RED TAIL cap.6: voltare pagina

Era da poco passata la mezzanotte. Vegeta e Bulma erano a letto, quando a due metri da loro apparve Goku

< Ma tu starai scherzando... > sibilò Vegeta inorridito.

< Vegeta,devo ancora chiederti quella cosa... Mi hai detto “ne parliamo domani”... e adesso è domani! >

< E’ mezzanotte e dieci... e sono OCCUPATO!!! >

< Sei occupato a fare cosa a quest’ora di not............ oh mio dio.......... > Goku si era interrotto notando che sotto alle lenzuola... e sotto a Vegeta, una imbarazzatissima Bulma faceva il possibile per scomparire dalla vista. Vegeta era chiaramente sul punto di perdere il controllo. Goku cercò di salvarsi come poteva:

< ehm... il fatto è che... ecco... ho sentito la tua aura aumentare... pensavo che ti stessi allenando... >

< ESCI SUBITO FUOOOOOORIIII!!!! > ruggì Vegeta, sottolineando quell’ordine perentorio con un ki-blast che centrò Goku in piena faccia proprio mentre si teletrasportava per salvarsi.

Questo fu solo il primo e più imbarazzante di molteplici tentativi,tutti peraltro miseramente falliti, da parte del reietto di infimo livello di “chiedere quella cosa” a Vegeta...

In pochi giorni, Yasira aveva conosciuto tutti gli strampalati amici di suo fratello e di Kakaroth, e aveva cominciato a passare molto tempo con C-17, dopo un imbarazzante episodio alla Kame House: il Maestro Muten si era presentato alla Sayan nel modo che gli era più consono, cioè sbavando come un maiale e sbirciandole la scollatura. Vegeta stava per partire all’attacco per insegnare a Muten la stessa lezione che aveva impartito a Yamcha appena qualche minuto prima, e cioè:”nessuno guarda le tette di mia sorella senza subire DOLOROSE conseguenze”, ma fu preceduto da C-17, che era andato a trovare C-18 e la sua nipotina Marron. Il cyborg aveva dislocato la mandibola del povero vecchietto con un destro micidiale, urlando:< Lasciala in pace, vecchio maniaco! > e lasciando tutti a bocca aperta. Era andata a finire che C-18 gli aveva dato una bella strigliata dicendo che avrebbe dovuto difendere anche lei in quel modo, ogni tanto. Dopo un po’ i due avevano cominciato a frequentarsi. Avevano scoperto di avere una storia molto simile: entrambi erano stati, fin da bambini, schiavi di un essere malvagio e spregevole, ed entrambi erano sopravvissuti probabilmente solo grazie al legame fraterno. L’unica differenza era che Yasira era diventata una bambina-soldato, e C-17 una cavia da laboratorio.

Una sera erano andati a cena fuori: era incredibilmente tardi quando C-17 l’aveva riaccompagnata alla Capsule Corporation.

< Toglimi una curiosità –chiese Yasira scendendo dalla macchina di C-17 –perché vai sempre in giro in macchina quando potresti volare? >

< Non saprei... Mi è sempre piaciuto guidare. Mi fa sentire come un essere umano normale con una vita normale. Mi aiuta a pensare che non sono una macchina da guerra creata con il solo scopo di uccidere e distruggere... è lo stesso motivo per cui vado a caccia con fucili e pistole anziché usare onde energetiche... >

Yasira capiva perfettamente. Anche lei era stata costretta a diventare una macchina da guerra, per sopravvivere a Freezer prima e a Nedrick poi. Era assorta nei suoi pensieri quando C-17 le si avvicinò, la prese in braccio e prese il volo verso il terrazzo dello stabile.

< Ehi, ma cosa fai? Sono capace di volare! >

< Certo, lo so... Ma così è più bello, non ti sembra? >

Yasira gli sorrise. Una volta atterrati sul terrazzino C-17 la mise giù, ma continuarono a guardarsi negli occhi. Per un istante troppo lungo. Si avvicinarono lentamente fino a baciarsi.

Quando si staccarono l’imbarazzo era palpabile. Si guardarono negli occhi ancora per qualche istante prima che la sayan rompesse il silenzio:

< Ehm... buonanotte! > disse prima di aprire velocemente la porta e sparire all’interno.

C-17 si affrettò a scendere in giardino per poi avviarsi a passo spedito verso la sua macchina:< Stupido idiota! Stupido! Stupido! Stupido! > pensò di sé stesso mentre apriva la portiera.

Dalla finestra, Yasira vide l’auto che si allontanava. Era triste. Infilò una mano sotto il collo della maglietta e tirò fuori una piccola catenina d’oro. Era un regalo che Vegeta le aveva fatto quando erano piccoli. Quando era prigioniera aveva fatto di tutto per nasconderla, perché le schiave di Nedrick non potevano avere beni personali, tanto meno gioielli. Quando facevano la doccia, che era in comune visto che non avevano un minimo di privacy, se la legava in vita arrotolandoci sopra la coda perché non si vedesse. Adorava il suo fratellone, e sentiva di poterlo deludere. In quel momento l’oggetto dei suoi pensieri entrò nella stanza:

< Pensavo che dormissi... > disse Yasira.

< Come stai? > chiese Vegeta.

< Sono piuttosto stanca. Meglio che vada a letto... >

< Non intendevo in quel senso... > la interruppe il fratello.

Yasira lo guardò nella penombra della stanza, illuminata solo dalla luce dei lampioni in strada. Col tempo, Vegeta aveva praticamente imparato a leggerle nel pensiero.

< Io provo qualcosa per lui... > disse piano la ragazza.

< E allora perché lo hai piantato in asso sul terrazzo? >

Yasira abbassò lo sguardo. Vegeta capì al volo; le si avvicinò alzandole il mento con il pollice e l’indice:

< Vedi qui? > chiese indicandosi la faccia. La sorella sorrise; da piccoli le faceva quel giochino in continuazione:< Sì... niente pizzetto... > rispose.

< Appunto –continuò Vegeta abbracciandola teneramente –io non sono nostro padre, sono tuo fratello. Devi fare quello che credi sia meglio per te, non quello che credi mi faccia più piacere. Anche se io non approvo al 100 per cento, sarò il primo ad incoraggiarti se credi che lui possa renderti felice >.

Yasira era al settimo cielo. Sentiva, per la prima volta dopo tanti anni, di poter finalmente voltare pagina.



Evvai! Sono finalmente riuscito a scrivere il sesto capitolo!
C-17 è tornato alla ribalta! Ed è subito partito all'attacco! Fortuna che Vegeta l'ha presa con filosofia...
Beh, che altro... Kakaroth è il solito idiota pervertito... Vegeta è uguale a suo padre... Tutto normale!
Il prossimo capitolo arriverà a breve... forse entro il fine settimana, dato che l'ho scritto quasi insieme a questo... Vedrò cosa riesco a fare!

RED TAIL cap.7: un nuovo nemico

Il tempo passava e tutti si allenavano in attesa dell’arrivo di Nedrick.

Goku e Vegeta combattevano tra di loro al massimo delle loro forze. Sembrava davvero che ormai fossero perfettamente alla pari. Trunks e Goten si allenavano tra di loro oppure contro Gohan, fondendosi in Gotenks. Tarble non era ancora riuscito a diventare super sayan,ma era quasi abbastanza forte da tenere testa a Crilin, Yamcha e Tenshinhan contemporaneamente. In genere però, il secondo principe dei sayan si allenava con la sorella minore nella gravity room. Paradossalmente Yasira, pur essendo più forte di Tarble, faceva molta più fatica in quell’ambiente, non essendo abituata a forze di gravità centinaia di volte superiori al normale. Per contro Tarble, già abituato a certi ritmi, riusciva quasi ad annullare il vantaggio della sorella di essere super sayan. Era interessante, a detta di Junior, notare come la forza fisica dell’una fosse controbilanciata dalla resistenza dell’altro.

Il risultato era che Tarble ne usciva sempre coperto di ferite, e passava quasi tutte le sere e le notti in infermeria: Yasira era incredibilmente forte. Fino a qualche tempo prima sarebbe stato contento per lei, ma ora la cosa gli dava un po’ fastidio: non gli piaceva essere l’ultima ruota del carro. Era ben lontano dal provare l’ossessione che fino a qualche anno prima attanagliava Vegeta nei confronti di Goku, ma aveva una vaga idea di come doveva essersi sentito il fratello.

L’ allenamento in quella stanza era particolarmente devastante anche per Yasira: avevano iniziato sin dal primo giorno con una gravità 500, e dopo otto ore di allenamento ininterrotto lei non ce la faceva più: quando usciva e andava sotto la doccia, riusciva a malapena a stare in piedi. La coda, quella coda rossa che da piccola le aveva causato tanti problemi, le penzolava tra le gambe in posizione perfettamente verticale. Non aveva più la forza di alzarla. Questi terrestri erano davvero forti, ma contro Nedrick... beh, non credeva che avessero qualche possibilità.

Vegeta, dal canto suo, era molto soddisfatto dei suoi due fratelli: Tarble sembrava aver finalmente trovato l’istinto di combattere che gli era sempre mancato, e stava anche solidificando il rapporto con la sorella: al suo arrivo sulla Terra, Yasira sembrava averlo riconosciuto appena, mentre appena aveva visto Vegeta le si erano illuminati gli occhi. Tarble capiva che il rapporto tra Yasira e Vegeta sarebbe sempre stato più profondo di quello che i due avevano con lui; in fin dei conti lui era praticamente sparito mentre loro erano succubi di Freezer, ma a lui andava bene anche così. L’importante era che fossero di nuovo insieme.

Yasira, in realtà, stava coltivando anche un altro rapporto: per C-17 era inutile allenarsi, essendo un cyborg la sua forza era quella che era e non poteva aumentare più di così, e Yasira ogni tanto lo prendeva in giro dicendo che così era “troppo comodo”. Dopo quell’episodio sul terrazzo della CC, era stata lei stessa a cercarlo per chiarire le cose:gli aveva chiesto scusa dicendo che l’aveva presa alla sprovvista. Lui aveva risposto scherzando:< beh adesso sto per rifarlo, sei avvertita > e l’aveva baciata di nuovo. Questa volta l’imbarazzo non c’era stato. Era decisamente scattato qualcosa tra di loro.

Erano ormai passati più di tre mesi dall’arrivo di Yasira sulla Terra, e si cominciava a percepire una presenza negativa in un punto non definito dello spazio. Ogni giorno si avvicinava sempre di più alla Terra, diventando sempre più forte e riconoscibile. Doveva per forza trattarsi di Nedrick.

Junior era preoccupato: < è ancora a quasi un mese di viaggio da noi, e già percepiamo la sua aura. Deve essere davvero potentissimo >.

Anche gli altri si erano resi conto della gravità della situazione, e avevano ulteriormente intensificato i loro allenamenti. Ma la più in ansia era Yasira: pensava che stavolta non avrebbe dovuto ascoltare Vegeta, avrebbe dovuto andarsene in fretta da quel pianeta e lasciare che i suoi fratelli e i loro amici vivessero in pace. Pensava di averli condannati tutti a morte certa rimanendo lì.

Un giorno, Yasira era sola in casa: Vegeta era ad allenarsi con Goku, Trunks era da qualche parte a fare danni con Goten e Bulma era fuori città per lavoro. C-17 era andato alla CC per passare un po’ di tempo con lei. L’aveva trovata nella sua stanza, seduta per terra con la schiena contro la parete e lo sguardo perso nel vuoto. Non aveva la più pallida idea di come comportarsi, e alla fine decise di sedersi sul pavimento accanto a lei senza dire nulla. L’aura di Nedrick era ormai chiaramente percepibile.

< Io credo di essere maledetta > aveva detto seria la sayan. C-17 non sapeva cosa rispondere...

< Da piccola tutti mi dicevano che ero una specie di maledizione per la mia famiglia e il mio popolo. Forse avevano ragione. Vegeta mi ha sempre difesa, ma forse si sbagliava. Adesso sta per succedere ancora... >

< Che cosa vuoi dire? >

< In tutta la mia vita non ho fatto altro che causargli problemi. Questa volta non dovevo ascoltarlo... ho paura di perderlo per sempre... >

< Che altro potevi fare? Continuare a scappare? Passare il resto dei tuoi giorni cercando di fuggire da tutto e da tutti? >

< Se servisse a non coinvolgere altri innocenti, perché no? >

C- 17 le mise un braccio intorno al collo, baciandola sulla guancia:< Yasira, non avrebbe alcun senso. Come pensi che si sentirebbero Vegeta e Tarble se sapessero che tu sei là fuori da qualche parte in balìa di quel mostro e loro sono qui a non fare nulla per salvarti? >

La ragazza si girò leggermente verso di lui. C-17 riprese:< Fidati di me. Goku e Vegeta hanno aiutato anche me e mia sorella più di una volta, anche se indirettamente. Sono sempre riusciti a spuntarla su tutti quelli che gli si mettevano contro, in un modo o nell’altro. Ce la faranno anche stavolta >

La ragazza sorrise appena riabbassando lo sguardo. Non ci credeva gran che, ma era bello pensare che fosse vero.

All’improvviso, una gigantesca esplosione distrusse il muro esterno della stanza: di fronte a loro, lo spettacolo era inquietante: dallo squarcio nella parete si vedeva l’intera Città dell’Ovest rasa al suolo. Incendi di proporzioni enormi divampavano tra le macerie degli edifici crollati; sirene, antifurti e grida di terrore riecheggiavano nell’aria densa di fumo.

A circa duecento metri da loro, sospeso in aria, uno strano essere li osservava immobile con un sorriso malefico attraverso il buco nel muro: molto alto e muscoloso, portava dei pantaloni bianchi, stivali gialli e una specie di maglia nera con un lungo scollo sul petto, su cui pendeva un grosso medaglione. Era di carnagione verdognola, con dei lunghi capelli rossicci che gli ricadevano sulla schiena. Yasira era rimasta pietrificata alla vista di quell’individuo.

< Finalmente ti ho trovata, piccola puttanella! > furono le sue prime parole.

Nedrick era arrivato.



Eccoci qua, finalmente il cattivone di turno si è fatto vivo! Sarà davvero così forte? (Certo che lo sarà, l'ho creato io! )
Vedremo come si evolveranno le cose! So già che il gruppo Z vedrà i sorci verdi!
Al prossimo capitolo!

RED TAIL cap.8: all’attacco!

Goku era contento. Lui e Vegeta avevano appena finito di allenarsi, e finalmente il principe dei sayan aveva acconsentito a rispondere a quella famosa domanda che stava cercando di porgli da quasi quattro mesi. Peccato che proprio in quel momento i due sentirono l’aura di Nedrick aumentare in modo spropositato. Doveva essere arrivato e aver già cominciato il suo attacco.

< Maledizione! Viene dalla Città dell’Ovest! > disse Goku preoccupato.

< Mi sa che dovremo rimandare la conversazione, Kakaroth > rispose Vegeta prima di spiccare il volo.

< Uffa! Proprio adesso doveva arrivare questo tipo? > replicò Goku prima di seguirlo.

Yasira era immobilizzata dalla paura. C-17 non aveva indugiato un solo istante, attaccando l’avversario subito. Purtroppo, appena gli era arrivato vicino, Nedrick lo aveva colpito con un unico,potentissimo pugno che lo aveva fatto precipitare al suolo facendogli perdere conoscenza.

Solo a quel punto Yasira si era alzata in piedi. < Allora? Sei talmente vigliacca da non affrontarmi neanche di persona? Mi deludi. > la provocò Nedrick. In quel momento arrivarono sul posto anche Junior, Tarble, Trunks, Gohan e Goten.

< Ho ho! È arrivata la cavalleria! > disse Nedrick. Questa volta, però, decise di essere lui a fare la prima mossa: fregandosene di tutti i nuovi arrivati, scattò ad una velocità impressionante verso Yasira, colpendola in piena faccia con un calcio che la scaraventò in aria, per poi sparire alla vista. Nessuno era riuscito a seguire i suoi movimenti.

< Sono qui, razza di imbranati! > Tutti si girarono:dietro di loro, Nedrick teneva per il collo con una sola mano la sayan. La stava strangolando talmente forte che lei non riusciva quasi neanche a dimenarsi. Trunks, Gohan e Goten si trasformarono immediatamente in super sayan e si prepararono ad attaccare.

< Alt! Io non lo farei se fossi in voi! Potreste fare del male alla vostra amichetta, qui! > disse Nedrick, portando la ragazza vicino a sé e leccandole una guancia sorridendo. Yasira sentì un profondo moto di odio e disgusto. < Razza di bastardo! > urlò Tarble, che scattò in avanti più velocemente che poteva. Non aveva alcuna possibilità: con la mano libera, Nedrick lanciò un’onda energetica potentissima che spazzò via non solo lui, ma anche tutti gli altri che gli stavano dietro.

L’unico in grado di rialzarsi fu Gohan; gli altri erano svenuti per il colpo. Nedrick rise:< Però! Non è da tutti rialzarsi dopo uno dei miei attacchi! Complimenti,pivello! > Gohan era sul punto di perdere le staffe sul serio. Si rimise in guardia, aumentando al massimo la sua aura:< Vediamo di cosa sei capace, mostro! >

< Ma sì! Ho tempo da perdere, giochiamo un po’! > ridacchiò Nedrick, lasciando andare Yasira, che cadde sulle ginocchia e sui gomiti, proprio di fronte a lui: < scusa, tesoro, ma stavolta voglio essere sicuro che non scapperai di nuovo! > Detto questo, Nedrick pestò la schiena della ragazza con un calcio micidiale, che le spezzò la spina dorsale impedendole di muoversi. Yasira cadde a terra lunga distesa e lanciò un urlo di dolore fortissimo, che fece capire a Gohan che non poteva indugiare oltre. < No, Gohan, non farlo! Non puoi farcela contro di lui! Scappa! > gridò Yasira con quanto fiato le rimaneva. Ma il figlio di Goku non le prestò ascolto, lanciandosi all’attacco. Cercava di colpire il suo avversario combattendo corpo a corpo, ma Nedrick si muoveva così velocemente che Gohan non riusciva a mandare a segno neanche un pugno.

Goku e Vegeta erano ormai quasi arrivati, ma Vegeta aveva una brutta sensazione: sentiva l’aura della sorella molto più debole del normale. Anche Trunks e Tarble erano insolitamente deboli. Doveva sbrigarsi, o sarebbe accaduto il peggio.

Anche Goku si era accorto che il combattimento volgeva decisamente a favore di Nedrick: da quello che poteva capire Gohan stava combattendo, ma non avrebbe resistito a lungo. Senza scambiare una parola, entrambi aumentarono al massimo la velocità.

Nel frattempo, Gohan continuava ad arrancare. Nedrick si era stufato: dopo una poderosa ginocchiata allo stomaco, che fece piegare in due dal dolore il giovane sayan, gli lanciò un ki-blast a pochi centimetri dalla faccia. Gohan cadde a terra poco distante, ancora cosciente ma incapace di rialzarsi. Ridendo sommessamente, Nedrick camminava piano verso di lui, quando una piccola sfera di energia lo colpì alla schiena, senza però fargli neanche un graffio. Voltatosi, Nedrick scorse il piccolo Goten che si reggeva in piedi a malapena, con una mano tesa verso di lui:< Lascia... lascia stare... mio fratello... > disse prima di cadere al suolo stremato.

Nedrick si stava divertendo:< HA! Porta solo un attimo di pazienza, moccioso! Finisco questo qui e sono subito da te! > Tuttavia fece appena in tempo a voltarsi di nuovo verso Gohan, che un potentissimo calcio lo colpì sulla mascella destra, facendolo volare per centinaia di metri e schiantare contro un grattacielo, mandandolo in frantumi. Era stato Goku.

Vegeta corse subito dalla sorella:< Yasira, mi senti? > chiese preoccupato. La ragazza girò la testa verso di lui e aprì gli occhi:< Vegeta... ho la schiena rotta... non mi sento più le gambe... >

< Non preoccuparti. Andrà tutto bene. > disse lui. Fece per alzarsi, ma Yasira lo fermò:< Aspetta,Vegeta! Ti prego... prendi... prendi gli altri e scappa... non affrontarlo, ti... supplico... >

< No, non ti lascio qui da sola con lui! >. La rabbia che gli stava montando dentro era indescrivibile. L’aveva di nuovo lasciata sola, ed era arrivato tardi.

< La solita... testa dura... > disse piano Yasira. Vegeta fece un sorrisetto e si alzò, per andare ad accertarsi delle condizioni di Trunks e Tarble.

Goku, intanto, prestava soccorso al figlio:< Papà, stai molto attento... è velocissimo e ha una forza incredibile... > disse Gohan. Goku fece solo un cenno di assenso.

In quel preciso istante, Nedrick riemerse dalle macerie. Non aveva subìto il benché minimo danno, se non quello di essersi infuriato di brutto:< CHI E’ STATO? SIETE STATI VOI DUE? PREPARATEVI A RICEVERE UNA BELLA LEZIONE DI BUONE MANIERE, VERMICIATTOLI!! >.

Goku e Vegeta si trasformarono istantaneamente in super sayan di quarto livello, senza il minimo sforzo.

< Sei pronto, Vegeta? > chiese Goku

< Diamo il via alle danze! > rispose l’altro.




Rieccomi con l'ottavo capitolo!
... E adesso son cazzi! Goku e Vegeta stanno per entrare in azione! Riuscirà Nedrick a tenere testa a due SSJ4? (Beh, mica ve lo dico qui!)
Alla prossima!

RED TAIL cap.9: in seria difficoltà

Goku e Vegeta partirono all’attacco contemporaneamente; Vegeta sferrò un pugno e Goku un calcio, ma Nedrick non si fece trovare impreparato: schivò magistralmente il pugno di Vegeta e parò il calcio di Goku, bloccandogli la caviglia, per poi usarlo come una specie di clava contro Vegeta. I due sayan rotolarono a terra uno sopra l’altro.

< Che diavolo fai? Spostati, Kakaroth! > sbraitò Vegeta scansando il compagno e rialzandosi. Non fece in tempo a rimettersi in piedi, però, che Nedrick lo centrò in pieno volto con un gancio sinistro, atterrandolo di nuovo. Goku decise di provare ad attaccare a distanza: fece un rapido salto indietro e caricò un’onda energetica, che però Nedrick riuscì a deviare facilmente. Il raggio di energia fuori controllo si diresse verso Vegeta, il quale lo schivò appena in tempo:< Idiota! Stai attento a quello che fai! È lui che devi colpire, non me! > protestò Vegeta subito dopo.

Goku stava per rispondergli, ma la distrazione gli costò cara: Nedrick gli fu addosso in un attimo, colpendolo con una fortissima ginocchiata in pieno volto. Goku ebbe l’impressione che il setto nasale gli si incastrasse nel cranio, mentre cadeva a terra. Vegeta passò di nuovo al contrattacco, stavolta sparando una raffica di ki-blast. Nedrick riuscì a schivarne la maggior parte, mentre qualcuno gli arrivava troppo vicino e doveva pararlo. Proprio uno di questi ki-blast deviati da Nedrick per poco non andò a colpire in pieno Goku:< IO devo stare attento a quello che faccio, eh? E tu invece? > berciò il sayan più giovane.

< Beh, l’hai schivato, no? E poi chi ti dice che non l’abbia fatto apposta? >

< Spiritoso! Non... >. Ancora una volta la distrazione stava per giocare un brutto scherzo a Goku: stavolta Nedrick, deciso a combattere il fuoco con il fuoco, attaccò Goku con una gigantesca onda energetica rossa. Il sayan fu comunque abbastanza veloce da spostarsi senza riportare danni.

Il colpo esplose dopo aver percorso centinaia di chilometri: lo scoppio fece tremare l’intero pianeta. Dovevano stare attenti, o la Terra sarebbe saltata in aria un’altra volta. Ricordavano entrambi cos’era successo contro Majin Bu.

Il combattimento proseguiva, ma per i due sayan si stava mettendo davvero male. Loro stavano consumando parecchie energie, e Nedrick sembrava ancora fresco come una rosa. Inoltre, se riuscivano sporadicamente a colpirlo con qualche pugno o raggio d’energia, non sembravano averlo ferito, mentre loro due stavano incassando una gran quantità di colpi, ed erano sempre più in difficoltà.

< Vegeta... perché... non hai voluto ascoltarmi? > mormorò Yasira, vedendo il fratello che stava avendo la peggio contro quel mostro. Era colpa sua quello che stava succedendo, ne era sicura. Quell’incubo era stato lei a scatenarlo.

Goku e Vegeta si resero conto che così non potevano continuare. Decisero di attaccare l’avversario con i loro colpi più potenti, lanciati al massimo dell’energia: se fossero riusciti a creare un’onda combinata a piena potenza e a colpirlo in pieno, Nedrick non avrebbe avuto scampo. O almeno questa era la teoria. Aspettarono il momento opportuno, per poi lanciare contemporaneamente un’Onda Energetica e un Final Flash. I due colpi si unirono a metà strada in un unico, potentissimo raggio di energia. Nedrick fu centrato in pieno, ma riuscì a bloccarlo dopo aver indietreggiato di circa venti metri. A quel punto, i due aumentarono al massimo la loro potenza, e Nedrick fu finalmente travolto.

Goku e Vegeta caddero al suolo privi di forze e ansimando pesantemente. Trunks e Goten, vista la scena da lontano, stavano esultando:< Ce l’hanno fatta! Ce l’hanno fatta! >. Yasira però aveva un’espressione preoccupata: ci voleva ben altro per uccidere Nedrick.

E infatti una esplosione di fronte a loro fece capire a Goku e a Vegeta che non era ancora finita: Nedrick emerse dalla nuvola di fumo e polvere che aveva creato, con i vestiti lacerati e qualche livido e graffio, ma niente di serio:

< Bravi! Questa volta siete riusciti quasi a farmi il solletico! Ma adesso siete senza energie! Ora è il mio turno! >

Detto questo, tese le mani davanti a sé e caricò una poderosa sfera di energia:Goku e Vegeta si alzarono in piedi, ma non furono in grado di spostarsi in tempo. La gigantesca sfera li colpì in pieno, facendoli atterrare a centinaia di metri di distanza, vicino ai loro compagni.

Nedrick rise sonoramente, poi, osservando tutti i guerrieri stesi a terra, pensò che era ora di finirla: < Bene. È il caso che mi sbrighi a fare quello per cui sono venuto... è arrivata la tua ora, piccola scimmietta > disse avvicinandosi alla sayan.

Yasira non aveva la forza, né il coraggio,di muovere un muscolo. Si accorse che Nedrick era in piedi di fronte a lei solo dopo alcuni secondi. Questi la prese per il collo e la sollevò da terra con una sola mano, come aveva fatto prima. La ragazza non riusciva neanche ad alzare un dito: era completamente alla mercè di quella bestia.

< Lasciala andare, verme schifoso! > ringhiò Vegeta, rialzandosi faticosamente in piedi. Yasira non si muoveva.

Nedrick ghignò:< Tsk! Questa è la fine che fanno quelli che si mettono contro di me! >, e strinse ancora di più la presa attorno al collo della ragazza.

Subito dopo, nell’ aria riecheggiò un secco e sinistro “CROCK”. A Vegeta sembrò che il suo cuore si fermasse in quel preciso istante.

L’aura di Yasira era sparita del tutto.




...Sì, è morta. E non so se tornerà mai in vita. Non lo so, perchè Vegeta reagirà molto male.
Quello che so è che nel prossimo capitolo ci sarà una sorpresina tratta dalla "serie fantasma" Dragon ball AF.
Non mancate!

RED TAIL cap.10: la furia di Vegeta

Nedrick rideva sguaiatamente, mentre gettava via il corpo senza vita della povera Yasira. La ragazza cadde a terra proprio accanto a Vegeta, con gli occhi spalancati, in cui si poteva ancora leggere il terrore che aveva provato.

< Razza di criminale! > urlò Goku lanciandosi ancora una volta contro quel mostro.

Tarble non riusciva a rialzarsi, e vedendo Yasira morire aveva solo chiuso gli occhi e abbassato la testa. Detestava se stesso per non aver mai combattuto: forse, se fosse stato più forte, avrebbe potuto aiutarla.

Trunks, altrettanto furioso, stava per andare a combattere di nuovo, ma fu trattenuto da Gohan e Goten. Junior era ancora svenuto.

C-17 si era appena ripreso. Si accorse di quello che era successo quasi subito. Sentì il mondo crollargli addosso:quella ragazza era una dei pochi al mondo che lo capiva, perché in qualche modo era come lui. Voleva passare il resto della vita con lei. Ora però era troppo tardi per dirglielo.

Vegeta era come pietrificato: la vista del cadavere della sorella a un metro da lui lo aveva completamente bloccato.

Aveva fallito. Definitivamente. Aveva fallito in passato, quando non l’aveva difesa da Freezer, e ora aveva fallito una seconda volta e per sempre.

Provava odio: non solo per quel criminale che ora combatteva contro Goku, ma anche e soprattutto per se stesso: lui aveva trattenuto Yasira, pensando di riuscire a fare quello che non aveva fatto negli ultimi diciannove anni: proteggerla. E non c’era riuscito.

Provava frustrazione: una vita di allenamenti, e si era fatto mettere al tappeto di nuovo. Con un colpo solo, per di più. Dall’essere che avrebbe dovuto combattere con tutte le sue forze, perché aveva fatto del male a sua sorella.

Soprattutto, provava disperazione: aveva ritrovato Yasira dopo quasi vent’anni, aveva sempre sperato che un simile miracolo succedesse, e ora lei era morta. Aveva quasi perso la stabilità mentale perché lei gli mancava, aveva sofferto per tutta la vita perché rivoleva la sua sorellina, e adesso che avrebbero potuto stare insieme, lui non era stato in grado di salvarla da quel mostro.

All’improvviso ebbe come un momento di lucidità: tutti i sentimenti che provava, odio, frustrazione, disperazione, furore, tristezza, furono soppiantati da uno solo: la rabbia. Una rabbia feroce, ancestrale, come mai aveva provato prima: sentì come una forte scossa elettrica che gli percorreva tutto il corpo; una nuova energia, potentissima, lo pervadeva.

La sua aura aumentò a dismisura. Gli occhi si cerchiarono di profonde occhiaie nere. I capelli,la coda e la peluria sul corpo divennero improvvisamente di colore bianco argentato. Anche la sua carnagione si scurì leggermente.

La sua potenza esplose. Tutto, nel raggio di dieci chilometri, fu spazzato via dalla sua furia distruttrice.

Gohan, Goten, Tarble, Trunks, C-17 e Junior, rinvenuto proprio in quel momento,furono investiti in pieno dallo spostamento d’aria e dovettero fare del loro meglio per non essere spazzati via. Non riuscivano a credere che quello fosse davvero lo stesso Vegeta che conoscevano.

Vegeta era diventato Super Sayan di quinto livello.

Dopo mille anni, il famigerato Super Sayan della Leggenda era finalmente tornato.

Nedrick intanto aveva atterrato Goku, che aveva esaurito tutte le energie, e si preparava a finirlo con un attacco energetico quando si accorse della mostruosa aura di Vegeta. Goku non credeva ai suoi occhi: la potenza del principe dei sayan era incommensurabile. Nedrick, però, non perse la calma:< Beh? Cos’è questa pagliacciata? Credi di farmi paura,forse? Nessuno può competere con il grande Nedrick! > disse, scagliandosi contro Vegeta.

< Vegeta, attento! > urlò Goku, ma fu inutile. Nedrick si preparò a colpirlo con un destro che avrebbe dovuto ucciderlo all’istante.

Vegeta non aveva alcuna intenzione di schivarlo.

Bloccò il pugno di Nedrick a dieci centimetri dalla propria faccia, prendendolo per il polso con la mano sinistra. Con la destra, poi, scagliò un potentissimo ki-blast sul gomito del braccio teso di Nedrick, tranciandolo in due di netto.

Nedrick urlò per il dolore, indietreggiando. Guardava incredulo il suo avambraccio destro incenerirsi lentamente, stretto nella mano di Vegeta, fino a diventare un mucchietto di polvere.

< Ora tocca a me! Ecco come si tira un pugno destro... > disse Vegeta. Scattò in avanti ad una velocità inaudita e, prima che potesse rendersene conto, Nedrick era steso a terra un chilometro più indietro. Il colpo era stato talmente forte che la sua guancia fumava, nel punto in cui il sayan l’aveva colpita. Vegeta non si fermò, continuando a tempestarlo di pugni e calci talmente potenti da causare ustioni al solo contatto con il corpo dell’avversario. Nedrick non aveva neanche il tempo di reagire.

Dopo questo pestaggio ferocissimo, Vegeta spedì in aria Nedrick con un calcio più forte degli altri, per poi tendere le braccia davanti a sé e caricare il suo colpo più potente:

< E ora muori! FINAL FLASH! >

Un lampo di energia di una potenza mai vista prima sulla faccia della Terra si propagò dalle mani di Vegeta, travolgendo Nedrick e disintegrandolo completamente senza quasi lasciargli il tempo di gridare.

Goku era stato costretto a chiudere gli occhi, per non essere abbagliato da quel colpo letale. Quando li riaprì, scorse Vegeta in piedi in mezzo alle macerie. Gli si avvicinò lentamente:< Vegeta... stai bene? >

< Certo che sto bene > rispose Vegeta alterato. Era strano. Gli stava ringhiando contro come se volesse saltargli addosso e ucciderlo...

< Nedrick... è morto, vero? Lo hai sconfitto? >

< Che razza di domande fai? Certo che l’ho sconfitto. Non ti accorgi che la sua aura è sparita del tutto? >

Goku era preoccupato dal tono di Vegeta:< Bene, allora. Ma c’è qualcosa che non va? >

< Ora lasciami solo, per piacere. Devo riflettere >. Detto ciò, Vegeta fece qualche passo, prese il volo a una velocità stratosferica, e in un attimo era sparito alla vista.

Il piccolo Goten aveva appena raggiunto il padre:< Papà... cos’è successo a Vegeta? >

< Non ne ho idea, Goten. Forse è solo dispiaciuto per Yasira... >

< Non credo, Goku... credo che il problema sia un altro... e se ho ragione siamo tutti in grave pericolo... > disse Tarble intromettendosi nella conversazione.





VEGETA ROCKS!
Non vedevo l'ora di scrivere questo capitolo! Finalmente ce l'ho fatta!
Spiegazioni: Il Super Sayan della leggenda dovrebbe essere uno solo, invece i super sayan spuntano come funghi. Quindi ho deciso di far diventare Vegeta il vero, leggendario super sayan. (superfluo agguingere che io non riconosco l'esistenza di Broly)
Però, essere SSJ leggendario ha i suoi aspetti negativi... e Tarble ha capito quali.
Al prossimo capitolo!

RED TAIL cap.11: il super sayan della leggenda

Tarble era in ginocchio di fianco a quel che restava di Yasira. Fece una pausa nel suo discorso, chiudendo tristemente gli occhi della sorella con una mano. Si rialzò in piedi e spostò lo sguardo verso Goku, il quale non aveva capito bene cos’era successo:< Che cosa intendi, Tarble? Che significa che siamo tutti in grave pericolo? >

< Sì, cercherò di essere più chiaro: hai visto che Vegeta si è trasformato, no? Bene, quella trasformazione gli ha fatto superare il limite del super sayan di quarto livello... >

< Quindi Vegeta adesso è un super sayan di quinto livello? > chiese Goku.

< Non UN super sayan di quinto livello... IL super sayan di quinto livello... Vegeta è il vero Super Sayan della Leggenda... >

Silenzio. Erano tutti rimasti scioccati. Nessuno riusciva più a dire nulla.

< Incredibile... allora aveva ragione lui quando si dava tutte quelle arie... > ironizzò Junior, che finora non aveva ancora parlato.

< Già, ma c’è un problema > continuò Tarble.

< Quale problema? > chiese Goku.

C’era una strana espressione sul volto di Tarble quando riprese a parlare:< L’ultima volta che un super sayan leggendario si è trasformato, mille anni fa, i sayan sono stati costretti a fuggire dal loro pianeta d’origine per trasferirsi sul pianeta Vegeta. Perché il super sayan non era più in grado di mantenere il controllo dei suoi poteri e stava distruggendo tutto. Alla fine, fu consumato dalla sua stessa potenza e di lui non si seppe più nulla >.

< Che cosa? Vuoi dire che... >

< Esatto –proseguì Tarble –ho paura che ora succeda lo stesso a Vegeta >.

Tutti si ammutolirono. Goku lo guardava con gli occhi sgranati, e lo stesso facevano i suoi figli. Junior pensò che Tarble avesse ragione: l’aura di Vegeta era ancora perfettamente percepibile. Ed era di una potenza che non aveva mai avvertito prima.

Trunks non sapeva cosa fare, ma stava cominciando a pensare che scoppiare a piangere fosse l’idea migliore. Goten se ne accorse e cercò di confortarlo, abbracciandolo.

Vegeta si era fermato in un luogo deserto: era una specie di porto militare abbandonato, in cui erano attraccate numerose navi da guerra in disarmo. La maggior parte non avevano retto all’usura ed erano affondate, appoggiandosi sul basso fondale con le sovrastrutture che ancora emergevano dall’acqua. Anche le navi che stavano ancora a galla erano ormai per la più parte coperte di ruggine. Era in piedi sopra la torre di comando di una corazzata, una delle poche ancora a galla. Cercava di rimettere insieme i pezzi e capire cosa fare. Anche lui era arrivato alla stessa conclusione del fratello, ma era determinato a fare in modo che l’ultima parte delle previsioni di Tarble non si avverasse: sentiva di essere stato causa di dolore per troppe persone, e non voleva assolutamente deludere Bulma e Trunks di nuovo. Ricordava fin troppo bene la strage che aveva fatto all’ultimo torneo di arti marziali, sotto il controllo di Babidy. Non poteva permettere che succedesse ancora.

Ma allora perché ci aveva provato così tanto gusto ad uccidere Nedrick? Era qualcosa che andava oltre il desiderio di vendetta. Era una sensazione che non provava da anni... uccidere per il puro gusto di farlo.

Nel frattempo, nei pressi della Capsule Corporation, Goku e gli altri non sapevano cosa fare. L’aura di Vegeta si era stabilizzata, anche se ad un livello di potenza mostruoso, e questo almeno faceva ben sperare.

C-17 era ammutolito: anche lui era disperato per la morte di Yasira, almeno quanto Vegeta. Ma cercava di essere forte: poggiò una mano sulla spalla di Tarble, che ancora guardava la sorella.

Goku fu il primo a parlare:< Dobbiamo assolutamente aiutare Vegeta... dobbiamo riuscire a calmarlo in qualche modo >

La parola “calmarlo” fece accendere una lampadina luminosissima nel cervello di Tarble:< Ma certo! >

< Eh? > fecero quasi tutti gli altri.

Tarble si girò di scatto. Aveva un piano:< Goku, ascolta: una volta mio fratello mi ha raccontato che su questo pianeta esiste un drago che può essere evocato con delle sfere magiche e che può esaudire tre desideri. Ha detto che i suoi poteri sono tali da permettergli anche di resuscitare i morti >.

< Sì, infatti è così... lo chiamiamo ogni volta che la Terra subisce dei danni per uno dei nostri scontri, per riportare in vita le vittime innocenti... >

< Perfetto! Allora abbiamo una possibilità di calmare Vegeta! >

< Come sarebbe? Vuoi chiedere al drago Shenron di calmare Vegeta? Non credo che... >

< Ma no! Vegeta si è trasformato vedendo Nedrick uccidere Yasira... io credo che lei sia l’unica in grado di calmarlo: se la riportiamo in vita, Vegeta non sarà più così furioso... >

< Hai ragione, zio! > disse Trunks entusiasta.

< Sì, potrebbe funzionare > convenne junior.

< Perfetto, allora partiamo subito. Dobbiamo trovare le sfere del drago il prima possibile. Vegeta potrebbe perdere il controllo da un momento all’altro > disse C-17.

< D’accordo, voi andate. Io cerco Vegeta: è meglio che qualcuno lo tenga sotto controllo > decise Goku. Trunks era sul punto di protestare, dicendo che suo padre non era una specie di arma di distruzione di massa con il detonatore innescato, ma preferì lasciar perdere: sarebbe stato stupido iniziare una simile discussione in un momento così critico.

Anche Tarble voleva assolutamente aiutare Vegeta. Si sentiva in colpa nei suoi confronti: dopo che Freezer era stato sconfitto, avrebbe dovuto cercarlo e stare con lui, invece non l’aveva mai fatto. L’aveva cercato solo molti anni più tardi, ma non per ritrovarlo e stare insieme, bensì per usarlo come arma definitiva contro Abo e Cado. Non era stato un buon fratello. Vegeta, poi, era cambiato moltissimo da come lo ricordava da piccolo: all’epoca lo derideva continuamente e lo offendeva dandogli dell’ incapace, ma una volta ritrovato lo aveva accolto in casa sua praticamente a braccia aperte, e non lo aveva mai costretto né ad allenarsi né a fare nulla per ricambiargli il favore. Il minimo che poteva fare era soccorrerlo ora, che aveva bisogno di aiuto.

Recuperato il Dragon Radar dalle macerie della CC, tutti partirono alla ricerca delle sfere del drago, mentre Goku andava a cercare Vegeta.




Eccoci qua, alla fine i lati negativi del quinto livello sono un problema bello grosso...
Cosa succederà adesso? Andrà tutto bene o Vegeta scatenerà l' Armageddon? Lo scoprirete solo leggendo!

RED TAIL cap.12: non sei solo

Goku stava cercando Vegeta, ma era difficile: la sua aura era talmente potente da essere impossibile da localizzare con precisione. Doveva cercarlo con gli occhi.

Era preoccupato: gli stava tornando in mente quello che Vegeta aveva detto il giorno dell’arrivo di Yasira: ”stavo lentamente impazzendo... ero lentamente sprofondato in un vortice di violenza e follia omicida... il mio unico divertimento era vedere degli innocenti massacrati dalla mia furia...”. Ora sarebbe potuto succedere di nuovo.

Ma stavolta era diverso: questa volta Vegeta aveva una famiglia e degli amici al suo fianco. Questa volta non era solo, e anche Yasira sarebbe stata di nuovo con lui: doveva raggiungerlo per farglielo capire. Per fargli capire che non lo avrebbero abbandonato, che non sarebbero scappati via mentre lui aveva bisogno di loro. Doveva assolutamente trovarlo per offrirgli il suo supporto.

Peccato che ci stesse mettendo un’eternità: era quasi assurdo che un’aura fosse così potente da essere impossibile da localizzare.

Vegeta non si era più mosso. Era riuscito a calmarsi un po’, ma era ben lungi dall’essere tranquillo: infatti era ancora trasformato. Era in una situazione pressoché paradossale: neanche nel più sfrenato dei suoi sogni aveva immaginato di diventare così potente; aveva definitivamente surclassato Kakaroth, era diventato quello che aveva sempre desiderato. Ma tutto questo non gli importava più. Non doveva andare così: non doveva ritrovare Yasira dopo vent’anni per poi vederla venire brutalmente assassinata davanti ai suoi occhi. Sentiva di aver deluso profondamente suo padre e di essere stato un incapace nei confronti di sua sorella.

La presenza di un’aura familiare interruppe le sue elucubrazioni: Goku atterrò davanti a lui. Ci aveva messo quasi tre ore per trovarlo.

< Non ti avevo detto di lasciarmi in pace? > chiese Vegeta. Goku si sentì incoraggiato:almeno non gli ringhiava contro come prima:< Pensavo che fossi stanco di stare da solo > disse, mentendo spudoratamente. In realtà aveva solo sparato la prima cosa che gli era venuta in mente.

Vegeta ormai era abituato alle stramberie di Goku, quindi non se la prese:< Provo rabbia –disse invece –una rabbia quasi incontrollabile... >

< Vegeta, Yasira può tornare in vita. Stiamo già cercando le sfere > disse Goku per cercare di calmarlo.

< Lo so perfettamente, genio. Non è questo il punto >

< E allora qual è? >

< Non sono riuscito a difenderla >

Goku si aspettava una risposta simile, ma non credeva che Vegeta potesse essere così sensibile. Nessuno era mai riuscito a capirlo davvero.

< Io l’avrei dovuta proteggere –riprese Vegeta – e invece lei ha passato tutta la sua vita a fuggire dai mostri con cui IO avrei dovuto avere a che fare. Ho deluso mio padre, e ho fatto soffrire Yasira. Ho fallito >

< Vegeta, ti stai addossando colpe non tue... non potevi fare nulla quando Freezer ha cercato di ucciderla, così come non potevi fare nulla fino ad oggi... >

< Può darsi, ma oggi potevo, DOVEVO fare qualcosa. È morta per colpa mia. Perché sono stato troppo debole >.

Goku riteneva pressoché assurdo che proprio lui, il super sayan della leggenda, dicesse di essere stato troppo debole. Ma capiva qual era il problema:< Vegeta, tu hai ucciso Nedrick. Non solo hai vendicato Yasira, ma le hai dato la possibilità di ricominciare da zero quando la riporteremo in vita. Le hai permesso di essere felice. E anche tu ora puoi essere felice. Non buttare via questa occasione >,disse.

Vegeta si accorse che, anche dopo tutti quegli anni, non riusciva ancora a capire Kakaroth: per il 99 per cento del tempo era l’imperatore degli idioti, ma quando era necessario diventava più profondo di uno strizzacervelli professionista. Sorrise appena, senza guardarlo negli occhi. Forse aveva ragione. Forse.

Dopo un lungo attimo di silenzio, Goku riprese a parlare:< Senti Vegeta, cambiando discorso... ehm, ti andrebbe di parlarmi un po’ di Radish? >

Vegeta si era voltato di scatto verso di lui, completamente spiazzato:< Eh? Radish? Che cosa c’entra quel buono a nulla di Radish, adesso? >

< Beh... ecco, vedi... il fatto è che... > Goku non ricordava di essere mai stato così in difficoltà nel porre una domanda. Certo, lo faceva anche per distrarre Vegeta, ma ci teneva davvero a quell’argomento. Cercando le parole giuste, disse:< Vegeta, io ho incontrato Radish solo una volta, e non è stato un bell’incontro: ha rapito Gohan, mi ha ordinato di uccidere delle persone innocenti se volevo rivederlo vivo... io non l’ho mai considerato mio fratello. Lo consideravo niente più che un avversario da sconfiggere. Mi sono fatto trapassare lo stomaco da Junior pur di assicurarmi che sarebbe marcito all’inferno >

Vegeta ancora non capiva dove Goku volesse andare a parare. Il sayan più giovane proseguì:< Non ho più pensato a lui da allora. Ma poi è arrivato Tarble, e adesso Yasira. Io ti guardo mentre stai con loro, e mi chiedo se in circostanze diverse... anch’io avrei potuto avere un rapporto simile con mio fratello. Per questo vorrei che mi parlassi di lui. Non mi aspetto che tu mi dica che in realtà era un grande pacifista, ma vorrei sapere di più sul suo conto, tutto qui >.

Vegeta sembrò finalmente rilassarsi un po’: < Sarebbe questa quella cosa che cerchi di chiedermi da quattro mesi? >

< Sì > rispose semplicemente Goku.

< Radish... - mormorò Vegeta, quasi come se stesse parlando da solo -...Cucinava meglio di chiunque altro. Non ho mai più mangiato così bene da quando l’avete ucciso. >

< COOOSA?!? DAVVERO?? > chiese Goku strabiliato: mai avrebbe immaginato che Radish avesse un simile talento nascosto.

< Eh, già... vedi? Se fossi venuto con noi senza fare tante storie, avresti avuto qualche vantaggio anche tu! > scherzò Vegeta. Nessuno se n’era accorto, ma la sua aura era leggermente diminuita.

Nel frattempo, Tarble e C-17 erano alla ricerca dell’ultima sfera. Gli altri li aspettavano con le altre sei sfere alla Capsule Corporation. Tarble era molto preoccupato, perché temeva che Vegeta potesse scatenarsi. In fin dei conti, Kakaroth era stato per anni l’ossessione di Vegeta, e forse non era stata una buona idea mandare proprio lui a parlargli: rischiava di farlo arrabbiare ancora di più. C-17 era più entusiasta che preoccupato: non vedeva l’ora di riabbracciare Yasira.





Bene, ecco il dodicesimo capitolo!
La prima parte della storia sta ormai volgendo al termine, forse ci saranno altri due capitoli.
Alla prossima!

RED TAIL cap.13: di nuovo insieme

< Compari, drago Shenron! >.

Le sette sfere si illuminarono in quel che rimaneva del piazzale della Capsule Corporation. Il cielo si oscurò improvvisamente e con un fascio di luce abbagliante, Shenron comparve in tutta la sua maestosità al cospetto dei guerrieri.

< Allora è tutto vero > pensava Tarble, che non aveva mai visto nulla di simile. Anche C-17 era rimasto senza parole; neanche lui aveva mai visto il drago.

< Mi avete chiamato, eccomi. Potete esprimere tre desideri. Io esaudirò qualunque richiesta >.

< Drago Shenron, la Terra ha subito numerosi danni a causa di un criminale di nome Nedrick. Il nostro primo desiderio è quello di riparare tali danni! > disse Gohan.

< Sarà fatto >. Gli occhi del drago si illuminarono di rosso, e in breve tempo la Città dell’Ovest era di nuovo in piedi, come se non fosse successo nulla.

< Il tuo primo desiderio è stato esaudito. Dimmi qual è il secondo > disse il drago. Gohan rispose:< Il nostro secondo desiderio è quello di riportare in vita tutti coloro che sono stati uccisi qui sulla Terra da Nedrick >.

< Non c’è niente di più facile... >

In breve tempo tutte le vittime di Nedrick ritornarono in vita. Il cuore di Yasira tornò a battere, e la ragazza, dopo aver spalancato gli occhi, scattò a sedere come se si fosse appena svegliata da un incubo:< Cos’è successo? Dov’è finito Nedrick? Io non ricordo nulla... credevo che mi avesse rotto l’osso del collo! > disse spaventata. C-17 la aiutò ad alzarsi, calmandola:< infatti è così... ti aveva uccisa, ma sei appena tornata in vita >

< Come? Tornata in vita? > Yasira non capiva una sola parola. Tarble si avvicinò:< Vegeta ha sconfitto Nedrick. Lui è il leggendario super sayan >

< Nedrick è morto? > chiese Yasira ancora perplessa.

< Zia Yasira, papà ha bisogno del tuo aiuto! Dobbiamo andare subito da lui! > incalzò Trunks. Yasira guardò Tarble in cerca di spiegazioni. Tarble iniziò:< Vegeta si è trasformato vedendo che Nedrick ti uccideva. Ora rischia di cedere alla rabbia e perdere il controllo dei suoi poteri >. C-17 aggiunse:< La senti quest’aura? È la sua... >

L’enorme aura di Vegeta incombeva ancora come una spada di Damocle sull’intero pianeta. Neanche Yasira aveva mai percepito nulla di simile ma, come Tarble, sapeva perfettamente che cosa significasse. Capì che doveva trovare Vegeta in fretta se davvero lei era la causa della sua rabbia: < D’accordo, vado subito da lui. Ma... qualcuno di voi sa dirmi di preciso dove si trova? >

< Questo è un bel problema –disse Gohan –l’aura di Vegeta è così forte ed estesa che non riusciamo a capire dov’è il punto d’origine... >

< Avanti, ditemi il terzo desiderio, sto aspettando! > li interruppe Shenron. Yasira si allarmò non poco: nonostante le sue dimensioni enormi non lo aveva ancora notato.

< E quello... che cos’è? > chiese. Le ricordava i mostri che abitavano il pianeta su cui era precipitata dopo lo scontro con Freezer.

< Quello è il drago Shenron! È stato lui a riportarti in vita con i suoi poteri! > spiegò Goten con aria saccente.

< Mi ha riportata in vita con i suoi poteri, dici? Hmm... >

< Allora? Avete deciso qual è il vostro terzo desiderio? > domandò Shenron impaziente.

Yasira ebbe un lampo di genio: < Ho un’idea! Ehi, drago... non ho capito come ti chiami... comunque, saresti in grado di portarmi dove si trova mio fratello Vegeta? >

< Se si tratta solo di questo, non c’è problema > disse Shenron. I suoi occhi si illuminarono per la terza volta, e Yasira scomparve magicamente.

< Il terzo desiderio è stato esaudito! Addio! > Detto questo, Shenron scomparve. Le sfere si alzarono da terra e furono proiettate in sette direzioni diverse. Il cielo ritornò chiaro e sereno.< Speriamo che funzioni > disse Tarble sottovoce.

Vegeta e Goku erano ancora seduti sul ponte di quella vecchia corazzata arrugginita, e stavano ancora disquisendo delle abilità culinarie e non di Radish. Goku aveva scoperto un sacco di cose sul fratello defunto: per esempio, tediava continuamente Vegeta chiedendogli il premesso di andare sulla Terra a cercarlo. Non lo avrebbe mai detto, ma Radish dopotutto sembrava avere una sua sensibilità. Yasira comparve improvvisamente in mezzo a loro.

< Uuurka! Sei già qui! Hanno fatto presto! > esclamò Goku.

< Già... > disse semplicemente Yasira guardando Vegeta. Ci fu un lungo attimo di silenzio.

< Ehm... vi lascio un po’ da soli! > disse Goku dileguandosi con il teletrasporto.

Vegeta stava per parlare ma non ne ebbe il tempo: Yasira gli saltò addosso abbracciandolo più stretto che poteva: < Ti ricordi quando non avevamo niente, Vegeta? –disse dopo un po’, continuando a stringerlo forte –tu mi dicevi che un giorno saremmo stati liberi... che non avremmo più dovuto subire le vessazioni di nessuno... io credevo che fosse solo un bel sogno, ma ora tu lo hai fatto realizzare. Sono felice >.

Vegeta sentì che tutto quel turbamento interiore che avvertiva fino a poco prima era svanito nel nulla. Era di questo che aveva bisogno: di sentirsi in pace con se stesso. Yasira non lo accusava di averla abbandonata, anzi lo stava ringraziando per averla salvata da quel mostro. Anche lui era felice, come mai prima di allora. Mentre ricambiava l’abbraccio, il suo corpo si illuminò di una calda luce bianca, e in un istante Vegeta ritornò normale.

La spaventosa aura che incombeva sul pianeta si era finalmente placata.

SIII!! è tornato tutto come prima!
Ormai la prima parte della storia è quasi conclusa, manca ancora un capitolo... più avanti tornerò con la seconda parte!
Al prossimo capitolo!

RED TAIL cap.14: festeggiamenti

Nel momento esatto in cui l’aura di Vegeta ritornò normale, alla CC tutti seppero che Yasira ce l’aveva fatta. Tarble era raggiante: mai era stato così felice e orgoglioso di avere due fratelli come Vegeta e Yasira. Trunks stava letteralmente facendo i salti di gioia. Lo aveva sempre pensato: nessuno era più forte del suo papà. Anche Goku, che si era appena teletrasportato lì, sembrava contento, nonostante avesse paura che Vegeta volesse ancora saldare quel loro vecchio conto in sospeso: se avessero combattuto di nuovo, stavolta non avrebbe avuto alcuna possibilità. Da un altro punto di vista, però, lo eccitava moltissimo l’idea di misurarsi di nuovo con lui: dopotutto, affrontare un super sayan leggendario era un’opportunità che capitava una volta ogni mille anni. C-17, invece, non vedeva l’ora che Yasira ritornasse da lui.

Molto lontano, sul ponte di comando di una vecchia nave da guerra che stava lentamente perdendo la sua battaglia contro la ruggine e l’usura, Vegeta e Yasira finalmente si staccarono l’uno dall’altra.

< Beh, però nonostante tutto ti aveva conciato piuttosto male > lo prese in giro Yasira notando i lividi e i tagli che Vegeta aveva riportato in combattimento.

< Tsk. Vogliamo parlare di come aveva conciato te? > rispose a tono Vegeta.

< Oh, scusa se non sono una super sayan di quinto livello come te, fratellone! >

< Sei riuscita a dargli almeno un pugno o no? >

< No, in realtà no... >

< Bah, patetico. Ti dovrai allenare parecchio d’ora in poi, piccolina. Tu e anche quell’altro sfaticato di Tarble. Gohan ha fatto meglio di voi... >

< Se è per questo, in passato ha fatto anche meglio di te, no? Comunque hai ragione, non posso essere più debole di un mezzosangue figlio di un sayan di infimo livello, ne va del mio onore. Dovrò intensificare i miei allenamenti. E mi servirà il tuo aiuto >

< Questa è la mia sorellina! > esclamò Vegeta soddisfatto, mentre, ridendo, stavano già prendendo il volo per tornare a casa.

Mentre stavano volando verso la CC Vegeta notò che la sorella era ancora pensierosa, ma indovinava quale fosse il problema. Al loro arrivo, mentre Goku tornava all’attacco per riprendere il discorso lasciato in sospeso su Radish, e Trunks e Tarble gli si erano attaccati addosso come sanguisughe, Vegeta stava ancora osservando la sorella, che parlava con C-17: vedendo gli sguardi che si scambiavano, capì di averci visto giusto.

Più tardi, mentre erano ancora tutti in giardino, un grosso elicottero atterrò in mezzo a loro. Era Bulma, che aveva interrotto il suo viaggio di lavoro sentendo alla radio che un cataclisma non meglio specificato aveva colpito la Città dell’Ovest. Al suo arrivo fu molto sorpresa di trovare tutto in perfetto ordine, ma fu ancora più sorpresa di vedere i suoi amici raggruppati lì fuori. Appena scesa, iniziò a sparare domande a raffica:< Cos’è successo? Perché siete tutti qui fuori? Perché siete coperti di ferite? E perché la città non ha un graffio se prima ho sentito alla radio che stava succedendo il finimondo qui? Non avrete mica combinato qualche casino allenandovi! >

Dopo che Goku, con l’aiuto di Gohan e Tarble, le ebbe spiegato di Nedrick, della trasformazione di Vegeta e del perché avessero usato le sfere del drago, Bulma decise che era il caso di festeggiare. Vegeta ebbe un moto di disperazione: era chiaro che “festeggiare” significava fare una poderosa rimpatriata con tutti quei terrestri smidollati, oltre ovviamente a Kakaroth e famiglia. Maledizione. Un altro giorno di allenamenti buttato per una stupida festa.

E infatti, il giorno dopo la Capsule Corporation era gremita di invitati. Come al solito, i sayan stavano dando spettacolo assieme a Majin Bu con le loro gare a chi ingurgitava più cibo, più velocemente. E se Vegeta era ormai più forte di Goku, quest’ultimo rimaneva sempre quello con lo stomaco più largo, non c’era partita: man mano che continuavano a mangiare, tutti, perfino Majin Bu, dovettero gettare la spugna. Chichi e Bulma avevano trovato un altro motivo per essere invidiose di Yasira: essendo una sayan non solo dimostrava meno di metà dei suoi anni, ma poteva anche strafogarsi di cibo in quel modo assurdo senza mettere su neanche un etto. Non bastava C-18 a farle sentire vecchie e grasse?

Ad un certo punto, C-17 si era avvicinato a Vegeta:< Senti, Vegeta, Devo chiederti una cosa... >

< Oh, no, anche tu? Che cosa vuoi? > rispose quest’ultimo, memore dei quattro mesi passati in cui Kakaroth lo aveva tormentato giorno e notte. C-17 era nervosissimo: per quella domanda, Vegeta avrebbe potuto seriamente perdere il controllo, ritrasformarsi in Super Sayan 5, ammazzarlo, farlo resuscitare con le sfere del drago e ammazzarlo di nuovo. Ma si fece coraggio:

< Yasira ed io abbiamo intenzione di sposarci > disse tutto d’un fiato. Si aspettava di essere scuoiato vivo seduta stante, ma Vegeta si limitò ad alzare un sopracciglio:< E la domanda quale sarebbe? >.

< La domanda è se tu sei d’accordo oppure no... > rispose C-17 con lo sguardo basso.

< Mia sorella è libera di fare quello che vuole... non sono io a decidere per lei > fu la risposta.

< Lo devo prendere come un sì? >

< Prendilo come ti pare. Ma sappi una cosa: se le spezzi il cuore, io ti spezzo il collo > disse Vegeta minaccioso. C-17 si sentì sollevato e felice:< Non c’è pericolo, fratellone... >

Vegeta lo guardò storto. C-17 distolse lo sguardo per evitare il contatto occhi:< Troppo presto per il “fratellone”? >

< DECISAMENTE troppo presto... >

< D’accordo, scusami >.

La conversazione era conclusa.

C-17 e Yasira si sposarono due mesi dopo. Fu Tarble ad accompagnare la sorella all’altare: Vegeta “non era tipo da simili smancerie terrestri”. Il principe dei sayan non fece altro che sbuffare e brontolare per tutta la cerimonia. Inizialmente aveva pensato di far ubriacare lo sposo durante l’addio al celibato della notte prima: sarebbe stato divertente vederlo barcollare davanti a tutti, mentre cercava di capire in quale dito dovesse infilare la fede. Ma poi pensò che essendo un cyborg probabilmente non poteva ubriacarsi, e poi se lo avessero scoperto, non ci sarebbe stato livello di super sayan abbastanza alto da salvarlo dalle ire congiunte di Yasira, Bulma e forse anche C-18.

Due mesi dopo, Yasira aveva appena finito di allenarsi con Vegeta , Goku e Tarble. Vegeta aveva scoperto proprio quel giorno che Bulma aspettava un altro figlio, ed era piuttosto distratto. Goku infatti era riuscito, per la prima volta da quando avevano sconfitto Nedrick, a colpirlo abbastanza forte da fargli effettivamente male mentre si allenavano.

Ad un certo punto, Yasira disse quasi per caso:< Ragazzi, per i prossimi mesi non mi potrò allenare così tanto... >

< Perché? Cosa devi fare di così importante? > chiese Goku un po’ deluso

< Oh, nulla di particolare... ma quando tornerò ci sarà un altro sayan tra di noi... >

Tutti la guardarono in silenzio, non capendo cosa volesse dire... un altro sayan? Come sarebbe?

Yasira li guardò sorridendo e si massaggiò la pancia.

I tre sgranarono gli occhi:< COSA? DA QUANDO IN QUA... > iniziò Vegeta.

< Sono quasi al secondo mese... > rispose Yasira con gli occhi che brillavano di gioia.

Fu così che, otto mesi più tardi, al gruppo Z si unì un altro, valoroso combattente.


FINE PRIMA PARTE


Quattordicesimo capitolo! Cosa ve ne pare? Adesso mi prenderò una piccola pausa... tornerò fra due o tre settimane con il seguito!
Cos'altro succederà? Restate con me!

RED TAIL cap.15: uno strano individuo

Sette anni erano passati dalla sconfitta di Nedrick. Goku si allenava quasi tutti i giorni con Vegeta, che però non usava mai il massimo della sua forza durante gli allenamenti, non tanto perché non fosse capace di raggiungere il quinto livello a suo piacimento, quanto perché aveva paura di non riuscire a controllarsi. Gohan era diventato un ricercatore universitario, mentre Goten e Trunks erano sempre la solita coppia di combina guai. L’età non sembrava aver portato loro molto consiglio.

I fratelli di Vegeta non avevano certo trascurato i loro allenamenti: Tarble era finalmente riuscito a diventare super sayan e ad avvicinarsi quindi alla sorella, che però, poco più tardi aveva raggiunto il secondo livello. Tarble, quindi, si era ormai messo il cuore in pace, rassegnandosi ad essere più debole di lei.

Yasira e C-17, per un po' avevano vissuto insieme in un appartamento, per poi stabilirsi alla Capsule Corporation dopo che il cyborg si fu reso conto di quanto fosse costoso dar da mangiare ad una sayan, e avevano avuto un figlio, Saleen. Era nato lo stesso giorno di Bra, pochi minuti prima di lei, e per questo i due bambini venivano spesso chiamati “gemelli” nonostante fossero solo cugini. Saleen era la fotocopia di Vegeta: stessi capelli appuntiti, tranne che per qualche ciuffo ribelle che gli cadeva sulla fronte, stesso stile altezzoso e stessa espressione corrucciata. La differenza più evidente tra i due, oltre ai capelli, erano gli occhi: neri quelli di Vegeta, azzurri chiarissimi quelli di Saleen, perfino più chiari di quelli del padre. Ma la cosa più sorprendente di questo ragazzino era la forza combattiva: la sua indole era completamente diversa da quella degli altri sayan mezzosangue, ai quali piaceva sì combattere, ma fino ad un certo punto. Lui,invece, aveva iniziato ad allenarsi da solo, praticamente appena era stato in grado di camminare. Non solo: a quattro anni era riuscito per la prima volta a trasformarsi in super sayan: quello era un nuovo record, dato che Trunks e Goten ci erano riusciti a sei anni.

Anche Saleen ormai aveva compiuto sei anni, e si allenava spesso con Pan. La piccola di casa Son era l’unica che sembrava avere la sua stessa propensione al combattimento, ed era invidiosa di lui perché era un super sayan. Saleen aveva promesso di allenarla per farla arrivare al suo livello e così i due si recavano spesso nei pressi dei monti Paoz a combattere. Gohan non se la sentiva di dire alla figlia che forse non sarebbe mai stata al livello del suo piccolo amico, dato che lui era mezzo sayan, mentre lei era sayan solo per un quarto. Non era giusto stroncare i sogni di una bambina di cinque anni.

Un giorno, i due bambini si erano ritrovati nel loro solito posto per allenarsi, una zona deserta vicino alla casa di Goku, quando avvertirono un’aura molto potente lì vicino. Era strano: quest’aura era comparsa dal nulla all’improvviso, come se il proprietario si fosse teletrasportato lì. Saleen decise di andare ad indagare, seguito da Pan, che però aveva un po’ paura, e si nascondeva dietro al piccolo sayan. Vicino ad un piccolo boschetto, Saleen notò uno strano essere: era completamente bianco, ad eccezione di qualche macchia rossa sulla testa, sulle spalle, sugli addominali, sugli avambracci e sugli stinchi, e aveva una coda lunghissima simile a quella di una lucertola. La cosa più strana, però, era l’aureola che aveva sopra la testa. Era molto basso e mingherlino, ma non c’erano dubbi: quell’aura era la sua. Saleen e Pan lo osservarono in silenzio per alcuni istanti: non sembrava essersi accorto di loro, anzi non sembrava capire affatto dove si trovasse: si guardava intorno completamente spaesato.

Ad un certo punto il piccolo sayan decise di rompere gli indugi, uscì dal suo nascondiglio e disse cordialmente: < ciao! Chi sei? Ti sei perso, per caso? >. Lo strano essere trasalì, girandosi di scatto verso di lui: < Oh! Ehi, piccolo, mi hai fatto prendere un colpo! Ehm... sì in effetti mi sono perso, sono su questo pianeta per cercare una persona... a proposito, adesso che ti guardo bene... tu somigli moltissimo a lui... ma no, tu non puoi essere Vegeta, sei troppo giovane... >

Saleen capì all’istante di chi stava parlando: < Vegeta, hai detto? Io conosco Vegeta! –disse –Vegeta è mio zio. Io mi chiamo Saleen, e tu invece? >

< Ah, hai ragione, non mi sono presentato. Il mio nome è Frost, molto piacere. E così tu sei il nipotino di Vegeta? ciò significa che sei il figlio di Yasira, dico bene? >

< Conosci anche la mia mamma? >

< Sì, io sono un vecchio amico di infanzia di Vegeta e Yasira. Sai dirmi dove li posso trovare? >

A questo punto fu Pan a parlare, dato che quel tipo non sembrava avere cattive intenzioni: < Sì... Vegeta oggi doveva allenarsi con il nonno. Dovrebbe arrivare a casa nostra tra poco... Perché non vieni con noi ad aspettarlo lì? Sei capace di volare? >

< Certo, grazie mille per l’aiuto... Fatemi strada, io vi seguo > rispose cordialmente l’altro.

E così i tre spiccarono il volo e in pochissimo tempo furono a casa di Goku. Quest’ultimo stava uscendo proprio in quel momento, quando Pan, Saleen e il misterioso Frost atterrarono di fronte a lui: < Ciao, Pan! Ciao, Saleen! Che ci fate... >. Goku si bloccò all’istante alla vista di Frost dietro di loro: era... era identico a Freezer nella sua forma finale! Le uniche differenze erano le dimensioni più ridotte e il colore delle placche sulla testa e sugli arti!

Goku si mise in guardia, presumendo il peggio: < Chi sei tu? Che cosa vuoi dai bambini? È chiaro che sei un parente di Freezer! Che cosa ci fai qui? > inquisì, preoccupatissimo dalla presenza di quell’essere. Frost, però, non sembrava aver capito che Goku era pronto ad attaccarlo, e rispose con la stessa cordialità di prima: < Hai ragione, io mi chiamo Frost, e sono il figlio di Freezer... > disse, come se volesse semplicemente spiegargli chi era.

Goku pensò che i suoi sospetti erano fondati, e si preparò allo scontro: < CHE COSA VUOI DA NOI? CERCHI VENDETTA? BEH, MI DISPIACE, MA FARAI LA STESSA FINE DI TUO PADRE! > urlò, trasformandosi in super sayan. Frost era spaventatissimo: < ehi... no... aspetta, PARLIAMONE!!! >. Goku non lo aveva ascoltato ed era scattato verso di lui. Ma una voce lo bloccò: < FERMO, KAKAROTH! >.

Goku si fermò di colpo, voltandosi indietro: erano appena arrivati sul posto Vegeta e Yasira.

I'M BACK!
Allora, è arrivato sulla Terra il figlio di Freezer. "Dall'aldilà con amore". Anche se Goku non sembra aver capito il "con amore"
Cosa succederà adesso? Beh, le cose precipiteranno molto velocemente! Al prossimo capitolo!

RED TAIL cap.16: Doppio problema

Goku era immobile, sospeso a mezz’aria, e guardava i due sayan appena arrivati con aria interrogativa. Vegeta si avvicinò, dicendo: < Kakaroth, guarda che non puoi mica attaccare il primo che passa solo perché ti ricorda uno dei tuoi vecchi avversari! >

< Vegeta ha ragione. Il tuo è razzismo bello e buono! Dovresti vergognarti! > aggiunse Yasira.

Goku non ci capiva più niente. Perché lo avevano fermato? Come sarebbe “razzismo bello e buono”? che cosa stava succedendo?

Vegeta si avvicinò a lui, lo superò senza neanche guardarlo e si diresse verso Frost. Solo allora Goku notò che il figlio di Freezer si era rannicchiato per terra in posizione fetale, tenendosi la testa con le mani, con gli occhi serrati e la coda attorcigliata attorno alle gambe, e tremava vistosamente. Vegeta si fermò proprio di fronte a lui: < Ciao, Frost >.

Il rettile smise di tremare, aprì un occhio alzando leggermente la testa e vide Vegeta. Allora si alzò lentamente, ancora un po’ titubante, e allungò un braccio verso di lui: < buon giorno, principe Vegeta. è un piacere rivederti. >

Goku era allibito: che cosa stava facendo Vegeta? stava alzando un braccio anche lui... e adesso? GLI STRINGE LA MANO??? Ma che storia è questa?

Yasira si fece avanti, e Frost riconobbe anche lei: < Principessa Yasira! Che piacere! > disse, avvicinandosi e facendo un inchino e un galante baciamano.

Goku ormai aveva gli occhi fuori dalle orbite: < ma... ma... io... lui... > balbettò. Vegeta si voltò verso di lui e disse: < Sì, Kakaroth, noi lo conosciamo, e ti posso garantire che è innocuo e che non ha cattive intenzioni. Che c’è di strano? >

< Ma... lui è il figlio di Freezer... >

< Già... e non sai quanto questa cosa mi dia fastidio... > disse Frost, rivolgendogli la parola.

< Lui è diverso dagli altri della sua specie –disse Yasira rivolta a Goku –lui non voleva distruggerci >

< Oh... ora capisco... > pensò ad alta voce Goku.

< Sì, -riprese Frost -io vedevo i sayan come dei validi collaboratori e degli ottimi guerrieri. Pensavo che avremmo potuto fare grandi cose insieme. Freezer invece li vedeva come una potenziale minaccia alla sua supremazia, minaccia che doveva essere debellata. Ho cercato di convincerlo ma non mi ha voluto ascoltare. E’ arrivato ad eliminarmi con le sue mani pur di non sentire le mie ragioni. Mi dispiace per quello che vi è successo >

< Non ti preoccupare –disse Goku –ora Freezer ha pagato per quello che ha fatto >

< In realtà è anche per questo che sono qui >disse Frost.

< Che intendi dire? > chiese Yasira.

Frost iniziò: < Come avrete notato dall’aureola, sono ancora morto. Cioè, Kaioshin mi ha dato un permesso a tempo per restare nel mondo dei vivi finchè la faccenda non sarà risolta >.

< Quale faccenda? >

< Manotia. >

Vegeta alzò un sopracciglio e Yasira abbassò lo sguardo. Era evidente che c’era un problema.

Saleen era curioso:< chi è Manotia? >

< Manotia è uno sciamano che proviene dal pianeta Leef > disse Frost, < un pianeta che i sayan hanno distrutto per ordine di Freezer >

Goku sembrò capire al volo: < Se è così, suppongo che questo Manotia ce l'abbia a morte sia con i sayan che con i... ehm... non ho mai capito come si chiama la vostra specie... >

< Oh, il nome scientifico è “changelling”, ma dato che abbiamo sparso terrore in tutto l’universo, ci conoscono meglio come “demoni del freddo” > spiegò Frost.

< Può essere un problema grave. Se ben ricordo, gli sciamani di Leef avevano poteri psichici incredibili >, disse Yasira.

< Esatto –confermò Frost –e Manotia era il più potente ed esperto di tutti loro. Non ho idea di come sia sopravvissuto, so solo che ha aspettato fino ad oggi preparandosi per la sua vendetta >

< Quindi ti hanno mandato ad aiutarci? >

< Sì, assieme ad altri tre guerrieri >

< altri tre guerrieri? Chi sono? >

< Non ne ho idea, ma non sono qui adesso perché Kaioshin non vuole farli uscire dall’aldilà se non è strettamente necessario. Dice che possono essere pericolosi. >

< Non ha importanza. Non ci serve aiuto, possiamo benissimo sistemare Manotia da soli > affermò Vegeta.

< Tu dici, scimmione? >.

Quella voce. Erano passati sette anni, ma Goku, Vegeta e soprattutto Yasira la ricordavano perfettamente. Rimasero tutti di sasso nel vedere la figura di Nedrick a pochi metri da loro.

< Nedrick... ma come... > borbottò Goku.

< No... Questo è uno sporco trucchetto di Manotia, ne sono sicuro > ringhiò Vegeta.

< Oh, ti accorgerai molto presto se è un trucco oppure no... > ridacchiò Nedrick, subito prima di scagliarsi all’attacco. Vegeta non si fece cogliere di sorpresa, scattando in avanti a sua volta e trasformandosi in super sayan 5. Vegeta riuscì a parare il pugno di Nedrick, ma anche Nedrick bloccò il pugno di Vegeta.

< Però... sei più forte di quanto ricordassi... >

< Già... stavolta non ti sarà tanto facile sconfiggermi... >

Yasira era rimasta bloccata dalla velocità con cui la situazione era precipitata. Fu Goku a riportarla alla realtà:< Ehi, non ti incantare! Sono sicuro che Vegeta ha ragione, questa è opera di Manotia, dobbiamo trovare gli altri! >

Yasira ci mise un attimo a riconnettere il cervello al resto del corpo:< Sì... hai ragione, andiamo... >

< Dove credete di andare? >

Quella che aveva appena parlato non era la voce di Nedrick. Yasira non la conosceva, ma Goku la riconobbe subito. Voltandosi, vide il Majin Bu cattivo che sghignazzava sotto i baffi. Si trasformò subito, preparandosi a combattere: < Yasira, Frost, a lui ci penso io, è troppo forte per voi. Portate i bambini al sicuro e trovate gli altri, sono sicuro che Majin Bu e Nedrick non sono qui da soli >, disse prima di lanciarsi sul suo avversario.

Goku ci aveva visto giusto: Manotia aveva riportato in vita tutti i nemici che i guerrieri Z avevano sconfitto in passato.

Capitolo 16!
Ah ah ah! Goku è razzista! Beh, anche Freezer lo era...
Sì, l'idea dei morti che ritornano è ripresa da Dragon Ball GT, ma le cose stavolta andranno molto diversamente!
Alla prossima!
 

RED TAIL cap.17: a volte ritornano

In breve tempo la situazione sulla Terra era a dir poco disperata: Mentre Vegeta e Goku combattevano contro Nedrick e Majin Bu, Gohan aveva trovato Cell nelle vicinanze della città del Sud; la banda di Bojack stava seminando il panico a Satan City, e Goten, Trunks e Tarble non stavano ottenendo grandi risultati nel cercare di fermarla; i cyborg C-19 e C-20 erano sulla stessa isola dove erano apparsi la prima volta, e contro di loro c’erano C-17, Crilin e C-18, e in un deserto a nord Freezer, Cooler e Re Cold stavano distruggendo tutto, malamente trattenuti da Junior, Yamcha e Tenshinhan. Ma alla festa si erano uniti anche Zarbon, Dodoria, Babidy, la squadra Ginyu e tutti gli altri ex- avversari dei difensori della Terra. La cosa strana era che sembravano tutti molto più forti di prima: Nedrick era alla pari con Vegeta, Majin Bu teneva testa senza troppi problemi a Goku, ora trasformato in super sayan 4, e anche tutti gli altri erano perfettamente al livello dei loro avversari.

Evidentemente il piano di Manotia prevedeva di resuscitarli tutti, potenziandoli, e lasciare a loro il lavoro sporco. Non si era ancora fatto vivo, ma era già in vantaggio.

Yasira, Saleen, Pan e Frost arrivarono alla Kame House in pochissimo tempo. Lungo il percorso avevano incontrato Babidy con alcuni dei suoi uomini, ma li avevano eliminati in un batter d’occhio. Speravano di trovare Crilin e C-18, ma trovarono solo Muten e Marron.

< Dove sono andati tutti? > chiese Yasira con fare sbrigativo.

< Non lo so. Credo che stiano combattendo ma non so di preciso dove... > rispose Marron.

< Faremo meglio ad andare anche noi, principessa. Non c’è tempo da perdere. > decretò Frost.

< Giusto. Ehi, vecchio maniaco, tieni d’occhio i bambini. Non è sicuro lì fuori >

< Ma mamma, anch’io voglio combattere! Potreste avere bisogno di aiuto! > protestò Saleen.

< No, è troppo pericoloso. Non discutere. >

< Uffa, non è giusto! >.

Anche Pan stava per protestare spalleggiando il suo piccolo amico, ma la principessa dei Sayan le lanciò un’occhiataccia inceneritrice, sicuramente imparata dal suo celebre fratello maggiore, che la fece zittire all’istante.

Yasira e Frost presero due direzioni diverse: il piccolo demone del freddo si diresse a nord a combattere quella che avrebbe dovuto essere la sua famiglia, mentre la sayan puntò verso l’isola dei cyborg. Lì, C-17 e C-18 erano in seria difficoltà: dopo aver messo al tappeto Crilin, i due cyborg malvagi stavano incredibilmente avendo la meglio anche sui due fratelli.

Yasira arrivò appena in tempo: il dottor Gelo aveva appena atterrato C-17 e si preparava al colpo di grazia, ma proprio per questo aveva abbassato la guardia, così fece appena in tempo ad accorgersi dell’aura di Yasira, trasformata in super sayan 2, quando un potente Big Bang Attack lo vaporizzò dalla vita in su. Le gambe del malcapitato scienziato pazzo caddero prima in ginocchio e poi in braccio a C-17, che le spinse via disgustato.

Yasira lo aiutò ad alzarsi: < Stai bene? >

< Sì, non ti preoccupare, ce la faccio. Però ti ringrazio, c’è mancato un pelo... >

< Era lui, vero? > disse la sayan dopo un attimo di silenzio.

< Lui chi? >

< Quel vecchio bacucco era il tizio che ti ha fatto diventare così, dico bene? >

C-17 assunse un'espressione tremendamente seria: < Sì... sì era lui. Per favore, lasciamo perdere, non ne voglio parlare. Hai visto mia sorella? >

C-18 le stava prendendo di santa ragione da C-19. Il grosso cyborg la stava schiacciando a terra saltandole ripetutamente sopra, quando si accorse della dipartita del dottor Gelo. In brevissimo tempo C-17 e Yasira riuscirono ad avere ragione anche di lui.

C-18 era ridotta in uno stato pietoso. Si teneva la pancia con entrambe le mani per il dolore, e non riusciva a rialzarsi. < Crilin... > balbettò. Il migliore amico di Goku era steso a terra poco distante e non si muoveva. Fortunatamente, quando Yasira andò a controllare, si accorse che era solo svenuto.

Dopo alcuni minuti avevano ripreso le forze. Mentre C-18 accudiva il marito, che ancora non si svegliava, Yasira spiegava la situazione a C-17:

< E così sono tornati tutti in vita, più forti di prima... > disse il cyborg.

< Sì. Mi dispiace, in fondo è anche colpa mia: Manotia vuole vendicarsi di tutti i sayan. >

< Saleen... >

< E’ al sicuro. Sull’isola del vecchietto. Adesso devo andare. >

Yasira aveva già spiccato il volo quando C-17 la richiamò: < Aspetta! Non vorrai mica andare a combattere da sola! >

< Devo aiutare gli altri. Non ti preoccupare, sono una super sayan, ricordi? > rispose facendo il pollice su e l’occhiolino.

< Io vengo con te... C-18, non ti serve aiuto, vero? >

< No... io porto Crilin a casa, voi andate... >

Dopo che si furono separati, C-17 e Yasira decisero di dirigersi a nord. La sayan aveva un vecchio conto in sospeso da saldare con una certa famiglia di demoni del freddo...

Al loro arrivo, lo spettacolo era desolante: Yamcha e Tenshinhan erano a terra senza forze, mentre Junior e Frost stavano per soccombere alle forze congiunte dei tre demoni del freddo. < Freezer... > ringhiò a denti stretti la sayan, prima di trasformarsi e lanciarsi con tutte le sue forze contro quell'essere immondo che, quand'era piccola, le aveva tolto tutto quello che aveva.

Qualche minuto dopo la situazione era ancora in stallo: Frost e Junior erano ormai a corto di energie, e potevano fare ben poco per aiutare C-17 e Yasira. Anche altrove le cose non andavano meglio: Trunks e Goten erano riusciti a far fuori Bojack usando la fusione, mentre Tarble aveva eliminato Bido, uno dei suoi uomini, ma poi la fusione si era sciolta e ora Zangya, Kogu e Bujin, gli altri tre della banda, erano in vantaggio. Anche Gohan e Goku iniziavano a soffrire parecchio. L'unico che riusciva ancora ad attaccare a piena potenza era Vegeta, che però non si fidava ad usare tutti i suoi poteri: neanche lui sapeva quali sarebbero state le conseguenze se avesse alzato al massimo la sua aura. In teoria, avrebbe potuto far esplodere l'intera galassia se non fosse riuscito a controllarsi.

Le cose si mettevano male.

Beh, eccoci qua, capitolo 17... cominciano le botte da orbi!
Non c'è molto da aggiungere... ricordate i 3 guerrieri menzionati da Frost?
Chi saranno mai? Mah...

RED TAIL cap.19: vittoria?

< E questo chi diavolo dovrebbe essere? > chiese Yasira, con gli occhi sgranati e un grosso gocciolone di sudore sulla testa, stupefatta dai modi del nuovo arrivato.

Darbula stava rischiando grosso: Goku e Vegeta potevano pensare che quell'abbraccio fosse una nuova tecnica di attacco, e reagire polverizzandolo. Vegeta in effetti stava proprio per farlo, ma notò che a differenza di tutti i loro ex-avversari, lui aveva un'aureola sopra la testa, proprio come Frost e gli altri due sayan.

< Tu saresti uno dei nostri, adesso? > chiese Goku, ancora sospettoso.

< Sì, è successo dieci anni fa: quando Majin Bu mi ha ucciso, Re Yammer ha deciso di non mandarmi negli inferi, dato che sarebbe stato come rimandarmi a casa. Mi ha spedito nel regno dei cieli, e lì ho conosciuto le vostre mogli. Ho imparato ad amare il mio prossimo, a darmi da fare per gli altri... e ora mi piace un sacco fare la cosa giusta! > disse il colosso con voce sognante e gli occhi lucidi, staccandosi dai due.

< Tsk. Mi verrà il diabete... > mormorò a bassa voce Re Vegeta, schifato da tanta mielosità.

In quel momento, Re Cold ripartì all'attacco, lanciando un disco di energia rossastro verso il gruppo, con l'intenzione di tagliare in due qualcuno a caso. Darbula in un attimo fece comparire una grossa spada, e dopo un breve contrasto distrusse il disco. Si lanciò poi verso i tre demoni del freddo, urlando: < Volevi affettare i miei amici? Sarò io ad affettare te! >

Diede perfettamente seguito alle sue parole: con un solo fendente, tagliò in due Re Cold dalla spalla sinistra al fianco destro. Cooler e Freezer guardavano spaventati i due tronconi del loro padre cadere a terra. Subito dopo fu il loro turno: Yasira si fiondò su Freezer colpendolo in piena faccia. Il contraccolpo lo fece volare via, ma la sayan lo bloccò prendendolo per la coda, gliela avvolse attorno al collo e tirò più che poteva: < Allora, Freezer? Non è gradevole, vero? >.

La lucertola albina rantolava indistintamente, non riuscendo a parlare. Quello di strangolare la gente con la coda era uno dei modi preferiti da Freezer per torturare o uccidere i suoi soldati, ed evidentemente Yasira non se l'era dimenticato.

Cooler, come nel suo stile, non ci pensò neppure ad aiutare il fratello, anzi prese il volo a tutta velocità per scappare, bofonchiando un “maledetti scimmioni” appena percettibile. Ma non avrebbe fatto molta strada.

Bardack e Re Vegeta partirono immediatamente all'inseguimento, intercettandolo subito tagliandogli la strada: < Dove scappi? Non resti a giocare con noi? > lo provocò il padre di Vegeta.

Cooler cercò di mostrarsi spavaldo: < Bah, voi due siete delle mezze cartucce. Freezer vi ha eliminati una volta, e posso benissimo farlo anch'io! >

< Tu dici? Credi che nell'aldilà in tutti questi anni la nostra potenza sia rimasta la stessa? > disse Bardack. I due si concentrarono, dando sfogo a tutte le loro forze... e trasformandosi. Goku e Vegeta rimasero sbalorditi: i loro padri erano in grado di diventare super sayan? Com'era possibile?

< Vedi, noi siamo morti assieme agli altri sayan –iniziò il re –ma a differenza degli altri, prima di morire abbiamo cercato di salvare il nostro pianeta e i nostri simili. E questo è bastato per convincere Re Yammer a farci tenere il corpo per poterci allenare... >

< Già, e adesso è l'ora della vendetta! > esclamò l'altro. In pochi colpi, Cooler era al tappeto. Fu Bardack a dargli il colpo di grazia trapassandolo con un raggio d'energia.

Yasira nel frattempo aveva soffocato del tutto Freezer, lasciandolo cadere a terra: < La fine che ti meritavi, Freezer. Ne sono sicura. >

Non sembrava essere stata toccata minimamente dalla comparsa di suo padre. In fondo, lui era morto quando lei aveva tre anni. In un certo senso era stata fortunata: a differenza di Vegeta, che aveva sette anni all'epoca, lei era ancora troppo piccola per capire davvero che aveva perso tutto.

Mentre Darbula accorreva per prestare le sue “amorevoli” cure a Yamcha e Tenshinhan, tutti gli altri si riunirono per discutere sul da farsi. Vegeta si accorse che i cadaveri dei tre changelling stavano evaporando proprio come quello di Nedrick. La cosa era sospetta...

Goku fu il primo a parlare: < Percepisco l'aura di Cell, è ancora in circolazione. Lo dobbiamo fermare subito. >

< Già... c'è anche qualcun altro, sento che Tarble e gli altri stanno ancora combattendo > disse Yasira.

< D'accordo, muoviamoci. Io e Kakaroth ci occupiamo di Cell, voialtri andate ad aiutare Tarble > ordinò Vegeta.

Bardack non era molto contento: < Tsk... ma guarda se adesso ci devono essere due Vegeta che danno ordini... >

Il re lo aveva sentito: < Sono i vantaggi di essere di sangue reale. Smettila di lamentarti. >

< Senti, “vostra maestà”, mi sono stufato! I nostri livelli sono alla pari, chi o che cosa ti dà ancora il diritto di comandarmi a bacchetta? >

< Il fatto che tu non sai prendere decisioni! Quella cicatrice, per esempio! Capisco che non ti servisse la vasca di rianimazione, ma andare in giro di proposito per due giorni con il sangue rappreso sulla faccia senza pulirti e disinfettarti perché “le cicatrici fanno impazzire le ragazze” è da idioti! >

< Ah sì? E quel tuo stupido pizzetto, allora? Sembri due secoli più vecchio della tua età! >

< Io, il pizzetto posso sempre tagliarmelo! Tu, per toglierti quella cosa, devi fare come minimo un intervento di plastica facciale! Ma la parte più divertente è stata quando la ferita si è infettata! Sbaglio o ti si era gonfiata la faccia talmente tanto che non riuscivi neanche più a metterti il rilevatore? >

< Ehi! Avevamo detto niente fatti personali! >

< Beh, hai cominciato tu! >

< COSA? RIMANGIATELO! >

< CONVINCIMI!!! >

< Grrrrr... >

< GRRRRR... >

Vegeta osservava la scena vagamente disgustato: evidentemente, era destino che ogni generazione della sua famiglia avesse una corrispondente generazione della famiglia di Kakaroth che la perseguitava. Alla fine non ne poteva più: < PIANTATELA, TUTTI E DUE!! Mia figlia di sei anni è meno fastidiosa di voi! >

< ...barbetta... >

< ...sfregiato... >

Dopo questa piccola digressione, il gruppo si divise. Goku e Vegeta sistemarono Cell in quattro e quattr' otto: poteva anche essere superiore al livello di Gohan, ma di certo non poteva nulla contro loro due insieme. C-17, Re Vegeta, Bardack, Frost e Junior fecero a pezzi la banda di Bojack, salvando così Tarble, Trunks e Goten, che stavano per soccombere. Yasira nel frattempo si era dovuta fermare per via di Yakon, il mostro che mangiava l'energia luminosa. Stava rischiando, dato che non poteva trasformarsi. Fu provvidenziale l'intervento di Darbula, che lo eliminò pietrificandolo con la sua saliva.

Tutti si ritrovarono sui monti Paoz, vicino alla casa di Goku. Sembrava davvero che ce l'avessero fatta. Ma la comparsa improvvisa di una gigantesca aura negativa, mai percepita prima, fece capire loro che non era ancora finita.

Manotia stava per scendere in campo.




...Ebbene, adesso è l'ora di conoscere l'artefice di tutto questo casino.
"barbetta" e "sfregiato" si vogliono tanto bene, eh? Proprio come i loro figli...
Che cosa succederà adesso? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!

RED TAIL cap.21: ce la puoi fare

Vegeta non riusciva a liberarsi, stretto nei fili energetici di Manotia.

A terra tutti lo guardavano con apprensione: forse quella era davvero la fine. Perché se Vegeta non ce l’avesse fatta, loro di certo non potevano salvarsi.

Yasira però, a differenza di tutti gli altri, non provava solo preoccupazione. Provava anche, e soprattutto, rabbia e disperazione.

Per quasi tutta la sua vita, Vegeta era stato tutto per lei: finché aveva potuto l’aveva sempre protetta. E questo non solo perché lo aveva promesso al loro padre, ma perché anche per lui Yasira era tutto quello che aveva.

Era stato molto di più di un semplice fratello maggiore: l’aveva praticamente cresciuta lui, le aveva fatto da padre, da migliore amico, da confidente, da spalla su cui piangere nei momenti tristi.

E anche adesso, tutto ciò che aveva lo doveva a lui: era grazie a Vegeta se ora Nedrick non la perseguitava più. Era grazie a lui se aveva potuto crearsi una famiglia, ed essere felice.

Forse era il caso di fare qualcosa per ricambiarlo. Tarble aveva ragione, loro non potevano fare niente per battere Manotia, ma non importava. Il suo fratellone aveva bisogno di aiuto, e lei non poteva tirarsi indietro. E poi, se Vegeta avesse perso sarebbe stata spacciata comunque, no?

< Basta... BASTA!! Non resterò ferma a guardare un secondo di più! > urlò prima di spiccare il volo, incurante delle grida di Tarble, di Goku, di C-17 e di suo padre.

Manotia era compiaciuto: < HA! Ma guardati, sporco sayan! Non ti puoi più muovere... >

< Neanche tu puoi muoverti, schifoso bastardo! > gridò Yasira piombandogli addosso. E aveva ragione: Manotia doveva tenere le braccia tese in avanti, per tenere fermo Vegeta.

Normalmente avrebbe avuto tutto il tempo per fermarla ma in quella situazione poteva solo stare a guardare, mentre la sayan si trasformava, aumentando la velocità di volo, e lo colpiva con tutte le sue forze sullo zigomo, stampandogli sulla guancia l’impronta del suo pugno sinistro.

Manotia fu spazzato via, e Vegeta cadde per qualche metro, prima di fermarsi a mezz’aria, ansimando. Era oltremodo sorpreso da quell’interruzione, così come tutti gli altri.

< Vegeta... >

Il principe dei sayan la guardava esterrefatto: a parte il fatto che probabilmente gli aveva appena salvato la vita, vedeva in lei una grinta che non aveva mai mostrato prima.

< ...E’ inutile continuare così... se non lo attacchi con tutte le tue forze, quello squilibrato ci ucciderà tutti. Ce la puoi fare, Vegeta. So che puoi... >

Vegeta chiuse gli occhi. Sapeva che la sua sorellina aveva ragione: a quel livello i suoi attacchi erano inefficaci, e se non si fosse battuto al massimo, avrebbe perso di sicuro. Tanto valeva arrendersi subito, arrivati a quel punto.

Si concentrò al massimo. Fece appello a tutta la sua forza di volontà, cominciando ad aumentare la sua aura.

Pochi secondi dopo, tutti, Manotia compreso, erano a dir poco stupefatti: la forza spirituale di Vegeta cresceva ad un ritmo folle, e non accennava a fermarsi. Scariche elettriche rosse cominciavano a circondare il corpo del principe dei sayan, mentre la sua potenza raggiungeva l’apice.

Mai, in tutta la storia dei sayan e dell’universo intero, qualcuno aveva sprigionato un’aura tanto imponente.

E’ proprio vero: al destino non manca il senso dell’ironia. Il glorioso popolo dei sayan aveva conosciuto il suo esponente più forte solo adesso che era ormai quasi estinto.

< Pazzesco... ha un’aura gigantesca... > disse Junior incredulo.

< E così è questa la tua vera potenza, Vegeta? Non ci crederei se non lo stessi vedendo con i miei occhi... > pensò Goku.

Dopo aver raggiunto un livello di potenza inaudito, l’aura di Vegeta aveva iniziato a stabilizzarsi. Yasira aveva ragione: Vegeta alla fine c’era riuscito.

L'ormai ex-sovrano dei sayan guardava il suo figlio prediletto incapace di proferire parola per lo stupore. Era sempre stato certo che Vegeta fosse il prescelto, ma mai e poi mai avrebbe immaginato di vederlo sprigionare una simile energia: < Potente... potentissimo... non credo ai miei occhi... >

Yasira era l'unica che aveva conservato un minimo di senso pratico: < Fratellone... > disse. Vegeta si voltò lentamente verso di lei. < ...Devi chiudere questa storia. Adesso. >

< Allontanati... > fu la risposta di Vegeta. Appena la sorella atterrò vicino agli altri, il leggendario super sayan si voltò nuovamente verso Manotia, per poi lanciarsi all’attacco.

Manotia stavolta era chiaramente in svantaggio: non riusciva minimamente a contrattaccare, e l’unica cosa che poteva fare era cercare di schivare i colpi. Proprio come era successo con Nedrick sette anni prima, Vegeta attaccava ad una potenza tale che i suoi pugni ustionavano l’avversario al solo contatto.

Ci fu un attimo di pausa. Manotia era riuscito momentaneamente a prendere le distanze dal sayan e aveva deciso di giocarsi la sua ultima carta.

< Credi di aver vinto, stupido scimmione? Beh, ti sbagli di grosso! > disse, richiamando a sé tutta l’energia di cui disponeva e creando una grossa sfera viola di fronte a sé.

Vegeta capì al volo. Mossa subdola, ma geniale.

< Che c’è, non mi attacchi? Dove è finita la grinta di poco fa? >

Ma il sayan sapeva di non poterlo fare: quella sfera era talmente compressa, che se avesse attaccato sarebbe esplosa. Ed era abbastanza potente da disintegrare non solo la Terra, ma anche l’intero sistema solare.

< il bastardo gioca sporco... > disse a denti stretti.

< Esatto! Se mi attacchi finiremo tutti all’altro mondo! E adesso preparati! Tu potrai anche schivare il colpo, ma questo bel pianeta e una decina di corpi celesti limitrofi stanno per sparire per sempre! >

Goku era preoccupato: era successa una cosa simile con Cell, ma stavolta non poteva fiondarsi su Manotia e teletrasportarlo da un’altra parte: avrebbe fatto partire il colpo appena lo avesse visto muoversi.

Vegeta era di fronte a Manotia e alla letale sfera viola. Rimase fermo per un attimo, per poi alzare lentamente le braccia.

< Cosa? Vuole colpirlo con un Final Flash! > disse Trunks.

< Ma è impazzito? Se i due raggi si scontrano è la fine per tutti! > rispose Tarble guardando incredulo il nipote.

Eppure Trunks aveva ragione: nelle mani di Vegeta si era formata una sfera azzurra, grande come quella di Manotia.

Lo sciamano era rimasto sorpreso: < Bravo! Hai deciso di morire combattendo! Complimenti, la cosa ti fa onore! >

< No, Vegeta! Se lo colpisci, moriremo tutti! > urlò Goku. Ma Vegeta non lo avrebbe ascoltato.




... E così, Veggy vuole attaccare nonostante tutto. Avrà un piano? Oppure, secondo una visione più ampia delle cose, sacrificherà se stesso e la Terra pur di salvare il resto dell'universo da Manotia?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo!

RED TAIL cap.22: la fine di un incubo

Che cosa gli era preso? Forse era vero che non riusciva a controllarsi: doveva essergli saltata qualche rotella se davvero intendeva attaccare Manotia nonostante questo significasse andare incontro a morte certa.

< Non morirà nessuno, Kakaroth. Solo lui finirà arrostito. >

I due raggi di energia partirono contemporaneamente. A terra, tutti erano sicuri che quella era davvero la loro fine.

Ma non fu così: nessuno si era accorto che Vegeta aveva mirato leggermente più in alto.

Il colpo di Manotia passò a meno di due centimetri sotto al Final Flash di Vegeta. Lo sciamano blu fu centrato in pieno, ed ebbe appena il tempo di accorgersi di quello che stava per succedere, prima di dissolversi.

Quando i due colpi andarono a segno sui rispettivi bersagli, tutto fu avviluppato da una luce accecante.

Qualche secondo dopo, quella luce era sparita, così come le due mostruose aure che l’avevano scatenata.

Un gigantesco cratere si estendeva per un diametro di almeno quattro chilometri. Non c’era traccia dei due combattenti.

I guerrieri Z ci misero un attimo per capire cos’era successo. Manotia era morto... ma Vegeta? Dov’era Vegeta?

< No... > Yasira biascicò quella sillaba con una voce talmente soffocata che nessuno riuscì a sentirla. < No >, ripeté appena più forte.

Fu lei la prima a prendere il volo nella direzione in cui si trovava Vegeta prima di quei due colpi micidiali. Le si stava appannando la vista... stavolta non sarebbe riuscita a non piangere. Non sarebbe riuscita ad essere forte, ad accettare quella cosa e ad andare avanti. Non sarebbe riuscita ad accettare di aver perso per sempre il suo fratellone.

< Vegeta! Dove sei? Rispondimi, Vegeta! > urlò con quanto fiato aveva. Perché non riusciva a trovarlo? Non poteva essere vero...

< Vegeta... ti prego... >

E poi, all’improvviso, un raggio di luce nell’oscurità. Un rumore sommesso, appena percettibile. Si voltò rapidamente in direzione di quel suono, e finalmente riuscì a vederlo.

Vegeta era steso a terra sul bordo di quella gigantesca voragine, che poteva essere facilmente scambiata per una cava artificiale, date le sue dimensioni. Era ritornato normale per il colpo ricevuto, e aveva una grossa ustione sul torace e sull’addome. Probabilmente, qualche costola era incrinata, ma ci voleva ben altro per metterlo fuori combattimento.

Era riuscito a creare una barriera protettiva appena prima di essere colpito. Non aveva bloccato il colpo, ma lo aveva indebolito quel tanto che bastava per salvargli la vita.

< Vegeta! Mi senti? Rispondi, Vegeta! > disse Yasira piombandogli sopra.

Il volto del sayan si contrasse in una smorfia di dolore per il modo poco delicato con cui la sua dolce sorellina gli aveva poggiato una mano aperta proprio sulla ferita: < mi stai facendo male... >

< Oh! Ehm... scusa, errore mio... >

< Già... mi dai una mano ad alzarmi? >

< Certo... piano... >. Ma appena si fu messo seduto, Vegeta fu colto da una fitta all’addome abbastanza dolorosa da convincerlo a non muoversi oltre.

< AHIA!!! No... no, no, no... aspetta, credo che resterò seduto qui un altro paio di minuti... >

< Sì, riposati... lo sai... sei veramente scemo... > disse lei, ridacchiando

< Cosa? Perché? >

< Ti sei fatto colpire apposta! >

< Mi è sembrata un’idea geniale, lì sul momento... >. Voltandosi verso gli altri, aggiunse: < Non dirlo a papà, che l’ho fatto apposta... >

I due scoppiarono in una fragorosa risata, di quelle tipiche dei momenti successivi ad uno scampato pericolo, con cui si esorcizza la paura.

Finalmente era tutto finito.

Solo in quel momento, Chichi e Videl si decisero ad uscire di casa. Entrambe furono sorprese nel notare il gigantesco cratere formato dall'esplosione di poco prima, e Chichi iniziò ad inseguire Goku con la sua fidata padella antiaderente per aver distrutto sia la casa che il giardino. Poco le importava che in realtà fosse colpa di Nedrick e Manotia. Il sayan si nascose dietro a Darbula per evitare di essere colpito, e l'ex signore degli inferi ci mise un bel po' per calmare i bollenti spiriti della casalinga più stressata del pianeta.

Bardack guardava la scena esterrefatto: < ma cosa... diavolo... succede? >

I due Vegeta si scambiavano commenti: < Hai capito chi mi tocca tirarmi dietro? > chiese il più giovane.

< Vuoi fare a cambio? Mi porto via Kakaroth e ti lascio Bardack... >

< Guarda che per te non sarebbe un affare vantaggioso... >

< Tu dici? Io ho i miei dubbi... >

< TU in convivenza forzata con Kakaroth? Non farmi ridere... resisteresti al massimo una settimana... >

Dopo un po' arrivò Baba, sulla sua sfera di cristallo, per riportare Bardack, Frost, Darbula e Re Vegeta nell'aldilà. I due sayan, dopo aver salutato i rispettivi figli, presero il volo assieme a Frost e Darbula, ricominciando a prendersi in giro: < Ehi, Vegeta, ha chiamato il conte Dracula. Rivuole il suo pizzetto > disse Bardack.

< Ehi, Bardack, ha chiamato l'istruttrice di aerobica. Rivuole i suoi scaldamuscoli. > rispose a tono l'altro.

Darbula, nel frattempo, piangeva a dirotto agitando un fazzoletto bianco: < Ciao a tutti! Non vi dico che spero di rivedervi presto, non voglio certo augurarvi di morire giovani... ma un giorno ci rincontreremo! Sigh! >

Un istante dopo, i quattro erano spariti.

All'improvviso, Videl chiese ad alta voce: < Dov'è Pan? Qualcuno l'ha vista? >

Yasira le spiegò di averla portata assieme a Saleen sull'isola del Genio per evitare che combattessero. Goku si offrì di teletrasportarle entrambe lì per riprendere i loro figli.

Al loro arrivo, nessuno si aspettava ciò che avrebbero scoperto.

C'era un buco nel tetto della casa, e un paio di finestre erano rotte. Per un attimo le due donne temettero il peggio, ma subito dopo i due bambini uscirono dalla porta, senza un graffio.

< Che cosa è successo qui? > chiese Goku al suo vecchio maestro.

< Beh, diciamo che anche noi abbiamo avuto visite... e se non era per Saleen a quest'ora saremmo spacciati... >

Yasira pensò di aver valutato male la situazione: chissà perché aveva pensato che lì i bambini sarebbero stati al sicuro? se c'era stato un attacco globale, quella casa non era certo più sicura di qualsiasi altro luogo sul pianeta. Però era un posto molto piccolo e isolato, e dopo aver sconfitto i due cyborg, C-18 e Crilin avrebbero dovuto essere lì in poco tempo...

Quello che non sapeva era che i due coniugi avevano avuto un contrattempo: sulla strada di casa avevano incontrato Rikoom, Jeeth e Burter, della Squadra Ginyu. Li avevano sconfitti rapidamente, ma nel frattempo l'isoletta era stata attaccata...

< Sono stati qui un paio di brutti ceffi... credo che uno fosse un sayan > disse Marron.



...Paura, eh? Credevate voi, che Vegeta sarebbe morto... e invece no; la mente geniale del principe ha reagito più in fretta dell' attacco di quel pirla blu, che si è praticamente fregato da solo.
Chi sarà mai questo sayan che si è presentato alla Kame House? Allora, vediamo... Napa è stato sconfitto da Majin Bu... tutti gli altri li abbiamo visti in azione... vi viene in mente qualcun altro?
Eh, già...
Al prossimo capitolo!

RED TAIL cap.23: il superstite

Saleen e Pan stavano abbracciando le loro mamme mentre Marron parlava con Goku e Muten. In quel momento, uscirono anche C-18 e Crilin.

Saleen, sentendoli parlare, prese la parola e iniziò a raccontare cos'era successo.

FLASHBACK

Mentre C-18 e Crilin erano bloccati dalla squadra Ginyu, sull'isola del Genio i due piccoli sayan si stavano annoiando.

< Uffa... senti che razza di aure si avvertono in giro... mi piacerebbe un sacco andare a combattere... > sbuffò il piccolo clone di Vegeta, sdraiato pigramente sul divano, davanti alla TV.

Pan era stesa per terra, e guardava i cartoni animati. Gli rispose distrattamente: < La tua mamma ci ha detto di restare qui! Non vorrai disubbidirle... ha uno sguardo che fa tanta paura ed è fortissima! >

< Sì, però non è giusto... lei, papà e lo zio Vegeta si staranno divertendo un sacco...>. Non sapeva che la sua smania di combattere sarebbe stata presto soddisfatta: meno di un minuto dopo, una potente aura si avvicinò alla casa.

Saleen era entusiasta: poteva rimanere lì, quindi non avrebbe disubbidito, ma avrebbe potuto finalmente combattere! E la sua mamma non avrebbe potuto dirgli niente: quella era legittima difesa!

Entusiasta, si fiondò fuori dalla porta, lasciando Pan ai suoi cartoni, e scorse un tizio che si avvicinava volando a grande velocità. Fuori, Marron e il vecchio Muten avevano un'espressione preoccupata.

Lo strano tipo atterrò sulla battigia: era vestito in modo un po' ridicolo, con una specie di corazza marrone e nera che aveva delle spalline larghissime, e delle protezioni per le gambe. Una cascata di capelli neri lunghissimi gli ricadeva sulla schiena, fin sotto al sedere. Sull'occhio sinistro portava una specie di grosso auricolare con un vetrino verde. Marron notò la coda attorcigliata attorno alla vita, e capì che quello era un sayan. Muten credeva di averlo già visto da qualche parte, ma non ricordava bene dove. La sua memoria non era più quella di una volta...

Saleen fu il primo a parlare: < E tu chi sei? Sei qui per combattere? >

Il tizio non lo calcolò minimamente. Si diresse verso il più anziano del gruppetto e disse: < Tu, vecchio! Dov'è Kakaroth? >

Saleen non sopportava di essere ignorato in quel modo. Se quello era un sayan, gli doveva portare rispetto! Non sapeva che lui era un membro della famiglia reale?

< Ehi! Guarda che sto parlando con te, maleducato! > disse, contrariato.

< Chiudi il becco, stupido moccioso! Torna a casa a ciucciare il latte dal biberon! >

Cosa? Stupido moccioso? Ciucciare il latte... DAL BIBERON??? Come si era permesso!?

< COME OSI MANCARMI DI RISPETTO, RAZZA DI PEZZENTE!!! > urlò fuori di sé per la rabbia, trasformandosi in super sayan.

Il misterioso individuo si girò incredulo verso di lui. Saleen vide che quello strano auricolare era esploso in mille pezzi appena si era trasformato. Non diede molto peso alla cosa, attaccando quel troglodita subito. Pochi colpi, e quel bel tipo era a terra, gravemente ferito, con mezza armatura distrutta e la sua brutta faccia da schiaffi infilata nella sabbia.

< Tsk... così impari a trattarmi come si deve... > sghignazzò Saleen.

FINE FLASHBACK

Il volto di Goku si era incupito all'istante: era chiaro che quel sayan era Radish...

< E poi cos'è successo? > chiese Yasira, notando l'espressione di Goku.

< Beh, poi è arrivato un altro tizio... un armadio pelato e pallido con uno strano tatuaggio sulla fronte e con tutte le vene in bella vista... ha detto di chiamarsi... Spo... ehm... Spovicip... Spototiv...

< ...Spopovitch? > chiese Videl con una punta di disagio nella voce. In fondo, sperava davvero che si trattasse di lui, e che Saleen gli avesse dato la lezione che meritava...

< Sì esatto, Spopovitch... Mi ha attaccato, e io mi sono difeso. Poi è arrivata la zia... > disse, indicando C-18.

Il resto era presto detto: C-18 aveva eliminato Spopovitch, e nello scontro aveva rotto il tetto e le finestre... ma quando aveva finito, Radish non c'era più. Aveva approfittato dell'interruzione per scappare via.

Quindi, c'erano buone, anzi ottime probabilità che Radish fosse ancora vivo... ma come avrebbero dovuto prendere questa notizia ?

Yasira si avvicinò a Goku: < Va tutto bene? > chiese. Lei e Muten erano gli unici che non avevano bisogno di spiegazioni. Il vecchietto era presente durante la prima, tragica apparizione del sayan, e la principessa aveva ricevuto tutte le spiegazioni del caso da Vegeta.

< Sì... tutto bene... > rispose l'eroe della Terra poco convinto. Ma la sua nipotina aveva notato che c'era qualcosa che non andava: < Nonnino, tu conoscevi quello che era venuto qui? Chi era? >

Goku era in difficoltà: come poteva spiegare una storia tanto complicata ad una bambina di cinque anni? Alla fine decise di dirle il minimo necessario: < Beh, ecco... lui era il mio fratello maggiore... >

La piccolina era perplessa: data la sua tenera età non distingueva il bene dal male ed era portata a pensare che nessun membro della sua famiglia potesse avere cattive intenzioni, così si avvicinò minacciosamente al suo piccolo amico: < Saleen? Che cosa hai fatto al mio prozio? > chiese, con una voce tanto bassa e minacciosa da far paura.

Il piccolo meticcio, inizialmente spiazzato, rispose con un atteggiamento tale da sembrare identico a Vegeta: < Tsk. Intendi il tuo prozio che non conosci, che non hai mai visto perché eri troppo occupata a guardare i cartoni animati, quello di cui hai scoperto l'esistenza solo dieci secondi fa, e che mi mette in cattiva luce ai tuoi occhi perché è chiaro come il sole che l'ho frullato di botte? >

< Ok, basta così –si intromise Yasira sorridendo forzatamente, prima che i due si mettessero a litigare –Saleen, ti dispiace tornare a casa da solo, per favore? Io ho da fare... >

< Sì mamma... > disse il piccolo con un grande sorriso prima di spiccare il volo e andarsene.

Anche Videl e Pan si allontanarono subito dopo. Sull'isola, rimasero solo i soliti inquilini, assieme a Yasira e ad un sayan dall'animo turbato...





... Beh, secondo me, Radish se la meritava un po' di considerazione in più... insomma, dai, è il fratello del protagonista di Dragonball, ed è apparso in meno episodi del gatto del dottor Brief...
Adesso cosa succederà? Cosa farà Goku?
Al prossimo capitolo!
P.S. sono veramente coperto di impegni in questi giorni; vi chiedo scusa in anticipo se non dovessi riuscire ad aggiornare in tempo -.-

RED TAIL cap.25: rapporti difficili

Com'era potuto succedere? Quel ragazzino... quel ragazzino non era un terrestre normale. Era semplicemente impossibile che un terrestre fosse così forte da ridurlo in quello stato. Aveva seriamente rischiato di lasciarci le penne di nuovo...

E poi, come aveva fatto a controllare al sua forza in quel modo? Non gli era sembrato niente di che, ma poi aveva aumentato la sua aura in maniera spropositata... era sicuro di aver letto “4 milioni” sul rilevatore, un attimo prima che esplodesse... pochi secondi prima che quel marmocchio cambiasse il colore dei capelli e degli occhi... Un momento! Adesso che ci pensava... quel marmocchio era identico a Vegeta! Ma perché aveva gli occhi azzurri... e come faceva a diventare biondo in quel modo... e soprattutto, come poteva essere tanto forte?

Radish era volato via dalla Kame House approfittando di un pelatone che aveva distratto quel moccioso dallo sguardo vitreo, era scappato più distante che aveva potuto, ma poi aveva perso i sensi a causa delle ferite riportate, precipitando malamente in mezzo ad un boschetto su una piccola isola, dopo circa 10 kilometri di volo. Era rimasto svenuto per parecchio tempo; poi gli era caduto addosso il ramo spezzato di un albero, che lui aveva rotto cadendo dal cielo, e gli aveva schiacciato il braccio sinistro, cadendo proprio su una grave ferita. Il dolore lancinante provocato dallo schiacciamento lo aveva risvegliato subito, facendogli inconsapevolmente aumentare la propria aura. Quello era il picco avvertito da Goku, Yasira e Crilin.

Non gli era chiaro cos'era successo. Freezer era morto, lo aveva visto nel regno degli inferi. In qualche modo, che non aveva ben capito, era ritornato in vita... quindi evidentemente, qualcuno o qualcosa gli stava dando una seconda occasione... magari per vivere in modo diverso da come aveva fatto. Magari per cercare di rimediare ai suoi errori. Magari per ritrovare suo fratello. Per conoscere la sua famiglia. Per cambiare. Per capire che esisteva anche un altro modo di vivere, diverso dal girovagare per lo spazio distruggendo pianeti e sterminando popoli. Doveva vederci chiaro. Il modo migliore era mettersi sulle tracce di Kakaroth e chiedere spiegazioni a lui: per questo si era diretto verso la Kame House, visto che l'altra volta lo aveva incontrato lì. Stavolta, però, aveva incontrato solo il vecchio, che ricordava di aver già visto, una ragazzina dai capelli biondi, e quel “mini-Vegeta” dagli occhi di ghiaccio che lo aveva quasi ucciso.

Il braccio e la gamba sinistri gli facevano male, e sanguinavano abbondantemente. La sua armatura era in pezzi, e quel che era peggio, il rilevatore era partito per colpa di quel ragazzino. Si mise faticosamente a sedere, appoggiando la schiena al tronco di un albero, cercando di recuperare un po' di forze. Pensò a Vegeta: se lo avesse visto in quello stato, nel migliore dei casi lo avrebbe soppresso sul posto.

Ed ecco che, pochi attimi dopo, erano atterrate di fronte a lui le ultime due persone che si era aspettato di trovare: Yasira e Kakaroth.

Il momento era arrivato: il momento in cui Goku e Radish si rivedevano dopo più di vent'anni.

E in quel momento, il salvatore della Terra non fu in grado di dare seguito alle sue buone intenzioni. Si era sempre tenuto tutto dentro: quel disagio misto ad invidia nel vedere Vegeta mentre stava con i suoi due fratelli, sapendo che lui aveva contribuito ad uccidere l'unico vero fratello che aveva. Certo, anche Vegeta era come un fratello per lui, erano diventati amici, si allenavano insieme, ogni tanto scherzavano, si scambiavano considerazioni sulla durezza dei tempi, ma non era la stessa cosa. Una volta, solo una, Goku aveva parlato con lui di quel tarlo che lo tormentava. Era stato sette anni prima, dopo aver battuto Nedrick. All'epoca però non avrebbe mai immaginato che un giorno gli si sarebbe presentata davvero l'occasione di rivedere Radish.

E adesso, vedendolo lì, rivedendolo dopo così tanto tempo, non era riuscito a perdonarlo. Gli era improvvisamente tornato il ricordo di Radish che volava via con Gohan, con il suo bambino che piangeva disperato, invocando il suo aiuto. Era stata una delle esperienze peggiori della sua vita, se non la peggiore in assoluto, e all'improvviso sentiva di non essere in grado di metterci una pietra sopra.

Un'espressione di assoluta sorpresa si era impadronita del volto di Radish: Yasira doveva essere morta da anni! E Kakaroth... cosa ci faceva lì? Come avevano fatto a trovarlo?

Goku si era voltato di spalle: non voleva neanche guardarlo. Si era accorto di provare ancora troppa rabbia nei suoi confronti. Alla fine aveva scelto. Aveva scelto di non scegliere. Non gli importava nulla, in fondo, se Radish era vivo o morto. Lo avrebbe semplicemente ignorato. Se poi avesse cercato di fare del male a qualcuno, non serviva certo che intervenisse lui. Tutti i suoi amici potevano facilmente farlo fuori.

Eppure, Radish ci aveva provato: rimettendosi faticosamente in piedi, aveva alzato una mano verso il fratello: < Kakaroth... >

Goku ebbe un sussulto, ma non se ne accorse nessuno. Voltò leggermente la testa indietro, senza che potessero guardarsi in faccia: < Te l'ho già spiegato: io non sono Kakaroth. Io mi chiamo Son Goku. Tu non sei tra quelli che possono chiamarmi Kakaroth... >. Poi si alzò lentamente in volo, senza mai voltarsi.

Yasira lo aveva guardato andare via, per poi riportare lo sguardo su Radish. Aveva capito tutto. Goku l'aveva guardata negli occhi per un attimo, prima di andarsene. Era lo sguardo di chi chiedeva un favore, un aiuto a fare ciò che da solo non avrebbe potuto fare. Non c'era stato bisogno di dire nulla.

Radish cadeva letteralmente dalle nuvole: probabilmente doveva aspettarsi che Kakaroth non lo avesse perdonato per quello che aveva fatto, ma... Yasira? Che ci faceva su quel pianeta? E quel terrestre... non lo aveva già visto? Che cosa stava succedendo?

Crilin ruppe il silenzio: < Beh, io me ne vado. Ci vediamo, Yasira >.

La bellissima sayan dalla coda rossa rispose solo con un cenno del capo. E così, anche il piccolo terrestre se ne andò come era arrivato.

Radish sentì che le gambe non lo reggevano più: < Yasira... che cosa... > riuscì a dire prima di cadere a terra sfinito.

< Tsk. Patetico come sempre > disse lei, avvicinandosi. Quando gli fu accanto, lo prese per quel che restava del colletto dell'armatura, tirandolo su con una mano: < ce l'hai un posto dove stare? > chiese.

< ...cosa? Che significa... >

Con lui, Yasira perdeva subito la pazienza. Era sempre stato così. Gli diede un leggero pugno nello stomaco, comunque abbastanza forte da fargli male: < era una domanda retorica, razza di idiota. Devi rispondere solo “no” >.

Radish sapeva che era meglio non discutere: < ...no... >

< Bene. Puoi stare da me, finché non ti riprendi. >

< Stare da te... come sarebbe? Tu abiti su questo pianeta? Hai una casa qui? >

< Veramente la casa è di Vegeta e di sua moglie... >

Quello era il colpo di grazia. Radish era sicuro di aver sentito male, mentre sveniva di nuovo.

RED TAIL cap.27: perdonami

Radish si svegliò la mattina dopo: aveva dormito per più di sedici ore. Anzi, in realtà non aveva esattamente dormito, più che altro aveva perso tempo rielaborando quello che Vegeta gli aveva detto il giorno prima. Appena si fu tirato a sedere sul letto notò Vegeta in piedi di fronte allo specchio dall'altra parte della stanza. Si era tolto tutte le fasciature, dato che tutte le sue ferite erano completamente rimarginate, e si stava infilando una maglietta.

< Fatti una doccia, Radish. Puzzi. I vestiti sono nel cassetto > disse prima di uscire dalla porta, rigenerato e pieno di energie come un fringuello. Evidentemente i super sayan leggendari guarivano più in fretta degli altri.

Il sayan di terza classe non aveva fatto in tempo a rispondere. Dopo un attimo di indecisione, si avviò nella stanza accanto per lavarsi. Fu un processo piuttosto problematico: il braccio e la gamba gli facevano ancora male, e non riusciva a muoverli bene. Quel moccioso lo aveva fatto a pezzi. L'ennesima umiliazione da aggiungere alla sua già lunga lista: pestato come uva matura da uno sbarbatello mezzosangue di sei anni.

Riapparve circa mezz'ora dopo. Aveva preso una canottiera bianca e pantaloncini corti verde mimetico. Si era rimesso gli stivali e le polsiere della battle suit, quindi il quadro d'insieme era a dir poco ridicolo. Ma almeno non era stato costretto ad indossare una stupida camicia rosa.

In casa sembrava che non ci fosse anima viva. Quel posto sembrava la base di Freezer, da quanto era grande, e lui aveva rischiato di perdersi più di una volta. Ad un certo punto, aprendo una porta a caso, entrò in un terrazzo che dava sul grande giardino interno dell'edificio. C'erano parecchi terrestri, in giardino, e sembrava che stessero festeggiando qualcosa...

< Non scendi di sotto? >. Se Radish avesse avuto i capelli un po' più corti, probabilmente dallo spavento gli si sarebbero drizzati all'insù come quelli di Vegeta. Si voltò di scatto, e vide un piccolo individuo: piuttosto basso e magro, capelli neri a spazzola con un ciuffetto: < E tu chi sei? > chiese.

< Sono il fratello di Vegeta. Mi chiamo Tarble. >

< Che cosa? Vegeta ha anche un fratello? >

< Già... Allora, non ti unisci alla festa? >

< Una festa? Si sposa qualcuno? >

< No, abbiamo solo sconfitto un tizio che voleva sterminarci tutti quanti... Lo stesso che ti ha fatto tornare in vita... >

< Eh? Come sarebbe? >

< E' una lunga storia... Dai, seguimi... >

Radish seguì Tarble giù per le scale fino in giardino. Di sotto c'erano i guerrieri Z al gran completo, che festeggiavano la debacle di Manotia. Radish lo vide in fondo allo spiazzo: Kakaroth stava parlando con Vegeta, in tono piuttosto pacato. Non riusciva a sentire cosa si stessero dicendo, ma il suo fratellino spostò per un attimo lo sguardo su di lui, fissandolo serissimo, per poi tornare al suo interlocutore. Anche un altro tizio lo stava fissando con sguardo truce: di faccia assomigliava vagamente a Kakaroth, ma era vestito in maniera molto più elegante, e aveva un paio di occhiali che gli davano un'aria intellettuale. Di certo Radish non poteva riconoscere Gohan dopo tutti quegli anni.

Al suo arrivo, la festa non si interruppe. Goku, Crilin, Bulma e Yasira avevano spiegato a tutti come stavano le cose riguardo a Radish, che quindi si presentò pacificamente ai commensali, uno ad uno, tutti tranne Kakaroth, che si era volatilizzato da qualche parte. Per ultimo, Radish si trovò di fronte a Gohan:

< Tu non mi riconosci, vero? > chiese il figlio di Goku, leggermente alterato

< Perché? Ci conosciamo? Ti ho già incontrato la prima volta che sono venuto sulla Terra? >

< Oh, mi hai incontrato eccome... zietto... >

Quell'ultima parola lasciò Radish di stucco: < Ma... è impossibile... Tu saresti il figlio di Kakaroth? >

< Esatto... sono Gohan >

< Oh... caspita... sei cresciuto... >

< Già... hai altro da dirmi? >

< Come? In che senso? >

< Nel senso che l'altra volta non sei stato particolarmente gentile con me... >

Radish abbassò lo sguardo. Sembrava sinceramente dispiaciuto: < Hai ragione... ti chiedo scusa... ma dovevo eseguire gli ordini di Freezer... ti prego, perdonami se puoi... >

Gohan ci mise un attimo a rispondere: < D'accordo... sei perdonato... >

Goku osservava la scena dall'alto: aveva deciso di battere in ritirata sul terrazzo dal quale era sceso Radish, solo con il suo flute di champagne. Normalmente era l'anima della festa, quello che faceva ridere e divertire tutti, ma stavolta era diverso. Stavolta sembrava oppresso da un macigno enorme...

< Qual è il problema? > disse una voce di fianco a lui

< Sai perfettamente qual è il problema, Yasira... > rispose, appoggiando il bicchiere sulla ringhiera

< Beh, risolvilo. Lui adesso è di nuovo in vita, quindi devi scegliere: o lo ammazzi, possibilmente non qui dentro, altrimenti poi con mia cognata te la vedi tu, oppure te ne fai una ragione, lo perdoni e ti togli il pensiero. Ma non puoi continuare ad evitarlo così... >

Yasira aveva perfettamente ragione: aveva pensato di poter continuare la sua vita normale come se nulla fosse, ma sapeva perfettamente che non poteva. Si stava solo prendendo in giro. Suo fratello era di nuovo in circolazione; prima o poi avrebbe dovuto affrontare la realtà. Rimasero in silenzio per alcuni minuti, poi Goku si decise: < Posso usare la Gravity room per dieci minuti? > chiese.

La sayan sorrise sotto i baffi: < D'accordo. Dieci minuti. A partire da adesso. >

Goku saltò agilmente di sotto avviandosi a passo spedito verso Radish. Il fratello stava ancora parlando con Gohan, dopo che avevano più o meno fatto pace: < E mio fratello? Lui com'è ? >

< Ho la sensazione che tu stia per scoprirlo... > rispose Gohan, sorridendo.

In quel preciso istante, Radish si sentì stringere una spalla in una morsa d'acciaio. Si voltò di scatto, spaventato, scorgendo Goku: < Fratellino? > balbettò

Goku aveva davvero uno sguardo che metteva paura. Lo prese per un braccio e lo trascinò via di peso, senza guardare in faccia nessuno.

< Goku... ma cosa... > iniziò Chichi

< Lasciali stare – la fermò Bulma – direi che hanno qualcosa da dirsi... >




Ho ho ho! Radish, preparati... psicologicamente, per lo meno...
Stiamo per assistere al secondo faccia a faccia tra Goku e Radish! Durerà più del primo? Cosa farà Goku? Come reagirà Radish? Come mai Goku ha chiesto di usare la Gravity Room?  Perché c***o lo sto chedendo a voi se la storia la scrivo io? Le risposte nel prossimo capitolo!

RED TAIL cap. 28: faccia a faccia

< fratellino... dove mi stai portando? Ehi! >

Lo stava trascinando di peso, in silenzio, per l'intricata rete di corridoi dello stabile. Radish riusciva a malapena a stare in piedi e a camminare dritto, dato l’angolo a cui Goku lo stava tirando. Arrivarono ad una porta che dall'aspetto ricordava una paratia a tenuta stagna di un sottomarino. Radish rabbrividì: pensò che quella fosse un qualche tipo di camera di tortura. Che cos’altro poteva essere? Era in un punto assolutamente isolato dell’edificio, ed era diversa da tutte le altre porte che aveva visto lì dentro...

Con un rumore meccanico e un sibilo simile ad uno sfiato di pressione, la porta scorrevole si aprì verso l'alto.

< Entra > ringhiò Goku, buttando violentemente dentro il fratello. Radish perse definitivamente l'equilibrio e cadde per terra. Goku entrò a sua volta, chiudendo la porta dall'interno, per poi voltarsi e guardarlo rabbiosamente.

< Fratellino, mi vuoi dire cosa... >

< SMETTILA DI CHIAMARMI COSI'!!! > urlò Goku.

Radish era sorpreso, e anche ferito da quello scatto d'ira: < Ma... ma perchè? –chiese –Tu sei... sei mio fratello... >

< Se intendi dire che abbiamo dei geni in comune, allora sì, siamo fratelli... ma se pensi che io lo possa accettare dopo quello che hai fatto, e pretendere che ti accolga a braccia aperte come se nulla fosse successo, mi dispiace ma ti sbagli di grosso! >

Il maggiore dei due capì subito: < io non sono lo stesso di allora... > disse piano, alzandosi in piedi. Goku stava facendo di tutto per controllare la rabbia che gli montava dentro. Si avvicinò al fratello, prendendogli un polso e portandolo di fronte ai suoi occhi: < Cosa vedi? > chiese.

Radish non capiva: < Ma... che cosa vuoi dire? >

< Dimmi cosa vedi! >

< Io vedo... vedo la mia mano >

< Come ti sembra? > inquisì Goku, furioso come mai prima di allora

< Kakaroth... è solo la mia mano... >

< E dimmi, come l'hai usata? L'hai mai usata per difendere qualcuno? L’hai mai usata per aiutare il prossimo? Oppure piuttosto l’hai usata per uccidere degli innocenti, per massacrarli senza motivo, per distruggere pianeti interi per niente? >

< Io... non ero libero di fare quello che volevo... non potevo fare diversamente... > disse Radish contrito, abbassando lo sguardo.

Goku si avvicinò ancora, costringendo il fratello con le spalle al muro: < Certo... perché se invece fossi stato libero, avresti agito diversamente, non è vero? >

< Fratellino, io... >

< NON E’ VERO? >

Radish non sapeva cosa rispondere. Capì che poteva solo essere sincero: < ...No... probabilmente no... ma avevo degli ordini che... >

Goku sbatté un pugno sul muro, a pochi centimetri dal volto di Radish, zittendolo di colpo: < A chi stai cercando di dare la colpa? Eh? A Freezer? Oppure a Vegeta? Sono stati loro due ad ordinarti di rapire mio figlio? Sono stati loro a dirti di obbligarmi a scegliere tra lui e i terrestri? >

Radish era spaventatissimo. Goku si allontanò un po', lasciandogli il polso e cercando di calmarsi: < No... la verità è che tu sei solo un bastardo e un insensibile... tu non hai la più pallida idea di quello che mi hai fatto... >

Radish si sentì offeso. Certo, quello che aveva fatto era deprecabile, ma non lo poteva giudicare così: < Io non capisco... a Vegeta hai dato una seconda possibilità... volevi risparmiare persino Freezer... Perché io sono diverso? Perché non puoi credere che anch'io possa cambiare? >

Goku era incredulo: come poteva essere così sfacciato? < Credere che tu possa cambiare? Se non ci fosse stato Saleen avresti fatto una strage su quell'isola! > sbottò.

< Che cosa? Ma non è vero... io volevo solo sapere dov'eri... >

< Perché dovrei crederti? Mi fido molto più dei miei amici che di te! >

Radish cercò di difendersi: < io posso capire che tu non ti fidi di me, dopo quello che ho fatto... ma vorrei che mi dessi il modo di dimostrarti che non sono più quello che ero prima... che mi permettessi di provare a farti cambiare idea... >

< Io non faccio questo genere di accordi con te... non ti conosco nemmeno... >

< Allora impara a conoscermi! Dammi una possibilità di convincerti! Posso fare tutto quello che vuoi, posso evitare di riferirmi a te come mio fratello, se ti da fastidio, ti posso anche dare del lei e chiamarti “signor Son Goku” se questo può cambiare le cose... Ti sto chiedendo solo una possibilità... >

Goku era pensieroso. Non se la sentiva di fidarsi di lui. Ma se fosse stato sincero? Se fosse cambiato veramente, e lui gli avesse voltato le spalle? Sapeva già che se ne sarebbe pentito per tutta la vita, e oltre...

Perché era così difficile? I suoi due figli avevano un rapporto magnifico tra di loro... Vegeta era ancora più legato ai suoi due fratelli... anche a Tarble, che era sparito a quattro anni e ricomparso a quasi quaranta... Perfino C-17 e C-18 si divertivano, le poche volte che stavano insieme... Perché non poteva avere anche lui un rapporto del genere con il suo unico fratello?

Alla fine, decise di tentare. Si girò di spalle, dirigendosi verso la porta: < D'accordo... ma se ci sarà anche solo il minimo accenno di problema per causa tua, giuro che ti ammazzerò come un cane... > disse minaccioso, uscendo dalla stanza.

Appena fu uscito dalla porta, vide Yasira in una posa tipica di Vegeta, con la spalla appoggiata al muro, le braccia conserte e le gambe incrociate: < Allora, com’è andata? È ancora vivo? >

Goku sorrise: lei non poteva sapere cosa si erano detti, la stanza era completamente insonorizzata: < Sì... è ancora vivo... >

< Davvero? Ma... io pensavo che volessi ammazzarlo! > disse Yasira con una finta espressione di sorpresa

< Già... è un’idea che mi ha attraversato la mente... > borbottò Goku cercando di imitare Vegeta, mentre si allontanava.

Yasira entrò nella gravity room ridendo: < Allora, Radish? Sei ancora vivo! Contento? >

< Certo... come una pasqua... > disse il capelluto sayan con la testa bassa.

La ragazza decise di cambiare discorso: < Dì un po’, adesso hai intenzione di rimanere in pantofole davanti alla TV tutto il giorno oppure riprendi ad allenarti? Perché se prima eri scarso, adesso rispetto a tutti gli altri sei ridicolo... >

< Mi piacerebbe riprendere ad allenarmi... >

< Bene. Ti aspetto qui dentro domani mattina alle cinque. Sii puntuale. > disse lei, allontanandosi.

Radish la fermò, richiamandola: < Yasira? >

< Che c’è? >

< Cos’è una TV? >



Bene, ora Radish può tirare un sospiro di sollievo. Provate a immaginare la paura che ha avuto u.u
Dai, Goku... smettila di fare il difficile... secondo me passa troppo tempo con Vegeta; sta diventando come lui XD
Adesso come andranno le cose? Riusciranno i due reietti di terza classe ad appianare le loro divergenze?
A presto!

RED TAIL cap.30: mai più

Radish era solo in cucina: avrebbe dovuto passare la giornata badando a Saleen, Bra e Pan. Cosa poteva mai andare storto?

Una cosa che poteva andare storta, ad esempio, era che i tre piccoli marmocchi dalla forza sovrumana che oscurava totalmente i muscoli di Radish, erano stati informati del piano di Yasira, e avevano l'ordine di fare di tutto per rendere la giornata del povero sayan la peggiore della sua vita.

C'era voluto un po' per convincere Gohan, Videl e Goku a collaborare, ma alla fine, i due Son volevano proprio prendersi la loro piccola vendetta sul loro vizioso parente. Così, avevano acconsentito che al giochetto, assieme a Bra e Saleen, partecipasse anche Pan.

I tre erano stati riforniti di svariati barattoli di gelato al caffè. Pan si stava strafogando peggio del suo celebre nonnino: < Wow, ragazzi! Non mi lasciano mai mangiare il gelato al caffè a casa! La mamma dice che mi fa diventare ingestibile, ma io non credo! Non lo fa, vero? Vero? Vero? Non mi fa diventare ingestibile, vero? Vero? Vero? Bra? Bra? Bra? Bra, cosa significa ingestibile? Eh? Eh? Eh? Eh? Saleen, tu lo sai? Eh? Eh? Che cosa vuol dire ingestibile? Eh? Eh? Eh? Eh? Saleen? Saleen? Saleen? Saleen, le mie mani stanno tremando! È normale che tremino? Eh? Eh? Eh? Saleen? Saleen? Saleen? Bra? Bra? Saleen? Bra? Saleen? > urlava convulsamente la piccola saltellando a destra e a manca. I cosiddetti “gemelli”, Bra e Saleen, si scambiarono un'occhiata divertita: Radish avrebbe avuto il suo bel daffare.

Il sayan era seduto in cucina a bere una birra, quando l'intera casa fu scossa da una specie di terremoto.

Prima che Radish avesse il tempo di pensare, una cosa multicolore dalla forma indistinta piombò in cucina, scardinando la porta, rimbalzando sul controsoffitto e schiantandosi sul tavolo, mandandolo in frantumi: una volta messa a fuoco, Radish riconobbe il trio di delinquenti che stavano distruggendo la casa: < Pan, avevo detto “gira a sinistra”! >, disse Bra.

< Appunto! Sinistra! > urlò la bambina.

< Sinistra è dall'altra parte > proruppe Saleen. Tutti e tre stavano tremando per lo zucchero e la caffeina. Radish era disperato: gli altri erano andati via da cinque minuti al massimo, e già c'erano una porta divelta, un controsoffitto crepato e un tavolo in pezzi. Questo solo in cucina. Chissà cosa avevano combinato quelle tre pesti nel resto della casa.

< Ehi! Che state combinando? > urlò Radish.

< Giochiamo > risposero in coro i tre.

< Beh, state distruggendo l'intero pianeta! Cercate di darvi un contegno! >

< Prova a costringerci! > dissero, prima di partire a tutta velocità in tre direzioni diverse.

“Cosa poteva mai andare storto?”

Prima regola del babysitter: c'è sempre qualcosa che può andare storto.

Legge di Murphy: se qualcosa può andare storto, quel qualcosa andrà storto.

Dopo due ore di inseguimento ad alta velocità per i corridoi, cambiando ripetutamente bersaglio, Radish iniziò a rendersi conto che quei tre erano troppo veloci per lui. Assurdo. Un guerriero sayan battuto in velocità da tre mocciosi.

Stava inseguendo Pan, quando improvvisamente la piccola si fermò. Radish non si fece sfuggire l'occasione e la ghermì per i fianchi, per poi girarla verso di sé: < A-HA! Ti ho preso, piccola furfantella! > disse, soddisfatto. Ma qualcosa non andava: la sua nipotina era pallida e aveva l'espressione persa nel vuoto.

< Uh... oh... il mio pancino fa le capriole... > sussurrò Pan, subito prima di vomitare copiosamente addosso al suo povero prozio. Naturalmente Radish mollò la presa. Entrambi caddero a terra, ma la bambina si rialzò, si riprese in un attimo e poi tornò a correre. Radish rimase tremante sul pavimento.

All' imbrunire, tutti gli inquilini della Capsule Corp. rientrarono in casa simultaneamente. L'edificio non aveva subito molti danni, il posto peggiore era la cucina, ma era chiaro che i tre mocciosi si erano dati da fare.

Trovarono i bambini addormentati nella camera di Bra, e Radish nella sua stanza. Era seduto in un angolo, in posizione fetale. Tremava. Tremava vistosamente.

Yasira si avvicinò: < Cos'è successo? >

< Loro... quei tre mostriciattoli... >

< Già... perfetto, vero, ragazzi? >

C-17, Tarble e Vegeta annuirono sorridendo. Radish era sorpreso: < Ma... ma come? Voi sapevate che sarebbe successo? >

< No... noi abbiamo fatto in modo che succedesse... > disse Vegeta con un tono bassissimo.

< Ma... perché? >

Yasira si avvicinò ancora di più, pur mantenendo una certa distanza, dal momento che Radish era ancora sporco di vomito ed emanava un terribile aroma: < Perché hai fatto tardi agli allenamenti. Di nuovo. >

Radish ebbe un' illuminazione divina: la regola del giorno di ritardo! Come aveva fatto a dimenticarla?

< Il giorno di ritardo... ma allora... >

< Esatto, abbiamo architettato questo giochetto per farti capire che finché rimarrai in questa casa, seguirai le nostre regole. E sappi che alla fine del mese mancano ancora due settimane e mezza > disse Yasira, allontanandosi assieme agli altri che ridevano di gusto: < Come ci divertivamo, prima, senza di lui? > chiese C-17 a Vegeta.

Era chiaro: le loro punizioni per i ritardi erano sempre state eccentriche, ma mai fino a questo punto. Quindi, se avesse sgarrato di nuovo, avrebbe dovuto di nuovo tenere a bada quei tre pazzi in miniatura, fatti di caffeina e zucchero.

No. Non sarebbe successo di nuovo. Non avrebbe più fatto tardi per due volte in un mese. Mai più.

Dopo essersi ripreso, lavato e ripulito con cura dal regalino di Pan, Radish tornò in quello che rimaneva della cucina. Ormai era quasi ora di cena, e a lui piaceva cucinare...

Tutti i commensali quella sera ebbero modo di apprezzare la famosa abilità culinaria di Radish. Ci aveva messo tutto se stesso, ai fornelli, pensando che Vegeta e Yasira fossero ancora arrabbiati con lui, e i risultati erano stati strepitosi.

< Qualcuno deve riportare a casa Pan > disse improvvisamente Yasira, guardandolo

< Già... Gohan ha detto che oggi non vuole lasciarla dormire qui... > aggiunse Bulma

Nel giro di cinque secondi, tutti gli sguardi erano puntati su di lui: < Perché io? Perché devo portarla io a casa? > disse Radish sulla difensiva

< Non vuoi accompagnarmi a casa? > disse la piccola, con un'aria delusa e triste. Durante la cena avevano avuto modo di parlare normalmente e Radish aveva scoperto di provare un sentimento strano nei suoi confronti. Il nome di quel sentimento era “affetto”. Affetto che la piccola ricambiava in pieno.

Però no, non voleva essere lui a riportarla a casa. E questo perché a casa sua c'era Kakaroth. E dopo la loro discussione nella gravity room, non si sentiva ancora pronto a trovarsi di nuovo faccia a faccia con lui.

Yasira aveva capito tutto, quando Radish, con un'aria mesta e rassegnata, aveva preso per mano la bambina per uscire.

< Veniamo anche noi > disse Yasira alzandosi.

< Chi sarebbe “noi”? > domandò Vegeta, presumendo il peggio

< “Noi” saremmo tu ed io... >

< Ecco, lo immaginavo. Perché? >

< Perché tu sei l'unico che può tenere fermo Kakaroth... dai... per favore... > chiese lei, con uno sguardo da cucciolotto bastonato. Sapeva che quando faceva quella faccia, Vegeta non riusciva proprio a dirle di no. D'altronde, pensò il principe, poteva essere divertente assistere a un alterco tra Radish e Kakaroth...

Radish si sentiva sollevato dalla loro presenza, mentre uscivano e si alzavano in volo. Almeno, stavolta non avrebbe dovuto affrontare il fratello da solo.

Povero Radish. Forse sono stato davvero troppo crudele, stavolta <(
Tra l'altro, per un motivo o per l'altro, non riesce a stare lontano da Kakaroth... vedremo come si risolverà la cosa!
Al prossimo capitolo!

RED TAIL cap.31: aiutini e cospirazioni

Pan era tutta contenta, mentre volava ondeggiando davanti ai tre adulti che la seguivano circa cento metri più indietro. Finalmente il suo amato prozio la stava riportando a casa, così sarebbe stato un po' con la sua famiglia. Cosa poteva saperne lei delle complicazioni che quel caso particolare implicava?

Radish non aveva spiccicato parola da quando erano partiti. Si tormentava nervosamente le mani, mentre guardava in basso nell'oscurità della notte ormai inoltrata.

Yasira continuava a spostare lo sguardo dal suo quanto mai menefreghista fratello, che volava con gli occhi chiusi come se stesse sonnecchiando, al tormentato capellone che non sapeva come comportarsi una volta arrivato a destinazione. Fortunatamente, era riuscita a convincere Vegeta a venire con loro. Non si poteva mai sapere come avrebbe reagito la famiglia Son, vedendosi comparire Radish davanti alla porta.

Il perché se ne stesse preoccupando era una cosa che al momento le sfuggiva. Cosa le importava, in fondo, se i Son avessero linciato Radish? Forse era quel pianeta che la stava facendo diventare troppo sentimentale. O forse il fatto di non aver avuto il benché minimo contatto umano per ben nove anni, tempo addietro. Oppure, più probabilmente, il fatto che non riuscisse ad accettare di vedere due fratelli che non si parlavano neppure.

Arrivarono sui monti Paoz in meno di un quarto d'ora. Pan, davanti a tutti, era scesa in picchiata atterrando a pochi metri dalla porta d'ingresso, seguita dagli altri.

Radish avrebbe voluto che quel momento non arrivasse mai, ma la piccola, ignara dei suoi turbamenti, era corsa a bussare alla porta. Naturalmente, la sfortuna di Radish volle che a venire ad aprire fosse proprio Goku.

< Nonnino! > trillò la bambina saltandogli in braccio.

< Ciao, piccola! Ti sei divertita oggi? > chiese Goku sorridendo

< Si! Tanto! Lo zio è simpaticissimo! > rispose la piccola indicando Radish, il quale la maledisse mentalmente: sperava infatti che Kakaroth non lo avesse notato e che, complice l'oscurità, potesse svignarsela velocemente da quel posto. Ma quella piccola monella aveva mandato a monte i suoi piani.

Il volto di Goku si rabbuiò per un istante, ma Pan non se ne accorse. La mise a terra: < Vai dentro, tesoro. Arrivo subito >.

La piccola sparì dietro l'uscio, e con lei le speranze di Radish di evitare un altro faccia a faccia diretto con lui.

< Cosa ci fa lui qui? > chiese Goku guardando Vegeta. Radish lo aveva sentito perfettamente, abbassando lo sguardo, di nuovo ferito dal suo comportamento.

< Parla con la mia cara sorellina. Io mi chiamo fuori. > rispose Vegeta, indifferente.

Goku aveva spostato lo sguardo verso la ragazza, con fare inquisitorio: < Allora? >. Prima che Yasira potesse dire qualcosa, però, fu Radish a parlare: < D'accordo, ho capito... > Non aveva alzato la testa, né rivolto lo sguardo verso Goku: < Me ne vado > disse, girandosi di spalle e allontanandosi lentamente. Goku era sorpreso: non si aspettava una sua reazione. Soprattutto, non si aspettava una reazione come quella. Radish sembrava quasi... deluso...

Non ebbe il tempo di pensare oltre, però, perché la piccola Pan era uscita di corsa, prendendo lo zio per una manica: < Zio, vieni! Ti faccio vedere la mia cameretta! > disse con voce squillante, tirandolo violentemente verso l'uscio.

Dopo che Radish era stato trascinato dentro casa da Pan, il padrone di casa e i due reali rimasero in silenzio per qualche secondo. Yasira si avvicinò a Goku: < Ecco che cosa ci fa lui qui. È stata Pan a volere che la riaccompagnasse a casa > . Era solo una mezza verità, ma Yasira sapeva sfruttare le situazioni, e sapeva farlo in fretta.

Goku, spiazzato, sbuffò alzando le braccia in segno di resa: < D'accordo, d'accordo... venite dentro anche voi? > chiese.

Entrarono nel piccolo soggiorno, e Goku vide una cosa che mai si sarebbe aspettato: Radish che giocava con la sua nipotina e i suoi giocattoli, sul pavimento della stanza accanto. Li poteva vedere chiaramente dalla porta socchiusa.

Pan era felicissima: i suoi occhi ridevano più del suo sorriso. Radish invece, seduto sul pavimento a gambe incrociate, sorrideva leggermente. Ma si vedeva che era un sorriso forzato: la sua espressione era triste e malinconica.

La piccola lo notò mentre li osservava. Presa dal suo stesso entusiasmo, lo chiamò: < Nonnino, vieni anche tu a giocare con noi? >

Tentennando come non aveva mai fatto prima, Goku entrò nella stanza, chiudendo lentamente la porta. Fuori, Yasira rimaneva sul chi vive: si era messa in testa, senza neanche rendersene conto, di far riconciliare Radish e Kakaroth a tutti i costi. E forse, grazie a quella piccola peste di cinque anni, ci sarebbe riuscita quella sera stessa.

< Prendete qualcosa? > chiese Videl, rivolta a lei e Vegeta. La moglie di Gohan si ricordò che stava parlando con due sayan solo dopo aver pronunciato la parola “qualcosa”... Yasira abbandonò all'istante il suo complesso trip mentale sui fratelli di terza classe, per concentrarsi sul brontolio allo stomaco che l'invito di Videl le aveva causato: avevano appena cenato, ma il cibo offerto non si rifiuta mai, se sei un sayan... < In effetti io ho ancora fame... > mormorò pensierosa.

Mezz'ora più tardi, i due principeschi ospiti avevano razziato da cima a fondo la dispensa di casa Son (Beh? Qualche problema? Siamo stati invitati! N.d. Vegeta e Yasira), quando Radish e Kakaroth uscirono dalla stanza di Pan. L'avevano appena messa a letto.

Entrambi avevano un'espressione seria, quasi imbarazzata. Si avviarono verso la porta. Yasira e Vegeta si alzarono da tavola raggiungendoli.

In un attimo, furono tutti e quattro fuori dalla porta. Un silenzio di tomba avvolgeva ogni cosa. Un silenzio di quelli che pesavano come macigni.

Il primo e unico a parlare fu Goku: < Ci vediamo... > disse, serissimo, prima di rientrare in casa senza alzare mai lo sguardo.

Radish non rispose. In fondo, non sapeva neanche se quel saluto era rivolto a lui.

Sulla via del ritorno, Yasira continuava a lambiccarsi il cervello su cosa potesse essere successo nella stanza di Pan. Ma non avrebbe fatto domande: se voleva davvero riuscire a far riavvicinare Goku e Radish, loro due non dovevano in nessun modo sentirsi costretti: doveva assolutamente mantenere un basso profilo. Avrebbe continuato a tramare nell'ombra, senza dare nell'occhio, ma sarebbe riuscita nel suo scopo. Poco ma sicuro.





...Bene. E così, finalmente si comincia ad intravedere un po' di luce in fondo al tunnel. Riuscirà la nostra principessina a mettere finalmente pace tra i due reietti di terza classe? E riuscirà Vegeta ad interessarsi un po' di più alla vita degli altri sayan?
Al prossimo capitolo!!

RED TAIL cap.32: pace

Quella notte Goku non dormì.

Solo lui, Radish e Pan sapevano davvero cos'era successo quella sera, nella stanza della piccola.

Erano tutti e tre avvolti in un silenzio imbarazzante, quando la bambina si accorse di una delle caratteristiche più evidenti di Radish: < Zio, perché i tuoi capelli sono così lunghi? > chiese, iniziando a tirare la folta chioma del sayan con entrambe le mani

< AHIO!!! Ehi, lasciami! > protestò Radish, ma la piccola peste continuava imperterrita a trascinarlo in giro per la stanza tirandolo per i capelli: < Senti come sono morbidosi... > disse.

< Pan, ti prego, lasciami! Mi fai male! > tentò di nuovo Radish. A quel punto, Pan cambiò obiettivo: < Hai anche la coda! È morbida come i tuoi capelli? >

< NO!!! LA CODA NO!!! AIUTO!!! > proruppe Radish, spaventato. Ma il piccolo demonietto non lo aveva ascoltato, afferrandogli la coda con entrambe le mani e stringendola forte: < Oooh! È come accarezzare un gattino! >

Radish non poteva rispondere, tanto era il dolore. Mai come in quel momento, invidiava la coda rossa di Yasira: non assorbiva le onde bluetz, ma aveva il vantaggio di essere molto meno sensibile di una coda normale. Se ne era reso conto a sue spese Goten, durante un allenamento: se la coda era il punto debole dei sayan, lui poteva metterla al tappeto in quel modo. Così, le aveva preso la coda iniziando a stringerla, ma non era successo nulla. < è atrofizzata > aveva spiegato tranquillamente Yasira, prima di farlo svenire con un calcio allo stomaco. Ma questa è un'altra storia.

Radish quasi non respirava più, per gli spasmi di dolore. Goku decise che aveva sofferto abbastanza. Prese in braccio Pan, staccandola dal suo appiglio: < è ora di andare a letto > disse, mettendo la bambina sotto le coperte.

Poi, lui e Radish erano usciti. Nessuno dei due aveva mai rivolto direttamente la parola all'altro. Entrambi, anche se non lo davano a vedere, ci erano rimasti male.

Per due giorni, Goku non ebbe più notizie dalla Capsule Corporation. Poi, si decise: Radish aveva fatto il primo passo, ora toccava a lui.

Si teletrasportò in uno dei laboratori, dove aveva sentito l'aura di Bulma: qualunque cosa stesse facendo, era meglio interrompere lei, piuttosto che Vegeta, che lo avrebbe picchiato per aver interrotto i suoi allenamenti.

< Maledizione, Goku! Non c'è un qualche tipo di preavviso quando ti teletrasporti? Ogni volta rischio di prendermi un infarto! > disse Bulma, spaventata e contrariata

< No, non credo... compaio all'improvviso e basta... > rispose Goku, grattandosi la nuca con un sorriso infantile.

< Non importa. Ti serve qualcosa? >

< Sì, cercavo Radish... >

< Oh, credo sia ancora in infermeria... >

< Cosa? Come in infermeria? >

< Sì... ci sta andando giù pesante con gli allenamenti... voi sayan siete piuttosto testardi su queste cose... >

Goku ormai non la ascoltava più.

Radish lo sentì aprire la porta dal letto in cui si trovava sdraiato. Non era ancora molto bravo a percepire le aure, ma capì subito chi era: < Ciao, Goku... > mormorò.

< Goku? Mi hai appena chiamato Goku? > chiese il fratello, incredulo

< Me l'hai detto tu... che io non sono tra quelli che possono chiamarti Kakaroth... >

Goku all'improvviso si sentì un verme. Si sedette sul letto, ma Radish rimaneva girato dall'altra parte. Decise di cambiare discorso: < Hai avuto un incidente con gli allenamenti? > chiese

< Sì... > rispose il maggiore, laconico. Sembrava incredibilmente depresso

< A che gravità ti stavi allenando? >

< Cento... >

< Beh, non è male. All'inizio facevi fatica con 75, vero? Se sei già a 100 vuol dire che... >

< Perché non mi uccidi? > lo interruppe Radish

< Come... che... perché dovrei ucciderti? >

< Perché non ha senso continuare così. Perché ho capito che io rappresento solo un brutto ricordo per te. Nient’altro. Io speravo che potessi considerarmi in modo diverso, dopo tutti questi anni, ma... ma è chiaro che non è così... >

La sua voce era rotta, come se fosse sul punto di piangere. Si girò ancora di più sul fianco, affondando la faccia nel cuscino, quasi cercando di nascondersi nei suoi lunghi capelli.

< Non è vero... > disse Goku a bassa voce, mettendo una mano sulla spalla del fratello. Radish non si muoveva, era rigido come un sasso. Stava facendo di tutto per non piangere.

< Non è vero > ripeté Goku, subito prima di fare una cosa che non pensava avrebbe mai fatto: si sdraiò sul letto, dietro a Radish, lo tirò verso di sé e lo abbracciò. Radish era sorpreso, ma la sorpresa divenne subito felicità, non appena si rese conto del significato di quel gesto.

Rimasero così per alcuni minuti, poi Goku ruppe il silenzio: < Radish? Come ti senti? >

< Meglio, adesso... grazie... > rispose l’altro, con tranquillità

< Bene > mormorò Goku, accoccolandosi meglio contro la sua schiena. Radish spostò un braccio indietro, come per ricambiare l’abbraccio. Gli stava più o meno accarezzando un fianco, quando il fratellino ebbe un violento sussulto: < Ehi, no! Non fare così, soffro il solletico! > si lamentò.

Radish si girò di scatto, incredulo: < Cosa? Soffri il solletico? Sei un super sayan di quarto livello e soffri il solletico? >

< Che c'entra se sono un super sayan di quarto livello? Il solletico è un'altra cosa! > replicò Goku, prima di aggiungere sottovoce: < Non dirlo a Vegeta... ne approfitterebbe, se lo scoprisse... >

Radish socchiuse gli occhi, sorridendo sornione: < Certo... Vegeta... e io invece no? >

Goku non ebbe il tempo di reagire: Radish gli fu sopra in un attimo, iniziando a fargli il solletico ovunque. < RADIHIHIHIHISH... BAHAHASTHAHAHAHAHA... > urlava Goku, trasformandosi addirittura in super sayan per il fastidio, mentre cercava di divincolarsi. Caddero giù dal letto, ma Radish non smise finché il fratello non riuscì ad afferrargli entrambi i polsi.

Goku era steso supino sul pavimento, con Radish seduto sulle sue gambe. Entrambi ansimavano pesantemente, Goku per il solletico, Radish per la fatica che aveva fatto per tenerlo fermo. Sorridevano entrambi, guardandosi negli occhi. Per la prima volta da quando Radish era tornato, si stavano davvero guardando negli occhi.

Goku lo tirò verso di sé per i polsi, per poi abbracciarlo di nuovo: < Se vuoi, puoi chiamarmi Kakaroth... > disse.

Fuori dalla porta spalancata, due persone assistevano all'avvenuta riconciliazione. Yasira era felice: sembrava un caso disperato, invece era bastato davvero poco per rimettere a posto le cose. Vegeta aveva altro per la testa: < Ma che bel quadretto > disse, mellifluo.

Goku si girò di scatto: < Da quanto siete lì? > chiese, temendo il peggio

< Abbastanza, Kakaroth... abbastanza... > rispose Vegeta avvicinandosi, con la stessa espressione da stupratore seriale che aveva quando era sotto il controllo di Babidy.

< NOOOOOO!!!! > strillò Goku, cercando di fuggire. Vegeta ci mise un attimo ad acchiapparlo e iniziare a torturarlo facendogli il solletico.

Radish riuscì a divincolarsi da quella mischia, rimettendosi in piedi: < Fanno sempre così? > chiese, rivolto a Yasira, che osservava la scena dalla porta

< Sì... all'incirca... > rispose lei, divertita.

Finalmente, era davvero tornata la pace.



Uff... ho perso il conto dei capitoli che ci sono voluti, ma finalmente le cose si sono sistemate!
Adesso che cosa succederà? Cosa combineranno insieme i due reietti di infimo livello? (Povero Veggy, nella sua vita si è dovuto sorbire prima Radish, poi Kakaroth, poi Radish e Kakaroth, e adesso Radish e Kakaroth INSIEME!! riuscirà a resistere alla tentazione di compiere un terzaclassicidio di massa? chissà...)
Al prossimo capitolo!

RED TAIL cap.34: il preferito

Erano passati due mesi, ormai, da quando Radish era ritornato di prepotenza nella vita di Goku, e quest’ultimo quasi non riusciva più a stargli lontano: adorava stare con lui. Aveva chiesto più volte a Chichi se Radish poteva trasferirsi a casa loro, ma la risposta era sempre stata un secco NO ad alto numero di decibel: < PIANTALA, GOKU!! Dove lo sistemiamo? Vuoi farlo dormire sul divano? Oppure nel ripostiglio delle scope? Non c’è spazio per lui, in questa casa! >

< Ma Chichi... >

< TI HO DETTO DI PIANTARLA! >

A volte, Chichi si scordava che quella casa era di Goku e non sua, e che quindi suo marito avrebbe avuto tutto il diritto di invitare Radish a vivere lì. Ma in quei casi diventava davvero troppo spaventosa per replicare.

Un giorno, dopo un estenuante allenamento, Radish e Goku stavano conversando amabilmente nella gravity room:

< Chichi non vuole che tu ti trasferisca da noi... non riesco a convincerla... > iniziò Goku, distrattamente

< Beh, è ovvio... >

< Come, scusa? >

< Certo... se io vivessi con voi, ogni giorno la umilierei ai fornelli... so come cucina tua moglie, e modestamente io cucino di gran lunga meglio >

Goku a questo punto avrebbe dovuto replicare, se fosse stato un bravo marito. Ma Goku non era un bravo marito, e poi... Radish aveva inequivocabilmente ragione. Lui cucinava molto meglio di Chichi.

< E poi – riprese Radish – non credo che Vegeta mi lascerebbe andar via... altrimenti non cucinerei più per lui... >

< Ma dai, Radish... Vegeta è sopravvissuto per anni senza che tu cucinassi per lui... >

< E con questo? Sono certo che se dovesse scegliere se vivere con me o con te, sceglierebbe di certo ME... >

Che cosa voleva insinuare? Goku aveva sempre ritenuto di essere il migliore amico di Vegeta, e inoltre era l’unico con cui si potesse allenare seriamente: < Io non credo proprio. Ti ricordo che io sono il sayan più forte in assoluto, dopo di lui. E ovvio che sceglierebbe me >

< Oh, andiamo, Kakaroth... credi davvero che a Vegeta interessi solo allenarsi? Ci sono anche altre cose, nella vita... >

< può anche darsi, ma per lui gli allenamenti sono la cosa più importante. SCEGLIEREBBE ME! >

< NON E’ AFFATTO VERO! E poi, io sono sempre stato un sottoposto rispettoso e affidabile! Tu invece lo tormenti in continuazione! QUINDI SCEGLIEREBBE ME!! >

< NO! ME! >

< ME! >

< ME! >

< ME! >

Dopo una mezz’oretta di discussione, decisero che era il caso di interpellare il diretto interessato.

Vegeta era di pessimo umore. Niente lo annoiava e lo stressava di più che andare in giro per negozi con l’insopportabile cinguettio di sua moglie e sua figlia nelle orecchie. Quel che era peggio, anche Yasira negli ultimi tempi si stava facendo lentamente contagiare da questa mania dello shopping.

Spossato come dopo una sessione di allenamento di un mese intero, si diresse verso la sua camera. Voleva solo farsi una doccia e poi schiacciare un pisolino. Ma un paio di infimi reietti avevano altri piani: Goku e Radish si materializzarono improvvisamente davanti a lui.

Era ufficiale: il teletrasporto era di gran lunga la tecnica più molesta nel repertorio di Kakaroth.

< Che diavolo volete? > gracchiò. Un simile benvenuto avrebbe scoraggiato chiunque, ma Goku insistette: < Vegeta, ci stavamo chiedendo chi tra noi due sceglieresti come coinquilino... >

< Che razza di domanda è? >

< Oh, andiamo... non ti piacerebbe allenarti con me più spesso? > continuò il più giovane con tono invitante

< ... sì, e mangiare surgelati a colazione, pranzo e cena > lo interruppe Radish

I due ripresero subito a discutere di fronte al principe, mentre Vegeta assisteva alla scena, disgustato e disorientato. Possibile che quei due non avessero il minimo senso dell’opportunità? Era fortemente tentato di porre fine alle loro miserabili vite, ma si trattenne. Invece, urlò con tutto il fiato che aveva in gola:

< BASTAAAAA!!! DATECI UN TAGLIO, MALEDIZIONE!!! >

Goku e Radish si tapparono la bocca all’istante, basiti da una reazione così violenta. Vegeta riprese: < Ora aprite bene le orecchie: la mia dolce mogliettina e la mia ancora più dolce figlioletta mi hanno trascinato in giro per negozi per tutto il giorno. Sono stanco , sono arrabbiato, e non ho nessuna intenzione di stare qui a discutere su chi di voi due mi dia più fastidio. Quindi toglietevi di torno. Adesso >.

I due fratelli erano rimasti bloccati dalla reazione di sua maestà. Ci pensò Vegeta a sbloccarli: < ADESSO!!! > ripeté urlando. Goku agguantò il fratello per una spalla, per poi teletrasportarsi a distanza di sicurezza dal furioso principe, lasciandolo solo con l’incredibile mal di testa che gli avevano procurato.

I due molesti reietti comparvero in un' affollatissima stazione della metropolitana della città dell'est, cioè più o meno dall'altra parte del mondo rispetto alla Capsule Corporation. Radish era perplesso, Goku invece sembrava più che altro spaventato: Vegeta si era già arrabbiato varie volte in quel modo, ad esempio quando aveva promesso le foto di Bulma a Kaioshin.

< Hai visto? L'hai fatto arrabbiare di nuovo! > lo accusò Radish, ridacchiando

< Non è colpa mia! > reagì Goku, piagnucolando come un bambino. Entrambi tenevano le loro aure azzerate, per non farsi rintracciare. Meglio lasciare a Vegeta il tempo per sbollire un po'...

Vegeta entrò nella sua camera massaggiandosi le tempie. Si lasciò cadere sul letto a faccia in giù, senza neanche togliersi le scarpe.

Pochi minuti più tardi, lo stressatissimo principe udì bussare sommessamente alla porta. Riconobbe immediatamente l’aura di sua sorella, mentre lei entrava: < Vegeta, è quasi ora di cena... ma che cos’hai? >

< Niente... arrivo... > biascicò Vegeta, senza neanche degnarsi di alzare la faccia dal cuscino.

< Oh, coraggio... racconta alla tua sorellina cosa ti turba... > insistette lei, avvicinandosi e sedendosi sul letto. In realtà sapeva già tutto: aveva sentito le urla di rabbia cacciate da Vegeta poco prima.

< Odio lo shopping... e odio il teletrasporto... > rispose lui, senza muoversi

< Oh, povero il mio fratellone... > sussurrò Yasira divertita, accarezzandogli la nuca. Vegeta si limitò a grugnire qualcosa di incomprensibile che rimase soffocato nel cuscino.

< Su, porta pazienza... – continuò lei, cominciando a massaggiargli le spalle – hai tutti i muscoli tirati, sei stressato sul serio. Fatti una bella doccia e poi vieni a mangiare. Vedrai che a stomaco pieno ti sentirai meglio... >

Vegeta sorrise. Altro che Radish o Kakaroth. Ecco chi era il suo sayan preferito. Avrebbe sempre e comunque scelto la sua sorellina, senza neanche pensarci su.




...Beeene, in attesa della terza parte della storia, ecco un capitoletto completamente "filler" che non ha nulla a che vedere con la trama principale U.U. So che è un po' stupido, ma ho voluto instillare un po' di felicità nei miei lettori prima dell'universo di miseria, dolore e morte che inizierà tra poco.
Alla prossima settimana con la terza parte!

RED TAIL cap.35: la nave spaziale

Otto anni dopo, la tranquillità sulla Terra sembrava regnare sovrana. Sembrava davvero che ormai non ci fosse più nessuno da combattere.

Ciononostante i sayan continuavano ad allenarsi in continuazione, diventando sempre più forti. Yasira, ad esempio, si allenava tutti i giorni a gravità impossibili, da 800 a 1000 G, per raggiungere il terzo livello di super sayan, anche se finora non aveva avuto successo. Ultimamente stava invece stava lavorando sulla sua velocità. La sua corporatura minuta le dava un notevole vantaggio in quel senso, tanto che riusciva a seminare chiunque tranne Vegeta e Goku.

Radish e Tarble avevano lo stesso problema: non riuscivano neanche ad avvicinarsi ai livelli di potenza dei loro fratelli. Questo li aveva fatti avvicinare molto tra di loro: erano diventati buoni amici, spesso si trovavano insieme in qualche bar, consolandosi a vicenda. Alla fine avevano deciso di allenarsi insieme. Radish diventava sempre più forte, ma ancora non riusciva a trasformarsi in super sayan. Forse gli mancava l'evento scatenante, qualcosa che lo facesse arrabbiare a sufficienza...

Molto simile era il caso di Pan: lei non riusciva a trasformarsi, e il fatto che invece Saleen ci riuscisse ormai da quasi dieci anni, e che adesso fosse quasi al secondo livello, la mandava su tutte le furie. La colpa era in parte del suo DNA: lei aveva molto meno sangue sayan nelle vene rispetto a Saleen. Bra cercava di consolarla: neanche lei era super sayan, nonostante suo padre fosse il più potente sayan della storia, eppure non ne faceva un dramma. Anzi, in realtà non poteva importargliene di meno: non si era mai allenata sul serio, anche perché Vegeta non l'aveva mai costretta come aveva fatto con Trunks, e non avrebbe certo iniziato a 14 anni...

Trunks, Gohan e Goten, invece, si allenavano molto meno frequentemente, e i loro livelli di combattimento erano rimasti pressoché invariati: ogni tanto Saleen si scontrava con Trunks, e puntualmente lo riduceva in poltiglia, per la gioia di Vegeta, che cercava di convincere il figlio a riprendere gli allenamenti più sul serio.

Vegeta e Goku, infine, si allenavano continuamente, anche se ormai avevano chiaramente raggiunto il loro limite massimo. Vegeta si concentrava più che altro sul controllo: la dispersione di energia, nei suoi attacchi a piena potenza, era un problema che stava pian piano risolvendo. Se, alla fine di un allenamento, Kakaroth era ridotto ad un pezzo di carne da macello mentre l'ambiente circostante non aveva subito eccessivi danni, allora aveva fatto un buon lavoro.

Quel giorno, sulla Città dell'Ovest splendeva un bel sole di fine aprile. L'intera metropoli ferveva di attività, quando all'improvviso una gigantesca ombra iniziò ad oscurare l'intera zona. Tutti i passanti alzarono lo sguardo: sopra di loro, quello che sembrava un gigantesco incrocio tra un Boeing 747, uno shuttle e un missile balistico, stava lentamente sorvolando la città.

La fusoliera, lunga almeno 150 metri, somigliava molto ad un proiettile, e due coppie di grandi ali spuntavano ai due lati. Quelle anteriori avevano delle torrette con dei cannoni sia sopra che sotto, mentre quelle posteriori erano leggermente più corte e inclinate all'indietro. Altri cannoni uscivano dallo scafo, quattro sul lato superiore e tre su quello inferiore. La coda terminava in un gigantesco reattore rotondo, simile a quelli dei normali jet, con quattro piccole alette direzionali a fare come da corona.

Non era ben chiaro che cosa fosse, ma puntava dritto sulla Capsule Corporation.

Tutti gli inquilini della CC erano in casa. Videro quello strano velivolo puntare contro di loro. Bra fece appena in tempo a dire: < E quello che cos'è? >, quando uno dei cannoni sparò un colpo.

L'intero edificio venne sgretolato dalla potenza della cannonata. All'improvviso, tutte le torrette inferiori della nave iniziarono a fare fuoco a casaccio sull'abitato. Nel giro di cinque minuti, l'intera Città dell'Ovest era stata rasa al suolo.

< Cosa diavolo sta succedendo? > proruppe Junior, al palazzo del supremo, avendo percepito l'ondata di distruzione che si era abbattuta sulla città

Le stesse identiche parole furono ripetute da C-17 quando i cannoni di quella strana astronave cessarono il fuoco. Così come Junior, e anche come tutti gli altri, aveva un terribile presentimento al riguardo...

Pochi secondi dopo, la nave iniziò a scendere lentamente di quota, fino a poggiarsi pesantemente al suolo. La città era ridotta ad un cumulo di macerie, e quel che era peggio, non si sentiva il benché minimo rumore: se per caso c'erano dei sopravvissuti, dovevano essere svenuti o sepolti sotto le macerie.

Goku arrivò subito dopo, seguito dai suoi figli e da Pan.

Tutto taceva.

Dall'interno della grossa astronave, una figura femminile in ombra osservava attraverso un monitor mentre Goku aiutava i suoi amici ad uscire dalle macerie. Uno strano robottino le si avvicinò: aveva dei piccoli cingoli al posto delle gambe; il corpo era una specie di grosso barattolo da cui uscivano due piccole gru al posto delle braccia. Con voce monocorde tipica di un robot, il piccolo droide ruppe il silenzio: < Sono arrivati anche gli altri, mia signora. Ci sono tutti... >

La bocca della ragazza si contorse in un sorriso malefico: < Perfetto... sapevo che questo spettacolino li avrebbe attirati qui... >

Vegeta era furioso e preoccupato: non riusciva a trovare Bulma, né a sentire la sua aura. Ormai, un'inevitabile certezza gli si stava insinuando nelle vene come l'ago ghiacciato di una siringa: sua moglie non c'era più.

Goku riusciva a pensare più lucidamente: come era possibile che all'interno di quella enorme cosa si sentisse solamente un'aura?

Al palazzo del supremo, Dende, Junior e Popo cercavano di raccapezzarsi, ma non riuscivano davvero a capire chi o che cosa avesse causato quel putiferio. Lo stesso succedeva a casa di Mr. Satan, dove Majin Bu si era improvvisamente rabbuiato. Il campione del mondo di arti marziali lo guardava preoccupato: era la prima volta che Bu perdeva la sua espressione stranita e spensierata. Non era mai successo prima, neanche con Manotia. Doveva davvero essere successo qualcosa di terribile.

Nel frattempo, in quella che un tempo era la Città dell'Ovest, la situazione non sembrava volersi sbloccare. Quell'astronave, o qualunque cosa fosse, era ferma lì dove era atterrata poco prima, e neanche quella singola aura che si percepiva all'interno sembrava muoversi...

In quel momento, spostando un pesante calcinaccio, riapparve anche Bra: era in lacrime, e teneva sulle ginocchia il corpo ormai senza vita della madre. Pan corse da lei, solo per avere la crudele conferma di quello che era appena successo.

Vegeta, alla vista di quella scena, non poté aspettare oltre: < Maledetto! Lo so che sei lì dentro! Fatti vedere, chiunque tu sia! > urlò, rivolto verso la navicella.

Nessuna risposta.

Quello era veramente troppo. Vegeta era sull'orlo di una crisi di nervi: < D'accordo... se non vieni fuori da solo, vorrà dire che verrò io a prenderti! > disse, scagliando un potente ki-blast contro quella cosa.

Il colpo di Vegeta fu come assorbito dalla nave, senza scalfirla minimamente. Gohan si accorse solo in quel momento che era fatta di uno strano materiale che sembrava metallo, di colore grigio scuro ma molto lucido, quasi cromato...

Dopo alcuni attimi che sembravano eterni, finalmente successe qualcosa: sul lato inferiore del bestione di ferro si aprì una specie di boccaporto. Non si riusciva a vedere dentro, ma la voce che si udì non poteva che provenire dall'interno: < Lascia stare la mia nave, sayan... >

Tutti rimasero senza fiato nel vedere la ragazza che apparve subito dopo dal portellone.



Bene, ecco il primo capitolo della terza parte della storia.
Ricordate che avevo parlato di un universo di dolore e morte? Beh, questo è solo l'inizio.
Al prossimo capitolo! Non mancate!

RED TAIL cap.36: genocidio per vendetta

La ragazza che era improvvisamente apparsa nel riquadro della porta aveva un aspetto molto strano: i capelli, di un colore castano scuro, erano raccolti in una grossa ed alta treccia che le ricadeva sulla spalla destra, lasciando due lunghi ciuffi che le incorniciavano il viso e nascondevano in parte due grosse cicatrici perfettamente simmetriche, due lunghi tagli che partivano dalle tempie ed arrivavano fin quasi al collo. Altre cicatrici simili, anch'esse simmetriche, si vedevano sulle braccia e sulle gambe, lasciate scoperte da una battle suit nera. La cosa più strana era la corazza: la forma era simile alle vecchie armature di Radish e Napa, ma era tutta grigia e luccicante, tanto da sembrare fatta di alluminio. Proprio come la fusoliera di quella strana nave spaziale.

C'era qualcosa di strano nella sua espressione: quella smorfia malefica tipica di tutti gli esseri malvagi e sicuri di poter spadroneggiare sull'universo intero aveva qualcosa di diverso dal solito, qualcosa che all'inizio nessuno riusciva a focalizzare, ma che poi Goku trovò nei suoi occhi: lucidi, forse troppo sgranati, erano gli occhi di un fanatico. O di un pazzo.

Stavolta fu Radish a rompere il silenzio: < Chi diavolo sei tu? >

La ragazza lo degnò solo di uno sguardo veloce, per poi osservare a turno tutti i presenti. Alla fine, posò il suo sguardo malato su Pan e Bra, ancora vicine al corpo di Bulma. Alzò un braccio, sparando un violento raggio energetico. < NO!! > urlò Goten, fiondandosi verso le due ragazzine per proteggerle. Ma fu tutto inutile: il colpo era troppo potente. Tutti e tre furono investiti in pieno e morirono sul colpo.

< Fantastico... tre in un colpo solo... > mormorò la misteriosa ragazza

< Che cosa hai fatto? Attaccare due ragazzine indifese! Come ti sei permessa? > le sputò addosso C-17. Lei lo guardò per un attimo, senza cambiare mai espressione: < Tu non sei un sayan... sparisci... > sibilò, lanciando un'altra onda energetica.

Il cyborg tentò di difendersi incrociando le braccia davanti a sé per parare il colpo, ma quando fu colpito, gli altri ebbero solo il tempo di sentirlo gridare, prima di vederlo stramazzare esanime a terra.

Non avevano avuto neanche il tempo di pensare. Tutti erano a dir poco esterrefatti. Saleen guardava con gli occhi spalancati in direzione di quel che restava di suo padre. Yasira in quattordici anni non lo aveva mai visto piangere, ma in quel momento, gli occhi di suo figlio iniziarono a riempirsi di lacrime.

Lei non riusciva neanche a capacitarsi della situazione: era semplicemente inaccettabile che fosse successo tutto così in fretta...

Improvvisamente qualcosa la riportò alla realtà: Vegeta, Goku e Gohan si erano trasformati attaccando quella pazza che aveva distrutto le loro famiglie.

Ma non sarebbe stato così semplice: chiunque fosse, quella ragazza era velocissima, e riusciva a schivare tutti i pugni e calci che le venivano sferrati contro.

Trunks fu il prossimo a riprendere coscienza della realtà: Non gli importava nulla di chi fosse quella donna, aveva ucciso sua madre e sua sorella e lui glie l'avrebbe fatta pagare. Si sforzò di recuperare la concentrazione perduta, mentre si trasformava in super sayan. Pochi secondi dopo, attaccò con tutta l'energia che aveva in corpo.

Riuscì per puro caso a lanciare un Lampo Distruttore proprio nel momento in cui Gohan e Vegeta si allontanavano dall'avversario, mentre Goku veniva spinto via da un pugno.

Ce l'aveva fatta: l'aveva colpita. Ma proprio in quel momento si accorse di una cosa strana: l'aura della ragazza era aumentata vertiginosamente, invece di diminuire.

Quando il fumo dell'esplosione si diradò, i pochi sopravvissuti poterono scorgere la sagoma di quella maledetta immobile a mezz'aria.

Adesso Gohan la vedeva chiaramente: il suo viso sfregiato era contratto in una smorfia di dolore, gli occhi erano iniettati di sangue... ma la cosa inspiegabile era che l'armatura e le cicatrici sul suo corpo sembravano essersi illuminate per un istante.

< Moccioso... ti restituisco subito il favore... > disse con lo stesso tono di prima.

Fu un attimo. Trunks se la vide piombare addosso, senza neanche avere il tempo di mettersi in posizione di difesa. Un calcio sulla guancia destra, poi un'altra onda energetica, e l'ultima cosa che Trunks riuscì a vedere fu Gohan, allibito da quanto stava succedendo.

Vegeta non poté far altro che osservare impotente la fine di suo figlio. Strinse i pugni, ringhiando: < Tu... essere spregevole... >

La sua aura stava crescendo in maniera spaventosa. Il dolore che provava in quel momento era pari solo alla rabbia che sentiva crescergli nelle viscere.

Aveva raggiunto il massimo della sua potenza lasciandosi guidare solo dall'ira. La sua aura di super sayan di quinto livello aveva causato un'esplosione dirompente che aveva spazzato via qualunque cosa, compresa quella gigantesca astronave che aveva distrutto la città e ucciso sua moglie.

La nave spaziale slittò sul terreno, prima di sollevarsi in aria e poi schiantarsi al suolo almeno sei chilometri più in là. Ma non aveva subito il minimo danno. Come era possibile?

Questo era quello che si chiedeva Gohan, ma Vegeta aveva un solo pensiero per la testa: i suoi occhi trasudavano odio, le vene pulsanti sul collo e sulla fronte testimoniavano la sua sete di sangue. Vegeta era improvvisamente tornato ad essere il sadico mercenario che distruggeva pianeti per Freezer. Solo, questa volta avrebbe ucciso una sola persona, e l'avrebbe fatto solo ed esclusivamente per vendetta.

Si lanciò all'attacco con una furia incontrollata che lo pervadeva completamente: pugni, calci, Ki-blast e attacchi di ogni tipo si susseguivano ad una velocità incredibile. Ma c'era una cosa che Vegeta, in quel momento, non era abbastanza lucido per notare: L'aura della ragazza aumentava costantemente, ogni volta che incassava un colpo. E così, se all'inizio sembrava in gravissima difficoltà, pian piano stava iniziando a reagire: contrattaccava, riuscendo anche a colpire Vegeta in più di un'occasione. Alla fine, Vegeta riuscì a colpirla con un calcio più forte degli altri, che la sbalzò indietro di una decina di metri.

Goku e Gohan osservavano i due combattenti sospesi in aria. La rabbia che sentivano stava urlando loro di attaccare quella psicopatica, ma si trattenevano per via di una domanda che li assillava e gli martellava in testa: Perché? Qual era il motivo di quella strage?

A terra, Yasira, Tarble, Saleen e Radish si stavano chiedendo la stessa cosa, e come Goku e Gohan, questo era il motivo che li tratteneva dall'attaccare.

Di nuovo, l'armatura e le cicatrici della ragazza sembravano brillare di luce propria quando Vegeta la colpiva. E in quell'attimo di pausa sembrarono spegnersi...

Vegeta, sempre più furioso, diede voce ai pensieri di tutti: < Adesso basta... chi sei? Dimmi chi sei e che diavolo vuoi, maledetta pazza! >

Per l'ennesima volta, il volto della misteriosa giovane si contrasse in un sorriso folle: < Io mi chiamo Korra... e sono qui per vendicarmi dei sayan... non c'è bisogno che tu sappia altro, principe Vegeta... >

< Che cosa? Vendicarti dei sayan? Che significa? E come fai a conoscere il mio nome? >

Allargando ancora di più il suo ghigno, Korra, se così si chiamava, riprese: < Smettila di blaterare e attaccami... Coraggio, stavi andando benissimo, prima... >

Vegeta stava davvero per perdere il lume della ragione. Ma esitò un attimo di troppo.

< Che c'è? Hai bisogno di più motivazione? D'accordo... >

Detto ciò, Korra scomparve alla vista, per ricomparire alle spalle di Saleen. Il piccolo sayan si accorse del raggio di energia che gli stava squartando la cassa toracica prima ancora di accorgersi della presenza dell'avversario dietro di lui. Si accasciò a terra vomitando un fiotto di sangue, riuscendo a scorgere con la coda dell'occhio la sua mamma, prima del buio totale.





... E così, siamo entrati nel tunnel dell'orrore. E non ne usciremo tanto in fretta.
Chi può essere questa squilibrata? Cosa le hanno fatto i sayan? E come ci riesce a tenere testa a Vegeta, Goku e Gohan insieme?
Le risposte a queste domande... NON nel prossimo capitolo. Dovrete aspettare un po' di più...
La buona notizia è che questa settimana posso aggiornare due volte. Alla prossima!

RED TAIL cap.38: e poi più nulla

Goku, Radish e Yasira si risvegliarono quasi nello stesso momento: erano rinchiusi in tre stanze diverse, in isolamento totale, ciascuno con una cavigliera fatta di quello stesso strano materiale che assorbiva l'energia: una precauzione per evitare che cercassero di evadere facendo ricorso ai loro poteri. Precauzione piuttosto futile, dato che anche le pareti di quelle stanze buie erano rivestite dello stesso materiale.

Avevano capito che si trovavano all'interno dell'astronave: si sentiva il rumore sommesso dei reattori, e una lieve vibrazione suggeriva che stavano viaggiando nello spazio.

Erano distrutti, fisicamente ed emotivamente: avevano appena avuto il tempo di rendersi conto che le loro famiglie erano state spazzate via completamente.

Goku non riusciva neanche a capire il motivo di tanta violenza: lui non aveva idea di quanto era stato fortunato a non cadere nelle grinfie di Freezer da piccolo, ad essere spedito su un pianeta che l'aveva accolto, amato e protetto dall'immensità del dolore che albergava nelle profondità dell'universo.

Dolore a cui suo fratello Radish era invece più avvezzo: di torture ne aveva già subite, e dato che quella pazza non lo aveva ancora ucciso, evidentemente voleva divertirsi con lui... mentalmente parlando, Radish era sicuramente più preparato di Kakaroth a quello che sarebbe probabilmente successo.

Yasira stava iniziando solo in quell'istante ad accettare la realtà. E la realtà era che tutta la sua famiglia era stata sterminata in pochi minuti, e lei era stata fatta prigioniera. Come Radish, era arrivata alla conclusione che la sua vita sarebbe finita in modo lento e doloroso, in un'agonia straziante che l'avrebbe lentamente consumata finché di lei non fosse rimasto più nulla.

Si dice che, quando si muore, si rivive tutta la propria vita, come in un film. Yasira non stava ancora morendo, non fisicamente almeno, ma le stavano ugualmente tornando tutti i ricordi più dolorosi della sua disgraziata esistenza.

A cominciare dalla sua prima vittima.

Sua madre, la regina dei sayan, aveva accettato di sacrificarsi portando a termine la sua terza gravidanza: sapeva che non sarebbe sopravvissuta, che la coda rossa di quella bambina che portava in grembo l'avrebbe uccisa, ma aveva ugualmente voluto andare avanti. Era stata una dimostrazione di coraggio come se ne vedono poche.

E così qualche mese dopo, la principessa Yasira era appena nata, e aveva già ucciso.

Non sapeva nulla di sua madre, di quella regina che aveva volontariamente posto fine alla propria vita per salvare la sua. Eppure, ogni tanto si ritrovava a pensare quanto sarebbe stato bello conoscerla. Anche solo per una volta, una soltanto, avrebbe voluto stare con lei, sentirsi accarezzare i capelli, ascoltare il suono della sua voce...

Invidiava Vegeta per aver avuto questa fortuna.

Già, Vegeta.

Quell'irascibile sayan dallo sguardo pieno d'orgoglio, che non l'aveva mai accusata di averlo reso orfano di madre, che era stato sempre il suo punto di riferimento, fin da quando aveva memoria.

Quel bambino di sette anni che l'aveva protetta, cercando di difenderla da qualcosa di così tanto più grande di lui, come la fine del loro popolo.

Era successo quando lei aveva solo tre anni: un attimo prima erano principi di un pianeta intero; subito dopo potevano al massimo definirsi mercenari. Ma in realtà erano schiavi.

Ricordava ogni dettaglio di quella maledetta notte: aveva sentito Napa che comunicava a Vegeta del “meteorite” usando il rilevatore. Non ci aveva voluto credere. Ma appena Vegeta era tornato, correndo da lei e abbracciandola forte senza dire nulla, non aveva più potuto nascondersi dalla verità: avevano perso tutto. La loro vita era distrutta.

Eppure Vegeta non solo aveva reagito, ma era riuscito ad infondere anche a lei la forza per andare avanti, per sopportare quelli che sarebbero stati anni e anni di schiavitù e umiliazione.

Ma qualcuno aveva altri piani.

Era stato Freezer stesso a volersi occupare di lei. Aveva deciso così perché il suo piano stava fallendo: non era riuscito ad annichilire quel senso di rivalsa che i due principi covavano contro di lui, neanche quando la somma delle loro età arrivava appena alle due cifre. E quello era uno schiaffo al suo potere assoluto.

Così, dimostrando una notevole competenza in fatto di tortura psicologica, aveva deciso di eliminarne uno per sottomettere l'altro. Ma avrebbe fallito miseramente anche in questo.

Non era riuscito a sottomettere Vegeta: le vicende di Namecc ne erano la prova lampante. E, per un caso fortuito, non era neanche riuscito ad uccidere Yasira, anche se questo l'avrebbe condannata solo ad altre, ancora peggiori sofferenze.

Nove anni di assoluta e completa solitudine, interrotta ogni tanto solo da qualche mostro gigantesco che voleva fare di lei il suo prossimo pranzetto. Così, aveva imparato da sola a percepire le aure, quasi per necessità, per difendersi da quel maledetto pianeta su cui era capitata.

All’inizio era disperata: forse Freezer aveva riservato anche a Vegeta il suo stesso trattamento. Quella maledetta lucertola era riuscita a toglierle tutto non per una, ma per ben due volte.

Con la solitudine, era arrivata anche la calma. Ma la cosa peggiore era lo sconforto.

Non sapeva, né aveva modo di sapere, se Vegeta fosse ancora vivo. Ma aveva fatto di tutto per convincersi che lo fosse. E questa stessa convinzione l'aveva aiutata a tirarsi fuori dalle grinfie di quel maiale di Nedrick.

Come Freezer prima di lui, anche Nedrick aveva l'intento di rendere i suoi schiavi dei cagnolini ammaestrati. La differenza tra i due stava nei metodi: dove Freezer era più sottile e preciso, Nedrick usava solo il pugno di ferro. Ma Yasira non aveva ceduto.

Nonostante tutte le sevizie, gli stupri e le torture di vario genere che aveva dovuto subire, aveva sempre tenuto d'occhio il suo obiettivo: la libertà.

Era riuscita a fuggire, ed una sola, ferrea convinzione la spronava ad andare avanti: Vegeta era vivo, era là fuori da qualche parte. Il solo fatto di sapere questo, la aiutava a non mollare, a continuare a correre. Finalmente un giorno, si diceva, sarebbe stata libera davvero.

E alla fine, aveva avuto ragione: Vegeta era vivo sul serio. Rivederlo le aveva scaldato il cuore come mai le era successo prima. Era quasi incredibile: che cos'erano in fondo due sayan nell'infinità dell'universo? Eppure si erano ritrovati.

Non solo: persino Tarble era di nuovo con loro. Quella mattina, alzandosi dal letto e correndo incontro ai suoi due fratelli, aveva sentito una gioia indescrivibile.

Quattro mesi dopo, l'idillio era stato spezzato. Di nuovo Nedrick.

Ricordava di essere morta. Ricordava di aver sentito le forze che la abbandonavano, mentre quel verme la strangolava. Ricordava il dolore lancinante che aveva provato quando aveva sentito il suo collo rompersi. Ricordava quella terribile sensazione, mentre provava disperatamente a respirare, senza riuscirci.

Si era risvegliata di scatto, convinta di essere finalmente arrivata nel regno dell'aldilà, quando invece era appena tornata in vita. Allora avevano vinto davvero, si era detta: niente più Nedrick, niente più Freezer, c'erano solo loro e la loro libertà.

Era iniziato il periodo più bello della sua vita: si era fatta una famiglia, aveva un figlio, un marito, i suoi fratelli, poteva vivere in pace, essere felice...

Quasi quindici anni vissuti così, riuscendo quasi del tutto a rimuovere i ricordi di quella vita grama, e poi una pazza sfregiata era piombata sulla Terra all'improvviso, mostrandole in pochissimi istanti che la felicità per lei era soltanto una mera illusione.

Adesso, per la terza volta nella sua vita, si trovava prigioniera a bordo di una grossa astronave, senza sapere dove fosse diretta, né cosa ne sarebbe stato di lei.

Ma c'era una differenza: se prima, con Freezer e Nedrick, aveva potuto quantomeno convincersi che Vegeta fosse ancora vivo, ora non poteva fare nulla per scacciare la brutale, crudele certezza che il suo fratellone, colui che aveva sempre rappresentato l'unico sprazzo di affetto e felicità in un universo di dolore e sofferenze, non c'era più. Se n'era andato, e con lui tutte le persone che l'avevano amata.

Solitaria, una lacrima incredibilmente amara iniziò a scendere sul suo bel volto tormentato.

Quella lacrima testimoniava la sua sconfitta definitiva: alla fine, chiunque fosse quella pazza, l'aveva finalmente convinta che il suo angelo custode non sarebbe più venuto a salvarla.

Però, anche se Yasira non poteva saperlo, questa convinzione era sbagliata.





...Ciao belli!!!
Rieccomi con un capitolo in cui, finalmente, non crepa nessuno. Se non nei ricordi di Yasira, ovviamente...
Che cosa succederà adesso? Dove sarà mai diretta questa strana astronave?
Al prossimo capitolo!
 

RED TAIL cap.41: il gatto e il topo

Vegeta non voleva crederci: quelle due bambine avevano subito la stessa identica sorte sua e di Yasira. Non sapeva cosa fare, adesso che conosceva la verità: Korra aveva spazzato via la sua famiglia, ma non era più tanto sicuro che lo avesse fatto con cognizione di causa... in fondo questo Lord Straw le aveva fatto il lavaggio del cervello per anni... e lui sapeva perfettamente che cosa significasse. Aveva visto più di qualcuno giurare di uccidere Freezer per poi diventare un patetico burattino nelle sue mani.

Ad ogni modo, forse il problema più immediato era un altro. Decise che aveva bisogno di saperne di più: < Hai idea di come faccia l’armatura di Korra ad assorbire l’energia in quel modo? >

< No... ma sono certa che è opera di Lord Straw... Korra non ha più la coda, e quelle cicatrici simmetriche sono la prova lampante che quel verme ha giocherellato anche con il suo corpo, e non solo con la sua mente... >

< Già... ha creato una macchina da guerra potenzialmente imbattibile... > mormorò Vegeta, riflessivo.

Izuki abbassò la testa, sconfortata. Vegeta riprese subito a parlare: < D’accordo, lasciamo stare Korra, per adesso... hai detto che Straw ha una base su Glease? >

< Sì, esatto... >

< Quindi è probabile che Korra sia diretta lì... con i suoi prigionieri... >

< Infatti... il radar dice che la sua astronave si sta dirigendo verso il sistema di Cariddi...>

< Bene. Ci andremo anche noi >.

Izuki sgranò gli occhi: < Ma... è un autentico suicidio! Così dovremo affrontare Straw e Korra insieme! >

< Niente affatto. Non ho la minima intenzione di attaccare a testa bassa un nemico che conosco appena, per di più in casa sua. Voglio solo capire meglio con chi abbiamo a che fare... e liberare Yasira e gli altri >.

< CHE COSA? Altezza, io... io non credo che... >

< Ti capisco > la interruppe Vegeta.

Izuki lo guardava perplessa. Capiva cosa? Vegeta aveva un piano, forse?

Il principe riprese: < Posso capire che tu non te la senta di tornare su quel pianeta, dopo quello che ti hanno fatto. Ma lascia che ti spieghi cosa ho in mente: Korra sta per consegnare i suoi prigionieri a Straw. Subito dopo, ripartirà per venire a cercare te, giusto? >

< Beh, sì, è molto probabile... >

< Ed è a quel punto che agiremo. Quando Korra e la sua nave saranno abbastanza lontani, attaccheremo la base di Straw, liberando mia sorella e gli altri. Subito dopo, ce la fileremo. Quando Korra e Straw si accorgeranno di cosa è successo, noi saremo già lontani. Che te ne pare? >

Izuki era rimasta oltremodo spiazzata: l’idea di Vegeta era rischiosa, ma sembrava davvero la mossa migliore, in quel momento. < Sembrerebbe fattibile... > disse, ancora un po’ incerta.

< Già... sembrerebbe... > concluse Vegeta con il suo solito ghigno.

Subito dopo, la navicella con a bordo gli ultimi due sayan rimasti liberi cambiò rotta, dirigendosi verso la stella di Cariddi.

*

Goku ormai era ridotto a uno straccio. La cavigliera aveva risucchiato quasi tutte le sue energie.

Non riusciva neanche a concentrarsi per cercare di avvertire le aure degli altri. Ormai perfino il semplice fatto di rimanere cosciente era un’autentica impresa.

Chi era quella strana ragazza? Come diamine aveva fatto a batterli tutti quanti, Vegeta compreso, in meno di dieci minuti? Ma soprattutto, dove li stava portando?

Improvvisamente, l’intera nave spaziale ebbe un violento scossone: erano appena atterrati. Il solito robottino cingolato entrò nella stanza, arpionandolo in malo modo. Goku non oppose la minima resistenza: era appena svenuto.

Si risvegliò al centro di una stanza completamente bianca: una singola porta proprio di fronte a lui era l’unica cosa degna di nota, oltre al tavolo sul quale era sdraiato. Stavolta non aveva una sola cavigliera, ma era legato al tavolo mani, piedi, collo e persino in vita, con degli anelli di quello stesso materiale sconosciuto. L’illuminazione era scarsa, ma riuscì comunque a distinguere bene la figura che entrò dalla porta poco dopo: era un omino piuttosto basso, pallido e mingherlino, i capelli rossastri tagliati corti, con un inizio di calvizie, e un camice bianco da chirurgo che gli dava un’aria inquietante. La sua espressione era a dir poco sadica: la bocca storta in un mezzo sorrisetto e lo sguardo sicuro di sé erano diversi da quelli di Korra: non c’era pazzia in quello sguardo. Solo pura malvagità.

< Tu devi essere Kakaroth – iniziò lo sconosciuto con voce suadente – o preferisci che ti chiami Goku? >

< Tu conosci il mio nome, ma io non so chi tu sia... > rispose Goku con voce roca

< Mi chiamo Lord Straw> rispose semplicemente quello.

< Che cosa vuoi? >

< Oh, niente... io non voglio assolutamente niente da te... se non la tua morte >

Goku iniziava a capire che Korra era solo una pedina. Era questo tizio che muoveva i fili: < Allora perché non mi hai fatto uccidere sulla Terra? Perché prenderti la briga di portarmi fin qui se potevi eliminarmi subito? >

< Al tempo debito. Non te la caverai così facilmente. Il mio popolo è stato sterminato dai sayan... ed io ho a disposizione solo tre di voi per pareggiare i conti... >

< Quindi è questo che cerchi? Vendetta? >

< Non è una vendetta. È una punizione. Mi chiedi che cosa voglio? Voglio vederti soffrire... voglio ammazzarti nel modo più lento e doloroso possibile... e credimi, quando avrò finito con te, mi implorerai di porre fine alla tua miserabile vita, lurido sayan! >

Si interruppe brevemente. Nella stanza entrò uno di quegli assurdi droidi con i cingoli.

< Ho deciso di iniziare da te, dato che sei il più forte tra tutti quelli che abbiamo catturato. Probabilmente quindi sarai anche quello più resistente, così potrò divertirmi di più... > mormorò, avvicinandosi al lettino del prigioniero.

La tortura vera e propria iniziava solo a quel punto.

Qualche ora più tardi, Goku era ridotto ad un cadavere vivente: le gambe e le braccia erano spezzate in più punti; su tutto il corpo orribili ustioni nere, inflitte con qualcosa di simile ad una fiamma ossidrica, rendevano il povero sayan quasi irriconoscibile. Il cuore batteva ancora, ma irregolarmente, e il volto era una maschera di sangue. Goku riusciva ancora ad intravedere qualcosa dall’occhio sinistro, mentre il destro era chiuso dal tessuto tumefatto delle palpebre.

Nessuno gli aveva mai fatto nulla di simile: torturarlo solo per divertimento. Non aveva potuto fare nulla per difendersi:la sua energia veniva assorbita dalle catene, che gli impedivano anche il più semplice movimento. Aveva potuto solo urlare di dolore, mentre quel tizio infieriva sul suo corpo inerme.

< Bene, direi che per adesso può bastare. Ci vediamo domani, sayan... > disse Lord Straw sottovoce, avvicinandosi al suo orecchio perché potesse sentirlo bene. Subito dopo, se ne andò così come era arrivato.

C’era troppa crudeltà in quel trattamento. Goku stentava ancora a crederci, ma Straw aveva avuto ragione: lui non voleva più vivere. La morte era decisamente meglio di quello.

Pensò a Radish, a Gohan e a Yasira. Era terrorizzato all’idea che quel mostro facesse a loro quello che aveva fatto a lui. Ma non poteva fare nulla per impedirlo. E forse era proprio il non poter fare nulla che gli faceva male più di tutto.

Stava per svenire di nuovo, quando in lontananza si sentì un forte boato. L’intera stanza fu scossa come da un breve terremoto; subito dopo andò via la luce. Le fibbie che lo legavano al tavolo e assorbivano l’energia scattarono, aprendosi. Solo che ormai era ridotto troppo male per approfittarne.

Stranamente, gli parve di sentire l’aura di Vegeta.



Eeeh, povero Goku... mi sento un po' in colpa per quello che gli ho fatto...
Ma non preoccupatevi: adesso c'è Vegeta! Sua maestà il principe sistemerà tutto, in un modo o nell'altro!

Ringrazio tutti coloro che preferiscono, seguono, ricordano, leggono e soprattutto recensiscono questa storia! Il vostro contributo è preziosissimo!

Al prossimo capitolo!
 

RED TAIL cap.44: un brutto risveglio

Vegeta guardava fuori da uno degli oblò della navetta, nell’oscurità dello spazio, pensando a quanto poco ne sapesse dei suoi avversari.

Cercava di fare mente locale: magari Kakaroth aveva scoperto qualcosa di utile, prima o dopo essere stato torturato. Avrebbe dovuto parlarci, una volta che si fosse svegliato.

Cercava di focalizzare l’attenzione su Korra: Qual era il segreto di quella ragazza? Cosa significavano quelle cicatrici? Perché si illuminavano come l’armatura, quando veniva colpita?

E poi Lord Straw: non lo aveva ancora visto in faccia. Lo aveva forse già incontrato, magari all’epoca delle sue scorribande per conto di Freezer? A quale popolo apparteneva? Era un avversario temibile, oppure dovevano preoccuparsi soprattutto della sua marionetta, Korra?

< Tu e io dobbiamo parlare >

La voce di Yasira lo fece voltare. La ragazza riprese: < Che intenzioni hai? >

< Cosa? >

< Lo sai di cosa parlo >.

Sì. In effetti lo sapeva: < Intendi che intenzioni ho con Korra? >

< Precisamente... nel caso te ne fossi dimenticato, ti ricordo che ha trucidato la nostra famiglia >

< Non potrei mai dimenticarlo. Ma non credo che si stesse rendendo conto di quello che faceva... >

< Che cosa? Vegeta, sei impazzito, forse? Come puoi far finta di niente? Ha ucciso i tuoi figli e tua moglie! Ha ucciso mio marito, mio figlio, mio fratello... >

< Tarble era anche mio fratello, Yasira... >

< Davvero? Perché da come ti comporti non si direbbe proprio! >

Yasira si pentì subito di quello che aveva detto. Vegeta distolse lo sguardo da lei. La ragazza riprese, mortificata: < Perdonami, io... io non volevo... è solo che... >

Non riusciva a finire la frase. Vegeta la prese per mano, tirandola verso di sé: < Io non sto facendo finta di niente, sorellina... sto solo dicendo che non è tutta colpa sua... >

Yasira alzò lo sguardo, incatenandolo a quello dell’unico fratello che le rimaneva: < Provo odio e rabbia... non posso ignorarlo... >

< Non devi. Non devi reprimere la rabbia, devi solo direzionarla... >

< Contro Straw, giusto? >

< Giusto. Ora cerca di dormire un po’, finché puoi. Non sappiamo quando ci attaccheranno di nuovo, quindi approfittane >

Yasira si convinse subito che Vegeta aveva ragione, soprattutto sull’approfittare della calma momentanea per recuperare le forze. Si limitò a sorridere, allontanandosi.

Vegeta decise di andare a dare un’occhiata alle condizioni di Kakaroth: magari poteva aiutarlo a capirci qualcosa in più, in tutta quell’assurda faccenda.

Entrò nella stanza senza bussare. Radish si era addormentato sulla sedia, e prima o poi sarebbe sicuramente caduto per terra. Non resistette alla tentazione di dargli una leggera spinta di lato, facendolo precipitare sul pavimento. Radish però dormiva così profondamente che neanche quel tonfo lo aveva svegliato: nel sonno, si rannicchiò alla bell’ e meglio per terra, continuando a ronfare beatamente. Vegeta si sedette sulla sedia, ora libera, aspettando. Non sapeva neanche lui cosa stesse aspettando: il risveglio di Kakaroth, forse, o forse un’ispirazione divina sulla prossima mossa da fare.

Dopo un po’, Goku iniziò ad agitarsi. Voltava la testa convulsamente da una parte all’altra, respirando affannosamente, e rantolando in modo inquietante: sicuramente stava avendo un incubo. Vegeta ebbe appena il tempo di accorgersene, quando all’improvviso Kakaroth saltò a sedere sul letto, lanciando un urlo disperato. A quel punto anche Radish si svegliò di soprassalto: strano, avrebbe giurato di essersi seduto sulla sedia, ma in quel momento sulla sedia c’era Vegeta. Forse si sbagliava.

Goku si guardava intorno impaurito: non capiva dove si trovava, e le ferite sul petto e sugli arti lo immobilizzavano quasi del tutto, impedendogli anche i movimenti più semplici.

Dov’era finito? Che stesse per cominciare un’altra sessione di tortura? No, tutto ma non quello, non poteva sopportare di essere di nuovo il giocattolino di quel sadico... piuttosto la morte...

Per fortuna, lo sgomento iniziale durò solo pochi attimi: riuscì quasi subito a mettere a fuoco le figure di Radish e Vegeta

< Calmati, fratellino... è tutto finito adesso... > mormorò Radish abbracciandolo. Vedere Kakaroth in quelle condizioni lo distruggeva.

Ancora leggermente spaventato, Goku continuava a spostare lo sguardo dal fratello a Vegeta: < Cos’è successo? > chiese infine

< Vegeta ci ha fatti evadere dalla fortezza di quel maniaco... – rispose Radish, aiutandolo a sdraiarsi di nuovo – ora siamo in fuga su una navicella spaziale. Ci hanno persi di vista, per adesso >

Goku allora si rivolse a Vegeta: < Sei sopravvissuto... com’è possibile? >

< Sono stato ripescato nello spazio aperto da questa navetta. Appartiene ad una sayan di nome Izuki. Anche lei era stata catturata da Lord Straw, tempo fa, ma è riuscita a fuggire... >

Nel sentir pronunciare il nome “Lord Straw”, Goku iniziò di nuovo ad agitarsi: lo aveva incontrato una sola volta, ma non lo avrebbe dimenticato mai per il resto dei suoi giorni. Radish cercò di calmarlo: < Coraggio, sta calmo... non può farti più nulla, ormai... > disse, chinandosi su di lui e poggiandogli una mano sulla spalla.

Passarono alcuni interminabili attimi prima che Goku si calmasse. Poi, i due gli spiegarono come stavano le cose: Korra non era che un misero burattino nelle mani di questo Straw, che voleva vendicarsi dei sayan.

Radish alla fine andò a stendersi sull’altra branda. Si sentiva stravolto: Kakaroth era un sayan fortissimo, e non solo fisicamente, ma nei suoi occhi aveva letto puro terrore quando aveva sentito il nome di Lord Straw. Non voleva neanche pensare a cosa quell’essere immondo poteva avergli fatto.

Goku si era messo a guardare il soffitto, con un’espressione esausta e spaventata. Vegeta era ancora sulla sedia, e continuava a vegliare il ferito. Aveva deciso che non era il caso di chiedergli se aveva visto o sentito qualcosa di particolare, su quel pianeta: Kakaroth era chiaramente troppo sconvolto. Doveva lasciarlo in pace, e pensare a qualche altro modo per saperne di più.

Radish si era da poco riaddormentato, quando Goku si fece sentire di nuovo: < Vegeta? >

< Kakaroth... cosa c’è? >

Goku aveva paura di porre quella domanda. Presagiva che la risposta lo avrebbe fatto soffrire ancora di più: < Dov’è Gohan? Perché non è qui? >

Vegeta non sapeva che pesci prendere. Quello era l’unico dettaglio che non gli avevano spiegato: < Mi dispiace, Kakaroth... > disse a bassa voce.

Goku spostò lo sguardo stanco sul soffitto. Per la seconda volta in quel giorno maledetto, Vegeta lo vide piangere. Non ricordava che fosse mai successo prima.

< Perché ci fanno questo, Vegeta? >

La sua voce era rotta dai singhiozzi. Vegeta si ritrovò a pensare che vederlo in quello stato era peggio che vederlo in fin di vita dopo un combattimento. Non sapeva cosa rispondergli.

Kakaroth non era affatto preparato per un'esperienza del genere. La Terra lo aveva sempre protetto dagli orrori dello spazio esterno. Nonostante la sua immensa forza, la sua mente non poteva accettare che la vendetta potesse spingere le persone a fargli del male in modo così abietto: < Voglio tornare a casa... > balbettò infine, con un filo di voce, singhiozzando disperato.

Non era davvero mai successo prima: Kakaroth era crollato completamente. Forse per la prima volta in vita sua, Vegeta in quel momento stava davvero provando compassione nei confronti di qualcuno. Quasi non credeva a quello che stava per fare: < Ci tornerai presto. Te lo prometto > disse, chinandosi verso di lui e prendendogli la mano: < Ti prometto che torneremo tutti a casa... >

Pochi minuti dopo, Goku iniziò a sentirsi un po’ meglio. Lentamente, smise di piangere, cadendo in un sonno incerto.




Bene, ecco il capitolo 44.
Sto lentamente disintegrando Kakaroth... ma magari adesso le cose miglioreranno.
Alla prossima!

RED TAIL cap.45: fantasmi del passato

Goku si era appena riaddormentato. Vegeta era meravigliato da se stesso per il comportamento che aveva appena avuto con lui. Però non ce l'aveva proprio fatta a fare lo scontroso come al solito.

Decise che anche lui si meritava un po' di riposo. Si diresse in un'altra stanza, stendendosi su una branda e cadendo all'istante in un sonno profondo. Quella giornata era stata decisamente stressante.

Qualche ora dopo, appena sveglio, decise di chiamare tutti gli altri e tentare di fare insieme il punto della situazione: aveva bisogno di consigli, perché per quanto si fosse sforzato, non gli era venuta nessuna idea sul da farsi.

Izuki era l'unica che dormiva ancora: dopo che avevano lasciato Glease, aveva passato quasi tutto il tempo ad accertarsi che nessuno li seguisse. Non avrebbe avuto senso liberare i tre prigionieri se poi si fossero fatti localizzare. Alla fine, però, la stanchezza aveva avuto ragione anche di lei. Dormiva della grossa da quasi sette ore, sbracata sulla poltrona di pilotaggio della navetta, quando Vegeta andò a svegliarla.

Si ritrovarono tutti e cinque nella stanza più grande della navetta. Goku entrò per ultimo, camminando a fatica e appoggiandosi a Radish: le sue ferite erano in via di guarigione, ormai, e aveva un aspetto più sano... anche se “sano” nel suo caso era un autentico eufemismo.

Quando furono tutti seduti, Vegeta prese la parola: < Credo che dovremmo riesaminare la situazione: le buone notizie sono che siamo salvi e che per il momento i nostri inseguitori non ci hanno localizzato; quelle cattive sono che detti inseguitori hanno a disposizione corazze che assorbono i nostri colpi, e quindi non possiamo attaccarli efficacemente... e Korra è completamente imprevedibile. Sarà un bel problema quando dovremo affrontarla di nuovo >

Tutti lo ascoltavano, annuendo in segno di assenso. Vegeta concluse: < è da quando abbiamo preso il volo che mi spremo le meningi per decidere cosa fare, ma continuo a scartare tutte le idee che mi vengono, quindi... si accettano suggerimenti >

< Io credo che dovremmo cercare di raccogliere più informazioni – intervenne Radish – quella roba assorbe l'energia... se capissimo come funziona, potremmo studiare un modo per neutralizzarla... se solo riuscissimo di nuovo ad entrare nella base di Straw... >

< Ormai è impossibile – lo interruppe Izuki – non abbiamo più l'elemento sorpresa. Straw sarà preparato contro un'altra nostra visita, e poi... se tornassimo verso Glease rischieremmo di imbatterci in Korra... >

< Già, ma Radish ha ragione – disse di nuovo Vegeta – dobbiamo trovare il modo di rendere quelle corazze inefficaci... >

< Posso aiutarvi io... >

Tutti rimasero sorpresi nel vedere quella figura comparire di punto in bianco in mezzo a loro, dal nulla: Kaioshin.

Yasira si mise subito in guardia: < Chi diavolo sei? Non fare una mossa o giuro che... >

< Calma, sorellina – si intromise Vegeta, riconoscendo subito il nuovo arrivato e placando anche gli animi di Radish e Izuki, che erano scattati in guardia a loro volta – io e Kakaroth lo conosciamo. Lui è dalla nostra parte. Vero, Kaioshin? >

< Certo, Vegeta... vi chiedo scusa per essere piombato qui in modo così improvviso, ma ho cercato di fare più in fretta possibile... siamo al corrente di quello che è successo sulla Terra, e abbiamo deciso di aiutarvi. Però una navicella nel bel mezzo dello spazio aperto è difficile da localizzare anche per un essere superiore come me, eh eh eh... > disse tranquillamente la divinità, grattandosi una tempia con fare imbarazzato.

< Essere superiore? > chiese Izuki perplessa. Fu Goku a risponderle: < Sì, lui è Kaioshin il Superiore, una delle due massime divinità che controllano l'universo... >

Radish, Izuki e Yasira rimasero come pietrificati nell'apprendere la vera identità di quello strano essere: < Caspita... fratellino, non pensavo che tu e Vegeta aveste amici così in alto... > borbottò Radish, ammirato.

Vegeta tagliò corto: < Kaioshin, che significa “posso aiutarvi io”? >

< Significa che ho trovato un paio di persone che hanno qualche informazione interessante per voi... sono sul pianeta dei Kaioshin, adesso >

< Davvero? – strillò Izuki entusiasta – allora cosa aspettiamo? Facciamo subito rotta per quel pianeta! >

< Oh, non è necessario... saremo lì in un batter d'occhio... > rispose Kaioshin, subito prima di teletrasportare l'intera navicella sul suo pianeta.

L'atterraggio non fu dei migliori: la navetta stava ancora viaggiando alla massima velocità, quando toccò terra. Slittò malamente per parecchi chilometri, prima di fermarsi. Aveva subito qualche danno, ma il portellone si aprì normalmente. Gli occupanti uscirono leggermente acciaccati.

Kaioshin il sommo, che attendeva l’arrivo dei sayan, aveva rischiato di essere investito dalla navetta impazzita. Appena furono tutti fuori, iniziò ad inveire contro il suo sottoposto: < Razza di idiota! Ti sembra davvero il caso di teletrasportare sul pianeta un’intera nave che viaggia a tutta velocità? Non potevi prima fermare i motori? >

L’altro Kaioshin si limitò a grattarsi la nuca imbarazzato, in una posa tipicamente alla Goku.

< Che ne dite se saltiamo certi convenevoli? > disse una voce dietro ai due esseri superiori.

Re Vegeta se ne stava in ombra sotto un albero, appoggiato al tronco con le braccia conserte e le gambe accavallate. Non c’era che dire: Vegeta da lui non aveva preso solo l’aspetto fisico, ma anche il modo di porsi.

Izuki e Radish rimasero di sasso alla vista del loro defunto sovrano. Vegeta, Yasira e Goku erano molto più composti, avendolo già incontrato in precedenza. Anzi, tutti e tre sospettavano già che lui c’entrasse qualcosa.

< Ciao, papà, ma che bella sorpresa... – iniziò sarcastica la principessa, che cominciava a capire – come mai ho la sensazione che la causa di tutta questa storia sia tu? >

< Diciamo che in un certo senso hai ragione... ma la maggior parte della responsabilità è di qualcun altro... vero, capitano Bardack? >

Radish ebbe un sussulto: “capitano Bardack”? Intendeva proprio chi pensava lui?

< Ti ho già chiesto scusa un milione di volte... cos’altro vuoi che faccia? Ormai non posso più rimediare > rispose il defunto sayan di terza classe, comparendo all’improvviso da dietro la navicella di Izuki. Radish non credeva ai suoi occhi.

< Tsk... se non fosse stato per colpa tua, tutta questa storia non sarebbe mai accaduta... > riprese il re, rivolto al padre di Goku e Radish, senza cambiare posizione.

< Ti ripeto che non è dipeso da me... non ho potuto farci niente... > rispose l’accusato.

< Insomma, avete finito di beccarvi? Vorreste per favore spiegarci che cosa ci facciamo noi qui? > li interruppe Yasira, che iniziava a perdere la pazienza.

L’ex-re dei sayan si spostò verso il gruppetto: < Sappiamo parecchie cose sul tizio che vi da la caccia. Abbiamo capito di chi si tratta osservando la sua nave... >

< La sua nave? > chiese Vegeta

< Quella nave è un incrociatore da battaglia di classe R. Una delle più potenti astronavi dell’esercito tsufuru > concluse il re.



Ecco. Ora sappiamo la verità.
Che cosa avrà mai combinato Bardack?
Al prossimo capitolo!

RED TAIL cap.46: mors tua, vita mea

Quell'ultima parola pronunciata dal re aveva lasciato tutti quanti a bocca aperta.

Tsufuru.

Gli abitanti originari del pianeta Vegeta, quando questo ancora si chiamava “pianeta Plant”.

Quel popolo tecnologicamente avanzatissimo, che era stato sterminato dai sayan nella lotta per la supremazia su quel pianeta che, nonostante le sue dimensioni, era evidentemente troppo piccolo per ospitare due specie tanto diverse.

Vegeta fu il primo a rompere il silenzio: < Mi stai dicendo che Lord Straw è uno tsufuru? >

< Esattamente > rispose il padre, lapidario.

Goku ebbe come un flashback: Re Kaio gli aveva parlato degli tsufuru durante l'allenamento sul suo pianeta. Gli aveva raccontato di una guerra, avvenuta anni prima che lui nascesse... una guerra sanguinosa che aveva portato alla completa estinzione di coloro che ne erano usciti sconfitti. Completa? No, uno tsufuru era sopravvissuto... e si voleva vendicare.

Yasira stava andando su tutte le furie: < Magnifico! Quindi ora siamo noi a dover pagare per i tuoi errori... noi, che non eravamo neanche nati quando tu hai deciso di attaccare gli tsufuru! >

Aveva finito la frase quasi urlando. Ma suo padre, inaspettatamente, le tenne testa: < Errore. Non ho deciso io di attaccarli >.

< Cosa? Che vorresti dire? >

< Voglio dire che non siamo stati noi sayan ad attaccare per primi. Sono stati loro. Avevano paura di noi, proprio come Freezer. E in ogni caso, io non sono tenuto a darti alcuna spiegazione, Yasira... >.

Goku non riusciva a credere alle proprie orecchie: se quello che diceva il re era vero, con quale coraggio Straw reclamava vendetta per il suo popolo?

Yasira esitava: suo padre l'aveva indubbiamente zittita per bene. Ma non aveva intenzione di dargliela vinta: < Tu sei tenuto eccome a darmi delle spiegazioni! Quello tsufuru ha distrutto la mia vita! Proprio come hai fatto tu quando ci hai consegnati a Freezer! >

I suoi occhi lanciavano fiamme. Yasira stava davvero per scatenarsi. Ma Vegeta, sentendosi chiamato in causa da quel “ci hai consegnati”, intervenne in tempo: < Yasira... >

< Che c'è? > inquisì lei piccata, voltandosi di scatto. L'espressione sul suo viso era stravolta: era chiaro come in lei si fosse improvvisamente risvegliato l’odio verso suo padre per averla ceduta a quel rettile antropomorfo di Freezer. Vegeta ne fu sorpreso, ma sostenne il suo sguardo carico d'ira: < Non siamo qui per questo... > disse, risoluto.

L'espressione della sorella cambiò leggermente, distendendosi un po'. Ricordava cosa le aveva detto Vegeta: non doveva reprimere la rabbia, ma direzionarla. Si rese conto che stava dando uno spettacolino piuttosto spiacevole, tra l'altro di fronte a tutti. Si voltò di nuovo verso il padre, guardandolo storto, per poi prendere il volo e allontanarsi per sbollire la rabbia.

Goku, Izuki e Radish la guardavano, sorpresi e dispiaciuti: pensavano che ormai la tirannia di Freezer fosse acqua passata, ma evidentemente per lei non era così. Vegeta invece non le prestò altrettanta attenzione: la sua sorellina era forte; non sarebbe stato quello screzio a rovinarle la giornata. E poi, forse Yasira non aveva completamente ragione: nemmeno lui aveva perdonato suo padre per quel gesto ignobile, ma capiva che non aveva avuto scelta.

Si rivolse al genitore: < Dimmi quello che sai... >

Il re incrociò le braccia al petto, iniziando a parlare: < Lord Straw era un giovane ma geniale scienziato dell'esercito tsufuru. Era a capo di un centro di ricerca con l'incarico di sviluppare nuove armi per combattere qualsiasi minaccia. So che all'inizio lui era contrario ad un attacco contro i sayan, perché riteneva che gli tsufuru non avessero armamenti sufficienti >

< E aveva perfettamente ragione... > intervenne Bardack, con un mezzo sorrisetto.

< Già... ad ogni modo, aveva iniziato a fare ricerche su una particolare lega metallica, denominata “regidium”... questo materiale ha delle proprietà elettromagnetiche uniche, che lo rendono capace di assorbire l'energia. Pensava di poterlo usare per corazzare le astronavi da guerra, e persino crearci delle armature per i soldati. Aveva iniziato a fare degli esperimenti su un incrociatore di classe R e su delle corazze per tute da combattimento, ma lo scoppio della guerra bloccò i suoi progetti prima che potesse raggiungere risultati concreti >.

Bardack lo interruppe di nuovo: < Come fai a ricordarti tutto così bene? Io non mi ricordo neanche la distinzione tra gli incrociatori di classe R e quelli di classe K... >

< Tsk. Questo spiega perché IO ero il comandante supremo e TU comandavi solo una squadra di quattro persone... >

< Possiamo rimanere concentrati, per favore? > si intromise Vegeta, stroncando sul nascere quello che rischiava di degenerare nell'ennesimo battibecco tra i due.

< Certo... Morale della favola, alla fine era chiaro che avremmo vinto noi, così Straw pensò bene di darsi alla macchia, lasciando il pianeta. E ci riuscì... per colpa sua > concluse, puntando il dito verso Bardack.

Goku, Radish e tutti gli altri spostarono subito lo sguardo verso di lui, che alzò gli occhi al cielo: < Ancora con questa storia? Non è stata colpa mia, lo vuoi capire? >

< Non ricominciate. Spiegatemi cosa è successo > intervenne di nuovo Vegeta

Il re riprese: < Straw aveva a disposizione quell’incrociatore che usa Korra adesso. La corazzatura in regidium non era completa, ma la nave era perfettamente in grado di volare. Il mio collega, qui, pensando invece che non fosse pronta per partire, decise di occuparsi degli altri incrociatori, quelli che erano parcheggiati nei loro hangar, così Straw riuscì a svignarsela senza che lui se ne accorgesse... >

Bardack si strinse nelle spalle: < Per l’ennesima volta: io ero incaricato di distruggere gli hangar e le astronavi che erano ancora a terra! E poi l’incrociatore di Straw era a più di duecento chilometri dagli altri! Come potevo immaginare... >

< D’accordo, basta così – lo interruppe Vegeta – come sempre ci sono due versioni della storia, e francamente non me ne importa un fico secco di definire chi di voi due ha ragione... ora parlatemi di Korra... >

Stavolta fu Kaioshin il sommo a prendere la parola: < Dopo la sua fuga su Glease, Straw creò quei droidi che si trovano nella sua base. Sono stati proprio quei robottini a costruire la sua fortezza e a completare la corazzatura della sua astronave... poi si occupò del suo secondo progetto >

< le armature? >

< Esatto. Incontrò parecchie difficoltà, perché l’armatura proteggeva dagli attacchi esterni, ma assorbendo l’energia in quel modo rischiava di uccidere chi la indossava. Con Korra ha risolto il problema in modo decisamente drastico... >

Vegeta intuì subito tutto: < C’entrano quelle cicatrici, vero? >

< Proprio così: placche di regidium impiantate sotto la pelle. L’armatura assorbe l’energia, mentre le placche la disperdono, permettendole di rilasciarla sotto forma di onde energetiche... >

Izuki, nell’apprendere nel dettaglio cosa quel verme aveva fatto alla sua amica d’infanzia, ebbe un violento sussulto: aveva trasformato Korra in una specie di carro armato.

Kaioshin interruppe i suoi pensieri: < Vegeta... c’è solo un modo per sconfiggere Korra, e tu sei l’unico che può farlo... >






...Eccoci al capitolo 46.
A quanto pare, i problemi sono più gravi di quello che sembravano.
Yasira non si è ancora fatta passare l'incazzatura per Freezer. Non la si può certo biasimare.
Comunque... c'è un solo modo per sconfiggere Korra. Ma se non altro, un modo c'è!

Ringrazio sempre chi commenta, segue, ricorda, preferisce o semplicemente legge questa storia. Al prossimo capitolo!

RED TAIL cap.47: vendetta privata

Vegeta era ansioso di saperne di più: < Quale sarebbe questo unico modo? >

Kaioshin schioccò le dita, e subito a mezz’aria comparve un gigantesco blocco di metallo grigio: sembrava una gigantesca lapide; un enorme parallelepipedo alto almeno 5 metri. Kaioshin lo lasciò cadere pesantemente a terra.

< Quello è un blocco di regidium. Rompilo > disse infine.

Vegeta lo guardò, stranito: < Romperlo? >

< Sì, rompilo. Solo quando riuscirai a rompere il regidium potrai pensare di sconfiggere Korra >

Vegeta si voltò per un istante verso la grossa lapide, poi di nuovo verso Kaioshin: < Come faccio a romperlo? Sulla Terra ho attaccato Korra con tutte le mie energie, e non ha avuto effetto... non sono in grado di rompere quest’affare... >

< Sì invece. Ti basterà concentrare tutta la tua aura in un solo punto. Tu sei l’unico abbastanza potente da poterci riuscire >

Vegeta si voltò di nuovo verso il blocco di regidium: < Tutta la mia aura in un solo punto... >

< Devi riuscire a convogliare nel regidium più energia di quanta ne possa assorbire. Allora il blocco si sgretolerà... >

Il principe dei sayan non rispose. Si avvicinò alla lapide, pensieroso: quando attaccava con tutta la sua forza, disperdeva sempre una parte della sua energia. Era diventato semplicemente troppo potente per controllare al meglio i suoi attacchi.

Ma se quello era l'unico modo, allora avrebbe dovuto riuscirci. Si trasformò all'istante, liberando tutta la sua incredibile potenza. La sua aura era allo stesso livello di quando aveva distrutto Manotia.

Tese le mani avanti, concentrandosi più che poteva. Pochi attimi dopo, un gigantesco lampo di luce bianca investì in pieno la lapide metallica.

La gigantesca esplosione che seguì scosse l'intero pianeta. Re Vegeta farfugliò un paio di imprecazioni contro il figlio per aver lanciato quell'onda energetica senza preavviso, rischiando di ammazzare qualcuno. Tutti rimasero, di nuovo, sbalorditi dalla spaventosa quantità di energia che il principe sprigionava. Ma, non appena la nube di polvere e detriti si fu diradata, Vegeta scorse la lapide intatta, conficcata nel suolo. Si era illuminata, e ora si stava gradualmente spegnendo.

< Dannazione! > imprecò Vegeta.

Kaioshin era tranquillo: < Continua a provare... > disse, allontanandosi.

< Ho l'impressione che mi ci vorrà parecchio... > gli rispose Vegeta

< Hai altri impegni, per caso? Coraggio, ragazzo. Insisti >.

Vegeta non replicò, non era il caso: < D'accordo... a noi due, stupido pezzo di ferro... > disse tra sé e sé, preparandosi a lanciare un altro attacco.

Yasira si era fermata in una grande distesa verde, molto lontano, sedendosi sul prato.

Direzionare la rabbia...

Vegeta era diventato un maestro nel farlo: era così che riusciva a rimanere freddo e concentrato in quasi qualunque situazione. Era così che era giunto alla conclusione che il suo vero obiettivo era Straw.

Era così che si era trasformato in super sayan di quinto livello per la prima volta.

Lei non era altrettanto brava in quelle cose.

Forse Vegeta aveva ragione riguardo a Korra: lei stessa sapeva cosa può fare la tortura psicologica. Ma per quello che aveva fatto suo padre? Con chi avrebbe dovuto prendersela, se non con lui?

La risposta era più che ovvia: Freezer.

Ma allora non avrebbe dovuto sentirsi così: lei aveva ucciso Freezer, in fin dei conti, quando Manotia lo aveva riportato in vita.

La vendetta era stata un'esperienza sublime. Era una sensazione di potenza e rivalsa indescrivibile. Ma non era durata molto.

Adesso sentiva una sensazione di vuoto, come se eliminare quell'essere schifoso non fosse servito a nulla.

Forse le serviva un altro sfogo, per cancellare quel senso di incompletezza che la attanagliava.

Ma quella sensazione non era più dovuta alle vessazioni di Freezer. E nemmeno alle torture di Nedrick. Adesso se ne rendeva conto.

Aveva sbagliato a prendersela con suo padre: ora non doveva più vendicarsi per essere stata costretta ad una vita da mercenaria. Ora doveva vendicarsi di quel pazzo che aveva ordinato lo sterminio della sua famiglia.

Doveva vendicarsi di Lord Straw.

Ormai era chiaro. Ecco cosa intendeva Vegeta. Si rimise in piedi, convinta e risoluta, e si alzò in aria diretta verso gli altri.

< Maledetto sasso quadrato! > sbraitò Vegeta dopo un altro fallito tentativo di rompere la lapide di regidium.

Tutti si erano allontanati da lui per precauzione, e lo osservavano da circa un chilometro di distanza. Radish e soprattutto Izuki avevano un'espressione piuttosto spaventata nel vedere la potenza che riusciva a scatenare il loro principe, ma neanche gli altri si erano abituati a vedere così tanta energia sprigionata da una sola persona. Gli unici che parevano davvero a loro agio erano Goku e i due Kaioshin.

Yasira arrivò proprio in quell'istante: < Che succede? > chiese, avvicinandosi a Goku.

< Oh, Vegeta sta cercando di rompere il regidium... >

< Il cosa? >

< Ah già, ti sei persa il racconto... beh, quello è il materiale di cui sono fatte l'armatura di Korra e la nave di Straw >

< Davvero? E lui lo può rompere? >

< Sì, almeno secondo Kaioshin... tu come stai? >

Yasira cadde dalle nuvole: < Eh? >

< Sai, per... quella discussione che hai avuto prima... con tuo padre... >

Yasira guardò per un attimo il padre, che se ne stava sulle sue a braccia conserte, senza staccare lo sguardo da Vegeta.

< Sto bene... > rispose infine.

< Sei sicura? >

< Sicurissima... è solo che ho un conto in sospeso con un certo tsufuru... > disse con voce cupa.

Lo sguardo di Goku divenne serio: < Beh, allora mettiti in fila... >

Non stava scherzando. Si vedeva dai suoi occhi, dal suo volto, su cui i segni della tortura che aveva subito non erano ancora scomparsi del tutto. Straw avrebbe pagato per quello che aveva fatto a Korra. Avrebbe pagato per averla mandata ad attaccare la Terra. E avrebbe pagato anche per quello che aveva fatto a lui in quella camera di tortura. Ma soprattutto, avrebbe pagato per aver fatto uccidere i suoi figli e la sua nipotina.

Anche Izuki e Radish stavano pensando la stessa cosa: certo, erano più deboli dei loro compagni, ma avrebbero avuto la loro vendetta su quel verme. Radish sentiva il sangue ribollirgli nelle vene, ricordando allo stato in cui era ridotto Goku dopo che Vegeta lo aveva recuperato, e Izuki sentiva una rabbia indescrivibile al pensiero di come Straw avesse usato la sua migliore amica in modo così abietto. Riusciva quasi ad immaginare la scena di quel pazzo che la torturava.

Lo stesso valeva per Vegeta: lui avrebbe dovuto occuparsi di Korra, ma il suo vero obiettivo era solo ed esclusivamente quello di assicurarsi che quell'ultimo tsufuru marcisse per sempre all'inferno.

Straw aveva già un posto prenotato nel girone più basso del regno degli inferi. E gli ultimi sayan sopravvissuti avrebbero fatto in modo di spedircelo.




Bene, miei cari lettori... Eccoci al capitolo 47!
Vegeta può davvero rompere questo tipo di corazza? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!
 

RED TAIL cap.48: la forza della mente

L'ennesima, violentissima ondata di energia colpì in pieno la lapide. L'intero pianeta sembrava tremare di paura, nella consapevolezza del fatto che chi aveva appena lanciato quell'attacco avrebbe potuto distruggerlo in un attimo.

Tutto intorno al blocco di metallo luccicante, si aprivano crepacci e voragini nel terreno. Rocce grandi quanto montagne si alzavano da terra per poi frantumarsi, e ricadere al suolo sotto forma di ghiaia e sabbia, senza neanche essere colpite direttamente.

I due Kaioshin iniziavano seriamente a pensare che il loro pianeta, forse, non era così indistruttibile come credevano. La potenza di un super sayan leggendario era davvero qualcosa di inimmaginabile, impossibile da spiegare a parole.

La gigantesca nuvola di polvere causata dall'attacco di Vegeta ci mise più di cinque minuti per diradarsi abbastanza da far intravedere il blocco di regidium.

Di nuovo, la lapide si era illuminata, e pian piano si stava spegnendo. Ma non aveva la benché minima crepa.

< Oh, uffa... > sbuffò Vegeta, sospeso a mezz'aria, prima di tornare al suo stato normale e scendere a terra avvicinandosi alla lastra.

Si trovava a pochi passi dal suo bersaglio, guardandolo dal basso in alto. Davvero poteva rompere quel coso? Finora non aveva fatto il benché minimo progresso...

< Vegeta... >

Si voltò di scatto. Il vecchio Kaioshin, proprio dietro di lui, riprese a parlare pacatamente: < Perché Korra ti ha battuto, sulla Terra? >

< Che razza di domande... ha assorbito tutta la mia energia... >

l'anziana divinità fece un sorrisetto: < Risposta sbagliata. Ti ha battuto perché ti sei lasciato trasportare dalla rabbia >.

Vegeta non lasciò trasparire alcuna reazione. Kaioshin continuò: < La rabbia, Vegeta. Hai detto a Yasira di direzionarla. Devi farlo anche tu... >

< Che significa? >

< Tu eri furioso perché volevi vendicare la tua famiglia... la rabbia ti ha accecato, e così quando hai attaccato Korra la tua mente non era più sufficientemente lucida. Per questo sei stato sconfitto >

il vecchio dio si avvicinò al sayan: < Tu sei il primo super sayan leggendario della storia che riesce a controllare i propri poteri. Non pensavo che avrei mai visto un guerriero come te. Ma la chiave per il controllo dei tuoi poteri è il controllo della tua mente >.

Vegeta si voltò di nuovo verso la lastra di regidium: < che cosa devo fare? > chiese, ancora confuso.

< La tua mente deve essere sgombra, Vegeta. Non devi pensare ai tuoi amici caduti in battaglia o ai danni che la Terra ha riportato. Non devi lasciarti guidare dalla vendetta. Devi pensare solo al tuo scopo... >

Vegeta chiuse gli occhi. Improvvisamente capiva. Quel vecchio non era affatto lo sprovveduto che sembrava. Anzi, aveva perfettamente ragione. I sentimenti negativi come l'odio e la vendetta lo distraevano. Doveva direzionare la rabbia. La rabbia era la sua risorsa più preziosa.

A debita distanza, gli occhi di tutti erano puntati su di lui.

< Che cosa fa? Perché se ne sta lì fermo senza muoversi? > chiese Radish.

Nessuno gli rispose.

Vegeta era immobile, a meno di mezzo metro dal blocco metallico, in uno stato di profonda concentrazione. Gli sarebbe potuta esplodere una bomba in faccia, e lui non ci avrebbe fatto caso. La sua attenzione, ora, era rivolta solo a una cosa.

Strinse i pugni. La sua aura raggiunse la massima potenza all'istante, in maniera incredibile: nessuno dei presenti aveva mai visto qualcuno far esplodere la propria aura così velocemente.

Vegeta colpì la lapide con il pugno destro. Tutta la sua mano si conficcò nel metallo, mandandolo in frantumi. Lunghe crepe iniziarono a farsi strada nel regidium sovraccarico.

La grossa lapide andò completamente in pezzi, collassando su se stessa.

Un attimo di assordante silenzio precedette le urla di gioia di tutti i suoi compagni. Vegeta c'era riuscito.

< Bravo, Vegeta... ce l'hai fatta... > disse Kaioshin il sommo, compiaciuto.

< Già... in fondo non era impossibile > rispose il principe, meravigliato dalle sue stesse capacità.

< Che ti avevo detto? Ora vediamo di fare un altro po' di pratica... > rispose il vecchietto, schioccando nuovamente le dita. Questa volta apparvero dieci lastre come quella che Vegeta aveva appena distrutto.

< Non avrai tutto il tempo che ti pare per concentrarti, quando dovrai combattere davvero. Ora distruggi tutte le lapidi più in fretta che puoi... > concluse, lasciando cadere le lapidi a casaccio nei dintorni.

Vegeta scomparve all'istante alla vista di Kaioshin, che, sorpreso da quella reazione istantanea, ebbe solo il tempo di vedere un mezzo sorrisetto sul volto del sayan.

Per poco uno di quei cosi non schiacciò Bardack, ma prima ancora che il blocco gli cadesse in testa, Vegeta lo aveva già ridotto in frantumi.

< Ehi! Che scherzi sono? > protestò il defunto reietto, dopo una inaspettata “doccia” di frammenti di regidium della lapide polverizzata. Prima ancora che Bardack finisse la frase, tutte e dieci le lapidi erano in frantumi. Lo stesso Kaioshin era sorpreso.

< Io imparo in fretta, vecchio mio... > sogghignò Vegeta, riapparendo a due metri da lui.

< Già... pare proprio di sì... > rispose esterrefatto quest'ultimo.

L'allenamento era finito. Ormai era il momento di andare a combattere.

Decisero di farsi teletrasportare direttamente su Glease da Kaioshin il superiore, dopo che quest'ultimo aveva completamente curato e restituito le forze a Goku grazie ai poteri di Kibith. Ma prima, Izuki lo fermò: < Aspettate... ho delle altre tute da combattimento nella navicella... >

Radish era entusiasta: < Perfetto! Io mi sentirei decisamente meglio combattendo nella mia vecchia tuta! >

< Già, anch'io ho un po' di nostalgia... > convenne Yasira. Effettivamente, anche se ormai entrambi erano abituati agli abiti terrestri, per i combattimenti come quello che si prospettava loro una battle suit era mille volte meglio.

< Posso avere un'armatura anch'io? > chiese Goku

Vegeta voltò lo sguardo verso di lui, fissandolo interrogativo: ricordava che di norma, Kakaroth preferiva la sua odiosa tuta arancione alle battle suit. Lo faceva sentire più terrestre, diceva. Goku rispose alla domanda inespressa del principe: < Questa faccenda mi riguarda come sayan... quindi combatterò come tale... >

Vegeta non riuscì a trattenere un sorrisetto soddisfatto.

Pochi minuti dopo, Radish e Yasira uscirono dalla navicella con una copia esatta delle loro vecchie armature. L'unica differenza era quella di Radish, gialla anziché marrone. Poco dopo, anche Goku uscì dallo stanzino. Radish era sorpreso: Gli stivali e le polsiere nere erano identiche alle sue, ma se non fosse stato per la corazza bianca e gialla anziché nera e verde, oltre che la mancanza degli scaldamuscoli rossi, sarebbe stato identico a suo padre.

Anche tutti gli altri erano rimasti colpiti dalla somiglianza tra i due, compresi loro stessi.

< Come sto? > chiese Goku, con uno dei suoi sorrisi innocenti che davano tanto fastidio a Vegeta. Fu proprio quest'ultimo a rispondergli: < Niente più arancione, era ora... >

< Come? Ma io pensavo che la mia tuta arancione ti piacesse! >

< non mi è mai piaciuta quella tua ridicola tuta, Kakaroth... >

Goku non rispose, fingendosi offeso. Anche Yasira pensava che quella tuta arancione fosse un po' un pugno in un occhio; quella battle suit era molto più elegante. Ma non era certo il caso di sottilizzare con simili stupidaggini. Era tempo di combattere.

Il radar della loro navicella segnalava l'incrociatore di Korra nell'orbita del pianeta Glease. Straw non era stupido: l'aveva sicuramente richiamata per tutelarsi nel caso di un altro attacco a sorpresa.

Non persero tempo in convenevoli. I loro padri non erano mai stati tipi sentimentali. Kaioshin li teletrasportò tutti e cinque a destinazione: < Eccoci arrivati... pianeta Glease... >, disse comparendo assieme ai cinque sayan in un deserto desolato. Alla sua sinistra, molto lontano, si potevano intravedere alcune costruzioni: quella era la fortezza di Lord Straw.

< Perfetto... è ora... > rispose Vegeta.

Era un momento solenne. Una guerra iniziata decine di anni prima una guerra che quasi tutti credevano ormai conclusa, stava per trovare solo ora il suo vero epilogo.

Lo scontro decisivo era ormai alle porte.




Capitolo 48... e adesso saranno cazzi. Per Straw e Korra, se non altro.
Riusciranno i sayan a sconfiggere i loro nemici? Oppure Lord Straw avrà qualche asso nella manica?
Una cosa è certa: stanno per cominciare le mazzate!
Al prossimo capitolo!!
P.S.: Per quanto riguarda le battle suit potete stare tranquilli, ho finito di fare lo stilista da strapazzo.

RED TAIL cap.49: lo scontro finale

Si trovavano in un gigantesco deserto sabbioso, avvolto in una luce spettrale data dal crepuscolo perpetuo che avvolgeva quella parte del pianeta Glease. La base di Lord Straw era situata al limitare della zona illuminata del pianeta, a pochi chilometri dal cono d'ombra che la stella di Cariddi non sarebbe mai andata ad irradiare con la sua luce. L'illuminazione naturale era quindi molto scarsa in quella zona, ma tutti si accorsero della sagoma nera che fluttuava a circa un centinaio di metri sopra la base. Quello era senza ombra di dubbio l'incrociatore spaziale su cui si trovava Korra.

< Come intendete muovervi? > chiese l'essere superiore ai cinque guerrieri.

< Semplice... attacchiamo quella base, troviamo Straw e lo mandiamo all'altro mondo > rispose Vegeta.

Era stato chiaro e conciso. E i suoi compagni erano perfettamente d'accordo con lui. Kaioshin però non era convinto: < E come farete con Korra? > insistette, osservando l'astronave che aveva iniziato a scendere al suolo. Era chiaro che ormai i loro nemici si fossero accorti della loro presenza. Altrimenti, perché quella nave stava atterrando?

< Mi occuperò io di lei. Mi sono allenato proprio per questo... > disse Vegeta, diventando serio. Tutti annuirono, anche se Izuki aveva l'aria stravolta. Probabilmente avrebbe dovuto assistere in diretta alla morte della sua migliore amica. E la cosa le faceva ancora più male, perché in fondo sapeva che la morte di Korra era la soluzione più logica e giusta di tutta quella storia.

< Andiamo... > aveva detto Goku alla fine, alzandosi in volo, seguito dagli altri.

< Aspetta, Vegeta... > chiamò Kaioshin. Vegeta si voltò a guardarlo, e il dio alzò l'indice della mano destra verso di lui. Un punto della sua armatura nera, all'altezza del cuore, aveva iniziato ad illuminarsi. Quando la fioca luce era sparita, sul pettorale sinistro della corazza era apparso un simbolo rosso. Un simbolo che Vegeta conosceva bene. Il simbolo della famiglia reale sayan.

< Ho pensato che ti potesse servire un po' di ispirazione... buona fortuna, a tutti voi! > disse l'essere superiore, subito prima di scomparire con il teletrasporto.

Vegeta era rimasto mezzo imbambolato, sospeso a mezz'aria, toccandosi l'armatura con la mano, come per assicurarsi che quel simbolo fosse lì davvero. Fece uno dei suoi mezzi sorrisetti, prima di voltarsi e raggiungere gli altri.

Volavano piuttosto lentamente, in silenzio. Era ormai chiaro come il sole che Straw si fosse accorto di loro, e che avesse richiamato Korra alla base per nascondersi dietro di lei come un vigliacco quando sarebbero arrivati.

Ma le cose non sarebbero andate esattamente così: all'improvviso, eccola.

Era comparsa davanti a loro di punto in bianco, in un attimo, bloccandoli tutti a mezz'aria. Sia Goku che Vegeta presero mentalmente nota della sua incredibile velocità.

Izuki era rimasta pietrificata. Non vedeva Korra da anni, ormai. La ricordava come una bambina serena, sorridente e spensierata, mentre adesso quel ghigno malato che le stravolgeva la faccia, sfregiata da quelle cicatrici simmetriche, la rendeva quasi irriconoscibile.

Si guardarono negli occhi solo per un istante. L'espressione di Korra cambiò impercettibilmente per un attimo, ma non perché avesse riconosciuto la sua vecchia amica; semplicemente perché si era resa conto che quella ragazza che la guardava quasi spaventata non era altri che la sayan rimasta, quella che mancava, quella che non viveva sulla Terra. Il suo padrone sarebbe stato oltremodo soddisfatto.

< Tsk... Siete stati molto gentili a tornare qui spontaneamente. Mi avete risparmiato un sacco di noiosissime ricerche >, disse, sogghignando. Ma il suo sorrisetto strafottente svanì nel nulla non appena il suo sguardo si posò su Vegeta. I suoi abiti erano diversi, così come quelli di tutti gli altri del resto, ma lo aveva riconosciuto subito. La sua espressione era diventata di assoluta sorpresa, forse addirittura di sgomento: < Ma... ma tu sei... tu sei Vegeta! > farfugliò, puntandogli il dito contro.

< In persona... e voglio la rivincita... > rispose l'interessato, sorridendo leggermente.

< No... non può essere... io... io ti ho ucciso... TU ERI MORTO!! >

< Beh, sono guarito... > scherzò Vegeta, preparandosi a combattere. Korra emise un ringhio sommesso, mettendosi in posizione a sua volta.

< Voi andate, qui ci penso io... > disse Vegeta rivolto ai suoi compagni. Yasira fu la prima che iniziò a muoversi, seguita da Goku e Radish. Izuki ci mise un attimo in più per riprendersi dallo shock dell'incontro improvviso con quella macchina da guerra che una volta era la sua migliore amica.

< Fermi, illusi! Dove credete di andare?! > urlò Korra rivolta ai quattro sayan diretti alla fortezza, alzando un braccio con l'intento di lanciare un attacco energetico. Vegeta però fu più veloce: comparve davanti a lei usando la super velocità, e bloccandole il polso con una sola mano. Un attimo dopo, la sua aura esplose, mentre Vegeta rivelava la sua trasformazione più letale.

Tutti rimasero sorpresi: proprio come era successo sul pianeta dei Kaioshin, Vegeta si era trasformato in super sayan 5 talmente in fretta che l'aumento della sua aura sembrava un'esplosione in piena regola.

< Ha acquisito un controllo incredibile... > mormorò Radish, sorpreso. Vegeta, avvolto nella sua aura argentata luminosissima, si voltò verso gli altri, facendo solo un cenno del capo.

< Andiamo! > disse Goku, intuendo il messaggio. Tutti e quattro partirono verso la base, lasciando Vegeta e Korra da soli. Izuki esitò per un breve istante, ma alla fine andò a riunirsi al gruppo.

Vegeta girò lentamente la testa verso Korra, stringendole il polso ancora di più e torcendole il braccio: < Il tuo avversario sono io... > mormorò.

Korra tentò di colpirlo con un pugno al viso, ma Vegeta bloccò anche questo attacco: < Potrai andare a combattere con loro solo dopo avermi sconfitto... > concluse, spingendola indietro e lasciandole le braccia.

La ragazza si era ormai ripresa dalla sorpresa iniziale: < Tsk... E va bene, tutti meritano un ultimo desiderio prima di morire... se il vostro è quello di scegliere chi di voi morirà per primo, vi accontenterò... > sibilò, rimettendosi in posizione. Però stavolta c'era qualcosa di diverso nei suoi occhi: l'espressione confusa che aveva assunto nel vederselo comparire lì come un fantasma, non l'aveva abbandonata del tutto.

Qualcosa non tornava: Vegeta era tranquillo, rilassato. Sulla Terra era una furia scatenata che attaccava con ferocia inaudita, ora invece sembrava avere il completo controllo della situazione.

Povero illuso. Gli avrebbe fatto vedere lei con chi aveva a che fare. Nessuno poteva sfidare così il grande Lord Straw.

Erano a meno di cento metri dalle mura della base, quando una miriade di cannoni automatici e robottini cingolati aveva aperto il fuoco su di loro. Si erano fermati, iniziando a distruggere quei droidi uno ad uno. Ma ce n'erano a migliaia.

Per quanti robottini e cannoni distruggessero, ne arrivavano altri in continuazione. Fu Goku il primo a perdere la pazienza: < Ora basta! > urlò, trasformandosi in super sayan di quarto livello e lanciando una potentissima onda energetica. Tutti i robottini erano stati distrutti, e nel muro esterno della base si era aperto uno squarcio di almeno 50 metri quadri.

< Ora possiamo entrare... > disse infine. I quattro si avventurarono all'interno dell' apertura. Da quel momento in poi avrebbero dovuto prestare la massima attenzione: erano letteralmente nel cortile di casa del nemico.




...Aggiornamento veloce, quest'oggi... vorrei riuscire ad arrivare a 50 capitoli entro questa settimana XD
Dunque, vediamo... l'emblema reale sull'armatura di Vegeta direi che è d'obbligo: il principe stavolta sta davvero conducendo il popolo dei sayan (o quello che ne rimane) in una sanguinosa battaglia contro un avversario storico...
Korra dimostra ogni giorno di più di essere completamente schizzata... e Straw non si è ancora fatto vivo. Ma lo farà molto presto, e non sarà affatto piacevole...
Al prossimo capitolo, che speriamo arrivi prestissimo!
 

RED TAIL cap.50: il Dreadnought

< Maledizione! Che diavolo sta facendo quella stupida? Perché ha fatto entrare quei dannati scimmioni? Ora mi tocca occuparmene personalmente! Giuro che quando sarà tutto finito la sistemerò a dovere, quella maledetta sayan! >

Erano questi i pensieri di Lord Straw, mentre correva più veloce che poteva verso l'armeria della base. Come avevano fatto i sayan a penetrare nella base così in fretta? I casi erano due: o Korra si era fatta sconfiggere, oppure quegli scimmioni si erano divisi, lasciando qualcuno a combattere con lei e mandando gli altri alla sua fortezza. In entrambi i casi, però, c'era solo un'arma che avrebbe potuto salvarlo. Si trattava della sua ultima creazione: il Dreadnought.

Era arrivato. Non esitò neanche un attimo a salire a bordo della sua creatura e avviarla. Si allacciò le cinture di sicurezza e chiuse il portello dal quale era entrato. I monitor per la guida si attivarono, e l'enorme robot iniziò ad alzarsi in piedi...

Nel piazzale principale della fortezza, i quattro sayan si guardavano intorno cercando di capire dove trovare Straw: la sua aura si percepiva appena, al di sotto della torre più alta della base.

< Credo sia lì dentro... > disse Radish, indicando la torre. Nel momento esatto in cui il sayan finì la frase, l'intera base del grattacielo esplose, facendo lentamente crollare l'enorme torre su se stessa.

Izuki non si aspettava una cosa del genere: < Siete stati voi? > chiese incerta, non appena l'intera torre fu collassata.

Nessuno ebbe il tempo di risponderle: le macerie iniziarono a muoversi all'improvviso, spostandosi dal centro, come se qualcuno – o qualcosa – ci fosse intrappolato sotto.

E poi lo videro: un mostro di metallo gigantesco, alto almeno cinquanta metri: dal tronco uscivano due enormi braccia. La sinistra terminava con un cannone gigantesco, e l'altra con un lanciafiamme altrettanto grosso. La testa... beh, la testa non c'era. Al suo posto, una torretta con quattro grossi missili. Quattro enormi zampe spuntavano agli angoli della struttura centrale rotonda, facendo assomigliare quel bestione ad una specie di gigantesco ragno mutante.

< E' uffuciale – disse Yasira – questo tizio è un vero megalomane... >

< Bentornati, sporchi sayan... > disse una voce, proveniente dal robot. L'aura di Straw era proprio lì dentro.

< Guardate! Eccolo! > urlò Izuki, indicando un punto su quello che avrebbe dovuto essere il torace del robot. C'era un piccolo oblò al centro, e all'interno si intravedeva una figura. Era lui.

< Lord Straw, presumo... > disse Yasira, avvicinandosi

< Presumi bene. Ora muori... > rispose egli, prima di alzare la “testa” e sparare uno dei grossi missili. La ragazza lo bloccò con le mani, liberando tutta la sua forza e trasformandosi, ma quel coso era talmente potente che la stava spingendo all'indietro. Resasi conto di non poterlo respingere, Yasira riuscì a spostarsi, e l' ordigno andò ad esplodere poco lontano. L'esplosione fu talmente dirompente da creare una voragine enorme nel terreno, oltre a disintegrare una buona metà della base di Straw.

Nessuno era rimasto ferito, e Radish decise di contrattaccare subito. Sparò una raffica di colpi energetici abbastanza potente e prolungata da avviluppare l'intero robot in una nuvola di polvere, ma quando questa si diradò, Radish si ritrovò puntato contro il cannone montato sul braccio sinistro del mostro. Riuscì a spostarsi appena in tempo per non essere colpito da una violentissima onda energetica, che gli bruciacchiò la polsiera al braccio destro.

< Maledizione... quell'affare è coperto di regidium... > mormorò.

< AH AH AH!! Il mio Dreadnought è invincibile! Con i vostri patetici attacchi non fate altro che alimentare il mio cannone! Vi ucciderò tutti! > rise Straw, prima di puntare il lanciafiamme verso Goku. Il sayan fu abbastanza veloce da spostarsi, accorgendosi però che quella fiammata avrebbe potuto carbonizzarlo, nonostante la sua forza: < Accidenti... è davvero potente... > ringhiò.

Quel coso era un problema serio: come avrebbero potuto distruggere quel mostro di latta, se i loro attacchi venivano assorbiti in quel modo e Vegeta era l'unico a poter sfondare la sua corazzatura?

*

Korra scattò in avanti per attaccare, mentre Vegeta cercava di schivare i suoi attacchi per farle perdere energia e velocità. Lui avrebbe potuto disintegrare la sua armatura e renderla inoffensiva, ma c'era un problema che non aveva calcolato: quella bastarda si muoveva. Si muoveva così rapidamente che era quasi impossibile colpirla in pieno con tutta la forza.

< Come ho potuto essere così idiota da non tenere conto di una cosa così ovvia? > pensò Vegeta, cercando di farla stancare. Appena Korra avesse abbassato la guardia, avrebbe agito.

La ragazza lanciò un pugno, mentre Vegeta volò in aria sopra di lei per schivarlo: < Adesso! > pensò, colpendo più forte che poteva la ragazza sulla spalla destra con un calcio e mandandola a schiantarsi a terra più indietro.

Korra si rialzò, furiosa. Vegeta era di spalle e si stava girando lentamente verso di lei. Si stava preparando ad attaccarlo di nuovo quando notò uno strano sorrisetto sul suo volto: < Beh? Che hai da ridere? > chiese.

Vegeta non rispose, limitandosi ad alzare il braccio. Nella mano, Korra vide che teneva la spallina della sua armatura, che aveva appena rotto con quel calcio potentissimo.

Korra rimase di sasso. Girò gli occhi per un attimo, guardando la propria spalla destra coperta ora solo dalla maglia nera della battle suit: < No... non è possibile... COME DIAVOLO HAI FATTO ?!? >

Il ghigno sul volto di Vegeta si allargò: < E' quell'armatura che ti permette di assorbire i miei attacchi, vero? Quindi adesso dovresti essere un po' più debole... > disse, lasciando cadere a terra il frammento di armatura.

Korra scattò di nuovo all'attacco, incurante di ciò che era appena successo. Vegeta notò che aveva avuto ragione: era leggermente più lenta e più debole. Stavolta fu più semplice schivare i suoi colpi.

*

Izuki stava per essere centrata in pieno dal secondo missile sparato dalla testa del Dreadnought. Goku ebbe appena il tempo di lanciarsi su di lei e spingerla via, mentre la bomba cadeva sul carcere in cui erano stati rinchiusi dopo la loro cattura, polverizzandolo completamente. Nello stesso momento, Radish volava a destra e a manca per cercare di non farsi colpire dal lanciafiamme, mentre Yasira faceva lo stesso sotto la mira del cannone energetico. Quell'ammasso di ferraglia era velocissimo, nonostante le sue dimensioni. A complicare ulteriormente le cose, di tanto in tanto alcuni robottini superstiti si aggiungevano alla battaglia, sparando contro i sayan.

< AH AH AH AH AH!!! Potete correre, potete volare, ma non potete nascondervi, patetiche scimmie! Questa è la vostra fine! > gridò trionfalmente Lord Straw, dall'interno della cabina di pilotaggio del Dreadnought.

Goku dovette ammettere che quel tizio aveva ragione: dovevano trovare un modo per contrattaccare, e dovevano trovarlo in fretta.






...ed eccoci arrivati al capitolo 50!
A quanto pare Straw aveva un piccolo asso nella manica... neanche tanto piccolo.
Il lato positivo è che se non altro Vegeta se la cava benone!
Al prossimo capitolo!
 

RED TAIL cap.51: metallo contro spirito

Straw si stava divertendo. Vedere quei patetici sayan che scappavano da tutte le parti come delle formiche indifese era uno spettacolo unico. Gli rimanevano ancora due missili nella “testa”: decise di lanciarne un altro contro Yasira.

Stavolta la ragazza non si fece trovare impreparata: appena la bomba le fu vicino, scartò alla sua sinistra colpendola con un calcio e mandandola fuori traiettoria. Il proiettile fuori controllo centrò in pieno il gigantesco incrociatore spaziale di Straw, esplodendo in mille pezzi e spaccandolo in due.

< La mia nave! Maledetta sayan! Me la pagherai! > disse lo tsufuru, sparando una raffica di cannonate. Yasira faticò non poco per evitarle tutte.

Izuki aveva visto tutta la scena: quel missile era così potente da aver distrutto un'astronave corazzata con il regidium...

Le venne un'idea. Ma doveva aspettare il momento più adatto per metterla in pratica.

Qualche istante dopo, Straw decise di sparare l'ultimo missile: era il momento di agire. Appena vide il reattore dell'ordigno accendersi, Izuki si concentrò, sparando un'onda energetica verso di esso con tutta la forza che aveva in corpo.

Il missile esplose mentre era ancora all'interno della torretta. L'esplosione fu gigantesca, e Izuki riuscì appena in tempo a creare una barriera protettiva per non venire travolta.

Incredibile ma vero, sembrava che ce l'avesse fatta.

< Bel lavoro, Izuki! Complimenti! > gridò Goku, rivolto alla ragazza ancora sospesa a mezz'aria. Aveva il fiatone, ma sorrideva, convinta di essersi liberata una volta per tutte di quell'essere che la perseguitava da quando aveva otto anni.

Purtroppo, prima ancora che la nuvola di polvere si dissolvesse, una delle braccia del gigante di ferro saltò fuori colpendola in pieno e scaraventandola a terra. Subito dopo, l'enorme cannone del Dreadnought era puntato dritto su di lei. Yasira si precipitò sulla ragazza, riuscendo a toglierla di mezzo prima che finisse arrostita dal colpo.

Radish e Goku ormai riuscivano a vederlo: la torretta dei missili era distrutta, ma il resto del bestione era ancora intatto.

< Io vi odio, luridi sayan! > urlò Straw, colmo di rabbia.

Vegeta ormai stava avendo la meglio sulla sua avversaria: era riuscito a sorprendere Korra alle spalle, colpendola sul fianco sinistro con un calcio. Aveva fatto un bel buco nell'armatura della ragazza in quel punto, ed era anche certo di averle rotto almeno una costola. A questo punto per lui lo scontro era tutto in discesa.

Korra si rialzò faticosamente: < Tu... chi diavolo sei tu? > ringhiò. Non riusciva ad accettarlo: stava perdendo. Stava per essere sconfitta da un misero sayan.

< Pensavo che tu sapessi già chi sono io... >

Korra ormai stava per perdere anche quel po' di razionalità che le era rimasta. All'improvviso, lanciò una gigantesca onda energetica contro Vegeta. Il super sayan non si mosse di un centimetro, limitandosi a proteggersi con una barriera.

Vedendolo senza neanche un graffio, Korra si infuriò ancora di più: < Maledizione! Maledetto! Smettila! Smettila di restare illeso! Quell'attacco doveva vaporizzarti! Devi portarmi rispetto, hai capito? Portami rispetto e MUORI!!! > berciò, sparando una raffica di ki-blast. Era talmente furiosa che non tutti i colpi erano mirati verso Vegeta. Alcuni gli passavano accanto ed esplodevano dietro di lui. Aveva perso completamente la lucidità.

Di nuovo, Vegeta non si era mosso, proteggendosi con la barriera. Decise di provocarla un po', per farle abbassare definitivamente la guardia. Con fare distratto, si mise a parlare da solo: < Uhm... tra un po' è il compleanno di Crilin... devo ricordarmi di fargli gli auguri... >

< COSA?? Che stai dicendo?! >

< Magari dovrei fargli un regalo... una casa per lui e la sua famiglia lontano da quel vecchio pervertito, ad esempio... sono certo che C-18 mi ringrazierebbe... > continuò Vegeta con un atteggiamento riflessivo, solleticandosi il mento con le dita e guardando in alto.

< Cos'è, uno scherzo?! >

< Devo anche decidere cosa comprare alla moglie di Kakaroth... anche lei compie gli anni tra poco... >

< NON PRENDERMI IN GIRO!!! > ruggì Korra al limite della pazienza, lanciando una gigantesca sfera di energia verso l'avversario. Vegeta la evitò facilmente, comparendo dietro di lei: < Ehi, Korra, so che in questo momento non c'entra gran che, ma mi serve un parere femminile... > disse, avvicinandosi all'orecchio della ragazza. Korra reagì girandosi di scatto e cercando di colpire Vegeta con un pugno, ma lui le bloccò la mano, continuando tranquillamente a parlare: < Secondo te, cosa può piacere ad una casalinga isterica un po' in là con gli anni e con un marito disoccupato e un po' stupido? >

Korra lo colpì sul mento con l'altro pugno. Vegeta volò all'indietro, ma si fermò subito: < No, non credo che un pugno in faccia sia il regalo più adatto > ridacchiò, pulendosi il sangue dalla bocca.

Korra aveva perso le staffe del tutto. Ormai non sarebbe più stato un problema concludere quello scontro.

La situazione era molto più complicata per gli altri sayan: quel pachidermico robot era praticamente integro, e Izuki era ormai fuori gioco. Yasira la portò via e la fece stendere a terra, lontano dallo scontro, mentre Goku e Radish distraevano Lord Straw.

< Non è servito a niente... ho fallito... > sussurrò la ragazza rivolta a Yasira.

< Niente affatto. Hai scoperto il suo punto debole > rispose la principessa, sorridendole.

Izuki non capiva. Ma Yasira aveva notato che l'esplosione della torretta del mostro aveva aperto una piccola crepa nella copertura in regidium. Osservando meglio il robot, alla fine aveva elaborato un piano semplice ma geniale, degno della sorella di uno stratega come Vegeta.

Tornò sul campo di battaglia come una furia, colpendo con un calcio una delle quattro gambe. Il Dreadnought perse momentaneamente l'equilibrio.

< Ragazzi! Mirate alle giunture! >

< Alle giunture? > chiesero i due.

< Sì, alle articolazioni! Lo dobbiamo colpire dove non c'è il regidium! >

Goku osservò meglio il robottone: in effetti, nei punti come i “gomiti”, le “spalle” o le “ginocchia” di quel coso c'erano delle sottilissime feritoie tra le placche di regidium.

< Ho capito! Possiamo scavalcare la sua corazza! >

Yasira evitò l'ennesima lingua di fuoco sparata dal lanciafiamme: < Preparatevi, dobbiamo disarmarlo! Radish, tu e io miriamo alla spalla destra, Goku, tu prendi la sinistra! >

< Ricevuto! > rispose Radish

< Stacchiamogli le braccia! > aggiunse Goku.

Attesero qualche secondo il momento più opportuno, per poi sparare i loro attacchi con tutta la forza che avevano. I colpi andarono perfettamente a segno. Prima il braccio sinistro del mostro e poi quello destro si staccarono dal corpo del gigante, lasciando il Dreadnought completamente disarmato.

< NOO!!! Maledetti! Che cosa avete fatto!? > urlò Lord Straw, all'interno del suo mostruoso veicolo.

< E' finita, Straw. Vieni fuori >. disse Goku, di fronte al mostro mutilato.

Straw capì che non poteva vincere. Era ora di giocarsi la sua ultima carta: < D'accordo... questa volta avete vinto voi... ma non finisce qui! > disse.

Le gambe del mostro si posizionarono tutte e quattro allo stesso angolo. Improvvisamente, da sotto i quattro piedi scaturirono delle grosse fiammate, e il Dreadnought iniziò a decollare.

< Ehi! Sta scappando! > urlò Radish, in mezzo al turbinio dei quattro motori del robot.

< Dobbiamo fermarlo! Non possiamo lasciarlo andare via così! > rispose Goku.




...Cinquantunesimo capitolo!
E così, mentre Vegeta si diverte a trollare Korra, facendola incazzare sempre di più, gli altri sono quantomeno riusciti a disarmare Lord Straw.
Riusciranno adesso ad impedirgli di fuggire per la seconda volta?
Al prossimo capitolo!!
 

RED TAIL cap.52: l'ira dei sayan

Vegeta si lanciò di nuovo all'attacco, colpendo Korra in pieno volto con un pugno micidiale. La ragazza si rialzò subito con una mano sulla bocca. Sanguinava copiosamente dal naso e dalle labbra spaccate. Ma si rimise subito in posizione.

< Non deve per forza finire così... > disse Vegeta tranquillamente.

< Che vuoi dire? >

< Non lo vedi? Non sei più in grado di combattere. Dovresti arrenderti >

< Te lo puoi scordare! > rispose lei, preparandosi ad attaccare di nuovo. Ma Vegeta era più veloce: un calcio in faccia la spedì all'indietro. Vegeta la intercettò con la super velocità, colpendola alla schiena e frantumando la parte posteriore della sua corazza. Korra fu proiettata in aria, ma Vegeta la intercettò di nuovo, centrandola con entrambi i pugni sullo stomaco e mandando in pezzi quel poco che ancora restava dell'armatura. Korra si schiantò al suolo, ormai inerme. Vegeta scese a terra a sua volta, tornando normale.

Aveva vinto. Della corazza in regidium di Korra non era rimasto più nulla, e il corpo della ragazza era coperto solo dalla maglia nera della battle suit. Vegeta si avvicinò, prendendola per la lunga treccia di capelli scuri e sollevandola. Non la sentì lamentarsi: era svenuta.

Solo allora si accorse che l'aura di Lord Straw si stava muovendo. Voltatosi verso la base, scorse uno strano oggetto che stava decollando...

Goku e Yasira si erano lanciati all'inseguimento di Straw, mentre Radish non era altrettanto veloce. Erano proprio sotto al Dreadnought, quando videro un grosso portello aprirsi alla base del busto. Si trattava di un altro motore, quello principale e più grosso: infatti riuscirono ad evitare la fiammata che scaturì dal portello solo per pochi centimetri.

Goku a quel punto ebbe un'illuminazione: < Yasira, mi è venuta un'idea! Spariamo al motore centrale! >

< Giusto! Non può essere blindato anche all'interno dei reattori! >

< Forza, facciamogli vedere di cosa sono capaci i sayan! >

I due sprigionarono tutta la loro forza, lanciando contemporaneamente i loro colpi più potenti dritti dentro al reattore principale del robot. Poco dopo li raggiunse anche Radish, e perfino Izuki, che si era appena ripresa. Anche loro attaccarono il mostro in fuga.

< Questo è per tutto quello che ci hai fatto, Straw! > urlò Goku.

Lord Straw non ebbe neanche il tempo di accorgersene: i monitor si spensero, poi una gigantesca fiammata avvolse l'abitacolo, bruciandolo lentamente.

Il Dreadnought si stava lentamente disintegrando, e i quattro raggi di energia congiunti lo stavano spedendo dritto contro la stella di Cariddi. La gamba posteriore destra del bisonte si era già staccata, insieme ad altri pezzi e detriti più piccoli, quando la navicella andò a collidere con la superficie della stella.

In qualche modo, Straw era ancora vivo quando la sua creatura colpì Cariddi. Morì atrocemente e lentamente, solo dopo essersi reso conto della vera potenza dei sayan e della loro ira.

Yasira e Goku tornarono normali pochi attimi dopo che l'aura di Straw era sparita del tutto.

< Ehi!! > li chiamò Vegeta. I quattro lo videro in piedi sotto di loro, con le braccia incrociate e il volto sorridente. Non era uno dei suoi soliti mezzi sorrisetti, però: stava sorridendo davvero, stavolta.

Quando furono scesi a terra, Yasira come al solito gli saltò al collo, facendolo arrossire leggermente. Ancora non ci credeva, come gli altri del resto, ma avevano vinto. Era finita davvero.

Izuki si avvicinò timidamente ai due. Vegeta però non le diede neanche il tempo di parlare: < Prima che tu me lo chieda, la risposta è sì, Korra è ancora viva... >

< Davvero? Dov'è? > chiese Goku.

< Dove abbiamo combattuto. È svenuta – rispose Vegeta, cercando di staccarsi di dosso Yasira – e Straw, invece? Che fine ha fatto? >

< Beh, lui è da qualche parte lì dentro... > gli rispose Radish ridacchiando, mentre indicava la stella rossastra di Cariddi all'orizzonte.

< Tsk, una fine in grande stile... a proposito, vedo che qui avete fatto festa > continuò Vegeta, riuscendo finalmente a staccarsi dalla sorellina.

Fu proprio Yasira a rispondergli: < Non è stata tutta colpa nostra... anzi, a dire la verità la maggior parte di questo macello l'ha combinato Straw da solo... Ehi! Aspetta un momento! > L'attenzione della ragazza si era rivolta al simbolo rosso della famiglia reale sull'armatura del fratello: < E quello da dove arriva? >

< E' un regalo... > rispose Vegeta scherzando.

< Come sarebbe un regalo? Lo voglio anch'io! Dimmi dove l'hai preso, uffa! >

< Su, non ti arrabbiare, chiederò a Kaioshin di fartene uno... >

< Sul serio? Promettimelo! >

< Ok, ok, lo prometto. Basta che la smetti di fare la bambina viziata... >

< Non mi chiamare “bambina viziata” di fronte alla terza classe! > concluse lei, cercando di sembrare arrabbiata, ma fallendo miseramente.

Tutti se la stavano ridendo, Yasira compresa, quando all'improvviso Radish li interruppe: < Ehm... ragazzi... >

I suoi compagni guardarono prima lui e poi il punto che stava indicando: sembrava impossibile, ma Korra era lì a pochi metri.

Si reggeva in piedi a malapena; era gravemente ferita. Le spalle erano ricurve e le braccia penzolavano verso terra. Il volto era una maschera di sangue, e diverse ferite ed ematomi si vedevano sulle gambe e sulle braccia. Un profondo taglio su un fianco le lacerava la battle suit, sanguinando abbondantemente: < Maledetti... > sibilò.

Izuki era stata come folgorata da quella apparizione. Lentamente, come un automa, provò ad avvicinarsi di qualche passo. < Izuki, stai indietro! > le urlò Goku, preparandosi a combattere.

Fu in quel momento che successe una cosa strana: Korra doveva aver sentito il nome “Izuki” e l'espressione sul suo volto era cambiata: il suo sguardo si era fissato sulla ragazza dai capelli corti e dall'espressione triste e sorpresa che aveva tentato di avvicinarsi a lei.

Un pensiero vago, sbiadito, forse un ricordo, forse un'allucinazione... due bambine che giocavano, sorridenti e spensierate... era talmente inverosimile da sembrare il ricordo della vita di un'altra persona. Eppure qualcosa le diceva che non era così, che quel ricordo era davvero suo...

Ma non poteva essere sicura di quello che credeva di pensare, e non poteva, o forse non voleva, fidarsi di quelle persone. Era tutto troppo confuso, magari era addirittura una trappola. Aveva bisogno di poter mettere in ordine i suoi pensieri: < Vegeta... > disse con il poco fiato che le rimaneva.

< Che c'è? Non hai ancora capito che hai perso? > rispose quest'ultimo, sistemandosi il guanto sinistro.

Korra non raccolse la provocazione: < Io vi ho concesso un ultimo desiderio, ricordi? Ho combattuto contro di te senza inseguire gli altri... ora voglio che voi facciate lo stesso con me... > concluse, alzando un braccio, con il palmo della mano rivolto verso terra.

Nessuno le rispose. Korra continuò: < Non seguitemi... > disse, lanciando un potente ki-blast contro il terreno sabbioso proprio sotto di lei. Una gigantesca nuvola di sabbia si sollevò all'istante, accecando temporaneamente i suoi cinque avversari, abbastanza a lungo da permetterle di allontanarsi.

< Dov'è andata? > chiese Yasira mentre il polverone si diradava. La risposta alla sua domanda arrivò sotto forma di una piccola navicella monoposto sayan che le passò vicino diretta verso lo spazio aperto.

< Tsk, allora quello di scappare è diventato un vizio... > disse la principessa, trasformandosi di nuovo in super sayan e preparandosi a distruggere la navicella. Una voce nella sua testa, però, la fermò prima che attaccasse: < Fermati, Yasira... >

< Cosa? Ehi, ma... tu sei Kaioshin, vero? >

< Sì, vi sto parlando telepaticamente... lasciala andare, non serve che tu la attacchi... >

< Serve eccome! Quella è matta come un cavallo! Non possiamo lasciarla libera! >

< Yasira, tra poco Korra non potrà più farvi del male... >

Anche gli altri avevano sentito la conversazione. Goku diede voce alla domanda che ora tutti si ponevano: < Kaioshin, che vuoi dire? >

< Voglio dire che tra poco Korra morirà... >




...Siamo arrivati al capitolo 52!!
Cosa dire se non: CHE SFIGA. Con tutta la fatica che ha fatto Vegeta per trattenere i suoi istinti omicidi evitando di terminare Korra, adesso salta fuori Kaioshin con una rivelazione shock come questa. Chissà cos'avrà voluto dire...
Comunque, il lato positivo è che Lord Straw è tragicamente deceduto. Ed era talmente una mezza cartuccia che non è neanche servito l'intervento di Vegeta.
Al prossimo capitolo!

RED TAIL cap.57: una nuova missione

La Capsule Corporation era piena di gente: Bulma aveva chiamato tutta la squadra Z a rapporto nella sua grande casa, per cercare di capirci qualcosa di tutta quella inverosimile situazione. Era così che aveva appreso, dalle parole di Junior e Majin Bu, che quella misteriosa ragazza venuta dallo spazio era molto probabilmente una sayan, e che in qualche modo aveva sconfitto e catturato Goku, Radish e Yasira, subito dopo aver ucciso tutti gli altri. Ovviamente, nessuno sapeva nulla di Izuki, di Lord Straw, di come Vegeta fosse miracolosamente scampato alla morte nello spazio aperto, o di come persino i Kaioshin e i namecciani fossero stati, a vario titolo, coinvolti in quella storia.

Quando quattro aure familiari, più una sconosciuta, comparirono all'improvviso vicinissime a loro, tutti se ne accorsero immediatamente. Si precipitarono all'ingresso, scorgendo i cinque sayan in giardino, che camminavano tranquillamente e silenziosamente verso di loro.

Sembrava quasi irreale: non erano feriti, a quanto pareva, e le loro espressioni erano rilassate e distese. Due cose non quadravano: innanzitutto erano vestiti tutti in battle suit, compreso Goku, tanto da sembrare davvero una squadra d'assalto del defunto e glorioso esercito sayan, e poi... erano in cinque anziché in quattro.

Ma questi dettagli non impedirono a nessuno di fiondarsi ad abbracciarli: Vegeta fu travolto da Bulma, Bra e Trunks, mentre Yasira fu il bersaglio designato di C-17, Tarble e Saleen. Chichi e Gohan presero di mira Goku, mentre Goten e Pan si fiondarono su Radish. Era un momento davvero memorabile, che durò almeno cinque minuti abbondanti.

Ma, com'era inevitabile, l'idillio prima o poi doveva essere spezzato: Bulma e Chichi ad un certo punto iniziarono ad inquisire a raffica: < Che cosa vi è successo? Perché siete vestiti così? Dove siete stati? Non siete feriti? Eravamo morti davvero o siamo stati ipnotizzati in massa? >

Junior, un tipo di gran lunga più pratico rispetto alle due donne terrestri, si avvicinò ad Izuki, ponendo una domanda diversa: < Tu sei un'altra sayan, vero? >

Sentendolo parlare, le due si staccarono dai rispettivi mariti, e stavano per scagliarsi sulla malcapitata sayan con propositi di linciaggio, credendo che fosse lei la fantomatica responsabile di tutto quel casino. Fu Gohan a calmare le acque: < No, non è lei... è una sayan, ma non è lei ad averci attaccato... > disse, ricordando il volto, le cicatrici e soprattutto lo sguardo assassino di Korra, e non notando niente di simile negli occhi di Izuki.

Più tardi, nel salotto più grande della CC tutti pendevano dalle labbra dei cinque sayan. Fu necessario un bel po' di tempo per spiegare a tutti come erano andate le cose.

Era una storia che aveva dell'incredibile. Ma la cosa importante, al momento, era che quella storia non era ancora finita. La cosa più importante era che dovevano assolutamente trovare Korra.

< Avete qualche idea su dove possa essersi nascosta? – chiese Bulma – insomma, sicuramente si sente minacciata da voi, e probabilmente sarà scappata per cercare di evitarvi... >

Era vero. Indubbiamente Bulma aveva ragione, soprattutto considerando che Korra aveva chiesto loro di non seguirla subito prima di fuggire...

< Purtroppo io non ho la più pallida idea di dove possa essere... > rispose Izuki, sconsolata.

< Io direi di cominciare dal pianeta Glease... > le suggerì Tarble.

< Come mai? >

< Beh, è lì che l'avete vista per l'ultima volta... e poi se ha usato una navicella presa dalla base di questo... come si chiama? >

< Straw... >

< Sì, ecco, di questo Straw, forse in quella base ci sarà qualche indizio sulla direzione che ha preso... >

< Hai ragione... è un'ottima idea... > rispose Izuki

< Perfetto – riprese Tarble – Verrò anch'io con te, nel caso Korra decidesse di attaccarti. Ho proprio voglia di sgranchirmi un po'... tra l'altro non conosciamo il livello di forza di Korra, ma io sono un super sayan... non dovrei avere problemi contro di lei, adesso che non può più assorbire la mia energia... >

< Buona idea, Tarble. Kakaroth può portarvi lì in un attimo. Verrà con voi anche Radish... > disse Vegeta.

Radish era stato colto di sorpresa: < Scusa, Vegeta, puoi ripetere? >

< Non ce n'è bisogno. Mi hai sentito perfettamente >

< Ma... ma... ma... >

< Niente ma, Radish. È il momento di testare la tua forza... >

< MA SEI IMPAZZITO??? Quella potrebbe... >

< Smettila di frignare, non è neanche detto che ti attacchi... e poi se anche lo facesse sareste in tre contro un nemico ferito ed esausto, cosa vuoi che ti succeda? >

Goku si intromise: < Scusa, Vegeta, ma allora in tutto saremo in quattro... ci sarò anch'io... >

< No, non credo, Kakaroth... credo che tu dovrai tornare immediatamente qui, subito dopo averli lasciati su Glease... >

< Cosa? Come mai? >

< Per un motivo che adesso si trova proprio alle tue spalle... >

Goku si voltò di scatto: a meno di mezzo metro da lui, Chichi lo squadrava con occhi di fuoco, brandendo una padella antiaderente: < Dì un po', Goku... non avrai intenzione di metterti a girovagare per tutto lo spazio in cerca di una donna... VERO?? >. Aveva finito la frase ringhiando, e puntandogli l'orlo della padella sul naso. Goku dovette fare del suo meglio per tenere i nervi saldi e non farsela sotto: < Ma no, AMORE MIO, LUCE DEI MIEI OCCHI, MIA UNICA RAGIONE DI VITA, che cosa ti viene in mente??? >

Chichi abbassò la sua arma lentamente, fissando il marito negli occhi per essere sicura che la velata minaccia avesse avuto il massimo effetto possibile. Vegeta abbassò la testa sconsolato, sapendo che ormai pure lui era più o meno prigioniero, anche se non ai livelli di Kakaroth.

Mentre tutti se la ridevano alle spalle del povero Goku, Radish provò ad insistere: < Io continuo a non capire perché vuoi spedirmi in cerca di Korra... > disse, rivolto a Vegeta. Il principe gli rivolse un sorriso sarcastico: < Te l'ho già spiegato: è il momento di verificare di quanto il nostro addestramento ti ha reso più forte. E comunque, mio caro Radish... >

fece una pausa alzandosi dal divano su cui era seduto, per avvicinarsi al sayan dalla folta criniera e mettergli un braccio intorno alle spalle: < La mia non era una richiesta. Era un ordine. E tu lo sai che se ti rifiuti troverò un modo per fartene pentire amaramente... un modo che molto probabilmente coinvolgerà anche Bra e Saleen... > concluse sorridendo, con un tono mellifluo e vellutato.

Gli occhi di Radish si dipinsero di puro terrore: non succedeva quasi mai, ma ogni volta che sgarrava, Vegeta sguinzagliava figlia e nipote per punirlo. E non era mai un'esperienza piacevole. Una volta, quattro anni prima, si era ritrovato a giocare alla parrucchiera con Bra. Aveva rischiato di morire di vergogna, truccato di tutto punto e con i capelli acconciati in tre enormi trecce che avevano richiesto l'uso di un piede di porco e un intero week-end di lavoro per essere sciolte.

Saleen, in genere, non lo umiliava in quel modo. Si limitava a pestarlo. Molto forte. Insomma, Radish aveva molta più paura di quelle due pesti che non di Korra: < Va bene... allora andiamo... > disse, sconfitto, abbassando la testa e avvicinandosi a Goku, che aveva un'espressione altrettanto afflitta: lui, diversamente da Radish, aveva voglia di combattere... ma contro Korra, non contro le minacce di Chichi.





Eccoci tornati sulla Terra, e ancora non si capisce se Korra è viva o morta.
Povero Radish. Però anche Goku ha le sue belle disgrazie (Chichi).
Bene, al prossimo capitolo!

RED TAIL cap.60: in coma

Avevano deciso di tornare immediatamente sulla Terra. Era bastato che Tarble e Radish aumentassero la loro aura perché Goku li localizzasse e li venisse a prendere con il teletrasporto. Se non altro Chichi gli aveva permesso di fare almeno quello. Appena arrivò, fu colpito dall’aspetto di Korra, ancora svenuta. La sua espressione era distesa e rilassata come non si sarebbe mai aspettato di vederla. Sembrava così innocua ed innocente, che Goku faticava a credere che fosse la stessa pazza scatenata che aveva sconfitto tutti loro appena un giorno prima.

Sulla Città dell’Ovest era ancora notte inoltrata quando i sayan apparvero nel giardino interno della Capsule Corporation. Non si aspettavano nessuno ad accoglierli, e furono sorpresi di trovare Yasira, con una faccia assonnatissima, appoggiata su uno dei numerosi tavolini: < Allora era ancora viva, eh? > chiese la principessa, notando la seppur debole aura della sayan ancora incosciente. La sua voce era impastata dal sonno, segno che si era appena svegliata.

Goku non le rispose direttamente: < Dovremmo portarla in infermeria > disse invece. Yasira fece un’alzata di spalle prima di dirigersi all’interno del grosso edificio, con gli occhi semichiusi e grattandosi la pancia sotto la maglietta. Izuki, che teneva Korra in braccio, la seguì a ruota, e così fecero tutti gli altri.

Dopo averla medicata, Korra fu fatta stendere su uno dei lettini. Non c’era che dire, Vegeta l’aveva davvero conciata per le feste, tanto che la ragazza non aveva dato il benché minimo segno di volersi svegliare. Probabilmente Polunga aveva tolto quelle placche sottocutanee appena in tempo: la sua aura era più debole persino di quella di Bulma, e non ci sarebbe stato da stupirsi se non si fosse svegliata più. Non le era davvero rimasto un briciolo di forza in corpo.

Non appena la ragazza fu sistemata, Yasira si avviò verso la porta sbadigliando. < Ti importa davvero così poco? > le chiese Tarble, sorridendo un po’ forzatamente. Yasira non si voltò nemmeno: < Ho già fatto anche troppo. Non ho nessuna intenzione di perdere altro sonno per lei > disse con voce assonnata, sparendo nel corridoio.

Da un certo punto di vista Yasira aveva ragione, d’altronde ora non rimaneva che aspettare, ma c’era un grossissimo problema che la principessa sembrava prendere sotto gamba: cosa sarebbe successo quando Korra si fosse svegliata? Come avrebbero dovuto comportarsi con lei? E lei come avrebbe reagito?

Due giorni dopo, Korra non dava ancora segno di volersi svegliare. Bulma era tesa come una corda di violino: aveva paura che quella pazza distruggesse l’intera città al suo risveglio. Tutti cercavano di rassicurarla dicendole che la sua aura, anche se era leggermente aumentata da quando l’avevano ritrovata quasi morta su Heuler, era comunque molto debole: < Ridotta così, il massimo che può distruggere è il lettino su cui è distesa >, le aveva detto C-17 sorridendo.

Izuki era incredibilmente provata: non si era mai allontanata dal capezzale della sua amica d’infanzia. Quasi non dormiva e mangiava pochissimo, cosa ancora più grave considerando il suo metabolismo da sayan. Ormai persino Vegeta e Yasira si stavano preoccupando per lei.

< Assurdo. Ormai mi sono ridotta a fare da babysitter a quelle due... > pensava Yasira dirigendosi verso l’infermeria dopo gli allenamenti mattutini. Infatti, nonostante tutti i suoi buoni propositi di menefreghismo, la principessina non riusciva a non preoccuparsi per loro. Forse perché erano due sayan come lei, o forse perché Izuki si stava lasciando morire di stenti per vegliare sulla sua amica, e Korra avrebbe potuto scatenare un putiferio al suo risveglio se non fosse stata debitamente sorvegliata, fatto sta che Yasira si ritrovava a passare spesso per l’infermeria.

Ogni volta che il suo sguardo si posava su Korra, non poteva fare a meno di notare la sua espressione angelica da ragazzina innocente, la stessa che Goku e tutti gli altri avevano notato quando l’avevano portata lì. Era anche una ragazza piuttosto carina, quando la sua faccia non era contratta in quell’orribile ghigno malefico e deviato.

< Dovresti mangiare qualcosa > disse, sovrappensiero, rivolta ad Izuki.

< Non ho fame >, replicò lei con lo stesso identico tono.

< La sua aura sta aumentando. Si riprenderà di sicuro, non serve che tu resti seduta lì... >

< Voglio essere qui quando si sveglierà. Devo sapere se si ricorda di me o se quel mostro l’ha soggiogata del tutto >.

Yasira non rispose. Dovevano essere davvero grandi amiche, da bambine. Ma era ovvio, erano le uniche due della loro specie su quel pianeta su cui erano state spedite... in un certo senso, la loro storia non era molto diversa dalla sua.

*

Non avrebbe saputo dire dopo quanto tempo aveva riaperto gli occhi. Potevano essere passati tre minuti oppure tremila anni; non lo sapeva. Ormai non sapeva più nulla.

Quello che sapeva era che non si trovava nello stesso luogo dove aveva perso conoscenza: era in una stanza molto ampia, non in quella claustrofobica navicella spaziale. Ebbe il tempo di accorgersi che, stranamente, quella terrificante sensazione di soffocamento e oppressione che si sentiva addosso durante il suo viaggio nello spazio non c’era più. Si sentiva quasi bene. Certo, a parte il fatto che si sentiva tremendamente debole e che tutti i suoi muscoli urlavano dal dolore. Eppure, le ferite che aveva riportato contro Vegeta non le facevano poi così male. C’erano dei cerotti e delle garze che le coprivano...

Non riuscì a pensare a nient’altro, però, perché lo sgomento iniziò subito a prendere il sopravvento su di lei: era tutto buio. L’unica luce che c’era era quella, vagamente spettrale, proveniente da una finestra semiaperta, che dava sulla notte fonda che regnava su quel luogo.

Aveva sempre avuto paura del buio. Era una cosa che l’accompagnava sin da quando era piccola. Non poteva farci niente. Ma questa volta, il suo istinto le disse che non doveva assolutamente andare nel panico: doveva capire dove si trovava.

Guardò alla sua sinistra, e lo sgomento iniziale salì alle stelle in un attimo: sul lettino accanto a lei c’era una ragazza che dormiva. La riconobbe subito: quella era una dei sayan!

All’improvviso, tutte le domande che le avevano martellato la testa durante la sua fuga da loro tornarono ad investirla come un fiume in piena, accompagnate da altre domande ancora più pressanti: dove si trovava? Era forse stata fatta prigioniera? E cosa ci faceva lì quella sayan?

Con uno sforzo supremo di volontà, riuscì a non muoversi e a non fare rumore. Quella ragazza non si era svegliata.

Si alzò dal letto con circospezione, cercando di fare meno rumore possibile, anche se le gambe, la schiena e le braccia le dolevano tremendamente. Si avvicinò all’altra ragazza per guardarla meglio: perché aveva la sensazione di averla già vista prima della battaglia con i sayan? E soprattutto, che cosa stava aspettando a farla fuori? Era lì, addormentata, completamente indifesa, e sarebbe stato un giochetto da ragazzi eliminarla. Ma qualcosa le diceva che sarebbe stato un terribile, terribile errore.

C’erano un sacco di domande senza risposta. Quel buio la spaventava e non la aiutava a ragionare. A quel punto, una cosa era certa: prigioniera o no, doveva andarsene subito. Doveva scappare via, all’istante.

Si avvicinò di soppiatto alla finestra, aprendola lentamente. L’aria fredda e pungente della notte la investì in pieno, facendole notare di essere vestita solo con una battle suit logora, senza corazza e lacerata su un fianco. Lo strappo nella maglia dovuto allo scontro con Vegeta era stato allargato ancora di più quando era stata medicata.

Già, perché qualcuno l’aveva medicata. Quelle garze e quei cerotti non le erano certo saltati addosso da soli. Comunque quelli erano dettagli secondari.

Si arrampicò sul davanzale, voltandosi per un attimo per assicurarsi che quella ragazza o chiunque altro non si fosse accorto di nulla, prima di spiccare il volo nel più completo silenzio.




Beh, che dire, ecco il capitolo 60.
Korra sta diventando una fonte inesauribile di problemi. La cosa più semplice a questo punto sarebbe internarla in un bel manicomio e non pensarci più. Peccato che probabilmente non esistono manicomi abbastanza resistenti per tenerla sotto chiave XD
Vedremo come i nostri cari sayan risolveranno la situazione! Al prossimo capitolo!

RED TAIL cap.61: una mente confusa

Nessuno si accorse di nulla fino al mattino seguente. Izuki non si dava pace: < Non è possibile... mi è sfuggita da sotto il naso... è tutta colpa mia... > diceva, ormai sull’orlo della disperazione. Goku si era recato alla CC per allenarsi, e aveva scoperto così della fuga di Korra durante la notte.

Yasira si avvicinò ad Izuki: < Non preoccuparti. La troveremo. In ogni caso dovresti essere contenta... >

< Cosa? Korra è scappata! Come faccio ad essere contenta? >

< Sei ancora viva... >

Izuki non capiva. Yasira riprese: < Non ha cercato di ucciderti nel sonno... se n’è andata e basta. Forse si ricorda di te, no? È già un inizio... >

Izuki cominciò a calmarsi: < è vero... non ci avevo pensato... >

C-17 si intromise nella discussione: < Resta comunque il fatto che non è sicuro lasciarla a piede libero. Dobbiamo trovarla... >

Vegeta e Goku discutevano tra loro, in disparte dal resto del gruppo: < Non può essere andata lontano, nel suo stato... secondo me è ancora in città > disse il più giovane.

< Sono d’accordo, ma questo può essere un problema... io non riesco a trovare la sua aura, in mezzo a tutta questa gente... e poi forse è capace di azzerarla come noi... > rispose il principe.

Yasira si decise: < Setacciamo la città dall’alto. Da qualche parte dobbiamo pur cominciare >

< Buona idea. Andiamo >

Tutti spiccarono il volo in direzioni diverse. Yasira iniziava a sentire lo stress: < Quella matta ci farà diventare più matti di lei, di questo passo... > brontolò, dirigendosi verso sud-est.

*

Era scappata volando per parecchi chilometri, accorgendosi che si trovava in una gigantesca metropoli, che stranamente aveva qualcosa di familiare. Poi era scesa a terra e aveva deciso di continuare a piedi: era ancora troppo debole per continuare volando, e inoltre così c’erano meno probabilità di farsi intercettare da eventuali inseguitori.

Faceva piuttosto freddo, quella notte. Tra l’altro, lei aveva addosso solo i pantaloncini e la maglia strappata della sua battle suit. Era persino scalza: le avevano tolto guanti e stivali quando l’avevano curata, e lei non aveva avuto il tempo di mettersi a cercarli prima di scappare.

Chi era stato a medicarla? Su che pianeta era capitata? Che diavolo stava succedendo?

Ecco che le domande senza risposta ricominciavano a tormentarla. Era esausta.

Arrivò in un quartiere degradato di periferia alle prime luci dell’alba. Si infilò dentro ad un grande edificio abbandonato, dall’aspetto piuttosto tetro. Si trattava di un vecchio hotel da poco in disuso. Era ridotta così male che perfino sfondare una finestra per introdursi all’interno era stato difficoltoso.

Ritornò con la mente a quella sayan che dormiva vicino a lei. Le sembrava che l’avessero chiamata Izuki.

Appena ripensò a quel nome, le tornò il ricordo di quelle due bambine sorridenti che giocavano. Ma chi erano? Possibile che...

No. No, era assurdo. Non poteva trattarsi di loro due...

Eppure, quella bambina con i capelli corti assomigliava moltissimo a quella sayan...

*

Tarble si era diretto alla periferia della città. Un intero quartiere in quella zona era abbandonato ormai da anni, e non ci abitava più nessuno. Si sentiva solo un’aura nell’intera zona...

*

Korra si infilò in una delle stanze del primo piano, in cui trovò un letto che aveva ancora le lenzuola. Prese una coperta impolverata e se la avvolse intorno alle spalle, cercando almeno di proteggersi dal freddo. Non sapeva se era saggio fermarsi lì, ma non riusciva più a stare in piedi dalla stanchezza. Decise così di sedersi su una delle poltrone che c’erano nella stanza.

Più cercava di vederci chiaro e più sentiva di non riuscire a cavare un ragno dal buco. Peggio ancora, non sapeva come fare per cercare spiegazioni.

Si trovava lì da circa un’ora quando sentì un rumore sinistro provenire dal tetto. Decise di andare a controllare.

Appena arrivò, accostando la porta delle scale che davano sul terrazzino del tetto, non riuscì a credere ai propri occhi. Lo aveva riconosciuto subito.

Quello che se ne stava lì in piedi a braccia conserte guardando nella sua direzione era Tarble.

Ma com’era possibile? Lui doveva essere morto... non poteva essere vero! Si ricordava di avergli trapassato il cuore con un raggio d’energia...

< Forza, esci fuori... lo so che sei là dietro... > disse egli, guardando la porta socchiusa. Korra trasalì: come aveva fatto a trovarla?

Non sapeva che fare. Non era assolutamente in grado di combattere con lui in quelle condizioni...

Non ebbe il tempo di pensare a cosa fare, perché il sayan si era avvicinato con calma alla porta, aprendola lentamente con un braccio. Korra aveva pensato che quella fosse la sua fine. Era scattata in guardia, facendo scivolare a terra la coperta che aveva sulle spalle, decisa a morire combattendo.

Invece non era successo niente. Pochi attimi dopo Tarble le aveva dato le spalle, aveva fatto qualche passo verso il cornicione e poi si era girato di nuovo verso di lei: < Immagino che tu abbia parecchie domande... >

Korra non rispose. Parecchie? Un migliaio! Ma cosa poteva fare? Chiedere a lui?

< Perché scappi e respingi coloro che possono darti delle risposte? > continuò il minuto sayan, con voce tranquilla.

Korra trasalì di nuovo, ma ancora non si decise a parlare. Come poteva fidarsi di... di... di uno che doveva essere morto? Però ormai le assurdità erano così tante che non vedeva alternativa.

< Coraggio, vieni fuori. Non è bello parlare attraverso una porta. Prometto di restare fermo qui e di non muovermi, se è questo che ti preoccupa... > disse lui. Korra si limitò a raccogliere la coperta e fare qualche passo verso di lui, uscendo dal vano della porta.

Tarble si accorse che forse aveva capito come prenderla: difficilmente lei gli avrebbe chiesto qualcosa, così decise di essere lui a spiegarle come erano andate le cose. Si appoggiò al cornicione iniziando a parlare tranquillamente: < Ora ti trovi sul pianeta Terra. Lo stesso pianeta che hai attaccato qualche giorno fa. Ti abbiamo trovata svenuta dopo lo scontro con Vegeta e ti abbiamo portata qui per curarti... >

Korra ci mise parecchio a rispondere. Non credeva ad una sola parola: perché mai i sayan avrebbero dovuto aiutarla? Perché avrebbero dovuto preoccuparsi per lei, che li aveva attaccati e decimati? Però, quello poteva essere benissimo il pianeta Terra...

In quel momento, si accorse di essere nella stessa città che aveva distrutto al suo arrivo lì. Quindi era vero, l’avevano riportata sulla Terra. Ma com’era possibile che avessero ricostruito tutta la città in così poco tempo? E poi, lui come faceva ad essere ancora vivo?

Si limitò alla prima domanda: < Perché proprio voi sayan avreste dovuto aiutarmi? > chiese.

< Beh, per vari motivi. Perché lo dovevamo alla tua amica, per esempio. Magari tu nemmeno ti ricordi di lei adesso, ma io so che lei tiene molto a te... sai, Izuki non si è mai allontanata dal tuo letto quando eri svenuta >

Di nuovo quel nome. Izuki. La sua amica Izuki... Un momento... Questo significava che quella ragazza era davvero la bambina di quel lontano ricordo? Quindi lei era stata amica di una sayan, in passato? O forse addirittura... no...

< O magari perché anche tu sei una sayan... > riprese Tarble, come se fosse la cosa più naturale del mondo.





Rieccomi di nuovo!
Il tatto di Tarble sugli argomenti delicati non è il massimo, vero? Vedremo quali saranno le reazioni...
Al prossimo capitolo!

RED TAIL cap.64: preparativi

Vegeta avanzava con passo lento e risoluto all’interno del cerchio formato da tutti gli altri. Si fermò appena arrivato al centro. Rimase lì immobile per qualche secondo, con gli occhi chiusi e un’espressione concentrata, poi la sua bocca si contrasse in un piccolo sorrisetto.

Aprì gli occhi e alzò la testa: < Quando volete > disse semplicemente.

Tutti gli altri guerrieri, sayan e non, lo attaccarono immediatamente. Ma nessuno fu in grado di toccarlo nemmeno con un dito, perché a Vegeta fu sufficiente aumentare improvvisamente la propria aura per spazzarli tutti via. Junior e Tarble furono tra i primi a riprendersi: alzando lo sguardo si accorsero che Vegeta era immediatamente sopra di loro, pronto a lanciare un attacco energetico. Junior fu centrato in pieno, mentre Tarble riuscì a schivarlo per un pelo. Ma non gli servì a molto: Vegeta gli fu addosso in un attimo, mettendolo fuori gioco con una ginocchiata alla nuca. Subito dopo, il principe si ritrovò sotto il fuoco incrociato di Goku, Yasira, Pan, Goten, C-18 e Majin Bu. Vegeta si muoveva abbastanza velocemente da schivare tutti i raggi d’energia che gli venivano lanciati contro, e contemporaneamente si stava avvicinando pericolosamente ai suoi attaccanti. Sembrava diretto verso la nipotina di Goku, ma all’ultimo momento fece uno scarto a sinistra per colpire invece la sorella. Crilin, Radish, C-17 e Izuki, nel frattempo, avevano appena trovato una buona visuale per colpirlo. Lanciarono tutti e quattro un attacco combinato, ma Vegeta fu abbastanza veloce da agguantare Majin Bu per il codino e Goten per i capelli, tirandoseli davanti e usandoli come scudi umani. Saleen e Gohan gli apparvero alle spalle, colpendolo a distanza ravvicinata nella schiena, ma facendogli poco più di un graffio. Vegeta li centrò entrambi con un solo calcio rotante, per poi ingaggiare un furioso corpo a corpo con Kakaroth.

Quell’allenamento durò almeno cinque ore. Da un po’ di tempo, da quando avevano deciso di allenarsi tutti insieme in vista del torneo, invitando anche chi non avrebbe partecipato, quegli allenamenti, che in teoria dovevano essere combattimenti “tutti contro tutti”, erano diventati combattimenti “tutti contro Vegeta”. Ma anche così, erano rarissime le volte in cui i “tutti” riuscivano ad avere la meglio sul grande principe. Succedeva solo quando decidevano di non trasformarsi.

Nel frattempo, molto lontano, Korra stava letteralmente polverizzando una grande catena montuosa con un susseguirsi rapidissimo di attacchi sia fisici che energetici. Il suo istinto sayan la stava inesorabilmente spingendo verso quel torneo senza possibilità di appello.

Era ancora piuttosto confusa. Yasira le aveva spiegato per filo e per segno cosa era successo dal momento in cui lei era fuggita da Glease sulla navicella, e Korra doveva ammettere che la principessa aveva avuto ragione: c’erano delle parti che non capiva, come quella capacità di percepire le aure altrui con la forza della mente, e altre parti a cui non credeva, come le fantomatiche sfere del drago. Ma una cosa era certa: né lei né Tarble le avevano mentito. C’erano una valanga di prove proprio di fronte ai suoi occhi: la Città dell’Ovest sembrava non essere mai stata attaccata, Tarble e tutti gli altri erano tornati in vita...

Il nocciolo della questione però era un altro: Korra non aveva la minima idea di cosa avrebbe dovuto fare con loro. Implorare il loro perdono? No. Non si sarebbe certo abbassata a tanto. Attaccarli di nuovo? Che stupidaggine. Non avrebbe avuto la benché minima possibilità, da sola contro tutti loro. Allora perché non sparire semplicemente dalla circolazione? Ma che senso avrebbe avuto? Non poteva certo scappare in eterno...

Sperava davvero che quel torneo la aiutasse a decidersi.

Persino in un’altra dimensione c’erano due combattenti che si stavano preparando per il tanto atteso torneo: Re Vegeta e Bardack si allenavano costantemente, anche se i loro allenamenti sembravano più che altro delle vere e proprie risse da bar: in realtà non avevano ancora deciso chi dei due avrebbe partecipato al torneo, e ogni giorno si litigavano quell’unico posto libero: < Ho detto che ci andrò IO!!! > urlò il re scagliandosi contro la terza classe. Bardack si protesse dall’attacco con le braccia: < Neanche per sogno! Dovrai passare sul mio cadavere! > bofonchiò, passando al contrattacco.

< Sul tuo cadavere, eh? Tu sei già morto, razza di idiota! Te ne sei scordato? > replicò il sovrano, attaccando l’avversario di nuovo.

Poco lontano, una figura massiccia e un’altra molto minuta assistevano a quell’insolito “allenamento”: Darbula e Frost avevano fatto qualche timido tentativo per placare gli animi battaglieri dei due: < Ragazzi, picchiarvi in quel modo non risolverà nulla... > tentò Darbula. Ma riuscì a malapena a finire la frase, prima che i due gli urlassero all’unisono: < STA’ ZITTO!!! > per poi riprendere a pestarsi a vicenda. Il “fu” signore degli inferi e il piccolo demone del freddo si scambiarono uno sguardo rassegnato. No, non c’era verso di discutere civilmente con i sayan. Non con quei due in particolare, per lo meno.

Kaioshin, che si era auto-nominato giudice della gara, aveva suggerito che il torneo si tenesse su un pianeta deserto, tanto per evitare possibili danni collaterali alla Terra, e aveva anche trovato il pianeta perfetto per l’occasione: Raysett, un gigantesco pianeta vicino al centro della Galassia del Nord, completamente disabitato e illuminato 24 ore su 24 da ben quattro soli diversi. Strano come la massima divinità dell’universo si fosse interessata così tanto ad uno stupido torneo di arti marziali, ma d’altro canto, un torneo come quello non era una cosa che capitava tutti i giorni...

Mentre tutti i sayan puri rimasti nell'universo si preparavano per il tanto atteso “protocollo 12”, anche gli aspiranti spettatori del torneo scalpitavano impazienti: i mezzi sayan erano pieni di aspettativa, così come Junior, Crilin il resto dei guerrieri Z. Addirittura, c'era anche chi non aveva ancora deciso per chi fare il tifo: Pan, ad esempio, non riusciva a decidere se avrebbe sostenuto il suo nonnino o il suo zietto. Alla fine, optò per dare il suo supporto a Radish: probabilmente ne avrebbe avuto molto più bisogno di Goku. Mr. Satan, invece, si era debitamente informato, e con grande senso dello sport aveva immediatamente deciso che, se qualcuno avesse fatto delle scommesse, sarebbe saltato su quello che probabilmente era il carro del vincitore e avrebbe puntato su Vegeta senza pensarci troppo, fregandosene altamente di qualsiasi legame familiare vario ed eventuale con Goku.

Qualcun altro, invece, non aveva il benché minimo dubbio su questo punto: Chichi aveva persino caldeggiato seriamente l'idea di preparare qualche striscione da sventolare durante gli incontri del marito. Lo stesso valeva per Bulma, ma entrambe avevano dovuto desistere: Vegeta aveva fatto capire a Bulma che quello era un modo più che certo per scatenare le sue ire, cosa che non era mai raccomandabile, men che meno questa volta; Chichi semplicemente non riusciva a capire come si scriveva “Kakaroth”, dato che nessuno si era degnato di spiegarglielo.

E così passarono tre settimane.





Bene, ormai è giunta l'ora.
Chi sarà a vincere questo strano torneo? Ma soprattutto, chi tra Barbetta e Sfregiato (Re Vegeta e Bardack, per chi non l'avesse capito) si aggiudicherà la partecipazione?
Al prossimo capitolo!
P.S.: Probabilmente non vi ricordate di Frost. Sono passati tanti capitoli dalla sua ultima apparizione. Molto rapidamente, Frost è il figlio buono (e morto) di Freezer, nonché membro della combriccola di Vegeta Sr., Bardack e Darbula. Nessuno vi biasimerà se non vi ricordate di lui.

RED TAIL cap.66: Radish vs. Bardack

Non ci era voluto molto per sistemare le ultime cose. Tutti gli spettatori avevano velocemente preso posto sugli spalti, poi Kaioshin aveva raggiunto il centro del ring: < Bene, è il momento di dare inizio al torneo. Le regole sono le stesse di un normale torneo di arti marziali: perde chi si arrende, chi rimane svenuto per dieci secondi e chi cade dal ring. Chi uccide l’avversario sarà immediatamente squalificato. Inoltre sono vietate trasformazioni di qualsiasi tipo. Tutto chiaro? > disse, rivolto ai combattenti ai margini del ring.

Tutti annuirono. Kaioshin riprese: < Perfetto, iniziamo il primo incontro: Radish e Bardack salgano sul ring! >

Con tutta probabilità, una monoposto di Formula 1 lanciata a tavoletta non riuscirebbe a correre come stava facendo il cuore di Radish in quel momento. Stava seriamente per svenire dalla paura. Paura non di morire, no... era molto peggio: aveva paura di essere pubblicamente svergognato. Ciliegina sulla torta, il suo carnefice sarebbe stato il suo stesso padre.

Era la sensazione più sgradevole che avesse mai provato. Si sentiva come se fosse stato esposto nudo in pubblico.

Mentre lui e il suo avversario si avvicinavano lentamente al ring, gli altri partecipanti si scambiavano commenti:

< Poveraccio, che pena. Guardalo in faccia, sta già soffrendo e l’incontro non è ancora cominciato... > disse Tarble. Yasira stava per rispondergli quando notò una stranissima espressione sul volto di Vegeta, accanto a loro. Era una specie di ghigno... ma aveva qualcosa di diverso dal solito ghigno bastardello tipico del principe. C’era una stana luce nei suoi occhi, come se stesse calcolando qualcosa.

< Potrebbe essere l’occasione perfetta > mormorò Vegeta tra sé e sé, sentendosi addosso lo sguardo della sorella. Né Yasira, né Tarble, né Goku, lì a fianco, capirono cosa volesse dire.

Nel frattempo, padre e figlio avevano raggiunto il centro del ring. Kaioshin si era spostato ai margini del quadrato, per poi dare il via alla gara con un cenno della mano.

Radish si era messo in posizione, mentre Bardack aveva ancora le braccia conserte: < Ma guardatelo… ci prova sul serio… > mormorò.

La voce di Pan giunse dagli spalti: < Forza, zio, puoi farcela! >. Bardack si girò in direzione di quel suono con aria strafottente: < No, non può... > disse ad alta voce.

Quello era troppo. Radish scattò all’attacco più velocemente che poteva, ma il padre si limitò a spostarsi alla propria destra il minimo necessario, per poi colpirlo allo stomaco con una poderosa ginocchiata che gli fece prendere il volo. Bardack non si fermò: scomparendo alla vista, riapparve proprio sopra Radish, unendo le mani e centrandolo in mezzo alla schiena. Il contraccolpo fece schiantare a terra Radish, proprio nel punto in cui si trovava Bardack all’inizio dell’incontro.

Il padre scese a terra con tutta calma, atterrando di fronte al figlio: < Patetico. Due colpi e già non riesci più a reggerti in piedi? Fai pena! > disse, sottolineando il discorso con un calcio dritto nella faccia del povero Radish, che fece una capriola di 180 gradi, ritrovandosi disteso sulla schiena con il naso rotto e rivoli di sangue su tutta la faccia.

Lentamente, Radish si rimise in piedi. Odiava quella sensazione con tutto se stesso. Quella sensazione di assoluta impotenza che continuava a ripetersi e ripetersi nella sua vita, e che adesso era puntualmente ritornata a tormentarlo. Tentò di attaccare di nuovo con un pugno, ma andò ancora peggio di prima: stavolta Bardack gli afferrò il braccio teso e lo scaraventò a terra. La violenza della caduta fece sì che il pavimento si crepasse sotto al corpo di Radish.

Bardack se la stava quasi godendo. Non gli era mai importato nulla di quel bamboccio, e quasi quasi gli era mancato l’umiliarlo in un combattimento. Si rialzò con calma, incrociando di nuovo le braccia e schiacciandolo a terra con un piede: < Allora? Tutto qui? Sei solo un fallito! > borbottò, spingendo ancora di più il piede a terra.

Radish si sentiva male. Non certo per il dolore fisico, ma per il fatto che le sue amare previsioni si stavano avverando alla perfezione.

Non lo poteva permettere: si rialzò faticosamente sui gomiti, per poi girarsi di scatto e cercare di afferrare la gamba del padre. Ma era stato troppo lento: Bardack aveva già tolto il piede, per poi spostarlo all’indietro e calciare Radish su un fianco, facendolo scivolare vicino al bordo del ring.

Il giovane sayan era ormai sfinito. Aveva davvero fallito completamente, come guerriero.

< Beh, finiamola qui – disse Bardack – mi hai fatto perdere fin troppo tempo, Radish > disse, iniziando ad avvicinarsi al figlio.

Sugli spalti, e anche tra i contendenti, era calato un certo silenzio. Parlavano in pochi, e uno di questi era Goku: < Ma... perché? Che bisogno c’è di umiliarlo così? > disse, senza rivolgersi a qualcuno in particolare.

Nessuno gli rispose. Istintivamente, Goku mosse qualche passo in direzione del ring, ma si bloccò quando una mano gli si posò sulla spalla: < Fermo, idiota! Vuoi peggiorare le cose ancora di più? > disse la voce di Vegeta.

Goku si girò verso di lui, interdetto. Vegeta riprese: < Non lo vedi? Radish deve cavarsela da solo! Non hai idea di che umiliazione sarebbe per lui se tu adesso andassi lì a vedere come sta, o peggio ancora a cercare di aiutarlo! >

Goku si girò di nuovo verso il ring. Il maledetto orgoglio sayan non permetteva a Radish di accettare aiuti in quel caso. Nessun tipo di aiuto, da parte di nessuno.

< Tra l’altro – continuò Vegeta, togliendo la mano dalla spalla di Goku – questa potrebbe essere proprio la motivazione che gli serve... >

Il sayan più giovane si girò di nuovo verso di lui. Che cosa intendeva dire?

Radish riaprì gli occhi a fatica. Sentiva la presenza di Bardack che si avvicinava lentamente, anche se non riusciva a vederlo. Il suo sguardo fece un rapido giro degli spalti e degli altri sayan ai margini del ring.

La maggior parte di loro sapeva già che sarebbe andata a finire così, e osservava il ring con fare distratto, come se Radish non meritasse più un briciolo di attenzione. Questo lo faceva già arrabbiare a sufficienza. Poi il suo sguardo cadde su Goku e Vegeta.

Il principe sembrava fissarlo dritto negli occhi, con un impenetrabile sguardo di ghiaccio. Non c’era nulla da leggere in quell’espressione. Non c’era delusione, né pietà, niente. Ma lo sguardo di Kakaroth era completamente diverso dagli altri.

Era triste, quasi impaurito. E in quel momento Radish capì.

Il suo potentissimo fratellino stava provando compassione per lui. Gli stava facendo pena, proprio come aveva detto Bardack.

PENA!

Fu questo che fece scattare qualcosa dentro di lui.

Non voleva essere compatito. Non sopportava di essere compatito. Così come non sopportava più di essere guardato dall’alto in basso da tutti. Era ora di far vedere davvero chi era Radish.

Vegeta sembrava aver capito tutto, mentre Radish si rimetteva faticosamente in piedi, aumentando la sua aura. Il volto del principe sembrò contrarsi nel suo solito mezzo sorrisetto: < Ha funzionato sul serio... questa era davvero la spintarella che gli serviva... > disse.

Goku stava per voltarsi di nuovo verso di lui, ma la sua attenzione, come quella di tutti gli altri, fu inevitabilmente attratta da ciò che stava succedendo sul ring.

Sugli spalti, Re Vegeta alzò le sopracciglia con rinnovato entusiasmo: < Oh... questo scontro è diventato improvvisamente più interessante... > disse. Nessuno gli chiese cosa intendesse.

Sembrava che una specie di fulmine avesse colpito Radish per un attimo, quando i suoi capelli si erano illuminati per un secondo. Poi, tutto d’un tratto la sua aura aumentò vertiginosamente, avvolgendo l’intero ring in una luce accecante.

Lo stesso Bardack fu colto completamente di sorpresa, fermandosi sul posto con la bocca spalancata.

Quando gli astanti furono in grado di vedere di nuovo, nessuno credette ai propri occhi: Radish era appena diventato super sayan.




...Ed eccoci qua.
E adesso? Magari Radish perderà il controllo in stile Hulk:"Radish spacca papino snaturato! Radish essere più forte che c'è!"
Forse andrà così, o forse no. Vedremo...
P.S.: Se siete fan di Bardack e volete protestare perché gli sto facendo fare lo stronzo, beh, scusatemi ma sono arciconvinto che l'opinione che Bardack ha di Radish sia esattamente quella che ho descritto.
Alla prossima settimana con il capitolo 67!
 

RED TAIL cap.67: rivincita

Goku si voltò di nuovo verso Vegeta: il principe aveva capito tutto ancora prima che succedesse, e ora se ne stava lì, gongolando.

< E’ diventato super sayan... > disse Goku, incredulo. Vegeta si voltò lentamente verso di lui: < Adesso ringraziami per non averti lasciato andare da lui... >

Goku non sapeva che cosa pensare. Finalmente suo fratello ce l’aveva fatta. Radish stava ora guardando in direzione di Bardack con l’aria di volerlo sbudellare, la faccia ancora sporca di sangue.

Anche sugli spalti era calato un silenzio di tomba. Nessuno parlava. L’unico ad aver capito cosa stava succedendo qualche istante prima degli altri era stato il padre di Vegeta. Tutti gli altri erano rimasti troppo sorpresi da quell'avvenimento. In fin dei conti, anche se sapevano che Radish si era sempre impegnato anima e corpo negli allenamenti, nessuno di loro credeva che un giorno sarebbe riuscito davvero a diventare super sayan. E invece, il fratello di Goku gliel'aveva fatta vedere. E non solo a loro, ma anche e soprattutto a quel sayan che in quel momento era sul ring assieme a lui.

Bardack era sconvolto: guardava il suo figlio maggiore come se stesse osservando un fantasma, incapace di muovere un muscolo o di spiccicare una sola parola.

Kaioshin si riprese faticosamente dallo shock iniziale ed intervenne: < Ehm... Radish, sei squalificato... non ci si può trasformare in super sayan durante questo torneo... >

Il sayan non distolse mai lo sguardo dal padre. Sputò a terra un piccolo grumo di sangue che gli era rimasto in bocca: < Me ne farò una ragione > disse, saltando in avanti ad una velocità che mai avrebbe creduto di poter raggiungere.

Il cazzotto che centrò lo sfregiato zigomo sinistro di Bardack era pieno di rabbia e frustrazione repressa. Radish continuò ad attaccare senza lasciare all’avversario neppure il tempo di rendersi conto di cos’era appena successo, tanto meno di reagire. Alla fine, quando la faccia di Bardack era ormai più gonfia di quella di Radish, quest’ultimo lo colpì con un pugno destro dritto sul naso, facendolo volare a terra e rimbalzare a bordo ring.

Fu solo a quel punto che il sayan morto si riprese. Trasformandosi anch’egli, rivolse uno sguardo omicida verso Radish: < Ah, è così? Vuoi la guerra? E guerra sia! > disse prendendo il volo. Ma qualcosa gli bloccò la caviglia: < Dove credi di andare? – disse Goku – l’incontro è finito... >

< Togliti di mezzo, Kakaroth... devo fargliela pagare... > ringhiò Bardack

Il volto del suo figlio minore si aprì in un sorriso innocente: < Fargliela pagare? E per che cosa? Guarda che hai vinto! E poi non ci si può trasformare in super sayan durante il torneo... >

Bardack decise di calmarsi, tornando normale e sfilando violentemente la caviglia dalla presa di Goku. Rivolse lo sguardo di nuovo verso Radish, che stava scendendo dal ring, guardandolo a sua volta con un sorrisetto arrogante. Radish distolse lo sguardo solo quando si avvicinò a Tarble, dandogli il cinque senza che nessuno dei due aprisse bocca. Non c'era che dire, si era davvero tolto una bella soddisfazione, riuscendo finalmente a dimostrare al proprio padre che da quel momento in poi non avrebbe mai più dovuto guardarlo con superiorità. Sicuramente Radish era ancora più debole rispetto a Bardack, ma se avessero combattuto sul serio gli avrebbe indubbiamente fatto sudare la vittoria.

Ironico. Proprio lui che aveva insistito sul fatto che nessuno si trasformasse durante il torneo, era stato il primo ad infrangere la regola.

A bordo del ring, nessuno notò che lo sguardo già indispettito di Korra si indurì ancora di più: < Quindi ci riesce anche lui... > mormorò. Ma non cambiava di molto la situazione: le sue possibilità di vittoria erano esattamente le stesse di prima. In fondo, Radish era stato squalificato, quindi non avrebbe più dovuto preoccuparsi di lui...

Bardack fu costretto suo malgrado a battere in ritirata, con somma frustrazione. Quando arrivò vicino agli spalti, Re Vegeta gli chiese ridendo: < Tutto ok? > . La risposta fu un violento < CHIUDI IL BECCO! >. Il re rise ancora più forte.

Il primo incontro era ufficialmente concluso.

Era il momento di andare avanti con il torneo.

Non fu necessario che Kaioshin chiamasse le due sfidanti del secondo incontro. Entrambe erano ansiose di scendere in campo, anche se nessuna delle due avrebbe saputo dire con esattezza il perché.

Piuttosto rapidamente, tutta la meraviglia e la sorpresa per la trasformazione di Radish in super sayan era svanita nel nulla. Radish stesso aveva smesso di esultare assieme a Goku e Tarble, che gli stavano a fianco, dandogli allegre manate sulla schiena e complimentandosi con lui. Persino Bardack aveva temporaneamente messo da parte tutti i pensieri riguardanti lo screzio di poco prima con il figlio, volgendo la sua attenzione all’incontro successivo, che stava ormai per cominciare. Quando Izuki e Korra si trovarono sul ring, una di fronte all’altra, la tensione si poteva tagliare con il coltello.

< Guarda che non ho nessuna intenzione di trattenermi... chiunque tu sia veramente... > disse Korra mettendosi in posizione. Aveva pensato che fosse opportuno mettere in chiaro quel punto: non avrebbe riservato un trattamento di favore a nessuno, a prescindere da tutti i giochetti mentali che le erano stati fatti, e quella ragazza, di cui non ricordava pressoché nulla anche se diceva di essere la sua migliore amica, non faceva certo eccezione.

< Oh, non preoccuparti per me. Non sono poi così fragile > rispose Izuki. Aveva cercato di apparire sicura, ma non era certa di esserci riuscita. Forse poteva aver ingannato gli altri, ma non poteva certo ingannare se stessa.

Vegeta stava osservando le due con uno strano interesse. Il fatto era che sentiva come una strana – e anche piuttosto sgradevole – sensazione di deja-vu, osservando gli occhi di Izuki.

Quello sguardo, che ostentava una sicurezza che in realtà non aveva, era lo stesso, identico sguardo che il Trunks del futuro gli rivolgeva in continuazione.

In effetti Vegeta poteva scorgere benissimo le analogie tra Izuki e il suo figlio di un’altra epoca: Trunks era arrivato nel passato smaniando di conoscere suo padre, pieno di aspettative nei suoi confronti che lui aveva completamente disatteso. Izuki aveva passato anni e anni sperando finalmente di poter ritrovare la sua migliore amica e invece, al loro arrivo su Glease, Korra l’avrebbe tranquillamente ammazzata senza pensarci due volte insieme a tutti gli altri, se Vegeta non gliel’avesse impedito.

Per un brevissimo ma significativo momento, il principe si senti scuotere dal rimorso. Subito dopo, si meravigliò di se stesso, accorgendosi che quel ragionamento lo aveva addirittura portato a sperare che Korra non facesse il suo stesso errore. Ma di questo non doveva preoccuparsi, almeno per ora.

Tutti, sugli spalti e a bordo ring, fremevano di aspettativa. Il secondo incontro stava per cominciare.





...Ebbene, Radish ha avuto il suo momento di gloria, anche se mi dispiace per il suo paparino. No, ad essere sincero non mi dispiace neanche un po' XD. Perché dovrebbe? In fondo l'ho fatto vincere! A tavolino, certo, ma l'ho fatto vincere...
Ma passiamo alle cose serie: Korra e Izuki. E' un incontro importante...
Alla prossima!

RED TAIL cap.69: il terzo incontro

< E’ il momento di iniziare il terzo match. Goku, Yasira, tocca a voi... > sentenziò Kaioshin.

I due non ci misero molto a salire sul ring. L’incontro prometteva faville.

Kaioshin diede il via alla gara come al solito. Goku aveva stampata in faccia la sua solita espressione innocente: < Allora, sei pron... >

Non riuscì mai a finire la frase. Quella specie di cannonata a forma di pugno destro che lo centrò dritto in faccia lo spedì a terra in un lampo.

Goku era stato colto completamente di sorpresa. Di sicuro non si aspettava un attacco tanto rapido. Scosse la testa un secondo, prima di notare un’ombra alla sua sinistra: < Quello scricchiolio che ho sentito era un dente che si rompeva, per caso? > disse Yasira, assestandogli un calcio sul naso. Goku volò all’indietro, avendo finalmente il tempo di raccapezzarsi: quel pugno e quel calcio erano potentissimi, anche se non tanto da causargli preoccupazioni serie, ma la cosa più sorprendente era la velocità d’attacco: Yasira era una scheggia.

Riuscì finalmente a contrattaccare con un ki-blast, ma non colpì il bersaglio.

< Non ci voleva, devo averla sottovalutata – pensò Goku, ingaggiando un corpo a corpo in aria – E’ molto più veloce di quanto pensassi, proprio come Korra e Izuki... non riesco a colpirla... sono più forte e più resistente di lei, ma non serve a niente se non riesco ad attaccare. Mi serve un piano, e mi serve subito >

Vegeta se la stava ridendo: Kakaroth era indubbiamente in difficoltà. Sembrava incredibile, ma in quel momento Yasira era in vantaggio. Se si fossero trasformati, Yasira non avrebbe avuto la benché minima chance contro di lui. Era impossibile che un super sayan 2 battesse un super sayan 4. Ma adesso che nessuno dei due era trasformato, le possibilità di vittoria della sua velocissima sorellina aumentavano esponenzialmente.

Però... c’era un però: sicuramente Kakaroth aveva molto più fiato di Yasira. Lei si sarebbe stancata prima, e allora sarebbe stato molto più complicato vincere. Se voleva farcela, Yasira doveva trovare un modo per concludere lo scontro in fretta.

Per quel poco che poteva vedere, Chichi si era accorta della momentanea difficoltà del marito, saltando in piedi e iniziando a strillare incitazioni di ogni sorta, anche miste a minacce di digiuno forzato, verso Goku. Nessuno osò avvicinarsi a lei, tanto metteva paura. Anche Saleen e Pan stavano per mettersi a litigare, dato che l’uno tifava per la sua mamma e l’altra per il suo nonnino.

Korra stava osservando il match in disparte e in silenzio. La sua espressione ammirata però la diceva lunga: quelli sì che erano avversari con cui valeva la pena competere. Nella sua mente si stava già formando un’idea di cosa avrebbe fatto della sua vita dopo quel torneo.

Dato che finora Goku aveva colpito solo aria fresca, mentre Yasira lo aveva centrato più volte, decise di cambiare tattica: improvvisamente si fermò di colpo e rimase immobile per qualche secondo. Nessuno ebbe il tempo di chiedersi cosa stesse facendo, perché Goku scomparve alla vista e riapparve nello stesso istante alle spalle di Yasira, riuscendo finalmente ad acchiapparla per una caviglia.

< Già... ha usato il teletrasporto... > mormorò Junior, sugli spalti, mentre Goku scendeva in picchiata verticale a tutta velocità, tirando Yasira per la gamba. Arrivato a circa quaranta metri da terra, Goku si fermò di colpo, scaraventando Yasira al suolo come fosse un sacco di patate. Nell’istante immediatamente successivo, in pratica ci fu una battaglia tra la principessa ed il ring, e il ring perse miseramente. Nello schianto, Yasira aveva frantumato completamente una ventina di metri quadri di pavimento, finendo sepolta sotto le macerie.

All’incirca dopo tre secondi, mentre Goku era ancora sospeso a mezz’aria sopra al punto d’impatto, le suddette macerie esplosero violentemente, e un attimo più tardi Yasira si trovava immediatamente sopra a Goku: < Mi hai fatto male... > disse soltanto, prima di assestargli una pedata in mezzo alle scapole e spedire lui, stavolta, sotto al pavimento del ring.

< Visto? Non è affatto divertente! > sentenziò la principessa ormai con il fiatone, ripulendosi con la mano un rivolo di sangue dal labbro spaccato.

Vegeta ci aveva visto giusto: Yasira stava iniziando a sentire la fatica. In un attimo, Goku uscì dalla voragine, spostando alcuni blocchi di cemento.

< È ora di finirla! > urlò Yasira, unendo il dorso della mano destra al palmo della sinistra e spostando indietro le braccia.

< Un Cannone Galick... è una vecchia tecnica di Vegeta... > pensò Goku. Attorno a Yasira si era formata una grossa aura violacea.

< D’accordo, dovrò essere un po’ più prepotente > sorrise Goku, preparandosi per un’Onda Energetica.

Junior e Yamcha stavano discutendo tra loro: < Non ce la farà... Yasira si è stancata troppo per sperare di contrastare un’onda energetica di Goku con un attacco del genere... > disse il terrestre.

< Già... mi domando se abbia in mente qualche piano... > rispose Junior. Crilin si intromise: < Ma no... che piano vuoi che abbia in mente? >

Vegeta si stava chiedendo la stessa cosa, osservando lo scontro ai margini del ring. Yasira non era stupida; doveva essersi sicuramente resa conto che non sarebbe stata in grado di battere Goku in quel modo. Che cosa stava tramando?

Anche Goku si era posto la stessa domanda: durante il suo primissimo scontro con Vegeta si era ritrovato in una situazione identica a questa. Allora aveva dovuto dare tutto se stesso per respingere l’attacco del principe dei sayan, ma stavolta l’aura di Yasira era nettamente inferiore alla sua. Se davvero intendeva attaccarlo in quel modo, non sarebbe stato difficile per lui contrattaccare efficacemente.

I due attacchi furono lanciati quasi all’unisono. Nessuno poté vedere l’espressione malefica sul volto di Yasira: < Tsk... allocco... > disse tra sé e sé, lasciando morire il suo attacco e usando la sua immensa velocità per volare via.

Il Cannone Galick di Yasira si dissolse nell’aria che un attimo dopo fu squarciata dall’onda energetica di un incredulo Goku. Yasira comparve proprio di fronte a lui, trovandolo ancora con le braccia tese verso l’alto per l’onda energetica e centrandolo in mezzo al diaframma con un uppercut dalla potenza devastante.

Goku sentì il respiro mancargli; cadde in ginocchio tossendo un grumo di sangue e stramazzò a terra a faccia in giù.

< Bene... ora fai il bravo bambino e rimani a nanna per dieci secondi... > mormorò Yasira, ormai senza fiato, indietreggiando di qualche passo.

Kaioshin iniziò a contare, ma Goku si rialzò lentamente prima del numero sei, per la sorpresa di tutti: < Bella mossa, Yasira... adesso però tocca a me... > disse.

La sorpresa e ormai esausta principessa non fu in grado di fare nulla mentre Goku scompariva con il teletrasporto, ricomparendo alle sue spalle e colpendola con una seconda onda energetica, che la fece volare dritta oltre il bordo del ring e cadere a terra svenuta.

< Ovviamente... > disse Vegeta con fare disgustato, constatando la vittoria di Goku. Yasira aveva avuto una gran bella pensata, ma Kakaroth era semplicemente troppo resistente. Si avvicinò alla sorella, che iniziava a riprendersi: < Bel lavoro, sorellina... >

< Come sarebbe “bel lavoro”? Ho perso... > disse lei, delusa.

< Hai combattuto davvero bene. Sono fiero di te... >

I due principi si sorrisero. In quel momento si avvicinò anche Goku: < Congratulazioni, Yasira... devi avermi rotto qualche costola... > disse, tenendosi la pancia.

< Mi dispiace... sai com’è, volevo stenderti... >

< Oh, non preoccuparti... un fagiolo magico e tornerò come nuovo... >

< Già... ne avrai bisogno, per il tuo prossimo incontro... > si intromise Vegeta.

Non c’erano dubbi su quello che il principe voleva intendere. Aveva tutte le intenzioni di scontrarsi con Kakaroth in semifinale. Il che significava che nel quarto incontro, quello che stava per iniziare ora, Tarble avrebbe visto i sorci verdi.




Ed eccoci arrivati al capitolo 69.
Goku è riuscito a cavarsela contro Yasira, ma probabilmente Vegeta gli farà rimpiangere amaramente questa vittoria. Sempre ammesso che Vegeta ora la spunti contro Tarble (Pffft...)
Bene, recensite numerosi e... al prossimo aggiornamento!

RED TAIL cap.70: sensazioni

Stava per iniziare l’ultimo incontro dei quarti di finale. Bardack sembrava essersi scordato di ciò che era successo tra lui e Radish nel primo incontro, e ora guardava il suo sovrano con un ghigno strafottente: Kakaroth aveva appena dimostrato che la famiglia reale non era invincibile.

Il re si sentiva lo sguardo di quell’infimo reietto puntato addosso. Poteva scommettere che stava sorridendo anche senza guardarlo in faccia: < Sì, ridi pure, finché sei in tempo... sarò io a ridere quando le semifinali saranno concluse... > disse, rifiutandosi di voltarsi nella sua direzione. La sconfitta di Yasira era stata un bello smacco, ma era sicuro che Vegeta avrebbe sistemato le cose riducendo Kakaroth ad una polpetta sanguinolenta. Ride bene chi ride ultimo, si dice.

Nel frattempo, sul ring, Kaioshin aveva fatto iniziare l’incontro, ma Vegeta sembrava distratto da qualcosa. Era sicuro di aver percepito per un attimo qualcosa di anormale...

< Ehm... Vegeta, sei pronto? > aveva chiesto Tarble, titubante. Che razza di domanda stupida gli aveva appena fatto: Vegeta non aveva certo bisogno di “essere pronto” per combattere con lui. In fin dei conti, si disse, lui era messo più o meno come Radish, con la fortuna nei sorteggi del torneo. Proprio Vegeta doveva capitargli?

Il principe sembrò riscuotersi: < Oh, scusa, mi era sembrato di sentire qualcosa di strano... ma tu puoi attaccarmi se vuoi, l’incontro è già cominciato... > disse con la solita arroganza.

Il volto di Tarble si contrasse lentamente in una smorfia offesa. No, non si sarebbe lasciato umiliare da Vegeta. Avrebbe combattuto con tutto se stesso e avrebbe perso con l’onore delle armi.

Purtroppo, però, il suo avversario era per l’appunto Vegeta.

Un primo attacco energetico di Tarble fu evitato senza nessuna fatica dal fratello maggiore, che si era a malapena degnato di saltare via, tenendo le braccia conserte.

Tarble tentò con un’altra onda energetica. Questa volta, quando Vegeta la schivò, Tarble gli fu addosso, colpendolo allo zigomo sinistro con un pugno ben piazzato. Purtroppo per il più giovane, era come se un motorino avesse tamponato un carro armato: Vegeta non aveva neanche spostato la testa, limitandosi a sorridere leggermente, mentre Tarble saltò all’indietro tenendosi la mano dolorante per l'incontro ravvicinato con la faccia del fratello.

< Ti dispiace se ora attacco io? > chiese Vegeta con falsa cortesia, lanciandosi in avanti e colpendo il collo di Tarble con un calcio.

Il minore dei due ci mise qualche secondo a riprendersi: quando riaprì gli occhi, si accorse di essere volato ad un centinaio di metri di distanza da dove era prima: < Ehi, non vale... perché mi chiedi il permesso di attaccarmi se poi lo fai comunque? >

< Era una domanda retorica, Tarble. RETORICA!!! > rispose Vegeta prima di attaccare di nuovo, stavolta con un pugno sinistro, che spedì Tarble qualche altro metro più in là.

< Ow... qualcuno ha preso la targa del camion che mi ha investito? > chiese il minore dei due, rimettendosi faticosamente in piedi.

< Oh, ma dai. Era solo una carezza. Rimettiti in piedi... >

Tarble non se lo fece ripetere, partendo all’attacco come una furia. Vegeta però non aveva la minima difficoltà a schivare ogni singolo colpo.

Un pugno.

Un solo pugno nello stomaco, e Tarble si ritrovò piegato in due per il dolore, tenendosi sull'avambraccio di Vegeta, ancora teso verso di lui, per non cadere.

< Allora, hai finito, Tarble? >

< N-non... non è giusto... > mormorò il più piccolo.

Vegeta assunse un'espressione sorpresa. Tarble si rimise lentamente diritto, sorridendo malamente: < Io sono qui che mi impegno al massimo, dando tutto me stesso, e tu stai usando solo il minimo necessario della tua forza... >

Vegeta era stato preso alla sprovvista. Non sapeva cosa dire. Che razza di discorso era quello?

< Avanti, Vegeta... voglio un incontro serio... > concluse Tarble.

Vegeta comprese tutto. D'accordo, si disse, forse Tarble aveva ragione. Non era il caso di giocherellare oltre: < E va bene, come preferisci... ma spero ti renda conto che se mi metto a fare sul serio, tu ne uscirai male... molto male... >

< Meno chiacchiere e più fatti... > rispose a tono il più giovane, rimettendosi in posizione.

Vegeta non se lo fece ripetere ancora, attaccando ad una velocità impressionante, senza che Tarble riuscisse neanche ad accorgersene.

Tarble stramazzò a terra dopo soli sei colpi. Non ci volle molto a capire che non sarebbe rinvenuto entro i dieci secondi necessari per poter continuare l’incontro.

Kaioshin dichiarò Vegeta vincitore mentre questi stava già scendendo dal ring. Non riusciva a togliersi dalla testa quella strana sensazione che aveva avvertito un attimo prima di iniziare l’incontro.

Sentiva come se qualcosa fosse fuori posto. Ma non sapeva dire cosa fosse.

Arrivato ai margini del ring, si accorse che non era il solo ad aver avuto quella sensazione. Kakaroth lo stava osservando con un’espressione seria: < Te ne sei accorto anche tu? > chiese. Vegeta aveva notato che anche Kaioshin stava guardando nella loro direzione con un’aria enigmatica.

< Già... sento qualcosa... ma non capisco cosa sia. Ho un brutto presentimento > rispose Vegeta. Lui, Kaioshin e Goku erano gli unici tre ad avere i sensi abbastanza sviluppati da accorgersi che qualcosa non quadrava. O meglio, erano gli unici sul pianeta Raysett ad essersene accorti.

Qualcun altro, invece, aveva capito perfettamente cosa fosse successo: il sommo Kaioshin, che era rimasto sul suo pianeta, stava avendo la stessa strana sensazione che avevano avuto Goku e Vegeta: < Cosa? Uno... uno squarcio dimensionale... come può essere? > disse tra sé e sé, preoccupato.

Aveva capito tutto all’istante. La barriera dimensionale che divideva l’universo da altre dimensioni si era aperta per un attimo. Il che significava che due dimensioni parallele erano state a contatto una con l’altra, anche se solo per pochi secondi. Ed oltretutto questa altra dimensione, quella che si trovava all’altro capo del portale, era un luogo assolutamente sconosciuto: Kaioshin si sarebbe accorto se dall’altra parte ci fosse stato, ad esempio, il regno dell’aldilà, oppure il pianeta dei demoni da cui proveniva Darbula. Ma stavolta, non riuscì a percepire nulla oltre il varco dimensionale. Vide solo l’oscurità più assoluta. Stavolta si trattava di una dimensione mai vista prima, misteriosa ed ignota...

Ma era semplicemente impossibile! Come poteva essere successa una cosa simile?

I Kaioshin avevano la capacità di recarsi nel mondo dei vivi, nel regno dell’aldilà e in qualsiasi altra dimensione dell’universo conosciuto. Ma nessuno, neanche i due Kaioshin, sapeva dell’esistenza di una ulteriore dimensione oltre a quelle già conosciute. Né tantomeno aveva il potere di aprire un varco per mettere la suddetta dimensione in collegamento con un’altra. Quindi qual’era la causa di un fenomeno tanto insolito?

Che si trattasse di una nuova minaccia? Che la pace, appena tornata dopo la morte di Lord Straw, stesse per finire di nuovo?

Una cosa era certa: se quel varco era stato aperto intenzionalmente, chiunque fosse stato aveva delle capacità incredibili, di una categoria completamente diversa da quella dei poteri dei Kaioshin o dei sayan.

E se le cose stavano davvero così...

...allora, neanche Goku o Vegeta sarebbero mai riusciti a sconfiggerlo.





Ok, allora, l'esito del quarto incontro del torneo era abbastanza scontato. Ma c'è qualcos'altro che non lo era affatto.
Che cosa sarà successo di preciso?
Una cosa è certa: non si può mai avere un attimo di pace, in quest'universo.

RED TAIL cap.71: attacco alla Terra

Mentre su Raysett quasi nessuno si era accorto di niente, in un altro settore della galassia erano comparsi dal nulla sette individui dall’aspetto inquietante. Tutti quanti avevano dei tratti in comune: pelle arancione, capelli viola, orecchie a punta, occhi rossi con delle pupille allungate simili a quelle di un gatto e canini appuntiti come un vampiro, ed indossavano tutti la stessa armatura bianca e nera, con uno stemma rosso sul petto: una stella a quattro punte.

Il luogo in questione era il pianeta Bitt, un corpo celeste disabitato e inospitale, molto lontano dal proprio sole, e caratterizzato da un clima freddissimo. Il pianeta Bitt, in realtà, per un lunghissimo periodo di tempo era stato conosciuto con un altro nome: pianeta Cold 1.

Era stato il primissimo pianeta conquistato dal padre di Freezer e Cooler, centinaia di anni prima. Il primo quartier generale di quello che sarebbe poi diventato l’impero dei demoni del freddo.

I sette nuovi visitatori si guardarono intorno perplessi per qualche minuto. Poi uno di loro, evidentemente il capo, diede un ordine: < Perlustrate il pianeta... > disse soltanto. Gli altri sette scomparvero.

Dopo pochi minuti, i sette sottoposti del misterioso individuo riapparvero di fronte a lui, disponendosi in una fila ordinata e inchinandosi.

< Quali notizie, Araki? > chiese lo strano essere.

L’individuo al centro della fila, un tizio molto muscoloso con i capelli a spazzola, prese la parola: < Non c’è traccia di Re Cold, e nemmeno dei suoi figli, signore >.

In quel momento, un altro dei sette intervenne: quest’altro soldato, più magro, aveva i capelli tirati in avanti e un lungo pizzetto: < Sembra che siano stati sconfitti da qualcuno che vive sul pianeta Terra... >

< Come fai a saperlo, Kritt? >

< Ho letto nella memoria del cadavere di uno dei soldati nel castello... sembra che sia Re Cold che i suoi figli siano andati sulla Terra e non siano più tornati... >

< Capisco... e qui che cosa è successo, Suwa? >

A questo punto fu l’unica donna del gruppo a parlare, una ragazza dai capelli lisci raccolti in una corta coda di cavallo, che aveva una lunga frusta attorcigliata a tracolla: < A quanto pare, grande Zaku, dopo la morte di Re Cold e dei suoi figli, nel loro impero si è scatenata una specie di guerra civile... tutti i soldati di quelle mezze cartucce si sono ammazzati a vicenda cercando di reclamare l’impero dei demoni del freddo per se stessi... >

< Tsk. Quindi qualcuno ci ha preceduti... credevo che Cold fosse l’essere più forte di questo mondo, e che una volta ucciso lui e i suoi figli questo intero universo sarebbe stato sotto il mio controllo. Ho spiato questo posto anni fa, e a quanto pare nel frattempo sono cambiate molte cose. Avrei dovuto dare un’altra occhiata, prima di trasferirmici... > disse tra sé quello chiamato Zaku, facendo qualche passo alla sua destra e uscendo dall’ombra. Era alto almeno due metri, e il suo volto era indubbiamente il più spaventoso di tutti: una grossa cicatrice a forma di V rovesciata gli sfigurava completamente la faccia dai lineamenti duri e squadrati; i capelli, corti sul davanti, si allungavano sulla nuca fino a coprirgli metà della schiena.

< Zaku, mio signore, dovremmo andare sulla Terra... > disse un altro dei sette sottoposti, uno dall’aspetto corpulento, calvo e con due lunghe basette. Portava due spade legate sulla schiena.

< Con calma Burutu. Siamo appena arrivati... > rispose Zaku. Dopo una breve pausa, riprese: < Però hai ragione, dovremmo dare un’occhiata al pianeta Terra... se è vero che qualcuno ha sconfitto Cold e i suoi figli, dovremo ucciderlo per poterci proclamare sovrani di questo mondo inferiore... nessuno dovrà essere in grado di causarci problemi... Gemelli? >

I due rimanenti sottoposti di Zaku, che finora non avevano parlato, alzarono il volto: < Sì, grande Zaku > dissero all’unisono. Erano identici l’uno all’altro, entrambi con i capelli a cresta e, a differenza degli altri, dei lunghi artigli che spuntavano dalle dita.

Zaku riprese la parola: < Andate sulla Terra. È tempo che questo universo conosca i suoi nuovi padroni. Trovate chi ha sconfitto Cold... e uccidetelo >.

< Sì, mio signore! > risposero i due, prima di scomparire.

Nel momento in cui i due misteriosi gemelli lasciarono il pianeta Bitt diretti verso la Terra con l’intento di scovare e uccidere colui o coloro che avevano sterminato i demoni del freddo, sulla Terra stessa si trovavano soltanto due persone con un livello di forza superiore a quello di Re Cold e figli: Gohan e C-18. Ovviamente, nessuno dei due sapeva di essere in grave pericolo.

Usando un qualche tipo di teletrasporto, i due esseri arrivarono sulla Terra istantaneamente, comparendo in una sperduta regione montuosa. Nei dintorni non si vedeva nessuno.

< Tsk... che pianeta minuscolo... > disse uno dei due.

< Come facciamo a trovare questo tizio, Vahir? > chiese l’altro. Il primo sorrise maligno: < Io una mezza idea ce l’avrei... > rispose, sollevando una mano artigliata e sparando un ki-blast potentissimo.

Un’esplosione enorme, dalla potenza inaudita, rase al suolo un sesto della superficie terrestre in pochi secondi.

Riff e Tenshinhan si trovavano su quelle stesse montagne, a circa cinquanta chilometri di distanza dai gemelli, presi dai loro allenamenti. Tenshinhan non riuscì a credere ai suoi tre occhi quando vide l’intera volta celeste incendiarsi e il terreno scomparire alla vista. Quando, un minuto più tardi, fu in grado di vedere di nuovo, il paesaggio era cambiato radicalmente: dove prima c’erano solo grandi formazioni rocciose, ora una pianeggiante distesa di sabbia e sassi si stendeva a perdita d’occhio.

Gohan si trovava dall’altra parte del pianeta, nel suo ufficio a Satan City. La sua scrivania era sommersa da una pila di documenti che avrebbe tanto voluto poter incenerire, e lui ne stava proprio compilando uno quando si accorse dell’esplosione: < Ma... ma cosa è successo? > si chiese, balzando in piedi, sentendo una spaventosa aura liberarsi e le vite di moltissimi terrestri spegnersi in pochi attimi.

La reazione di C-18 era stata piuttosto simile: in preda alla noia, la bella cyborg stava distrattamente facendo zapping di fronte alla TV, quando una intensa luce rossa entrò dalle finestre. Una volta fuori dalla porta, C-18 vide il cielo, prima azzurro, tingersi di un arancio rossastro, come se stesse andando a fuoco. Dieci secondi più tardi, una gigantesca onda anomala si abbatté sulla Kame House. L’androide fece appena in tempo a correre in casa, recuperare la figlia Marron e spiccare il volo, prima che lo tsunami investisse l’isola e la radesse completamente al suolo. Solo a quel punto C-18 si accorse della gigantesca aura che aveva causato quel disastro.

I gemelli se la ridevano: < Ed ora aspettiamo > disse Vahir, sedendosi a terra con le gambe incrociate.

< Sei sicuro di aver solo “attirato l’attenzione” di questo tizio? > chiese il fratello gemello.

< Che cosa vuoi dire, Ebor? >

< Beh, sai com’è... potresti benissimo aver ammazzato anche lui con quell’attacco... >

Vahir sorrise: < In questo caso, aspetteremo per un po’ il suo arrivo... se non si fa vedere, ci limiteremo a far esplodere il pianeta, così saremo sicuri che il nostro amico è morto davvero... >





...Sì, lo so, lo so... sono in ritardo.
Ma adesso sono qui, e ci sono anche non uno ma ben sette V.I.P. ( Villains, Immensely Powerful ) con cui i nostri eroi dovranno vedersela.
Qualcosa mi dice che il torneo verrà sospeso...
Al prossimo capitolo!

RED TAIL cap. 76: l’esercito

Il silenzio era ripiombato sulla piccola astronave che navigava senza meta nello spazio infinito.

Si sentivano completamente sconfitti. Tutti, nessuno escluso. Goku aveva avuto torto: non avevano affatto vinto.

Continuava a guardare le tre brandine, ordinatamente allineate nel corridoio centrale.

Gohan, il suo Gohan, l’orgoglio dei suoi occhi, aveva una gamba fasciata alla bell’e meglio che non sembrava voler smettere di sanguinare. Sudava e respirava a fatica, come se avesse la febbre, ma il suo corpo era freddo come il ghiaccio.

Accanto a lui, Vegeta si agitava molto meno. Sembrava che stesse dormendo. E questo perché aveva subito molte più ferite, che significavano molto più veleno.

Vegeta era completamente incosciente. Pareva quasi che fosse già morto. E forse presto lo sarebbe stato davvero... facendo così svanire anche la più piccola delle speranze.

Accanto alla terza brandina, Marron e Crilin erano sotto shock: il piccolo amico di Goku stringeva la mano della sua sposa con tutte le sue forze, tanto era sicuro che non le avrebbe fatto male, e contemporaneamente abbracciava la figlia, che piangeva a dirotto sulla sua spalla.

C-17 avrebbe voluto unirsi a loro, ma qualcosa lo tratteneva: la vista di sua moglie, seduta per terra con la schiena appoggiata al muro opposto a quello delle brandine, aveva lo sguardo perso nel vuoto. Ricordava di aver già visto quello sguardo negli occhi di Yasira... Quindici anni prima, pochi attimi prima dell’arrivo di Nedrick. Mentre l’aura di quel mostro incombeva sulla Terra, lei era lì, nella sua stanza, appoggiata alla parete in quella stessa identica posizione, e aveva detto: < Io credo di essere maledetta... >. Ora, probabilmente Yasira non pensava a quello, ma C-17 sapeva bene quanto lei fosse legata a Vegeta... e capiva perfettamente che il vederlo in quello stato la stava distruggendo. Lo capiva, perché si sentiva proprio come lei: C-18 era finita esattamente come Vegeta.

Il fatto era che anche tutti gli altri si sentivano esattamente come loro due.

Chichi, Pan, Goten e Videl erano accanto al letto di Gohan, senza sapere cosa fare. Non sapevano neanche se fosse opportuno respirare, in quella situazione.

Trunks nel frattempo era quantomeno riuscito a prendere una decisione: Bra non doveva vedere il loro padre in quello stato pietoso. Così, l’aveva portata via dalla stanza, sospingendola quasi di forza.

Soltanto Tarble era rimasto accanto a lui. I suoi occhi erano lucidi, ma avrebbe fatto di tutto pur di non piangere. Vegeta non lo avrebbe voluto.

La disperazione regnava sovrana in quella navicella. La disperazione, accompagnata da un silenzio che si faceva ogni secondo più pesante ed insopportabile. Finché, all’improvviso, una voce non lo mandò in frantumi.

< Che cosa facciamo? >

In un primo momento, nessuno si era preoccupato di capire di chi fosse quella voce. Ma un attimo dopo, quando si resero conto di chi era stato, tutti si stupirono: a parlare era stata Korra.

Nessuno le aveva risposto. < Vi ho chiesto che cosa facciamo > insistette.

Forse era stata un po’ sbrigativa, e magari anche inopportuna, ma la sorpresa nel sentire quelle parole pronunciate proprio da lei sembrava aver fatto dimenticare a tutti i suoi modi bruschi. Sembrava che avesse riscosso quella navicella dal torpore che l’avvolgeva.

Chi l’avrebbe mai detto? Più di qualcuno aveva pensato che quella ragazza non avrebbe voluto avere nulla a che fare con quella storia. Credevano che avrebbe voluto andarsene per la sua strada, cercando di stare il più lontano possibile sia da loro che da questi misteriosi visitatori di un’altra dimensione.

Ma Korra aveva sentito ogni parola del discorso di Kaioshin: se l’universo intero era in pericolo, lei c’era dentro esattamente come tutti gli altri.

Poi, tutti furono altrettanto sorpresi nel sentire Tarble rispondere alla domanda: < Ci serve un posto sicuro, dove quei tizi non riescano a trovarci. Una volta lì, dobbiamo occuparci di Vegeta e gli altri... e dobbiamo iniziare ad allenarci e prepararci allo scontro >.

Yasira si voltò a guardarlo. Non credeva di averlo mai visto così risoluto in vita sua. Ma aveva avuto ragione: prepararsi allo scontro, era esattamente questo che dovevano fare.

*

< Grande Zaku, sembra che la missione dei gemelli sulla Terra abbia preso una piega inaspettata... >

< Che intendi dire, Araki? >

< Pare che il pianeta sia esploso. Vahir ed Ebor sono stati coinvolti nell’esplosione e non ce l’hanno fatta... >

Zaku si alzò dal grande scranno d’avorio un tempo appartenuto a Re Cold, incamminandosi lentamente alla sua sinistra, verso una enorme vetrata che dava sull’esterno del palazzo: < Sono stati sconfitti? > chiese.

< In realtà non lo sappiamo... ma non riusciamo a percepire alcuna forma di vita nello spazio lì intorno >

La bocca di Zaku si contrasse in un sinistro sorriso, mostrando i canini appuntiti: < Quindi la loro missione è comunque compiuta... >

Araki sorrise a sua volta: < Sì, signore >

< Benissimo, in tal caso il danno è minimo. Possiamo dedicarci alla seconda parte del nostro lavoro... >

< Sì... la parte che stavamo tutti aspettando... >

< Reclamare questo mondo come il nostro nuovo impero... >

Zaku uscì sulla balconata dopo aver sfondato la finestra, guardando verso il cielo. I suoi occhi si illuminarono, e la volta celeste si squarciò come una tela strappata. Una miriade di esseri tutti identici uscì dall’apertura creatasi. Era incredibile: migliaia e migliaia di questi individui, tutti vestiti con la stessa armatura bianca e nera, con una stella a quattro punte rossa sul petto e un casco integrale sulla testa, presero posizione in pochi minuti nell’enorme piazzale antistante la torre, disponendosi in tanti enormi quadrati, come le divisioni di un immenso esercito in parata.

Araki aveva preso posto alla destra del suo signore, ed improvvisamente accanto ai due erano apparsi anche i loro tre compagni: Kritt, Burutu e Suwa.

< Miei carissimi soldati – esordì Zaku, alzando le mani al cielo con tono trionfante – Il momento che aspettavamo è finalmente giunto! Il momento in cui ci prenderemo con la forza la nostra nuova patria! >

Una gigantesca ovazione seguì le sue parole. Appena i soldati si ricomposero, Zaku riprese la parola: < Gli esseri inferiori di questo mondo dovranno capire subito chi sono i loro nuovi padroni! >

Un’altra prolungata ovazione.

< Ora andate, miei sudditi! E insegnate a questo mondo che c’è un nuovo dio da venerare! >

Iniziava così quella che sarebbe stata la più grande catastrofe mai abbattutasi sull’universo intero. I quattro generali, e i seicentomila soldati appena evocati da Zaku, lasciarono il pianeta Bitt, diretti ai quattro angoli della galassia, dando inizio ad un’opera di conquista e sottomissione di proporzioni così gigantesche da far impallidire qualsiasi campagna intrapresa da Re Cold, o dai suoi figli, o da chiunque altro.

Sembrava che l’universo fosse arrivato davvero alla conclusione di un’epoca.

Ma se solo i quattro generali di Zaku avessero avuto uno scrupolo in più, se avessero controllato un po' meglio, se si fossero preoccupati di cercare dei sopravvissuti non solo là dove prima vi era il pianeta azzurro chiamato Terra, ma anche nelle sue vicinanze, nel suo sistema solare, si sarebbero accorti di quella piccola capsula di forma sferica, diretta lontano, che trasportava quello che forse era l’ultimo barlume di speranza in cui questo mondo poteva confidare.





C'è un limite al peggio? Sembrerebbe di no.
Prima i cattivi erano sette, poi sono rimasti in cinque... adesso sono SEICENTOMILA e cinque. Bella rottura, eh?
Un esercito intero contro un gruppetto di profughi spaziali su una minuscola navicella. Detta così, sembra una gran brutta storia.
Al prossimo aggiornamento!
P.S. Il primo capitolo della storia ha appena superato le duemila visualizzazioni. Ci tenevo a ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a far salire quel numero così tanto, senza di voi il mio lavoro non avrebbe senso. Grazie di cuore.

RED TAIL cap. 77: esuli ed invasori

I due Kaioshin si erano fatti sentire di nuovo. C’era stato un altro squarcio dimensionale, molto più esteso e prolungato del precedente, e questa volta non erano entrate solo sette persone, ma addirittura seicentomila. Un numero che sembrava quasi buttato lì a caso, ma non era affatto così.

Avevano tenuto d’occhio il pianeta Bitt. Avevano visto, attraverso la sfera di cristallo del vecchio Kaioshin, l’esercito di Zaku prendere vita quasi magicamente di fronte a lui. E quando avevano finalmente avvertito i guerrieri Z, questi ultimi quasi non ci avevano creduto.

Ma la verità era quella, ed era quasi più assurda della menzogna: era l’inizio della fine.

I quattro generali di Zaku avevano preso di mira ciascuno un pianeta diverso, e in poche ore il loro lavoro era già concluso. Così, erano passati ad altri quattro pianeti, e poi sarebbero passati ad altri quattro ancora, e poi ancora e ancora... finché lo spazio intero non sarebbe stato sotto il loro assoluto dominio.

I Kaioshin avevano suggerito a Goku e agli altri di rifugiarsi sul loro pianeta, ma non sarebbe servito: prima o poi gli invasori avrebbero percepito la loro presenza e sarebbero arrivati anche lì.

Tutti, sulla navicella di Bulma, cercavano di tenere la mente lontano da quella opprimente situazione. Ma era pressoché impossibile.

Dovevano assolutamente trovare un posto dove nascondersi finché non fossero stati pronti a difendersi davvero. Ma sembrava quasi che questo posto non esistesse. Sembrava che l’infinità dello spazio non fosse abbastanza grande per perdercisi dentro.

Yasira era ancora immersa in quello stato catatonico in cui era piombata subito dopo essere salita sulla navetta. Poi, all’improvviso, si alzò di scatto, avviandosi a passo spedito verso la cabina di pilotaggio. Solo Goku la notò.

Bulma teneva lo sguardo fisso sui comandi, cercando di tenersi occupata e di scacciare via tutti gli altri pensieri. Ma era un’impresa titanica: non solo l’universo stava per essere distrutto da un esercito di origine sconosciuta, ma sembrava che l’unico che forse poteva salvarlo fosse destinato a morire prima di poter fare qualcosa.

Dende aveva tentato, con tutta la concentrazione di cui era capace, di usare i suoi poteri per aiutare Vegeta, C-18 e Gohan, ma quel veleno era qualcosa con cui non aveva mai avuto a che fare. Per la prima volta, i suoi poteri erano stati inutili. E Bulma si era sentita quasi mancare, nel momento in cui ne era venuta a conoscenza.

La porta dietro di lei si aprì, distraendola da quei brutti pensieri. Yasira fece il suo ingresso nella stanza, seguita un attimo dopo da un incuriosito Goku.

< Forse so dove possiamo andare... > disse la principessa, sedendosi accanto a lei. Anche Goku prese posto su uno dei sedili, nonostante nessuna delle due lo stesse calcolando minimamente.

< Ti ascolto... > rispose Bulma, esortandola a continuare.

< C’è una regione dello spazio, ai margini della Galassia del Sud... la chiamano “fascia terminale”... è lontana da tutto, ed è un luogo estremamente inospitale. Ma c’è un pianeta, in quella regione, che può fare al caso nostro. Si chiama Kandara, le coordinate sono 1038 ZT...

Bulma ebbe un sussulto: < Come hai detto? 1038 ZT? Ma è lontanissimo! Ci vorranno almeno due settimane di viaggio! >

< Lo so. Ma dubito che questi tizi arriveranno mai in quella regione... e se anche ci arrivassero, dovrebbero fisicamente atterrare su Kandara per localizzarci; non riuscirebbero a percepire le nostre aure dallo spazio esterno... >

Goku era sorpreso: < Perché non dovrebbero riuscirci? >

< Quel pianeta è circondato da forti tempeste elettromagnetiche. Sono presenti un po’ dappertutto, nella fascia terminale, ma intorno a Kandara sono particolarmente forti >.

Bulma e Goku si guardarono, per poi ritornare a fissare la principessa. Goku riprese: < Pensi che gli abitanti di Kandara ci aiuteranno? >

Yasira abbassò lo sguardo: < Questo ormai non è più un problema... gli abitanti di Kandara non esistono più... >

Goku aveva notato il suo volto contrito, e credeva di aver capito cosa volesse dire: < sei... sei stata tu, Yasira? >

< No... ma è lo stesso colpa mia... >

< Che cosa vuoi dire? >

< E' successo mentre cercavo di scappare da Nedrick... non credevo che mi trovasse, su quel pianeta, ma era più vicino di quanto pensassi. Sono riuscita ad allontanarmi da Kandara, ma Nedrick li aveva già sterminati tutti, soltanto perché avevano cercato di aiutarmi... >

Il silenzio che seguì aveva un che di imbarazzante. Non doveva essere facile convivere con un peso del genere, per lei. Goku si alzò lentamente dalla sua sedia, avvicinandosi: < Non è stata colpa tua... non devi sentirti responsabile delle azioni di Nedrick... >.

Yasira non gli rispose. Bulma cercò di sviare il discorso: < Ma se quello è riuscito a capire che eri su quel pianeta, come faremo a nasconderci da un esercito della bellezza di seicentomila persone? >

< Nedrick mi stava cercando, e sapeva che mi trovavo in quella zona. Questi tizi non sanno che siamo scampati all'esplosione della Terra... e se il loro quartier generale è su Cold 1, ci vorrà parecchio perché arrivino nella fascia terminale... >

Dopo essersi presa un attimo per pensare, Bulma si girò di nuovo verso i comandi: < Allora va bene... andiamo su Kandara... > mormorò soltanto.

*

Burutu rinfoderò la seconda delle sue fidate spade, che gli pendevano incrociate sulla schiena. Era sull’ennesimo pianeta affidatogli dal grande Zaku, e aveva appena finito di compiere il suo lavoro. Un cumulo di cadaveri dalla pelle squamosa e azzurrognola era ammucchiato disordinatamente dietro di lui: < E anche questo pianeta è sistemato > si disse.

Quello era stato un pianeta un po’ più difficile degli altri. Gli abitanti lì avevano la pellaccia dura. Sarebbe stato bello avere a disposizione il veleno dei gemelli, in quella situazione. Non che per lui fosse stato un problema, niente affatto, solo che era stato un po’ lungo e noioso.

A proposito, chissà cos’era successo sulla Terra... i gemelli l'avevano fatta esplodere di proposito oppure era accaduto per caso?

Ad ogni modo, alla fine quei due si erano dimostrati per quello che erano: dei poveri, stupidi incapaci. Forse erano stati addirittura messi alle corde e avevano fatto saltare il pianeta pensando di trarsi d’impiccio. D’altronde, erano sempre stati dei pessimi perdenti...

Peccato che alla fine c’erano rimasti secchi anche loro. Che inetti.

Un soldato lo riscosse dai suoi pensieri: < Signore, qui è tutto sistemato... siamo pronti per il prossimo pianeta! > disse, entusiasta.

Burutu si voltò lentamente verso di lui, con un’aria piuttosto infastidita: < Beh? Non ci si inchina più davanti ad un generale, razza di feccia semovente? > ringhiò, furioso.

Il povero soldato si accorse solo allora del madornale errore che aveva commesso. Tremando dalla paura, mosse un paio di passi indietro, prima di andare incontro alla sua prematura dipartita: Più veloce della luce, Burutu tirò fuori entrambe le sue spade, trapassandogli il cuore con una e decapitandolo con l'altra.

La testa del malcapitato cadde a terra, rotolando per mezzo metro alla sinistra del resto del corpo. Burutu puntò un piede sull'addome del suo ex-sottoposto, sfilando violentemente la seconda spada dal suo torace. Il corpo decapitato cadde in ginocchio e poi all'indietro.

< Tsk... giustizia è fatta... > disse il generale, riponendo le sue armi.

Si voltò verso un gruppetto di altri soldati che aveva assistito alla scena in religioso silenzio: < Che avete da guardare? Abbiamo una missione da compiere. Muoversi! >

Tutti i soldati si affrettarono ad allontanarsi da lui, preparandosi per raggiungere il prossimo pianeta.




E così, inizia l'organizzazione della resistenza. Su un pianeta lontano da tutto e avvolto da tempeste magnetiche, che fa parte del capitolo peggiore del passato di Yasira. Riuscirà la piccola navicella ad arrivare a destinazione senza incidenti? E  i nostri adorati sayan saranno mai in grado di sconfiggere un nemico così pericoloso?
Alla prossima!
P.S.: Zaku e i suoi avrebbero qualcosina da imparare sulla gestione del personale, non credete?