Vivere senza te.

di jellyfish
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mia vita è perfetta ***
Capitolo 2: *** Flashback ***
Capitolo 3: *** Addio ***
Capitolo 4: *** Pensieri ***
Capitolo 5: *** The end! ***



Capitolo 1
*** La mia vita è perfetta ***


Erano passati ormai tre mesi dall’incidente

Erano passati ormai tre mesi dall’incidente. Quel maledetto incidente. La sua vita da allora era completamente cambiata, non passava un giorno senza piangere. Tutti i giorni la stessa storia che si ripeteva. Si alzava, si lavava, si vestiva. Poi guardava se per caso era arrivato un suo messaggio sul cellulare. Ma niente, il vuoto totale. Si ricordava allora che sul suo telefono non sarebbe apparso il suo nome per un sacco di tempo…e allora scoppiava a piangere e buttava fuori tutto l’odio, la rabbia e la tristezza. A volte era peggio del solito, le lacrime sembravano non finire mai, a volte invece gli occhi non avevano più niente da buttare fuori. Quando le lacrime erano finite e il viso aveva ripreso un’espressione quasi normale, andava in ospedale. Stanza 146. Al quarto piano. Ogni giorno parlava con il dottore e riceveva la stessa e identica risposta:

-Le sue condizioni sono stazionarie, nessun miglioramento e nessun peggioramento.

Ma ormai non si stupiva nemmeno più a quelle parole. Semplicemente se le aspettava.

 

 

Era un bel pomeriggio di fine estate, la scuola sarebbe iniziata dopo poco più di una settimana. Heric e Sana stavano passeggiando al parco, come una delle tante coppiette felici che si vedono il sabato pomeriggio che fanno un giro mano nella mano. Sana aveva definitivamente smesso con la sua carriera nello spettacolo, apposta per vivere quei momenti con il suo Heric. Aveva litigato furiosamente con Charles e con Robbie a causa della sua decisione e adesso a malapena parlava con loro; adesso infatti Robbie era il manager di Charles e si trovavano benissimo insieme, entrambi con la ferma convinzione che il lavoro e la fama vengono prima di tutto. Lei invece aveva messo l’amore davanti a tutto. Aveva rotto due fantastiche amicizie, aveva rinunciato alla celebrità e al suo certo futuro come attrice, tutto per stare con lui. Questa era stata la dimostrazione dell’amore che Sana ha sempre avuto per Heric. E questo perché non voleva assolutamente perderlo. Da quando aveva capito che l’unica cosa che le importava era Heric e finalmente aveva avuto il coraggio di ammetterlo con se stessa, la sua vita aveva cominciato a girare nel verso giusto. Frequentava la scuola, aveva un ragazzo e una famiglia che le voleva bene, come una qualsiasi ragazza della sua età. Tutto era perfetto.

Anche per Heric le cose stavano andando benissimo. Finalmente poteva stare con la sua Sana, senza doverla dividere con nessuno, né con Robbie, né con Charles, né con milioni di fans scatenati. La scuola andava meglio del solito. Anche in famigli le cose erano nettamente migliorate; Nelly non lo odiava più come prima, o perlomeno si limitava a non rompere piatti dalla rabbia; suo padre quando poteva tornava a casa prima e Heric stesso era meno scontroso e introverso con loro. Con il karate andava tutto bene, era cintura nera ormai ed era il campione imbattuto della scuola. Le cose filavano lisce come l’olio.

A volte quando stavano insieme era come se il tempo si fermasse per loro, come se sulla Terra ci fossero solo loro due. Entrambi avevano la certezza che quella felicità non potesse mai giungere alla fine. Forse sarebbe stato così… se solo non fossero andati al parco quel sabato pomeriggio…

 

 

 

Salve a tutti! Sono tornata con una nuova storiella su Rossana! Spero di avervi un minimo incuriosito con l’inizio!! Lasciate anche un piccolo commento quando leggete! Grazie 1000!! Baci!

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Flashback ***


Flashback

Flashback…

Era da un paio di giorni che non si vedevano a causa dei compiti delle vacanze. Sana come al suo solito, non aveva aperto nemmeno un libro per tutta l’estate e adesso si ritrovava a dover fare tutti i compiti in una settimana. Heric era già più avanti, ma aveva comunque da fare. Sana decise che quel giorno non l’avrebbe passato sui libri, ma con Heric.

Tuutuutuu

-Pronto? Oh ciao Nelly! Tuo fratello è in casa?

-Ciao Sana! Certo te lo passo subito! Heeeeeeriiiiiic! C’è Sana al telefono!

-Grazie Nelly. Ciao Heric!

-Ciao Sana, finiti i compiti?

-Ehm… veramente no…però è da due giorni che non ci vediamo! Mi porti al parco oggi pomeriggio?

-E i compiti?

-Li faccio stasera! Prometto!!!

-Allora ok… passo alle 3, fatti trovare pronta per una volta.

-Ma certo! A dopo!

Sana era al settimo cielo. Rivedeva il suo Heric, che già le mancava anche se non lo vedeva solo da due giorni. Si mise a fare i compiti più in fretta che poteva per portarsi un minimo avanti, ma dopo solo 5 minuti era già crollata sul libro. La risvegliò la voce di sua mamma che le urlava che Heric era arrivato a prenderla.

-ARRIVO SUBITOOOOOO!

Sana non si smentiva proprio mai!

Si vestì in un baleno, prese il cercapersone e corse giù per le scale come una furia.

-Scusa il ritardo! A dopo Mama!

-A dopo Sana.

-Si ormai ci sono abituato.

Heric aveva un’espressione divertita. La sua Sana non sarebbe cambiata proprio mai; sempre sorridente, sempre allegra e sempre stupenda.

 

Al parco c’era un sacco di gente, un sacco di coppiette felici e di bambini che giocavano a rincorrersi nel prato.

-Ti va un gelato Sana?

-Ma certo!! Fa un caldo assurdo!

Sana si sedette su una panchina di fronte alla fontana in mezzo al parco per aspettare Heric che tornava con i gelati. Tanto lui sapeva benissimo che gusti le piacevano, fragola e mora. Prendeva sempre e solo quelli.

Heric stava giusto tornando dalla gelateria con due enormi gelati in mano, quando si sentì un urlo provenire dalla strada a fianco della gelateria. C’era una donna che stava urlando, suo figlio era in mezzo alla strada per prendere il suo pallone. In quel momento stava per arrivare una macchina. Heric non ci pensò due volte. Si buttò in mezzo alla strada per prendere il bambino. Ma la macchina non fece in tempo a fermarsi e li travolse entrambi. Ci fu un momento di silenzio, di terribile silenzio mortale, come se la terribile tragedia che stava avvenendo avesse paralizzato tutti i presenti. Sana era impallidita, la madre del bambino aveva smesso di urlare ed era sbiancata quanto Sana, tutti i bambini che giocavano urlando si erano fermati e zittiti, il proprietario della gelateria era uscito con un gelato in mano a vedere cosa stava succedendo e anche tutte le persone al parco che avevano sentito l’urlo della madre del bambino o che avevano visto la scena si erano come bloccate per il panico. Il primo a riprendersi era stato il gelataio, che lasciato cadere il gelato che stava preparando, era corso a chiamare un’ambulanza. Sana che si era ripresa dallo shock iniziale adesso aveva realizzato appieno cosa era successo e corse vicino alla madre del bambino che aspettava arrivasse l’ambulanza per andare in ospedale.

Appena arrivò l’ambulanza Sana e la madre del piccolo ci salirono sopra e con i due feriti iniziò la corsa all’ospedale. Furono portati tutti e due in terapia d’urgenza, sia il piccolo che Heric erano infatti molto gravi; quello messo peggio però era senza dubbio Heric, che con il suo corpo aveva fatto da scudo al bambino.

Intanto Sana aveva avuto il tempo di osservare la madre mentre aspettava notizie dai dottori. Era una donna molto giovane, alta, con i capelli biondi e lisci, gli occhi scuri che in quel momento erano offuscati dalle lacrime, come quelli di Sana. Sulla fronte liscia aveva delle evidenti rughe di preoccupazione che la facevano sembrare di qualche anno più vecchia.

-Mi dispiace per il suo bambino, spero che se la caverà.

-Sì, è un bambino forte. Ce la farà. Il ragazzo che si è buttato per salvarlo è tuo fratello?

-No, è il mio ragazzo ma anche lui è forte e ce la farà.

-Ne sono sicura. È stato un eroe.

-È stata una tipica azione da Heric, è un ragazzo molto altruista.

-Gli sono grata. Comunque io mi chiamo Samantha.

-Io sono Rossana. Mi dispiace fare la sua conoscenza in questa occasione.

-Già, ma vedrai che le cose andranno bene.

Samantha rassicurando Sana, cercava in realtà di rassicurare se stessa. Aveva bisogno di credere che il suo piccolo sarebbe guarito e che insieme avrebbero dimenticato l’incidente.

-Come si chiama il tuo bambino?

-Si chiama Mark.

-Ha un bel nome.

-Grazie, l’ha scelto il suo papà.

Sana si chiedeva allora come mai suo papà non fosse lì in quel momento, ma non voleva causare un dispiacere alla donna chiedendole del padre del bambino temendo che fosse morto o avesse abbandonato la famiglia.

Seguendo il filo di questi pensieri, Sana si rese conto che non aveva nemmeno avvisato la famiglia di Heric e la sua. L’ultima cosa di cui aveva voglia adesso era dare spiegazioni dell’accaduto, ma non poteva tenere tutti all’oscuro. Prese in mano il telefono e compose il numero della casa di Heric, che ormai ricordava a memoria. Come al solito le rispose Nelly.

-Pronto? Oh ciao Sana…Heric non è in casa, pensavo fosse con te.

-Io…si lo so…ma dovevo parlare con te.

-Dimmi, hai una strana voce, cosa c’è?

-Heric…è stato investito, corri all’ospedale.

E chiuse il telefono senza dare a Nelly la possibilità di replicare.

Ancora dai dottori non arrivavano notizie, dagli infermieri nemmeno e Sana e Samantha erano sempre più agitate. Dopo un quarto d’ora arrivò anche Nelly.

-Sana! Cos’è successo?

Sana spiegò l’accaduto alla sorella di Heric, che per poco non sveniva.

-Dov’è vostro padre?

-È al lavoro, l’ho avvertito e adesso sta arrivando.

-Ok.

Poco dopo infatti arrivò anche il padre di Heric e Sana ripeté ancora l’accaduto.

Il tempo intanto passava e Sana, Nelly, suo padre e Samantha aspettavano. Volevano sapere qualcosa, qualunque cosa, ma non sopportavano l’idea di non sapere niente. Un’ora dopo l’arrivo di Nelly finalmente i dottori si fecero vivi.

-Salve. Siete i famigliari dei due ragazzi?

Risposero tutti in coro.

-Sì.

-Bene. Entrambi sono entrati in coma. Se superano la notte ci sono buone speranze che ce la facciano, tutti e due. Anche se il ragazzo più grande è in condizioni più gravi. Cos’è successo?

Questa volta fu Samantha a spiegare come erano andate le cose.

-Mi dispiace. Ripeto, se superano la notte ci sono buone speranze per entrambi.

Detto questo il dottore li lasciò. Tutti e quattro erano decisi a passare lì la notte.

Nelly fu la prima a esprimere ad alta voce l’idea.

-Torno a casa a prendere qualcosa per sistemarci qui stanotte. Torno subito.

Arrivata a casa scoppiò a piangere. Le rivennero in mente tutte le cattiverie che negli anni aveva rivolto a suo fratello; lo aveva sempre incolpato di tutto quello che andava storto nella loro vita. Certo adesso le cose erano migliorate, ma i sensi di colpa erano comunque molto forti. Prese lo stretto necessario per passare una notte fuori e tornò immediatamente all’ospedale.

 

Era ormai tardi, erano più o meno le undici di sera e finora era andato tutto bene, i dottori non avevano parlato di complicazioni o peggioramenti e Heric e Mark erano costantemente vigilati da un infermiere. Sana passava il suo tempo attaccata al vetro della camera e guardava quei due ragazzi che stavano lottando contro la morte. Il piccolo Mark era un bambino di appena cinque anni e vedere il suo giovane corpicino steso sul lettino e attaccato a macchine che lo tenevano in vita faceva a Sana una stranissima impressione. Heric invece era bello come sempre. A Sana anche adesso sembrava un angelo, gli mancavano davvero solo le ali.

Intanto la notte era passata, ormai erano le sette del mattino ed era andato tutto bene. Sana, Samantha e tutti gli altri ora potevano sperare. 

 

 

Ecco il seguito! Spero vi piaccia… intanto ringrazio daygum e hachi92 per aver commentato il capitolo precedente, sono contenta che vi sia piaciuto! Baci!!

 

 

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Capitolo 3
*** Addio ***


Che crudeltà era stata quella

Che crudeltà era stata quella. Le avevano dato la speranza per poi strappargliela atrocemente… le avevano fatto credere che tutto si sarebbe superato. In fondo doveva solo superare la notte. L’aveva superata. Il dottore era arrivato sorridente ad annunciare che le possibilità di uscita dal coma erano alte per tutti e due. Ma allora perché i giorni passavano e nessuno dei due si risvegliava? Sana, Samantha e gli altri continuarono ad aspettare… aspettare qualsiasi cosa. Per giorni e giorni si incontravano all’ospedale, scambiando qualche parola di cortesia tra di loro, giusto per non stare sempre in silenzio.

Dopo un mese di terribile attesa, finalmente si ebbe un cambiamento. Mark si era svegliato. Samantha era al settimo cielo e quasi non riusciva a crederci. Era come se la sua vita adesso potesse ricominciare da capo, c’erano lei e il suo bambino e nessun altro. Non avrebbe mai più permesso che qualcosa accadesse al suo piccolo angelo. Anche Sana era contenta ma una strana sensazione la invase. Rabbia? No di certo. Invidia? Forse un pochino. Dopo tutto il suo Heric aveva rischiato la sua vita, per quella del bambino e secondo Sana era tremendamente ingiusto che ne pagasse in quel modo le conseguenze, ma nessuno poteva farci niente, poteva solo essere contenta per Samantha a Mark. Passò un mese dal risveglio di Mark, poi due. Mark e Samantha venivano molto spesso all’ospedale a trovare Heric, il loro eroe, che sacrificandosi aveva cambiato la loro vita. E poi di nuovo un altro cambiamento, questa volta definitivo e crudele, non si poteva tornare indietro o cambiare le cose.

 

-Signorina Smith, il padre e la sorella del ragazzo non sono ancora arrivati?

-No, ma dovrebbero essere qui a momenti. Perché? Ci sono novità?

-Non posso parlarne ora. Devo aspettare l’arrivo della famiglia.

Sana era preoccupata, aveva paura. Il tono di voce e l’espressione del dottor Caven non promettevano nulla di buono, ma non osava chiedere nulla di più, temendo il peggio. E comunque il dottore non avrebbe potuto dirle nient’altro.

-Posso vederlo?

-No. Devi aspettare. 

Ora era ancora più spaventata, sperava che Nelly arrivasse presto.

 

Più tardi… 

Nelly e suo padre erano arrivati finalmente. Sana andò a chiamare il dottore. La tensione cominciava a salirle su per la schiena ed era scossa da brividi. Non poteva essere nulla di buono. Altrimenti le avrebbero permesso di vederlo.

-Dottore ci dica, che novità ci sono?

Il dottore non sapeva bene in che modo dirlo, si trovava davanti gli occhi di quella ragazza che quasi lo imploravano di non darle una brutta notizia; ma non poteva cambiare lo stato dei fatti: doveva dir loro la verità.

-Mi dispiace. Ci ha lasciati. Un’ora fa, sembrava che stesse per uscire dal coma, ma non ce l’ha fatta.

Nessuno disse niente per un lungo istante. Il silenzio era crollato, gelido soffio invernale nel caldo corridoio dell’ospedale. Sana e Nelly si accasciarono a terra, l’una contro l’altra, abbracciate per cercare di confortarsi a vicenda mentre piangevano silenziosamente. Nessuna delle due riusciva a credere alle parole del dottore. Anche il padre del ragazzo si rifiutava di crederci, era impallidito e si era dovuto sedere per non svenire. Suo figlio era morto.

 

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Capitolo 4
*** Pensieri ***


Ci ha lasciati

Ci ha lasciati

 

Ci ha lasciati

 

Quelle parole continuavano a riecheggiare nella sua mente, cercava di dar loro un senso ma non poteva farlo. Il suo Heric morto. Non le sembrava vero.

Non è possibile che non vedrò mai più il tuo volto.

Non vedrò il tuo sorriso.

Non sentirò più pronunciare il mio nome dalle tue labbra.

Non vedrò sul display del cell il tuo nome con la tua foto che mi avverte che mi stai chiamando.

Non potrò più tenerti tra le mie braccia.

Non voglio restare qui da sola.

Perché mi hai lasciata da sola? Lo so che eri un ragazzo forte, allora perché non ce l’hai fatta?

Non ci voglio credere. Non è possibile. È solo un brutto sogno… mi sveglierò e tu sarai qui con me… vi prego ditemi che non è vero… Heric ti prego…non lasciarmi!

Sana non capiva più niente. Adesso era a casa da sola. Sua madre aveva cercato di consolarla in qualche modo, ma non era stato possibile. Voleva solo stare sola. Tutto quello che voleva era restare sola. Solo lei, le sue lacrime e il pensiero del suo angelo volato via. Il suo cuore non era più intero. Si stava sbriciolando e disperdendo nell’aria, come se fosse formato granelli di sabbia che volano nel vento. Era completamente vuota, si sentiva come se il mondo all’improvviso avesse cessato del tutto di esistere; Heric era il suo mondo e adesso era morto.

Rossana sul letto, abbracciata a un vecchio peluche mezzo rotto ma che l’aveva sempre accompagnata in ogni fase difficile della sua vita, piangeva disperata. Ricordava tutti quei momenti che aveva passato con lui, le venivano in mente i tempi in cui litigavano sempre perché lei era ancora una bambina viziata e lui un bulletto prepotente.

Ma come abbiamo fatto a passare da certe situazioni ad altre? Come siamo passati dall’odiarci all’amarci? E ora come posso dimenticare tutto?

Le venne in mente la gita in cui si erano persi…forse quella era stata la prima volta che lui era stato veramente dolce e gentile con lei. E altre situazioni ancora…

Quando l’aveva baciata, per ben due volte. Il loro primo bacio quanto era stato assurdo! Lei aveva urlato come una pazza… mentre a quel bacio sotto la neve non aveva opposto resistenza…

E poi ancora quando le aveva spezzato il cuore dicendole che stava insieme a Funny. Tanti piccoli pezzi che formavano l’enorme puzzle della loro vita. E adesso quel puzzle era finito. Nessuno l’avrebbe più potuto completare. Gli ultimi tristi pezzi saranno quelli costituiti dai ricordi del suo funerale, che si sarebbe svolto di lì a due giorni. E poi non avrebbe più avuto modo di stare con lui, se non attraverso il freddo contatto di una lapide di marmo e il suo dolce e caldo ricordo.  

 

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Capitolo 5
*** The end! ***


Sana si stava preparando

Sana si stava preparando. Mancava poco più di un’ora alla cerimonia e per una volta non era in ritardo; glielo doveva. Non poteva farlo aspettare anche questa volta. Sotto un certo punto di vista non voleva presentarsi al suo funerale. Certamente aveva i suoi motivi. Se avesse partecipato al funerale era come se accettasse la sua morte e lei non l’aveva ancora accettata. Forse non l’avrebbe mai accettata. Non voleva nemmeno vedere i loro amici. Tutte quelle facce tristi, le lacrime, chi le chiedeva come stava, chi le porgeva le sue condoglianze. Erano tutte cose gentili che le persone potevano fare, ma già il solo pensiero la opprimeva. Non era sicuro che l’avrebbe sopportato facilmente. Ma non poteva mancare all’ultimo appuntamento con il suo amore. E così intanto si vestiva e cercava di coprire con un po’ di trucco le occhiaie delle due notti passate completamente insonni; gli occhi rossi però non potevano essere nascosti. Ovviamente sua madre li aveva notati subito, ma aveva avuto l’accortezza di non dire niente; sapeva benissimo come si sentiva la figlia e sapeva che non voleva parlare con nessuno.

Oggi forse li rivedrò tutti… anche Robbie e Charles. Non penso che non vengano perché sono ancora arrabbiati con me.

E infatti aveva indovinato.

Arrivò con circa mezz’ora di anticipo, voleva restare un po’ lì a pensare. Trovò già lì anche Nelly, che voleva salutare per l’ultima volta suo fratello. Poco dopo però arrivarono tutti i loro amici. C’erano Terence, Alyssa, Funny, Geremy e tutti i loro compagni di classe delle elementari e delle medie. (ovviamente c’era anche l’immancabile e onnipresente Babbit) Come pensava c’erano anche Robbie e la sua ragazza. Rivederli tutti lì per salutare un’ultima volta il suo Heric le aveva provocato un terribile tuffo al cuore. Tutti vestiti di bianco, con le lacrime agli occhi che non smettevano di scendere lungo le guance; se lo aspettava ma non era comunque preparata. Le lacrime stavano già ricominciando a cadere, quando una mano forte le strinse una spalla. Era Charles. Fino a quel momento non l’aveva ancora visto e cominciava a pensare che non sarebbe venuto; dopotutto non aveva un gran motivo, aveva sempre odiato Heric, che per lui rappresentava l’ostacolo insormontabile per raggiungere la sua adorata Sana. E invece era venuto per farle sentire la sua presenza in quella dolorosa circostanza.

-Lo so che abbiamo litigato a causa sua e della tua decisione di lasciare tutto per lui, ma volevo farti sapere che ti sono vicino. Mi dispiace di aver litigato con te per una cosa simile. Non avevo il diritto di intromettermi, era una tua decisione riguardante la tua vita, io dovevo appoggiarti e non intromettermi così. Scusa ancora.

-Non ti preoccupare, lo so che lo hai fatto solo per il mio bene. Anche a me dispiace aver litigato con te.

 

La cerimonia era stata davvero struggente. Una volta terminata, non c’era più nessuno che non era in lacrime. Solo Sana non riusciva più a piangere, non aveva proprio più lacrime disponibili. Sapeva che adesso tutti i loro amici e i loro familiari le sarebbero stati vicini… ma tutto questo non la consolava… non aveva nessun appiglio per sorridere, nessun appiglio per continuare a vivere. Pensava che la sua vita senza Heric era una foto strappata a metà. Era inutile continuare a tenere la foto che la raffigurava se non poteva vedere la metà con la figura di Heric. I pensieri che le venivano in mente in quel momento non erano dei migliori, se si fosse trovata al davanzale di una finestra probabilmente avrebbe cercato di buttarsi giù. La sua vita adesso non aveva senso; credeva che senza Heric niente sarebbe più andato per il verso giusto. Tutto avrebbe cominciato a peggiorare perché si sarebbe lasciata andare e questa volta nessuno avrebbe potuto riafferrarla…

-Sana! Sana ma che fai!?

Charles l’aveva vista diventare quasi viola e si era spaventato. Sana mentre pensava, senza rendersene conto o forse intenzionalmente, aveva smesso di respirare.

-Sana respira!

Sana respirò finalmente e l’aria che le entrava di nuovo nei polmoni le provocò un dolore acutissimo e scoppiò in lacrime. Era sicura che le sue lacrime ormai fossero esaurite, ma si sbagliava, ne aveva ancora da versare per lui. E chissà per quanto tempo ancora ne avrebbe versate… intanto il ritornello di una canzone le tornava in mente… era perfettamente adeguato…Why do all good things come to an end… iniziò a canticchiare il ritornello come se fosse ipnotizzata… ma cantare in quel momento la faceva sentire ancora viva, le sembrava che fosse il suo unico appiglio alla vita.

 

 

Fine!! Ma che fatica scrivere questa storia… è stato parecchio triste!! L va beh spero tanto che vi sia piaciuta!! Un bacio alle mie lettrici e in particolare a chi mi ha commentata! Grazie 1000 mi avete dato la voglia e la spinta per continuare a scriverla!! /m\^_^/m\

 

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