Through loser's eyes

di Fe_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Belgio; Superare il confine ***
Capitolo 2: *** Giappone; Fischio e cenere ***
Capitolo 3: *** Liechtenstein; La bambola ***
Capitolo 4: *** Olanda; Io non mi arrendo ***
Capitolo 5: *** Francia; Orme nella neve ***
Capitolo 6: *** Impero Romano; Clades Variana ***



Capitolo 1
*** Belgio; Superare il confine ***


Titolo: Through loser's eyes
Titolo del capitolo: Superare il confine
Personaggi: Belgio [Marie Belle Jansen], Germania [Ludwig Beilschmidt]
Accennati: Prussia [Gilbert Beilschmidt]
Rating: Arancione
Note: Ci ritroviamo in fondo alla pagina.


***


Un paese come il suo, minuto e neutrale, ha dovuto più volte scontrarsi con dominatori stranieri, più o meno graditi.
Circondata da uomini, Marie ha capito che spesso non può solo chiudere gli occhi alle loro guerre.
Però, davvero, quello non se lo aspettava.
Succedeva tutto come pochi anni prima: Francia entrava in guerra contro Germania, e lei si ritrovava ad essere il più comodo dei passaggi.
Non poteva attaccarla, non poteva. Era questo che si era ripetuta, mentre rifiutava a Ludwig di passare.
Però il contratto non lo aveva firmato lui, ma Prussia*.
E Prussia non era uno stato, non più.
Ora lei si ritrovava ancora ad imbracciare le armi, difesa da e per loro. Dopotutto, cos'è uno stato senza i suoi cittadini, e viceversa?
Un ragazzo cadde, alla sua destra, colpito alla gamba dallo stesso soldato tedesco che avanzava verso di loro.
La belga gli sparò.
"Ormai sono troppi", pensò, controllando le munizioni. Non ne rimanevano tante, e i tedeschi avevano quasi preso la sua capitale.
La sua Bruxelles, il suo cuore.
Ad un certo punto, nero contro le fiamme, si stagliò una figura conosciuta. Una figura che sperava di non vedere, mai.
-Ludwig...-
-Ciao, Belgien. Finalmente ci incontriamo.- rispose calmo il tedesco.
La belga puntò l'arma contro di lui, provocandogli una lieve risata.
-Hai già perso, Belgio.
Non fare la sciocca, non peggiorare la situazione.- continuò lui. I suoi occhi, quelli brillavano rossi.
Marie non era sicura si trattasse di uno scherzo provocato dalle fiamme o dalla sua paura, ma avrebbe potuto giurarlo: erano gli occhi del demonio.
Premette il grilletto, ma senza sparare.
-Stront**...- sibilò la belga, ma ormai Germania era abbastanza vicino da sentirla.
Avanzava lento, tanto ormai nessuno dei suoi belgi era lì.
Aveva... perso?
-Oh, mia tenera Marie... non dovresti usare certi termini.- l'apostrofò, secco.
Prima ancora che la ragazza potesse scattare, provare a scappare per quanto fosse un tentativo disperato, l'uomo le afferrò i capelli biondi.
-Hai perso, Belgien. Avresti dovuto accettare subito, e invece hai pagato con la vita dei tuoi cittadini la codardia di Frankreich.-
Le strattonò i capelli, costringendola ad annuire.
Ormai non aveva più forze per resistere, quindi si lasciò cadere n ginocchio mentre lacrime silenziose le pulivano il viso da polvere e cenere.



***



Iniziamo la raccolta con la nostra Belle.
Il ratto del Belgio, l'invasione tedesca della seconda guerra mondiale. Che dire di più.
Il Belgio oppose una fiera resistenza, ma non era preparato.
Ricordo che, volendo, potete suggerirmi i protagonisti dei prossimi capitoli, o in recensione o con un messaggio privato se siete timidi /?
*Dopo l'invasione del Belgio della prima guerra mondiale, la Prussia docette firmare un accordo in cui si impegnava a non ripetere l'errore.
Il problema fu che poi, nella seconda guerra mondiale, si pensava che anche la Germania avrebbe onorato il contratto, e invece...
**Stront: merda, in olandese. Perché per me Belgio impreca in olandese.

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Capitolo 2
*** Giappone; Fischio e cenere ***


Titolo: Through loser's eyes
Titolo del capitolo: Fischio e cenere
Personaggi: Giappone [Kiku Honda]
Accennati: USA [Alfred F. Jones], Germania [Ludwig Beilschmidt], Italia del Nord [Feliciano Vargas], Cina [Yao Wang]
Rating: Arancione
Note: Ci ritroviamo in fondo alla pagina.


***


Passa una mano sulla terra grigia, sterile.
Da qualche parte, alla sua destra, coglie il vago bagliore di un fuoco che brucia.
Si sono arresi, i suoi compagni: Italia, volubile, appena le cose hanno iniziato a mettersi male è scappato; così Germania, circondato da europei ostili, ha dovuto piegarsi.
Gli alleati lo sapevano, però, lui no. Lui è Giappone, il drago, avrebbe combattuto fino allo stremo.
Così America aveva messo fine alle sue aspirazioni di gloria, con un pulsante, aveva provato per la prima volta sulla sua bella isola un'arma abominevole, distruttiva.
Ora la sua terra è malata, inaridita, incapace di produrre i fiori di ciliegio che lui ama.
È strano, no?
Il suo sangue viene assorbito rapidamente dal suolo, perché lui e quello sono la stessa cosa.
Un poco di vento gli passa tra i capelli neri.
Gli ricorda la mano di Cina, quando era bambino.
Sente lo spettro di una risata femminile, in lontananza, e si costringe ad alzare il viso.
I suoi occhi vuoti non vedono la devastazione, ma quello che c'era prima: una bimba gioca per le strade di Nagasaki, con il suo kimono giallo e un fiocco rosso tra i capelli corti.
Una geisha dal volto di neve cammina a passi leggeri accanto ad un uomo d'affari, a Hiroshima.
Si rialza, il giapponese.
Ha perso, ma è ancora vivo.
Il suo sangue bagna la terra secca, ed è certo, tornerà a dare frutti.


***


Note: non aspettatevi tipo mai più aggiornamenti così rapidi.
Ero ispirata.
Bene, piccolo capitolo che cerca d'essere introspettivo su Giappone.
Non c'è molto da dire, credo.
Solo per la cronaca: la bimba con il kimono giallo è lo spirito che vive a casa sua, la bimba che ride e irrita Inghilterra.
La geisha incece è tratta da un libro piuttosto famoso, per indizio vi dico che l'uomo accanto a lui è il Presidente. Chi mi dice il suo nome vince un biscottino.
Il prossimo capitolo sarà su...
Olanda!
Un grazie speciale a JLuna_Diviner per avercelo suggerito~

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Capitolo 3
*** Liechtenstein; La bambola ***


Titolo: Through loser's eyes
Titolo del capitolo: La bambola
Personaggi: Liechtenstein [Elisewin "Lili" Vogel]; Prussia [Gilbert Beilschmidt]
Accennati: Austria [Roderich Edelstein]
Rating: Verde
Note: Ci ritroviamo in fondo alla pagina.


***


Il vento le scompiglia i capelli lunghi, e subito si pente di non averli legati e intrecciati.
Ma Prussia l'ha chiamata, senza preavviso, e lei, spirito di un regno così piccolo, così debole, ha dovuto acconsentire senza indugio.
Non capisce cosa voglia da lei, però: ha appena vinto contro il signor Austria, non dovrebbe essere impegnato a... non lo sa, godersi la vittoria?
Persa nei suoi pensieri quasi non si rende conto di essere stata condotta davanti l'albino, comodamente e scompostamente buttato su una sedia simile ad un trono.
-Hallo, Vögelchen*!- prorompe lui, e la biondina sospira.
-Guten Tag, Herr Preußen*-
-Non è un buon giorno, Fraulein. Ho appena vinto una guerra che non sarebbe dovuta avvenire.-
Le sue parole la lasciano confusa, lei è estranea a quella guerra. Perché no sta parlando con lei?
-Non credo di capire, Herr..- inizia, ma il più grande la zittisce con un gesto della mano.
Si alza, misurando a grandi passi la stanza davanti a lei.
Il suo vago nervosismo la innervosisce, eppure la biondina è sempre stata una ragazza matura.
Se il suo istinto le dice che è il momento di preoccuparsi, forse è così. Continua, infanti, il prussiano.
-Tu eri un principato tedesco, non Asburgico.
Sono entrato in guerra con il damerino solo a causa tua.-
-Io... non capis-...- prova ancora la bambolina, dubbi messi a tacere da un gesto rapido. Questa volta però non rimane in silenzio.
-Ha vinto, Herr Preußen. Perché mi dice questo...?-
-Perché costruiremo uno stato.
E tu, volente o nolente, dovrai farne parte.-
Non vuole.
Sarebbe più sicuro, ma a lei la sua nuova condizione piace. È libera, e non è costretta a mantenere un esercito.
È Svizzera, a proteggerla, ora.
Non deve far male a nessuno.
Si alza, scuotendo appena la testa.
-No, Herr Preußen. Io resterò indipendente.- non sa dove abbia trovato il coraggio di parlargli così, ma è risoluta. Non accadrà, semplicemente.
La paura non è svanita, una parte di lei lo guarda come se, fin dall'inizio, avesse saputo di non dover temere nulla.
S'alza, gli rivolge una delicata riverenza e si congeda.
Così, senza permesso.
Lei è uno stato. Ora lo sa.
Lei è una sua pari.


***


Lili.
Tanto dolce, tanto carina, qui tira fuori un po' di coraggio.
Vogel semplicemente per ricordare che lei è uno stato, non solo la sorellina di Svizzera.
Solo piccole note linguistiche...
*Hallo, Vögelchen: Ciao, piccola Vogel/uccellino. Un doppio significato, perché sì.
Guten Tag, Herr Preußen: Buon giorno, Prussia.
Lineare, semplice, chi studia tesco come (anzi, meglio di) mw lo sapeva.
Per chi non lo sapesse si tratta di un evento del 1866, subito dopo la guerra Austro-Prussiana. La Prussia vince e decide che è colpa del Liechtenstein se si è scatenata la guerra.
E basta. Sempre ricordo che non so che personaggi volete vedere- seriamente, Luechtenstein qui tecnicamente nemmeno ha perso.
Quindi un consiglio è gradito, nonostante pubblichi ogni morte di Papa.
Novità del capitolo: recensioni~ (solo perché sono due)

Framboise, grazie. Sono felice che ti sia piaciuto, specie il capitolo più introspettivo su Giappone.
Ahime, lo so che i capitoli piccini picciò sono il mio marchio (?), non riesco a decorarli troppo e a volte risultano scarni, per fortuna non tutti lo considerano un difetto.
Regina Acqua. Insomma, che dire~ mi fa piacere che ti sia piaciuta la raccolta- per fortuna sono pochi capitoli non troppo lunghi, eh?
Il capitolo su Giappone spopola, wow! Sì, ero particolarmente ispirata~

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Capitolo 4
*** Olanda; Io non mi arrendo ***


Titolo: Through loser's eyes
Titolo del capitolo: Io non mi arrendo
Personaggi: Olanda (Province Unite) [Willem Van Jansen], Francia [Francis Bonnefoy], Belgio [Marie Belle Jansen]
Accennati: Spagna [Antonio Fernandez Carriedo]
Rating: Arancione
Note: Ci ritroviamo in fondo alla pagina.


***


Le mani delicate della sorellina gli fasciano il capo.
Ha un incontro con Francia, tra poco, e vuole presentarsi in maniera per lo meno dignitosa.
La vede con la coda dell'occhio, un sorriso pallido le distende le labbra, probabilmente atto a rassicurarlo.
-Mais... peut-être...*- inizia lei, con un tono che vorrebbe essere allegro.
-Marija.**- l'apostrofa lui.
Non gli piace sentire la sua sciocca, ingenua sorellina parlare quella lingua.
E poi, sa perfettamente cosa vuole dire: che anche Francia si sta indebolendo.
Che forse potranno patteggiare, e non avere nessun perdente.
Sciocca e ingenua, appunto.
-Torna da Frankreijk, Marija.
Io arriverò tra poco.
Osserva la sorellina andarsene, poi si alza per sistemare la giacca della divisa militare.
Frankreijk non si arrenderà.
Lui ha la supremazia militare, e vuole anche quella commerciale che si contendono.

***

-Willem.
Ti arrendi?-
La voce del francese aveva perso la sua solita tonalità suadente, sostituita da una sofferente.
Forse è normale, quando punti la spada alla gola del tuo nemico.
Ma anche lui è ferito, e questo fa sorridere l'olandese.
Forse ha perso, ma non si è arreso.
Antonio, quanto lo odia, però gli è rimasto accanto. Forse solo perché gli conveniva proteggere i territori sotto il suo controllo. Forse perché non è male, come capo, alla fine.
-Non mi arrenderò mai, Frankreijk.-


***


Netherlands, Province Unite.
Che con Spagna ha fatto il c**o a Francia e ha pure perso, povero.
Quindi non so che dire.
La guerra è la Guerra d'Olanda, 1672-78, richiesta ed esaudita con amore per JLuna_Diviner.
E basta.
L'unico appunto che devo fare è sul cambiamento di rating: ho messo arancione perché non mi pare di affrontare argomenti troppo crudi- è pur sempre la nostra storia, dovremmo conoscerla!- o in maniera troppo brutale.
E, ovviamente, per dare più visibilità alla storia.
Ora, tempo permettendo, vorrei aggiornare almeno una volta a settimana. Mi raccomando, suggeritemi qualche guerra~

*-Ma... forse...- Belgio parla francese, visto che al tempo della guerra sotto citata tutto o quasi il suo attuale territorio era sotto la Francia.
Compare con Province Unite, AKA Olanda, perché sono comunque vicini, e fratelli. Non credo che lei volesse fargli la guerra, no?
** Marija è semplicemente la versione olandese di Marie. Olanda e Francia si odiavano davvero tanto, quindi lui chiama la sorellina col nome olandese.
**Frankreijk è Francia.
"Torna da lui" perché, appunto, il Belgio era sotto la Francia.

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Capitolo 5
*** Francia; Orme nella neve ***


Titolo: Through loser's eyes
Titolo del capitolo: Orme nella neve
Personaggi: Francia [Francis Bonnefoy], Russia [Ivan Braginsky], Generale Inverno.
Accennati: Austria [Roderich Edelstein], Prussia [Gilbert Beilschmidt], Italia del Nord [Feliciano Vargas].
Rating: Verde
Note: Ci ritroviamo in fondo alla pagina.


***


Il paesaggio è bianco.
Uniforme.
Monotono.
Gli occhi azzurri del francese lo scrutano, sospettosi: è penetrato così tanto nel territorio russo che perfino alle sue spalle non si scorge altro che kilometri e kilometri di neve fresca.
Il gelo rende i loro movimenti rigidi, le loro notti insonni e, di conseguenza, i loro pensieri confusi.
Solo Francis è ancora perfettamente in forma, fresco come le rose che lui tanto ama ma che qui non potrebbero crescere mai.
Ma non capisce ugualmente: perché Russia lascia che avanzino tanto oltre le sue fila? Ha forse timore?
Probabilmente è così. Francia ha dalla sua quel damerino di Austria e Prussia, Italia perfino.
Il russo chi aveva? La neve certo non si sarebbe alzata per combattere.

***


Non poteva crederci.
La neve pareva davvero essersi alzata, e combatteva a fianco del popolo.
Sì, proprio il popolo.
Russia e i soldati e l'inverno e il popolo tutto li attaccava, e il francese non vedeva nulla perché anche la neve era parte del loro attacco e credeva che quel bianco fosse immobile e immutabile.
Quanto si sbagliava.
Ora è proprio la nazione a cacciarlo, e lui, Francia, è il più grande.
Chi lo avrebbe mai detto che che sarebbe stata quella la sua sconfitta.
-Njet, njet, njet Frantsija.
Questo non è il tuo territorio... dovete andarvene.-
Alzò gli occhi, il russo, abbracciando con il suo sguardo infantile l'intero esercito. Deve andarsene. Non gli darà una seconda possibilità per ritirarsi.



***


Note: Francia che fa il figo, con Napoleone dalla sua.
Russia che con il popolo e l'inverno lo caccia.
Siamo nel 1812, e Francia affronta per l'appunto la campagna di Napoleone contro la Russia.
Gli appena accennati Austria, Prussia e Italia sono gli alleati di Francia.
Ora, e solo ora, mi scuso un sacco per tutto il tempo passato dall'ultimo aggiornamento, il capitolo era proprosto da Framboise e anche se ci ho messo un po' alla fine pubblico sempre~

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Capitolo 6
*** Impero Romano; Clades Variana ***


Titolo: Through loser's eyes
Titolo del capitolo: Clades Variana
Personaggi: Impero Romano [Romolo Vargas]; Popoli Germanici [Odalrich Beischmidt ]
Accennati: //
Rating: Verde
Note: Ci ritroviamo in fondo alla pagina.


***


Vent'anni, ed erano padroni di parte del territorio di quei bruti.
Buona parte, tutto il sud di quello che loro chiamavano casa, era diventata ormai loro provincia.
L'idea di assaggiare ancora la vittoria lo esaltava, ma dovette attendere: prima avrebbe dovuto addomesticare i popoli ancora germanici che abitavano tra il Reno e l'Alba.
Ma loro non apprezzavano i suoi modi... così romani, così marziali. Perciò assecondò Augusto, e mise a governare un politico, un tale Varo dalla Siria.
Solo molto più tardi, si rese conto di quanto fosse stato un errore.


***


Si era fidato di un Germanico. Quel Varo era decisamente un politico, non un guerriero.
Li aveva condotti alla disfatta.
Lui, ed Arminio, alleato di quei barbari senza dignità ed esperto conoscitore delle sue tecniche.
Un giorno per intrappolarli.
Un giorno per decimarli.
Un giorno per finirli.
L'ombra di un sorriso bagna le labbra di Roma, davanti a Germania.
-Siete dei barbari, ma conoscete una tecnica di combattimento superiore. La mia.- disse, non senza un certo orgoglio.
Le foreste straniere erano bellissime, nonostante le urla dei soldati che cadevano per mano di germani o che si suicidavano per non cadere nelle loro mani.
-Saremo dei barbari, ma abbiamo vinto voi porci invasori. Tu varrai come minimo dieci dei miei.- rispose il biondo, fissando gli occhi di ghiaccio su quelli ambrati dell'altro. Un'ottima preda, si disse, insieme a centinaia di sacrifici per i loro dei.
Il romano strinse le labbra, irritato a quelle parole. Le cose si stavano mettendo male, è certo, ma...
-Non sperarci, non sarò mai battuto da uno come te.-
Se fosse stato tipo da farlo, il biondo avrebbe riso di gusto.
-Non te ne rendi conto? Abbiamo già vinto.-


Sei anni dopo, 15 d.C.


Era stato liberato, ma i fantasmi delle legioni sconfitte e abbandonate su quel campo ancora lo tormentavano.
Ci vollero sei anni, per portare un suo imperatore nel luogo di quella terribile disfatta, e solo quando questo avvenne poté constatare quanto misere furono effettivamente le sue possibilità: intrappolati ad arte in territori ostili e sconosciuti, avrebbe ricordato e avrebbero scritto di quel tetro paesaggio.
Ossa e altari sparsi tra gli alberi, soldati nobili e fedeli costretti a togliersi la vita.
Ciò che poteva fare per loro era, semplicemente, dare una degna sepoltura ai resti mortali.
Ma quel giorno il potente Impero Romano non fu poi così forte.


***


Angolino Autrice~
Ovvero le note. Diciamo che avevo promesso questa fanfiction tipo tre mesi fa, e lo so, sono una persona orribile.
Ed è pure un brutto capitolo, mi spiace dolcetti.
Ad ogni modo, disfatta di Varo del 9 d.C.! Roma e Germania Magna, che qui è Popoli Germanici.
Mi chiedo perché sprechi tempo a cercare i nomi umani, che tanto non li uso. Vabbè.
Come al solito, chiedete per le guerre che volete vengano rappresentante, anche con OC, possibilmente per i secondi datemi delle linee guida. Sono pigra per crearli da zero e puntigliosa per non renderli al mio meglio.
E credo di poter essere più presente, ora che è estate, approfittatene prima che mi dedichi ad altro!

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