Moonlight Destiny

di Owarinai_Yume
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primavera - L'incontro ***
Capitolo 2: *** Pensieri... ***
Capitolo 3: *** Estate: Sentimenti proibiti ***



Capitolo 1
*** Primavera - L'incontro ***


.Moonlight Destiny.





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1.


Primavera: L'incontro

Era l'inizio della stagione primaverile.
L'aria cominciava ad essere più tiepida e gli alberi erano nella loro piena fioritura.
Questo, per gli abitanti del regno dei cieli e del regno delle tenebre, voleva dire solo una cosa: era arrivato il momento di riunirsi ancora in consiglio.
Da secoli i rappresentati di entrambi i regni avevano deciso di indire una riunione ogni inizio stagione, durante la quale si discuteva su problemi che potevano coinvolgere entrambi i regni, sui modi migliori per evitare che scoppiassero guerre tra Tenshi e Akuma e per cercare di far rispettare l'equilibrio che si era venuto a creare nell'arco dei secoli.
Nel regno dei cieli, i Tenshi erano tutti entusiasti, e si davano un gran da fare per rendere tutto perfetto; per loro queste riunioni erano di vitale importanza.
In una delle stanze della dimora del Signore, dietro una grande porta bianca, distesa su un grande letto a baldacchino dalle lenzuola di seta candide, giaceva una giovane Tenshi profondamente addormentata
Era ancora molto presto e in tutto il palazzo regnava il silenzio più assoluto.
Ad un certo punto quel silenzio fu rotto da un giovane angelo dai lunghi capelli corvini e gli occhi color rubino che si intrufolò nella stanza della giovane addormentata.
Rimase a fissarla per qualche istante, poi si avvicinò al letto e cominciò a svegliarla dolcemente.
«Serenity, Serenity svegliati»
La Tenshi aprì lentamente gli occhi e sorrise all'angelo accanto a lei.
«Arcangelo Rei» sussurrò
«Buongiorno» le sorrise
Rei era l'Arcangelo del fuoco ed era considerata la più coraggiosa e la più passionale del regno dei cieli.
Era una ragazza alta e dal fisico slanciato; gli occhi avevano lo stesso colore di due brillanti rubini e i lunghi capelli corvini erano lasciati sciolti lungo la schiena.
Indossava uno splendido abito bianco da cerimonia, lungo fino a terra con le maniche lunghe e strette e una spessa fascia rosso fuoco in vita; per finire, sulla fronte, un diadema d'argento con un piccolo rubino a forma di goccia.
Serenity si era alzata dal letto e stava guardando il panorama fuori dalla finestra.
«Rei è già ora di andare alla riunione?»
«Ami, Makoto e Minako penso che siano già uscite, ma sta tranquilla c'è ancora molto tempo»
«Allora non ti dispiace se ci vediamo direttamente al ponte?» Rei le sorrise dolcemente
«Mi raccomando non fare tardi» e così dicendo si chiuse la porta alle spalle,
In pochi secondi, utilizzando i suoi poteri, Serenity si trasformò, indossando il suo vestito da cerimonia costituito da un lungo abito candido a maniche lunghe, una fascia sottile in vita e dei nastri argentati che le circondavano le braccia e, per finire, sulla fronte, un sottile diadema argentato con un piccolo cristallo d’argento a forma di goccia.
Serenity era l'arcangelo della luce, inoltre era considerata l'angelo più bello e con la voce più limpida di tutto il regno dei cieli.
Era una ragazza dal corpo esile e dalle gambe lunghe e sottili; i lunghissimi capelli erano dello stesso colore della luna, sembravano fili d'argento ed erano raccolti in una particolare acconciature: due lunghi codini erano legati sopra la testa formando due piccole sfere. I capelli di Serenity erano talmente lunghi che, anche se legati, i codici arrivavano fino a terra; infine la sua pelle era bianca come la porcellana e emanava un'aura purissima e splendente.
I suoi occhi, dello stesso colore dell'acqua cristallina, erano luminosi come due pietre preziose, infine, sulla schiena, aveva due ampie ali piumate, candide e luminose.
Mancava ancora molto tempo prima che iniziasse l'assemblea, così Serenity decise di andare alla grande cascata vicino il ponte; quello era un posto poco frequentato e le piaceva passare del tempo lì da sola, tra quei grandi alberi dai candidi fiori, in compagnia dei vai elementi.
Arrivata sulle rive di quello specchio d'acqua si guardò intorno, per appurarsi di essere da sola, dopo di ché iniziò ad intonare le note di una dolce melodia.
Se per i Tenshi le riunioni erano considerate una cosa di fondamentale importanza, nel regno delle tenebre gli Akuma erano convinti che fossero una stupida perdita di tempo, una noia mortale.
Nella possente dimora del signore dell'oscurità, infatti, i due figli di Satana, rappresentanti del regno delle tenebre all'assemblea, erano ancora chiusi nelle loro stanze.
Dietro una grande porta di ciliegio, disteso su un letto matrimoniale a baldacchino, giaceva, ancora addormentato, un giovane dalla pelle bianca come porcellana e dai corti capelli corvini, che gli ricadevano morbidi sul viso perfetto.
«Signorino Saphir, Signorino si svegli»
Un'affascinante Akuma dai capelli rosso fuoco, portati corti e scalati, vestita con abiti che lasciavano poco all'immaginazione, si avvicinò al letto del giovane.
Sentendo la sua presenza, il ragazzo si svegliò e attirò a se la donna prendendola per un polso, trascinandola sotto le lenzuola insieme a lui e intraprendendo una danza lussuriosa fatta di baci appassionati e carezze possessive.
Il giovane figlio di Satana bloccò la donna sotto il suo corpo, impedendole qualsiasi movimento e la guardò con il suo sguardo intenso pieno di malizia.
«Avery, non potevo sperare in un risveglio migliore» disse ribaciandola appassionatamente.
«Saphir, lo sai che, dipendesse da me, rimarrei qui, in questo letto, con te anche tutta l'eternità, ma hai un compito importante da portare a termine. Il consiglio si riunirà a breve»
Saphir sbuffò estremamente infastidito dalle parole di Avery.
«Odio quelle stupide riunioni, non capisco perché si ostinino a ripeterle ogni maledetta stagione»
In poco tempo, grazie ai suoi poteri, il figlio minore di Satana era impeccabile nel suo abito da cerimonia nero, con decorazioni argentate e il lungo mantello nero appoggiato sulle spalle.
«Sei perfetto» gli disse in modo seducente l’Akuma prima di ricevere un altro bacio.
«Sai se mio fratello è già andato al ponte?»
«Dovrebbe essere fuori il castello ad aspettarti. Anche lui si è alzato da poco»
«Quando torno continuiamo quel discorso» sussurrò per poi uscire a passo felpato dalla stanza.
Fuori dal castello Saphir trovò il suo destriero sellato e suo fratello maggiore, in sella al suo cavallo corvino, che lo aspettava irritato.
«Saphir datti una mossa, nostro padre è già al ponte»
«Salve anche a te, Endymion»
Il ragazzo però non lo degnò di uno sguardo e senza dire una parola spronò il cavallo al galoppo partendo e lasciando il fratello minore indietro.
«Endymion aspettami!!!»
Endymion era molto più grande di Saphir, era il primogenito di Satana, a lui, un giorno, sarebbe spettato ereditare il trono del regno delle tenebre.
Era un ragazzo di una bellezza accecante, alto, dal corpo statuario e dalle spalle larghe. Aveva capelli corvini e occhi color cobalto, profondi e penetranti come il mare, infine, sulla schiena aveva due ampie ali piumate nere come la notte.
Improvvisamente, arrivato al ponte, in mezzo ai folti alberi dai candidi fiori, Endymion si accorse della presenza di qualcuno.
Arrestò la sua cavalcata e fu allora che la sentì, una voce cristallina, soave, proveniente dalle rive della grande cascata vicina al ponte.
Il principe degli Akuma rimase come stregato da quella voce che si diffondeva nell'aria trasportata dal vento.
Era certo che si trattasse di un Tenshi.
Scese da cavallo e proseguì a piedi in mezzo a quella distesa di alberi; arrivato sulle rive del lago, in mezzo a quello specchio d'acqua limpida la vide.
Era la creatura più bella che avesse mai visto.
Non era un angelo come gli altri, era diversa; la sua bellezza non era minimamente paragonabile a quella degli altri angeli, soprattutto di quelli che si era divertito a sedurre per il semplice gusto di farlo.
Per non parlare della sua voce; ne era completamente ammaliato.
Ma che cosa mi sta succedendo? Cos'è questa strana sensazione?”
Non appena la canzone terminò l'angelo aprì gli occhi, che fino a quel momento erano rimasti chiusi.
Solo allora, Serenity si rese conto di essere osservata.
Osservò il giovane Akuma, perdendosi nei suoi occhi cobalto; non provava timore, anzi, i suoi sentimenti erano completamente diversi.
Aveva visto molti Akuma in passato, ma nessuno poteva essere paragonato a lui.
I suoi occhi sono così profondi... ma cosa mi succede? Cos'è questa strana sensazione?”
Serenity si avvicinò di più alla riva e sorrise dolcemente al giovane
«Buongiorno» gli disse semplicemente.
"Chissà che cosa ci fa uno come lui in un posto del genere, che io sappia questo non è posto frequentato dagli Akuma”
Endymion rimase in silenzio, senza distogliere lo sguardo da lei, come se avesse paura che potesse svanire da un momento all'altro.
"Sista facendo tardi, gli altri Arcangeli si staranno chiedendo dove sono finita”
Serenity si librò in aria, era giunto il momento di andare, altrimenti rischiava di fare tardi alla riunione, ma qualcosa di inaspettato la colse di sorpresa.
"Non può scappare così”
Endymion l'aveva prontamente fermata prendendole la mano.
Quel contatto provocò in entrambi una sconosciuta e piacevole sensazione di tepore.
«Vieni spesso qui al ponte?»
La sua voce è così profonda...”
«Ad ogni assemblea» rispose Serenity
«Allora ti aspetterò qui dopo la prossima assemblea estiva»
Serenity non rispose, si limitò a donargli un dolcissimo sorriso che fece capire al figlio di Satana che lei lo avrebbe aspettato.
Infine, con la promessa di rivedersi la stagione successiva, i due giovani si separarono; Serenity raggiunse in volo gli altri Arcangeli, mentre Endymion rimontò il sella al suo cavallo e raggiunse al galoppo suo fratello.


In quel momento pregai i quattro elementi
di far passare in fretta quella Primavera che,
per la prima volta, mi sembrò gelida,
se confrontata al calore della Sua mano...

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Capitolo 2
*** Pensieri... ***


.Moonlight Destiny.


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2.

Pensieri…

 

Era una bella giornata di sole e l'arcangelo della luce, Serenity, decise di approfittarne per andare all'estremità del regno, un luogo isolato, ricoperto da una distesa di foraggio dello stesso colore della luna e, in mezzo, a padroneggiare sull'intero paesaggio, un gigantesco albero di ciliegio.
Serenity si distese sotto la sua folta chioma, tra le grandi radici che le facevano da giaciglio, cullata dalla fresca brezza del vento e dal fruscio delle foglie dell'albero.
Assaporava ogni singolo raggio di sole che filtrava tra i rami del ciliegio; per lei erano una piacevole fonte di energia; di solito le bastava stare esposta al sole per qualche minuto per sentirsi subito sazia e soddisfatta, ma quel giorno la cosa fu ben diversa.
Per quanto Serenity stesse al sole, continuava a provare una fastidiosa sensazione, non aveva mai provato niente di simile, era come se le mancasse qualcosa di importante, indispensabile, si sentiva tremendamente insoddisfatta.
Serenity però sapeva benissimo a cosa era dovuto, la sua esperienza di angelo glielo aveva insegnato.
Non lo aveva mai provato sulla sua pelle ma sapeva bene di cosa si trattava e, soprattutto da cosa, o meglio, da chi era causato.
«Eccoti finalmente! »
Sentendo quella voce così familiare, l'angelo si voltò incontrando due brillanti occhi blu zaffiro.
«Ami, che sorpresa! »
«Scusa, forse ti ho spaventata»
Serenity si limitò a fare semplicemente un segno di dissenso.
In realtà la giovane Tenshi aveva avvertito la presenza amica già molto tempo prima. «Ami come mai sei venuta qui? »
Ami era l’Arcangelo dell’acqua, ed era anche la più saggia e riflessiva del gruppo. A differenza delle altre, i suoi capelli erano corti, di un meraviglioso azzurro oceano e suoi occhi sembravano due brillanti zaffiri.
«Ero preoccupata… per te, Serenity »
«Preoccupata?»
«Durante l’ultima riunione non sembravi la solita, sembravi… distratta, con la testa altrove. C’è per caso qualcosa che ti preoccupa? »
“È così evidente?”
«Tranquilla Ami, non è niente »
I due Arcangeli si scambiarono sguardi complici
Serenity non poteva mentire né ad Ami, né tantomeno a se stessa, ma non poteva assolutamente rivelare il vero motivo del suo stato d’animo.
Non poteva rivelare le sensazioni provate dopo l’incontro con quel misterioso Akuma. Erano completamente sbagliate.
Inaccettabili.
Per questo si sentiva combattuta; non aveva mai provato sentimenti così contrastanti in vita sua.
«Non ti costringerò, Serenity. Se adesso non te la senti di parlare non fa niente. Sappi però che se un giorno vorrai sfogarti con qualcuno, io sarò al tuo fianco. Ti appoggerò sempre, Serenity»
Le parole di Ami rincuorarono l’Arcangelo della luce, la quale si commosse profondamente. Non si era liberata del peso procuratole da quel segreto, ma si sentiva molto più sollevata.
Serenity poteva contare sulla presenza e sull’appoggio dell’Argangelo dell’acqua, una delle sue più care amiche e questa era la cosa più importante.
«Serenity, scusami ma ora devo andare, si sta facendo tardi»
«Vai già via?»
«Devo occuparmi dello studio del codice di cui abbiamo discusso l’altra volta alla riunione, devo trovare un’alternativa che vada bene anche per gli Akuma, ma non sarà una cosa facile»
Ami era incredibile, non si smentiva mai.
Quando c’era qualcosa da studiare, pianificare, organizzare, lei era la creatura perfetta.
«Chissà se un giorno Akuma e Tenshi riusciranno a raggiungere un equilibrio…»
«Purtroppo per arrivare a cose di questo genere bisogna fare dei sacrifici, rinunciare a qualcosa, anche di estremamente importante. Ma gli Akuma non conoscono la parola sacrificio»
Così dicendo Ami si allontanò, lasciando Serenity sola con i suoi pensieri.
“Possibile che non si possa giungere ad un accordo? Per quanto dovrà durare il conflitto tra i nostri due mondi?”
I suoi pensieri andarono involontariamente verso quel breve incontro con quell’Akuma.
L’Arcangelo si strinse una mano al petto ricordando il calore di quella mano…
“Sento ancora il suo calore”
All'improvviso un vortice di luce si formò attorno a lei circondandola in una sorta di abbraccio. Serenity l’accolse con le braccia, aveva capito che il suo elemento sentiva il suo stato d'animo e voleva consolarla.
«Perdonami, sei preoccupata anche tu per me»
“Non dovrei pensare a lui... so bene che è sbagliato... ma è più forte di me”
Sul volto di Serenity, per la prima volta, comparve un sorriso amaro.
L'Arcangelo, presa da quel misto di pensieri contrastanti, iniziò ad intonare una dolcissima melodia, che portata dal vento, si diffuse in tutto il regno, arrivando anche alle orecchie degli altri angeli che, come al solito, erano incantati dalla dolcezza di quelle note.
Non era una melodia allegra, tutt'altro, trasmetteva tanta tristezza e malinconia, gli stessi sentimenti provati da Serenity in quel momento.
La giovane era ignara che, oltre agli abitanti del regno dei cieli, c'era qualcun altro ad ascoltarla, qualcuno proveniente da un luogo oscuro e lontano, irraggiungibile per qualsiasi creatura angelica.
Il principe del regno delle tenebre, grazie all'ausilio dei suo poteri, aveva creato uno specchio magico che gli permetteva di vedere l'angelo tutte le volte che voleva.
Era chiuso nella sua stanza, steso sul grande letto a baldacchino, con gli occhi chiusi, per godersi al meglio quella dolce melodia.
“Non mi era mai capitata una cosa del genere in secoli e secoli e vita...eppure non è il primo angelo che prendo di mira...”
I suoi pensieri vennero interrotti da una voce alle sue spalle.
«Adesso ti metti anche ad ascoltare le sdolcinate canzoncine di quegli stupidi angioletti?»
«Chi ti ha dato il permesso di entrare qui dentro Saphir?»
Endymion si mostrò notevolmente infastidito dalla presenza del fratello, che non rispose e si sedette anche lui sul morbido letto.
«Ero a conoscenza dei tuoi strani gusti, ormai sei diventato famoso come collezionista di angeli, ma non avevo idea che ti piacessero anche le loro canzoni smielate»
Dopo qualche secondo di pausa, Saphir continuò.
«Con tutte le belle Akuma che ci sono nel regno... potresti aspirare ad avere il meglio.
Ma in fondo è molto meglio così, varrà dire che ce ne saranno di più per il sottoscritto»
«Falla finita Saphir»
Saphir si avvicinò al fratello, gli mise le braccia intorno al collo e con tono sussurrato e malizioso gli disse «E pensare che una volta ti divertivi a stuzzicare anche me... Quelli si che erano bei tempi...»
Con un balzo felino Endymion si liberò dalla presa del fratello che lo guardò, dapprima deluso e subito dopo in modo severo. «Sei cambiato fratello, non ti riconosco più»
Si può sapere che cosa ti è preso? E da quando c'è stata l'ultima riunione che sei strano, non sei più l'Endymion che conoscevo” e detto questo si chiuse la porta alle spalle lasciando il fratello da solo.
"Che cosa mi sta succedendo? Non mi riconosco più neanche io... il volto di quell'angelo... non riesco a togliermelo dalla testa, avverto un forte desiderio nei suoi confronti. Desidero possedere quell'angelo "
Con questi pensieri, Endymion riprese lo specchio tra le mani, continuando a tenere fisso lo sguardo sulla creatura riflessa al suo interno...
 
 
Nel momento in cui i miei occhi si sono posati su di lei
ho avvertito l'irrefrenabile desiderio di farla mia.
Volevo essere l'unico ad averla.
Doveva essere solo mia...

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Capitolo 3
*** Estate: Sentimenti proibiti ***


Primavera

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3.


Estate: Sentimenti proibiti...

 

Con il passare del tempo la fresca brezza primaverile si trasformò in un caldo vento estivo.
Il paesaggio non era cambiato ma nell'aria si avvertiva molto chiaramente il cambio di stagione.
Come era consuetudine, tutti, sia nel regno dei cieli, che in quello delle tenebre si stavano preparando per l'evento più importante del periodo: La Riunione tra i rappresentanti degli angeli e quelli dei diavoli.
Per molti quest'assemblea era fondamentale per mantenere la pace e l'equilibrio tra i rispettivi regni; ma c'era qualcuno per cui l'assemblea era importante per un altro motivo.
Quel giorno l'arcangelo della luce era più euforica del solito; per lei il giorno della Riunione aveva un secondo significato, oltre a quello tradizionale.
Per Serenity significava che era finalmente arrivato il giorno in cui avrebbe incontrato ancora quell'Akuma.
Per questo motivo si sentiva come mai prima d'ora; il cuore le batteva forte e provava una piacevole agitazione.
Non vedeva l'ora che la riunione finisse per volare al ponte.
Il luogo dove si teneva l'assemblea era precisamente a metà, al confine tra il regno dei cieli e quello delle tenebre; nelle vicinanze del ponte, in un maestoso palazzo.
All'interno vi erano due sale laterali, divise da una sala centrale ancora più spaziosa.
Quest'ultima era quella dove si teneva la riunione vera e propria; dove si incontravano faccia a faccia Satana e il Signore.
Le due sale laterali erano per i rispettivi rappresentati dei due regni.
Gli arcangeli e i figli di Satana non avevano il permesso di incontrarsi, per cui potevano partecipare alla riunione in maniera alternata.
Quel giorno il tema principale dell'assemblea riguardava la creazione di un codice di leggi comune per entrambi i regni.
Fortunatamente la discussione non durò molto, essendo un argomento complesso, che richiedeva una particolare attenzione si decise di comune accordo di continuare a parlarne anche durante l'assemblea autunnale.
Con rapidità Serenity lasciò l'edificio e si diresse in fretta al luogo dell'appuntamento.
Dopo un po' i figli di Satana uscirono anche loro dall'edificio.
«Endymon ti va di venire con me a torturare qualche sciocco angioletto?»
«Saphir ora ho da fare, magari un'altra volta» e così dicendo il figlio maggiore di Satana salì in groppa al suo cavallo corvino per poi librarsi in volo.
Saphir rimase a guardare il fratello che, a grande velocità si allontanava.
Era deluso dal comportamento di Endymion; un tempo lui e suo fratello si divertivano a torturare e a prendersi gioco degli angeli che gironzolavano nelle terre di confine, oppure ancora, organizzavano feste a palazzo a base di lussuria e perdizione.
Ma Endymion era cambiato, non era più lo stesso di all'ora.
“Ma che cosa ti è successo fratello?”
Nel frattempo, Serenity era arrivata puntuale al ponte, ma guardandosi intorno si rese conto di essere da sola.
-Ti aspetterò qui dopo l'assemblea- le parole dell'Akuma risuonavano ancora nella mente dell’arcangelo.
“Ha detto così, ma ci sarà da fidarsi? È pur sempre una creatura delle tenebre...”
«Meow»
La sua attenzione venne catturata da un piccolo e grazioso gatto appollaiato sul ramo dell'albero dietro di lei.
“Un gatto? Cosa ci fa qui?”
Qualsiasi altra creatura al posto suo non si sarebbe fidata, sarebbe scapata, ma Serenity era diversa e incuriosita, si avvicinò al gatto dal pelo corvino e dagli occhi cobalto.
“Ha i suoi stessi occhi...”
Allungò un braccio porgendo la mano verso il felino, una piccola parte di lei aveva paura che il piccolo animale l'aggredisse spaventato, ma si fece coraggio e avvicinò di più la mano.
«Meow» il gatto avvicinò piano il muso alla mano dell'angelo, come a volerne sentire l'odore, poi, con un movimento veloce, cominciò a strusciarsi emettendo anche piccoli suoni simili a fusa.
Qualche istante dopo, attorno al felino apparve un'aura di colore viola; Serenity fece qualche passo indietro, sgranò gli occhi alla vista di quello che stava accadendo.
In pochi secondi il gatto s'illuminò di una luce oscura e, al suo posto, comparve il principe delle tenebre, Endymion.
Serenity non credeva ai suoi occhi, sapeva che gli Akuma erano dotati di enormi poteri ma non immaginava fino a questo punto.
«Ti ho spaventata? » disse Endymion con un sorriso beffardo sulle labbra.
Serenity rimase a fissarlo incredula, non ne era spaventata, tutt'altro.
«Direi che affascinata è il termine più appropriato»
«Affascinata? » Il principe degli Akuma era incredulo, tutto aveva pensato tranne una cosa del genere.
«Si! Non credevo che voi Akuma aveste anche il potere di mutare forma»
Con un balzo felino, Endymion scese dall'albero, atterrando proprio davanti a Serenity
«Non hai paura di me?» le chiese incuriosito dal suo strano comportamento
«Perché dovrei? » chiese lei ingenuamente
«Sono un una creatura delle tenebre»
«Lo so» “Non mi importa”
«Sono pericoloso»
«Lo so» “Non mi sento in pericolo”
Gli rispose come se il fatto che lei fosse un angelo e lui un diavolo non avesse alcuna importanza.
“Che strano, è la prima volta che incontro un angelo che non ha paura di un diavolo... è una creatura misteriosa”
Quell’angelo non era come tutti gli altri.
Lei non lo guardava con terrore, nei suoi occhi c’era qualcosa di diverso.
Nessun abitante del regno dei cieli gli aveva mai rivolto uno sguardo simile.
Poi la vide, riconobbe la luce negli occhi azzurri di lei, era la stessa che aveva lui quando la osservava dallo specchio.
Quella creatura non era solo incuriosita o affascinata da lui, quel Tenshi nutriva i suoi stessi sentimenti, i suoi stessi desideri.
«Io sono Endymion» disse semplicemente.
«Oh! Ma allora sei il figlio primogenito di Satana!» gli disse la ragazza sorridendo, ancora più entusiasta.
“Ora capisco, è il secondo diavolo più potente del regno delle tenebre, è normale per lui saper mutare il suo aspetto”
«Endymion, posso farti una domanda? »
«Cosa vuoi sapere? »
«Come mai hai scelto di venire qui al ponte sotto sembianze feline? »
«Non credo sia una buona idea farmi vedere mentre vengo qui ad incontrarti, sarebbe pericoloso. Non credi? »
L'ultima frase la disse sussurrata, con voce calda e profonda, all'orecchio dell'angelo, che non sembrò affatto intimorita, anzi, gli regalò un dolcissimo sorriso.
“La sento ancora, la presenza di quel piacevole tepore al cuore...”
“Il desiderio di possesso nei suoi confronti... adesso è più forte di prima”
«Tu mi piaci. Voglio incontrarti ancora» disse Endymion prendendo la mano di Serenity e baciandole dolcemente il palmo.
«Si è fatto tardi, devo andare. Ti aspetterò qui anche dopo la prossima riunione»
Riprese le sembianze di un gatto nero e si allontanò veloce e silenzioso come era arrivato.
L'angelo non riusciva a distogliere lo sguardo dal punto in cui era svanito Endymion, poi però si concentrò sulle foglie dei grandi alberi che circondavano la cascata.
“Endymion... ci incontreremo di nuovo quando le foglie di questi alberi assumeranno il colore del tramonto... fino ad allora però...”
Serenity voleva assolutamente mantenere segreti i suoi incontri con Endymion, per cui rivolse una preghiera al proprio elemento implorandogli di mantenere il segreto.
«Serenity»
La ragazza si voltò di scatto, sobbalzando, sentendosi chiamare all'improvviso.
«Scusa, non volevo spaventarti»
«Mako, cosa ci fai qui?»
“Per fortuna non ha incontrato Endymion. Sarebbe stato un bel guaio...”
«Ho bisogno di parlati»
Makoto, o come la chiamava Serenity, Mako, era l’Arcangelo del vento, dei toni e delle tempeste, aveva lunghi capelli castani mossi, solitamente portati legati in una coda alta e occhi verdi come due smeraldi. Era l’Arcangelo più forte e coraggioso, ma nascondeva anche un animo gentile e sentimentale.
Mako in quel momento aveva un'espressione seria e intensa.
Serenity la osservò interrogativa, non capendo il perché di quello strano comportamento  «Di cosa si tratta?»
«Serenity, andrò dritta al sodo, sono molto preoccupata per te, è da un po' di tempo che sei strana, sei persa in chissà quali pensieri, sei diventata taciturna, non ti riconosco più»
“Persino lei si è accorta del mio cambiamento”
«Sono certa che ti sia successo qualcosa di grave»
Mako si avvicinò ad Serenity e le prese entrambe le mani
«Ti prego dimmi cosa ti preoccupa tanto, sai che puoi sempre contare su di me» disse guardandola dolcemente
“Il tepore delle mani di Mako... è molto diverso da quello delle mani di Endymion...”
«Perché non ti confidi con me?»
“Come posso rivelarti che in miei pensieri in questo periodo sono rivolti interamente a Endymion, al figlio di Satana in persona, al principe del regno delle tenebre... non posso assolutamente”
Lo sguardo di Mako, così dolce e premuroso, faceva male a Serenity perché non poteva assolutamente raccontarle la verità, non poteva rivelare a nessuno il perché del suo cambiamento improvviso; si sarebbe di certo scatenato l'inferno, le avrebbero dato della pazza, le avrebbero vietato di rivedere Endymion e sarebbe di certo scoppiata una guerra tra i due mondi.
Un Tenshi e un Akuma non potevano avere alcun tipo di relazione, era considerato Peccato.
“Perdonami Mako”
Serenity sorrise rassicurante. «Non preoccuparti, non è nulla, credimi. “
«Sei sicura?» “Perché non vuole confidarsi? Cosa sta nascondendo?”
«Certo! Grazie sei una vera amica»
Makoto sorrise all’amica, ma la sua espressione lasciava trasparire comunque una leggera preoccupazione.
Decise che era arrivato il momento di parlare con gli altri Arcangeli.
 
 
Incontrarci di nascosto è rischioso
Parlare tra di noi è inconcepibile
Toccarci o sfiorarci è proibito
Amarci e desiderarci è peccato

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