Remember Me.

di giueagne
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Pov. Katniss

Speranza. L'unica cosa più forte della paura.

L'unica cosa che potesse far risvegliare i distretti.

Era quello di cui ero fermamente convinta.

Ma mi sbagliavo, nulla avrebbe potuto fermare il presidente Snow e Capital City.

Nemmeno quella scintilla di speranza

La ribellione non era andata avanti anche se in cuor mio ancora pensavo che ci fosse qualcuno che ci credeva.

Nonostante questo, Peeta era lontano da Snow.

Poi ci ripensai.

Quello non era Peeta.

Era stato depistato da Capital City con metodi brutali, talmente brutali che avevano cancellato ogni traccia del ragazzo del pane.

"Gli corro incontro, le braccia tese per stringerlo. Anche le sue mani si tendono, per accarezzarmi il viso penso. Sulle mie labbra si è appena formato il suo nome, quando le sue dita mi si chiudono intorno alla gola."

Erano riusciti a portarmelo via.

Non ci sarebbe stato più nessuno ad abbracciarmi durante la notte, nessuno pronto a difendermi in ogni situazione, nessuno a dirmi che sarebbe andato tutto bene, proprio ora che mi ero resa conto di amarlo davvero.

-Ci vediamo a mezzanotte.-  Fu quella l'ultima frase che pronunciò il Peeta di prima.

"Non tornerà mai più in se stesso, dolcezza. Stagli lontano almeno finchè riusciuamo a fargli passare questa voglia di ucciderti." 
Haymitch sospirò pesantemente mentre mi guardava. Forse si sentiva in colpa per il fatto
che lui prima dell'edizione della memoria mi aveva promesso che avrebbe salvato Peeta, anche se sapeva che per via della ribellione non avrebbe potuto farlo.

Il cuore sembrava volermi uscire dal petto.
L'avrei rivisto...
Per la seconda volta.
Mi avevano detto di stargli lontana, che non sarebbe tornato più quello di prima.
Ma infondo io ancora ci credevo.. Ancora credevo di poter rivedere quegli occhi azzurri che mi guardavano con dolcezza, di poter sentire ancora il calore di quel corpo accanto al mio, credevo di poter risentire quei sussurri che mi dicevano che era solo un incubo.
Non era così.
Dovevo stargli lontana... Eppure dopo solo due settimane non ero riuscita a resistere.
Stavo andando da quello che una volta era il Ragazzo del Pane.
Così percorsi i grigi corridoi dell'ospedale del distretto 13.

Era piuttosto inquietante quel posto. La stanza dove si trovava Peeta era davanti a me. Chiusi gli occhi: Anche se ero arrivata lì con tutta l'intenzione di entrare avevo un po' di paura; dopotutto aveva cercato di uccidermi. Aprii gli occhi guardai attraverso il vetro, il cuore mi si fermò.

Lui aveva uno sguardo fisso in un punto indefinito della stanza le sue mani erano in continuo movimento o meglio avevano scatti continui, però era fermo. Indossava il camice bianco dell'ospedale, aveva i capelli biondi spettinati. Sembrava non mangiasse da mesi e le sue occhiaie sotto gli occhi tradivano il fatto che non dormisse da giorni.

- Peeta...

Un roco sussurro uscì dalla mia bocca e non fui in grado di dire altro, come avrei fatto ad entrare? E perchè non mi ero posta il problema prima?

Nessuno mi avrebbe fatto entrare lì dentro, soprattutto perchè ero la persona che odiava di più.

Mi lasciai scivolare lungo il vetro fino a toccare terra quale speranze avevo? Di farlo tornare quello di una volta? 

Aspettai in silenzio; Dopo poco un urlo fendette l'aria. Smisi di respirare per qualche secondo e trattenni a forza le lacrime, perchè urlava così?

Sentii dei passi arrivare. Qualcuno si fermò davanti a me. Dopo un po' alzai lo sguardo.

-Katniss cosa ci fai qui? Sai che non dovresti...-

Tirai su col naso, mi sentivo una bambina, ma a ripensarci lo ero, era il mondo e il modo in cui vivevo o meglio vivevamo tutti che mi faceva sentire così vecchia. Quasi non riuscivo a rendermi conto che avevo solo 17 anni.

-Si lo so, non so nemmeno io perchè sono qui.-

Plutarch ridacchiò sotto i baffi scosse la testa e disse:

-Lo so io perchè sei qui-

Lo sentì muoversi, così alzai lo sguardo e vidi la porta aperta.

-Sai che non dovrei entrare-   Dissi esitando.

-Certo che lo so, per questo fai in fretta.-

Sussurrai qualcosa per ringraziarlo e a passo lento entrai.

Inutile dire che il mio cuore perse parecchi battiti.

Lui, ci mise un po' ad accorgersi della mia presenza, ma quando mi vide mi guardò in un modo al quanto ambiguo. Non c'era traccia di rabbia nei suoi occhi, mi scrutò da capo a piedi e involontariamente incrociai le braccia sopra il petto. Mi sentivo quasi in imbarazzo, perchè mi guardava così?

-Sei Katniss o sei un frutto della mia immaginazione?-

-Sono Katniss.-

-Perchè sei qui? Ho cercato di ucciderti...-

Il suo tono era calmo ma la sua voce tremava, le mani si aprivano e si chiudevano a scatti.

Istintivamente feci un passo indietro, avevo come l'impressione che volesse springerle di nuovo intorno al mio collo.

-Lo so, ero solo venuta...-

Perchè? Perchè ero lì? non lo sapevo nemmeno io, ad essere sinceri...

-A trovarti..-

Dissi io. Potevo trovare una scusa migliore eh?

Lui corrugò la fronte, ovviamente era confuso.

-Sei tu qui dentro quella pazza non io...-

Iniziò a dimenarsi sul letto, le cinghie che aveva ai polsi gli avevano lasciato dei profondi segni a causa dei suoi momenti di rabbia. Improvvisamente urlò in un modo sovrumano rimasi a bocca aperta e vidì la porta aprirsi, uscì senza esitare. Forse sarebbe stato meglio se non fossi nemmeno entrata.

Fuori di lì vidi Haymitch insieme a Plutarch. La sua espressione furente. Avevo proprio fatto quello che mi aveva proibito di fare.

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Spazio Autrici:

Salve a tutti! E' la prima storia che pubblichiamo su Hunger Games e premettiamo che entrambe abbiamo letto i libri, Perciò Don't Worry, siete in buone mani ;) Questa storia come abbiamo scritto nell'introduzione è una "What if" cioè la ribellione non è adata avanti e il presidente Snow è più furiose che mai (dolce :3). Speriamo vi piaccia, se è così recensite. Ps: è un prologo quindi il capitolo è molto più di quello che saranno gli altri.  Ciao ciao, gia vi amiamo. GiueAgne <3

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Pov. Katniss

Era un po' di tempo che non avevo appetito, precisamente da quando avevo fatto visita a Peeta.

Pensavo di aver rivisto nei suoi occhi qualcosa del vecchio lui. Evidentemente non era così. Era diventato un arma creata da Capital City per distruggermi. O meglio, per distruggere la mia sanità mentale più di quanto non fosse gia distrutta di suo. Ci stavano riuscendo. Vedevo in ogni cosa azzurra i suoi occhi, che a differenza di prima ora erano pieni di odio. L'azzurro sembrava essere scomparso del tutto.

La mensa si stava pian piano riempiendo di gente vestita con quel dannato grigio. Mi sedei al solito tavolo nel centro della sala, fortunatamente non era arrivato ancora nessuno. Giocherellai con lo stufato muovendolo con la forchetta posando la testa sulla mano. Nonostante fossi circondata di gente che non smetteva un attimo di parlare mi sentivo come dentro una cupola che mi impediva di sentire qualsiasi rumore esterno. Eravamo io. e i miei pensieri. E quasto non andava affatto bene, perchè mi tenevo dentro tutti i demoni che mi stavano lacerando lentamente dall'interno.

Snow aveva mandato in onda degli avvertimenti a tutti i ribelli, aveva promesso che ce l'avrebbe fatta pagare in qualche modo, e Capital City nonostante la ribellione voleva altro spettacolo, voleva sapere che fine avevano fatto gli sfotunati amanti del distretto 12, perchè loro non sapevano che cosa era accaduto a Peeta. E tutto questo non aiutava ne me ne la mia sanità mentale. Era strano pensare che fino ad un anno fa ero una ragazza normale che conduceva una vita povera nel suo distretto. Mi venivano le lacrime agli occhi se pensavo a ogni giornata intera passata a cacciare con Gale. Alle sue trappole e all'arco di mio padre. Al giorno della mietitura. Avevamo raccolto le fragole e le avevo portate a Madge. Madge. Probabilmete, anzi sicuramente l'unica amica che avevo. E ora era sepolta sotto metri e metri di macerie. Io non avevo potuto fare nulla. Anzi, a dire il vero ero ancora in debito con lei, da quando mi portò la morfamina per Gale nonostante la bufera di neve. Odiavo essere in debito con qualcuno. Ma questa volta non potevo davvero farci nulla. Lei era morta.

I miei pensieri furono interrotti  da una piccola voce femminile. Prim, mia sorella. Alzai gli occhi dal tavolo e accennai un lieve sorriso. Era cresciuta davvero tanto dall'ultima Mietitura, ora era una "Donna". I suoi capelli erano raccolti in due trecce, come sempre. La vidi stranamente felice.

- Katniss stai aspettando qualcuno?-

-No, siediti.-

Tra noi c'era uno strano clima di tensione perchè sapeva che c'era qualcosa che volevo dirle.  Ci mise poco ad accorgersene, lo notai dal suo alzarsi e abbassarsi delle sopracciglia. Non la feci nemmeno parlare precedendola.

-Prim cosa devo fare? Che cosa avrà in mente Snow?.-

Dovevo sembrare davvero disperata. Lei rimase per qualche secondo in silenzio. Speravo davvero che mi desse uno dei suoi consigli, sicuramente migliori di quelli che poteva darmi mia madre.

-Vai da lui.-

-Sai bene che non posso farlo, l'ultima volta ho combinato solo un guaio.-

-Ma Katniss lui ora stà meglio sai?-

-No Prim, non ci vado, e poi non mi ci manderebbero se volessi...-

Sentii una mano sulla mia spalla. Istintivamente mi girai di scatto, poi sospirai di sollievo vedendo degli occhi grigi come i miei di Gale. Aveva un espressione serena sul volto.

-Catnip ti ci accompagno io se vuoi, posso entrare lì, ma ovviamente non possiamo avvicinarci a lui.-

Ero titubante, avevo uno strano presentimento, ma afferrai lo stesso la sua sua mano.

E senza voltarmi verso mia sorella andai con lui.
Ci dirigemmo verso l'ospedale, quei corridoi grigi mi mozzarono il fiato ricordandomi l'ultimA volta che andai lì.
Gale mi teneva per mano e questo mi rassicurava molto.
Quando vedeva che trattenevo il respiro me la stringeva più forte.
Nel corridoio che conduceva alla stanza di Peeta rischiai letteralmente di svenire.
Avevo ancora il cuore in gola e quando fui davanti al vetro rimasi esterrefatta.
Era vuota.
- Katniss stai traquilla, è solo stato spostato in una stanza più grande-
Tirai un respiro di sollievo ma poi mi sorse un dubbio.
- Perchè?-
- Le sue condizioni sono un po' migliorate, non è legato al letto e ha anche tele e colori per dipingere, oltre a questo ha i suoi vecchi quadri-
Quei quadri ritraevano per la maggior parte me. Durante i primi hunger games.
Ma scacciai subito quei pensieri.
Arrivammo davanti a quella stanza.
Il vetro era più piccolo di quello dell'altra stanza e lui stava dipingendo.
Per la maggior parte le sue tele erano piene di rosso. Rosso e bianco.
In quel momento era intento a coprire con quest'ultimo un quadro del quale ero la protagonista. Sopra un albero. Evidentemente quando si era alleato per proteggermi con i favoriti e mi guardava da sotto.
Improvvisamente sentii la mano di Gale afferrarmi il polso e mi tirò verso di lui con una certa violenza. La sua mano era posata sul mio fianco e le sue labbra così morbide posate sulle mie in modo dolce. Non so perchè, scordai ogni cosa. Anche che ero a pochi metri da Peeta. Mi stavo abbastanza facendo schifo, ma le labbra di Gale mi avevano intrappolata. Gli morsi il labbro inferiore così forte da farlo staccare da me.
- Ma che...  - iniziai.
Poi barcollai.
Come faceva? Perchè era così vicino? Come faceva a vedermi?
- Peeta..-
La sua mano era poggiata sul vetro che ci separava. Aveva gli occhi rossi, pieni di lacrime e sapevo che tra qualche secondo qualcuna serebbe scivolata lungo le sue guance.
Perchè? Il vetro non avrebbe dovuto fargli vedere nulla di quello che accadeva all'esterno della sua stanza.
Poi capii. Assottigliai gli occhi per la rabbia che stavo provando in quel momento e che prima o poi sarebbe scoppiata.
- Gale come diamine hai potuto?!- urlai con tutta me stessa con le lacrime che trabboccavano nei miei occhi.
Mi avvicinai al vetro e posai la mia mano sulla sua.
Una lacrima gli solcò le guancie.
- Tu.. - la sua voce tremava. Mi aspettai ingenuamente una parola tipica del vecchio Peeta ma invece.. cominciò a riempirmi di tutti gli insulti esistenti su questa terra.
- Perchè mi hai fatto questo?! Perchè sei venuta? Io ti odio!-
Cosa avevo fatto...
 

 

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