Mai fermarsi alle apparenze

di istinto della luna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non tutto è come sembra ***
Capitolo 2: *** Non solo il rosso può sorprendere ***
Capitolo 3: *** Saper affrontare le conseguenze ***
Capitolo 4: *** Sembra che i guai non abbiano mai fine ***
Capitolo 5: *** Scoperte interessanti a Hogwarts ***
Capitolo 6: *** Gli aiuti dall'esterno non sempre sono graditi ***
Capitolo 7: *** Come saper apprezzare gli aiuti ***
Capitolo 8: *** Calmare le acque, sorprendendo le folle ***
Capitolo 9: *** Quella scossa ha smentito le apparenze ***



Capitolo 1
*** Non tutto è come sembra ***


Non tutto è come sembra


Hermione Granger era imbarazzata.
Sì, molto imbarazzata.
Stava uscendo dall'aula di Trasfigurazione con le gambe tremanti e le gote arrossate.
Non ci poteva credere.
<< Hermione, che hai? >>
<< Oh, n-niente Harry, tranquillo. Allora quando hai intenzione di fare i due temi per la McGranitt? Questo pomeriggio va b-bene? >>
Harry, accigliato, si grattò la nuca: << La McGranitt non ha dato nessun tema da svolgere. È stato Piton.  >> dopo una breve pausa per guardarla bene in volto, continuò << Piton ha dato i temi e per di più due ore fa'. >>
<< Oh, hai ragione adesso che ci penso, scusami. >>
Harry non riusciva a crederci: Hermione si era dimenticata dei compiti? Com'era possibile?
<< Hermione, sicura di star bene? >>
<< Oh certo Harry, perché? >>
<< No, niente.  Ehi!!!  Dove vai? Dobbiamo aspettare Ron. La McGranitt lo ha incastrato!  >>
Hermione, che si stava avviando verso la Sala Comune, si arrestò.
Quel nome la pietrificò all'istante.
Non poteva assolutamente essere vista da Ron, non dopo quello che aveva ricevuto e non  in quello stato poi.
<< Ron? Come Ron? >>
<< Si, Hermione, Ron. Sai: quel ragazzo con i capelli rossi, alto, che è nostro amico da ben cinque anni! >>
Rosso... rosso... proprio come il colore di quel regalino.
Stai calma Hermione. Respira. Gonfia i polmoni e ribatti.
<< So chi è R-Ron, Harry. Il fatto è che devo andare di corsa in biblioteca perché... perché voglio portarmi avanti con i compiti. Quest'anno è dura ed è fondamentale la perseveranza.  >>
Ancora una volta con la bocca spalancata, Harry non riusciva a capire cosa stesse succedendo a Hermione.
Ok, il fatto che volesse portarsi avanti era più che lecito da parte sua, ma, andiamo, si sarebbe di certo fermata per salutare Ron. Che cosa stava succedendo? E poi perché lui non ne sapeva niente?
<< Tu, anzi voi, mi nascondete qualcosa. Vedrete... vedrete quando saprò leggervi nella mente. >>
<< Cosa?!?  Noi? Io, cioè, lui? Lui... ho detto davvero lui? E cioè, no.... no Harry non ti stiamo nascondendo nulla. Comunque ora devo andare, sono in ritardo sulla tabella di marcia. Salutami Ron quando esce, d'accordo? >>
Esasperato Harry acconsentì:  << Va bene Hermione. Ci vediamo. >>
Nel frattempo arrivò Ron con la divisa sgualcita e rosso fino alla punta delle orecchie. Le lentiggini, spruzzate su tutto il viso, risaltavano maggiormente, facendo contrasto con gli occhi azzurri e spossati.
<< Harry, la prossima volta la McGranitt mi ucciderà se non prendo un'altra A. Miseriaccia, sono settimane che studio e questa non è ancora sazia. Mi ricorda Hermione... a proposito dovevo...  ma dov'é? >>
<< Indovina? È scappata a studiare! Comunque ti saluta. >>
Ron grugnì sconsolato di rimando.
<<  Toglimi una curiosità, non è che mi nascondete qualcosa voi due? >>
Il più piccolo maschio Weasley parve perplesso e pensieroso: << Non che io sappia. Comunque volevo rivolgerti la stessa domanda. È dall'ora di Piton che mi lancia certi sguardi... mi facevano gelare il sangue. Sembravano così penetranti. >>
Harry sorridendo sotto i baffi insistette: << E tu cosa facevi di rimando? >>
<< Io, dici? Beh, dei sorrisi forzati, ma poi mi tornavo a fare la mia pozione. Sai quante volte ho dovuto rifarla per colpa sua? >>
Harry, rammentando la quantità di punti che avevano perso quella mattina e non solo per colpa di Ron, annuì debolmente.
<< Forse è meglio se andiamo a studiare. >>
<< Hai ragione, Harry. >>
Rammaricati e con la testa bassa si incamminarono verso la torre Grifondoro.
 


Hermione, al contrario dei suoi due compari, stava saltellando allegramente in direzione della biblioteca.
Un momento, Hermione Granger, il prefetto più temuto di Hogwarts stava saltellando per i corridoi?
Stiamo parlando della stessa persona?
Si mise a cavalcioni su uno dei tanti muretti presenti in quell'immenso castello e, pensierosa e desiderosa di ammirare il piccolo regalino ricevuto durante Pozioni, aprì la busta guardandoci dentro.
In tutta la sua semplicità, spiccava un braccialetto di corda rossa con un ciondolo a forma di W.
<< Oh Ronald... >>
Come poteva Ron averle fatto un dono del genere? Non era da lui. Eppure lo aveva capito, dagli sguardi intimoriti e i sorrisi forzati che le aveva restituito. Ma, perché ora? Non riusciva a spiegarselo eppure sentiva dentro di sé il cuore accelerare e il viso divenire caldo.
<< Siamo felici è, Hermione? >>
Alzò velocemente lo sguardo e si ritrovò di fronte una figura alta e slanciata farle l'occhiolino.
Deglutì e nascose il pacchetto dietro la schiena.
Quel ragazzo aveva i capelli rossi, ma non si trattava di Ron.
Sospirò sollevata.
<< Che ci fai tu qui? >>
<< Oh, niente stavo solo cercando George.  Sai, è un tipo molto espansivo. Oserei dire troppo a volte. Così, l'ho perso di vista.>>
Hermione abbozzò un sorriso, alzandosi dal muretto e riprendendo a camminare.
Fred la seguì.
<< Comunque non mi hai risposto. >>
<< Non mi hai domandato nulla a dire il vero. >>
Fred ghignò e si posizionò di fronte a Hermione che, colta alla sprovvista, rischiò di cadergli addosso.
<< Fred, ma che fai? >>
<< Ha colpito, allora? >>
<< Cosa? Potresti essere più chiaro? >>
<< No, dico, il tuo ammiratore ha colpito nel segno, è? >>
Per poco Hermione non si lasciò cadere e, pregando, che la verità non venisse a galla dalle sue gote, cercò di tenergli testa in qualche modo.
<< A dire la verità non so di cosa tu stia parlando. Comunque, se anche fosse non lo verrei di certo a dire a te. >>
<< Che strano, Hermione. Tra tutto quello che avresti potuto dirmi, pensavo fosse domandarmi come facessi a sapere di un ammiratore. Ciò significa che è vero. Ho ragione allora! >> detto ciò si picchiò sul petto, sorridendo divertito.
Hermione, rossa di rabbia, dovette riconoscere che il ragazzo aveva davvero ragione.
Perché Hermione sei così stupida. Andiamo, è solo un braccialetto, torna in te stessa, torna in te stessa!
<< Devo ammetterlo Fred mi hai fregato. Ora, con permesso, vorrei raggiungere la biblioteca per studiare. Perché io... i G.U.F.O. li voglio superare... e tutti! >>
Ora Fred si stava letteralmente scompisciando dal ridere. Se non si fosse trattenuto, probabilmente Hermione lo avrebbe schiantato.
<< Non ci credo: Hermione Granger riconosce il fatto che sia stata fregata da Fred Weasley?  Troppo bello per essere vero. >>
<< Ed è la prima ed ultima volta, Fred! >>
<< Sicura Granger? Ti ho fregato anche un'altra volta, sai? >>
<< E quando, sentiamo? >>
<< Avrà un rivale il nostro Ronnino. >>
<< Come prego? >>
<< Hermione, puoi tornare sulla terra? Ho appena detto: avrà un rivale il nostro Ronnino! >>
La ragazza si passò una mano tra i capelli aggrovigliati nel vano tentativo di tranquillizzarsi.
Stavano succedendo troppe cose contemporaneamente e doveva cercare di mettere in ordine tutto quanto.
<< Ma perché c'è un rivale per Ron? In che senso? Fred, spiegati, per Merlino! >>
Fred si piegò all'altezza di Hermione accarezzando lievemente la sua guancia lattea.
Sorrise e, guardando i suoi occhi così sbalorditi, riprese: << No Hermione, mi dispiace, sei abbastanza sveglia per capirlo. Comunque farò io, una domanda a te: ti piace il rosso, non è così? >>
Hermione, ancora pietrificata per la carezza ricevuta e la vicinanza con il suo volto annuì debolmente.
<< Sono contento. Sapevo che non avrei mai potuto sbagliar colore! >>
Hermione comprese ogni cosa.
Vide Fred tornare fischiettando sui suoi passi, dopo averle rivolto un ulteriore occhiolino.
Tirò fuori il braccialetto e si concentrò sul ciondolo a forma di W.
W come Weasley, era ovvio.
Questo Hermione lo aveva capito.
Ora che ci pensava, però, aveva già visto quella lettera.
Così scintillante, così viva, così spiritosa.
Sì, sì, certo! L'aveva visto distinguersi nel cielo alla Tana...
A quel punto, deglutì diventando paonazza.
... nel cielo alla Tana subito dopo gli scoppi dei fuochi Weasley.





Angolo Autrice
Ammetto che, in principio, questa storia era una semplice one shot terminata così. 
A causa di alcune richieste e, per diletto personale, ho preso in considerazione l'idea di renderla una long.
Si tratta della prima volta, spero non diventi pesante man mano che leggete.
Come è mio solito, mi auguro che sia stata di vostro gradimento.
A presto!
Martina.
PS: Recensite per favore. Grazie in anticipo

 

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Capitolo 2
*** Non solo il rosso può sorprendere ***


Non solo il rosso può sorprendere 


<< George, non accetterà mai lo vuoi capire? >>
<< Ginny non urlare o lo verrà a scoprire anche quel gatto spelacchiato che si ritrova come animale domestico! >> 
<< Va bene, va bene, scusa. Comunque non sarà mai d'accordo. >>
<< Figurarsi, la convincerò io, vedrai. >>
<< Tu?! Riuscire a convincere Hermione? Ne dubito. >>
<< In che cosa dovrebbe convincermi, Ginny? >> 
La diretta interessata si era avvicinata di soppiatto ai due fratelli cercando di capire su cosa stessero confabulando. Dopo essersi guardati straniti e leggermente allarmati, George cercò di rimediare a quella situazione.
<< Hermione!!! Quanto mi sei mancata! Come sono andate le lezioni? >>
Ginny si diede una manata in fronte e si allontanò sbuffando. Non prima di aver mimato a suo fratello la parola "idiota" con le labbra.
<< George arriva al punto. >>
<< Non te la sei bevuta, vero? >>
Lei, con sguardo truce e braccia incrociate, dichiarò a denti stretti: << Evidentemente no. >>
Il ragazzo si passò una mano nei capelli in cerca di qualche idea per far proseguire il suo piano con successo.
Optò per qualcosa di poco impegnativo: << Allora Hermione, visto che sei una ragazza sveglia, non ci girerò troppo intorno. Ho bisogno di un favore. >>
Hermione, enormemente basita, lo interruppe sul colpo: << Tu stai chiedendo un favore... a me? >>
<< Già. >>
La ragazza prese posto sul divano di fronte a lui per ascoltare tutto ciò che aveva da dirle. Non si sarebbe persa i particolari per nulla al mondo.
<< Vedi, io e mio fratello abbiamo fatto una scommessa. >>
<< Quale fratello? >>
<< Come quale fratello!?!  Fred, mi sembra ovvio! >>
Hermione dovette reggersi al tessuto della poltrona per non cadere a terra. No, no, no non doveva assolutamente immischiarsi in affari dove centrasse anche Fred. Da quella volta in cui comprese che il regalino non fosse da parte di Ron, ma di Fred, non aveva avuto più il coraggio di rivolgergli la parola.
<< Mi dispiace George, ma non ho intenzione di partecipare ai vostri scherzi. >>
Si alzò velocemente per nascondere le sue guance che, in qualche modo, erano diventate dello stesso colore dei capelli del suo interlocutore.
<< Hermione è solo una dannatissima scommessa! Dai, per una volta, fai vincere il gemello più bello. >> George, raggiungendo Hermione da dietro, riuscì a scorgere il cambiamento di colore sul suo viso.
Ghignò soddisfatto, quando capì come girare a suo favore la situazione.  
<< Che c'è: ti imbarazza fare una scommessa con il mio dolce gemellino? Che è successo tra di voi? >>
<< Cosa? N-no, certo che no. >>
<< Bene, allora ascoltami. Abbiamo scommesso sul fatto che non potresti mai ostentarti dalle regole e compiere qualcosa di, diciamo, inaspettato. È impossibile per una prefetto come te. >>
<< Chi di voi ha scommesso contro di me? >>
<< Fred. >>
Ancora una volta si sentì il cuore precipitare in un pozzo senza fondo. Quel nome stava diventando una vera e propria seccatura. 
<< No,te lo ripeto, non starò ai vostri perfidi giochetti! >>
<< Andiamo Hermione, fammi vincere quei fruttuosi galeoni. Te lo chiedo in ginocchio. >>
La ragazza lo guardò di sbieco. In realtà George non sapeva il vero motivo per cui Hermione rifiutasse il suo, per così dire, galante invito. Ringraziò mentalmente Fred per non aver rivelato ciò che era successo tra di due. Forse era un semplice scherzo architettato da entrambi, affinché la distraessero dal suo ruolo di prefetto. Solo di una cosa era certa: non aveva voglio di cedersi a Fred ad una distanza di tempo così corta.
Ogni volta che incrociava il suo sguardo sentiva una strana situazione dentro di sé, come se una tormenta si stesse abbattendo alla bocca del suo stomaco. La situazione, per come la stava vivendo, era già fin troppo imbarazzante.
Tuttavia analizzò la situazione a suo vantaggio e alla fine decretò il suo verdetto: << Weasley, se proprio vuoi che ti aiuti, voglio qualcosa in cambio. >>
George spalancò la bocca, afflosciandosi a terra: << Da quando in qua colei che si chiama Hermione Granger ricatta gli amici? >>
<< Da quando due stupidi gemelli l'hanno tirata in ballo in una scommessa che non sta né in cielo né in terra! >>
Il ragazzo dovette cedere alla richiesta di Hermione, promettendo che avrebbe studiato con più regolarità per i suoi M.A.G.O. "Che stupida" pensò "se solo avesse saputo..."
<< D'accordo George che devo fare? >>
<< Stupisci mio fratello. >>
E così dicendo se ne andò trotterellando e gioendo senza ritegno.
 
*

I giorni successivi Hermione continuava a pensare ad un modo per stupire Fred. Ormai aveva accettato e doveva andare fino in fondo. Lo vedeva spesso scherzare con George e Lee incurante che presto avrebbe perso la sua scommessa. Ogni volta cercava di convincersi del fatto che non avrebbe mai dovuto passare così tanto tempo a pensarci. In fondo lei non aveva nulla da perdere. Stava solo facendo un favore ad una persona, George Weasley per giunta!
Poi finalmente le venne in mente. Aveva, forse, un desiderio celato: quello di far imbarazzare Fred allo stesso modo con il quale lui aveva fatto con lei. Era questo che l'aveva spinta ad accettare la sfida di George. Anche se tutto appariva più che sospetto...
Vide Fred e George intenti a vendere le loro Merendine Marinare alla folla di ragazzini che si era raggruppata eccitata intorno a loro.
Erano occupati a vomitare in modo spettacolare in alcuni secchi, mentre il povero e incompreso Lee era costretto a far sparire i residui.
Intravide lo sguardo di George e annuì.  Lui parve soddisfatto: era pronto a vedere come si sarebbe mossa la Granger.
<< Che state facendo Weasley? >>
Fred, che aveva appena ingerito la parte viola della merendina, le rispose: << Stiamo facendo soldi, non vedi? >>
Lei sobbalzò leggermente quando incrociò lo sguardo del ragazzo.
<< E questi... prodotti... sono accessibili solo a coloro che frequentano il primo anno? >>
Fred la guardò allibito. George, che la stava seguendo con la coda dell'occhio, si girò completamente nella sua direzione.
<< Ovvio che no Granger, altrimenti non riscontreremmo così tanto successo, non credi? >>
Il comportamento, per nulla modificato di Fred dall'ultima volta in cui si erano parlati, la fece sentire più sicura di sé. 
Attuò, allora, il suo piano, sentendo una strana forza al centro del petto.
<< Certo e dimmi... potrei averne una anche io? >>
Entrambi si guardarono allibiti e, sforzandosi di non ridere, alzarono un sopracciglio scettici. George stava semplicemente al gioco, anche se dovette ammettere che Hermione aveva saputo usare una tecnica tutt'altro che sensazionale.
<< Che cosa vorresti fare con una delle nostre Merendine, venderci al nemico? >>
Lei cercò di assumere la faccia più offesa che potesse uscirgli in quella situazione: << No, certo che no. Mi meraviglio di te, Fred. Non sei tu il primo a sentire il profumo di guadagno nell'aria? Voglio comprarne una e provarla, tutto qui. >>
A quel punto Fred non poté che spalancare la bocca e porgerle la Merendina. Lei la pagò senza troppe cerimonie. George si intromise per non far insospettire il fratello: << Su Granger provalo adesso. Sono curioso di vedere che faccia farai. >>
Anche se leggermente scossa, ribatté a testa alta: << Oh, non preoccuparti George, era quella la mia intenzione. >> 
Appena terminò la frase, si ficcò in bocca la parte arancione del dolcetto. Non dovette aspettare molto perché, dall'interno dello stomaco, sentì un movimento contorto che si tradusse in vomito. Vomitò a raffica e sommessamente dentro uno dei secchi che George le stava tenendo.
Quando pensò di aver dato abbastanza spettacolo, ingoiò il resto della merendina e il suo vomito si placò all'istante.
<< Ecco qui, soddisfatti? >>
<< Hermione non me lo aspettavo proprio, batti cinque! >> Hermione esaudì il desiderio d George per poi posare lo sguardo su Fred, il quale sembrò essersi pietrificato. Stava fissando Hermione con occhi vitrei e increduli, mentre la bocca era semiaperta.
<< L'hai vista George? Ha mangiato... e poi ha vomitato.... e poi ha ingoiato... ma ci credi? Ci credi? È impossibile! È inusuale! Non è da Hermione Granger. >>
La ragazza decise che si sarebbe presa un'ulteriore rivincita personale.
Si alzò in punta di piedi in modo da raggiungere il viso di Fred. Era leggermente accaldato e i capelli, perennemente scompigliati, glielo incorniciavano.
Si avvicinò al suo orecchio sentendo il battito del cuore aumentare e le gambe tremare leggermente.
Anche Fred era incerto: poteva vedere il suo pomo d'Adamo salire e scendere freneticamente.
<< Questa volta sono stata io a fregarti, Fred! >>
Si allontanò velocemente, non prima di aver guardato in direzione di George che, all'estremo delle forze, stava cercando di non ridere, tenendosi la pancia.
<< Mi devi un bel gruzzoletto, Freddie! >>










Angolo autrice:
Ecco qui, come promesso ne ho fatto un seguito.
Ovviamente non finisce qui, come è presumibile pensare...
A presto con nuove avventure,
Vi prego di lasciare una recensione...
Grazie
Martina

 

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Capitolo 3
*** Saper affrontare le conseguenze ***


Saper affrontare le conseguenze


Quella mattina, come tutti i giorni, Harry, Hermione e Ron sedevano in Sala Grande a discutere sulla situazione con Tartufo. Dovevano essere discreti per non far sospettare nessuno, soprattutto la Umbridge, di tramare con un presunto serial killer.
Hermione, tuttavia, se ne stava zitta. Continuava a pensare a quella situazione assurda che si era creata tra lei e Fred. Insomma, non si poteva dire che fossero mai sempre stati grandi amici. Si parlavano e basta. Non aveva mai potuto pensare che quelle loro chiacchierate potessero diventare, per così dire, più rosee.
<< Hermione, ci sei? >> domandò Ron un po' preoccupato.
<< Certo Ron, stavamo parlando di Tartufo, giusto? >>
<< Si, stavo dicendo a Harry che forse dovrebbe avvertirlo di ciò che abbiamo intenzione di fare. Sapete di cosa sto parlando, no? >>
Ovviamente si stava riferendo a delle lezioni che Harry, segretamente, avrebbe dovuto dare a quella manciata di studenti che si era convinta del ritorno del Signore Oscuro e del fatto che Harry e Silente non fossero due pazzi. Hermione annuì frettolosamente, cercando di nascondere le guance ormai arrossate. Qualcun altro si stava avvicinando al tavolo, qualcuno di estremamente indesiderato.
<< Di che parlate ragazzi? >> chiesero all'unisono i nuovi arrivati.
<< Di niente. >> li liquidò Ron senza alzare lo sguardo.
<< Perché tanto scontroso di prima mattina fratellino? Ti è andato di traverso il succo di zucca? >> chiese George con un sorriso sfacciato. Si erano seduti di fronte ai tre e ora li osservavano avidamente.
Hermione, respirando profondamente, cercò di non incrociare lo sguardo di nessuno dei due. Dopo quello che era successo con quella merendina, temeva che, se avesse anche solo ascoltato George, lui avrebbe approfittato della prima occasione per farle pesare ciò che aveva fatto.
<< Andiamo Ron, volevamo solo fare conversazione. >>
Hermione rimase leggermente spiazzata.  Fred non aveva ancora tentato di sfiorarla con lo sguardo, ne tantomeno di rivolgersi a lei. Sorrise impercettibilmente diventando più sicura. Tirò fuori l'orario, cercando di apparire svogliata.
<< Comunque - cominciò George ancora più annoiato di Hermione - volevamo proporvi una cosa io e Fred. >>
<< Sarebbe? >> chiese Ron addentando un'aringa affumicata.
<< Beh, se i GUFO vi danno tanti problemi e volete saltare le lezioni... potete sempre provare questi. >> Detto ciò buttarono sul tavolo con poca grazia quelle che sembravano essere Pasticche Vomitose.
A Hermione venne un colpo appena le vide, ma cercò di mascherarlo, tentando di parlare con Ginny che era appena comparsa di fianco a lei.

<< Ah si, queste devono essere... >>
<< Pasticche Vomitose, Harry, proprio così! >>
<< Sono quelle che mostravate a quelli del primo anno, vero? >> continuò Harry, non del tutto interessato. Stava osservando Silente che, del tutto rapito dal suo discorso, discuteva con Piton. Perché non voleva parlargli?
Entrambi i gemelli annuirono con il capo.
<< Io ci starei, ma... funzionano proprio con tutti? >> chiese Ron diffidente. Hermione lo trucidò con lo sguardo. Era un prefetto, per la miseria e, come tale, doveva essere il primo a rifiutarsi di cadere nei giochetti subdoli di quei due scapestrati. Tuttavia se ne stette zitta, aspettando con astio che lasciassero il tavolo.
<< Certo che funzionano con tutti Ron, ci hai visti in questi giorni dare prova della loro funzionalità. Se vuoi essere più sicuro, posso dirti con certezza che qualcuno che conosci le ha già provate. >> annunciò Fred, d'improvviso serio.
<< Chi è? >>
<< Qualcuno che è molto più vicino a te, di quanto immagini. >> continuò George, anch'egli senza battere ciglio.
Hermione avvampò. Si sentiva gli sguardi di tutta la tavolata puntati addosso, nonostante i due gemelli avessero sussurrato quelle parole ai suoi due amici. Non voleva diventare lo zimbello di tutti per una sciocchezza simile. In fondo aveva fatto solo un favore ad un suo conoscente. Guardò nella loro direzione e, senza alcuna sorpresa, incrociò quattro paia di occhi che la squadravano.  Poteva leggere in ognuno di loro incredulità, mista a compiacimento. Harry e Ron avevano dovuto seguire il movimento di quelle due teste rosse identiche, il cui sguardo, ovviamente, era rivolto a lei.
A Ron le orecchie andavano a fuoco tanto che Hermione ebbe paura che, ad un tratto, si incendiassero letteralmente.
<< Hermione?!? Andiamo, è come se la McGranitt cominciasse a favorire gli alunni della sua casa. Non esiste.>>
<< Beh, se non ci credi, lascia parlare lei. Hermione? >>
Hermione cercò di apparire calma, mentre dentro di sé milioni di fuochi si sprigionavano con forza tale da mozzarle il fiato. Sentiva caldo, ma non poteva inventare inutili scuse. Capii che doveva affrontare la vendetta di Fred Weasley. Era lui, infatti, ad averla chiamata e ora la stata osservando con un sorrisetto che la diceva lunga.
<< Si? >> cercò di apparire calma e ignara dell'argomento di cui stavano discutendo.
<< Hermione, non ti dispiace che i tuoi due amici dubitino delle tue azioni? >> chiese nuovamente Fred senza scomporsi troppo. George, intanto, se la rideva ancora una volta.
<< Perché, che cosa avrei fatto per meritare il loro dissenso? >>
Fred si alzò dalla panca per posizionarsi di fronte a Hermione. I suoi occhi si scontrarono con quelli della ragazza, che cercava di tenerli socchiusi per non sudare, qualora avesse letto nei suoi di essere in trappola.
<< Sai perfettamente di cosa parlo Hermione. Devi solo annuire con la testa, ne sei in grado? >>
Quello scontro, iniziato per gioco, si stava spingendo oltre la soglia di sopportazione della ragazza. Le si incendiarono gli occhi e, dimenticandosi del resto della combriccola, rispose fissandolo: << Certo che sono in grado di annuire, ma di certo non lo farei per aver mangiato delle Pasticche Vomitose, non credi?>>
Silenzio. I sei ragazzi si immersero in una strana quiete, in mezzo ai diversi rumori che echeggiavano nella Sala Grande. Hermione si portò entrambe le mani alla bocca e si maledisse per aver parlato troppo. Con quelle parole era più che certa che tutti avessero capito che, in fin dei conti, Fred e George non si stavano sbagliando. Con perplessità ruotò il capo cercando con lo sguardo i suoi amici, i quali non riuscivano a credere alle loro orecchie. Ron stava tenendo la forchetta in bilico nel vano tentativo di mandare giù la gelatina che si trovava incastrata nella sua gola, mentre Harry apriva e chiudeva gli occhi più volte di quante ne fossero consigliate. Ginny invece, accanto a Hermione, stava osservando divertita George, il quale sorrideva annuendo con il capo.
<< Hermione, hai davvero provato le Merendine Marinare di Fred e George? >> chiese Ron non appena si riprese.
<< Ecco, io... insomma... non le ho provate. Ho solo... diciamo... analizzato il loro contenuto e poi le ho... ehm... testate personalmente... per assicurarmi che non fossero... dannose, ecco. >>
A quelle parole confuse seguirono due reazioni distinte, da una parte lo sgomento dall'altra il divertimento puro. Non bisogna essere dei geni per capire chi facesse parte di cosa.
Appena George si riprese urlò divertito: << Beh Hermione, menomale che ci sei tu che testi i nostri dolcetti. Senza di te non so cosa avremmo fatto. >>
Hermione si alzò di scatto. Gli occhi assottigliati a due fessure e i capelli più arruffati del solito. Guardò minacciosa il ragazzo, il quale deglutì intimorito: << Se non ci fossi stata io, George, non avresti vinto quella dannata scommessa. Adesso ti è comodo prendermi in giro, ma quando ti serviva il mio aiuto per battere Fred non hai perso tempo e sei corso tra le mie braccia. La prossima volta non ti aiuto più! >>
Fred guardò George con una strana espressione in viso, cercando di capire come si sentisse. Quest'ultimo, infatti, non sapeva che dire: per la seconda volta Hermione aveva tolto la parola ad uno dei gemelli Weasley.
Soltanto dopo un po' di tempo George si riprese e, sussurrando, continuò da dove si erano interrotti: << Per questa volta Granger non posso che acconsentire. Di conseguenza ti chiedo scusa, ma si da' il caso che i soldi me li tengo e le scuse non te le ripeto. >>
Hermione sorrise debolmente senza guardare in faccia l'altro gemello che si trovava ancora di fronte a lei.
<< Hermione, allora, come sono queste Merendine? >> chiese Ginny, scatenando risolini da parte dei gemelli.
<< Ginny, anche tu con questa storia! Sono stata obbligata da tuo fratello per colpa di una stupida scommessa... come ho detto prima. Se ci tieni a saperlo erano disgustose, come gli inventori. >>
<< Certo, facile fare la vittima e poi attaccare senza pietà, Hermione. Me lo ricorderò. >> disse George ammiccando prima di alzarsi. Hermione non si scompose: era sicura che non avrebbe mai potuto dire in giro i suoi segreti. In fondo era stata dalla sua parte e quella scommessa valeva come pegno per lui.
<< Ma quando dici che George ti ha obbligato, che cosa intendi? >> Ron e le sue dannate domande fuori luogo.
Hermione mise le mani a pugno chiuse sul tavolo. Per un momento guardò Fred, il quale stava guardando sul tavolo di fronte a lui. Sembrava leggermente dispiaciuto, ma se ne rimase zitto.
<< Intendo dire che mi ha letteralmente supplicato e io sono stata costretta ad accettare. >>
George sembrava piuttosto indignato: << Avanti, Granger, a volte sai essere davvero cattiva. Io non ti stavo supplicando. Era piuttosto un... una corruzione. >>
<< Beh, in realtà, potevi anche lasciarlo lì a piangersi addosso. Che cosa ti ha spinto davvero? >> domandò Ginny scrutandola e ignorando completamente ciò che aveva appena annunciato suo fratello.
In realtà George non ribatté poiché era proprio quello che voleva ottenere. Voleva mettere zizzania, voleva togliere le parole di bocca alla Granger e, soprattutto, voleva far aprire gli occhi non solo a lei. Incrociò lo sguardo di Ginny e fece un occhiolino, cercando di nascondersi da Fred che, troppo preso dalla domanda, non accennava ad averlo visto.
Hermione, a quello scomodo interrogativo, voleva rispondere "volevo vedere Fred perdere", ma poi mandò giù quella frase cercando di ignorare la sua testa che continuava a rigettargliela nella gola.
<< Ehm, volevo farlo per ragioni... personali, che non vi riguardano. Ora, gradirei porre fine a questo discorso. È accaduto una volta e non si ripeterà. Anche perché la prossima volta non la passerete liscia. >> decretò infine puntando il dito in direzione dei gemelli. Fred e George si esibirono in un perfetto sbadiglio sincronizzato per poi annuire a occhi chiusi.
<< Beh, per tornare all'altro discorso, chiunque inventi delle merendine che ti facciano vomitare è disgustoso >> disse a sua volta Ginny << ma è proprio questo il bello! >> terminò, battendo il cinque a entrambi i gemelli, che ora se la ridevano come non mai.
Hermione si infuriò ulteriormente. Si alzò di scatto dalla sedia, prese le sue cose e intimò a Ron e Harry: << Muovetevi! Abbiamo Trasfigurazione tra venti minuti, non possiamo arrivare in classe in ritardo. >>
Entrambi si scambiarono uno sguardo incerto prima di seguirla senza obbiettare.
Stavano ancora varcando la soglia d'entrata quando una voce li richiamò. Tutti e tre si girarono di scatto, nonostante la voce si riferisse solo a Hermione. Era stato Fred che, ancora seduto, aveva alzato la mano in segno di arresto. Appena si alzò, diede una gomitata al gemello e li raggiunse con nonchalance.
Si avvicinò a Hermione e, in modo che nessuno lo sentisse, sussurrò: << Ci sono rimasto male, sai? Mi aspettavo che lo indossassi. >>
Per tutta risposta il viso di Hermione si colorò nuovamente di rosso ma, questa volta, non era per la rabbia. Si morsicò la lingua e, senza ribattere, lasciò la Sala Grande immaginando Fred dietro di sé che sghignazzava soddisfatto.




Angolo Autrice:
Ecco qui un nuovo capitolo!
Beh, che dire, Hermione ha dovuto pagare per il suo scherzetto...
Fred, oltretutto, non è nemmeno intenzionato a mollare con la storia del braccialetto.
Vi dico solo che nel prossimo capitolo ci penserà una terza persona a fare uno scherzetto ai due...
George? Nahhh, troppo scontato!
Spero che sia stato di vostro gradimento.
Come sempre vi dico che sarei felice se lasciaste una piccola recensione.
Grazie a chi legge.
A presto
Martina
 
 

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Capitolo 4
*** Sembra che i guai non abbiano mai fine ***


Sembra che i guai non abbiano mai fine


Nei giorni successivi Hermione cercò di evitare sia Ron che Fred. Entrambi, infatti, le avevano posto domande alle quali non avrebbe mai voluto dare risposta. Si ricordava ancora il battibecco avuto con Ron subito dopo che Fred aveva concesso di lasciarla andare a lezione. In realtà non aveva neppure acconsentito, ma per lei era come se l'avesse fatto. Quelle risate da parte sua avevano designato la fine del discorso. Un discorso, tra l'altro, che non aveva neanche mai avuto un capo.

<< Che cosa intendeva Fred poco fa? >>
<< Con cosa? >>
<< Con la frase "mi aspettavo che lo indossassi". >>
Hermione per poco non inciampò in uno dei tanti gradini che costituivano quell'imponente scalata in pietra.
<< Assolutamente nulla Ron. Sai com'è fatto tuo fratello, ama scherzare. >>
 
Si stava ancora incamminando verso l'aula di Antiche Rune quando si sentì strattonare per un braccio. Mollò i libri all'istante.  Il braccio era ancora sotto il controllo del rapitore, mentre l'altra mano cercava di togliere dalla veste la bacchetta.  Sentiva il cuore battere all'impazzata. Che cosa stava succedendo? In  pieno giorno tra l'altro. Non poteva di certo essere nessuno di pericoloso, non con la presenza di Silente  a scuola dopotutto. 
Strinse i denti e si girò di scatto.
Tirò un sospiro di sollievo quando capii che si trattava di uno dei gemelli.  Sperò che fosse George. Anche se il suddetto non avrebbe avuto alcun motivo logico per rapirla. Non che Fred avesse il diritto di farlo, ma lui aveva avuto anche altre occasioni per farlo.
<< Dove corri tutta sola? >>
Si morsicò le labbra. Lo riconobbe all'istante . Era proprio Fred. Doveva rimanere calma.
<< Sto andando a lezione. Tu? >>
Aggrottò la fronte fintamente pensieroso. << Rapisco le persone scortesi . >>
<< Ma come ti permetti! Non sono scortese >> urlò Hermione gonfiando il petto.
<< Certo come no >> sussurrò divertito.
La ragazza era palesemente perplessa. << Allora che cosa vuoi da me? >>
<< Risposte. >>
<< Risposte? >>
<< Sì Hermione, risposte. >>
Si avvicinò lentamente. Non distolse lo sguardo da lei nemmeno quando Hermione si chinò a raccogliere i libri che, precedentemente, le erano caduti dallo spavento.
<< Cosa vorresti sapere da me? >> domandò incerta con lo sguardo rivolto al pavimento.
<< Perché. Perché hai scelto mio fratello al posto mio. >>
Non era una domanda. La sua voce sembrava calma ma allo stesso tempo distaccata.
<< Quale fratello? >>
Hermione sperò con tutte le forze che non si trattasse di Ron. Ancora non riusciva a credere alle proprie orecchie quando aveva scoperto che quel braccialetto non era da parte sua. Forse Ron non si sarebbe mai svegliato.
Fu in quel momento che si ritrovò a pensare al motivo che aveva spinto Fred a regalarle quel braccialetto. Per scherzo, forse? Probabile, molto probabile. Tuttavia non aveva potuto non notare il suo sguardo afflitto quando aveva visto che i suoi polsi erano nudi. Non sapeva che pensare, ma era troppo orgogliosa per chiederglielo. Ancora lei non sapeva che lui sarebbe stato troppo orgoglioso per darle una risposta decente.
<< George, chi se no! >>
Non poté non reprimere un risolino. Non poteva credere alle sue orecchie: Fred era geloso di George per una stupida scommessa.
<< Andiamo Fred, vedrai che la prossima volta vinci tu la scommessa. >>
<< Hermione, tu non hai capito. Voglio che tu mi dica che cosa ti ha spinto ad andare ad aiutare il mio gemello piuttosto che me. >>
La ragazza si sentì morire. Deglutì e cercò di andarsene. Non aveva voglia di rispondere.
<< Devo andare. Ho lezione. >>
Non fece in tempo a fare un passo che si sentì intrappolata dalla morsa di Fred. La stava guardando dritta negli occhi senza battere ciglio. La sua vicinanza era snervante, il fiato sul collo e gli occhi vispi provocavano in lei una strana scarica elettrica.
<< Voglio la verità. >>
<< Io... >> Che cosa avrebbe dovuto dire? Che voleva vederlo perdere per averla messa in imbarazzo?
<< Io... è s-stato George a c-chiedermelo. >>
<< Sai, ci sono rimasto male... e non è la prima volta. >> sussurrò ignorando la frase precedente. Sapeva che non stava dicendo la verità. Accarezzò i polsi, ancora nudi della ragazza senza guardarla negli occhi. Hermione sentì un dolore al petto.
Ci era rimasto davvero male, allora.
<< Scusami >> disse semplicemente.
Fred alzò finalmente lo sguardo. Aveva riacquistato il suo solito ghigno malandrino e ora la stava osservando divertito. 
<< Beh, se vuoi ho io un modo per dimostrarmi il tuo pentimento. >>
<< Cioè? >> chiese senza pensare minimamente alle conseguenze.
<< Lo hai già fatto, cara prefetto. >> Si allontanò scompigliandole i capelli.
Soltanto quando non lo vide più comprese che cosa le aveva detto. Sarebbe arrivata in ritardo per la prima volta a lezione.
Corse a perdifiato verso l'aula di Antiche Rune, dove la professoressa, probabilmente le avrebbe fatto scontare una punizione se non si fosse data una mossa.
Fred e le sue dannate imboscate.
Gliel'avrebbe pagata cara. Oh si, un'altra volta.

*
 
In Sala Comune regnava la tranquillità. Hermione, quella sera, se ne stava comoda su una poltrona a leggere un libro con Grattastinchi sul grembo. Tutto attorno a lei sembrava passato in secondo piano. Quando si concentrava sui libri, infatti, non capiva più nulla: veniva risucchiata dalle parole e trasportata lontano.
Questo accadde finché spuntò Harry con al seguito il resto della squadra di Quiddich.  
Le giornate si stavano accorciando e l'arietta gelida si insinuava tra le nuvole. Nonostante questo gli allenamenti di Angelina non diminuivano. Non avrebbe ceduto nemmeno se qualcuno l'avesse pregata in ginocchio.
Ron li raggiunse subito dopo, stranamente, tutto imbacuccato.
Harry salutò gli amici, dirigendosi dalla Umbridge per la tanto attesa punizione, mentre Ron si lasciava cadere su una poltroncina.
<< Ron dove hai intenzione di andare vestito così? >>
Il ragazzo avvampò: << Dobbiamo fare il giro dei corridoi, ricordi? >>
<< Certo che ricordo. Allora? >>
<< Beh, magari mi viene freddo >>  spiegò Ron velocemente.
Hermione alzò gli occhi al cielo e si alzò decisa, scansando Grattastinchi che si allontanava imbronciato.
<< Forza allora. >>
Entrambi attraversarono il ritratto della Signora Grassa, per poi catapultarsi nei corridoi
Arrivati alla fine del giro Ron, assai titubante, chiese: << Hermione, ti dispiace se continui il giro da sola? Mi sono accorto che dall'altra parte non abbiamo controllato. >>
Stava indicando un lato del castello che, effettivamente, avevano saltato.
Hermione si meravigliò della premura che, tutto ad un tratto, aveva dimostrato l'amico nei confronti del suo nuovo ruolo scolastico. Che intenzioni aveva?
Annuì con la testa seppur poco convinta, lasciando che Ron si dirigesse nella direzione appena indicata.
Hermione stava camminando senza guardare di fronte a sé, poiché aveva gli occhi puntati sul buio che aveva risucchiato Ron, quando andò a sbattere contro qualcuno e finì a terra.
<< Oh no, mi dispiace >> stava dicendo Hermione rossa in volto ma, appena si accorse dell'identità del ragazzo, si ammutolì.  
Non poteva essere. Ancora lui. Lui, che ancora tramortito si trovava sotto di lei.
<< Granger, ho capito che volevi farmela pagare per averti messa in imbarazzo, ma non pensavo che arrivassi fino a questo punto. >>
Si morse la lingua continuando a guardarlo. E così lo aveva capito da solo. Tanto meglio. Tuttavia si sentiva strana, incerta, come se la scoperta del fatto che Fred avesse capito tutto, la mettesse a disagio.  Non riusciva a muoversi. I loro visi quasi si sfioravano e Hermione, a causa della vicinanza, riusciva a percepire tutte le sfumature degli occhi del ragazzo, che ora la stava guardando maliziosamente.
<< Granger, non è che mi dispiaccia che tu ti trovi sopra di me ma, potresti non schiacciarmi la spalla in quel modo? Ci hanno già pensato Angelina e i suoi allenamenti a slogarla. >>
Ancora una volta Hermione boccheggiò, ma cercò di dissimulare l'imbarazzo e si liberò da quella posizione poco convenevole.
Soltanto quando si alzò in piedi si accorse della presenza di George che, con le mani sulla pancia, stava per scoppiare a ridere poco dignitosamente. 
<< Ah ci sei anche tu >> commentò Hermione.
<< Sì, ti dispiace? >> domandò sogghignando.
<< No! Certo che no! >> rispose la ragazza, passandosi una mano sul viso. Scottava troppo!
<< Grazie tante fratello >> cominciò sarcastico Fred ancora steso a terra << La Granger mi fa cadere e tu neanche ti preoccupi di tirarmi su? Cos'è? Vi siete messi d'accordo un'altra volta per cospirare alle mie spalle? >>
Fred cercò di alzarsi da solo, non ricevendo aiuto da parte di nessuno dei due, nonostante la sua evidente richiesta. Anzi George diede una pacca sulla spalla del gemello - che digrignò i denti per il dolore -  e annunciò: << No, questa volta né io né Hermione ci abbiamo pensato. >>
<< Che vorresti dire? >> domandò lei con un sopracciglio teso verso l'alto.
<< Guarda su. >>
Sia lei che Fred guardarono in alto e non poterono non spalancare la bocca.
Pix se ne stava straiato su una pietra sporgente del muro intento a guardarli, ghignando peggio dei gemelli.
Hermione sbarrò gli occhi e arretrò lentamente, mentre Fred guardò George e sorrise titubante per la prima volta.
Il caro poltergeist, stranamente dal suo solito modo di fare, era rimasto zitto ad assistere alla scena. Hermione, ben conoscendolo, sapeva che quella sua boccaccia non sarebbe rimasta chiusa ancora per molto tempo. Aveva frainteso tutto e ora non sarebbe di certo rimasto zitto.
La voce di Pix, roca e briosa, diede voce ai suoi pensieri.
<< E così il nostro gemellino si è dato da fare...  con un prefettino: niente male! >>
I gemelli si erano messi a ridere, mentre Hermione stava sbiancando più del dovuto.
<< Non è vero Pix! Non dirlo in giro, per favore >> pregò Hermione.
<< Nessuno può darmi ordini >> annunciò sprezzante prima di volare via.
La ragazza si mise le mani nei capelli ricominciando a sentire quella squallida filastrocca in lontananza e occupare così il posto dell'aria che stava cercando di respirare.
George le si avvicinò: << Andiamo, che vuoi che sia. Se ne dimenticherà, fidati. >>
Lei lo guardò male: << No, invece. Diventerò lo zimbello di tutti, proprio quello che non volevo. >>
Fred prese parola: << Secondo te ho voglia che Pix vada in giro a dire queste cose sul mio conto? No, grazie. >>
Hermione annuì a disagio e si dileguò dopo averli salutati.
George la seguì con la coda dell'occhio: << Doveva essere davvero sconvolta per non averci nemmeno chiesto che cosa facessimo ancora fuori dai dormitori, non credi? >>
Fred annuì, continuando a massaggiarsi la spalla. Quella ragazza gli aveva fatto davvero male.
George rise: << Sappiamo entrambi che non ti dispiace poi così tanto della voce che domani metterà in giro Pix. >>
Fred lo guardò incredulo: << Che vorresti dire? >>
Il gemello si diede teatralmente una manata in faccia. << Fred, me ne sono accorto. Lo sai questo? >>
Fred si irrigidì. Come poteva George anche solo immaginare... decise di sviare il discorso. << Chissà perché Hermione non stava guardando di fronte a sé prima... >>
George accolse la palla al balzo: << Invece tu stavi guardando davanti a te, eppure non ti sei spostato. Vero, Fred? >>
Il ragazzo si innervosì all'istante: << Basta George! >>
George si mise a ridere e continuò a sogghignare anche quando stavano salendo le scale per raggiungere i dormitori.
<< Andiamo Freddie, lo sanno tutti. >>
<< George, non voglio sentire altro. >>
Varcarono la soglia della stanza e George si mise a intonare:  << E così il nostro gemellino si è dato da fare... con un prefettino: niente male! >>
Dimenticandosi che fosse notte fonda e che tutti dormissero Fred urlò: << George stai zitto! >> ritrovando su di sé le occhiate di tutti i compagni assonnate, ma minacciose.



Angolo Autrice:
Ok, sono tornata...
Con una sorpresa!
Eh sì! Non è un normale studente che architetta lo scherzetto, bensì Pix che, con la sua facciatosta, vola a mettere scompiglio e a confidare segreti "ingigantiti" dalla situazione al resto di Hogwarts. Inoltre, per la prima volta abbiamo assistito ad una situazione in cui il nostro gemello è serio e dimostra che vuole davvero arrivare fino in fondo (nonostante i vari scherzetti rferiti alla ragazza).
Nel prossimo capitolo, oltre a vedere le reazioni dei due ragazzi di fronte alla diffamazione del poltergeist, verrà svelato anche un piccolo segreto.
Inoltre vorrei aggiungere che sento la necessità inserire la mia storia nella storia reale di Harry Potter (ovviamente facendo adeguate modifiche) perché non voglio che risulti una storia "campata per aria"; quindi, per alcune situazioni (anche future) prenderò come spunto situazioni minori che si sono svolte nel libro accennandole.
Come al solito spero che anche questo capitolo abbia soddisfatto le vostre aspettative.
Ringrazio fortemente chiunque abbia messo la mia storia nelle seguite e nelle preferite e l'abbia recensita. Ovviamente ringrazio anche chiunque utilizzi parte del proprio tempo per leggere il mio operato.
Eh dopo aver annunciato che mi piacerebbe sapere che ne pensate anche di questo capitolo con un piccolo commentino, concludo il mio discorso.
A presto!
Martina


 

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Capitolo 5
*** Scoperte interessanti a Hogwarts ***


Scoperte interessanti a Hogwarts


Il giorno successivo Hermione camminava per raggiungere la Sala Grande. Respirava profondamente, non potendo fare a meno di contorcersi le mani.
Aveva pensato che, siccome la filastrocca non rivelava le identità del "gemellino" e del "prefettino" poteva reputarsi tranquilla.
Non si sorprese nemmeno del fatto che, appena imboccò uno dei corridoi centrali del castello, quella dannata canzoncina le arrivò al cervello da tutte le direzioni.
Tutti i ragazzi, infatti, la stavano intonando e ridevano alle sue spalle. Qualcuno la guardava, ma lei distoglieva lo sguardo continuando imperterrita la sua avanzata.
Arrivata a destinazione si sedette al proprio posto e attese la copia della Gazzetta del Profeta che aveva ordinato. Harry e Ron non erano ancora arrivati.
Incrociò lo sguardo di Ginny e la invitò a unirsi a lei con la mano.
<< Oh ciao Hermione! >>
<< Ciao Ginny. Sei arrivata presto oggi. >>
<< Si, è vero... Oggi va così. >>
Hermione ringraziò l'amica per il fatto che non accennò minimamente a quella assurda barzelletta che, in quel momento, aveva sicuramente raggiunto anche gli alunni più ritardatari.
Stranamente si avvicinarono Lavanda e Calì, che si sedettero davanti alle due ragazze.
<< Come va? >> chiese educatamente Ginny.
Hermione era troppo occupata a guardarsi in giro. Gli alunni stavano aumentando e tutti la stavano osservando. Voleva sprofondare sottoterra e sparire dalla circolazione. Avrebbe potuto rifugiarsi nella Stamberga Strillante e rimanervi finché non avrebbe dovuto prendere parte agli esami.
<< Bene, bene >> rispose Calì con un gesto della mano.
<< Tu, Hermione? Come va con Weasley? >> domandò a bruciapelo Lavanda, ad un tratto molto interessata.
L'atmosfera si ruppe. Hermione, presa alla sprovvista, non riusciva a parlare. Sembrava che avesse la lingua incollata al palato.  Ginny seguiva incuriosita la scena, mentre le due chiacchierone ridevano.
<< C-come scusa? >>
<< Hai capito benissimo. Chi è dei due? A noi puoi dirlo >> proseguì Calì indicando se stessa e Lavanda.
<< Nessuno, è solo una voce. >>
Lavanda si alzò dal tavolo per avvicinare il proprio viso a quello di Hermione.
<< Pix mette in giro voci, questo è vero, ma non lo farebbe mai se non avesse delle prove. >>
Hermione si agitò all'istante: << Beh, abbiamo avuto uno scontro... ma non c'è nulla, ve lo posso assicurare. >>
<< Vedi, lo spero - continuò Lavanda - non eri tu che avevi un triangolo amoroso con Krum e Harry? >>
Ginny, conoscendo l'amica, tentò di calmarla accarezzandole il braccio. Ovviamente Hermione non si tranquillizzò affatto, anzi, si alzò di scatto con gli occhi iniettati di odio e la bocca tremolante per la rabbia. 
<< Non avevo e non ho alcuna relazione con nessuno dei tre individui che hai nominato. Se non mi credi è un problema tuo. Ginny, che fai tu? >>
La ragazza, colta alla sprovvista, si alzò goffamente e, riservando un occhiata di fuoco alle due pettegole, seguì Hermione. Entrambe si spostarono di qualche metro e si sedettero nuovamente, pronte per terminare la propria colazione come se non fosse accaduto nulla.
<< Ginny, Hermione eccovi! >> le chiamò Harry, seguito da Ron che, con il cravattino ancora snodato, li stava raggiungendo.
<< Ciao >> risposero all'unisono.
Ron si fece stranamente serio: << Hermione... non è che dovresti dirci qualc... >>
<< NO! E ora mangiate. >>
Harry e Ron obbedirono all'istante cercando di non ridere per lo stato della ragazza. Hermione, infatti, oltre ad essere rossa di rabbia, aveva il maglione stropicciato, gli occhi assottigliati e i capelli maggiormente arruffati.
<< Salve a tutti! >> salutarono i gemelli che, facendo il giro del tavolo si sedettero vicino a Hermione.
<< Via! Andate via! >> sussurrò la diretta interessata stizzita.
<< Perché? >> chiese Fred.
<< Perché tutti pensano che io stia con uno di voi due! Se vi sedete vicino a me, la notizia si spargerà più velocemente. >>
<< Beh, potrebbero anche stare con Hannah Abbott o con la Parkinson >> buttò lì Ginny << infondo anche loro sono prefetti. >>
I due gemelli si alzarono all'unisono, gli indici puntati verso la sorella e gli occhi sbarrati: << Tu non puoi... >>
<< ... aver detto... >>
<< ... queste cose! >> conclusero all'unisono.
<< Sedetevi e basta! Attirate di più l'attenzione così >> intimò Hermione ed entrambi  obbedirono ancora scossi, mentre gli altri tre ridevano sommessamente.
<< Beh, anche noi siamo stati vittima di incontri scomodi stamattina >> disse ad un certo punto George.
Harry domandò: << Che è successo? >>
Fred sghignazzò: << Beh, diciamo che tutte le ragazzette che abbiamo incontrato sono corse via sussurrando i nostri nomi. È stato sbalorditivo. Potremmo fare una scommessa, che ne pensi George? >>
Il ragazzo annuì convinto: << Si, possiamo aprire una scommessa su chi di noi due gli studenti pensino che sia occupato con la Granger. >>
<< Io NON sono occupata con nessuno di voi due, capito? >> urlò Hermione, facendo voltare alcuni ragazzi nella sua direzione.
<< E voi - alzò lo sguardo sui pochi curiosi che aveva scoperto - giratevi immediatamente. Lo spettacolo è terminato. >>
Fred sussurrò: << Andiamo, non stai esagerando per una voce? >>
Hermione lo guardò: << No! Non sto esagerando. Siete voi che non reputate importante questa situazione. >>
George disse: << Beh, che vuoi che sia. Aspetta... non dirmi che ti piace sul serio uno di noi. >>
Hermione per poco non si strozzò con il succo di zucca. << No, non è quello. >>
<< E allora per cosa? >>
<< Io... non voglio essere al centro dell'attenzione, ecco. Ora non parliamone più. >>
George diede una gomitata al gemello che tossì forte.
Finirono la propria colazione in silenzio e, all'unisono si alzarono diretti alle rispettive classi.
Nessuno di loro calcolò che avrebbero incontrato un ulteriore ostacolo: Draco Malfoy. Era accompagnato da Tiger e Goyle che intonavano quella simpatica canzoncina: << E così il nostro gemellino si è dato da fare...  con un prefettino: niente male! >>
<< Bene, bene Granger, hai fatto conquiste. >>
<< Stai zitto, Malfoy >> rispose Harry accelerando il passo.
<< Potter non dovresti nemmeno parlare, considerato che ti ha scartato per un Weasley. >>
Fred strinse i pugni: << E allora? >>
Draco alzò le spalle: << Beh, non mi aspettavo che fosse disposta a convivere con il vostro sudiciume. >>
Entrambi i gemelli cercarono di avventarsi su Draco, tenuti a bada solo da Hermione e Harry. Ginny e Ron, con i denti stretti in una solida morsa, non riuscivano a muovere un passo.
Ancora ghignando, Draco proseguì: << Mi sono perso qualche passaggio, però. Non ti piaceva Lenticchia? >>
Ron avvampò leggermente, così come Hermione. Il braccio, che ancora tentava di tenere a freno il corpo di uno dei due gemelli, tremò impercettibilmente.
Guardò negli occhi il ragazzo cercando di apparire sicura di sé. Prima d'ora non aveva mai ribattuto. Aveva sempre cercato di dimostrasi migliore di lui e di lasciar perdere la sua malevolenza. Quella volta, però, voleva fargliela pagare.
<< Se mi piacesse Ron convivrei lo stesso con il sudiciume, a detta delle tue parole. >>
Malfoy rimase spiazzato, ma riprese beffardo: << Beh, non hai negato. >>
Hermione, ancora fuori di sé, rispose: << È possibile che in questa scuola interessino a tutti i miei problemi sentimentali? Sono queste le materie che seguite? Parlare alle spalle di Hermione Granger? Sai che dico io? Non ti rispondo. >>
Lasciò andare la propria preda e riprese a camminare incurante delle occhiate che si era guadagnata.

*
 
Quella sera ci fu un nuovo incontro con l'ES. Era la volta dei patroni. Hermione cercava di non pensare alla situazione che si era creata quella mattina, tuttavia non riusciva a reprimere la rabbia. Si sentiva tremare. Era la prima volta che voleva vendicarsi con un ragazzo a suon di mazzate.  Era un prefetto e, come tale, non avrebbe mai dovuto avere quei pensieri.
Non poté fare a meno di pensare alla domanda di Malfoy. Le piaceva Ron? Beh, ancora non poteva dare una risposta. In realtà non si era mai chiesta se dalla loro amicizia potesse nascere qualcosa. Si sentiva stupida per la sua reazione al regalo. Era stata dura al Ballo del Ceppo, Ron si era comportato male con lei. Ricordava quanta voglia avesse di andarci con lui, ma non la invitò.
<< Hermione, ci sei? >> La ragazza tornò sulla Terra e si ricompose. Annuì e Harry si allontanò.
<< Expecto Patronum! >>
<< Molto bene Fred. >>
Hermione si girò verso di lui. Harry stava facendo i complimenti al gemello per la riuscita del suo Patrono. E lei? Lei non ci era ancora riuscita.
Un momento: perché si era girata proprio quando aveva udito quel nome? Sembrava quasi che fosse stata mossa da una molla automatica.
Cercò di liberare la mente. Pensò a ricordi felici, che la facevano sentire bene. Mise da parte la rabbia e la preoccupazione. Chiuse gli occhi e li riaprì decisa.
<< Expecto Patronum! >> urlò e subito una bellissima lontra argentata prese a volteggiare intorno a lei. Ce l'aveva fatta. Soddisfatta si mise ad ammirare la forma del suo patrono. Era davvero carina.
Si stava ancora complimentando con sé stessa quando calò il silenzio.  Tutti si erano voltati verso Harry che si stava avvicinando all'entrata.  Era Dobby.
Harry lo salutò, ma capì all'istante che qualcosa non andava. Dopo un dialogo forzato si mise ad urlare: << Che cosa aspettate? SCAPPATE! >>
Tutti si lanciarono verso l'uscita, intuendo che la Umbridge li avesse scoperti. C'era caos dovunque e Hermione aveva perso di vista Harry. Continuava a chiamarlo, ma lui non accennava a seguirla.
<< Hermione, sbrigati. Che stai facendo ancora qui? >>
Qualcuno le prese la mano e la condusse fuori.
Alzò la testa e, inconsciamente, sorrise.
Era Fred.


<< Fred vieni... Hermione? >> George alzò un sopracciglio sorpreso.
<< Non c'è tempo George! Dai andiamo. >>
Insieme corsero affannati verso una meta ad Hermione ancora sconosciuta.  Pregò per l'ultima volta che Harry riuscisse a sfuggire alla Umbridge.
<< Qui dovremmo essere al sicuro. >>
Si erano nascosti in uno dei tanti passaggi segreti che conoscevano i gemelli, sicuramente il meno prevedibile. Soltanto Gazza conosceva la posizione della maggior parte di questi passaggi, tuttavia erano convinti che, qualora il custode avesse deciso di farci un salto, loro si sarebbero già trovati nella Sala Comune al sicuro.
Hermione entrò per prima. Non si era ancora accorta che Fred non avesse mollato la presa,
e si lasciò cadere al pavimento respirando profondamente, seguita dal ragazzo.
L'ambiente era angusto, di conseguenza non avevano molta libertà di movimento.
George, accortosi della situazione, sussurrò: << Sono di troppo piccioncini? >>
Hermione, capendo a sua volta a cosa stesse alludendo il gemello, ritrasse immediatamente la mano, come scottata.
<< Assolutamente no. >>
Sentiva una strana scarica elettrica partire da quella mano e spargersi per il resto del corpo. Fred le si era seduto vicino, talmente vicino che poteva sentire il suo respiro tra i capelli.
<< E adesso? Se la Umbridge scoprisse qualcuno di noi? >> proseguì Hermione titubante.
Fred prese parola: << Non ne ho idea. Tu hai detto che ciascuno di noi è legato ad un incantesimo, giusto? >>
Hermione annuì. Era stata lei, infatti, ad aver stregato la pergamena sulla quale avevano scritto i nomi di tutti i partecipanti all'Esercito di Silente.
<< Beh, allora non è affar nostro >> concluse George.
Passò un po' di tempo e si decisero a uscire allo scoperto. Tutti e tre stretti nelle vesti camminarono in punta di piedi verso la Torre di Grifondoro. Soltanto quando furono dentro ricominciarono a respirare, tranquillizzandosi.
<< Ce l'abbiamo fatta! >>
Anche Hermione trasse un sospiro di sollievo. Vide Ron e Ginny correre verso di loro. Entrambi avevano una faccia sconvolta. Il suo battito cardiaco ricominciò a tamburellare nel petto.
<< Che è successo? >> chiese con frenesia.
Ginny disse a voce bassa: << Harry... è stato catturato. >>
Tutti e cinque si guardarono tremanti.
 
A causa dell'ansia Hermione non riusciva a condividere i propri pensieri con gli amici. Nonostante fosse ormai tardi, nessuno era ancora andato a letto. Hermione alzò il capo verso i compagni. Avrebbe dovuto confortarli, dire ad ognuno di andare a letto e tranquillizzarsi, ma non ci riusciva.  Era seduta di fianco a Ron, il quale non accennava ad alzare la testa. Anche Ginny pareva scossa, così come i gemelli che, per la prima volta dopo l'attacco al padre, non avevano nulla da dire.
Si alzò silenziosamente e si avvicinò ad una finestra della torre.  Il nero della notte aveva avvolto ogni cosa che ora brillava alla luce della Luna.
Tornò a pensare a Harry. Era stato catturato, per colpa sua. Sì, era stata lei a convincerlo a tenere lezioni illegali per Difesa. Era stata lei ad innescare quella bomba che, ora, era esplosa tragicamente. Chissà che cosa stava subendo in quel momento.
<< Stai pensando a Harry, vero? >>
Hermione alzò il capo e, con sorpresa, incontrò gli occhi vispi di Fred.
<< Si. >>
Le si sedette vicino. << So che pensi anche a qualcos'altro. Beh, hai torto. >>
Chiuse gli occhi e scosse la testa: << No, se non avessi pregato Harry ora... >>
<< ... Ora nessuno di noi sarebbe stato pronto per un possibile attacco. Fidati, hai torto nel pensarlo. >>
Annuì e continuò a fissare il vuoto.
Fred fissò la ragazza pensieroso. Era davvero bella, nonostante avesse i capelli cespugliosi. Sorrise sotto i baffi e disse: << Allora, mi fai un favore? Me lo merito, lo sai. >>
<< Perché? Per avermi tirato su di morale? Sei impossibile >> disse guardandolo per la prima volta negli occhi. Uno strano sorriso sfuggì al suo controllo increspando le sue labbra.
<< Beh anche... ma soprattutto per il fatto ti ho salvato. A quest'ora staresti con Harry se non ti avessi portato via con me. >>
" Con me" Hermione cercò di non pensare troppo a quelle parole che ora le rimbalzavano nella testa come palline da tennis.
<< Che vuoi? Altre risposte? >> domandò sarcastica.
<< Esattamente, Hermione. >>
Lei lo guardò contrariata: aveva capito di quale risposta stava parlando il ragazzo. << Vuoi sapere la risposta alla domanda che mi ha posto Malfoy, forse? >>
<< Sei davvero la strega più brillante della tua età, come dicono tutti, allora. >>
Hermione cominciò a sudare freddo. Fred, ultimamente, la metteva in soggezione. Perché tutto ad un tratto? Si passò una mano nei capelli e sospirò. Beh, prima o poi avrebbe dovuto dirlo in giro, anche se rispondendo a quell'insulsa domanda, non avrebbe di certo zittito le voci che stavano ancora circolando nei corridoi.
Non riusciva a spiegarsi per quale ragione ma era sicura che, se avesse detto la verità a Fred, si sarebbe sentita insolitamente bene.
<< No. >>
<< Come? >>
<< No, la mia risposta è no! >>
Fred ghignò e si alzò all'istante. Nonostante fosse felice come una scolaretta, cercò di apparire il più calmo possibile.
<< Forse è ora di riposare, che ne dici? >>
Senza annuire Hermione si alzò seguendolo pensierosa.
 Soltanto all'imbocco delle scale, Fred si girò verso di lei. Non poteva non approfittare della confidenza che le aveva appena fatto. Era come andare contro natura e la sua era quella di metterla in imbarazzo, qualunque cosa fosse accaduta.
Le si avvicinò e sussurrò al suo orecchio: << Sapevo che avresti puntato più in alto, Hermione! >> Le fece l'occhiolino e sparì, seguito a ruota dal gemello.
Soltanto quando si ritrovò sul proprio letto Hermione si accorse del sorriso beota che avevano provocato le parole di Fred. Quel ragazzo era davvero impossibile! Si ricompose e cercò di dormire.
Sapete che cosa pensò? Beh,  non lo sappiamo, ma l'unica cosa certa è che Fred gliel'avrebbe dovuta pagare, ancora e ancora!



Angolo Autrice:
Ciao a tutti!
Sono tornata su EFP con un nuovo capitolo di questa mia Fremione.
Fred ha ottenuto una risposta fondamentale e Hermione non ha ancora chiarito i propri sentimenti.
Nel prossimo capitolo ci penserà "un'entità duplice" a smuovere le acque.
Che ne pensate della storia? 
Ringrazio chiunque abbia recensito, messo tra i preferiti, seguiti e ricordati... e ovviamente chiunque legga!
.... ma soprattutto che shippa Fremione!
A presto,
Martina

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Capitolo 6
*** Gli aiuti dall'esterno non sempre sono graditi ***


Gli aiuti dall'esterno non sempre sono graditi

<< Fred, dovresti dirle la verità prima che lasciamo la scuola. >>
<< Quale verità? >> chiese Fred cercando di sembrare sorpreso.
<< Fred, ti rendi conto che la parte del "non capisco cosa stai dicendo" non ti riesce per niente? >>
Il ragazzo sospirò: << Forse hai ragione, devo smetterla di fingere. Allora, che vuoi sapere? >>
George ghignò e si avvicinò al gemello. << Da quando? >>
Fred ruotò il viso: non gli piaceva parlare di quelle cose, soprattutto se era lui la vittima.
<< Dall'inizio dell'anno. Le ho... fatto un regalo. >>
George spalancò la bocca, incurante della possibilità che potessero entrargli le mosche: << Sul serio? >>
Fred annuì e si sdraiò sul letto.
<< E dimmi, che cos'era? >>
Fred sbuffò: << George, basta. Ho parlato a sufficienza. >>
Il gemello, fintamente offeso, contrattaccò: << Vorrà dire che non ti dirò mai la MIA di verità. >>
<< Piace anche a te? >> chiese l'altro sbigottito.
George lo guardò di traverso: << No grazie. Te la cedo volentieri Freddie! >>
Dopo un ulteriore sbuffo da parte di Fred, proseguì con la tortura: << Andiamo, non ti è sembrata strana quella scommessa con me? Quella sul fatto che ero convinto che Hermione avrebbe violato almeno una regola? >>
<< Si, lo è stato George. Ci sono rimasto male quando ho scoperto che Hermione ti aveva appoggiato. Sappi che me la pagherai. >>
George alzò gli occhi al cielo: << Su, non fare il melodrammatico. Comunque sappi che l'ho fatto per te, dovresti ringraziarmi. >>
<< Per aver perso ad una scommessa? >>
<< Per avervi fatto aprire gli occhi, amico. >>
Fred si girò a pancia in giù: << Grazie dell'aiuto George, allora. >> Fred aveva risposto sarcasticamente e non aveva voglia di continuare il discorso.
George comprese a pieno che era arrivata l'ora di smetterla e decise di passare a discorsi molto più interessanti: << Allora, sei pronto per domani? >>
Fred si tirò su di scatto. Un ghignò tagliava il viso da parte a parte.
<< Puoi scommetterci! Anche se daremo fondo a tutte le scorte. >>
George annuì, continuando a sorridere: << Beh, non preoccuparti, ci rifaremo! >>
<< Questo è certo George! Ora ho sonno. Buonanotte. >>
<< Buonanotte Fred. >> George si avvicinò al proprio letto, ma non riuscì a trattenersi e cominciò a canticchiare: << E così il nostro gemellino si è dato da fare...  con un prefettino niente male! >>
Non solo Fred gli tirò un cuscino in piena faccia, ma non gli parlò fino alla mattina seguente.

*
 
Da quando Silente non ricopriva più la carica di preside, era stato sostituito dalla stessa Umbridge che tutti, quella mattina, guardavano con odio, mentre era seduta in mezzo al resto dei professori, anch'essi altamente seccati per la sua presenza.
Fred e George videro Harry Ron e Hermione osservare delusi e rassegnati la propria clessidra perdere un'importante manciata di rubini, a causa di Malfoy. 
Si avvicinarono desiderosi di raccontare che cosa avrebbero fatto quella stessa mattina.
<< Ve ne siete accorti, allora. Comunque siamo qui per un motivo più importante >> annunciò Fred con un sorriso.
<< Ovvero? >> domandò Hermione scettica.
<< Beh, ora che Silente non c'è più... >>
<< ... vogliamo creare dello scompiglio. >>
<< No! Non vi farete espellere per questo! >> disse Hermione indicando la pila di rubini.
<< Non ti preoccupare, non ci espelleranno per quello. Almeno per ora. >>
<< CHE COSA? >>
Hermione non sembrava capire le loro intenzioni e continuava ad agitare le braccia senza contegno. Era convinta del fatto che non avrebbero mai dovuto buttare all'aria il loro ultimo anno per una vecchia megera che cercava di dettare le regole.
<< Siete arrivati fino a questo punto, perché mollare? Avete i MAGO quest'anno. >>
Fred si avvicinò alla ragazza che ora si sentiva attraversare da una strana scossa, la stessa scossa che aveva avvertito nel passaggio segreto: << Vedi, a noi non interessa finire l'anno. Abbiamo già tutto quello che ci serve per decollare e i MAGO sono l'ultimo dei nostri pensieri. >>
<< Comunque - George richiamò anche l'attenzione di Harry e Ron - se fossi in voi non mi farei trovare in giro all'ora di pranzo. Non so se mi spiego. >> concluse ammiccando.
I tre annuirono e si separarono dai due gemelli. Hermione continuò a guardarli lasciare il corridoio, ancora non poteva credere alle proprie emozioni.

 *

Come da copione Fred e George misero in atto il loro piano: per tutto il giorno il castello fu assalito dai più vari fuochi forsennati che si fossero mai visti. La Umbridge era su tutte le furie e correva in tutte le direzioni per domare la confusione, senza minimamente riuscirci.
Quella sera i gemelli furono accolti da eroi dai propri compagni e cominciarono a prendere ordinazioni su quali fuochi avrebbero voluto comprare.
Hermione si fece largo tra la folla e disse: << Non me lo aspettavo, complimenti. Bei fuochi. >>
<< Grazie >> risposero all'unisono prima di essere sommersi dalla baraonda.
Hermione si allontanò ridendo tra sé e sé e si sedette su una poltroncina al margine della Sala Comune. Il suo sguardo era ancora puntato sui gemelli, su uno in particolare. Ormai aveva capito che, ogni volta che le si avvicinava Fred, la scossa all'interno del suo corpo l'attraversava automaticamente. Ancora non riusciva a crederci che avesse un debole per il gemello. Lo vedeva ridere e urlare a George di aiutarlo. Sorrise anche lei e non poté fare a meno di arrossire quando si accorse che lui la stava guardando. Le fece un occhiolino e tornò a prendere ordinazioni.
<< Se ne sono accorti tutti ormai. >>
Hermione si girò di scatto e fissò il nuovo arrivato o meglio arrivata.
<< Ginny, non so di cosa tu stia parlando. >>
La ragazza dalla rossa chioma le si sedette da parte e continuò: << Beh, da come lo guardi, posso capire perché Pix ha messo in giro quella voce. >>
Hermione si sentì le guance roventi e cercò di non guardare l'amica: << Ho già detto ciò che penso su quella filastrocca Ginny... e non mi smuovo da lì. >>
<< In realtà hai solo detto ciò che vorresti pensare, ma tu sai meglio di me che ciò che pensi è esattamente il contrario. >>
Hermione sbuffò, proprio come Fred la notte precedente. << Ok, se ti dico la verità, prometti di non rivelare nulla a nessuno? >>
<< Certo per chi mi hai preso? >>
<< Allora... ecco... beh, c-credo che si, mi piaccia un po'. >>
Ginny esultò silenziosamente: aveva compiuto il proprio compito, ovvero farla confessare. Alzò lo sguardo e intercettò quello malandrino di George, entrambi annuirono e continuarono da dove si erano interrotti.
<< Come hai scoperto che ti piace Fred? >>
Fred, si era lui... ma Ginny come faceva a saperlo? Infondo, poco prima, quando l'aveva sorpresa ad osservarli erano ancora insieme.
Hermione alzò un sopracciglio: << Aspetta un attimo: perché hai subito pensato che mi piacesse Fred? No, non dirmi che... >> Senza terminare la frase si alzò di scatto.
<< Ginny, ti sei messa d'accordo con George. Io... ecco perché! Tutte le sue frecciatine, la scommessa... è tutta opera vostra! >>
Ginny non riusciva a capire se la ragazza fosse contenta o meno. Aveva uno sguardo indecifrabile, ma le soffiavano le orecchie. Decise di accertarsi che non se la fosse presa: << Non sei arrabbiata, vero? >>
Hermione la guardò negli occhi. Per una frazione di secondo Ginny si sentì un groppo in gola e la voglia di resettare la conversazione per rimediare al suo errore. Non avrebbe dovuto procedere così velocemente.
<< Ginny, voi mi avete, in qualche modo, guidato verso Fred. Se non mi aveste obbligato io non... non mi sarebbe mai piaciuto! Non posso crederci, Ginny! >>
Hermione cominciò ad attraversare la Sala a grandi falciate senza curarsi delle lacrime che stavano cominciando a scendere. Ginny la seguì velocemente e l'afferrò per un braccio.
<< Noi non ti abbiamo inculcato proprio un bel niente! Per Merlino, ti abbiamo solo aperto gli occhi! Accetta quello che provi e BASTA! >>
Soltanto quando si furono zittite capirono che qualcosa non andava. La stanza sembrava troppo silenziosa.
Si girarono velocemente verso il resto della Sala che, come immaginavano, le stava osservando. Ginny guardò George e cercò di fargli capire di fare qualcosa, mentre Hermione abbassò lo sguardo, in cerca di qualche via d'uscita.
Ginny si allontanò da Hermione e urlò: << Bene, ragazzi potete tornare alle vostre faccende. Qui è tutto a posto! >>
George la raggiunse e annunciò: << Non c'è nulla da vedere, via da qui. >>
Allontanò i ragazzi e diede una pacca sulla spalla a Ginny.
Fred voleva capire che cosa stava succedendo. Si mosse verso Hermione, ma fu intercettato da George che cercò di farlo allontanare. << Non è il momento >> sussurrò, per poi annunciare a gran voce: << Bene! Chi di voi voleva le Detonazioni Deluxe? Fanno venti galeoni. >>
La ragazza rimase ferma a guardare il resto dei Grifondoro che si allontanava da lei. Tutti l'avevano fissata avidamente e aveva potuto giurare che qualcuno di loro avesse intonato ancora una volta quella stupidissima filastrocca.
<< Hermione, mi dispiace. >> Ginny tornò vicino all'amica.
Hermione si riprese: << Non fa niente, forse hai ragione, devo accettare quello che mi sta succedendo. >> Senza guardarla in volto si allontanò e corse nel proprio dormitorio.


Angolo Autrice:
Ciao a tutti!
Stranamente ho deciso che avrei aggiornato a distanza di pochissimi giorni. 
Spero che le peripezie che si susseguono non siano troppo "strascicanti", ma che siano adeguate per la storia. In realtà questa storia è stata conclusa molto tempo fa, si tratta solo di postarla e sistemarla leggermente.
In questo capitolo i sentimenti di Hermione sono stati messi a nudo sia dalla protagonista che da Ginny, la quale insieme a George, ha progettato di farle sputare il rospo. 
Vi do solo un piccolo indizio circa lo svolgersi del prossimo capitolo. Ci sarà una SVOLTA, in cui ci saranno anche momenti comici.
Ringrazio ancora una volta tutte le persone che hanno preso in simpatia questa storia inserendola nelle seguite, preferite e ricordate.
Un ringraziamento speciale a Notteinfinita, che fino ad ora ha sempre recensito ogni mio capitolo.
Ovviamente ringrazio chiunque legga!
Spero he anche questo capitolo sia degno di nota.
A presto!
Martina
PS: Mi sono resa conto che forse questo capitolo è più corto rispetto agli altri. Non preoccupatevi perché gli altri sono più lunghi.

 

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Capitolo 7
*** Come saper apprezzare gli aiuti ***


Come saper apprezzare gli aiuti


<< Ginny, che diavolo è successo? >> domandò George furente.
<< Hermione mi ha scoperto e... ha cominciato a parlare. Pensava che l'avessimo costretta o qualcosa del genere. >>
<< Costretta a fare cosa? >>
<< A farle piacere Fred. >>
Entrambi ammutolirono. George cominciò a massaggiarsi il collo in cerca di una soluzione.
<< Dobbiamo trovare una soluzione velocemente. Noi ce ne andremo presto. >>
<< Fai sul serio? >>
Il ragazzo sogghignò: << Certo, quello che è successo questa sera è solo un avvertimento. >>
<< Beh, ad ogni modo, è meglio che ce ne stiamo calmi finché Fred non prende l'iniziativa. >>
<< Si, hai ragione. Credevo che così facendo avrei smosso mio fratello! E invece è più lento di una larva! Poveri noi >> si lamentò.
<< State parlando di Ronnie? >>
Entrambi si girarono e trovarono Fred sulla soglia della camera.
<< Certo >> esclamarono all'unisono, forse troppo velocemente.
Fred si avvicinò: << Che ci fa lei qui, George? >>
George alzò le spalle estremamente calmo. Entrambi i gemelli infatti erano bravi a convincere la gente della propria innocenza. << Mi ha chiesto se poteva servirsi di una delle nostre merendine per saltare Storia della Magia. >>
<< Capisco... e le hai già risposto? >>
<< Ora che ci penso no. >>
<< Bene, allora ci penso io. >>
Si accovacciò vicino a Ginny e guardò entrambi. Aveva capito tutto. Forse George si era dimenticato del fatto che fosse suo gemello e, come tale, conosceva di lui anche la lunghezza di ogni capello.
<< Sono perfettamente in grado di badare a me stesso, grazie per l'interessamento. Non pensavo che sareste arrivati fino a questo punto però. >>
George sgranò gli occhi: << Lo sapevi? >>
<< Che avresti riservato lo stesso trattamento a Hermione? Certo! >>
Ginny lo guardò stranita: << E allora perché non ci hai fermato? >>
<< Questo non lo saprete >> concluse Fred teatralmente, con le orecchie rosee.
I due si alzarono e cominciarono a lamentarsi ad alta voce. Fred, infastidito dalla situazione, cominciò ad avanzare verso di loro lentamente che, di conseguenza indietreggiarono. Continuò così finché non fu soddisfatto. Richiamò la loro attenzione e disse: << Comunque la risposta è no, Ginny. Non salterai Storia della Magia. >>
<< Perché, scusa? >>
<< Perché lo decido io. >>
Lei provò a ribattere, ma venne bloccata subito.
<< Vi dico un'altra cosa. >>
<< Cioè? >> chiesero in coro.
<< Buonanotte. >> detto questo chiuse loro la porta in faccia e la bloccò con un incantesimo. Era riuscito a farli indietreggiare fino alla porta.
<< Fred, non puoi farlo! Sono tuo fratello! >>
<< George, ci sono i divanetti di sotto, sarai comodo. >>
Sentì George brontolare e allontanarsi dalla stanza. Ginny era ancora lì.
<< Che farai con il resto dei compagni? >>
Fred, dall'altra parte della porta, alzò le spalle: << Beh, se ne faranno una ragione. >>
<< Sei impossibile. >>
" Sei impossibile ". Lo stesso commento che aveva fatto Hermione. Sulle sue labbra, però, sembrava più dolce, come se la considerasse una qualità.
<< E anche molto intelligente! >>
Ginny sbuffò: << Convinto tu... >>
Si stava allontanando, quando Fred aprì la porta silenziosamente.
<< Ehi Ginny >>  sussurrò, facendo girare la ragazza, che era già arrivata a metà strada << ricordati di dire a George che non sono una larva! >>

*

Nei giorni successivi i due gemelli si riappacificarono e tornarono a scherzare come sempre. Come promesso George e Ginny non accennarono più al loro strampalato piano di smuovere le acque tra Fred e Hermione e, di conseguenza Hermione ricominciò a respirare.  Fred, invece, non riusciva a darsi pace. Doveva dire tutto alla ragazza prima che fosse troppo tardi. Improvvisamente aveva perso tutta la sua sicurezza.
Si voltò verso George. A causa della decisione della Umbridge non potevano partecipare agli allenamenti di Quiddich, così seppur amareggiati, se ne stavano sugli spalti.
<< George, mi sto annoiando. Voglio giocare. >>
<< Non dirlo a me! Sono stufo di questa situazione. >>
Ad un tratto si avvicinò Ginny a cavallo della propria scopa: << Ehi ragazzi! >>
<< Che vuoi Ginny? >> chiese Fred
<< Oltre a sbatterci in faccia la tua possibilità di cavalcare una scopa, ovviamente >> continuò George.
<< Volevo dirvi che Harry vuole vedere Sirius. Mi chiedevo se... >>
Entrambi si guardarono: << Non ti preoccupare sorellina, ci pensiamo noi! >>
Finito l'allenamento si diressero al castello a parlare con Harry della loro strabiliante idea. Avrebbero creato un diversivo che gli avrebbe dato la possibilità di parlare con il padrino.

*
 
Quella sera Hermione non riusciva a dormire. La situazione che si era creata la preoccupava davvero tanto. Non riusciva a capacitarsi del fatto che Harry avrebbe rischiato così tanto solo per parlare con Sirius. Insomma, mancavano pochi mesi alla fine della scuola, avrebbe potuto resistere. Si alzò lentamente dal letto. La stanza era immersa nell'oscurità, per questo urtò senza volerlo il suo baule dal quale cadde un fagottino. Si inginocchiò a raccoglierlo e capì di cosa si trattava. Era quel braccialetto. Il fatidico braccialetto che Fred le aveva regalato mesi prima. Lo prese in mano e lo guardò. Pensò a come fosse cambiata la sua situazione dall'inizio dell'anno. Ormai lo aveva capito, le piaceva Fred, doveva semplicemente capire se anche lui ricambiasse. "Come se fosse facile!" si mise a pensare.
Scese le scale e sbucò nella Sala Comune. Si sorprese del fatto che non fosse sola. Seduto in un angolo c'era un ragazzo. Hermione si avvicinò cautamente, con la poca luce che filtrava dalla finestra non riusciva a vederlo.
<< Ehi, che stai facendo qui? >>
La ragazza si bloccò spaventata. Il ragazzo si avvicinò maggiormente.
<< Chi sei? >> Quella voce, però, era più famigliare di quanto pensasse.
<< Fred, tu? >>
<< Fred! >>
<< Ti chiami Fred? Che strano, eppure mi sembrava che fossi una ragazza. >>
<< Certo che sono una ragazza! >>
A quel punto il ragazzo la raggiunse beffardo. << Si, una ragazza prefetto, a quanto ho capito. >>
Si sedettero su una poltrona in silenzio e immersi nella semi oscurità. L'imbarazzo era palpabile. Soltanto dopo un po' Hermione decise di rompere il ghiaccio: << Allora, che ci fai qui? >>
<< Non riuscivo a dormire. Tu? >>
<< Stessa cosa. Non sei preoccupato? >>
<< Per quello che accadrà domani? Nah, vuol dire che non ci conosci bene, allora! >>
Hermione aggrottò la fronte: << Credimi, vi conosco fin troppo bene. >>
Fred pensò che fosse arrivato il momento. Ora le avrebbe rivelato quello che provava.
Si avvicinò alla ragazza. << Sai Hermione, forse ti è sfuggito qualcosa. >>
La ragazza, con il fiatone, cercò di rispondere senza balbettare: << Che cosa? >>
La risposta non arrivò mai perché Fred aveva già incollato le proprie labbra su quelle della ragazza. La stava baciando dolcemente, tenendole una guancia con una mano. Finalmente lo stava facendo. Dopo tutto quello che avevano passato, era arrivato il momento di provarci. Hermione, dal canto suo, non riusciva a non esultare mentalmente. Si sentiva in paradiso. Non le importava della diversità di carattere, non le importava degli anni di differenza, non le importava del fatto che il giorno successivo avrebbero abbandonato la scuola. Stava semplicemente vivendo quel momento e non poteva desiderare altro.
Si staccarono solo per riprendere fiato. Hermione gli accarezzò la guancia e gli sorrise.
<< Che cosa Fred? >> chiese Hermione, tornando sul discorso di prima.
Lui alzò le spalle divertito: << E no, Hermione, non me lo farai dire. >>
<< Ti prego >> lo supplicò.
<< No. >> Fred la tirò per un braccio posizionandola sopra di sé.  << Non ci penso proprio. >> Stranamente Hermione non si sentiva in imbarazzo. Decise di rimanere al gioco: << Se la metti così, vorrà dire che me ne vado. >>
Stava per alzarsi quando venne strattonata nuovamente da Fred: << Non così in fretta. >>
<< Beh, non vuoi dirmi che cosa mi è sfuggito. >>
Anche la ragazza sapeva che non le avrebbe mai detto che, per lei, provava ben altro che semplice affetto, ma non lo avrebbe mai ammesso. Semplicemente non rientrava nel DNA dei gemelli Weasley. Lei lo sapeva e, proprio per questo, voleva stuzzicarlo.
Fred avrebbe voluto dirle tutto ma non gli usciva dalla gola, era come se rimanesse intrappolato nelle corde vocali e si disperdesse.
<< Hermione, che cos'hai lì? >>
<< Dove? >> chiese confusa la ragazza.
<< No, non ci credo! Aspetta, fammi vedere meglio. >>
Non appena si avvicinò, riprese a baciarla come poco prima.
<< Non dovresti corrompermi con questi metodi. >>
<< Perché? È divertente. >>
<< Ma non ce ne bisogno >> rispose Hermione, prima di prendere l'iniziativa e restituire il bacio precedente. Sentì sulle proprie labbra la risata di Fred ostruita dal bacio. Lui le circondava la schiena con le braccia, mentre lei le passava una mano nei capelli infuocati.
Rimasero sdraiati senza dire una parola per molto tempo, finché non decisero di tornare nei rispettivi dormitori.
<< Ora cambierà qualcosa tra di noi Fred? >>
<< Ti confido un segreto. Avvicinati. >>
Hermione avvicinò il proprio viso al ragazzo che le sussurrò in un orecchio: << Credo proprio che Pix non si sia sbagliato questa volta. >>
Hermione sorrise e si avviò per il proprio dormitorio.
<< Fred >> lo richiamò.
Il ragazzo si voltò all'istante. << Si? >>
<< Non dispiacerti troppo, le tue aspettative si avvereranno, vedrai. >>
Detto ciò girò sui tacchi e si allontanò, scatenando in Fred un altro sorriso.





Angolo Autrice:
Nuovo Capitolo!!!
Penso che questo sia il capitolo più atteso di tutta la raccolta. (cioè spero)
In ogni caso il nostro caruccio Fred si è dichiarato, ovviamente a suo modo, ad Hermione.
La storia non è ancora finita, ovviamente, ma devo dire che tra soli due capitoli avrà termine. 
Prima di lasciarvi l'indizio che vi lascio sul successivo capitolo è che ci sarà una strana sorpresa per il nostro Fred.

 
<< Gente, potete girarvi un secondo? Sapete, devo farmi dare la mia  ricompensa. >> << Quella vera. >> precisò dopo un po'.
Hermione avvampò all'istante cerando di capire che intenzioni avesse. I ragazzi non si erano girati e la Umbridge stava cerando di incastrarlo. Fred capì che avrebbe dovuto darsi una mossa. Si girò verso George pregandolo di dargli tempo con lo sguardo. Lui capì al volo e riprese a parlare.   << Beh, l'hanno voluto loro. >>

 
Spero che continuerete a seguire la mia storia fino alla fine. Ringrazio, ovviamente, coloro che hanno recensito, messo tra i preferiti, seguiti e ricordati. Un ringraziamento a chiunque legga! Lo ripeto sempre, non perché mi sento obbligata, ma perché ci tengo.
Lasciate un commento!!!
A presto,
Martina
PS: un ringraziamento speciale a chiunque shippi Fremione!!

 

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Capitolo 8
*** Calmare le acque, sorprendendo le folle ***


Calmare le acque, sorprendendo le folle



Il fatidico giorno era arrivato.  Harry, Ron e Hermione si trovavano nella Sala Comune a discutere su che carriera avrebbero intrapreso finiti gli studi ad Hogwarts.
Hermione, tuttavia, non riusciva a prestare molta attenzione.  Aveva ancora la mente rivolta alla notte precedente e non riusciva a tornare in sé stessa.
<< Hermione, stai bene, vero? >> chiese Ron.
<< Certo che si, ma non mi interessa lavorare al Ministero >>  disse a sua volta lanciando poco più in là uno dei tanti opuscoli.
In quel momento arrivarono i gemelli. La ragazza, appena incontrò lo sguardo malizioso di Fred, non poté che arrossire e catapultarsi nella lettura di un altro fascicolo.
<< Harry, allora, hai capito che devi fare? >> chiese George.
<< Certo che si! >>
Hermione, dopo aver alzato gli occhi al cielo, intervenne: << Harry, sei sicuro di quello che stai per fare? Insomma, il camino della Umbridge... >>
<< E dai Hermione >>  la interruppe Fred << a volte bisogna sapersi buttare. In fondo non è l'unico ad averlo fatto, no? >>
Hermione sentì le guance in fiamme: << No, Fred. >>
<< Mi sono perso qualcosa? >> chiese George con una punta d'ironia.
<< Assolutamente nulla. >> risposero all'unisono, senza smettere di guardarsi.
<< Se lo dite voi... >>
Fred si sedette da parte alla ragazza continuando a parlare con il gemello, come se la notte precedente non fosse successo nulla. Lei, invece non riusciva a smettere di guardarlo. Aveva paura che stesse sbagliando tutto. Aveva fatto bene a buttarsi? Insomma, non poteva di certo nascere una relazione stabile tra di loro. Erano troppo diversi. Aveva paura che, con il passare del tempo, il ragazzo si stancasse di lei e della sua pignoleria.
Fred, intuendo cosa stesse pensando, proclamò: << Ma sentitela, pensi davvero che fallirai in tutti i GUFO? Ma scherzi? Su, vieni, ti mostro io che cosa succede a chi dice bugie. >>
Hermione si girò verso di lui accigliata. Non aveva detto nulla, almeno in quel momento, in merito alla possibile bocciatura dei GUFO.  Poi capì che avrebbe dovuto reggere il gioco, poiché Fred aveva qualcosa in mente.
Si finse indispettita e disse: << Dove dovrei andare di grazia? >>
Lui sorrise divertito e, dopo essersi alzato, rispose: << Seguimi e basta. >>
La prese per mano e la trascinò fuori dalla Sala Comune, non prima di aver lanciato un'occhiata eloquente a George.
Si fermarono nel corridoio meno affollato.
<< Hermione, che cosa ti prende? >>
Lei abbassò il viso: << Beh, io... no... che c-cosa sono per te, Fred? >>
Il gemello rimase spiazzato. << Potresti spiegarti meglio? >>
<< Che cosa è significato per te quello che è successo ieri? >>
Fred spalancò gli occhi. Non poteva credere alle sue orecchie, stava dubitando di lui.
<< Dubiti di me, Granger? >>
<< N-no, è solo che... >>
<< ... che non te lo saresti mai aspettato da parte mia? >> suggerì il ragazzo.
Dopo che lei ebbe annuito continuò: << Vedi, se devo essere sincero, anche io ero stupito quando mi è accaduto. Insomma, una prefetto saccente come te. Per Merlino, non poteva essere! >>
Lei si ricompose: << E così sarei una saccente prefetto, eh? >>
Lui l'avvicinò a sé: << Si, ma anche la più agguerrita, devo dire. >>
Hermione si allontanò dal ragazzo e lo esortò a continuare il discorso precedente. Aveva bisogno di prove. Voleva sentirsi sicura che lui non l'avrebbe abbandonata.
<< Come posso spiegarti? Non so che cosa abbia sviluppato la mia testa, ma... è successo. Ho cominciato a... provare dei sentimenti e, anche se ti può sembrare strano, mi sono... >>
" Innamorato di te, prefetto " avrebbe dovuto dire, ma non ci riuscì.
Uno strano silenzio imbarazzante inghiottì quell'ultima frase lasciata a metà, mentre Hermione aggrottava la fronte.
<< Ok, ho capito. >> disse Hermione dopo un po'. Aveva compreso che cosa stava pensando e non poté fare a meno di arrossire.
<< Sei carina quando arrossisci Hermione... ma io lo sono di più! >>
La ragazza non ci pensò due volte e si avventò su Fred, tentando di colpirlo sul petto.
<< Fred, non è una bella cosa da dire. >>
<< Beh, ma è la verità. Sei davvero carina, Granger. >>
Lei si bloccò all'istante. << Cosa? >> Lei si riferiva al fatto che l'ego smisurato di Fred avesse ancora una volta spazzato via il tentativo di rivolgerle un complimento. Beh, dovette resettare tutto quando sentì quella frase.
Fred ghignò senza smettere di guardarla: << Sei carina Hermione e non solo quando arrossisci. >>
Hermione rimase spiazzata dalla facilità con la quale le aveva detto ciò che pensava. Arrossì involontariamente e Fred non poté che accarezzarle una guancia sorridendo appena. Poi lui si avvicinò a Hermione, senza smettere di guardarla negli occhi, ad un tratto serio.
<< Che vuoi fare? >> sussurrò Hermione, non del tutto ripresa da ciò che le aveva detto.
<< Sto per baciarti. >>
E così accadde; il ragazzo, scosso da mille emozioni diverse, si tuffò a capofitto sulle labbra di Hermione, la cui risposta non tardò ad arrivare. Strinse la ragazza a sé e continuò a baciarla in modo passionale.  In quel bacio volevano dimostrare di essere perfettamente sincronizzati, due cuori in un corpo solo, due entità racchiuse nella stessa rosa di sentimento che li stava travolgendo.  Capirono entrambi che, con quel bacio, stavano siglando più di quanto avrebbero fatto a parole.  Si staccarono ansanti, ma al settimo cielo.
<< Weasley, Granger vi sembra il modo? >>
Preoccupati si girarono di scatto. Fred vide il proprio riflesso appoggiato alla parete adiacente, mentre lo scrutava con un sorrisetto beffardo.
<< George! >> esclamarono all'unisono ancora stretti.
George batté le mani: << Finalmente! Davvero gemello non riuscivo più a sopportare le tue moine. Vedo che avete avuto modo di, oserei dire, conoscervi a fondo. >>
Hermione sorrise imbarazzata, mentre cercava di risistemarsi i capelli.  Fred la fermò divertito: << È inutile Hermione, non riusciresti a domare quella chioma neanche per tutti i galeoni del mondo! >>
Lei lo spintonò via, fintamente offesa.
George enunciò alzando volutamente la voce: << Beh, siete davvero carini. L'unico problema è che ci sono anche io. >>
<< Che vuol dire? >>
Il gemello con uno strano ghigno impresso sul viso, cominciò a urlare a squarciagola: << E così il nostro gemellino si è dato da fare... con un prefettino: niente male! >>
Hermione lo raggiunse inorridita: << Tu non oserai... >>
<< Tranquilla, non parlerò >> disse serio, provocando in lei una strana sensazione di improbabilità
<< Ma non posso assicurarvi che non canticchierò giusto un pochino! >> riprese infatti George subito dopo.
<< George! >> esclamò contrariato Fred.
<< Fred! Dimmi tutto. >>
Lui ghignò: << Comincia a correre. >>
Non appena l'altro scattò in avanti Fred si girò verso Hermione, la guardò negli occhi e disse: << Non restare in questo corridoio troppo a lungo, Hermione, potrebbero rivelarsi alcune sorprese. >>
<< Sorprese? >>
<< Si >> disse sicuro << Ah, un'ultima cosa, voglio la mia ricompensa. >>
Si mise a correre urlando il nome di George, senza curarsi del fatto che avrebbe potuto finire in punizione ancor prima che avesse avuto il loro piano.

 
*
 
Alle cinque in punto il corridoio in cui poco prima Hermione, Fred e George avevano avuto quel "battibecco", venne trasformato in una palude. Ecco la sorpresa di cui parlava il ragazzo: Hermione non poteva credere ai propri occhi. Essendo inagibile gli studenti, seppur ridendo, cominciavano a disperdersi nel resto del castello tentando di raggirare il problema in qualche modo. Soltanto quando sentì la voce della Umbridge si voltò. Vide le capigliature rosse dei due gemelli al centro della mischia sorridere sfacciati.
Gazza, dopo aver scambiato qualche battuta con la nuova preside, si dileguò verso il suo ufficio. Hermione sperò che Harry avesse già terminato o perlomeno che avesse avuto la decenza di trovarsi un nascondiglio.
Si avvicinò alla folla continuando a guardare i due ragazzi. Non sembravano minimamente toccati dalla situazione. Gazza arrivò poco dopo e Hermione tirò un sospiro di sollievo: non aveva scoperto Harry.
<< Finalmente ho il permesso! Posso usare la frusta! >> cantilenava allegro. A Hermione gelò il sangue.
Fred disse: << Oh, che bello. Posso provarla anche io? >>
La Umbridge scattò verso di loro rossa di rabbia: << Non mi sembra che siate nella posizione di poter scherzare. >>
George continuò: << Lei, dice? >>
<< Siamo convinti che non ha più alcun potere su di noi, vero George? >>
<< Certo Fred, abbiamo superato l'età. >>
Fred, per una piccola frazione di secondo, si girò verso di lei. I loro occhi si incontrarono. Improvvisamente la stanza perse d'importanza e tutte le voci vennero ovattate dalle loro stesse orecchie. Fred mimò con le labbra la parola sorpresa e lei, senza pensarci due volte tirò su la manica. Allacciato al suo polso non vi era altro che quel braccialetto. Felice come non mai Hermione lo stava indossando e, per la prima volta, lo stava mostrando a Fred che dal canto suo sorrise.
Si stavano ancora fissando quando lui cominciò ad avvicinarsi, ignorando le domande del gemello. Un passo dopo l'altro stava per raggiungere Hermione le cui ginocchia ormai stavano per cedere.
Finalmente la raggiunse, ma non parlò. La guardò ancora un attimo, poi, indispettito si girò verso la folla. << Gente, potete girarvi un secondo? Sapete, devo farmi dare la mia  ricompensa. >>
<< Quella vera. >> precisò dopo un po'.
Hermione avvampò all'istante cercando di capire che intenzioni avesse. I ragazzi non si erano girati e la Umbridge stava cerando di incastrarlo. Fred capì che avrebbe dovuto darsi una mossa. Si girò verso George pregandolo di dargli tempo con lo sguardo. Lui capì al volo e riprese a parlare.
<< Beh, l'hanno voluto loro. >>
Prima che Hermione potesse fare anche il più piccolo movimento Fred aveva già catturato le sue labbra in una morsa mozzafiato. Quel contatto seppur scottante e pieno di eccitazione la fece precipitare di vergogna. Si staccarono velocemente.
<< Non ti preoccupare Hermione, la Umbridge è troppo occupata a sgridare noi per la palude. >>
Hermione aspirò dalle narici e replicò: << Oh, io ti... >>
<< Devo andare. Ci vediamo presto. >>
Prima ancora che la ragazza potesse controbattere Fred urlò insieme al gemello: << Accio scope >> e insieme vi montarono.
Prima di lasciare Hogwarts Fred si girò verso Hermione e urlò: << Lo so che non è la prima volta che lo indossi Granger. >>
Anche quella volta Hermione meditò vendetta ma, per qualche strana ragione, non era più così tanto sicura che avrebbe voluto fargliela pagare.







Angolo Autrice:
Salve a tutti!!!
Forse in leggero ritardo, vi cominico che un'altro capitolo ha "addobbato" la mia Fremione!
Non so se vi sareste aspettati una sorpresa del genere, anche perché alla fine non è una vera e propria sorpresa. Si tratta di un semplice gesto che ha scatenato una strana reazione nel cuore di Hermione - come spero si capisca dalla frase in corsivo -
Vi dito già che il prossimo capitolo, purtroppo sarà l'ultimo. 
Spero che, al di là di tutto, questo capitolo sia stato di vostro gradimento!
Spero anche di non aver deluso nessuno!
Come al solito mi piacerebbe che recensiste questa mia squallida - spero di no - storiella "fremionesca" , grazie!
Ringrazio naturalmente chiunque abbia messo la storia tra i preferiti, ricordati e seguiti e chi l'abbia recensita.
Ritaglio questo piccolo spazio anche per ringraziare in modo particolare Notteinfinita per il fatto che fino ad ora ha recensito ogni mio capitolo.
Ovviamente ringrazio anche chi legge nell'ombra!!!
Bene, ho terminato!
A presto!
Martina
PS: W le Fremioni.


 

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Capitolo 9
*** Quella scossa ha smentito le apparenze ***


Quella scossa ha smentito le apparenze

Vuoto. Un grande vuoto stava occupando la mente di Hermione. Sentiva come se non occupasse né la realtà né la fantasia.
Un colpo, due colpi, tre colpi. Qualcuno si stava muovendo vicino a lei. Voleva aprire gli occhi. Un brusio e un movimento ovattato. Hermione voleva a tutti i costi aprire gli occhi.
E, finalmente, lo fece. Un fascio di luce la investì interamente facendola gemere. Non riusciva a capire dove si trovasse. Ricordava solo di aver sentito una voce e poi il legno duro di uno scaffale.
<< Finalmente cara, ti sei svegliata. >>
Hermione alzò lo sguardo. Era Madama Chips. Ricongiunse tutti gli avvenimenti. Erano andati al Ministero per raggiungere Sirius ma avevano trovato una setta di Mangiamorte ad impedire che si compiessero le loro intenzioni. Una strana paura l'assalì.
<< Dove sono gli altri? Come stanno? Si sono fatti male? Neville! Ricordo che aveva il naso rotto. >>
Madama Chips la guardò male come per dire che doveva pensare solo a riposare.
<< Hermione, non ti preoccupare, sto bene. >>
La ragazza si girò di scatto e notò che Neville si trovava nel letto di fronte a lei. Fu così che cominciò a guardarsi attorno notando all'istante anche altri due componenti della famiglia Weasley sdraiati uno di fianco all'altro.
<< Ron! Ginny! >>
<< Stanno riposando >> sussurrò Neville.  Il suo naso, perlomeno, aveva riacquistato la giusta dimensione.
<< Che è successo? >>
<< Oh, non preoccuparti Hermione. >>
Era stata Luna a parlare che, con i suoi occhioni a palla, stava guardando la ragazza da una sedia vicino al letto di Ginny. Hermione non l'aveva notata poco prima, forse per lo spavento che aveva preso vedendo i due ragazzi con gli occhi chiusi.
<< Ginny si è slogata una caviglia, mentre Ron... non lo so... è impazzito ad un certo punto. >>
<< Continuava a farfugliare e ha toccato dei cervelli >> continuò Luna.
<< Cervelli? >> domandò allarmata Hermione.
Neville annuì per poi toccarsi il naso e lasciarsi scappare un sospiro.
<< Dov'è Harry? >>
Neville si ricompose e si sedette meglio sul materasso.
<< Penso che sia da Silente. >>
Hermione si ributtò sul letto con le braccia sulla fronte. Che cosa era successo veramente? E perché i suoi amici non volevano parlare se non sollecitati? Poi pensò ad una persona. Quell'unico ragazzo che le faceva venire la scossa dalla testa ai piedi. Si guardò il polso dove, per sua gioia, il braccialetto era ancor legato dolcemente tutto intero.
Fred. Aveva bisogno di lui. Doveva vederlo, non poteva aspettare altro tempo.
<< Hermione? >> bisbigliò Neville dal suo letto. 
Lei girò il volto e notò che Luna aveva lasciato la sua sedia. Lo guardò e cercò di sorridere. << Dimmi. >>
<< Conoscevi Sirius Black? >>
Lei, disorientata, annuì avidamente. Che cosa era successo a Sirius?
Neville distolse lo sguardo. << Beh, ecco... >>
Hermione lo precedette: << Che cosa ha fatto? >>
Neville ricominciò: << Ehm, lui... si, diciamo che... >>
Il cuore di Hermione stava battendo all'impazzata. Non riusciva a capire perché Neville continuasse a farneticare invece che ammettere la verità all'istante. Che gli fosse successo qualcosa di... definitivo?
<< Lui... è m... si, insomma... è mor-rto >> ammise infine.
Hermione sbiancò: << Morto? >>
Lui annuì senza aggiungere nulla e si allontanò dal letto, avvicinandosi a Ron che, ancora placidamente, stava dormendo sereno.
La ragazza non poteva crederci. Sirius, il padrino di Harry, era morto dopo solo due anni di libertà. Sentì una lacrima abbandonare i suoi occhi ma, con la mano ancora fasciata, la scacciò malamente. 
Stranamente dal solito, decise di accantonare un attimo la questione, di non pensare più agli avvenimenti che avevano avuto luogo a causa del loro viaggio verso la Londra babbana. Le vennero in mente gli esami che, brillantemente, aveva affrontato. Si ricordò di tutte le lettere che aveva mandato a Fred, il quale aveva risposto solo per darle una calmata, o almeno così andava dicendo. 
Ancora una volta si scoprì di pensare a Fred, quel carismatico ragazzo di cui non avrebbe potuto fare a meno. Aveva cercato molte volte in quei due mesi, prima del "viaggio a Londra" di non permettere a Fred di occupare i suoi pensieri, di non lasciarsi andare alle emozioni. Purtroppo fu costretta ad accettarle e a non tirarsi i capelli ogni qualvolta un ragazzino qualsiasi, eccitato, aveva nuovamente nominato la spettacolare impresa compiuta da quei due scapestrati.

Nei giorni a seguire Hermione sperò varie volte che, da quella porta, spuntasse almeno un ciuffo rosso di capelli a farle la sorpresa più bella del mondo, ma non accadde. Dovette ammettere che ci era rimasta un po' male, ma non lo avrebbe mai riferito a sé stessa, nemmeno sotto tortura.
Harry li aveva raggiunti e, insieme, avevano letto sulla Gazzetta del ritorno di Voldemort e dello scoppio di una nuova Guerra Magica.  Hermione voleva capire che cosa stesse passando nella mente di Harry, voleva capire che cosa fosse realmente successo nella Stanza dei Misteri. Insomma voleva parlare di Sirius Black. Ron la zittiva sempre lanciando una lunga occhiata compensiva nella direzione di Harry.
Il tempo passò e finalmente, dopo essere usciti dall'infermeria, presero il treno per fare ritorno a casa.

*

Appena mise piede fuori dal treno l'odore della Metropolitana invase le sue narici. Sapeva di vecchio e la cosa la infastidiva alquanto.  Attraversò il muro che divideva il mondo magico da quello babbano e vide i suoi genitori. Si fiondò tra le loro braccia senza pensarci due volte. Ancora una volta Hermione stava abbracciando persone che non avrebbero innescato nel suo corpo quella maledetta scarica elettrica. Sorridevano felici, soprattutto per il fatto che non conoscevano in dettaglio ciò che era accaduto.
Il padre parlò per primo: << Hai passato bene l'anno? >>
<< Certo, papà >> affermò convinta.
<< Mi sembra che quest'anno avessi degli esami difficili. I GUFO, giusto? >>
Hermione annuì entusiasta: << Sì! Spero solo che mi siano andati bene. >>
<< Certo che ti sono andati bene, Granger. >>
Hermione si girò di scatto. Dietro di lei un ragazzo alto e magro dalla folta chioma infuocata aveva appena fatto capolino da un angolo. Si avvicinò maggiormente sorridendo a trentadue denti. Aveva una strana giacca, che fece rabbrividire Hermione.
<< Buongiorno signori Granger. Sono Fred, figlio di... >>
<< Ah si! Sei uno dei gemelli Weasley >> esclamò la madre di Hermione senza contenersi.
Fred sorrise: << Si... e quello più bello, per la precisione. >>
Hermione sbuffò e lo spintonò leggermente. Era davvero felice di poterlo rivedere ma, il pensiero di mostrarlo in pubblico e, in modo particolare, davanti ai suoi genitori, la frenava.
<< Perché secondo te non sono il gemello più bello, Hermione? >>
La ragazza avvampò. I suoi genitori stavano assistendo alla scena senza parlare. Non avrebbe di certo potuto rispondere davanti a loro. Non sapeva che fare: puntava lo sguardo tra Fred e i suoi genitori immaginando che ci fosse una via di fuga alternativa pronta a risucchiarla.
<< Hermione, Hermione! >>
Qualcuno la stava chiamando. Si girò e vide il resto della combriccola Weasley fare la loro entrata. I signori Weasley portarono via i suoi genitori in meno di un secondo. Hermione sospirò d'un tratto alleggerita e si sedette su una panchina.
Fred, che stava ancora sogghignando, la prese per mano e la condusse lontano dagli altri, sotto le iridi divertite di George.
<< Allora mi vuoi rispondere Granger? >>
Lei lo guardò negli occhi. Era con le spalle al muro mentre Fred la squadrava dalla testa ai piedi giocando con uno dei suoi ricci.
<< Si e no. >>
<< Che vuoi dire? >>
<< Si, ti risponderò e no, non sei il gemello più bello. >>
<< Sicura? >> Le si avvicinò pericolosamente: i due visi separati solo da pochi centimetri e le braccia del ragazzo la intrappolavano al muro.
<< Si. >>
Fred ghignò e le baciò una guancia. Hermione chiuse gli occhi sperando che la fatidica scossa non l'assalisse senza avvisarla. Aveva aspettato quel momento dal giorno in cui aveva aperto gli occhi in infermeria.
<< Se ne sei convinta, questo sarà il mio limite, Hermione >> affermò risoluto continuando a fissare le sue iridi castane.
Hermione avrebbe voluto obbiettare, ma aveva paura che così facendo sarebbe sottostata ai piani di Fred ed era l'ultima cosa che voleva. Eppure quel viso, quel sorriso, quelle labbra, quelle braccia le erano mancate troppo. Sentiva il braccialetto scottare sul polso e la voglia di annullare le distanze la stava opprimendo.
Guardò ancora una volta quelle labbra e si buttò. Quasi lo soffocò con i propri capelli e lo fece indietreggiare. Sentiva la sua risata assopita nelle orecchie e le occhiate maliziose che, probabilmente, le avrebbe lanciato successivamente, le trafiggevano la pelle.
Lo stava finalmente baciando e quella scossa ritornò più agguerrita che mai facendola tremare leggermente. Finalmente si sentiva di nuovo viva, desiderata e a casa.
<< Hermione sono sorpreso! Che ti è successo? Sei ancora tu? >> domandò Fred dopo essersi ripreso.
<< Si, certo che sono io, Weasley. >>
<< Non avevo dubbi. >>
Si sedettero per terra a parlare di quello che era successo dei mesi successivi alla loro fuga. Omise il particolare del fatto che fu costretta a passare giorni interminabili in infermeria perché vittima di fatture e maledizioni.
<< Cosa succederà adesso, Fred? Voglio dire... >>
<< Adesso che è tornato tu-sai-chi, intendi? >>
<< Si. >>
Uno strano silenzio occupò presto il posto delle loro parole. Fred ci pensò a fondo e infine affermò sicuro: << Combatteremo. >>
Annuì con il capo e tornò a perdersi tra i suoi pensieri.
<< Ehi Granger, coraggio. Non mi va di sorbirmi una ragazza che pensa solo a cose brutte! >> disse il ragazzo, scompigliandole i capelli.
<< Che dovrei fare? >>
Fred sorrise: << Oltre a baciarmi, dici? Beh, rispondere ad alcune domande! >>
Hermione non ebbe bisogno di sentire la domanda. Sapeva già che cosa stesse pensando il gemello.
<< Scossa. >>
<< Come? >>
<< È stata la scossa, Fred. Lei me lo ha fatto capire. >>
Il ragazzo alzò un angolo della bocca, in quella che doveva essere la sua espressione imbarazzata. Non ci sarebbe mai riuscito! 
<< Ringrazia la scossa da parte mia, allora. >>
Entrambi risero tranquilli e rincuorati. Non si erano giurati amore eterno, ma sapevano che quello che provavano era reale e forte come quella strana scossa che, ogni volta, che lo sentiva vicino, provava incessantemente.
<< Ehi piccioncini, la mamma vi vuole a raccolta. >>
Alzarono la testa e non si sorpresero nel vedere George in piedi di fronte a loro.
Hermione lo fissò ringhiando appena: << Ti sei lasciato sfuggire... >>
<< No, tranquilla, non sono un ipocrita, ma l'ho detto a Ginny. In fondo siamo noi che abbiamo dato il via alle danze. >>
Fred e Hermione si alzarono e seguirono George che trotterellava di fronte a loro con la stessa giacca orrenda che stava portando Fred.
<< Ma che giacca state indossando? >>
<< Non ti piace Granger? È di drago. >>
Hermione si voltò verso Fred cercando di nascondere il disagio, facendogli una linguaccia.
<< Che stavate facendo? Si può sapere? >> domandò Ron appena arrivarono.
Hermione avvampò, ma non aprì bocca.
George tossì: << Beh, io avrei da dire una cosa. >>
<< Cosa? >> domandò Ron con gli occhi di fuori.
<< E così il nostro gemellino si è dato da fare... con un prefettino: niente male! >>
<< George! >> urlarono i diretti interessati meritandosi le occhiatacce di Molly e della madre di Hermione.
<< Non urlate troppo! Se no è più evidente >> continuò George per nulla turbato dalla loro reazione.
<< Quindi state insieme? >> chiese a bruciapelo Ginny.
Le orecchie di Ron diventarono roventi, mentre Hermione trasalì.  Guardò Fred che, per la prima volta in vita sua, era stato zittito. Non avevano mai detto esplicitamente di stare insieme. Infondo non era da molto che la loro "storia" andava avanti.
Hermione inspirò a fondo e fissò incerta Fred, che non perse tempo e parlò: << Certo! Ne dubitavi forse? >>
Ginny, contenta del proprio operato, si congratulò con loro. George, dal canto suo, tentò di canticchiare nuovamente la filastrocca, ma fu prontamente fermato dal gemello.
Quando lasciò i suoi amici promettendo loro che avrebbe scritto presto e, dopo aver abbracciato Fred, Hermione si allontanò con la sua famiglia. Solo in quel momento capì che aveva sempre sbagliato a limitare il proprio punto di vista. Prese il braccialetto tra le mani facendolo oscillare attorno alle dita.  Fissò ancora la lettera W e sorrise al significato.   
In quel momento, in auto diretta a casa sua, fece una promessa a se stessa.

<< Hermione non ti fermerai più alle apparenze, vero? >>
<< No, andrò oltre. Ne sono più che certa. >>








Angolo Autrice:
Ed ecco il CAPITOLO FINALE!!
Sono davvero contenta del mio operato, al di là del successo riscontrato (proprio) o del contenuto, perché ho preso un impegno e l'ho mantenuto. Inizialmente, se devo essere sincera, ero molto restia nel rendere la mia One shot una Long, soprattutto per il fatto che non avevo mai scritto storie sulla Fremione più lunghe di una One shot (appunto). Trovo che la Fremione sia una coppia alquanto complicata da descrivere in più capitoli, soprattutto per il comportamento "variabile" di Fred nei confronti di chiunque. Non lo vedo come un ragazzo apprensivo o altro, di conseguenza non posso pensare di fare una Long se non ci sia dietro anche qualche fatto più grande (come la guerra). Tuttavia ho voluto provare e questo è il risultato.
Ovviamente come da copione (almeno per quanto riguarda il mio modo di fare) non ho potuto omettere il risveglio travagliato di Hermione in seguito - per chi non lo sa - dello "svenimento" avvenuto a causa dello Schiantesimo di un Mangiamorte. Di conseguenza, si può dire, si è persa la battaglia finale e quindi la morte di Sirius. Non sa nemmeno cosa sia accaduto a Ron e Ginny, perché poco prima di perdere conoscenza, ha preso la direzione opposta a quella dei due giovani Weasley. 
Per concludere, voglio RINGRAZIARE chiunque abbia ritenuto la mia ff degna di essere letta e (forse) di conseguenza inserita tra le preferite, seguite e ricordate. Ringrazio anche chi ha recensito i miei capitoli.

Voglio, infine, aggiungere che sto scrivendo una sorta di Long fic, sempre sulla coppia Fremione, molto più semplice di questa e che si svolge durante tutti gli anni dei due personaggi, o almeno durante quelli corrispondenti ai libri della Rowling. La caratteristica fondamentale è quella della presenza di salti temporali continui che alimentano (o almeno dovrebbero XD) la curiosità del lettore.
Il titolo è Una storia fatta di gesti avventati.

Ok, ora posso concludere sul serio.
Posso salutarvi e augurarmi che sia stata di vostro gradimento until the very end.
A presto, con altri scritti...
Martina


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