Colours.

di live_evil
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter one. ***
Capitolo 2: *** Chapter two. ***
Capitolo 3: *** Chapter trhee. ***
Capitolo 4: *** Chapter four. ***



Capitolo 1
*** Chapter one. ***


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She hate Monday.


Per Savhanna Hill non c’è nulla di peggio di un lunedì mattina, per non parlare di un lunedì mattina accompagnato da un compito di matematica alla prima ora, ma si sa, non c’è mai fine al peggio, e per lei il peggio era avere la compagnia di Luke Hemmings.
 
Non ci stava capendo nulla, per lei era troppo complicata la matematica e tutto ciò che la riguardava, ma non era di certo colpa sua se alle elementari aveva avuto un insegnate pessimo, si era sempre ritrovata a pensare.
 
-Hill, così finirai per finirla, quella matita.-
 
Irrompe nei suoi pensieri la voce bassa del ragazzo sedutole di fianco, il ragazzo che odiava di più in quella scuola e che in quel momento stava ridacchiando di lei.
 
A Savhanna quella cosa non poteva andare proprio giù, ma decise di non rispondergli, doveva sbrigarsi a terminare il test, e per lei quella non era affatto una semplice impresa.
 
Ma per Luke sembrava diverso. Per quel ragazzo che a scuola ci andava un giorno si ed uno no, la matematica era la cosa più chiara del mondo. La sua penna scivolava velocemente sul foglio, facendoglielo consegnare ancor prima del tempo e facendolo così uscire dall’aula.
 
Ma per la ragazza che si perdeva fin troppo spesso nei suoi pensieri il tempo era finito, il tempo era sempre troppo poco per lei, e doveva consegnare il foglio, ormai. Così fece, uscendo poi svogliatamente dall’aula, pronta alle prossime cinque strazianti ore.
 
 


Fortunatamente non aveva le ore seguenti con il ragazzo così tanto odiato da lei, si erano incontrati una sola volta nei corridoi, ma Savhanna fece finta di nulla, ed ora poteva finalmente uscire da quello da lei definito ‘’carcere’’.
 
Si incamminò per la stradina che portava a casa sua. Non aveva bisogno di prendere autobus, era abbastanza vicino e questa cosa la sollevava, poiché odiava tutti i posti troppo affollati, e un autobus, non è di certo il posto più solitario in cui poter stare.
 
Arrivò in breve tempo a casa sua, entrò senza salutare nessuno e salì nella sua camera, chiudendosi la porta alle spalle, lanciando la cartella per terra e gettandosi sul letto.
 
-Savhanna, è pronto da mangiare.-
 
L’avverti la voce del suo fratellastro, Ashton, fuori dalla porta. Tutti sapevano che era vietato entrare nella stanza di Savhanna e ormai Ashton era stanco di infastidirla.
 
Scese svogliatamente dal suo letto e si diresse in cucina dove trovò già seduti sua madre, il papà di Ashton e quindi il ragazzo in questione. Si sedette al suo posto e iniziò a mangiare.
 
-Ragazzi, dovremmo dirvi una cosa.-
 
Iniziò la signora con il collo ornato da collane e ben vestita, volgendo lo sguardo a suo marito, aspettando che continuasse.
 
Savhanna e Ashton avevano visto quella scena così tante volte che erano ormai in grado di recitarla alla perfezione.
 
I loro genitori erano degli architetti, sempre in viaggio per lavoro. A Savhanna non piaceva quel lavoro, preferiva quello del suo papà, il poliziotto. Era il suo eroe.
 
Anche Ashton lo odiava, così come odiava la sua mamma, scappata con un altro uomo durante un dei suoi tanti viaggi di lavoro.
 
-Si, dobbiamo ripartire. Questa volta staremmo via un po’ più di tempo poiché i lavori si sono complicati, ma promettiamo di ritornare il prima possibile.-
 
Continuò il signor Irwin mentre sua moglie annuiva dispiaciuta. Si, quella scena l’avevano già vista un sacco di volte.
 
-Non ci sono problemi, come al solito.-
 
Finse la ragazza, che si alzò in malo modo dal tavolo salendo in camera, facendo abbassare lo sguardo della mamma e facendo calare in un silenzio peggiore degli altri, quel tavolo.
 
Non c’era nulla nella vita di Savhanna che andasse bene, secondo lei, non voleva che il nero l‘avvolgesse di nuovo, ma quel giorno era troppo stanca per vedere la sua vita con un rosso acceso, come quello dei suoi capelli, e quindi si limitò a guardarsi in torno, immaginandosi tutto di viola. Il viola era un colore scuro, facile da immaginare, ma allo stesso tempo vivace, capace di tenerla ancora in vita.
 
Si stese sul suo letto, accendendo la musica rilassandosi, mentre nel resto della casa i preparativi per la partenza andavano avanti.
 
Nel frattempo, Luke Hemmings si divertiva, a modo suo.
 
Lui non conosceva i colori, non si impegnava nemmeno a scoprirli, era troppo superficiale per certe cose, ed anche troppo impegnato ad organizzare feste.
 
Quella sera nessuno dei due cenò. Lui, troppo impegnato nei preparativi, lei, troppo impegnata a tenere in vita quel viola, cercando di non tramutarlo in grigio.
 



Il giorno dopo si doveva tornare a scuola. Savhanna si guardò allo specchio, imprecando per quelle occhiaie tremende che le erano spuntate e per il suo aspetto sciupato. Si lavò, si vestì e si truccò velocemente, per poi scendere e uscire di casa, senza aspettare quello che ormai avrebbe dovuto considerare un fratello. Ma lei non ci riusciva, lei odiava quella famiglia, quella non era la sua famiglia, e nulla poteva cambiare le sue idee, o almeno lei così pensava.
 
Si incontrò a metà strada con Alexix, la sua migliore amica da ormai molti anni.
 
Le due erano gli opposti. Alexix era sempre gentile con tutti, Savhanna era spesso scontrosa con chi non conosceva. Alexix aveva i capelli biondi come il miele e gli occhi scuri ma allo stesso tempo accesi, Savhanna aveva i capelli rossi e gli occhi azzurri come il cielo, un cielo in tempesta, però. Alexix se voleva piangeva, Savhanna no, non ci riusciva. Le due erano gli opposti, ma erano più legate di chiunque altro.
 
-Piccola.-
 
La salutò la rossa, abbracciandola forte.
 
-Piccola.-
 
La imitò la bionda sorridendo e ricambiando la stretta dell’amica, poi, si staccò e la guardò.
 
-Pronta?.-
 
Le domandò continuando a sorridere. Savhanna annuì e insieme si avviarono verso il loro liceo.
 
 



-Hill, una F, sono molto deluso da lei. Complimenti a lei, invece, Hemmings, mi ha davvero sorpreso, si è meritato una A-
 
Sapere di aver preso una F in matematica per Savhanna non  era una novità, ma sapere che invece Hemmings aveva preso una A, lo era eccome.
 
-Una F, Hill? Ma complimenti.-
 
Si complimentò falsamente il biondo con  la ragazza, che lo guardò malamente.
 
-Hemmings? La tua filosofia non era un giorno si e uno no? Che ci fai già qui? Non dovresti essere a casa?-
 
Gli domandò sorridendo falsamente.
 
-Sai, non vorrei fare più assenze.-
 
Rispose lui prontamente, ricambiando quel falso sorriso.
 
-E quindi da quando ti importa di non fare più assenze, di prendere buoni voti e di essere presente?-
 
Gli chiese ritornando seria e gelida, fissandolo negli occhi.
 
-Da quando è diventato un modo per dare fastidio a te.-
 
E normalmente a Savhanna Luke Hemmings non avrebbe fatto nessun effetto, ma questa volta fu diverso, quella risposta la gelò sul posto, facendole provare quasi paura. Ma lei non voleva ammettere di avere paura e cercò di spacciare a se stessa che quel sentimento fosse semplice fastidio, ritornando così a fissare il suo foglio, con quella lettera rossa scritta sopra.

 
 
 
Look at me!!
Eccoci, riscrivo questo capitolo per la terza volta, e lo pubblico per la seconda, e devo dire che questa volta mi convince molto di più, e spero che piaccia anche a voi. Ammetto che è ben diverso dall’idea originale e quindi dalla prima pubblicazione, ma essendo migliore, lo preferisco.
Volevo anche dirvi che il capitolo verrà aggiornato il Lunedì e il Sabato, forse, se riesco, anche il Mercoledì.
Passando al capitolo, che dire, io non sarei poi così dispiaciuta ad avere Luke Hemmings come compagno di banco e Ashton Irwin come fratello, ma dettagli, ahah.
Savhanna, è un personaggio per me abbastanza complesso da descrivere, perché da questo primo capitolo risulta spenta e triste, ma in realtà è così solo in parte, quindi la scoprirete con il tempo.
Mi scuso inoltre per quanto sia corto questo capitolo, ma è solo un intro, dunque non preoccupatevi, la lunghezza aumenterà nel corso della storia.
Spero proprio che questa storia vi piaccia e che continuerete a seguirla, lasciandomi anche magari qualche vostro pensiero.
E se magari mi contattaste per spiegarmi come poter inserire un banner, o come poter mettere un font più carino per gli spazi autrice, ve ne sarei grata.
Bacini al succo di frutta e alla prossima bellezze.
Live_evil<3

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Capitolo 2
*** Chapter two. ***


White.
 
 
Quel giorno Savhanna non aveva nessuna voglia di stare in compagnia, figuriamoci di andare a scuola. Così, invece di prendere quella strada che ogni mattina consumava pian piano la suola delle sue scarpe, imboccò la strada opposta, che portava al posto che lei amava di più, quello in cui era sicura di poter trovare la solitudine, un posto del parco che nessuno aveva voglia di raggiungere.
 
Non ci mise molto a raggiungere il parco, quasi interamente desolato. Si addentrò camminando con calma, osservandosi attorno, ammirando tutti quei colori e quei profumi, immaginandosi gli schiamazzi dei bambini che giocano insieme, in quell’età in cui non ci si giudica, perché gli occhi dei bambini sono così privi, ma allo stesso tempo così pieni di colori, che è impossibile giudicare gli altri.
 
E una volta arrivata nel suo posto magico, sentì che la magia era svanita, perché ci trovò qualcun altro appoggiato alla sua quercia.
 
Rimase immobile, a fissare quel ragazzo con i capelli bianchi colorati da una spessa riga blu al centro che teneva gli occhi chiusi.
 
Non sapeva cosa fare, si sentì triste, pensando che la magia era volata via, ma pensava anche che magari quel ragazzo potesse portare ancora più magia.
 
Decise di non disturbarlo, di sedersi sull’erba e prendere il suo quadernino  cominciando a disegnare come sempre, senza dar peso al nuovo arrivato.
 
Michael però si era accorto del nuovo arrivo, ed ora era deciso ad aprire gli occhi, li aprì piano, uno alla volta, e notò quella ragazza dai capelli rossi che disegnava.
 
L’aveva già vista da qualche parte, e se non sbagliava ne aveva anche sentito parlare, da uno dei suoi amici, forse.
 
La guardò per un po’, proprio come aveva fatto lei con lui in precedenza, fin quando Savhanna alzò gli occhi verso di lui, facendo incontrare i loro sguardi. Michael cercò di afferrare al meglio il colore dei suoi occhi, anche se considerata la distanza, risultava difficile. Ma non si scompose, rimase immobile e in silenzio. Savhanna invece dopo un po’ parve come svegliarsi, si alzò rapidamente lasciando il suo diario e le sue matite per terra e si avvicinò di poco al ragazzo.
 
-Scusa, io non volevo disturbarti.
 
Parlò finalmente la ragazza, continuando a guardarlo con estrema calma. E alle sue scuse, nessuna risposta, solo un’alzata di spalle. Michael era decisamente un ragazzo di poche parole. Eppure Savhanna era sicura che di parole di dire ne avesse eccome, ma a quanto pare preferiva tenerle per se. Michael era proprio come il bianco, apparentemente così vuoto, ma pieno di significati nascosti.
 
 
Alexix e Savhanna non erano mai state quel tipo di migliori amiche da fare qualunque cosa insieme, se una aveva bisogno di un po’ di tempo per se, lo aveva. Questo Alexix lo sapeva bene, e infondo non se ne lamentava, le andava bene così, perciò non se la prese quando dovette andare a scuola da sola. Ma ora era a casa, finalmente e appena finito di mettersi il suo solito smalto rosso accese il computer, perché Alexix non era un tipo fatto per aspettare, per stare ferma, Alexix era sempre in movimento e proprio per questo non aspettò che lo smalto si asciugasse per mettersi al computer. Entrò su Facebook dopo vari tentativi nell’inserire la password giusta, perché no, lei non ricordava mai nulla, e trovò un messaggio da Ashton.
 
‘’Hei.’’
 
Quel messaggio, a parer suo, non aveva assolutamente senso, e perciò non rispose nemmeno. Qualunque ragazza avrebbe pagato per poter ricevere un messaggio da Ashton Irwin, ma lei no, a lei non importava nulla in quel momento.
 
 
 
-Luke!-
 
Una ragazza bionda, dagli occhi azzurri corse verso Luke a braccia aperte, gridando il suo nome a gran voce.
 
-Kays, piccola.-
 
L’abbracciò sorridente, mantenendo il suo solito tono di voce calmo.
 
-Alla grande, l’Italia è fantastica, davvero!-
 
-Allora ci andremo insieme, prima o poi, giusto?-
 
Le domandò il ragazzo continuando a sorridere, mentre prende la sua valigia.
 
La bionda annuisce.
 
-Assolutamente.-
 
 
Michael era felice. Era lì, con il suo migliore amico a bere birra e fumare quante più Marlboro riuscisse a sopportare e quindi, cosa poteva volere di più uno come Michael?
 
-Oggi ho conosciuto quella tipa, Savannah, mi pare si chiami.-
 
Prende parola Michael, girandosi verso Calum.
 
-No, si chiama Savhanna, ma alla fine è uguale, ed è la sorella di Ashton.-
 
Michael si acciglia. –La sorella?- Domanda.
 
-Si, è la figlia della moglie del padre di Ash.-
 
-Oh.- Si limita a dire Michael, riprendendo a bere birra.
 
Ed è così che la conversazione finisce, perché da Micheal di più non si può pretendere.
 
 
 
Bussa alla porta, è deciso, non può continuare a far finta di nulla.
 
Un ‘’avanti’’ giunge alle sue orecchie ed apre, apre quella porta ed entra, chiudendosela poi alle spalle e sedendosi per terra, poggiandoci la schiena.
 
Savhanna è sorpresa di vederlo li. Chiude il pc e posa le sue cuffiette sul letto, guardandolo.
 
-Mi dispiace.-
 
Ma la rossa continua a non capire, e lei lo sa, se non si ha nulla di intelligente da dire è meglio stare zitti e certo, non rispetta mai questo consiglio, ma questa volta decide di farlo.
 
-Mi dispiace per non essere stato per nulla presente in questi due anni, e per questo ti chiedo scusa, ma qualunque cosa tu voglia dirmi, fallo, io ci sono.-
 
Continua a parlare Ashton serio, per poi provare a sorriderle.
 
E questa volta Savhanna di cose da dire ne avrebbe, molte, ma le torna improvvisamente alla mente Michael e tace, riapre il pc e si infila nuovamente le cuffie nelle orecchie. Ma Ashton resta li, a guardarsi le scarpe, perché non è arrabbiato, perché in fondo una reazione del genere se l’aspettava, perché infondo, secondo lui, questo se l’è meritato.
 
 
Luke ha di nuovo sua cugina. Luke ha sua cugina ed un carattere da schifo.
 
Ashton sta cercando di recuperare un rapporto con quella che ormai dovrebbe essere sua sorella, e anche se la sua vita fa fondamentalmente schifo, ha un sacco di progetti.
 
Micheal ha il suo silenzio e le sue parole, lui ha la ragione, e un’inspiegabile ossessione per i capelli colorati, ma ha la sua personalità.
 
E lui invece cos’ha? È questo quello che Calum Hood, alle 2.17 di un giovedì sera si ritrova a pensare. E lui già non dovrebbe pensare queste cose, lui dovrebbe dormire, ora. Ma non ci riesce, e infondo c’era da aspettarselo, perché lui non ha ancora avuto quello che voleva. Ma tanto domani lui ritornerà ad essere quello di sempre, e addio pensieri del cazzo, lui quello che vuole lo avrà, ne è sicuro.
 
Ed è questa certezza che riesce a farlo addormentare.
 
 
 
-Buongiorno.-
 
Ritenta Ashton.
 
Savhanna sorride, non ce la fa più neanche lei, e quindi sorride. Sorride e si avvicina ad Ashton lasciandogli un piccolo bacio sulla guancia.
 
-Sia chiaro Irwin, questo non cambia ciò che io penso di te, e neanche quando, forse, riuscirò a cambiare idea su di te, prenderò il tuo cognome, mh?-
 
La voce impertinente di Savhanna, e il suo discorso fanno sorridere Ashton, e anche Savhanna, anche se non lo ammetterebbe mai.
 
La rossa prende la sua cartella, se la carica in spalla, apre la porta e prima di chiudersela alle spalle si gira verso Ashton facendogli l’occhiolino, per poi andarsene.
 
E ora Ashton lo sa, Savhanna non è niente male, e sorride.
 
 
 
 
-Sav, Alex! Dai, venite qui.-
 
Le invita Calum a sedersi con lui, Ashton e Michael. Le due si avvicinano a loro e s siedono, una accanto ad Ashton e l’altra subito dopo.
 
-Non chiamarmi ‘’Sav’’, è odioso. Hanna è molto meglio.-
 
Lo rimbecca con estrema calma, spalmandosi del burro sul suo pane, facendo inaspettatamente sorridere tutti, in quel tavolo.
 
-Scusa, Hanna.-
 
Si scusa così il moro, ridendo e facendo ridere anche lei, seguita a ruota degli altri.
 
Alexix non riesce a smettere di guardare Calum, e Ashton non riesce a smettere di guardare Alexix, e questo non va affatto bene, e lui lo sa.
 
-Hemmings?-
 
Domanda improvvisamente Savhanna, rendendosi improvvisamente conto della sua assenza. Anche se doveva ammettere che non le dispiaceva affatto.
 
-Capita poche volte che lui pranzi qui, con tutti.-
 
Spiega Michael. Alexix annuisce, mentre Savhanna non può fare a meno di pensare ‘’oh, ma allora parla.’’ e sorride di nuovo, perché infondo quei ragazzi non sono tanto male. Non senza la compagnia di Hemmings.
 
 

 
 
 
Look at me!!
Okay, non è per niente il massimo dei capitoli, e a me non piace per niente. Ma okay, riuscirò a sbloccarmi, spero.
Cosa posso dire? Avete notato lo strano comportamento di Ashton nei confronti di Alex? Insomma, le scrive un messaggio e dice che non riesce a smettere di guardarla, il mio ricciolino*_*
Ma ora, mi sorge una domanda, il suo cambiamenti nei confronti di Savhanna, sono dovuti a questo suo strano sentimento per la migliore amica, di Savhanna? O sono semplicemente dettati dal buon senso del nostro caro batterista? Boh!
La nuova arrivata, Kayla. Ma che carina che è? Ce ne saranno delle belle con lei eheh.
E quei strani pensieri di Calum? PoverinoL Ma chi sarà questa ragazza per cui lui sta tanto male?
Okay, smetto di parlare così tanto, e vi incito a farmi sentire cosa ne pensate della storia, dei personaggi, e del capitolo.
Bacini e fiorellini di lavanda a tutte.
Live_evil.<3 

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Capitolo 3
*** Chapter trhee. ***


Why?
Un ringraziamento speciale  a Nicchan_
che ha recensito e aggiunto la mia storia alle seguite.
 
Savhanna non seguiva mai le lezioni, questo era poco ma sicuro, preferiva disegnare sul suo squadernino. Non sapeva mai cosa disegnava, seguiva il suo istinto, le mani andavano da sé e deve ammettere che spesso neanche lei capiva i significati dei suoi disegni. Quello, era uno di quei giorni.
 
Perché aveva disegnato una rosa di cui ogni petalo aveva un colore differente, e aveva riempito quella rosa di spine? Questo non lo sapeva. Non sapeva perché avesse scelto proprio quei colori: il nero, l’azzurro, il verde, il lillà, il rosso, il giallo e il bianco, quei colori che tra loro non avevano proprio nulla in comune, quei colori che insieme facevano solo un gran caos.
 
Erano tanti, i ‘’perché’’ che si poneva quella mattina, ma zero erano le risposte.
 
D’un tratto, sente vibrare la gamba e, alzando gli occhi al cielo, prende il telefono tra le mani, aprendo il messaggio.
 
‘’Raggiungimi nel cortile della palestra.
xx Luke.’’
 
Ed ora la domanda di Savhanna era solo una: come diamine faceva quel ragazzo ad avere il suo numero?
‘’Come fai ad avere il mio numero?’’
 
Gli chiese così, senza giri di parole. Lei era sfacciata, diretta, una ragazza senza peli sulla lingua e quell’Hemmings di certo non avrebbe potuto cambiarla.
 
‘’Se vieni, magari te lo dico.
xx Luke.’’
 
‘’D’accordo.’’
 
-Professoressa, non credo di sentirmi molto bene, sa’, un certo mar rosso, mi scusi, arrivederci.-
 
Disse velocemente, portandosi le mani alla pancia in modo teatrale, per poi raccogliere tutte le sue cose velocemente ed uscire dalla classe dopo aver rivolto un falso sorriso alla professoressa, ormai rassegnata a quella ragazza.
 
 
 
-Allora? Come cazzo fai ad avere il mio numero?-
 
Gli domanda appena arrivata in cortile, stretta nella sua felpa a causa del freddo, cogliendo il giovane a fumare una sigaretta.
 
-Innanzi tutto, ragazzina, non parlarmi con quel tono.-
 
Le risponde lui con tono abbastanza minaccioso, alzandosi in piedi per andare vicino alla ragazza.
 
Ma a Savhanna quelle provocazioni non facevano paura, non ancora, e  si limitò a far roteare gli occhi al cielo, per poi porgli nuovamente quella domanda, subito seguita da un’altra.
 
-Come hai fatto ad avere il mio numero? E perché mi hai voluta qui?-
 
-Due chiacchiere. Vuoi?-
 
Le risponde nel modo più naturale possibile, facendo una scrollata di spalle, per poi porgerle una sigaretta.
 
Savhanna normalmente non fumava, ma quella situazione la innervosiva, quel ragazzo si comportava come se farla uscire dalla classe per ‘’due chiacchiere’’, fosse la cosa più normale del mondo, come se fossero amici da tempo e lei ora si poneva altri ‘’perché’’ tipo: ‘’perché proprio me?’’, ma stette zitta e prese la sigaretta tra le dita e metterla tra le labbra, aspettando che il ragazzo l’accendesse, e fumò, fumò tutta la sigaretta, restando costantemente in silenzio, così come il ragazzo, troppo presa dai suoi pensieri. ‘’Perché chiamarmi per due chiacchiere e poi fare scena muta?’’
 
 
 
-Ashton, che ci fà tua sorella con Luke?-
 
Domanda Calum ad Ashton, troppo preso in quell’esercizio di matematica che stava svolgendo da solo, mentre il compagno guardava fuori dalla finestra.
 
Il ragazzo subita alza la testa dal suo quaderno e si appresta a guardare fuori la finestra, per poi scuotere la testa contrariato.
 
 -Non ne ho idea, ma ne parlerò sia con Hanna che con Luke, questo è certo.-
 
Risponde semplicemente, ritornando poi al suo esercizio e lasciando l’amico, a sorvegliare i due, apparentemente preoccupato. Ma perché essere preoccupati, in fondo?
 
 
 
-Hanna, che ci facevi oggi con Luke?-
 
Domanda immediatamente Ashton, irrompendo nella camera di Savhanna ormai a casa già da tempo.
 
-Prima di tutto, si bussa. Seconda cosa, non vedo perché dovrebbe interessarti.-
 
Risponde facendo così sbuffare il ragazzo che, chiudendosi la porta alle spalle, si avvicina al suo letto sedendosi su.
 
-Hanna… Luke è pericoloso, stagli alla larga, lo dico per te.-
 
-Scusami? Ma tu sei suo amico, come puoi dire questo di lui?-
 
Gli domanda aggrottando le sopracciglia, non riuscendo proprio a comprendere il comportamento del ragazzo mentre, sentendo la mano grande di Ashton sul suo ginocchio, fa volare lo sguardo li, accennando un piccolo sorriso per quel contatto rassicurante che non le aveva mai dato in due anni di convivenza.
 
-Lo so ma... è comunque pericoloso. Ti prego, cerca di non legarti troppo a lui, che non esci più, poi.-
 
E si alza dal letto, va via, lasciando Hanna immersa nelle sue domande, alle quali non riesce a dare una risposta. Va via con uno sguardo serio e cupo, mai visto sul viso di Ashton e forse ciò fa preoccupare ancora di più Savhanna, che debba stargli realmente lontana?
 
 
 
 
Calum intrigava Alex come mai nessuno aveva fatto.
 
Aveva quegl’occhi che rapivano completamente la ragazza, e le quelle guancie che lei avrebbe voluto baciare in continuazione e le labbra… di certo non erano da meno.
 
Tutto era iniziato quel giorno, quasi due mesi fa , quando era ancora fidanzata con Gordon, un ragazzo più grande di lei che, ubriaco, stava per picchiarla in quell’orribile vicoletto buio che ancore le mette i brividi e le fa salire le lacrime.
 
Calum non sarebbe dovuto essere li, eppure, quella sera fu proprio una fortuna trovarlo.
 
Camminava con le mani nei Jeans, Alex lo ricorda bene, quando lo vide un briciolo di speranza le riempì ogni singola parte del corpo e gridò, gridò e ricevette un pugno nello stomaco che la fece cadere per terra.
 
Calum se ne accorse, almeno, vide lo sguardo terrorizzato della ragazza puntato nei suoi occhi e corse verso di loro. Picchiò il ragazzo colto di sorpresa assestandogli un pugno sul naso, uno successivo nello stomaco e lo lasciò li per terra, facendo alzare la ragazza e portandola via, al sicuro, a casa sua. La medicò, non chiese nulla, solo dove abitava, per riportarla a casa e da quel giorno gli incontri dei due erano fatti solo di sguardi, nulla di più.
 
 
 
 
 
Calum pensava spesso alla biondina e se avesse potuto, ci avrebbe parlato, non si sarebbe limitato a quei pochi sguardi, no.
 
Ma lui non poteva: c’era America.
 
 
 
 
Era annoiata, Kayla non conosceva nessuno, infondo. In Italia era piena di amici, non si annoiava mai, ma qui era diverso, lei era quella nuova, aveva solo Luke, che non sembrava neanche più lo stesso.
 
Decise di uscire, da sola, avrebbe sempre potuto fare qualche amicizia per caso, lei era solita stringere amicizia con chiunque, quindi non era per niente un’impresa difficile.
 
Faceva caldo, quel giorno a Sidney e lei non era abituata a quelle temperature, per questo motivo, possibilmente, avvertiva il calore molto più degli altri.
 
Mise dei pantaloncini che le aveva fatto trovare sua zia Liz, una canotta abbastanza larga con delle margherite stampate sullo sfondo bianco e, indossando velocemente della semplici vans nere, uscì di casa.
 
 
 
 
Michael era stanco di quella situazione, non ne poteva più. Il comportamento di Luke stava distruggendo tutti. Lui rivoleva il suo vecchio migliore amico e sperava davvero fosse un’qualcosa di possibile.
 
Si ritrova a pensare queste cose, seduto sul divanetto dello starbucks dinnanzi ad un frappuccino, circondato da sconosciuti con vite diverse, tutti con una storia da raccontare. Tutte quelle storie che si incrociavano in posti così comuni, per poi separarsi di nuovo.
 
Vide due gemelle sedute non molto distanti da lui, disegnare su un quaderno e sorrise a quella vista, presa anche lui il suo quaderno bianco che aprì su una pagina vuota, che iniziò a sporcare disegnando proprio quelle due bambine. Non ci volle molto a completare il disegno, i particolari li avrebbe aggiunti a casa con più calma, si diceva, ma i loro sorrisi, li aveva voluti disegnare perfettamente ‘chè un  po’ facevano sorridere anche lui.
 
-Wow.-
 
Sentendo quelle parole, Michael non può fare a meno che alzare lo sguardo incuriosito dalla persona che avesse potuto buttare un occhio sui suoi disegni, incrociando così quelli di un verde più scuro del suo di una ragazzina bionda che gli pareva aver già visto, le sorrise, quel giorno era felice, ma non disse nulla. Prese il suo cappuccino e si alzò per poi andarsene dopo aver rivolto un saluto alla bionda.
 
-Mi chiamo Kayla, comunque…-
 
Si ritrova a sussurrare la bionda, ormai sola.
 
 
 

 
LOOK AT ME!
Premetto di aver pubblicato oggi poiché né domani né sabato ci sarò e mi scuso in anticipo per eventuali errori di cui non mi sono accorta, appena posso rileggo e aggiusto tutto.
Comunque.
Cioè vabè, in questo capitolo si nominano praticamente tutti i miei bambini, aw.
No Okay… devo dire che sono abbastanza contenta di come sto portando avanti questa storia, ma soprattutto IO AMO I MIEI BAMBINI:
Cioè, vorremmo parlare di Calum e Alexix? Chi se lo sarebbe mai aspettato, eh?
Ma quest’America, chi è?
E poi i miei carissimi fratellini, Savhanna e Ashton, che dolcini che sono diventati.
Poi c’è Kayla, che poverina, non conosce nessuno e Michael invece di aiutarla a fare amicizia rimane chiuso nel suo silenzio.
E Luke? Lui cosa vuole da Savhanna? Cos’ha intenzione di fare?
No vabè, io la smetto di farmi tutte queste domande altrimenti impazzisco e vi lascio un caldo abbraccio mio e di Olaf, alla prossima!
-Live_evil.

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Capitolo 4
*** Chapter four. ***


Mistakes
 
Calum era fidanzato con America da un tempo che gli sembrava infinito, ormai. Erano più di 5 mesi che erano fidanzati, e più di tre che la ragazza era via. Quel giorno, sarebbe tornata e lui era li all’aeroporto ad aspettarla.
 
America era volata in Italia per una vacanza studio lasciando Calum da solo, con la convinzione di amarla più di tutto, perché sì, lui ne era proprio convinto, prima di incontrare quella ragazza dallo sguardo impaurito, prima di salvarla.
 
Erano ormai più di dieci minuti che il moro aspettava la sua ragazza, ma di lei non c’era traccia, finchè due mani esili non circondano il suo collo ed una personcina non gli salta sulla schiena, ridendo e coprendogli il collo di baci.
 
-Bentornata piccola mia.-
 
-Sono così felice di rivederti, mi eri mancato tantissimo.-
 
-Ah si? Però adesso andiamo a casa e mi racconti tutto ciò che hai fatto in Italia, mh?-
 
Le domanda facendola scendere dalla sua schiena e voltandosi verso di lei, per poi prenderle il viso tra le mani e baciarle quelle labbra rosee che sì, le erano mancate davvero.
 
 
 
 
-Pronto?-
 
-Ciao Hill, sono Luke.-
 
-Oh, Hemmings, a cosa dobbiamo questa telefonata all’una di notte?-
 
Gli domanda lasciandosi sfuggire un piccolo sorriso, senza neanche sapere a cosa sia dovuto e si colpisce la faccia, sapendo quanto quello fosse tremendamente sbagliato.
 
-Volevo sapere se volevi venire ad una festa con me, adesso, al Night Changes.-
 
-Va bene.-
 
-Perfetto, ti passo a prendere tra 20 minuti.-
 
Sì, questo era ancora più sbagliato, e lei lo sapeva bene, ma non riuscì ugualmente a dire di no.
 
 
 
Luke non sapeva cos’era tutta quell’improvvisa ossessione nei confronti della rossa ma sapeva bene quanto Ashton fosse arrabbiato con lui per questo, non poteva però rinunciare a quella ragazzina che adesso, voleva assolutamente con lui.
 
Prese le chiavi della macchina ed indossando il suo giubbino di pelle uscì di casa silenziosamente, senza dire nulla alla cugina, non la voleva con lui, per quella sera, a differenza della rossa.
 
Arrivò dopo non molto sotto casa sua, sapeva bene dove abitava, spesse volte era andato a casa degli Irwin ma non l’aveva mai vista, o almeno, non ci aveva fatto caso.
 
La trovò li, sotto la luce fioca delle luci serali con indosso il suo vestitino nero, né troppo lungo né troppo corto ed un giubbottino corto di pelle rossa abbinata ai tacchi del medesimo colore. Non riuscì a scorgere il suo trucco essendo troppo lontana, ci riuscì solo quando la rossa, accorgendosi della sua presenza, entrò in macchina, mostrando i suoi occhi azzurri contornati interamente da una spessa linea di matita nera.
 
Nessuno dei due disse una parola, si limitarono a sorridere scambiandosi numerosi sguardi, mentre arrivavano al locale.
 
Le luci colorate del posto e la musica forte inebriavano completamente il corpo di Savhanna, così come l’odore d’alcool onnipresente in locali del genere.
 
Si lasciò portare verso il bancone da Luke, che ordinò da bere per entrambi.
 
Lei non sapeva cosa ci fosse in quel bicchiere e non voleva saperlo. Voleva solo bere per smettere di pensare a quanto tutto quello fosse tremendamente sbagliato, ‘chè se solo Ash l’avesse saputo, sarebbero stati guai, e lei non li voleva, ma pareva andarseli a cercare in continuazione.
 
Bevve, bevve tantissimo mentre Luke la guardava divertito. Ormai era ubriaca, era palese che lo fosse. Prese il ragazzo per un braccio e lo trascinò al centro della pista da ballo, cominciando a muoversi a tempo di musica, scatenandosi come aveva fatto solo poche volte in vita sua.
 
Era incredibile come tutte quelle persone potessero stare in quella sola stanza, tutte attaccate alle altre, ma a lei ora non importava ciò che sarebbe potuto succedere, voleva solo divertirsi, e non capì più nulla quando le mani di lui andarono a posarsi sui suoi fianchi, facendola avvicinare di più a sé.
 
-Hill, non me lo aspettavo, da te.-
 
Grida, per farsi sentire, usando un tono leggermente provocatorio, evidentemente curioso dal sapere la risposta della ragazza che tanto lo stava intrigando.
 
-Oh, nessuno sa niente di me, per favore.-
 
Gli risponde senza neanche pensare a cosa poter dire o fare, ed è per questo, che gli morde il lobo, cosa che normalmente avrebbe portato una ragazza nel letto di Luke, ma no, lui non voleva, ora, per questo motivo la fa staccare da lui.
 
-Sei ubriaca fradicia.-
 
-Come se non l’avessi capito prima. E poi cosa ti importa?-
 
La fa sbuffare. La guarda portarsi i capelli dietro, ‘chè erano davvero tanti i suoi, e lui non può fare a meno che sorriderle e prenderla per mano.
 
-Ti porto a casa.-
 
-No, non voglio.-
 
-Smettila di piagnucolare e vieni.-
 
Portando un braccio a circondarle il corpo, che barcollava completamente, e spintonando chiunque per poter uscire di li, riescono finalmente a raggiungere la macchina, sotto le continue proteste di Savhanna, che viene stesa sui sedili posteriori.
 
-Dobbiamo andare a casa, smettila di lamentarti, mi stai facendo innervosire.-
 
-Oh, certo! Prima mi perseguiti a scuola, poi mi chiedi di uscire, mi sorridi per tutta la serata ed ora vuoi portarmi a casa perché sono ubriaca, ed hai pure il coraggio di innervosirti? Guarda che dovrei essere io, quella nervosa, qui!-
 
Si sfoga, senza dar conto alle sue parole, troppo ubriaca per poterlo fare, e si alza mettendosi seduta, mentre gli punta un dito contro guardandolo dallo specchietto.
 
-Abbassa il tono di voce, ragazzina. E ringrazia che non ti abbia già lasciato in mezzo alla strada, ‘chè mi stai davvero irritando, ora.-
 
Ed ora Savhanna ha davvero voglia di piangere, ‘chè non ne può più di quel ragazzo, ‘chè non capisce cosa le stia succedendo, e sussurra un ‘’vaffanculo’’, ‘chè ora ha solo voglia di fare quello, di mandare a fanculo tutto e tutti.
 
 
 
 
 
Non sentiva Savhanna da venerdì, da quando si erano incontrate l’ultima volta a scuola, ma per loro non era un problema. Forse era proprio quello il bello del loro rapporto, potevano stare senza vedersi o sentirsi per giorni, ma restavano sempre le ragazze più legate del mondo, indispensabili l’una per l’altra.
 
Decise di uscire, quella Domenica mattina, lei da sola, con una salopette di jeans e le sue adoratissime converse rosse.
 
Fece un giro in centro, prima tappa, essenziale, allo starbucks, dopodiché un bel giro in un negozietto di vestiti vintage che lei semplicemente adorava ed infine, il centro commerciale, ed è proprio qui, che lei adesso non vorrebbe essere. Non sarebbe mai voluta entrare in quel posto così pieno di gente in cui doveva scorgere proprio quella persona: Calum Hood e, fosse stato solo, le avrebbe anche fatto piacere, ma era in compagnia di una ragazza.
 
Chi era quella ragazza? E da quanto tempo si frequentavano?
 
Erano tante, forse troppe, le domande che si stava ponendo, punti interrogativi irrisolti, e senza neanche saperne il motivo sentiva un dolore lancinante al petto. O magari, la causa di quel dolore la sapeva. Era innamorata di Calum.
 
 
 
 
Ad Ashton invece intrigava molto l’amica di sua sorella e continuava a fissare quel ‘’visualizzato’’ senza risposta, quasi ossessivamente. Era ridicolo, si trova a pensare ma quella ragazza lo stava proprio ossessionando, eppure, non capisce, no, lui proprio non capisce. Potrebbe avere tutte le ragazze della scuola e invece, lui si è infatuato dell’unica persona che non lo degna di uno sguardo, che grande, il nostro Irwin.
 
 
 
-Ma tu cosa vuoi da lei?-
 
E a quella domanda di Clifford il biondo non sa’ proprio come rispondere.
Si passa la mano sulla faccia e sospira, per poi dargli una risposta, la prima che gli veniva in mente.
 
-Divertimento.-
 
 
 
-Ash.-
 
-Hanna. Come mai sei stata tutto il giorno in camera?-
 
-Nulla, tranquillo, mi faceva solo un po’ male la testa.-
 
Gli risponde, sperando vivamente che non le venissero richieste spiegazioni, perché non avrebbe proprio potuto dargliene.
 
E fu strana lo sguardo che il ragazzo le rivolse. Misto a disapprovazione e divertimento. Completamente contraddittorio.
 
-Lo so, Savhanna.-
 
-E allora che cosa me lo chiedi a fare?.-
 
Sbuffa. Perché certe cose le davano proprio su i nervi, come le dava su i nervi non ricevere alcuna risposta, essere ignorata.
 
-Allora?-
 
-Fa’ quello che vuoi, Hanna, solo stai attenta. Tengo sia a te che a Luke, e non voglio che uno dei due possa fare del male agli altri.-
 
E pronunciando quelle parole, salì di sopra, lasciando Savhanna da sola in quella stanza, lasciandola con nuovi punti interrogativi nella mente, perché lei proprio non riusciva a capire il senso di quelle parole.
 
 

 
Look at me!
Hei hei hei!! Oookay, non ho proprio idea del vostro pensiero su questo capitolo sooo, se volete, scrivetemelo qui sotto nello spazio per le recensioni, che neanche io riesco a farmi un’idea di questo capitolo.
Che dire, avete visto? Finalmente vi ho fatto capire chi è America, uuuuh.
Si, carini tutti quanti, ahah.
Come avete potuto vedere, quindi, Calum e America stanno insieme, ma lui prova interesse per Alexix, come lei lo prava per lui. Però poi c’è Ashton, a cui piace Alex, so, voi chi shippate? Camerica o Calex? Calex o Alashton? Fatemelo sapere sempre nelle recensioncine che fanno sempre tanto piacere.
Poi, la risposta di Luke a Clifford, sarà la verità? Vuole solo del divertimento?
E ciò che Ashton dice a Savhanna?
No okay, finisco con il ringraziare le 5 persone che hanno messo la mia storia tra le seguite e le altre tre che l’hanno messa tra le preferite, che cosa stupenda, vi amo. Ringrazio anche tutte le mie altre care lettrici anonime e beh, bacini alla menta e alla prossima!
-Live_evil.
Uh, qui il link della mia one shot:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2932934&i=1

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