Just again.

di Sofia s writing
(/viewuser.php?uid=782969)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Il telefono cominciò a squillare di nuovo e per sta volta, decido di rispondere. La voce che sento è fredda e tagliente.
- Ciao.
Continuo ad aspettare che la voce continui a parlarmi. Ma inutilmente.
- Ciao.
Decido di rispondere io dopo una corta pausa. Di nuovo silenzio. Un silenzio freddo che gela il sangue nelle vene. Sento come Peter1 dall'altra parte della linea tira un sospiro. Continuo a stare zitta aspettando che lui dica qualcosa.
- Non sei venuta al controllo oggi. – la sua voce ora è solo tagliente, non più fredda.
Non ho idea di cosa rispondere e per questo rimango in silenzio. Ancora.
Ha ragione, io non sono venuta ma ho i miei motivi e non è affar suo.
- E cosa pensi di fare dopo? – sento come tira un'altro sospiro. – Willow2, sai che non puoi continuare così.- mette giù ma la sua voce rimbomba ancora nella mia mente per qualche secondo.
Appena la conversazione finisce, respirare diventa più semplice e mi siedo sull'angolo del mio letto. So bene perchè lui abbia chiamato e comprendo bene che non si potrà continuare così ancora a lungo ma... credo che continuerò così ancora per un pò.
Il campanello della porta mi convince a tornare con i piedi per terra. Mentremi alzo, guardo l'orologio. É passata mezz'ora dalla chiamata di Peter. Non riesco a rendermi conto come ho passato il tempo. Mi avvicino alla porta e la apro senza controllare chi sia. Mi sposto leggermente per far entrare Mary3. Lei passa a passo spedito tra le stanze, con sicurezza, cosa che non è difficile perchè tutti gli appartamenti sono uguali. Entrando in soggiorno esita un secondo e poi si siede su una delle poltrone. Mi guarda con sguardo privo di emozioni, uno sguardo che cerca di entrare nell'anima e trova qualcosa che non sai nemmeno tu stesso. Sembra che lei aspetti che io cominci a parlare ma io non ho intenzione di farlo. Rimaniamo in silenzio. Lei che continua a guardarmi, e io, in piedi, che cerco di evitare il suo sguardo ad ogni costo.
- Come... – la sua voce risuona sulle pareti. – Come stai?
Mentre mi parla, sposta il suo sguardo sui cuscini del divano. Ovviamente capisco che è entrata per lo stesso motivo della telefonata di Peter.
-  Sto normalmente.
- Willow... – adesso la sua voce trema leggermente. – per favore vieni domani.
Dopo queste parole si alza ed esce sbattendo la porta dietro di se. Torno in camera mia e cado sul leto a faccia in giù. I miei pensieri cominciano ad intrecciarsi e il mal di testa torna ad avere il soppravvento su di me. Perchè hanno tutti deciso che sanno meglio di me di cosa ho bisogno? Mentre mi preparo per la giornata di domani, il sole cala, l'oscurita comincia ad ocuupare il cielo e le prime stelle compaiono luminose. Sento di nuovo il suono del telefono che arriva dalla cucina ma lo ignoro. Non voglio avere altre sgradevoli conversazioni. Improvvisamente smette ma dopo circa cinque minuti ricomincia. Mi avvicino con l'intenzione di rispondere ma all'ultimo secondo ritraggo la mano. Chunque sia, mi potrà parlare domani.
Non ho idea di cosa mi aspetti domani ma non riesco neanche a capire che cosa sia successo oggi. È come se fosse accaduto tutto con un'altra persona a me completamente estranea. Il controllo di domani è la mia unica convinzione. Domani, è la mia ultima possibilità.
È notte ma non riesco a dormire. I miei pensieri tornano a intrecciarsi e finisco con il provare una sensazione strana, tra la paura e la determinazioen, tra la curiosita e il disinteresse totale. Faccio del mio meglio per addormentarmi ma è tutto inutile.
Sono circa le quattro del matino quando mi alzo dal letto.
Nella luce lunare mi siedo sulla poltrona del soggiorno e rimango immobile a guardare la citta dalla parete di vetro. Passo tanto tempo a gurdare una luce da una finestra del grattacielo vicino. La luce azzurognola capita molto raramente nel mio campo visivo e mi stanco a breve. Finalmente mi decido ad alzarmi. Non ho idea di quanto tempo io sia stata seduta al buio nella mia poltronae per questo cerco un orologio.Torno in camera da letto e mi siedo sul materasso. Aspetto per un po che i miei occhi si abituino al buio per potermi lasciar leggere l'orario. Probabilmente il resto della popolazione mondiale avrebbe gia acceso la luce, ma non io. I miei occhi cominciano a vedere i contorni dei mobili nel buio e guardo verso l'orologio.
Sono le 4:23. Dormire non mi farebbe male ma al posto di questo mi avvio verso la cucina a prepararmi l'ennesimo caffe. Mentre torno in camera mia, una luce azzurognola richiama la mia attenzione. Mi fermo davanti alle finestre panoramiche e cerco di capire da dove arrivi la luce ma si trova troppo lontano per riuscire a trovare il numero dell'appartamento al quale corrisponde. Passano 10 minuti, 15,20 e la luce resta accesa. Se da dopo la mezza notte, fino alle sei del matino, la luce resta accesa per piu di 20 minuti – si ritiene una ribellione alle regole. Chiudo gli occhi e cerco di ritrovare tra i tanti ricordi il volto di Mary. Poi improvvisamente li riapro di colpo perche mi rendo conto che questo non mi serve a nulla e potrebbe solo provocarmi dolore. La luce resta ancora accesa qualche secondo e poi, scompare. Il mio caffe si è raffreddato e sono costretta a buttarlo via mentro riaccendo la macchinetta e mi siedo sul tavolo aspettando pazientemente che se ne prepari un'altro.

 
1Peter = pronuncia /Pìter/
2Willow= pronuncia /Wìllou/

3Mary= pronuncia /Mèri/

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Sono le 5:12. Il sole è appena sorto e i raggi che passano attraverso la finestra scaldano dolcemente il mio viso. Oggi, il 12 ottobre, è la mia ultima possibilità di cambiare qualcosa prima che qualcun'altro decida il mio futuro. Non ho dormito tutta la notte ma grazie al tanto caffè che ho bevuto non sento la minima stanchezza. Entro in bagno e apro l'acqua aspettano che si scaldi. Mentre aspetto alzo gli occhi verso lo specchio e comincio a fissare i miei occhi azzurri. Anzi non azzurri. Hanno un colore strano, tutto loro. Sono sia verdi, sia azzurri, sia grigi e vicino alla pupilla sono anche gialli. A me non piacciono. Avrei preferito dei semplici occhi marroni come la maggior parte della popolazione. Ma no. Ovviamente io dovevo essere strana. Entro in camera mia per prendere dall'armadio dei pantaloni neri e una camicia di seta bianca. Il foglietto delle iscrizioni chiedeva un'abbigliamento ''formale'' e questo è quello che ci sta più vicino. Mi cambio velocemente e torno in bagno per sciacquare il viso. Chiudo il rubinetto mentre comincio a spazzolarmi i capelli. Tento invano e più volte di fare una coda alta ma continuano a cadere, quindi li lascio semplicemente sciolti.

Alle sei meno dieci sono pronta. Devo uscire solo verso le sei e un quarto quindi decido di sedermi sulla mia poltrona preferita. Ricerco la finestra dalla quale usciva quella debole luce questa notte. Ovviamente invano. Come sempre, quando si ha bisogno di qualcosa, ciò che si cerca non c'è.  Continuo comunque a esaminare i grattacieli vicini al mio. Tutte le finestre sono chiuse a utoriflettenti quindi è impossibile vedere ciò che succede all'interno degli appartamenti.

Quando esco di casa, come sempre, davanti a me trovo una stanza quadrata con il pavimento a scacchio bianco e neri. Tre su 4 pareti sono bianche. L'altra ospita una finestra alta fino al soffito. Ci sono solo 2 porte. Una per entrare nel mio appartamento, l'altra si trova sulla parete parallela alla mia e funge da entrata per l'appartamento di Denis. Siamo amici da moltissimo tempo. Praticamente dalla nascita. Nell'altra parete bianca ci sono le entrate dei due ascensori.
Chiamo l'ascensore e mentre aspetto mi avvicino alla finestra panoramica. Da lì si vede bene la strada principale che passa in mezzo a tutti i grattacieli. Dopo due o tre minuti il suono dell'arrivo dell'ascensore mi costringe a girarmi. Entro e spingo il piano terra cominciando a contare i piani che passano insieme allo schermo posizionato sopra i bottoni dei piani. 83, 82, 84, 85.. la testa comincia a girare e smetto di contare i piani che passano. Al 32-esimo piano entrano altre due persone e in silenzio arriviamo fino al primo.

Ogni volta che esco su questo piano non posso far a meno di notare che non è come tutti gli altri. Le pareti bianche e il pavimento a scacchi è uguale ma qui la parete parallela agli ascensori è completamente di vetro con due porte scorrevoli. le fredde pareti bianche hanno dei quadri su di esse. Quadri che ritraggono foreste quasi infinite. Il soffito è evidentemente più alto che negli altri piani. Vicino all'uscita ci sono due enormi vasi bianchi dai quali ricade dolcemente verso il pavimento dell'edera.


Esco dalla porta principale e a passo sicuro mi incammino verso la costruzione più grande di tutte che si trova alla fine della via. Il grattacielo è uguale agli altri tranne per un particolare. Tutti hanno 90 piani. Lui ne ha 120. 
La strada è tutta di marmo bianco. il nostro governo adora che tutto sia perfetto e ordinato. Tutto in bianco e nero. Tutto uguale. Perchè ritengono che i colori possano distrarre la mente da cose importanti. Ho sempre avuto i miei dubbi su questo argomento ma si sa benissimo che non si possono contestare le regole. Nessuno lo ha mai fatto. Tiro un sospiro e faccio gli ultimi passi verso il grattacielo più imponente di tutti.


Entro in una sala molto ampia, il pavimento torna ad essere a scacchi bianco-neri e le pareti bianche ed immacolate. come sempre. All'incirca 12 metri davanti a me sono esposti due enormi schermi con tante caselle nere e in ognuna c'è scritto un nome diverso a caratteri bianchi. Tutti i nomi sono scritti per intero. il cognome per primo, poi il nome e infine il secondo nome. Sono tutti appartenenti a ragazzi di 16 anni.  Se hanno già passato il controllo, c'è un pallino verde vicino al loro nome. Altrimenti il pallino è rosso. trovo il mio nome velocemente. Woods Willow Anne1. Il mio nome non mi è mai piaciuto particolarmente.
Alzo lo sguardo per controllare in che sala sarà il mio controllo. Il controllo avverrà nella sala 3.
Tiro un lungo respiro e trattengo il fiato per 10 secondi. Questo mi ha sempre aiutato a calmarmi. Mi volto a vedere se ci sono Mary o Peter o Denis ma non c sono. Mi metto a contare i nomi che hanno il pallino rosso dopo di loro. Sono 35. Se chiamano in ordine alfabetico, nella mia sala sarò la 12-esima.
Mi avvicino alla porta nera con il numero tre scritto sopra. Mi siedo su una delle sedie continuando a guardarmi intorno senza riuscire a calmarmi. Trattenere il respiro, occupare le mani con qualcosa o pensare positivo, tutto quello che di solito mi calma, ora non funziona. Capisco che sono molto più agitata del previsto ma i miei pensieri vengono interrotti da una voce che richiama la mia attenzione. Mi giro verso la fonte del suono e vedo Denis che cammina a passo spedito verso di me. prima che lui si avvicini troppo da potermi parlare senza necessità di urlare, cerco di ricordarmi che pallino aveva dopo il suo nome. Soltanto alla vista del suo sguardo ricordo. Nero. Capisco perchè lui ieri non abbia chiamato ne sia venuto a farmi visita. Aspettava che lo facessi io. 
Mentre si siede nel posto libero vicino a me, Denis mi sorride in modo rassicurante, come sempre. 
- Andrà tutto bene, lo sai vero?
Prima di rispondere esito. Un semplice 'ciao' sarebbe bastato. 
- Chi stai cercando di rassicurare esattamente? Me o te
Un'altro sorriso illumina il volto del ragazzo. Denis rimane in silenzio per un pò, fissando un vuoto tutto suo davanti a sè. 
Appoggio la mia testa sulla sua spalla. 
- Ti chiameranno prima di me vero?
- Sì. 
La sua risposta resta sospesa in aria qualche secondo, e poi svanisce.
La sala si sta lentamente riempendo e alle sei e mezza una giovane ragazza, forse di 20, 21 anni, esce dalla porta 3 e comincia a fare l'appello. Ci siamo tutti.
Chiama il primo nome che risulta essere una ragazza dai capelli rossi e gli occhi blu. Si alza in piedi e cammina verso la porta. entrando la chiude dietro di sè. 
Passano solo 6 minuti, quando la testa della giovane donna ricompare sulla soglia della porta e chiama un'altro nome. I minuti sembrano passare sempre più lentamenete, man mano che si avvicina il mio turno. Denis è il decimo ad essere chiamato. Alzandosi mi rivolge un lieve sorriso e poi svanisce dietro la porta nera dalla sala 3. Lasciandomi di nuovo da sola. 
Chiudo gli occhi cercando invano di rilassarmi. 
Willow andrà tutto bene, Andrà tutto bene.
Quando la donna chiama l'undicesimo nome un nodo allo stomaco si stringe facendomi agitare ancora di più.
Poi esce di nuovo. Mi rivolge un sorriso debole e insicuro. E con quella sua voce che ormai ho cominciato ad odiare, sonora e sicura, pronuncia il mio nome.
- Willow Anne Woods. Sei la prossima.

 
1Woods Willow Anne = pronuncia: /Wuds Willou Enn/

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2924159