Schiavi della Luna

di I_SHIP4
(/viewuser.php?uid=779382)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il nuovo professore ***
Capitolo 3: *** Ringhi ***
Capitolo 4: *** Molto stupido ***
Capitolo 5: *** Licantropi ***
Capitolo 6: *** Il morso ***
Capitolo 7: *** Probabilità ***
Capitolo 8: *** Domande e risposte ***
Capitolo 9: *** Controllo ***
Capitolo 10: *** Fututo ***
Capitolo 11: *** Licantropo ***
Capitolo 12: *** Addestramento ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

Sono tutti morti, morti.

Corro.

Forse perché ne ho bisogno, forse perché non voglio morire anche io. Mi manca il fiato.

Cado.

Non credo sia possibile correre così tanto, nemmeno per noi. Vorrei solo rimanere qui.

Morire anche io. Penso a mia madre, al suo sorriso, lei vorrebbe vedermi così? Sarebbe fiera di me? So già la risposta. Mi rimetto il piedi e corro.

Corro.

Non è mio zio, non è lui quello che mi sta inseguendo. È un mostro. Non voglio morire. Loro non vorrebbero. Lo sento avvicinarsi, ne sento l'odore, ne sento la rabbia, l'istinto.

Ho sempre amato la foresta, la conosco bene, questo mi aiuterà?

Corro.

Mi tornano in mente gli avvenimenti di questa notte, cerco di scacciarli, li devo scacciare. Mio padre che mi guarda, le sue ultime parole: “scappa”. Mia madre, morta, con la gola squarciata da parte a parte, la testa che si regge sul collo per miracolo, ricoperta di sangue. Papà è morto lì accanto, con il petto distrutto. Anche mia sorella era con loro ma si è limitato, le ha rotto il collo. Almeno credo, era a terra, non respirava.

Corro.

So che non ha senso, mi prenderà. Lui non fallisce mai.

Supero un tronco con un salto, ma è il colpo di grazia, cado, e so che questa volta non sarò in grado di rialzarmi. Arriva. Mi vede a terra, si avvicina lentamente. Sono suo. Ha vinto, cosa poi? Perché sterminare l'intera famiglia?

-Finalmente ti sei fermato- Cerco di non tremare, se morirò morirò con onore, come i miei genitori. Lo guardo negli occhi, quegli occhi animali, non siamo tutti così. Lui è una bestia. È in piedi davanti a me, probabilmente si sta preparando a darmi il colpo di grazia. Vorrei chiudere gli occhi, non sono sicuro di farcela, ma glielo devo. Lo devo ai miei genitori. Devo sapere perché sono morti. -Prima che tu mi uccida posso sapere perché? Erano la tua famiglia, siamo la tua famiglia- Doveva essere un urlo ma sono consapevole del sussurro che mi è uscito. Ho paura di sentire la risposta. Mi guarda dall'alto in basso con un sorriso crudele, un sorriso di chi non ha rimpianti, anzi si è divertito a sterminare la sua famiglia. Non siamo tutti così.

-E chi ti dice che sto per ucciderti? Nicholas tu mi servi. Quanto a loro, non mi servivano- Parla come se fosse normale. Ma non è normale. Lui non è normale. Io vivrò. Perché io? L'unico che fa fatica a controllarsi, il più lento, il più umano. Io sopravviverò. Lui mi farà vivere. La bestia mi farà vivere. Non so se sono contento, non so nulla, forse sarebbe stato meglio morire. Forse potrò vendicarli. Non capisco, lo guardo confuso, perché? Quel sorriso, lo odio, so di odiarlo, ma lo temo anche. Mi prende per la gola come si farebbe con un cucciolo, io sono un cucciolo. Mi tiene fermo ad un albero. Non respiro, ma a lui non importa. -Io ti addestrerò, tu farai tutto quello che ti dirò e non ti succederà nulla. Sarai il mio cagnolino. Chiaro?-.

Vuole solo qualcuno da usare, da far soffrire, adesso capisco. Vorrei liberarmi, scappare, dimenticarmi tutto; ma so che è impossibile sfuggirgli, so di non esserne capace. Non sono nemmeno sicuro di averne il coraggio. Annuisco, si è tutto chiaro.

Quel sorriso, di nuovo, ma questa volta non è soddisfatto per tutti quelli che ha ucciso, no è soddisfatto nel vedere il dolore nei miei occhi. Lo so, glielo leggo in faccia. Mi fa senso. Ma non scapperò, io non sono così. Mia sorella era così, mio padre era così, ma madre era così, mio nonno era così. Io no.



Allora, questo è il prologo della storia, lo so è molto corto ma puntavo principalmente ad attirare la vostra attenzione e spero di esserci riuscita. Domani pubblicherò il primo capitolo che ho già pronto. Spero vi piaccia e vi prego: recensite!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il nuovo professore ***


I

Il nuovo professore

-Kejeken! Mi stai ascoltando?- Alexandra, una ragazza mora, piuttosto robusta e solitamente sveglia, ma dopotutto la prima ora è dura per tutti. Sopratutto se la notte prima non si ha chiuso occhio. -Si certo prof, sono pienamente d'accordo con lei- Il prof sbuffò, non sopportava quella ragazza, i suoi capelli sparati in testa che si reggevano solo grazie a chili di gel, il fatto che avesse sempre una risposta pronta, che fosse sempre e comunque la prima della classe, no, non l'avrebbe mai accettata. - Veramente non ho mai espresso il mio parere , ragazzina è pregata di ascoltare, invece di dormire ad occhi aperti in classe- Alla ragazza era sempre piaciuto pensare che in quella scuola sarebbe successo qualcosa, qualunque cosa (anche un rapimento alieno andava bene) pur d'interrompere il ciclo continuo: lei non ascolta, il prof si arrabbia, lei risponde giusto, il prof si arrabbia ancora di più. La campanella. Cambio d'ora. Questo era uno dei pochi casi in cui gli alunni restavano seduti e cambiavano solo i professori. Stava per iniziare matematica e Alexandra amava matematica, ma non valeva la stessa cosa per il professore: un'irritante, stupido, scorbutico e nemmeno competente vecchietto che sarebbe ora andasse in pensione. La classe non era affatto impaziente di iniziare la lezione col professor Fedo, ma quando al suo posto entrò un ventenne, beh si ricredettero. 

-Buongiorno, mi chiamo Nicholas Kenwill ma per voi sono il professor Kenwill- Il professore era alto, muscoloso, con i capelli corti talmente scuri da sembrare mori. Era molto più convincente come modello che come professore, con quegli occhi poi, verdi chiaro quasi gialli, il lato femminile di Alexandra ci si perdeva. Mentre invece il lato “razionale”, come le piaceva chiamarlo, era fermamente convinto che non fosse possibile qualcosa del genere. Ma forse era qualcosa più grande di lei. L'ora passò tranquilla, le ragazze erano ammaliate dal professore e i ragazzi di certo lo preferivano a Fedo.

-Alex!Alex! Hai sentito di quel nuovo professore? Dicono sia un dio!- Lija le correva incontro entusiasta con Thomas e Lukas alle spalle, la ragazza era l'esatto opposto di Alexandra; alta, snella, bionda, solare e bellissima. I due ragazzi invece con un'occhiata veloce potevano essere scambiati per fratelli: entrambi castani, piuttosto alti, con gli occhi chiari. Ma bastava fermarsi ad osservarli qualche secondo il più, cosa che nessuno faceva, per notare le differenze: Thomas era più altro e muscoloso, i capelli erano più chiari e aveva i tratti francesi. Invece Lukas era più esile, pallido e aveva sempre quel sorriso sarcastico che Alexandra adorava.

-Si ho sentito, è il mio professore di matematica e non è nulla di speciale-

-Mmh parla la Alexandra ragazza o quella che si è tagliata i capelli in quel modo?-

-Parla Alexandra- la ragazza non avrebbe mai ammesso di trovare qualcuno anche solo minimamente carino.

-Ho capito, lasciamo stare i tuoi capelli...-

-Anche se va detto che sei un perfetto riccio- il solito sarcasmo di Lukas.

Alexandra guardò Thomas che rischiava di soffocare dalle risate -Thomas attento che c'è chi è morto ridendo-

-Come sei negativa, sorridi alla vita!- La voce squillante di Lukas suscitò le risate di Lija. -Io sorrido! È Thomas che sorride troppo-

-Ragazzi non vorrei interrompere la vostra interessante discussione e credetemi non lo farei se non fosse importante, ma credo che dovreste tornare in classe- fantastico, la ragazza amava farsi riprendere dai professori nuovi, così, giusto per il gusto di farsi una buona reputazione.

Alexandra guardò l'orologio e poi Lija, il primo faceva le 11:10, quindi la lezione era iniziata da dieci minuti, mentre la ragazza sembrava trovarsi nel mondo dei sogni. Decise che ne avrebbero parlato dopo, ora doveva decisamente andare in classe.

 

Due di pomeriggio. -come fai a non amarlo? In classe lo amano tutte! E hanno ragione, con quel sorriso, quella voce, e quegli occhi! Hai visto i suoi occhi?- Erano circa dieci minuti che Lija assillava Alexandra con il nuovo professore di matematica. La ragazza si era rassegnata a passare un intero pomeriggio così quando sentì dei passi in salotto, passi decisi che venivano verso la loro camera. Non aspettavano nessuno. Stava già pensando al modo più veloce e silenzioso per arrivare alla collezione di coltelli sulla scrivania, ma era quasi impossibile non fare rumore. Dovevano rischiaree. -Ragazze! Abbiamo una notizia!- le due si guardarono, erano Lukas e Thomas, il primo al settimo cielo per chissà quale stano motivo, il secondo un po' in disparte, con una faccia mortificata che guardava la padrona di casa, quasi a voler dire: “non è colpa mia”. -No! Ora voi due, in particolare tu Lukas, ascoltate noi! Vi rendete conto della paura che c'avete fatto prendere? E poi come avete fatto ad entrare in casa di Alex?- Lilja le aveva praticamente levato le parole di bocca.

-Oh si, vero, non ti avevo avvertito, ho una copia delle chiavi di casa tua- La ragazza rimase a guardarlo a bocca aperta per qualche secondo -Tu hai le chiavi di casa mia? Fantastico- il “fantastico” fu seguito da uno sbuffo piuttosto rumoroso.

-E' quello che dico anch'io! Anche se Thomas non è d'accordo. Amico mi devi dieci euro-

-Dieci euro e per cosa esattamente?- Alexandra odiava le scommesse.

-Avevo scommesso che ci avresti picchiati e per una volta sono contento di aver perso una scommessa- e odiava ancora di più quando scommettevano su di lei. Quindi scommettevano sempre su di lei.

-Comunque, qual'è questa fantastica notizia?-

-Ve lo dice Thomas- tipico di Lukas, passare la patata bollente agli altri.

-Allora, premetto che non è affatto fantastica. É morta una ragazza. Elsa Stonqualcosa.

-E voi come lo sapete? Lukas non dirmi che ti sei di nuovo infiltrato nella stazione di polizia- Lija fece suonare quel “infiltrato” più come un gioco per bambini che qualcosa da prendere sul serio, anche se il loro amico aveva passato una notte il cella per ciò.

-No,certo che no! Ho sentito mio padre parlarne al telefono, tutto qui-

-Perché tuo padre, un macellaio, dovrebbe parlare di un omicidio?-

Thomas guardò l'amico indeciso, questa era la parte peggiore. -E' stata trovata nella macelleria, con uno di quei coltelli giganteschi nel petto. La finestra era rotta.-

-Lija non vomitare sul pavimento!- La ragazza era pallida e scrutava gli altri spaventata, Alexandra si sentiva più o meno come lei, solo che riusciva a nascondere i suoi sentimenti, andava molto fiera di questa sua abilità.

-Hanno ucciso una ragazza con un coltello da macellaio nell'attività del padre di Lukas? E perché?-

-E' proprio quello che dobbiamo scoprire!- La ragazza stava iniziando a spazientirsi, okay giocare a fare i detective, anche se ormai avevano quasi diciassette anni, ma questo era molto più grave e loro non potevano intromettersi.

-No, lascia fare alla polizia, questa è una cosa seria Lukas-

-Io credo che abbia ragione lei-

-Si anche io- era strano che Thomas si intromettesse in una qualche discussione, solitamente stava in un angolino e accettava le decisioni degli altri tre, quindi quando anche lui espresse il suo parere Alexandra si convinse ancora di più, era la scelta migliore, anche se l'idea l'attirava.

-Maddai! Dobbiamo almeno provarci! Ho già un piano pronto: stiamo un po' intorno ai poliziotti per...

-I tuoi piani fanno sempre schifo, Lukas, no- Alla fine, se pur titubante, il ragazzo accettò di lasciar stare e tornarsene a casa, dopo aver dato la copia di chiavi all'amica.

 

Come dopo ogni disgrazia i professori facevano tutti un discorso sensibilizzante, ognuno a modo suo, in questo momento era il turno dell'allenatore di pallavolo, nonché insegnante di Etica, quindi quello da cui ci si aspettava qualcosa di profondo; ma come sapevano i suoi allievi non era certo il tipo: -Come immagino che sappiate tutti è stata uccisa una ragazza di questa scuola, nella macelleria- Probabilmente Lukas stava cercando nello zaino un portale che lo facesse sparire all'istante -Con una mannaia, vi risparmio i dettagli. Però né a me, né a voi, importa quindi iniziamo la lezione-. Alexandra amava la sincerità quindi per una volta si trovò d'accordo con l'allenatore, anche perché sei discorsi tutti uguali: “Ci mancherà, mancherà a tutti noi, dobbiamo andare avanti senza Elsa, lei vorrebbe così, è sempre nei nostri cuori...” scocciavano, soprattutto contando che in pochi la conoscevano davvero a quanto pare. Elsa era una ragazza molto timida ed introversa, proprio per questo tutti si chiedevano chi avrebbe mai potuto fare una cosa del genere...-Hey! Terra chiama Alex!- Thomas le stava di fronte e le agitava una mano in faccia -Ricordi? Hai detto niente caso e niente caso sia!-

-Lo so, lo so, solo che i discorsi in un certo senso mi hanno colpita-

-Davvero? A me per niente, tutti ipocriti-

-Appunto, nessuno la conosceva, eppure è morta, cos'avrà fatto di male?-

-Adesso mi ucciderai, me lo sento, ma: Lukas ha passato tutta l'ora di chimica a farmi le stesse domande-

-Perché lui non ha ancora lasciato stare l'idea folle di indagare, io si!-

-E allora non pensarci nemmeno per sfizio. Piuttosto, se proprio dobbiamo indagare io direi di scoprire dove va il nuovo prof dal cognome impronunciabile in tutte le pause. Sarò l'unico ma a me quello sta antipatico, troppo simpatico per i miei gusti- Alexandra lo guardò indecisa tra ridere o rispondere seriamente. Perché, in effetti, non vedeva mai il professore durante le pause.

-Sto scherzando! È Lukas ad avere queste idee! E le idee di Lukas fanno sempre schifo, ricordi?- All'ultima parte della frase si soprappose la campanella che indicava la ripresa delle lezioni. -Beh adesso ho matematica, ti farò sapere!- E scappò in classe per evitare il secondo ritardo della settimana.

 

Le due amiche del cuore Alice e Sara erano all'ultimo banco e si sbellicavano dalle risate per chissà quale imperdibile battuta di Josh, l'unico ragazzo in grado di far saltare i nervi ad Alexandra anche solo con la sua presenza. Nel banco accanto c'erano Lija, con un'aria rassegnata, e Lukas. Avanti ai suoi amici Jordan lanciava palline di carta verso lo schiacciatore della squadra di pallavolo Will, la ragazza pregò per lui che non reagisse; avrebbe continuato volentieri l'ispezione della classe alla ricerca di un posto libero, ma dallo sguardo del professore intuì di doversi sedere al primo banco. Sarebbe stata una lezione molto lunga.

Non aveva mai capito il senso di musica, la detestava, e l'insegnante detestava lei, nulla di nuovo. Si considerava portata in parecchie cose ma la musica proprio no, non aveva orecchio per il tempo, per le note, era stonata a cantare e non riusciva nemmeno a sentire le stonature. Solitamente preferiva sedersi all'ultimo banco e passare l'ora a disegnare, ma questa volta era esattamente di fronte al professore e doveva almeno fare finta di essere interessata, almeno. -Kejeken mi si ripetere quello che ho appena spiegato?-

-Ehm si certo, allora: Mozart era un gran compositore, sapeva suonare molto bene e... Si ecco, il succo è questo-. Mai dire: “il succo è questo” a un professore. Alexandra in meno di un minuto si era ritrovata dal preside, ora aspettava fuori dalla porta una sgridata che non si sarebbe dimenticata facilmente. Solo che nell'ufficio al momento c'era qualcuno a farsi sgridare, la ragazza ci mise qualche secondo per riconoscere la voce che rispondeva, anche perché cosa avrebbe mai potuto fare un professore appena arrivato di così grave da farsi trattare così?

-No! Ascolti lei me signor Kenwill! Ho detto che non può essere libero il 14 e lei non sarà libero il 14!-

-Ma è una cosa fondamentale signore, ne ho veramente bisogno!-

-No-

La porta si aprì di scatto facendo perdere l'equilibrio ad Alexandra che caddé gambe all'aria davanti al professore, viva le buone impressioni insomma. -Stavi ascoltando?- Il tono dell'uomo non era tranquillo e pacato come al solito, c'era una punta di rabbia e sospetto che preoccuparono la ragazza, ora sarebbe sicuramente finita il punizione, ci poteva scommettere, e lei odiava le scommesse. -Io? No certo che no! Ero solo poggiata alla porta!- Il professore sbuffò per niente convinto ma probabilmente decise che non valeva la pena di spiegare alla ragazza che non si poteva origliare e se ne andò scocciato. Uno di quei colpi di fortuna che capitano una volta nella vita.

 

-Ci sarete? Dai ci dovete essere! Racconteranno delle storie fantastiche! Non potete mancare!- Le urla di Lukas si sentivano dall' altra parte del corridoio, Akexandra ipotizzò che probabilmente stava cercando di convincerli ad andare alla Notte Dei Racconti, lei si era fermamente rifiutata di partecipare, ma a quanto pare i suoi amici non riuscivano a fare altrettanto. -Lukas lascia stare i tuoi racconti di mezzanotte, nessuno vuole andare in mezzo alla foresta di notte solo per farsi terrorizzare-

-Ha ha ha molto divertente signorina-viva-l'umorismo, tanto per la cronaca si è prenotata un sacco di gente, e abbiamo ancora tre settimane per fare pubblicità!-

-Tu hai tre settimane, io Lija e Alex abbiamo altro da fare. Dobbiamo scoprire qualcosa sul professore nuovo- Thomas sussurrò le ultime parole con fare cospiratorio, che ottenne solo una risata comune. -A proposito, vuole le ferie il 14, cioè, uno arriva e subito chiede le ferie? Non credo sia la strategia migliore per far colpo-

-Magari vuole venire alla nostra...-

-Tua!-

-...Alla mia festa Dei Racconti. E poi tu come lo sai?-

-Ho casualmente sentito mentre le chiedeva al preside- Alexandra fece la faccia più innocente che le venne, non che fosse la prima volta che facesse qualcosa del genere, solo che si era ripromessa di diventare una studente modello e stava fallendo miseramente. -Finalmente la vecchia Alexandra! Ora che sei tornata te stessa e non quella insopportabile secchiona che è durata circa due settimane, possiamo occuparci dell'omicidio?-

-No!- la ragazza non ebbe nemmeno il tempo di aprire bocca per rispondere all'amico, ci avevano già pensato Thomas e Lija, che stava continuando a parlare -Abbiamo deciso di no, è una cosa seria e siamo tutti d'accordo-

-Io no! Dobbiamo indagare!-

-No, non dobbiamo, Lukas ne abbiamo già parlato, dacci ascolto, per una volta-

-Uffa, però a questo punto mi rifiuto di portare avanti qualsiasi tipo di indagine, anche sul bellissimo professore-

-Ma infatti stavano scherzando, vero Alex?-

-Eh? Si certo- Non stava seguendo il discorso degli amici da un po', era più interessata a guardare quell'uomo che girava come se non fosse mai entrato a scuola e a Mystic Port sono entrati a scuola almeno una volta.

-Ci stai ascoltando?-

-Per voi quello chi è?- Puntava sopratutto su Lukas per una risposta, era lui che sapeva tutto di tutti di solito.

-Non so di preciso chi sia, ma so che sta sempre con il professor Kenwill- Alexandra guardò Lija stpita. -E tu come lo sai? Non dirmi che lo segui!-

-No! Li ho solo visti insieme un paio di volte, anche se il professore non sembrava molto contento-. La ragazza tornò a guardare l'uomo. Sarà stato sulla trentina, decisamente palestrato, con i capelli chiari tagliati corti, quasi militare. Era il tipo di persona da cui si sarebbe tenuta lontana, se non fosse che era decisa a scoprire qualcosa, e lei se voleva scoprire qualcosa non si fermava di certo. Aveva già messo appunto la sua strategia: avvicinarsi, proporsi di accompagnarlo dovunque volesse, fargli tante domande. Era pronta, se non fosse che era appena arrivato il professor Kenwill e se ne stavano andando insieme, senza rivolgersi parola, solo un ciao sussurrato a bassa voce. Alexandra si girò verso i suoi amici. Dovevano scoprire qualcosa.
 


Non ho nulla di particolare da dire, spero che vi piaccia e che recensiate.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Ringhi ***


II

Ringhi

 

Thomas osservò i suoi compagni di classe per l'ennesima volta. Nessuno ascoltava. C'era chi disegnava, Jonathan e Beatrice si scambiavano sguardi dolci, Harry guardava interessato il foglio bianco davanti a lui, il suo compagno di banco, James, prendeva appunti, o almeno ci provava. Al primo banco Julia era l'unica ad ascoltare davvero la lezione. Quanto a lui, aveva un professore di matematica cui pensare.

Il telefono vibrò. Naturalmente era Lukas: vieni in bagno. Quanto avrebbe voluto stare in classe con loro. -Ehm mi scusi prof, posso andare un attimo in bagno?-

-E io che pensavo che il signorino volesse risponderci, ma a quanto pare non è preparato giusto?-. Una risata forzata dalla classe.

-Napoleone, adesso posso andare?- Era difficile che Thomas fosse preparato, ma questa era una delle poche eccezioni.

-Vai vai!-

Il ragazzo si alzò tranquillamente e usci dalla classe, una volta fuori corse in bagno.

-Eccomi, che succede di così fondamentale?-

-Ho frugato tra le cose del professore e guarda che ho trovato- Lukas tirò fuori un cerchio di legno grande più o meno come il palmo della mano. Forse in precedenza era dipinto ma ora si scorgevano solo delle macchie, in prevalenza era ricoperto di graffi; graffi che sembravano causati da un animale.

-Magari è del gatto?- Non ci credeva nemmeno lui.

-Si certo, il gatto-

-Alex e Lija che ne pensano?-

-Alex è interessatissima e dice che dobbiamo andare in fondo. Lija è scioccata per il fatto che ho frugato tra le cose di un professore-

-E giusto per sapere, come pensate di “andare fino in fondo”?- Il ragazzo era un po' scettico riguardo quest'ideona.

-Alex lo seguirà!- Lo disse come se fosse qualcosa di straordinario.

-Ma siete pazzi? No! E se fosse pericoloso? Io mi rifiuto-

-È proprio per questo che se ne occupa Alex! Ricordi che lei si sa difendere?-

-Si ma non mi convince per niente il tuo piano-

-E ti pare? Dai almeno proviamoci-

A Thomas non piaceva affatto quell'idea ma preferì lasciare stare e tornare in classe.

Non se ne intendeva di animali ma una cosa era certa: chiunque avesse fatto quei graffi era pericoloso e la sua amica rischiava di finire nei guai. Alexandra finiva sempre nei guai. Avrebbe passato la pausa, che sarebbe iniziata tra poco, a convincerla che fosse un piano terribile.

 

-Thomas mi so difendere!-

-È a stessa cosa che dico io!- Lukas, sempre in mezzo.

-Lo so, ma potrebbe non bastare. Perché non lasciare stare? Ci tengo alla mia amica-

-Per qui graffi! Tranquillo, mica mi ammazzo. Seguo solo un prof-

-Un prof con un pezzo di legno pieno di graffi in cartella. E proposito, l'hai rimesso a posto?-

-Certo che no! È una prova-

-È del professore!- Era la prima volta che Lija interveniva nella discussione quindi tutti e tre si girarono a guardarla.

-Già mi sembra ridicolo indagare su un professore che non ha nulla di strano, esclusi gli occhi ovviamente. Ma per di più volete pure derubarlo! Ora Lukas va subito a rimettere apposto quel coso altrimenti lo denuncio, chiaro?- quando voleva la ragazza sapeva essere molto convincente.

-Chiarissimo-

-Ragazzi, io comincio- Alexandra stava guardando il professore con un'espressione che a Thomas non piaceva affatto. Era sempre più convinto, si sarebbe cacciata nei guai. Guai grossi.

-Lo sai che non sei obbligata?-

-Sarà divertente- La ragazza fece un segno di saluto ai compagni e si avviò verso la moto. Probabilmente lei era l'unica ragazza della città ad avere una moto, e che moto! Una BMW R 1200 GS , cioè la moto dei sogni di più o meno tutti, con i cerchioni rossi. Thomas e Lukas guardarono incantati la moto per qualche secondo, cosa che succedeva circa ogni volta.

 

Alexandra si teneva abbastanza lontana dalla macchina del professor Kenwill, in modo da non essere notata, ma nemmeno troppo da perderlo. Si considerava abbastanza brava a seguire le persone. Continuavano a tornarle in mente le parole di Thomas. Sarebbe stato davvero pericoloso? Non che avesse paura. No. Lei non aveva mai paura. Solo che magari era finalmente arrivata la svolta che aspettava da sempre. Si era fermato. Decise di continuare per un po' per non destare sospetti, poi sarebbe tornata indietro a piedi.

Doveva essere veramente minimo lo stipendio del professore costatò Alexandra. Si trovava di fronte ad un magazzino abbandonato che probabilmente Nicholas Kenwill aveva riadattato a casa. Avrebbe preferito che ci fossero delle finestre, infatti non aveva idea di come fare a controllarlo: non poteva entrare e non vedeva finestre o altre fessure da cui osservare. Optò per restare fuori e aspettare.

Era seduta lì da circa due ore, “lì” aveva una buona visuale sulla porta ma era difficile da individuare uscendo. Il posto perfetto. Si stava iniziando a fare notte e ancora non succedeva nulla, doveva ammettere di essere un po' delusa, sperava in qualcosa di anche solo minimamente strano. E invece nulla. Nulla di null...Un rugito, o forse sarebbe stato meglio chiamarlo ringhio. Due ringhi animaleschi. Provenivano dalla casa. Alexandra fece appena in tempo a registrarne la fine. Decise che qualunque cosa fosse, o fossero, non valevano la sua vita. La moto era vicina, doveva correre. O forse sarebbe stato meglio avvicinarsi il più silenziosamente possibile, si sarebbe stato meglio così. Dopo due interminabili minuti per raggiungere la moto salì, diede Gas e partì. Per tutto il viaggio la ragazza non osò guardare indietro. Le rimbombavano in testa quei ringhi, ora era sicura che fossero due: uno più acuto, come se fosse di un bambino, mentre l'altro sicuro e, se possibile, più spaventoso del primo. Non era esperta in ringhi di animali, ma era sicura: qualcosa del genere a Mystic Port non si era mai sentito. Quella notte non dormì affatto.

 

-Alex! Sono le tre di notte, si può sapere perché mi hai chiamato?-

-Non fare tutte queste storie, anche tu mi chiami spesso a ore improbabili della notte. Comunque ti ho chiamato per chiederti una cosa: che animali ringhiano?-

-Tu mia hai chiamato alle tre di notte per sapere che animali ringhiano? E poi sarei io il pazzo...-

-Esatto, allora?-

-Mmmm...il lupo e il cane, credo. Posso sapere perché?-

-Così, un dubbio-

Alexandra riattaccò, quelli non erano di certo ringhi di un lupo, e ancor meno di un cane.

 

-Si esatto, ho passato tutto il giorno a seguirlo e non ho scoperto assolutamente nulla, riproverò domani-

-Magari vuol dire che non c'è nulla da scoprire- Lija continuava a difendere la sua posizione: il professore è un semplice professore e loro sono tutti matti. Ma la ragazza sapeva cosa aveva sentito. Qualcosa da scoprire c'era di certo.

-Io sono d'accordo con Lija, dobbiamo lasciare stare, Alex lo sai che se ti scopre può anche denunciarti?- L'ultima cosa di cui si preoccupava era una denuncia.

-Ma che le frega! Vero che non ti importa?-

-Certo che no, devo scoprire qualcosa-

-Ecco, deciso-

Alexandra era combattuta, da una parte voleva raccontare di quei ringhi ai suoi amici e compagni d'investigazione, dall'altra sapeva che non l'avrebbero presa sul serio e magari l'avrebbero considerata pazza. Cosa che probabilmente era. Ma non riusciva a non pensarci.

-Alex! Sei ancora con noi?-

-Si si, stavo solo pensando alla strategia migliore-

-Beh ti consiglio di pensare al modo migliore per non arrivare di nuovo in ritardo, la lezione è iniziata da tre minuti e tu ora hai matematica-

Doveva ammettere che le faceva un po' paura passare l'intera ora con lui, ma dopotutto non sapeva che l'aveva seguito. No, non lo sapeva. Perché avrebbe dovuto saperlo? Se non lo sapeva allora perché l'aveva fatta sedere al primo banco? Era passata solo mezz'ora. Alexandra continuava a guardare l'orologio impaziente, e il professore se ne era accorto. -Deve andare da qualche parte Kejeken?-

-No, cioè, dopo ho Chimica ma può pure continuare la lezione- Non non pensava di essere così comica e soprattutto non pensava che quella risata generale piacesse al prof che alzo gli occhi al cielo.

-Bene, come stavo dicendo il problema va svolto...- La ragazza tornò ai suoi problemi, ringhi animali provenienti dalla “casa” di un professore. Più ci pensava e meno era convinta della sua decisione di seguirlo, a pensarci bene sembrava una pessima idea. Una terribile idea. La sera prima aveva fatto una piccola ricerca su internet e non aveva ottenuto nulla, se non una tremenda voglia di dormire sul banco.

Decise di fare un attimo il punto della situazione, di solito era Lukas ad occuparsi di queste cose ma in questo caso non poteva metterlo in mezzo. Scriveva una lista di quello che non sapevano e di quello che dovevano scoprire per ordine d'importanza. Nel dubbio fece la stessa identica cosa.

 

Cosa so:

  • Ha 22 anni

  • Ha un disco di legno pieno di graffi

  • Vive in un magazzino abbandonato

  • Ha qualcosa che ringhia

Cosa non so (ma devo scoprire):

  • Come fa d insegnare a 22 anni

  • Perché ha quel disco e cos'è

  • Cosa sono quei graffi

  • Perché non ha una casa (meno importante)

  • COS'È CHE RINGHIA?

Questo fu il risultato, il pratica non sapeva quasi nulla. La campanella. Alexandra non diede al professore nemmeno il tempo di salutare che già era corsa fuori. Non avrebbe passato più dello stretto necessario il classe con lui.

-Alxandra, posso parlarti un secondo?- Perché il professore voleva parlare con lei? La ragazza era tentata di fare finta di nulla e correre via, sì, sarebbe stata un'ottima idea.

-Certo prof- Ma lei non era brava con le buone idee.

-Capisco che la mia materia possa non piacerti, ma sei pregata di fare almeno finta di essere interessata, così, per evitare che ti debba mettere un'insufficienza-

-Ehm si, mi scusi oggi ero un po' distratta, giuro che non succederà più. A me piace matematica!- Per un attimo aveva temuto il peggio, ma a quanto pare non sapeva che Alexandra era a conoscenza del suo “segreto”, meglio.

 

Oggi aveva pallavolo, se ne era completamente dimenticata. Questo voleva dire niente pedinamento, però non poteva nemmeno chiedere agli altri di pensarci loro. Doveva trovare una soluzione, doveva assolutamente trovar...-Buongiorno, per chi non mi conoscesse sono il professor Kenwill e oggi sostituisco il vostro allenatore, bene direi che potremmo iniziare con cinque giri del campo- Alexandra rimase a guardarlo senza parole, ecco la sua soluzione. Si ripromise di aggiungere un punto alla lista delle cose che sapeva: sa giocare a pallavolo (o almeno insegnarla). La cosa negativa era solo che avrebbero passato altre due ore nella stessa stanza, ma in questo caso non era un gran problema: la pallavolo, lo sport in generale, la metteva sempre a suo agio e inoltre il professore avrebbe visto le sue potenzialità (muscoli) e magari c'avrebbe pensato due volte prima di scatenarle contro la cosa ringhiante. Sperava. Magari. Forse. Okay, meglio lasciare stare, quella cosa era sicuramente molto più forte di lei.

-Alexandra più in alto!- Forse la cosa ringhiante non era l'unica cosa del professore di cui doveva avere paura, era da circa dieci minuti che facevano lo stesso esercizio, saltare, saltare, saltare, e lui non era mai soddisfatto. La ragazza guardò i suoi compagni di squadra, tutti maschi, nessuno sembrava contento di questo nuovo allenatore; perfino Will che amava faticare era sfinito.

-Coach possiamo avere qualche minuto di pausa?-

-Cinque minuti- Alexandra lanciò uno sguardo grato a James, il ragazzo che aveva avuto il coraggio di chiedere quell'attimo per riprendersi, e corse in bagno a bere.

 

Un'altra ora di allenamento passata. -Si! Vi dico che è matto! Ci ha fatto fare cinquanta flessioni solo perché gli abbiamo chiesto qualche minuto di pausa in più!-

-Magari era l'ennesima pausa che gli chiedevate- Lija sempre a difendere il professore. Alexandra la fulminò con lo sguardo.

-No-

-Comunque non è questo il punto: perché non l'hai seguito?- Lukas invece aveva solo quello il mente, non voleva sentire ragioni.

-Lukas! Non mi reggevo il piedi! E ora è meglio se andiamo in classe che ho Lettere e quello mi odia-

-C'è un qualche professore che non ti odia?- I tre si salutarono e ognuno puntò alla sua classe: Lija Biologia, Lukas Francese e Alexandra Lettere.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Molto stupido ***


III

Molto stupido

 

Seguire un professore era stupido. Seguire un professore in possesso di qualcosa ringhiante era molto stupido. Alexandra era brava a fare cose stupide, come passare tutte le pause, i minuti liberi e i pomeriggi a seguire un professore piuttosto inquetante. Non aveva più sentito ringhi o cose strane, se non qualche litigata con il suo più o meno amico. Ma erano passati solo tre giorni quindi non voleva dire nulla, aveva letto ha qualche parte che per essere sicuri di qualcosa bisognava essere successa almeno tre volte quindi bisognava vedere cosa sarebbe successo quel pomeriggio. La ragazza ci pensò un attimo, era Lukas quello che ragionava così!

Stava tornando in classe passando dalla presidenza, era lì che solitamente trovava, o sentiva, tutte le informazioni. E sembrava essere stata un'ottima idea: c'era lo sceriffo in persona a parlare con il preside: -Sì, è di vitale importanza, va fatto assolutamente le ho detto-

-Mi scusi ma non posso chiedere a tutti i miei professori di accoltellare un maiale solo perché lei ha dei sospetti!-

-Ho un mandato-

-Non credo che basti...Kejeken! Che ci fa qui!? In classe, subito!- Alexandra non se lo fece ripetere una seconda volta, corse in classe impaziente di condividere le sue informazioni con gli altri. Al diavolo la ripromessa di lasciar fare agli esperiti. Soprattutto ora che c'erano cose ringhianti in mezzo.

Era stranamente puntuale per Biologia, l'unica materia che frequentavano tutti e quattro insieme, ma quando arrivò i suoi amici erano già lì e la aspettavano al tavolo.

-Scoperto qualcosa?-

-Lukas dammi il tempo di sedermi! Si ho scoperto qualcosa ma non c'entra con il misterioso professore, bensì con quell'omicidio di qualche giorno fa, ricordate?-

-Si e non voglio sapere nulla! Si era detto che avremmo lasciato fare alle autorità!-

-Io concordo con Lija, Alex questo non doveva essere l'anno da studente modello?- Thomas sempre a ricordarle quel piccolo particolare, quanto odiava pensare a come era andato in fumo il suo piano.

-Si si ma sentite: lo sceriffo vuole far provare tutti i professori ad accoltellare un maiale!-

-Bleah! Non lo faranno fare anche a noi spero!-

-Mannò Lija, lo fanno fare ai professori, Alex l'ha appena detto! E noi dobbiamo essere presenti- Lukas parlava più che altro con l'amico mora, che però non ebbe il tempo di formulare una risposta. Il professore si era avvicinato e ora li guardava piuttosto irritato -La lezione non è di vostro gusto? Beh credo che cambiarvi di posto potrebbe aiutare. Alexandra al posto di Sara... si signorina proprio vicino ad Alice, Lukas da Josh- Il ragazzo fece un sospiro insofferente -Thomas là in fondo, tu puoi rimanere qui-. Erano ognuno ad un angolo diverso.

Alexandra non poteva sopportare Alice. I suoi capelli, il trucco, il sorriso, la falsità, tutto. La cosa almeno era reciproca, passarono tutta l'ora sedute più lontano possibile ignorandosi. Lukas d'altra parte non stava meglio: Josh era l'opposto del povero ragazzo e il suo hobby era rovinargli la vita. Lija e Thomas erano al banco da soli e forse non era andata troppo male. Alexandra sentiva crescere l'odio nei confronti del

professore, dei professori in generale.

 

-Indaghiamo!-

-No- La ragazza stava da una parte ad analizzare i pro e i contro di quell'indagine tanto sostenuta da Lukas, ovviamente erano più numerosi i contro.

-Alex tu che ne pensi?-

-Credo che sia interessante ma forse non ne vale la pena-

-Quindi no?-

-Quindi il prof sta uscendo, vi chiamo dopo io-

Indagine o no lei doveva continuare con il pedinamento.

Aveva cambiato strada, di lì non si arrivava al magazzino. Dove stava andando? Alexandra non era affatto sicura di quello che stava facendo, no stava per fare qualcosa di molto stupido. Da quelle parti c'era solo una fabbrica, anche quelle abbandonata, ma non avrebbe avuto senso andarci, anche perché era chiusa. Lo sapeva perché da piccola andava spesso a giocare lì, e sapeva in più che tra poco la strada sarebbe diventata deserta e rischiava di essere scoperta. Era davvero brava a cacciarsi nei guai.

Voleva veramente andare alla fabbrica? Non era nulla di speciale: grande, spaventosa, nera, spaventosa, abbandonata, spaventosa, chiusa. Non che Alexandra avesse qualcosa contro quella fabbrica, solo che quando ci andava a giocare era decisamente spaventosa e non era entusiasta all'idea di entrarci con quei ringhi che le risuonavano in testa.

Si era fermato. Davanti alla fabbrica. Fantastico. La solita tecnica: andare avanti e tornare indietro a piedi. Tornò appena in tempo per vederlo entrare, non sapeva esattamente come visto che la porta sarebbe dovuta essere chiusa. Il buon senso le diceva di rimanere lì, chiamare i suoi amici, giocare al cellulare, insomma fare di tutto escluso entrare nella fabbrica con u professore a dir poco inquietante.

La curiosità ha sempre la meglio. Alexandra stava guardando l'entrata indecisa, sapeva che tanto sarebbe entrata ma almeno doveva capire come scappare in caso di pericolo. Il suo fantastico piano consisteva nel correre più velocemente possibile.

Un passo. Nulla. Un altro passo. Nulla. Era dentro. Si avviò incerta verso l'unica strada possibile, non sentiva rumori ne tanto meno voci. Se non fosse stato per il fatto che la conosceva bene e sapeva che non c'erano altre uscite avrebbe detto di essere sola. Le ultime parole famose. Unghie, ma non quel tipo di unghie di qualcuno che non le taglia da un po', nemmeno le unghie di Alice, no, unghie di animale, unghie da predatore, sulla schiena. La ragazza si fermò di botto, le unghie, o artigli, erano fermi sulla sua schiena, molto più spaventosi di qualsiasi coltello si fosse immaginata. Avrebbe voluto fare tante domande ma aveva perso l'uso della lingua, era immobilizzata con quegli artigli fermi lì. -È stato piuttosto stupido da parte tua continuare a seguirmi anche dopo aver sentito la trasformazione, sai Alex?- Era lui, il suo professore di matematica che parlava di trasformazione, aveva delle unghie probabilmente in grado di squarciarle la gola in pochi secondi, e, Alexandra tremò solo al pensiero, era stato lui a fare quei ringhi. Doveva fare troppe domande ma l'unica che le uscì fu la più stupida e banale: -Sapeva che lo stavo seguendo?-

-Certo, non sei molto brava a essere discreta- Il tono non era quello del professore che spiegava o dell'allenatore che incitava la squadra, era un tono freddo, crudele e con una punta di divertimento di chi sa che ora comanda lui. Ad Alex non piaceva affatto.

-Ora cammina- Le unghie premettero un po' di più sulla giacca della ragazza, lo stretto necessario per farla ubbidire.

-Quindi quei ringhi erano tuoi? E che cos'è la trasformazione? Sei tu che hai ucciso Elsa?- Chissà dove aveva trovato il coraggio di porgli parte delle infinite domande che le ronzavano in testa.

-Zitta e cammina-

-Zitta e cammina?! Non pensi di dovermi qualche risposta? Non...- Nel giro di pochi secondi Alex si ritrovò schiacciata al muro con il braccio dell'uomo che premeva sulla sua gola in modo da toglierle il respiro. Soffocava. E lui lo sapeva, se la prese comoda: -Io non ti devo proprio nulla, sei tu che hai deciso di seguirmi e sei tu che ne pagherai le conseguenze. Ora fai tutto quello che ti dico in silenzio altrimenti non avrei la possibilità di rivedere i tuoi cari amici, chiaro?- Era una minaccia, di solito era lei quella che minacciava. La ragazza cerco di rispondere col capo visto che non aveva abbastanza aria per formulare una qualche risposta, anzi non aveva proprio aria. Allentò la presa in modo da farla respirare, ma comunque non era in grado di muoversi e di scappare non se ne parlava proprio. -Te lo chiedo di nuovo: chiaro?- Avrebbe giurato che si stesse divertendo.

-Chiaro-

-Bene- La lasciò completamente e la ragazza cadette a terra cercando di riprendere fiato e allo stesso tempo ucciderlo con lo sguardo.

-Alzati- Per quanto avrebbe gradito una pausa respiro la ragazza fece quello che le era stato detto ubbidiente, non ci teneva a farlo arrabbiare di nuovo.

Stavano camminando da circa dieci minuti e Nicholas (aveva deciso che non si meritava nemmeno un po' di rispetto) non sembrava avere intenzione di fermasi, anzi Alex avrebbe potuto giurare che stessero girando in tondo.

-Posso parlare?- Cercò di concentrare tutto il sarcasmo e la rabbia che provava in quelle due parole. Per tutta risposta ottenne uno spintone che la fece finire a terra, un'altra volta, la caduta fu seguita da un gemito: era caduta su un sasso particolarmente appuntito. Ah, la sua fortuna. Nicholas la guardò dall'alto in basso per qualche secondo prima di dire qualcosa di molto gentile come: -Alzati-

-Ma riesci a dire qualcosa di più di alzati, cammina, zitta?! Almeno posso sapere dove stiamo andando?-

-Stiamo uscendo, ora alzati o ti trascino fuori- Proposta allettante, Alex aveva qualcosa da aggiungere alle cose odiate: Nocholas.

-Ah comunque tu mi devi dare del lei, sono il tuo professore- La ragazza, che si era alzata, rimase a scioccata, voleva essere chiamato anche professore dopo averla minacciata di morte?

-Ma mi hai appena minacciata! Sei tutto tranne il mio professore! A proposito, si può sapere cosa sei?- Nessuna risposta.

Non era mai stata così contenta uscire da quella fabbrica, appena fuori Alex si diresse decisa verso la moto, ma qualcun altro non era d'accordo -Hey hey hey! Dove credi di andare tu? La mia macchina è di là-

-Mi fai male! Potresti per favore togliere le tue smisurate unghie dal mio braccio? E comunque io in macchina con te non ci vengo- L'uomo aveva gli artigli conficcati nel suo braccio e gli bastava questo per tenerla ferma.

-Veramente non credo che tu abbia molta scelta sai? Le mie smisurate unghie potrebbe trovarsi in un luogo più vitale del tuo braccio. Ti consiglio di salire senza fare storie-

Stare in macchina in compagnia di qualcosa di ringhiante, con artigli e una particolare inclinazione alla violenza, si, era proprio così che si era immaginata il pomeriggio. Alex non si azzardava a parlare e guardava l'altro guidare in silenzio, ma, come suo solito, doveva avere delle risposte quindi: -È un sequestro di persona questo qui, potrei denunciarti-

-E cosa racconteresti alla polizia? Che il tuo professore di matematica ha gli artigli, ringhia ed è capace di ucciderti in meno di due secondi? Si mi sembra perfetto-

-Che volevi stuprarmi, sono brava a mentire- L'uomo inchiodò di colpo e la ragazza, la cui ultima preoccupazione era stata mettersi la cintura, finì faccia avanti sul cruscotto sbattendo forte la testa.

-Non ti consiglio di provocarmi, potrei arrabbiarmi-

-Vedo tutto appannato, tu sei un'idiota, stronzo...- Stavolta Nicholas se ne occupò personalmente, le prese la testa e la sbatte con forza nell'esatto punto precedente.

-Ora come ci vedi?- L'unica risposta che ottenne furono mugolii di dolore.

Alexandra non ci vedeva affatto, era tutto nero e la testa faceva un male cane, avrebbe potuto scommettere che sarebbe esplosa, sarebbe sicuramente esplosa da un momento all'altro.

Fortuna il viaggio era lungo e all'arrivo aveva almeno recuperato la vista, anche se non era sicura dell'equilibrio, era normale che girasse tutto?

-Scendi- Nicholas era di fronte a lei, con la solita espressione scocciata, che le teneva aperta la portiera.

-Veramente non credo di riuscire a camminare-

-La prossima volta metti la cintura, ora scendi- Non era poi così difficile, un piede dopo l'altro, doveva solo mettere...era a terra, di nuovo, si stava iniziando a stancare, era piuttosto frustante continuare a cadere ai piedi del proprio aguzzino.

Era bastata la vista di quelle lunghe, pericolose, appuntire unghie animalesche per farla alzare. Camminare era un'altra cosa, ogni passo le rimbombava in testa, ogni passo era una piccola tortura. E lui lo sapeva.

-Più veloce, muoviti- Non pensava che quel magazzino fosse così grande, ma forse era solo il fatto che non vedeva l'ora di fermarsi, o il fatto che probabilmente avevano preso la strada più lunga.

Un divano! La ragazza accelerò il passo per arrivare a quel fantastico divano, solo un attimo prima di sedercisi si ricordò delle bellissime e gentilissime punizioni dell'uomo -Ehm...posso sedermi? Sai mi gira un po' la testa...-

-Forse potresti aggiungere qualcosa, non so...la prego?- Nicholas la guardava sorridendo, ma un sorriso tutt'altro che rassicurante. Quel bastardo voleva essere pregato.

-Oh ti prego posso sedermi?-

-Veramente era la prego, mi devi dare del lei, ricordi?- Bastardo sadico.

-La prego signore posso sedermi?-

-Si- Alex non se lo fece ripetere, anche perché non l'avrebbe fatto, e si buttò sul divano.

-Ahhh, adesso sto meglio-

-Bene perché dobbiamo parlare di un paio di cose- L'uomo le si sedette accanto.

-Tipo? Del fatto che mi hai praticamente rapita?-

-Riguardo a quello: scrivi un messaggio ai tuoi dove dici che resti a dormire da un amico-

-E perché dovrei?-
-Perché prima per farti sbattere la testa ho usato circa un decimo della mia forza, vuoi mettere in mezzo i tuoi genitori?-

-No no, ora scrivo. Di che dobbiamo parlare allora? Di cosa sei?-

-Di quello che non dirai in giro e di quello che farò ai tuoi amici se proverai a disubbidire-

-Cosa? Anche se credo di sapere già la risposta...-

-Le vedi queste?- Le unghie, si le vedeva. -Non immagini quanto facciano male nel collo, la vittima non muore per la gola tagliata, no, se si è abbastanza bravi muore soffocata con il suo stesso sangue- Alex rabbrividì, avrebbe fatto tutto quello che voleva, nessun problema.

-E tu sei bravo?-

-Molto bravo-

-Bene, quindi, sto zitta e buona e loro vivono giusto?-

-Provi ad aprire bocca e uccido Lija-.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Licantropi ***


IV 
Licantropi

-Okay ho capito il concetto-

-Lo spero, il cellulare...- In effetti stava veramente suonando il telefono di Alexandra, era Lukas.

-Posso rispondere? O pensi di sequestrarmelo?-

-Ha ha ha molto divertente. Rispondi-

-Lukas?- Nicholas lì accanto si stava affilando gli artigli, un modo silenzioso per minacciarla, insomma. Messaggio recepito.

-Alex? Tutto ok? Avevi detto che ci avresti chiamati- Se ne era completamente dimenticata!

-Si tutto alla grande, nulla di sospetto da parte del prof, anzi credo che dovremmo lasciar stare- Ma quant'era brava a mentire.

-Lasciar stare? Seriamente? Alex stai bene?-

-Si, si e si. Che ne dici di occuparci dell'omicidio?- No. Il professore diceva di no.

-Anzi no Lukas lasciamo stare anche quello-

-Alex? Tutto okay? Sembri un po' strana-

-Lukas che ne dici se ne parliamo domani a scuola?- Non aspettò nemmeno la risposta dell'amico e mise giù. Sarebbe stato più difficile mentire faccia a faccia ma almeno avrebbe saputo cosa dire e cosa no.

-Contento?-

-Per niente, fai schifo a mentire e non vi immischierete in quell'omicidio-

-Quindi sei stato tu?- La ragazza sorvolò sul “complimento”.

-No-

-Oh insomma vuoi dirmi qualcosa di più?! Vorrei iniziare a capirci qualcosa, tipo perché il mio professore di matematica è un killer professionista con unghie che sbucano quando vuole lui, forza sovrumana, e produce ringhi!-

-Sono un licantropo e non ho solo la forza sovrumana-

-Altre minacce! Stai sempre a minacciare! E che vuol dire che sei un licantropo? Cioè, alla luna piena diventi un lupo?- Mai provocare un licantropo, gli era bastata una mano per sollevarla e ora si trovava a circa dieci centimetri da terra retta solo dalla mano dell'uomo ferma sulla sua gola. Ma quanto gli piaceva soffocare la gente! Alexandra d'altra parte odiava essere impotente e con quell'uomo lo era praticamente sempre.

-Se preferisci passo dalle minacce ai fatti, per me non c'è problema, anzi è più divertente- Ma per lei no. Aveva finito l'aria. Cercò di libarsi, ce la stava mettendo tutta, davvero. E lei che si considerava forte. La mano non si spostava di un millimetro. E lei soffocava, a momenti sarebbe svenuta.

-Tu rendi conto di quanto tu sia debole rispetto a me?- La lasciò cadere a terra. Alexandra non aveva nemmeno la forza di provare ad alzarsi, tanto non sarebbe servito, quindi optò per una soluzione più semplice: sedersi a terra. Forse non era proprio il massimo per il suo orgoglio. Ma dopotutto era andato a farsi benedire da un po'.

-Quindi sei un licantropo? E in cosa consiste essere licantropo? Non credo di aver bisogno di una dimostrazione pratica- Nicholas andò a sedersi sul divano ma non diede segni di volere che la ragazza si muovesse quindi lei preferì rimanere lontana.

-Non divento esattamente un lupo, più che altro un umano più peloso e pericoloso. La luna piena ci rende più forti ma i nuovi rischiano di perdere il controllo e in quel caso solo guai...-

-Come con la ragazza Elsa?-

-No quella non è stata un'incidente. Comunque dicevo: abbiamo i sensi più sviluppati, siamo molto più forti del normale e abbiamo artigli e zanne-

-Che vuol dire che non è stato un'incidente? L'hai uccisa apposta?-

-Non l'ho uccisa io. Ma è possibile che la cosa che ti interessa di più è chi ha ucciso una ragazza che manco conoscevi quando ti sto dicendo che sono un licantropo?-

-Affronto una cosa alla volta, se non sei stato tu chi è stato?-

-Alex tu dormi lì, io dormo sul divano prova a fare anche solo qualcosa che mi insospettisca e dormi nell'armadio- L'aveva ignorata alla grande! E in più le toccava dormire per terra. Sentiva l'odio crescere sempre di più.

-A dir la verità io non avrei sonno...-

-Io sì, quindi zitta-

 

La notte prima non aveva dormito affatto. Come se si potesse dormire nella casa di un licantropo, con il licantropo accanto. Quindi ora era stanca morta e non era sicura di riuscire a mentire ai suoi amici. Amici che la stavano aspettando davanti all'ingresso.

-Alex! Tutto okay? Perché sei vestita come ieri?- Lija, la ragazza la guardò per un attimo. Era lei la prima della lista delle punizioni. La povera, innocente Lija.

-Mi piaceva l'abbinamento, si è tutto apposto-

-Ti piaceva l'abbinamento? Ma lo sai che il nero e il blu non possono stare insieme? Alex!-

-Scusa, giuro che non lo faccio più, ora andiamo entriamo che non voglio l'ennesimo ritardo. Ragazzi venite?- I due erano da una parte in silenzio, per Thomas era normale ma Lukas? Lukas non stava mai tranquillo da una parte.

-Si si eccoci! Allora si può sapere che ti è preso ieri?- Ecco questo era il Lukas che conosceva lei, quello che faceva sempre le domande sbagliate.

-Niente, solo che non ho scoperto assolutamente nulla quindi stavo pensando di lasciare stare e smettere di giocare ai detective. Anche perché la mia carriera di studente modello ci sta decisamente rimettendo-

-Io e Thomas siamo d'accordo, vero?-

-Si, Alex finalmente dici qualcosa di intelligente. Non credevo che l'avrei mai detto ma mi mancava la mia amica con la testa sulle spalle!-

-A me no!- La campanella. Salvata dalla campanella.

 

Alexandra guardò l'orologio per la centesima volta in quella giornata, mancavano dieci minuti e poi matematica. Non poteva certo dire di essere impaziente. Le faceva ancora male la gola. Cinque minuti.

-Bene ragazzi, per la prossima volta voglio una ricerca sull'argomento di oggi- La ragazza si appuntò i compiti. Due minuti. Il professore, detto anche Nicholas.

-Buongiorno- Quel tono dolce e tranquillo, così falso. -Siccome questa non è una classe molto tranquilla ho preparato i posti fissi. Va bene?- No. Non andava bene. Ma nessuno si azzardò a contraddire un professore.

-Bene, allora iniziamo dalle prime file: al primo banco a sinistra Alexandra, a destra Will e al centro Lija...- La ragazza non stette ad ascoltare il resto, lei e Lija ai primi banchi, Lija esattamente di fronte a lui.

-Perfetto, iniziamo la lezione...- Ma se esistevano i licantropi perché lei non poteva uccidere con lo sguardo? Eppure ci si stava impegnando. Lo odiava. Odiava le sue minacce, odiava i suoi superpoteri da licantropo, odiava il fatto che fosse un professore, odiava che Lija fosse pazza di lui.

Il preside, perché il preside stava entrando il classe? Il preside non interrompeva mai una lezione. -Mi scusi professore ma c'è una persona che vorrebbe parlare con Alexandra Kejeken, è possibile farla uscire un attimo?-

-Se lei è d'accordo certo- Non si può dire no al preside.

-Si ovviamente- Ma chi voleva parlare con lei? Chi di così influente da far scomodare persino il preside?

-Signorina veda di non farmi fare brutte figure, vi lascio il mio ufficio- La ragazza entrò un po' preoccupata, ma sopratutto curiosa. L'amico misterioso di Nicholas. Perché lui voleva parlare con lei? Non era affatto tranquilla.

-Alexandra, che piacere conoscerti! Allora, nel non lo sapessi io sono lo zio del tuo professore di matematica...oh non ti ha parlato di me?- Mentre parlava si avvicinava sempre di più alla porta. Chissà perché Alex sentiva che non sarebbe stato facile andarsene. -Bene rimedierò io...-

-Tu non farai un bel niente, ti avevo detto che me ne sarei occupato io, ricordi?- Nicholas era appena entrato e sembrava piuttosto arrabbiato, guardava lo zio come se fosse sul punto di saltagli addosso. Invece l'altro era tranquillissimo e lo osservava come si osserva un animale domestico particolarmente irrequieto.

-Ricordo di averti detto di morderla-

-E io non l'ho fatto. Ho le mie ragioni-

-Peccato che io ti abbia detto di morderla e quindi tu la morderai-

-Ma che succede se mi mordi? Cioè potreste spiegarmi qualcosa?-

-Se ti mordo c'è una possibilità che diventi come me, una su dieci- Nicholas non sembrava così sicuro di sé e pericoloso come il giorno prima, la presenza dell'altro si sentiva. Alexandra non ne sapeva nulla di licantropi ma ne dedusse che era l'altro a comandare.

-E le altre nove?-

-Due che muori, sei che diventi un lupo mannaro, una che resti normale-

-Ehm e qual'è la differenza tra licantropo e lupo mannaro?-

-Che i licantropi hanno il controllo del potere, i lupi mannari no- Questa volta era stato lo zio a rispondere, alla ragazza non piaceva affatto il suo sorriso.

-Grazie tante ma direi che rifiuto l'offerta-

-Oh immagino, peccato che non stia a te scegliere, e nemmeno a Nick, decido io- L'uomo si avvicinava ad Alex con fare pericoloso. La prese per il braccio.

-È tutta tua-

-Io non ho intenzione di morderla-

-Sì mi sembra un'ottima idea-

-Vedi, però, Nick il punto non è cosa vuoi o non vuoi fare tu. Il punto è che io voglio che tu la morda- Alexandra era momentaneamente distratta, c'era qualcuno fuori dalla porta e lo conosceva anche. Lukas. Magari sarebbe restato fuori. Magari non avrebbe avuto la terribile idea di entra...

-Che succede qui? No perché, sa, quella che tiene per il braccio e una mia amica-

-Sì? Interessante. Nick ho una proposta-

-Non credo che morderò Lukas-

-Beh a te la scelta-

-Eh? Mordere? No grazie non ci tengo!-

-Lukas è una lunga storia, diciamo che farsi mordere è da evitare-

-Nick allora? Aspettiamo solo te-


Devo dire che ho faticato un bel po' a scrivere questo capitolo (mi scuso per l'orribilità), per questo è così corto, ma in terza persona proprio non riesco a scrivere. Per questo stavo pensando di scrivere il seguito in prima (come il prologo), sarebbe così orribile?
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Il morso ***


IV
Il morso

È sempre stato il suo sogno ritrovarsi nello studio del preside con un licantropo che sembra un bel po' forte e un'altro licantropo che deve decidere se mordere lei o il suo migliore amico. Certo. Comunque Nicholas non sembrava affatto d'accordo con lo zio cattivo, magari non li avrebbe morsi. Magari. L'uomo, quello che decideva, si avvicinava lentamente a Lukas. Alex voleva intervenire, eccome se voleva intervenire, ma valutando i pro e i contro, non sarebbe stata una buona idea. Lukas, povero Lukas, lo guardava senza capire. Ma una cosa l'aveva capita: meglio non farsi mordere.

-Non è che potremmo discuterne? No perché non voglio essere morso dal mio professore di matematica- La ragazza guardava il professore, l'avrebbe veramente morso?

-Morgan dammi tempo, domani- Un giorno? Avevano solo un giorno per trovale la soluzione a qual casino? Morgan sorrise, un sorriso divertito di chi comanda, quei sorrisi che Alex odiava.

-Hai tempo fino a domani per decidere chi mordere dei due- E con il passo che la ragazza ormai aveva classificato come “passo da licantropo potente” li lasciò lì.

-Abbiamo tempo fino a a domani per decidere chi mangerai? Ehm c'è qualcosa che dovrei sapere?- Si, doveva sapere molte cose.

-Voi due venite con me. Alex spiegagli tutto. Lukas evita commenti inutili-

-Io con te non ci vengo! Non morderai né me né Lukas, chiaro?- Era stupido, lo sapeva, ma non aveva nessuna intenzione mettere in mezzo l'amico.

-Sì sarebbe molto interessante sentire come me lo impedirai, peccato che abbiamo altro di cui occuparci quindi ora voi due mi seguite in silenzio altrimenti viene anche Lija con noi-

-Ora so da chi hai preso la bastardaggine, e le zanne, che puoi anche rimettere apposto- In effetti l'uomo aveva due zanne, due terribili zanne.

-Potreste spiegarmi qualcosa? Perché il professor Kenwill ha le zanne e non mi deve assolutamente mordere, cosa che vuole un tizio che sembra abbastanza potente? Non ci sto capendo nulla-

-Alex spiegagli tutto mente vi porto a casa. Casa mia- Odiava quando le davano ordini e odiava la casa di Nicholas.

-Sissignore-

Spiegare a Lukas i licantropi si stava rivelando più facile del previsto, a quanto pare sapeva tutto sull'argomento. -E quando vi trasformate gli occhi diventano rossi?- Questo Alexandra non se l'era mai chiesto. -Dipende dalla persona, i miei diventano verdi, quelli di mio zio Morgan rossi. Si dice che gli occhi sono lo specchio dell'anima, con i licantopi è particolarmente vero-

-E hai superpoteri?-

-Non li definiamo superpoteri, ma si, più o meno-

-Figo!- Alex non sapeva che fesse più strano Nicholas che rispondeva alle domande o Lukas che non sapeva qualcosa.

-Lukas non è affatto figo quando usano i “superpoteri” contro di te-

-Oh quella era un'accusa?- In effetti doveva esserlo. Perchè lei non ci trovava nulla di “figo” in tutto ciò e non l'ultima cosa che voleva era coinvolgere i suoi amici, quindi i suoi amici erano stati coinvolti.

-Quindi chi moderai?-

-Possibilmente nessuno dei due, tu sei già abbastanza insopportabile così ed Alexandra, beh è meglio di no-

-Ma perché il tuo zio malvagio vuole che tu ci morda?- Lukas stava dicendo tutto quello che passava per la testa di Alex.

-Perché lo trova divertente-

-Mmm...ho fame c'è da mangiare in questa sottospecie di casa?- Anche lei aveva fame.

-No-

-No? Non hai cibo? I licantropi non mangiano?-

-Si Alex mangiamo ma qui non c'è nulla di commestibile-

Lukas stava girando per la casa toccando e valutando tutto. Pessima idea.

-Ragazzino allontanati dalla mia libreria- La frase fu seguita da un ringhio, Alex pregò che fosse abbastanza sveglio da ubbidire.

-Perché?- Lukas non era sveglio. E aveva appena sperimentato il soffocamento alla licantropo.

-Nicholas lascialo immediatamente!- Era come paralizzata, avrebbe voluto andare lì e separarli ma, era lì, ferma lì e l'unica cosa che riusciva a fare era urlare.

-Primo: non vedo perché dovrei ubbidirti.

Secondo: non mi conviene ucciderlo.- Lukas cadde a terra tossendo.

-Ma tu sei pazzo!-

-Sono una persona che non va fatta arrabbiare-

-Alex, è sempre così? No perché vorrei diventare licantropo solo per dargli una lezione-

-Tu non diventerai licantropo. A proposito: che pensi di fare rispetto al tuo zio?-

-Sto riconsiderando l'idea di mordervi- Stava scherzando, vero? Ma con lui non si poteva mai dire.

-Sul serio?- Lukas aveva espresso i suoi pensieri.

-No, magari potreste pregare Morgan. Gli piace essere pregato-

-No! Non ho nessuna intenzione di pregare un licantropo psicopatico! E Lukas è d'accordo con me- Non l'avrebbe certo pregato, piuttosto si sarebbe coraggiosamente e inutilmente battuta.

-Beh aspetta magari ne vale la pena, no?-

-Luk...-

-A letto voi due, Alex sul divano e Lukas a terra. Io penserò a una soluzione, o a chi mordere- Non le aveva nemmeno permesso di parlare e dal tono di voce non aveva senso continuare la discussione, si sarebbe solo arrabbiato.

 

-Ripetimi perché ci dobbiamo svegliare alle cinque?- Erano le cinque di mattina e Nicholas li aveva appena buttati giù dal “letto”.

-Perché non ho trovato una soluzione, quindi devo decidere chi mordere-

-Ma non potresti, non so, ribellarti?- Evidentemente Lukas di mattina presto era particolarmente stupido, se ne era accorta anche lei: Morgan era molto potente e l'altro ne aveva paura.

-Non può, è troppo forte per lui, vero?-

-Esattamente Alexandra, sai Nick? Credo che morderai il ragazzo, lei mi sta simpatica. Stare simpatica ad un licantropo pazzo, si, era veramente bellissima come prospettiva.

-Visto che ti sto tanto simpatica potresti lasciarci andare, no?- Tentativo inutile.

-Tu puoi andare, lui no- Guardava Lukas con uno sguardo da predatore, uno sguardo che avrebbe dovuto metterla in allerta. In pochi secondi era di fronte al ragazzo e in altrettanto poco tempo Lukas era bloccato a terra dal piede dell'uomo, che guardava Nicholas.

-Se non lo fai tu me ne occuperò io. E io non sono delicato- Nicholas era immobile, guardava lo zio senza battere ciglio, non sembrava affatto preoccupato per il ragazzo ne minimamente spaventato.

-Fai come ti pare-

-Ehhhh?! No! Non potete decidere così! No!- Non era esattamente un'argomentazione convincente, anzi, faceva schifo. Soprattutto contando che Lukas stava soffocando.

-Beh o lo mordo a muore soffocato, che dici qual'è meglio?- Alex lo guardava atterrita, non era in grado di intervenire, qualsiasi cosa avesse fatto si sarebbe ripercossa sull'amico. Poteva solo guardarlo.

-Bene, la ragazza sembra aver capito il concetto, ora a noi due- L'uomo si abbassò per prendere Lukas per il collo e lo sollevò come si sollevano le bambole.

-Dove preferisci essere morso?- Lukas era terrorizzato ma quando intercettò lo sguardo della ragazza scosse leggermente la testa: non doveva intervenire. E lei non sarebbe intervenuta.

Un morso. Forse si aspettava qualcosa di più, forse si aspettava qualcosa. Di certo non un piccolo morso sul braccio. Lukas era confuso quanto lei, se non di più: -Fine? Quindi ora sono un licantropo?-

-Ora vai a scuola, diventerai ufficialmente un licantropo alla prossima luna piena, se lo diventerai- Nichoas fece un respiro, forse aveva appena recepito cosa era successo, oppure non aveva voglia di andare a scuola. Alex lo fulminò con gli occhi, non l'avrebbe mai perdonato, come non avrebbe mai perdonato se stessa per essere rimasta lì ferma. Lui ricambiò lo sguardo con una punta di sfida, non era affatto pentito.

-Andiamo, in macchina-

-Io non vado da nessuna parte con te! E non toccarmi! Non avvici...- Gli era bastata una mano, una sola mano per soffocarla e alzarla. In qual momento si trovava a parecchi centimetri da terra a soffocare per mano del professore di matematica che si era rivelato un licantropo particolarmente violento.

-Nicholas lasciala- Certo, e lui avrebbe ascoltato Lukas dopo non aver battuto ciglio mentre Morgan gli rovinava la vita...Si. Alex si ritrovò a terra libera di respirare. Guardò Nicholas a bocca aperta.

-Alzati e andate in macchina, la scuola inizia tra dieci minuti e non ho intenzione di arrivare in ritardo-

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Probabilità ***


VII
Probabilità
 
-Quindi...Nick...-
-Non provare nemmeno a chiamarmi così-
-Ma Morgan, sai lo zio cattivo che mi ha morso...? Lo fa!-
-Lui è leggermente più forte di te, quindi non chiamarmi così e basta- Lukas sbuffò.
-Prima che mi interrompessi, anche abbastanza maleducatamente a dire il vero, stavo dicendo qualcosa quindi se permetti: Nicholas mi potresti spiegare questa cosa del morso? Ci sarà qualcosa prima della luna piena? E sopratutto: che vuol dire se lo diventerò?!- Alex non apriva bocca da quando erano saliti in macchina ma decise che in questo caso toccava a lei rispondere, per quanto fosse duro.
-Ci sono delle non remote possibilità che diventi un lupo mannaro...-
-Eh? No! Io voglio avere il controllo del mio corpo durante la trasformazione!- Come al solito era preparato sull'argomento, ma ora arrivava la parte difficile.
-Oppure potresti morire- Giustamente Nicholas si era preso i compito di informare l'amico. Finalmente qualcosa di intelligente.
-Morire?! Potrei morire e nessuno ha pensato di dirmelo?- Lukas era rivolto particolarmente ad Alex ma, a sorpresa di entrambi, rispose L'uomo: -Non sarebbe servito a molto visto che non avevi scelta e poi non siamo dovuti a far qualcosa per te, io specialmente- Alex in teoria gli doveva un bel po', anche solo per l'essere amici, ma preferì non contraddire l'altro che si era inaspettatamente schierato dalla sua parte.
Erano arrivati. Salvati dalla scuola, era un giorno decisamente originale. -Ehm Lukas credo che dovremmo evitare di informare Lija e Thomas di queste, novità?-
-Si lo credo anche io- Sembrava spaventato e la ragazza in fondo lo capiva, eccome se lo capiva, e la cosa peggiore era che lei non provava nulla, solo sollievo. Era schifosamente contenta, contenta di non essere stata morsa. Naturalmente le dava fastidio il fatto che il suo migliore amico nel migliore dei casi sarebbe diventato un licantropo o nel peggiore morto, ma non abbastanza. E il prof (l'odioso, sadico, violento, indifferente prof) sembrava capirla.

La cosa ironica? La prima ora era matematica. E ovviamente Alex si considerava esonerata, o almeno sperava in un po' di comprensione da parte del professor Kenwill, cosa che sembrava inesistente. -Alexandra puoi venire alla lavagna per completare l'esercizio?- La ragazza lo guardò scioccata: credeva seriamente che lei avesse ascoltato. Guardò l'orologio, aveva la possibilità di fare una di quelle frasi ad effetto che le piacevano tanto: -Volentieri prof...ma vede...tra poco dovrebbe...- Ecco la campanella. -...suonare- Tutta la classe corse fuori. 
-No, Alexandra aspetta due minuti, vorrei parlarti- Se aveva intenzione si rimproverarla per non aver ascoltato, poteva andare al diavolo. La ragazza lo guardò abbastanza scocciata: -Si?-
-Siediti. Quello che Morgan ha fatto a Lukas non è colpa tua, chiaro? No, non dovevi intervenire, e  soprattutto: per lui le probabilità di trasformarsi in licantropo sono maggiori quindi mettiti il cuore in pace e cerca di seguire almeno un po'.- 
Alexandra non si degnò nemmeno di rispondere, si alzò e se ne andò dai suoi amici, amici a cui avrebbe nuovamente mentito.
Lija e Lukas stavano discutendo, un'altra novità. -No! Non verremo con te al cinema per vedere uno dei tanti film d'amore che piacciono a te ma noi odiamo! È fuori discussione! Diteglielo anche voi-
-Magari se c'è qualcos'altro credo che gradirei-
-Quello di Thomas è un modo gentile per dire no, e io sono d'accordo con Lukas- Amava intervenire nei discorsi.
-Alex! Ce ne hai messo di tempo per lasciare la classe-
-sì, il prof mi ha trattenuta il tempo di farmi la predica, un'altra- Lukas la guardò un attimo interrogativo, ma non poteva far insospettire gli altri quindi tornò a essere il solito allegro e spensierato idiota.
-Allora avete già deciso come vestirvi il 14? Perché non potete mica venire vestiti così alla festa dei Racconti!-
-Lukas noi non veniamo!- Alex aveva già un discorso pronto ma la voce metallica dell'altoparlante le impedì anche solo di iniziare: - A causa di una triste tragedia avvenuta ad una nostra cara alunna di cui non faremo il nome oggi le lezioni sono finiti. Siete pregati di tornare a casa il prima possibile-. I ragazzi si guardarono, nessuno osava esprimere il pensiero di tutti, se ne occupò Lukas: -È morta-. 
 
Mi scuso per l'enorme ritardo, prometto che non succederà più. Eeeehh non so...io continuo sperare in qualche recensione ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Domande e risposte ***


VIII
Domande e risposte

Si chiamava Costy, aveva diciassette anni, ed era morta. Alexandra guardò il rapporto della polizia l'ennesima volta. Non era stata una buona idea rubarlo, ma infondo non avevano scelta: lei e Lukas dovevano scoprire se era stato veramente chi credevano. In quel caso non avevano ancora progettato un piano, ma avrebbe compreso stare più lontano possibile dallo zio cattivo del professore un po' meno cattivo.

La ragazza era stata accoltellata alla schiena ripetutamente con un coltello relativamente piccolo, abbastanza da essere portato in tasca. -Che ne pensi? Devo dire che è strano, insomma se fossi un licantropo io non userei un coltello per uccidere-

-Lukas ho fatto le foto, domani lo rimetti apposto, ok? Quando a Morgan: non lo so, forse non vuole farsi riconoscere-

-Questa storia è pericolosa, Alex. E a me piacciono le cose pericolose- Lo sapeva, ma a lei no, soprattutto se ci vanno in mezzo i suoi amici.

-Devo andare a casa, i miei saranno preoccupati e anche i tuoi- Alexandra non aspettò a risposta dell'altro, gli diede il rapporto e si allontanò quasi di corsa.

Solitamente non aveva paura di girare da sola al buio, ma era tutto diverso era che c'erano minimo due licantropi in città. La ragazza sì girò di scatto, nulla -Mi sembrava...- brutta abitudine quella di parlare da sola. -Di aver sentito un rumore?- Alex si girò di scatto con l'urlo già in gola, Morgan era di fronte a lei. Aveva un sorriso tutt'altro che rassicurante e la guardava come se fosse carne, cosa ancora meno rassicurante. La ragazza tirò fuori in telefono -Ho la chiamata pronta fai un passo e chiamo la polizia- cosa in effetti vera, dopo i nuovi sviluppi preferiva essere sempre pronta.

-Sì, immagino, il punto è che...- Fu velocissimo, in pochi secondi era davanti a lei, a separarli c'erano solo pochi centimetri -... non ne avresti il tempo. Quindi che ne dici di non fare la stupida e seguirmi senza fare storie? Sarebbe meno doloroso-

-Oh immagino con è tutto poco doloroso, come quando mordi la gente, o uccidi ragazze innocenti, hai detto anche a loro che non sarebbe stato doloroso?-

-Lo vuoi sapere davvero?- L'aveva buttata lì, sperando in uno sguardo confuso, o che magari negasse, non si aspettava certo uno risposta del genere.

-No grazie, non voglio la descrizione completa di come è penetrato il coltello nella sua carne, o di come ti sentivi. Quindi mi stai rapendo o cosa?- Morgan la guardò qualche secondo con quel sorriso che le faceva saltare i nervi, sembrava sapere sempre tutto.

-Diciamo che voglio parlare e tu non puoi dire no, vieni-


 

La macchina era una BMW decappottabile nera. Alex era seduta al posto del passeggero, anche se avrebbe preferito dietro, e si ostinava a guardare i finestrino, come se quello accanto a lei non fosse un killer spietato e a quanto pare senza rimorsi.

-Come l'ha presa il tuo amico? Ah, Alex non ti conviene ignorarmi-

-Il mio amico ha un nome, Lukas, e non so, tu come l'avresti presa? Dopotutto ha solo i giorni contati-

-Non è detto, potrebbe trasformar...-

-In un lupo mannaro magari!-

-Nick è più impulsivo di me, l'avrai notato, ma comunque non ti conviene farmi arrabbiare. Potresti iniziare evitando di interrompermi. Dicevo: potrebbe trasformarsi in un licantropo, ci sono possibilità-

-Non mi fai paura, io...-

-Dovresti averne-

-Io non posso interrompere te ma tu puoi interrompere me?- Se non fosse stato che lui era il licantropo della situazione Alex l'avrebbe già ucciso. L'odiava, moto di più di quanto odiasse il suo professore, estremamente di più.

-Sì. Nick dice che sei sveglia, ma a me sembri la solita ragazza che vorrebbe essere ribelle e non segue le regole. Di solito quelle ragazze le uccido- Stranamente un sorriso faceva molto più paura di un qualche ghigno o simili. La ragazza decise che era meglio stare zitta e tornare ad osservare quel fantastico panorama.

Padrone orribile, casa orribile. Alex si guardò intorno, era praticamente tutto nero, o rosso, l'appartamento era composto da quattro stanze: soggiorno, camera, cucina e bagno. Sembrava abbandonato, in soggiorno c'erano solo delle sedie e una poltrona. -Prego, siediti pure- L'uomo andò deciso sulla poltrona e la ragazza ebbe la netta sensazione di non poter rifiutare, prese la sedia più lontana.

-Allora? Volevi solo sapere come l'aveva presa Lukas?-

-No, volevo parlare di te. Conosci entrambi i tuoi genitori?-

-Non ho intenzione di risponderti. Anzi, sai che ti dico? Credo che non risponderò a nessuna delle tue domande se prima tu non risponderai a me- Mossa azzardata, ma ne aveva bisogno.

-Fai pure, ma attenta a non tirare troppo la corda...-

-Dovvero? Okay, allora: perché hai ucciso quelle due ragazze? Perché volevi che Nicholas mi mordesse? E perché poi hai morso Lukas?-

-Affari tra me e mio nipote, era un esperimento e ho morso Lukas perché non l'ha fatto Nick-

-In pratica non mi hai detto nulla- Alexandra era frustrata, per un attimo aveva speratu in qualche risposta, ma niente.

-Ti ho detto quello che mi hai chiesto, ora rispondi tu-

-No, conosco mio padre ma non mia madre biologica, se ne è andata dopo avermi partorita, ora ho una famiglia e un'altra madre. Perché?-

-Adesso si spiega- Sembrava che gli avesse detto chissà cosa.

-Si spiega cosa?-

Morgan sorrise -Cose importanti-

-Cioè? Risposte per risposte, ricordi?-

-Ricordo perfettamente, ricordo anche di averti già risposto. Oggi dormi qui, è pericoloso andare da soli con il buio-

-Ha ha ha veramente divertente-

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Controllo ***


Ci sono molte cose da dire: prima di tutto mi scuso scuso scuso con tutti quelli che stavano seguendo la storia che ho lasciato di punto in bianco per vari motivi che non starò qui ad elencare, sappiate solo che avevo le mie buone ragioni; spero che quei pochi continuino. Poi vorrei susarmi a chi è incappato nella mia storia ed è arrivato fin qui per quello che forse potrebbe essere un cambio di stile, infatti la storia è stata ferma per otto mesi e nel frattemo io sono cambiata, anche se ho riletto tutto più e più volte quindi spero di essere riuscita a imitare la vecchia me. Stile a parte la storia resterà la stessa, lo stesso vale per i personaggi e tutte le idee per il seguito (ho post it ovunque). E niente, come ogni capitolo, o anche di più, vi prego di recensire e dirmi cosa ne pensate!

Se i suoi genitori avessero saputo il perché di tutti i: “dormo fuori” di quei giorni probabilmente l'avrebbero uccisa, ma dopotutto non è che avesse tante possibilità visto che in caso di rifiuto l'avrebbe uccisa il licantropo di turno. Erano le sei di mattina e Morgan la stava accompagnando dove aveva lasciato la moto il giorno della fabbrica abbandonata, Alexandra guardava fuori dal finestrino di quella fantastica auto persa nei suoi pensieri e mezza addormentata -Hai fratelli o sorelle?-

-È importante?-

-Sì, rispondi e basta-

-Ho un fratello di tre anni più grande di me ma è figlio della nuova moglie di mio padre quindi è fratello solo legalmente, perché?-

-Come si chiama?-

-Che ti frega?- lei si ostinava a guardare fuori come se l'autista non fosse un licantropo decisamente meno violento del nipote ma molto più pericoloso, e poi era convinta di meritarsi qualche risposta visto che la notte era stata un susseguirsi di domande improbabili a ore improbabili che non l'avevano fatta dormire, non che ci sarebbe riuscita comunque. -Mi importa, attenta che la mia pazienza non è infinita-

-Mattias, non è che me lo ritrovo ucciso con un coltello o simili vero?-

-Io non uccido a caso. E comunque le due ragazze non le ho ammazzate io, e nemmeno Nick-

Nel frattempo erano arrivati alla moto e Alexandra corse verso una delle poche cose che avevano il potere di calmarle sempre e comunque, adesso le serviva decisamente di essere calmata. Aspettò che lo zio cattivo fosse ripartito per iniziare ad armeggiare con il veicolo, anzi più che altro con la giacca alla ricerca delle chiavi e quando alzò la testa tutta felice di aver trovato quello che cercava si ritrovò a fissare due bellissimi, e spaventosi, occhi gialli, Nicholas le stava a si e no mezzo metro di distanza, no Alexandra era convinta che fosse meno, e la guardava con un sorriso beffardo e freddo come se spaventare ragazze già terrorizzate di loro fosse il suo Hobby: -Mi hai fatto prendere un colpo! Che ci fai qui? E potresti allontanarti un po' da me e dalla mia moto?- per tutta risposta l'uomo ci si sedette sopra e ad Alexandra saltò il cuore in gola insieme ad un paio di insulti che ingoiò a forza.

-Che ti ha chiesto mio zio?-

-Scendi dalla mia moto! Scendi immediatamente dalla mia moto!- Non le importava nulla della domanda, lui doveva scendere dalla moto. Punto. E lo fece, peccato che spinse anche la ragazza a terra e le mise un ginocchio sul petto; Alexandra non sapeva cosa ci fosse lì di particolare ma sapeva che faceva male, tanto male, si lasciò scappare un gemito trai denti.

-Ora, Che ti ha chiesto mio zio? Sì lo so che fa male e farà ancora più male parlare, fidati, ma le maniere gentili non mi sembravano piacerti-

-Tu sei un…- odiava farlo ma si fermò e con tutta la sua forza di volontà riuscì a non aggiungere altro, l'uomo sembrava trovare il tutto divertente e a giudicare dal suo sorriso a metà tra il compiaciuto e il divertito -Informazioni sulla mia famiglia-

-Tu che hai risposto? Oh non fare quella faccia, così ti rendi solo ridicola, accetta che comando io e rispondi così magari oggi come premio nemmeno ti interrogo-

-Che? Aspetta, tu oggi mi volevi interrogare? E secondo te io ho studiato qualcosa negli ultimi giorni? Gli ho detto che vivo con mio padre e un'altra donne mentre mia madre non l'ho mai conosciuta e che mio fratello ha tre anni più di me e si chiama Mattias- poi a bassa voce più per sé stessa che altro aggiunse: -Tu non comandi-

-Invece sì e presto dovrei abituartici: io sono più forte, ho zanne e artigli e comando. Tu fai quello che ti dico io e ti fai meno male, ricorda che sei un questa situazione perché hai iniziato a seguirmi quindi direi che è solo colpa tua-

-Potresti smettere di infierire? Comunque, perché gli importa della mia famiglia? E non dovreste, non so…controllare Lukas?- Poi si ricordò di quello che aveva detto Morgan e chiese ancora: -E chi ha ucciso le ragazze se non tu e il tuo zio psicopatico, che poi quanti anni ha?-

-Tu fai troppe domande-

-Faccio troppe domande?! Vuoi dirmi che faccio male a volerci capire qualcosa?! Scusami tanto se ti irritano le mie domande!- pessima idea alzare la voce, primo perché fecero ancora più male del solito, secondo perché Nicholas alla fine del suo entusiasmante discorso premette ancora di più con il ginocchio e Alexandra avrebbe potuto giurare di sentire le proprie ossa scricchiolare.

-Fa male?- Nessuna risposta, solo un gemito -Ecco, potrebbe fare ancora più male quindi vedi di non irritarmi, e adesso vai a scuola- tre secondi e la ragazza era di nuovo sola.

All'entrata c'erano i suoi amici che chiacchieravano tranquillamente per una volta di nessun omicidio, rapimento o simili: -Non possiamo stare sempre chiusi in casa o a impicciarci di cose che non ci riguardano, Lukas, è solo una festa magari ci divertiremo e poi Lija conosce quasi tutti-

-Festa quale festa?-

-Di un certo Justin che ci ha invitati tutti e quattro ma Lukas non vuole, è domani sera-

-No! Ribadisco che io non ci vado ad una stupida festa e comunque domani sera sono occupato-

-Tu non sei mai occupato, dai Lukas!-

-E tu che ne sai? Ti avverto: la mia vita mondana è molto più sviluppata della tua e ora, se non vi dispiace, io e Alex andiamo in classe che Arte ci aspetta-

Arte è una di quelle materie di cui nessuno si interessa e tutti la usano per chiacchierare, come Lukas e Alexandra: -Scusa ma che gli frega della tua famiglia? E poi, non ti hanno spiegato proprio nulla? Io li ammazzo, se non muoio prima io, naturalmente. Sai quand'è la prossima luna piena?-

-Fammi indovinare...Domani sera?-

-Esatto, lo zio cattivo mi ha detto di vederci a casa del professore alle sette e: “che non ti venga in mente di fare cazzate, fai parte del mio branco, comunque vada, e ti troverò sempre” alquanto inquietante, non trovi?-

-Parli cosi perché non conosci il nipote, altrimenti festeggeresti di aver solo a che fare con lo zio, fidati-

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Fututo ***


Matematica alla ultime ore era già una tortura di suo poi seduti al primo banco vicino ad un'insopportabile bionda tinta come Alessya meglio lasciar perdere, cosa che stava facendo Alexandra fissando un qualche punto indefinito fuori dalla finestra. Erano entrati tutti e quattro insieme e subito il professore li aveva divisi, ben attento a metterli ai quattro angoli dell'aula, naturalmente a Lukas e Alex erano capitati gli angoli davanti.

-Alexandra ha voglia di spiegarci alla lavagna l'esercizio?- Era serio? Pretendeva che lei si alzasse, gli andasse vicino e risolvesse un maledetto esercizio di matematica? Il tutto come se gli ultimi giorni fossero passati tranquillamente, Nicholas la guardava come se fosse normalissima la sua domanda, ma che andasse al diavolo.

-No, e sa una cosa? Non ho voglia nemmeno di restare in classe, mettimi pure il voto più basso che ti viene in mente- E finito questo profondo discorso si alzò e uscì dall'aula tra gli sguardi sconvolti degli alunni, infuriato del professore e spaventato di Lukas. Una volta fuori finalmente si concesse di riprendere fiato e ragionare sull'enorme cazzata che aveva appena fatto, perché sapeva di essersi appena cacciata nei guai, solo che lì sul momento aveva perso le staffe e adesso avrebbe dovuto confrontarsi con l'uomo che era uscito dalla classe e veniva dritto verso di lei, teoricamente avrebbe avuto il tempo di scappare, ma sarebbe servito a poco: lei si sarebbe stancata e lui l'avrebbe tranquillamente raggiunta; opto per restare orgogliosamente ferma in mezzo al corridoio e fissarlo con aria di sfida.

-Beh? Che ti è preso?-

-Che mi è preso? Ma sei serio? Secondo te io avevo anche solo la più pallida idea di come si risolvesse quel problema?-

-No-

-E allora! Non potresti...non so magari non chiamarmi alla lavagna il giorno prima della sera in cui si scoprirà se il mio migliore amico morirà o si trasformerà in un coso con forza smisurata? Sai, ho altro per la testa. E smettila di sorridere come se fossi sempre superiore a me! O a Lukas…-

-Ti piace- Stranamente la guardava serio, come se chi le piacesse fosse di vitale importanza.

-Adesso ti metti anche a fare il consulente? Ma vaffanculo! Sei solo una marionetta di tuo zio!- Per la prima volta Alexandra ebbe terrore dell'altro che la fissava con gli occhi completamente gialli e le zanne in vista con un aspetto che sembrava dire “ora ti mangio”, indietreggiò piano fino a sbattere contro gli armadietti con la schiena, era in trappola.

-Ora mi metto a urlare, siamo in una scuola, qualcuno mi sentirà-

-Potrei ucciderti ancora prima che tu apra la bocca- Rispose pacato, ma le zanne erano tornate al loro posto e la guardava di nuovo con il sorriso sarcastico di sempre e per una volta Alex ne fu rassicurata.

-E ora torna in classe, non ho intenzione di fare favoritismi, anzi puoi anche raccontare ai tuoi amici che il professore di matematica ti odia- Non se lo fece ripetere due volte, almeno in classe davanti a tutti non avrebbe certo potuto ucciderla. Appena entrata gli sguardi si fissarono su di lei e non la lasciarono finché non fece il suo ingresso il professore che, come se nulla fosse successo, ricominciò la lezione.

 

Per la prima volta per sua grande gioia Lukas aveva avuto il permesso di salire sulla moto dell'amica e ancora non si capacitava: -Wow! La sella è fantastica, e poi è velocissima! E per non parlare dei poggia piedi…-

-Lukas stiamo per entrare a casa di un licantropo cattivo per farci dire da un licantropo più cattivo qual'è il tuo destino quindi che ne dici di smettere di parlare della mia moto e concentrarti?-

-Sì, mi sembra una buona idea, prego entrate- I licantropi e la loro mania di comparire all'improvviso, Alex li mandò l'ennesima volta a quel paese e entrò seguita a ruota da Lukas che si era improvvisamente azzittito e la ragazza aveva paura che a momenti se la facesse sotto. Appena entrati Nicholas, che stava tranquillamente poggiato ad una parete, si irrigidì e la fissò arrabbiato, molto arrabbiato, a quanto pare in corridoio si era solo momentaneamente calmato.

-Lei che ci fa qui?-

-Io, dove…-

-Non parlavo con te, Morgan, lei che ci fa qui?-

-Beh, immagino che sia una storia del tipo: “dove va lui vado io, è colpa mia”-

-Vattene, ora sto parlando con te- Era ancora versione umana, senza zanne o occhi gialli, ma Alex si sentì comunque abbastanza spaventata ed era tentata di girare i tacchi e tornare a casa al calduccio senza licantropi arrabbiati; ma naturalmente non avrebbe mai lasciato Lukas da solo. -No, io resto-

-No, tu te ne vai-

-Lei resta, ma va dall'altra parte della stanza e se prova ad aprire bocca le strappo la lingua, intesi?- Intesissimi, andò a sedersi su una sedia più lontano possibile dal nipote arrabbiato e si mise a fissare i tre in silenzio. Ci teneva alla lingua.

-Quindi, ora come lo decidiamo se divento un licantropo, lupo mannaro o muoio?-

-Dobbiamo aspettare la mezzanotte, cioè tra tre, due, uno…-

Nulla.

Nulla di nulla.

Alexandra era pronta a esultare.

Boom, Lukas era a terra.

-Nooooo! No! Rianimalo! Fate qualcosa!- Li guardava con le lacrime agli occhi ma i due si limitavano a fissarli: prima lei, poi lui, lei, lui, lei...e ridevano come se il tutto fosse molto divertente, Alex era pietrificata, Lukas non poteva essere morto, no.


Lo so, è cortissimo, ma non riuscivo proprio a scrivere e poi avevo una certa perona che voleva tanto leggere quindi, scusate ancora, prometto che il prossimo è lungo!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Licantropo ***


No. Lukas non era morto. Non era morto perché l'aveva deciso lei, non era morto perché era il suo migliore amico e soprattutto...non era morto perché aveva appena aperto gli occhi, occhi rosso fuoco, e la fissava al metà tra lo spaventato e l'arrabbiato. Lukas era vivo. -Licantropo, che pizza-

-Come scusa?-

-Ho detto che è un licantropo ed è particolarmente noiosa come cosa-

-Scusa avresti preferito che morisse?-

-Non ho detto questo, ora torna al tuo posto-

-No te lo puoi scordare! Io…- Ma non ebbe il tempo di continuare la frase che già Morgan la teneva per la gola, la guardò per qualche secondo prima di lanciarla letteralmente dall'altra parte della stanza, ai piedi del nipote.

-Portala fuori, fai quello che ti pare, basta che non mi stia tra i piedi- La ragazza si sentì tirata su dal cappuccio della felpa e trascinata fuori di casa, in condizioni normali avrebbe fatto storie, o comunque non si sarebbe fatta trasportare così senza protestare, ma quella non era una situazione normale: aveva appena visto il suo migliore amico morire e poi resuscitare da licantropo, un licantropo l'aveva appena lanciata per una stanza ed un altro licantropo la stava guardando con una sigaretta in mano: -Vuoi?-

-Scherzi vero? Lukas è appena morto e tu mi offri una sigaretta?- Stava rannicchiata a terra tenendosi le gambe con le mani, un po' perché non aveva la forza di alzasi, un po' perché non le importava. Nicholas la guardava dall'alto con la sua aria di superiorità: -Sì. Senti a me non me ne frega nulla di te o di Lukas, ma dovresti essere felice che non sia morto e non stare qui a disperarti e guardarmi male come se fosse colpa mia-

-E di chi è scusa?-

-Tua- Lo sapeva benissimo ma odiava comunque sentirselo dire, o pensarci, la colpa era sua. Se non avesse iniziato a seguire l'uomo, se avesse opposto resistenza...invece no, era restata a guardare e adesso Lukas era un licantropo nelle mani di un sadico.

-Niente più risposte taglienti?-

-Oh ma sta zitto- Il calcio dell'uomo non era forte, ma preciso e la colpì sulla mascella facendole sbattere la testa contro il muro. -Aiah! Tu...quindi hai ucciso le due ragazze?-

-Le due ragazze? Perché me lo chiedi ora? Non eri scioccata per il tuo povero piccolo amico morto?-

Sì, lo sono, ma non posso fare nulla, e siccome tutto questo casino è iniziato con le ragazze vorrei almeno sapere cos'è successo davvero, sei stato tu o Morgan?-

-Nessuno dei due, era un rito d'iniziazione, il che vuol dire, prima che tu me lo chieda, che un nuovo licantropo o lupo mannaro, di solito licantropo, deve entrare in un branco-

-Aspetta! Quindi qualcuno ha ucciso per entrare nel branco di tuo zio?-

-No-

-Che? Non hai appena detto...Ci sono altri branchi?-

-Certo-

-Cosa?! E chi ne fa parte? Li conosco? Quanti sono? E quanti sono per branco?-

-Calma ragazzina! Qui c'è solo un altro branco e il capo branco non lo conosci. Non so quanti sono e non mi interessa, di certo di più di noi-

-E per questo…- Alex si sentì crollare, certo, ecco perché Morgan voleva a tutti costi trasformare qualcuno, aveva bisogno di un branco per essere più potente dell'altro, quindi magari l'avrebbe anche obbligato a combattere o simili…

-Ma se ha bisogno di un branco perché trasformare solo Lukas e me no?-

-Tu puzzi-

-Eh? Scusa ma non capisco che c'entra ora-

-Puzzi di strano, morte, probabilmente tua madre era una cacciatrice o qualcosa di simile, fatto sta che non odori di buono, non ispiri fiducia, diciamo. Probabilmente il morso non avrebbe avuto effetto o ti avrebbe uccisa e comunque sia io che Morgan ti preferiamo versione umana-

Fantastico, puzzava e quindi avevano preferito mordere Lukas che magari profumava di menta o simili.

-Anche Lukas dovrà uccidere qualcuno?-

-Non lo so-

-Non lo sai? Seriamente? Cioè, non lo sai? No per favore! Mi fa ancora male la mascella ogni volta che apro bocca!-

-Sceglierà Morgan, anzi, credo stiano scegliendo al momento. Conoscendolo potrebbe benissimo decidere che deve ucciderti. Sarebbe divertente- A giudicare dal suo sorrisetto probabilmente sarebbe rimasto a guardare, magari facendosi quattro risate.

-Sono ufficialmente un licantropo!-

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Addestramento ***


Non le piaceva Nicholas, non le piaceva lo zio di Nicholas e tanto meno la casa di Nicholas, proprio per questo stava andando a trovarlo alle tre di notte, aveva proprio idee geniali. Genialemente terribili.

La finestra vicino le scale d'emergenza era aperta, decise di passare da li; con varie imprecazioni, botte e tanto rumore. Appena entrata si ritrovò Nick che le puntava una pistola contro, in boxer (l'uomo, non la pistola), situazione preoccupante -Non sapevo che avessi una pistola-

-Non ho mai detto di non averla-

-Nemmeno di averla, se è per questo- L'uomo sbuffò visibilmente scocciato dalla situazione, e probabilmente anche stanco. -Quindi, pensi di spiegarmi che ci fai nel mio bagno alle tre di notte?-

-Volevo chiederti una cosa e avevo paura di perdere il coraggio, quindi sono venuta subito-

-E non potevi suonare al campanello?-

-Il campanello? Oh, giusto, non ci avevo pensato-

-Lukas ha decisamente una cattiva influenza su di te, si può sapere che dovevi chiedermi di così urgente che ti ha costretta a venire a casa mia, nel bagno per precisione, a quest'ora?-

-Volevo chiederti di allenarmi- Lo disse talmente veloce che per un secondo le venne il dubbio che Nicholas non avesse capito, ma poi giudicando dalla sua espressione decise che aveva capito: era qualcosa a metà tra lo sconvolto e lo schifato, con una punta di disprezzo, ma quella probabilmente era costante nelle espressioni dell'uomo e non dipendeva dalle parole di Alex.

-No, non se ne parla-

-Perché? Pensaci, così imparerei a difendermi-

-E io che ci guadagnerei?-

-Beh, potresti malmenarmi quanto ti pare senza aver bisogno di una scusa-

-Posso farlo anche adesso-

-Oh insomma! Perché ti prego?-

-Iniziamo domani dopo scuola-

-Davvero? Wow, aspetta...domani ho tre ore di pallavolo, con te poi, dopo non mi reggo in piedi!-

-Non è un problema mio e ora fuori!-

Non se lo fece ripetere due volte, dopotutto aveva ottenuto quello che voleva, più o meno, ed era stanca morta, contando poi che la prima ora era Francese, con un professore ancora più odioso di quello che aveva appena lasciato, meglio dormire qualche ora.

 

-Ho chiesto a Nick di allenarmi-

-Cosa? Tu sei pazza!-

-Senti, ormai ci sono in mezzo e voglio sapermi difendere, soprattutto ora che sappiamo che c'è un altro branco, tu invece che hai scoperto mentre eri chiuso da solo con lo zio cattivo?-

Stavano arrivando alla classe, fortunamente Francese era in comune, la classe di lingue era piccola e puzzava, per questo e per ovvi motivi dovuti all'insegnante i due non erano certo ansiosi di arrivare.

-Nulla di che, mi ha spiegato le gerarchie e il rito d'iniziazione, ma non posso parlartene, scusa. Oh, siamo arrivati, ne parliamo finita la lezione, ok? Dobbiamo anche discutere di Tommy-

Fantastico, buona tortura a tutti.

Non sapeva che se fosse più preoccupante il fatto che già alla prima ora pensasse di dormire, o che lo facesse in Francese, era stanca morta, la notte prima dopo essere tornata a casa non era più riuscita a riaddormentarsi e adesso riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti, per non parlare di tutti quei verbi francesi che continuavano a riempirle la testa: Dormir, Manger, Dormir, Appeller, Dormir, Faire, Dormir… -Signorina Kejeken mi sta ascoltando?-

-Eh? Si certo! Solo…- Salvata dalla campanella, la sua salvezza -Solo che è finita l'ora, arrivederci prof!- e corse fuori prima che il professore si ricordasse del suo poter di tenerla in classe durante la pausa.

-Tu non hai visto la faccia del prof, prima o poi ti uccide secondo me-

-Lukas, hey, non ti ho visto uscire-

-E ci credo! Sei scappata prima che potessi rendermi conto anche solo che aveva suonato!-

-Scusa-

-Ma no, tranquilla, però per farti perdonare dovrei venire alla mia Festa dei Racconti-

-ecco si a proposito, non credo che sia una buona idea, sai, luna piena e...Ciao Thomas! Lija!-

-Hey, sapete che ho scoperto? Il professore di matematica ha uno zio, ancora meglio di lui- Alexandra non aveva mai notato la bellezza di Morgan, ma ora a pensarci bene in effetti non era decisamente brutto, peccato per la pazzia.

-Mi assilla con questa storia da stamattina, vi prego aiutatemi-

-Secondo me è gay-

-Lukas? Sei serio? Che poi… il prof o lo zio? Oddio pensa che tragedia: due uomini così belli gay!-

-Secondo me tutti e due-

-Lukas!- Questa volta erano Alex e Thomas ad essere scioccati

-Che c'è? Potrebbe benissimo essere e poi così la smette-

-Vabbe, lasciamo stare, io vado in classe, a dopo-

 

E dopo tre bellissime ora passate ad allenarsi doveva anche andare da Nicholas, ma come le era venuto in mente?

Era di fronte alla casa e la finestra del bagno era di nuovo aperta, ma optò per suonare il campanello, non ci teneva a ritrovarsi una pistola puntata contro, di nuovo. Dopo qualche secondo la porta si aprì e il licantropo le comparve di fronte -Entra- dire che non le piaceva la casa era un eufemismo, però comunque entrò, dopotutto non si aspettava certo che affittasse una palestra o simili, Nick interruppe i suoi pensieri: -Per ora faremo qui, poi potremo iniziare a usare la vecchia fabbrica abbandonata, ricordi? - certo che ricordava, la fabbrica dentro cui non sarebbe mai dovuta entrare -Comunque, immagino che tu voglia imparare a difenderti, e per questo devi avere i riflessi pronti- Boom, si ritrovò a terra con il naso dolorante, le aveva tirato un pugno a tradimento. -Rialzati, nessuno aspetta che il proprio avversario si riprenda e io non sono da meno-.

I pugni del uomo erano velocissimi e forti abbastanza da non poter essere parati, per questo l'unica cosa che poteva fare la ragazza era schivare, ad ogni colpo lui le urlava qualcosa: -Tieni alte le mani, non abbassarti troppo, usa l'agilità, usa la testa, contrattacca- ed era facile a dirsi, aveva fatto boxe per un po' ma non sapeva proprio da dove iniziare per contrattaccare, appena provava ad avvicinarsi Nicholas la colpiva costringendola ad allontanarsi si nuovo, pensò di provare un calcio, ma non fu una buona idea: le fece una strana mossa di qualche strana arte marziale e finì di nuovo col culo per terra. -Sei lenta, devi contare molto sulla velocità vista la tua statura. Tanti colpi deboli e veloci e per ora lascia stare i calci. -In piedi, ricominciamo-.

Destra, sinistra, destra di nuovo e colpo strano (poteva essere una ginocchiata, gomitata o una cosa simile allo schiaffo) era questa circa la sequenza che usava Nicholas per attaccarla, di intromettersi durante il colpo finale non se ne parlava, la destra era troppo forte, l'unica possibilità era colpirlo mentre le tirava un sinistro, ci provò e, diciamo che era andata meglio che col calcio ma comunque un disastro: le aveva semplicemente bloccato il pugno -Bell'idea, combatti con la testa, ora facciamo qualcosa di diverso-

-Cioè? Mi spieghi la tecnica?-

-No, cento flessioni, ora-

-Che? Ma sono sfinita! Dammi cinque minuti di pausa almeno-

-Ora sono centocinquanta, muoviti-

A cento crollò, non poteva farne nemmeno mezza in più. -Non credo di potermi rialzare-

-Vorrà dire che ne farai cinquanta in più domani, ora cento addominali ed evita di protestare, sei venuta tu a pregarmi di allenarti- Si, ma si aspettava qualcosa di diverso.

 

Noantavove, cento, ora era sicura, non si sarebbe più mossa da lì. -Fatto, ora posso avere cinque minuti di pausa?- poi pensandoci bene aggiunse: -Ti prego- visto che gli piaceva tanto essere pregato. -No, in piedi ti insegno i pugni, i tuoi sembrano più carezze- Alexandra guardò l'orologio, era lì da due ore -Stai scherzando vero? Sono circa cinque ore che ti diverti a sfinirmi, sono morta!-

-Tu mi hai chiesti di allenarti, non è colpa mia se sei debole, se proprio pensi di non farcela lascia la squadra. E ora alzati, o striscia fino alla porta e non tornare domani, ne mai-

-Recepito il messaggio- Si alzò usando energie a lei sconosciute e si mise in posizione di combattimento di fronte al suo “maestro”.

-Muovi i fianchi, la forza parte da lì, tieni il braccio dritto, ecco così, brava- Erano circa dieci minuti che continuava a prendere a pugni la mano dell'altro cercando la tecnica giusta e l'unica cosa che era riuscita a guadagnare era un dolore pazzesco alla mano, sembrava di prendere a pugni un muro, un muro che criticava: -Non sei concentrata, lavora con la testa- pugno, pugno, pugno, le faceva vedere lei come “non era concentrata”. -Basta, ferma, si può sapere che hai?-

-Intendi a parte che sono sono stanca morta? Nulla-

-Non ci credo, che succede?-

-Te l'ho detto! Nulla, pensi di farmi da psicologo ancora per molto?-

-Prendi a pugni il muro-

-Come scusa?-

-Mi hai sentito, scegli la parete che vuoi e dai cinquanta pugni al muro, voglio vedere le mani sanguinarti-

-Ehm, è tipo una punizione perché non ho nessun problema di cui parlarti?-

-No è un esercizio per farti controllare il dolore e la forza, e per farmi guardare mentre prendi a pugni un muro fino a farti sanguinare le mani-

-Fantastico-

-Me l'hai…-

-Lo so!- E se ne stava già pentendo.
 


Sono tornata! 
Allora, spero che vi sia piaciuto, io come al solito mi ci sono impegnata al massimo e, sempre come al solito, vi invito a lasciare una recenzione.
Detto questo
Vi confido che avrei voluto pubblicare questo capitolo domani ma non ho restito, infatti domani (31 ottobre) sarà il compleanno di una mia amica che probabilemente leggerà, e, nulla, volevo farle gli auguri in grande stile
Auguri

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2923120