La verità rende liberi

di ChibiRoby
(/viewuser.php?uid=59050)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La scoperta di Leon ***
Capitolo 2: *** A cuore aperto ***
Capitolo 3: *** Libre ***



Capitolo 1
*** La scoperta di Leon ***


La verità rende liberi
 
 


La verità è tanto più difficile da sentire quanto più a lungo la si è taciuta.
Anna Frank
 



Francesca nei panni di Fausta stava provando la coreografia insieme a Camilla, anche Violetta o meglio Roxy sarebbe dovuta essere lì con loro ma dopo tutto quello che era successo con Leon non se l’era sentita ed era rimasta a casa.
Dal primo istante in cui aveva indossato quella parrucca Francesca aveva avuto un brutto presentimento. All’iniziò era certa che Leon le avrebbe riconosciute subito o almeno che avrebbe riconosciuto la sua migliore amica, la ragazza che diceva di amare da ben tre anni ma con sua grande sorpresa non era andata così. E prima che se ne rendessero conto la situazione era precipitata, Leon Vargas era cambiato, sembrava tornato a essere il ragazzo egoista e prepotente che era prima che Violetta entrasse nelle loro vite.
Inoltre non aveva ancora trovato il coraggio di raccontare a Violetta della sua storia con Diego, come poteva rivelare alla sua migliore amica di essersi innamorata quando stava soffrendo per colpa del suo unico amore? Perché Francesca era certa che Leon non avesse smesso di amare Violetta, semplicemente non voleva accorgersi che le cose che lo attraevano di Roxy erano le stesse che l’aveva fatto innamorare di Violetta, semplicemente era più facile fingere di non notarle e correre dietro a una ragazza come Roxy invece di ingoiare l’orgoglio e ammette che la Castillo era l’unica che potesse amare con o senza una ridicola parrucca che la faceva assomigliare a un personaggio di un anime giapponese.   
Continuava a ballare quasi automaticamente mentre continuava a pensare a come mettere fine alla faccenda Roxy e Fausta. Terminò la coreografia e guardò Diego ansiosa di specchiarsi nei suoi occhi, rimanendo senza parole nel vedere che teneva in mano una parrucca bionda, la sua parrucca o meglio quella di Fausta.
-Maledizione! – imprecò in italiano, come faceva ogni volta che si trovava in una situazione spiacevole come quella. E dire che avevano fatto tanto per non essere scoperte, non che le importasse, se aveva accettato di indossare quella ridicola parrucca che la faceva sentire la versione italiana di Hanna Montana era solo per sostenere quella testona di Violetta.
E ora sentiva gli sguardi di tutti i suoi amici su di lei mentre Camilla al suo fianco sembrava pronta a prendere a testate il muro, come biasimarla? Anche se non aveva assunto una doppia identità era colpevole quasi quanto le sue migliori amiche. 
-Francesca? Cosa significa tutto questo? – il primo a ritrovare l’uso della parola fu proprio Leon. Era furioso, probabilmente aveva già fatto due più due e aveva capito chi si nascondeva sotto la parrucca rossa, infondo era molto intelligente, anche se nel ultimo periodo si era comportato come un perfetto idiota.
-Ehm… - balbettò incapace di rispondere, si era immaginata mille volte il momento in cui avrebbero svelato la verità ma era sempre Violetta a parlare col messicano, lei si limitava a spalleggiarla.
-Violetta e Roxy sono la stessa persona! – non era una domanda ma un’affermazione. Delusione, rabbia e una minuscola scintilla di un’emozione che non riusciva a decifrare, erano queste le emozioni trasparivano dagli occhi di Vargas.
Fu nel momento in cui lo vide allontanarsi verso l’uscita che capì che doveva almeno tentare di fargli capire il perché di quella sceneggiata, Violetta aveva il cuore a pezzi e non sarebbe riuscita ad affrontare un Leon furioso. Era suo dovere di migliore amica aiutarli a non gettare al vento il loro grande amore.
-Aspetta Leon! – urlò scendendo velocemente dal palco, era persino disposta ad attaccarsi al suo braccio come una cozza finché non l’avesse ascoltata.
-Che vuoi? – le urlò contro furioso ma Francesca non si fece intimidire e quando Diego si fece avanti per aiutarla e proteggerla da quel ragazzo che del Leon Vargas che conosceva aveva solo l’aspetto, lo bloccò, pregandolo con lo sguardo di non intervenire.
-So che sei furioso e ti senti tradito ma ti posso assicurare che ne io ne Violetta ci siamo divertite a fingere di essere chi non siamo.
-Mi ha preso in giro fin dall’inizio. – obbiettò mentre nella sua mente tutto diventava più chiaro, il perché sembrava che si conoscessero da sempre o il fatto che non avesse voluto dargli il numero di telefono, conosceva la storia di Lara, tutte le volte che aveva provato a baciarla e si era tirata indietro sempre al ultimo momento. Adesso aveva tutto un senso.
-Ha provato più volte a dirti tutto ma non l’hai mai lasciata parlare! – ribatte l‘italiana difendendo l’amica con la stessa enfasi con cui un avvocato difende il suo cliente in tribunale. – Ogni singola volta che ha provato dirtelo l’hai cacciata in malo modo, come se fosse una criminale. La prima volta che hai visto Roxy e Fausta doveva essere anche l’ultima ma… il giorno dopo ha sentito Alex dire a Gery che tu e lei formavate una bella coppia, si è ingelosita come tante volte è successo anche a te! – continuò alludendo a tutte le scenate di gelosia di cui era stato protagonista.
Il francese e la messicana fecero per avvicinarsi e dire la loro ma Diego gli si parò davanti e Camilla lanciò loro un’occhiataccia che prometteva guai se solo avessero osato fiatare. Da quando erano entrati nelle loro vite non avevano fatto che creare guai e seminare discordia ogni volta che aprivano le loro maledette boccacce.
-E poi siamo venute al garage e ti abbiamo visto cantare “Nuestro Camino” con quella Gery! Solo io so tutte le lacrime che ha versato quel giorno! – continuò, sapeva che anche Violetta aveva le sue colpe ma non riusciva a non essere furiosa con lui per come aveva ferito la sua migliore amica.
-Avrebbe dovuto parlarmene invece di mettere in piedi questo ridicolo teatrino! – esclamò con un tono arrogante che i ragazzi dello Studio non gli sentivano usare da molto tempo.
-Se hai usato questo tono ogni volta che ha tentato di dirti la verità mi stupisce che non ti abbia preso a schiaffi! – affermò una voce che nessuno di loro si sarebbe mai aspettato di sentire pronunciare neanche una parole in favore della Castillo. –Sul serio Lion sei diventato ancora più arrogante e presuntuoso di quando uscivamo insieme e già allora non eri un tipo tranquillo se capisci cosa intendo. – concluse Ludmilla trovando i consensi silenziosi di chiunque avesse conosciuto quel Leon. Specie del trio composto da Maxi, Camilla e Francesca che all’epoca si erano trovati spesso in disaccordo con lui.  
-Chi altro lo sapeva? – domandò cercando di calmarsi, anche se non voleva darlo a vedere le parole della Ferro lo avevano ferito. Stava davvero tornando a essere quel Leon che per tanto tempo aveva disprezzato e da cui era riuscito a liberarsi solo grazie al amore per Violetta?
-Quasi tutti. – rivelò Camilla prendendo la parola per la prima volta –Io e Ludmilla le abbiamo viste mentre si cambiavano, Brodway ha sentito Francesca mentre ne parlava con Diego. Maxi invece ha sentito me e Brodway.
-Lo sapevate tutti e nessuno di voi ha pensato di dirmelo? – si sentiva tradito da quelli che considerava i suoi migliori amici. Nessuno di loro lo guardava in faccia, solo Diego lo fissava con un sorriso arrogante che ebbe il potere di fargli salire il sangue al cervello.
-Anche tu le hai scoperte mentre si cambiavano? – domandò pungente riversando in quella semplice domanda tutta la frustrazione che sentiva addosso.
-No, le ho riconosciute la prima volta che le ho viste. Il giorno in cui ci hai “presentato” mi è bastato guardarle negli occhi. – rivelò una mezza verità, in realtà aveva riconosciuto solo la sua Francesca ma gli era bastata una seconda occhiata alla ragazza che era con lei per riconoscere il suo primo amore. –La cosa che mi stupisce è come tu non te ne sia accorto. Sono anni che dici di amare Violetta più di ogni altra cosa al mondo e di conoscerla meglio di chiunque altro eppure le sono bastati una parrucca e un paio di occhiali per non farsi riconoscere da te! – gli sputò in faccia la realtà, non amava più la Castillo però le voleva un gran bene e non sopportava che qualcuno le facesse del male, specie se quel qualcuno era la stessa persona che più di tutte avrebbe dovuto amarla e proteggerla. - E non solo non l’hai riconosciuta ma ti sei persino rinnamorato di lei! – sapeva di essere stato duro ma era l’unico modo per far ragionare quel testone.
Per il messicano quelle parole furono peggio di una pugnalata al petto, girò i tacchi e scappò via prima che potessero anche solo provare a fermarlo.
Francesca fece per partire al suo inseguimento ma Diego la fermò posandole una mano sulla spalla –No. – scosse il capo deciso – Abbiamo fatto tutto il possibile, ora tocca a loro. 
-E se non riuscisse a capire le sue ragioni e a perdonarla? - sussurrò spaventata, non voleva nemmeno immaginare quanto Violetta avrebbe sofferto se lo avesse perso.
-Allora significa che nonostante tutto non è quello giusto e noi le staremmo vicino per aiutarla ad andare avanti.
L’italiana sospirò, sapeva che Diego aveva ragione su tutto, non c’era più niente che poteva fare per aiutare la sua migliore amica. Tranne festeggiare con lei se fosse andata bene o consolarla se fosse andata male.
 
 
 
Angolo autrice:
Ciao a tutti, questa all’inizio era un one short ma alla fine ho deciso di dividere in tre parti anche per scusarmi del ritardo mostruoso con capitolo di “Non aspettavo che te” che conto di postare la settimana prossima.
Questa è la prima parte, la seconda verrà postata venerdì prossimo e la terza, tempo permettendo, quello dopo ancora.
Fatemi sapere che ne pensate, un bacio.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** A cuore aperto ***


La verità rende liberi
 

Capitolo due - A cuore aperto
 
 
Fermò la sua corsa solo dopo essersi allontanato abbastanza dallo studio, si ritrovò davanti a casa di Violetta. Senza pensarci due volte si avvicinò verso l’ingresso principale, non poteva perdonarla per averlo preso in giro fingendosi un’altra persona ma le doveva delle scuse, nel ultimo periodo aveva sfogato su di lei tutta la sua frustrazione e non lo meritava.  
Fece per bussare ma prima che potesse farlo la porta si aprì di colpò –Leon, che bello rivederti! – esclamò Olga sorridendo –Violetta è di sopra, oggi non si sente molto bene ma sono certa che vedendoti starà meglio! Ora vai, io devo andare a fare la spesa. – aggiunse invitandolo a entrare prima di correre via.
Entrò chiudendosi la porta alle spalle, visibilmente confuso per l’accoglienza ricevuta era evidente che non sapesse nulla di tutto quello che era accaduto tra loro altrimenti non lo avrebbe mai accolto così calorosamente.
Salì le scale mentre gli tornavano in mente tutte le volte che Violetta lo aveva trascinato su di esse per rinchiudersi nella sua stanza e coccolarsi. Perché improvvisamente gli tornavano in mente tutti quei ricordi? Che provasse ancora qualcosa per lei? No, era impossibile, ormai Violetta era un capitolo chiuso. Ma allora perché sentiva che quei momenti gli mancavano come l’aria?
Bussò alla porta della camera della Castillo ma non ebbe risposta, forse era in un’altra stanza? Poco importava, sarebbe entrato lo stesso e l’avrebbe aspettata li.
Aprì la porta, Violetta stava dormendo nel suo letto, entrò stando attento a non fare rumore e le si avvicinò notando che il suo volto era bagnato. Si era addormentata piangendo, quella scoperta gli causò una fitta al cuore. Dopotutto Violetta non gli era così indifferente come voleva far credere.
Tornò a guardarla, dormiva raggomitolata in posizione fetale e accanto a lei si trovava il suo diario aperto, la pagina era bagnata, doveva essersi addormentata mentre scriveva e piangeva.
Prese il diario con l’intento di chiuderlo e posarlo sul comodino ma gli scivolò dalle mani. Cadè a terra con un leggero tonfò, che fortunatamente non svegliò la proprietaria, aprendosi. Leon si chinò per raccoglierlo e l’occhio gli cade sulla pagina, la data risaliva al anno precedente quando lui e Violetta riuscivano a stento a parlare senza farsi scenate di gelosia a vicenda. Sorrise tornando con la mente a quei momenti, com’era possibile che col senno del poi tutti i loro sbagli apparissero come dei piacevoli ricordi?
 
 
 
“Posso cantare, ballare ma a fine giornata il mio cuore batte solo al ritmo del suo nome: Leon.”
 
 
 
Si sedette sul bordo del letto con il diario in mano e preso da un impulso incontrollabile iniziò a sfogliarlo. Per la prima volta entrò completamente nel mondo di Violetta rendendosi conto che nonostante riuscisse a comprenderla alla perfezione, c’erano alcune cose che non aveva mai saputo.
Notò con stupore e un pizzico di compiacimento che in ogni singola pagina c’era il suo nome. Violetta lo amava davvero e nel periodo precedente alla loro rottura viveva nel costante terrore di perderlo e lui non se ne era mai accorto. Diego aveva ragione, aveva sempre pensato di essere l'unico a capirla e invece non si era accorto del suo disagio, troppo preso a tenere il broncio per il rifiuto di You mix prima e dopo troppo preso a pensare al suo futuro con la band e aveva completamente dimenticato il loro futuro come coppia. Quello stesso futuro che aveva immaginato mille volte, di cui spesso avevano parlato e che adesso non si sarebbe mai realizzato.
Lo amava ancora, era evidente, ma lo avrebbe perdonato? Sarebbe riuscita a dimenticare tutto l’odio che le aveva crudelmente sputato addosso? Proprio lui che avrebbe dovuto proteggerla l’aveva ferita e allontanata.
Era inutile fingere, stavolta non c’era uno spagnolo a cui dare la colpa, era stato lui ad allontanarla con la sua rabbia, l’orgoglio e quella stupida ossessione per la band. Aveva ragione quando gli aveva detto che non c’era mai per lei, avrebbe dovuto starle vicino dopo la morte di Antonio e invece se n’era completamente fregato, non solo non aveva dato il giusto valore allo scomparsa del uomo che più d tutti lo aveva aiutato a diventare quello che era, ma non era neanche rimasto accanto alla sua ragazza e ai loro amici. Non era andato allo Studio a dargli il suo sostegno e aveva continuato a parlare della band finendo per cantare con Gery una canzone che odiava quasi quanto la persona che l’aveva scritta.   
-Leon…
Sbianco e si voltò mentre poggiava il quaderno sul letto, l’ultima cosa che voleva era che lo beccasse mentre leggeva il suo diario.
-Mi sta sognando. – pensò vedendo che stava ancora dormendo, allungò la mano per accarezzarla ma prima che potesse sfiorarla la sua espressione cambiò da rilassata a terrorizzata.
-Leon ti prego perdonami, non mi lasciare! – urlò agitandosi.
-Amore mio, sono qui tranquilla non me ne vado. – sussurrò d’istinto accarezzandole il volto.
Violetta aprì gli occhi e penso di stare ancora sognando, Leon era lì e la guardava con dolcezza. Da quanto non vedeva quegli occhi verdi che tanto amava riempirsi d’amore solo per lei? Per Violetta, non per Roxy, tanto, troppo tempo.
-Sto sognando? – domandò sedendosi – Deve essere così, Leon mi odia e non verrebbe mai qui, per lui adesso esiste solo Roxy e mi odierà ancora di più quando scoprirà che lei non esiste. – si rispose da sola stringendo le gambe al petto. Gli occhi le si riempirono nuovamente di lacrime, non era mai stata una piagnucolona, aveva sempre affrontato tutto con il sorriso ma da quando si era accorta di aver perso il suo Leon, aveva perso la capacità di essere felice, persino quando cantava non si sentiva più completa come un tempo. La verità era che senza Leon lei non era niente, non avrebbe neanche sconfitto la sua paura del palcoscenico se non fosse stato per lui!  
Appoggiò la fronte contro le ginocchia, desiderando di non aver mai tagliato i capelli, se fossero stati ancora lunghi come due anni prima le avrebbero fornito maggior protezione. Anche se era solo un sogno non voleva che la vedesse in quello stato.
Leon si sentì morire - Perdonami. - sussurrò abbracciandola di getto, la strinse forte facendole appoggiare il capo sul suo petto, sentì il battito del suo cuore e capì che non era un sogno, si trovava davvero stretta tra le braccia del suo unico amore. Gli circondo la schiena con le braccia e affondò il capo nel suo petto, drogandosi del profumo di muschio e cioccolato che da sempre lo accompagnava, non sapeva perché fosse lì, ne perché dopo giorni in cui non aveva fatto altro che disprezzarla ora la stesse stringendo forte come se ne valesse della sua stessa vita. Non le importava, voleva solo godersi il momento, ne aveva un disperato bisogno, non riuscì più a trattenersi, scoppiò in un pianto liberatorio.
Sentendola tremare rafforzò la stretta –Ti prego non piangere, odio vederti soffrire, soprattutto se sono io la causa delle tue lacrime. – le sussurrò in un orecchio.
-Non è colpa tua. – sussurrò staccandosi di scatto –È colpa mia, sono una pessima fidanzata e una codarda che senza di te non vale nulla. – singhiozzò -E come se non bastasse sono una bugiarda! Io sono R…
-Shh, so tutto. – la zittì posandole un dito sulle labbra –Quello che hai fatto non è bello, mi sono sentito tradito ma è anche colpa mia. Se invece di pensare solo alla band ti avessi dedicato le giuste attenzioni e ti fossi rimasto accanto dopo la morte di Antonio, non ti saresti sentita sola e non avremmo litigato.
Scosse il capo - Avrei dovuto appoggiarti subito quando hai deciso di lasciare lo Studio per dedicarti alla band e invece sono stata egoista. Senza di te mi sento persa. Non avrei mai dovuto creare Roxy ma quando ho saputo che avevi invitato Gery alle prove non ci ho visto più, il solo pensiero che potesse portarti via da me mi ha fatto impazzire di gelosia. – confessò abbassando lo sguardo.
-Conosco la sensazione. – ammise Leon con un mezzo sorriso. Ogni volta che vedeva un ragazzo avvicinarsi a lei perdeva il controllo. Aveva provato quella sensazione con Thomas e Diego, era stata davvero forte ma c’erano stati anche falsi allarmi come: Brodway, Federico e Alex. Ironia della sorte era diventato un grande amico di quasi tutti i suoi ex corteggiatori, solo Andres e Maxi non rientravano in quella categoria, erano gli unici la cui vicinanza con la Castillo non gli aveva mai causato il minimo accenno di gelosia
Nessuno meglio di lui sapeva quanto fosse difficile ragionare quando il mostro dagli occhi verdi si impossessava del tuo corpo.
-Sai credo di essermi innamorato di Roxy perché non ho mai smesso di amarti. – confessò non senza un leggero imbarazzo, si sentiva un idiota a non averla riconosciuta. –In lei vedevo te e era più semplice ricominciare dall’inizio con lei anziché ingoiare il mio orgoglio e ammettere che nonostante tutto non riesco a dimenticarti. – ammise accarezzandole il braccio con dolcezza.
Sentendo quelle parole sorrise ma non ebbe il coraggio di guardarlo, sapeva che quella stupida messa inscena lo aveva ferito più di quanto fosse disposto ad ammettere.
-Per come la vedo io abbiamo un solo modo per risolvere questa situazione una volta per tutte. – continuò dopo qualche minuto di silenzio.
-Ora dirà che dobbiamo mettere un punto alla nostra storia e andare avanti. Me lo merito, non avrei mai dovuto fingermi un’altra, non merito il suo amore. – pensò una pugnalata dritta al cuore le avrebbe fatto meno male, ma se quella era la fine della sua felicità voleva affrontarla a testa alta, alzò la testa e la prima cosa che vide fu il sorriso del suo Leon –Perdoniamoci a vicenda e torniamo a lottare per realizzare i nostri sogni insieme.
Sorrise e senza dire una parola gli buttò le braccia al collo, con tanta foga che finirono sdraiati sul letto, una sopra l’altro. Leon gli posò una mano sul capo e sollevò la testa per baciarla con passione. Dischiuse le labbra permettendo alle loro lingue di rincontrarsi dopo tanto tempo. Quanto gli erano mancati quei momenti e dire che se ne rendeva conto solo ora che la teneva di nuovo tra le braccia.
-Ti amo Leon. – sussurrò guardandolo negli occhi, stava di nuovo piangendo ma questa volta erano lacrime di gioia.
-Anch’io ti amo Vilù. – sorrise baciandole le lacrime.
-Siamo di nuovo noi. – sussurrò con un luccichio negli occhi – Dobbiamo festeggiare! – aggiunse alzandosi con un balzò quasi felino e dirigendosi verso la porta. Leon si mise seduto osservandola confuso finché non la vide chiudere la porta a chiave.
-Non l’abbiamo mai fatto in camera tua. – osservò malizioso. Avevano fatto l’amore in quasi tutte le capitali Europee e a casa sua, ma mai a Villa Castillo.
- C’è sempre una prima volta. -  commentò togliendosi la maglia e lasciandola cadere a terra. Vargas deglutì osservandola incantato mentre si sedeva a cavalcioni sulle sue gambe e gli circondava il collo con le braccia.
-Allora Leon, sono ancora la padrona del tuo cuore? – domandò sulle sue labbra.
-Lo sei sempre stata amore mio, sempre. – rispose annullando definitivamente le distanze. Avevano parlato anche troppo.
 


Angolo autrice:
 
Eccomi con la seconda parte interamente dedicata alla riappacificazione Leonetta, spero di essere riuscita a rendere bene le emozioni dei due protagonisti. Ringraziò chi ha recensito, messo tra i seguiti – preferiti – ricordate la storia, attendo con ansia i vostri pareri.
Alla prossima con l’ultima parte della storia, un bacio.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Libre ***


La verità rende liberi
 
Capitolo tre - Libre
 
 
 


-Davvero eri la ragazza di Leon?
Ludmilla alzò lo sguardo trovandosi davanti Gery, la ragazza che girava sempre intorno a Leon sbavandogli dietro come un cagnolino.
Annui, era palese che avesse una cotta non corrisposta per il suo ex. La caduta poteva anche avergli spento un paio di neuroni ma di certo non il buon gusto.
- E quando? - domando velocemente, troppo per essere una semplice domanda dettata dalla curiosità - Se non sono indiscreta. - aggiunse subito rendendosi conto di risultare gelosa.
- Circa tre anni fa, prima che Violetta entrasse allo studio. - decise di darle corda, l'attesa la stava annoiando a morte.
-Quindi ti ha lasciata per Violetta?
-Non la metterei così, ci siamo lasciati a vicenda. Ma se fossi in te lo lascerei perdere, Leon Vargas ha dei gusti precisi in fatto di donne e tu non possiedi nemmeno uno dei requisiti che lo attraggono. - ghigno malefica, allo studio c'era posto per una sola stronza e quella era lei. Inoltre nessuno poteva architettare piani alle spalle di Violetta, quel onore aspettava solo a lei, sua nemesi e amata sorellastra.
-Non capisco perché mi dici cosi. - sussulto con un finto tono innocente che le fece saltare i nervi.
-Smettila con la tua pietosa commedia, puoi ingannare un sempliciotto come Lion o quell'ingenua di Violetta ma non una Supernova come la sottoscritta.
-Tu non mi conosci. - ripete cercando di sembrare innocente ma dal suo tono traspariva una nota di stizza, segno inequivocabile che la sua maschera stava cedendo.
-Hai ragione. - sorrise sorniona -però conosco le finte santarelline come te e conosco abbastanza bene Leon da sapere che non uscirebbe mai con una ragazza insignificante come te e soprattutto so che non importa quanto tempo ci vorrà, alla fine tornerà sempre da Violetta. Il loro amore trionferà e tu e il tuo amichetto non potrete farci nulla! – concluse lasciandola a bocca aperta. Si alzò e senza degnarla di uno sguardo si diresse dall’altra parte della sala teatro dove si trova il resto del gruppo.
-Leon si è innamorato di Roxy perché inconsciamente non ha mai smesso di amare Violetta! – esclamò Andres dando voce al pensiero collettivo.
-È sicuramente così. – concordò Nata, sapeva che quello che aveva fatto Vilù era sbagliato ma non poteva non comprenderla e in parte giustificarla e ammirarla, anche lei sarebbe andata fuori di testa alla sola idea di perdere Maxi, ma non sapeva se avrebbe avuto lo stesso coraggio o follia, dipendeva dai punti di vista, della Castillo.
-Questa situazione è davvero bizzarra, degna di una soap opera. – ridacchiò Seba
-Capisco che Leon si sia arrabbiato, però al suo posto ne sarei anche lusingato. Voglio dire Violetta era pronta a fingersi un’altra persona pur di stargli vicino. So che è una follia ma dimostra quanto è grande il suo amore. È fortunato ad avere una ragazza che lo ama così tanto. – concluse lanciando una veloce occhiata a Camilla che se ne stava seduta sul palco accanto al fidanzato che la stringeva dolcemente a sé. Dio solo sapeva quanto invidiava Brodway e desiderasse essere al suo posto. Se lo meritava, infondo era stato lui il cretino a mollarla con un sms facendole capire che meritava di meglio. Sperava davvero Leon non commettesse il suo stesso errore. 
-Certo talmente tanto da ingannarlo fingendosi un’altra. – commentò Gery acidamente, la conversazione con Ludmilla l’aveva così destabilizzata da farle dimenticare di indossare la sua maschera.
-Nel mio paese si dice che se non commetti qualche follia per amore allora non hai mai amato. – intervenne Federico ricordando di aver sentito quella frase in un film che aveva visto quando viveva ancora in Italia.
-Ma quale follia, quella è da manicomio! – sbottò non riuscendo a capire come potessero difenderla.
-Non osare parlare così della mia ragazza!
 Si voltò verso la porta, Leon la fissava furioso mentre stringeva per la vita una Violetta altrettanto offesa.
-La tua r…ragazza. – balbettò Gery incredula ma le sue parole vennero soprastate dal grido simultaneo di Camilla e Francesca – Siete tornati insieme? – domandò quest’ultima con gli occhi brillanti di gioia. Annuirono ma non ebbero il tempo di dire qualcosa che le due amiche li abbracciarono con foga – Sapevo che sareste tornati insieme! – esclamò Camilla. Anche Nata si unì all’abbraccio, anche se non l’aveva mai detto, aveva sempre pensato che fossero la coppia più bella dello Studio.
-Lo sapevo che non sareste riusciti a rimanere lontani troppo a lungo. – rise Federico dando una pacca sulla spalla al amico e abbracciando Violetta. In un istante si ritrovarono circondati dagli amici pronti a festeggiare la loro riunione, anche Ludmilla sorrideva in disparte, non era il tipo da festeggiamenti plateali, almeno che non la riguardassero in prima persona, ma infondo era felice per loro.
-Leon cos’hai sul collo? – domandò ingenuamente Andres indicando un grande segno rosso sul collo del amico.
-Niente. – rispose visibilmente in imbarazzo poggiandosi una mano sul collo per cercare di nascondere il segno.  
-Ti ha forse morso una zanzara? Sarebbe strano, siamo in pieno inverno! – continuò con fare indagatore, cercando di capire l’origine di quello strano segno.
-Si, una zanzara con le labbra di una ragazza. – scherzò Brodway strappando una risata a tutto il gruppo e facendo arrossire lievemente Leon che si ritrovò tutti gli sguardi maliziosi dei ragazzi puntati su di lui.
Anche Violetta rideva di gusto, Leon Vargas in imbarazzo era uno spettacolo più unico che raro.
-Fossi in te non riderei tanto. – le sussurrò Camilla sorridendo divertita.
-Perché? – domandò confusa voltandosi verso l’amica in cerca di spiegazioni.
-Perché anche tu hai un grosso succhiotto in bella vista sul collo! – le spiegò sottovoce Francesca.
-Francesca ha ragione! – commentò Ludmilla arrivandole alle spalle –Ti conviene coprirlo con questo prima di tornare a casa. – continuò tirando fuori dalla borsa un tubetto di fondotinta.  -Altrimenti a German verrà un infarto. – sorrise divertita immaginandosi la scena con sua madre che andava nel panico.
-Mettici anche un po’ di correttore. – aggiunse Nata ricordando quello che aveva letto su una rivista qualche tempo prima.
-Grazie ragazze. – sorrise grata per i consigli ricevuti, non voleva essere rinchiusa a vita in camera sua, per non per parlare di quello che suo padre avrebbe potuto fare al suo Leon. Non aveva intenzione di vederlo morire tra le sue braccia, non ora che lo aveva appena ritrovato!
-Di che state parlando? – domandò Andres avvicinandosi alle ragazze. I ragazzi continuavano a scambiarsi sguardi maliziosi e a lanciare frecciatine a Leon, che lui non riusciva a comprendere, per questo aveva deciso di avvicinarsi alle amiche.
-Di come nascondere a German l’enorme succhiotto che Leon ha lasciato sul collo di Vilù. – rispose distrattamente Francesca, troppo assorta nella conversazione per rendersi conto a chi aveva risposto.
Andres scosse il capo confuso –Perché Leon dovrebbe fare un succhiotto a Violetta? – domandò a voce un po’ troppo alta per non essere sentito da tutto il gruppo.
In un istante tutti gli sguardi si posarono sulla Castillo che arrossì vistosamente, abbassò lo sguardo e senza dire una parola si nascose tra le forti braccia del fidanzato che l’accolse con gioia.
-Smettetela di mettere in imbarazzo la mia Vilù. – li rimprovero sorridendo sornione. Questa era una delle cose che più amava di lei, quando erano soli sapeva essere sexy e un po’ spacciata ma se certi argomenti venivano accennati in pubblico ecco che la Violetta timida tornava a galla per nascondersi tra le sue braccia. Le scoccò un baciò trai capelli continuando a coccolarla, stavolta non avrebbe permesso a nessuno di portagliela via, nemmeno a se stesso.
-Ora capisco perché sei tornato con lei nonostante le bugie e tutte le sofferenze che ti ha causato. – commentò Gery, aveva assistito a tutta la scena e accecata dalla rabbia e dalla gelosia non era riuscita a trattenersi. – Basta che apra le gambe e tu torni da lei strisciando. Fossi in te non mi sentirei tanto importante, sono certa che mentre predicava il suo amore per te in giro per lo Studio, le abbia aperte anche a altri ragazzi. – concluse velenosamente mostrando che mai come nel suo caso l’apparenza ingannava e dietro quel faccino da brava ragazza si nascondeva una vipera della peggior specie. Era sicura che il suo complice l’avrebbe assecondata e dopo Leon non avrebbe più voluto avere nulla a che fare con quella finta santarellina. Cercò Alex con lo sguardo, certa che aspettasse solo un suo segno per iniziare a parlare e si stupì di leggere nei suoi occhi solo disgusto.
Anche gli altri la guardavano con la stessa espressione, Francesca e Camilla sembravano pronte a prenderla per i capelli e l’avrebbero fatto se i loro fidanzati non le avessero fermate, era un’arpia ma restava sempre l’assistente di Beto e non era il caso che si mettessero nei guai, non in un momento di crisi come quello. Leon invece strinse più forte la sua Violetta, come a volerla proteggere da quelle calunnie. E dire che considerava Gery un’amica, invece era solo una iena, come aveva fatto ad essere così cieco? Solo ora riusciva a vedere il vero volto della messicana e non poteva che esserne disgustato, come aveva osato dare della ragazza facile alla sua Violetta?
-Chiedile immediatamente scusa! – le ordinò freddamente facendo rabbrividire chiunque si trovasse nella stanza, inclusa la Castillo che lo strinse più forte nel tentativo di calmarlo. Non gli aveva mai sentito usare un tono così glaciale, era davvero furioso.
-Lasciala perdere amore. – sussurrò allontanandosi quel poco che le bastava per guardarlo negli occhi.
-Ma… - fece per obbiettare ma glielo impedì poggiandogli un dito sulle labbra.
-È solo gelosa! – spiegò semplicemente guardandolo dritto negli occhi.
Leon le baciò il dito ancora appoggiato alla sua bocca e con delicatezza le prese la mano stringendola tra le sua –Non importa il motivo, non permetto a nessuno di mancarti di rispetto. – sussurrò dolcemente, Violetta sentì gli occhi inumidirsi, finalmente riconosceva il suo Leon, quello che tre anni prima l’aveva conquistata con la sua dolcezza.
-Come puoi continuare farti ingannare da lei? Si è finta un'altra e non ha fatto che giocare con i tuoi sentimenti facendoti soffrire…
-Non sono affari che ti riguardano! Ne abbiamo discusso e adesso la storia Roxy è un carpitolo chiuso. – la informò ritornando a usare un tono gelido.
-Fai come ti pare, tanto presto si stancherà di te e ti lascerà. Violetta non ti ama, per lei sei solo un gioco!
Riuscì a stento a finire la frase che uno schiaffo le arrivò in pieno volto. –Puoi dire quello che vuoi su di me, non mi importa ma non ti permetto di sminuire l’amore che mi lega a Leon. – esclamò Violetta con ancora la mano alzata. Poteva accettare tutto ma non che sminuisse così il suo amore per Leon.
Ludmilla la guardò ammirata, la piccola Violetta era cresciuta e aveva reagito difendendo il suo amore con le unghie e con i denti, come una vera leonessa.
Il volto della messicana divenne rosso di rabbia e fece per avventarsi su quella che ormai considerava la sua nemica.
-Smettila ti stai solo redendo ridicola! – esclamò Alex mettendole le mani sulle spalle e impedendole di muoversi. – Violetta, Leon perdonatela se potete. Non sa quel che dice. – si scusò con i due innamorati. Vedere Violetta così felice insieme a Leon gli aveva fatto capire che lui non sarebbe mai stato in grado di renderla così felice, perciò era meglio che rinunciasse a lei.
Rivolse un cenno del capo al resto del gruppo e trascino via Gery prima che potesse ricominciare a dare di matto.  
 
 
 
***
 
 
 
-Ti può sapere che ti è preso? – sbottò la messicana liberandosi della stretta di Alex intorno al suo braccio –Perché non mi hai assecondato? Se lo avessi fatto li avremmo…
-Te lo ripeto ti stai solo redendo ridicola! – la interrompe bruscamente –Quei due si amano e noi non siamo nessuno per dividerli.
-All’iniziò eri d’accordo! – gli fece notare incrociando le braccia al petto!
-Quando si erano lasciati, ma ora che stanno di nuovo insieme non muoverò nemmeno un dito per provare a dividerli! – sentenziò decidendo di tornarsene a casa, quella ragazza era più testarda di un mulo e era davvero stanco di starla a sentire, il suo unico argomento di conversazione era Leon, non parlava d’altro!
-Fai come ti pare, si vede che il tuo amore per Violetta non è forte come il mio per Leon!
Alex si bloccò di colpo –Amore? Tu non ami Leon, ne sei ossessionata! C’è una grossa differenza! Perdonami se al contrario tuo, io ho una vita e ambizioni più grandi di trascorrere il resto dei miei giorni dietro a qualcuno che non mi vuole! – sbottò tutto d’un fiato. –Riflettici Gery, dopo quello che hai detto nessuno allo Studio ti rivolgerà più la parola. Primo fra tutti il tuo dorato Leon. – concluse prima di andarsene. Lasciandola lì, da sola a riflettere su come era diventata.
 
 
 
***
 
 
 
Violetta non si era nemmeno accorta che Alex e Gery se n’erano andati, troppo attenta a fissarsi la mano con cui aveva colpito la messicana, era la prima volta che usava le mani in quel mondo, non era nella sua natura, ma quando l’aveva sentita parlare in quel modo non ci aveva visto più e la mano si era mossa da sola, come guidata da una forza invisibile. E non se ne pentiva, anzi, una parte di lei aveva desiderato farlo fin dalla prima volta che l’aveva vista al Art Rebel, attaccata come una cozza al suo Leon. Però questo non giustificava il suo gesto, la violenza non era mai la soluzione.
Un braccio le cinse delicatamente la vita mentre una mano le afferrava la sua stringendola forte. Sorrise avrebbe riconosciuto quel tocco ovunque.
-Non preoccuparti, se l’è meritato. – sussurrò dandole un bacio sulla guancia.
Si rigiro nel abbraccio, poggiando la guancia contro il suo petto mentre lui la culla come una bimba, sapeva che non aveva bisogno di parole.
-Non potevo permetterle di parlare così del nostro amore. – bisbigliò disegnandogli cerchi immaginari sul petto con l’indice.
-Nemmeno io. Se non mi avessi battuto sul tempo l’avrei zittita io.  – sussurrò baciandole la fronte -Ricordami di non farti più arrabbiare, sei pericolosa! – scherzò cercando di distrarla.  –Leon! – esclamò ridendo dandogli un leggero colpo sul petto.
-Ahi! Da quando sei diventata manesca? – continuò a prenderla in giro. –Non è vero, non sono manesca! - ribatte sollevandosi sulle punte e portando il suo viso a pochi millimetri di distanza da quello del ragazzo.
-Si invece, sei la mia piccola manesca! – le soffiò sulle labbra prima di catturarle con le proprie.
-È bello rivederli così uniti. – osservò Nata appoggiando il capo sulla spalla di Maxi
-Si. – concordò cingendole le spalle con un braccio, stringendola a sé.
Francesca sorrise sognante, era così felice che le cose tra loro si fossero sistemate. Si guardò intorno costatando che tutte le coppie se ne stavano teneramente abbracciate, persino Federico e Ludmilla che nel ultimo periodo si erano allontanati, se ne stavano appoggiati l’uno all’altra scambiandosi qualche sguardo dolce. Era questo che la spingeva a credere che quello che legava Leon e Violetta fosse vero amore, quando erano insieme era come se l’aria si riempisse d’amore e solo a guardarli ti veniva voglia d’innamorarti.
Sì voltò di nuovo per guardare i loro amici, se n’erano andati tutti. Tutti tranne loro quattro.
Guardò Diego, anche lui li osservava sorridente e dire che fino a l’anno scorso avrebbe fatto di tutto per dividerli e adesso era felice della loro riunione. Era cambiato così tanto nel giro di pochi mesi e non era riuscita a non innamorarsene mandando a quel paese la legge non scritta delle ragazze che vietava categoricamente di uscire con un ex di un’amica. Gli prese la mano facendo intrecciare le loro dita
-Penso che sia arrivato il momento. – sussurrò appena si voltò sorridendole.
-Si, non esiste un momento migliore. – concordò indicandole i due piccioncini con un gesto del capo.
-Sono certa che sarà felice per noi, lo saranno tutti. – disse specchiandosi negli occhi del ragazzo.
-Lo saranno. – confermò Diego fiducioso – E se per qualche assurdo motivo non sarà così, ti assicuro che non smetterò di lottare per noi!
Sorrise radiosa mentre si mordicchiava il labbro inferiore nel tentativo di trattenersi dal saltargli addosso e baciarlo davanti a tutti – Resisti Francesca, dopo che avrai detto la verità potrete baciarvi fino a farvi sanguinare le labbra. – pensò sciogliendo le loro mani prima di avvicinarsi alla sua migliore amica.
-Violetta. – la chiamò – Mi dispiace interrompervi ma devo dirti una cosa importante.
-Dimmi. – sussurrò allontanandosi dal abbraccio di Leon.
-Vedi Vilù, io e … - iniziò titubante. Dio perché era così difficile dire la verità alla sua migliore amica? Avvertì il tocco di Diego sulla sua spalla e subito tutta la paura svanì. –Diego usciamo insieme da un po’. – rivelò tutto d’un fiato.
Rimasero in silenzio per qualche istante senza sapere cosa dire. Si erano preparati a ogni tipo di reazione tranne a una: il silenzio.
-Ti rende felice? – domandò in tono solenne, lasciando tutti senza parole, non l’avevano mai vista così seria.
-Sì. – ammise l’italiana sostenendo lo sguardo dell’amica, aveva fatto la sua scelta e sapeva fin dall’iniziò che nel momento in cui l’avrebbe rivelata avrebbe dovuto pagarne le conseguenze.
Sul voltò di Violetta nacque un bellissimo sorriso –Che aspettavi a dirmelo? Sei la migliore amica, la tua felicità è la mia! – esclamò abbracciandola calorosamente.
-Oh Vilù! – sussurrò stringendola forte.
-Congratulazioni. – sorrise Leon dando una pacca sulla spalla al amico.
-Grazie, sono felice che siate tornati insieme. – sorrise – Scusami per non averti detto nulla.
-Tranquillo, al tuo posto anch’io avrei fatto lo stesso. – ammise tornando a guardare la fidanzata. Se un anno prima gli avessero detto che avrebbe finito per considerare Diego come uno dei suoi migliori amici non ci avrebbe creduto. Probabilmente gli avrebbe dato del matto.
-Diego trattamela bene o te le vedrai con me! – esclamò la Castillo staccandosi dal abbraccio per puntare minacciosamente il dito contro il petto dello spagnolo.
-Signor si signora! – scherzò imitando il saluto militare.
-Sta attento Diego la ragazza sembra indifesa ma ha la mano pesante! – scherzò Leon.
-Ti assicuro che quella della mia ragazza non è da meno. - rivelò Diego come se fosse un segreto.
-Che abbiamo fatto di male per finire con due ragazze violente? – scherzò Leon con fare melodrammatico.
- Possiamo provare con Fausta e Roxy, sono certo che sono più delicate. – propose divertito.
-Ottima idea! – gli diede man forte Vargas. –È ancora valida la proposta di un’uscita a quattro? – continuò ridendo, delle espressioni irritate delle ragazze che li stavano divertendo parecchio.
-Ehi! – sbottarono le due amiche in coro. –Fausta e Roxy sono scomparse, morte, estinte! – esclamò Francesca. Di quelle due ne aveva fin sopra i capelli, non avrebbe mai più indossato una parrucca, neanche sotto tortura!
-Esatto! Se volete un doppio appuntamento lo avrete ma con Violetta e Francesca! – concluse la Castillo incrociando le braccia al petto, guardandoli come a sfidarli a contraddirla.
-Vi assicuro che Violetta e Francesca sono le uniche con cui vogliamo stare. Vero Diego?
-Verissimo, non abbiamo occhi che per voi. – concordò Diego ammiccando.
-Va bene, vi crediamo. – sorrise l’italiana abbracciando il fidanzato. Subito imitata dalla sua migliore amica, che saltò letteralmente addosso a Leon, con tanta foga che quasi rischiarono di cadere.
Strette tra le braccia dei rispettivi amori si sorrisero, adesso che tra loro e le persone che amavano non c’erano più segreti si sentivano più leggere, come se si fossero tolte un macigno dal cuore. La verità le aveva rese di nuovo libere.
 
 
Angolo autrice:
 
Salve a tutti, è sempre strano cliccare sul quadratino completa, mi dà un senso di soddisfazione e un pizzico di nostalgia, anche se la storia è breve come questa.
Che dire del capitolo? Ci sono acceni a tutte le coppie, accadono un po' di cose ed è più lungo dei precedenti.
Ringraziò tutti quelli che l’hanno letta, messa tra le ricordate/seguite/preferite e ovviamente che l’hanno recensita, in particolar modo _Trilly_ e DulceVoz che fin da quando sono arrivata nel fandom recensiscono ogni mio lavoro, grazie ragazze!
Fatemi sapere che ne pensate di quest’ultima parte, un bacione.
    

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2926641