Deliri Scolastici

di Perishable97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno ***
Capitolo 2: *** Due ***
Capitolo 3: *** Tre ***



Capitolo 1
*** Uno ***


Questa storiella è frutto della mia fantasia. Il riferimento a fatti e personaggi reali è puramente casuale. 

UNO 

Gli alunni attendevano trepidanti il compimento del proprio destino ammassati fuori dall'aula. Alcuni si erano recentemente convertiti, animati da una sincera religiosità mentre pregavano Dio, Buddha, Visnù, Zeus, Amon-Ra e tutti gli altri. Alcuni imploravano pietà in ginocchio. Altri dicevano il rosario. Ma tutti, nel contempo, stavano facendo la stessa cosa. 

Attendevano il prof. 

Attendevano. 

E attendevano... 

E intanto scenari di morte e distruzione, amici e familiari in lacrime e tre e quattro che fioccavano si costruivano nelle loro menti distorte dal panico. 

Avevano paura. 

Poi lo videro. 

Il prof. 

Si avvicinava con aria allegra recando con se un fascio di fogli stampati di fresco... quei fogli. 

Al cenno del prof, gli alunni si scaraventarono nell'aula facendo a cazzotti, volevano i posto dietro, li volevano a tutti i costi. 

Anche l'alunno Lorenzo faceva a cazzotti per quel banco. 

Non aveva studiato niente, almeno il posto in fondo se lo meritava, lo sentiva nel profondo del suo cuore.. quel posto doveva essere SUO, suo e di nessun altro. 

E infatti così fu. 

Era riuscito li dove tutti gli altri avevano fallito. 

Si sedette trionfante. Era un dio. 

Ma non aveva contato il potere dell'uomo che lo stava fissando da dietro la cattedra.. 

"Rossi..." 

Si sentì trapassato da quello sguardo carico di sospetto. 

"... si prof?" 

"Qua davanti" 

NO. 

Non poteva finire così.. non dopo tutta quella fatica. 

Aveva lottato per quello, aveva sputato sangue, aveva combattuto fino allo strenuo delle forze. 

Perdinci. 

Provò a ribattere, sdegnato. 

"Ma prof.. io ave-" 

"ROSSI-QUA-DAVANTI" 

Fu tutto inutile. 

Rassegnato, chinando il capo di fronte alla potente aura del prof, raccolse le sue cose e andò davanti, sedendosi sconsolato su quel banco tanto ordinario quanto odioso. 

Il prof gli mise il foglio sotto al naso. 

Lui lo prese. 

Lo girò. 

Lo lesse. 

Lo girò di nuovo. 

E lo rilesse. 

E nel frattempo un pensiero si andava formando nella sua mente confusa. 

"Ma che cazzo è 'sta roba?" 

Rimase così, a fissare quel foglio con sguardo vacuo, troppo sconvolto anche solo per voltare la testa verso il compagno alla sua destra che scriveva come un forsennato. 

Sentiva la testa ronzare, erano i neuroni che si stavano fondendo. 

Ma lui aveva un'arma di riserva: 

I bigliettini!! 

Gloriosi foglietti di carta nascosti nelle scarpe e nei risvolti dei calzini. 

La sua salvezza. 

Fece scivolare con nonchalant una mano lungo i jeans fino a infilare due dita nella scarpa. 

ECCOLO. 

Alzò lo sguardo trionfante.. 

E si trovò il professore davanti. 

OUCH! 

Finse di essere impegnato a grattarsi una caviglia mentre lo stomaco gli si accartocciava su se stesso. 

Respirò, cercando di calmarsi. 

Guardò il foglio. 

"Tra poco se ne andrà" 

Attese. 

Attese. 

Attese ancora. 

Finché il prof non parlò 

"Ragazzi avete ancora 5 minuti" 

Sentì la terra franargli sotto i piedi, il cielo cadergli sulla testa, lo stomaco ribaltarsi del tutto come un calzino e il cervello andare in blackout definitivamente. 

"Ma... ma... cosa... 5... minuti..." 

"Rossi consegna" 

Vide indistintamente il foglio che gli veniva tolto da sotto al naso, bianco come la sua faccia. 

Rimase seduto, troppo sconvolto per fare qualsiasi cosa. 

Non poteva tornare a casa. 

Sarebbe rimasto a scuola, proprio lì, su quel banco. 

Per sempre. 

  

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Note: 

Ecco qua il primo delirio scolastico! Questa piccola storiella è stata partorita dalla mia mente malata un pomeriggio dopo un intenso studio per il compito in classe del giorno dopo, quindi se leggendo vi dovesse sembrare strana/idiota/senza senso, , ero già fusa!:D 

Non so quanti capitoli avrà questa raccolta di deliri tragicomici, è tutto da decidere:) Grazie a chi legge e a chi recensisce! 

Buona lettura e alla prossima!! 

Benny

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Capitolo 2
*** Due ***


Questa storiella è frutto della mia fantasia. Il riferimento a fatti e personaggi reali è puramente casuale.

DUE

Il grande giorno era finalmente arrivato.

L'alunno Marco lo aveva atteso a lungo, aveva anelato al compimento di quella sacra data, aveva perso il sonno aspettando quel di come si attende una fidanzata in ritorno da un viaggio intorno al mondo. E lui era giunto. Dopo essere stato tanto atteso, finalmente eccolo, in tutto il suo fulgido splendore.

Quello era il giorno della RESTITUZIONE DEI COMPITI IN CLASSE. Che gioia. Che gaudio. Che tripudio. La gioia era dovuta ad una consapevolezza: "Questa volta mi è andato bene, me lo sento" In fondo aveva studiato, logico che fosse andato bene.

Attese seduto composto al suo banco, la schiena dritta, i piedi pari, i gomiti aderenti al busto, le ginocchia piegate precisamente di 90 gradi, spalle aperte e sguardo dritto e deciso.

Cercava con tutte le forze di non mettersi a saltare dall'eccitazione.

La porta si aprì. La prof entrò in classe. Teneva sotto braccio un fascio di fogli.

QUEI fogli.

I famigerati compiti in classe.

Li sistemò accuratamente sulla cattedra, ordinatamente impilati uno sull'altro.

Fece correre lo sguardo sulla scolaresca, scansionando ogni alunno nei minimi dettagli.

La classe attendeva, silenziosa.

"Bene" esordì la prof "I compiti sono andati bene, sono molto soddisfatta"

Un sospiro collettivo di sollievo si alzò nell'aria. Anche l'alunno Marco sospirò insieme ai suoi compagni. Ma in fondo lui sapeva che fosse logico che il compito gli fosse andato bene. Aveva studiato, in fondo.

La prof richiese il silenzio e continuò "Ci sono state un paio si insufficienze, ma non troppo gravi"

Dopodiché cominciò a restituire i fogli.

Lui attendeva seduto e composto cercando in tutti i modi di dissimulare la smania che lo aveva preso e che stava per farlo saltare addosso alla sfortunata prof.

Il compagno di banco alla sua destra ricevette il proprio compito. Gli si avventò addosso come un avvoltoio sulla preda, una luce maniacale negli occhi.

"Allora allora allora quanto hai preso? Eh? Quanto?"

Quello lo guardò spaventato e lievemente perplesso mentre stringeva possessivamente il proprio foglio.

"Ecco.. io.."

"QUANTO HAI DETTO?"

"Non l'ho detto.."

"Dimmi il votooo!!"

Quello deglutì un paio di volte, la fronte che si imperlava di sudore. Fu poco più che un sussurro.

"Sette"

NO. Devo superare questo bastardo.

La prof gli passò davanti. Lui si protese impercettibilmente verso di lei.

Lei prese il foglio e glielo porse.

Lui allungò le mani, pronto a ricevere il magico foglio delle risposte.

Vide una mano allungarsi sopra alla sua testa e afferrarlo prima che potesse anche solo pensare quanto potesse avere preso.

Rimase li, con le mani protese a mezz'aria e con la delusione stampata in faccia.

La prof continuò il suo giro per l'aula mentre lui rifletteva a testa china dove potesse essere finito il suo compito. Non si accorse del foglio che scivolò placidamente sul suo banco, troppo preso dalle proprie elucubrazioni.

Non si accorse del suo compagno di banco che glielo prendeva da sotto il naso e leggeva incredulo il voto.

"Ehi Marco, grande!"

Si riscosse dai suoi pensieri. "Eh?"

"Hai preso più di me"

"Cosa?"

Gli mostrò il foglio che ancora teneva in mano e su cui campeggiava fieramente un 7+.

Sorrise, strappando il suo compito dalle mani del compagno per poterselo godere appieno.

Missione compiuta.

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Note:

Nonostante il notevole ritardo, eccomi qua con il secondo delirio. Immagino che tutti noi abbiamo provato questo momento almeno una volta nella vita:')

E si, insomma, nessuno lo ammette, ma tutti lo sanno: prendere più del proprio compagno di banco da soddisfazione! Anche se poi ci sentiamo in colpa per averci pensato. (Poveri compagni di banco).

Non so quando riuscirò a postare la nuova storiella, spero di avere un po più di tempo ora che si avvicinano le vacanze.

Detto questo, buona lettura!!

Grazie a tutti quelli che sono passati e che passeranno;)

Benny

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Capitolo 3
*** Tre ***


Questa storiella è frutto della mia fantasia. Il riferimento a fatti e personaggi reali è puramente casuale.

TRE

La campanella trilla felice, facendo sobbalzare i poveri alunni sulle sedie. L'ora è infine giunta.

Come se fosse stata evocata dalla fatidica campana, la prof entra in classe sbattendo la porta, dirigendosi a passo di marcia verso la cattedra. Scruta impassibile la classe, poggiando per un attimo il suo sguardo glaciale su di te. Deglutisci, cercando di apparire indifferente e rilassato, ma hai la gola secca e rischi di strozzarti, così rinunci.

La donna si siede al suo posto e inizia l'appello, soffermandosi un paio di secondi su ogni alunno. Senti di nuovo il suo sguardo gelido trapassarti quando ti chiama.

Dopo aver segnato i due assenti, alza gli occhi sulla classe, che in silenzio attende il proprio destino.

Anche tu attendi, pregando nel tuo profondo.

Spiega, ti prego, spiega...

La fissi, cercando di farle arrivare il tuo pensiero positivo.

Lei apre la bocca.

Ti prego spiega, solo oggi, ma ti prego spiega!

Prende fiato.

Farò tutto quello che vuoi, ti seguirò sempre, non farò mai più casino...

Sospira.

Ti prego verrò volontario da qui a giugno ma ti prego non oggi!!

Guarda la classe.

Ti prego ti prego...

"Oggi..."

Si! Spiega! Te lo chiedo in ginocchio!!

"... interrogo"

FANCULO.

Rischi di scoppiarle a piangere davanti alla faccia dalla frustrazione. Ma porca miseria.

Cerchi di rimanere calmo, respiri, ti tranquillizzi.

Ok. Ho ancora una possibilità di scamparla. Siamo in 23. Non interrogherà PROPRIO a me...

La prof inizia a far scorrere i nomi sul registro. Allunghi un pò il collo e riesci a vedere lo schermo.

Il tuo cognome è tra i primi, ma per fortuna lei non segue l'ordine dell'elenco. Scorre in su.

Senti i battiti accelerare, ma cerchi di rimanere calmo.

No ti prego vai giù... Vai giù...

Fissa i nomi sullo schermo, poi lentamente va giù.

Si... così... brava...

Senti l'intera classe trattenere il fiato mentre aspettano che venga estratto il disgraziato di turno. Il silenzio è palpabile. Fa quasi male alle orecchie.

Il piccolo colpo di tosse proveniente dal fondo dell'aula ti fa saltare sulla sedia dalla sorpresa. Tutti gli alunni si girano verso l'artefice del verso. Occhiali rotondi, camicia bianca abbottonata fino al collo, brufoli e mano alzata. Una fiammella di speranza si accende nel tuo cuore.

"Si?"

"Ehm... io... ecco..."

Si dai vai volontario...

"Verrei volontario..."

L'HA DETTO DAVVERO!!!

La prof lo guarda compiaciuta, con lo sguardo orgoglioso che generalmente si riserva esclusivamente al proprio figlio.

Sprofondi nella sedia, tirando un sospiro di sollievo e sentendoti leggero.

La donna si gira di nuovo verso il computer.

"Ottimo, allora ne interrogo due. Altri volontari?"

La classe si ammutolisce di colpo.

"Nessuno?"

Tutto tace.

"Bene, allora facciamo ad estrazione con l'agenda."

Tutti ma non il 4.

Prende l'agenda. Guarda la classe. La apre a caso.

"17"

SONO UN DIOOO!!!

"Ehm... prof..."

Tutti si girano di nuovo. È il volontario.

"Il 17 sarei io..."

Ma vaffanculo.

"Oh allora ne estraggo un altro."

Non il 4... non il 4...

Senti l'adrenalina scorrerti nelle vene, una gocciolina di sudore ti cola lungo la tempia.

Andiamo... non il 4...

La prof prende di nuovo l'agenda. La apre. Guarda la classe.

"4"

PORCA PUTTANA.

Alzi la mano rassegnato e ti avvii al patibolo.

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Note:

Dunque, so di essere in ritardissimo e per questo chiedo umilmente perdono, ma non posso garantire post frequenti e costantiD: (causa scuola-sport-cavoli vari).

Parlando di questo raccontino, mi sono divertita troppo a scriverlo perchè è una cosa che mi capita spesso:')

Comunque, spero che vi piaccia! Alla prossima (che non so quando sarà), e buona lettura!!:D

Benny

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