Notti di mezze sbronze

di OstinataeContraria
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sarai tu o la troppa birra? ***
Capitolo 2: *** Buongiorno... Ma dove sono? ***
Capitolo 3: *** Ed è festa fino al mattino... ***
Capitolo 4: *** é giunta ormai l'aurora, si spengono i fanali... ***
Capitolo 5: *** Alla luce di mezzogiorno... ***
Capitolo 6: *** Un brusco risveglio ***
Capitolo 7: *** Mare mare ***
Capitolo 8: *** Amici, amanti e ... ***
Capitolo 9: *** Bandiera bianca ***
Capitolo 10: *** D&D ***
Capitolo 11: *** Impresso sulla pelle ***
Capitolo 12: *** Cuocere nel proprio brodo ***
Capitolo 13: *** E ho in mente te… ***



Capitolo 1
*** Sarai tu o la troppa birra? ***


Una notte d’estate, come le altre, sono seduta su di una panchina, una birra e quattro chiacchiere in compagnia dei miei amici, accendo una sigaretta, l’ultima prima di tornare a casa a dormire, “Aspettiamo ancora un po’, è tornato Diego dalla Turchia e ci sta raggiungendo”, dice Giacomo, “si, dai aspettiamolo”, fa eco Loredana, la sua fidanzata, ed io mi dimetto alla loro decisione, in fondo, sono pur sempre loro ospite. Chiacchieriamo ancora un po’, arriva nel frattempo anche Nunzio, che inizia a rullarsi una sigaretta, ci scattiamo due foto, sono così minuta vicino a lui che sembriamo davvero il gigante e la bambina. Come al solito, sto facendo la scema per far ridere tutti, in piedi sulla panchina a imitare chi sa chi, mi giro ed eccolo li, abbronzatissimo nella sua camicia bianca, con la sigaretta tra le labbra e quel solito modo di fare svogliato, tendente quasi sempre all’annoiato; i nostri sguardi si incrociano, è una settimana che non ci sentiamo per nulla, mi sorride, quel sorriso smagliante che gli illumina gli occhi castano verde, quegli occhi che faccio fatica a non guardare, che in quella settimana di assenza mi ero illusa di aver dimenticato. “Ciao a tutti” dice, “Bentornato” – risponde Giacomo – “che ci racconti? Questo viaggio? Com’è Istanbul?”, ed inizia a raccontare del gruppo di amici, delle jeep fittate, delle serate, dei locali, ci fa vedere le foto, ed io e Lori ci incantiamo nello scoprire quei paesaggi. È tardi ormai, sono le 4 del mattino di un venerdì di inizio agosto, l’indomani c’è la festa di compleanno di Giacomo e ci sono un sacco di cose da preparare, forse è il caso di tornare a casa, Giac tenta di trainare via Lori e me, ma Diego mi inchioda, “Dai, prendiamoci un’altra birra.”, “ok, dai, vedo se Marco ci fa comprare l’ultima birra mentre puliscono”, “Chicca allora noi ci avviamo a casa, tu citofona quando vuoi”, mi dice Loredana. “ok, a fra poco”, le rispondo. Vado nel bar, da Marco, il proprietario, a chiedergli un’altra birra ma nulla da fare, “Tennent’s finite” mi dice, torno alla panchina e ci ritrovo solo Diego; “E gli altri?” domando, “E la birra?” mi risponde,  “Finita” “A casa”  - rispondiamo in contemporanea – iniziamo a ridere. L’imbarazzo iniziale sparisce, e decidiamo di andare alla ricerca di un locale aperto sul lungomare, prendiamo la sua macchina e ci avviamo, “sono le 4.30, non troveremo nulla!” - gli dico - “aspetta, accosta, provo a chiedere a qui se ci passano una birra” – scendo al volo dalla macchina e vado dal ragazzo che sta pulendo i tavolini fuori dal locale, sta per chiudere, per fortuna è gentile e mi serve al volo due tennent’s; torno verso la macchina e faccio segno a Diego di scendere, “Scendiamo in spiaggia a bere?” chiedo, “No” – mi dice lui – “con la sabbia poi sporco casa. Andiamo al porto, sali!”, perentorio come sempre. Durante il breve giro in macchina instancabilmente mi racconta del suo viaggio, io faccio finta di ascoltare ma in realtà vorrei solo andar via, tanto a che serve? Mi rimanderà a casa come al solito, dalla mia festa di laurea non mi ha più cercata, ed è anche da prima che non mi tocca neanche per errore, farei meglio ad andare, continuo a pensare. Arriviamo finalmente sull’ultima banchina del porto, scendiamo dalla macchina, ed io mi vado a sedere sul bordo, sono silenziosa, strano per me, ma lui non pare accorgersene, “Vieni qua, che fai seduta li?”, “Vieni a sederti anche tu, no?” – rispondo – “e, visto che sei vicino la macchina, portami anche le sigarette, sono nella borsa sul mio sedile”, “Vienitele a prendere”, mi risponde. Stronzo, penso tra me e me, aspetto ancora un po’, ascolto le onde del mare, ora anche lui si è zittito, sono di spalle ma sento il suo sguardo puntato contro la mia schiena, bevo qualche sorso di birra e mi decido ad alzarmi. Mi dirigo verso la macchina, lui è poggiato sullo sportello lato passeggero, quindi, non potendo aprire lo sportello, poggio la mia birra sul tettuccio dell’auto e mi sporgo oltre il finestrino a cercare le sigarette in borsa; mi rialzo con la sigaretta in bocca e sento la sua mano sul mio fianco, mi attira verso di lui, mi toglie la sigaretta e mi bacia, “Che stai facendo?” – gli chiedo mentre penso tra me - “Hai finito la birra? Ne beviamo un’altra?” mi risponde ignorando la mia inutile domanda, e continua a baciarmi. Ora sono realmente confusa, “Sono le 5, non troveremo nulla di aperto”, rispondo tentando di ostentare una calma che non ho, “A casa mia c’è tutta la birra che vuoi”, risponde laconico. Non aspetta neanche la mia risposta, toglie le birra dalla macchina e mi apre lo sportello, fa il giro ed entra in macchina, poggia una mano sulla mia coscia ed accende la macchina. Ok, respira, sta andando tutto come volevi che andasse, anche se non te lo aspettavi, forza Chicca, mantieni la calma…

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Capitolo 2
*** Buongiorno... Ma dove sono? ***


Il sole filtra tra le persiane, apro solo un occhio, sento uno strano rumore ma non ce la faccio a muovermi, sono indolenzita e ho un cerchio alla testa spaventoso...buongiorno mondo direi!! Aspetta un attimo, questo rumore lo conosco, è l'inconfondibile russare di un uomo e, in effetti, questo non è il mio letto. In un attimo ricordo tutto... la birra al porto, i suoi baci, Lui che apre il frigo e stappa altre birre mentre io fumo sul suo terrazzo vista mare, "Facciamo finta di amarci" mi dice "Fai l'amore con me", continua "fingi di amarmi"; e così spogliandoci, senza mai staccarci gli occhi e le mani di dosso, dal salotto arriviamo a letto. Ma che ore sono?! Ho paura di girarmi, so chi c'è al mio fianco, ma vederlo alla luce del giorno é un'altra cosa, Diego dorme beatamente nudo, prono, con i suoi ricci a coprirgli il volto. Se non mi muovo non si accorge che sono sveglia, ora devo fare tutto con molta calma e silenzio...cazzo, il mio cellulare squilla dal salotto. Mi catapulto a rispondere sperando non si svegli, "oh ma che fine hai fatto? Mi hai fatto spaventare, dove sei?" - è un Giacomo abbastanza allarmato che mi parla - "hai ragione, scusami. Sono da Diego, siamo stati in giro fino alle 7 e abbiamo pensato fosse meglio non svegliarvi" rispondo ancora assonnata, "potevi inviare un sms, sei proprio una testa di cavolo!" "Hai ragione, dai mi vesto e arrivo così andiamo a fare la spesa" gli dico, "ti aspetto a casa. Sbrigati" risponde lui abbastanza seccato. Addosso ho solo la maglietta di Diego, e i miei vestiti dove sono? Sono sparsi nel salotto, in mezzo ai suoi, il jeans è sul divano, ah no è il suo, ma in mezzo c'è il mio reggiseno, il mio jeans é sulla tv. Vado in bagno, mi faccio una doccia al volo, mamma che male al collo, cos'ho? Mi guardo allo specchio e vedo segni di morsi ed unghia, sul collo, sui fianchi, sulla schiena, come li giustifico agli altri? Devo andare ora, ci penserò più tardi; mi vesto, inforco gli occhiali da sole e le cuffiette e mi affaccio in camera da letto, perfetto! dorme ancora beato. Fuggo via. Arrivo da Giac, Lori è già uscita, andiamo a fare la spesa, non racconto nulla. Mi chiama Giorgia, mia amica e collega, che é al nostro solito lido, "Giaco, vado a pranzo da Giorgia, poi torno a casa così prepariamo tutto per la tua festa, ok?" "Si ok. Ma dove sta Giorgia?!" "Al 90210, l'ultimo lido del lungomare", "ah ok, pensavo dovessi tornare in città, dai ti aspetto nel pomeriggio, non fare tardi". Prendo la macchina e arrivo di corsa al lido, "Una bruschetta ed una birra, grazie" ordino, e racconto tutto a Giorgia, "hai un sorriso ebete, lo sai, si?" - Mi dice a fine racconto - "meno male che non sei innamorata" - continua ridendo - "che falsa sei!puoi ingannare te stessa ma non me". Forse ha ragione, meglio fumarci su, "due caffè per piacere" fa lei al cameriere. Caccio il telefono per vedere l'ora, Diego ancora non si fa sentire, "forse dovresti scrivergli tu, infondo sei tu quella che è scappata come una ladra, anzi, come un uomo..." Mi fa notare la saggia Giorgia, "va bene, fra poco gli scrivo tanto starà ancora dormendo." Il mio telefono squilla, è un whazzapp: "viva?". È lui, ok respira e rispondi, ormai sei scappata, la cazzata l'hai fatta, vedi di recuperare "si viva, Buongiorno. Sono andata presto da Giaco per fare la spesa per stasera, dormivi così bene che non ho avuto il cuore di svegliarti." rispondo. Scappo di nuovo a casa di Giaco, prepariamo le cose per la serata, mi vado a vestire, mi trucco... Il pomeriggio vola, fra poco arriveranno tutti, compreso lui. Ok, ansia, che faccio?? Meglio preparare i cocktail va, se mi muovo forse riesco a non pensarci... Che ne pensate? Aspetto vostri consigli. Come dovrebbe continuare tra i due, finisce così? Una sola notte?

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Capitolo 3
*** Ed è festa fino al mattino... ***


Le persone iniziano ad affollare il salotto, i cocktail di benvenuto che ho preparato finiscono ad una velocità spaventosa, gli invitati, per lo più a me sconosciuti, vengono da me a chiedere da bere, giro per la casa come una trottola ma lo sguardo è fisso sulla porta. Finalmente arriva anche lui, con il suo solito ritardo, con una maglietta blu che gli mette in risalto il fisico e i suoi fantastici occhi, perché non riesco a smettere di guardarli? Perlustra la sala con lo sguardo, mi individua e mi raggiunge, "buonasera, tutto ok?" "Si tutto bene, ti ringrazio. Tu?" rispondo, le persone continuano a salutarmi e chiedermi cose, devo interrompere la conversazione. Continuo a trottare per la casa, ma mi hanno assunta come cameriera? Esco sul balconcino a fumare, Diego mi raggiunge "tutto ok?" - chiede di nuovo - "sei riuscita a dormire?", "si, abbastanza. Se non fosse che russi come un mietitrebbia, sai che dovresti andare da un otorino?" "Si, lo so. Dove sei stata oggi?", "come ti dicevo ho raggiunto Giaco per la spesa...", "ah si? E che sei andata a fare al 90210?" - mi incalza lui - "non credo si faccia la spesa", "non credo siano fatti tuoi, comunque caffè con un'amica". Si innervosisce, si allontana e inizia a far lo scemo con diverse ragazze, crede di infastidirmi, ma so cosa sta facendo: tenta di allontanarmi, le sue sovrastrutture ormai ho imparato a conoscerle, finge di essere il bello e dannato, ma in realtà è di una timidezza disarmante. Lo ignoro. Ovviamente con tante ragazze vestite a festa nella stessa stanza, basta una macchina fotografica e diventano tutte modelle, il salotto diventa un fotografico, ovviamente il fotografo è lui. Sa quanto io odi le foto, eppure continua a farmene tantissime, mi segue e scatta, mi mette all'angolo, "ti è piaciuto stanotte?" - mi chiede leggermente alticcio - "che facevi al 90210? Perché sei andata li?", insiste ancora, "te l'ho già detto Diè", mi divincolo e vado a prendere la torta. Auguri, regali, ancora foto, la casa man mano si svuota, decidiamo di continuare la serata all'escopoco, il bar dove trascorriamo il 90% delle nostre serate. Ci raggiungono altre persone, che scopro essere i ragazzi che sono stati ad Istanbul con Diego, iniziano a parlare con me, sembrano quasi conoscermi, non capisco ma sono simpatici. Beviamo e chiacchieriamo, scopro che Mauro, un giovanissimo ingegnere, che, nonostante l'altezza, è davvero molto carino, ama il rum quanto me. E decidiamo di bere qualche cocktail insieme, per capire chi se ne intende di più. La serata sta finendo, rimaniamo soltanto io, Diego, Mauro ed una coppia di ragazzi sempre del gruppo Turchia, le chiacchiere si sprecano e sia io che lui abbiamo finito le sigarette. Sono quasi le 6, andiamo al distributore, ho le zeppe, mi fanno male i piedi, mi siedo accanto al distributore su un gradino ed accendo una delle sigarette appena comprate, lui mi imita, "iniziamo a giocare qui?" Chiede "sono vecchia per il sesso nei vicoletti" rispondo. Senza ulteriori indugi mi fa alzare, e senza parlare prende la direzione di casa sua, "neanche mi accompagni a casa?" Chiedo. "Non stiamo tornado a casa insieme?" dice lui di rimando...

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Capitolo 4
*** é giunta ormai l'aurora, si spengono i fanali... ***


Ed eccoci qui, ancora una volta, sotto il portone di casa sua, ci aspettano vari piani di scale a piedi ma lui è impaziente, inizia ad accarezzarmi, baciarmi, sento la sua urgenza, che diventa anche mia ...fare le scale senza guardare è difficile, ma staccarsi è praticamente impossibile. Caccia le chiavi, mi sbatte quasi contro la porta e la apre continuando a baciarmi, le mie mani sotto la sua maglia, il desiderio si infiamma; la foga è troppa, le labbra si cercano, le mani scorrono lungo i nostri corpi, i vestiti vengono praticamente strappati di dosso, volano ovunque, di questo passo non arriveremo in camera da letto, ma per quanto mi riguarda il bancone della cucina potrebbe andare benissimo, d'improvviso si ferma: "Corriamo troppo io e te...". Lo dice ansimando con sofferenza. Prova a riprendere fiato, con la fronte sulla mia. Non rispondo, e mi rituffo sulle sue labbra...gli sgancio il bottone dei jeans e li accompagno a terra. Mi inginocchio davanti a lui togliendogli i boxer neri. Geme. Mi tira i capelli per farmi alzare e mi trascina in camera. Mi guarda, mi chiede a bruciapelo "Io faccio l'amore con te, per è solo sesso?" buttandomi sul letto e bloccandomi le braccia sopra la testa. Mi blocca col suo peso e mi guarda negli occhi. Ok, non mi sembra proprio il momento adatto per questi discorsi… provo a divincolarmi, vorrei salirgli addosso a cavalcioni, ma non sembra voler demordere, perchè non si sposta di un millimetro. È una lotta impari ma non cedo. Giro la testa, lui continua a reggere le mie braccia con una sola mano e l’altra si muove lentamente verso il basso, finché non incontra il mio perizoma ormai bagnato. Inizia ad accarezzarmi il clitoride con movimenti estenuantemente lenti. La sua bocca trova uno dei miei capezzoli, lo morde. Urlo. Mi chiede di nuovo una risposta. "Non sono brava a parlare dei miei sentimenti, in generale, e con un uomo nudo nel letto è proprio l'ultima cosa che mi viene in mente di fare", tento di minimizzare. Si ferma, sposta la mano e torna a torreggiare su di me, guardandomi di nuovo negli occhi. Il suo sguardo è ora gelido, la passione che l’aveva spinto fino adesso è svanita. "non fare la stronza" - reagisce lui - "è solo sesso per te?", "No". Rispondo in un sospiro. Sembra finalmente soddisfatto perchè smette di parlare e ricomincia, lentamente, senza l'impeto che ci aveva trascinato fino a quel momento, a baciarmi, mi lascia andare le mani e inizia ad accarezzarmi il collo, il seno, il ventre. Trova l’ingombro del mio perizoma e lo tira via. "Questa mattina non mi è piaciuto far la doccia da solo, questa volta vedi di svegliarmi come si deve invece di andartene...". E finalmente la sua lingua è dove più lo desidero. Gemo e infilo una mano tra i suoi capelli, stringo forte. Geme anche lui. Infila un dito nella mia vagina, mi tendo. “Sei sempre pronta per me…”, soffia sulle mie pieghe bagnate. Ribalto la situazione. Lo tiro di nuovo su di me, lo bacio come se non potessi respirare ancora senza di lui. Si volta sulla schiena e mi porta a cavalcioni su di lui. Cerco il suo membro con la mano, è già duro, lo indirizzo verso di me e mi calo su di lui. Lentamente. Inizio a muovermi soltanto sul suo glande, senza scendere di piu… ringhia, mi prende per i fianchi e mi fa cadere su di lui. Lo sento fino in fondo. Inizia a muoversi convulsamente anche lui. Preme il mio clitoride e l’orgasmo esplode. Urlo, lui ringhia e si sfila. Mi blocco per la sensazione improvvisa di vuoto. Si toglie da sotto, mi fa mettere a carponi e mi prende di nuovo. “Diego!”, urlo senza fiato. Avvolge i capelli attorno al suo pugno e mi tira la testa indietro, mi cavalca senza sosta. Il suo pollice inizia a muoversi in cerchi concentrici attorno al mio ano, quando lo invade con il dito vengo di nuovo serrandomi attorno al suo pene pulsante. Urla il mio nome anche lui e si concede le ultime violente spinte, senza più controllo. Riesce ad uscire e viene sulla mia schiena. Devo essere la sua Dalila, perchè privato totalmente di ogni energia, il mio bellissimo Sansone, si addormenta quasi immediatamente. Mi riesco a liberare del suo braccio e mi alzo a cercare un qualsiasi indumento da infilare per fumare una sigaretta... la sua maglietta e i miei slip andranno benissimo. Vado sul balcone e mi godo quella che ormai è una tiepida mattinata, sono da poco passate le 7 del mattino, la cittadina inizia a svegliarsi, le barche rientrano nel porto, il sole illumina il mare, che bella la vista da qui. Persa nei miei pensieri non mi accorgo che Diego si è svegliato "Ti sei salvata in corner, non avresti avuto altre possibilità con me se te ne fossi andata...ma non dormi mai?", "Addirittura? Torno subito a letto, buana, avevo solo bisogno di acqua e sigaretta.", ridiamo, "Anche io, poi, quando ci sveglieremo, ce ne andiamo al mare?", mi chiede, ora sono davvero confusa, ma che davvero non sia solo sesso per "l'uomo che non deve chiedere mai"? "Sentiamo gli altri, magari sono già al lido" rispondo vaga, finiamo la sigaretta in silenzio, torno a letto, lui va in bagno. Stanca morta, mi addomento non appena lui rientra nel letto e, mettendosi alle mie spalle, mi cinge con tutto il corpo... mentre il resto della città si sveglia, il suo cellulare, con il volume al minimo canta "...Bonne nuit, bonne nuit, bonne nuit, bonne nuitBuona notteva dicendo ad ogni cosaai fanali illuminati, ad un gatto innamorato che randagio se ne va..."

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Capitolo 5
*** Alla luce di mezzogiorno... ***


La luce del giorno oscura i miei pensieri. Ho paura, solo ora mi accorgo, nel vederlo dormire così tranquillamente tra le mie braccia, che sono innamorata di lui. Ed ora? Non posso dirglielo, lui non lo accetterà mai, scapperà da me. Non sono pronta, ed ammetterlo ora è inquietante perché Diego si sta svegliando, e mi troverà accanto a lui. È davvero quello che vuole? Alla luce del giorno apparirò la donna che vuole accanto? Ora non é tempo di pensare, mi conosce e saprebbe che qualcosa non va. Sorridi e auguragli il buongiorno Chicca, non parlare. Mi guarda, trattengo il fiato, mi sorride e mi abbraccia. Mi giro di spalle e mi lascio cullare dal suo abbraccio, non mi voglio svegliare da questo torpore, non ancora. Le sue labbra sulla mia spalla, mi bacia, "dobbiamo alzarci, gli altri ci aspettano per partire, sono all'escopoco...recuperiamo tempo e facciamo la doccia insieme?" Dice ridendo. "Dobbiamo davvero arrivare insieme?" Rispondo. "Siamo amici, cosa c'è di strano?" Ribatte lui. Ecco, ha chiarito subito, siamo amici. E se io volessi di più? Non ho il coraggio di dirglielo quindi mi alzo e vado a preparare il caffè. Mi segue, "tutto bene?", domanda, ed io mi chiedo se abbia abilità divinatorie, o forse sono soltanto troppo semplice da capire. "Ho solo bisogno di un caffè, poi ti raggiungo in doccia", gli dico. "ok amò" dice ridendo... E la mia mente inizia a viaggiare... Amò?! Allora posso ancora sperare?

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Capitolo 6
*** Un brusco risveglio ***


Respiro, faccio il caffè come se nulla fosse, prendo tempo. Lo sento chiamarmi dal bagno “Non accendere il caffè e vieni qui”, urla. Non posso guardarlo negli occhi, ho dormito poco e pensato troppo, capirà tutto. Devo solo resistere fino a domani, domani torno a lavoro, avrò tempo di riflettere. Sorridi. “Hai dormito almeno un po’?”, chiede Diego non appena mi vede entrare in bagno. Chiude la porta alle mie spalle. Sorrido, “Non molto in verità”. Si avvicina, mi toglie la sua maglietta, “mi dispiace, devo comprarti i tappi per le orecchie” ride ad un soffio dalla mia nuca, “mi piace il tuo odore sui miei vestiti, la userò per dormire in tua assenza”, continua. Piega la maglia e la poggia sul lavabo. Entriamo in doccia e realizzo che non ho vestiti con me, “Diego, devo andare da Giac, ho i miei vestiti li”. Lui ride: “allora ti toccherà andare all’escopoco con i vestiti di ieri sera perché Giac e Lory ci aspettano con gli altri, dormigliona”. Gli do un pugno sulla spalla e le gocce d’acqua che gli scivolano addosso mi schizzano in faccia, ne resto così affascinata da continuare a guardare i rivoli d’acqua scendere su di lui, fino ad arrivare al suo pettorale dove c’è un bel segno rosso, un morso. Lui segue il mio sguardo, prende il mio mento per farmi alzare la testa e potermi guardare negli occhi e dice “sarà difficile nascondere i tuoi marchi... e i miei” - sorride e indica il mio braccio. Seguo la sua mano e vedo, ben delineati, i segni di quattro dita impressi sulla mia pelle. Male, malissimo. “E adesso?” Chiedo, deglutendo a fatica. Spegne l’acqua, mi da le spalle ed esce dalla doccia, si avvolge un asciugamano in vita e ne prende un altro, si gira e mi avvolge nel morbido cotone bianco. Mi attira a se facendomi quasi cadere su di lui. Mi bacia. “E adesso lascerai il tuo fidanzato”, fa col suo mezzo sorriso canzonatorio. E mi cade il mondo addosso. L’ha fatto di proposito, vuole costringermi ad uscire allo scoperto. Non sa ancora che il mio fidanzato l’ho lasciato la sera stessa in cui respinsi lui, ormai più di un mese prima. Tutte le sue belle parole, tutto ciò che è accaduto in questi due giorni è stata solo una grande farsa. Voleva solo vincere. Non ho la forza di proferire parola. Mi scrollo le sue mani di dosso e esco dal bagno. Mi segue come un segugio “che c’è?” - mi chiede con tono di scherno - “non valgo tanto? È solo sesso, eh? Beh, se Giac capirà tutto non ti permetterà di tornare dal tuo fidanzatino senza dir nulla.” Mi giro, lo guardo con le lacrime agli occhi, “Lasciami vestire per piacere” gli chiedo con calma. “Prego, non c’è nulla che io non abbia già visto. Possiamo vestirci insieme.”, mi risponde. Vorrei urlare ma non lo faccio, ci vestiamo in silenzio. Mando un messaggio a Lory chiedendogli di vederci a casa. Mi risponde subito di sì. Prendo la borsa ed esco. Sento Diego chiamarmi, si affaccia al balcone intimandomi di fermarmi. Non lo ascolto, non mi giro. Devo solo andare il più lontano possibile da lui. E parlare con Giorgia.

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Capitolo 7
*** Mare mare ***


Arrivo da Lory sconvolta e fumante di rabbia. Camminando verso di lei la delusione si è trasformata in rabbia, che ho sfogato camminando sulle note di Smells Like Teen Spirit, ma non è bastato per farmi sbollire del tutto. Quando mi guarda capisce che è meglio lasciarmi stare, mi dice solo che ci stanno aspettando per scendere in spiaggia, non so quale paese abbiano scelto ma io sto ancora valutando le mie opzioni... andare con loro e sopportarlo l’intera giornata o fare la vigliacca e raggiungere Giorgia o tornare a casa o andare in qualunque altro fottutissimo posto dove non dovrò guardarlo. Le lacrime mi bruciano gli occhi ma le ricaccio indietro e infilo un bikini bianco sgarbatissimo che sulla mia abbronzatura è ipnotico, quando mi guardo allo specchio capisco che ho già preso la mia decisione ed evito di prendermi in giro ulteriormente. Infilo uno short di jeans, una maglietta con nodo laterale e le converse bianche, in borsa un trikini nero con la schiena nuda ed una gonna pareo tropicale su fondo nero per l’aperitivo. Vuole sfidarmi, bene non ha capito con chi ha a che fare. Lory mi guarda ed emette un fischio di approvazione, “cosa ha combinato Diego per farti incazzare così tanto? Se vuoi dissimulare metti gli occhiali da sole, rischi di fulminare qualcuno con lo sguardo” e ride, “Non sono incazzata, ho solo bisogno di un caffè e di rilassarmi al sole, dove andiamo?” chiedo, “Lullabay” mi risponde. Perfetto, lido molto  frequentato e per lo più da turisti, devo fare la single? Non c’è posto migliore. “Lo, solo un piacere”, dico, “Dimmi” risponde, “Non dire a Diego che io e Sergio ci siamo lasciati”. Annuisce e scendiamo. Sono ormai quasi le 11 quando ci mettiamo in macchina, decido di andare con Nunzio e con noi vengono due sue amiche che conosco poco. Musica a tutto volume, risate e instagram stories mi fanno finalmente rilassare un po’, anche perché Diego non è venuto a prendere il caffè, avrà cambiato idea e se ne andrà a mare dalle sorelle, sceglie sempre la via più facile. Arriviamo al mare dopo una mezz’oretta ed ho un nodo allo stomaco che non riesco a distinguere, credo sia delusione nel non vederlo con gli altri. Raccolgo i pensieri e decido di godermi la giornata, il mio umore non può dipendere da lui, non ho concesso questo lusso neanche al mio fidanzato... e con lui avrei dovuto sposarmi secondo la maggior parte delle persone. 7 anni non sono pochi. Ma poi è arrivata la laurea, e la possibilità di entrare in un PhD internazionale, l’offerta di andare ad Edimburgo il mese prossimo e la contrarietà di Sergio, il suo out out... e Diego, che ho fermamente rifiutato ma che si è insinuato nel mio cuore. So che è solo infatuazione, ma cosa c’è di più forte dell’innamoramento? Ma io sono una cinica e tutte quelle sensazioni le trasformo in gastrite, che ormai è cronica. “Scusate vado al bar a prendere qualcosa da mangiare e una bottiglia d’acqua” mi scuso e mi allontano dagli altri che stanno prendendo posto sotto l’ombrellone. Arrivo al bancone, butto giù un gastroprotettore con l’acqua e ordino un altro caffè, “Devo inseguirti ancora per molto?”, mi domanda una voce alle mie spalle.

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Capitolo 8
*** Amici, amanti e ... ***


So che non dovrei ma sorrido, sono di spalle non può vedermi. Con lentezza calcolata continuo a girare il mio caffè e rispondo “Credevo avessi già in programma di venire al mare”, e senza rivolgergli uno sguardo bevo il caffè, lui non risponde ma non si muove. Raccolgo la mia borsa di Victoria secret che mi hanno regalato al negozio di New Orleans lo scorso febbraio, inforco i ray-ban verde bottiglia e mi giro per allontanarmi dal bancone, ma lui si avvicina, troppo - trattengo il respiro - mi costringe a indietreggiare fino al bancone dove ordina un caffè e un cornetto al cioccolato. “Dovrai togliere la maglietta prima o poi”, dice mordendo il cornetto e guarda il mio braccio sinistro, come se avessi bisogno di un promemoria. “Non lo noterà nessuno, o se dovessero chiedere saprò cosa dire, non temere” rispondo con aria acida. Sposto la seduta che mi blocca e mi allontano stizzita. Arrivo dagli altri, Lory ha preso il lettino anche per me, Mauro mi si avvicina e comincia a chiacchierare. Io sorrido e rispondo educatamente, ma non lo sto ascoltando, sono troppo impegnata a guardare Diego fare il cretino con Federica, la bellissima sorella minore di Pino, uno dei miei amici più cari in quel gruppo... Non potrebbero essere più diversi, i due fratelli, una bella, bionda, alta e formosa, l’altro basso, bruno e panciuto. Mauro propone un bicchiere di bollicine, accetto volentieri. Ora è il turno di Diego di fissare, anche se sa benissimo che Mauro è interessato Stefania, una ragazza che sta facendo il progetto di laurea presso il suo studio ingegneristico, ed è troppo serio per avere due piedi in una scarpa, a differenza sua. Mauro si alza e va ad ordinare una bottiglia, tanto non saremo gli unici ad attingere sostiene sorridendo; non appena si allontana mi alzo dal lettino ed, offendo la schiena a Diego e Federica, mi tolgo la maglietta e faccio scorrere i gli short lungo le gambe, esco dagli stessi con un passo indietro e mi piego in avanti a raccoglierli. Mi siedo tolgo le scarpe e a piedi nudi mi dirigo verso la riva, dove trovo Loredana e Letizia, la nostra altissima amica milanese arrivata un paio di giorni prima per le ferie, è molto affezionata al paese originario dei genitori, tanto che ancora conserva la casa di famiglia qui. “Che hai fatto al braccio?” Urla quasi Letizia - o almeno così sembra a me - “niente, ieri sera stavo cadendo e Diego, con la sua solita delicatezza, mi ha afferrata per rimettermi in piedi... e questo è il risultato”, dico indicando il braccio. Si girano tutte e due a guardarlo, cosa che coglie e, da bravo spaccone, porge la mano a Federica e si dirige verso di noi, in acqua. “Di cosa parlate?” Chiede quando ci raggiunge, “della tua delicatezza”, ridacchia Lory indicando i segni sul mio braccio, lo sguardo interrogativo di Federica passa dal mio braccio al suo pettorale, seguito da quello Loredana e Letizia. Ok frittata fatta. Cerco aiuto in Diego - che illusa - che fa il suo sorriso sghembo e dice “nessuno di noi due è delicato. Per questo facciamo fuochi d’artificio a letto”.

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Capitolo 9
*** Bandiera bianca ***


Voglio sprofondare, ha lanciato un bomba e continua a guardarmi in attesa che io faccia qualcosa.  So che ci sono altre persone attorno a noi, ma il mio universo si è ridotto al nostro sguardo, non c’è traccia di scherno nel suo ma qualcosa che assomiglia vagamente alla speranza, o mi sto illudendo? Non so quanto tempo passi prima che io risponda ma quando finalmente apro bocca riesco a dire: “più che fuochi di artificio direi colpi di metitrebbia... e ci riesci benissimo da solo. Io non russo... e voi non fate quelle facce sconvolte, lo scemo vi sta prendendo in giro”, le parole escono con molta più sicurezza di quella che provo, sembro quasi convincente per cui sorrido. Ha funzionato? Diego chiude la bocca, vedo passare qualcosa di indefinito sul suo volto e poi dice “Dai, potevi lasciarglielo credere per un po’...” e nuota via lontano da noi. Sento Federica tirare un sospiro di sollievo, e mi sento ribollire dalla rabbia ma è colpa mia se la lascio sperare di avere spazio con Diego, non posso reagire in alcun modo. Lory è la prima a parlare “io l’ho capito subito, hai troppo amor proprio per essere l’ennesima tacca sulla spalliera del letto di Diego” mi dice sorridendo e guardando Federica, che subisce la stoccata e finalmente si allontana. A quel punto Letizia aggiunge “io non credo che Chicca sarebbe solo una tacca per Diego. Ma io vengo poco qui, potrei sbagliarmi”, per fortuna prima che chiunque di noi due possa rispondere arriva Mauro con quattro calici pieni “un Brindisi in acqua?” Domanda sorridente e ignaro. E finalmente il nostro discorso cambia. Ci chiamano per pranzare, qualcuno ha ordinato bruschette per tutti che arrivano direttamente sotto gli ombrelloni. Ancora spumante e poi digestivo e mentre io e Lety andiamo a prendere il caffè per tutti conosciamo un gruppo di ragazzi Romani, che si allontanano per andare anche loro a prendere da bere, con la promessa di reincontrarci all’aperitivo. Scacco matto, sono molto carini. Finalmente tutti sveniamo sui lettini, chi con la musica, chi a dormire. Io prona sotto il sole con una playlist di Battiato nelle orecchie ed il vento che mi accarezza piacevolmente, sto lentamente scivolando nel sonno quando sento un lettino sbattere sulla sabbia accanto a me, il mio braccio destro viene sollevato per attaccare il lettino al mio, giro la testa e trovo Diego che sta sistemando l’asciugamano prima di accasciarsi sul lettino che ha trasportato fin qui, mi giro sul fianco per guardarlo meglio. Lui mi toglie la cuffietta sinistra e la mette nel suo orecchio, si stende di fronte a me mi guarda negli occhi e passa il braccio sinistro dietro il mio collo e si gira supino per attirarmi sul suo torace. Sono sorpresa, sebbene ancora incazzata per la per quello che aveva detto, “come ti è passato per la testa...”, inizio, “shhh, 10 minuti, ti prego” mi blocca lui. Mi arrendo facilmente, mi sento così bene tra le sue braccia che non ho voglia di litigare, per cui mi arrendo per qualche minuto, infondo cosa cambia? Poi però non ce la faccio, non è nella mia indole, per chi puntello il mento sul suo pettorale, proprio sotto il famoso segno del mio morso, e lo guardo interrogativa, “smetti di mentire a te stessa, agli altri e al tuo fidanzato, tanto con me non attacca. Tu vuoi stare con me e se non lo ammetterai, non faremo più sesso. Stasera preparati a dormire a casa di Giacomo.”, non so se prenderlo a pugni o baciarlo davanti a tutti, ma mi limito a replicare “Tanto meglio, così non devo perdere tempo per andarlo a prendere prima di andare a lavoro domattina” mi sposto sul mio lettino, rimetto gli occhiali da sole, gli lascio telefono e cuffie, mi stendo supina con la rabbia che mi ribolle dentro ma senza darlo a vedere e rifletto. Ora è la sua volta di essere sorpreso e disorientato, e mi balena in mente una fantastica idea, mi alzo e vado da Letizia: “raggiungiamo i romani?” Le chiedo. Lei sorride. Si va in scena.

SPAZIO AUTORE
Cosa ne pensate fin qui? Il colpo di scena deve arrivare ora o aspettiamo ancora un pò? 
i personaggi vi piacciono? 

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Capitolo 10
*** D&D ***


Letizia è un ottima compagna di avventure. 180 cm di donna, bruna, gentile e divertente, che non si spaventa davanti a nulla, che sia naufragare con un materassino o conoscere gente nuova. Mi manca tanto d’inverno, ma quest’anno mi riprometto di andarla a trovare a Milano, non avrò più lezioni ed esami, nei weekend sarò più libera... o almeno spero. Infilo solo lo short e prendo le converse bianche in tinta con la fascia del costume che indosso. Arriviamo nella zona bar, sciacquo via la sabbia dalle gambe e infilo le scarpette. Vedo i ragazzi stesi sull’erba, alcuni su un amaca... sono incazzata e ho fatto la spavalda ma ora non so come comportarmi. Lety suggerisce di andare al bar, ma è ancora presto per l’aperitivo per cui optiamo per un gelato. Ci giriamo a cercare un posto dove sederci quando ci sentiamo chiamare, ed è proprio Matteo, uno dei ragazzi romani che si è presentato prima. Bingo. Ci avviciniamo a loro e iniziamo a chiacchierare, non avevo notato quanto fosse carino Davide, nulla a che vedere con Diego però. Ha degli occhi verde mare in cui vorrei affogare, mascella e naso decisi, capelli lisci e corti, castano dorati, tatuaggi “old school” sulle braccia e sul polpaccio destro, abbronzatissimo, un po’ burino con la camicia verde - in tinta con i suoi occhi - aperta fino a metà del torace perfettamente depilato. Tra i suoi amici il proprietario del lido che ci chiede di Roberta, una ragazza - piuttosto appariscente - del gruppo, io ho abbandonato il cellulare quindi tocca a Lety provare a contattarla, senza risposta, per cui gli promettiamo le presentazioni durante l’happy hour. Gli altri due ragazzi sono simpatici ma più bassi di Letizia e per lei è una dote imprescindibile quella dell’altezza, ma al momento sembra non importarle, quindi continuo a chiacchierare con Davide. Dopo una mezz’ora ho scoperto che manda avanti l’attività di famiglia perché il padre si è dovuto ritirare presto dagli affari per motivi di salute e  ha solo due sorelle più piccole, alle quali è molto affezionato; insomma è dovuto crescere in fretta per non deludere il nonno, l’unico, a quanto pare, a credere in lui, in quanto I genitori ritengono sia un farfallone che sperpera soldi in donne ed alcool senza impegnarsi in nulla, perché essere single a 33 anni è un affronto per la madre di origine polacca. Mi rendo conto di quanto io abbia scoperto di lui in poco tempo e di quanto, invece, poco sappia di Diego nonostante di quest’ultimo conosca ogni espressione e tic, ogni pagliuzza nei suoi occhi, ogni rumore che emette mentre dorme, ma non ho mai saputo nulla della sua vita sebbene le sorelle, la madre e il nipote mi considerino, ormai, di famiglia. Sono immersa in questi pensieri quando sento la mano di Davide sul polso, e sono costretta a chiedergli di ripetere - ridacchiando come una stupida, per di più - e lui, per nulla infastidito, mi ripresenta un suo amico appena ridestatosi dalla siesta pomeridiana, Davide anche lui, il quale pare attirare l’attenzione della nostra annoiata - si me ne rendo conto solo in quel momento - Letizia. L’ alto muscoloso odontoiatria, che sembra il fratello moro di big gym, non si fa pregare e trascina Letizia a prendere da bere, e presto rimaniamo solo noi 4, una bottiglia di champagne ed un piatto di crudi di mare. Quando inizia la musica ci rendiamo conto di dover recuperare i nostri averi abbandonati in spiaggia e di doverci cambiare, per cui chiediamo scusa ai ragazzi e ci allontaniamo, ma il mio Davide mi blocca, dicendo che ci avrebbero attese li. Mettiamo il turbo e in 15 minuti torniamo con l’abbigliamento adeguato e un filo di trucco. Davide e Davide si alzano con un sorriso per accoglierci, sotto lo sguardo di uno sbalordito Diego. 

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Capitolo 11
*** Impresso sulla pelle ***


Ci sediamo con i ragazzi, chiamo Roberta per fare le presentazioni con Alessandro, come gli avevo promesso. Lui mi scocca un occhiolino soddisfatto e fa arrivare una bottiglia di bollicine con seau à glace e calici al seguito, nonostante l’aperitivo si serva in plastica. Sorridiamo, vedo il resto del gruppo guardarci, Federica ha l’aria del gatto che ha catturato il topo, e si avvia con Diego a prendere da bere e approfittando  della bolgia, coglie l’occasione per strusciarglisi addosso. Sto fumando di rabbia, mi accendo una sigaretta. “Che ne dici di spostarci in discoteca più tardi?” Mi chiede Davide, “dobbiamo rientrare e siamo senza macchina” rispondo distrattamente ma non mi ascolta perché si alza di corsa per andare ad abbracciare Marcello, uno dei ragazzi che del gruppo della turchia.. conosco poco lui e la fidanzata, Naomi, ma mi sono già simpatici; guardo perplessa la scena. Marcello  si avvicina “vedo che hai conosciuto il piccolo Davide, lo conosco fin da bambino… è come un fratello minore! Non ti fidare” Ride. “Se fai qualcosa per offendere Chicca te la devi vedere con noi” interviene Naomi. Rido “N, lo sai che già ti amo, si? Sedetevi a bere con noi!” Man mano il gruppo si riunisce attorno a noi. Davide e Letizia sono in disparte, lei neanche sta fumando le sue 200 sigarette solite perché a Davide non piace. Sorrido. “Che guardi?” Mi fa Davide ad un soffio dal mio collo, “quei due”, indico con la testa. “È un bravo ragazzo e non credo farà annoiare la tua amica stasera, puoi stare tranquilla”, ammicca esageratamente facendomi ridere, “balliamo?” Mi chiede alzandosi e tendendomi la mano. La accetto volentieri e andiamo a ballare vicino a Roberta e Alessandro. Poco dopo si avvicina Diego con Federica… che più che ballare stanno praticamente accoppandosi sulla pista. Mi scuso con Davide e mi avvio alla ricerca di Nunzio: “Andiamo?” Chiedo. “Sentiamo gli altri, ma non mi attarderei più di tanto”, dice lui. Torno da Davide, scusandomi e dicendo che purtroppo il mio passaggio sta andando via “Puoi fermarti qui se vuoi, noi dormiamo in barca. Ti porto domani io via mare a casa”, mi dice lui. “Ti rigrazio Davide, ma non è il caso. Però questo è il mio numero.” Rovisto nella borsa e con il kajal glielo scrivo sul dorso della mano. Ride e mi tira sul suo torace “Ora sei impressa nei miei occhi e sulla mia mano… penso dovrò farmelo tatuare il numero per non perderlo”, sorride. Alzo lo sguardo per guardarlo negli occhi e proprio in quel momento si posa una mano sulla mia spalla…

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Capitolo 12
*** Cuocere nel proprio brodo ***


Mi giro di soprassalto. È solo Marcello: “scusate se vi interrompo, noi andiamo. Volevo salutarvi.” 

Arriva anche Giacomo: “Noi andiamo con Diego e Francesca, così tu puoi tornare con Lety” 

“Ok” dico io. Si allontana. “Cerchiamo Letizia allora”, dice Davide. Annuisco e vedo Giacomo e Diego parlare concitatamente in lontananza. 

“Chiccaa”, urla Letizia dal bancone. Arrivo da lei e la tiro da parte. “Io domani lavoro, vorrei rientrare”, le dico con il broncio. “È quello che faremo non appena Diego si sarà avviato.” Mi dice lei facendomi l’occhiolino e trascinandomi dai Davide. Ha capito tutto? “Allora ragazze, quando riusciremo a rivedervi?” Chiede Big Gym a Letizia. “Dalla prossima settimana siamo in ferie entrambe… potremmo decidere di uscire di più.”, “questa si che è una buona notizia”, dice il mio Davide. “prossimo weekend vorremmo andare a Peschici, vi va?”. Letizia scoppia a ridere e io con lei. “Veramente abbiamo già prenotato li” rispondo. “Ora è proprio ora di andare Chi”, esclama Letizia. “Hai ragione”, le rispondo. Salutiamo i ragazzi e ci avviamo verso l’auto. Non appena chiudiamo gli sportelli letizia inizia ad emettere una serie di suoni udibili solo ai cani, LoL! “Mio Dio… ma è vero?”, dice. “Cosa?”, chiedo io. “Davide, quello che è successo, il prossimo weekend?”, rido. “Si, tutto assolutamente vero”, “sono eccitata da morire” - dice lei - “e tu ora devi dirmi che accade con Diego”. Faccio un respiro e le racconto tutto, partendo dalla mia festa di laurea in cui lui ci provò e scoprì che ero fidanzata fino ad oggi. Tutto di un fiato. Lei non dice una parola fino alla fine. “Secondo me stai guardando le cose dalla prospettiva sbagliata. E se lui si sentisse usato?” Dice “e se ti stesse provando a ripagare trattandoti nello stesso modo in cui crede di essere trattato? … dovresti dirgli di Sergio e vedere che succede.”. Arriviamo a casa “dormi da me, da Giacomo o corri da Diego?” Chiede Lety. Guardo il cellulare, di Diego nessuna traccia. “Lasciamo le chiavi della mi macchina a Giaco, così viene a prendermi domani e dormo da te.” “Niente Diego?”, insiste e io rispondo “devo riflettere su quello che hai detto. Nel frattempo evito di farmi trovare” le faccio l’occhiolino, “ok, allora stasera non si esce” mi dice ridendo.

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Capitolo 13
*** E ho in mente te… ***


La mattina dopo Giaco viene a prendermi da Letizia, gli ho scritto stanotte, così che se avesse visto Diego non avrebbe potuto dir nulla. 

“Buongiorno Principessa!” Mi accoglie, “caffè!” Biascico io dietro i miei occhialoni. 

“Che hai combinato ieri sera?” Mi chiede. 

“Niente, sono svenuta dopo la doccia.” Rispondo. “C’eravamo tutti, tranne tu e Letizia… abbiamo pensato foste con quei ragazzi.” Dice lui. “Ma no, siamo rientrate a casa dopo averti lasciato le chiavi… voi che avete fatto?”. Ma nella mia testa la domanda avrebbe riguardato Diego e Federica. “Niente. Birra all’escopoco. Io mi sono ritirato presto, gli stronzi in ferie sono rimasti lì.”, risponde. Ci fermiamo a prendere il caffè e ce ne andiamo a lavoro. “Passi a prendermi per le 18? Ce la fai?” Chiede Giaco, “credo di sì… massimo 18.30! Ti scrivo dopo!” 

La mattinata scorre con una lentezza tragica, provo a concentrarmi sulla relazione da scrivere per Giorgia con estrema difficoltà. A ora di pranzo arriva Giorgia con le insalate “eccomi. Che treno ti ha travolta stamattina?” Mi chiede lei. “Grazie Gio. Sempre delicatissima!” Rispondo. “Un treno chiamato Diego? Come va?”, fa lei, “versione lunga o breve?” Rispondo. “Ovviamente lunga” dice passandomi la mia insalata di pollo. 

Alla fine del racconto dice “Ha ragione Letizia. Oltretutto fare la scema con un altro? Vuoi passare davvero per una poco di buono? Rendi pubblica la tua condizione di zitella una volta per tutte!!” Tuona Giorgia. “Grazie di nuovo eh… zitella. È un mese che sono single e ho 25 anni… mi sembra un po’ eccessivo” mugolo. “Beh sei tu che ti comporti come se fosse una malattia” ride lei. “Sono stata fidanzata per così tanto che è strano, tanto. Non avere nessuno da chiamare la sera, tornare a casa e trovarla vuota. Si, sembra abbiano staccato un pezzo di me. Ma deve passare agosto. Poi a Edimburgo dimenticherò tutti… Sergio, Diego, Davide e tutti quelli che potranno incontrare la mia strada”, dico convinta. “I sentimenti non hanno la distanza di sicurezza. La chiarezza è l’unica soluzione. Mi dici di che hai paura?”, mi interroga Giorgia. “Sergio è l’unica barriera tra me e Diego, e sai com è… lui è un donnaiolo, ottenuto ciò che vuole passerà alla prossima. Anzi credo l’abbia già fatto” lagno io. “O forse no… se non provi non lo saprai mai!”. “Beh ora basta, caffè sigaretta e torniamo a lavorare!”, le dico alzandomi. 

Il pomeriggio trascorre meglio, Diego non si è fatto sentire, il mio telefono è muto da un po’, scrivo a Giaco “18 giù da te.” e a Letizia “arrivo per le 18.30. Devo fare la spesa?”. Rispondono entrambi: 

Messaggio di Giaco: “ok, ti aspetto.”, Letizia “No, fa caldissimo a casa. Doccia e aperitivo agli scogli per le 19.30/20. Ha organizzato tutto Mauro… ci presenta Stefania”. 

Lascio il telefono, lavoro un altro po’. Sono le 17.30, vado alla macchinetta a comprare l’acqua. Torno spengo il pc e sistemo le cose. Vado in stanza di Giorgia, “io vado Giò”. “Mare?” Dice lei ridendo. “Si” rispondo, “fa quello che devi. Confido in te. E se va male domani usciamo presto e ci ubriachiamo”, la saluto ridendo ma col cuore pesante.

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