visto, ma mi disgusta, tutti i soldi che ha li investe in droghe, alcool e donne, non ha rispetto per nessuno e mi parla solo perché sono ricca e perché gli piace il mio corpo, come più volte lui stesso mi ha ripetuto. << bambolina >> mi bisbiglia Riky nell’orecchio alle mie spalle << oggi ti trovo più eccitante del solito, sembri appena uscita dal letto >> mi bacia il collo ed io immediatamente reagisco con una gomitata al suo stomaco. Subito i suoi amici accorrono in suo aiuto ed io mi rifugio in bagno a lavarmi la porzione di collo su cui sento ancora la sua saliva. Alla fine della lezione torno a casa con Jakie, che inizia a parlare << deisy, ma davvero non ti piace Riky? >> , capisco che per lei sia difficile capirmi, è stata abituata dando troppo valore ai soldi e all'aspetto. << no, mi fa schifo come persona >> le rispondo << ed inoltre... >> non faccio in tempo a finire la frase poiché la mia attenzione viene catturata da un movimento nel parco accanto al marciapiedi su cui stiamo camminando. È un ragazzo che salta a corda, indossa una tuta nera aderente che mette in risalto i muscoli delle sue gambe ed una maglietta bianca attillata che lascia intravedere pettorali ed addominali scolpiti, riesco a sentire da 20 metri di distanza la sua energia vitale. Non posso fare a meno di deviare e passare da dentro il parco, Jakie mi segue senza fare domande e quando capisce d sguardi si incontrano, mi trovo così ad annegare in un mare senza fondo, i suoi occhi sono neri, neri come una notte senza stelle e piccoli brividi iniziano a diramarsi dal mio corpo. Commenti autrice: hey ragazzi!!! Ciao a tutti, questa è la mia prima ff, l'idea mi è venuta all'improvviso una di queste mattine mentre stavo all'uni, il mio sogno è quello di scrivere un libro (un giorno si spera) e quindi credo che esercitarmi qui sia un'ottima cosa. Dunque criticate pure senza problemi e fatemi tutte le osservazioni che volete!!! Un bacio! Malvina

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Capitolo 2
*** Dovere o volere? ***


Ciao!!! Eccomi con il secondo capitolo, questa storia mi sta prendendo molto e non riesco a fare a meno di scrivere continuamente. Questo capitolo è una “porta”, ci fa capire alcuni aspetti importanti della protagonista Daisy e ci dà un quadro della situazione intorno a lei, che stride profondamente con il suo carattere. Se vorrete lasciare un commento, una critica, un appunto alla mia storia ne sarò felice, in fondo scrivo per voi e, sapere che vi piace ciò che propongo, è importante per me. Volevo poi ringraziare Fancy_dream99 per essere stata la prima a recensire, il prossimo capitolo è dedicato a te e alla tua poca simpatia per il caro Riky ahahha Un saluto a tutti!!! INIZIO SECONDO CAPITOLO: Dopo il secondo più lungo della mia vita, sto finalmente riacquisendo il controllo della mia mente, distolgo subito lo sguardo dagli occhi del ragazzo tatuato e, passato l’imbarazzo iniziale, inizio a camminare tranquillamente attraverso il parco per raggiungere l’uscita. In fondo di cosa mi dovrei vergognare? Lui non sa che ho deviato appositamente per poterlo guardare da vicino, per lui è solo una coincidenza l’incrocio dei nostri sguardi no? E quindi non ho di che preoccuparmi. -ehi Giulietta- mi prende in giro Jakie –hai finito di guardare i muscoli del tatuato? – continua con aria di disapprovazione. -non stavo assolutamente guardando quello che pensi- mi difendo io –pensavo solo che fosse un viso conosciuto e mi sono avvicinata per vederlo in faccia. -e tu ti aspetti che io creda che hai amicizie di quel genere? Tuo padre ti diserederebbe se venisse a sapere anche solo che hai dato indicazioni stradali ad uno come lui- sentenzia la mia amica. -uno come lui in che senso?- chiedo interdetta. -uno come lui nel senso uno di strada, un ragazzo che sicuramente avrà problemi di alcool, droga, familiari …- jakie continua a fare un elenco di problematiche, ma io ho smesso di ascoltarla, mi chiedo invece come possa non accorgersi che tutte le tematiche di cui sta parlando sono la realtà quotidiana dei ragazzi che frequentiamo noi. Il fatto che Riky ed i suoi amici bevano e si droghino in club di lusso o sui loro yatch lo fa sembrare meno sbagliato? So che la colpa non è di Jakie, il suo modo di pensare è frutto di un’educazione sbagliata e di valori che non in realtà non valgono nulla, ma è una ragazza dal cuore d’oro e molto coraggiosa, è per questo che la considero una sorella. Siamo amiche da quando prese una secchiata d’acqua in testa al posto mio, salvandomi così dall’ennesimo scherzo organizzatomi da Riky e dai suoi amici in primo liceo e dato che aveva il suo cappellino di Gucci preferito come potrei non adorarla? Insomma ha preferito rovinare il suo cappellino che vedere me umiliata e bagnata e, per una come lei, è un gesto da apprezzare molto. -mi stai ascoltando?- chiede spazientita Jakie tirandomi la manica. -certo- rispondo risvegliandomi dalle mie riflessioni, -dicevi? -ti ho chiesto a che ora vai domani al club del golf con tuo padre- ah già il club del golf, avevo dimenticato che domani è sabato e che, disgraziatamente, dovrò sorbirmi una giornata intera con Ricky, dato che i nostri padri sono tanto amici e membri del club del golf. Fortunatamente ci sarà anche Jakie stavolta, lei non viene sempre, perché suo padre è un chirurgo e, pur essendo membro del club anche lui, non sempre ha il tempo di andare. -intorno alle 15 credo, devo sentire mio padre- rispondo io. Intanto siamo arrivate davanti casa mia, sul vialetto è parcheggiata la mercedes nera di papà, è tornato a casa presto oggi. -Bene allora ci aggiorniamo stasera tesoro- dice Jackie baciandomi sulla guancia. -ok, ti chiamo allora- la saluto. Entro in casa e trovo mio padre nello studio con un mare di carte sulla scrivania, lo guardo studiarle senza accorgersi della mia presenza, gli occhiali che coprono gli occhi azzurri, i capelli leggermente bianchi, il viso allungato, non gli somiglio affatto. -Piccolina- mi saluta –ho parlato con il padre del tuo amico Riky- “ci risiamo” penso tra me e me –domani abbiamo appuntamento al club con loro alle 13.30 per pranzare insieme, così mentre suo padre ed io parleremo di lavoro, voi due potrete stare un po’ insieme- esordisce tutto soddisfatto. -Papà ti prego ti ho già detto che … - non mi lascia continuare la frase. -Deisy ne abbiamo già parlato, sei una delle ragazze più altolocate del paese, non puoi rovinarti la vita con un matrimonio che non ti porti nessuna soddisfazione, è di Riky che hai bisogno, il suo nome ed il tuo saranno temuti da tutti- ha emesso la sua sentenza ed io salgo le scale per rifugiarmi in camera mia. È di essere temuta che ho bisogno? Di altro prestigio? Di altri soldi? No. Vorrei sentirmi viva, sentirmi bene con me stessa e vorrei studiare arte, non giurisprudenza, ma non posso far soffrire mio padre dandogli questa delusione, ha già sofferto troppo dopo la morte di mamma, a quel tempo giurai che non l’avrei mai deluso. Mi sdraio sul letto, chiudo gli occhi e li vedo, vedo due occhi neri fissarmi, mi alzo di scatto, cosa mi sta succedendo? Mi è già capitato di vedere ragazzi carini per strada, ma non di esserne perseguita una volta passati. Eppure non posso fare a meno di pensare a lui, e mentre ci penso mi accorgo del formicolio che avverto nella pancia, questa è l’attrazione al primo sguardo di cui tanti parlano?

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Capitolo 3
*** Segui il tuo cuore ***


Mamma, papà non mi capisce, pensa che dovrei mettere da parte ciò che sento per pensare solo ai soldi e al potere”, mia madre mi abbraccia. Vedo i suoi occhi azzurri, tanto simili ai miei, guardarmi carichi di amore prima di rispondermi “tuo padre ti ama, vuole solo il tuo bene, ma fare il genitore non è facile, non sempre si capisce quale sia il vero bene per i proprio figli. Segui il tuo cuore Deisy e non sbaglierai mai”. “Grazie mamma, ti voglio bene”, mia madre sta per dirmi qualcos’altro quando improvvisamente un rumore ci interrompe, DDDRRRRRRRRRIIIIINNNNNN. Ma cosa? È la sveglia, era solo un sogno. Mi metto a sedere con la schiena poggiata alla spalliera del letto, sono le 9.30 di mattina, mi sento un po’ frastornata per il sogno, mia madre sembra sempre così nitida nonostante siano passati tanti anni dalla sua morte. Avevo 4 anni quando ci ha lasciati, eravamo andati in vacanza in Sicilia, al mare, quando si è sentita male, ha sempre avuto il cuore debole e mi ha lasciato questo suo tratto. I dottori si sono accorti che soffrivo di cuore poco dopo il mio incidente, se non mi fossi infortunata mi avrebbe tradito il cuore prima o poi. Infatti non posso agitarmi troppo, devo sempre cercare di stare tranquilla, non so mai quando si può presentare una crisi. Mi alzo, scendo in cucina, prendo qualche toast e salgo in camera mia a studiare. Ore 12.30 Toc-toc. “Avanti”, mio padre entra nella mia camera, “Ehi papà buongiorno”. “Ciao principessa, volevo ricordarti che tra un’ora dobbiamo essere al club”, ah già il club degli avari presuntuosi, non vedevo l’ora. “Certo papà” rispondo sorridendo, “non ti preoccupare, finisco il capitolo e scendo”. “Non studiare troppo” mi bacia sulla fronte e se ne va. Non ho la benché minima voglia di andare al club, in realtà non ho mai voglia di andarci, ma oggi che ho in programma un pranzo con quel verme di Riky è ancora peggio del solito. Mi alzo dalla sedia e mi avvicino allo specchio, devo iniziare a vestirmi, intanto mi osservo con attenzione, la camicia da notte lascia scoperte le mie gambe bianchissime è un po’ magre, si intravedono anche le braccia con le bollicine sotto pelle che odio, buona parte del mio torace è coperto dai capelli scuri, forse sono davvero troppo lunghi come dice Jakie, ma a me piacciono, mi fanno sentire protetta. Ore 13.30 Siamo al club, mio padre e Jason, il padre di Riky stanno parlando di affari, ma di Riky nemmeno l'ombra. Nel frattempo mi allontano per salutare Jakie e chi mi trovo dietro un albero? Riky che bacia e palpa senza molto riguardo una giovane inserviente del club, ha la mano dentro la sua gonna e lei sembra gradire parecchio. Faccio immediatamente dietro front e torno al tavolo dove mi aspetta mio padre con Jason. Poco dopo ci raggiunge Riky e iniziamo il pranzo. “Victor hai sentito che finalmente hanno sfrattato quei pezzenti degli Snawtzer?” Chiede Jason a mio padre con un sorriso compiaciuto sul volto. “Sisi Jason ho sentito, sono contento, così la loro attività è stata definitivamente chiusa. Solo chi può veramente permettersi un’attività propria può mettersi sul mercato.” E vanno avanti così per un pezzo, a parlare di gente che considerano inferiore a loro e di quanto loro siano potenti. Finché ad un tratto Jason dice “ehi ragazzi perché non andate a fare una passeggiata?” E mio padre aggiunge “si andate a farvi un giro, noi intanto giochiamo un po' a golf”. L’ultimo pezzetto di torta mi va di traverso ed inizio a tossire, Riky mi da una pacca sulla schiena ma io immediatamente mi ritraggo stizzita e mi esce di bocca “chissà cos’altro hai fatto con quella mano”. I nostri padri mi guardano senza capire, ma lui mi guarda con l’espressione di uno che ha capito eccome. Ebbene non importa sostengo il suo sguardo, è lui che fa schifo non io. “Certo una passeggiata è proprio ciò che ci vuole” risponde Riky amabilmente. E, a malincuore, mi incammino con lui verso il lago. “Mi spii allora?” Chiede con un sorriso viscido appena ci allontaniamo. “Ho avuto la disgrazia di passare di lì per caso” rispondo io, “ma pensavo che fossi impegnato con joanna in questo periodo”. “Io sono impegnato con tante, tutte mi desiderano, come potrei negarmi?” Risponde convinto. “Mi fai schifo” sibilo tra i denti. “Oh no, in realtà credo ti piacerebbe molto venire a letto con me, ma non vuoi ammetterlo.” E così dicendo mi schiaccia tra lui ed un palo sulla riva del lago. Inizio ad urlare perché ho capito le sue intenzioni, ma nessuno mi sente. Intanto lui mi blocca entrambe le mani con un una sola delle sue e mi bacia con violenza. Mi viene da rigettare, vorrei che si staccasse subito da me, mi tocca il seno con la mano libera e sento che le lacrime iniziano a fuoriuscire dai miei occhi. “Certo non sei il massimo con il cuore da buttare che ti ritrovi e per il quale devi prendere continuamente medicine. Per fortuna però il tuo corpo da bambolina sexy compensa con questo tuo handicap” così dicendo sposta la mano più in basso e mi alza la camicia sulla pancia, mette una mano dentro e si stacca finalmente dalla mia bocca disgustato. Guarda lo sfregio di 20 centimetri che ha sentito con la mano, la cicatrice che mi è rimasta dopo che mi hanno operata e ricucita e che parte dalla fine della gamba sinistra per arrivare a metà del basso ventre. “Che schifo, cos’è questo sfregio rossastro? Mai visto una cicatrice così brutta.” Approfitto di questo suo momento di distrazione e, con tutta la forza che ho in corpo, spingo in avanti Riky che finisce rovinosamente nel lago. Mi dispiace per i suoi vestiti ultra firmati, ma se l’è cercata. “Piccola puttanella, come hai osato?” . Poi mi rendo conto che quello è stato il mio primo bacio e mi sento morire. “Non ti rendi conto che i nostri ci vogliono fidanzati, che possibilità di scelta abbiamo? Io continuerò a farmi tutte le ragazze dell’universitá, del club o di qualunque altro posto, ma a fine serata ci sarà un posticino anche per te nonostante tu sia tutta ricucita” ghigna mentre esce dall’acqua. Improvvisamente capisco che ha ragione, i nostri genitori non si fermeranno davanti ad un no. Vogliono l’unione dei loro cognomi e noi siamo il mezzo per ottenerla. Con le lacrime che mi rigano la faccia inizio a correre senza meta, esco dal club, continuo a correre con la vista annebbiata dal pianto, poi mi fermo, quando il cuore inizia a farmi male e la cicatrice inizia a bruciare. Ho paura che sia una crisi, mi guardo intorno, non so dove sono, è un vicolo malandato, ci sono dei mendicanti sui marciapiedi, un cane scheletrico gira affamato ed una bambina chiede l’elemosina ad una giovane donna in fondo alla strada. Entro in un bar dall’insegna scrostata e dalla porta rotta, non c’è nessuno al bancone. Vorrei qualcosa da bere per calmarmi, “c’è nessuno?” Nessuna risposta. Sto per uscire quando sento un boato, viene da locale, ma da dove? È come se sotto il pavimento ci fosse qualcuno, sento ancora delle urla, sono dei cori, sembra che acclamino qualcosa o qualcuno, ma non distinguo le parole. Mi faccio strada nella stanza, avanzo fino ad una porta, prendo coraggio e la apro, la curiosità è sempre stata un mio vizio. Oltre la porta ci sono delle scale che scendono nel buio. Improvvisamente la voce di mia madre echeggia nella mia mente “segui il tuo cuore”, inizio a scendere le scale.

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