Justice for Advance

di Blue Eich
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fame ***
Capitolo 2: *** Rabbia ***
Capitolo 3: *** Sconfitta ***
Capitolo 4: *** Cocomeri ***
Capitolo 5: *** Lago ***
Capitolo 6: *** Ferita ***
Capitolo 7: *** Funivia ***
Capitolo 8: *** Burrone ***
Capitolo 9: *** Coperta ***
Capitolo 10: *** Cappello ***
Capitolo 11: *** Abbraccio ***



Capitolo 1
*** Fame ***


Fame

1


«Basta, non ce la faccio più!»

«Uffa, Vera, è da mezz'ora che ti lamenti.» Ash, rassegnato, si voltò: la sua amica aveva le braccia abbandonate come uno zombie e a stento si reggeva in piedi. «Se ci fermiamo adesso, non arriveremo alla prossima città prima di sera.»

Lei fece uno sbuffo esasperato, lasciando che le sue ginocchia esili toccassero terra. «Ma io sono stanca, è da questa mattina che non mangiamo niente.» Poi schiuse un occhio con aria di scocciatura. «Forse, se avessi avuto una bici…»

«E va bene!» Ash si levò lo zaino di spalla e alzò le mani in segno di resa. Aveva trovato un buon modo per ricattarlo. «Facciamo una pausa, ma questo non risolve il problema del cibo.»

Vera si sedette a terra a riprendere fiato. Viaggiare era bello ma faticoso… O meglio, erano faticosi i ritmi di Ash.

Qualche minuto dopo erano schiena contro schiena, con le mani affondate nelle guance. Lei pensava a quanto le mancavano i manicaretti di sua madre, lui a dove sarebbero già arrivati senza quella sosta. Per quanto lo negasse con il broncio sulla faccia, però, anche il suo stomaco brontolava. Lo stesso valeva per Pikachu, seduto accanto a loro sull'erba, che rimpiangeva di aver finito l'ultima bottiglietta del suo adorato ketchup.

A un certo punto, un tonfo sordo e l'ahia offeso di Ash, a cui era appena caduto un frutto tondo e rosso in testa, fecero notare ai tre di essere proprio sotto un melo.

Gli occhi di Vera s'illuminarono di vitalità. «Cibo!» esclamò, come se avesse appena assistito a un miracolo e l'albero fosse avvolto da un'aura divina.

Notando che si avvicinava all'albero in questione, il suo amico, mentre si massaggiava la nuca dolente, chiese: «Cosa hai intenzione di fare?»

«Prendere una mela» gli rispose Vera, con un'ovvietà disarmante. Se avesse avuto un pullover a maniche lunghe anziché corte se le sarebbe rimboccate, prima di tentare quell'impresa degna di un programma di sopravvivenza, di quelli che a casa guardava tranquillamente alla televisione, con un pacchetto di patatine in grembo.

Quando Ash si strofinò distrattamente gli occhi, la prima cosa che il suo campo visivo mise a fuoco fu proprio Vera, che aveva iniziato a scalare pian piano la corteccia. «Dai, scendi, potresti farti male!»

«Pi-Pikachu!» confermò il topolino giallo, agitando una zampa.

«Tranquillo, ce l'ho quasi fatta!» Quell'affermazione ingenua venne tradita quando la ragazza poggiò male il piede: al posto della mela che pendeva dal ramo, piegato come una canna da pesca, si trovò in pugno una manciata d'aria e sentì subito il vuoto sotto ai piedi. Fece un grido di panico durante la caduta e chiuse forte gli occhi, preparandosi a ricevere una violenta scarica di dolore… Che invece non arrivò. Quando li riaprì, constatò che Ash l'aveva presa al volo. Un po' goffamente, ma l'aveva presa. Si scambiarono un lungo sguardo, che serviva a metabolizzare la situazione in cui erano capitati.

«Grazie» ruppe il silenzio lei, con innocenza e un rossore a imporporarle le guance.

«Non fare mai più una cosa del genere. Sono stato chiaro?» raccomandò il moro, cercando di parre un minimo severo, mentre la rimetteva giù. «Avresti potuto farti male.»

«Sì…» rispose lei, docilmente. Già, si era comportata proprio da stupida, doveva ammetterlo. Ora mangiare non era più il suo pensiero principale, perché riusciva a focalizzare nella mente solo il gesto repentino – ed eroico, volendo esagerare – di Ash.

 

 

Angolo Autrice
Benvenuti in questa raccolta! Ogni capitolo si ispirerà a un preciso episodio dell'anime, con l'assenza di Max e Brock e alcuni cambiamenti. Questo è ambientato nell'episodio AG004 - Lo stormo, con la differenza che Taillow non ha ancora fatto la sua comparsa. (Nell'immagine per motivi oscuri ci sono delle arance, nell'anime invece mele).
Nient'altro da dire. Alla prossima
-H.H.-

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Capitolo 2
*** Rabbia ***


Rabbia

2
 

Ash camminava avanti e indietro sull'orlo del molo, a braccia incrociate. Era tutta colpa di Vera, tutta colpa sua e della sua stramaledetta calma. L'unica cosa importante per lei era il ristorante italiano – secondo la sua guida gastronomica – migliore di Ferrugipoli, famoso per la buonissima pasta al sugo, ma di cui quel giorno avevano trovato la serranda chiusa. Proprio per questo capriccio alla fine inutile avevano fatto tardi e si erano visti il traghetto andarsene via davanti agli occhi. Così lui aveva iniziato a sgridarla e lei, con le guance gonfie di rabbia, se ne era orgogliosamente andata a fare un giro per quel porto dove le case cadevano a pezzi e non c'era anima viva. Sperava almeno che non si cacciasse nei guai e di non sentire un suo urlo spaventato in lontananza, come succedeva la maggior parte delle volte. La rabbia, in quel caso, sarebbe scemata e non avrebbe esitato a correre a salvarla.

Diede un calcio a una lattina deforme di Lemonsucco, con le mani in tasca e Pikachu che lo seguiva tacito con lo sguardo. “Le chiederò scusa” pensò, con determinazione, come se fosse una sfida più grande dell'incontro alla Palestra di Bluruvia che purtroppo aveva sospeso.

«Aaaaash!»

Sentita quella vocina chiara, fece appena tempo ad alzare gli occhi dal riflesso del mare che si vide correre incontro una Vera sorridente, che agitava le braccia al cielo terso. Con suo leggero sgomento, lei gli afferrò il braccio, iniziando a condurlo nella direzione da cui era venuta. «Ci ho trovato un passaggio in barca per farmi perdonare! Dai, vieni, devo farti conoscere il signor Marino e il suo Peecko, sono davvero simpatici!»

Ash non ebbe tempo né di ribattere né di chiedere spiegazioni, che lei stessa gli stava già fornendo a raffica, allegra come un Fletching di prima mattina. Sorrise, tollerante. Ragazze, chi le capisce è bravo: un minuto prima fanno le offese e il minuto dopo sprizzano felicità da tutti i pori.

Le diede un leggero strattone, per farla fermare. «Vera, ti chiedo scusa per prima, ero un po' nervoso…»

Lei gli rivolse uno sguardo interrogativo, come se già non si ricordasse più di cosa stesse parlando. «Oh, non importa, è stata anche colpa mia… Ma ora andiamo!»

 


 

Angolo Autrice
Avevo quest'altra flash pronta da mesi, ma non mi decidevo a pubblicarla. Non posso purtroppo garantire quando riuscirò a completare la raccolta.
Questa è ambientata nell'episodio AG018 – Lupo di mare – al porto dove Vera conosce, appunto, il signor Marino e Peecko. Non ho cambiato nulla dall'anime, solo messo per iscritto i pensieri di Ash.
Peace and love Advance, bye
-H.H.-

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Capitolo 3
*** Sconfitta ***


Sconfitta
3
 

Vera camminava stringendosi nelle spalle e cercando di calmarsi con muti sospiri. Come se il tempo, per lei, avesse preso un ritmo più placido. Non le importava nulla di cosa stesse succedendo al resto del mondo, perché dentro di sé si sentiva troppo male.

Ash, non appena la vide, ebbe subito l'istinto di posarle una mano sulla spalla. Sapeva bene quanto potesse bruciare una sconfitta, ci era passato. E, dal momento che ci era passato, avrebbe dovuto dire qualcosa per spronarla e consolarla, ma non gli veniva in mente niente. «Dai… Non è andata poi tanto male» affermò, abbozzando un sorriso impacciato.

Vera alzò il viso. I suoi occhi blu vacillavano pericolosamente e stringeva in maniera convulsa i pugni, un po' tremanti. «N-Non è vero…» sussurrò. Nella sua mente c'era spazio solo per il ridicolo capitombolo fatto sotto gli occhi del pubblico, la mano inguantata di Vivian che l'aiutava a rimettersi in piedi e l'aspetto malconcio del suo piccolo Torchic al termine dell'ultimo incontro. «È tutta colpa mia…» mormorò, mentre una lacrima furtiva le rigava la guancia.

Ash fu davvero dispiaciuto quando sentì i lenti singhiozzi di Vera. In quel momento era fragile, come il gambo del fiore appassito che sembrava fin da quando era entrata. “Devo fare qualcosa.” «Ehi» la chiamò. Aveva la voce soave, rassicurante, da cui trapelava un pizzico di allegria. «Ti va se andiamo a prenderci un bel gelato? Offro io!»

Vera singhiozzò di nuovo, ma leggermente intrigata dalla proposta, perché volse a lui gli occhi, ignorando che fossero lucidi. «A-A tre gusti?»

«A tre gusti.»

Fece un passo avanti e posò per un attimo la testa sul suo petto, sfiorandogli la felpa con una lieve presa delle mani. Un contatto delicato, prudente, per sentire che lui c'era ed era accanto a lei. «Grazie.»

«E di che?» Ash le diede una dolce spinta verso l'uscita, che lei ricevette sussultando. Aveva ancora addosso quell'aria smarrita e fragile, ma era certo che in un modo o nell'altro le avrebbe risollevato il morale.




Angolo Autrice
Questa flash s'ispira all'episodio AG035 - Chi vince, chi perde in cui Vera affronta la sua prima Gara subendo una sconfitta che la lascia amareggiata. Nell'anime sono sia Ash che Brock a metterle una mano sulla spalla, approfittando della solitudine qui invece lei cerca un contatto più diretto con Ash. 
Alla prossima!
-H.H.-

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Capitolo 4
*** Cocomeri ***


Cocomeri
4

 

«Che maleducato! È il modo di comportarsi?» domandò Vera, fissando con aria severa i semini che il suo compagno aveva appena tranquillamente sputato sull'erba.

«Hai ragione, scusami, sono abituato così» ammise lui, con l'accenno di un sorriso di lieve imbarazzo, portandosi una mano dietro alla nuca. «Ehi, Treecko, ti piace il cocomero?»

Il geco annuì, prima di girarsi. «Tree… Cko-cko-cko-cko!» Dalla sua bocca uscì una scia di semi illuminati di bianco che, come proiettili, si piantarono sul terreno.

«Cos'era?» chiese Vera, perplessa.

«Sta imparando l'attacco Semitraglia!» esclamò Ash, emozionato. «Coraggio, alleniamoci!» Prese a sputare semini a raffica, imitato accanto da Treecko e persino da Pikachu.

«Ma che fate…!» Vera tese inutilmente una mano verso i tre, per poi ritrarla con un sospiro rassegnato. Posò lo sguardo sul suo pulcino, che sedeva paziente con il musetto un po' sporco di polpa rossa.

«Torchic, toor» commentò tra sé e sé, con occhietti luccicanti d'ammirazione. «Tor?»

«Vuoi provarci anche tu, Torchic?» domandò la padroncina, innocentemente.

Il pulcino saltellò, allegro. «Tooor!»

«Non credo sia una buona idea…»

Troppo tardi: aveva già mordicchiato ancora un po' la sua fettina, facendo il pieno di semi nelle guance. «Toooor…» Gonfiò d'aria il petto. «Chic-chic-chic-chic!»

«Che state combinando?» la domanda allarmata di Ash era dovuta al fatto che Torchic avesse iniziato ad attaccare alla cieca, ma i suoi chicchi non erano luminosi e dalla traiettoria lineare come quelli di Treecko, bensì bollenti e andavano ovunque senza controllo.

«Torchic, fermati!» pregò Vera, agitando le braccia.

«Chic?» Il pulcino si voltò, con il risultato che l'ultima scia andò a colpire il volto di lei. «Tor, toor!» si scusò, con le lacrime agli occhi dal dispiacere.

«Vera, tutto bene?» Ash si precipitò accanto all'amica, che aveva le labbra serrate dallo shock. «Tieni.»

«Sì…» rispose lei, ancora scossa. «Ti ringrazio… Sono ancora sporca?» chiese, dopo essersi strofinata sul viso il fazzoletto gentilmente porto da lui.

Ash, inaspettatamente, le prese il pezzo di stoffa di mano e glielo passò sul naso. «Ecco, ora sei a posto.»

La ragazza biascicò un altro ringraziamento, soffocando l'imbarazzo in un sospiro. «Lo sapevo che era una pessima idea…»

Lo sguardo di Torchic, dopo quelle parole, divenne triste.

«Avanti, piccolino, non è successo niente» cercò di consolarlo lei, inginocchiandosi per dargli una carezza.

«I Pokémon di tipo Fuoco non possono imparare la mossa Semitraglia, altrimenti rischiano di causare degli incendi. Capisci, Torchic?» spiegò Ash, sorridendo in modo rassicurante al pulcino.

«Toor…» mormorò quest'ultimo, ancora demoralizzato per come aveva ridotto il prato.

Al ragazzo, in quel momento, venne un'idea per riportare l'allegria. «Ci siamo riposati abbastanza, rimettiamoci in marcia!»

«Eh?! Vorrai scherzare!» squittì Vera, sgranando gli occhi.

«Niente affatto… Chi arriva ultimo paga la cena!» Lui si mise il spalla lo zaino posato sull'erba e lanciò un'occhiata d'intesa a Pikachu e Treecko, per poi sfrecciare via.

«Aspettateci!» protestò Vera. «Forza, Torchic, facciamogli vedere di che pasta siamo fatti!»

A quel richiamo determinato, Torchic si riprese e annuì. Iniziarono a correre anche loro, cercando di raggiungere gli altri.

 

 

Angolo Autrice
Spero che questo capitolo vi abbia soddisfatto un po' più del precedente, serve a sottolineare il fatto che Ash e Vera siano come maestro e allieva e che lui non sia completamente stupido. Prende spunto dall'episodio AG041 - I semini della discordia, con un finale completamente diverso, così come il fatto che Treecko e Torchic fossero già fuori dalle Sfere.
Alla prossima!

-H.H.-

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Capitolo 5
*** Lago ***


Lago

5


Ogni volta che Vera tirava su la manica del suo yukata rosa, dopo pochi secondi quella scendeva di nuovo giù. Era davvero scomodo scrivere in quelle condizioni. “Devo sbrigarmi” pensò, rigirandosi goffamente in mano un pezzetto di carta.

«Ehi, Vera.» Ash, con lo spiedino di una Baccamela al caramello che gli spuntava dalla bocca, sorprese la compagna di viaggio proprio nel momento in cui era girata loscamente di spalle. Anche lui indossava uno yukata, color verde acqua però. «Tra poco ci sono i fuochi d'artificio, non vieni?»

«Sì, arrivo» rispose lei, obbediente come una bambina al richiamo del fratello maggiore, infilandosi velocemente il bigliettino in tasca.

Era la prima volta che vedeva Ash senza berretto, salvo le rare notti che passavano all'aperto, nei sacchi a pelo. D'istinto gli diede la mano, calda e dalla presa solida, perché era meglio non separarsi.

Si spostavano a zig zag tra la gente, vedendo di sfuggita lanterne dai colori brillanti appese ai tendoni delle bancarelle, che accendevano di vivacità la serata e da lontano sfumavano il buio. Nell'aria c'era un odore appiccicoso di zucchero filato, degli spiedini melensi a cui Ash aveva dato un assaggio, ma anche di takoyaki e onigiri ripieni. I bambini correvano nei loro kimoni dai motivi variopinti, innalzando all'alto origami a forma di gru, visibili anche accartocciati ai bordi della strada assieme ai cartoni vuoti di ramen e bicchieri di plastica.

Pian piano seminarono il caos della fiera. Si diressero verso una collinetta poco lontana, con Vera preoccupata che intimava di rallentare perché con i sandali le facevano male i piedi. Finalmente giunsero in cima, su un prato bagnato di rugiada. Davanti a loro, il Lago Vera si stagliava profondo e luccicante riflettendo il contorno fulgido della mezza luna, che pareva come divisa a metà dall'abile fendente di uno Scyther.

«È davvero bellissimo… Non per niente si chiama Vera» scherzò la ragazza, con un lieve riso. «C'è un'atmosfera davvero romantica, stasera!»

«In che senso romantica?» domandò Ash, perplesso.

«Lo capirai quando sarai più grande» replicò lei, facendo un furbo occhiolino.

«Bah, se lo dici tu…»

«Guarda!» bisbigliò poi, puntando l'indice sul lago. Uno sciame di Volbeat si muoveva a pelo dell'acqua scurita dal buio, con le punte delle code accese, tutti attratti dalla scia di profumo di un'unica Illumise, che piroettava poco più avanti di loro sulle foglie di bambù e le ninfee.

Ash sorrise in simbiosi con lei. L'ultima festa delle stelle così bella l'aveva trascorsa alla Scogliera del Promontorio della Fanciulla. Per Vera invece era la prima, infatti era completamente presa da quello spettacolo. Ancora teneva per mano Ash e nemmeno ci faceva caso. Sussultò al primo botto improvviso e strinse più forte la sua mano. Nessuno dei due volle sciogliere quella stretta. Ben preso si accorsero che i fuochi successivi erano a forma di teste di Pokémon di Hoenn e fecero a gara a chi li indovinava per primo, sotto gli sbuffi di Vera e l'esultanza di Ash, artefice nonché campione del gioco.

Quando le ultime scintille si dissolsero con uno sfrigolio, era ormai mezzanotte. Quindi la festa del Tanabata era finita e Vera non aveva avuto il tempo di appendere il suo desiderio a una canna di bambù. Però aveva poca importanza. “Si è avverato lo stesso” pensò, scoccando un sorriso alla propria mano nivea, sempre rimasta intrecciata a quella di Ash.

 


 

Angolo Autrice
Giù i bazooka: non volevo copiare la Poké, infatti ho citato il Promontorio della Fanciulla. Ho preso ispirazione dall'episodio AG042 - Romeo, Giulietta e i Pokémon, ambientandolo però durante la festa del Tanabata e senza l'intervento dei due ragazzi (di nome appunto Romeo e Giulietta).
Peace and love Advance (y).
-H.H.-

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Capitolo 6
*** Ferita ***


Ferita

6


Si tenevano per mano e correvano a perdifiato, perché dietro di loro un Loudred furioso stava cercando di raggiungerli. Se ci fosse riuscito, sarebbe stata la fine e quel pensiero non faceva altro che mandarli ancora di più nel panico, incitando le loro gambe a non fermarsi.

Non appena uscirono dalla grotta, però, li attese una brutta sorpresa: non videro che la collina proseguiva in una ripida discesa, perciò si ritrovarono tra urli e confusione a ruzzolare giù come sassolini, senza sapere quando si sarebbero arrestati.

Ciò accadde prima ad Ash, che andò a sbattere violentemente contro la corteccia di un albero. Pochi secondi dopo gli arrivò addosso il corpo esile di Vera, che ancora stringeva Pikachu tra le braccia.

Lei fu la prima a riprendersi dall'impatto. Si appoggiò una mano sulla fronte, con occhi socchiusi e la mente che galleggiava nel vuoto. «Pikachu, tutto bene?»

«Pikachu pì!» Il topo, dopo essersi scrollato il musetto, annuì. Poi andò accanto ad Ash ancora privo di sensi, guardandolo, dispiaciuto.

Anche Vera si riscosse, scuotendo leggermente la nuca. “Gli sono caduta addosso… Che vergogna” pensò, con le guance che le s'imporporavano. Poi mosse piano una spalla dell'amico. «Ash?»

In seguito al contatto, vide i suoi denti stringersi e il suo naso storcersi.

«Ti ho fatto male? Scusami!» disse, mortificata. Poi notò che lui aveva il braccio attraversato da un lungo taglio, sottile, ma che sembrava abbastanza profondo. Cercò in borsa, tirando fuori una bottiglietta d'acqua. Si tolse la bandana e dopo averla bagnata la avvolse attorno alla ferita sanguinante.

«Ash?» chiamò ancora. Era vicina a lui, a pochi millimetri dal suo viso abbronzato da bambino. «Ash? Ti prego…» Lo fissava intensamente, con gli occhi lucidi dove regnava la preoccupazione. Non voleva stare da sola: tra poche ore avrebbe fatto buio e sentiva una fitta di dolore alla gamba piegata. E se fosse successo qualcosa di brutto? Chi l'avrebbe protetta?

Il moro innalzò lentamente la nuca, con un gemito debole. Poi si guardò intorno. «Dove siamo? Che è successo?» sussurrò, frastornato.

«Temevo che non ti svegliassi più!» ammise Vera, portandosi una mano sul cuore. «Ce la fai a camminare?» chiese, mentre cercava di alzarsi, ma fu proprio lei a ricadere in ginocchio con un mugugno di dolore.

Ash, da bravo cavaliere, si sporse verso di lei. «Tu, piuttosto?»

«Non lo so… Mi fa un po' male la gamba, non me n'ero accorta…»

«Guarda quanto sei gonfia!» esclamò, ancora più preoccupato per lei e per il suo ginocchio arrossato dalla botta. «Grazie, ma ora pensiamo a te.» Le fece cenno di salire sulle sue spalle, con un sorriso spavaldo.

Vera accettò la sua mano per alzarsi e gli cinse morbidamente il collo con le braccia, lasciandosi trasportare. Appoggiò la testa alla sua schiena, chiudendo gli occhi, senza pensare a niente, se non che era davvero fortunata.

 


 

Angolo Autrice
Non mi convince tanto, però boh, finché c'era ispirazione ho scritto. È ispirata all'episodio AG053 – Attacco Assistente, attacco vincente! Che inizia con i protagonisti inseguiti da un Loudred all'interno di una grotta e che fanno il capitombolo, ma la situazione si evolve diversamente.
Spero vi sia piaciuta!
Alla prossima
-H.H.-

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Capitolo 7
*** Funivia ***


Funivia
7

 

Il cielo era terso, come nella tela di un pittore a cui è sfuggito un po' troppo blu dal tubetto delle tempere. A destra e a sinistra si vedevano solo rocce rossicce vicine l'una all'altra, all'apparenza appuntite quanto i denti di uno Sharpedo e, ancora più lontano, degli alberi maestosi come la vecchia casa del Treecko di Ash. Lui e Vera stavano mangiando dei tramezzini, seduti su due sedili uno di fronte all'altro, all'interno della funivia, che si muoveva in modo esasperatamente lento su per il pendio.

«Non vedo l'ora di arrivare!» esclamò Vera, sfogliando un libretto accanto a lei. «A Cuordilava ci sono delle terme fantastiche… E delle focaccine altrettanto fantastiche!»

«E anche una fantastica Palestra, no?» aggiunse Ash, mostrando un pugno combattivo al suo Pikachu, che annuì e ricambiò il suo sguardo determinato.

Vera sbuffò, a braccia incrociate. «Uffa, ma è possibile che voi due non riusciate a pensare ad altro? Un viaggio non significa solo incontri…» affermò, senza esitazione. «Ma anche bellissime città, buon cibo e nuove amicizie!» concluse, allegra e con aria sognante.

«Io voglio diventare un maestro di Pokémon» rispose il ragazzo, scettico. «Preferisco non perdere troppo tempo, quando invece potrei allenarmi.»

Lei non ebbe il tempo di formulare un nuovo pensiero, perché la funivia ondeggiò pericolosamente, per poi fermarsi di botto.

«Whoa!» fece, impacciata, mentre veniva trascinata dalla parte opposta. Perse l'equilibrio già di per sé non molto stabile ma, per fortuna, si ritrovò la caduta attutita dal torace del suo amico.

«Cosa succede?» chiese lui, in allarme, mentre l'angusta cabina si muoveva avanti e indietro sul cavo, cigolando.

Vera alzò cauta il viso, schiacciato addosso al suo petto da dopo l'impatto. Sentiva un acuto dolore al naso. «Ci siamo fermati» pensò ad alta voce, per poi sistemarsi accanto al suo amico e, con un pugno sul cuore, guardarsi attorno. Il loro cestino del pranzo e tutti i residui di esso giacevano, sempre alla rovescio, da quella parte. Fuori, il paesaggio non sembrava turbato né cambiato di una virgola rispetto a poco prima. «E ora cosa facciamo?»

«Non lo so» ammise Ash, a cuor leggero. «Potrebbe essere stato un corto circuito…»

La conversazione s'interruppe nuovamente quando la funivia oscillò più di prima, causando un immediato gridolino da parte di Vera per lo spavento. Era come se fossero dentro un incudine sostenuta da una banale corda, che avrebbe potuto spezzarsi da un momento all'altro.

«Sta' calma, non è niente» cercò di rassicurarla lui, per farle alzare di nuovo il volto, nascosto impulsivamente nell'incavo tra la sua spalla e il collo. «Verranno a soccorrerci presto.»

«E… Se non verranno?» chiese Vera, con la preoccupazione negli occhi.

«Mi inventerò qualcosa per andare a controllare.»

«Allora verrò anch'io» affermò, ma nonostante i suoi occhi fossero sicuri la sua voce non lo sembrava affatto. Sotto di lei c'era il vuoto, la sua vita era appesa a un filo d'acciaio. «Non voglio restare qui da sola…»

Ash fece un sospiro silenzioso e annuì. Si sentiva in dovere di proteggerla.

 


 

Angolo Autrice
Piaciuta? Non è un granché, ma la trovavo un'idea carina. È ambientata nell'episodio AG054 - Combattete il meteorite! dove i protagonisti rimangono, appunto, bloccati sulla funivia (ma erano in compagnia del Team Rocket travestito da guide turistiche, lol).
Alla prossima.
-H.H.-
 

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Capitolo 8
*** Burrone ***


Burrone
8


Guardavano giù, cercando di scorgere il Team Rocket, che aveva appena fatto un brutto tuffo nel fiume sottostante a quel burrone. Fu in quel momento che il terreno roccioso cedette e Vera e Torchic iniziarono a precipitare insieme ai resti di esso, urlando.

Ash chiamò i loro nomi, a denti stretti, non sapendo nell'immediato cosa fare.

I due continuarono la caduta. Il pulcino agitava forsennatamente le zampette e lei non smetteva di gridare, con il cuore che batteva all'impazzata. Riuscì ad aggrapparsi a un ramo e prendere tra le braccia il suo starter, stringendoselo al petto. C'era mancato un soffio. Il ramo oscillò un poco, per poi fermarsi.

«Non ti sei fatto male, vero, piccolino?» domandò lei, accennando un sorriso premuroso. Torchic, emesso il suo versetto, annuì.

«Vera!» Al sentire quel richiamo allarmato, la ragazza alzò il capo, capacitandosi di quanto fosse grande la distanza che li separava dalla terraferma. «Vengo a salvarti, resta ferma dove sei!»

«Che spiritoso, dove vuole che vada?» borbottò, ma era fiduciosa che in un modo o nell'altro l'avrebbe soccorsa.

D'improvviso sentì un verso magnetico e voltato il capo vide Magneton, che prese a lanciare delle scariche elettriche sulla parete. «Basta!» implorò, temendo di cadere, mentre Torchic contrattaccava con Braciere.

Il nemico però schivò ed emise una scarica più intensa delle precedenti, sui loro corpi. Lei e Torchic urlarono spaventati con tutto il fiato che avevano, per soffocare quell'acuto dolore.

«Torkoal, colpiscilo!» All'ordine di Ash, la tartaruga accanto a lui sparò un potente Lanciafiamme che centrò Magneton, costringendolo ad andarsene. «Bravissimo.»

«Non ce la faccio più, sbrigati, ti prego!» gridò Vera, che sentiva le forze venirle meno.

«Chic…» mormorò Torchic, con la paura nei suoi teneri occhi.

«Penso di aver trovato la soluzione!» rispose Ash, voltandosi verso Torkoal.

Poco dopo, il ragazzo aveva avvolto una corda attorno sé e al guscio della tartaruga. Si stava calando giù con cautela, grazie al sostegno di Pikachu, Corphish, Treecko e Taillow. Doveva salvare Vera, perché non avrebbe mai perdonato se stesso se le fosse successo qualcosa proprio davanti ai suoi occhi.

«Resisti… Ci sono quasi riuscito…» Il volto di lei s'illuminò di un sorriso sollevato, quando vide la mano di Ash agguantarle il polso. «Ecco, afferra la mia mano.»

La ragazza esitò, per poi lasciarsi andare con un gemito impaurito. Lui, come promesso, la tenne impedendole di cadere. I Pokémon, allora, presero a tirare su la corda attorno alla vita di Ash. Nella lenta ascesa i due si guardarono negli occhi, sorridendo lievemente per darsi conforto, con lei che ancora stringeva il suo compagno tra le braccia.

Quando Ash riuscì ad arrivare in cima, aiutò anche Vera. Cercarono di respirare a fondo, per calmarsi. In quei frangenti, lei rivolse a lui un piccolo sorriso e uno sguardo colmo d'ammirazione. Era il suo eroe e l'aveva dimostrato per l'ennesima volta. Sentiva che non poteva succederle niente di male, che lui e il suo animo coraggioso da cui si sentiva inevitabilmente attratta non mai l'avrebbero permesso.

 


 

Angolo Autrice
Per farci stare tutto ho dovuto stringere un po', ma ce l'ho fatta. Qui siamo nell'episodio AG058 – Non entrate in quella valle! Dove non ho cambiato praticamente nulla, salvo altre aggressioni di Magneton durante il salvataggio di Vera (contrastate da Pikachu e Torkoal) e che a sostenere la corda, al posto di Max e Brock, ci siano i Pokémon di Ash. Spero che vi sia piaciuta, nient'altro da dire.
Alla prossima!
-H.H.-
 

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Capitolo 9
*** Coperta ***


Coperta

9


Ash rimase sorpreso dalla scena che gli si presentò davanti: Vera, dopo aver trascorso la sera a cambiare garze e vegliare sul suo piccolo amico, aveva ceduto alla stanchezza, appoggiando la testa su un braccio. Ma non era la sola a dormire: Swablu, sopra a quella scrivania, si era acquattato, abbracciandosi con le sue ali morbide come zucchero filato. Quella destra aveva un bendaggio a coprirne la brutta ferita e sembrava sereno, non spaurito e sofferente come l'avevano casualmente trovato quella mattina. A illuminare in modo perenne la stanza c'era l'intensa luce di una lampada, a cui i due ormai sembravano essersi abituati.

Il ragazzo si avvicinò con cautela, posando con un sorriso intenerito una coperta sulle spalle dell'amica, nella speranza che non si svegliasse. Respirava in modo impercettibile e non poté fare a meno di trovarla bella, all'osservare il suo viso dai lineamenti ancora un po' da bambina. Aveva gli occhi chiusi e le armoniose labbra distanziate di poco, mentre alcuni ciuffi castani di troppo andavano a ricaderle sulla fronte. Si perse a osservarla ancora per qualche istante, pensando a quanto fosse dolce la dedizione che stava avendo nel prendersi cura di quel Pokémon indifeso… Perché Vera era così: metteva sempre il cuore in tutto ciò che riteneva importante. Richiuse lentamente la porta, sempre attento a fare il minor rumore possibile, con il sorriso che ancora non era svanito.

 


 

Angolo Autrice
Qui non ho modificato niente rispetto all'anime, limitandomi a descrivere il punto di vista di Ash, quando Vera si addormenta dopo aver curato Swablu nell'episodio AG064 - Un Pokémon quasi volante.
Spero vi sia piaciuta. Alla prossima!
-H.H.-
 

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Capitolo 10
*** Cappello ***


Cappello

10
 

Vera continuava vanamente a guardare fuori dalla finestrella del Centro Pokémon, con una tazza di cioccolata calda tra le mani. Erano passate ore e Ash ancora non tornava, chissà dove in quel turbinio di fiocchi bianchi, nel buio cupo della notte. Tutto per delle stupide Medaglie, uno Snorunt dispettoso e il suo orgoglio di ferro. Aveva messo le Medaglie prima della vita, quell'egoista! Egoista, già, pensava offesa Vera. Se fosse morto di gelo oppure sotto una valanga, il resto dei suoi Pokémon sarebbe morto con lui, senza alcuna colpa. E lei si sarebbe trovata a viaggiare da sola. Al solo pensarci, sentiva un nodo alla gola e il suo cuore agitato perdeva un battito, come se le rubassero qualcosa dentro, lasciando il vuoto al suo posto.

La ragazza aveva una mano sulla guancia, mentre l'altra ferma sul vetro. Voleva scrivere qualcosa sulla condensa con l'indice inguantato, ma non sapeva cosa. Cosa si sentiva di scrivere? Pensò alle ragazze innamorate che scrivono le iniziali dei nomi dappertutto e scosse il capo, sentendosi una sciocca. Poi però tracciò d'istinto una A e una V, arrossendo vistosamente sulle guance. Che sciocca che era. Sciocca, sciocca, sciocca. Bevve un sorso di cioccolata bollente, affondandoci il viso dalla vergogna. Comunque, era certa che lui fosse salvo, perché lui era in gamba, non doveva nemmeno considerare l'idea che non ci fosse più. La mattina dopo sarebbe tornato al Centro, con i pantaloni marci e resti di neve tra i capelli sbarazzini, mostrando fiero la custodia delle Medaglie intatte. Allora avrebbe potuto ridargli il berretto. Già, il berretto che gli era caduto e lei stava custodendo con cura, dall'altra parte del tavolo, come a sostituire la sua presenza.

Le venne l'irrefrenabile impulso di prenderlo e di metterselo in testa, come fanno le ragazze con i fidanzati. Aveva ancora il suo profumo… Un profumo che non sapeva come definire, ma le dava sicurezza. Si diede una sistemata ai capelli e si girò dal vetro, per specchiarsi.

«Mi piace» concesse soddisfatta, tra sé e sé. «Dovrei chiedergli di prestarmelo, qualche volta.»

 


 

Angolo Autrice
Ambientato nella puntata AG108 - Un Pokémon dispettoso, dove Snorunt ruba le Medaglie di Ash e passano la notte in un igloo, diventando amici. Ho solo aggiunto cosa faceva Vera nel frattempo con il cappello che le era stato lasciato da lui. :3
Buona Vigilia di Natale!
-H.H.-
 

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Capitolo 11
*** Abbraccio ***


Abbraccio

11


Aveva cercato di essere forte, Vera. Però, quando aveva visto il traghetto andarsene via senza di lei, non aveva più resistito. Tutti i suoi sforzi, gli sforzi dei suoi Pokémon… Gettati al vento. Dai suoi occhi, lucidi e di un blu più intenso del mare che guardava con amarezza, cominciarono a scendere le prime lacrime. Prese a singhiozzare flebilmente, cercando di metabolizzare quella realtà che le sembrava così ingiusta, così sbagliata. Non poteva davvero finire tutto così, era assurdo.

Ash, accanto a lei, si limitava a guardarla in dignitoso silenzio. «Mi dispiace tanto» disse, semplicemente, appoggiandole con delicatezza una mano sul braccio.

Vera alzò di scatto il capo e prese a sfregarsi frettolosamente gli occhi con una mano. Non voleva che lui la vedesse piangere, non doveva vederla piangere: doveva dimostrargli di essere forte e matura. Perciò fatte sparire quelle calde stille abbozzò un sorriso, per fargli credere che era acqua passata e non c'era bisogno che si preoccupasse per lei. Inaspettatamente, prima che potesse aprir bocca, si ritrovò avvolta dalle braccia di Ash. Il suo cuore accelerò bruscamente, era così sconvolta da non riuscire quasi a muoversi. L'aveva fatto davvero o era solo un sogno…?

«Troveremo una soluzione, stai tranquilla» le sussurrò lui, all'orecchio, con la voce estremamente dolce che le riservava solo per pochi momenti e riusciva sempre a rassicurarla.

Vera si limitò ad annuire piano, come in trance, mentre portava le braccia tremanti a stringere la sua vita. Affondò la testa sul suo petto, beandosi del calore che scaturiva dall'insolita ma piacevole vicinanza dei loro corpi. Era un momento magico, dove il tempo sembrava non esistere più. Riprese a singhiozzare, sfogando tutto il reale dolore che si portava dentro, mentre lui con un tenue sorriso le carezzava lentamente i capelli.

 

 

 

  Angolo Autrice
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A otto anni, alla fine della scena originale, sono rimasta delusissima perché non c'era stato neanche un abbraccio. Adesso che sono un'autrice ho potuto realizzare il mio sogno di piccola shipper, lol.
Siamo nell'episodio AG114 – La stagione degli amori. Con la differenza che Vera non ha rinunciato al traghetto per aspettare Max, ma è arrivata tardi e l'ha perso. Le lacrime ci sono state davvero, ma niente abbraccio. Potete considerarlo OOC, ma c'è da calcolare che in questa storia hanno passato 114 episodi da soli e il loro rapporto si è evoluto rispetto all'originale.
Ringrazio chi mi ha seguita, spero di aver trasmesso la dolcezza che almeno a me suscita questa coppia. :)
Dunque, alla prossima!
-H.H.-
 

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