I signori Roberts

di Flygirl14
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Indicazioni ***
Capitolo 2: *** Si comincia ***
Capitolo 3: *** Nessuna chiave ***
Capitolo 4: *** Pensare ***
Capitolo 5: *** Squadra ***



Capitolo 1
*** Indicazioni ***


PREMESSA: i personaggi non mi appartengono e non vi è alcun fine di lucro.

È la prima volta che mi addentro a scrivere qualcosa per NCIS LA. Ho voluto ispirarmi a qualche puntata in cui Kensi e Deeks andavano sotto copertura, per realizzare questo racconto. Spero davvero che vi possa piacere, e scusate il mio italiano, ma sono inglese! 

Fly.




Era maggio. Sole alto nel cielo, traffico allucinante, insomma il tipico giorno di fine primavera a Los Angeles. Il detective Deeks stava uscendo di casa, portandosi dietro la sua immancabile tracolla. Salì in macchina, accese il motore e si diresse al lavoro. 

- Perso qualcosa?-

- No, no, assolutamente, appena trovato...-

- Ciao G...-

- Sam, che succede?-

- Kensi non trova qualcosa...-

- Non è vero!- i due la guardarono trattenendo un sorrisetto divertito. 

- Non ditelo a Deeks...- rispose lei terrorizzata.

- Dirmi cosa?- intervenne a quel punto il biondo, entrando in ufficio. Gli altri tre si scambiarono un'occhiata, prima di essere salvati da eric che con il suo solito fischio richiamò tutti in sala operativa. nell'andare la donna sussurrò un 'grazie' con le labbra ai suoi due colleghi e seguì il detective per le scale. Entrarono tutti uno dopo l'altro e si fermarono davanti al monitor. Hetty li attendeva sorridente, cosa strana da parte sua. 

- Buon giorno, signori...-

- Che cosa abbiamo?-

- Conoscerete tutti il tranquillo quartiere di Northridge, amato dalle famiglie...-

- Un bambino ha suonato al campanello di un marine?- propose ironico Deeks.

Sotto lo sguardo omicida degli altri il giovane tacque, permettendo all'informatico di continuare.

- Ci sono state segnalazioni da parte di FBI e CIA che ritengono che in quel quartiere si nasconda un agente dormiente ceceno...-

- E noi, che ruolo abbiamo?-

A quel punto intervenne Hetty, fino a quel momento rimasta in disparte per lasciare la parola al membro dello staff.

- Detective Deeks, visto che nella vostra ultima missione sotto copertura lei e l'agente Blye avete dimostrato una certa... Per così dire, affinità di coppia, vi infiltrerete nuovamente...-

- Hetty, noi...-

- ma... Con una piccola modifica, questa volta...-

Sam e Callen, davvero incuriositi dalla faccenda, si voltarono verso i loro colleghi. 

- Hetty, mi stai costringendo ad una convivenza forzata con l'anti ordine in persona...-

- Signorina Blye, se non sbaglio lei ha una certa dimestichezza con i bambini, credo che sia quindi giunto il momento di avere uno...- Kensi bloccò il respiro, Deeks era senza parole e i due agenti a fianco si stavano trattenendo dalle risate insieme a Nell ed Eric.

- Herty, io non aspetto un bambino...-

- O si invece, tuo marito può confermarlo. Nell, le nuove identità!- detto ciò si voltò e uscì dalla sala come se niente fosse. 

- Che cosa intendeva dire con ' Tuo marito può confermarlo', Nell, spiegaci!-

- Hetty vuole due agenti sul campo, per tenere più controllata la zona. Sam e Callen saranno comunque spesso nel quartiere. Tu e Kensi siete i più adatti per sembrare una ... coppia sposata...- disse la giovane donna, sussurrando le ultime parole. 

- lei non potrebbe sembrare incinta neanche a volerlo, guardatela è... sei troppo magra...-

- G, hai sentito anche tu?-

- Credo di sì, Sam. Il detective Deeks ha appena fatto un complimento...-

- Eric ti spiegherà tutto, Deeks, Kensi vieni con me...- Mentre le due donne uscivano e la coppia senior si spostava di sotto, Eric diede al biondo gli ultimi accorgimenti.





- Nell, che cosa stai facendo?-

- Ti metto la pancia finta...- Rispose come se fosse la cosa più naturale al mondo.

- Non voglio... Parliamo di Deeks!- le rinfacciò la bruna, quasi scocciata.

- Guarda che sarebbe un padre perfetto!- all'occhiataccia dell'amica Nell proseguì

- Ok, forse non il tipico buon e saggio padre, ma ...-

Kensi nell'attendere la risposta non si rese nemmeno conto che la finta pancia era stata sistemata. Si guardò allo specchio di fronte, si infilò la maglia pulita e per un momento fu come se il tempo si fosse bloccato. Lei non era un amante dei bambini, però allora perché essere lì i piedi con una pancia da quattro mesi, la faceva sentire strana? Si risvegliò dai pensieri quando sentì la voce del suo partner alle spalle.

- Sophie, tesoro siamo...- Marty si bloccò un secondo, contemplando la figura allo specchio, prima di sistemarsi i capelli e continuare.

- pronti, siamo pronti a partire...-

- Ti sei cambiato!-

- Sì, ehm... Tu...-

- Sta bene vero?- intervenne Nell, per smorzare l'imbarazzo.

- Sì, sta molto, molto ... bene...-

- Allora, si entra in scena!- i due uscirono, avviandosi verso l'indirizzo comunicato loro, pronti ad iniziare la missione.



Sul posto erano già  presenti Callen e Sam, quando la macchina dei coniugi Roberts entrò nel vialetto di casa. I coniugi Robert, Sophie e Matt, si erano sposati due anni prima, lui avvocato, lei, essendo in maternità, temporaneamente casalinga. 

- Vieni tesoro, la nostra nuova casa ci aspetta, dammi la mano...- le disse il biondo con fare teatrale, allungando la sua.

- Sono incinta, non disabile Deeks!- sussurrò Kensi, facendo inevitabilmente sorridere il partner. I due entrarono in casa, chiudendosi la porta alle spalle.

Non poco lontano, i due agenti federali comunicarono l'arrivo dei giovani.

- Kensi non stava male, con il pancino!-

- Pensa quando ce l'avrà per davvero...-

- Che stai dicendo G!-

- Beh, lei e ...-

- No! Non pensarlo neanche! Non sopporterei piccoli Deeks in giro per l'ufficio...-

Il collega sorrise, prima che l'auto ripartisse, sparendo oltre l'angolo.








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Capitolo 2
*** Si comincia ***




MERCOLEDÌ MATTINA



Eric si era addormentato un'altra volta in sala operativa. La giovane ormai aveva perso il conto di tutte le occasioni in cui aveva dovuto svegliare il collega. Appoggiò la borsa accanto alla sua sedia e cercò un modo carino per riportare alla realtà il signor Beal. 

-  ehi, Eric...-

- Mamma?-

- No, Eric, ti sei addormentato al lavoro di nuovo!-

- Sono...sono sveglio, operativo- il ragazzo saltò sulla sedia e riprese a far muovere le dita frenetiche sulla tastiera. Nell soffocó una risata e dopo qualche chiacchiera si collegarono con le telecamere interne alla casa di Kensi e Deeks. La porta alle loro spalle si aprì ed Hetty, avvicinatasi al monitor disse

- Mi sembra il momento di svegliare i vostri colleghi...- 







LA SERA PRECEDENTE



La sera precedente, dopo essere entrati nella nuova dimora, Kensi si era preoccupata di sistemare i collegamenti con la base, invece il signor Deeks improvvisandosi elettricista aveva collegato un paio di telecamere sul retro e sulla parte anteriore della casa. 

-  Tesoro, io ho finito! Vado a farmi una doccia!-

- Non ci pensare neanche, vado prima io Deeks!-

- Matt, sono Matt...-

- Chi vuoi che ci senta, ora ...Deeks!- il biondo mentre lei parlava era partito di corsa per le scale, chiudendosi in bagno. La donna lo aveva raggiunto, invitandolo dolcemente a lasciarla lavare per prima. 

- Deeks, esci immediatamente o buttò giù la porta. Non puoi fare sempre tu la doccia per primo.-

- Non ti sento, l'acqua copre la tua voce!- urlò il partner.

- Se non sta nemmeno scorrendo, dai... Per favore...- 

Il detective aprì sorpreso la porta, e la donna ne approfittò per intrufolarsi in bagno. Il giovane però entrò nella stanza, generando uno sguardo curioso da parte dell'amica.

- Hai chiesto per favore?-

- ...sì... Deeks, esci, devo lavarmi...-

- Hai chiesto per favore!- le disse avvicinandosi con un sorriso sulle labbra.
- Deeks, esci!-

- Hai...- lui si bloccò. Era a pochi centimetri dal viso della collega. Entrambi abbassarono lo sguardo, notando come la pancia di Kensi avesse per così dire bloccato l'uomo. Lui alzò una mano per accarezzarla, ma non raggiunse mai l'obiettivo. Guardò l'agente Blye diversamente e,  preso il suo accappatoio aspettò in stanza.





MERCOLEDÌ MATTINA 

ORE 06.30

CASA ROBERTS



Dormivano entrambi e profondamente. La stanza era illuminata a giorno. Kensi sul lato sinistro del letto, dava la schiena al partner che, a pancia in su, russava debolmente, cosa strana per Deeks. Si erano appena voltati quando il telefono di casa squillò. 

- Che cosa succede?- disse l'agente Blye, afferrando la sua pistola, poggiata sul comodino.

- Kensi, che stai facendo, è il telefono!- il biondo si alzò, scompigliandosi i capelli, mentre a passo barcollante si avvicinava all'apparecchio.

- Qui casa Roberts, come posso aiutarvi?-

- Signor Deeks!-

- Hetty...-

- Lei e la signorina Blye avete dormito abbastanza. È ora di mettersi al lavoro, buona giornata signori.- L'uomo appoggiò la cornetta. Dietro di lui la collega, in pantaloncini e maglietta si presentò strofinandosi gli occhi e soffocando a stento uno sbadiglio.

- Chi era?-

- Era... Hetty... Kensi, non dovresti coprirti, così istighi le mie battutine...-
- Se ne fai una ti uccido...-

- Davvero?- 

- Provaci...- all'occhiataccia che ricevette, il detective preferì stare zitto e seguendo la giovane donna pensò fosse meglio fare colazione.

-  Allora, mogliettina, cosa vuoi fare?-

- Non...-

- Cosa? Non essere così gentile? Non essere così bello di prima mattina? Non girare in casa così troppo vestito?- la istigò Marty.

- Non... Io giuro che prima o poi me le pagherai...-

- Piccola nota tecnica, dove è la tua pancia?-

- Io non ho la pancia!-

- Non la tua pancia, pancia, intendo il bambino-

-  Ah me lo sono tolta!-

- Kensi e se suonassero alla porta, tu...capisco che la consapevolezza di avere tanti piccoli Marty che ti girano per casa non è cosa facile, ma tu sei mia moglie e per di più incinta!-

- Togliti quell'espressione dalla faccia, non succederà mai!- lei prese una fetta di pane, mentre il detective, sorridendo con un sopracciglio sollevato spalmava la marmellata. 

- Io...- provó a dire lui, ma fu subito bloccato dal dito della donna, che sulle sue labbra, lo invitava a tacere.

- Lasciami fare colazione, in silenzio, da bravo...-





SALA OPERATIVA

- Si sono già uccisi?- Sam e Callen erano appena arrivati e avevano raggiunto i due ragazzi di sopra. 

- No...- iniziò Nell.

- Non ancora!- fece eco Eric, incrociando lo sguardo serio della ragazza. 
- Che cosa avete scoperto?-

- Non molto, abbiamo tre abitazioni comprate negli ultimi tre anni. La prima occupata da una coppia Emma e Thomas Hoffman, trasferiti in America dieci anni fa, hanno un bambino di sei anni, Jeremy- 

- Io punto sul bambino...-

- G! Era una battuta alla Deeks...-

- La seconda casa di fronte a quella di Kensi è abitata da Sandra Montague, un'adorabile vecchietta di ottantasei anni, ha un figlio, adottato, le fa visita ogni tanto...- mentre l'analista parlava sullo schermo comparivano le foto e le informazioni di ciascun individuo. 

- E in questa?-

- Questa casa è un problema, è stata acquistata da un uomo, apparentemente russo, ma è ancora in mano all'agenzia...- 

- Russo? Noi stiamo cercando un agente ceceno, perchè la Cecenia dovrebbe fare affari con il suo nemico?-

- Qualcosa non quadra, di Kensi e Deeks di fare un salto a controllare, noi andiamo a parlare con l'agenzia immobiliare.-

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Capitolo 3
*** Nessuna chiave ***


Sam aveva appena parcheggiato la sua macchina davanti all'agenzia. Il collega scese e si incamminò verso l'ingresso della HomeSweetHome Real Estate-Agency. All'interno c'erano due clienti e decisero fosse meglio aspettare. Qualche minuto dopo una signorina tutta ricci e lentiggini si avvicinò loro.

- Come posso esservi d'aiuto, signori? Cercate una casa?-

- Agenti federali, vorremmo fare qualche domanda su una vostra proprietà- disse deciso Callen, mostrando il distintivo.

- Certamente, seguitemi.-

- Nel quartiere di Northridge, avete venduto un anno fa, una casa- iniziò G.

- Numero civico 164-

- Mi ricordo di quell'abitazione. Il pagamento era stato effettuato in contanti, ma il proprietario non è mai venuto a ritirare la chiave, venite, ce l'ho nel cassetto-

I due agenti seguirono la donna, fino allo studio sul retro del locale. 

- Ha detto che il cliente ha pagato in contanti, è possibile con così tanto denaro?-

- Sinceramente avevamo sul mercato quella casa da tanto tempo e il signor... Romanov sembrava davvero interessato. Abbiamo chiuso la faccenda, ma guardate qua, ho tutte le carte in regola-

- Ci serviranno i dati del cliente, tutto quello che vi ha fornito. Signorina Richard da quanto non è più in contatto con il cliente?-

- Ci eravamo sentiti quattro mesi fa. L'avevo chiamato per ricordargli di passare a ritirare le chiavi, aveva detto che sarebbe passato ma... Un momento!-

- È tutto a posto?-

- Le chiavi! Sono sparite!-

Sam e Callen si scambiarono uno sguardo veloce, prima che l'ex seal dicesse:

- Alla fine è passato a prenderle!-







- Nell, come pensi che stia Kensi sotto copertura con Deeks?-

- Cosa intendi dire, Eric?- disse la ragazza, continuando a battere sulla tastiera.

- Tu saresti a tuo agio a ...-

- A...- chiese lei assecondando il partner.

- Beh...- cercò di terminare la frase, il giovane.

- A fingermi tua moglie, incinta?-

- Sì, più o meno, non devi essere per forza incinta!-

- Kensi è molto professionale- concluse veloce l'analista, evitando di discutere con Eric dei possibili sentimenti che legavano gli agenti operativi sul campo. I due stavano continuando a cercare informazioni quando G li contattò. 

- Ciao Callen!-

- Eric, Nell, le chiavi della casa a Northridge sono scomparse. Vi ho mandato i video della sorveglianza, cercate qualcosa. Le chiavi sono sparite circa una settimana fa...-

- La pista su Romanov?-

- In agenzia lo hanno visto solo nel momento del pagamento-

- Rintracciabile?- chiese Nell.

- Purtroppo no, ha pagato in contanti. Noi andiamo alla casa galleggiante, avvisate Kensi e Deeks, voglio che cerchino di scoprire qualcosa in più su quella casa-

- Ricevuto!- rispose di nuovo la ragazza.

- Chiamo Deeks...- proseguì Eric. 





- Deeks, basta!- 

- Non credevo fosse così complicato mettere una pancia!-

- Stai stringendo troppo!- gli disse la partner, picchiandolo.

- Ahi, Kensi, sei manesca!-

- Lascia, faccio io!- la donna si posizionò davanti allo specchio e riuscì finalmente a sistemarsi. Deeks nel frattempo aveva messo la sua  divisa da corsa e stava aspettando dietro Kensi che finisse di sistemarsi.

- Quanto ci vuole?- chiese sbuffando.

- Il tempo necessario, tu non devi correre con un bambino... Non rimarrò mai incinta!-

- Che cosa.... Woah, woah, woah, aspetta un attimo- disse il biondo, prendendole le spalle e facendola voltare verso di sè-

- Che cosa hai detto? Non vuoi avere bambini?-

- Non ho detto questo...- continuò la donna, abbassando lo sguardo e finendo di allacciarsi una scarpa.

- Kensi, sono molto deluso... Ed io che sognavo tanti piccoli Marty corrermi incontro una volta tornato dal lavoro...- disse teatralmente l'uomo, asciugandosi una lacrima.

- Scemo...- la donna corse giù per le scale e urlando richiamò il partner.

- Allora ti muovi!-
- Arrivo, arrivo, donna che non ama i bambini...-
 

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Capitolo 4
*** Pensare ***




I due stavano correndo lungo il vialetto, costeggiato e decorato da alberi.

Giunsero in prossimità della casa segnalata loro da Eric. 

- Cosa pensi di fare?-

- Bussare...- la donna si portò quindi verso la porta e con battito deciso bussò.

Aspettarono diversi minuti, ma dalle apparenze non sembrava esserci nessuno in casa. Marty le si avvicinò, poggiandole una mano sulla schiena, cosa che la fece a dir poco rabbrividire. 

- Tesoro, torniamo più tardi, non vorrei disturbare...- Kensi gli stritolò il dito e si infilò nella siepe che conduceva sul retro della casa. Il detective, ripresosi da quel normalissimo gesto d'affetto, estrasse la pistola, ben nascosta in un orrido marsupio e seguì la compagna. 

- Kens?-

- Sono qui...-gli disse, tenendo sempre puntata l'arma verso la finestra.

- Dove diamine tenevi nascosta la pistola?- la donna si voltò a guardarlo, sorridendo. Nella testa di Deeks in quel momento si fecero largo una serie di immagini, una più censurabile dell'altra, ma considerò poco opportuno esporle in quell'esatto momento. 

- Dovremmo avvisare Eric...- propose la donna, avvicinandosi alla porta sul retro.

- Io direi di entrare, vediamo che cosa scopriamo e poi chiamiamo...- finì però Deeks. 

- D'accordo, ti seguo...-

Il detective aprì la serratura e ripresa la pistola si fece strada. La casa all'intero era in ordine. Pulita. Come se nessuno ci vivesse da tempo. Kensi stava camminando lungo il corridoio. Sentì un "libero" provenire dalla parte davanti della casa, pensò che Marty non avesse riscontrato nulla. Arrivò fino in fondo, aprendo mano a mano le porte. Abbassò l'ultima maniglia. La stanza era nel buio più totale. Cercò l'interruttore, trovato lo fece scattare. 

- Deeks, esci immediatamente...- iniziò a correre, ripercorrendo il corridoio al contrario, giusto dalla porta si scontrò con il suo partner, fecero appena in tempo a lanciarsi fuori sul prato che la casa saltò in aria. 









Guidavano più velocemente possibile, non rispettavano neanche i semafori rossi. Era un'emergenza, non potevano aspettare. Curvarono all'incrocio con Northridge, lasciando sulla strada i segni degli pneumatici. I pompieri erano già sul luogo, alcune auto della polizia erano parcheggiate nei dintorni. La zona era già stata messa in sicurezza. Esibirono il tesserino, scavalcarono le linee gialle e si avvicinarono alla prima ambulanza. Nessuno. I due uomini si guardarono preoccupati. 



- Lasciami, sto bene...- sentirono poi delle voci più in là, vicino ad un muretto.

- Devi farti curare, stai sanguinando...-

- Deeks, smettila!-

Callen e Sam tirarono un sospiro di sollievo e lanciandosi un'occhiata molto eloquente si avvicinarono alla coppia. 

- Buongiorno, siamo agenti federali, ci è stato detto che eravate nella casa-

Kensi alzò lo sguardo, sospirando, contenta di vedersi davanti due visi amici. Considerando il modo con cui si erano presentati la copertura non doveva essere saltata. 

- Noi non eravamo in casa, solo nel vialetto, eravamo andati a trovare i nostri vicini...-

- Signor Roberts, se non sbaglio, potrebbe dirci quello che avete visto?- chiese Sam, cercando di capire come stessero i suoi amici. 

- Non molto, quando stavamo per andarcene è salutato tutto in aria, è stato uno spavento bruttissimo, mia moglie è molto scossa, se fosse possibile vorremmo tornare a casa...-

- Ma certo! vi chiedo solo di essere raggiungibili...- concluse poi Callen, aiutando la donna a rialzarsi.

- Sicuramente, la ringrazio agente...- 

Deeks e Kensi si avviarono sostenendosi l'un l'altra verso la loro villetta. Entrarono e chiusa la porta, chi appoggiato alla parte del salotto, chi contro l'ingresso rimasero in silenzio, scivolando piano piano sul pavimento, fino a ritrovarsi seduti con le gambe distese. 



Marty Deeks faceva fatica a dormire, aveva un gran mal di schiena.  

I medici che erano giunti subito lo avevano aiutato a rialzarsi. Era stordito, gli pulsava la testa, ma soprattuto non sapeva che fine avesse fatto Kens, la sua partner, la sua migliore amica, la sua... Gli avevano detto che per miracolo non si era rotto nulla, solo avrebbe avuto qualche brutto livido per alcuni giorni, causa della caduta. Gli avevano chiesto come avesse potuto salvarsi; aveva evitato di dire loro che si era lanciato fuori dalla casa, giusto poco prima dell'esplosione. 

Si era beccato però un bel cerotto in testa e un paio di punti, ma nulla che fosse mortale. Avevano pensato di portarlo in ospedale, ma si era fermamente opposto, in fondo aveva subito anche di peggio. Un buon riposo era quello che gli ci sarebbe voluto. Un bel riposo, se fosse riuscito a dormire. Non riusciva a non pensare al terrore che aveva provato nell'ipotesi di perdere Kensi. Non l'aveva più vista, aveva solo pensato a scappare. Si sentiva un verme, non aveva pensato alla sua partner, aveva pensato a correre, correre più veloce che riusciva. Lei si era salvata però, era viva. Dormiva accanto a lui. Respirava piano. Regolarmente. Dolcemente. Si mise seduto, soffocando qualche lamento, colpa di un'intensa giornata. Gettò uno sguardo verso la sveglia, le 3:40. Si infilò le ciabatte e scese in salotto. 



Lasciò che Deeks uscisse dalla stanza, e nell'esatto momento in cui sentì la luce di sotto accendersi scoppiò in lacrime. Il cuscino le faceva da scudo. Soffocava ogni dolore. La testa le pulsava, le annebbiava la vista, ma lei non riusciva a fermarsi. Non le era mai capitato di sentirsi così fragile. Così vulnerabile. Non che non avesse mai rischiato di morire, anzi, per un'agente le era già capitato fin troppe volte. Questa volta era stato diverso, questa volta... Mentre stava correndo fuori dalla casa, consapevole che di lì a poco una bomba sarebbe esplosa, le erano venute in mente tutte quelle litigate fatte con il suo partner sull'idea di una famiglia, sull'idea di un bambino. Se fosse stata davvero incinta? Sarebbe sopravvissuto il bimbo, dopo colpi come quelli? Che cosa avrebbe dovuto rinunciare per avere una famiglia? Era una donna fragile, un agente infallibile sì, pericoloso, tosto, ma una donna fragile che aveva il disperato bisogno di sentirsi amata, di essere presa tra le braccia e coccolata fino a che non si fosse addormentata. Sull'onda di questi pensieri si addormentò.

In ufficio Hetty, seduta alla sua scrivania, da tutta la notte stava pensando se rimuovere o meno i suoi agenti. Era stata un'esperienza abbastanza pesante, anche se sapeva che si sarebbero comunque impegnati al massimo. Decise alla fine di lasciare stare. La signorina Blye e il detective Deeks ne sarebbero usciti più forti e uniti.

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Capitolo 5
*** Squadra ***


- Eric che cosa abbiamo scoperto?- l'agente Callen entrò spedito in sala operativa. Erano le cinque del mattino. Sapeva che con molta probabilità Nell e il signor Beale sarebbero già stati al lavoro, così non si domando neppure se fosse il caso di arrivare in ufficio così presto. Il ragazzo all'entrata di G si voltò, girando sulla sua sedia e proiettò sul grande schermo le ultime novità. 

- La casa che è saltata in aria presentava al suo interno una piccola dose di C4-

- Si sarebbero salvati?-

- No, se fossero stati in casa, non sarebbero sopravvissuti...-

- Era programmata ad esplodere?-

- Sulla porta di ingresso c'era un rilevatore termico, qualsiasi persona avesse superato l'ingresso sarebbe morta all'istante. Kensi e Deeks sono passati dal retro, la bomba si è attivata quando Kens ha abbassato la maniglia...-

- Sei riuscito a ricavare il produttore o un indizio qualsiasi?-

- È stata fatta a mano, Callen, tutto quello che era in casa è andato perduto...-

- Nell?- l'analista si era appisolata sulla sedia. Passando la notte in bianco quello era un possibile inizio mattina.

- Oh, scusate...-

- Nell...- riprese l'agente Callen - vedi se riesci a recuperare qualche filmato dell'isolato. Dobbiamo sapere chi ha messo la bomba...-

- Va bene...- concluse la ragazza, riprendendo a lavorare.

- Quanto tempo prima può essere programmato un ordigno per esplodere?- chiese ormai sulla porta G.

- Mesi...- risposero Nell ed Eric.







Si sedette alla sua scrivania. Aveva un po' di mal di testa, ma tutto sopportabile. 

Si lasciò cadere sullo schienale, allungando bene la schiena.

- Al lavoro così presto, signor Callen?- l'uomo si alzò immediatamente, rimettendosi seduto dritto.

-  Hetty! che cosa ci fai qui?-

- Non riuscivo a dormire e lei ...- lo interrogò Hetty, con la sua consueta calma.

- Hetty non ci sto capendo nulla. Un terrorista ceceno che si allea con dei russi? La casa che aveva comprato è saltata in aria. Perché correre il rischio di farla esplodere senza nessuno dentro? Kensi e Deeks  sorvegliano il quartiere da una settimana, nessuno è entrato o uscito da quella casa. Non riusciamo a trovare Romanov, le chiavi sono state rubate dall'agenzia...-

- Avete parlato con i vicini?-

- Nulla, non hanno visto nulla. La signora Montague è stata portata in ospedale per lo spavento, ma era in casa, davanti alla televisione. I coniugi Hoffman sono accorsi in strada. Il bambino era a scuola, quando è successo...-

- Il figlio adottivo della Montague?-

- È in Perù, per un'attività missionaria, non è in contatto con sua madre da tre settimane...-

- Quando il signor Hanna la raggiunge andate dalla signorina Blye e il signor Deeks, fatemi sapere come stanno...-

Guardò Hetty allontanarsi, prima di tornare a massaggiarsi le tempie, che pulsavano ininterrottamente. Davanti a lui la scrivania di Deeks era vuota e lo stesso quella al suo fianco. Non si era mai fermato un momento a pensare da quanto tempo lavoravano insieme. Non che non fossero mai stati ad un passo dalla morte, ma di solito erano insieme. Si stentiva un po' responsabile di Kens e Deeks. In fondo lui e Sam per loro erano un po' una guida. Decise di non pensare troppo, quei due stavano fin troppo bene, ne sarebbero usciti con qualche battibecco e un paio di punti, tutto sommato niente male.





- Eri in ufficio dalle cinque?-

- Sì, sono un tipo mattiniero...- 

Sam stava guidando verso Northridge, assecondando la strada, mentre tamburellava con le dita sul volante. 

- Smetti di fare quel rumore...- Gli disse ad un certo punto Callen.

- Che rumore?-

- Questo...- continuò l'amico, imitando l'agente speciale Hanna. 

- Mmm, sceso dalla parte sbagliata del letto, vedo...-

- Mi da fastidio...-

- G, sembra che tu sia nervoso...-

- Non sono nervoso, voglio solo assicurarmi che Kensi e Deeks stiano bene!-

- Scommetto che staranno già litigando. Kens sta bene, solo un paio di punti, e Deeks starà già facendo lo stupido...-

- Tu non... Nulla, lascia perdere...-

- Non mi sento in colpa? Avremmo dovuto essere li con loro? G sono adulti, agenti qualificati, non ti sei mai fatto questi problemi...-

- Dici che mi sto addolcendo?-

- Ti prego, mi fai venire il vomito!-

I due risero e continuarono a viaggiare alla volta di casa Roberts.





Aprì gli occhi, cercando di mettere a fuoco la sveglia sul comodino. Erano le otto e mezza, piuttosto presto pensò, cercando di mettersi a sedere. Si portò una mano alla fronte, scordandosi per un momento i punti. Nel momento in cui se ne rese conto soffocò un ' Ouch', maledicendosi per essere sempre così distratta. Scese dal letto con molta calma, si mise un paio di calzini e rabbrividendo, nonostante il caldo di maggio prese una felpa dalla poltrona. Scese le scale, facendo meno rumore possibile. 



Il detective Marty Deeks era seduto sul divano del salotto. Era riuscito a prendere sonno ma la scomodità del divano gli aveva fatto venire più mal di schiena. Sentiva un pochino ovattato, ma si disse che forse era l'effetto della bomba, esplosa così violentemente. Si alzò piano, per non svegliare Kensi e decise di prepararle la colazione.  Si avvió verso la cucina.

- Ciao...- lei era lì, proprio sull'ultimo gradino, a meno di dieci centimetri dal pavimento della sala. Era davvero bella, pensò il detective, mentre la guardava, nel tentativo di capire come stesse.

- Ciao Kens...- lei scese le scale e lo abbracciò. All'inizio Marty non si mosse, temendo quasi di farle del male, poi però le mise le mani intorno alla vita e dolcemente la strinse a se. Cercando di farle capire quanto le volesse bene. 

Erano ancora abbracciati, quando suonò il campanello.

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