Il Rovescio della Medaglia

di KissMe
(/viewuser.php?uid=56457)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La scommessa ***
Capitolo 2: *** Inizia il gioco ***
Capitolo 3: *** Il fiore calpestato ***
Capitolo 4: *** Il Sound ***
Capitolo 5: *** Il segreto di Sharpay ***
Capitolo 6: *** Posso volare ***
Capitolo 7: *** Un momento mancato ***
Capitolo 8: *** Fuori programma ***
Capitolo 9: *** Cos'è l'amore? ***
Capitolo 10: *** Violenza e affetto ***
Capitolo 11: *** Un salto tra le sue braccia ***
Capitolo 12: *** Gocce di pioggia su di noi ***
Capitolo 13: *** L'idea ***
Capitolo 14: *** Tutti a rapporto ***
Capitolo 15: *** Verso una nuova vita ***
Capitolo 16: *** Ti Amo ***



Capitolo 1
*** La scommessa ***


Albuquerque, East High, 8:00 di mattina.. Taylor e Gabriella chiacchieravano sedute su un muretto facendo penzolare i piedi. La prima aveva la pelle color cioccolato, dei boccoli scuri che le arrivavano alle spalle e due grandi occhi dello stesso colore. Indossava una camicetta bianca con le maniche corte a sbuffo e bordate di blu scuro, una gonna di jeans scuro lunga fin sopra il ginocchio e ai piedi un paio di ballerine blu a pois bianchi.

L’altra, invece, con i capelli neri e mossi, lineamenti orientali e occhi scuri da cerbiatta indossava un abitino verde bottiglia, legato dietro al collo, lungo fino alle ginocchia e un paio di sandali abbinati legati alla caviglia

-Tay me lo sento, appena arriva farà storie-

disse preoccupata la ragazza in verde

-E tu lasciala parlare, lo sai che alla fine è tutta chiacchiere-

rispose l’altra.

Non sapevano però che poco distante da loro un ragazzo dagli occhi di ghiaccio le fissava amaramente. Con un gesto stizzito gettò via la sigaretta e si sistemò i Rayban che gli erano leggermente scivolati sul naso

-Troy! Mi stai ascoltando?-

un ragazzo riccioluto, dalla pelle scura diede una pacca sulla spalla dell’amico

-Sì Chad! Sia io che Zeke abbiamo capito che ti è capitata la palla in mano alla partita dei Red Hawks!-

rispose esasperato ricevendo conferma anche da Zeke. Chad sbuffò e senza troppi complimenti afferrò una sigaretta dal pacchetto che Troy stringeva in mano mentre si appoggiava al cofano della spider nera di quest’ultimo.

Musica a palla, stridio di freni, molti occhi puntati su di lei che fiera ed elegante scese dall’auto. Sharpay, la Regina di Ghiaccio, sogno proibito dei ragazzi di Albuquerque, idolo delle novelline e causa d’invidia delle altre ragazze. Quella bionda dall’aspetto angelico, ma dal cuore di una tigre ogni volta che arrivava toglieva il fiato come fa una diva, il terreno che calpestava diventava immediatamente la sua passerella. Quell’abitino viola tremendamente corto e leggero le aderiva al corpo sinuoso come una seconda pelle. La schiena nuda accarezzata dai capelli biondo miele, i tacchi alti e sottili che facevano rimbombare ogni suo passo.

Troy la fissò con disprezzo, senza però poter negare a se stesso i pensieri torbidi che quella figura minuta dalle curve mozzafiato gli procurava. Mentre la guardava nuova rabbia gli ribolliva nelle vene, lei che chissà come gli aveva portato via il suo bene più prezioso. Con questi pensieri spostò lo sguardo su Gabriella che guardava la bionda con particolare soggezione, Troy scosse la testa deluso…come aveva potuto una ragazza tanto dolce e sensibile diventare il prossimo pasto della tigre?

Sharpay raggiunse le due “amiche” e le guardò con disappunto

-Tay, che ti avevo detto sulle ballerine?-

sbottò guardandole i piedi per poi girarsi verso Gabriella

-E tu!! Ti ho detto mille volte che il lunedì solo io posso indossare un abitino-

aggiunse duramente

-Possibile che non abbiate ancora imparato niente?-

sbuffò e le sorpassò andando verso l’entrata, schioccò le dita due volte e le ragazze si affrettarono a seguirla.

Chad scosse la testa e fece schioccare la lingua con disprezzo

-Non capisco come abbia fatto quella Evans a cambiare così quelle due! Una così è decisamente da tenere lontano-

Zeke non era dello stesso avviso, la fissava ammaliato da tanta bellezza ed eleganza. Troy ridacchiò e gli schioccò le dita davanti agli occhi facendolo sobbalzare

-Hey amico non ci sperare, quella è irraggiungibile per te-

Zeke lo fulminò

-Vuoi dire che tu riusciresti ad averla?-

-Ovvio-

si pavoneggiò il ragazzo dagli occhi glaciali. Chad prese la palla al balzo

-Bene Bolton, vediamo cosa sei capace di fare. Hai tre lunghissimi mesi di tempo per farla cadere ai tuoi piedi…pensi di farcela a far diventare la tigre un’indifesa gattina?-

Troy colse al volo l’occasione, forse così sarebbe riuscito a ripagare Sharpay per tutto quello che gli aveva fatto

-Perfetto, ci giochiamo la mia spider-

accettò deciso mentre stringeva la mano dell’amico.

La campanella suonò ed ebbe il via il perverso gioco dei tre amici.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Inizia il gioco ***


Un ragazzo alto, biondo dagli occhi azzurri si aggirava per il corridoio con fare spavaldo lanciando occhiatine a tutte le ragazze lì attorno. Una chioma bionda attirò la sua attenzione, con un ghigno sprezzante si diresse verso quel punto, ma ormai era intento a guardare le altre due ragazze che sembravano pendere dalle labbra della biondina. Cinse le spalle di Taylor e Gabriella

-Buongiorno bimbe!-

esclamò con tono lascivo mentre schioccava un bacio sulla guancia ad entrambe

-Ciao Ryan!-

cinguettarono le due arrossendo. Sharpay lanciò loro un’occhiata schifata e scosse la testa con esasperazione. Ryan rivolse le sue attenzioni alla sorella mentre faceva scorrere lo sguardo su tutto il suo corpo, si leccò le labbra e la fissò di nuovo con un ghigno

-Ma come sorellina! Non saluti nemmeno il tuo caro fratello?-

-Taci Ryan!-

abbaiò lei facendo sobbalzare le due ragazze. Ryan fece scivolare le braccia dalle spalle ai fianchi delle due girando le mani verso il basso

-Beh temo che qui urga una riunione di famiglia…ci si vede più tardi-

fece l’occhiolino ad entrambe e diede loro una piccola spinta. Le due gli sorrisero ebeti e si affrettarono ad allontanarsi, quando quei due discutevano era meglio stare alla larga.

Sharpay ignorò del tutto il fratello e controllò nello specchio del suo armadietto che tutto fosse apposto, ma il biondino adorava stuzzicare e importunare la sorella, era uno dei suoi passatempi preferiti. Le si piazzò dietro e le mise una mano sulla pancia tirandola a sé con forza. Sharpay non fece una piega e continuò imperterrita a sistemarsi il ciuffo biondo

-Su avanti non essere così acida con me, lo sai che ti voglio bene-

le sussurrò all’orecchio sempre con quel ghigno divertito e provocatore dipinto in faccia

-Smettila Ryan, ti ho detto mille volte che qui a scuola non devi fare così…se si scoprisse tutto Kyle inizierebbe a prendersela anche con te-

disse lei tranquilla lasciando che il fratello la tenesse a sé

-Kyle? Ti ha detto mille volte che devi chiamarlo PAPA’!-

esclamò il biondino irato lasciandola andare. Sharpay si girò di scatto verso di lui con il fuoco negli occhi

-Questo non succederà mai! Lui non è nostro padre, ed è già tanto che non lo chiamo come merita-

-Fai come ti pare sorellina…ma poi non lamentarti-

rispose Ryan con aria di sufficienza. Diede un’ultima occhiata alla sorella e si allontanò senza dire niente. Sharpay sospirò stancamente e chiuse violentemente lo sportello dell’armadietto…la campanella trillò insistente e fastidiosa e la ragazza assieme ad un mare di studenti si diresse a lezione.

@@@@

-Allora Sharpay che fai stasera?-

chiese Gabriella alla fine dell’ultima ora accostandosi alla biondina mentre andavano agli armadietti

-Perché ti interessa tanto?-

rispose lei con una punta di acidità accelerando il passo. Gabriella faticò a starle dietro, non era abituata ai tacchi neppure a quelli di pochi centimetri come i suoi

-Perché io e Taylor andiamo a ballare, hanno aperto un locale nuovo…se ti va di venire-

propose la mora speranzosa. Sharpay si fermò davanti al suo armadietto e sospirò abbassando lo sguardo

-E’ lunedì Gabriella-

rispose mestamente. Gabriella le mise una mano sulla spalla guardandola comprensiva

-Ah già le cene del lunedì…scusa me l’ero scordato-

in risposta Sharpay alzò le spalle e aprì il suo armadietto

-Magari poi vengo a fare un salto…vi faccio sapere-

-Ok aspetto un tuo messaggio…adesso vado, Taylor mi aspetta di fuori-

disse Gabriella timidamente per poi aggiungere

-Beh buona serata allora-

ma lo sguardo inceneritore della bionda le fece capire che aveva detto l’ennesima stupidata, si morse un labbro e corse fuori dalla scuola…

Sharpay prese la borsetta e chiuse l’armadietto, stava per andarsene anche lei quando dei passi affrettati alle sue spalle la fecero voltare. Il ragazzo castano dagli occhi di ghiaccio la fissava con un lieve sorriso che mascherava tanto rancore verso quella ragazza dagli occhi caramellati

-Heilà Evans!-

esclamò Troy con un impacciato gesto di saluto della mano. Sharpay lo fissò con un sopracciglio sollevato, non aveva mai sopportato quel ragazzo da quando lo conosceva, tutte le morivano dietro ma lei non ci aveva mai visto nulla di speciale

-Che vuoi Bolton?-

chiese lei spiccia. Lui continuò a guardarla imponendosi di tenere lo sguardo solo sul suo viso e di non farlo scivolare lungo la sua persona, si appoggiò con un gomito all’armadietto affianco a lui ed allargò il sorriso che divenne malizioso e sornione

-Sai questa sera i miei amici vanno ad una partita, ma non mi va di seguirli, i giocatori sono tutti dilettanti-

-Vai al punto Bolton-

sbottò lei spazientita. Lo fissava a braccia conserte mentre picchiettava debolmente la punta del piede a terra. Troy represse l’istinto di attaccarla al muro e strozzarla, riprese a parlare con tranquillità

-Hanno aperto un nuovo locale e volevo chiederti se ti andrebbe di andare all’inaugurazione…con me-

a quelle parole Sharpay scoppiò in una risata beffarda che accrebbe l’istinto omicida del ragazzo

-Io con te? Certo…quando le mucche inizieranno a volare-

ribattè per poi superarlo diretta verso l’uscita della scuola. Troy non ci vide più, nessuno poteva prendersi gioco di lui tantomeno una ragazza, tantomeno lei. Rimase lì dov’era e dopo qualche istante disse in modo che potesse sentirlo chiaramente

-Allora inizia a mettere le ali tesoro-.

Ottenne la reazione che voleva, la bionda si voltò lentamente verso di lui e lo fissava con occhi ardenti di rabbia, Troy rincarò la dose

-Oooh non guardarmi così, potrei credere che tu abbia strane intenzioni-

disse ridacchiando, mise una mano bene infondo nella tasca dei jeans e dopo aver fatto schioccare la lingua la guardò sfacciatamente da capo a piedi soffermandosi con espressione soddisfatta sul seno. Sharpay non ci vide più e lo raggiunse a passo svelto fino a trovarsi a pochi centimetri di distanza da lui

-Stai giocando col fuoco Bolton, non ti conviene sfidarmi-

Troy la fissò ancora per niente intimorito e la tirò a sé finchè le loro labbra quasi si sfiorarono

-Focosa! Mi piace-

commentò con un ghigno, ma fu il suo più grande errore. Una fitta lancinante alle parti basse lo informò che Sharpay gli aveva appena dato una ginocchiata, il ragazzo accecato dal dolore si piegò in due e guardò con disprezzo la bionda che se ne andava soddisfatta

-Dì le tue preghiera Evans-

bofonchiò senza riuscire a farsi sentire. Per quel giorno doveva deporre le armi e dargliela vinta…o forse no?

RINGRAZIAMENTI TIME:

Eccomi con un altro capitolo, mi sono divertita un sacco a scriverlo e spero di essere riuscita a tenere nascoste alcune cose…spero vi piaccia grazie a chi ha recensito…ora sono di fretta al prossimo vi ringrazio uno per uno, cmq sono d’accordo Troy in versione bastarda è da sbavo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il fiore calpestato ***


La macchina rosa shokking svoltò lentamente nella stradina, alcuni bambini giocavano per strada a pallone. BUM!! Il duro pallone di cuoio rimbalzò con forza sul cofano dell’auto. Sharpay lanciò un’occhiata severa ai bambini che però non sembravano intimoriti, parcheggiò l’auto e vide con sollievo che il Suv nero di Kyle ancora non c’era, questo voleva dire che per un po’ sarebbe stata in pace. Scese dall’auto e guardò di nuovo verso i bambini

-Zac, Lucas, Corbin! State attenti con quel pallone-

li avvisò calma. Chiunque avesse assistito a quella scena non avrebbe creduto ai propri occhi, tutti si sarebbero aspettati una scenata isterica e invece Sharpay parlava tranquillamente con quei bambini, quasi in maniera affettuosa e sembrava che loro ricambiassero.

-Scusaci Sha-

risposero i tre in coro. Sharpay sorrise

-Dai venite dentro, ho giusto voglia di un po’ di cioccolata-

alla parola “cioccolata” i tre bambini corsero verso la casa della bionda abbandonando per strada il pallone. Sharpay aprì la porta a quei tre piccoli terremoti che subito si fiondarono nella cucina attendendo impazienti la tazza fumante di cioccolata. Fortunatamente a casa non c’era nessun altro e mentre i bambini discutevano tra loro su quale dei Gormiti fosse il più forte Sharpay preparò l’attesa cioccolata

-Ecco qui-

disse posando le quattro tazze sul tavolo

-Grazie Sharpay…sei la migliore-

esclamò Corbin afferrando la sua tazza con espressione golosa

-Lo so-

rispose lei facendogli l’occhiolino. Tutti e quattro bevvero in totale silenzio, ma quel momento di pace fu presto interrotto. Fuori si sentì un terribile rombo di motore e uno stridio di freni assordante seguito da una rozza voce maschile che imprecava rabbiosa. Sharpay, Zac, Corbin e Lucas sentirono il sangue gelare nelle vene

-Forza bambini mettete via tutto e uscite dalla porta sul retro-

si affrettò la bionda prendendo un paio di tazze, i bambini spaventati presero le loro giacche e corsero fuori dalla cucina, ma un urlo immobilizzò dallo spavento tutti quanti

-SHARPAY!! Che ci fanno questi animali qui?!-

Sharpay raggiunse i bambini all’ingresso e guardò l’uomo che era appena entrato con un vago luccichio d’odio e di sfida negli occhi

-Li ho invitati io e allora?-

rispose sostenendo lo sguardo dell’uomo

-Ti ho detto mille volte che qui dentro entra solo chi voglio io-

ringhiò lui avvicinandosi alla figliastra con passo pesante

-Bambini uscite!-

ordinò Sharpay mentre il cuore accelerava tremendamente il battito. I tre bambini scapparono fuori terrorizzati.

La ragazza voltò le spalle all’uomo e fece per andare in camera sua, ma un possente strattone la obbligò a voltarsi

-Senti tu ragazzina! Impara a comportarti e smettila di fare la mammina con quei tre teppistelli-

-Mi stai facendo male…Kyle-

sibilò lei cercando di liberare il polso dalla sua stretta. Kyle la strattonò di più a sé

-Ringrazia che è lunedì micetta e devi essere presentabile, ma azzardati un’altra volta ad avere questo atteggiamento con me e te ne faccio pentire amaramente-

ribattè rabbioso

-E adesso fila a preparati!-

ordinò per poi spingerla con forza verso le scale che portavano alla sua stanza.

Sharpay tuffò il viso nel cuscino, era troppo arrabbiata persino per piangere, sentiva tutto il rancore verso quell’essere che le ribolliva nel sangue, ma soprattutto la rabbia era verso la sua vera famiglia, sua madre che sapeva e faceva finta di nulla e quell’idiota del fratello che sembrava la copia del patrigno. Rimase lì una buona mezzora a sognare di essere lontana da quella casa, da quella gente, da tutto e da tutti, ma poi si arrese all’evidenza, quella tortura sarebbe continuata per sempre.

Meccanicamente si alzò e andò a farsi una doccia lavando con cura i capelli sempre perfetti. Uscì dal bagno con un asciugamano legato attorno al corpo e i capelli bagnati che gocciolavano per terra ignorando le imprecazioni di Kyle al suo indirizzo.

Rientrò in camera per scegliere cosa avrebbe messo quella sera, dopo una lunga riflessione optò per una minigonna rossa a pieghe con cuciture dorate e un top d’oro che scopriva leggermente la pancia e lasciava la schiena nuda. Prese i vestiti e li fece vedere a Kyle che come al solito si era buttato sul divano come il peso morto che era

-Questi ti vanno bene?-

chiese senza entusiasmo. Lui alzò lo sguardo svogliato e un ghigno apparve su quella faccia da schiaffi

-Perfetto micetta, questa sera li sbanchiamo-

rispose lui soddisfatto. Sharpay fece una smorfia di disgusto e rientrò in camera per prepararsi.

Qualche ora dopo era pronta, i capelli mossi lasciati sciolti con solo un piccolo fermaglio a forma di stella rossa, impeccabile in quei vestiti succinti, un lieve velo di trucco e ai piedi tacchi a spillo dorati. Stava seduta sul suo letto aspettando di sentire l’odiato campanello che suonava mentre si torturava una ciocca di capelli

-Sharpay, vieni! Sono arrivati-

la voce melliflua della madre le arrivò all’orecchio, sospirò rassegnata ed uscì dalla stanza sfoderando il suo sorriso migliore. Era un’attrice e sapeva nascondere molto bene le sue vere emozioni. Davanti a lei un uomo e una donna vestiti bene, pieni di gioielli e oggetti costosissimi chiacchieravano amabilmente con la madre di Sharpay e con Kyle, le rivolsero un semplice e fugace sorriso che lei ricambiò con falsità

-Finalmente ti conosco Sharpay-

una voce accanto a lei la fece sussultare. Squadrò da capo a piedi il ragazzo che le sorrideva pensando di apparire simpatico, ma a lei faceva solo ribrezzo. Era un bel ragazzo, alto, muscoloso ma non troppo, capelli scuri un po’ ribelli e occhi neri come il carbone, anche lui come i genitori era ben vestito

-E tu sei…?-

-Alex-

le porse la mano, ma lei si limitò a guardarlo con sufficienza. Il ragazzo si avvicinò ai genitori, tanto sapeva che avrebbe conosciuto meglio la biondina più tardi, ma l’atteggiamento di Sharpay non era sfuggito a Kyle che si avvicinò e trattenendola per un braccio le ringhiò in modo che solo lei potesse sentirlo

-Vedi di essere più carina con lui o te la faccio pagare…e sai che lo faccio-

Sharpay si liberò dalla presa e lo fulminò con lo sguardo

-Non mettere alla prova la mia pazienza-

aggiunse Kyle per poi tornare dai suoi invitati. La cena fu servita poco dopo, Sharpay scambiò solo qualche parola con Alex che invece la fissava in continuazione quasi con la bava alla bocca. Dopo due lunghissime ore la cena finì e Kyle fece un cenno alla ragazza che ormai sapeva cosa doveva fare.

-Alex vieni-

disse lei alzandosi e sforzandosi di sorridere. Il ragazzo la seguì tutto contento, intercettò lo sguardo dei genitori che gli fecero un sorriso d’incoraggiamento e salì fino alla camera della ragazza.

Sharpay si mise a sedere sul letto e fissò glaciale Alex negli occhi

-Allora, niente chiacchiere né prima, né dopo, né durante…massimo mezzora e quando scendi lascia i soldi a Kyle-

disse meccanicamente quelle regole che aveva ripetuto un’infinità di volte.

-Inteso-

disse lui spiccio, era visibilmente impaziente e anche nervoso. Sharpay sospirò e fece partire una specie di timer, in un attimo se lo trovò addosso. Nonostante tutto ogni volta riusciva ancora a provare piacere e per un attimo dimenticava sempre che era solo un oggetto e le sembrava di essere veramente amata, ma il trillo di quel timer la strappava ogni volta dai suoi sogni facendola ripiombare nella cruda realtà.

-Vado a farmi una doccia…quando torno non voglio vederti ancora qui-

sibilò lei appena riprese un poco fiato. Il getto caldo dell’acqua sul suo corpo la fece sentire per un attimo protetta, avrebbe voluto che quelle gocce potessero lavare via la sofferenza e restituirle l’innocenza e la purezza rubatele anni prima. L’acqua che scorreva sul suo viso e lungo il corpo perfetto si unì alle lacrime che sgorgavano prepotenti dagli occhi color caramello. Lei si era sempre vista come un fiore raro, prima che tutto cambiasse, ma ora era solo un corpo vuoto, un fiore sì, ma un fiore calpestato.

RINGRAZIAMENTI TIME

Ecco il terzo capitolo, ora capite che le cene del lunedì non sono proprio una passeggiata almeno per Sharpay, ma il peggio deve ancora venire (soffrirà, ma tranquilli si sistemerà tutto prima o poi)

Ringrazio chi ha recensito soprattutto Jud_91 e Tay_ che ormai sono delle affezionate alle mie ff xD

Ringrazio anche giua1234 e fefy88 ribadisco che questo Troy è da sbavo, spero vi sia piaciuto questo capitolo…non chiedetemi come mi sia venuta in mente l’idea di Sharpay che fa la cioccolata :P

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il Sound ***


Gabriella ballava con scioltezza al centro della pista, quel nuovo locale il “Sound” si preannunciava essere il migliore della città…Taylor era impegnata poco più in là con un ragazzo appena conosciuto. Dall’estate scorsa quelle due ragazze erano diventate l’opposto di quello che erano, non studiavano più, si dedicavano solo ai vestiti e ai ragazzi senza curarsi d’altro, passavano intere giornate all’insegna dell’ozio e del relax. Ancora nessuno aveva capito cosa le aveva cambiate in quel modo, ma era evidente che un motivo c’era e Troy aveva tutte le intenzioni di scoprirlo.

Proprio come quella mattina stava fissando quella che un tempo era la sua dolce Gabriella e che ora si dimenava senza freni e inibizioni

-Allora amico progressi con Evans?-

ci pensò il riccioluto Chad a distogliere l’amico dai suoi tristi e rabbiosi pensieri. Al solo sentire quel nome gli si rivoltarono le budella e un lampo di furia gli attraversò lo sguardo

-Umpf quella? Praticamente è già ai miei piedi-

disse con fermezza scolandosi l’ennesimo bicchiere di vodka liscia. Reggeva l’alcol in una maniera incredibile, nessuno l’aveva mai visto ubriaco eccetto la sera in cui trovò Gabriella con un altro, quella sera l’aveva profondamente cambiato e fatto diventare il ragazzo freddo e cinico che era.

-Vogliamo le prove bello!-

lo provocò Zeke nascondendo una punta di gelosia. Troy sbuffò e fece cenno al barista di riempirgli nuovamente il bicchiere

-Beh per stasera non c’è possibilità visto che ha dato buca alle sue amiche-

in un primo momento non interpretò lo sguardo divertito dei due amici, ma poi si accorse che non guardavano lui, ma guardavano verso l’ingresso. Si girò curioso, ma con la sua solita espressione menefreghista, il suo cuore perse un battito e quasi gli cadde di mano il bicchiere con il drink.

Sharpay era là all’ingresso che si guardava attorno in cerca delle sue amiche, perfettamente visibile da dove stavano i tre ragazzi, praticamente mezzo locale le incollò gli occhi addosso. Lei parve fare finta di niente dall’alto dei suoi tacchi dodici e stretta in un abitino rosso scuro che le ricadeva morbido sulle gambe creando un effetto vedo-non vedo

-Sharpay!!-

strillarono Gabriella e Taylor appena la videro sbracciandosi per farsi vedere. La bionda le notò poco dopo e le raggiunse sgomitando tra la folla che la stritolava e ragazzi che allegramente allungavano le mani. Arrivò al centro della pista dove c’era un poco più di spazio e riprese fiato

-C’è gente stasera eh!-

commentò mentre si sistemava i capelli leggermente spettinati

-Questo posto è favoloso!-

commentò Taylor alzando la voce per sovrastare il volume altissimo della musica. Entrambe evitarono di farle domande sulla serata, volevano tenersi lontane da un probabile e doloroso tiro al bersaglio con tacchi a spillo.

-Sei scappata di nuovo dalla finestra?-

chiese Gabriella divertita

-Se anche avessi il permesso di uscire lo farei comunque-

rispose la bionda suscitando le risatine delle altre due

-Avanti Troy, facci vedere che sa fare un playmaker come te-

lo stuzzicò Chad guardando un po’ lui e un po’ le tre ragazze. Il castano si scolò il bicchiere e pregando in cuor suo di non beccarsi un’altra ginocchiata come quel mattino diede una pacca sulla spalla dei due amici

-Guardate e imparate-

Si avvicinò spavaldo al trio e prese Sharpay per un braccio, ma senza forzarla

-Buonasera signore, scusate ve la rubo un attimo-

disse il ragazzo sbrigativo, evitò accuratamente di incrociare lo sguardo di Gabriella. Sharpay gli rivolse un’occhiata contrariata e guardò stranita le due amiche, ma poi seguì il ragazzo senza opporre troppa resistenza.

-E lasciami!-

esclamò burbera appena furono in un punto in cui la musica era più bassa.

-Calmati micetta! Volevo solo un ballo, ma sapevo che avresti rifiutato-

a sentirsi chiamare micetta le si accapponò la pelle, quel nomignolo dal tono così lascivo le ricordava troppo il patrigno

-Non mi chiamare così-

ringhiò in direzione del ragazzo. La bionda non si accorse di essere spalle al muro finchè si ritrovò a pochi centimetri dal viso del ragazzo senza via di scampo. Il corpo di lui premeva con forza contro il suo impedendole di ripetere la scena dell’armadietto. Sharpay annusò infastidita l’aria

-Bolton sei tu che puzzi così?-

Troy la schiacciò ancora di più contro il muro e ridacchiò beffardo

-Ho bevuto un po’ e allora?-

-Senti non so cosa vuoi, ma questo non è certo ballare-

ribattè Sharpay cercando di allontanarlo da lei, ma lui non mosse un muscolo anzi quella resistenza e l’elettricità che si era creata tra loro due per il reciproco odio lo fece leggermente eccitare.

-Avanti Evans, non dirmi che non ti piace-

continuò lui con un sorrisetto bastardo e le accarezzò la pelle con il dorso della mano passando dalla guancia, al collo fino alla fine della scollatura. Sharpay si sentiva in trappola, proprio come poco prima nella sua stanza con quel ragazzo appena conosciuto. Possibile che tutti la volessero solo per il suo corpo? Solo per sfogare bisogni passeggeri? Possibile che nessuno avesse mai voluto conoscerla davvero? Possibile che nessuno volesse amarla invece che desiderarla?

Questi erano i pensieri che le attraversavano la mente in quegli attimi

-Bolton lasciami andare…subito!-

Troy saldò una mano al sedere sodo della ragazza che si divincolava debolmente cercando di allontanarlo da lei

-Ammettilo…è quello che vuoi no? Lo sanno tutti che tipo di persona sei-

le sussurrò all’orecchio per poi sfiorarle il collo con le labbra.

Lo sanno tutti che tipo di persona sei

quelle parole le rimbombarono in testa per alcuni istanti, tutto ciò che vedeva le apparve sfuocato e una mano invisibile le attanagliò la gola…lacrime, lacrime amare ora sgorgavano dai suoi occhi. Lei non era come la dipingevano, lei sapeva di non esserlo veramente, ma era stata costretta a diventare così, costretta dalle pretese di un uomo che le aveva rubato la vita, la famiglia e il suo stesso essere. Era cresciuta in fretta Sharpay, potevano vederla ancora come la frivola biondina piena di sé, ma quella Sharpay era morta anni prima ed ora era la sua maschera…

Riuscì a reagire, gli diede un sonoro schiaffo che gli fece rimbombare la testa e approfittando di quel momento lo spinse lontano da sé. Troy finì addosso ad un omone facendogli rovesciare il boccale di birra che teneva in mano. La bionda si allontanò rapidamente incurante di quello che sarebbe successo al playmaker e ai suoi due amici accorsi a dargli man forte. Corse fuori dal locale scossa dai singhiozzi, ma fu immediatamente raggiunta dalle due amiche che l’avevano vista per caso

-Sharpay già te ne vai?-

chiese Taylor dispiaciuta non accorgendosi che stava piangendo

-Tornate dentro, lasciatemi stare-

sbottò di rimando

-Ma Shar…-

-ANDATE VIA HO DETTO!-

urlò voltandosi verso di loro, il mascara le disegnava striature scure sulle guance rendendo il suo pianto ancora più straziante. Gabriella capì che non voleva essere consolata e senza dire nulla prese Taylor per un braccio e ritornò nel locale.

Sharpay salì in auto e partì a velocità sostenuta verso casa.

RINGRAZIAMENTI TIME

Dite quello che volete, ma lo voglio io un Troy così xDxD…tranquille a chi piace il Troy tenero verrà tra poco

Tay_ tranquilla nel prossimo capitolo ci saranno sorprese e finalmente Sha inizierà a stare meglio. Per quanto riguarda Ryan non ti anticipo niente xDxD

Jud_91 sto Kyle lo detesto pure io, armiamoci fino ai denti e difendiamo la nostra Shaaa!!

Giorgy sono contenta che ti piaccia, continua a seguirla che sarà sempre meglio ^^

Giua1234 sì povera Sharpay davvero! Ma abbi fiducia, tutto si sistemerà

Fefy88 già chissà come mi sono venuti in mente quei tre nomi xD…all’inizio volevo mettere Zack e Cody ihih

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il segreto di Sharpay ***


Troy stava camminando per una stradina che non conosceva, teneva le mani in tasca e calciava una lattina che faceva un grande baccano nel silenzio spettrale di quel quartiere. Non era mai stato in quella zona e nemmeno sapeva come ci era arrivato, ma voleva solo camminare, distrarsi, allontanarsi da quei pensieri che ormai da troppo tempo gli occupavano prepotentemente la testa. Vedeva sempre quel dolce volto davanti a sé, in tutte le persone che incrociava, in tutti i sorrisi lui vedeva solo la sua Gabriella ed era stanco, quella ragazza gli aveva rubato la vita e ora lui si ribellava al mondo nel solo modo che conosceva…dandosi allo sbando, ma sapeva benissimo di non essere quel Troy.

-Non ho ancora finito con te stronzetta!-

quella frase urlata con rabbia e disprezzo che si udì da una delle case lì accanto lo distolse dai suoi pensieri e alzò lo sguardo incuriosito. La porta d’ingresso venne sbattuta con violenza da una ragazza minuta, con i capelli biondi raccolti in una coda alta non proprio perfetta, alcuni ciuffi le ricadevano sul viso rigato di lacrime…ma, quella ragazza!!

-Sharpay Evans?!-

sillabò lui sbalordito appena gli fu abbastanza vicina. La osservò meglio, era senza trucco ma comunque molto bella, aveva pianto e parecchio a giudicare dagli occhi arrossati. Era vestita con una semplicissima tuta rosa e nera e ai piedi aveva delle scarpe da ginnastica, nessuno a memoria d’uomo l’aveva mai vista con un tacco di altezza inferiore agli otto centimetri. Era irriconoscibile, debole, fragile, indifesa e così semplice…Troy iniziò a sentire dentro di se qualcosa di diverso dai sentimenti di rabbia e rancore che aveva provato negli ultimi tempi, ma ancora non riusciva a definire cosa fosse.

Sharpay trasalì vedendo chi aveva di fronte, la sua copertura che aveva retto per ben cinque anni stava per crollare e per giunta a scoprire tutto sarebbe stata la persona che, fatta eccezione per Kyle, detestava di più al mondo. Aprì bocca per dare una delle sue acide risposte, ma fu preceduta dal ragazzo

-Cosa ci fai qui? Voglio dire, non abiti certo in questo postaccio?-

chiese lui stranito guardando un po’ lei un po’ la casa alle sue spalle

-Bolton ci sono cose che non puoi capire-

rispose lei asciugandosi le lacrime. Lui incatenò lo sguardo ghiacciato a quello caramellato della ragazza e lei riuscì a leggere qualcosa di indistinto, ma non sapeva cosa, certo era che iniziava a sentirsi più tranquilla

-Bimba io capisco tutto, ho un bel cervellino sai?-

si picchiettò un dito sulla fronte e le sorrise affabile, si stava mostrando un Troy totalmente diverso e questo stupì entrambi

-E’ una storia troppo lunga e complicata…e poi non voglio raccontare in giro i fatti miei, tantomeno a te!-

fu la risposta fredda e distaccata della biondina. Lui la scrutò ancora per un po’ e percepì il bisogno che quella ragazza aveva di sfogarsi, fosse stato per lei gli avrebbe spiattellato tutto quanto. Troy la conosceva fin troppo bene e sapeva come prenderla per il verso giusto

-Cioccolata?-

propose ripresentando il sorriso affabile di poco prima. Sharpay non sapeva resistere alla cioccolata, soprattutto in momenti come quelli, ma si accorse anche con un lieve fastidio che faticava a resistere anche al suo sorriso

-Offri tu?-

-Offro io-

-Andata!-

accettò Sharpay alla fine. Salirono sulla spider nera di Troy, Sharpay non sapeva che le sue azioni avrebbero determinato il destino di quella macchina…

-Avanti dimmi che cosa ti è successo-

insistette Troy mentre la ragazza rigirava il cucchiaino nella tazza fumante fissandone il contenuto persa nei suoi pensieri. Scosse la testa alle parole del ragazzo

-Davvero Bolton, non mi sembra il caso e passerei un brutto guaio se ti dicessi tutto-

era evidente che era combattuta, altrimenti avrebbe inventato una scusa per far tacere Troy

-Senti Sharpay lo so che non ti fidi e detta francamente nemmeno io mi fido di te, ma per quanto possa sembrare stronzo detesto vedere le ragazze piangere, è più forte di me…perciò non ci muoviamo da qui finchè non mi dici tutto-

Era la prima volta da quando lo conosceva che Troy la chiamava per nome, lei era sempre stata Evans per lui e lui sempre Bolton per lei, le sue parole la spinsero a fidarsi un po’ di più, sospirò

-Quell’uomo che hai sentito urlare…è Kyle, il mio patrigno. Cinque anni fa, l’estate prima che iniziasse il Liceo, mio padre ha avuto un attacco di cuore ed è morto. Kyle è un economista, lavorava per mio padre e si è offerto di aiutare mia madre a gestire il patrimonio e tutte le scartoffie burocratiche…-

mandò giù un a cucchiaiata di cioccolata prima di continuare

-In qualche modo è riuscito a rigirarsela e dopo pochi mesi si sono sposati. Alla fine Kyle si è dimostrato il bastardo che è…una sera era ubriaco e stava per prendersela con mia madre, ma io mi sono messa di mezzo e…-

la sua voce era incrinata, non era sicura che Troy fosse la persona migliore a cui dirlo, ma non ce la faceva più a tenersi tutto dentro. Lui ascoltò il discorso aggrottando le sopracciglia, questo Kyle non gli piaceva proprio per niente e iniziò a capire cos’era quello che sentiva verso Sharpay, compassione…

-e…-

la esortò

-e dopo avermi picchiata…si è…si è approfittato di me-

rabbrividì e proseguì immediatamente per evitare qualsiasi commento del ragazzo, odiava essere compatita

-Ryan ha visto tutto ed è rimasto talmente traumatizzato che qualcosa è scattato nel suo cervello, ha iniziato a diventare la copia esatta del mio patrigno. Kyle è scaltro, ha fiutato subito l’affare e ha iniziato ad invitare i suoi amici e colleghi più stretti, lui garantiva il trasferimento di parti ingenti di denaro su conti esteri e introvabili in cambio di cospicue somme.-

sorrise amaramente e buttò giù un’altra cucchiaiata

-Ma non gli bastava, aveva ancora pochi clienti per i suoi gusti quindi è passato al suo piatto forte…ME. Ora organizza cene in cui arrivano i suoi clienti con figli al seguito e il dessert per i figli sono io…a volte non solo per loro-

Troy non poteva credere alle sue orecchie, non aveva mai pensato che dietro alla rigida facciata della Regina di Ghiaccio si nascondesse una storia così terribile

-Cristo santo Sharpay io non credevo che…-

fu interrotto subito da lei che dissi con un’alzata di spalle

-Lascia perdere, io non me la passo bene, ma c’è chi sta peggio al mondo. Almeno ho una casa, ho ancora la mia auto e tutti i miei vestiti-

-A proposito, io ricordavo che stavi in una villa stratosferica, come sei finita in quel quartiere?-

chiese curioso di sapere altri particolari su di lei

-Kyle è spesso ubriaco, ha fatto fuori più della metà del patrimonio della mia famiglia e quella casa richiedeva troppe spese. Mi ha permesso di tenere tutte le mie cose solo perché nessuno scopra questo cambiamento, e poi così a detta sua attiro di più i ragazzi.-

Troy abbassò la testa si sentiva terribilmente in colpa per quello che le aveva detto e fatto in quei giorni, ma non poteva immaginare cosa nascondesse lei in realtà. Però d’altra parte celava in lui ancora quella rabbia verso la biondina che aveva cambiato la sua ragazza e la sua migliore amica

-Senti, ma Gabriella e Taylor come…-

per l’ennesima volta lei lo interruppe

-Come mai sono diventate come me? Semplice…hanno scoperto tutto per caso, proprio come te questa sera. Ho detto loro che se avessero parlato con altre persone di questa storia avrei reso la loro vita alla East High insopportabile e così piano piano per evitare di spifferare qualcosa a qualcuno si sono allontanate dal vostro gruppetto e un po’ per compassione si sono avvicinate a me, finchè hanno capito che il mondo della Sharpay Evans che tutti conoscono non è così male-.

In quelle parole Troy aveva trovato la risposta a tutte le sue domande, a tutti i suoi tormenti e aveva capito inoltre che la colpa non era totalmente della biondina…sentì la rabbia affievolirsi e un sentimento di affetto verso quella ragazza tanto infelice lo assalì.

-Devi imparare a ribellarti…insomma sei sempre la Regina di Ghiaccio dalle unghie affilate, sai difenderti Sharpay e sappiamo entrambi che non le mandi a dire a nessuno quando ti viene fatto un torto…tu sei forte, lo so e lo sai anche tu-

Sharpay scosse la testa

-Ti ho detto che è una cosa che non puoi capire, credi che non l’avrei fatto se mi fosse stato possibile?-

Troy la guardò per un attimo poi sospirò

-Ok per stasera sono stato troppo invadente-

Sharpay sorrise per la prima volta quella sera

-Giusto un pochino-

scherzò ridacchiando

-Dai ti riporto a casa-

-Sì sarà meglio, si è fatto tardi-

Troy pagò per tutti e due ed uscirono. Di nuovo rimasero in silenzio per tutto il tragitto, ma prima di svoltare nella stradina Sharpay lo fermò

-Aspetta frena…meglio se mi lasci qui-

Troy obbedì e si fermò scendendo dall’auto con ancora il motore acceso. Prima di andarsene la bionda si avvicinò a lui

-Beh grazie allora, mi è servito parlare un po’…Troy-

ora anche lei l’aveva chiamato per la prima volta con il suo nome. Entrambi sorrisero e un silenzio imbarazzante cadde tra loro, fu rotto poco dopo dal ragazzo

-Senti Sharpay, mi dispiace per come mi sono comportato con te, non te lo meriti…ma non potevo saperlo-

-Tranquillo, ormai sono abituata e non è che tenessi particolarmente alla tua amicizia. Voglio solo che ricordi che Gabriella non te l’ho portata via io, ma soprattutto ricorda che…se ti azzardi a dire qualcosa in giro giuro che la tua bella spider te la faccio ingoiare fino all’ultimo copertone-

pronunciò l’ultima parte della frase in maniera particolarmente velenosa, tanto che il ragazzo deglutì lievemente intimorito. Sharpay scoppiò a ridere

-Scherzavo! Ma non mettermi alla prova-

Troy sospirò sollevato

-Buonanotte allora…Sharpay-

-‘Notte…Troy-

la biondina fu la prima ad andarsene. Entrambi avevano capito quanto in realtà fosse diverso l’altro e ritornarono alle rispettive case faticando a levarsi il sorriso dalle labbra e con il cuore che batteva più forte, senza che riuscissero a spiegarsi il perché…

RINGRAZIAMENTI TIME:

Grazie a chi ha letto e a chi recensisce sempre…in particolare a Jud_91 e Tay_ ora vedete che Troy è tornato buono e riserverà altre sorprese (piacevoli o no lo scoprirete)…per quanto riguarda Ryan bisogna avere ancora un po’ di pazienza e Chaylor cercherò di infilarli da qlk parte, magari alla fine ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Posso volare ***


Sharpay richiuse la porta alle sue spalle senza troppa delicatezza. Erano tutti a tavola e a giudicare dagli sguardi irritati di Ryan e Kyle la stavano aspettando da un po’

-Potevate anche iniziare…io non ho fame-

disse lei fredda avviandosi verso la sua stanza. La voce burbera di Kyle la fece fermare

-Stupida ragazzina che non sei altro! Vieni immediatamente qui-

con ancora un piede sul primo scalino la bionda rispose

-Ho detto che non ho fame…sono stanca voglio andare in camera mia-

il rumore della sedia che si spostava bruscamente seguita dallo schianto di quest’ultima sul pavimento l’avvisò che era meglio correre e in fretta. Scattò veloce su per le scale, ma una mano grande e ruvida la prese per una caviglia facendola cadere dolorosamente sulle scale. Istintivamente affondò le unghie nel legno dei gradini per evitare di essere trascinata via mentre scalciava furiosa nel vano tentativo di liberarsi e di sfuggire a quello che stava per capitarle

-Stai ferma!-

urlò lui riuscendo a bloccarle le gambe con un solo braccio in una presa che non le lasciava scampo. La fece girare in modo da poterle vedere il viso e ghignò compiaciuto vedendo il panico misto ad odio. Si accanì in maniera terribilmente violenta proprio su quel faccino tanto ostile, le tirò un paio di manrovesci che le arrossarono le guance, ma la biondina strinse i denti e non gli diede la soddisfazione di lamentarsi. La forza d’animo della figliastra fece andare Kyle su tutte le furie e iniziò a darle una scarica di pugni dove poteva. Le spaccò il labbro inferiore che prese a sanguinare, colpì con violenza l’occhio destro e dopo essersi accorto di aver fatto abbastanza danni iniziò a colpirla sui fianchi e nello stomaco finchè la sua vittima rimase senza fiato. Sharpay sentiva dolori lancinanti dappertutto, ma quello che più le faceva male era qualcosa di interiore, era stufa di subire quelle violenze quasi tutti i giorni e soprattutto odiava la sensazione di impotenza che avvertiva ogni volta. Veniva picchiata senza mai potersi difendere e quello era solo un incentivo per il patrigno.

Kyle si alzò senza levarle gli occhi di dosso e le sferrò un ultimo calcio, la biondina iniziò a tossire avvertendo dolori e bruciori lancinanti ai polmoni e alle costole

-E adesso a letto…senza cena-

ordinò lui per poi scoppiare in una risata beffarda e sguaiata. Intanto Ryan e la madre erano rimasti in cucina a tenere in caldo la cena come se nulla fosse, furono subito raggiunti dall’uomo e la cena proseguì così come era stata interrotta.

Nell’indifferenza generale, Sharpay sanguinante e dolorante si trascinò a fatica su per le scale praticamente strisciando, riuscì ad alzarsi in piedi solo quando arrivò alla fine con una forza che non sapeva nemmeno di avere ancora. Si chiuse a chiave in camera, avrebbe voluto non uscire più di lì. Prese del cotone e del disinfettante e si mise a curarsi il labbro spaccato e alcuni graffi che aveva sulle braccia, si accorse con sollievo che poteva nascondere tutto con un po’ di trucco…tutto tranne quell’occhio pesto che le faceva un male tremendo e stava iniziando a diventare viola.

In quei momenti solo la musica poteva distrarla e tranquillizzarla, prese l’i-pod dalla borsa sul letto e si rannicchiò alla finestra mentre le note dolci di “I believe I can fly” si diffondevano dalle cuffiette

I believe I can fly
I believe I can touch the sky
I think about it every night and day
Spread my wings and fly away
I believe I can soar
I see me running through that open door
I believe I can fly
I believe I can fly
I believe I can fly

Aveva sempre pensato che quella canzone parlasse della sua vita e di lei…”credo di poter volare…credo di poter toccare il cielo…ci penso giorno e notte…apro le ali e volo via…credo di potermi librare…mi vedo correre attraverso la porta aperta…credo di poter volare”. Sapeva che prima o poi ci sarebbe riuscita, se ne sarebbe andata da lì, lontano da chi le aveva rovinato la vita. Giorno e notte si immaginava di poter volare attraverso quella finestra e colmare la distanza tra lei e la libertà, tra lei e una vita felice. Mentre ascoltava la canzone le si appannarono gli occhi e una dopo l’altra le lacrime le scesero lente e inesorabili, dolorose come se scavassero solchi nella sua pelle eppure dolci lacrime di liberazione cariche di quei sogni che forse non si sarebbero mai realizzati. Si trovò a stringere tra le mani la foto incorniciata di suo padre che nascondeva gelosamente dalle grinfie del patrigno e mentre osservava il viso dell’unico uomo che avesse mai amato si accorse di quanto fosse uguale a lui

I miss you
Miss you so bad
I don't forget you
Oh it's so sad

I hope you can hear me
I remember it clearly


The day you slipped away
Was the day i found
It won't be the same
Oh (*)

“Mi manchi...mi manchi terribilmente...non ti ho dimenticato...è così triste...spero tu possa sentirmi...ricordo chiaramente...il giorno in cui te ne sei andato...è stato il giorno in cui ho capito...che nulla sarebbe stato lo stesso”

Le canzoni che si succedevano sembrava volessero farle del male, quella era la canzone che aveva cantato per suo padre il giorno del funerale, non era mai riuscita a finirla, ma sapeva che lui l’aveva sentita e questo era l’importante per lei. Strinse la fotografia al petto e pianse, pianse tutta la notte finchè sfinita si addormentò ancora accucciata accanto alla finestra.

[(*) è I miss you di Avril Lavigne]

RINGRAZIAMENTI TIME:

Scusate per il capitolo scritto troppo di getto, non né un granchè a parte forse l’ultimo pezzo…grazie a chi ha letto e a chi recensisce…kiss

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Un momento mancato ***


Un enorme SUV nero tirato a lucido si fermò con un rumoroso stridio di freni davanti al cortile della East High. I vetri erano oscurati e non si poteva vedere gli occupanti dall’esterno, quell’auto attirò molti sguardi curiosi visto che nessuno l’aveva mai vista nei paraggi

-Eccoci micetta…che c’è non lo dai un bacio al tuo papà?-

Kyle fissò la biondina al suo fianco con un ghigno a metà tra il cattivo e il divertito

-E’ proprio vero che la madre degli idioti è sempre incinta-

commentò Sharpay spiazzandolo. Prima che Kyle potesse ribattere lei aprì la portiera e con un piccolo balzo scese dall’auto. Si sistemò gli occhiali da sole scuri e senza nemmeno voltarsi sbattè lo sportello alle sue spalle lasciando nell’abitacolo un patrigno alquanto alterato. Ignorando come al solito gli sguardi dei presenti la ragazza si diresse con passo deciso verso l’entrata. Quel giorno era più sobria, niente abitini cortissimi con colori sgargianti solo un paio di jeans attillati, decollté nere con il tacco e una maglietta a maniche lunghe a righe sottili bianche e argento con un piccolo fiocchetto nero in basso a destra.

-Sharpay!-

Taylor e Gabriella si erano appena avvicinate alla biondina con sorrisi smaglianti

-Hey ragazze! Come mai così allegre?-

chiese Sharpay vedendole particolarmente sorridenti. Le due amiche si scambiarono un’occhiata elettrizzata e poi guardarono la bionda

-Abbiamo saputo!-

dissero all’unisono. Sharpay a primo impatto pensò che si fossero drogate e le guardò accigliata

-Saputo cosa?-

Gabriella diede di gomito all’amica

-Avanti Sha, lo sappiamo che sei uscita con Troy!-

La ragazza sgranò gli occhi e per un attimo le sembrò che la forza nelle gambe le venisse a mancare. Giurò a se stessa che avrebbe strozzato Troy Bolton con le sue stesse mani non appena le fosse capitato a tiro, deglutì e guardò prima Gabriella e poi Taylor

-Prima di tutto non sono uscita con Bolton, ci siamo incontrati per caso e mi ha solo offerto una cioccolata…e poi come avete fatto a saperlo?-

-Lo abbiamo sentito che si vantava con quei due trogloditi dei suoi amici-

rispose Taylor scuotendo la testa rassegnata. Sharpay strinse i pugni affondando così le unghie nei palmi, se solo Troy si fosse lasciato sfuggire qualcosa di troppo sarebbe stato il suo ultimo fatale errore. In quel momento a spezzare la tensione ci pensò la campanella

-Andiamo che è meglio-

mugugnò la bionda precedendo le altre due che si chiesero curiose come mai l’amica tenesse ancora gli occhiali da sole persino dentro la scuola…

…-Signorina Evans, questo non è un salone di bellezza e vorrebbe farmi la cortesia di togliersi quegli occhiali da sole? Non siamo in spiaggia e la giornata non è così assolata-

tuonò la professoressa di storia contro la biondina all’ultimo banco indaffarata a sistemare con del trucco il taglio sul labbro. Sharpay sbuffò e ripose tutto con cura nella borsetta per poi tornare a fissare infastidita l’insegnante mentre si arrotolava una ciocca di capelli attorno all’indice

-Gli occhiali signorina-

insistette l’insegnante spazientita

-Non posso-

rispose l’alunna con tranquillità, l’intera classe si voltò verso di lei alcuni curiosi e divertiti, altri allibiti dal suo comportamento. La professoressa sbattè violentemente una mano sulla cattedra

-Molto bene ora le faccio passare io la voglia di scherzare…vada subito dal preside signorina Evans e veda di farsi passare queste manie per il look o come cavolo si dice-

-Idiota-

mormorò Sharpay mentre si alzava dal suo posto. Impettita e in perfetto equilibrio sui suoi tacchi vertiginosi attraversò la classe fino alla porta, prima di richiudere però lanciò un’occhiataccia a Troy seduto al primo banco che recepì subito la fulminata. Invece che andare in presidenza la ragazza si diresse velocemente verso il bagno

-Che figlio di puttana-

mormorò tra sé e sé non appena tolse gli occhiali da sole di fronte allo specchio. Il livido si stava attenuando, ma faceva un male tremendo. Lo sfiorò appena con la punta dell’indice, ma subito si ritrasse con una smorfia…doveva trovare il modo di nasconderlo con il trucco. Un rumore di passi nel corridoio la distrasse dai suoi pensieri, prima che se ne accorgesse la porta dei bagni si spalancò e un Troy preoccupato apparve sulla soglia. Sharpay trasalì e si affrettò a rimettere gli occhiali

-Bolton questo è il bagno delle ragazze-

sibilò freddamente girandosi verso di lui. Troy la squadrò per un attimo

-Ti ha messo di nuovo le mani addosso vero?-

chiese il ragazzo avvicinandosi a lei, ma dovette piegarsi per schivare il portasapone che la bionda gli aveva lanciato contro con forza

-Idiota! Deficiente! Cretino! Stronzo! Non capisci proprio niente!!-

prese ad urlargli contro cercando di prenderlo a ceffoni, ma lui le bloccava puntualmente i colpi. La afferrò per i polsi e la spinse contro il muro tenendocela incollata

-Senti un po’ bollenti spiriti, datti una calmata…si può sapere che ti è preso?!-

-Che cosa sei andato a raccontare in giro?!-

sbottò lei cercando di liberarsi invano dalla presa del playmaker

-Hey hey ti ho dato la mia parola che non avrei detto niente, non sono così bastardo come credi. Ma un po’ di orgoglio maschile me lo permetti?-

spiegò lui più gentilmente

-Ah quindi vantarti con i tuoi amici dicendo che sei uscito con me e inventandoti chissà che è orgoglio maschile?-

sibilò Sharpay fissandolo negli occhi. Il ragazzo ridacchiò

-In un certo senso sì-

vedendo l’espressione glaciale della ragazza però decise di spiegarle meglio

-Dai non ho detto niente di male te lo giuro, solo che hai accettato un mio invito a prenderci qualcosa, niente di più niente di meno-

la bionda sospirò rilassandosi. Lentamente Troy le lasciò andare i polsi

-Se ti libero non è che poi mi ritrovo lo spazzolone giù in gola vero?-

-Forse sì, forse no-

fu la risposta divertita della biondina. Ridacchiarono insieme e Troy la lasciò definitivamente andare, lei ne approfittò per schizzare verso l’uscita del bagno, ma lui la bloccò per i fianchi

-Aspetta-

una smorfia di dolore si dipinse sul volto della ragazza, quell’espressione spaventò e preoccupò il ragazzo che la lasciò subito andare, ma la tenne comunque ferma per un braccio

-Ti è successo qualcosa Sharpay, lo so…e non ti lascio uscire finchè non me lo dirai-.

Sharpay sospirò rassegnata e gli raccontò tutto quello che era successo la sera prima, dopo che lui l’aveva riportata a casa. Il ragazzo ascoltò il racconto orripilato e con rabbia verso quel verme del suo patrigno.

-Fammi vedere, io sono piuttosto esperto sui lividi-

le disse amareggiato mentre le toglieva dolcemente gli occhiali. Il livido stava schiarendo lievemente ed era concentrato soprattutto sullo zigomo

-Questo ti passerà in fretta stai tranquilla-

le disse lui con un lieve sorriso mentre faceva scivolare una mano verso il lembo più basso della maglietta. Incrociò lo sguardo contrariato della biondina, ma che si addolcì subito lasciandolo fare. Alzò di poco la stoffa e capì perché prima si era lamentata, aveva un fianco interamente tumefatto, segno che i colpi erano stati dati a ripetizione e molto violentemente. Prima che lui potesse dire qualcosa, Sharpay abbassò in fretta la maglietta

-Lascia stare Troy…passeranno, non sono i primi e non saranno gli ultimi-

-Sharpay non sono da sottovalutare…-

fu bloccato dalla bionda che gli premette un dito sulle labbra azzittendolo. Per lei fu un gesto meccanico e in quel momento si stupì di quanto fossero vicini lei e il bellissimo ragazzo dagli occhi di ghiaccio. Lui respirò profondamente e fu investito dal profumo inebriante della biondina, i loro sguardi erano incatenati e nel silenzio irreale che si era creato si potevano sentire solo i loro respiri e il battito accelerato dei loro cuori. Troy prese la mano di Sharpay ancora appoggiata alle sue labbra e l’abbassò, continuando ad ammaliarla con il suo sguardo cercò di colmare la breve distanza che c’era tra le loro labbra come mosso da un istinto incontrollabile senza nemmeno rendersene conto. Quando il bacio, che entrambi volevano ardentemente in quel momento, stava per compiersi suonò la campanella che fece sobbalzare entrambi e li strappò da quello stato di trance in cui si trovavano

-E’…è meglio andare-

balbettò imbarazzata Sharpay mentre si affrettava a riprendere la borsetta

-Sì hai ragione-

asserì il playmaker grattandosi il capo a disagio. Sharpay fu la prima a schizzare via nel corridoio e sparì immediatamente alla vista del castano che sbuffò e si diresse alla lezione successiva. Per minuti interminabili quel batticuore non abbandonò nessuno dei due e il pensiero di quel magico momento mancato li lasciò per tutta la giornata con l’amaro in bocca.

RINGRAZIAMENTI TIME:

Chiedo umilmente perdono per il ritardo visto che di solito aggiorno come un fulmine, ma avevo perso l’ispirazione. Spero che questo chappy vi piaccia, lo so sono perfida a lasciare sempre quei due in sospeso xD…

Jud_91: è vero I believe I can fly è stupenda! Tranquilla Sharpay soffrirà ancora per poco, già da questo chappy penso tu l’abbia intuito

Tay_: se pensi che questa sia crudeltà aspetta tra un paio di capitoli…sia Kyle che Troy hanno ancora delle sorprese

Giua1234: grazie dei complimenti…ribadisco anche con te che Troy l’aiuterà eccome

Giorgy: tranquilla l’importante è che leggi e che ti piaccia la ff

Un bacio anche a chi legge ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Fuori programma ***


La spazzola passava senza intoppi tra i lunghi capelli setosi rendendoli più lisci e lucidi mentre la voce di Christina Aguilera mista a quella della ragazza bionda si diffondeva per la stanza. Era di nuovo lunedì e l’ora di cena si stava avvicinando. Kyle aveva promesso alla figliastra una bella sorpresa per quella sera e lei confidava in un abito nuovo visto che non le venivano in mente altre sorprese che quell’essere avrebbe potuto farle. E puntualmente il suo desiderio fu avverato. Poche ore prima Kyle era entrato nella sua stanza con un vestitino nero fatto a corpetto nella parte sopra e la gonna sempre estremamente corta era a veli che creavano delle trasparenze. A dare un po’ di colore ci pensava una cintura legata in vita con un cuore grande tutto fuxia e lustrini. Da subito Sharpay adorò quel vestito, ma non mostrò troppo entusiasmo per non dare soddisfazione al patrigno.

Ora stava seduta davanti allo specchio e immaginava di prepararsi per un appuntamento con Tr…ehm con un ragazzo qualsiasi. Si era calata talmente bene nella parte che quando sentì il campanello scese le scale di corsa con espressione allegra…Ryan la notò subito e ghignando le chiese

-Come mai così di buon umore? E’ insolito da parte tua il lunedì sera-

le parole del fratello la fecero tornare alla realtà e le si spense immediatamente il sorriso. Diede una spintarella infastidita a Ryan e andò a sedersi sul divano mentre la madre e il patrigno accorsero ad accogliere gli ospiti. Sharpay sentiva solo mormorii alle sue spalle, non stava ascoltando quello che gli invitati e la sua “famiglia” si dicevano, era piuttosto intenta a contare le piastrelle del pavimento

-Buonasera principessina-

una voce familiare alle sue spalle la fece trasalire…si voltò di scatto e un istintivo sorriso le illuminò il viso

-Ma che…oh no! No, no, no, no dimmi che quelli non sono i tuoi genitori, ti prego dimmi che non sei invitato a cena-

quei bellissimi occhi azzurri si fissarono nei suoi caramellati indicando un dispiacere profondo

-Ti consola se ti dicessi che dopo anni questo è il tuo primo lunedì di “ferie”?-

-Davvero non sei qui per…-

Troy la fermò

-Sharpay, dopo quello che mi hai detto…ti pare che io possa approfittarmi di te?-

la guardò bene e prima che lei potesse dire altro aggiunse scherzoso

-Anche se sei talmente bella che dovrò appellarmi a tutta la mia forza di volontà-

la ragazza scosse la testa ridacchiando

-Che scemo che sei!-

-Micetta…Troy…a tavola-

annunciò la voce burbera di Kyle che era un tantino infastidito dai sorrisi di Sharpay, non gli andava che fosse contenta dei clienti. La cena trascorse tranquillamente, i due ragazzi spesso si scambiavano sguardi divertiti e sorrisetti ignorando invece le occhiatacce di Kyle e Ryan.

All’ora stabilita, senza che il patrigno le dicesse nulla Sharpay si alzò e fece cenno a Troy di seguirla cercando di apparire il più distaccata possibile. Lo condusse al piano di sopra e aprì la porta della sua stanza che portava una targa con il suo nome e sotto scritto “The Princess”…Troy si guardò attorno stupito da quanti tipi di rosa potessero esistere, la stanza era enorme, ben arredata e anche molto disordinata…scarpe e vestiti erano sparsi ovunque

-Allora è qui che succede la magia-

disse allargando le braccia. La biondina lo guardò con un sopracciglio sollevato

-La magia?-

lui le circondò inaspettatamente la vita con le braccia prendendola alla sprovvista

-Esatto…quando da bambina triste e imbronciata ti trasformi in una splendida fata-

disse dolce facendole fare una giravolta per ammirarla meglio

-Hai bevuto Troy? Mi sembri un po’ troppo su di giri-

chiese Sharpay divertita da quel suo modo di fare. Proprio come pochi giorni prima si trovarono ad una distanza microscopica uno dall’altra intenti a perdersi in quel vortice di ghiaccio e caramello, i cuori che battono all’unisono, le mani che si intrecciano, gli occhi che si chiudono e…

-Oddio che scema!-

esclamò di colpo Sharpay rovinando di nuovo quel momento. Troy sbuffò passandosi una mano tra i capelli mentre la guardava andare verso il comodino, Sharpay azionò una specie di sveglia e si girò verso Troy

-Il timer…se dobbiamo fingere, fingiamo bene-

si giustificò

-Ah…quindi quanto tempo abbiamo?-

chiese vedendo le sue speranze svanire

-Una mezzora-

rispose la bionda mettendo una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Fu un attimo…si sentì tirare di nuovo per la vita, una mano del ragazzo le premeva sulla schiena per non farla più scappare mentre l’altra era immersa nella sua chioma bionda…le loro labbra si unirono e si dischiusero in una morbida lotta…un bacio improvviso, inaspettato, per certi aspetti anche impossibile, un bacio dolce e passionale, un bacio mozzafiato al sapore di champagne, un bacio da batticuore, un bacio che fa volare e dimenticare tutto. Senza nemmeno accorgersene finirono stesi sul letto senza spezzare quel magnifico bacio…le mani di lui corsero rapide sotto il vestitino provocando in lei brividi di eccitazione. In un attimo Troy si ritrovò senza maglietta e con le mani affusolate della biondina che gli percorrevano ogni centimetro di pelle in carezze docili, ma allo stesso tempo cariche di desiderio…ma all’improvviso qualcosa scattò in lei

-No!-

esclamò di colpo scansandosi da lui. Troy la guardò stranito

-Ho fatto qualcosa che non va?-

Sharpay scosse la testa e si diede una sistemata ai capelli e al vestito

-No anzi…è che non voglio che succeda così…non in una serata come questa-

Troy non protestò, aveva ragione, per lei era qualcosa di abituale e forse riteneva lui speciale. Sorrise, era contento di quelle parole

-Hai ragione…ho esagerato-

le disse comprensivo stringendola a sé. Sharpay tuffò il viso sul petto del ragazzo godendosi il contatto con la sua pelle nuda e calda, la faceva sentire così protetta e tranquilla

-Sono contenta che stasera tu sia qui con me-

sussurrò lei poco dopo alzando il viso per guardarlo meglio negli occhi. Lui le stampò un dolce bacio in fronte e le sorrise. Un trillo li fece sobbalzare…il timer era scattato e così era finito anche il tempo a loro disposizione

-E’ meglio se vai…o saranno guai per me-

a quelle parole Troy si affrettò a rimettersi la maglietta. Prima di uscire dalla stanza però le fece l’occhiolino

-E’ stata una serata bellissima principessa-

le disse sinceramente lasciandola con l’immagine del suo splendido sorriso luminoso. Sharpay si lasciò andare sdraiata sul letto con un sospiro…ora ne era sicura, era totalmente e incondizionatamente innamorata di Troy Bolton.

Troy raggiunse tranquillamente i genitori al paino di sotto e li avvisò che usciva con Chad e Zeke…appena fu fuori da quella casa riprese a sorridere senza riuscire a smettere…ora ne era sicuro, era totalmente e incondizionatamente innamorato di Sharpay Evans.

RINGRAZIAMENTI TIME:

Chappy leggermente più corto ma molto tenero non trovate?

Grazie a fefy88, tay_ ,giua1234, Jud_91 e Giorgy per le recensioni…non riesco a ringraziarvi una per una…preparatevi per il prossimo chappy xDxD

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Cos'è l'amore? ***


La cassetta della posta all’inizio del vialetto portava incisa a caratteri cubitali la scritta BOLTON

“Trovata!”

pensò Sharpay con un sorriso soddisfatto. La casa aveva un ampio giardino ben curato, sicuramente merito della madre di Troy. L’esterno era in muratura e stonava con il resto delle case affianco tutte prefabbricate in legno, ciò nonostante dava un piacevole tocco di rustico italiano all’insieme dell’abitazione. La ragazza aveva deciso di fare una sorpresa a Troy andando a trovarlo e gli aveva portato un piccolo regalo per ringraziarlo della sera precedente. Percorse a passo spedito il vialetto, ma nel momento in cui stava per suonare alla porta sentì qualcuno ridere, ascoltò meglio e riconobbe la risata calda e coinvolgente di Troy. Sorrise con un luccichio negli occhi e si accorse che la voce proveniva dal retro. Tornò indietro e attraversò il giardino, lo intravide da lontano e come ogni volta che lo vedeva da quando si erano avvicinati il suo cuore fece una capriola e prese a battere a velocità folle. Rimase per un po’ imbambolata a fissarlo, lui era a torso nudo, i muscoli perfettamente scolpiti tanto da farlo sembrare una statua, i capelli ribelli che gli ricadevano scomposti sulla fronte gocciolanti di acqua e sudore, la pelle bronzea e quelle due perforanti punte di ghiaccio che spiccavano come stelle nel cielo scuro. Sharpay ebbe un moto improvviso di correre ad abbracciarlo, ma appena mosse il primo passo si accorse che il ragazzo non era solo. Stava ridendo e scherzando con altri due ragazzi dalla pelle scura

“Zeke e Chad”

pensò infastidita la biondina che rimase nascosta ad osservare la scena…

-No, no aspetta Troy…raccontala di nuovo-

lo supplicò Chad piegato in due dalle risate. Troy lanciò il pallone da basket che teneva tra le mani e fece un perfetto canestro

-Chad basta te l’ho raccontata un milione di volte…piuttosto inizia a procurati il necessario perché mi laverai l’auto per moooolto tempo-

Chad recuperò il pallone e iniziò a palleggiare. Zeke guardò il castano e scosse la testa

-Te l’ho detto Troy vogliamo le prove…e da quanto ci hai raccontato ancora non te la sei portata a letto perciò non cantare vittoria troppo presto-

Troy rubò il pallone a Chad che lo guardò contrariato

-E’ questione di giorni amico…sto per far crollare il castello della Regina di Ghiaccio!-

esclamò con un sorriso bastardo sulle labbra mentre lanciava il pallone a Zeke il quale dopo un perfetto canestro ribattè

-Sei tutto fumo e niente arrosto Bolton…fossi in te inizierei a piangere la tua spider-

Sharpay aveva assistito a tutto ferita e incredula. Si sentì come una mano che le stringeva la gola e il cuore mandandolo letteralmente in mille pezzi…meccanicamente indietreggiò scuotendo la testa come se volesse svegliarsi da quell’incubo. Per la prima volta dopo la morte di suo padre si era ciecamente fidata di qualcuno e lui come tutti gli altri uomini le aveva spietatamente calpestato il cuore. Lei era solo strumento di un gioco perverso tra ragazzi senza scrupoli, incapaci di capire o forse incapaci di amare. Si girò di scatto per correre via, ma inciampò nel muretto di un’ aiuola e rovinò a terra sporcandosi i vestiti.

I tre ragazzi poco distanti da lei sentirono il rumore che la caduta della ragazza aveva provocato e corsero verso quel punto. Il primo a raggiungerla fu Chad che la fissò con un ghigno divertito

-Guarda guarda un uccellino è caduto dal nido-

commentò fissandole spudoratamente le gambe scoperte. Sharpay si mise a sedere affondando le mani nella terra umida e fissò il riccioluto con sguardo d’ira mentre gli occhi le bruciavano per le lacrime che volevano uscire, ma che lei ricacciava indietro. Zeke e poi Troy spuntarono dalle spalle dell’amico ridendo per la sua battuta, ma Troy ancora non aveva visto con chi ce l’aveva. Rimase ammutolito non appena vide quel viso d’angelo contornato da perfetti boccoli biondi che lo fissava con tutto l’odio possibile

-Evans, sei venuta a farci visita piccola?-

domandò Zeke sfregandosi le mani e suscitando le risate sguaiate di Chad. Sharpay non sentì quel commento era troppo occupata a fissare Troy dritto negli occhi con quel suo sguardo infiammato. Troy si riprese e diede una spinta ai due amici

-Idioti! Piantatela…possibile che sappiate solo fare gli stronzi?!-

esclamò lasciandoli spiazzati. Tese una mano verso la biondina e le rivolse un sorriso rassicurante, quel sorriso che la fece scoppiare in lacrime

-Tieni quelle luride manacce lontano da me…Bolton-

sibilò lei con disprezzo per poi alzarsi agilmente. Rivolse un’occhiataccia tutti e tre e corse via

-Aih amico! Quanto hai detto che consuma la tua spider?-

chiese Chad per poi scoppiare a ridere divertito assieme a Zeke il quale così come il riccioluto si pregustava la vittoria. In risposta ricevettero solo un’occhiata fulminante da parte del playmaker che subito corse dietro a Sharpay.

La raggiunse dopo poco e la fermò da dietro per i fianchi, gli faceva male vederla così, sapeva più di tutti quanto quella ragazza avesse sofferto nella su avita e quanto stesse ancora soffrendo e si sentiva uno schifo a sapere che la causa di quelle lacrime era proprio lui

-Sharpay ti prego lasciami spiegare-

-NON VOGLIO SENTIRE PIU’ NIENTE DA TE…MI FAI SCHIFO!-

urlò lei in preda alla disperazione mentre cercava di divincolarsi dalla presa di ferro del castano che la strinse di più a sé bloccandola da dietro

-Ho sbagliato!! Sono uno stronzo, mi faccio schifo da solo…ma voglio essere sincero con te-

-Mi sembra un po’ tardi per la sincerità-

ringhiò Sharpay riuscendo finalmente a liberarsi dalle braccia di Troy. Si girò verso di lui e lo guardò dritto in faccia asciugandosi con il dorso della mano le lacrime che scendevano

-Basta non voglio più piangere, non darò a te né ai  tuoi amichetti questa soddisfazione. Io…io credevo di potermi fidare di te, mi sono confidata con te e tu che fai? Mi deridi con quei due cretini, ma va bene non importa ci sono abituata…se ci tieni tanto alla tua auto Bolton sai benissimo che devi fare, tanto i tuoi non hanno avuto problemi per una sera non penso ne abbiano per un’altra, è l’unico modo che hai da adesso per portarmi a letto-

respirò profondamente cacciando indietro altre lacrime. Troy aprì bocca per ribattere, ma fu interrotto da lei che riprese a parlare con rabbia e delusione

-E io che credevo di essermi innamorata di te-

disse con un filo di voce, girò i tacchi e fece per andarsene, ma lui colpito da quelle parole inaspettate la fermò di nuovo e la obbligò a girarsi verso di lui

-innamorata hai detto?-

chiese conferma speranzoso con il cuore gonfio di gioia. Sharpay lo spinse via facendogli sparire quella luce di speranza dagli occhi

-L’ho detto, ma mi sono sbagliata…infondo io non ho mai amato nessuno, non so cosa voglia dire amare, e non perché io mi chiudo agli altri, ma perché nella mia vita c’è solo gente come te…dimentica quello che ho detto, infondo che cos’è l’amore?…io non lo so e nemmeno tu a quanto pare-

Troy rimase zitto, quelle parole erano vere dalla prima all’ultima e lui non poteva che tacere e acconsentire. Guardò la ragazza girarsi e andarsene, svelta, fiera e orgogliosa come voleva apparire, ma con tanta sofferenza dentro. Le fissò incantato i morbidi boccoli che le accarezzavano la schiena e si muovevano sinuosi e ascoltò il ticchettio dei suoi passi in quel silenzio irreale. Finchè quell’immagine angelica sparì dalla sua vista lasciandolo lì solo, vuoto e triste a maledirsi. Fece per tornare verso casa sua a sguardo basso, ma il suo piede urtò una borsetta rossa di carta, si piegò per vedere cos’era e dentro trovò un piccolo, ma costoso bracciale da uomo con le sue iniziali in argento e diamantini accompagnato da un biglietto rigorosamente rosa “Grazie di tutto…S.E.”. Troy sorrise amaramente e dopo essersi infilato il bracciale tornò a casa a sguardo basso e con il cuore in gola.

Nessuno dei due però sapeva che qualcuno aveva visto e sentito tutto quanto…

RINGRAZIEMENTI TIME:

Sono brava a farmi odiare lo so….ho idea che dopo questo chappy dovrò dormire con un occhio aperto xD

Fefy88: Sì Troy è stato davvero carino, infondo è buono anche se come si vede da questo capitolo un po’stronzo lo è, ma solo per accontentare i suoi amici

Tay_: per evitare la tortura su msn ho aggiornato velocemente dai xD…sono contenta che ti sia piaciuto l’ultimo chappy…non oso immaginare cosa mi dirai dopo questo ihih (cmq stupenda sì la frase di twilight)

Jud_91: Grazie tesò sono contenta ti sia piaciuto…ti prometto che tra qualche capitolo tornano ad essere dulci dulci

Giorgy: E sempre come direbbe Sharpay “Fabulous soprattutto Troy xD”…Saluti anche a te!!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Violenza e affetto ***


Sharpay aprì la porta di casa, era riuscita a smettere di piangere ma aveva un tale peso dentro che a fatica riusciva a respirare. In più era preoccupata perché avrebbe dovuto spiegare il perché di quei vestiti sporchi di terra e per quanto si fosse sforzata non le veniva in mente una scusa plausibile.

Appena entrò vide sua madre sfrecciarle davanti con un’espressione tirata e preoccupata, rivolse un fugace sguardo alla figlia a metà tra il rimprovero e il compassionevole e andò a rifugiarsi in cucina. Ryan invece era seduto sulle scale visibilmente nervoso, picchiettava un piede a terra e si stringeva convulsamente le mani. Immediatamente la biondina fiutò aria di guai…si diresse fino alla sua stanza a sguardo basso, senza avere il coraggio di alzarlo e tendendo le orecchie in attesa del solito burbero urlo che la richiamava indietro…e invece nulla. Ingenuamente iniziò a sentirsi sollevata e raggiunse a passo felpato la sua stanza. Chiuse lentamente la porta per evitare di fare rumore, ma un fruscio alle sue spalle la fece voltare di scatto. Trasalì appena vide Kyle seduto sul suo letto, fissava il tappeto a terra con una spaventosa ombra sul viso che rendeva la sua espressione burbera e sempre arrabbiata ancora più minacciosa. Istintivamente Sharpay incollò la schiena alla porta come in cerca di una qualche protezione che, capì subito, non sarebbe mai arrivata

-Dove sei stata ragazzina?-

ringhiò dopo un po’ l’uomo mentre si scrocchiava convulsamente le dita

-A…a…a fare una passeggiata, mi stavo annoiando…p…perché?-

balbettò lei agitata. Kyle alzò di scatto lo sguardo su di lei serrando la mascella, la scrutò per un po’ e poi chiese di nuovo

-Da sola?-

Sharpay iniziò a percepire una fastidiosa e nauseante sensazione alla bocca dello stomaco, le mani iniziarono a tremarle febbrilmente incontrollate

-Certo con chi vuoi che sia andata Kyle?-

rispose ostentando sicurezza, ma non si accorse dell’errore…il patrigno schizzò in piedi e la tenne bloccata alla porta per i polsi

-QUANTE VOLTE TI HO DETTO DI CHIAMARMI PAPA’?-

le sbraitò ad un centimetro dal viso. Sharpay sentì il cuore schizzarle in petto e girò leggermente la testa di lato tenendo gli occhi chiusi

-S…scusa hai ragione…papà-

pronunciò l’ultima parola con riluttanza e rassegnazione. Kyle però non si mosse di un millimetro, sapeva che la figliastra gli stava mentendo e non tollerava quell’atteggiamento né tanto meno quello che aveva visto poco prima per strada

-E come te li sei sporcati i vestiti?-

chiese con un ghigno sapendo di averla colta in fallo

-Io…io…mi…-

non sapeva che dire e in più era troppo spaventata per inventarsi qualcosa su due piedi. Kyle la guardò con occhi fiammeggianti, un secondo dopo si sentì un click e Sharpay scorse appena la chiave della sua stanza finire nella tasca del patrigno. Lo fissò ad occhi sbarrati implorante sentendosi morire, quello sguardo supplice fu un incentivo per Kyle che in un attimo fece aderire il suo corpo nerboruto a quello esile della figliastra. La tenne schiacciata con forza contro la porta mentre si leccava le labbra lascivamente

-Qualcuno deve insegnarti le buone maniere micetta-

le soffiò all’orecchio, quel sussurro e quella vicinanza le provocarono una pelle d’oca da ribrezzo che non sfuggì a Kyle. L’uomo ghignò e prese a leccarle il collo mentre con una mano afferrò la parte inferiore del vestito.

Sharpay tremava e lo sforzo enorme di non piangere davanti a lui non le permetteva di ribellarsi, in più l’uomo era troppo forte per lei e avrebbe anche potuto ammazzarla per quanto ne sapeva…non poté fare altro che arrendersi e lasciare che succedesse.

Kyle in un lampo e apparentemente senza sforzo le strappò il vestito di dosso e mentre la teneva attaccata ancora contro la porta con un braccio, si distanziò leggermente e le osservò le forme sinuose e tentatrici. Sharpay lo guardava di sottecchi con i denti stretti e un lieve tremore del labbro inferiore

-Adesso capisco perché erano disposti a pagare tanto-

commentò Kyle per poi afferrarla per i capelli e sbatterla con forza sul letto. In quel momento in cui fu lasciata “libera” Sharpay tentò di allontanarsi da lui, ma il patrigno l’afferrò per un braccio e lei si trovò di nuovo immobilizzata, stesa sul letto con il peso dell’uomo sopra di lei che le impediva quasi di respirare

-Adesso ci divertiamo un po’ che ne dici?-

chiese lui per poi scoppiare a ridere mentre le prendeva una mano. Se la portò al cavallo dei pantaloni dove era più che evidente la sua eccitazione, Sharpay tentò di ritirare la mano, ma era bloccata dall’uomo che la obbligò a muoverla per creargli piacere. La biondina chiuse gli occhi e cercò di pensare ad altro, doveva riuscirci per cercare di placare gli attacchi di nausea. Quando ormai Kyle era al limite si sfilò i pantaloni e obbligò la ragazza ad aprire le gambe che prima teneva serrate con forza. Fu una breve lotta tra i due e a quel punto Sharpay non resse più e iniziò ad urlare insulti contro quell’uomo che le aveva rubato tutto nonostante gli schiaffi che quest’ultimo le tirava sulla bocca per farla tacere. Alla fine preso dalla furia contro quella ragazzina fin troppo coraggiosa e insolente le scostò gli slip ed entrò in lei con forza tremenda. Sharpay spalancò gli occhi e rimase senza fiato per il dolore terribilmente acuto

-NO BASTA! TI PREGO!! RYAAAAN!-

urlò con le lacrime che ormai sgorgavano incontrollate mentre lui si muoveva in lei, chiamava il fratello che tanto odiava, cercava aiuto sapendo che non sarebbe mai arrivato, ma sperava che infondo al piano di sotto si rendessero conto che la ragazza che urlava era sorella e figlia loro. Le era impossibile sentire piacere, mentre il patrigno si approfittava per la seconda volta di lei, sentiva solo dolore e rabbia. Alla fine smise di urlare e fissò la luna che si scorgeva fuori dalla finestra lasciando il corpo inerme nella mani di quell’essere come se quel corpicino no fosse più suo…

…-Papy…Papy prendimi-

cinguettò allegra una bimba di cinque anni dai grandi occhi caramellati e i capelli biondissimi tenuti in due trecce mentre tendeva le braccia verso un uomo dai lineamenti uguali ai suoi che le sorrideva dal centro della piscina

-Buttati principessa!-

la esortò lui pronto ad afferrarla. La bimba prese la rincorsa e si lanciò tra le braccia del padre che la prese al volo facendola ridere, l’allegria della piccola però si spense quando sentì dei forti schizzi

-Uffy Ryan smettila!-

strillò lei chiudendo gli occhi per non far entrare l’acqua e con le piccole manine alzò dei deboli schizzi d’acqua verso il bambino dagli occhi azzurri e i capelli biondi spettinati e ritti in piedi. Il piccolo Ryan scoppiò a ridere prendendo in giro la sorellina finchè si sentì afferrare per i fianchi da un braccio forte. Il padre dei due bambini ora li teneva in braccio entrambi

-Basta voi due…possibile che state sempre a litigare?

-Ha iniziato lei!-

-Ha iniziato lui!-

dissero insieme indicandosi l’un l’altra. Il padre scosse la testa rassegnato e si mise a ridere, pochi secondi dopo anche Ryan e Sharpay seguirono il padre con le loro risate cristalline e acute

-Papy è vero che io da grande sarò una bellissima principessa?-

chiese la piccola Sharpay con un faccino innocente. Prima che il padre potesse rispondere Ryan intervenne

-Semmai sarai una bruttissima rospa-

e scoppiò a ridere, ma smise subito appena il padre lo lasciò andare e lui scese sott’acqua annaspando. L’uomo lo recuperò subito e il biondino prese a tossire imbronciato mentre la sorella rideva di lui.

-Certo piccolina, sarai la principessa più bella di tutte-

le assicurò dandole un bacio sulla testa

-E tu Papy sarai il mio principe…Ryan invece pulisce i cavalli-

disse lei decisa per poi mettersi a ridere di nuovo seguita dal padre sotto le occhiatacce del fratello

Ancora in lacrime, stesa su quel letto, coperta solo da un lenzuolo, Sharpay ripensava a momenti come quello in cui era felice con suo padre

-Hey sorellina?-

la voce di Ryan la scosse dai suoi pensieri, si girò verso di lui, gli lanciò un’occhiata sfuggente e poi tornò a guardare dalla finestra. Ryan sospirò e si mise sul letto accanto a lei, le guardò il viso per qualche secondo e si accorse di quanto fosse cresciuta troppo in fretta per la sua età, sembrava una bambola di porcellana, ma con gli occhi di una tigre ferita. Le accarezzò i capelli, ma lei si scansò subito

-Vattene-

gli ringhiò contro. Spinto da un affetto incontrollabile e da un forte senso di colpa Ryan la prese per le spalle e la strinse a sé con forza

-Scusa Sharpay, scusa…lo so che non potrai mai perdonarmi, mi faccio schifo, avrei dovuto proteggerti e invece non ho fatto altro che renderti tutto ancora più difficile. Ma adesso basta, non voglio più vederti così, non voglio che quello ti sfiori ancora anche solo con lo sguardo. Ti voglio bene sorellina, perdonami-

le disse con voce tremante. Sharpay rimase spiazzata da quell’abbraccio che le era terribilmente mancato, ma la stupì di più quello che lui le aveva detto. Dopo tanto tempo qualcuno a cui infondo voleva bene le stava dando affetto e questo le ricucì in parte alcune ferite di quella sera, ma non era abbastanza…si sentiva morta dentro, sapeva che nulla sarebbe cambiato anche se Ryan le aveva detto quelle cose. Rimase stretta a lui ancora un po’ lasciando le lacrime libere di scendere, poco dopo si staccò dal fratello e tirò su col naso

-Torna in camera tua Ryan…o se la prenderà anche con te-

gli disse regalandogli un lieve sorriso che ormai aveva dimenticato. Quel sorriso bastò per rincuorare Ryan che dopo averle baciato la fronte uscì dalla stanza della sorella per dirigersi nella sua…

RINGRAZIAMENTI TIME

Inizia male, continua peggio, ma finisce bene questo chappy. Vi assicuro che le sorprese non sono finite, spero vi sia piaciuto anche se alla povera Sharpay ne ho fatte succedere di ogni xD

Sono di fretta quindi non riesco a ringraziarvi uno per uno comunque grazie 1000 per le recensioni…

Besitos anche a chi legge ^^ PS: Domani è il mio compleanno quindi non ci sarò per aggiornare tornerò Lunedì baci!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Un salto tra le sue braccia ***


La spider nera sfrecciava incontrollata lungo la strada deserta a quell’ora. Un ragazzo riccioluto dalla pelle scura stava accanto al guidatore, in piedi con le braccia alzate al cielo e urlava con quanto fiato aveva in gola. Si sentiva il padrone del mondo e così anche i suoi due amici che ridevano a vederlo smattare in quel modo. Il castano dagli occhi azzurri ad ogni curva premeva di più l’acceleratore fino a raggiungere velocità impressionanti, sentiva il pericolo sfiorargli la pelle, vedeva la morte ad un passo da lui e più accelerava più gli sembrava che tutte le preoccupazioni potessero scivolargli addosso come il vento che gli sferzava le guance. Non si accorgeva però che la forza che metteva nello schiacciare il pedale era rabbia e non voglia di libertà. Rabbia perché si era lasciato di nuovo condizionare dai suoi amici invece che seguire il proprio istinto. Rabbia perché era ancora lì con loro invece che con la ragazza che gli faceva battere il cuore ormai chiuso in una botte di ferro, rabbia perché anche se non la vedeva da poche ore, il pensiero di averla persa, prima ancora di averla veramente, lo tormentava. Gli mancavano quei grandi occhi scuri, quelle soffici onde color miele e quella bocca rosea e morbida che lo mandava in estasi.

-Hey ragazzi…facciamo un giro alla East High-

propose Zeke seduto sul sedile posteriore. Chad che aveva bevuto qualche birra di troppo a casa di Troy rise sguaiatamente mentre batteva una mano sul parabrezza

-Grande bello! Gliela facciamo vedere noi adesso a quel muso giallo del preside!!-

esclamò tutto esaltato. Troy scosse la testa con un lieve sorriso e sfrecciò verso l’imponente edificio.

Era rimasta ore nella sua stanza senza riuscire a smettere di piangere, si fissava allo specchio con gli occhi rossi e gonfi. Sul viso da bambolina portava nuovamente i segni di quella violenza, ma le ferite peggiori che non si sarebbero mai rimarginate le portava dentro di sé. Kyle si era spinto solo una volta fino a quel punto e aveva segnato l’inizio del suo personale inferno, quella volta per Sharpay doveva segnare la fine. Presa da un istinto indefinito si vestì con le prime cose che trovò ed uscì di casa correndo, a piedi scalzi, ma senza preoccuparsene. Corse senza sapere dove andava, erano le sue gambe che la guidavano, corse finchè le bruciavano i polmoni e le gambe non le reggevano più. Si fermò ansante, curva con le mani sulle ginocchia…appena riprese fiato si guardò attorno e si accorse di essere arrivata fino alla East High. Percorse con lo sguardo tutto l’edificio fino a soffermarsi alla terrazza nel punto più alto della scuola. Fece saettare attorno lo sguardo finchè trovò la scala antincendio e di nuovo si ritrovò a correre sopra quei gradini metallici sentendo assente ogni forza di volontà.

Smise di correre solo quando arrivò al parapetto e ci sbattè contro come se fosse stata spinta violentemente. Guardò giù, di sicuro sarebbe stato un bel volo, non se ne sarebbe nemmeno accorta e tutta la sua sofferenza sarebbe cessata con un solo tonfo sordo su quelle lastre di cemento, ma non agì subito…rimase a rimuginare su quello che era accaduto in quei giorni e in un certo senso cercava di convincere se stessa che quel salto era la cosa giusta da fare. Mentre restava lì a fissare il vuoto perse un orecchino con le sue iniziali che cadde per diversi piani fino a spaccarsi a terra con un tintinnio…

La spider nera si fermò poco distante dal cortile della scuola e con un balzo tutti e tre i ragazzi furono fuori

-Che ne dite? Iniziamo dal laboratorio di chimica?-

propose Chad sfregandosi le mani elettrizzato

-Il colpo di grazia lo diamo al teatro! Dovremo pure vendicarci per tutte le ore di detenzione con quella vecchiaccia della Darbus-

aggiunse Zeke con un sorriso cattivo. Troy li seguiva in silenzio…la sua mente era altrove. Mentre camminava con passo strascicato sentì un rumore metallico e qualcosa che brillava a terra, si piegò e vide una piccola S con brillanti. Raccolse il frammento di orecchino e gli venne spontaneo guardare verso l’alto. Si sentì mancare quando vide la chioma bionda di Sharpay che nemmeno si era accorta del loro arrivo. Da là sotto non poteva vedere cosa stesse guardando la ragazza, ma in un istante capì le sue intenzioni e il senso di colpa lo schiacciò impedendogli di muoversi, avrebbe voluto correre da lei, toglierla da quel parapetto così basso che era un attimo ritrovarsi a cadere per cinque piani, avrebbe voluto stringerla e rassicurarla, ma le sue gambe erano cementificate a terra. La osservò ancora e si accorse che stava piangendo, gli si strinse il cuore e si sentì in pena per lei

-Terra chiama Troy!-

Chad gli sventolò una mano davanti agli occhi. Troy scosse la testa come risvegliandosi da quella specie di trance che lo aveva assalito. Guardò l’amico ad occhi sbarrati e con un fil di voce disse

-Sharpay-

ripetere quel nome lo fece tornare proprietario del proprio corpo e dopo aver scansato un Chad basito corse a perdifiato per la scala antincendio, il più veloce possibile per salvare quella ragazza che gli aveva rubato il cuore.

Sharpay non si accorse dell’arrivo dei tre ragazzi, era intenta a guardarsi attorno mentre altre calde lacrime le rigavano le guance. Da lì si vedeva una buona parte di Albuquerque quasi completamente al buio, vide la villa dove abitava quando la sua era ancora una famiglia e numerosi ricordi riaffiorarono davanti ai suoi occhi. Persa in questi pensieri nemmeno si accorse di essersi seduta sul parapetto con i piedi penzoloni nel vuoto.

Improvvisamente si sentì stringere i fianchi da braccia forti e fu trascinata via da quel parapetto

-Sei impazzita??-

urlò una voce a lei fin troppo familiare. Troy la teneva stretta a se impedendole di muoversi, aveva il cuore a mille per la paura, la corsa, ma soprattutto perché la stringeva tra le sue braccia. Sharpay non si ribellò e anche il suo cuore iniziò la corsa non appena sentì la sua voce e la pelle calda del ragazzo contro la sua. Improvvisamente la rabbia che provava nei suoi confronti svanì e fu assalita da un senso di sconforto e fallimento perché stava per fare la più grande scemenza della sua vita.

-L’ha fatto di nuovo Troy-

singhiozzò guardando davanti a sé, Troy la prese per le spalle e la fece girare verso di sé dolcemente. Vide sul suo viso i segni di altre botte

-Cristo santo! Ti ha picchiato di nuovo…-

la guardò negli occhi e la luce cupa che vide non lo rassicurò affatto, la biondina abbassò lo sguardo e riprese a piangere più forte. Il ragazzo capì immediatamente fin dove si era spinto quel verme, mandò giù un groppo di saliva che sembrava cemento e strinse forte la ragazza a sé

-Stai tranquilla Sharpay…ci sono io adesso, non dovrai più preoccuparti. Adesso vieni a casa con me e domani troveremo una soluzione-

le accarezzò il viso

-E scusami per tutto quello che è successo…non volevo te lo giuro-

Sharpay fissò il suo sguardo in quello del ragazzo e un istante dopo lo baciò intensamente. Era un bacio di perdono e ringraziamento, un bacio che fece correre i loro cuori.

-Vieni andiamo-

sussurrò Troy prendendola in braccio. Sharpay si lasciò portare di sotto stretta a lui con la testa appoggiata sulla sua spalla e con un lieve sorriso che le increspava le labbra.

Chad e Zeke erano già entrati nella scuola e stavano facendo danno nelle varie aule e laboratori, Troy non se ne curò, fece salire Sharpay sulla macchina e dopo averle stampato un altro tenero bacio partì verso casa sua senza mai lasciarle la mano.

RINGRAZIAMENTI TIME

Scusate a tutti per il ritardo, ma ho avuto un po’ da fare e poi avevo un blocco totale, infatti il chappy lascia un po’ a desiderare! Innanzitutto ringrazio tutti quelli che hanno letto o hanno messo la mia ff tra i preferiti…

Jud_91: Grazie 1000 per gli auguri tesò ti lovvo!! Ti assicuro che Kyle avrà la sua punizione (ancora ci devo pensare xD)…a Troy avrei potuto fargliela pagare, ma non sapevo come e poi meglio così o davanti alla East High ci sarebbe stata una marmellata di Sharpay e forse era meglio evitarlo xD

Giorgy: Sono contentissima che ti piaccia! Spero ti si apiaciuto anche questo chappy e che continuerai a seguirmi…besitos

>

Leia_the_Witch: Wow ho un’altra fan!!! Sono felice che ti piaccia e grazie mille per tutti i complimenti, davvero! Evvai un’altra Tropay convinta, l’esercito aumenta!

Tay_: Sì hai ragione tesò è triste però tranquilla che ci saranno momenti migliori…sto cercando di pensare a come metterci un po’ di Chaylor anche se non ho mai scritto su di loro…spero mi venga in mente qualcosa ^^

Giua1234: Grazie x gli auguri. Sì si risolverà tutto questa finisce bene non come l’altra xD

Fefy88: Grazie anche a te tantissimo x gli auguri! Dai Ryan un po’ una mossa se l’è data, poi tornerà di nuovo in campo tranquilla xD

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Gocce di pioggia su di noi ***


La spider sobbalzò lievemente mentre passava sopra un dosso provocando così la caduta delle goccioline che pigre restavano aggrappate al finestrino. Sharpay sbuffò e distolse lo sguardo dalla pioggia per dedicare tutta la sua attenzione ad una ciocca di capelli che le sfiorava una guancia ancora umida dalle lacrime appena versate. Continuava a pensare a quello che stava per fare e che se Troy non fosse capitato lì per caso ora lei sarebbe su quel freddo cemento a morire. Istintivamente si rannicchiò sul sedile abbracciando le ginocchia mentre guardava davanti a sé la strada che sembrava comparire man mano che la macchina proseguiva. Troy accanto a lei la guardò un attimo e disse

-Ci siamo quasi-

lei in risposta si limitò ad annuire.

Dopo una manciata di minuti arrivarono a casa di Troy, Sharpay ebbe un brivido ripensando a cosa era successo lì quella mattina e alle conseguenze che tutto questo aveva portato. Sospirò e scese dall’auto prima ancora che Troy potesse raggiungerla con l’ombrello. Uno scroscio d’acqua la investì inzuppandole i capelli e i vestiti, ma Sharpay non si lamentò…lentamente alzò il viso verso il cielo mentre i capelli le gocciolavano lungo la schiena, socchiuse gli occhi per non far entrare l’acqua e rimase a godersi quella fitta pioggia che batteva a volte dolcemente, a volte più forte sul suo viso

-Ti prenderai un accidente-

la rimproverò Troy tirandola sotto l’ombrello. Sharpay completamente zuppa lo guardò negli occhi imbronciata e con una mano prese l’ombrello e lo tolse dalla stretta allentata del ragazzo

-Così siamo in due-

gli rispose per poi sorridere lievemente. I due rimasero a guardarsi negli occhi mentre la pioggia cadeva fitta su di loro, Sharpay sentì la mano calda e umida di Troy afferrare la sua che invece era gelida. Il ragazzo delicatamente la tirò verso l’ingresso della casa senza mai smettere di guardarla negli occhi, sembrava  piccola e fragile così zuppa e tremante per il freddo. Troy infilò la chiave nella toppa, ma si sentì tirare per il braccio e finì nuovamente sotto l’acqua. Istintivamente chiuse gli occhi, ma la risata cristallina di Sharpay lo spinse a riaprirli subito e mentre le gocce gli scorrevano dai capelli lungo il viso e il collo, guardò divertito la biondina che a braccia aperte girava su se stessa godendosi la pioggia e quell’attimo di follia. Troy la raggiunse di corsa schizzando un po’ di fango nel prato zuppo con i suoi passi pesanti, mentre lei girava la afferrò per i fianchi sollevandola e risero insieme quasi come se non fosse successo nulla poco prima. Le loro risate si affievolirono pian piano e si trovarono muti a fissarsi intensamente negli occhi, Sharpay ancora tremava di freddo, ma in un attimo si trovò tra le braccia del castano che la riscaldarono all’istante. Le loro labbra si incontrarono di nuovo in un contatto che presto approfondirono e che li lasciò senza fiato con il cuore che correva come impazzito l’uno rubato dall’altra.

-Torniamo dentro, stai tremando e hai le labbra viola-

disse Troy continuando a stringerla tra le sue braccia mentre con un dito le sfiorava leggero le labbra. Sharpay si strinse a lui beandosi del lieve calore della sua pelle intirizzita e si avviò alla porta, ma prima di entrare si fermò sulla soglia. Troy proseguì di un passo ma si accorse che lei si era fermata, la guardò interrogativo

-E’ tutto ok?-

le chiese. Sharpay abbassò lo sguardo su lei stessa poi tornò di nuovo a guardare il castano

-Sono zuppa e sporca di fango-

gli fece notare dando un’altra occhiata ai suoi piedi scalzi, gelidi e infangati. Troy ridacchiò

-E dov’è il problema-

la prese velocemente in braccio

-Ora sali, ti fai una doccia calda, ti do un mio pigiama e ti metti sotto le coperte-

aggiunse premuroso mentre saliva gli scalini. La bionda storse la bocca

-Devo proprio mettermi un tuo pigiama? Ma mi starà grandissimo!-

si lamentò

-Allora stai senza-

ribattè ghignando, ricevette uno scappellotto

-Stai buono tu…e non farti strane idee-

disse lei risoluta. Troy aprì la porta del bagno e posò a terra la ragazza. Il castano si appoggiò allo stipite della porta e la guardò a braccia conserte, fece scorrere il suo sguardo lungo quelle curve sinuose e delicate fino ad incrociare la sua occhiata contrariata e interrogativa

-Beh allora? Non la vuoi fare questa doccia? Guarda che sporca di fango non ti faccio entrare nel letto-

disse divertito immaginandosi la sua reazione, ma rimase spiazzato quando vide le dita affusolate della biondina che velocemente slacciavano i bottoncini rosa della sua camicetta. Deglutì mentre seguiva il percorso di una gocciolina che dalla frangia bionda le scese lungo le guance, sul collo e più giù sul seno fino a scomparire assorbita dal tessuto del reggiseno. Dovette fare appello a tutte le sue forze per reprimere l’istinto di impossessarsi di lei, intanto seguì come incantato la camicetta che leggera cadde a terra. Sharpay si godeva la sua espressione cercando di non ridere e proseguì sbottonando i Jeans. Il castano seguì le mani della ragazza che percorsero il ventre esile fino a fermarsi all’allacciatura dei pantaloni, deglutì nuovamente iniziando a sentire caldo. Con il dorso della mano si asciugò la fronte imperlata di sudore, ma fu incapace di distogliere lo sguardo da quelle gambe lunghe che si erano appena scoperte davanti ai suoi occhi. Sharpay si sfilò anche i Jeans e con un sorrisetto sadico mise le mani dietro la schiena per aprire il reggiseno. Troy ad occhi sbarrati alzò lo sguardo fino a soffermarsi su quelle curve che presto si sarebbero rivelate a lui, ma uno strillo della bionda lo fece trasalire e lo strappò da quello stato catatonico in cui era piombato

-Che cos’è quello??-

Sharpay indicò allarmata un punto oltre le spalle di Troy il quale si voltò di scatto, ma nel giro di un secondo si diede del cretino non appena sentì la porta chiudersi dietro di lui e la risatina beffarda di Sharpay. Troy sbuffò e si appoggiò alla porta

-Hey…è così che mi ringrazi??-

si lamentò facendo il cucciolo bastonato, in risposta ricevette solo un’altra risata più cinguettante. Si passò una mano tra i capelli, deluso, si arrese all’evidenza e tornò mesto in camera sua aspettando che lei finisse…

Sharpay entrò in camera di Troy con solo un asciugamano avvolto attorno al corpo e le braccia libere, ma mentre pensava di proseguire il suo giochetto sadico questa volta fu lei a restare ammaliata. Troy si stava frizionando i capelli bagnati con un asciugamano, era coperto solo da un paio di boxer e i suoi pettorali ancora umidi sembravano luccicare alla luce. Il castano non si accorse subito dell’arrivo della bionda che colse l’occasione per osservare meglio quel perfetto fascio di muscoli che si tendevano sotto la pelle bronzea e glabra del giovane. Sharpay si lasciò sfuggire un sospiro che attirò l’attenzione di Troy

-Eccoti finalmente!-

esclamò cercando di nascondere i fremiti che quella ragazza avvolta solo da un asciugamano gli provocava, vedendo lo sguardo della biondina ghignò e fece una giravolta su se stesso

-Un po’ per uno no?-

Sharpay sorrise e incatenò lo sguardo a quello di Troy che iniziava a sentire le sue speranze crescere esponenzialmente

-Dovrei vestirmi-

disse lei distaccata, quelle parole fecero sparire il sorriso dal volto di Troy che sbuffando si avviò alla porta della stanza

-Ok ok ho capito…i pigiami sono in quel cassetto-

disse mogio indicandole un mobile della stanza. Sharpay sorrise e iniziò ad asciugarsi…

…La porta della stanza si riaprì dopo un po’, Troy seduto di fuori alzò lo sguardo e trattenne una risatina a vedere l’espressione della ragazza

-Non posso crederci Bolton!-

esclamò sconvolta

-Hai dei pigiami che nemmeno mio fratello a 5 anni metteva!!-

aggiunse esasperata. Troy rise

-Scusa se mando mia madre a comprare certe cose-

disse alzandosi, la guardò per bene, aveva indossato solo una maglia che le stava grandissima e le faceva da vestito lasciandole le gambe quasi del tutto scoperte

-Comunque ti sta molto bene-

aggiunse malizioso chinandosi con la testa inclinata da un lato per cercare di vedere di più

-BOLTON!!!-

strillò lei tirando i lembi della maglia verso il basso in un vano tentativo di renderla più lunga

-A dormire…ORA!-

tuonò indicandogli il letto con cipiglio severo. Troy fece una smorfia e la guardò divertito, con un balzo si gettò sul letto

-Allora vieni a dormire o no?-

chiese il ragazzo battendo una mano sul materasso nel posto accanto a lui. Sharpay spalancò la bocca

-Cioè io dovrei dormire lì…con te?-

-Eddai non dirmi che ti dispiace…ho visto come mi guardavi prima-

disse con un sorriso sadico. La bionda arrossì violentemente e aprì bocca per ribattere ma non le vennero le parole, sospirò arrendevole

-E va bene-

lo raggiunse nel letto

-Ma stai al tuo posto-

lo avvertì. Troy le cinse immediatamente la vita con le sue braccia forti

-Davvero vuoi che stia al mio posto?-

la provocò. Sharpay sentendo nuovamente il suo profumo e la pelle calda a contatto con la sua si accoccolò accanto a lui

-E chi l’ha mai detto??-

esclamò con una faccia innocente provocando la risata del castano che la tenne stretta tra le sue braccia mentre le accarezzava i capelli. Inebriata da quel calore e da quel profumo la bionda cadde dolcemente in un sonno profondo che proseguì per tutta la notte.

RINGRAZIAMENTI TIME:

Rieccomi che riaggiorno, chiedo di nuovo scusa per il ritardo, ma ultimamente ho dei blocchi xD…

Giorgy: Il premio per la prima a recensire non c’è ihihi…però grazie mille per il complimento aspetto di sapere cosa ne pensi di questo chappy

Selphie: Madonna un'altra seguace mi stupisco di me stessa eheh…nemmeno a me piace particolarmente il Troy del film però devo ammettere che mi alletta lo stesso. Molto meglio comunque il Troy teppista dal cuore dolce e Chad non posso che darti ragione stupendo sia qui che nel film ^^…spero ti sia piaciuto questo chappy

Jud_91: Tesorooooo!! Addirittura Divino! E dire che a me non piace per niente xD…sto pensando a qualcosa di mooolto doloroso per Kyle

Tay_: Addirittura da meritarmi il tuo perdono?? Allora devo aver fatto davvero colpo ihih…

Fefy88: *.* Grazieeeee, ma figurati non c’è bisogno di fantasia per farmi piacere, mi basta vedere che continui a seguirmi…carino questo chappy non trovi? Kiss

Leia_the_Witch: Ma lo sai che sei il mio mito?? Zashley e Tropay convintissima quanto me, bene bene sono contenta xD…le tue ficcy su zashley le ho lette tutte e sono a dir poco stupende *.*

Uhuhuhuhu: Sono contenta che anche tu adori Sha in HSM e spero che anche questa Sha ti piaccia…continua a seguirmi kiss!

Giua1234: Grazie!! Ma tranquilla non potrei mai far morire Sharpay (almeno non in questa ff xD)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** L'idea ***


Il profumo di caffè giunse alle narici di Troy misto al lieve gorgogliare della caffettiera. Immerso nel dormiveglia il ragazzo si rigirò tra le lenzuola biascicando qualcosa e meccanicamente tese un braccio verso l’altro lato del letto, ma quello ricadde sul cuscino morbido senza incontrare la pelle liscia e delicata che si aspettava. Interdetto aprì gli occhi strabuzzandoli un poco mentre la bocca si apriva in un ampio e sonoro sbadiglio, mise a fuoco il posto vuoto accanto a lui alzando di poco la testa per poi farla risprofondare nel cuscino con uno sbuffo irritato.

-L’avrò sognato-

mormorò tra se e se, ma non riusciva a spiegarsi il perché di quell’aroma di caffè sparso per casa. Sapeva che i suoi erano via per tutta la settimana e mentre pensava che fossero tornati prima scese le scale ancora in boxer, con i capelli spettinati e gli occhi che si chiudevano. Appena girò l’angolo per entrare in cucina rimase bloccato…Sharpay era lì che gli dava le spalle mentre riempiva due tazze di caffè bollente, aveva ancora addosso il suo pigiama, ma con disappunto del ragazzo sotto aveva indossato anche un paio di pantaloncini

-Allora non ho sognato-

disse allegro arrivandole alle spalle, Sharpay sussultò per poi abbandonarsi contro il petto del ragazzo che l’aveva abbracciata da dietro

-A quanto pare no…caffè?-

cinguettò passandogli una tazza fumante, lui sciolse l’abbraccio e guardò scettico la ragazza

-Non so se mi piace-

rispose mentre osservava le sue labbra sul bordo della tazza, Sharpay bevve un sorso e poi disse stranita

-Ah…beh provalo no?-

Troy non se lo fece ripetere due volte e tuffò una mano nei suoi boccoli biondi per poi baciarla intensamente…si staccò dopo poco e fece schioccare la lingua come se stesse analizzando un sapore, guardò pensieroso verso il soffitto

-Uhm sì, molto buono!-

commentò alla fine posando lo sguardo su di lei che lo fissava stralunata…

Improvvisamente si sentì la porta di ingresso che si spalancava e due ragazzi dalla pelle scura entrarono nella casa come terremoti sbraitando

-Troy, maledetto stronzo!! Dove ti sei ficcato?-

le loro voci non erano minacciose, ma piuttosto goliardiche e divertite. Sharpay posò spazientita la tazza sul bancone della cucina

“Di nuovo quei due”

pensò seccata e un po’ intimorita. Troy bevve velocemente un sorso di caffè e sbuffò

-Stai qui…li sbatto fuori e torno da te-

disse il castano facendole l’occhiolino.

-Nessuno vi ha insegnato a suonare il campanello?-

li rimproverò seccato appena li raggiunse all’ingresso. Chad e Zeke parvero non aver ascoltato le sue parole e si avventarono su di lui dandogli pacche sulla schiena nuda e “delicati” pugni in pancia. Zeke gli arruffò i capelli

-Certo che sei proprio un bastardo eh! Ci hai mollati là come due scemi stanotte-

-Come se non lo foste-

commentò sarcastico il castano. Chad rise senza motivo per poi dare un’altra pacca all’amico

-Avanti Bolton, c’è di mezzo una ragazza vero? L’hai già punita a dovere eh!!-

esclamò stupidamente seguito da Zeke. Troy li guardò rassegnato

-Macchè ragazza e ragazza, solo che ieri sera non mi andava di fare casino e poi siete bravi anche a camminare no?-

borbottò lui infastidito. Zeke e Chad si scambiarono uno sguardo d’intesa e all’unisono dissero

-Sì, c’è di mezzo una ragazza-.

Un colpo di tosse alle loro spalle fece voltare di scatto tutti e tre, Troy sbarrò gli occhi mentre Chad e Zeke deglutirono increduli. Sharpay li fissava a braccia conserte, seppur avvolta in quella maglietta sformata e quei pantaloncini troppo grandi per lei, non aveva certo perso la sua sensualità. Avanzò verso i tre ancheggiando lievemente con una mano sul fianco mentre lo sguardo era fisso in quello di Troy, si fermò davanti a lui nel silenzio generale e lentamente fece scivolare un dito lungo i suoi pettorali nudi

-Avanti Troy, perché non glielo dici-

lo incitò suadente. Il castano capì immediatamente il suo gioco e si ripromise di ringraziarla a dovere. La tirò a sé per i fianchi guardandola maliziosamente per poi alzare lo sguardo sui due amici

-Va bene ragazzi mi avete beccato…che ci volete fare, la carne è debole-

ghignò all’espressione dei due. Zeke teneva fisso lo sguardo sul corpo della biondina, mentre Chad guardava incredulo l’amico. Sharpay scosse la testa guardando i due

-Troy certo che hai degli amici proprio cretini-

commentò acida, Chad ebbe un moto di rabbia verso di lei ed alzò il braccio come per sferrarle un pugno, ma si fermò da solo

-Bada a come parli piccoletta!-

sibilò minaccioso. Troy non resse più e scoppiò a ridere seguito da Sharpay, mentre Zeke e Chad li osservavano ancora più straniti

-Certo che oltre ad essere cretini, siete anche creduloni!!-

esclamò il castano lasciando andare la vita della bionda

-Eh??-

esclamarono all’unisono i due ragazzi scuri con una smorfia idiota. Sharpay mandò gli occhi al cielo

-Non è successo niente tra me e Troy, o almeno non quello che pensate voi. Perciò la spider è ancora in gioco-

spiegò scambiando un’occhiata con il playmaker il quale continuò

-Tranquilli sa tutto-

improvvisamente lo sguardo del castano si illuminò e guardò raggiante i due amici che non ci stavano capendo un tubo

-Ho trovato il modo di rendervi utili ragazzi!-

esclamò. Sharpay lo guardò scettica

-Impossibile-

commentò scotendo la testa e ricevendo un’occhiataccia dagli altri due che pendevano ormai dalle labbra di Troy

-Sharpay, ci possono aiutare…anzi TI possono aiutare se glielo permetti…ma devi raccontare tutto anche a loro-

La bionda indietreggiò di due passi scotendo la testa in segno di dissenso

-No Troy non puoi chiedermelo! Non posso fidarmi di loro-

Troy le prese le mani e la fissò negli occhi caramellati

-Ascoltami, lo so che è chiederti tanto…ma se non puoi fidarti di loro almeno fidati di me! Tentar non nuoce-

le disse persuasivo. Sharpay lanciò un’occhiata insicura a Zeke e Chad

-Tu sei sicuro che quello che hai in mente funzionerà? Perché se dovesse andare storto qualcosa sarò io a pagarne le conseguenze-

Troy la strinse forte a sé

-Stai tranquilla, non permetterò che ti succeda più niente…sono più che sicuro che tutto andrà bene…infondo siamo sette contro uno!-

la bionda alzò un sopracciglio

-Come sette?-

Troy sorrise soddisfatto della sua idea e sciolse l’abbraccio, le sorrise e disse

-Aspettami qui…torno subito-

RINGRAZIAMENTI TIME:

Ecco questo chappy è un po’ corto e scritto male, ma mi serve per introdurre il prossimo (se li mettevo insieme era troppo lungo)

Jud_91: Ammazza quanto sei sadica!! Mi fai paura, meglio non farti arrabbiare xD…Anyway come dice Troy in questo chappy sono 7 contro uno perciò sarà una bella e spietata vendetta. Grazie cmq per la recensione ti lovvo anche io <3 <3…kisssssssssssss!!

Leia_The_Witch: Mi hai tolto le parole di bocca anche io li definirei così in quel chappy!! Che bello anche tu condividi le mie stesse idee su quel film e sugli attori (idem per Vancessa…e la chiamo sempre così perciò non rompete xD)…addirittura fantastica! Beh non so che dire *me arrossisce*

Selphie: Tranquilla sono sadica, ma non fino a questo punto, almeno non sulla mia teshola!! Questo chappy mi è venuto in mente grazie alla tua recensione, in effetti non avevo pensato di continuare la storia di chad e zeke dp quello che avevano combinato, invece così coincide alla perfezione con quello che avevo in mente, perciò grazie 1000 *.*

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Tutti a rapporto ***


Sharpay scese di nuovo le scale di casa Bolton dopo essersi rimessa la camicetta e i Jeans della sera prima. Troy in cucina stava riempiendo diversi bicchieri con varie bibite, mentre Zeke e Chad erano buttati sul divano del salotto ancora sconcertati da quello che la biondina aveva raccontato loro. Il riccioluto si contorceva nervosamente le mani passandole spesso tra i capelli, l’altro invece fissava un punto indefinito evidentemente perso nei suoi pensieri. In quel momento suonò il campanello, Sharpay che era la più vicina si affrettò ad aprire e prima ancora di accorgersene si trovò stretta tra le braccia del fratello

-Per fortuna stai bene!-

esclamò stringendola sempre più forte. Sharpay mugugnò con voce strozzata

-Stavo bene fino a qualche secondo fa-

Ryan la lasciò immediatamente andare e si sistemò il consueto cappello. La biondina vedendolo in viso trasalì e così fecero anche gli altri che li avevano raggiunti all’ingresso

-Oddio! Ma che è successo?-

chiese preoccupata vedendo il sopracciglio spaccato e uno zigomo totalmente viola, sapeva già la risposta, ma in cuor suo sperò che fosse successo altro. Ryan alzò le spalle

-Non è niente…Kyle ha dato di matto quando ha visto che non eri in casa stanotte e ha cercato di sapere da me dove eri scappata-

Sharpay strinse i denti furiosa, ma Troy le cinse immediatamente le spalle per farla calmare

-Tranquilla, questo è il suo ultimo errore-

le soffiò all’orecchio e con sollievo avvertì i muscoli della ragazza che lentamente si rilassavano. Chad fece cenno con la testa a Ryan di seguirlo e lo precedette assieme a Zeke in cucina

-Ecco tieni-

gli disse lanciandogli una borsa del ghiaccio. Ryan l’afferrò al volo e si mise seduto scompostamente su una sedia con il ghiaccio premuto sullo zigomo.

Sharpay era rimasta con Troy all’ingresso e si nascondeva il viso tra le mani

-E’ colpa mia…lo sapevo che prima o poi se la sarebbe presa anche con lui-

mormorò. Troy le baciò la fronte e le alzò il viso per fare in modo che lo guardasse negli occhi

-Smettila di dire così, tu non hai fatto niente…l’unica persona che ha una colpa quello è proprio il tuo patrigno-

-Ma…-

-Niente ma! Tu devi solo fidarti di me e del tuo cuore-

le sussurrò posandole una mano sul cuore che batteva come impazzito. Sharpay sospirò arrendevole

-Va bene, ma non voglio che succeda qualcosa anche a te-

Troy le fece l’occhiolino e le stampò un bacio sulle labbra

-Non mi succederà niente…non succederà più nulla a nessuno, te lo prometto-

le sorrise rassicurante, quel sorriso che le scaldò il cuore. La bionda annuì con un lieve sorriso ed entrò in cucina assieme agli altri…

…-Eccoci!-

esclamò una voce trafelata. Taylor e Gabriella irruppero in casa Bolton pochi minuti dopo l’arrivo di Ryan.

Sharpay seduta in braccio al castano lo guardò stranita

-Adesso ti spiego-

le disse sorridendo raggiante. Le due ragazze corsero ad abbracciare Sharpay, che per un attimo rimase rigida, ma poi ricambiò l’abbraccio delle amiche

-Troy ci ha detto tutto Sha…è terribile!-

disse sconvolta Gabriella con espressione corrucciata e scuotendo i boccoli scuri

-Gabby lo sa da sola che è terribile, magari se eviti di ricordarglielo-

la rimbeccò Taylor con una punta di acidità facendo ridacchiare tutti quanti, mentre la mora si mordeva un labbro fissandosi timidamente i piedi. La tensione si era leggermente allentata, ma Sharpay non poteva fare a meno di rabbrividire ogni volta che vedeva il livido nitido sullo zigomo del fratello

-Scusate ho bisogno di aria-

disse alzandosi dalle gambe di Troy che fece per seguirla, ma una mano delicata si posò sulla sua spalla. Il castano incrociò per la prima volta dopo tanto tempo gli occhi scuri e luminosi di Gabriella, quegli occhi che fino a poco tempo fa gli riempivano il cuore di gioia e che avrebbe continuato a fissare in eterno. Lei scosse la testa e sentì immediatamente i muscoli del ragazzo che dopo essersi tesi in uno scatto si rilassarono sotto il suo tocco e Troy tornò ad appoggiare la schiena alla sedia con uno sbuffo. La cucina piombò in un silenzio quasi spettrale mentre tutti erano intenti a fissare ognuno un punto.

Sharpay si era seduta fuori sul porticato e guardava le poche persone che ogni tanto passavano di fronte alla casa, si immaginava cosa stessero pensando, dove fossero dirette e cosa le aspettasse a casa. In poche parole si immaginava la sua vita alternativa, se non fosse mai arrivato Kyle a rovinare tutto e se suo padre fosse ancora lì con lei. Abbassò lo sguardo e mentre i ricordi ancora una volta la assalivano con tutta la loro prepotenza calde lacrime le scesero dagli occhi ormai stanchi e perennemente arrossati.

Alzò il viso di scatto appena si accorse di una presenza accanto a lei, ma non si voltò, le bastò vedere la mano esile dalla carnagione olivastra che intrecciava le dita con le sue, per riconoscerla

-Perché non si può tornare indietro Gabby?-

mormorò la bionda fissando davanti a sé. Gabriella le fece poggiare il capo sulla sua spalla e sospirò

-Sha, se tu tornassi indietro dovresti rivivere tutte le brutte cose che hai passato-

le rispose mentre l’altra singhiozzava

-No! Eviterei la morte di mio padre…sarebbe tutto diverso se tornassi indietro-

Gabriella scosse la testa

-Non avresti mai potuto evitarlo…l’unica cosa che ti resta da fare è tornare ad essere felice. Tuo padre avrebbe voluto vederti sorridere e non soffrire come soffri ora. Se davvero vuoi che le cose cambino devi superare questo periodo…e noi siamo qui per questo-

Mentre parlava con Gabriella, Sharpay non si accorse che anche tutti gli altri erano usciti sul porticato finchè sentì le mani calde di Troy che le asciugava premurosamente le lacrime

-Sorridi principessa…d’ora in poi è solo questo che devi fare-

disse Troy sicuro. Sharpay fece scorrere lo sguardo su tutti i presenti fino a soffermarsi nel mare azzurro degli occhi di Troy, non sorrise ma smise subito di piangere

-Avanti…che hai in mente?-

lo esortò la bionda pronta finalmente ad ascoltare il piano del ragazzo. Troy sorrise raggiante e iniziò a raccontare tutto minuziosamente con espressione soddisfatta catturando l’attenzione e l’approvazione di tutti quanti.

RINGRAZIAMENTI TIME:

Eccomi con un altro chappy, di nuovo scusate per il ritardo, anche questo come il precedente è un po’ corto e scritto così così, vogliate perdonarmi xD…vi lascio ancora della suspance per sapere cosa vuole fare Troy ^^

Uhuhuhuhu: Addirittura un genio!! Beh grazie mille allora, non pensavo di riscuotere così tanto successo xD…

Jud_91: Ed ecco che si fa avanti sadica come nn mai xD…Troy in boxer, beh che dire? Sbavavo nello scrivere, fai un po’ te…ma ci sarà un capitolo ancora migliore

Selphie: eheh siccome sn sadica aspetta ancora il prossimo chappy

Tay_: Sono felice ti piaccia…ma troppi complimenti addirittura sublime *me arrossisce*

Giua1234: Noooo non sei pervertita o almeno non quanto me e Jud ihih

Fefy88: grazie *.* anche questo è corticello però spero ti piaccia, almeno a me non fa impazzire però il pezzo con Gabriella (anche se la detesto) mi piace tanto…dal prossimo prometto che mi do una svegliata xD

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Verso una nuova vita ***


Sharpay era naso all’aria e fissava agitata la finestra di camera sua. Accanto a lei tutti gli altri, tesi quanto lei. Troy le si accostò all’orecchio

-Allora è tutto chiaro?-

le chiese per accertarsi che andasse tutto per il verso giusto. Sharpay respirò profondamente

-Cristallino-

rispose ostentando sicurezza anche se dentro di lei aveva un brutto presentimento. Il castano sorrise e le stampò un bacio sulle labbra

-Sei una bravissima attrice…ce la puoi fare-

Sharpay sorrise lievemente e senza aggiungere altro si accostò alla parete della casa e iniziò ad arrampicarsi fino alla finestra della sua stanza. L’aveva fatto spesso e le veniva facile, ma non era questo che la preoccupava.

@@@

-Kyle-

la voce vellutata alle sue spalle fece voltare di scatto l’uomo che era intento a bere del caffè appoggiato al piano della cucina. Appena vide quel visino d’angelo il suo primo istinto fu quello di sferrarle un pugno da rimetterla al suo posto una volta per tutte, ma appena i suoi occhi si posarono prima sul corpo della figliastra e poi sul suo sguardo malizioso, l’unica cosa che riuscì a fare fu deglutire mentre le imprecazioni gli morirono in gola. Aprì bocca per parlare, ma fu preceduto dalla biondina che avanzava verso di lui a passi lenti fissandolo come se volesse mangiarselo

-Ieri sera non mi sono comportata bene…-

iniziò cercando di controllare il tremito della voce

-Ho urlato e ho cercato di ribellarmi, ma non mi rendevo conto dello sbaglio…-

lo squadrò con aria avida

-Insomma guardati…quale ragazza non vorrebbe essere stata al mio posto?-

mentre parlava sentii un lieve scalpiccio nella sala e si sentì leggermente sollevata anche se quella farsa le stava facendo venire la nausea. Ormai era ad un palmo di distanza dal patrigno che non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. La fissava stupito ed eccitato, avrebbe voluto strapparle immediatamente i vestiti di dosso

-E chi può darti torto micetta-

si vantò lui afferrandola per il sedere e tirandola definitivamente a sé. Sharpay respirò profondamente dopo quel gesto del patrigno per bloccare un attacco di nausea che avrebbe potuto mandare tutto all’aria. Sorrise

-Eh no! Con calma, meglio fare le cose per bene…ti aspetto di sopra, tra cinque minuti-

gli sussurrò con lo stesso tono provocante di prima dopodiché si liberò dalla stretta dell’uomo ed uscì dalla cucina.

Appena mise piede fuori dalla stanza si sentì tirare per un braccio e si ritrovò stretta tra braccia forti, la tensione di prima parve svanire di colpo, ora si sentiva tranquilla e al sicuro

-Non poteva andare meglio di così…sei stata perfetta-

il sussurro di Troy la fece sorridere e alzando il viso incrociò lo sguardo rassicurante di Ryan, Chad e Zeke che assieme al castano erano entrati di soppiatto dalla porta secondaria mentre lei distraeva il patrigno. Quel momento di tranquillità cessò improvvisamente quando dalla porta della cucina uscì anche Kyle, i cinque ragazzi si appiattirono con la schiena contro la parete trattenendo il respiro…tutti quanti fissavano preoccupati la porta d’ingresso.

Fortunatamente qualche istante dopo si udì il trillo insistente del campanello. Kyle che aveva già un piede sulle scale si voltò con sguardo rabbioso e, borbottando quelle che sembravano impronunciabili imprecazioni, fece dietro-front e andò ad aprire.

Alla sua vista si presentarono due ragazze molto carine, una riccia dagli occhi scurissimi e la pelle color cioccolato, l’altra con un dolcissimo sguardo da cerbiatta e i soffici boccoli neri che le ricadevano leggeri sulle spalle. Sorridevano all’uomo che inizialmente le guardò stupito, ma poi si dipinse sul suo volto il solito ghigno compiaciuto

-Deve essere la mia giornata fortunata…che posso fare per voi signorine?-

chiese con un tono che di cortese non aveva nulla mentre si sfregava le mani. Prima che potesse passare il tempo necessario per una risposta Kyle si sentì afferrare per i capelli e una smorfia di dolore si dipinse sul suo viso mentre veniva trascinato indietro da qualcuno alle sue spalle. Troy e Chad tenevano salda la presa nonostante l’uomo di dimenasse e cercasse di colpire chi gli stava dietro, non li poteva vedere, se cercava di voltarsi il dolore al cuoio capelluto si faceva più forte. Taylor e Gabriella varcarono la soglia d’entrata e si lanciarono in aiuto dei due ragazzi che facilmente riuscirono a scaraventarlo a terra. Sharpay avrebbe voluto dare una mano e fissava la scena preoccupata mentre le braccia del fratello le impedivano di muoversi. Zeke tenne bloccate le braccia di Kyle con molta fatica mentre Chad gli sferrava una scarica di pugni all’addome. La forza e la foga che il riccioluto ci metteva fece mancare il fiato all’uomo che bloccato a terra aveva poco scampo

-Adesso capisco-

farfugliò

-Voi siete gli amichetti di quella puttanella-

esclamò ridacchiando. A quelle parole Sharpay fece per scattare in avanti con il fuoco negli occhi, ma Ryan la tenne ferma. Ci pensò Troy a dargli quello che si meritava sferrandogli un calcio sui denti che lo fece sanguinare copiosamente. Kyle sentì il dolore qualche istante dopo mentre il sapore acre del sangue si diffondeva nella sua bocca e sentì il liquido caldo scendergli per la gola quasi a soffocarlo. Piantò il suo sguardo rabbioso sul castano che lo fissava con la stessa decisione e rabbia

-Non ti azzardare mai più a chiamarla così-

sibilò Troy per poi sferrargli un altro calcio nel fianco. Kyle preso dalla furia scalciò con forza e riuscì a liberare le gambe dalla presa delle due ragazze che furono sbalzate di lato. Lo stesso fece con le braccia liberandosi facilmente, afferrò Zeke per il bavero della maglia e lo scagliò di lato contro la parete. Il ragazzo sgranò gli occhi per la botta restando senza fiato per poi accasciarsi a terra dolorante. Ora Kyle aveva davanti a sè solo Troy e Chad, si drizzò di scatto a sedere facendo così ribaltare il riccioluto che gli bloccava lo sterno a terra e con un agile movimento si alzò in piedi. Superava Troy di diverse spanne in altezza e la stazza era decisamente maggiore, ma ciò non intimidì il castano che lo affrontò a muso duro.

Sharpay non aveva la forza di guardare, sapeva che sarebbe andata così, ormai aveva il viso sul petto del fratello e piangeva terrorizzata. Ryan strinse a sé la sorella e fissò la scena ad occhi sbarrati, avrebbe voluto intervenire o almeno aiutare gli altri che erano tutti accasciati a terra doloranti, ma non poteva doveva prima di tutto proteggere Sharpay.

Troy e Kyle rimasero qualche secondo a fissarsi negli occhi fiammeggianti

-Il figlio dei Bolton…è stata un’idea tua questa patetica messinscena?-

chiese beffardo l’uomo scrutando l’espressione indurita del ragazzo di fronte a sé. Troy serrò ripetutamente la mascella, sempre all’erta. Non rispose alla provocazione.

-Peccato è andata male…vorrà dire che mi divertirò di più con Sharpay e le sue amichette-

aggiunse divertito lanciando una breve occhiata alla biondina. In quell’esatto istante Troy perse la pazienza e si lanciò incoscientemente sull’uomo che, nonostante l’attimo di distrazione, lo precedette e gli sferrò una gomitata nello stomaco che lo fece indietreggiare parecchio fino a rovinare a terra sul pavimento della cucina. Kyle non gli diede tempo di reagire che iniziò a pestarlo con forza e ad accanirsi su di lui peggio di come faceva con la figliastra

-LASCIALO STARE!-

Sharpay era riuscita a liberarsi dalla presa del fratello che non l’aveva riafferrata in tempo e in un attimo era piombata addosso al patrigno cogliendolo alle spalle. Gli saltò in groppa e affondò, con tutta la forza che aveva, le unghie affilate nel collo dell’uomo. Kyle che stava per sferrare un altro calcio al ragazzo steso a terra si bloccò e ringhiò di dolore mentre goccioline di sangue gli colavano sul colletto della maglia. Sharpay sapeva benissimo di aver compiuto un gesto incosciente, ma le si stringeva il cuore a vedere Troy in quello stato e aveva agito d’istinto. Il patrigno si liberò facilmente di lei afferrandola per un polso, la tirò giù dalle sue spalle e la bloccò con un solo braccio facendo aderire la schiena della biondina al suo petto. Rise beffardo mentre guardava Ryan e gli altri, che nel frattempo si erano ripresi, tutti a fissare l’uomo con sguardo d’odio. Sharpay era bloccata non riusciva a muoversi, dopo una breve e vana lotta rinunciò a cercare di liberarsi e guardò con le lacrime agli occhi, Troy steso a terra con il viso sanguinante che cercava di rialzarsi, ma puntualmente ricadeva a terra con un rantolo. Ma non era finita, appena Ryan fece uno scatto verso di lui per liberare la sorella, Kyle afferrò un lungo e affilato coltello dal ceppo accanto a lui e premette la lama sulla gola della figliastra. Tutti trasalirono e si bloccarono di colpo fissando la scena ad occhi sbarrati.

-Figlio di pu…-

urlò Troy che era riuscito ad alzarsi quasi del tutto in piedi, ma un calcio sui denti ben piazzato lo fece ricadere a terra privo di sensi. Sharpay chiuse gli occhi iniziando a singhiozzare mentre avvertiva il freddo pungente della lama sulla sua pelle.

-Adesso giochiamo un po’-

sussurrò Kyle in modo viscido all’orecchio della bionda. Sempre tenendola incollata a sé fece scivolare la mano libera verso la sua femminilità e massaggiò con prepotenza iniziando ad eccitarsi. La figliastra serrò i denti e singhiozzò più forte, era incapace di muoversi o di parlare. La cucina era piombata in un silenzio irreale e tutti fissavano orripilanti la scena che si presentava davanti a loro sentendosi schifosamente impotenti.

Kyle andò avanti per un po’ ridendo ogni tanto, mentre Sharpay stava quasi per perdere i sensi. Un click alla porta d’ingresso fece voltare tutti quanti, la maniglia si abbassò e tutto sembrava procedere al rallentatore. Sharpay avvertì in una frazione di secondo la presa del patrigno che leggermente si allentava, approfittò di quell’attimo di distrazione per sferrargli una forte gomitata nello stomaco seguita da una testata alla cieca dritta sul naso. Nello stesso istante in cui la madre di Ryan e Sharpay varcava la soglia di casa con un enorme sorriso stampato sul viso, il marito crollava a terra in un urlo di dolore. Sharpay fu sveltissima e afferrò il coltello che Kyle teneva ancora in mano, Ryan, aiutato dagli altri, invece si affrettò a bloccare la madre prima che potesse intervenire.

-Cosa pensi di fare stronzetta con quel coltello?-

chiese spavaldo Kyle mentre sputava sangue, la sua voce però celava una vena di panico

-Non so dimmelo tu-

sibilò la bionda inginocchiandosi a terra…puntò la lama proprio tra le gambe del patrigno che la fissò ad occhi sbarrati

-Hey hey hey, calma dai! Non esagerare-

la voce burbera era ormai ridotta ad uno stridulo piagnucolio

-Dammi un buon motivo per non farlo-

mormorò Sharpay a denti stretti. Kyle fissò il suo sguardo in quello della figliastra e ghignò con fare beffardo come suo solito

-Perché sei debole! Non ne saresti mai capace, sei una vigliacca…proprio come tuo padre-

a quelle parole un lampo di furia cieca attraversò lo sguardo della bionda che strinse con forza le dita attorno al manico del coltello

-Non parlare così di mio padre-

sibilò lentamente e all’ultima parola fece scattare verso il basso la mano che teneva il coltello. Un urlo agghiacciante di dolore invase la casa e sangue, tanto sangue si sparpagliò copioso sul marmo bianco del pavimento. La madre della ragazza rimase paralizzata guardando il corpo del marito a terra, privo di sensi mentre Sharpay senza smettere di guardare quel verme si alzò lentamente. Taylor e Gabriella corsero da lei che improvvisamente cadde tra le loro braccia priva di sensi, troppe emozioni tutte insieme. Chad e Zeke si caricarono Troy in spalla, anche lui inerme e tutti quanti uscirono da quella maledetta casa. Solo Ryan si attardò un attimo e guardò con disprezzo la madre per poi lasciarla andare.

In quel momento la donna capì che forse non avrebbe mai più rivisto i suoi figli e non appena il biondo se ne andò sbattendo la porta crollò a terra in lacrime sentendo così di colpo tutto il peso del senso di colpa che le piombava addosso.

RINGRAZIAMENTI TIME Non riesco a ringraziarvi tutti, sono di frettissima...spero vi sia piaciuto il chappy, aspetto tanti comemnti kiss

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Ti Amo ***


-Ma insomma Ryan! Possibile che ti ci vuole così tanto a portare una valigia?-

sbottò Sharpay comodamente seduta sulle gambe di Troy, mentre dal patio della nuova casa Evans comandava a bacchetta il fratello e i due amici del castano che ansanti le sfilavano davanti trasportando enormi valigie rosa. Chad si fermò di fronte alla porta d’ingresso e la guardò con disappunto

-Senti un po’ principessina…-

iniziò con tono sarcastico

-…visto che è casa TUA e la roba è sempre TUA, vedi di alzare il tuo sederino d’oro e magari dare una mano.-

prima che qualcuno potesse replicare aggiunse indicando Troy

-E anche tu che fai finta di niente-.

Il castano ridacchiò e cinse con le braccia la biondina

-Eddai Chad, abbiamo avuto da fare ieri sera-

disse in tono malizioso ed eloquente prima che lei potesse replicare al ricciolo. A quelle parole Sharpay lo guardò con un sopracciglio sollevato

-Ah sì? Allora devi essere stato parecchio veloce, perché nemmeno me ne sono accorta-

Troy allentò la presa attorno alla vita della ragazza e si lasciò andare sullo schienale della sedia con uno sbuffo

-Grazie dell’appoggio eh!-

mormorò guardandola torva. Chad e Zeke ridacchiarono vedendo quella scenetta e il ricciolo rincarò la dose dicendo

-La scommessa è sempre valida capitano, ricordalo-

e così dicendo rientrò in casa con un’altra valigia immensa sotto lo sguardo contrariato di Sharpay e Troy.

-Ancora con quella stupida scommessa?-

chiese la bionda infastidita, Troy le sorrise rassicurante

-Tranquilla…tanto abbiamo ancora due mesi no?-

disse ridendo e in risposta ricevette un pugno nello stomaco che lo fece tossire a raffica

-Hey hey buoni voi due! Vedete di non massacrarvi prima della festa-

intervenne Taylor che, appena arrivata con Gabriella, aveva assistito alla scena. Prese Sharpay per un braccio prima che potesse replicare e la trascinò via dalla sedia

-Forza sbrigati che devi farti bella-

Sharpay la fissò con un sopracciglio sollevato, ma prima che potesse aprire bocca intervenne Gabriella

-Scusala Sha…non sa quello che dice!-

e così dicendo la portò al piano di sopra dopo aver lanciato un’occhiata di rimprovero alla brunetta che roteò gli occhi e le seguì.

@@@@@

Ryan afferrò una birra e iniziò a scolarsela assetato come non mai, Zeke stava su una sedia seduto scomposto e un piede appoggiato al tavolino di fronte a lui, Chad seduto sulle scale del patio faceva rimbalzare il fidato pallone da basket ad una velocità incredibile

-Ragazzi davvero, basta tirare fuori questa storia della scommessa, almeno non davanti a lei-

disse serio Troy appoggiato allo stipite della porta d’ingresso

-E’ ancora così suscettibile?-

chiese Zeke mentre era intento a stappare un’altra birra, Ryan gli diede un pugno sulla spalla che gli fece rovesciare parte della birra sui Jeans scuciti

-Mah fai un po’ te!-

Troy e Chad risero vedendo l’espressione attonita dell’amico che fissava la macchia sui pantaloni

-Adesso ti faccio ve…-

Zeke stava per avventarsi su Ryan quando un colpetto di tosse fece voltare tutti quanti. Taylor e Gabriella fecero la loro comparsa nell’ingresso, la prima indossava un vestito chiaro a fiori, sbracciato e con uno scollo a V, ma non troppo esagerato e ai piedi un paio di sandali con tacco basso argentati. Il colore tenue dell’abito faceva risaltare la carnagione color cioccolato della ragazza e i suoi grandi occhi scuri che sembravano sempre lucidi. La seconda invece aveva un paio di shorts neri e una camicetta azzurra, semplice e bordata di blu scuro. Ai piedi ballerine blu scuro con pois bianchi e una piccola cavigliera con la sua iniziale. Tutti e quattro i ragazzi deglutirono a quella vista e Zeke ormai imbambolato si rovesciò il resto della birra sui pantaloni

-Oh merda!!-

esclamò appena se ne accorse suscitando le risate generali. Taylor si accostò all’orecchio di Troy

-Tranquillo ora arriva anche lei, ma intanto…CHE INIZI LA FESTA!-

strillò l’ultima parte dopo essersi scostata dal ragazzo. A quelle parole Gabriella accese lo stereo che iniziò a diffondere musica a palla per tutta la casa, Ryan fu il primo a gettarsi in mezzo al salone seguito subito dalle due ragazze. Chad e Zeke si scambiarono uno sguardo rassegnato e fissarono i tre con la schiena appoggiata al muro, appena Gabriella fece cenno ai due di raggiungerla quelli scossero decisi la testa rifiutandosi di muovere un passo, ma in un attimo le ragazze li afferrarono per i polsi e li costrinsero a muoversi un poco…risultato? Ryan si rotolava in terra dalle risate mentre Taylor e Gabriella cercavano di far “ballare” quei due tronchetti di legno che avevano le guance rosse come pomodori per la vergogna.

-Hey ti diverti alle spalle degli altri eh?-

un sussurro vellutato giunse all’orecchio dell’unico Wildcat che si era salvato dalla tortura del ballo, sorrise avvertendo le dita sottili insinuarsi tra le sue…si voltò verso quell’angelo dannato che gli sorrideva dolce e maliziosa allo stesso tempo, come solo lei sapeva fare

-Sei…sei…-

era rimasto senza parole, ma lei intervenne come sempre ad anticiparlo

-…bellissima, lo so-

sussurrò ancora fissandolo negli occhi. Nessuno si era accorto di loro e sembrava che per loro non ci fosse nessun altro nella sala. Troy sorrise mentre pensava a quanto fosse speciale e unica quella ragazza, così decisa e forte all’esterno e così delicata all’interno, con tanta voglia di amare ed essere amata. La guardò bene e un’espressione stupita si dipinse sul suo volto

-Hey, questa è la prima volta che ti vedo con un vestito che hai già messo-

Sharpay rise leggermente e accostò le sue labbra a quelle del ragazzo

-E’ il vestito del nostro primo bacio-

gli disse a fior di labbra, ma proprio mentre Troy stava per baciarla lei si scostò, incrociò per un attimo il suo sguardo confuso e rispose con un lieve sorriso enigmatico. Gli voltò le spalle e raggiunse una sedia sulla quale era appoggiata la giacca di Troy, lui continuò ad osservare i suoi movimenti cercando di capire che aveva in mente, ma nello stesso tempo la guardava estasiato dalla grazia e dalla bellezza di quella biondina. Sharpay tornò da lui, teneva una mano chiusa a pugno. Prese il polso del ragazzo che aprì la sua mano sapendo che avrebbe ricevuto qualcosa. Lei poggiò il pugno sul palmo di lui e fissandolo negli occhi gli disse

-Come la sera del nostro primo bacio, voglio che anche questa sia indimenticabile e speciale-

appena finì di parlare aprì il pugno e Troy avvertì qualcosa di freddo, metallico, lungo e seghettato…le chiavi della sua spider.

Guardò stupito la bionda senza dire nulla

-Hai vinto la tua scommessa Troy-

aggiunse lei e senza aspettare altro prese il castano per mano e lo portò di sopra con il cuore che le batteva all’impazzata. Troy la precedette e aprì la porta della stanza rosa, era avvolta in una luce soffusa creata da alcune lampade coperte e da candele appena accese

-Ecco perché ci hai messo tanto a scendere-

commentò guardandosi attorno. Sharpay sorridente si sedette sul morbido letto a baldacchino

-Ti piace?-

-Da morire, ma mai quanto te-

rispose prontamente il ragazzo buttandosi a peso morto tra i cuscini del letto. Sharpay si lasciò andare accanto a lui che la strinse a se e con la mano poggiata dietro la schiena le slacciò la lampo del vestito che venne sfilato dal ragazzo con un gesto rapido. La pelle della ragazza si tese sotto il tocco di lui e un brivido percorse entrambi, le loro gambe si intrecciarono, i loro sguardi si incrociarono, le loro labbra si incontrarono e i loro cuori iniziarono una corsa senza fine…mentre la festa imperversava al piano di sotto, Troy trovò la felicità e la serenità che per molto gli era stata negata, Sharpay trovò una persona di cui sentiva davvero di potersi fidare, una persona che l’avrebbe amata non solo per il suo corpo…e mentre la passione si impossessava di loro i  loro cuori si alleggerivano e quella ragazza bionda che troppo aveva sofferto fece l’amore per la PRIMA volta in vita sua…

@@@@@@

Un ticchettio alla finestra disturbò le dolci effusioni tra i due ragazzi avvolti nella coperta rosa e soffice, quei due ragazzi che sapevano ancora d’amore, con una luce diversa negli occhi.

-Amicooooo! Non dirmi che stai ancora a cavalcare-

l’urlo biascicato di Chad arrivò fino alla stanza di Sharpay la quale ridacchiò divertita. Troy sbuffò

-Il solito idiota!-

entrambi si alzarono, ancora seminudi e si avvicinarono alla finestra stretti nella coperta. Nel giardino della villa Chad, Ryan, Gabriella, Taylor e Zeke stavano saltando, ballando, urlando e ogni due passi finivano per terra

-Sono ubriachi-

osservò Sharpay dapprima stupita e poi divertita da quella scena così comica, aprì la finestra e scansò la testa giusto i tempo per schivare un sassolino lanciato dal riccioluto che li osservava a naso in su con le ginocchia che lo reggevano a malapena

-Eheheh finalmente!! Siete peggio dei conigli-

biascicò Zeke per poi scoppiare a ridere. Troy si diede uno schiaffo in fronte

-Ma io non li conosco quelli-

esclamò scotendo la testa. Sharpay guardava tutti quanti sorridendo, si accorse che riusciva a sorridere sinceramente dopo tanto tempo e che dopo tanto tempo era di nuovo felice. Da sotto la coperta prese la mano di Troy che si voltò subito verso di lei incrociando il suo sguardo caramellato

-Ti amo Wildcat-

sussurrò la bionda con il tono più sincero che avesse mai avuto, Troy le accarezzò una guancia e le mise un ciuffo biondo dietro l’orecchio

-Ti amo Regina di Ghiaccio-

e senza aggiungere altro si baciarono accompagnati dalle urla e dai fischi di approvazione degli amici ubriachi al paino di sotto, si diedero un bacio che sapeva d’amore, di felicità e di vita nuova.

FINE!!!

Prima di tutto chiedo umilmentissimamente perdono per il mega ritardo, ma ho avuto un po’ da fare in questo periodo (andare a vedere Ash alla premiere mi ha portato via un sacco di tempo…giuro xD)

Spero tanto vi sia piaciuto questo ultimo capitolo, ho in cantiere un'altra FF che non sarà una Tropay, ma sarà…non ve lo dico certo adesso xD (non è di certo Troyella!!)

Non riesco a ringraziarvi uno per uno ma vi mando un bacio enorme a tutti quelli che hanno seguito assiduamente questa ff e hanno recensito…spero di non aver deluso nessuno di voi (forse Tay sì che si aspettava un po’ di Chaylor…sorry *.*) e spero che continuiate a seguire le mie ff…un bacio a tutti <3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=277596