All my life I've been waiting for you

di ice_cream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


All my life I've been waiting for you



"La fisica quantistica descrive la radiazione e la materia sia come un fenomeno ondulatorio, sia come entità particellari, al contrario..."

Sei praticamente sdraiata sul banco ormai, con la mano destra cerchi di sorreggerti la testa mentre disegni figure astratte, sulla superficie bianca, con l'indice della mano sinistra.
Ogni sacrosanta lezione, il professor Porter ripete quanto sia importante per il vostro corso di studi la sua materia e puntualmente, due secondi dopo tu sei già persa nei tuoi pensieri. Oggi proprio non riesci a stare attenta. La cosa buffa è che, in realtà, la sua materia è proprio una delle più inutili per il tuo corso! A cosa serve la fisica quantistica se vuoi diventare presidente o avvocato? Bah, non lo capirai mai. E prendi pure dei bei voti! Sbuffi sonoramente, forse troppo sonoramente.

"Signorina Beckett, la sto per caso annoiando?", alzi la testa di scatto e ti metti sull'attenti.

"Cosa? N-no professore, assolutamente no!" Maddie, di fianco a te, soffoca una risata e tu le tiri una gomitata per farla smettere. Il professore sta per replicare ma la campanella, per tua fortuna, suona. Era ora! Pensi.

"Salvata dal gong, Katie!", ti sussurra Madison, continuando a sfotterti.

Scuoti la testa e raccogli i libri; li metti nella tua borsa a tracolla, decorata con tutti i tuoi disegni, e te la infili pronta a cominciare il tuo turno pomeridiano al bar di Luke.

"Ci vediamo domani Mad!", saluti la tua amica ed esci di fretta.

Quest'anno sei decisa: vuoi racimolare soldi per prenderti una Harley Davidson. Hai sempre amato le moto e così ora dovrai farti un semestre pieno di lavoretti per raggiungere il tuo scopo.
Arrivi alla fermata del pullman e accendi il tuo fidato ipod. Un po' di musica ci vuole dopo una lezione con il signor Porter! Strano ma vero, il pullman è in orario, così sali e trovi anche posto a sedere!

"Hey Katie! Oggi niente ritardi, hai visto?", ti saluta Bobby, l'autista. Appoggi la tracolla tra le gambe e cerchi una canzone che ti dia la carica per lavorare tutto il pomeriggio e poi fare una fantastica nottata in compagnia di filosofi e intellettuali: stai male solo al pensiero.
Guardi fuori dal finestrino per rilassarti.

"Scusa, è libero?", senti qualcuno che ti tocca una spalla ma non capisci nemmeno una parola di quello che dice a causa del volume della musica troppo alto. Ti togli una cuffietta e lo guardi. "Come scusa?", gli chiedi. Finalmente riesci a vederlo bene. È un ragazzo alto, ben piazzato e con i capelli biondo cenere, un po' scompigliati. Gli occhi blu, profondi come l'oceano.

"Chiedevo se era libero il posto.", ti ripete con un sorriso.

Resti per un secondo incantata a fissarlo, poi annuisci e gli fai spazio.
Lui si siede e tu ti volti di nuovo a contemplare il paesaggio fuori dal mezzo di trasporto, anche se psicologicamente sei ancora persa nei suoi occhi. Perché il cuore ti batte così forte? Hai solo visto un ragazzo carino, molto carino... tutto qua!

"Comunque piacere, io sono Alex." , ti porge la mano e sorride di nuovo.

Dio mio se sei bello!

"Piacere, Kate!" Stringi la sua mano per ricambiare.

Restate così per qualche secondo, poi le vostre mani si dividono e tu riprendi a respirare.

Ma che diavolo ti prende?!

"Scusa per prima, non volevo disturbarti mentre ascoltavi la musica."

"Ah, tranquillo. Anastacia non scappa!", gli fai un occhiolino.

"Sei un'amante di Anastacia?", annuisci. "Mi piace, ma preferisco JLo.", ti risponde, fiero dei suoi gusti musicali.

"Mmm sì, mi piace anche lei. Ma Anastacia non la batte nessuno!"

"Cosa? Naaah, JLo è l'icona della musica pop! Non puoi non amarla!", ribatte sentendosi colpito nel profondo.

"Guarda che ho detto che mi piace!", rispondi ridacchiando. Lui scuote la testa sconsolato.

"Va beh, che mi dici di te? Che fai nella vita?", ti domanda poi cambiando totalmente discorso.

"Studio legge. Alla Standford."

"Uh sei una secchia!", ti prende in giro. Scoppi a ridere e rotei gli occhi.

"Scemo!", gli dai un buffetto sulla spalla. "Tu invece?"

"Io lavoro nel bar della Standford! Ma siccome sei una secchia e te ne stai sempre rinchiusa in classe, non lo puoi sapere!", ti punzecchia di nuovo.

"Guarda che in realtà sono parecchio conosciuta al college! Ma siccome tu te ne stai sempre dietro al bancone a servire caffè, non lo puoi sapere!"

Touchè.

"In realtà ti ho vista qualche volta al bar, ma in ogni caso non ti conosco quindi dovremmo rimediare!", suggerisce con ovvietà.

"Se è così che rimorchi le ragazze allora stiamo proprio andando in rovina!", lo prendi in giro. "Comunque ora devo scendere, questa è la mia fermata ma se ci tieni così tanto a conoscermi, puoi sempre passare più tardi al bar all'angolo!"

Il pullman si ferma e Alex non ha il tempo per ribattere. Prendi la cartella e salti giù dal pullman.

 

Percorri il vialetto nel parco continuando a ripensare ad Alex. Chissà se passerà davvero al bar oggi? E se non passasse? O peggio... se passasse? Cosa faresti in quel caso? Devi lavorare, non puoi perderti in chiacchiere...
Controlli di sfuggita l'orologio e strabuzzi gli occhi. Ricontrolli per sicurezza. Sono le 14:20. Avresti dovuto cominciare il tuo turno al bar alle 14:00. 
Sei terribilmente in ritardo, Luke ti ammazzerà.
Ti prendi ancora due secondi per scegliere una canzone che ti dia la carica, poi prendi fiato e cominci a correre. Devi assolutamente muoverti!

 

Arrivi davanti al bar tutta sudata e affannata. Sei decisamente impresentabile! Entri nel locale cercando di darti un minimo si contegno e, come previsto, Luke ti sta aspettando al bancone, con il suo asciughino bianco e rosso in spalla.

"Sei in ritardo, ragazzina!", ti riprende puntandoti un pezzo di focaccia contro e fingendosi arrabbiato. Cerchi di scusarti restando seria ma non riesci, così scoppi a ridere e gli rubi la focaccia.

"Hey! Guarda che quello era il mio pranzo!", ti rimprovera, questa volta più serio. Gli fai segno con la mano che gliene offrirai uno dopo mentre porti un paio di caffè a un tavolo e Luke scuote la testa.



 

Stai servendo caffè, birre, bibite e insalate da ore ormai. Oggi il bar è pieno di gente e non hai un attimo di tregua. Come avevi previsto, però, Alex non è venuto. Sbuffi per la seconda volta nell'arco della giornata e riprendi a servire i clienti. 
Sai che se la situazione continua così, stasera farai tardi a casa e non hai la minima voglia di passare la notte a studiare. Sono settimane che vai avanti così, hai bisogno di dormire un po', senza pensare a nulla. Necessiti relax.

"Mi faresti un caffè macchiato, per favore?", la voce di un cliente ti riporta alla realtà. Ti asciughi le mani che ti eri bagnata nel lavare lo straccio con cui hai pulito il bancone e ti volti.

"Certo! Faccio sub...", ti blocchi di colpo e non puoi fare a meno di sorridere. "Alex!"

Lui ricambia il sorriso. "Ciao Katie!", fai una smorfia, solo i tuoi genitori e le persone a te più care ti chiamano così. Lui rimane a fissarti con un sorriso sornione stampato in faccia. Scuoti la testa e vai a preparargli il caffè, mentre lui pensa all'ennesima domanda da porti.

"Allora, a che ora finisci il turno?", ecco, appunto. Non ti piace quella domanda, implica un 'dopo' che tu non ti puoi concedere.

Appoggi il suo caffè macchiato sul bancone. "Probabilmente tardi, oggi non abbiamo un attimo di tregua!", rispondi restando sul vago, sperando che lui lasci perdere e cambi argomento.

"Quindi per cena sei bloccata qui?" butta lì la domanda. Di colpo diventi rossa e non sai cosa rispondere. Ti gratti la testa con una mano.

"Temo di sì.", sei davvero dispiaciuta. Avresti mandato al diavolo volentieri gli studi per stare anche solo un'ora con lui.

"Okay, vorrà dire che aspetterò che tu finisca di lavorare.", ti avvisa mentre beve l'ultimo sorso del suo caffè. Spalanchi la bocca. Cosa? Dici sul serio?

Lui scoppia a ridere quando si accorge della tua espressione. "E' inutile che fai quella faccia, sono super serio!"

"Alex, potrei finire veramente tardi!" , provi a convincerlo a lasciar perdere. "E poi devo studiare quando torno a casa, domani ho due test.", aggiungi sconsolata.

"Che materie devi fare?", ti domanda sporgendosi un po' più verso di te, facendo leva sulle braccia.

"Filosofia e letteratura inglese. Non ce la posso fare!", sei disperata, non hai la minima voglia di studiare dopo una giornata così, specie quando hai dall'altra parte del bancone un ragazzo troppo bello per essere vero che vuole passare la serata con te.
Lo vedi sorridere per l'ennesima volta da quando è entrato. Ma quanto sei bello? Quanto? Sorridi ancora, ti preeego! Sorridi a tua volta quando ti rendi conto che i tuoi pensieri sono comparabili a quelli di una quindicenne in preda agli ormoni.

"Filosofia e letteratura inglese! Sono un genialloid! Ti aiuto io!", si offre subito volontario, alza una mano mentre l'altra se la mette sul petto.

Ridi. "Sei un che?"

"Un genialloid, un genio!", spiega, incredulo sul fatto che tu non abbia la più pallida idea di cosa sta dicendo.

"Tu non sei normale!", lo prendi in giro, portando un bicchiere di vino bianco al tavolo vicino al finestrone, dove ogni pomeriggio si siede il Signor Carlson. Ti ringrazia con un cenno della mano, senza staccare gli occhi dal suo quotidiano.

"Dico sul serio, ero bravo in quelle materie! Ti aiuto io a studiarle." Questa volta tono di voce del ragazzo si fa più serio. "E prometto, niente distrazioni. Studiamo e basta."
Eccolo, sorride di nuovo. Come faccio a dirti di no se mi fai un faccino da cucciolo come questo!?

"Oh, d'accordo. Mi arrendo. Tanto ho già capito che con te è una causa persa!", sbuffi e rotei gli occhi. Lui esulta alzando un pugno. "Non te ne pentirai!", aggiunge poi.

"L'ho già fatto.", allunghi il panino cotto e maionese alla Signora Callagan e prendi in cambio la banconota. Quindi la metti in cassaforte e le dai il resto.

"Partendo da ora!", si corregge intanto Alex, che si alza per prendere una lattina di coca cola dal frigorifero. "Allora, più o meno a che ora finisce il turno di solito?", domanda aprendo la lattina.

"Non mi avevi già fatto questa domanda? Ho un deja vu."

"Sì, ma non avevi risposto!"

"Ciao! Mi puoi portare un toast, per favore?", un ragazzino è appena entrato nel bar, tutto sudato e sporco. Le opzioni sono due: o ha appena fatto una corsa come quella che hai fatto tu prima, oppure la squadra di calcetto del quartiere ha appena finito la partita, il che significa che tra circa trenta secondi il locale sarà invaso da ragazzini affamati e urlanti. Speri con tutta te stessa nella prima ipotesi ma cominci a disperarti, quando vedi una schiera di ragazzini e allenatori farsi largo nel bar. Ti batti una mano sulla fronte e dici al ragazzino di sedersi che gli avresti portato il toast a breve.

Alex si volta verso l'entrata e quasi gli viene un mancamento.

"Capisci perchè non ti avevo risposto prima?"

"Mi fai un hamburger?", "Mi porti una lattina di coca cola?", "Un panino con il salame.", "Una pizzetta per favore.".
Prendi fiato e ti rimbocchi le maniche, pronta a soddisfare tutti i desideri di questi bambini. Appunto mentale: pensaci due volte prima di fare un figlio, Katie!

"Puoi darmi due birre medie, per favore?", ti chiede un ragazzino riccio e biondo, con una vocina soave.

Tu e Alex lo guardate shocckati.

"Sono... per il mio...allenatore...", specifica poi il biondino.

"Mmm...", annuisci un po' incerta sul da farsi e solo dopo aver appurato che fossero destinate ai due allenatori, gliele porti al tavolo.

Intanto, metti panini e pizzette a scaldare nel microonde.
Alex ti osserva ammirato e tu, talmente sei presa nel tuo lavoro, non te ne accorgi neanche.
Il fornetto suona di nuovo, segno che anche la pizzetta è pronta ma sei troppo impegnata a consegnare i panini e le bibite per sentirlo, quindi Alex si alza e fa il lavoro al posto tuo. Si infila un grembiule che trova appeso alla parete, probabilmente è di Luke, e tira fuori la pizzetta. La mette su un piattino con un tovagliolo e la porta al tavolo.
Te ne accorgi quasi subito e un sorriso sfugge al tuo controllo. "Che diavolo stai facendo?", domandi.

"Ti do una mano!", ti risponde con ovvietà. Effettivamente, potevi anche arrivarci! O forse pensavi che volesse rubare la pizzetta al ragazzino? 
Lo ringrazi con un cenno del capo e vai avanti a servire le squadre di calcetto.
Andate avanti così per almeno altre due ore fino a che la situazione non sembra calmarsi, verso le otto di sera. Stremata, ti accasci su una sedia mentre Alex finisce di pulire gli ultimi tavolini. Probabilmente gli sarai eternamente grata per quello che ha fatto oggi!

"Scusami, non eri obbligato a farlo.", ti scusi, non volevi che passasse il suo pomeriggio così. Era compito tuo servire tutta quella gente.

"Scherzi? Io mi diverto! È il mio lavoro, Katie. Se non avessi voluto farlo, non l'avrei fatto!", ti strizza l'occhio e appoggia l'asciughino sul bancone. Ancora una volta ti ha chiamata Katie e l'hai lasciato fare. Ci sta prendendo troppo gusto.

"Grazie Alex.", sorridi.

"Allora, facciamo dieci minuti di pausa prima di cominciare a studiare?", ti domanda sorridendo. È davvero intenzionato a passare la serata con te, a studiare filosofi e letterati.
Approvi la proposta con un sonoro e annuisci.

"Perfetto, allora resta lì!", ti ordina rimettendosi il grembiule e cominciando a frugare nel frigorifero della cucina.

Inarchi un sopracciglio in attesa di una spiegazione che, però, sembra non voler arrivare così ti alzi e decidi di chiudere la porta del bar per evitare che entri altra gente, visto che ormai è orario di chiusura.

"Hey! Ho detto di stare seduta!", si lamenta Alex mettendo su il broncio.

"Calmo Mr. Genialloid, sto solo andando a chiudere il bar!", gli spieghi.

"Oh..."

"Tu piuttosto mi spieghi che vuoi fare?", gli chiedi mentre torni a sederti.

"Ti preparo la cena!"

Ecco, ti ha stupito di nuovo. Lo conosci solo da mezza giornata, eppure si prende cura di te come se ti conoscesse da sempre. È adorabile!
Resti a fissarlo imbambolata ed incredula, mentre lui continua a cucinare. Senza farti vedere, avvisi a casa che tornerai tardi o forse addirittura dormirai da Maddie. Qualche bugia bianca non ha mai fatto male a nessuno, no?
Lo osservi attentamente mentre taglia i pomodorini e tosta il pane, poi ci mette su un filo d'olio, di sale e di origano e ce li adagia sopra per completare la bruschetta. Intanto affetta un po' di prosciutto e lo arrotola attorno a dei grissini che trova vicino al frigorifero.. Versa alcune patatine in un ciotolino e apre due lattine di coca cola. Dopodiché, ti serve tutto su un vassoio. È fiero del lavoro che ha fatto e tu sei sempre più incredula.
Probabilmente lo stai fissando con occhi da innamorata persa. No, un attimo! Non sono innamorata! ...Però tu sei un tesoro...
Ti mordicchi un'unghia imbarazzata e dopo averlo ringraziato, iniziate a mangiare.

 



Dopo la cena squisita dello chef Genialloid, tiri fuori i tuoi libri e lo avvisi del fatto che probabilmente avrebbe dovuto fare nottata con te per studiarsi tutto. Provi a convincerlo di nuovo ad andare a casa ma lui continua a rifiutarsi, così ti rassegni e cominci a sottolineare le cose importanti sul testo di filosofia, mentre lui sfoglia quello di letteratura per vedere cosa lo aspetta dopo.
Una volta sottolineato tutto ciò di cui hai bisogno, ti prende il libro e inizia a farti domande a raffica.
Rispondi subito alle prime domande, semplici, brevi e concise. Fai un po' più fatica quando invece ti chiede qualcosa di particolare sul pensiero filosofico del protagonista dei tuoi incubi: Ralph Waldo Emerson.
Hai un'ansia atroce per il test di domani e hai paura di non riuscire a fare tutto in modo decente.
Sei una studentessa modello quasi, Maddie e gli altri tuoi amici non capiscono come tu faccia a lavorare, studiare e avere una vita sociale allo stesso tempo, gestendo tutte le cose alla grande ma questa volta temi davvero di non farcela. Alex prende la borsa a tracolla con cui è venuto al bar e ne tira fuori un block notes tutto colorato. Lo appoggia sul tavolino e ti passa una penna. Tu non capisci quindi stai ferma.

"Scrivi tutto ciò che non ti ricordi. Anche solo una parola. Ogni cosa. Per ogni cosa che ti dimentichi, appendiamo un foglietto da qualche parte.", ti spiega. Sul momento ti viene da ridere, ma chi sei tu per dire che il suo consiglio non funzionerà? Fino ad ora è stato terribilmente utile averlo al tuo fianco quindi decidi di ascoltarlo e cominci ad appuntarti le prime cose. Alex ti prende i post it e li attacca in giro per la stanza, mentre ti fa altre domande alle quali tu, prontamente, rispondi. Soltanto quando finisci di ripetere tutto quanto ti fa alzare dalla sedia per bere un bicchiere d'acqua. 
Riprendi fiato e torni al tavolo.

"Non sederti. Ora viene la parte comica!", ti dice ridendo.

"Sarebbe?", domandi con un po' di timore nella voce. Hai paura di sentire quello che ha in mente.

"Ora ti chiederò di nuovo le cose che non sapevi prima e dovrai riportare qui il post it con su la risposta corretta, ovviamente dovrai spiegarmi la risposta mentre me la riporti!", finisce di spiegarti e beve un sorso d'acqua.

Incurante del fatto che i post it sono sparsi per la stanza, accetti e cominciate il gioco. 
Vi divertite tantissimo e cosa più importante, rispondi a tutte le domande, cosa che lo rende il triplo fiero e felice di te. 
Ti fa un'ultima domanda e quando vede che parti spedita con la risposta, ti chiude il libro e lo lancia sul tavolino a fianco. Tu ti zittisci per un secondo e poi scoppi a ridere.

"Beh? Non vuoi sentire come finisce?", chiedi.

"No. Basta. La sai, e io sto cominciando ad odiare Mr. Emerson!", scoppia a ridere a sua volta e ti piazza davanti il libro di letteratura.

Proprio in quel momento ti arriva un sms da Maddie che ti avvisa di una mail della vostra prof di matematica, che vi ha assegnato degli esercizi da fare. Lasci cadere la testa sul tavolo e cominci a lamentarti mentre Alex continua a ridere.

"Non c'è niente da ridere!", lo rimproveri mentre sbatti la testa sul tavolo.

"Sì invece! Devi sapere che sono un genio anche in matematica! Coraggio, dammi il quaderno. Li faccio io gli esercizi, tu intanto studia!" , sollevi la testa e, d'istinto, gli dai un bacio sulla testa. "Grazie! Non so cosa farei senza di te!", gli passi il quaderno e inizi a studiare.

Rifate tutto quello che avevate fatto con filosofia e alla fine, Alex ti fa ripetere di nuovo vita, morte e miracoli di Emerson e dei letterati. 
Sono quasi le tre quando finisci di ripetere le ultime cose e tu continui a sbadigliare. Anche Alex è abbastanza stanco e ti senti terribilmente in colpa quando ti dice che la sua sveglia suonerà alle cinque per andare ad aprire l'altro bar, quello del college. 
Ti ripete almeno sessanta volte di non preoccuparti ma tu ti senti in colpa comunque, quindi gli prometti che saresti passata a prendere un caffè da lui l'indomani mattina, tanto ne avreste avuto bisogno comunque! 
Ti accompagna a casa con la sua macchinina piccola e blu, con il cd di JLo a ripetizione per convincerti del fatto che sia meglio di Anastacia: ormai è una questione personale! 
Ora che arrivi a casa sono praticamente le quattro. Non sai davvero come ringraziarlo.

"Non ce l'avrei mai fatta senza di te, Alex. Grazie, davvero!", gli dai un bacio sulla guancia e scendi dall'auto.

"Buonanotte Katie. Ci vediamo domani!", ti saluta sporgendosi verso la tua portiera. Poi tu entri in casa cercando di fare il più silenzio possibile e lui riparte.






ANGOLINO DI POLLA:
E ma buonaseeeeera! :D
Chi non muore si rivede! Hahahah Ebbene sì, sono tornata con una nuova long che finalmente (per la gioia di Ivi xD ammmore santo) ho finito! 
Spero di avervi incuriosite almeno un po' con questo primo capitolo e che vi venga voglia di seguirla fino alla fine, in caso contrario... peace & love comunque hahah 
Okay, scherzi a parte, ringrazio tanto, tanto, tanto, tantissimo la mia super sorellina Ivi per l'aiuto che mi ha dato, praticamente l'abbiamo scritta metà a testa hahah ;) Lovviu sorella <3 :*
Per chi volesse continuare a leggere la mia ennesima cavolata, ci sentiamo prossimamente con il secondo capitolo! ;)
Bacissimiii e buona notte,
Ari 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

La sveglia suona troppo presto per i tuoi gusti e fai di tutto per non alzarti, ma quel suono fastidioso sembra non voler cessare, così sei costretta ad alzarti. Ti stiracchi ben bene e metti a fuoco gli oggetti attorno a te. Controlli l'orologio: le 6:30.
Vai a lavarti la faccia e fissi il tuo riflesso allo specchio: sei distrutta. Hai due occhiaie da far invidia a un rinoceronte e temi che neanche il correttore sarà utile questa volta. Servirebbe un miracolo per coprire quelle borse sotto agli occhi! 
Nonostante la stanchezza, però, ti senti felice. D'istinto attribuisci quella serenità ad Alex e un sorriso ti nasce spontaneo.
Ti domandi come sarà conciato lui dopo essersi svegliato almeno un'ora prima di te e ti senti leggermente in colpa. 
All'improvviso ti ricordi che gli avevi promesso che saresti passata al bar a salutarlo, così ti vesti di fretta ed esci di casa salutando i tuoi genitori con un bacio fugace, mentre loro vorrebbero farti mille domande. 
Come al solito prendi il tuo ipod e ti rechi alla fermata del pullman, dove Bobby ti passa a prendere e ti porta a scuola dove trovi Phoebe che ti aspetta seduta sui gradini dell'entrata, come è solita fare tutte le mattine.
La saluti scompigliandole i capelli e lei bofonchia qualcosa che assomiglia a un "Ciao peste".

"Sei in anticipo oggi!", esclama. Effettivamente di solito, facendo colazione a casa, arrivi molto più tardi e lei deve sempre aspettarti perché il pullman passa una volta ogni ora.

"Non ho fatto colazione stamattina, pensavo di farla al bar. Mi accompagni?", le domandi senza sbilanciarti troppo. Teoricamente dovreste aspettare le altre della vostra compagnia, in pratica vi incamminate. Arrivate al bancone e ti guardi in giro in cerca di Alex, stando attenta a non farti vedere dalla tua amica. Lo cerchi tra i tavolini e le altre persone ma proprio non riesci a trovarlo, fino a che non ti volti di nuovo e lo intravedi uscire dalla cucina del bar. Un sorriso ti nasce spontaneo. Phoebe se ne accorge quasi subito ma non fa in tempo a chiederti nulla perché proprio in quel momento Alex si avvicina e ti saluta.

"Alla fine sei venuta!", afferma sorpreso.

"Sì beh, era il minimo dopo tutto quello che hai fatto per me, ieri sera.", rispondi. La faccia di Phoebe è indescrivibile: un misto tra sconcertato, shocckato e ragazza se non mi spieghi finisci male!

"Alex, lei è Phoebe. Phoebe, lui è Alex.", li presenti cercando di non scoppiare a riderle in faccia. Entrambi si stringono la mano, dopodiché ordinate un paio di cappuccini e due brioches alla marmellata. 
Phoebe comincia a riempirti di domande e prometti che tra un cambio d'ora e l'altro le spiegherai tutto nei minimi dettagli, così lei sbuffa e cambia discorso.

"Hey! Sbaglio o è oggi il gran giorno?", ti chiede all'improvviso. Tu annuisci tutta contenta e Alex, che aveva visto la scena, non può fare a meno di intromettersi.

"Gran giorno? Che succede oggi?", ti domanda infatti.

"Niente."

"Va a farsi il tatuaggio!", rispondete contemporaneamente tu e la tua amica castana.

Alex spalanca la bocca. "Un tatuaggio? Non sapevo ti piacessero!", afferma leggermente stupito.

"Ci sono tante cose che non sai di me, genio!", gli strizzi l'occhio. Lui boccheggia per qualche secondo.

"A che ora hai l'appuntamento dal tatuatore?", chiede poi curioso.

"Alle tre e mezza. Ma spero non ci metta troppo perché ho promesso a Luke di essere al lavoro massimo per le cinque... e in più, sono a piedi!" Phoebe per poco non si strozza con il cappuccino e comincia a tossire. Sa benissimo che c'è un fantastico pullman che ti porta fino dal tatuatore e poi anche da Luke, ma sa altrettanto bene che sei interessata a quello splendido barista, quindi si ricompone e ti lascia fare.

"Ti ci porto io!", si offre subito volontario Alex. Ovviamente, non accetti subito. Cerchi di convincerlo a stare tranquillo e a riposarsi - dato che anche lui non scherza in fatto di occhiaie - ma ribatte dicendoti che il cappuccino si raffredda giusto per dirti di stare zitta in modo amichevole. Capisci che non c'è niente da fare e ti arrendi per l'ennesima volta fingendo di sentirti un po' in colpa, anche se in realtà non desideravi altro e non sei mai stata così felice.

Finisci di fare colazione e resti ancora cinque minuti a parlare con lui, poi la campanella suona e sei costretta a salutarlo.
Ti augura buona fortuna per i test e tu te ne vai ringraziandolo, contenta di rivederlo dopo scuola.

"Ti lascio da sola un pomeriggio e ti ritrovo con un figo del genere!? Avanti Becks, sputa il rospo!", ti intima Phoebe mentre salite le scale per andare in classe. Tu, ovviamente, cominci a spiegarle tutto quanto.

 




La mattinata passa abbastanza in fretta tra le domande continue di Phoebe e quelle aggiuntive di Madison e delle altre vostre amiche, le verifiche e la lezione di matematica nella quale scopri che, in realtà, Alex è un incapace totale in quella materia! Ti appunti mentalmente di sgridarlo e intanto ammiri i disegnini che ha fatto mentre tu studiavi la sera prima.
Non ti accorgi del suono della campanella e Phoebe, una tua amica trasgressiva almeno quanto te, ti da' un buffetto sulla spalla: "Sveglia bella innamorata! È suonata, si va a casa!", ti prende un po' in giro.

"Non sono innamorata!", ribatti. Prendi il tuo zaino e ci infili dentro le ultime cose per poi uscire dalla classe e andare a mangiare qualcosa di veloce in compagnia del tuo gruppo.

 

 

Alle tre puntuale ti fai trovare davanti a scuola e aspetti che Alex finisca il turno. Sei emozionata all'idea di passare un altro pomeriggio insieme a lui. Non lo ammetteresti mai ad alta voce ma ti ha stregato fin dall'inizio. Appena hai incrociato i suoi occhi blu ti sei sentita persa e una sensazione bellissima alla bocca dello stomaco ti ha mozzato il respiro. Ti senti al settimo cielo quando sei con lui e non capisci come possa essere possibile tutto ciò, conoscendolo da così poco tempo.
Ti accendi una sigaretta e, dopo il primo tiro, resti a fissare il fumo che crea strane figure che si confondono con le nuvole nel cielo.
Se tua madre sapesse che ogni tanto fumi, ti rinchiuderebbe in casa per almeno un mese!

"Eccola la mia ragazza!", ti volti e finalmente lo vedi uscire dal portone della scuola. Gli lanci un'occhiata omicida per averti chiamata la sua ragazza e in tutta risposta, lui comincia a balbettare: "N-no, non intendevo in quel senso... Insomma, intendevo...", non riesci a trattenerti così gli scoppi a ridere in faccia. Lui diventa tutto rosso, imbarazzato. "Oh, lasciamo perdere." Ridete. Lancia una rapida occhiata dietro di te per cercare la macchina e si accorge della cosa che tieni in mano.

"Tu fumi?!", ti domanda sbigottito.

"L'ho detto che ci sono parecchie cose che non sai di me."

"Beh, anche tu non sai una cosa di me...", prende la sigaretta che hai in mano e la lancia per terra mentre tu lo fulmini con lo sguardo.

"Ma che cavolo fai?!"

"Ti allungo la vita.", altra occhiataccia. "Okay, la verità è che ho sempre odiato il fumo quindi da oggi, finché uscirai con me, sarai in modalità smettere di fumare.", non vuoi smettere, ti aiuta ad alleviare la tensione. "Ti prego, almeno provaci.", ma come fai a dirgli di no? Alla fine lo dice per il tuo bene.

Rotei gli occhi e sbuffi. Gli lanci un ultimo sguardo scocciato, poi apri la borsa e tiri fuori il pacchetto di sigarette rimasto per poi buttarlo nel bidone a pochi passi da voi. Ti sorride grato e ti passa una mano attorno alle spalle, così andate in macchina e partite.
Arrivati dal tatuatore sei abbastanza agitata: è un traguardo per te perché ci hai messo veramente tantissimo a convincere i tuoi genitori. Ti siedi su un lettino e il tatuatore ti chiede se sei sicura del tatuaggio che vuoi fare. L'hai disegnato tu e glielo avevi portato qualche giorno prima in modo che potesse studiarlo bene. È un disegno un po' strano ora che ci pensi ma per te ha un significato particolare e serve a ricordarti che la verità e la luce vinceranno sempre sul buio, come ti dice sempre tua madre. Spieghi al ragazzo che vorresti il tatuaggio in un punto un po' nascosto come la spalla o il costato e alla fine optate per il costato, sul lato destro. Finalmente, un'ora dopo, esci dalla stanza con il tuo tatuaggio. Sei decisamente soddisfatta e Alex è stato davvero utile a distrarti dall'ago.
Avete ancora un po' di tempo per stare insieme prima che lui ti accompagni al bar, così decidete di prendervi un gelato lì affianco. Prendete una coppetta grande in due, con cioccolato, panna e amarena. Alex, da vero gentiluomo, va a pagare e ti lascia la sua borsa a tracolla grigia. La appoggi a terra e prendi un tavolino ma mentre ti siedi la urti per sbaglio, rovesciandone il contenuto. Ti affretti a rimettere tutto dentro ma non puoi fare a meno di notare un plico di fogli rilegato con cura. Lo tiri fuori e cominci a leggere il titolo in copertina "Game over". Sfogli le pagine e leggi le prime righe, c'è anche una dedica: "A te che animi i miei sogni. So che prima o poi verrai a cercarmi."   
Proprio in quel momento, Alex torna al tavolo e ti coglie in flagrante. Richiudi il manoscritto velocemente. "S-Scusami. Ho urtato la tua borsa ed è caduto e...e...", lo vedi ridacchiare e scuoti la testa. "L'hai scritto tu?", gli chiedi curiosa. Lui annuisce e mangia un po' di gelato.

"E per chi è la dedica?", sei un po' gelosa in effetti, sei convita sia dedicato ad una sua ex.

"È... per mio padre.", lo vedi sospirare. "Se ne è andato ancora prima che io nascessi e non ho mai avuto la possibilità di conoscerlo.", improvvisamente vorresti non avere mai fatto quella domanda. Ti senti una stupida. "Scusami, non lo sapevo..."

"Tranquilla, non potevi saperlo. Visto? Non sei l'unica qui ad avere dei segreti!", ti strizza l'occhio. Tu mangi un po' di gelato e decidi che è il momento giusto per lanciargli la  frecciatina: "Parlando di segreti... quando avevi intenzione di dirmi che non sai assolutamente niente di matematica, genio?", lui sbianca nel giro di trenta secondi e il gelato gli va di traverso. Comincia a tossire e gli dai qualche colpetto sulla schiena per aiutarlo a non strozzarsi. È rosso come un palloncino quando si riprende ed è costretto a bere un goccio dell'acqua che tiene nella borsa per ricominciare a respirare regolarmente.  

"Io ehmm... io... erano sbagliati davvero gli esercizi?", domanda grattandosi la testa e abbassando lo sguardo.

"Alex!!", lo riprendi.

"Okay, okay. Scusami! Volevo solo aiutarti, eri così in difficoltà ieri sera!", si giustifica. "Pensavo di riuscire a fare qualche equazione innocente.", lo fissi fingendoti arrabbiata.

"La verità è che sono sempre stato una schiappa in matematica, era il mio tallone d'Achille.", ammette alla fine. Non riesci a trattenerti oltre, così scoppi a ridergli in faccia.

"Hey! Non è divertente!", si lamenta.

"Andiamo schiappa, devo lavorare!"
Finisci il gelato e ti alzi scompigliandogli i capelli, poi vai verso la macchina. Ti raggiunge pochi secondi dopo e ti porta un cioccolatino. Sorridi imbarazzata e andate da Luke: ti aspetta una serata intensa di lavoro.

"Dovresti pubblicarlo.", gli dici all'improvviso prima di scendere dalla macchina.

"Che cosa?"

"Il tuo libro. Dovresti pubblicarlo.", ripeti. "Io lo comprerei.", affermi e lui sorride.

"Probabilmente saresti l'unica ma... grazie!", ti risponde leggermente rosso in viso.

"Tu provaci, non puoi sapere come andrà finché non ci provi!", lo inciti. È vero, non può sapere se farà successo o no, ma provare non gli costa nulla. "Posso leggerlo?", gli chiedi di getto. Volevi farlo già in gelateria ma non ne avevi avuto il coraggio. Pensavi ti avrebbe detto di no. Lui rimane a fissarti, incerto sul da farsi, mentre tamburella le dita sul volante.

"Kate, non vorrei sembrarti scortese o cose così ma... posso dirti di no?", ecco, come temevi. Abbassi lo sguardo un po' delusa e gli dici di stare tranquillo. "Eh che io per primo non credo molto in questo libro e prima di farlo leggere a qualcuno, ho bisogno di sistemare alcune cose.", ti spiega. Capisci perfettamente cosa intende e gli ripeti nuovamente di non preoccuparsi. 
Promette che proverà a pubblicarlo, poi lo ringrazi per il pomeriggio.
Ti fissa con quegli occhi blu da far invidia a chiunque e di nuovo fai fatica a respirare. Alex si avvicina pericolosamente a te ma non riesci a ritrarti. È come un magnete. A tua volta, ti avvicini al suo viso fino a quando non mancano pochissimi centimetri. Il tuo cuore sta per uscire dal petto e puoi sentire il suo respiro infrangersi sulle tue labbra. Se non fosse per il sedile che ti sostiene, potresti anche svenire.
Finalmente colmate la distanza che vi divide per darvi un bacio ma calcolate male lo spazio e vi date una testata. Vi ritraete di scatto e ti metti una mano sulla fronte, cosa che fa anche lui. Vi ritrovate entrambi a ridere, con le lacrime agli occhi, leggermente imbarazzati per quello che è successo e anche per ciò che non è successo. Quando vi calmate, ti passa il pollice sulla fronte rossa per la botta e ti chiede se ti fa male. Scuoti la testa e vi scusate a vicenda. Nemmeno due bambini sarebbero riusciti a fare una cosa del genere, ma voi siete alternativi e probabilmente avete pensato che era troppo presto per darsi un bacio: una testata era decisamente più coinvolgente!
Ti massaggi ancora un po' la testa. "Devo andare ora.", lo avvisi notando che si è fatto tardi dall'orologio sul cruscotto della macchina. Lui annuisce e ti da un bacio sulla guancia, stando attendo questa volta a centrare l'obiettivo.

Lo saluti e scendi dall'auto.  "Ci vediamo domani?", ti chiede prima che tu chiuda la portiera. Annuisci con un sorriso gigante e poi te ne vai. 
All'improvviso la serata non ti sembra più così lunga e noiosa.





ANGOLINO DI POLLA: 
Holaaaa! :) 
Oggi avevo voglia di pubblicare, quindi ho anticipato di un giorno xD
Allora, in questo capitolo Alex e Kate si sono conosciuti un pochino meglio... ma poco, poco! Kate è stata una fumatrice? Boooh! 
Essendo che è sempre stata descritta come ragazza moltro trasgressiva e contro le regole, da giovane, io me la sono immaginata così xD
Anyway, al solito ringrazio la mia ivi splendidissima <333 
Ci sentiamo settimana prossimaaa! :D
Ari 



 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3


 

Ti alzi malvolentieri dal letto e sbadigli. Decidi di fare colazione a casa, così ti dai una lavata alla faccia, ti vesti e scendi in cucina dove i tuoi genitori bevono una tazza di caffè latte. Ti siedi a fianco a loro e ti versi un po' di liquido nella tua tazza preferita con la ranocchia: tua zia te l'ha regalata quando eri piccola e da allora fai sempre colazione con quella, te la porti anche in viaggio! A tua madre, invece, avevate regalato quella con gli elefanti.

"Sei impegnata ultimamente, Katie.", constata tuo padre. Effettivamente negli ultimi due giorni non hai praticamente messo piede in casa!

"Sì, beh, sai... tra il college e il bar non ho molto tempo libero! E poi con tutti i test che ci hanno fissato è un miracolo se non gli ho ancora fatto causa!", replichi ironica.

"Beh, per quello puoi sempre chiedere a me o alla mamma!", ti strizza l'occhio Jim. Tu ridi e tua madre annuisce vistosamente. Tuo padre si alza e ripone la tazza nel lavandino, pronto per andare a lavorare, poi ti saluta dandoti un bacio sulla guancia e, augurandoti buona giornata, esce.

Uno strano silenzio cala nella stanza e tutto a un tratto ti senti tesa e in imbarazzo.

"Allora, chi è il fortunato?", domanda poi all'improvviso Johanna. Tu sbianchi di colpo e ti metti una mano davanti alla bocca per evitare di sputare tutto quanto. Scuoti la testa energicamente.

"N-Nessuno, mamma.", provi a mentirle. Sai benissimo che è inutile con lei: le basta un'occhiata per capirti.

La donna inarca un sopracciglio e tamburella le dita sul tavolo in attesa di una spiegazione più realista.

Tu non parli. Non sapresti nemmeno come descriverle la situazione con Alex!

"Andiamo tesoro! Si vede lontano un kilometro che c'è qualcuno che ti fa battere il cuore!"

Rotei gli occhi e, se possibile, diventi ancora più rossa!

"Si chiama Alex. Lavora al bar del college e l'ho conosciuto sul pullman, due giorni fa.", cedi, tanto ormai ha capito.

Sorride soddisfatta e si appoggia con i gomiti sul tavolo, poi inizia a farti il terzo grado e non ti lascia uscire di casa fino a che non le hai spiegato per filo e per segno tutto ciò che avete fatto insieme.
Risultato? Arrivi in ritardo a scuola e devi farti tre rampe di scale a chiocciola di corsa per evitare che le bidelle ti vedano e ti facciano saltare la prima ora. Annaspi e ti appoggi con le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
Bevi un sorso d'acqua ed entri in classe. Inutile dire che Mad e Phoebe, sedute a fianco a te, ti prendono in giro, convinte che tu te la sia spassata col barista fino a quel momento.
Il rumore di qualcuno che bussa alla porta le distrae per qualche secondo dai loro ragionamenti e puoi tirare un sospiro di sollievo.

"C'è Kate qui?", domanda il bidello sulla cinquantina. Sollevi lo sguardo incuriosita e alzi la mano per farti vedere. Lui si avvicina e ti lascia un sacchettino bianco sul banco, poi saluta ed esce, lasciando alla prof la possibilità di continuare la lezione. 
Naturalmente, tutta la classe è rivolta verso di te anche se la tua insegnante cerca di andare avanti con la spiegazione. 
Apri il pacchettino stando attenta a non fare troppo rumore e quando vedi ciò che c'è dentro, un sorriso ti nasce spontaneo: una brioches e un bigliettino. "Per farmi perdonare per matematica e per la testata... tranquilla, è alla marmellata, come piace a te! Buona giornata, Katie."  È adorabile. Vorresti correre giù al bar e abbracciarlo... magari anche baciarlo!
Stacchi un pezzetto di brioches e lo mangi senza farti vedere dalla prof, ignorando gli sguardi indagatori delle tue amiche a cui dovrai un bel po' di spiegazioni dopo!  

Le ore passano senza che tu te ne accorga e alla fine ti rendi conto di non aver seguito granché delle lezioni: avevi la testa altrove. 
Quando esci dall'aula trovi Alex in piedi appoggiato al muro con una gamba piegata per tenersi in equilibrio e le mani nelle tasche dei jeans. Maddie e Phoebe ti salutano di fretta, ridacchiando, e vi lasciano soli.  

"Piaciuta la brioches?", annuisci e lo ringrazi.

"Ma non pensare di passarla liscia. Non ti ho ancora perdonato!", scherzi. Ti fa il labbruccio e gli occhioni e ancora una volta cedi a quello sguardo così tenero e innocente.

"Il tuo turno non finiva alle tre?", chiedi non capendo bene cosa ci faccia fuori dalla tua classe e soprattutto come facesse a sapere esattamente dov'era.

"Teoricamente parlando, sì. In pratica oggi ho chiesto di finire prima.", lo fissi un po' incredula, con sguardo interrogativo.  In tutta risposta, Alex si appoggia ad una cattedra lì vicino e ci mette sopra la sua solita borsa a tracolla. Comincia a frugarci dentro e a tirare fuori alcuni quaderni, portatile e altri oggetti vari, fino a prendere ciò che cercava.

Si volta e ti consegna il plico di fogli che avevi iniziato a leggere il giorno prima.
Sei leggermente confusa.

"Vuoi che te lo tenga mentre svuoti la borsa?", lo prendi in giro con un mezzo sorriso. Lui sorride di rimando.

"No.", scuote la testa. "Voglio che lo tenga tu. Puoi leggerlo, se vuoi."

Rimani con la bocca semi aperta a fissarlo, stupita da quel gesto inaspettato. "Alex, io non volevo obbligarti a...-", ti mette l'indice sulle labbra per zittirti e ti spiega: "Non mi hai obbligato infatti, è una mia scelta. Ho cambiato idea: vorrei che tu lo leggessi! Ho solo paura che non piaccia alla gente, ma se un giorno molto lontano deciderò di pubblicarlo, dovrò abituarmi all'idea che non a tutti potrà piacere. Quindi sì, puoi leggerlo.", ripete prendendoti per mano. 
Insieme vi incamminate verso l'uscita della scuola e andate a cercare un ristorante in cui mangiare. Parlate e scherzate tanto, lui ti racconta qualche aneddoto successo al bar, mentre tu lo ascolti rapita. È davvero bravo a raccontare le storie! 
Vorresti sapere tutto di lui, delle sue abitudini e della sua vita prima del vostro incontro ma sai che avrete tutto il tempo per conoscervi meglio,  quindi lasci che parli di ciò che vuole. 
Ancora una volta offre tutto lui e dopo aver fatto un giro per il centro, trascinandolo in ogni negozio ti capitasse davanti, ti accompagna al lavoro. 
Quando arrivi al bar, Luke, che ti ha visto molto presa da Alex negli ultimi giorni, ti concede il pomeriggio libero. Gli salti al collo e lo abbracci. "Grazie, grazie, grazie!", continui a ripetergli mentre ti stacchi da lui. Non pensavi che l'avrebbe fatto davvero, Luke è il classico uomo che sta sulle sue, un po' burbero ma affascinante.

"Sì, sì, lo so che mi ami ma ora leva le tende ragazzina prima che cambi idea!", ti strizza l'occhio e con grande sorpresa per Alex, esci dal locale.

"Che ci fai qui fuori?", ti domanda con un sopracciglio alzato.

"Pomeriggio libero!", esulti. "Ringrazia Luke.", aggiungi indicando il barista con la testa. In tutta risposta, Alex si volta verso l'uomo al di là della vetrata e gli fa un cenno con il capo, sorridendo. Luke dal canto suo porta due dita vicino agli occhi come a dire 'ti tengo d'occhio'. Diventa per un attimo rosso e tu scoppi a ridere.

Decidete di andare al parco insieme e gli spieghi che hai un po' di compiti da fare e alcune cose da studiare, così lui apre il baule della macchina e ne tira fuori un telo arancione con delle sfumature bianche.



 

Stendete il telo sull'erba e vi ci coricate sopra. Lui prende il suo portatile, mentre tu cominci a studiacchiare qualcosa. Inutile dire che fai una fatica bestiale a concentrarti con lui a pochi centimetri da te. Lo vedi chiudere il computer dopo una buona mezz'ora passata a scrivere per poi stendersi completamente a prendere il sole, con le dita delle mani intrecciate sul ventre. Lo fissi per qualche secondo e lui sembra non accorgersene. Tiene gli occhi chiusi ed ha un'espressione rilassata stampata in volto.

Sorridi, è bellissimo.

Scuoti la testa e cerchi di rimanere concentrata su quello che stai studiando.
Anche stando semplicemente vicini, in silenzio, ognuno a farsi i fatti suoi, state bene. 
Improvvisamente lo senti muoversi e ti poggia una mano sulla schiena, cominciando a muoverla in modo circolare. Ti volti per sorridergli ma lo trovi ancora con gli occhi chiusi; deve percepire il tuo movimento perché un piccolo sorriso compare sul suo di volto.  
Continua a massaggiarti la schiena mentre tu riprendi a fare quello che stavi facendo, appellandoti a tutte le tue facoltà mentali per capire ciò che leggi e memorizzarlo. Dopo quasi un'ora e mezza, finisci di studiare tutto e chiudi il libro. Solo quando ti volti verso Alex, ti accorgi che si è addormentato. Ti prendi qualche secondo per fissarlo di nascosto e gli metti a posto un ciuffo ribelle che gli ricade sulla fronte. Fa una smorfia buffissima al tuo tocco leggero e apre un occhio. 

Scoppi a ridere. "Non stavo dormendo.", puntualizza con la voce un po' impastata.

"Oh sì, ne sono certa!", lo prendi in giro.

In tutta risposta, lui ti prende per un braccio e ti tira giù, quasi coricata sopra al suo corpo. I vostri visi sono a pochissimi centimetri l'uno dall'altro e puoi sentire il suo respiro infrangersi sul tuo volto. Rimanete a fissarvi per un tempo indefinito, incerti sul da farsi. Quando stai per avvicinarti di più a lui, senti qualcosa solleticarti una gamba. Ti volti di scatto, lasciandolo lì a mezz'asta, e vedi un cagnolino bellissimo in cerca di coccole che ti lecca una caviglia. 
Ti sollevi per accarezzarlo e giocarci un po' mentre vedi una ragazza avvicinarsi a voi correndo, probabilmente la padrona. "Lucky! Lascia stare i ragazzi, su!", lo riprende poi attaccandogli il collarino e accarezzandogli in modo affettuoso la testolina pelosa.

"Scusate se vi ha interrotti.", si scusa mortificata la ragazza, avendo notato la scena.

"Non si preoccupi.", la tranquillizza Alex. "Tempismo perfetto, Lucky!", esclama poi facendo i grattini al collo del cane, provocando una risata generale.

La padrona e il suo cucciolo si allontanano e tu ti mordi il labbro imbarazzata.
È già la seconda volta che rischiate di baciarvi.

"Che ne dici se ce ne andiamo?", propone lui, facendoti notare che tra una cosa e l'altra si è già fatta l'ora di cena. Annuisci e ti aiuta ad alzarti.

Sistemate tutto dentro al baule e salite in macchina. 
Non resisti alla tentazione e cominci a riempirlo di domande riguardanti la sua vita. Ti spiega di avere tre anni più di te e di aver viaggiato molto a causa di sua madre, un'attrice, costretta quindi a spostarsi spesso per ragioni di lavoro. Scopri che il suo più grande sogno è quello di diventare uno scrittore famoso.

"Sono sempre stato un ragazzo a cui piace rischiare per ottenere ciò che vuole. E scrivere è la mia più grande sfida.", ti confessa. "Mi piace la gente che ha qualcosa da raccontare. Le persone che non si accontentano della monotonia ma che osano, consapevoli del fatto che potrebbero anche cadere e farsi male."

Resti a fissarlo incantata da quelle parole e decidi mentalmente di scrivertele da qualche parte per evitare di dimenticartele. Senza nemmeno accorgertene, arrivate sotto casa tua e ti fa scendere. Vedi uscire anche lui dalla macchina e fare il giro per venire dalla tua parte.

"Vuoi per caso entrare con me?", gli domandi ironica, non capendo bene cosa voglia fare.

Lui sorride. "No, voglio solo farmi perdonare per la testata di ieri...", afferma avvicinandosi un po' a te e facendoti perdere un battito. "E anche per il cane di oggi...", aggiunge, diminuendo ancora lo spazio tra di voi. Cominci a non avere più salivazione e una vampata di calore ti avvolge. Cerchi di ancorarti ai suoi occhi blu mentre le tue gambe si fanno molli e instabili. Fissi la sua bocca, poi ancora i suoi occhi e lo vedi fare lo stesso. Dopo quella che a te sembra un'infinità, annullate finalmente la distanza che vi divide e unite le vostre labbra. Niente testate o animali che ve lo impediscono questa volta. Lo senti appoggiare una mano dietro la tua schiena e stringerti forte a lui. Schiudi leggermente la bocca e approfondite il bacio, mentre tu ti lasci andare definitivamente alle emozioni e gli passi una mano tra i capelli. Continuate a baciarvi con passione fino a che non sentite i polmoni bruciare e siete costretti a staccarvi per riprendere fiato. Ti sembra di aver appena corso una mezza maratona. Il tuo viso è in fiamme e senti ancora le farfalle nello stomaco. Sorridete entrambi e rimanete appoggiati fronte contro fronte a godervi quel magico momento che è solo vostro.

"Devo andare.", sussurri poi contro voglia.

"Lo so.", replica. Ti da un altro bacio a fior di labbra e ti sistema una ciocca di capelli ribelle dietro l'orecchio. Dopodiché rientra in auto e parte, promettendoti che vi sareste rivisti la mattina successiva.

Solo quando ti volti per entrare in casa, mordendoti il labbro inferiore, noti tua madre che ti sorride dietro la tenda della finestra.




ANGOLINO DI POLLA:
Oiiilà! :)
Oggi non ho molto da dire, sono un pochino in fase rem hahahah 
Beh, finalmente ce l'hanno fatta i due giovincelli e ovviusli (scritto come si dice), sono pure stati sgamati! ;)
Al prossimo capitolo e buon weekend! ;)
Ari 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4.

Stranamente, tua madre non ti fa domande imbarazzanti quando rientri in casa ma si limita a fissarti con malizia, così ne approfitti per correre in camera tua.
Si dice che quando si è innamorati passa anche la fame e in questo momento ti sembra di capire il senso di quella frase. Non che tu sia innamorata, certo! Ci vuole ben altro per smuovere il cuore di Kate Beckett! Ma non puoi negare a te stessa il fatto che Alex ti piaccia tantissimo ed era da tanto tempo che non provavi una forte attrazione per qualcuno. Da quando tu e Jake, il batterista per cui avevi perso la testa, vi eravate lasciati, nessun ragazzo era più riuscito a sconvolgerti la vita, e tu nemmeno ne cercavi uno sinceramente... fino ad Alex. 
Di cenare ora non ne hai minimamente voglia, l'unica cosa che vorresti fare sarebbe baciarlo ancora, risentire il suo sapore sulle tue labbra e quella sensazione di benessere e pace che provi solo quando sei con lui.
Ti sdrai sul letto e accendi l'ipod. Neanche a farlo apposta, parte una canzone d'amore. Resti a fissare il soffitto mentre ripensi a quel bacio. 
Avete creato un momento magico, avete fermato il tempo e vi siete teletrasportati in un mondo tutto vostro e ora, da sola in camera tua, ti senti incompleta. Ti sembra stupido, alla fine è stato solo un bacio, eppure per te ha avuto significato. 
Sei talmente assorta nei tuoi pensieri da non accorgerti di un ticchettio continuo che proviene dalla finestra che da' sul tuo piccolo cortile.
Avverti quel suono soltanto quando la canzone finisce e vuoi cercarne un'altra. 
Ti volti verso la sveglia sul comodino a fianco al letto e controlli l'ora prima di andare alla finestra. È mezzanotte. Probabilmente sarà il solito gruppo di ragazzini che vuole divertirsi, pensi. Ti avvicini alla finestra pronta ad urlare contro a chiunque stia lanciando sassi contro al vetro di camera tua ma quando apri te ne arriva uno quasi in faccia, fai appena in tempo a schivarlo con la mano.
Stai per insultare in qualunque lingua il cretino che l'ha tirato ma resti a bocca aperta quando ti ritrovi davanti Alex.

"Oddio scusami! Giuro, non volevo prenderti in faccia!", sussurra mortificato.  

"Sarà meglio per te, Romeo!", lo sfotti fingendoti arrabbiata. "Sai che ore sono?", gli chiedi poi.

"Pensavo dormissi, ma poi ho notato la luce accesa e... volevo portarti in un posto. Puoi uscire?", domanda imbarazzato.

Ricontrolli l'orologio e fai una smorfia, poi ti volti verso di lui. "Tecnicamente no, in pratica stasera farò un'eccezione.", gli sorridi. "Aspetta solo un secondo." Rientri in camera e sistemi un paio di cuscini, che tieni di scorta nel tuo armadio, sotto le coperte. Nel dubbio, chiudi a chiave la porta in modo che nessuno possa entrare a controllare che tu stia effettivamente dormendo.
Quando ti affacci di nuovo, lo trovi seduto appoggiato all'albero del tuo cortile. Ti siedi sulla finestra pronta a scavalcare e lo rassicuri dicendogli di averlo già fatto altre volte. Salti sul tettuccio appena di sotto e ti butti giù, atterrando come un felino sul prato.

"Allora, dove mi porti?", sei curiosa.

Lui si alza e ti prende il viso tra le mani; senza che tu ne accorga, ti bacia. Un bacio dolce, senza pretese. Per un attimo ti sembra di respirare di nuovo, come se fossi rimasta in apnea per tutto quel tempo. Assapori quel bacio e le sue labbra fino all'ultimo secondo e quando vi separate rimanete per qualche istante fronte contro fronte.

"Scusa ma dovevo farlo, mi mancavi troppo.", ti sussurra.

Non puoi fare a meno di sorridere e ringrazi il cielo che ci sia buio, così che Alex non possa vedere le tue guance diventare rosse. Vorresti dirgli che anche a te è mancato e che non aspettavi altro che baciarlo ancora e ancora, ma decidi di non sbilanciarti troppo e così ti limiti a prenderlo un po' in giro: "Non ci vediamo da due ore e già ti manco? Qualcuno sta diventando Beckett-dipendente!", ridi. Il ragazzo scuote la testa e si allontana di un passo. Tu lo prendi per mano.

"Sai, se vuoi vado via!", risponde lui stando al gioco e facendo qualche passo verso l'uscita fingendo di andarsene. Istintivamente stringi la presa sulla sua mano e lo ritiri verso di te. "Tu non vai da nessuna parte, scrittorucolo!", e dopo avergli chiarito la situazione, gli prendi il viso tra le mani e lo baci di nuovo. 
Avete fatto poco più di mezz'ora di strada in macchina e ora ti tiene gli occhi chiusi mentre ti guida verso la vostra meta notturna. Non hai idea di cosa ti aspetti e lui non ha la minima intenzione di rovinarti la sorpresa, quindi lo lasci fare. 
Camminate per almeno dieci minuti, forse anche qualcuno in più, e quando ti libera gli occhi ti ritrovi davanti il fiume e una lunga distesa di alberi. Fissi quel panorama che con il buio, la luna e le stelle sembra ancora più magico e ne inspiri a pieni polmoni l'aria fresca. 
Non ti accorgi che intanto Alex ha slegato una piccola barca lì vicino.

"Tu hai una barca?", gli chiedi stupefatta, con la bocca spalancata. Non è grande, ci staranno giusto due persone coricate, ed è in legno.

Lui sorride. "Non ho mica detto che è mia!", ribatte lui come se avesse appena detto la cosa più normale del mondo. Per poco non ti strozzi con la tua stessa saliva.

"Stai rubando una barca?!", tuoni a metà tra l'arrabbiato e l'impaurito. Poi ti accorgi che in realtà siete in due, così ti correggi: “Stiamo rubando una barca!?”

A questo punto scoppia a ridere del tutto e tu lo fulmini con lo sguardo. Vorresti ucciderlo in questo momento.
"Rilassati, è di mio zio Henry.", ti fa l'occhiolino e in tutta risposta gli dai un buffetto sul braccio. 
Sale sulla barca e ti tende una mano per aiutarti a raggiungerlo. Quando siete entrambi seduti, tira fuori una coperta da un cesto di legno lì a fianco a lui e ti invita a sdraiarti. Con un braccio ti cinge la schiena e ti accarezza dolcemente i capelli. Ti accoccoli sul suo petto e per un secondo vorresti poter rimanere in quella posizione per sempre.

"Lo sai? Come cuscino non sei niente male!", affermi sorridendogli.

Lui attiva il motore della barca e questa parte, portandovi in giro per il fiume. Non puoi fare a meno di pensare che tutto quello che stai vivendo, tutto quello che lui ti sta facendo vivere è stupendo. Probabilmente un ragazzo così non esiste realmente sulla Terra, probabilmente, prima o poi, farà qualcosa che ti deluderà, qualcosa che ti farà soffrire. Vorresti innalzare un muro e allontanarlo in qualche modo ma allo stesso tempo non riesci a fare a meno di lui. 
Senza pensarci troppo mandi la tua ragione a farsi benedire e lo baci. Un bacio dolce inizialmente ma che presto si trasforma in un bacio carico di passione. Ti sposti con il suo aiuto sopra di lui, in modo da essergli totalmente coricata sopra e lui ti stringe forte e ti accarezza mentre continuate a baciarvi. Le sue mani vagano per tutta la tua schiena e tu affondi le tue nei suoi capelli mossi, soffici come la neve.
Di nuovo siete costretti a separarvi per prendere fiato. Appoggi la testa sul suo petto e ascolti il suo cuore che batte ritmicamente, mentre continua a passarti una mano tra i capelli e l'altra compie un movimento circolare sulla tua schiena. Restate così per un po', finché non rotoli di nuovo a fianco a lui e gli dai qualche bacetto sul mento. Alex ti risponde dandotene altri sulla fronte, per poi scendere al naso e infine di nuovo alla bocca.
Continuate così per un tempo indefinito, fino a che non cadete entrambi tra le braccia di Morfeo, stretti ancora l’uno all'altro.

 

 

Quando vi risvegliate, il sole è già alto nel cielo e un uccellino appoggiato al bordo della barca vi fissa.

"Buongiorno!", ti saluta Alex con la voce ancora mezza impastata dal sonno.

"Buongiorno.", rispondi con un sorriso mentre ti da il primo bacio della giornata.

Quanto vorrei risvegliarmi sempre così! , pensi.  

Proprio in quel momento, il tuo telefono vibra. Lo prendi cercando di non urtare Alex e quando guardi lo schermo, per poco non rischi lo svenimento. Hai sette chiamate perse da tua madre, quattro da tuo padre e sei da Madison, più qualche messaggio del tipo 'Dove diavolo sei finita?', oppure direttamente 'Com'è stata la nottata col barista?', sempre da parte della tua amica bionda, per non parlare dei messaggi sconci di Phoebe che ti costringono a bloccare il telefono quando Alex si volta verso di te.  
Ma i messaggi e le chiamate perse non sono il tuo più grande problema.
Il problema è che sono le dieci e un quarto, sei su una barca con un ragazzo che conosci da pochi giorni quindi NON sei a scuola come dovresti e, cosa ancora peggiore, i tuoi sanno che hai passato la notte fuori.  
Fissi l'acqua intorno a te con le mani tra i capelli e per un attimo prendi seriamente in considerazione l'idea di affogarti direttamente, ma Alex ti tranquillizza dicendoti che avreste sistemato tutto quanto insieme, mentre ti riporta sulla riva. D'altro canto, anche lui avrebbe dovuto essere al lavoro in quel momento! Scendete in fretta e vi sistemate alla bene e meglio, correte alla macchina e sfrecciate via. Ti accompagna un attimo a casa a prendere lo zaino, ti firma una giustificazione improvvisata e ti porta a scuola. Ti bacia di sfuggita prima che entrambi scendiate dall'auto, una diretta in classe, l'altro al bar.

 


Quando arrivi in aula, la professoressa ti firma la giustificazione e ti siedi immediatamente accanto a Maddie e Phoebe.
Senza nemmeno lasciare loro il tempo di fare la prima domanda, rompi il ghiaccio e sputi il rospo: "Abbiamo dormito insieme. Sulla sua barca. Ma non è successo nulla.", spieghi molto velocemente, omettendo il fatto che all'inizio stavate per spingervi un po' oltre le semplici effusioni e i semplici baci, ma tanto non avrebbero comunque creduto alla versione che avevi dato loro.
Infatti, in men che non si dica, iniziano a riempirti di frecciatine maliziose e battutine a cui tu cerchi di non far caso.

 

 

Alla fine delle lezioni prendi la tua borsa a tracolla e scappi fuori dalla classe diretta al bar. 
Lo cerchi tra le mille persone affamate che si spingono per arrivare al bancone ma non lo vedi da nessuna parte, così chiedi al suo collega, che è sempre stato gentile con voi.

"Ehi Nate! Alex?", chiedi semplicemente. Nathan a quanto hai capito è il suo migliore amico, spesso li vedi parlare insieme anche fuori dall'orario lavorativo e da quando uscite insieme, Nate ti guarda sempre con un sorriso compiaciuto, segno che sa cosa sta accadendo tra voi due.

"Non c'è Katie...", ti risponde con un tono triste e lo sguardo spento come non lo avevi mai visto prima d'ora. Una terribile sensazione si fa largo nella tua mente ma cerchi di non pensarci, almeno fino a che non senti quelle tre maledettissime parole: "È stato licenziato."






ANGOLINO DI POLLAAAA:
Buongiorno a tutti, belli e brutti! :D
Spero vi siate divertiti tutti ieri sera e che abbiate festeggiato Halloween nel modo più strambo possibile! ;) 
Anyway, scusate il ritardo ma purtroppo ieri non sono riuscita a pubblicare (Scusa Giadinaaa! :*) 
Spero vi sia piaciuto questo capitoletto e al solito un mega grazie alla mia Ivi splendida :3 :* Lovviu sister 
Alla prossima settimana e buon weekend!
Ari 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

 

Seduta al tavolo di casa tua, fingi di ascoltare la ramanzina dei tuoi ma col cervello sei totalmente da un'altra parte. Stai pensando ad Alex, a dove possa essere. È stato licenziato per colpa tua, solo e soltanto tua.

"...Katherine! Ci stai ascoltando?", ti domanda tuo padre, riportandoti bruscamente alla realtà. Non è mai un buon segno quando ti chiama con il tuo nome completo. 
Ti alzi e ti incammini verso camera tua. "Scusate, non mi sento tanto bene."

"Non credere di scamparla così, ragazzina! Ne riparliamo, ma fino a prova contraria, sei in punizione!", senti tuo padre urlare dal fondo delle scale e tua madre che cerca di calmarlo.

Ti butti a peso morto sul letto e provi a chiamare Alex. Dopo due squilli, parte la segreteria. 
Sei preoccupata, ti starà odiando.
Ha perso il lavoro per colpa tua.
Ha perso il lavoro per colpa tua.
Ha perso il lavoro per colpa tua.
Questa è la frase con cui ti addormenti, la stessa che ti tormenta al tuo risveglio.

Apri gli occhi addirittura mezz'ora prima del suono della sveglia e la prima cosa che fai è controllare il cellulare. Nessuna chiamata persa. Nessun messaggio. Sai benissimo che è presto per provare a chiamarlo, specie ora che non deve più svegliarsi per andare a lavorare, così gli lasci un sms: "Chiamami.", scrivi semplicemente.
Ti prepari mentalmente a nuovi insulti da parte dei tuoi genitori e scendi le scale.  Resti stupita quando trovi soltanto un bigliettino lasciato da tua madre per te: "In amore niente regole, te l'ho insegnato io, no? Non sorridere. Sei comunque in punizione. Mamma."
Sorridi. Ti conosce troppo bene! Sai che in cuor loro ti hanno già perdonata, dovrai solamente passare qualche sera a casa.
Il telefono squilla e scatti in piedi come una molla. Il sorriso che avevi svanisce non appena vedi che è solo Maddie che si accerta che tu sia ancora in vita. Effettivamente, ora che ci pensi, non hai scritto nulla nè a lei, né a Phoebe e ora saranno preoccupate per te. Fai un respiro profondo e ti prepari la colazione mentre chiami la tua amica e le spieghi tutto quanto nei minimi dettagli. Le spieghi quanto sei nervosa all’idea di averlo allontanato da te e la senti ridere dall’altro lato del telefono. 

“Che c’è?”, le chiedi leggermente infastidita.

“Qualcuno qui si è preso proprio una bella cotta!”, ridacchia Maddie. Le tue guance si tingono di rosso.

“Cos- Cosa?! Ma di che stai parlando? Io non mi sono presa nessuna cotta!”, ribatti subito mettendoti sulla difensiva. Maddie, intanto, continua a ridere.

“Andiamo tesoro, ti sei solo innamorata! Che c’è di male?”, continua, consapevole del fatto che potresti ucciderla in svariati modi diversi nel giro di mezzo secondo… anche via cavo, se necessario!

“Mad!”, la riprendi al massimo dell’imbarazzo. Per fortuna che state solo parlando per telefono e non può vedere quanto sei rossa, altrimenti non finirebbe più di sfotterti!

“Va bene, va bene. La pianto!”, sbuffa la bionda prima di salutarti e chiudere la conversazione.
Non sei innamorata di lui, ti sei affezionata, certo! Ma non sei innamorata. Insomma, ci vuole ben altro per farti innamorare! E poi lo conosci da troppo poco tempo… Naaah! Decisamente non sei innamorata.
Con questa convinzione, finisci cappuccino e brioches e vai dritta a scuola.

 


La giornata sembra interminabile. Non lo ammetteresti mai a voce alta ma avere Alex nello stesso edificio, pensare di poterlo andare a salutare ad ogni cambio d’ora e magari ritrovarlo direttamente fuori dalla porta dell’aula ad aspettarti appoggiato al muro, ti aiutavano a tenere alto il morale a scuola. Ti sentivi sempre felice perchè sapevi di averlo lì, in un certo senso, accanto a te.
Ogni tanto te lo immaginavi fuori, in corridoio, a camminare avanti e indietro mentre accostava un orecchio alla porta di qualche classe per sentire le lezioni di nascosto… Sarebbe decisamente da lui!
Sorridi amaramente tra te e te. 
Non c’è lui fisicamente lì con te, ma  in un certo senso c’è una parte di lui, la sua storia, i suoi pensieri. Apri la borsa e tiri fuori il suo manoscritto mentre la professoressa tenta di spiegare una nuova formula di matematica. Sfogli le prime pagine e riguardi la dedica, infine inizi a leggerlo. 



Tre ore dopo sei praticamente a metà e non ti accorgi della campanella che suona determinando la fine di quella mattinata che sembrava così noiosa e che ti aveva portato in un nuovo mondo fatto di spie e storie d’amore.
Metti tutto nella tracolla alla rinfusa ed esci di fretta, salutando le tue amiche. Non stai andando a casa, non vuoi andarci o per lo meno non ora. Tanto i tuoi genitori resteranno fuori fino a tardi oggi pomeriggio e il tuo turno da Luke inizia tra un paio d’ore, quindi vai nell’unico posto dove in questo momento ti senti a casa: al fiume.
La barca di Alex è rimasta nello stesso punto in cui l’avevate lasciata, così ti prendi la libertà di salirci e ti ci sdrai sopra.
Tiri di nuovo fuori il libro, togli il segnalibro e riparti da dove ti eri fermata.
In meno di un secondo, sei già catapultata in quel mondo fantastico nel quale ogni personaggio cerca di risolvere la sua storia: il protagonista che deve salvare la sua amata, l’agente della CIA che lo aiuta, mentre tenta di trovare una soluzione per non mandare a monte il suo matrimonio e un personaggio indefinito, che resta nell’ombra, ma aiuta tutti, senza chiedere nulla in cambio e senza mai rivelare la sua identità.
Non riesci a capire chi sia quel personaggio misterioso e questo ti fa imbestialire, tanto che non vedi l’ora di arrivare alla fine per risolvere quell’enigma.
Capitolo dopo capitolo, pagina dopo pagina, sei come risucchiata in un vortice dal quale non riesci ad uscire.
Finalmente, dopo quasi altre due ore, arrivi all’ultima pagina del libro e le ultime due frasi ti lasciano a dir poco stupita.
Ti sollevi di scatto, ancora con la bocca aperta, e vorresti soltanto prendere Alex a scarpate per aver fatto finire la storia in quel modo.

Mentre cerchi di riprenderti dal finale, butti un occhio all’orologio del telefono e ti accorgi che tra qualche minuto dovrebbe iniziare il tuo turno al lavoro.
Non arriverai mai in tempo, dopotutto, sei solo dall’altra parte della città, a piedi e da sola.
Probabilmente arriveresti prima a nuoto, ma scarti l’opzione “attraversamento fiume” nel giro di un nano secondo e raccimoli la tua roba nello zaino.
Prendi fiato, un bel respiro, conti fino a tre e metti in pratica le tue doti atletiche cominciando a correre.

 

Ci metti quasi venti minuti ad arrivare al locale, non ti sei fermata un attimo dal fiume, neanche per guardare i semafori: te la sei fatta tutta correndo a più non posso. La tua professoressa di educazione fisica ti darebbe un premio se lo sapesse. I polmoni ti bruciano, hai la gola secca e senti le gambe cedere non appena ti fermi davanti alla porta.
Ti appoggi alla maniglia quando la vista ti si appanna per qualche secondo e ti senti svenire.
Per fortuna, Luke ha deciso di fare le pareti con un’unica grande vetrata, così ti vede e corre fuori ad aiutarti preoccupato.
Ti porta un bicchiere d’acqua ghiacciata e ti fa sedere su uno sgabello al bancone, intanto ti bagna un asciugamano da passarti sul collo e sulla fronte giusto per rinfrescarti ed evitarti uno svenimento.
Mentre il tuo battito cardiaco - che aveva superato ogni limite - e la tua respirazione si stabilizzano cerchi di darti una sistemata e bevi altri tre bicchieri d’acqua. Luke ti prepara un panino super farcito e te lo piazza davanti. In questo momento vorresti seriamente baciarlo, è un ammmore di uomo!

Lo ringrazi e mangi con calma. Sei stupita di come non ti abbia ancora chiesto niente riguardo al tuo ritardo o al tuo stato in quel momento. Fai finta di niente e continui a fare quello che stavi facendo.
Ovviamente, ti maledici mentalmente per aver gufato quando Luke ti domanda dove diavolo sei stata e perchè sei ridotta così. Non puoi raccontargli del libro, hai promesso ad Alex che non ne avresti parlato con nessuno, quindi ti limiti a dirgli che hai fatto tardi perchè ti sei addormentata dopo scuola - tanto non saprà mai che non è vero!

 

Passi le ore a preparare caffè, panini, insalate, cocktail, aperitivi, tramezzini e chi più ne ha, più ne metta. Non sai nemmeno più da che parte sei voltata.
Per tutto il tempo hai pensato al finale del libro, a quanto fosse fantastico e originale e a quanto avessi l’urgenza di rivedere Alex, parlargli, scusarti e insultarlo allo stesso tempo per non essersi più fatto vivo.
Ormai sono due giorni che non hai notizie di lui e a te sembra già passata un'eternità.
Approfitti di un momento di calma nel locale per farti un caffè caldo e rigenerarti. Controlli il telefono in caso ci fosse qualche chiamata o messaggio perso ma non trovi nulla.
Te lo aspettavi.

Scuoti la testa con il magone e ti passi una mano sulla fronte e tra i capelli. Prendi un respiro profondo e ti imponi di darti un contegno, devi lavorare e non puoi permetterti di lasciarti andare. Non puoi piangere. Non lì, non ora.

Senti qualcuno avvicinarsi al bancone, ti asciughi una lacrima ribelle che sfugge al tuo controllo e ti volti.
“Mi faresti una bruschetta?”, ti chiede il ragazzo, con un sorriso timido.

Sbianchi non appena lo vedi. Il cuore si ferma. Trattieni il respiro.
E’ lui, è Alex. Lì, davanti a te.
La tua mente non è in grado di formulare nessun pensiero, sembra quasi che qualcuno abbia premuto il tasto “off” e tu ti sia completamente spenta. Solo cerebralmente però, perchè in realtà vorresti urlare, saltare, correre… baciarlo.
E lo fai.
Non sai come, non sai perchè. Aggiri il bancone correndo e gli butti le braccia al collo. Non gli dai nemmeno il tempo di accorgersene che lo baci. Un bacio a stampo in cui scarichi tutta la tensione e la paura di averlo perso per sempre.
“Scusa, scusa, scusa.”, continui a sussurrargli.
Lui, sorpreso di tutta quella spontaneità improvvisa da parte tua, sorride e ti abbraccia forte.
“Shhh, è tutto okay. Va tutto bene.”, ti rassicura lasciandoti un dolce bacio fra i capelli morbidi.

Lo accarezzi e ti perdi nel blu dei suoi occhi. Quanto ti erano mancati? Lui quanto ti era mancato?!
“Ho fatto un casino, mi dispiace tanto Alex. E’ tutta colpa mia.”, continui, mentre un’altra lacrima ti riga il volto.
Ti odi in questo momento per essere così debole di fronte a lui, non ti piace piangere davanti agli altri, soprattutto alle persone a cui tieni… soprattutto lui.

“Hey, hey, hey.”, ti solleva il mento con l’indice della mano e ti obbliga a guardarlo. Incatenate gli sguardi e per un attimo interminabile restate così, persi l’uno nell’altro. “Sono stato io a portarti al fiume, non è colpa tua. Se sono stato licenziato è solo colpa mia. Chiaro? Non voglio più vedere quel musino triste. Voglio vederti sorridere, perchè il tuo sorriso è l’unica cosa che riesce a togliermi il respiro. Non mi interessa il lavoro, mi interessi tu.”

Resti spiazzata. Incapace di fare qualsiasi cosa, tranne una: sorridere.
Sorridi, come mai prima d’ora probabilmente. Non ricordi nemmeno tu quando è stata l’ultima volta che un ragazzo è riuscito a farti sentire così, potresti anche svenirgli lì davanti, seduta stante.
Ti abbraccia di nuovo quando vede che fai esattamente ciò che ti ha chiesto e lo stringi forte.
Tutto il peso di quei due giorni scivola via, ti senti più leggera e tranquilla ora che lui è lì con te.

“Scusa, potresti farmi un caffè corretto?”, un uomo sulla cinquantina interrompe quel momento magico. Vi separate contro voglia e lo fulmini con lo sguardo. Vorresti tirarglielo sulla fronte il caffè corretto ma ti trattieni quando vedi l’uomo un po’ brizzolato farti un cenno di scuse col capo. Alex soffoca una risatina e si gratta la nuca imbarazzato.
Torni dietro al bancone per esaudire il desiderio del cliente e intanto dai un’occhiata fuori dalle vetrate del locale. Sbianchi, per la seconda volta nel giro di pochi minuti.
Alex segue la traiettoria del tuo sguardo e per poco non sviene, si volta a guardarti prima di scoppiare a ridere. “Mi sa che avrai bisogno di una mano, ragazzina!”, esclama mentre prende il grembiule gigante di Luke e lo infila, facendolo passare dalla testa.

Avete davanti ancora un lungo pomeriggio: la squadra di calcetto ha finito gli allenamenti e sta arrivando, pronta per la merenda.  



ANGOLINO DI POLLA: 
Hola beddhe! :D 
Finalmente è venerdì e domani comincia il weekend! Ancora tre giorni prima del Castle Monday!! FINALMENTEEEE *-*-*-* T R E *-*-*-* Siete pronte???
Vi auguro un buon weekend e al solito, spero vi sia piaciuto! (Ivi grazie as always <333)
Al prossimo capitolo ;)
Ari 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6

 

Senti dei rumori ovattati e qualcuno muoversi sotto di te. Fai una piccola smorfia col viso non capendo la situazione in cui ti trovi e ti sforzi di aprire gli occhi, li socchiudi ancora un paio di volte prima di spalancarli definitivamente.
Ti accorgi solo in quel momento di essere seduta sopra ad Alex, appoggiata col viso nell’incavo del suo collo. Effettivamente avete assunto una posizione strana, ma addormentarvi su una scomodissima, piccola sedia del bar non è stata proprio una mossa geniale!
Gli lanci uno sguardo con la coda dell’occhio e noti che è sveglio e ti sta fissando con un sorrisetto in volto. 

“Che c’è?”, gli domandi con una smorfietta buffa.

Lui sorride e scuote la testa, spostandoti una ciocca di capelli dietro l’orecchio: “Niente. Sei bellissima.”
Resti imbambolata a fissarlo mentre un sorriso spontaneo ti si apre sul viso. Senza pensarci troppo, gli catturi le labbra in un dolce bacio. Lui, che fino a quel momento ti stava cingendo i fianchi in un mezzo abbraccio, si libera e ti prende il viso tra le mani, mentre tu gli passi le tue tra i capelli scompigliati e mossi.
Vi baciate ancora e ancora, sicuri del fatto che questa volta nessuno può disturbarvi dato che Alex ha messo il cartello “Chiuso” nel momento in cui tu ti sei addormentata un paio di ore prima.
Non sai descrivere le emozioni che stai provando, non ci riusciresti neanche se volessi. Sai che stai bene, come mai prima, e allo stesso tempo un uragano si sta riversando nel tuo stomaco. Lo stringi ancora di più a te e approfondite il bacio.
Quando state per spingervi un po’ oltre il limite vi fermate, controvoglia, e separate le vostre labbra, rimanendo però fronte contro fronte. Potete sentire ancora i vostri cuori battere all’unisono e i vostri respiri fondersi.

Alex ti da un ultimo bacio a stampo prima di allontanarti leggermente.

“Katie, dobbiamo parlare.”, socchiudi gli occhi: sapevi che quel momento sarebbe arrivato, prima o poi.
“Alex, io… Mi disp-”, il ragazzo ti blocca subito mettendoti l’indice sulle labbra. “Shhh. Non è di quello che dobbiamo parlare.”, ti da un colpetto con la mano sulla schiena e tu ti sposti sulla sedia di fronte a lui. Ti prende le mani e fissa il pavimento.

“Hey, che succede?”, chiedi. Sai già che sta per dirti qualcosa di brutto, lo capisci dal suo sguardo. I peggiori scenari si formano nella tua mente nel giro di pochi secondi. Starà per dirti che non vuole più vederti, che ti ha solo usata e che non potete continuare questa pseudo storia. Te lo senti.
I tuoi occhi si fanno umidi ancora prima che lui apra bocca per spiegarti.
Hai paura, maledettamente paura.
Non vuoi che se ne vada. Non lo sopporteresti.
Alza lo sguardo e ti fissa, può leggere la paura nei tuoi occhi e così ti stringe le mani nelle sue.

“Katie, ricordi quando ti ho parlato di mia madre?”, ti domanda. Annuisci; non capisci dove voglia andare a parare. “E’ un’attrice.”, afferma fiero. Tu accenni un sorriso, te l’aveva detto qualche tempo prima mentre eravate in macchina, la sera del vostro quasi primo bacio. “E’ molto brava, sai?”, continua con una nota amara nella voce. “Le hanno offerto un lavoro…”, Alex prende un respiro profondo, “A San Francisco.”
Per un attimo il tuo cuore si blocca e rimani in apnea. Sai benissimo cosa vuol dire e non puoi far a meno di trattenere le lacrime che fino ad ora avevano premuto per uscire.
Alex dovrà partire.
Col pollice ti asciuga le goccioline che ti rigano il volto e ti accarezza.
“Per questo non ti ho richiamata. Dovevo aiutarla con gli scatoloni a impacchettare tutto e non sapevo se sarei riuscito a dirtelo. Pensavo che lasciarti così, facendomi odiare da te, sarebbe stato meno doloroso per entrambi, ma mi sbagliavo. Mi dispiace, Kate. Mi dispiace tanto. Credevo e speravo davvero in un futuro con te, insieme.”, una lacrima gli scivola sulla guancia. Capisci che non sta mentendo, ci sta davvero male. E’ sincero, e questo non fa altro che peggiorare le cose.
Non sai cosa dire, vorresti parlare ma non lo fai perchè sai che se soltanto ci provassi, cominceresti a singhiozzare, così lo baci e gli accarezzi il mento.
“Quando parti?”, riesci a chiedergli, facendo appello a tutte le tue forze per ricacciare indietro le lacrime e quel magone che premono per uscire.

“Dopodomani.”



 

Sei stesa sul letto a fissare il soffitto, incapace di pensare a qualunque cosa che non includa la partenza di Alex.
L’indomani mattina avrai un test di diritto a scuola e sai benissimo che andrà male ma in questo momento non ti interessa. Per la prima volta nella tua vita, lo studio non è neanche nella lista delle cose a cui vuoi pensare.
Sembrava troppo bello per essere vero, troppo perfetto. Storie così non esistono nemmeno nelle favole. Lui, però, anche se per poco, te l’aveva fatta vivere una favola.
Non potrai mai ringraziarlo abbastanza per questo.
Senti un leggero bussare. Ti ricomponi sul letto, sedendoti a gambe incrociate e ti asciughi le lacrime.
“Katie, tesoro, c’è qualcuno per te.”, tua madre spalanca la porta e con tua enorme sorpresa, Alex si fa avanti. Johanna ti sorride con tenerezza e ti fa un occhiolino.
Il ragazzo si siede subito sul letto con te e vi abbracciate forte, forte.
La donna vi lascia soli e si chiude la porta alle spalle.

Rimanete abbracciati per un tempo indefinito finchè non lo prendi per mano e lo porti alla finestra, la apri e la scavalchi, ritrovandoti in piedi sul tetto. Gli tendi il braccio e lo inviti a raggiungerti.
Vi sdraiate lì, su quelle scomode tegole che ti hanno spesso fatto da materasso - hai sempre amato passare del tempo lì - e ti passa un braccio dietro la schiena, abbracciandoti e stringendoti a sè.
Fissate le stelle in silenzio e vi scambiate qualche bacio qua e là.
Non c’è bisogno di parlare, sapete benissimo cosa state provando come sapete anche che il dolore non se ne andrà facilmente e ci vorrà un po’ di tempo per entrambi prima che riusciate ad andare avanti con le vostre vite, da soli.

L’ennesima lacrima ti percorre la guancia e gli cade sulla maglia.
“Hey, lo sai che non mi piace quando hai quel musino.”, ti accarezza. “Sorridi, ti prego.”
Capisci solo in quel momento quanto le tue amiche, tua madre e chiunque in quel mondo avesse ragione: sei totalmente, follemente e perdutamente innamorata di lui. E non puoi negarlo, nemmeno a te stessa.
“Ho letto il tuo libro.”, dici all’improvviso. Lui spalanca gli occhi. “E’ bellissimo. Devi pubblicarlo, e alla svelta anche!”, sorridi, esaudendo così il suo desiderio. “Ma sappi che esiguo un seguito perchè non puoi farlo finire così!!”, esclami poi alzando un po’ il tono di voce. Alex scoppia a ridere e ti scompiglia i capelli. “D’accordo avvocato, mi metterò subito all’opera.”, ti fa l’occhiolino. “Solo per te però.”

Ti accoccoli meglio su di lui e lasci che la sua risata ti scaldi il cuore, ti senti più leggera ogni volta che è con te, anche in momenti brutti come questo. Ma perchè poi lo definisci un momento brutto? Siete insieme, sdraiati sul tuo tetto, a fissare le stelle.
Non potresti desiderare altro e per ora ti accontenti, non vuoi pensare a domani o al giorno dopo, vuoi soltanto goderti gli ultimi momenti con lui ed è esattamente quello che farai.
Al diavolo la partenza, ora ci siete solo voi e le stelle.


Quando ti svegli, senti la schiena dolorante e la luce fastidiosa del sole ti colpisce in pieno viso.
E’ la seconda volta che vi addormentate insieme, solo che questa volta è come se Alex avesse dormito a casa tua.
Ti stupisci di come tuo padre gli abbia permesso di restare, per di più sul tetto.
Ti prendi qualche secondo per fissarlo e gli sistemi qualche ciuffo ribelle che gli ricade sul viso.

E’ così bello quando dorme. Non vuoi che se ne vada, ti mancherà tantissimo.

Lo svegli con un bacio, non ti interessa più nemmeno l’orgoglio, in quel momento riesci soltanto a pensare che non lo vedrai più, quindi ti prendi la libertà di essere te stessa, almeno per un giorno.
Alex si sveglia e si strofina una mano sugli occhi per abituarsi alla luminosità. Si volta subito quando prende contatto con la realtà e lega il suo sguardo al tuo prima di baciarti e sussurrare un “Buongiorno” assonnato.

Controlli l’orologio e ti accorgi che ti resta un’ora prima di iniziare la scuola e, quindi, salutarlo.

Fate colazione insieme e vi preparate in fretta in modo da poter restare ancora un po’ sdraiati e abbracciati, questa volta sul divano.

Jim e Johanna si limitano a chiacchierare con voi durante la colazione e poi vi lasciano i vostri spazi e vanno a lavorare. Sanno benissimo che ci stai male e non vogliono infierire ulteriormente: avrai bisogno di loro quando se ne andrà.

 

Ricontrolli l’orologio. E’ ora di andare e salutarvi, tornare alle vostre vecchie, monotone, vite.

Ricominci a piangere silenziosamente - probabilmente, l’ultima volta che hai pianto così tanto è stata quando la tua squadra preferita di baseball aveva perso!

Lui ti accarezza il volto asciugando via tutte le gocce che continuano a scendere ininterrottamente.
Non hai neanche la forza di guardarlo negli occhi. Non riusciresti a reggere il suo sguardo. Inoltre, è snervante per te farti vedere così debole da lui.

E’ il momento meno adatto per parlare, specie per dire quelle due parole composte da cinque lettere. Non le hai mai dette a nessuno ma vuoi dirle a lui. A lui che si è intrufolato nella tua vita e ti ha fatta vivere una bellissima favola.
“Alex, io…”, prendi fiato, ma le parole non ti escono perchè il magone ti chiude di nuovo la gola e sei costretta a fissare il pavimento.
“Shhh, lo so. Mi basta vederti piangere, Kate. E per quello che vale, anche io ti amo.”, sussurra, ora che le lacrime hanno iniziato a bagnare anche le sue di guance. Non l’avevi mai visto piangere e il fatto che quelle lacrime siano per te, da un lato, ti rassicura.
Lo abbracci forte, vi è sempre bastato uno sguardo per capirvi e ancora una volta lui ti aveva capita: Sa che lo ami e ora tu sai che anche lui ama te.

“Non dimenticarti di me, scrittore.”, gli ordini puntandogli un indice sul petto, seria, mentre con l’altra mano ti asciughi il volto.
Lui sorride e ti bacia per l’ultima volta prima di accompagnarti a scuola e salutarti definitivamente.

Dovete solo smettere di amarvi ora, non può essere così difficile, no?





ANGOLINO DI POLLA:
Buona sera a tutteeee :D
Beh, adesso abbiamo capito perchè Alex non la richiamava! (Giadina... non uccidermi! hahaha)
Pronte per l'ultimo capitolo? 
Alla prossima settimana ;)
Ari 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7

 

18 anni dopo.

 

Gli scatoloni sono quasi tutti pronti nel furgone per il trasloco, manca solo quello dei libri che è rimasto davanti alla porta d’entrata del loft.
Finalmente, tu e Rick vi siete decisi a trasferirvi nel tuo appartamento. Il loft è bellissimo e tu sei la prima ad adorarlo ma è pur sempre pieno di gente tra famigliari e amici ed entrambi avete bisogno dei vostri spazi.
Il tuo appartamento vi è sembrata la soluzione ottimale: piccolo, accogliente, vostro.
Le discussioni più importanti tra voi sono avvenute tra quelle quattro mura e vi hanno permesso di arrivare al punto in cui siete oggi, quindi non c’è posto migliore di quello per creare la vostra storia. E poi potrete sempre tornare al loft quando ne avrete voglia e ne sentirete la mancanza.
Raccogli l’ultimo scatolone e scendi le scale perchè, chiaramente, l’ascensore si è rotto un paio di giorni prima che iniziaste il trasloco. La fortuna in casa Caskett è un optional!
Alla prima rampa di scale, però, lo scatolone si inclina leggermente e non fai in tempo ad accorgertene che i libri si ribaltano a terra. A proposito di fortuna!
Sbuffi e ti chini a raccoglierli uno per uno. Cerchi di metterli dentro meglio possibile, senza sgualcirli. Ma come diavolo ha fatto Castle a farceli stare tutti!?, pensi. Raccogli altri libri e ne trovi uno aperto, caduto al contrario, con la copertina all’insù. Storci il naso e lo raccogli sperando che non si sia rovinato.
Lo giri nel prenderlo e controlli velocemente le pagine. Inevitabilmente, lo sguardo ti cade sulla dedica a inizio libro: “A te che animi i miei sogni. So che prima o poi verrai a cercarmi.” 
Sgrani gli occhi. Controlli l’autore e quando leggi il nome per poco non svieni: Alexander Rodgers.
In meno di un nano secondo colleghi tutti i puntini e un dubbio atroce si insinua nella tua mente e tra i tuoi pensieri. 
Di nuovo controlli il libro e sollevi lo sguardo. 
Non può essere. 
No. E’ decisamente impossibile. 
Te lo avrebbe detto!

Lasci lì gli altri libri e scendi le scale di corsa, non ti fermi finchè non raggiungi Rick ansimando.
“Kate, che succede? Perchè hai il fiatone?”, domanda subito lo scrittore, preoccupato.
In tutta risposta, gli sbatti il libro sul petto e lui ti guarda confuso.
“Eri tu!”, esclami, ma Castle sembra proprio non capire. A quanto pare anche lui non aveva ancora collegato tutti i punti fino ad ora. “Alexander Rodgers, eri tu!”, ripeti.
Lui annuisce. “Kate, non ti seguo. Dovrebbe essere una novità?”, ti squadra per qualche secondo, poi finalmente guarda il libro e si illumina.

“Game over.”, legge il titolo ad alta voce.
Forse ha capito!, pensi tra te e te con un sorriso enorme stampato in volto.

“Oh, sì. E’ stato il primo libro che ho pubblicato.”, ammette fiero di sè, gongolando. “Scrivevo con questo nome inizialmente, ma ho pubblicato solo questo libro e il suo seguito, poi ho cambiato in Richard Castle.”, sorride sornione.

Come non detto. Non ha capito un bel niente!

“Avevo promesso ad una persona che avrei scritto un seguito ed è solo grazie a lei se oggi sono Richard Castle.”
I tuoi occhi si illuminano. Sapevi che aveva scritto un seguito, te l’aveva promesso quasi diciotto anni fa, l’aveva pubblicato solo per te e ti aveva anche citata nei ringraziamenti.

“Mi spieghi che hai da ridere ora?”, ti domanda lui continuando a non capire.

“Sapevo che avresti fatto carriera come scrittore, l’ho sempre saputo.”, affermi. Lo sguardo interrogativo di Castle è sempre lì, irremovibile.

“Grazie per aver scritto il seguito, Alex.”

Castle solleva lo sguardo, poi lo riabbassa sul libro per poi tornare di nuovo a te.
“Kate…”, sussurra. Tu annuisci. “Eri tu…la ragazza del bar, che preparava panini e vendeva birre ai ragazzini!”

“Cos- Io non vendevo birre ai ragazzini!”, ribatti fingendoti offesa.

“No, giusto. Le vendevi ai ragazzini che poi le portavano ai loro allenatori!”, si corregge.

“Scemo.”, lo rimproveri con un sorriso.

Lo vedi con lo sguardo fisso su di te, pensieroso: “Io… ma come diavolo è possibile? Insomma, me ne sarei accorto, io… non può essere!”
“Se ti consola, siamo in due a non essercene accorti!”, effettivamente dovete veramente essere rincoglioniti!
Scoppiate a ridere entrambi.
“Lo sai, ti si sono scuriti un po’ i capelli da allora!”, esclami prendendolo in giro. Lui si specchia nel vetro della macchina e se li scompiglia con le mani.
“Mmm, dici che dovrei schiarirmeli? Magari c’è qualche tinta che me li fa tornare come prima!”, suggerisce lui convinto.

“Naaah, mi piaci di più così.”, lo rassicuri prendendolo per mano.


Sembra impossibile, una barzelletta o una favola a seconda dei punti di vista, eppure è così.
A distanza di diciotto anni, voi siete lì, insieme, pronti a sposarvi e a vivere una splendida vita insieme.
La vostra seconda possibilità. La vostra favola.
Castle direbbe che è un segno dell’universo che cerca di farvi capire quanto è grande il vostro amore e forse, questa volta, potresti quasi arrivare a credere nell’universo.
Ma Alex, cosa direbbe Alex di tutto questo?


FINE




ANGOLINO DI POLLA:

Buongiornoooooo! Scusate il ritardo, avrei dovuto pubblicare ieri l'altro ma non sono riuscita a causa della scuola e di impegni vari!
Beh, che dire? E' finita anche questa! :) 
Grazie a tutti quelli che hanno continuato a leggere, a chi ha recensito o lasciato un commentino su fb e a chi ci ha dato anche solo un'occhiata, e un grazie speciale, mega gigante alla mia Ivi che mi sopporta e legge tutto in anteprima :*** 
Alla prossima!
Un bacione,
Ari :D 

 

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