La Girandola e il Mandarino

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Regalo ***
Capitolo 2: *** Neve ***
Capitolo 3: *** Maglione di lana ***
Capitolo 4: *** Capelli spettinati ***
Capitolo 5: *** "Buon Natale, idiota" ***
Capitolo 6: *** Labbra fredde ***



Capitolo 1
*** Regalo ***


Titolo: Regalo 
Autore: Piper_Parker
Fandom: One Piece
Personaggi: Kidd, Nojiko, Lamy, Bon Kure, Marco, Caimie, Califa
Paring: KiddxNojiko
Genere: Fluff
Rating: Arancione
Disclaimer: “Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Eiichiro Oda che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in One Piece appartengono solo a me.” 
Tabella: Inverno
Prompt: Regalo
Note: Il Natale si avvicina e io, ahimè, non ho tempo per fare lavoretti di nessun genere. Così li faccio fare al personaggio più indicato, Eustass Kidd! 
Dedico questa storia a tutti coloro che amano il Natale, i lavori fatti in casa ed Eusatss Kidd, ma soprattutto la dedico a fenicerossa_00.
Buona fluffosa lettura! Piper. 
 
 
 
 
REGALO  



-Dai zio!!! Sbrigati che siamo arrivati!!!-
Lamy mi corre davanti entusiasta, mentre io caccio le mani in tasca, calciando un po’ di neve e grugnendo.
Non sono arrabbiato.
No, sono proprio incazzato.
Come una iena.
Perché in questo momento io dovrei essere comodamente seduto sul mio divano, nel mio salotto, al caldo, con una birra in mano e una pizza sulle gambe a guardare la partita.
E invece dove sono?!
A Coconut Village, al freddo, ad affondare nella neve nonostante sia solo il 12 di Novembre, con mia nipote di sei anni che continua ad emettere gridolini di gioia, rischiando di raggiungere gli ultrasuoni.
Truce, la osservo precipitarsi verso la vetrina della nostra meta, già decorata a tema natalizio, e schiacciare palmi e naso contro il vetro, formando piccoli cerchi di condensa con il suo respiro.
Gli occhi le brillano e il sorriso le piega le labbra ma io riesco solo a smoccolare nella mia testa contro quell’imbecille del mio migliore amico.
Come cazzo gli è venuto in mente, a lui e alla sua cara consorte, di regalare a Lamy un corso a sua scelta, di quelli organizzati dal comune di Raftel?!
Come?!?!
E soprattutto come cazzo gli è venuto in mente, quando si sono accorti che nessuno dei due poteva accompagnarla, di dirle che ci avrei pensato io senza nemmeno chiedermelo?!
Io giuro, giuro, che non terrò mai più nessuno a battesimo!
Mai più!
Nemmeno i figli di Killer, se e quando verranno.
Chiederà a suo fratello Gladius, se ne farà una ragione perché se essere un padrino significa questo allora grazie tante ma non ne voglio proprio sapere.
Che poi, diciamocelo, quante probabilità c’erano che scegliesse un corso che si tiene proprio l’unica sera che Koala finisce di lavorare tardi?!
Poche, pochissime!
Ma io lo so, è il DNA di Trafalgar questo, geneticamente programmato per rompere le palle.
E quindi eccomi qui, psicologicamente impreparato ad affrontare la prima delle sei lezioni di un cazzo di corso su come decorare la propria casa con del merdosissimo materiale di recupero e non, che si tiene nel negozio della ragazza che lo ha organizzato.
Non so manco come si chiama.
Il negozio, della ragazza mi frega anche meno.
Sollevo lo sguardo a cercare l’insegna e aggrotto le sopracciglia, mentre un fiocco di neve mi si deposita sul naso.
La Girandola e il Mandarino.
Di fianco al nome c’è uno strano ghirigoro senza senso, almeno per me.
Mi domando cosa cazzo centrino i mandarini con un negozio che vende ciarpame decorativo per la casa ma d’altra parte nemmeno io qui centro molto quindi lascio perdere e mi accovaccio di fianco alla piccola.
-Zio, hai visto che belle?!- esclama con gli occhi che le luccicano, indicando alcune palline che decorano la vetrina e sembrano effettivamente a dei mandarini intagliati ed essiccati.
-Dai entriamo che se no prendi freddo!- mormoro, burbero come non mai, afferrandola per la vita e caricandomela in braccio.
Il negozio fa angolo e al piano superiore si capisce esserci un appartamento che suppongo sia dove vive sta benedetta ragazza che ha consacrato la sua vita a incollare pannolenci e intrecciare ghirlande, per il beneficio non si sa di chi.
Salgo i tre scalini e spingo la porta, facendo tintinnare un campanello, per entrare nel negozio illuminato.
-Oooooooh ma che fortuna!!!-
Una voce maschile ma effeminata raggiunge le mie orecchie e io mi acciglio emettendo un verso interrogativo, mentre la mia visuale viene invasa da un viso abbastanza grottesco e pesantemente truccato. 
-Siete in due! Potete approfittare del vischio!- mi dice l’okama, volteggiandomi intorno e contando in francese fino a tre, per una qualche sconosciuta ragione.
-Ma di cosa sta parlando?!- domandò già pronto a mollargli un cazzotto.
-Ma come? Parlo del vischio! La pianta dell’amore!-
Sollevo un sopracciglio al colmo dell’incredulità .
Dove cazzo siamo finiti?!
-Amico guarda su- una voce pacata e priva di espressione mi fa concentrare su un tizio con l’aria annoiata e strani capelli biondi.
Lo osservo qualche istante, constatando che sembra un ananas, prima di seguire il suo consiglio e mettere a fuoco uno strano affare che penzola dal soffitto, fatto di stoffa verde e con palline bianche attaccate.
Suppongo sia sto cazzo di vischio.
Non vero ovviamente.
Grugnisco ancora, infastidito da tutta questa prematura atmosfera natalizia, quando una sensazione umida sulla guancia mi fa riportare l’attenzione alla mia destra.
Lamy mi guarda divertita, prima di strusciare la punta del nasino dove mi ha appena dato un bacio.
-Non lo sai zio che sotto il vischio ci si bacia?!- domanda con la sua voce dolce, che ha il potere di calmare anche un tipo come me.
Le concedo un mezzo ghigno, prima di tornare mortalmente serio non appena la poso a terra e lei corre via a fare amicizia con gli altri partecipanti al corso.
Oltre a me, Lamy, l’okama e l’ananas ci sono altre due persone, due donne.
Mi domando quale delle due sia la proprietaria del negozio.
Una è una ragazza giovane, avrà sedici anni, capelli verdi tagliati a caschetto e grandi occhi viola.
La guardo aiutare Lamy a togliere il cappotto e a sedersi su uno dei tavolini predisposti per il corso e solo allora mi accorgo dell’intenso aroma di mandarino che pervade il negozio.
Guardandomi intorno realizzo che la maggior parte delle decorazioni sono realizzate con mandarini o arance secche, intere o a fette che siano.
Questa è proprio fissata!
Strabuzzo gli occhi quando sento una mano posarsi decisa sulla mia chiappa destra, palpandola e tastandola a palmo pieno e sposto lo sguardo sull’altra donna, una prosperosa e provocante bionda con occhiali da vista e stivali dal tacco esagerato.
Indossa jeans aderenti e un dolcevita nero e al colpo d’occhio direi che è sulla quarantina.
-Lo sai, trovo gli uomini con l’istinto paterno estremamente eccitanti- mormora al mio orecchio e io inorridisco.
Oh bene!
Magnifico!
Sì, la milfona arrappata mi mancava!
Anche se, ammettiamolo, è una gran bella donna.
Quasi quasi un pensierino potrei anche farcelo.
-Califa, tesoro, attenta a non sciuparlo! Non vorrai mica tenertelo tutto per te vero?!- domanda l’okama, saltellando di qua e di là, come un vero deficiente -Non si vede tutti i giorni così tanta bella mercanzia- ammicca verso di me e io gli ringhio contro in risposta.
Se s’azzarda ad avvicinarsi…
Un potente tonfo ci fa girare tutti di scatto verso sinistra e solo allora, quando vedo Ananas avvicinarvisi, noto una porta mezza aperta dietro al bancone dove si trova il battitore di cassa che da su quello che deve essere il retro del locale.
Mi avvicino, accigliato, accostandomi allo stipite al quale il tizio biondo non si è addossato e butto un’occhiata dentro, individuando uno scatolone riverso a terra, le cianfrusaglie che conteneva sparpagliate sul pavimento e un paio di palline di polistirolo che rotolano in giro.
-Tutto bene?- domanda atono Ananas.
-Sì, Marco, tranquillo! Ma dove cavolo l’ho messo?!- risponde una voce femminile, stizzita e ovattata, facendomi sollevare lo sguardo.
Piano piano nel mio campo visivo scorrono una scala, un paio di gambe kilometriche fasciate in un paio di jeans e la parte finale di una schiena.
Il busto della ragazza è piegato in avanti e del tutto inghiottito dalla scaffalatura a muro, dove sta cercando qualcosa febbrilmente, agitandosi e spostando oggetti con poca grazia, provocando un certo fracasso.
-Dannazione!- impreca e dal rumore metallico capisco che ha pestato i pugni sullo scaffale.
Faccio appena in tempo a registrare il movimento oscillatorio della scala che mi sono già buttato in avanti e mi ritrovo sdraiato a terra, con la ragazza sul torace e la scala che cade accanto a noi con un assordante frastuono.
Istintivamente, giro il viso chiudendo gli occhi e stringo le braccia intorno al corpo minuto sdraiato sul mio petto.
Quando il rumore finalmente cessa socchiudo il destro e metto a fuoco due grandi occhi marroni e un viso regolare e olivastro, incorniciato da ciocche violette.
Apro anche l’altro occhio e giro il volto per guardarla meglio quando mi accorgo della sua espressione, a sopracciglio alzato, e che ha il mento appoggiato a una mano come se fosse in attesa di qualcosa.
La guardo interrogativo, non capendo il perché del suo sguardo eloquente.
-Non fraintendermi, non è che non mi faccia piacere stare qui così ma avrei un corso da tenere di là!- mormora sarcastica e io realizzo che la sto ancora stringendo a me.
Colto alla sprovvista mi agito per tirarmi su, liberandola e imprecando mentalmente.
-Nojiko ti sei fatta male?!-
Mi giro e mi accorgo che sono tutti sulla porta, ammassati l’uno sull’altro per guardare cosa sta succedendo.
-Mi sa che il vischio tornava più utile appeso di qua!- afferma l’okama e io lo fulmino truce.
-Sto bene, grazie Caimie!- risponde, regalando un sorriso alla sedicenne e afferrando la mano che Ananas gli sta tendendo per aiutarla a tirarsi su.
Un certo fastidio si fa strada in me.
Ma a me uno schifoso grazie no?!
La guardo in cagnesco, studiandola.
Che sia lei la proprietaria di sto inutile negozio non c’è dubbio, dato che profuma di mandarino come ogni altra cosa qua dentro.
Sopra ai jeans indossa un maglioncino giallo e i capelli corti e violetti sono tenuti indietro da un nastro rosso.
Quando si gira verso di me noto un tatuaggio blu che segue la linea delle clavicole, restando al di sotto delle ossa, con un cuore al centro, proprio sul solco dei seni.
Posa le mani sui fianchi squadrandomi e facendomi sentire a disagio.
Cosa che mi da fottutamente fastidio, al punto che sollevo un sopracciglio, ringhiando appena.
-Cosa c’è?!- abbaio e la guardo abbozzare un sorriso.
-Bei pantaloni!- commenta e io sposto gli occhi sul mio paio di jeans a chiazze gialle su base nera.
Sì, lo so, sembrano ridicoli ma a me piacciono!
E poi sono un regalo!
Non faccio in tempo  a ribattere che si gira per tornare di là, seguita dagli altri.
Grugnendo mi alzo e mi avvio dietro di loro, raggiungendo il tavolo su cui è seduta Lamy e sistemando meglio gli occhiali da aviatore che uso per tenere indietro i capelli.
Nojiko si posiziona dietro il bancone della cassa e ci rivolge un sorriso luminoso.
-Bene! Ora che ci siamo tutti, possiamo iniziare! Intanto do il bentornato a tutti a voi e il benvenuto ai nuovi partecipanti! Come vi chiamate?!- domanda, guardando verso di noi.
-Io sono Lamy!- risponde prontamente la piccola, alzando un braccio -E lui è lo zio Kidd!-
-Beh, benvenuta Lamy! Zio Kidd!- fa un cenno della testa verso di me, sorridendo divertita e facendomi soffiare dal naso.
Questa cerca rogne!
-Allora, come al solito vi ho preparato tutto il materiale! Oggi facciamo le palline tridimensionali con il cartone! Mi raccomando, Caimie, attenta a non spillarti i vestiti e Bon-chan cerca di contenere i volteggi se no finisce come l’anno scorso che hai messo a soqquadro metà negozio!- fa una piccola pausa osservando i due interpellati annuire.
Sposto la mia attenzione sugli oggetti posati sul ripiano, studiandoli.
Ci sono dei cartoncini colorati, un triangolo di cartone, della colla, una matita, nastro dorato, delle forbici e uno strano aggeggio di metallo, rotondo e con un manico.
Sollevo un sopracciglio domandandomi cosa si suppone che io faccia con sta roba.
-Dunque innanzitutto per fare queste palline bisogna disegnare dei cerchi sul cartoncino e inscrivervi dentro un triangolo! Qualcuno sa come si fa a ottenere un triangolo equilatero perfettamente inscritto?!- domanda, guardandosi attorno.
Io attendo qualche istante per vedere se qualcuno interviene prima di decidermi a rispondere.
-Si divide il cerchio in sei parti uguali e si ottengono i vertici del triangolo!- affermo, facendo voltare tutti verso di me.
Qual è il problema?!
Cazzo c’hanno da guardare?!
-Esatto! Molto bene!- esclama Nojiko, sempre sorridente -Per comodità, comunque, vi ho già preparato io i triangoli delle giuste dimensioni!- dice, sollevando il suo triangolo di cartone.
Lamy afferra quello posato sul nostro tavolo e lo solleva per mostrarmelo.
-Questo?!- domanda sottovoce  e io annuisco, le braccia ancorate al petto, facendola sorridere.
-Ora, prendete la formina dei biscotti…- riprende a parlare sollevando lo strano aggeggio di metallo -…e disegnate per ogni cartoncino dieci cerchi e poi al loro interno disegnate il triangolo…-
Mi concentro per seguire attentamente Nojiko, non perché mi freghi un cazzo delle palline colorate ma perché di fare la figura dell’incapace proprio non mi va e, con un certo stupore, mi accorgo di cavarmela.
Voglio dire, va bene che sono un metalmeccanico, modello il metallo eccetera, ma non pensavo che le mie conoscenze lavorative sarebbero tornate utili per una roba del genere.
Lamy e io ci dividiamo il lavoro, le insegno a piegare le alette con precisione e a fermare il nastrino per appendere le palline finite.
Le due ore trascorrono abbastanza tranquille, eccezion fatta per Caimie che si appiccica le dita con l’attack, andando in panico, ma riuscendo poi a scollarle senza problemi grazie all’aiuto di Nojiko che gira per i tavoli, dando consigli e intervenendo.
Gli unici da cui non si ferma mai siamo io e Lamy e Ananas, il che suppongo voglia dire che abbiamo fatto un buon lavoro.
Le otto arrivano prima del previsto e osservo gli altri salutarsi e scherzare mentre indosso la giacca.
Si capisce che sono un gruppo affiatato e Lamy si sta già facendo apprezzare.
In questo momento è in braccio a Marco e l’okama le sta facendo vedere come tenere le braccia in danza classica.
-Complimenti! Hai più manualità di quanto pensassi!-
Mi giro e metto a fuoco Nojiko che si è silenziosamente accostata al mio tavolo, il cappotto già sulle spalle.
Borbotto un mezzo ringraziamento, non voglio che pensi che il complimento mi abbia fatto piacere.
Non me ne frega un cazzo di questa roba.
-Non farti strane idee! Sono qui solo per Lamy, non intendo tornare come hanno fatto loro! Non è roba per me!- affermo glaciale.
Nojiko solleva un sopracciglio.
-Come vuoi! Però ti sei impegnato parecchio per essere qui solo come accompagnatore!-
Aggrotto le sopracciglia mentre lei si allontana e butto un occhio alle nostre palline che aspettano ancora di essere traferite nella scatola con cui portarle a casa.
Ne abbiamo fatte più che tutti gli altri e ci siamo anche azzardati a provarne un paio accostando colori diversi, un lavoro non facile ma che grazie alle mie capacità di calcolo è uscito molto bene.
Inutile negarlo, mi sono fatto prendere più di quanto voglia ammettere ma per un semplice e valido motivo.
Non sono una donnicciola del cazzo però se si tratta di mia nipote non c’è scusa che tenga.
Non basta accompagnarla qui per farla contenta, la conosco e so che ci resterebbe male se non riuscisse a portare a casa le decorazioni come fanno gli altri e io odio vedere i suoi occhi lucidi di lacrime o colmi di delusione.
D’altra parte non è un corso per bambini e così mi impegno per compensare ciò che non può fare lei, essendo piccola.
La guardo ridere e scherzare, conquistando tutti con la sua semplicità, e mi lascio sfuggire il pensiero che, dopotutto, questo fottuto corso potrebbe essere un bel regalo anche per me.
 
 

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Capitolo 2
*** Neve ***


Titolo: Neve
Autore: Piper_Parker
Fandom: One Piece
Personaggi: Kidd, Nojiko, Lamy, Marco, Caimie, Califa, Bon Kure
Paring: KiddxNojiko
Genere: Fluff
Rating: Arancione
Disclaimer: “Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Eiichiro Oda che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in One Piece, appartengono solo a me.” 
Tabella: Inverno
Prompt: Neve
Note: Ah, le battaglie a palle di neve! Da quanti anni non ne faccio una?! Tristezza!!! Con sto clima che abbiamo qui la neve è praticamente un ricordo d'infanzia! Va beh, non deprimiamoci e leggiamo fluffosamente che è meglio! Vorrei ringraziare fenicerossa_00, Ice Star, magicaemy e ThatOneEyedFlamingo (tesoro ti adoro ma un nome più complicato da scrivere non potevi sceglierlo! :P) per le recensioni e per seguirmi! Buona lettura a tutti! Piper. 





 
NEVE




 
Spengo le luci e mi avvio verso l’uscita mentre infilo il cappotto.
Il clima si è raffreddato rapidamente e la città è completamente ricoperta da candida e soffice neve, uno spettacolo che non finirà mai di affascinarmi, proiettandomi ancora di più verso il Natale, anche se siamo ancora solo al 26 di Novembre.
Non mi sembra vero che siamo già a metà corso e che nel giro di tre settimane sarà tutto finito.
Quando abbiamo iniziato il 17 Dicembre mi sembrava così lontano!
A dire il vero il mio gruppo di fedelissimi viene qui periodicamente anche solo per salutarmi e si sono dimostrati tutti entusiasti della mia proposta di fare una cosa simile per Pasqua.
Beh, oddio, proprio tutti no.
Quel fiammifero ambulante di Kidd mi avrebbe volentieri sbranata per averlo detto davanti a Lamy che poi non ha nemmeno sentito.
È un tipo particolare, uno di quelli che a vederli in strada gli gireresti al largo ma poi appena ci parli capisci che c’è molto di più sotto la corazza.
Mi ricorda un po’ Zoro, solo con un sedicesimo della sua pazienza.
Però, sarà irascibile e permaloso quanto vuoi, burbero come pochi, ma quando si tratta della sua nipotina diventa un cuore di panna.
Quando lo vedo prodigarsi per aiutarla con i lavoretti non posso fare a meno di sciogliermi e credo che il motivo per cui riesco a trattenermi dal lanciargli continuamente battute al riguardo è che finirebbe per distruggermi il negozio in preda al fastidio.
Certo se tentasse di fare amicizia anche con gli altri non guasterebbe.
In tre incontri si è scambiato giusto un paio di convenevoli con Marco, il che è tutto dire visto che mister ananas riesce a essere più taciturno di un muto.
Beh, comunque sono affari suoi, se lui vive bene così non vedo perché debba preoccuparmene!
Finisco di chiudere il negozio a doppia mandata, rabbrividendo nell’aria fredda della sera.
Kidd credeva che abitassi nell’appartamento sopra al negozio.
Ci mancherebbe solo quello così la mia attività fisica sarebbe del tutto nulla.
La passeggiata che devo fare per andare o venire da casa è l’unico movimento  costante che faccio.
Un mix di voci, risate e gridolini raggiungono le mie orecchie e, incuriosita, mi volto, scrutando con le sopracciglia corrugate nella penombra illuminata dai lampioni stradali che, riflettendo la loro luce rossastra sulla neve, creano un effetto estremamente suggestivo.
Mi apro in un sorriso quando li individuo al di là della strada, nel piccolo parco dirimpetto al negozio, che giocano a palle di nave e sgrano leggermente gli occhi quando vedo che anche Kidd si è unito a loro, non limitandosi a tenere d’occhio Lamy e a osservare come sta facendo Marco, appoggiato al tronco di un albero.
Infilo le mani in tasca mentre scendo rapidamente i tre gradini e attraverso la strada, guardando prima a destra e a sinistra.
In pochi secondi raggiungo l’ingresso al parco e mi avvicino, fermandomi accanto a Marco, ai margini del campo di battaglia.
-Chi vince?!- domando divertita, osservando i miei allievi correre, scivolare e ridere come dei bambini.
Califa è in grande difficoltà con i tacchi a rocchetto dei suoi stivali ma non si fa scoraggiare e, d’altra parte, se la cava meglio di Caimie che continua a scivolare nonostante le scarpe basse.
-Tanto non mi prenderete mai! Sono troppo agile! Un, deux, trois!-
Mi concentro su Bon-chan che volteggia in mezzo alla neve, saltellando con leggiadria a destra e a sinistra e facendo perdere per l’ennesima volta l’equilibrio alla mia verde amica ma stavolta Kidd se ne accorge in tempo e, fulmineo, la afferra da dietro.
Per un attimo torno con la mente al nostro primo incontro/scontro.
Deve avere un sesto senso per questo genere di incidenti e, per quanto voglia fare il superiore e menefreghista, si sta dimostrando una persona gentile e pronta ad aiutare il prossimo anche se a modo suo.
In fondo senza di lui quella sera avrei fatto un bel volo.
Mi rendo conto che non l’ho mai nemmeno ringraziato, come sta invece facendo Caimie, leggermente rossa in viso, vittima del fascino dei suoi occhi dorati che, ammettiamolo, non passano di certo inosservati.
Una palla di neve non vista nemmeno da me, si schianta sulla rossa chioma di Kidd, facendolo girare  omicida verso il proprio aggressore ma subito il suo sguardo si addolcisce quando lo mette a fuoco e io capisco, prima ancora di girarmi a cercarla con gli occhi, che è stata Lamy.
Infatti eccola lì, con i suoi codini biondi e gli occhioni verdeacqua che brillano, che guarda suo zio ridendo a più non posso.
È così adorabile che me la mangerei.
Kidd si scrolla via la neve dalle ciocche rosse, prima di piegarsi in avanti come una belva in posizione di attacco e avvicinarsi di qualche passo alla piccola.
-Questa me la paghi- mormora prima di gettarsi verso di lei, senza riuscire a sopprimere un ghigno.
Ancora più divertita, Lamy fa solo un debole tentativo di fuggire, lasciandosi prendere subito e sollevare in aria.
Kidd la lancia e recupera senza esitazione, e lei ride fiduciosa tra le braccia dello zio, riempiendo l’aria con la sua voce dolce e cristallina e contagiandoci tutti, Marco compreso.
-Tu non ti unisci a loro?!- gli chiedo, voltandomi a guardarlo.
Si stringe nelle spalle, con la sua proverbiale noncuranza.
-E tu?- mi rigira la domanda.
Apro la bocca per rispondere ma un tonfo secco e una sensazione di gelo mi bloccano, lasciandomi interdetta.
Qualcuno mi ha tirato una palla di neve sul collo e ora mi sta colando nel cappotto!
Ed è gelida!!!
Rapidamente apro un paio di bottoni e allargo il colletto per farne cadere fuori il più possibile, prima di girarmi omicida alla ricerca del colpevole.
Si guardano tutti tra loro, facendo i vaghi, in un’improvvisata coalizione per salvare da morte certa il mio attentatore e io mi ritrovo a sorridere come non facevo da una vita, un po’ sadica ma in preda all’euforia.
-Adesso vi faccio vedere io!- esclamò, mentre già mi precipito verso di loro, piegandomi in avanti per recuperare un po’ di neve e unendomi alla mischia.
È un tutti contro tutti senza esclusione di colpi, con momentanee alleanze contro l’uno o l’altro e, Kami, erano secoli che non mi divertivo così!
Anche Marco, pur rimanendo in disparte, ride di gusto.
Lamy se ne sta per tutto il tempo ben aggrappata alle spalle dello zio ma riesce a partecipare comunque, dal momento che Kidd è talmente imponente che le consente di recuperare la neve dai rami più bassi degli alberi.
Lo osservo ridere e mi stupisco di quanto sembri diverso, quasi un bambino.
È la palla di neve lanciata con poca precisione da Bon-chan, che mi sfiora senza colpirmi, a farmi riscuotere e realizzare che mi ero persa a guardarlo.
Scuoto la testa, stupefatta.
Che mi prende adesso?!
Proseguiamo senza sosta per un buon venti minuti, finché non restiamo tutti senza fiato, più per il troppo ridere che per le corse poco convinte sul terreno scivoloso.
Ci riavviciniamo a Marco, camminando un po’ affaticati a causa dei piedi che continuano ad affondare nella neve soffice.
-Kami, sono esausta!- esclama Califa, rossa in viso ma sorridente come non l’ho mai vista.
-Non dirlo a me!- interviene Bon-chan, tenendosi un fianco.
-Ma come?! Il grande ballerino senza fiato?!- lo prendo in giro, dandogli una pacca sulla spalla.
Formiamo un cerchio, tutti affannati e impegnati a respirare profondamente per recuperare il fiato perduto.
-Che ore sono?!- domando, deglutendo per inumidire la gola secca.
-Venti e trenta- risponde Marco e, come reagendo a un segnale, il mio stomaco emette un suono cavernoso e imbarazzante, che mi fa arrossire.
Sembro mio cugino Rufy, dannazione!
-Scusate- mormoro, sorridendo nervosamente -Non ho nemmeno pranzato- spiego, guardandoli un po’ a disagio.
-Ehi che ne dite se andassimo a mangiare una pizza tutti insieme?!- propone Caimie, colta da improvvisa illuminazione.
-Mi sembra una magnifica idea, carciofina!- le volteggia intorno Bon-chan, facendoci sghignazzare.
-Per me va bene- commenta Marco, stringendosi nelle spalle.
-Pizza!!! Sìììì!!!- esclama Lamy entusiasta, dalle spalle dello zio.
Kidd gira il viso a guardarla.
-Non so se ci possiamo andare Lamy! Mamma e papà ci aspettano!- le dice ragionevole, facendole assumere un’espressione delusa.
E, per qualche assurdo motivo, mi sento improvvisamente delusa anche io.
-Ma come?! Ci abbandonate così!- interviene Bon-chan, mentre Caimie annuisce energicamente accanto a lui.
-Oh andiamo, chiappe di marmo! Vieni con noi!- lo incita Califa.
Lui si gira a guardarla truce per il soprannome che gli ha appioppato e strabuzza gli occhi, lievemente preoccupato, quando la vede azzannare l’aria ammiccante nella sua direzione.
-Eddai, Kidd ti prego!!!- si aggiunge anche Caimie, corrugando le sopracciglia e giungendo le mani davanti al volto.
-Ma io…- fa per protestare, visibilmente in difficoltà e io apro la bocca già pronta a schierarmi dalla sua parte, capendo le sue esigenze al riguardo.
Ha la responsabilità della bambina in fondo!
Ma Kidd emette un grugnito strano che mi interrompe prima che io possa proferir parola.
-E va bene! Faccio una telefonata a Trafalgar, vediamo cosa dice ma tu aspetta ad esultare!- ammonisce Lamy, mentre se la toglie dalle spalle -Stai qui a giocare con i capelli di Marco intanto!- le dice poi, piazzandola in braccio la biondo.
Si allontana estraendo il cellulare e io non posso fare a meno di seguirlo con lo sguardo, mentre se lo porta all’orecchio in attesa.
Non mi rendo conto di averlo fatto di nuovo, di essermi persa a guardarlo, finché lui non si volta verso di me e, trovandomi a fissarlo sorridente e speranzosa, mi regala un ghigno che mi fa perdere un paio di battiti.
Sobbalzo appena e cerco di mostrarmi indifferente nonostante il rossore che mi imporpora le guance ma non posso fare a meno di ringraziare mentalmente questo Trafalgar per avere risposto al telefono quando, finalmente, lui si gira a parlare e io riesco solo allora a distogliere lo sguardo. 

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Capitolo 3
*** Maglione di lana ***


Titolo: Maglione di lana
Autore: Piper_Parker
Fandom: One Piece
Personaggi: Nojiko, Kidd, Lamy, Califa, Marco, Bon Kure, Caimie
Paring: KiddxNojiko
Genere: Fluff
Rating: Arancione
Disclaimer: “Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Eiichiro Oda che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in One Piece, appartengono solo a me.” 
Tabella: Inverno 
Prompt: Maglione di lana
Note: Io adoro rubare il maglione al mio ragazzo! Letteralmente lo adoro anche se poi ci navigo dentro ma per me è una cosa meravigliosamente meravigliosa! Quindi con un prompt così non potevo che metterci taaaaaaaanto taaaaaaanto fluff! Dedico il capitolo a tutti coloro che almeno una volta nella vita hanno esclamato "Ma pizzica!" indossando un capo di lana e ringrazio di cuore Emy, Fenix, OneEyedTesoro e CarmenIlenia! Buona lettura! Piper. 






 
MAGLIONE DI LANA





Alla fine, per un qualche motivo che non sento la necessità di approfondire, Lamy non ha scuola domani così andiamo anche noi in pizzeria.
Non so come cazzo ho fatto a farmi convincere!
A me non piacciono queste cose!
Queste uscite improvvisate in gruppi malassortiti, formati da soggetti che non ci pigliano niente l’uno con l’altro.
Eppure eccomi qui, al tavolo in legno di questa pizzeria, ad aspettare la mia Texana, sperando che sia davvero extralarge come c’era scritto sul menù, perché sto letteralmente morendo di fame.
-Allora, fiammiferino! Perché non ci racconti qualcosa di te?!-
Punto lo sguardo su Bon-l’okama-chan, incenerendolo.
Che cosa cazzo vuole adesso?!
Non è mica obbligatorio raccontare i fatti propri per partecipare a uno stupido corso di finto design no?!
-Bon-chan ha ragione!- interviene Caimie -Non sappiamo praticamente nulla di… uops!-
Marco si sporge a recuperare al volo la bottiglia d’acqua che la verdina ha colpito gesticolando, afferrandola prima che si fracassi a terra.
Porco Roger, se è un pericolo ambulante!
-Scusate- mormora con un sorriso imbarazzato e le guance rosse e io strabuzzo gli occhi nell’accorgermi che sto sghignazzando come tutti gli altri.
Li osservo uno ad uno, ridere e scherzare ricordando chissà quali altri danni combinati da quella dannata ragazzina e improvvisamente realizzo che non hanno proprio niente di male assortito.
Che, semmai, l’unico che non c’entra un cazzo qui sono io.
E, inspiegabilmente, avverto qualcosa di simile a dispiacere pervadermi.
Devo ammetterlo, ormai sto imparando a conoscerli, proprio come si conoscono tra loro e sono tutti brave persone.
Si aiutano a vicenda, nel corso come nella vita, o almeno è questa l’impressione che mi danno.
-Allora Kidd!-
La voce di Nojiko mi riscuote e mi ritrovo a ghignare quasi in automatico quando mi giro verso di lei e trovo i suoi occhi nocciola che mi osservano curiosi e con quella punta di malizia che li caratterizza.
Che cazzo mi prende stasera, proprio non lo so.
-Non vuoi dirci proprio niente?!-
La osservo meglio e noto una certa curiosità sul suo volto.
Non vuole mettermi alla gogna, è davvero interessata, vuole conoscermi meglio.
E, per una qualche ragione, questa consapevolezza mi scalda il cuore.
In fondo non posso mica continuare con sta storia che io con loro non c’entro niente se poi nemmeno ci provo a farmi accettare!
Mi stanno dando la possibilità di diventare parte di questo strambo gruppo e, contro ogni logica, mi rendo conto di volerlo anche io.
-Dunque, mi chiamo Eustass Kidd, ma questo lo sapete già- esordisco, rigorosamente borbottando, non sia mai che pensino che sono entusiasta del momento confessione -Ho 29 anni e faccio il metalmeccanico. A scuola ero una capra, finivo sempre in punizione, il più delle volte per avere insultato un prof o pestato qualcuno e, non fosse per mia nipote, non mi sarei mai iscritto a un corso su come decorare la casa con roba fai-da-te- mi interrompo quando scoppiano a ridere.
-Oh ma dai!- protesta Califa, tra le risate.
-Poi vediamo…- rifletto.
-Non hai la ragazza?!-
È Caimie a chiedermelo e diventa paonazza non appena mi concentro su di lei.
Califa e Bon-chan mi osservano con interesse e Marco con indifferenza.
Con la coda dell’occhio scruto la reazione di Nojiko e la trovo anche lei del tutto disinteressata all’argomento.
Non mi guarda nemmeno, impegnata a far vedere a Lamy come piega il tovagliolo per farlo diventare un fiore.
Il che mi infastidisce parecchio, provocandomi un grugnito, e, non so perché, sento la necessità di mentire.
Anche perché sono uno stronzo orgoglioso e non ammetterei mai di essere single con loro che mi conoscono appena.
-Uno stuolo!- rispondo ghignando e riuscendo a strappare un mezzo sorriso anche a Marco, che scuote la testa divertito.
 

§
 

La pizza è extralarge e la serata piacevole.
Lamy crolla addormentata verso le dieci con la testa sulle gambe di Nojiko e le gambe sulle mie, per niente disturbata dalle chiacchiere e risate intorno a lei.
Bon-chan è l’indiscusso re della serata, con quel suo modo teatrale di raccontare aneddoti e io appallottolo velocemente tra pollice e indice un pallino di carta, strappata alle tovagliette singole, mentre lo ascolto.
Mi giro per dare un occhio a mia nipote e con stupore mi accorgo che Nojiko l’ha coperta con il proprio cappotto.
Osservo le sue dite affusolate che le accarezzano la testa, materne e distratte, mentre, appoggiata allo schienale della panca in legno, ascolta Bon-chan sbuffando di tanto in tanto una risata.
È parecchio stanca, lo capisco dai suoi occhi, ma trova comunque le energie per partecipare attivamente alla conversazione.
Si sporge in avanti, appoggiando un gomito al tavolo e il mento alla mano chiusa a pugno, senza smettere di coccolare Lamy, e colgo un movimento impercettibile, come un brivido che l’attraversa.
Ha freddo nonostante il maglione di lana a collo alto ma non può mettersi il cappotto perché lo ha dato alla piccola.
La osservo qualche istante poi, senza una parola, mi sfilo il maglione bordeaux con i bottoni, rimanendo con la camicia di jeans, e glielo poso sulle spalle.
Mi giro subito, incrociando le braccia al petto e sbirciando di striscio la sua reazione.
Sgrana appena gli occhi e si volta a guardare cosa le ho messo addosso, stringendo appena con la mano la lana del mio indumento, poi porta lo sguardo su di me.
Mi fissa giusto qualche istante prima di abbozzare un sorriso, stringersi addosso il maglione e tornare a concentrarsi su Bon-chan.
E io mi rendo conto che non è più per quell’imbecille di un okama che sto ghignando. 

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Capitolo 4
*** Capelli spettinati ***


Titolo: Capelli spettinati
Autore: Piper_Parker
Fandom: One Piece
Personaggi: Kidd, Nojiko, Lamy, Marco, Caimie, Califa, Bon Kure
Paring: KiddxNojiko
Genere: Fluff
Rating: Arancione
Disclaimer: “Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Eiichiro Oda che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in One Piece, appartengono solo a me.” 
Tabella: Inverno
Prompt: Capelli spettinati
Note: Io li odio i capelli spettinati! I miei! Per un ragazzo con i capelli spettinati a regola d'arte potrei uccidere! Se poi suddetto ragazzo fosse rosso, apriti cielo! Quindi sì dai non è stato tanto difficile scrivere questo capitolo che dedici a tutti coloro che almeno una volta hanno passato le mani tra i capelli del/la proprio/a ragazzo/a con autentica malizia! Buona fluffosa (spero) lettura! Piper. 




 
 
CAPELLI SPETTINATI


 
Con mani esperte arrotolo il feltro verde, costruendo rapida i rami di vischio finto che mi sono stati ordinati.
Non dovrei farlo durante il corso, non è molto professionale ma i ragazzi hanno tanto insistito perché non mi preoccupassi che alla fine ho deciso di approfittarne.
Avrei finito con l’andare a dormire a chissà che ore se no.
Lancio un’occhiata ai miei allievi, mentre applico la colla attenta a non sporcarmi i vestiti.
In effetti la decorazione che stanno facendo è piuttosto semplice, ormai hanno tutti una certa manualità.
E poi non manca chi li aiuta.
Sorrido, distraendomi mio malgrado, nell’osservare Kidd che aiuta Caimie a pinzare il suo fiocco di neve in feltro, prima che si conficchi qualche graffetta nella mano.
Mentre lavora rapido, le sta rispiegando come bisogna unire i vari intagli per ottenere l’effetto desiderato e Caimie continua ad annuire attenta, arrossendo sempre di più ogni volta che Kidd si gira a guardarla per accertarsi che abbia capito.
Anche Califa si è avvicinata, piegando il busto in avanti e appoggiando il viso su entrambi le mani, mentre lo guarda famelica.
Scuoto la testa divertita e ripenso a quanto rapidamente si sia aperto e integrato nel gruppo dopo la cena improvvisata di due settimane fa, complice anche il fatto che Lamy è diventata praticamente la nostra mascotte e la cosa sembra piacerle parecchio.
Seduta sul tavolo, sgambetta osservando i movimenti dello zio e sorridendo senza riserve.
È davvero una bimba eccezionale e il fatto che straveda per quell’energumeno di Kidd la dice lunga sul suo conto.
E in fondo nemmeno io ho mai creduto al suo presentarsi come un burbero ammasso di muscoli senza cuore.
L’ho sospettato quando mi ha salvato da quella caduta e ne ho avuto conferma più che mai due settimane fa quando mi ha messo il suo maglione sulle spalle.
Francamente, non l’ho dato a vedere ma il suo odore è qualcosa di stordente.
Ammetto, anche se so di sembrare patetica, di avere messo a lavare con riluttanza il mio pull-over quando mi sono accorta che profumava di lui.
Mi riscuoto dalle mie considerazione nel vedere Califa che si allunga verso di lui, infilando le dita tra le sue ciocche rosse e spettinandogliele in un gesto quasi materno, mentre gli dice che è proprio un bravo ragazzo, guadagnandosi un’occhiataccia e un ringhio.
Continuando a lanciargli occhiate eloquenti da sopra la spalla, Califa torna al suo tavolo, mentre Kidd si gira di nuovo verso Caimie.
-Allora capito?!-
-Sì, adesso è tutto chiaro Kidd! Grazie davvero!-
Le ghigna prima di prendere Lamy in braccio e tornare verso la loro postazione.
La piccola ficca decisa una mano nella sua chioma e prende a muoverla rapidamente, imitando il gesto di Califa di poco fa.
-Ehi! Lamy ma che fai?!-
-È che sei proprio bravo zio!- esclama la piccola, facendo ridere tutti e tornando a spettinarlo.
Io non rido, mi limito a sorridere.
Non rido perché sono concentrata a immaginare che sensazione si deve provare a poter passare le dita in quella zazzera di fuoco, già disordinata di suo.
Sobbalzo quando realizzo pienamente cosa sto pensando, colta alla sprovvista.
A occhi sgranati, cercando di non diventare dello stesso colore dei capelli che sono all’origine del mio disagio, distolgo lo sguardo, lievemente agitata.
Credo di avere un problema.
Riporto gli occhi sul rotolo di feltro che tengo in mano, rendendomi conto che la colla si è seccata e devo applicarne dell’altra.
Sì, ho decisamente un problema.
Un problema che, disgraziatamente, non è la colla secca. 

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Capitolo 5
*** "Buon Natale, idiota" ***


Titolo: "Buon Natale, idiota"
Autore: Piper_Parker
Fandom: One Piece
Personaggi: Kidd, Nojiko, Marco
Paring: KiddxNojiko
Genere: Fluff
Rating: Arancione
Disclaimer: “Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Eiichiro Oda che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in One Piece, appartengono solo a me.” 
Tabella: Inverno
Prompt: "Buon Natale, idiota"
Note: Sono in anticipo di una settimana abbondante ma l'alternativa era saltare l'aggiornamento di questa settimana e farne uno doppio la prossima e non mi sembrava carino nei confronti delle anime pie che stanno seguendo questa storia e che ringrazio di cuore come sempre, in particolare Emy e OneEyed per le recensioni di settimana scorsa! Dedico il capitolo a tutti coloro che sono già in pieno spirito natalizio e a quelli disperati per l'acquisto dei regali! Tenete duro! Buona lettura e che il fluff sia con voi! Piper. 



 
"BUON NATALE, IDIOTA"



 
 Che cazzo ci faccio qui?!
Questa domanda me la sono posta spaventosamente spesso nelle ultime settimane e sempre davanti alle stesso negozio.
Affondo le mani nelle tasche del parka imbottito e sbuffo, formando nuvolette di condensa davanti a me, nel toccare la scatolina rigida con le dita.
Ancora appoggiato al lampione, dalla parte opposta della strada, osservo la vetrina illuminata della Girandola e il Mandarino, esaminando con aria critica il ghirigoro che Nojiko mi ha spiegato essere una rappresentazione astratta dei due oggetti che danno il nome all’attività, ideato da sua sorella che se l’è anche fatto tatuare sul braccio.
Sono le sei della Vigilia e tra poco è ora di chiusura.
Struscio un piede nella neve bianca e fresca, riflettendo sul da farsi.
Posso aspettarla qui, in zona franca, oppure entrare al negozio per darle il suo regalo.
Valutando pro e contro, se aspetto che sia lei a uscire dovrò assistere all’apertura del pacchetto, cosa che volevo evitare.
Invece, entrando al negozio, posso lasciarglielo sul bancone e squagliarmela rapidamente, inventando un qualche impegno e che mi sono fermato giusto perché ero di passaggio.
Non so nemmeno io cosa mi è preso, non sono tipo da fare regali a caso.
Settimana scorsa, all’ultima lezione, ognuno di noi ha scelto una decorazione diversa da realizzare da regalare al compagno che estraeva dal cappello di Babbo Natale.
A me e Lamy, manco a dirlo, è capitato Bon-chan che ha cercato di barattarlo con un bacio sotto al vischio, l’imbecille. 
Ma questo è diverso.
Questo regalo è stato studiato e realizzato apposta per lei.
Dal sottoscritto, che riesce a trovare idee accettabili per i propri amici storici solo dopo lunghi mesi a spremersi le meningi e invece per lei mi è venuto praticamente naturale.
Non so nemmeno come reagirà e, francamente, non so nemmeno se lo voglio sapere.
Sospiro, prima di staccarmi dal palo per attraversare la strada e avviarmi verso il negozio, più agitato di quanto voglia ammettere.
Mi accosto alla vetrina e sbircio dentro, prima di salire gli scalini ed entrare.
E il cuore mi si ferma quando, sotto il mio sguardo che si sgrana mio malgrado, vedo Nojiko stretta tra le braccia di Marco.
Cazzo!
Cazzo che botta!
Non me l’aspettavo!
E ancora meno mi aspettavo la delusione che in un attimo mi pervade, facendomi digrignare i denti e stringere spasmodico i pugni.
A farmi incazzare ancora di più è la consapevolezza di non avere uno straccio di valido motivo per giustificare questa mia reazione.
In fondo sono io che non mi sono informato su di lei e la sua vita, dando per scontate troppe cose, ora me ne rendo conto.
Mi accorgo di tremare impercettibilmente, non per il freddo, quando Marco prende a passarle una mano a palmo aperto sulla schiena, accarezzando la lana del vestitino viola che indossa.
Non sopporto di starmene qui ad osservarli come un coglione ma, soprattutto, è meglio che mi allontani se non voglio rischiare di ammazzare nessuno.
L’ultima cosa che vedo è Nojiko che si distanzia dal collo di Marco, sollevando lo sguardo su di lui, i visi pericolosamente vicini.
Mi giro in tempo per evitare di assistere al bacio e deciso prendo a camminare nella direzione da cui sono arrivato.
Passando davanti alla porta del negozio, mi piego un attimo depositando il pacchetto regalo per Nojiko sul gradino più alto, prima di muovermi nella penombra e nella neve che cade, per allontanarmi il più velocemente possibile da qui.
 

 
§
 

Non so precisamente dove sono né da quanto sono qui.
Mi trovo ancora a Coconut Village, seduto su una panchina, illuminato dalla luce arancio di un lampione.
A fare che, non lo so nemmeno io.
Osservo la neve che cade, grugnendo di tanto in tanto, e riempiendomi i polmoni di aria fredda.
Sfrego le mani tra loro, più per sfogare la tensione che per scaldarle.
Non sono un tipo particolarmente freddoloso, io.
-Cosa ci fai qui?!-
Mi giro incredulo verso di lei, sospettando per un attimo di essermelo immaginato.
Invece è proprio Nojiko, ed è proprio qui, davanti a me, le guance arrossate per il freddo, il respiro affannato per la corsa, il cappotto infilato al volo e nemmeno abbottonato.
Anche lei mi guarda a occhi sgranati e io provo un moto di fastidio che mi fa accigliare, facendomi assumere un’espressione truce.
-Cos’è?! Proprietà privata per caso?!- abbaio, puntando lo sguardo davanti a me.
-Intendo dire, perché non ti sei fermato al negozio!- insiste lei e io trasalisco.
Cazzo!
Mi ha visto!
-Lo so che è tuo il regalo!- aggiunge non ricevendo risposta e io mi giro a guardarla, perennemente infastidito.
No, non mi ha visto allora.
-Non so di cosa tu stia parlando!- rispondo, freddo come il ghiaccio.
-Oh andiamo Kidd!- pesta un piede a terra, esasperata -Sei sempre stato un disastro con i pacchetti e quella confezione faceva pietà! Senza contare che non mi viene in mente nessun altro che avrebbe potuto farmi un ciondolo modellando il metallo con la forma del logo del mio negozio!-
Incrocia le braccia al petto e solleva un sopracciglio, consapevole di avere fatto centro.
Io grugnisco e soffio dal naso, distogliendo nuovamente lo sguardo da lei.
-È solo un pensiero! Non dargli più importanza di quella che ha!- borbotto roco.
La neve attutisce tutti i suoni e non sento i suoi passi ma, quando mi si para davanti, invadendo il mio campo visivo, le mani sui fianchi, sgrano appena gli occhi, ritrovandomi poi a cercare di incenerirla con lo sguardo.
-È bellissimo! Davvero! Grazie!-
La guardo di sottecchi, grugnendo e puntando pateticamente lo sguardo a terra.
-Beh mi fa piacere- mormoro senza verve -Spero sia piaciuto anche a Marco-
Cala il silenzio e per un po’ si sente solo qualche macchina lontana che viaggia lentamente.
Sto già per alzarmi e andarmene, incapace di reggere tutta questa tensione che Nojiko esplode, sconvolgendomi.
-Ma sei un imbecille!!! Mi hai vista abbracciare Marco e te ne sei andato?!?! Per quello?!?! Kami, quanto riuscite a essere stupidi?!?!?-
La guardo sconvolto, mentre parla a raffica, inveendo contro di me e il genere maschile.
Francamente non mi stupirei se mi tirasse un pugno.
Ma che le prende?!
Questo lato di lei mi mancava.
Certo, devo ammetterlo, è fottutamente carina con quell’espressione arrabbiata.
Conclude la sua tirata anti-uomini e mi osserva qualche istante affannata.
Poi, prima che io possa fare alcunché, ribattere o muovermi, mi si avvicina e, in un attimo, me la ritrovo in piedi in mezzo alle mie gambe divaricate.
Essendo molto più minuta rispetto a me, nonostante io sia seduto siamo quasi alla stessa altezza.
Mi posa le mani sulle spalle e io deglutisco pesantemente quando il suo alito fresco al mandarino mi investe.
-Sai, a volte le cose sono diverse da quello che sembrano- mormora e io trattengo il fiato, il cuore che prende a battermi all’impazzata.
Oh cazzo, ma quanto sono patetico!
Mi sorride, dolce e maliziosa al tempo stesso, prima di sussurrare ancora.
-Guarda su-
Io sollevo gli occhi e mi acciglio nel riconoscere uno dei suoi rami di vischio in feltro, come quello che ha nel suo negozio, come quelli che stava confezionando due settimane fa alla penultima lezione.
-Per questo li stavi facendo?!- domando, più per distrarmi dalle sensazioni che mi attraversano che per sincero interesse -Per il comune?!-
-M-mmh- annuisce e si avvicina ancora.
Ho la gola secca e faccio fatica a parlare.
-Non è… non è mica vero…-
-Ma è sempre vischio…- mi soffia sulle labbra, prima di annullare qualsiasi distanza.
Sento  che immerge una mano tra i miei capelli, scostandomi le ciocche all’indietro, e io muovo in automatico le mani ad afferrarle la vita, trascinandomela contro e rispondendo al bacio.
L’attiro più vicina, stringendola possessivo e obbligandola a sedersi in braccio in me, assaporando le sue labbra e spostando una mano a posarsi sul suo viso a palmo aperto.
Ci stacchiamo per riprendere fiato, le fronti unite e il respiro un po’ affannato, e io non riesco a impedirmi di ghignare, mentre inchiodo i suoi occhi con i miei.
-Beh… Buon Natale allora- mormoro, facendola sorridere.
Con un piccolo movimento del capo mi accarezza la guancia con la punta del naso.
-Buon Natale, idiota- sussurra mentre già si riavventa sulla mia bocca. 

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Capitolo 6
*** Labbra fredde ***


Titolo: Labbra Fredde
Autore: Piper_Parker
Fandom: One Piece
Personaggi: Kidd, Nojiko
Paring: KiddxNojiko
Genere: Fluff (???)
Rating: Arancione
Disclaimer: “Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Eiichiro Oda che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in One Piece, appartengono solo a me.” 
Tabella: Inverno
Prompt: Labbra Fredde
Note: Ed ecco qui la scena che giustifica il rating della storia, perchè sì, io proprio non potevo fare a meno di scrivere una storia FLUFF e SOTTO NATALE con un rating diverso dal verde o massimo giallo! E voi siete tutti splendidi perchè mi avete riempita di soddisfazione e io non immaginavo che questa storia avrebbe avuto tanto successo! E' stato il più bel regalo di Natale e quindi grazie davvero di cuore Emy, Fenix, OneEyed, CarmenIlenia e Luna_Oscura e poi a voi che l'avete seguita AcedPortgas e Silver Saiyan e a voi che l'avete silenziosamente letta! Buon Natale davvero! Questo capitolo lo dedico a chiunque! :* Buona fluffosa lettura! Piper. 





 
LABBRA FREDDE




Ansimo impotente contro il legno della porta, i polsi bloccati sopra la testa.
Kami, non riesco neppure a ricordare cosa sia successo lungo il tragitto verso casa mia.
So solo che appena abbiamo messo piede nell’appartamento ho fatto giusto in tempo a togliere il cappotto e poi… poi…
Ha preso in mano le redini della situazione, proprio come ci si aspetta da uno come lui, ed è evidente che è deciso a farmi sua senza troppe remore.
Basta guardarlo negli occhi per capire che resistere sarebbe del tutto inutile.
E, d’altra parte, a me resistere non interessa affatto.
È così passionale e sicuro di sé che mi sento  già al limite della sopportazione mentre scende a baciarmi il collo, facendomi gemere e sudare.
Sono terribilmente accaldata, un po’ per l’eccitazione, un po’ per il suo corpo schiacciato contro il mio.
È magnificamente caldo, Kidd.
Tutto caldo e bollente tranne che per le labbra.
Le sue labbra sono fredde e donano una sensazione rigenerante alla mia pelle ustionata, mentre scende verso le clavicole, abbassandomi il vestito sulle spalle con i denti.
Mi divincolo, quasi disperata, riuscendo a sfilare una mano dalla sua presa ferrea e portandola ad affondare nei suoi capelli, spingendogli il viso contro la mia scollatura e mordendomi il labbro inferiore per soffocare i gemiti come meglio posso.
Finalmente sento che mi lascia anche l’altro polso e mi avvinghio a lui, affondando il viso nel suo collo, mordendogli la pelle della gola, mentre lui mi solleva da terra, dirigendosi verso la camera da letto.
Spalanca la porta con un calcio e mi scaraventa sul materasso.
Pochi istanti e mi ritrovo nuda con la sua imponente mole a sovrastarmi e la libido che mi scorre nelle vene come mai prima.
Faccio scorrere le mani sul suo petto nudo e scolpito e reclino la testa all’indietro, lasciandogli libero accesso, quando riprende a marchiarmi con i suoi baci glaciali.
Ansimo sempre più, gli occhi perennemente chiusi, mentre scende lungo il collo, sulle clavicole, in mezzo ai seni.
E poi lo fa.
Poggia la sua bocca gelida sulla mia pancia proprio sopra all’ombelico e io non riesco a impedirmi di sobbalzare, emettendo un suono soffocato e spalancando gli occhi.
È peggio che entrare in mare dopo essere stati al sole per ore.
-Nojiko?!- mi chiama, con una strana nota nella voce.
Raddrizzo il capo e lo trovo a fissarmi con quei suoi meravigliosi occhi dorati sgranati e un’espressione visibilmente preoccupata sul volto.
Che gli prende?!
-Stai bene?!- domanda, non riuscendo a mascherare l’agitazione.
Incredula mi tiro su a sedere, accarezzandogli il volto e abbozzando un sorriso.
-Kidd tranquillo!- lo rassicuro, mentre chiude gli occhi per godersi il mio tocco -Hai solo le labbra un po’ fredde e non me lo aspettavo!- gli spiego, circondandogli il volto anche con l’altra mano e allungandomi per baciarlo.
Mi lascio stordire dal suo sapore alcolico solo qualche istante, prima di staccarmi da lui con riluttanza per approfittare di questo momento di pausa.
-Vado a mettere il chiavistello alla porta- gli sussurro sgusciando dalla sua presa, prima che possa bloccarmi o protestare.
 Si sdraia sul materasso senza smettere un secondo di guardarmi e, anche se sono di schiena, sento la pelle andarmi a fuoco e ribollire, come la pastella nell’olio bollente.
Mi fermo sulla porta e mi giro verso di lui.
-Sei davvero adorabile quando ti preoccupi- mormoro, con un sorriso tra il malizioso e il divertito.
Solleva un sopracciglio, prima di incupirsi e grugnire e io non riesco a non ridacchiare.
-Eddai, non fare l’offeso adesso! Tanto mica ti capiterà così spesso, no?!- gli faccio notare, per poi voltarmi nuovamente verso l’uscio.
Ma fatti due passi mi blocco di nuovo, sentendolo sussurrare qualcosa che, lo so istintivamente, non è stato detto perché io lo sentissi.
-Mi preoccuperò sempre per te-
Spalanco occhi e bocca incredula, metabolizzando quelle parole.
Dette da lui, orgoglioso e burbero com’è, valgono più di una dichiarazione e il mio cuore prende a scalpitare, rischiando di fracassarmi qualche vertebra.
Non mi ero accorta di essere già a questo livello.
Di provare già così tanto per lui.
Ma me ne accorgo ora e il chiavistello può decisamente aspettare.
Io no.
Torno veloce verso il letto, per schiacciarmi su di lui e rubargli il respiro, cogliendolo impreparato ma solo per un istante.
Si riscuote subito e mi stringe a sé e io mi lascio andare, annegando in lui, rilassandomi e beandomi del calore che emana.
È magnificamente caldo, Kidd.
Tutto caldo e bollente tranne che per le labbra.
Le sue labbra sono fredde ma non c’è nessun problema.
Da oggi in poi ci penserò io a scaldargliele con le mie.
 

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