Il Rovescio della Medaglia di KissMe (/viewuser.php?uid=56457)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La scommessa ***
Capitolo 2: *** Inizia il gioco ***
Capitolo 3: *** Il fiore calpestato ***
Capitolo 4: *** Il Sound ***
Capitolo 5: *** Il segreto di Sharpay ***
Capitolo 6: *** Posso volare ***
Capitolo 7: *** Un momento mancato ***
Capitolo 8: *** Fuori programma ***
Capitolo 9: *** Cos'è l'amore? ***
Capitolo 10: *** Violenza e affetto ***
Capitolo 11: *** Un salto tra le sue braccia ***
Capitolo 12: *** Gocce di pioggia su di noi ***
Capitolo 13: *** L'idea ***
Capitolo 14: *** Tutti a rapporto ***
Capitolo 15: *** Verso una nuova vita ***
Capitolo 16: *** Ti Amo ***
Capitolo 1 *** La scommessa ***
Albuquerque, East High, 8:00 di
mattina.. Taylor e Gabriella
chiacchieravano sedute su un muretto facendo penzolare i piedi. La
prima aveva
la pelle color cioccolato, dei boccoli scuri che le arrivavano alle
spalle e
due grandi occhi dello stesso colore. Indossava una camicetta bianca
con le
maniche corte a sbuffo e bordate di blu scuro, una gonna di jeans scuro
lunga
fin sopra il ginocchio e ai piedi un paio di ballerine blu a pois
bianchi.
L’altra, invece, con i
capelli neri e mossi, lineamenti
orientali e occhi scuri da cerbiatta indossava un abitino verde
bottiglia,
legato dietro al collo, lungo fino alle ginocchia e un paio di sandali
abbinati
legati alla caviglia
-Tay me lo sento, appena arriva
farà storie-
disse preoccupata la ragazza in verde
-E tu lasciala parlare, lo sai che
alla fine è tutta
chiacchiere-
rispose l’altra.
Non sapevano però che poco
distante da loro un ragazzo dagli
occhi di ghiaccio le fissava amaramente. Con un gesto stizzito
gettò via la
sigaretta e si sistemò i Rayban che gli erano leggermente
scivolati sul naso
-Troy! Mi stai ascoltando?-
un ragazzo riccioluto, dalla pelle
scura diede una pacca
sulla spalla dell’amico
-Sì Chad! Sia io che Zeke
abbiamo capito che ti è capitata
la palla in mano alla partita dei Red Hawks!-
rispose esasperato ricevendo conferma
anche da Zeke. Chad
sbuffò e senza troppi complimenti afferrò una
sigaretta dal pacchetto che Troy
stringeva in mano mentre si appoggiava al cofano della spider nera di
quest’ultimo.
Musica a palla, stridio di freni,
molti occhi puntati su di
lei che fiera ed elegante scese dall’auto. Sharpay, la Regina
di Ghiaccio,
sogno proibito dei ragazzi di Albuquerque, idolo delle novelline e
causa
d’invidia delle altre ragazze. Quella bionda
dall’aspetto angelico, ma dal
cuore di una tigre ogni volta che arrivava toglieva il fiato come fa
una diva,
il terreno che calpestava diventava immediatamente la sua passerella.
Quell’abitino viola tremendamente corto e leggero le aderiva
al corpo sinuoso
come una seconda pelle. La schiena nuda accarezzata dai capelli biondo
miele, i
tacchi alti e sottili che facevano rimbombare ogni suo passo.
Troy la fissò con
disprezzo, senza però poter negare a se
stesso i pensieri torbidi che quella figura minuta dalle curve
mozzafiato gli
procurava. Mentre la guardava nuova rabbia gli ribolliva nelle vene,
lei che
chissà come gli aveva portato via il suo bene più
prezioso. Con questi pensieri
spostò lo sguardo su Gabriella che guardava la bionda con
particolare
soggezione, Troy scosse la testa deluso…come aveva potuto
una ragazza tanto
dolce e sensibile diventare il prossimo pasto della tigre?
Sharpay raggiunse le due
“amiche” e le guardò con disappunto
-Tay, che ti avevo detto sulle
ballerine?-
sbottò guardandole i piedi
per poi girarsi verso Gabriella
-E tu!! Ti ho detto mille volte che
il lunedì solo io posso
indossare un abitino-
aggiunse duramente
-Possibile che non abbiate ancora
imparato niente?-
sbuffò e le
sorpassò andando verso l’entrata,
schioccò le
dita due volte e le ragazze si affrettarono a seguirla.
Chad scosse la testa e fece
schioccare la lingua con disprezzo
-Non capisco come abbia fatto quella
Evans a cambiare così
quelle due! Una così è decisamente da tenere
lontano-
Zeke non era dello stesso avviso, la
fissava ammaliato da
tanta bellezza ed eleganza. Troy ridacchiò e gli
schioccò le dita davanti agli
occhi facendolo sobbalzare
-Hey amico non ci sperare, quella
è irraggiungibile per te-
Zeke lo fulminò
-Vuoi dire che tu riusciresti ad
averla?-
-Ovvio-
si pavoneggiò il ragazzo
dagli occhi glaciali. Chad prese la
palla al balzo
-Bene Bolton, vediamo cosa sei capace
di fare. Hai tre
lunghissimi mesi di tempo per farla cadere ai tuoi
piedi…pensi di farcela a far
diventare la tigre un’indifesa gattina?-
Troy colse al volo
l’occasione, forse così sarebbe riuscito
a ripagare Sharpay per tutto quello che gli aveva fatto
-Perfetto, ci giochiamo la mia spider-
accettò deciso mentre
stringeva la mano dell’amico.
La campanella suonò ed
ebbe il via il perverso gioco dei tre
amici.
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Capitolo 2 *** Inizia il gioco ***
Un ragazzo alto, biondo dagli occhi
azzurri si aggirava per
il corridoio con fare spavaldo lanciando occhiatine a tutte le ragazze
lì
attorno. Una chioma bionda attirò la sua attenzione, con un
ghigno sprezzante
si diresse verso quel punto, ma ormai era intento a guardare le altre
due
ragazze che sembravano pendere dalle labbra della biondina. Cinse le
spalle di
Taylor e Gabriella
-Buongiorno bimbe!-
esclamò con tono lascivo
mentre schioccava un bacio sulla
guancia ad entrambe
-Ciao Ryan!-
cinguettarono le due arrossendo.
Sharpay lanciò loro
un’occhiata schifata e scosse la testa con esasperazione.
Ryan rivolse le sue
attenzioni alla sorella mentre faceva scorrere lo sguardo su tutto il
suo
corpo, si leccò le labbra e la fissò di nuovo con
un ghigno
-Ma come sorellina! Non saluti
nemmeno il tuo caro
fratello?-
-Taci Ryan!-
abbaiò lei facendo
sobbalzare le due ragazze. Ryan fece
scivolare le braccia dalle spalle ai fianchi delle due girando le mani
verso il
basso
-Beh temo che qui urga una riunione
di famiglia…ci si vede
più tardi-
fece l’occhiolino ad
entrambe e diede loro una piccola
spinta. Le due gli sorrisero ebeti e si affrettarono ad allontanarsi,
quando
quei due discutevano era meglio stare alla larga.
Sharpay ignorò del tutto
il fratello e controllò nello
specchio del suo armadietto che tutto fosse apposto, ma il biondino
adorava
stuzzicare e importunare la sorella, era uno dei suoi passatempi
preferiti. Le
si piazzò dietro e le mise una mano sulla pancia tirandola a
sé con forza. Sharpay
non fece una piega e continuò imperterrita a sistemarsi il
ciuffo biondo
-Su avanti non essere così
acida con me, lo sai che ti
voglio bene-
le sussurrò
all’orecchio sempre con quel ghigno divertito e
provocatore dipinto in faccia
-Smettila Ryan, ti ho detto mille
volte che qui a scuola non
devi fare così…se si scoprisse tutto Kyle
inizierebbe a prendersela anche con
te-
disse lei tranquilla lasciando che il
fratello la tenesse a
sé
-Kyle? Ti ha detto mille volte che
devi chiamarlo PAPA’!-
esclamò il biondino irato
lasciandola andare. Sharpay si
girò di scatto verso di lui con il fuoco negli occhi
-Questo non succederà mai!
Lui non è nostro padre, ed è già
tanto che non lo chiamo come merita-
-Fai come ti pare
sorellina…ma poi non lamentarti-
rispose Ryan con aria di sufficienza.
Diede un’ultima
occhiata alla sorella e si allontanò senza dire niente.
Sharpay sospirò
stancamente e chiuse violentemente lo sportello
dell’armadietto…la campanella
trillò insistente e fastidiosa e la ragazza assieme ad un
mare di studenti si
diresse a lezione.
@@@@
-Allora Sharpay che fai stasera?-
chiese Gabriella alla fine
dell’ultima ora accostandosi alla
biondina mentre andavano agli armadietti
-Perché ti interessa
tanto?-
rispose lei con una punta di
acidità accelerando il passo.
Gabriella faticò a starle dietro, non era abituata ai tacchi
neppure a quelli
di pochi centimetri come i suoi
-Perché io e Taylor
andiamo a ballare, hanno aperto un
locale nuovo…se ti va di venire-
propose la mora speranzosa. Sharpay
si fermò davanti al suo
armadietto e sospirò abbassando lo sguardo
-E’ lunedì
Gabriella-
rispose mestamente. Gabriella le mise
una mano sulla spalla
guardandola comprensiva
-Ah già le cene del
lunedì…scusa me l’ero scordato-
in risposta Sharpay alzò
le spalle e aprì il suo armadietto
-Magari poi vengo a fare un
salto…vi faccio sapere-
-Ok aspetto un tuo
messaggio…adesso vado, Taylor mi aspetta
di fuori-
disse Gabriella timidamente per poi
aggiungere
-Beh buona serata allora-
ma lo sguardo inceneritore della
bionda le fece capire che
aveva detto l’ennesima stupidata, si morse un labbro e corse
fuori dalla
scuola…
Sharpay prese la borsetta e chiuse
l’armadietto, stava per
andarsene anche lei quando dei passi affrettati alle sue spalle la
fecero
voltare. Il ragazzo castano dagli occhi di ghiaccio la fissava con un
lieve
sorriso che mascherava tanto rancore verso quella ragazza dagli occhi
caramellati
-Heilà Evans!-
esclamò Troy con un
impacciato gesto di saluto della mano.
Sharpay lo fissò con un sopracciglio sollevato, non aveva
mai sopportato quel
ragazzo da quando lo conosceva, tutte le morivano dietro ma lei non ci
aveva
mai visto nulla di speciale
-Che vuoi Bolton?-
chiese lei spiccia. Lui
continuò a guardarla imponendosi di
tenere lo sguardo solo sul suo viso e di non farlo scivolare lungo la
sua
persona, si appoggiò con un gomito all’armadietto
affianco a lui ed allargò il
sorriso che divenne malizioso e sornione
-Sai questa sera i miei amici vanno
ad una partita, ma non
mi va di seguirli, i giocatori sono tutti dilettanti-
-Vai al punto Bolton-
sbottò lei spazientita. Lo
fissava a braccia conserte mentre
picchiettava debolmente la punta del piede a terra. Troy represse
l’istinto di
attaccarla al muro e strozzarla, riprese a parlare con
tranquillità
-Hanno aperto un nuovo locale e
volevo chiederti se ti
andrebbe di andare all’inaugurazione…con me-
a quelle parole Sharpay
scoppiò in una risata beffarda che
accrebbe l’istinto omicida del ragazzo
-Io con te? Certo…quando
le mucche inizieranno a volare-
ribattè per poi superarlo
diretta verso l’uscita della
scuola. Troy non ci vide più, nessuno poteva prendersi gioco
di lui tantomeno
una ragazza, tantomeno lei. Rimase lì dov’era e
dopo qualche istante disse in
modo che potesse sentirlo chiaramente
-Allora inizia a mettere le ali
tesoro-.
Ottenne la reazione che voleva, la
bionda si voltò
lentamente verso di lui e lo fissava con occhi ardenti di rabbia, Troy
rincarò
la dose
-Oooh non guardarmi così,
potrei credere che tu abbia strane
intenzioni-
disse ridacchiando, mise una mano
bene infondo nella tasca
dei jeans e dopo aver fatto schioccare la lingua la guardò
sfacciatamente da
capo a piedi soffermandosi con espressione soddisfatta sul seno.
Sharpay non ci
vide più e lo raggiunse a passo svelto fino a trovarsi a
pochi centimetri di
distanza da lui
-Stai giocando col fuoco Bolton, non
ti conviene sfidarmi-
Troy la fissò ancora per
niente intimorito e la tirò a sé
finchè le loro labbra quasi si sfiorarono
-Focosa! Mi piace-
commentò con un ghigno, ma
fu il suo più grande errore. Una
fitta lancinante alle parti basse lo informò che Sharpay gli
aveva appena dato
una ginocchiata, il ragazzo accecato dal dolore si piegò in
due e guardò con
disprezzo la bionda che se ne andava soddisfatta
-Dì le tue preghiera Evans-
bofonchiò senza riuscire a
farsi sentire. Per quel giorno
doveva deporre le armi e dargliela vinta…o forse no?
RINGRAZIAMENTI
TIME:
Eccomi con un altro capitolo, mi sono
divertita un sacco a
scriverlo e spero di essere riuscita a tenere nascoste alcune
cose…spero vi piaccia
grazie a chi ha recensito…ora sono di fretta al prossimo vi
ringrazio uno per
uno, cmq sono d’accordo Troy in versione bastarda
è da sbavo.
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Capitolo 3 *** Il fiore calpestato ***
La macchina rosa shokking
svoltò lentamente nella stradina,
alcuni bambini giocavano per strada a pallone. BUM!! Il duro pallone di
cuoio
rimbalzò con forza sul cofano dell’auto. Sharpay
lanciò un’occhiata severa ai
bambini che però non sembravano intimoriti,
parcheggiò l’auto e vide con
sollievo che il Suv nero di Kyle ancora non c’era, questo
voleva dire che per
un po’ sarebbe stata in pace. Scese dall’auto e
guardò di nuovo verso i bambini
-Zac,
Lucas,
Corbin! State attenti con quel pallone-
li avvisò calma. Chiunque
avesse assistito a quella scena
non avrebbe creduto ai propri occhi, tutti si sarebbero aspettati una
scenata
isterica e invece Sharpay parlava tranquillamente con quei bambini,
quasi in
maniera affettuosa e sembrava che loro ricambiassero.
-Scusaci Sha-
risposero i tre in coro. Sharpay
sorrise
-Dai venite dentro, ho giusto voglia
di un po’ di
cioccolata-
alla parola
“cioccolata” i tre bambini corsero verso la casa
della bionda abbandonando per strada il pallone. Sharpay
aprì la porta a quei
tre piccoli terremoti che subito si fiondarono nella cucina attendendo
impazienti la tazza fumante di cioccolata. Fortunatamente a casa non
c’era
nessun altro e mentre i bambini discutevano tra loro su quale dei
Gormiti fosse
il più forte Sharpay preparò l’attesa
cioccolata
-Ecco qui-
disse posando le quattro tazze sul
tavolo
-Grazie Sharpay…sei la
migliore-
esclamò Corbin afferrando
la sua tazza con espressione
golosa
-Lo so-
rispose lei facendogli
l’occhiolino. Tutti e quattro bevvero
in totale silenzio, ma quel momento di pace fu presto interrotto. Fuori
si
sentì un terribile rombo di motore e uno stridio di freni
assordante seguito da
una rozza voce maschile che imprecava rabbiosa. Sharpay, Zac, Corbin e
Lucas
sentirono il sangue gelare nelle vene
-Forza bambini mettete via tutto e
uscite dalla porta sul
retro-
si affrettò la bionda
prendendo un paio di tazze, i bambini
spaventati presero le loro giacche e corsero fuori dalla cucina, ma un
urlo
immobilizzò dallo spavento tutti quanti
-SHARPAY!! Che ci fanno questi
animali qui?!-
Sharpay raggiunse i bambini
all’ingresso e guardò l’uomo che
era appena entrato con un vago luccichio d’odio e di sfida
negli occhi
-Li ho invitati io e allora?-
rispose sostenendo lo sguardo
dell’uomo
-Ti ho detto mille volte che qui
dentro entra solo chi
voglio io-
ringhiò lui avvicinandosi
alla figliastra con passo pesante
-Bambini uscite!-
ordinò Sharpay mentre il
cuore accelerava tremendamente il
battito. I tre bambini scapparono fuori terrorizzati.
La ragazza voltò le spalle
all’uomo e fece per andare in
camera sua, ma un possente strattone la obbligò a voltarsi
-Senti tu ragazzina! Impara a
comportarti e smettila di fare
la mammina con quei tre teppistelli-
-Mi stai facendo male…Kyle-
sibilò lei cercando di
liberare il polso dalla sua stretta.
Kyle la strattonò di più a sé
-Ringrazia che è
lunedì micetta e devi essere presentabile,
ma azzardati un’altra volta ad avere questo atteggiamento con
me e te ne faccio
pentire amaramente-
ribattè rabbioso
-E adesso fila a preparati!-
ordinò per poi spingerla
con forza verso le scale che
portavano alla sua stanza.
Sharpay tuffò il viso nel
cuscino, era troppo arrabbiata
persino per piangere, sentiva tutto il rancore verso
quell’essere che le
ribolliva nel sangue, ma soprattutto la rabbia era verso la sua vera
famiglia,
sua madre che sapeva e faceva finta di nulla e quell’idiota
del fratello che
sembrava la copia del patrigno. Rimase lì una buona mezzora
a sognare di essere
lontana da quella casa, da quella gente, da tutto e da tutti, ma poi si
arrese
all’evidenza, quella tortura sarebbe continuata per sempre.
Meccanicamente si alzò e
andò a farsi una doccia lavando con
cura i capelli sempre perfetti. Uscì dal bagno con un
asciugamano legato
attorno al corpo e i capelli bagnati che gocciolavano per terra
ignorando le
imprecazioni di Kyle al suo indirizzo.
Rientrò in camera per
scegliere cosa avrebbe messo quella
sera, dopo una lunga riflessione optò per una minigonna
rossa a pieghe con
cuciture dorate e un top d’oro che scopriva leggermente la
pancia e lasciava la
schiena nuda. Prese i vestiti e li fece vedere a Kyle che come al
solito si era
buttato sul divano come il peso morto che era
-Questi ti vanno bene?-
chiese senza entusiasmo. Lui
alzò lo sguardo svogliato e un
ghigno apparve su quella faccia da schiaffi
-Perfetto micetta, questa sera li
sbanchiamo-
rispose lui soddisfatto. Sharpay fece
una smorfia di
disgusto e rientrò in camera per prepararsi.
Qualche ora dopo era pronta, i
capelli mossi lasciati
sciolti con solo un piccolo fermaglio a forma di stella rossa,
impeccabile in
quei vestiti succinti, un lieve velo di trucco e ai piedi tacchi a
spillo
dorati. Stava seduta sul suo letto aspettando di sentire
l’odiato campanello
che suonava mentre si torturava una ciocca di capelli
-Sharpay, vieni! Sono arrivati-
la voce melliflua della madre le
arrivò all’orecchio,
sospirò rassegnata ed uscì dalla stanza
sfoderando il suo sorriso migliore. Era
un’attrice e sapeva nascondere molto bene le sue vere
emozioni. Davanti a lei
un uomo e una donna vestiti bene, pieni di gioielli e oggetti
costosissimi
chiacchieravano amabilmente con la madre di Sharpay e con Kyle, le
rivolsero un
semplice e fugace sorriso che lei ricambiò con
falsità
-Finalmente ti conosco Sharpay-
una voce accanto a lei la fece
sussultare. Squadrò da capo a
piedi il ragazzo che le sorrideva pensando di apparire simpatico, ma a
lei
faceva solo ribrezzo. Era un bel ragazzo, alto, muscoloso ma non
troppo,
capelli scuri un po’ ribelli e occhi neri come il carbone,
anche lui come i
genitori era ben vestito
-E tu sei…?-
-Alex-
le porse la mano, ma lei si
limitò a guardarlo con
sufficienza. Il ragazzo si avvicinò ai genitori, tanto
sapeva che avrebbe
conosciuto meglio la biondina più tardi, ma
l’atteggiamento di Sharpay non era
sfuggito a Kyle che si avvicinò e trattenendola per un
braccio le ringhiò in
modo che solo lei potesse sentirlo
-Vedi di essere più carina
con lui o te la faccio pagare…e
sai che lo faccio-
Sharpay si liberò dalla
presa e lo fulminò con lo sguardo
-Non mettere alla prova la mia
pazienza-
aggiunse Kyle per poi tornare dai
suoi invitati. La cena fu
servita poco dopo, Sharpay scambiò solo qualche parola con
Alex che invece la
fissava in continuazione quasi con la bava alla bocca. Dopo due
lunghissime ore
la cena finì e Kyle fece un cenno alla ragazza che ormai
sapeva cosa doveva
fare.
-Alex vieni-
disse lei alzandosi e sforzandosi di
sorridere. Il ragazzo
la seguì tutto contento, intercettò lo sguardo
dei genitori che gli fecero un
sorriso d’incoraggiamento e salì fino alla camera
della ragazza.
Sharpay si mise a sedere sul letto e
fissò glaciale Alex
negli occhi
-Allora, niente chiacchiere
né prima, né dopo, né
durante…massimo mezzora e quando scendi lascia i soldi a
Kyle-
disse meccanicamente quelle regole
che aveva ripetuto
un’infinità di volte.
-Inteso-
disse lui spiccio, era visibilmente
impaziente e anche
nervoso. Sharpay sospirò e fece partire una specie di timer,
in un attimo se lo
trovò addosso. Nonostante tutto ogni volta riusciva ancora a
provare piacere e
per un attimo dimenticava sempre che era solo un oggetto e le sembrava
di
essere veramente amata, ma il trillo di quel timer la strappava ogni
volta dai
suoi sogni facendola ripiombare nella cruda realtà.
-Vado a farmi una
doccia…quando torno non voglio vederti
ancora qui-
sibilò lei appena riprese
un poco fiato. Il getto caldo
dell’acqua sul suo corpo la fece sentire per un attimo
protetta, avrebbe voluto
che quelle gocce potessero lavare via la sofferenza e restituirle
l’innocenza e
la purezza rubatele anni prima. L’acqua che scorreva sul suo
viso e lungo il
corpo perfetto si unì alle lacrime che sgorgavano prepotenti
dagli occhi color
caramello. Lei si era sempre vista come un fiore raro, prima che tutto
cambiasse, ma ora era solo un corpo vuoto, un fiore sì, ma
un fiore calpestato.
RINGRAZIAMENTI TIME
Ecco il terzo capitolo, ora capite
che le cene del lunedì
non sono proprio una passeggiata almeno per Sharpay, ma il peggio deve
ancora
venire (soffrirà, ma tranquilli si sistemerà
tutto prima o poi)
Ringrazio chi ha recensito
soprattutto Jud_91 e Tay_ che
ormai sono delle affezionate alle mie ff xD
Ringrazio anche giua1234 e
fefy88 ribadisco che
questo Troy è da sbavo, spero vi sia piaciuto questo
capitolo…non chiedetemi
come mi sia venuta in mente l’idea di Sharpay che fa la
cioccolata :P
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Capitolo 4 *** Il Sound ***
Gabriella ballava con scioltezza al
centro della pista, quel
nuovo locale il “Sound” si preannunciava essere il
migliore della città…Taylor
era impegnata poco più in là con un ragazzo
appena conosciuto. Dall’estate
scorsa quelle due ragazze erano diventate l’opposto di quello
che erano, non
studiavano più, si dedicavano solo ai vestiti e ai ragazzi
senza curarsi
d’altro, passavano intere giornate all’insegna
dell’ozio e del relax. Ancora
nessuno aveva capito cosa le aveva cambiate in quel modo, ma era
evidente che
un motivo c’era e Troy aveva tutte le intenzioni di scoprirlo.
Proprio come quella mattina stava
fissando quella che un
tempo era la sua dolce Gabriella e che ora si dimenava senza freni e
inibizioni
-Allora amico progressi con Evans?-
ci pensò il riccioluto
Chad a distogliere l’amico dai suoi
tristi e rabbiosi pensieri. Al solo sentire quel nome gli si
rivoltarono le
budella e un lampo di furia gli attraversò lo sguardo
-Umpf quella? Praticamente
è già ai miei piedi-
disse con fermezza scolandosi
l’ennesimo bicchiere di vodka
liscia. Reggeva l’alcol in una maniera incredibile, nessuno
l’aveva mai visto
ubriaco eccetto la sera in cui trovò Gabriella con un altro,
quella sera
l’aveva profondamente cambiato e fatto diventare il ragazzo
freddo e cinico che
era.
-Vogliamo le prove bello!-
lo provocò Zeke
nascondendo una punta di gelosia. Troy
sbuffò e fece cenno al barista di riempirgli nuovamente il
bicchiere
-Beh per stasera non
c’è possibilità visto che ha dato buca
alle sue amiche-
in un primo momento non
interpretò lo sguardo divertito dei
due amici, ma poi si accorse che non guardavano lui, ma guardavano
verso
l’ingresso. Si girò curioso, ma con la sua solita
espressione menefreghista, il
suo cuore perse un battito e quasi gli cadde di mano il bicchiere con
il drink.
Sharpay era là
all’ingresso che si guardava attorno in cerca
delle sue amiche, perfettamente visibile da dove stavano i tre ragazzi,
praticamente mezzo locale le incollò gli occhi addosso. Lei
parve fare finta di
niente dall’alto dei suoi tacchi dodici e stretta in un
abitino rosso scuro che
le ricadeva morbido sulle gambe creando un effetto vedo-non vedo
-Sharpay!!-
strillarono Gabriella e Taylor appena
la videro
sbracciandosi per farsi vedere. La bionda le notò poco dopo
e le raggiunse
sgomitando tra la folla che la stritolava e ragazzi che allegramente
allungavano le mani. Arrivò al centro della pista dove
c’era un poco più di
spazio e riprese fiato
-C’è gente
stasera eh!-
commentò mentre si
sistemava i capelli leggermente
spettinati
-Questo posto è favoloso!-
commentò Taylor alzando la
voce per sovrastare il volume
altissimo della musica. Entrambe evitarono di farle domande sulla
serata,
volevano tenersi lontane da un probabile e doloroso tiro al bersaglio
con
tacchi a spillo.
-Sei scappata di nuovo dalla
finestra?-
chiese Gabriella divertita
-Se anche avessi il permesso di
uscire lo farei comunque-
rispose la bionda suscitando le
risatine delle altre due
-Avanti Troy, facci vedere che sa
fare un playmaker come te-
lo stuzzicò Chad guardando
un po’ lui e un po’ le tre
ragazze. Il castano si scolò il bicchiere e pregando in cuor
suo di non
beccarsi un’altra ginocchiata come quel mattino diede una
pacca sulla spalla
dei due amici
-Guardate e imparate-
Si avvicinò spavaldo al
trio e prese Sharpay per un braccio,
ma senza forzarla
-Buonasera signore, scusate ve la
rubo un attimo-
disse il ragazzo sbrigativo,
evitò accuratamente di
incrociare lo sguardo di Gabriella. Sharpay gli rivolse
un’occhiata contrariata
e guardò stranita le due amiche, ma poi seguì il
ragazzo senza opporre troppa
resistenza.
-E lasciami!-
esclamò burbera appena
furono in un punto in cui la musica
era più bassa.
-Calmati micetta! Volevo solo un
ballo, ma sapevo che
avresti rifiutato-
a sentirsi chiamare micetta le si
accapponò la pelle, quel
nomignolo dal tono così lascivo le ricordava troppo il
patrigno
-Non mi chiamare così-
ringhiò in direzione del
ragazzo. La bionda non si accorse
di essere spalle al muro finchè si ritrovò a
pochi centimetri dal viso del
ragazzo senza via di scampo. Il corpo di lui premeva con forza contro
il suo
impedendole di ripetere la scena dell’armadietto. Sharpay
annusò infastidita
l’aria
-Bolton sei tu che puzzi
così?-
Troy la schiacciò ancora
di più contro il muro e ridacchiò
beffardo
-Ho bevuto un po’ e allora?-
-Senti non so cosa vuoi, ma questo
non è certo ballare-
ribattè Sharpay cercando
di allontanarlo da lei, ma lui non
mosse un muscolo anzi quella resistenza e
l’elettricità che si era creata tra
loro due per il reciproco odio lo fece leggermente eccitare.
-Avanti Evans, non dirmi che non ti
piace-
continuò lui con un
sorrisetto bastardo e le accarezzò la
pelle con il dorso della mano passando dalla guancia, al collo fino
alla fine
della scollatura. Sharpay si sentiva in trappola, proprio come poco
prima nella
sua stanza con quel ragazzo appena conosciuto. Possibile che tutti la
volessero
solo per il suo corpo? Solo per sfogare bisogni passeggeri? Possibile
che
nessuno avesse mai voluto conoscerla davvero? Possibile che nessuno
volesse
amarla invece che desiderarla?
Questi erano i pensieri che le
attraversavano la mente in quegli
attimi
-Bolton lasciami
andare…subito!-
Troy saldò una mano al
sedere sodo della ragazza che si
divincolava debolmente cercando di allontanarlo da lei
-Ammettilo…è
quello che vuoi no? Lo sanno tutti che tipo di
persona sei-
le sussurrò
all’orecchio per poi sfiorarle il collo con le
labbra.
Lo sanno tutti che
tipo di persona sei
quelle parole le rimbombarono in
testa per alcuni istanti,
tutto ciò che vedeva le apparve sfuocato e una mano
invisibile le attanagliò la
gola…lacrime, lacrime amare ora sgorgavano dai suoi occhi.
Lei non era come la
dipingevano, lei sapeva di non esserlo veramente, ma era stata
costretta a
diventare così, costretta dalle pretese di un uomo che le
aveva rubato la vita,
la famiglia e il suo stesso essere. Era cresciuta in fretta Sharpay,
potevano
vederla ancora come la frivola biondina piena di sé, ma
quella Sharpay era
morta anni prima ed ora era la sua maschera…
Riuscì a reagire, gli
diede un sonoro schiaffo che gli fece
rimbombare la testa e approfittando di quel momento lo spinse lontano
da sé.
Troy finì addosso ad un omone facendogli rovesciare il
boccale di birra che
teneva in mano. La bionda si allontanò rapidamente incurante
di quello che
sarebbe successo al playmaker e ai suoi due amici accorsi a dargli man
forte.
Corse fuori dal locale scossa dai singhiozzi, ma fu immediatamente
raggiunta
dalle due amiche che l’avevano vista per caso
-Sharpay
già te
ne vai?-
chiese Taylor dispiaciuta non
accorgendosi che stava
piangendo
-Tornate dentro, lasciatemi stare-
sbottò di rimando
-Ma Shar…-
-ANDATE VIA HO DETTO!-
urlò voltandosi verso di
loro, il mascara le disegnava
striature scure sulle guance rendendo il suo pianto ancora
più straziante.
Gabriella capì che non voleva essere consolata e senza dire
nulla prese Taylor
per un braccio e ritornò nel locale.
Sharpay salì in auto e
partì a velocità sostenuta verso
casa.
RINGRAZIAMENTI TIME
Dite quello che volete, ma lo voglio
io un Troy così xDxD…tranquille
a chi piace il Troy tenero verrà tra poco
Tay_ tranquilla
nel prossimo capitolo ci saranno
sorprese e finalmente Sha inizierà a stare meglio. Per
quanto riguarda Ryan non
ti anticipo niente xDxD
Jud_91 sto Kyle
lo detesto pure io, armiamoci fino ai
denti e difendiamo la nostra Shaaa!!
Giorgy sono
contenta che ti piaccia, continua a
seguirla che sarà sempre meglio ^^
Giua1234 sì
povera Sharpay davvero! Ma abbi fiducia,
tutto si sistemerà
Fefy88 già
chissà come mi sono venuti in mente quei
tre nomi xD…all’inizio volevo mettere Zack e Cody
ihih
|
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Capitolo 5 *** Il segreto di Sharpay ***
Troy stava camminando per una
stradina che non conosceva,
teneva le mani in tasca e calciava una lattina che faceva un grande
baccano nel
silenzio spettrale di quel quartiere. Non era mai stato in quella zona
e
nemmeno sapeva come ci era arrivato, ma voleva solo camminare,
distrarsi,
allontanarsi da quei pensieri che ormai da troppo tempo gli occupavano
prepotentemente la testa. Vedeva sempre quel dolce volto davanti a
sé, in tutte
le persone che incrociava, in tutti i sorrisi lui vedeva solo la sua
Gabriella
ed era stanco, quella ragazza gli aveva rubato la vita e ora lui si
ribellava
al mondo nel solo modo che conosceva…dandosi allo sbando, ma
sapeva benissimo
di non essere quel Troy.
-Non ho ancora finito con te
stronzetta!-
quella frase urlata con rabbia e
disprezzo che si udì da una
delle case lì accanto lo distolse dai suoi pensieri e
alzò lo sguardo
incuriosito. La porta d’ingresso venne sbattuta con violenza
da una ragazza
minuta, con i capelli biondi raccolti in una coda alta non proprio
perfetta,
alcuni ciuffi le ricadevano sul viso rigato di lacrime…ma,
quella ragazza!!
-Sharpay Evans?!-
sillabò lui sbalordito
appena gli fu abbastanza vicina. La
osservò meglio, era senza trucco ma comunque molto bella,
aveva pianto e
parecchio a giudicare dagli occhi arrossati. Era vestita con una
semplicissima
tuta rosa e nera e ai piedi aveva delle scarpe da ginnastica, nessuno a
memoria
d’uomo l’aveva mai vista con un tacco di altezza
inferiore agli otto
centimetri. Era irriconoscibile, debole, fragile, indifesa e
così semplice…Troy
iniziò a sentire dentro di se qualcosa di diverso dai
sentimenti di rabbia e
rancore che aveva provato negli ultimi tempi, ma ancora non riusciva a
definire
cosa fosse.
Sharpay trasalì vedendo
chi aveva di fronte, la sua
copertura che aveva retto per ben cinque anni stava per crollare e per
giunta a
scoprire tutto sarebbe stata la persona che, fatta eccezione per Kyle,
detestava di più al mondo. Aprì bocca per dare
una delle sue acide risposte, ma
fu preceduta dal ragazzo
-Cosa ci fai qui? Voglio dire, non
abiti certo in questo
postaccio?-
chiese lui stranito guardando un
po’ lei un po’ la casa alle
sue spalle
-Bolton ci sono cose che non puoi
capire-
rispose lei asciugandosi le lacrime.
Lui incatenò lo sguardo
ghiacciato a quello caramellato della ragazza e lei riuscì a
leggere qualcosa
di indistinto, ma non sapeva cosa, certo era che iniziava a sentirsi
più tranquilla
-Bimba io capisco tutto, ho un bel
cervellino sai?-
si picchiettò un dito
sulla fronte e le sorrise affabile, si
stava mostrando un Troy totalmente diverso e questo stupì
entrambi
-E’ una storia troppo lunga
e complicata…e poi non voglio
raccontare in giro i fatti miei, tantomeno a te!-
fu la risposta fredda e distaccata
della biondina. Lui la
scrutò ancora per un po’ e percepì il
bisogno che quella ragazza aveva di
sfogarsi, fosse stato per lei gli avrebbe spiattellato tutto quanto.
Troy la
conosceva fin troppo bene e sapeva come prenderla per il verso giusto
-Cioccolata?-
propose ripresentando il sorriso
affabile di poco prima.
Sharpay non sapeva resistere alla cioccolata, soprattutto in momenti
come
quelli, ma si accorse anche con un lieve fastidio che faticava a
resistere
anche al suo sorriso
-Offri tu?-
-Offro io-
-Andata!-
accettò Sharpay alla fine.
Salirono sulla spider nera di
Troy, Sharpay non sapeva che le sue azioni avrebbero determinato il
destino di
quella macchina…
-Avanti dimmi che cosa ti
è successo-
insistette Troy mentre la ragazza
rigirava il cucchiaino
nella tazza fumante fissandone il contenuto persa nei suoi pensieri.
Scosse la
testa alle parole del ragazzo
-Davvero Bolton, non mi sembra il
caso e passerei un brutto
guaio se ti dicessi tutto-
era evidente che era combattuta,
altrimenti avrebbe
inventato una scusa per far tacere Troy
-Senti Sharpay lo so che non ti fidi
e detta francamente
nemmeno io mi fido di te, ma per quanto possa sembrare stronzo detesto
vedere
le ragazze piangere, è più forte di
me…perciò non ci muoviamo da qui
finchè non
mi dici tutto-
Era la prima volta da quando lo
conosceva che Troy la
chiamava per nome, lei era sempre stata Evans per lui e lui sempre
Bolton per
lei, le sue parole la spinsero a fidarsi un po’ di
più, sospirò
-Quell’uomo che hai sentito
urlare…è Kyle, il mio patrigno.
Cinque anni fa, l’estate prima che iniziasse il Liceo, mio
padre ha avuto un
attacco di cuore ed è morto. Kyle è un
economista, lavorava per mio padre e si
è offerto di aiutare mia madre a gestire il patrimonio e
tutte le scartoffie
burocratiche…-
mandò giù un a
cucchiaiata di cioccolata prima di continuare
-In qualche modo è
riuscito a rigirarsela e dopo pochi mesi
si sono sposati. Alla fine Kyle si è dimostrato il bastardo
che è…una sera era
ubriaco e stava per prendersela con mia madre, ma io mi sono messa di
mezzo e…-
la sua voce era incrinata, non era
sicura che Troy fosse la
persona migliore a cui dirlo, ma non ce la faceva più a
tenersi tutto dentro.
Lui ascoltò il discorso aggrottando le sopracciglia, questo
Kyle non gli
piaceva proprio per niente e iniziò a capire
cos’era quello che sentiva verso
Sharpay, compassione…
-e…-
la esortò
-e dopo avermi
picchiata…si è…si è
approfittato di me-
rabbrividì e
proseguì immediatamente per evitare qualsiasi
commento del ragazzo, odiava essere compatita
-Ryan ha visto tutto ed è
rimasto talmente traumatizzato che
qualcosa è scattato nel suo cervello, ha iniziato a
diventare la copia esatta
del mio patrigno. Kyle è scaltro, ha fiutato subito
l’affare e ha iniziato ad
invitare i suoi amici e colleghi più stretti, lui garantiva
il trasferimento di
parti ingenti di denaro su conti esteri e introvabili in cambio di
cospicue
somme.-
sorrise amaramente e buttò
giù un’altra cucchiaiata
-Ma non gli bastava, aveva ancora
pochi clienti per i suoi
gusti quindi è passato al suo piatto forte…ME.
Ora organizza cene in cui
arrivano i suoi clienti con figli al seguito e il dessert per i figli
sono io…a
volte non solo per loro-
Troy non poteva credere alle sue
orecchie, non aveva mai
pensato che dietro alla rigida facciata della Regina di Ghiaccio si
nascondesse
una storia così terribile
-Cristo santo Sharpay io non credevo
che…-
fu interrotto subito da lei che dissi
con un’alzata di
spalle
-Lascia perdere, io non me la passo
bene, ma c’è chi sta
peggio al mondo. Almeno ho una casa, ho ancora la mia auto e tutti i
miei
vestiti-
-A proposito, io ricordavo che stavi
in una villa
stratosferica, come sei finita in quel quartiere?-
chiese curioso di sapere altri
particolari su di lei
-Kyle è spesso ubriaco, ha
fatto fuori più della metà del
patrimonio della mia famiglia e quella casa richiedeva troppe spese. Mi
ha
permesso di tenere tutte le mie cose solo perché nessuno
scopra questo
cambiamento, e poi così a detta sua attiro di più
i ragazzi.-
Troy abbassò la testa si
sentiva terribilmente in colpa per
quello che le aveva detto e fatto in quei giorni, ma non poteva
immaginare cosa
nascondesse lei in realtà. Però d’altra
parte celava in lui ancora quella
rabbia verso la biondina che aveva cambiato la sua ragazza e la sua
migliore
amica
-Senti, ma Gabriella e Taylor
come…-
per l’ennesima volta lei lo
interruppe
-Come mai sono diventate come me?
Semplice…hanno scoperto
tutto per caso, proprio come te questa sera. Ho detto loro che se
avessero
parlato con altre persone di questa storia avrei reso la loro vita alla
East
High insopportabile e così piano piano per evitare di
spifferare qualcosa a
qualcuno si sono allontanate dal vostro gruppetto e un po’
per compassione si
sono avvicinate a me, finchè hanno capito che il mondo della
Sharpay Evans che
tutti conoscono non è così male-.
In quelle parole Troy aveva trovato
la risposta a tutte le
sue domande, a tutti i suoi tormenti e aveva capito inoltre che la
colpa non
era totalmente della biondina…sentì la rabbia
affievolirsi e un sentimento di
affetto verso quella ragazza tanto infelice lo assalì.
-Devi imparare a
ribellarti…insomma sei sempre la Regina di
Ghiaccio dalle unghie affilate, sai difenderti Sharpay e sappiamo
entrambi che
non le mandi a dire a nessuno quando ti viene fatto un
torto…tu sei forte, lo
so e lo sai anche tu-
Sharpay scosse la testa
-Ti ho detto che è una
cosa che non puoi capire, credi che
non l’avrei fatto se mi fosse stato possibile?-
Troy la guardò per un
attimo poi sospirò
-Ok per stasera sono stato troppo
invadente-
Sharpay sorrise per la prima volta
quella sera
-Giusto un pochino-
scherzò ridacchiando
-Dai ti riporto a casa-
-Sì sarà
meglio, si è fatto tardi-
Troy pagò per tutti e due
ed uscirono. Di nuovo rimasero in
silenzio per tutto il tragitto, ma prima di svoltare nella stradina
Sharpay lo
fermò
-Aspetta frena…meglio se
mi lasci qui-
Troy obbedì e si
fermò scendendo dall’auto con ancora il
motore acceso. Prima di andarsene la bionda si avvicinò a lui
-Beh grazie allora, mi è
servito parlare un po’…Troy-
ora anche lei l’aveva
chiamato per la prima volta con il suo
nome. Entrambi sorrisero e un silenzio imbarazzante cadde tra loro, fu
rotto
poco dopo dal ragazzo
-Senti Sharpay, mi dispiace per come
mi sono comportato con
te, non te lo meriti…ma non potevo saperlo-
-Tranquillo, ormai sono abituata e
non è che tenessi
particolarmente alla tua amicizia. Voglio solo che ricordi che
Gabriella non te
l’ho portata via io, ma soprattutto ricorda che…se
ti azzardi a dire qualcosa
in giro giuro che la tua bella spider te la faccio ingoiare fino
all’ultimo
copertone-
pronunciò
l’ultima parte della frase in maniera
particolarmente velenosa, tanto che il ragazzo deglutì
lievemente intimorito.
Sharpay scoppiò a ridere
-Scherzavo! Ma non mettermi alla
prova-
Troy sospirò sollevato
-Buonanotte allora…Sharpay-
-‘Notte…Troy-
la biondina fu la prima ad andarsene.
Entrambi avevano
capito quanto in realtà fosse diverso l’altro e
ritornarono alle rispettive
case faticando a levarsi il sorriso dalle labbra e con il cuore che
batteva più
forte, senza che riuscissero a spiegarsi il
perché…
RINGRAZIAMENTI
TIME:
Grazie a chi ha letto e a chi
recensisce sempre…in
particolare a Jud_91 e Tay_ ora vedete che Troy
è tornato buono e
riserverà altre sorprese (piacevoli o no lo
scoprirete)…per quanto riguarda
Ryan bisogna avere ancora un po’ di pazienza e Chaylor
cercherò di infilarli da
qlk parte, magari alla fine ^^
|
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Capitolo 6 *** Posso volare ***
Sharpay richiuse la porta alle sue
spalle senza troppa
delicatezza. Erano tutti a tavola e a giudicare dagli sguardi irritati
di Ryan
e Kyle la stavano aspettando da un po’
-Potevate anche
iniziare…io non ho fame-
disse lei fredda avviandosi verso la
sua stanza. La voce
burbera di Kyle la fece fermare
-Stupida ragazzina che non sei altro!
Vieni immediatamente
qui-
con ancora un piede sul primo scalino
la bionda rispose
-Ho detto che non ho
fame…sono stanca voglio andare in
camera mia-
il rumore della sedia che si spostava
bruscamente seguita
dallo schianto di quest’ultima sul pavimento
l’avvisò che era meglio correre e
in fretta. Scattò veloce su per le scale, ma una mano grande
e ruvida la prese
per una caviglia facendola cadere dolorosamente sulle scale.
Istintivamente
affondò le unghie nel legno dei gradini per evitare di
essere trascinata via
mentre scalciava furiosa nel vano tentativo di liberarsi e di sfuggire
a quello
che stava per capitarle
-Stai ferma!-
urlò lui riuscendo a
bloccarle le gambe con un solo braccio
in una presa che non le lasciava scampo. La fece girare in modo da
poterle
vedere il viso e ghignò compiaciuto vedendo il panico misto
ad odio. Si accanì
in maniera terribilmente violenta proprio su quel faccino tanto ostile,
le tirò
un paio di manrovesci che le arrossarono le guance, ma la biondina
strinse i
denti e non gli diede la soddisfazione di lamentarsi. La forza
d’animo della
figliastra fece andare Kyle su tutte le furie e iniziò a
darle una scarica di
pugni dove poteva. Le spaccò il labbro inferiore che prese a
sanguinare, colpì
con violenza l’occhio destro e dopo essersi accorto di aver
fatto abbastanza
danni iniziò a colpirla sui fianchi e nello stomaco
finchè la sua vittima
rimase senza fiato. Sharpay sentiva dolori lancinanti dappertutto, ma
quello
che più le faceva male era qualcosa di interiore, era stufa
di subire quelle
violenze quasi tutti i giorni e soprattutto odiava la sensazione di
impotenza
che avvertiva ogni volta. Veniva picchiata senza mai potersi difendere
e quello
era solo un incentivo per il patrigno.
Kyle si alzò senza levarle
gli occhi di dosso e le sferrò un
ultimo calcio, la biondina iniziò a tossire avvertendo
dolori e bruciori
lancinanti ai polmoni e alle costole
-E adesso a letto…senza
cena-
ordinò lui per poi
scoppiare in una risata beffarda e
sguaiata. Intanto Ryan e la madre erano rimasti in cucina a tenere in
caldo la
cena come se nulla fosse, furono subito raggiunti dall’uomo e
la cena proseguì
così come era stata interrotta.
Nell’indifferenza generale,
Sharpay sanguinante e dolorante
si trascinò a fatica su per le scale praticamente
strisciando, riuscì ad
alzarsi in piedi solo quando arrivò alla fine con una forza
che non sapeva
nemmeno di avere ancora. Si chiuse a chiave in camera, avrebbe voluto
non
uscire più di lì. Prese del cotone e del
disinfettante e si mise a curarsi il
labbro spaccato e alcuni graffi che aveva sulle braccia, si accorse con
sollievo che poteva nascondere tutto con un po’ di
trucco…tutto tranne
quell’occhio pesto che le faceva un male tremendo e stava
iniziando a diventare
viola.
In quei momenti solo la musica poteva
distrarla e
tranquillizzarla, prese l’i-pod dalla borsa sul letto e si
rannicchiò alla
finestra mentre le note dolci di “I believe I can
fly” si diffondevano dalle
cuffiette
I
believe I can fly
I believe I can touch the sky
I think about it every night and day
Spread my wings and fly away
I believe I can soar
I see me running through that open door
I believe I can fly
I believe I can fly
I believe I can fly
Aveva sempre pensato che quella
canzone parlasse della sua
vita e di lei…”credo di poter
volare…credo di poter toccare il cielo…ci penso
giorno e notte…apro le ali e volo via…credo di
potermi librare…mi vedo correre
attraverso la porta aperta…credo di poter volare”.
Sapeva che prima o poi ci
sarebbe riuscita, se ne sarebbe andata da lì, lontano da chi
le aveva rovinato
la vita. Giorno e notte si immaginava di poter volare attraverso quella
finestra e colmare la distanza tra lei e la libertà, tra lei
e una vita felice.
Mentre ascoltava la canzone le si appannarono gli occhi e una dopo
l’altra le
lacrime le scesero lente e inesorabili, dolorose come se scavassero
solchi
nella sua pelle eppure dolci lacrime di liberazione cariche di quei
sogni che
forse non si sarebbero mai realizzati. Si trovò a stringere
tra le mani la foto
incorniciata di suo padre che nascondeva gelosamente dalle grinfie del
patrigno
e mentre osservava il viso dell’unico uomo che avesse mai
amato si accorse di
quanto fosse uguale a lui
I
miss you
Miss you so bad
I don't forget you
Oh it's so sad
I hope you can hear me
I remember it clearly
The day you slipped away
Was the day i found
It won't be the same
Oh (*)
“Mi
manchi...mi manchi
terribilmente...non ti ho dimenticato...è così
triste...spero tu possa
sentirmi...ricordo chiaramente...il giorno in cui te ne sei
andato...è stato il
giorno in cui ho capito...che nulla sarebbe stato lo stesso”
Le
canzoni che si
succedevano sembrava volessero farle del male, quella era la canzone
che aveva
cantato per suo padre il giorno del funerale, non era mai riuscita a
finirla, ma
sapeva che lui l’aveva sentita e questo era
l’importante per lei. Strinse la
fotografia al petto e pianse, pianse tutta la notte finchè
sfinita si
addormentò ancora accucciata accanto alla finestra.
[(*)
è I miss you di
Avril Lavigne]
RINGRAZIAMENTI TIME:
Scusate
per il
capitolo scritto troppo di getto, non né un
granchè a parte forse l’ultimo
pezzo…grazie a chi ha letto e a chi
recensisce…kiss
|
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Capitolo 7 *** Un momento mancato ***
Un
enorme SUV nero
tirato a lucido si fermò con un rumoroso stridio di freni
davanti al cortile
della East High. I vetri erano oscurati e non si poteva vedere gli
occupanti
dall’esterno, quell’auto attirò molti
sguardi curiosi visto che nessuno l’aveva
mai vista nei paraggi
-Eccoci
micetta…che
c’è non lo dai un bacio al tuo papà?-
Kyle
fissò la biondina
al suo fianco con un ghigno a metà tra il cattivo e il
divertito
-E’
proprio vero che
la madre degli idioti è sempre incinta-
commentò
Sharpay
spiazzandolo. Prima che Kyle potesse ribattere lei aprì la
portiera e con un
piccolo balzo scese dall’auto. Si sistemò gli
occhiali da sole scuri e senza
nemmeno voltarsi sbattè lo sportello alle sue spalle
lasciando nell’abitacolo
un patrigno alquanto alterato. Ignorando come al solito gli sguardi dei
presenti la ragazza si diresse con passo deciso verso
l’entrata. Quel giorno
era più sobria, niente abitini cortissimi con colori
sgargianti solo un paio di
jeans attillati, decollté nere con il tacco e una maglietta
a maniche lunghe a
righe sottili bianche e argento con un piccolo fiocchetto nero in basso
a
destra.
-Sharpay!-
Taylor
e Gabriella si
erano appena avvicinate alla biondina con sorrisi smaglianti
-Hey
ragazze! Come mai
così allegre?-
chiese
Sharpay
vedendole particolarmente sorridenti. Le due amiche si scambiarono
un’occhiata
elettrizzata e poi guardarono la bionda
-Abbiamo
saputo!-
dissero
all’unisono.
Sharpay a primo impatto pensò che si fossero drogate e le
guardò accigliata
-Saputo
cosa?-
Gabriella
diede di
gomito all’amica
-Avanti
Sha, lo
sappiamo che sei uscita con Troy!-
La
ragazza sgranò gli
occhi e per un attimo le sembrò che la forza nelle gambe le
venisse a mancare.
Giurò a se stessa che avrebbe strozzato Troy Bolton con le
sue stesse mani non
appena le fosse capitato a tiro, deglutì e guardò
prima Gabriella e poi Taylor
-Prima
di tutto non
sono uscita con Bolton, ci siamo incontrati per caso e mi ha solo
offerto una
cioccolata…e poi come avete fatto a saperlo?-
-Lo
abbiamo sentito
che si vantava con quei due trogloditi dei suoi amici-
rispose
Taylor
scuotendo la testa rassegnata. Sharpay strinse i pugni affondando
così le unghie
nei palmi, se solo Troy si fosse lasciato sfuggire qualcosa di troppo
sarebbe
stato il suo ultimo fatale errore. In quel momento a spezzare la
tensione ci
pensò la campanella
-Andiamo
che è meglio-
mugugnò
la bionda
precedendo le altre due che si chiesero curiose come mai
l’amica tenesse ancora
gli occhiali da sole persino dentro la scuola…
…-Signorina
Evans,
questo non è un salone di bellezza e vorrebbe farmi la
cortesia di togliersi
quegli occhiali da sole? Non siamo in spiaggia e la giornata non
è così
assolata-
tuonò
la professoressa
di storia contro la biondina all’ultimo banco indaffarata a
sistemare con del
trucco il taglio sul labbro. Sharpay sbuffò e ripose tutto
con cura nella
borsetta per poi tornare a fissare infastidita l’insegnante
mentre si
arrotolava una ciocca di capelli attorno all’indice
-Gli
occhiali
signorina-
insistette
l’insegnante spazientita
-Non
posso-
rispose
l’alunna con
tranquillità, l’intera classe si voltò
verso di lei alcuni curiosi e divertiti,
altri allibiti dal suo comportamento. La professoressa
sbattè violentemente una
mano sulla cattedra
-Molto
bene ora le
faccio passare io la voglia di scherzare…vada subito dal
preside signorina
Evans e veda di farsi passare queste manie per il look o come cavolo si
dice-
-Idiota-
mormorò
Sharpay mentre
si alzava dal suo posto. Impettita e in perfetto equilibrio sui suoi
tacchi
vertiginosi attraversò la classe fino alla porta, prima di
richiudere però
lanciò un’occhiataccia a Troy seduto al primo
banco che recepì subito la
fulminata. Invece che andare in presidenza la ragazza si diresse
velocemente
verso il bagno
-Che
figlio di
puttana-
mormorò
tra sé e sé
non appena tolse gli occhiali da sole di fronte allo specchio. Il
livido si
stava attenuando, ma faceva un male tremendo. Lo sfiorò
appena con la punta
dell’indice, ma subito si ritrasse con una
smorfia…doveva trovare il modo di
nasconderlo con il trucco. Un rumore di passi nel corridoio la
distrasse dai
suoi pensieri, prima che se ne accorgesse la porta dei bagni si
spalancò e un Troy
preoccupato apparve sulla soglia. Sharpay trasalì e si
affrettò a rimettere gli
occhiali
-Bolton
questo è il
bagno delle ragazze-
sibilò
freddamente
girandosi verso di lui. Troy la squadrò per un attimo
-Ti ha
messo di nuovo
le mani addosso vero?-
chiese
il ragazzo
avvicinandosi a lei, ma dovette piegarsi per schivare il portasapone
che la
bionda gli aveva lanciato contro con forza
-Idiota!
Deficiente!
Cretino! Stronzo! Non capisci proprio niente!!-
prese
ad urlargli
contro cercando di prenderlo a ceffoni, ma lui le bloccava puntualmente
i
colpi. La afferrò per i polsi e la spinse contro il muro
tenendocela incollata
-Senti
un po’ bollenti
spiriti, datti una calmata…si può sapere che ti
è preso?!-
-Che
cosa sei andato a
raccontare in giro?!-
sbottò
lei cercando di
liberarsi invano dalla presa del playmaker
-Hey
hey ti ho dato la
mia parola che non avrei detto niente, non sono così
bastardo come credi. Ma un
po’ di orgoglio maschile me lo permetti?-
spiegò
lui più
gentilmente
-Ah
quindi vantarti
con i tuoi amici dicendo che sei uscito con me e inventandoti
chissà che è
orgoglio maschile?-
sibilò
Sharpay
fissandolo negli occhi. Il ragazzo ridacchiò
-In un
certo senso sì-
vedendo
l’espressione
glaciale della ragazza però decise di spiegarle meglio
-Dai
non ho detto
niente di male te lo giuro, solo che hai accettato un mio invito a
prenderci
qualcosa, niente di più niente di meno-
la
bionda sospirò
rilassandosi. Lentamente Troy le lasciò andare i polsi
-Se ti
libero non è
che poi mi ritrovo lo spazzolone giù in gola vero?-
-Forse
sì, forse no-
fu la
risposta
divertita della biondina. Ridacchiarono insieme e Troy la
lasciò
definitivamente andare, lei ne approfittò per schizzare
verso l’uscita del
bagno, ma lui la bloccò per i fianchi
-Aspetta-
una
smorfia di dolore
si dipinse sul volto della ragazza, quell’espressione
spaventò e preoccupò il
ragazzo che la lasciò subito andare, ma la tenne comunque
ferma per un braccio
-Ti
è successo
qualcosa Sharpay, lo so…e non ti lascio uscire
finchè non me lo dirai-.
Sharpay
sospirò
rassegnata e gli raccontò tutto quello che era successo la
sera prima, dopo che
lui l’aveva riportata a casa. Il ragazzo ascoltò
il racconto orripilato e con
rabbia verso quel verme del suo patrigno.
-Fammi
vedere, io sono
piuttosto esperto sui lividi-
le
disse amareggiato
mentre le toglieva dolcemente gli occhiali. Il livido stava schiarendo
lievemente ed era concentrato soprattutto sullo zigomo
-Questo
ti passerà in
fretta stai tranquilla-
le
disse lui con un
lieve sorriso mentre faceva scivolare una mano verso il lembo
più basso della
maglietta. Incrociò lo sguardo contrariato della biondina,
ma che si addolcì
subito lasciandolo fare. Alzò di poco la stoffa e
capì perché prima si era
lamentata, aveva un fianco interamente tumefatto, segno che i colpi
erano stati
dati a ripetizione e molto violentemente. Prima che lui potesse dire
qualcosa,
Sharpay abbassò in fretta la maglietta
-Lascia
stare
Troy…passeranno, non sono i primi e non saranno gli ultimi-
-Sharpay
non sono da
sottovalutare…-
fu
bloccato dalla
bionda che gli premette un dito sulle labbra azzittendolo. Per lei fu
un gesto
meccanico e in quel momento si stupì di quanto fossero
vicini lei e il
bellissimo ragazzo dagli occhi di ghiaccio. Lui respirò
profondamente e fu
investito dal profumo inebriante della biondina, i loro sguardi erano
incatenati e nel silenzio irreale che si era creato si potevano sentire
solo i
loro respiri e il battito accelerato dei loro cuori. Troy prese la mano
di
Sharpay ancora appoggiata alle sue labbra e
l’abbassò, continuando ad
ammaliarla con il suo sguardo cercò di colmare la breve
distanza che c’era tra
le loro labbra come mosso da un istinto incontrollabile senza nemmeno
rendersene conto. Quando il bacio, che entrambi volevano ardentemente
in quel
momento, stava per compiersi suonò la campanella che fece
sobbalzare entrambi e
li strappò da quello stato di trance in cui si trovavano
-E’…è
meglio andare-
balbettò
imbarazzata
Sharpay mentre si affrettava a riprendere la borsetta
-Sì
hai ragione-
asserì
il playmaker
grattandosi il capo a disagio. Sharpay fu la prima a schizzare via nel
corridoio e sparì immediatamente alla vista del castano che
sbuffò e si diresse
alla lezione successiva. Per minuti interminabili quel batticuore non
abbandonò
nessuno dei due e il pensiero di quel magico momento mancato li
lasciò per
tutta la giornata con l’amaro in bocca.
RINGRAZIAMENTI TIME:
Chiedo
umilmente
perdono per il ritardo visto che di solito aggiorno come un fulmine, ma
avevo
perso l’ispirazione. Spero che questo chappy vi piaccia, lo
so sono perfida a
lasciare sempre quei due in sospeso xD…
Jud_91:
è vero I
believe I can fly è stupenda! Tranquilla
Sharpay soffrirà ancora per poco, già da questo
chappy penso tu l’abbia intuito
Tay_:
se pensi che questa
sia crudeltà aspetta tra un
paio di capitoli…sia Kyle che Troy hanno ancora delle
sorprese
Giua1234:
grazie dei
complimenti…ribadisco anche con te che
Troy l’aiuterà eccome
Giorgy:
tranquilla
l’importante è che leggi e che ti
piaccia la ff
Un
bacio anche a chi
legge ^^
|
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Capitolo 8 *** Fuori programma ***
La
spazzola passava
senza intoppi tra i lunghi capelli setosi rendendoli più
lisci e lucidi mentre
la voce di Christina Aguilera mista a quella della ragazza bionda si
diffondeva
per la stanza. Era di nuovo lunedì e l’ora di cena
si stava avvicinando. Kyle
aveva promesso alla figliastra una bella sorpresa per quella sera e lei
confidava in un abito nuovo visto che non le venivano in mente altre
sorprese
che quell’essere avrebbe potuto farle. E puntualmente il suo
desiderio fu
avverato. Poche ore prima Kyle era entrato nella sua stanza con un
vestitino
nero fatto a corpetto nella parte sopra e la gonna sempre estremamente
corta
era a veli che creavano delle trasparenze. A dare un po’ di
colore ci pensava
una cintura legata in vita con un cuore grande tutto fuxia e lustrini.
Da
subito Sharpay adorò quel vestito, ma non mostrò
troppo entusiasmo per non dare
soddisfazione al patrigno.
Ora
stava seduta
davanti allo specchio e immaginava di prepararsi per un appuntamento
con Tr…ehm
con un ragazzo qualsiasi. Si era calata talmente bene nella parte che
quando
sentì il campanello scese le scale di corsa con espressione
allegra…Ryan la
notò subito e ghignando le chiese
-Come
mai così di buon
umore? E’ insolito da parte tua il lunedì sera-
le
parole del fratello
la fecero tornare alla realtà e le si spense immediatamente
il sorriso. Diede
una spintarella infastidita a Ryan e andò a sedersi sul
divano mentre la madre
e il patrigno accorsero ad accogliere gli ospiti. Sharpay sentiva solo
mormorii
alle sue spalle, non stava ascoltando quello che gli invitati e la sua
“famiglia” si dicevano, era piuttosto intenta a
contare le piastrelle del
pavimento
-Buonasera
principessina-
una
voce familiare
alle sue spalle la fece trasalire…si voltò di
scatto e un istintivo sorriso le
illuminò il viso
-Ma
che…oh no! No, no,
no, no dimmi che quelli non sono i tuoi genitori, ti prego dimmi che
non sei
invitato a cena-
quei
bellissimi occhi
azzurri si fissarono nei suoi caramellati indicando un dispiacere
profondo
-Ti
consola se ti
dicessi che dopo anni questo è il tuo primo
lunedì di “ferie”?-
-Davvero
non sei qui
per…-
Troy
la fermò
-Sharpay,
dopo quello
che mi hai detto…ti pare che io possa approfittarmi di te?-
la
guardò bene e prima
che lei potesse dire altro aggiunse scherzoso
-Anche
se sei talmente
bella che dovrò appellarmi a tutta la mia forza di
volontà-
la
ragazza scosse la
testa ridacchiando
-Che
scemo che sei!-
-Micetta…Troy…a
tavola-
annunciò
la voce
burbera di Kyle che era un tantino infastidito dai sorrisi di Sharpay,
non gli
andava che fosse contenta dei clienti. La cena trascorse
tranquillamente, i due
ragazzi spesso si scambiavano sguardi divertiti e sorrisetti ignorando
invece
le occhiatacce di Kyle e Ryan.
All’ora
stabilita,
senza che il patrigno le dicesse nulla Sharpay si alzò e
fece cenno a Troy di
seguirla cercando di apparire il più distaccata possibile.
Lo condusse al piano
di sopra e aprì la porta della sua stanza che portava una
targa con il suo nome
e sotto scritto “The Princess”…Troy si
guardò attorno stupito da quanti tipi di
rosa potessero esistere, la stanza era enorme, ben arredata e anche
molto
disordinata…scarpe e vestiti erano sparsi ovunque
-Allora
è qui che
succede la magia-
disse
allargando le
braccia. La biondina lo guardò con un sopracciglio sollevato
-La
magia?-
lui le
circondò
inaspettatamente la vita con le braccia prendendola alla sprovvista
-Esatto…quando
da
bambina triste e imbronciata ti trasformi in una splendida fata-
disse
dolce facendole
fare una giravolta per ammirarla meglio
-Hai
bevuto Troy? Mi
sembri un po’ troppo su di giri-
chiese
Sharpay
divertita da quel suo modo di fare. Proprio come pochi giorni prima si
trovarono ad una distanza microscopica uno dall’altra intenti
a perdersi in
quel vortice di ghiaccio e caramello, i cuori che battono
all’unisono, le mani
che si intrecciano, gli occhi che si chiudono e…
-Oddio
che scema!-
esclamò
di colpo
Sharpay rovinando di nuovo quel momento. Troy sbuffò
passandosi una mano tra i
capelli mentre la guardava andare verso il comodino, Sharpay
azionò una specie
di sveglia e si girò verso Troy
-Il
timer…se dobbiamo
fingere, fingiamo bene-
si
giustificò
-Ah…quindi
quanto
tempo abbiamo?-
chiese
vedendo le sue
speranze svanire
-Una
mezzora-
rispose
la bionda
mettendo una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Fu un
attimo…si sentì tirare
di nuovo per la vita, una mano del ragazzo le premeva sulla schiena per
non
farla più scappare mentre l’altra era immersa
nella sua chioma bionda…le loro
labbra si unirono e si dischiusero in una morbida lotta…un
bacio improvviso,
inaspettato, per certi aspetti anche impossibile, un bacio dolce e
passionale,
un bacio mozzafiato al sapore di champagne, un bacio da batticuore, un
bacio
che fa volare e dimenticare tutto. Senza nemmeno accorgersene finirono
stesi
sul letto senza spezzare quel magnifico bacio…le mani di lui
corsero rapide
sotto il vestitino provocando in lei brividi di eccitazione. In un
attimo Troy
si ritrovò senza maglietta e con le mani affusolate della
biondina che gli
percorrevano ogni centimetro di pelle in carezze docili, ma allo stesso
tempo
cariche di desiderio…ma all’improvviso qualcosa
scattò in lei
-No!-
esclamò
di colpo
scansandosi da lui. Troy la guardò stranito
-Ho
fatto qualcosa che
non va?-
Sharpay
scosse la
testa e si diede una sistemata ai capelli e al vestito
-No
anzi…è che non
voglio che succeda così…non in una serata come
questa-
Troy
non protestò,
aveva ragione, per lei era qualcosa di abituale e forse riteneva lui
speciale.
Sorrise, era contento di quelle parole
-Hai
ragione…ho
esagerato-
le
disse comprensivo
stringendola a sé. Sharpay tuffò il viso sul
petto del ragazzo godendosi il
contatto con la sua pelle nuda e calda, la faceva sentire
così protetta e
tranquilla
-Sono
contenta che
stasera tu sia qui con me-
sussurrò
lei poco dopo
alzando il viso per guardarlo meglio negli occhi. Lui le
stampò un dolce bacio
in fronte e le sorrise. Un trillo li fece sobbalzare…il
timer era scattato e
così era finito anche il tempo a loro disposizione
-E’
meglio se vai…o
saranno guai per me-
a
quelle parole Troy
si affrettò a rimettersi la maglietta. Prima di uscire dalla
stanza però le
fece l’occhiolino
-E’
stata una serata
bellissima principessa-
le
disse sinceramente
lasciandola con l’immagine del suo splendido sorriso
luminoso. Sharpay si
lasciò andare sdraiata sul letto con un
sospiro…ora ne era sicura, era
totalmente e incondizionatamente innamorata di Troy Bolton.
Troy
raggiunse
tranquillamente i genitori al paino di sotto e li avvisò che
usciva con Chad e
Zeke…appena fu fuori da quella casa riprese a sorridere
senza riuscire a
smettere…ora ne era sicuro, era totalmente e
incondizionatamente innamorato di
Sharpay Evans.
RINGRAZIAMENTI TIME:
Chappy
leggermente più
corto ma molto tenero non trovate?
Grazie
a fefy88, tay_ ,giua1234, Jud_91 e Giorgy per le
recensioni…non riesco a ringraziarvi una per
una…preparatevi per il prossimo
chappy xDxD
|
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Capitolo 9 *** Cos'è l'amore? ***
La
cassetta della
posta all’inizio del vialetto portava incisa a caratteri
cubitali la scritta
BOLTON
“Trovata!”
pensò
Sharpay con un
sorriso soddisfatto. La casa aveva un ampio giardino ben curato,
sicuramente
merito della madre di Troy. L’esterno era in muratura e
stonava con il resto
delle case affianco tutte prefabbricate in legno, ciò
nonostante dava un
piacevole tocco di rustico italiano all’insieme
dell’abitazione. La ragazza
aveva deciso di fare una sorpresa a Troy andando a trovarlo e gli aveva
portato
un piccolo regalo per ringraziarlo della sera precedente. Percorse a
passo
spedito il vialetto, ma nel momento in cui stava per suonare alla porta
sentì
qualcuno ridere, ascoltò meglio e riconobbe la risata calda
e coinvolgente di
Troy. Sorrise con un luccichio negli occhi e si accorse che la voce
proveniva
dal retro. Tornò indietro e attraversò il
giardino, lo intravide da lontano e
come ogni volta che lo vedeva da quando si erano avvicinati il suo
cuore fece
una capriola e prese a battere a velocità folle. Rimase per
un po’ imbambolata
a fissarlo, lui era a torso nudo, i muscoli perfettamente scolpiti
tanto da
farlo sembrare una statua, i capelli ribelli che gli ricadevano
scomposti sulla
fronte gocciolanti di acqua e sudore, la pelle bronzea e quelle due
perforanti
punte di ghiaccio che spiccavano come stelle nel cielo scuro. Sharpay
ebbe un
moto improvviso di correre ad abbracciarlo, ma appena mosse il primo
passo si
accorse che il ragazzo non era solo. Stava ridendo e scherzando con
altri due
ragazzi dalla pelle scura
“Zeke
e Chad”
pensò
infastidita la
biondina che rimase nascosta ad osservare la scena…
-No,
no aspetta
Troy…raccontala di nuovo-
lo
supplicò Chad
piegato in due dalle risate. Troy lanciò il pallone da
basket che teneva tra le
mani e fece un perfetto canestro
-Chad
basta te l’ho
raccontata un milione di volte…piuttosto inizia a procurati
il necessario
perché mi laverai l’auto per moooolto tempo-
Chad
recuperò il
pallone e iniziò a palleggiare. Zeke guardò il
castano e scosse la testa
-Te
l’ho detto Troy
vogliamo le prove…e da quanto ci hai raccontato ancora non
te la sei portata a
letto perciò non cantare vittoria troppo presto-
Troy
rubò il pallone a
Chad che lo guardò contrariato
-E’
questione di
giorni amico…sto per far crollare il castello della Regina
di Ghiaccio!-
esclamò
con un sorriso
bastardo sulle labbra mentre lanciava il pallone a Zeke il quale dopo
un
perfetto canestro ribattè
-Sei
tutto fumo e
niente arrosto Bolton…fossi in te inizierei a piangere la
tua spider-
Sharpay
aveva
assistito a tutto ferita e incredula. Si sentì come una mano
che le stringeva
la gola e il cuore mandandolo letteralmente in mille
pezzi…meccanicamente
indietreggiò scuotendo la testa come se volesse svegliarsi
da quell’incubo. Per
la prima volta dopo la morte di suo padre si era ciecamente fidata di
qualcuno
e lui come tutti gli altri uomini le aveva spietatamente calpestato il
cuore.
Lei era solo strumento di un gioco perverso tra ragazzi senza scrupoli,
incapaci di capire o forse incapaci di amare. Si girò di
scatto per correre
via, ma inciampò nel muretto di un’ aiuola e
rovinò a terra sporcandosi i
vestiti.
I tre
ragazzi poco
distanti da lei sentirono il rumore che la caduta della ragazza aveva
provocato
e corsero verso quel punto. Il primo a raggiungerla fu Chad che la
fissò con un
ghigno divertito
-Guarda
guarda un
uccellino è caduto dal nido-
commentò
fissandole
spudoratamente le gambe scoperte. Sharpay si mise a sedere affondando
le mani
nella terra umida e fissò il riccioluto con sguardo
d’ira mentre gli occhi le
bruciavano per le lacrime che volevano uscire, ma che lei ricacciava
indietro.
Zeke e poi Troy spuntarono dalle spalle dell’amico ridendo
per la sua battuta,
ma Troy ancora non aveva visto con chi ce l’aveva. Rimase
ammutolito non appena
vide quel viso d’angelo contornato da perfetti boccoli biondi
che lo fissava
con tutto l’odio possibile
-Evans,
sei venuta a
farci visita piccola?-
domandò
Zeke
sfregandosi le mani e suscitando le risate sguaiate di Chad. Sharpay
non sentì
quel commento era troppo occupata a fissare Troy dritto negli occhi con
quel
suo sguardo infiammato. Troy si riprese e diede una spinta ai due amici
-Idioti!
Piantatela…possibile che sappiate solo fare gli stronzi?!-
esclamò
lasciandoli
spiazzati. Tese una mano verso la biondina e le rivolse un sorriso
rassicurante, quel sorriso che la fece scoppiare in lacrime
-Tieni
quelle luride
manacce lontano da me…Bolton-
sibilò
lei con
disprezzo per poi alzarsi agilmente. Rivolse un’occhiataccia
tutti e tre e
corse via
-Aih
amico! Quanto hai
detto che consuma la tua spider?-
chiese
Chad per poi
scoppiare a ridere divertito assieme a Zeke il quale così
come il riccioluto si
pregustava la vittoria. In risposta ricevettero solo
un’occhiata fulminante da
parte del playmaker che subito corse dietro a Sharpay.
La
raggiunse dopo poco
e la fermò da dietro per i fianchi, gli faceva male vederla
così, sapeva più di
tutti quanto quella ragazza avesse sofferto nella su avita e quanto
stesse
ancora soffrendo e si sentiva uno schifo a sapere che la causa di
quelle
lacrime era proprio lui
-Sharpay
ti prego
lasciami spiegare-
-NON
VOGLIO SENTIRE
PIU’ NIENTE DA TE…MI FAI SCHIFO!-
urlò
lei in preda alla
disperazione mentre cercava di divincolarsi dalla presa di ferro del
castano
che la strinse di più a sé bloccandola da dietro
-Ho
sbagliato!! Sono
uno stronzo, mi faccio schifo da solo…ma voglio essere
sincero con te-
-Mi
sembra un po’
tardi per la sincerità-
ringhiò
Sharpay
riuscendo finalmente a liberarsi dalle braccia di Troy. Si
girò verso di lui e
lo guardò dritto in faccia asciugandosi con il dorso della
mano le lacrime che
scendevano
-Basta
non voglio più
piangere, non darò a te né ai
tuoi
amichetti questa soddisfazione. Io…io credevo di potermi
fidare di te, mi sono
confidata con te e tu che fai? Mi deridi con quei due cretini, ma va
bene non
importa ci sono abituata…se ci tieni tanto alla tua auto
Bolton sai benissimo
che devi fare, tanto i tuoi non hanno avuto problemi per una sera non
penso ne
abbiano per un’altra, è l’unico modo che
hai da adesso per portarmi a letto-
respirò
profondamente
cacciando indietro altre lacrime. Troy aprì bocca per
ribattere, ma fu
interrotto da lei che riprese a parlare con rabbia e delusione
-E io
che credevo di
essermi innamorata di te-
disse
con un filo di
voce, girò i tacchi e fece per andarsene, ma lui colpito da
quelle parole
inaspettate la fermò di nuovo e la obbligò a
girarsi verso di lui
-innamorata
hai
detto?-
chiese
conferma
speranzoso con il cuore gonfio di gioia. Sharpay lo spinse via
facendogli sparire
quella luce di speranza dagli occhi
-L’ho
detto, ma mi
sono sbagliata…infondo io non ho mai amato nessuno, non so
cosa voglia dire
amare, e non perché io mi chiudo agli altri, ma
perché nella mia vita c’è solo
gente come te…dimentica quello che ho detto, infondo che
cos’è l’amore?…io non
lo so e nemmeno tu a quanto pare-
Troy
rimase zitto,
quelle parole erano vere dalla prima all’ultima e lui non
poteva che tacere e
acconsentire. Guardò la ragazza girarsi e andarsene, svelta,
fiera e orgogliosa
come voleva apparire, ma con tanta sofferenza dentro. Le
fissò incantato i
morbidi boccoli che le accarezzavano la schiena e si muovevano sinuosi
e
ascoltò il ticchettio dei suoi passi in quel silenzio
irreale. Finchè
quell’immagine angelica sparì dalla sua vista
lasciandolo lì solo, vuoto e
triste a maledirsi. Fece per tornare verso casa sua a sguardo basso, ma
il suo
piede urtò una borsetta rossa di carta, si piegò
per vedere cos’era e dentro
trovò un piccolo, ma costoso bracciale da uomo con le sue
iniziali in argento e
diamantini accompagnato da un biglietto rigorosamente rosa
“Grazie di
tutto…S.E.”. Troy sorrise amaramente e dopo
essersi infilato il bracciale tornò
a casa a sguardo basso e con il cuore in gola.
Nessuno
dei due però
sapeva che qualcuno aveva visto e sentito tutto quanto…
RINGRAZIEMENTI TIME:
Sono
brava a farmi
odiare lo so….ho idea che dopo questo chappy
dovrò dormire con un occhio aperto
xD
Fefy88:
Sì Troy
è stato davvero carino, infondo è buono
anche se come si vede da questo capitolo un po’stronzo lo
è, ma solo per
accontentare i suoi amici
Tay_:
per evitare la
tortura su msn ho aggiornato
velocemente dai xD…sono contenta che ti sia piaciuto
l’ultimo chappy…non oso
immaginare cosa mi dirai dopo questo ihih (cmq stupenda sì
la frase di
twilight)
Jud_91:
Grazie
tesò sono contenta ti sia piaciuto…ti
prometto che tra qualche capitolo tornano ad essere dulci dulci
Giorgy:
E sempre come
direbbe Sharpay “Fabulous
soprattutto Troy xD”…Saluti anche a te!!
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Capitolo 10 *** Violenza e affetto ***
Sharpay
aprì la porta
di casa, era riuscita a smettere di piangere ma aveva un tale peso
dentro che a
fatica riusciva a respirare. In più era preoccupata
perché avrebbe dovuto
spiegare il perché di quei vestiti sporchi di terra e per
quanto si fosse
sforzata non le veniva in mente una scusa plausibile.
Appena
entrò vide sua
madre sfrecciarle davanti con un’espressione tirata e
preoccupata, rivolse un
fugace sguardo alla figlia a metà tra il rimprovero e il
compassionevole e andò
a rifugiarsi in cucina. Ryan invece era seduto sulle scale visibilmente
nervoso, picchiettava un piede a terra e si stringeva convulsamente le
mani.
Immediatamente la biondina fiutò aria di guai…si
diresse fino alla sua stanza a
sguardo basso, senza avere il coraggio di alzarlo e tendendo le
orecchie in
attesa del solito burbero urlo che la richiamava indietro…e
invece nulla.
Ingenuamente iniziò a sentirsi sollevata e raggiunse a passo
felpato la sua
stanza. Chiuse lentamente la porta per evitare di fare rumore, ma un
fruscio
alle sue spalle la fece voltare di scatto. Trasalì appena
vide Kyle seduto sul
suo letto, fissava il tappeto a terra con una spaventosa ombra sul viso
che
rendeva la sua espressione burbera e sempre arrabbiata ancora
più minacciosa.
Istintivamente Sharpay incollò la schiena alla porta come in
cerca di una
qualche protezione che, capì subito, non sarebbe mai arrivata
-Dove
sei stata
ragazzina?-
ringhiò
dopo un po’
l’uomo mentre si scrocchiava convulsamente le dita
-A…a…a
fare una
passeggiata, mi stavo
annoiando…p…perché?-
balbettò
lei agitata.
Kyle alzò di scatto lo sguardo su di lei serrando la
mascella, la scrutò per un
po’ e poi chiese di nuovo
-Da
sola?-
Sharpay
iniziò a
percepire una fastidiosa e nauseante sensazione alla bocca dello
stomaco, le
mani iniziarono a tremarle febbrilmente incontrollate
-Certo
con chi vuoi
che sia andata Kyle?-
rispose
ostentando
sicurezza, ma non si accorse dell’errore…il
patrigno schizzò in piedi e la
tenne bloccata alla porta per i polsi
-QUANTE
VOLTE TI HO
DETTO DI CHIAMARMI PAPA’?-
le
sbraitò ad un
centimetro dal viso. Sharpay sentì il cuore schizzarle in
petto e girò
leggermente la testa di lato tenendo gli occhi chiusi
-S…scusa
hai
ragione…papà-
pronunciò
l’ultima
parola con riluttanza e rassegnazione. Kyle però non si
mosse di un millimetro,
sapeva che la figliastra gli stava mentendo e non tollerava
quell’atteggiamento
né tanto meno quello che aveva visto poco prima per strada
-E
come te li sei
sporcati i vestiti?-
chiese
con un ghigno
sapendo di averla colta in fallo
-Io…io…mi…-
non
sapeva che dire e
in più era troppo spaventata per inventarsi qualcosa su due
piedi. Kyle la
guardò con occhi fiammeggianti, un secondo dopo si
sentì un click e Sharpay
scorse appena la chiave della sua stanza finire nella tasca del
patrigno. Lo
fissò ad occhi sbarrati implorante sentendosi morire, quello
sguardo supplice
fu un incentivo per Kyle che in un attimo fece aderire il suo corpo
nerboruto a
quello esile della figliastra. La tenne schiacciata con forza contro la
porta
mentre si leccava le labbra lascivamente
-Qualcuno
deve
insegnarti le buone maniere micetta-
le
soffiò
all’orecchio, quel sussurro e quella vicinanza le provocarono
una pelle d’oca
da ribrezzo che non sfuggì a Kyle. L’uomo
ghignò e prese a leccarle il collo
mentre con una mano afferrò la parte inferiore del vestito.
Sharpay
tremava e lo
sforzo enorme di non piangere davanti a lui non le permetteva di
ribellarsi, in
più l’uomo era troppo forte per lei e avrebbe
anche potuto ammazzarla per
quanto ne sapeva…non poté fare altro che
arrendersi e lasciare che succedesse.
Kyle
in un lampo e
apparentemente senza sforzo le strappò il vestito di dosso e
mentre la teneva
attaccata ancora contro la porta con un braccio, si
distanziò leggermente e le
osservò le forme sinuose e tentatrici. Sharpay lo guardava
di sottecchi con i
denti stretti e un lieve tremore del labbro inferiore
-Adesso
capisco perché
erano disposti a pagare tanto-
commentò
Kyle per poi
afferrarla per i capelli e sbatterla con forza sul letto. In quel
momento in
cui fu lasciata “libera” Sharpay tentò
di allontanarsi da lui, ma il patrigno
l’afferrò per un braccio e lei si trovò
di nuovo immobilizzata, stesa sul letto
con il peso dell’uomo sopra di lei che le impediva quasi di
respirare
-Adesso
ci divertiamo
un po’ che ne dici?-
chiese
lui per poi
scoppiare a ridere mentre le prendeva una mano. Se la portò
al cavallo dei
pantaloni dove era più che evidente la sua eccitazione,
Sharpay tentò di
ritirare la mano, ma era bloccata dall’uomo che la
obbligò a muoverla per
creargli piacere. La biondina chiuse gli occhi e cercò di
pensare ad altro,
doveva riuscirci per cercare di placare gli attacchi di nausea. Quando
ormai
Kyle era al limite si sfilò i pantaloni e obbligò
la ragazza ad aprire le gambe
che prima teneva serrate con forza. Fu una breve lotta tra i due e a
quel punto
Sharpay non resse più e iniziò ad urlare insulti
contro quell’uomo che le aveva
rubato tutto nonostante gli schiaffi che quest’ultimo le
tirava sulla bocca per
farla tacere. Alla fine preso dalla furia contro quella ragazzina fin
troppo
coraggiosa e insolente le scostò gli slip ed
entrò in lei con forza tremenda.
Sharpay spalancò gli occhi e rimase senza fiato per il
dolore terribilmente
acuto
-NO
BASTA! TI PREGO!!
RYAAAAN!-
urlò
con le lacrime che ormai sgorgavano incontrollate mentre lui si
muoveva in lei, chiamava il fratello che tanto odiava, cercava aiuto
sapendo
che non sarebbe mai arrivato, ma sperava che infondo al piano di sotto
si
rendessero conto che la ragazza che urlava era sorella e figlia loro.
Le era
impossibile sentire piacere, mentre il patrigno si approfittava per la
seconda
volta di lei, sentiva solo dolore e rabbia. Alla fine smise di urlare e
fissò
la luna che si scorgeva fuori dalla finestra lasciando il corpo inerme
nella
mani di quell’essere come se quel corpicino no fosse
più suo…
…-Papy…Papy
prendimi-
cinguettò
allegra una
bimba di cinque anni dai grandi occhi caramellati e i capelli
biondissimi
tenuti in due trecce mentre tendeva le braccia verso un uomo dai
lineamenti
uguali ai suoi che le sorrideva dal centro della piscina
-Buttati
principessa!-
la
esortò lui pronto
ad afferrarla. La bimba prese la rincorsa e si lanciò tra le
braccia del padre
che la prese al volo facendola ridere, l’allegria della
piccola però si spense
quando sentì dei forti schizzi
-Uffy
Ryan smettila!-
strillò
lei chiudendo
gli occhi per non far entrare l’acqua e con le piccole manine
alzò dei deboli
schizzi d’acqua verso il bambino dagli occhi azzurri e i
capelli biondi
spettinati e ritti in piedi. Il piccolo Ryan scoppiò a
ridere prendendo in giro
la sorellina finchè si sentì afferrare per i
fianchi da un braccio forte. Il
padre dei due bambini ora li teneva in braccio entrambi
-Basta
voi
due…possibile che state sempre a litigare?
-Ha
iniziato lei!-
-Ha
iniziato lui!-
dissero
insieme
indicandosi l’un l’altra. Il padre scosse la testa
rassegnato e si mise a
ridere, pochi secondi dopo anche Ryan e Sharpay seguirono il padre con
le loro
risate cristalline e acute
-Papy
è vero che io da
grande sarò una bellissima principessa?-
chiese
la piccola
Sharpay con un faccino innocente. Prima che il padre potesse rispondere
Ryan
intervenne
-Semmai
sarai una
bruttissima rospa-
e
scoppiò a ridere, ma
smise subito appena il padre lo lasciò andare e lui scese
sott’acqua
annaspando. L’uomo lo recuperò subito e il
biondino prese a tossire imbronciato
mentre la sorella rideva di lui.
-Certo
piccolina,
sarai la principessa più bella di tutte-
le
assicurò dandole un
bacio sulla testa
-E tu
Papy sarai il
mio principe…Ryan invece pulisce i cavalli-
disse
lei decisa per
poi mettersi a ridere di nuovo seguita dal padre sotto le occhiatacce
del
fratello
Ancora
in lacrime,
stesa su quel letto, coperta solo da un lenzuolo, Sharpay ripensava a
momenti
come quello in cui era felice con suo padre
-Hey
sorellina?-
la
voce di Ryan la
scosse dai suoi pensieri, si girò verso di lui, gli
lanciò un’occhiata
sfuggente e poi tornò a guardare dalla finestra. Ryan
sospirò e si mise sul
letto accanto a lei, le guardò il viso per qualche secondo e
si accorse di
quanto fosse cresciuta troppo in fretta per la sua età,
sembrava una bambola di
porcellana, ma con gli occhi di una tigre ferita. Le
accarezzò i capelli, ma
lei si scansò subito
-Vattene-
gli
ringhiò contro.
Spinto da un affetto incontrollabile e da un forte senso di colpa Ryan
la prese
per le spalle e la strinse a sé con forza
-Scusa
Sharpay,
scusa…lo so che non potrai mai perdonarmi, mi faccio schifo,
avrei dovuto
proteggerti e invece non ho fatto altro che renderti tutto ancora
più
difficile. Ma adesso basta, non voglio più vederti
così, non voglio che quello
ti sfiori ancora anche solo con lo sguardo. Ti voglio bene sorellina,
perdonami-
le
disse con voce
tremante. Sharpay rimase spiazzata da quell’abbraccio che le
era terribilmente
mancato, ma la stupì di più quello che lui le
aveva detto. Dopo tanto tempo
qualcuno a cui infondo voleva bene le stava dando affetto e questo le
ricucì in
parte alcune ferite di quella sera, ma non era abbastanza…si
sentiva morta
dentro, sapeva che nulla sarebbe cambiato anche se Ryan le aveva detto
quelle
cose. Rimase stretta a lui ancora un po’ lasciando le lacrime
libere di
scendere, poco dopo si staccò dal fratello e tirò
su col naso
-Torna
in camera tua
Ryan…o se la prenderà anche con te-
gli
disse regalandogli
un lieve sorriso che ormai aveva dimenticato. Quel sorriso
bastò per rincuorare
Ryan che dopo averle baciato la fronte uscì dalla stanza
della sorella per
dirigersi nella sua…
RINGRAZIAMENTI TIME
Inizia
male, continua
peggio, ma finisce bene questo chappy. Vi assicuro che le sorprese non
sono
finite, spero vi sia piaciuto anche se alla povera Sharpay ne ho fatte
succedere di ogni xD
Sono
di fretta quindi
non riesco a ringraziarvi uno per uno comunque grazie 1000 per le
recensioni…
Besitos
anche a chi
legge ^^ PS: Domani è il mio compleanno quindi non ci sarò per aggiornare tornerò Lunedì baci!
|
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Capitolo 11 *** Un salto tra le sue braccia ***
La
spider nera
sfrecciava incontrollata lungo la strada deserta a quell’ora.
Un ragazzo
riccioluto dalla pelle scura stava accanto al guidatore, in piedi con
le
braccia alzate al cielo e urlava con quanto fiato aveva in gola. Si
sentiva il
padrone del mondo e così anche i suoi due amici che ridevano
a vederlo smattare
in quel modo. Il castano dagli occhi azzurri ad ogni curva premeva di
più
l’acceleratore fino a raggiungere velocità
impressionanti, sentiva il pericolo
sfiorargli la pelle, vedeva la morte ad un passo da lui e
più accelerava più
gli sembrava che tutte le preoccupazioni potessero scivolargli addosso
come il
vento che gli sferzava le guance. Non si accorgeva però che
la forza che
metteva nello schiacciare il pedale era rabbia e non voglia di
libertà. Rabbia
perché si era lasciato di nuovo condizionare dai suoi amici
invece che seguire
il proprio istinto. Rabbia perché era ancora lì
con loro invece che con la
ragazza che gli faceva battere il cuore ormai chiuso in una botte di
ferro, rabbia
perché anche se non la vedeva da poche ore, il pensiero di
averla persa, prima
ancora di averla veramente, lo tormentava. Gli mancavano quei grandi
occhi
scuri, quelle soffici onde color miele e quella bocca rosea e morbida
che lo
mandava in estasi.
-Hey
ragazzi…facciamo
un giro alla East High-
propose
Zeke seduto
sul sedile posteriore. Chad che aveva bevuto qualche birra di troppo a
casa di
Troy rise sguaiatamente mentre batteva una mano sul parabrezza
-Grande
bello! Gliela
facciamo vedere noi adesso a quel muso giallo del preside!!-
esclamò
tutto
esaltato. Troy scosse la testa con un lieve sorriso e
sfrecciò verso
l’imponente edificio.
Era
rimasta ore nella
sua stanza senza riuscire a smettere di piangere, si fissava allo
specchio con
gli occhi rossi e gonfi. Sul viso da bambolina portava nuovamente i
segni di
quella violenza, ma le ferite peggiori che non si sarebbero mai
rimarginate le
portava dentro di sé. Kyle si era spinto solo una volta fino
a quel punto e
aveva segnato l’inizio del suo personale inferno, quella
volta per Sharpay
doveva segnare la fine. Presa da un istinto indefinito si
vestì con le prime
cose che trovò ed uscì di casa correndo, a piedi
scalzi, ma senza
preoccuparsene. Corse senza sapere dove andava, erano le sue gambe che
la guidavano,
corse finchè le bruciavano i polmoni e le gambe non le
reggevano più. Si fermò
ansante, curva con le mani sulle ginocchia…appena riprese
fiato si guardò
attorno e si accorse di essere arrivata fino alla East High. Percorse
con lo
sguardo tutto l’edificio fino a soffermarsi alla terrazza nel
punto più alto
della scuola. Fece saettare attorno lo sguardo finchè
trovò la scala
antincendio e di nuovo si ritrovò a correre sopra quei
gradini metallici
sentendo assente ogni forza di volontà.
Smise
di correre solo
quando arrivò al parapetto e ci sbattè contro
come se fosse stata spinta
violentemente. Guardò giù, di sicuro sarebbe
stato un bel volo, non se ne
sarebbe nemmeno accorta e tutta la sua sofferenza sarebbe cessata con
un solo
tonfo sordo su quelle lastre di cemento, ma non agì
subito…rimase a rimuginare
su quello che era accaduto in quei giorni e in un certo senso cercava
di
convincere se stessa che quel salto era la cosa giusta da fare. Mentre
restava
lì a fissare il vuoto perse un orecchino con le sue iniziali
che cadde per
diversi piani fino a spaccarsi a terra con un tintinnio…
La
spider nera si
fermò poco distante dal cortile della scuola e con un balzo
tutti e tre i
ragazzi furono fuori
-Che
ne dite? Iniziamo
dal laboratorio di chimica?-
propose
Chad
sfregandosi le mani elettrizzato
-Il
colpo di grazia lo
diamo al teatro! Dovremo pure vendicarci per tutte le ore di detenzione
con
quella vecchiaccia della Darbus-
aggiunse
Zeke con un
sorriso cattivo. Troy li seguiva in silenzio…la sua mente
era altrove. Mentre
camminava con passo strascicato sentì un rumore metallico e
qualcosa che
brillava a terra, si piegò e vide una piccola S con
brillanti. Raccolse il
frammento di orecchino e gli venne spontaneo guardare verso
l’alto. Si sentì
mancare quando vide la chioma bionda di Sharpay che nemmeno si era
accorta del
loro arrivo. Da là sotto non poteva vedere cosa stesse
guardando la ragazza, ma
in un istante capì le sue intenzioni e il senso di colpa lo
schiacciò
impedendogli di muoversi, avrebbe voluto correre da lei, toglierla da
quel
parapetto così basso che era un attimo ritrovarsi a cadere
per cinque piani,
avrebbe voluto stringerla e rassicurarla, ma le sue gambe erano
cementificate a
terra. La osservò ancora e si accorse che stava piangendo,
gli si strinse il
cuore e si sentì in pena per lei
-Terra
chiama Troy!-
Chad
gli sventolò una
mano davanti agli occhi. Troy scosse la testa come risvegliandosi da
quella
specie di trance che lo aveva assalito. Guardò
l’amico ad occhi sbarrati e con
un fil di voce disse
-Sharpay-
ripetere
quel nome lo
fece tornare proprietario del proprio corpo e dopo aver scansato un
Chad basito
corse a perdifiato per la scala antincendio, il più veloce
possibile per
salvare quella ragazza che gli aveva rubato il cuore.
Sharpay
non si accorse
dell’arrivo dei tre ragazzi, era intenta a guardarsi attorno
mentre altre calde
lacrime le rigavano le guance. Da lì si vedeva una buona
parte di Albuquerque
quasi completamente al buio, vide la villa dove abitava quando la sua
era
ancora una famiglia e numerosi ricordi riaffiorarono davanti ai suoi
occhi.
Persa in questi pensieri nemmeno si accorse di essersi seduta sul
parapetto con
i piedi penzoloni nel vuoto.
Improvvisamente
si
sentì stringere i fianchi da braccia forti e fu trascinata
via da quel
parapetto
-Sei
impazzita??-
urlò
una voce a lei
fin troppo familiare. Troy la teneva stretta a se impedendole di
muoversi,
aveva il cuore a mille per la paura, la corsa, ma soprattutto
perché la
stringeva tra le sue braccia. Sharpay non si ribellò e anche
il suo cuore
iniziò la corsa non appena sentì la sua voce e la
pelle calda del ragazzo
contro la sua. Improvvisamente la rabbia che provava nei suoi confronti
svanì e
fu assalita da un senso di sconforto e fallimento perché
stava per fare la più
grande scemenza della sua vita.
-L’ha
fatto di nuovo
Troy-
singhiozzò
guardando
davanti a sé, Troy la prese per le spalle e la fece girare
verso di sé
dolcemente. Vide sul suo viso i segni di altre botte
-Cristo
santo! Ti ha
picchiato di nuovo…-
la
guardò negli occhi
e la luce cupa che vide non lo rassicurò affatto, la
biondina abbassò lo
sguardo e riprese a piangere più forte. Il ragazzo
capì immediatamente fin dove
si era spinto quel verme, mandò giù un groppo di
saliva che sembrava cemento e
strinse forte la ragazza a sé
-Stai
tranquilla
Sharpay…ci sono io adesso, non dovrai più
preoccuparti. Adesso vieni a casa con
me e domani troveremo una soluzione-
le
accarezzò il viso
-E
scusami per tutto
quello che è successo…non volevo te lo giuro-
Sharpay
fissò il suo
sguardo in quello del ragazzo e un istante dopo lo baciò
intensamente. Era un
bacio di perdono e ringraziamento, un bacio che fece correre i loro
cuori.
-Vieni
andiamo-
sussurrò
Troy
prendendola in braccio. Sharpay si lasciò portare di sotto
stretta a lui con la
testa appoggiata sulla sua spalla e con un lieve sorriso che le
increspava le
labbra.
Chad e
Zeke erano già
entrati nella scuola e stavano facendo danno nelle varie aule e
laboratori,
Troy non se ne curò, fece salire Sharpay sulla macchina e
dopo averle stampato
un altro tenero bacio partì verso casa sua senza mai
lasciarle la mano.
RINGRAZIAMENTI TIME
Scusate
a tutti per il
ritardo, ma ho avuto un po’ da fare e poi avevo un blocco
totale, infatti il
chappy lascia un po’ a desiderare! Innanzitutto ringrazio
tutti quelli che
hanno letto o hanno messo la mia ff tra i preferiti…
Jud_91:
Grazie 1000 per gli
auguri tesò ti lovvo!! Ti
assicuro che Kyle avrà la sua punizione (ancora ci devo
pensare xD)…a Troy
avrei potuto fargliela pagare, ma non sapevo come e poi meglio
così o davanti
alla East High ci sarebbe stata una marmellata di Sharpay e forse era
meglio
evitarlo xD
Giorgy:
Sono contentissima
che ti piaccia! Spero ti si
apiaciuto anche questo chappy e che continuerai a
seguirmi…besitos
>
Leia_the_Witch:
Wow ho
un’altra fan!!! Sono
felice che ti piaccia e grazie mille per tutti i complimenti, davvero!
Evvai un’altra
Tropay convinta, l’esercito aumenta!
Tay_:
Sì hai
ragione tesò è triste però tranquilla
che
ci saranno momenti migliori…sto cercando di pensare a come
metterci un po’ di
Chaylor anche se non ho mai scritto su di loro…spero mi
venga in mente qualcosa
^^
Giua1234:
Grazie x gli auguri.
Sì si risolverà tutto questa
finisce bene non come l’altra xD
Fefy88:
Grazie anche a te
tantissimo x gli auguri! Dai
Ryan un po’ una mossa se l’è data, poi
tornerà di nuovo in campo tranquilla xD
|
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Capitolo 12 *** Gocce di pioggia su di noi ***
La
spider sobbalzò
lievemente mentre passava sopra un dosso provocando così la
caduta delle
goccioline che pigre restavano aggrappate al finestrino. Sharpay
sbuffò e
distolse lo sguardo dalla pioggia per dedicare tutta la sua attenzione
ad una
ciocca di capelli che le sfiorava una guancia ancora umida dalle
lacrime appena
versate. Continuava a pensare a quello che stava per fare e che se Troy
non
fosse capitato lì per caso ora lei sarebbe su quel freddo
cemento a morire.
Istintivamente si rannicchiò sul sedile abbracciando le
ginocchia mentre
guardava davanti a sé la strada che sembrava comparire man
mano che la macchina
proseguiva. Troy accanto a lei la guardò un attimo e disse
-Ci
siamo quasi-
lei in
risposta si
limitò ad annuire.
Dopo
una manciata di
minuti arrivarono a casa di Troy, Sharpay ebbe un brivido ripensando a
cosa era
successo lì quella mattina e alle conseguenze che tutto
questo aveva portato.
Sospirò e scese dall’auto prima ancora che Troy
potesse raggiungerla con
l’ombrello. Uno scroscio d’acqua la
investì inzuppandole i capelli e i vestiti,
ma Sharpay non si lamentò…lentamente
alzò il viso verso il cielo mentre i
capelli le gocciolavano lungo la schiena, socchiuse gli occhi per non
far
entrare l’acqua e rimase a godersi quella fitta pioggia che
batteva a volte
dolcemente, a volte più forte sul suo viso
-Ti
prenderai un
accidente-
la
rimproverò Troy
tirandola sotto l’ombrello. Sharpay completamente zuppa lo
guardò negli occhi
imbronciata e con una mano prese l’ombrello e lo tolse dalla
stretta allentata
del ragazzo
-Così
siamo in due-
gli
rispose per poi
sorridere lievemente. I due rimasero a guardarsi negli occhi mentre la
pioggia
cadeva fitta su di loro, Sharpay sentì la mano calda e umida
di Troy afferrare
la sua che invece era gelida. Il ragazzo delicatamente la
tirò verso l’ingresso
della casa senza mai smettere di guardarla negli occhi, sembrava piccola e fragile
così zuppa e tremante per
il freddo. Troy infilò la chiave nella toppa, ma si
sentì tirare per il braccio
e finì nuovamente sotto l’acqua. Istintivamente
chiuse gli occhi, ma la risata
cristallina di Sharpay lo spinse a riaprirli subito e mentre le gocce
gli
scorrevano dai capelli lungo il viso e il collo, guardò
divertito la biondina
che a braccia aperte girava su se stessa godendosi la pioggia e
quell’attimo di
follia. Troy la raggiunse di corsa schizzando un po’ di fango
nel prato zuppo
con i suoi passi pesanti, mentre lei girava la afferrò per i
fianchi
sollevandola e risero insieme quasi come se non fosse successo nulla
poco
prima. Le loro risate si affievolirono pian piano e si trovarono muti a
fissarsi intensamente negli occhi, Sharpay ancora tremava di freddo, ma
in un
attimo si trovò tra le braccia del castano che la
riscaldarono all’istante. Le
loro labbra si incontrarono di nuovo in un contatto che presto
approfondirono e
che li lasciò senza fiato con il cuore che correva come
impazzito l’uno rubato
dall’altra.
-Torniamo
dentro, stai
tremando e hai le labbra viola-
disse
Troy continuando
a stringerla tra le sue braccia mentre con un dito le sfiorava leggero
le
labbra. Sharpay si strinse a lui beandosi del lieve calore della sua
pelle
intirizzita e si avviò alla porta, ma prima di entrare si
fermò sulla soglia.
Troy proseguì di un passo ma si accorse che lei si era
fermata, la guardò
interrogativo
-E’
tutto ok?-
le
chiese. Sharpay
abbassò lo sguardo su lei stessa poi tornò di
nuovo a guardare il castano
-Sono
zuppa e sporca
di fango-
gli
fece notare dando
un’altra occhiata ai suoi piedi scalzi, gelidi e infangati.
Troy ridacchiò
-E
dov’è il problema-
la
prese velocemente
in braccio
-Ora
sali, ti fai una
doccia calda, ti do un mio pigiama e ti metti sotto le coperte-
aggiunse
premuroso
mentre saliva gli scalini. La bionda storse la bocca
-Devo
proprio mettermi
un tuo pigiama? Ma mi starà grandissimo!-
si
lamentò
-Allora
stai senza-
ribattè
ghignando,
ricevette uno scappellotto
-Stai
buono tu…e non farti
strane idee-
disse
lei risoluta.
Troy aprì la porta del bagno e posò a terra la
ragazza. Il castano si appoggiò
allo stipite della porta e la guardò a braccia conserte,
fece scorrere il suo
sguardo lungo quelle curve sinuose e delicate fino ad incrociare la sua
occhiata contrariata e interrogativa
-Beh
allora? Non la
vuoi fare questa doccia? Guarda che sporca di fango non ti faccio
entrare nel
letto-
disse
divertito
immaginandosi la sua reazione, ma rimase spiazzato quando vide le dita
affusolate della biondina che velocemente slacciavano i bottoncini rosa
della
sua camicetta. Deglutì mentre seguiva il percorso di una
gocciolina che dalla
frangia bionda le scese lungo le guance, sul collo e più
giù sul seno fino a
scomparire assorbita dal tessuto del reggiseno. Dovette fare appello a
tutte le
sue forze per reprimere l’istinto di impossessarsi di lei,
intanto seguì come
incantato la camicetta che leggera cadde a terra. Sharpay si godeva la
sua
espressione cercando di non ridere e proseguì sbottonando i
Jeans. Il castano
seguì le mani della ragazza che percorsero il ventre esile
fino a fermarsi
all’allacciatura dei pantaloni, deglutì nuovamente
iniziando a sentire caldo.
Con il dorso della mano si asciugò la fronte imperlata di
sudore, ma fu
incapace di distogliere lo sguardo da quelle gambe lunghe che si erano
appena
scoperte davanti ai suoi occhi. Sharpay si sfilò anche i
Jeans e con un
sorrisetto sadico mise le mani dietro la schiena per aprire il
reggiseno. Troy
ad occhi sbarrati alzò lo sguardo fino a soffermarsi su
quelle curve che presto
si sarebbero rivelate a lui, ma uno strillo della bionda lo fece
trasalire e lo
strappò da quello stato catatonico in cui era piombato
-Che
cos’è quello??-
Sharpay
indicò
allarmata un punto oltre le spalle di Troy il quale si voltò
di scatto, ma nel
giro di un secondo si diede del cretino non appena sentì la
porta chiudersi
dietro di lui e la risatina beffarda di Sharpay. Troy sbuffò
e si appoggiò alla
porta
-Hey…è
così che mi
ringrazi??-
si
lamentò facendo il cucciolo bastonato, in risposta ricevette
solo
un’altra risata più cinguettante. Si
passò una mano tra i capelli, deluso, si
arrese all’evidenza e tornò mesto in camera sua
aspettando che lei finisse…
Sharpay
entrò in
camera di Troy con solo un asciugamano avvolto attorno al corpo e le
braccia
libere, ma mentre pensava di proseguire il suo giochetto sadico questa
volta fu
lei a restare ammaliata. Troy si stava frizionando i capelli bagnati
con un
asciugamano, era coperto solo da un paio di boxer e i suoi pettorali
ancora
umidi sembravano luccicare alla luce. Il castano non si accorse subito
dell’arrivo della bionda che colse l’occasione per
osservare meglio quel
perfetto fascio di muscoli che si tendevano sotto la pelle bronzea e
glabra del
giovane. Sharpay si lasciò sfuggire un sospiro che
attirò l’attenzione di Troy
-Eccoti
finalmente!-
esclamò
cercando di
nascondere i fremiti che quella ragazza avvolta solo da un asciugamano
gli
provocava, vedendo lo sguardo della biondina ghignò e fece
una giravolta su se
stesso
-Un
po’ per uno no?-
Sharpay
sorrise e
incatenò lo sguardo a quello di Troy che iniziava a sentire
le sue speranze
crescere esponenzialmente
-Dovrei
vestirmi-
disse
lei distaccata,
quelle parole fecero sparire il sorriso dal volto di Troy che sbuffando
si
avviò alla porta della stanza
-Ok ok
ho capito…i
pigiami sono in quel cassetto-
disse
mogio
indicandole un mobile della stanza. Sharpay sorrise e iniziò
ad asciugarsi…
…La
porta della stanza
si riaprì dopo un po’, Troy seduto di fuori
alzò lo sguardo e trattenne una
risatina a vedere l’espressione della ragazza
-Non
posso crederci
Bolton!-
esclamò
sconvolta
-Hai
dei pigiami che
nemmeno mio fratello a 5 anni metteva!!-
aggiunse
esasperata.
Troy rise
-Scusa
se mando mia
madre a comprare certe cose-
disse
alzandosi, la
guardò per bene, aveva indossato solo una maglia che le
stava grandissima e le
faceva da vestito lasciandole le gambe quasi del tutto scoperte
-Comunque
ti sta molto
bene-
aggiunse
malizioso
chinandosi con la testa inclinata da un lato per cercare di vedere di
più
-BOLTON!!!-
strillò
lei tirando i
lembi della maglia verso il basso in un vano tentativo di renderla
più lunga
-A
dormire…ORA!-
tuonò
indicandogli il
letto con cipiglio severo. Troy fece una smorfia e la guardò
divertito, con un
balzo si gettò sul letto
-Allora
vieni a
dormire o no?-
chiese
il ragazzo
battendo una mano sul materasso nel posto accanto a lui. Sharpay
spalancò la
bocca
-Cioè
io dovrei
dormire lì…con te?-
-Eddai
non dirmi che
ti dispiace…ho visto come mi guardavi prima-
disse
con un sorriso
sadico. La bionda arrossì violentemente e aprì
bocca per ribattere ma non le
vennero le parole, sospirò arrendevole
-E va
bene-
lo
raggiunse nel letto
-Ma
stai al tuo posto-
lo
avvertì. Troy le
cinse immediatamente la vita con le sue braccia forti
-Davvero
vuoi che stia
al mio posto?-
la
provocò. Sharpay
sentendo nuovamente il suo profumo e la pelle calda a contatto con la
sua si
accoccolò accanto a lui
-E chi
l’ha mai
detto??-
esclamò
con una faccia
innocente provocando la risata del castano che la tenne stretta tra le
sue
braccia mentre le accarezzava i capelli. Inebriata da quel calore e da
quel
profumo la bionda cadde dolcemente in un sonno profondo che
proseguì per tutta
la notte.
RINGRAZIAMENTI TIME:
Rieccomi
che
riaggiorno, chiedo di nuovo scusa per il ritardo, ma ultimamente ho dei
blocchi
xD…
Giorgy:
Il premio per la
prima a recensire non c’è
ihihi…però grazie mille per il complimento
aspetto di sapere cosa ne pensi di
questo chappy
Selphie:
Madonna un'altra
seguace mi stupisco di me stessa
eheh…nemmeno a me piace particolarmente il Troy del film
però devo ammettere
che mi alletta lo stesso. Molto meglio comunque il Troy teppista dal
cuore
dolce e Chad non posso che darti ragione stupendo sia qui che nel film
^^…spero
ti sia piaciuto questo chappy
Jud_91:
Tesorooooo!!
Addirittura Divino! E dire che a me
non piace per niente xD…sto pensando a qualcosa di mooolto
doloroso per Kyle
Tay_:
Addirittura da
meritarmi il tuo perdono?? Allora
devo aver fatto davvero colpo ihih…
Fefy88:
*.* Grazieeeee, ma
figurati non c’è bisogno di
fantasia per farmi piacere, mi basta vedere che continui a
seguirmi…carino
questo chappy non trovi? Kiss
Leia_the_Witch:
Ma lo sai che sei il
mio mito?? Zashley e Tropay
convintissima quanto me, bene bene sono contenta xD…le tue
ficcy su zashley le
ho lette tutte e sono a dir poco stupende *.*
Uhuhuhuhu:
Sono contenta che
anche tu adori Sha in HSM e
spero che anche questa Sha ti piaccia…continua a seguirmi
kiss!
Giua1234:
Grazie!! Ma
tranquilla non potrei mai far morire
Sharpay (almeno non in questa ff xD)
|
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Capitolo 13 *** L'idea ***
Il
profumo di caffè
giunse alle narici di Troy misto al lieve gorgogliare della
caffettiera.
Immerso nel dormiveglia il ragazzo si rigirò tra le lenzuola
biascicando
qualcosa e meccanicamente tese un braccio verso l’altro lato
del letto, ma
quello ricadde sul cuscino morbido senza incontrare la pelle liscia e
delicata
che si aspettava. Interdetto aprì gli occhi strabuzzandoli
un poco mentre la
bocca si apriva in un ampio e sonoro sbadiglio, mise a fuoco il posto
vuoto
accanto a lui alzando di poco la testa per poi farla risprofondare nel
cuscino
con uno sbuffo irritato.
-L’avrò
sognato-
mormorò
tra se e se,
ma non riusciva a spiegarsi il perché di
quell’aroma di caffè sparso per casa.
Sapeva che i suoi erano via per tutta la settimana e mentre pensava che
fossero
tornati prima scese le scale ancora in boxer, con i capelli spettinati
e gli
occhi che si chiudevano. Appena girò l’angolo per
entrare in cucina rimase
bloccato…Sharpay era lì che gli dava le spalle
mentre riempiva due tazze di
caffè bollente, aveva ancora addosso il suo pigiama, ma con
disappunto del
ragazzo sotto aveva indossato anche un paio di pantaloncini
-Allora
non ho
sognato-
disse
allegro
arrivandole alle spalle, Sharpay sussultò per poi
abbandonarsi contro il petto
del ragazzo che l’aveva abbracciata da dietro
-A
quanto pare
no…caffè?-
cinguettò
passandogli
una tazza fumante, lui sciolse l’abbraccio e
guardò scettico la ragazza
-Non
so se mi piace-
rispose
mentre
osservava le sue labbra sul bordo della tazza, Sharpay bevve un sorso e
poi
disse stranita
-Ah…beh
provalo no?-
Troy
non se lo fece
ripetere due volte e tuffò una mano nei suoi boccoli biondi
per poi baciarla
intensamente…si staccò dopo poco e fece
schioccare la lingua come se stesse
analizzando un sapore, guardò pensieroso verso il soffitto
-Uhm
sì, molto buono!-
commentò
alla fine
posando lo sguardo su di lei che lo fissava stralunata…
Improvvisamente
si
sentì la porta di ingresso che si spalancava e due ragazzi
dalla pelle scura
entrarono nella casa come terremoti sbraitando
-Troy,
maledetto
stronzo!! Dove ti sei ficcato?-
le
loro voci non erano
minacciose, ma piuttosto goliardiche e divertite. Sharpay
posò spazientita la
tazza sul bancone della cucina
“Di
nuovo quei due”
pensò
seccata e un po’
intimorita. Troy bevve velocemente un sorso di caffè e
sbuffò
-Stai
qui…li sbatto
fuori e torno da te-
disse
il castano
facendole l’occhiolino.
-Nessuno
vi ha
insegnato a suonare il campanello?-
li
rimproverò seccato
appena li raggiunse all’ingresso. Chad e Zeke parvero non
aver ascoltato le sue
parole e si avventarono su di lui dandogli pacche sulla schiena nuda e
“delicati” pugni in pancia. Zeke gli
arruffò i capelli
-Certo
che sei proprio
un bastardo eh! Ci hai mollati là come due scemi stanotte-
-Come
se non lo foste-
commentò
sarcastico il
castano. Chad rise senza motivo per poi dare un’altra pacca
all’amico
-Avanti
Bolton, c’è di
mezzo una ragazza vero? L’hai già punita a dovere
eh!!-
esclamò
stupidamente
seguito da Zeke. Troy li guardò rassegnato
-Macchè
ragazza e
ragazza, solo che ieri sera non mi andava di fare casino e poi siete
bravi
anche a camminare no?-
borbottò
lui
infastidito. Zeke e Chad si scambiarono uno sguardo d’intesa
e all’unisono
dissero
-Sì,
c’è di mezzo una
ragazza-.
Un
colpo di tosse alle
loro spalle fece voltare di scatto tutti e tre, Troy sbarrò
gli occhi mentre
Chad e Zeke deglutirono increduli. Sharpay li fissava a braccia
conserte,
seppur avvolta in quella maglietta sformata e quei pantaloncini troppo
grandi
per lei, non aveva certo perso la sua sensualità.
Avanzò verso i tre
ancheggiando lievemente con una mano sul fianco mentre lo sguardo era
fisso in
quello di Troy, si fermò davanti a lui nel silenzio generale
e lentamente fece
scivolare un dito lungo i suoi pettorali nudi
-Avanti
Troy, perché
non glielo dici-
lo
incitò suadente. Il
castano capì immediatamente il suo gioco e si ripromise di
ringraziarla a
dovere. La tirò a sé per i fianchi guardandola
maliziosamente per poi alzare lo
sguardo sui due amici
-Va
bene ragazzi mi
avete beccato…che ci volete fare, la carne è
debole-
ghignò
all’espressione
dei due. Zeke teneva fisso lo sguardo sul corpo della biondina, mentre
Chad
guardava incredulo l’amico. Sharpay scosse la testa guardando
i due
-Troy
certo che hai
degli amici proprio cretini-
commentò
acida, Chad
ebbe un moto di rabbia verso di lei ed alzò il braccio come
per sferrarle un
pugno, ma si fermò da solo
-Bada
a come parli
piccoletta!-
sibilò
minaccioso.
Troy non resse più e scoppiò a ridere seguito da
Sharpay, mentre Zeke e Chad li
osservavano ancora più straniti
-Certo
che oltre ad
essere cretini, siete anche creduloni!!-
esclamò
il castano
lasciando andare la vita della bionda
-Eh??-
esclamarono
all’unisono i due ragazzi scuri con una smorfia idiota.
Sharpay mandò gli occhi
al cielo
-Non
è successo niente
tra me e Troy, o almeno non quello che pensate voi. Perciò
la spider è ancora
in gioco-
spiegò
scambiando
un’occhiata con il playmaker il quale continuò
-Tranquilli
sa tutto-
improvvisamente
lo
sguardo del castano si illuminò e guardò
raggiante i due amici che non ci
stavano capendo un tubo
-Ho
trovato il modo di
rendervi utili ragazzi!-
esclamò.
Sharpay lo
guardò scettica
-Impossibile-
commentò
scotendo la
testa e ricevendo un’occhiataccia dagli altri due che
pendevano ormai dalle
labbra di Troy
-Sharpay,
ci possono
aiutare…anzi TI possono aiutare se glielo
permetti…ma devi raccontare tutto
anche a loro-
La
bionda indietreggiò
di due passi scotendo la testa in segno di dissenso
-No
Troy non puoi
chiedermelo! Non posso fidarmi di loro-
Troy
le prese le mani
e la fissò negli occhi caramellati
-Ascoltami,
lo so che
è chiederti tanto…ma se non puoi fidarti di loro
almeno fidati di me! Tentar
non nuoce-
le
disse persuasivo.
Sharpay lanciò un’occhiata insicura a Zeke e Chad
-Tu
sei sicuro che
quello che hai in mente funzionerà? Perché se
dovesse andare storto qualcosa
sarò io a pagarne le conseguenze-
Troy
la strinse forte
a sé
-Stai
tranquilla, non
permetterò che ti succeda più
niente…sono più che sicuro che tutto
andrà
bene…infondo siamo sette contro uno!-
la
bionda alzò un
sopracciglio
-Come
sette?-
Troy
sorrise
soddisfatto della sua idea e sciolse l’abbraccio, le sorrise
e disse
-Aspettami
qui…torno
subito-
RINGRAZIAMENTI TIME:
Ecco
questo chappy è
un po’ corto e scritto male, ma mi serve per introdurre il
prossimo (se li
mettevo insieme era troppo lungo)
Jud_91:
Ammazza quanto sei
sadica!! Mi fai paura, meglio
non farti arrabbiare xD…Anyway come dice Troy in questo
chappy sono 7 contro
uno perciò sarà una bella e spietata vendetta.
Grazie cmq per la recensione ti
lovvo anche io <3 <3…kisssssssssssss!!
Leia_The_Witch:
Mi hai tolto le
parole di bocca anche io li
definirei così in quel chappy!! Che bello anche tu condividi
le mie stesse idee
su quel film e sugli attori (idem per Vancessa…e la chiamo
sempre così perciò
non rompete xD)…addirittura fantastica! Beh non so che dire
*me arrossisce*
Selphie:
Tranquilla sono
sadica, ma non fino a questo
punto, almeno non sulla mia teshola!! Questo chappy mi è
venuto in mente grazie
alla tua recensione, in effetti non avevo pensato di continuare la
storia di
chad e zeke dp quello che avevano combinato, invece così
coincide alla
perfezione con quello che avevo in mente, perciò grazie 1000
*.*
|
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Capitolo 14 *** Tutti a rapporto ***
Sharpay scese di nuovo le scale di
casa Bolton dopo essersi
rimessa la camicetta e i Jeans della sera prima. Troy in cucina stava
riempiendo diversi bicchieri con varie bibite, mentre Zeke e Chad erano
buttati
sul divano del salotto ancora sconcertati da quello che la biondina
aveva
raccontato loro. Il riccioluto si contorceva nervosamente le mani
passandole
spesso tra i capelli, l’altro invece fissava un punto
indefinito evidentemente
perso nei suoi pensieri. In quel momento suonò il
campanello, Sharpay che era
la più vicina si affrettò ad aprire e prima
ancora di accorgersene si trovò
stretta tra le braccia del fratello
-Per fortuna stai bene!-
esclamò stringendola
sempre più forte. Sharpay mugugnò con
voce strozzata
-Stavo bene fino a qualche secondo fa-
Ryan la lasciò
immediatamente andare e si sistemò il
consueto cappello. La biondina vedendolo in viso trasalì e
così fecero anche
gli altri che li avevano raggiunti all’ingresso
-Oddio! Ma che è successo?-
chiese preoccupata vedendo il
sopracciglio spaccato e uno
zigomo totalmente viola, sapeva già la risposta, ma in cuor
suo sperò che fosse
successo altro. Ryan alzò le spalle
-Non è
niente…Kyle ha dato di matto quando ha visto che non
eri in casa stanotte e ha cercato di sapere da me dove eri scappata-
Sharpay strinse i denti furiosa, ma
Troy le cinse
immediatamente le spalle per farla calmare
-Tranquilla, questo è il
suo ultimo errore-
le soffiò
all’orecchio e con sollievo avvertì i muscoli
della ragazza che lentamente si rilassavano. Chad fece cenno con la
testa a
Ryan di seguirlo e lo precedette assieme a Zeke in cucina
-Ecco tieni-
gli disse lanciandogli una borsa del
ghiaccio. Ryan
l’afferrò al volo e si mise seduto scompostamente
su una sedia con il ghiaccio
premuto sullo zigomo.
Sharpay era rimasta con Troy
all’ingresso e si nascondeva il
viso tra le mani
-E’ colpa mia…lo
sapevo che prima o poi se la sarebbe presa
anche con lui-
mormorò. Troy le
baciò la fronte e le alzò il viso per fare
in modo che lo guardasse negli occhi
-Smettila di dire così, tu
non hai fatto niente…l’unica
persona che ha una colpa quello è proprio il tuo patrigno-
-Ma…-
-Niente ma! Tu devi solo fidarti di
me e del tuo cuore-
le sussurrò posandole una
mano sul cuore che batteva come
impazzito. Sharpay sospirò arrendevole
-Va bene, ma non voglio che succeda
qualcosa anche a te-
Troy le fece l’occhiolino e
le stampò un bacio sulle labbra
-Non mi succederà
niente…non succederà più nulla a
nessuno,
te lo prometto-
le sorrise rassicurante, quel sorriso
che le scaldò il
cuore. La bionda annuì con un lieve sorriso ed
entrò in cucina assieme agli
altri…
…-Eccoci!-
esclamò una voce
trafelata. Taylor e Gabriella irruppero in
casa Bolton pochi minuti dopo l’arrivo di Ryan.
Sharpay seduta in braccio al castano
lo guardò stranita
-Adesso ti spiego-
le disse sorridendo raggiante. Le due
ragazze corsero ad
abbracciare Sharpay, che per un attimo rimase rigida, ma poi
ricambiò
l’abbraccio delle amiche
-Troy ci ha detto tutto
Sha…è terribile!-
disse sconvolta Gabriella con
espressione corrucciata e
scuotendo i boccoli scuri
-Gabby lo sa da sola che è
terribile, magari se eviti di
ricordarglielo-
la rimbeccò Taylor con una
punta di acidità facendo
ridacchiare tutti quanti, mentre la mora si mordeva un labbro
fissandosi timidamente
i piedi. La tensione si era leggermente allentata, ma Sharpay non
poteva fare a
meno di rabbrividire ogni volta che vedeva il livido nitido sullo
zigomo del
fratello
-Scusate ho bisogno di aria-
disse alzandosi dalle gambe di Troy
che fece per seguirla,
ma una mano delicata si posò sulla sua spalla. Il castano
incrociò per la prima
volta dopo tanto tempo gli occhi scuri e luminosi di Gabriella, quegli
occhi
che fino a poco tempo fa gli riempivano il cuore di gioia e che avrebbe
continuato a fissare in eterno. Lei scosse la testa e sentì
immediatamente i
muscoli del ragazzo che dopo essersi tesi in uno scatto si rilassarono
sotto il
suo tocco e Troy tornò ad appoggiare la schiena alla sedia
con uno sbuffo. La
cucina piombò in un silenzio quasi spettrale mentre tutti
erano intenti a
fissare ognuno un punto.
Sharpay si era seduta fuori sul
porticato e guardava le
poche persone che ogni tanto passavano di fronte alla casa, si
immaginava cosa
stessero pensando, dove fossero dirette e cosa le aspettasse a casa. In
poche
parole si immaginava la sua vita alternativa, se non fosse mai arrivato
Kyle a
rovinare tutto e se suo padre fosse ancora lì con lei.
Abbassò lo sguardo e
mentre i ricordi ancora una volta la assalivano con tutta la loro
prepotenza
calde lacrime le scesero dagli occhi ormai stanchi e perennemente
arrossati.
Alzò il viso di scatto
appena si accorse di una presenza
accanto a lei, ma non si voltò, le bastò vedere
la mano esile dalla carnagione
olivastra che intrecciava le dita con le sue, per riconoscerla
-Perché non si
può tornare indietro Gabby?-
mormorò la bionda fissando
davanti a sé. Gabriella le fece
poggiare il capo sulla sua spalla e sospirò
-Sha, se tu tornassi indietro
dovresti rivivere tutte le
brutte cose che hai passato-
le rispose mentre l’altra
singhiozzava
-No! Eviterei la morte di mio
padre…sarebbe tutto diverso se
tornassi indietro-
Gabriella scosse la testa
-Non avresti mai potuto
evitarlo…l’unica cosa che ti resta
da fare è tornare ad essere felice. Tuo padre avrebbe voluto
vederti sorridere
e non soffrire come soffri ora. Se davvero vuoi che le cose cambino
devi
superare questo periodo…e noi siamo qui per questo-
Mentre parlava con Gabriella, Sharpay
non si accorse che
anche tutti gli altri erano usciti sul porticato finchè
sentì le mani calde di
Troy che le asciugava premurosamente le lacrime
-Sorridi
principessa…d’ora in poi è solo questo
che devi
fare-
disse Troy sicuro. Sharpay fece
scorrere lo sguardo su tutti
i presenti fino a soffermarsi nel mare azzurro degli occhi di Troy, non
sorrise
ma smise subito di piangere
-Avanti…che hai in mente?-
lo esortò la bionda pronta
finalmente ad ascoltare il piano
del ragazzo. Troy sorrise raggiante e iniziò a raccontare
tutto minuziosamente
con espressione soddisfatta catturando l’attenzione e
l’approvazione di tutti
quanti.
RINGRAZIAMENTI
TIME:
Eccomi con un altro chappy, di nuovo
scusate per il ritardo,
anche questo come il precedente è un po’ corto e
scritto così così, vogliate
perdonarmi xD…vi lascio ancora della suspance per sapere
cosa vuole fare Troy
^^
Uhuhuhuhu: Addirittura
un genio!! Beh grazie mille
allora, non pensavo di riscuotere così tanto successo
xD…
Jud_91: Ed ecco
che si fa avanti sadica come nn mai
xD…Troy in boxer, beh che dire? Sbavavo nello scrivere, fai
un po’ te…ma ci
sarà un capitolo ancora migliore
Selphie: eheh
siccome sn sadica aspetta ancora il
prossimo chappy
Tay_: Sono felice
ti piaccia…ma troppi complimenti
addirittura sublime *me arrossisce*
Giua1234: Noooo
non sei pervertita o almeno non
quanto me e Jud ihih
Fefy88: grazie
*.* anche questo è corticello però
spero ti piaccia, almeno a me non fa impazzire però il pezzo
con Gabriella
(anche se la detesto) mi piace tanto…dal prossimo prometto
che mi do una
svegliata xD
|
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Capitolo 15 *** Verso una nuova vita ***
Sharpay era naso all’aria e
fissava agitata la finestra di
camera sua. Accanto a lei tutti gli altri, tesi quanto lei. Troy le si
accostò
all’orecchio
-Allora è tutto chiaro?-
le chiese per accertarsi che andasse
tutto per il verso
giusto. Sharpay respirò profondamente
-Cristallino-
rispose ostentando sicurezza anche se
dentro di lei aveva un
brutto presentimento. Il castano sorrise e le stampò un
bacio sulle labbra
-Sei una bravissima
attrice…ce la puoi fare-
Sharpay sorrise lievemente e senza
aggiungere altro si
accostò alla parete della casa e iniziò ad
arrampicarsi fino alla finestra
della sua stanza. L’aveva fatto spesso e le veniva facile, ma
non era questo
che la preoccupava.
@@@
-Kyle-
la voce vellutata alle sue spalle
fece voltare di scatto
l’uomo che era intento a bere del caffè appoggiato
al piano della cucina.
Appena vide quel visino d’angelo il suo primo istinto fu
quello di sferrarle un
pugno da rimetterla al suo posto una volta per tutte, ma appena i suoi
occhi si
posarono prima sul corpo della figliastra e poi sul suo sguardo
malizioso,
l’unica cosa che riuscì a fare fu deglutire mentre
le imprecazioni gli morirono
in gola. Aprì bocca per parlare, ma fu preceduto dalla
biondina che avanzava
verso di lui a passi lenti fissandolo come se volesse mangiarselo
-Ieri sera non mi sono comportata
bene…-
iniziò cercando di
controllare il tremito della voce
-Ho urlato e ho cercato di
ribellarmi, ma non mi rendevo
conto dello sbaglio…-
lo squadrò con aria avida
-Insomma guardati…quale
ragazza non vorrebbe essere stata al
mio posto?-
mentre parlava sentii un lieve
scalpiccio nella sala e si
sentì leggermente sollevata anche se quella farsa le stava
facendo venire la
nausea. Ormai era ad un palmo di distanza dal patrigno che non riusciva
a
staccarle gli occhi di dosso. La fissava stupito ed eccitato, avrebbe
voluto
strapparle immediatamente i vestiti di dosso
-E chi può darti torto
micetta-
si vantò lui afferrandola
per il sedere e tirandola
definitivamente a sé. Sharpay respirò
profondamente dopo quel gesto del
patrigno per bloccare un attacco di nausea che avrebbe potuto mandare
tutto
all’aria. Sorrise
-Eh no! Con calma, meglio fare le
cose per bene…ti aspetto
di sopra, tra cinque minuti-
gli sussurrò con lo stesso
tono provocante di prima
dopodiché si liberò dalla stretta
dell’uomo ed uscì dalla cucina.
Appena mise piede fuori dalla stanza
si sentì tirare per un
braccio e si ritrovò stretta tra braccia forti, la tensione
di prima parve
svanire di colpo, ora si sentiva tranquilla e al sicuro
-Non poteva andare meglio di
così…sei stata perfetta-
il sussurro di Troy la fece sorridere
e alzando il viso
incrociò lo sguardo rassicurante di Ryan, Chad e Zeke che
assieme al castano
erano entrati di soppiatto dalla porta secondaria mentre lei distraeva
il
patrigno. Quel momento di tranquillità cessò
improvvisamente quando dalla porta
della cucina uscì anche Kyle, i cinque ragazzi si
appiattirono con la schiena
contro la parete trattenendo il respiro…tutti quanti
fissavano preoccupati la
porta d’ingresso.
Fortunatamente qualche istante dopo
si udì il trillo
insistente del campanello. Kyle che aveva già un piede sulle
scale si voltò con
sguardo rabbioso e, borbottando quelle che sembravano impronunciabili
imprecazioni, fece dietro-front e andò ad aprire.
Alla sua vista si presentarono due
ragazze molto carine, una
riccia dagli occhi scurissimi e la pelle color cioccolato,
l’altra con un
dolcissimo sguardo da cerbiatta e i soffici boccoli neri che le
ricadevano
leggeri sulle spalle. Sorridevano all’uomo che inizialmente
le guardò stupito,
ma poi si dipinse sul suo volto il solito ghigno compiaciuto
-Deve essere la mia giornata
fortunata…che posso fare per
voi signorine?-
chiese con un tono che di cortese non
aveva nulla mentre si
sfregava le mani. Prima che potesse passare il tempo necessario per una
risposta Kyle si sentì afferrare per i capelli e una smorfia
di dolore si
dipinse sul suo viso mentre veniva trascinato indietro da qualcuno alle
sue spalle.
Troy e Chad tenevano salda la presa nonostante l’uomo di
dimenasse e cercasse
di colpire chi gli stava dietro, non li poteva vedere, se cercava di
voltarsi
il dolore al cuoio capelluto si faceva più forte. Taylor e
Gabriella varcarono
la soglia d’entrata e si lanciarono in aiuto dei due ragazzi
che facilmente
riuscirono a scaraventarlo a terra. Sharpay avrebbe voluto dare una
mano e
fissava la scena preoccupata mentre le braccia del fratello le
impedivano di
muoversi. Zeke tenne bloccate le braccia di Kyle con molta fatica
mentre Chad
gli sferrava una scarica di pugni all’addome. La forza e la
foga che il
riccioluto ci metteva fece mancare il fiato all’uomo che
bloccato a terra aveva
poco scampo
-Adesso capisco-
farfugliò
-Voi siete gli amichetti di quella
puttanella-
esclamò ridacchiando. A
quelle parole Sharpay fece per
scattare in avanti con il fuoco negli occhi, ma Ryan la tenne ferma. Ci
pensò
Troy a dargli quello che si meritava sferrandogli un calcio sui denti
che lo
fece sanguinare copiosamente. Kyle sentì il dolore qualche
istante dopo mentre
il sapore acre del sangue si diffondeva nella sua bocca e
sentì il liquido
caldo scendergli per la gola quasi a soffocarlo. Piantò il
suo sguardo rabbioso
sul castano che lo fissava con la stessa decisione e rabbia
-Non ti azzardare mai più
a chiamarla così-
sibilò Troy per poi
sferrargli un altro calcio nel fianco.
Kyle preso dalla furia scalciò con forza e riuscì
a liberare le gambe dalla
presa delle due ragazze che furono sbalzate di lato. Lo stesso fece con
le
braccia liberandosi facilmente, afferrò Zeke per il bavero
della maglia e lo
scagliò di lato contro la parete. Il ragazzo
sgranò gli occhi per la botta
restando senza fiato per poi accasciarsi a terra dolorante. Ora Kyle
aveva
davanti a sè solo Troy e Chad, si drizzò di
scatto a sedere facendo così
ribaltare il riccioluto che gli bloccava lo sterno a terra e con un
agile
movimento si alzò in piedi. Superava Troy di diverse spanne
in altezza e la
stazza era decisamente maggiore, ma ciò non
intimidì il castano che lo affrontò
a muso duro.
Sharpay non aveva la forza di
guardare, sapeva che sarebbe
andata così, ormai aveva il viso sul petto del fratello e
piangeva
terrorizzata. Ryan strinse a sé la sorella e
fissò la scena ad occhi sbarrati,
avrebbe voluto intervenire o almeno aiutare gli altri che erano tutti
accasciati a terra doloranti, ma non poteva doveva prima di tutto
proteggere
Sharpay.
Troy e Kyle rimasero qualche secondo
a fissarsi negli occhi
fiammeggianti
-Il figlio dei
Bolton…è stata un’idea tua questa
patetica
messinscena?-
chiese beffardo l’uomo
scrutando l’espressione indurita del
ragazzo di fronte a sé. Troy serrò ripetutamente
la mascella, sempre all’erta.
Non rispose alla provocazione.
-Peccato è andata
male…vorrà dire che mi divertirò di
più
con Sharpay e le sue amichette-
aggiunse divertito lanciando una
breve occhiata alla
biondina. In quell’esatto istante Troy perse la pazienza e si
lanciò
incoscientemente sull’uomo che, nonostante l’attimo
di distrazione, lo
precedette e gli sferrò una gomitata nello stomaco che lo
fece indietreggiare
parecchio fino a rovinare a terra sul pavimento della cucina. Kyle non
gli
diede tempo di reagire che iniziò a pestarlo con forza e ad
accanirsi su di lui
peggio di come faceva con la figliastra
-LASCIALO STARE!-
Sharpay era riuscita a liberarsi
dalla presa del fratello
che non l’aveva riafferrata in tempo e in un attimo era
piombata addosso al
patrigno cogliendolo alle spalle. Gli saltò in groppa e
affondò, con tutta la
forza che aveva, le unghie affilate nel collo dell’uomo. Kyle
che stava per
sferrare un altro calcio al ragazzo steso a terra si bloccò
e ringhiò di dolore
mentre goccioline di sangue gli colavano sul colletto della maglia.
Sharpay
sapeva benissimo di aver compiuto un gesto incosciente, ma le si
stringeva il
cuore a vedere Troy in quello stato e aveva agito d’istinto.
Il patrigno si
liberò facilmente di lei afferrandola per un polso, la
tirò giù dalle sue
spalle e la bloccò con un solo braccio facendo aderire la
schiena della
biondina al suo petto. Rise beffardo mentre guardava Ryan e gli altri,
che nel
frattempo si erano ripresi, tutti a fissare l’uomo con
sguardo d’odio. Sharpay
era bloccata non riusciva a muoversi, dopo una breve e vana lotta
rinunciò a
cercare di liberarsi e guardò con le lacrime agli occhi,
Troy steso a terra con
il viso sanguinante che cercava di rialzarsi, ma puntualmente ricadeva
a terra
con un rantolo. Ma non era finita, appena Ryan fece uno scatto verso di
lui per
liberare la sorella, Kyle afferrò un lungo e affilato
coltello dal ceppo
accanto a lui e premette la lama sulla gola della figliastra. Tutti
trasalirono
e si bloccarono di colpo fissando la scena ad occhi sbarrati.
-Figlio di pu…-
urlò Troy che era riuscito
ad alzarsi quasi del tutto in
piedi, ma un calcio sui denti ben piazzato lo fece ricadere a terra
privo di
sensi. Sharpay chiuse gli occhi iniziando a singhiozzare mentre
avvertiva il
freddo pungente della lama sulla sua pelle.
-Adesso giochiamo un po’-
sussurrò Kyle in modo
viscido all’orecchio della bionda.
Sempre tenendola incollata a sé fece scivolare la mano
libera verso la sua
femminilità e massaggiò con prepotenza iniziando
ad eccitarsi. La figliastra
serrò i denti e singhiozzò più forte,
era incapace di muoversi o di parlare. La
cucina era piombata in un silenzio irreale e tutti fissavano
orripilanti la
scena che si presentava davanti a loro sentendosi schifosamente
impotenti.
Kyle andò avanti per un
po’ ridendo ogni tanto, mentre
Sharpay stava quasi per perdere i sensi. Un click alla porta
d’ingresso fece
voltare tutti quanti, la maniglia si abbassò e tutto
sembrava procedere al
rallentatore. Sharpay avvertì in una frazione di secondo la
presa del patrigno
che leggermente si allentava, approfittò di
quell’attimo di distrazione per
sferrargli una forte gomitata nello stomaco seguita da una testata alla
cieca
dritta sul naso. Nello stesso istante in cui la madre di Ryan e Sharpay
varcava
la soglia di casa con un enorme sorriso stampato sul viso, il marito
crollava a
terra in un urlo di dolore. Sharpay fu sveltissima e afferrò
il coltello che
Kyle teneva ancora in mano, Ryan, aiutato dagli altri, invece si
affrettò a
bloccare la madre prima che potesse intervenire.
-Cosa pensi di fare stronzetta con
quel coltello?-
chiese spavaldo Kyle mentre sputava
sangue, la sua voce però
celava una vena di panico
-Non so dimmelo tu-
sibilò la bionda
inginocchiandosi a terra…puntò la lama
proprio tra le gambe del patrigno che la fissò ad occhi
sbarrati
-Hey
hey
hey, calma dai! Non esagerare-
la voce burbera era ormai ridotta ad
uno stridulo
piagnucolio
-Dammi un buon motivo per non farlo-
mormorò Sharpay a denti
stretti. Kyle fissò il suo sguardo
in quello della figliastra e ghignò con fare beffardo come
suo solito
-Perché sei debole! Non ne
saresti mai capace, sei una
vigliacca…proprio come tuo padre-
a quelle parole un lampo di furia
cieca attraversò lo
sguardo della bionda che strinse con forza le dita attorno al manico
del
coltello
-Non parlare così di mio
padre-
sibilò lentamente e
all’ultima parola fece scattare verso il
basso la mano che teneva il coltello. Un urlo agghiacciante di dolore
invase la
casa e sangue, tanto sangue si sparpagliò copioso sul marmo
bianco del
pavimento. La madre della ragazza rimase paralizzata guardando il corpo
del
marito a terra, privo di sensi mentre Sharpay senza smettere di
guardare quel
verme si alzò lentamente. Taylor e Gabriella corsero da lei
che improvvisamente
cadde tra le loro braccia priva di sensi, troppe emozioni tutte
insieme. Chad e
Zeke si caricarono Troy in spalla, anche lui inerme e tutti quanti
uscirono da
quella maledetta casa. Solo Ryan si attardò un attimo e
guardò con disprezzo la
madre per poi lasciarla andare.
In quel momento la donna
capì che forse non avrebbe mai più
rivisto i suoi figli e non appena il biondo se ne andò
sbattendo la porta
crollò a terra in lacrime sentendo così di colpo
tutto il peso del senso di
colpa che le piombava addosso.
RINGRAZIAMENTI TIME
Non riesco a ringraziarvi tutti, sono di frettissima...spero vi sia piaciuto il chappy, aspetto tanti
comemnti kiss
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Capitolo 16 *** Ti Amo ***
-Ma insomma Ryan! Possibile che ti ci
vuole così tanto a
portare una valigia?-
sbottò Sharpay comodamente
seduta sulle gambe di Troy,
mentre dal patio della nuova casa Evans comandava a bacchetta il
fratello e i
due amici del castano che ansanti le sfilavano davanti trasportando
enormi
valigie rosa. Chad si fermò di fronte alla porta
d’ingresso e la guardò con
disappunto
-Senti un po’
principessina…-
iniziò con tono sarcastico
-…visto che è
casa TUA e la roba è sempre TUA, vedi di
alzare il tuo sederino d’oro e magari dare una mano.-
prima che qualcuno potesse replicare
aggiunse indicando Troy
-E anche tu che fai finta di niente-.
Il castano ridacchiò e
cinse con le braccia la biondina
-Eddai Chad, abbiamo avuto da fare
ieri sera-
disse in tono malizioso ed eloquente
prima che lei potesse
replicare al ricciolo. A quelle parole Sharpay lo guardò con
un sopracciglio
sollevato
-Ah sì? Allora devi essere
stato parecchio veloce, perché
nemmeno me ne sono accorta-
Troy allentò la presa
attorno alla vita della ragazza e si
lasciò andare sullo schienale della sedia con uno sbuffo
-Grazie dell’appoggio eh!-
mormorò guardandola torva.
Chad e Zeke ridacchiarono vedendo
quella scenetta e il ricciolo rincarò la dose dicendo
-La scommessa è sempre
valida capitano, ricordalo-
e così dicendo
rientrò in casa con un’altra valigia immensa
sotto lo sguardo contrariato di Sharpay e Troy.
-Ancora con quella stupida scommessa?-
chiese la bionda infastidita, Troy le
sorrise rassicurante
-Tranquilla…tanto abbiamo
ancora due mesi no?-
disse ridendo e in risposta ricevette
un pugno nello stomaco
che lo fece tossire a raffica
-Hey hey buoni voi due! Vedete di non
massacrarvi prima
della festa-
intervenne Taylor che, appena
arrivata con Gabriella, aveva
assistito alla scena. Prese Sharpay per un braccio prima che potesse
replicare
e la trascinò via dalla sedia
-Forza sbrigati che devi farti bella-
Sharpay la fissò con un
sopracciglio sollevato, ma prima che
potesse aprire bocca intervenne Gabriella
-Scusala Sha…non sa quello
che dice!-
e così dicendo la
portò al piano di sopra dopo aver lanciato
un’occhiata di rimprovero alla brunetta che roteò
gli occhi e le seguì.
@@@@@
Ryan afferrò una birra e
iniziò a scolarsela assetato come
non mai, Zeke stava su una sedia seduto scomposto e un piede appoggiato
al
tavolino di fronte a lui, Chad seduto sulle scale del patio faceva
rimbalzare il
fidato pallone da basket ad una velocità incredibile
-Ragazzi davvero, basta tirare fuori
questa storia della
scommessa, almeno non davanti a lei-
disse serio Troy appoggiato allo
stipite della porta
d’ingresso
-E’ ancora così
suscettibile?-
chiese Zeke mentre era intento a
stappare un’altra birra,
Ryan gli diede un pugno sulla spalla che gli fece rovesciare parte
della birra
sui Jeans scuciti
-Mah fai un po’ te!-
Troy e Chad risero vedendo
l’espressione attonita dell’amico
che fissava la macchia sui pantaloni
-Adesso ti faccio ve…-
Zeke stava per avventarsi su Ryan
quando un colpetto di
tosse fece voltare tutti quanti. Taylor e Gabriella fecero la loro
comparsa
nell’ingresso, la prima indossava un vestito chiaro a fiori,
sbracciato e con
uno scollo a V, ma non troppo esagerato e ai piedi un paio di sandali
con tacco
basso argentati. Il colore tenue dell’abito faceva risaltare
la carnagione
color cioccolato della ragazza e i suoi grandi occhi scuri che
sembravano
sempre lucidi. La seconda invece aveva un paio di shorts neri e una
camicetta
azzurra, semplice e bordata di blu scuro. Ai piedi ballerine blu scuro
con pois
bianchi e una piccola cavigliera con la sua iniziale. Tutti e quattro i
ragazzi
deglutirono a quella vista e Zeke ormai imbambolato si
rovesciò il resto della
birra sui pantaloni
-Oh merda!!-
esclamò appena se ne
accorse suscitando le risate generali.
Taylor si accostò all’orecchio di Troy
-Tranquillo ora arriva anche lei, ma
intanto…CHE INIZI LA
FESTA!-
strillò l’ultima
parte dopo essersi scostata dal ragazzo. A
quelle parole Gabriella accese lo stereo che iniziò a
diffondere musica a palla
per tutta la casa, Ryan fu il primo a gettarsi in mezzo al salone
seguito
subito dalle due ragazze. Chad e Zeke si scambiarono uno sguardo
rassegnato e
fissarono i tre con la schiena appoggiata al muro, appena Gabriella
fece cenno
ai due di raggiungerla quelli scossero decisi la testa rifiutandosi di
muovere
un passo, ma in un attimo le ragazze li afferrarono per i polsi e li
costrinsero a muoversi un poco…risultato? Ryan si rotolava
in terra dalle
risate mentre Taylor e Gabriella cercavano di far
“ballare” quei due tronchetti
di legno che avevano le guance rosse come pomodori per la vergogna.
-Hey ti diverti alle spalle degli
altri eh?-
un sussurro vellutato giunse
all’orecchio dell’unico Wildcat
che si era salvato dalla tortura del ballo, sorrise avvertendo le dita
sottili
insinuarsi tra le sue…si voltò verso
quell’angelo dannato che gli sorrideva
dolce e maliziosa allo stesso tempo, come solo lei sapeva fare
-Sei…sei…-
era rimasto senza parole, ma lei
intervenne come sempre ad
anticiparlo
-…bellissima, lo so-
sussurrò ancora fissandolo
negli occhi. Nessuno si era
accorto di loro e sembrava che per loro non ci fosse nessun altro nella
sala.
Troy sorrise mentre pensava a quanto fosse speciale e unica quella
ragazza,
così decisa e forte all’esterno e così
delicata all’interno, con tanta voglia
di amare ed essere amata. La guardò bene e
un’espressione stupita si dipinse
sul suo volto
-Hey, questa è la prima
volta che ti vedo con un vestito che
hai già messo-
Sharpay rise leggermente e
accostò le sue labbra a quelle
del ragazzo
-E’ il vestito del nostro
primo bacio-
gli disse a fior di labbra, ma
proprio mentre Troy stava per
baciarla lei si scostò, incrociò per un attimo il
suo sguardo confuso e rispose
con un lieve sorriso enigmatico. Gli voltò le spalle e
raggiunse una sedia
sulla quale era appoggiata la giacca di Troy, lui continuò
ad osservare i suoi
movimenti cercando di capire che aveva in mente, ma nello stesso tempo
la
guardava estasiato dalla grazia e dalla bellezza di quella biondina.
Sharpay
tornò da lui, teneva una mano chiusa a pugno. Prese il polso
del ragazzo che
aprì la sua mano sapendo che avrebbe ricevuto qualcosa. Lei
poggiò il pugno sul
palmo di lui e fissandolo negli occhi gli disse
-Come la sera del nostro primo bacio,
voglio che anche
questa sia indimenticabile e speciale-
appena finì di parlare
aprì il pugno e Troy avvertì qualcosa
di freddo, metallico, lungo e seghettato…le chiavi della sua
spider.
Guardò stupito la bionda
senza dire nulla
-Hai vinto la tua scommessa Troy-
aggiunse lei e senza aspettare altro
prese il castano per
mano e lo portò di sopra con il cuore che le batteva
all’impazzata. Troy la
precedette e aprì la porta della stanza rosa, era avvolta in
una luce soffusa
creata da alcune lampade coperte e da candele appena accese
-Ecco perché ci hai messo
tanto a scendere-
commentò guardandosi
attorno. Sharpay sorridente si sedette
sul morbido letto a baldacchino
-Ti piace?-
-Da morire, ma mai quanto te-
rispose prontamente il ragazzo
buttandosi a peso morto tra i
cuscini del letto. Sharpay si lasciò andare accanto a lui
che la strinse a se e
con la mano poggiata dietro la schiena le slacciò la lampo
del vestito che
venne sfilato dal ragazzo con un gesto rapido. La pelle della ragazza
si tese
sotto il tocco di lui e un brivido percorse entrambi, le loro gambe si
intrecciarono, i loro sguardi si incrociarono, le loro labbra si
incontrarono e
i loro cuori iniziarono una corsa senza fine…mentre la festa
imperversava al
piano di sotto, Troy trovò la felicità e la
serenità che per molto gli era
stata negata, Sharpay trovò una persona di cui sentiva
davvero di potersi
fidare, una persona che l’avrebbe amata non solo per il suo
corpo…e mentre la
passione si impossessava di loro i
loro
cuori si alleggerivano e quella ragazza bionda che troppo aveva
sofferto fece
l’amore per la PRIMA volta in vita sua…
@@@@@@
Un ticchettio alla finestra
disturbò le dolci effusioni tra
i due ragazzi avvolti nella coperta rosa e soffice, quei due ragazzi
che
sapevano ancora d’amore, con una luce diversa negli occhi.
-Amicooooo! Non dirmi che stai ancora
a cavalcare-
l’urlo biascicato di Chad
arrivò fino alla stanza di Sharpay
la quale ridacchiò divertita. Troy sbuffò
-Il solito idiota!-
entrambi si alzarono, ancora seminudi
e si avvicinarono alla
finestra stretti nella coperta. Nel giardino della villa Chad, Ryan,
Gabriella,
Taylor e Zeke stavano saltando, ballando, urlando e ogni due passi
finivano per
terra
-Sono ubriachi-
osservò Sharpay dapprima
stupita e poi divertita da quella
scena così comica, aprì la finestra e
scansò la testa giusto i tempo per
schivare un sassolino lanciato dal riccioluto che li osservava a naso
in su con
le ginocchia che lo reggevano a malapena
-Eheheh finalmente!! Siete peggio dei
conigli-
biascicò Zeke per poi
scoppiare a ridere. Troy si diede uno
schiaffo in fronte
-Ma io non li conosco quelli-
esclamò scotendo la testa.
Sharpay guardava tutti quanti
sorridendo, si accorse che riusciva a sorridere sinceramente dopo tanto
tempo e
che dopo tanto tempo era di nuovo felice. Da sotto la coperta prese la
mano di
Troy che si voltò subito verso di lei incrociando il suo
sguardo caramellato
-Ti amo Wildcat-
sussurrò la bionda con il
tono più sincero che avesse mai
avuto, Troy le accarezzò una guancia e le mise un ciuffo
biondo dietro
l’orecchio
-Ti amo Regina di Ghiaccio-
e senza aggiungere altro si baciarono
accompagnati dalle
urla e dai fischi di approvazione degli amici ubriachi al paino di
sotto, si
diedero un bacio che sapeva d’amore, di felicità e
di vita nuova.
FINE!!!
Prima di tutto chiedo
umilmentissimamente perdono per il
mega ritardo, ma ho avuto un po’ da fare in questo periodo
(andare a vedere Ash
alla premiere mi ha portato via un sacco di tempo…giuro xD)
Spero tanto vi sia piaciuto questo
ultimo capitolo, ho in
cantiere un'altra FF che non sarà una Tropay, ma
sarà…non ve lo dico certo
adesso xD (non è di certo Troyella!!)
Non riesco a ringraziarvi uno per uno
ma vi mando un bacio enorme
a tutti quelli che hanno seguito assiduamente questa ff e hanno
recensito…spero
di non aver deluso nessuno di voi (forse Tay sì che si
aspettava un po’ di
Chaylor…sorry *.*) e spero che continuiate a seguire le mie
ff…un bacio a tutti
<3
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