La neve color rosso sangue

di shihoshinichi99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non voglio sapere cosa è successo ***
Capitolo 2: *** Te cosa faresti? ***
Capitolo 3: *** Detective facciamo un gioco ***
Capitolo 4: *** No! io dovrò rimanere ... ***
Capitolo 5: *** I want to saty here ... with you ***
Capitolo 6: *** sii felice, per me, okay? ***



Capitolo 1
*** Non voglio sapere cosa è successo ***


LA NEVE COLOR ROSSO SANGUE

capitolo 1°: Non voglio sapere cosa è successo ...

Quel silenzio assordante intorno a me, ma c’erano voci sconosciute in lontananza, qualcuno piangeva, altri parlavano. Poi silenzio totale.
Sento una mano appoggiarsi sulla mia e una voce che parla lentamente, tristemente, che dice così:
-Mi dispiace signore … devo informarla che … purtroppo … la signorina Miyano … -
“No, non voglio ascoltare quello che vuole dirmi …” (pensieri di Shinichi)
-Si riprenderà presto-
Strizzi gli occhi, te ne stai in silenzio e stringi la mia mano. Sento che sei felice e che niente cambierà.
La neve cadeva ancora quel giorno.
Quando la porta si chiuse, sentendomi di nuovo viva, aprii gli occhi e vidi Shinichi seduto sul letto con la testa bassa.
La solitudine mi colma anche se lui è qui di fianco a me. Sento soltanto una tristezza incomprensibile che mi opprime. Niente può cambiare , Shinichi. Io sarò per sempre da questa parte dove regna il buio, la notte e la morte. Tu dall’altra, quella della luce, del giorno e della vita, che è la cosa più preziosa, una cosa che io non merito di possedere. Chiudo gli occhi non voglio più vederti, ma soltanto sapere che sei felice, questo è quello che mi importa.
Torna il dottore  che ti avvisa che l’orario delle visite è terminato e che devi lasciare la stanza.

Ti alzi, non ti volti, non mi saluti, non dici nulla. Poi inizio a sentire freddo appena varchi la porta per andartene.
Il dottore ti dice che il battito sta rallentando.
Ora solo le tue parole frettolose, come “fate qualcosa”, “salvatela”,il tranquillizzarti di una voce femminile, dolce e sensibile, mi sembra di riconoscerla, ma io non voglio riconoscerla, mi sento debole e senza alcun motivo per rimanere qui.
Mi sento stupida.
Mi sento sola per davvero per la prima volta.
Tengo gli occhi chiusi.
Poi niente.
 
(p.o. di Shinichi)
Cammino lentamente, calpesto quella neve fresca che scricchiola sotto ogni passo, non la sopporto. Per me non è più simbolo di purezza, dolcezza, di un nuovo giorno, ora è tristezza, dolore e, soprattutto, non bianca, ma di quel rosso acceso, vivo.
Rosso sangue.
L’immagine di Ai cadere a terra dopo quello sparo. La polizia, l’ambulanza.
Ricordo tutto.
Ricordo quella neve, che per la prima volta non era più simbolo di vita, ma di morte.
Era rossa.
Apro la porta, che era rimasta aperta, ed entro. La casa era deserta. Passeggio tra i muri silenziosi, bui. Mi siedo, quasi sprofondando, nel divano. Sento qualcosa che punge, lo sfilo e mi accorgo che si tratta del cellulare di Ai.
-Che ci fa qui? Forse non dovrei sbirciare, ma infondo …- faccio una faccia beffarda e senza indugiare, accendo lo schermo, ma:
-No! Mi serve la password! Uffa …- sbuffo, ma poi ci penso un po’ su e provo con varie combinazioni, ma niente, mi stanco immediatamente.
-Che fare?-
Poi , dopo qualche minuto, il cellulare inizia a squillare.
-Chi sarà? Il numero è Sconosciuto … rispondiamo … Pronto?-
-Devo intendere che tu non sia la persona che cercavo …-
-Chi parla?-
-Come non mi riconosci, strano, mi hai visto qualche giorno fa …- respira affannosamente e la linea è disturbata, ma ci penso e la riconosco.
Questo silenzio sembra interminabile.
-Non dirmi che … GIN?!-
-Ma bravo il nostro detective …- seguì la sua risata agghiacciante che sentivo così vicina e squallida.
-Come hai fatto a trovare il numero di Ai?-
-Non sono affari tuoi! Lei è di nuovo Sherry … le abbiamo chiesto con le buone di tornare nell’organizzazione per il bene di tutte le persone che ama e lei ha accettato … sa bene che non manteniamo le promesse e allora le ho sparato, questo era il mio obbiettivo. Caro Shinichi Kudo, la tua Shiho ormai non ce la farà, lei si era offerta più volte in cambio della tua sicurezza, ma sono meglio due pesci che uno solo, no? Ora uno è andato, tra poco è il tuo turno …-
Ero paralizzato da queste rivelazioni che Ai mi aveva tenuto nascosto.
-Io non ho paura di voi! Ai si salverà … lo so …-
-La ferita è grave … non reggerà il colpo … dille addio!-
Un’esplosione echeggiò in tutta la casa.
-Gin! Tu non vincerai mai questa battaglia, ricordatelo!-
Riattaccò. Non sapevo se c’erano altre bombe in casa, presi le mie cose, ma mi bloccai davanti al tavolo dove c’era ancora la foto dei Detective Boys al completo, il foglio con quelle poche parole e capii che questo era solo colpa mia. Lei voleva proteggermi, lei mi amava davvero. Lessi di nuovo il biglietto mentre la casa stava per crollare. Sentii le sirene all’esterno e una voce che mi chiamava:
SHINICHIIIII!!!!
Ai? Che ci fa qui?
-Esci subito di là, muoviti!- sentivo queste grida dall’esterno, sempre più disperate, poi dei “Lasciatemi!”, “Devo salvarlo!”  mischiati ad altre voci. Infilai il tutto il tasca ed uscii da quella casa che stava cadendo a pezzi per colpa mia.
Ai mi corse incontro, piangeva, la ferita le faceva male e per il dolore svenne tra le mie braccia.
-E tutta colpa mia, scusami Ai … non dovevo rispondere al telefono …-
Dei dottori la presero e la riportarono in ospedale, dal quale era scappata. Tutti dicevano che continuava a dire che ero in pericolo, che doveva avvertirmi, che dovevano prendere lei, ma non me. I medici erano perplessi, ma io capivo tutto. Solo una cosa mi sfuggiva, come faceva a sapere che ero in pericolo?
Ho sempre pensato che io e lei avessimo qualcosa che ci legava, ma mai così tanto. Infondo ora che ci pensavo, quella sera sono corso da lei sentendo che qualcosa non andava. Il petto mi bruciava e vedevo solo ombre, ma lei era lì in una pozza di sangue.
Mentre la caricavano ancora svenuta sull’ambulanza, un poliziotto mi chiese cosa fosse successo. Non rispondevo. Avevo il timore che Gin sarebbe tornato. E ora lo avevo sentito e per poco non mi uccideva davvero.
“Dille addio” … queste due parole echeggiavano nella mia testa mentre un dottore mi controllava e poi, soddisfatto, mi diceva che stavo bene. Ma a me non importava se stavo bene o no, mi importava di lei.
-Haibara come sta, dottore? Mi dica la verità!- glielo urlai.
Lui sospirò e mi rispose così: -La verità? Non bene, rischia … rischia tutto per la sua ferita- era così freddo col suo tono. Con la coda dell’occhio guardai Ai adagiata sul lettino. Degli uomini le giravano intorno, tutti infermieri. Cercavano di rianimarla, ma sembrava non volersi svegliare da quel sonno così dolce e finalmente tranquillo.
-Shinichi!!- mi voltai e vidi un vecchietto corrermi incontro. Poi si volse, guardò la sua casa e mi disse: -Che diavolo è successo??-
-Ehm … si è perso parecchio, direi-
-Spiegamelo allora!- ancora furioso per la sua casa.
-Ecco … è troppo lunga e ho poco tempo ... Quindi … -
Ma notai che già non mi seguiva più. Aveva visto Ai giacere nell’ambulanza che stava per partire. Fece per salire, non sapendo, ma lo bloccai col braccio e gli dissi con un tono così dolce che non mi riconobbi: -Le spiegherò tutto-
Mi avviai verso casa mia e quando notai che non mi seguiva aggiunsi: -Ai sta bene, ma lei deve seguirmi se vuole sapere che cosa si è perso-
Si voltò col viso basso, quando lo alzò notai dei bagliori agli occhi. Agasa non aveva mai pianto, non lo avevo mai visto.
-Voglio andare dalla mia piccola- disse dopo qualche minuto -non mi interessa cosa è successo … voglio starle accanto e sostenerla, perché io sono l’unica persona che ha, Shinichi!-
Si voltò di nuovo, non piangeva più. Salì sulla sua macchina gialla e partì verso l’ospedale.

**********angolo********
Bonjour! :)
Sono tornata;)
tra poco inizierà la scuola e quindi, forse, per un po' non scriverò :(
Prima il dovere, poi il piacere!
ahahah :))
a parte gli scherzi ... per richiesta di qualcuno, ho scritto il sequel, a capitoli sta volta, di MENTRE LA NEVE CADE.
spero vi piaccia l'idea e scrivetemi cosa ne pensate, di errori, mi scuso se ce ne fossero, e qualche cosa che non si capisce.
alla prossima allora ;)
by Shihoshinichi99

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Capitolo 2
*** Te cosa faresti? ***


LA NEVE COLOR ROSSO SANGUE

Rimasi ad osservare quella macchinina gialla che si allontanava alla luce di quello che doveva essere un tramonto.
-Io sono l’unica persona che ha, Shinichi!-
Queste parole mi rimbombavano nella testa come un eco infinito e interminabile. Abbassai la testa, il ciuffo mi copriva gli occhi blu come la notte e quell’espressione da sapientone che avevo preso nel corso del tempo. Chiusi gli occhi e capii che qualcosa stava cambiando in me.
Mi voltai con la testa ancora bassa come per guardare i miei piedi alternarsi, stavo camminando senza accorgemene verso quella che sarebbe stata la mia nuova vita.
-Shinichi!- una donna alta, magra e con i capelli castani fino alle spalle mi corse incontro abbracciandomi, facendomi smettere di respirare.
-La-scia- mi lasciò sorridendo e sentendosi, credo, in po’ in colpa -mi … Grazie-
Mi diressi senza guardarla negli occhi verso quella che era la mia scrivania e vi appoggiai la giacca. Poi mi ricordai della foto che avevo infilato in tasca prima dell’incendio, la presi e, dopo averla osservata, ancora inconsciamente triste, la riposi nel cassetto con la seria intenzione di restituirla ad Haibara.
-Cosa ti succede Shinichi? Stai bene?-
-Sisi … tranquilla, è stata una giornata insolita, ma è finita … scusa ma non ho fame, notte- le risposi senza nemmeno guardarla, guardare la donna di cui ero sempre stato innamorato, ma che in quel momento vedevo quasi come una sorella più che la mia promessa sposa.
Già … promessa sposa.
Era successo qualche settimana prima dell’ “incidente” che aveva coinvolto Haibara. Lei era lì davanti a me e spinto da una grande autostima, glielo avevo chiesto. Ovviamente le urlo dalla gioia, ma, ora che ci penso, in quel momento la mia testa era altrove. Ah vero! Il caso che stavo seguendo.
Mi alzai dalla sedia girevole della scrivania, salutai Ran con un cenno della mano e mi diressi verso la libreria. Appena entrato, alzai lo sguardo: non la ricordavo così! Camminai lentamente verso i migliaia di volumi che la componevano, vecchi e impolverati. Ovviamente, mi venne spontaneo prendere uno dei romanzi di Sherlock Holmes. Non ricordo quale abbia prelevato, ma sono certo che non lo lessi, anzi riflettei mentre sfogliavo le pagine ingiallite. Passarono minuti, quando, arrivato a pagina 456 e pronto a voltare pagina, il mio sguardo cadde su un angolo bianco che usciva un gruppo di circa 40 pagine dopo. Piegai l’angolo della pagina 456 e prendendo l’angolo che fuoriusciva, andai alla pagina segnata. Non la lessi, ma ero attratto da scoprire cosa fosse quel foglietto: un appunto? Un errore? Impossibile quest’ultima. Uno scherzo? E di chi allora? Mentre mi ponevo queste domande, la porta si spalancò ed entrò Ran con in mano il telefono e una cera da cadavere. Infilai il foglietto in tasca e ascoltai quello che aveva da dirmi.
-E’ l’ospedale …- disse con un fil di voce. Aveva gli occhi spalancati, quasi terrorizzati, la bocca aperta e un fiatone infinito.
-L’ospedale?- chiesi dopo aver esaminato la cosa. Poi riflettei ancora, e dissi a bassa voce …
-Ai …-
Corsi verso la porta, senza ascoltare ciò che mi diceva Ran. Le orecchie fischiavano per la paura, poi prima di uscire mi bloccai.
-Un incendio si è divampato all’ospedale di Beika, i ricoverati della sezione e di quelle vicine sono stati evacuati, ma una paziente è scomparsa e non vi sono tracce di lei …-
Ero bloccato. Sembravo Ran quando era entrata nella biblioteca.
-No …- bisbigliai.
-Stavo per dirtelo … ma sembravi preso dal fatto di dover subito uscire … non puoi far niente, Shinichi … tu non ha niente a che fare con Shiho!- quando urlò l’ultima frase, si portò la mano alla bocca sapendo che aveva detto una cosa errata, anzi sbagliatissima oltre ogni limite.
-Io … non ho niente … a che fare CON LEI?!- ero furioso, so che non era colpa sua, ma aveva comunque detto quella cosa.
-Tralasciando il fatto che Ai è stata rapita, è stato appiccato un incendio, IO SONO UN DETECTIVE, ED E’ MIO DOVERE ANDARE LA’!-
-Scusami …-
La interrupi subito: -E poi … non dimenticare che Ai è in pericolo ora, non è ancora finita, Ran, e lei può contare soltanto sulle persone che ha vicino!-
-Tu non le sei vicino! Non le hai parlato per anni, se l’altra sera non le avrebbero sparato, tu ora faresti ancora finta di non vederla e peggio ancora di conoscerla!- gridò a sua difesa Ran.
Per la prima volta, io e lei stavamo discutendo e il tema non era riguardante noi, ma Ai.
-Non la volevo vedere, per difenderla …- risposi con tono dolce e rilassato rispetto prima -io non sono mai stato al sicuro, Ran. E se avessi continuato a vedermi con lei, avrei peggiorato la sua sicurezza e l’avrei data in pasto a quelle persone … lei li ha traditi, è venuta da me, mi ha aiutato a mettere la maggior parte di loro in prigione, ma i peggiori, i più pericolosi sono ancora là fuori e non si fermeranno mai, fino a che non ci avranno fatto fuori entrambi. Con lei ci sono quasi riusciti e con me pure. Ora hanno lei, sanno che andrò a salvarla e che darò me stesso per lei. Non aspettarmi, va a letto e sta tranquilla-
-Come posso stare tranquilla? Ascoltami!- lo gridò perché io ero intento a infilarmi la giacca appoggiata sulla scrivania del mio ufficio -Un attimo: come anche con te ci sono quasi riusciti?-
“Colto in fragrante” pensai. -Vedi, non hai visto, anzi sentito che a casa del professore c’è stata un’esplosione?-
-Un’esplosione? Credevo fosse il terremoto …-
-No, era un’esplosione- e poi aggiunsi -e io ne sono stato la causa, c’è stato perché ho risposto al telefono che deve aver innescato la bomba. Ecco tutto-
-Cosa?! Stai scherzando? No, tu non puoi uscire da qua, non lo permetterò!-
Le appoggiai la mano sulla spalla e le chiesi sinceramente: -Tu rimarresti con le mani in mano, ad aspettare che tutto finisca … ed esserne così la causa?-
Ran scosse la testa, ammettendo in silenzio che avevo ragione. Mi guardò e mi cinse con le sue braccia il collo, ma per me ormai non valeva molto quell’abbraccio in un momento come quello. Poi mi sussurrò:
-Tornerai vero? …. Dimmi che tornerai …-
Non risposi, mi sciolsi dell’abbraccio ed uscì con le mani nelle tasche della giacca. Quando le estrassi, tenevo il cellulare in mano e vidi che c’erano chiamate in arrivo a tutto andare.
Salii in macchina e mi diressi all’ospedale intento a fermarli una volta per tutte.
-Esciii ….SHINICHI!-  la voce d Ai mi rimbombava nella testa più forte di quel del professore.
-Ti salverò Ai, questa è una promessa …-
E lo sarà per sempre.
 

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Capitolo 3
*** Detective facciamo un gioco ***


LA NEVE COLOR ROSSO SANGUE
capitolo 2: Detective facciamo un gioco

 
-Tornerai Shinichi? Dimmi che tornerai … - queste erano le parole di Ran, la ragazza che avevo sempre amato, che ho protetto e dalla quale sono tornato dopo anni abbandonando tutto ciò a cui tenevo, forse, davvero.
-Mi dispiace Ran … - dissi con un fil di voce. Mi portai la mano al viso e in quel momento capii quanto fossi stupido e nel posto sbagliato. I piedi si fermarono lentamente, l’ombrello chiuso mi cadde di mano e quando riaprii gli occhi vidi soltanto delle macchioline bianche che scendevano a intervalli lenti e lontani. Guardai in alto e quello che vidi fu la prima neve di dicembre.
-E’ già passato un mese, Haibara … che faccio? Dove puoi trovarti?- riportai le mani al viso perché quella neve fredda che scendeva e si scontrava con la mia faccia, le mani e il resto del corpo mi faceva rabbrividire. Non riuscivo a pensare. Raccolsi l’ombrello e strascinando i piedi ricominciai a camminare.
Passarono ore prima di capire dove potesse trovarsi. Mi bloccai, i piedi impiantati, gli occhi spalancati e l’ombrello chiuso in mano.
-Sono uno stupido!- mi dissi svelto. Mi voltai e presi a correre più veloce che potevo, ma la neve era sempre più alta e si stava ancora alzando.
Raggiunsi il centro di Beika, mi guardavo intorno alla ricerca di qualcosa di utile, un solo indizio, un minimo particolare che mi portasse da lei. Ma nulla … tutto era coperto da quel frastuono, da quelle macchine che si mischiavano e la neve che si scuriva sotto il loro passaggio. Mi vidi lì, con lei tra le braccia … scossi la testa e ripresi a correre verso il senso opposto alla stazione.
-Cosa starà succedendo ad Haibara? Starà bene? … cavolo dove può essere?- non riuscivo a pensare … avevo la sua vita nelle mie mani e sentivo che queste erano troppo deboli per proteggerla.
Correvo alla ricerca di qualcosa che mi portasse da lei, ma sentivo solo macchine e chiacchiere intorno a me.
Non mi resi conto nemmeno che il cellulare stava squillando, quando lo presi notai le chiamate perse erano aumentate. Non risposi, era l’ispettore che cercava di contattarmi. Poi , stavo per riporlo di nuovo in tasca, suonò e quando lessi SCONOSCIUTO sullo schermo, sperai soltanto che fosse LEI o qualcuno di LORO.
-Pronto?-
-Shinichi … sono Ayumi …-
-Scusami Ayumi, ho da fare …- stavo per riattaccare, quando …
-Aspetta, ho ricevuto una chiamata strana che mi parlava di Haibara-san, mi hanno detto di chiamarti, ma di dirigermi dove mi avrebbero detto … hanno detto che ogni ora che manchi da lei … che rimane con loro … è un’ora in meno per la sua vita … che significa Con- Shinichi?-
-Perché hanno chiamato te?-
-Non lo so, aspetta arriva qualcuno …-
-Lascia la chiamata attiva … se succede qualcosa corri ok?-
Sentii che aveva appoggiato il cellulare da qualche parte e quello che sentii dopo fu la voce che occupava ancora i miei sogni … Gin.
-Buonasera, Ayumi-chan? Ti chiamano così, giusto?-
-Come fa a saperlo? Perché mi avete chiamata? Dove è …-
-Piano piano … rallenta la lingua. Non sono qui per rispondere alle tue domande, anzi … parliamo di cose serie … tipo spegni il cellulare che hai sotto i pedali dell’accelerazione-
Potei immaginare la faccia di Ayumi.
-Ok … - sentii che prese il telefono , forse stava per chiudere la chiamata, quando …. Un urlo echeggiò fino al mio orecchio, si ripeteva …
-Cavolo non riesco a capire!- mi dissi tra me e me.
-Haibara? Dov’è? Liberatela subito!- Intervenii Ayumi dopo aver sentito …
“Ai?!?” la mia faccia si fece più seria e cercai di capire cosa dicesse.
-Perché?- Ayumi continuava a fare domande.
-FATELA STARE ZITTA!- gridò Gin.
-SHINICHI NON VENIREEEEEE!!! PENSA SOLO A RAN … PROTEGGILA … TI PREGOOO … IO STARO’ BENE!-
-Passami Gin …- dissi al telefono e Ayumi, avendo un udito molto fino, capii e passò il cellulare all’uomo che era accanto alla sua macchina.
-Oh! - seguii una risatina veloce -Il famoso detective … quanto tempo … sai Ora SHERRY (marcando molto sul nome) è davvero molto bella … sta bene con quei capelli ramati, se li è tagliati un po’ … ci stiamo divertendo, sai? Quanto tempo pensi  di avere per venire ad aiutarla … i punti della ferita saltano e Vodka la tiene la tiro con la pistola … so che non vuole la nostra Sherry, ma tu non la lascerai … ti conosciamo Shinichi Kudo!-
-Dimmi dove siete … e sarò lì …-
-Eh no! Non funziona così … no sarebbe divertente …-
Potevo immaginare cosa stesse facendo … lo odiavo così tanto, ma per fortuna ho molto, ma molto autocontrollo …
-Ran!- dissi alla fine.
-Facciamolo durare questo gioco tra noi, per sempre Kudo!-
Riattaccò e sentii Ai gridare qualcosa.
Chiamai subito Ran, sapendo che però avevo già perso il primo round.
Correvo verso casa, da lontano vedevo che le tapparelle erano alzate e il mio cuore inizio a battere ancora più forte.
Entrai, gridai il suo nome, ma la casa era completamente deserta. La chiamai ancora, …
-La sua suoneria … - seguii la canzoncina e trovai il suo cellulare sul tavolo. Lo aprii, tre chiamate mie, due di Kazuha, una di Agasa, una dell’ispettore e un numero sconosciuto a cui lei aveva risposto per ultima.
-Vediamo chi è …- lo chiamai e quando rispose la voce che temevo, iniziai ad odiarlo davvero.
-Hai perso il primo round, detective … iniziamo il secondo- riattaccai … sapevo che stava bene Ran, mi preoccupava più Haibara, che aveva una ferita grave e non si era ancora ripresa completamente. Ran …  bhe … stava bene e sicuramente sarà incosciente in questo momento, non possono rischiare che li veda in faccia.
Camminavo … pensando a chi potesse toccare ora, guardai il cellulare di Ran e mi ricordai di una delle chiamate, poi però … squillò il mio.
-Cavolo!- alzai lo schermo e risposi -Pronto?-
-Kudo, un casino! Non trovo Kazuha, a casa non c’è, al cellulare non risponde, una delle sue ultime chiamate ricevute è di Ran … quindi pensavo fosse con lei, per questo …-
-Stai zitto due secondi … non è come pensi … troviamoci …- ma il cellulare di Ran iniziò a squillare -Aspetta un secondo Heiji …-
-Pronto?- dissi all’altro telefono.
-Non provare a coinvolgere il tuo amico detective di Osaka … capito?-
-Devi lasciarmi qualcosa, dei punti bonus da usare … tipo questo stupido …-
-Guarda che ti sento!- arrivò dall’altro telefono.
“Decificiente” pensai.
-Oh, bene, non provare a continuare la frase, detective- e Gin riattaccò.
-Sentito Heiji? Ci vediamo, lascia fare a me-
-Ok, Kudo. Mi fido, riportami Kazuha, capito?-
-Certo- chiusi la chiamata e continuai a camminare.
“Ho perso anche il secondo round” pensai facendo un sorriso tra il triste e il sorpreso. Era la prima volta che tutto mi scivolava così semplicemente dalle mani.
Scusa Ran. Scusa Kazuha. Scusa Ayumi. Ai, arrivo! E corsi in direzione della centrale di polizia.
Non potevo chiedere il supporto di qualcuno, ma di strumentazioni sì. Entrai di corsa nel mio ufficio. Collegai il cellulare e cercai di trovare la loro posizione, ma dopo mezz’ora mi convinsi che c’era qualcosa che non andava. Non riuscivo a rilevare la posizione, dovevano aver manomesso i cellulari di Ayumi e se ce l’ha quello di Ai. Portai la mano al mento pensando che fosse solamente provare con il numero Sconosciuto. “È il primo che devono aver bloccato” pensai.
Poi, deluso del niente concluso, stavo chiudendo i vari programmi, quando me ne saltò uno alla vista. I miei occhi si illuminarono e mi ricordai di una frase di Ayumi: -Perché dovrei buttarlo, è un ricordo e soprattutto potrebbe servire!- aveva detto sorridendo e la speranza cominciò di nuovo a farsi vedere.
-Grazie Ayumi-chan!- dissi sottovoce, mentre battevo la tastiera del computer.

**********angolo***********
Scusate il ritardo, ma dovevo studiare .... ;)
Comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto e spero a breve di mettere il prossimo, che non so se sarà l'ultimo, ma comunque siamo quasi alla fine di questa ff ...
Grazie come sempre delle recensioni e scrivetemi anche questa volta che ne pensate ... se ci sono errori, correggerò :)
Alla prossima
Bye
Shihoshinichi99

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Capitolo 4
*** No! io dovrò rimanere ... ***


LA NEVE COLOR ROSSO SANGUE
capitolo 4: No! Io dovrò rimanere ...

(Narratore esterno)
-Conan-kun?-
-Sì, ti piace?-
-E se anche fosse?- aveva detto ironica in quel momento, ma se quella domanda le fosse stata fatta, avrebbe detto di no.
Quanto voleva vederlo … per dirgli di stare tranquillo, che le altre stavano bene e che lei avrebbe fatto di tutto per salvarle. Ma non poteva. Lui era lontano kilometri e stava assecondando Gin con quel stupido gioco, sapendo che avrebbe perso, non soltanto la sua vita, ma che avrebbe rovinato quella di tutti.
-Kudo … non venire …- disse piano la ragazza dai capelli ramati. Piangeva, le lacrime le scendevano lente e leggere dagli occhi verde cristallino. Le mani sporche di sangue nel tentativo di tenere chiusa la ferita, aperta da Vodka, un punto dopo l’altro. Le faceva male, forse lacrimava per quello.
Ayumi le diede una gomitata e le chiese a bassa voce: -Shinichi verrà, vero?-
La ragazza abbassò la testa, cercando di nascondere le lacrime della verità: -Per te, sicuramente … per     Ran … per Kazuha …-
-E per te? Soprattutto per te!-
-No … io sono destinata a rimanere qui per sempre, lo sa anche lui … lo so che lo sa-
-Come devi rimanere?-
-Oh! Chiacchieriamo!- intervenì Gin -Sherry è una di noi, ci ha traditi, ma farebbe di tutto per salvare chi ama, no?- sull’ultima frase rivolse il suo sguardo al cellulare, l’angolo della bocca si alzo. Shiho spalancò gli occhi e gridò: -NOOOOOO!!!-
Un’esplosione echeggiò dal telefono che teneva in mano.
-Bastardo! Perché? Lui non c’entraaaa!- urlò furiosa Shiho. Le lacrime si erano trasformate in rabbia.
-Visto Ayumi-chan? Farebbe di tutto …-
-Sì! Farei di tutto per proteggerli! E voi non riuscirete ad avere sia me che lui! È una promessa!- concluse …
-Sherry! Non ti permettere!-
Intanto Ayumi guardava la scena, sempre più impaurita, e fissava la ragazza che una volta era sempre dolce con lei e che ora sprigionava una sicurezza spaventosa.
-Ai?- Shiho si voltò verso l’amica, che doveva avere presubilmente 18 anni, ma che sembrava ancora la bambina innocente, col cerchietto, gli occhi dolci e sempre insicuri, ma che avrebbe fatto tutto per le sue amiche e amici -Ho paura, Haibara-san!-
Shiho era stupefatta, lascio la ferita e l’abbracciò.
-Non sei sola, ti salverò-
Mentre l’abbracciava, le sfilò il cellulare e fece partire una chiamata diretta a Shinichi. Poi la lasciò e nell’orecchio le disse del cellulare. Gin era già lontano. Premette nuovamente il bottone e un’altra bomba scoppiò.

(P.O. di SHINICHI)
Cliccai INVIO e quello che segui fu un’analisi completa dell’area entro 20 kilometri. Questa distanza perché se Gin sapeva ciò che facevo, dovevo essere seguito da uno dell’organizzazione e poi il suo cellulare era senza protezione e non poteva telefonare oltre una certa zona.
Pochi secondi dopo, ebbi il punto esatto di dove si trovavano: SETTORE HAIKU.
-Cosa? Una fabbrica? Alla periferia? Strana come collocazione … bhe, andiamo-
Mi alzai e indossai la giacca, stavo per prendere l’ombrello, quando uno strano rumore stava echeggiando per i corridoi.
Pochi minuti dopo, un altro più vicino e questa volta riconobbi cos’era : -Una bomba!-
Inizia a correre giù per le scale. Non sapevo dove fossero le altre, ma sarebbero state sicuramente più vicine delle prime.
Una risata e un’altra esplosione. Un’altra e un’altra ancora.
Uscii dall’edificio e vidi i colleghi fuori che guardavano il posto dove avevano lavorato per anni andare a fuoco. Non rimasi a guardare ciò che avevo causato io, ma come facevano a sapere che sarei andato lì? Che le abbia messe mentre lavoravo? Ma dovetti muovermi, stavano arrivando pompieri, gli altri poliziotti e la zona era circondata da gente curiosa.
Presi la macchina di Ran e mi diressi verso il punto che avevo localizzato.
Ah! Non vi ho detto come ho fatto! Semplice … ricordate le ricetrasmettenti dei DB … ecco, Ayumi non se n’è mai separata e la porta sempre con sé come ricordo di quei giorni.
La strada era scivolosa, perché coperta dalla neve, e la macchina non era provvista delle ruote adatte, per questo ci misi un pochino ad arrivare.
Arrivato, ricevetti una telefonata …
-Detective … hai scoperto la nostra posizione! Ma bravo! Piaciuti i fuochi d’artificio?-
-Per niente- risposi secco.
-Bhe, che ne dici dell’ultimo round?-
-Smettila con questo gioco! Stai giocando con le nostre vite!-
-Per questo è divertente e … non puoi fare altrimenti-
-Lo so- risposi senza espressione, senza sembrare preoccupato o tranquillo.
-Allora, un punto ogni ragazza che salvi, Sherry e l’altra, Ran?, sono il bonus- seguì una risatina tipica delle sue.
-Pronto? Vai alla ricerca della bambina! È da qualche parte, nascosta e tenuta a tiro da Chianti …- riattaccò.
Feci un respiro profondo, dovevo stare calmo o ne avrebbero rimesso loro, che i colpa non ne avevano.
Presi a correre alla ricerca di Ayumi.

*********angolo*********
Siamo quasi alla fine :(
Ahahah ... spero che la storia vi piaccia e spero di inserire il prossimo capitolo a breve!
Alla prossima!
Shihoshinichi99

p.s. se ci sono errori provvederò a correggerli e ditemi che ne pensate come sempre. grazie anche a chi semplicemente legge :)
 

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Capitolo 5
*** I want to saty here ... with you ***


LA NEVE COLOR ROSSO SANGUE
capitolo 5: I want to stay here ... with you

Camminavo alla ricerca di Ayumi-chan. Andavo avanti solo perché sentivo che era spaventata. Sentivo qualcosa dentro che mi diceva di andare avanti e mettercela tutta, anche se ne sarebbe valsa la mia vita. Preferivo morire io che Haibara.
-Fermo!- mi voltai e mi nascosi dietro a un box alto tre metri, rimasi ad ascoltare -Smettila Gin! Avrai me … non ti basta?-
-No! Quel detective deve capire che non è niente e non può niente co… -
-No! Lui può molto! … ti prego- lo interruppe una voce che sembrava molto famigliare. Chiusi gli occhi cercando di capire chi fosse.
-TI PREGO!- urlò la ragazza.
“Ai?!” aprii gli occhi e subito il mio cuore sussultò per lo stupore … stava dando la sua vita in cambio della salvezza di tutti.
Mi alzai in piedi. Strinsi le mani a pugno. Chiusi di nuovo gli occhi e ricordai il motivo per cui tutto questo era cominciato. La AI che mi sorrideva quando eravamo coi DB. La AI che si infuriava quando facevo di testa mia. La AI triste che non voleva nulla. La AI che mi salvò la vita. La AI a cui salvai la vita più volte. La AI che lavorava giorno e notte a un computer per darmi indietro la mia vita. La AI che giaceva sulla neve. La AI che mi chiamava da fuori una casa in fiamme. La AI che ora cercava di proteggermi.
Aprii di nuovo gli occhi, abbassai la testa e sorrisi. Una lacrima mi rigò la guancia e senza accorgemene ero davanti a quella persona. Ero uscito dal mio nascondiglio e quello che vedevo era una AI felice, triste, impaurita, sconvolta, arrabbiata e forte. Alzai il volto e i suoi occhi si spalancarono a vedermi piangere.
-Vai … via …- disse con un fil di voce.
-No …- le risposi. Mi avvicinai lentamente con le pistole puntate alla tempia.
Gin sorrise da sotto i lunghi capelli color argento.
Guardai Ayumi e lei capì che doveva scappare appena possibile. Poi riportai lo sguardo sulla ragazza che era il mistero più grande del mondo.
-No … Kudo-kun … io …-
-Tu?- le riposi vedendo che i suoi occhi erano lucidi.
-Io …. Io … non voglio PERDERTI!!!-
Uno sparo.




Solo silenzio



La neve fredda



Alzai la testa e notai che Ai era sopra di me.
-Ai?! … AIIIII!!!- urlai.
Ma lei alzò il volto, rigato dalle lacrime, mi strinse in un abbraccio.
Si alzò, aveva in mano qualcosa.
La puntò verso Gin e disse:
-ORA BASTA! COMANDO IO!-
Teneva la mano ferma con la pistola puntata alla testa di quell’uomo. Notai che delle gocce scendevano sulla neve. Era stata colpita da quello sparo, ma dove?
-SE ORA PROVERETE SOLO A SPARARMI, KUDO-KUN SPARERA’ A TE … NON VUOI MORIRE, GIUSTO?-
-CHI CREDI DI ESSERE?!- era furioso.
-Chi credo di essere?- il suo tono era tornato tranquillo -Sono Shiho Miyano, nell’organizzazione Sherry, fuggita da voi, tornata bambina sotto il nome di Ai Haibara … e ora sarò la Shiho Miyano, la stessa ragazza, la stessa bambina che ti credeva il suo amico, protettore e come un secondo padre … che ora ti porterà a marcire in prigione per tutti gli omicidi che hai commesso, come quello di mia sorella, mia madre e mio …-
-Padre?- una nuova voce si era unita alla conversazione, vidi Haibara barcollare, ma poi riprendere la fermezza -Buonasera, figlia mia-
-Buonasera capo …-
-Non ci credo! Non voglio crederci!- aveva la mano libera agli occhi. Gin le diede un pugno allo stomaco. Provai ad alzarmi, ma un dolore lancinante mi bloccò, ero stato preso di striscio alla gamba e non potevo andare ad aiutarla.
-Sono qui, non vuoi abbracciare tuo padre?-
-No!- disse chiaramente -Tu non sei mio padre …- si alzò ancora dolorante, si girò di scatto, con i capelli che la circondarono come in un cerchio di fuoco, e disse -Sei un assassino-
Nei suoi occhi vedevo una forza. Vedeva suo padre dopo anni, ma lo rivedeva nelle vesti dell’uomo che le aveva rovinato la vita.
-Ai …- dissi.
-Kudo-kun … lasciatelo andare e liberate le altre, io devo fare i conti con mio padre-
-No! Non voglio lasciarti!-
-Portatelo via! Anche con la forza, se non vuole. Non voglio vedere il volto della persona a cui ho causato così tanti problemi, della persona che mi ha sempre salvata, della persona che …-
Le scesero altre lacrime dagli occhi verde cristallo.
-che … che … che AMOOO!!!- urlò con le mani a pugno, poi alzò la pistola e vidi i capelli fare un sobbalzo e riempire la sua figura alta e magra.
-Ai!! Non voglio lasciarti proprio ora!- le gridai. Lei abbassò il viso e quando lo rialzò fece scattare il grilletto.
Il proiettile passò a filo della guancia di suo padre, che ne rimase sorpreso.
Feci una faccia un po’ stupita “Sa usare la mia pistola?”.
-La prossima non ti mancherò se non mi spieghi il motivo di tutto ciò!-
-Certo, come vuoi figlia mia …- alzò lo sguardo e sorrise.
Ai strinse i denti e la mano libera.
-Sai com’è …- disse alzando le spalle e le mani -tua madre e Akemi mi avevano scoperto, era scomode- fece un sorrisetto beffardo -non volevo ucciderle all’inizio, ma poi Angel mi venne a parlare e mi riempì di domande inutili, le dissi che ero io il capo e lei sapeva già come sarebbe finita. Estrassi la pistola e le sparai. Non gridò, non pianse, mi chiese solo di proteggervi … ma anche Akemi iniziò ad odiarmi per tenerti al sicuro. Ordinai di ucciderla. E rimani solo te. Se vuoi sparare a tuo padre, fallo, ma sarai anche te un’assassina e morirai, hai tre pistole puntate alla testa … perché ridi?-
È vero Ai stava ridendo lievemente.
-Non ti sei chiesto come mai non mi hanno sparato quando ho premuto prima il grilletto?- rise ancora, ma non era una risata cattiva, era solo sorpresa.
Io ero ancora lì a terra e anche suo padre se ne accorse.
-Che ci fa ancora lì il detective? e … perché?-
Ai alzò lo sguardo inclinando il viso: -Perché?-
Ci fu una pausa.
-Perché hai perso- lo disse senza emozioni, ma dopo sorrise con un sorriso dolcissimo.
Una lacrima scese dal viso del capo: -Come … come hai … fatto?-
-Io ho degli amici e so come lavorate, è semplice battervi-
Allo stesso tempo si sentirono le sirene della polizia.
L’uomo cadde inginocchiato sulla neve fredda.
-Non sei mio padre … non lo sei mai stato! Tu hai ucciso tua moglie e tua figlia! Tu non ci ami davvero!- disse alla fine Ai stringendo le mani a pugno.
Poi vidi Heiji, Kazuha, Ran e Ayumi arrivare con altri poliziotti. Arrestarono i rimanenti MIB e chiamarono un’ambulanza.
-Come va detective?- mi chiese Heiji.
-Bene … però … c’è qualcosa che non mi torna … Ai!-
-Cosa?-
-Dove?-
-Ehm … ci ha consegnato suo padre ed è sparita …-
-Cosa?!?-
Mi alzai di forza, la ferita mi bruciava come un ferro ardente sulla pelle, ma dovevo trovarla. Passai davanti a Ran che mi guardava spaventata, cercò di chiamarmi, ma ero troppo concentrato a trovarla.

*********angolo**********
Noooo!! sta per finire ... però credetemi che sarà un finale me-ra-vi-glio-so! :)
Okay, sono troppo sicura di me stessa >_>
Comunque spero di mettere l'ultimo capitolo prima possibile; e di continuare le altre storie in sospeso XD
Alla prossima
Scrivetemi che ne pensate: attendo molte recensioni .... scusate per eventuali errori
Bye bye
Shihoshinichi99
 

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Capitolo 6
*** sii felice, per me, okay? ***


LA NEVE COLOR ROSSO SANGUE
capitolo 6: sii felice, per me, okay?



Riuscivo a malapena a camminare, a salire quelle scale che sembravano poco stabili, inoltre la vista mi si annebbiava spesso per il dolore. Portai la mano alla fronte cercando di non pensare a tutto ciò, ma solo a lei, e così mi accorsi che scottavo. Avevo la febbre.
-Cavolo Shi … - non completai mai quella frase , forse per la sorpresa di chiamarla per nome, o perché me la ritrovai davanti.
Era seduta in cima alle scale, una mano che sfiorava il gradino sotto quello dove era seduta, l’altra sulla gamba e la testa appoggiata al muro. Sembrava scossa. Mi guardò, piangeva, e riabbassò subito lo sguardo. Il suo sguardo mi era sembrato senza nessuna espressione, mi aveva mostrato nulla di come si sentisse. La guardavo da in basso. La guardavo … le tesi la mano.
-Andiamo Haibara … vieni con me?-
-Shinichi, hai mai notato quanto la neve sia candida? Ecco io … io non lo sono! Sarò sempre macchiata da queste colpe, dalla mia vita … come mio padre-
Le vidi stringere la mano sulla gamba a pugno. Doveva soffrire molto, ma io non riuscivo ancora a comprendere quanto.
Iniziai a salire le scale.
-Già, mio padre … l’uomo che … ha fatto … di me … l’artefice della tua sofferenza … scusami-
Si alzò in piede, tenendosi con la mano al muro per sostenersi.
I miei occhi si spalancarono.
-Volevo essere io … almeno a salvarti … ad arrivare a te … e anche se è questo il risultato, ne sono felice- sorrise e io non riuscivo a distogliere gli occhi dalla maglietta nera sporca di sangue.
-Il tuo scudo … volevo esserlo io …-
-Che vai dicendo? Ero io che …-
-DOVEVA SALVARMI?- alzò il viso e continuò con un tono più calmo, ma ancora leggermente arrabbiato -tu non mi devi nulla, Kudo-kun … niente-
Quella frase mi strinse il cuore, che sembrò fermarsi per qualche secondo. Il tempo intorno a noi si era fermato, ma da lontano sentivo le sirene, delle voci e la neve cadere.
Feci un sorrisetto.
-La neve non è candida, da quel giorno … - alzai lo sguardo apposta per incrociare il suo -Tu lo sei molto di più, Shiho-
Sembrava sbalordita che l’avessi chiamata così. Cadde seduta di nuovo sul gradino.
-Non voglio tornare … in un mondo dove la gente mi guarda con quegli occhi … non voglio, Kudo-kun-
-Ma ci sarò io, ti prego, Shiho!-
-NON MI CHIAMARE COSI’! ti prego, non lo fare … non usare il nome scelto da quell’uomo …-
-Da tuo padre?-
-No, …- girò il viso verso il muro, con i capelli che la circondavano ramati e leggeri, che arrivavano al gradino dove era seduta.
-Da chi allora?-
-Da … da … lui!- alzò il braccio e indicò un uomo che si trovava proprio dietro di me. Non lo vedevo bene in faccia essendo avvolto dal buio di quell’angolo …
-Che parole commoventi … Shiho- disse.
-Chi sei?- chiesi subito.
-Io? Beh, sono Gera, lo zio di Sherry …-
-Eh?! Non sapevo avessi uno zio? Haibara?-
Ai si era alzata e guardava quell’uomo con rabbia.
-Vattene, consegnati alla polizia, va!-
-Scherziamo … mai!-
-Bast …- la interruppi.
-Haibara! Spiegatemi qualcosa …-
-Non è tempo di spiegazioni, detective … sono suo zio, ho suggerito io il nome ai suoi genitori e questa ragazza dovrebbe essermi grata … per tutto quello che ho fatto per lei-
-Non hai fatto nulla!- disse Haibara con le mani a pugno.
-Sembri arrabbiata … nipote-
-No! Io non lo sono!- si sedette di colpo e portò le mani alle orecchie.
-Starai di nuovo con me …- stava salendo le scale e si stava dirigendo verso di lei -Subito!- l’aveva afferrata per il braccio e la stava strascinando su per le scale.
Arrivai alla pistola rimasta su un gradino, cercai di correre fino alla svolta delle scale e quando fui lì sparai sfiorando la guancia di Geta che ne rimase sbalordito. Ai gli diede una gomitata sullo stomaco e poi sfilò una pistola da dietro e gliela puntò alla tempia.
-Bastardo! Non mi toccare mai più!- gridò all’uomo che ora era immobile a terra.
Ma in un secondo Genta le aveva afferrato la caviglia e l’aveva gettata a terra. Aveva la pistola di Ai in mano e l’aveva puntata su di me, che stavo cercando di salire le scale. Poi rivolse di nuovo lo sguardo a Haibara e le strinse con la mano le due guancie e disse rabbiosamente.
-Non sei più tanto forte eh?-
La guardava in quel modo, con desiderio e in un secondo si abbassava su di lei. Vidi scendere delle lacrime dagli occhi di Ai.
-Basta!- gridai e in un secondo ero in cima alle scale e lo tenevo al muro col pistola puntata alla sua testa.
Ai era a terra immobile, per la paura e il dolore delle ferite. Chiuse gli occhi.
Geta cercò di liberarsi dalla mia presa, ma subito lo colpii con il retro della pistola alla testa e  presa Ai in braccio, inizia a scendere le scale.
Ai tremava.
Arrivato all’ambulanza ancora fuori, la caricai e ci portarono via.
La neve cadeva ancora, come quella volta.

Sono passati giorni. Gin, Geta, il boss, e tutti gli altri sono stati arrestati e condannati.
I giornali ne parlano ancora.
E riguardo me e Ai, stiamo bene. Io devo camminare con la stampella, ma almeno sto in piedi.
LEI …
-Shiho!-
Entrai nella sua stanza e la vidi alla finestra, con le braccia che circondavano le ginocchia, la guancia appoggiata su di esse e i capelli che scendevano vaporosi sulla schiena. Si voltò e mi sorrise: -Buongiorno Kudo-kun …-
-Vedo che stai meglio …-
-Sto bene da l’altro ieri, ma non mi lascino uscire … odio l’odore degli ospedali- fece un smorfia di disgusto e sorriso ancora chiudendo gli occhi.
-Aiiiiii!!!- Ayumi era appena entrata nella camera con tutto il suo buon umore e dietro a lei Genta, Mitsuhiko e il professore, ancora sconvolto per quanto successo e per non essersi accorto di nulla.
Poco dopo entrarono anche Heiji con Kazuha, che per fortuna stava bene, e di seguito Ran.
-Ah! Scienzatina! Vedo che stai bene!- si vide uno schiaffo volare. Era stata Kazuha un po’ offesa dal comportamento del suo fidanzato, ma infondo ci era abituata.
-Ciao Shiho …- disse Ran. Mi prese la mano e mi fece segno che doveva parlarmi.
-Torniamo subito- concluse poi.
Uscimmo e mi misi appoggiato al muro, non volevo ascoltarla.
-Shinichi … dimmi come stanno le cose- aveva le braccia incrociate e ciò rendeva ancora più difficile il tutto.
-Ecco … non so … -
La porta si apri e mi stupii nel vedere quella ragazza dai capelli ramati spuntare fuori.
-Ti spiego io, va bene?-
-Certo … - rispose tranquillamente Ran, anche se infondo un po’ la odiava.
-Congratulazioni per il vostro matrimonio, sono invitata vero?-
Rimasi sbalordito da quella domanda. Avevo la bocca aperta e anche Ran.
-Ehm … sì … ecco … certo ….- disse Ran non sicura di cosa rispondere.
-Kudo-kun, sono felice per te! Io sto bene e andrò in America a finire gli studi. Statemi bene, okay?- sorrise così dolcemente che …
-No! Non puoi comportarti come una bambina Shiho!- disse scocciata Ran.
-Lo so, ma cosa dovrei dire? Che amo Kudo-kun e che voglio restare per sempre con lui? Non voglio rovinare ciò che avete creato in questi anni, ne tornerò fuori, come lo ero una volta-
-Shiho …- dissi entrando finalmente nella conversazione -Non riesco a pensare a una vita senza i tuoi sorrisi… -
-Smettila! Pensaci Kudo-kun … per chi sei tornato quello che sei? Chi volevi sempre vedere? A chi hai chiesto di sposarti?-
- … sei sleale, Shiho -
-Ti amo, Shinichi - disse Ai in quel momento - Sii felice, per me, okay?-
La vidi correre via per il corridoio. I suoi capelli che si muovevano lenti e che creavano un’immagine meravigliosa con la luce del tramonto.
-Shinichi … - mi voltai e mi sbalordii di ciò che mi chiese Ran -Tu mi ami?-
“Mi ami?!?” --------- “Sii felice, per me, okay?”
-Certo Ran …- ha ragione Ai, lei è solo la mia Irene Adler, una partner con cui condividere i brutti e bei momenti.
-Per sempre Ran …- un lacrima mi scese -Per te, okay?-
Ran sorrise e mi prese la mano e ce ne tornammo a casa.
-Lo so, sono sleale, Shinichi … GRAZIE!- sentii Shiho dire da dietro il pilastro dove si era nascosta.
-Per sempre-

THE END

*************angolo************
"per me, okay?"
E' finita :( beh dai, spero che vi sia piaciuta questa serie ... e spero di leggere le vostre recensioni anche nelle prossime ff che farò, o terminerò >_>
Ditemi che ne pensate e spero di leggere molte recensioni,ditemi se ci sono errori, se ho tempo correggerò, e se non è il finale che vi aspettavate, SORRY :)

P.S. per quanto riguarda Geta, il nuovo personaggio, non c'entra molto con la storia, ma non sapevo terminare la sessione "scale" XD no dai! volevo inserire un particolare nuovo, che non c'entra con la vera storia (cioè non c'è davvero un tizio, zio di Ai, che le da il nome di Shiho), ma mi sembrava interessante dare una prospettiva di quanto, secondo me, sia stata brutta la sua infanzia ... Sorry Shiho :)
Comunque essendo bollino verde non sapevo come descrivere le varie motivazioni delle azioni, spero che si capisca cosa intendo, cosa ho formato nela mia testa...
Ah! Basta! ho scritto troppo :)

BYE BYE
Alla prossima
Shihoshinichi99 :-*

 

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