Holiday

di shinepaw
(/viewuser.php?uid=714000)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inverno - Cass ***
Capitolo 2: *** Estate - Emma ***
Capitolo 3: *** Primavera - Romeo ***
Capitolo 4: *** Autunno - Niko ***



Capitolo 1
*** Inverno - Cass ***


La neve ha ricoperto la città in un batter d'occhio, regalando un po' di quel qualcosa che solo il candore di essa riesce a dare agli animi di tutti, ormai fin troppo abituati al vento che soffia impetuoso ogni singolo istante e al cielo pallido e grigio, come perennemente imbronciato.

Ho sempre amato la stagione fredda, la dolcezza che regala la gelida coltre bianca e lo spirito natalizio che pervade i cuori infreddoliti della gente, che per qualche mese si scioglie con gli altri e diventa più buona.

Non ho mai considerato l'aspetto romantico della neve, non mi è mai interessato, ma mi devo ricredere, altrimenti non sarei qui, a gelare da sola come un'idiota, senza sciarpa né guanti, in attesa di quel ritardatario di Romeo che m'ha invitata ad un appuntamento, rifiutandosi però di dirmi cosa avremmo fatto e dove saremmo andati.

Finalmente arriva, un po' correndo un po' slittando sulla neve ghiacciata, col fiato che disegna grandi nuvolette di condensa.

- Ce ne hai messo di tempo - sbotto, incrociando le braccia al petto e fingendomi offesa.

- Scusa - ansima, strofinandosi le mani coperte dai guanti.

Sto gelando, idiota. Perché non ti decidi a scaldarmi?

Mi fissa un secondo, cercando di riprendere fiato. Io lo guardo di sottecchi, mantenendo un cipiglio irritato.

Si passa una mano fra i capelli e poi, le guance rosse, mi abbraccia, neutralizzando in un secondo netto il freddo che sentivo e sgretolando le mie finte barriere.

- Andiamo? - mi chiede, e intanto mi porge la mano, che afferro senza esitare.

Mentre camminiamo per chissà dove, ognuno si perde nei suoi pensieri, alzando ogni tanto il viso per scrutare il cielo che fiocca senza sosta.

- Ho freddo alle mani, Romeo - mormoro dopo un po', e lui fa un sorriso sghembo mentre si sfila l'altro guanto e me lo passa.

- Va meglio? - domanda, continuando a sorridere. Sembra proprio un bambino.

Annuisco.


Arriviamo in centro città, dove i negozi sono addobbati con lucine e decorazioni varie.

- Cosa ci facciamo qui? - domando perplessa, e lo sento sospirare divertito.

- Facciamo shopping, no? - dice, sempre con lo stesso sorriso sghembo eppure così carino.

Restiamo a fissarci un secondo, quasi indecisi sul da farsi, poi, a mo' di ringraziamento, gli stampo un fugace bacio sulla guancia.

Passiamo il pomeriggio dentro e fuori dai negozi, ridendo e scherzando, provando vestiti assurdi e ammirando le vetrine più costose, anche se alla fine non compriamo nulla.

Infine ci fermiamo ad una delle caffetterie più apprezzate della città, dove prendiamo entrambi una deliziosa cioccolata calda con la panna.

- Sei felice? - mi chiede Romeo, appoggiando la tazza che ha vuotato in pochissimo tempo.

Sorrido da dietro la mia, portandomela alle labbra. Preferisco assaporarla, la cioccolata. Ma forse voglio solo che questo momento non finisca mai.

- Sono sempre felice, quando sono con te - mormoro, finendo in un sorso ciò che resta della bevanda calda - ma ho freddo - e detto questo Romeo aggira il tavolino dove ci siamo fermati a bere e si sfila delicatamente la sciarpa, avvolgendola poi al collo di entrambi.

Quasi commossa, lo stringo a me, e lui strofina piano il naso freddo contro il mio, poi mi bacia con dolcezza infinita.

Non si cambia mai del tutto, e, infatti, colta da un rimasuglio della mia vecchia timidezza, abbasso lo sguardo e arrossisco ancora un poco, già rossa dal freddo.

- Niente regalo di Natale? - dice, guardandomi con gli occhioni da cucciolo che tanto gli vengono bene.

- Non sei un po' troppo grande per credere a Babbo Natale? - sogghigno, e lui si sporge fino al mio orecchio.

- Per Babbo Natale forse sì... ma per i regali non si è mai troppo grandi, non credi? - soffia con voce quasi roca, facendomi sussultare.

Stavolta sono io a baciarlo con passione, assaporando il momento e pregando perché non finisca mai, poi lo abbraccio goffamente.

- Ti amo - sussurro, la neve che non ha mai smesso di scendere.

Mi scosta piano, una domanda sciocca gli lampeggia negli occhi.

Evito di scoppiare a ridere, spingendo la lingua contro i denti:

- Buon Natale, Romeo -

-

Note dell'autrice:
come piccolo regalino (in gran anticipo) di Natale, ho deciso che scriverò quattro one-shot sulle stagioni, coi seguenti POV: Inverno - Cass, Estate - Emma, Primavera - Romeo, Autunno - Niko. Il titolo, Holiday, è tratto dalla canzone dei Green Day che si intitola appunto Holiday. Per chi mi segue con Chains and Broken Dreams, vi informo che la Vigilia (tch, guardate quanto scrivo per voi!) pubblicherò un extra di Natale su Nate e Will, quello sarà il mio vero "regalo" per voi lettori. Un bacio

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Estate - Emma ***


Le onde si infrangono sul bagnasciuga con un rumore lieve e rilassante, mentre mi riempio le narici dell'odore di salsedine e mi godo il calore del sole sulla mia schiena nuda e pallida.

È la prima volta che vado al mare con qualcuno che non sia la mia famiglia, in particolare è la prima volta che ci vado con Niko. Il mio ragazzo.

E a proposito di Niko, dove si sarà cacciato? Ha detto che andava al bar della spiaggia a prendere un drink e non è ancora tornato. Che strano.

Presa da pigrizia, sfoglio le pagine del romanzo che mi sono portata e che ho esaurito in meno di un'ora, lottando contro l'impulso di andare a cercare il mio biondo angelo e quello di rimanermene qui sull'asciugamano a poltrire.

Alla fine, con un sospiro, mi alzo dal comodo giaciglio e abbandono lì il libro e tutti i nostri oggetti per andare a cercare Niko, pensando che comunque, per quanto rimanga al sole, resterò sempre bianca come una mozzarella.

A disagio attraverso la spiaggia, sentendomi addosso tutti gli sguardi delle ragazze, che con sguardi malcelati vantano superiorità sul mio petto quasi piatto e sul mio bikini di un blu troppo serio perfino per il mare.

Decido di ignorare le stupide oche che si credono superiori a me e assaporo il calore della sabbia bollente sotto i miei piedi nudi, inspirando a fondo l'odore salmastro che porta la brezza delicata del mare.

Infine giungo al bar, dove un gruppo fin troppo grande di ragazze si sta accalcando su qualcosa (o qualcuno) che non mi è dato di vedere.

Evitando di fare figuracce saltellando o stirando il collo stile giraffa, attendo pazientemente che si apra un varco nella folla di ragazze, finché, senza sgomitare o altro, vedo che l'oggetto dell'attenzione di tutte è Niko, che con aria esausta cerca di farsi largo fra di esse, e intanto sorregge in precario equilibrio un bicchiere colorato con cannuccia e ombrellino.

Poi accade tutto senza che io possa collegare il cervello e disinserire il pilota automatico: alcune delle tante oche che lo circondano si appendono alle sue braccia, altre tentano di baciarlo, e infine lascio esplodere la gelosia assolutamente insensata che brucia nel mio petto e attraverso a passo di marcia quei pochi passi che ci separano, scansando ragazze come si fa con gli insetti fastidiosi, lo raggiungo con calma quasi ponderata e lo bacio davanti a tutti e tutte, davanti al mondo, dimostro che lui è mio.

- E-emma?! - dice sbalordito, arrossendo come un pomodoro.

- La prossima volta che hai sete, ci andiamo insieme a prendere da bere - borbotto, oltremodo imbarazzata e nell'insieme arrabbiata.

Ma ormai il dado è tratto, e dunque che senso ha non fare gesti ancora più imbarazzanti per me?

Lo agguanto per un braccio e lo trascino fino al nostro ombrellone, dove libro e oggetti vari ci aspettano esattamente dove li abbiamo lasciati, e da dietro i cui spuntano le orecchie cioccolato di Tomoe.

Il mio - ex - cucciolone scodinzola brevemente, lanciando un'occhiata di ammonimento a Niko. Mio malgrado, mi ritrovo a sorridere davanti a quella scena così adorabile e ormai familiare, dove ciò che più amo al mondo - il mio ragazzo e il mio cane - si lanciano occhiatacce che dovrebbero intimorire, ma che in verità celano un affetto smisurato l'un per l'altro.

- Ti va di fare il bagno? - mi chiede Niko, prendendomi una mano.

Faccio un sorrisetto sciocco, non riuscendomi a trattenere.

- Ma sì dai, tanto non avrò mai un'abbronzatura da urlo come la tua! - lo punzecchio, ma infondo è vero. A Niko basta pochissimo per ritrovarsi con un'invidiabile colorito dorato, che mette in risalto i suoi capelli oro e i suoi occhi color del cielo, oltre a sottolineare i muscoli formati giocando a basket.

- A me piaci così come sei... mozzarellina - replica, e, quando finalmente realizzo cosa ha detto, è già scappato in acqua, al sicuro dal mio immenso affetto che non vede l'ora di rendergli pan per focaccia.


La sera, e con essa la notte, arriva presto, mentre noi stiamo ancora camminando sul bagnasciuga, mano nella mano, preceduti da Tomoe che corre qua e là, annusando tutto ciò che trova.

Ci fermiamo ad ammirare le stelle che brillano nel cielo blu. Non mi sono mai sentita così... così... così, neanche quando andai con Brad ad ammirare la volta celeste.

- Sarebbe perfetto se ci fossero i fuochi d'artificio - dice Niko, negli occhi gli risplendono tante piccole luci dorate.

- Ma va bene così. Io sono qui e tu sei qui, e ti amo - sussurra piano, e nell'istante in cui sollevo il viso verso di lui i nostri occhi si incrociano.

Il cuore scivola in gola, batte a ritmo forsennato, e mi sembra di tornare ad essere la timida ragazza di un tempo. Socchiudo le labbra, sento il braccio di Niko cingermi un fianco.

E proprio mentre ci baciamo, ancora come se fosse la prima volta, un guizzo di luce rosa, a forma di cuore, esplode nel cielo con un fragore che neanche ci coglie.

-

Note dell'autrice:
non dico molto, devo ricaricare la fantasia. Ahaha. Vabbe', probabilmente posterò anche Primavera ma ora ho da fare. Ciao

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Primavera - Romeo ***


Oggi è il più caldo giorno di primavera, così caldo che pare estate, il tutto attenuato dalla tipica aria frizzantina che porta con sé il profumo dei fiori e i loro petali.

Nell'aria c'è un gran fermento, gli uccellini fanno a gara a chi canta meglio per conquistare le femmine e le lepri si battono a colpi di zampe per decretare chi potrà accoppiarsi e chi no. È naturalmente la stagione degli amori, ogni anno un po' più bella, più sfarzosa. Agli animali non interessa il tempo che scorre.

Davanti a me una battaglia si è appena conclusa, e il vinto, sconfitto, si prepara a lasciare di tutta fretta il campo, mentre il vincitore lo guarda con superbia.

Ma ecco che delle risa spensierate irrompono nella quiete appena formatasi, distruggendo il fragile coraggio delle due lepri che, in un batter d'occhio, si danno alla fuga senza più pensare a battaglie e supremazia, consce che davanti al pericolo si è tutti uguali.

Mi si prospetta uno spettacolo a mio parere ancora più delizioso, dove una ragazza dai lunghi capelli chiari gioca con il suo grosso lupo come se fosse un cucciolo totalmente innocuo.

Ride, un sorriso gioioso sulle labbra che solo io ho il privilegio di baciare, e afferrate le zampone pelose del lupo inizia a girare in tondo, canticchiando come una bambina che è fuori di sé dalla gioia.

Osservo a lungo Cass e Conall, finché entrambi, esausti, non crollano a sedere sul tappeto erboso, lei che non smette di ridere e il grosso lupo che ansima con la lingua penzoloni, i denti appuntiti che brillano in un sorriso canino.

Li raggiungo lentamente, beandomi dell'espressione felice della mia Cass, e senza tanti riguardi mi lascio cadere al suo fianco, rubandole fugacemente un bacio. Lei sussulta e viene a sedersi sulle mie gambe, appoggiando la testa al mio petto.

- Se facciamo in fretta e silenziosamente, c'è una cosa davvero stupenda che vorrei farti vedere - mormoro al suo orecchio, e lei volta il viso verso di me.

- Io sono sempre silenziosa! - ribatte fintamente offesa, e le rubo un altro bacio.

Ci alziamo e le prendo una mano, trascinandola con me fra cespugli e arbusti.

Rimaniamo accucciati dietro un cespuglio, entrambi quasi trattenendo il respiro.

- Romeo ma cosa...? - prova a dire lei.

- Shhhh! - la zittisco stringendola un po' a me, e poi finalmente comincia l'incredibile spettacolo.

Una cerva appare dal folto della foresta e caracolla timidamente fino al mezzo della radura, subito raggiunta da un grosso cervo color nocciola. I due si annusano reciprocamente, le code a riposo, ed emettono versi di apprezzamento.

All'improvviso però sopraggiunge un terzo cervo, anch'esso maschio, più anziano dell'altro in quanto possiede più ramificazioni delle corna.

I due maschi si fronteggiano, ostentando sicurezza, mentre la cerva per cui stanno ingaggiando questo combattimento si mette lentamente in disparte.

Sento Cass trattenere il respiro e poi... toc! la prima, improvvisa stoccata giunge con violenza alle nostre orecchie attente.

La battaglia è cruenta e senza esclusione di colpi, tanto che sia io sia Cass temiamo spesso che uno dei due ci rimetta le penne, ma essi sanno perfettamente cosa è consentito e cosa no, e lottano mettendoci anima e corpo, sempre mantenendo un comportamento dignitoso e cercando di non umiliare più del dovuto il "nemico".

Alla fine il più vecchio batte in ritirata, lasciando al giovane cervo il compito di prendersi cura della sua nuova compagna e la grande responsabilità di proteggere e farsi carico di lei e della futura prole che ne seguirà, e che assicurerà la discendenza al prode vincitore.

- Un po' mi dispiace per lui - dice qualche attimo più tardi Cass, mentre torniamo al nostro bel prato, pieni di fogliame e con alcuni graffi, ma nulla cui non si possa rimediare.

- È il cerchio della vita - replico saccentemente, e lei mi rifila un pizzicotto sul naso.

- Ahi! - esclamo, e ci ritroviamo ad un palmo di naso l'un dall'altro.

Un attimo dopo abbiamo già dimenticato i cervi e ci stiamo baciando appassionatamente, come se non lo facessimo da una vita, come se volessimo farlo per tutta la vita.

- Sei un romanticone, ma è anche per questo che ti amo - mormora a fior di labbra, facendo un gran sorriso.

- E non hai ancora visto nulla - ribatto scherzosamente, guardando giusto un secondo il vecchio cervo che, dal limitare della foresta, ci dona la sua magica benedizione, e poi riprendo a baciare Cass com'è giusto che sia e che sempre sarà.

-

Note dell'autrice:
avrei dovuto postarlo ieri ma non avevo idee. Chiedo perdono e poi vado, basta che siate contenti. Buonanotte!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Autunno - Niko ***


Gironzolo per i corridoi senza una meta precisa, nel petto una leggera ansia che qualcuno mi veda e mi chieda cosa sto facendo. Il tutto è molto semplice: annoiato dalla lezione, con una scusa che ho già rimosso dalla memoria, sono uscito dall'aula.

Non saprei dove andare. Molto probabilmente Emma, la mia ragazza, ha ancora lezione. Ma se...

Un'idea mi balena improvvisa in mente e mi dirigo a passo spedito verso la biblioteca scolastica. So che lei passa metà del suo tempo lì, sempre col naso nei libri o a parlare con il suo amico Brad. È difficile che a quest'ora sia lì, ma controllare non costa nulla.

Difatti appena entro la noto seduta in un angolo, il viso sprofondato in un tomo di evidenti dimensioni e al suo fianco Brad, che pare lì lì per schiacciare un sonnellino sulla spalla della mia Emma.

Mi appoggio con una spalla allo stipite della porta, osservandoli, quando lei si accorge del mio sguardo penetrante che le si è appiccicato addosso, e dà di gomito a Brad.

Lui salta subito sull'attenti, sistemandosi gli occhiali sul naso, e i due iniziano a parlare fra loro fitto fitto, con voce quasi impercettibile.

La gelosia brucia nel mio petto come il fuoco dell'Inferno, e proprio quando sto per scoppiare lei poggia il libro di fianco a sé, con un sospiro, e si spolvera gli abiti. Mi avvicino ad Emma in pochi passi, scrutandola con evidente disappunto.

- Niko... - comincia, subito interrotta da me, che la prendo per mano e trascino fuori a passo di marcia.

- Ehi! Io stavo ancora leggendo! - esclama, cercando di opporre resistenza.

La ignoro e continuo a camminare finché non siamo fuori dall'edificio scolastico.

- Niko! Dove stiamo andando?! C'è ancora lezione! - dice, un po' preoccupata e al tempo stesso intimorita dal mio comportamento ambiguo.

- Per favore, fermati un attimo! Rallenta! - mi implora, sempre cercando di sfuggirmi.

Alla fine sedo le sue proteste con un bacio affamato, ritrovandomi davanti i suoi caldi occhi castani, sorpresi, tutto il viso teso in un'espressione piacevolmente smarrita, con le guance arrossate e la bocca socchiusa.

- Dove stiamo andando? - pigola con un filo di voce, ancora senza fiato per la camminata e il bacio.

- In un posto bellissimo - rispondo, sciogliendomi finalmente in un sorriso luminoso.

Riprendiamo a camminare più lentamente, in silenzio, con le mani intrecciate. La sua è fredda, freddissima, mentre la mia è calda e quasi sudata.

- Non avrei mai pensato che ti piace trasgredire alle regole - mormora dopo un po', mentre ci inoltriamo nel bosco.

- Per te questo ed altro - ribatto con un sorrisetto sciocco.

Questo sentiero d'autunno è davvero stupendo: il suolo ha un colore marroncino, costellato di foglie cadute e secche, che quando vengono calpestate scricchiolano in un rumore affatto disturbante, e gli alberi, che costeggiano tutto il tratto di strada battuta, sono tutti misti, aceri, castagni e querce, alcuni mezzi spogli e altri tutti arancio e gialli.

Ci fermiamo in particolare a contemplare una quercia secolare, dall'enorme tronco nodoso e i rami svettanti, ancora pieni di fogliame colorato. Dal lato a noi più visibile si ode uno squittio scocciato, e ci scostiamo appena in tempo per evitare una pioggia di nocciole e bacche che cade dall'albero dove un attimo prima c'erano le nostre teste. Fa capolino uno scoiattolo rossiccio, che guarda in basso con un misto di curiosità e timore.

Decidiamo di togliere il disturbo e lentamente riprendiamo la nostra passeggiata, diretti dove lo so solo io.

Ed ecco che infine giungiamo in una magnifica radura dorata, immersa nel silenzio più totale e rilassante. Solo in lontananza si ode appena il cinguettio degli uccellini, forse proveniente dalle altissime chiome degli alberi che ci circondano.

Sembra di essere in una fiaba, immersi in un ambiente che pare fatto d'oro fuso, tante sono le foglie gialle tutt'intorno a noi.

- Wow - sussurra Emma - sembra proprio come nel romanzo che stavo leggendo - continua ammirata.

- Sapevo che ti sarebbe piaciuto - sussurro a mia volta, spaventato del fatto che un solo rumore sbagliato possa spezzare l'incanto. Intanto, dolcemente, la stringo a me con entrambe le mani, pensando che non c'è niente di più magnifico di lei.

Ma le sorprese non sono finite, ed ecco che udiamo un lieve fruscio provenire dai cespugli, anch'essi dorati. Allarmati ma non troppo, fissiamo con trepidazione ciò che si cela nel fogliame. Compare un tartufo di colore scuro, seguito da un muso aguzzo e due orecchie appuntite. Due occhi gialli ci fissano timorosi e poi spavaldi, mentre finalmente la volpe si mostra per intero senza più nascondersi.

- Au? - chiede interrogativamente, la coda che sventola di qua e di là e le orecchie attente.

La fissiamo come impietriti, poi un richiamo lontano pare giungere al suo udito fine e, così com'è apparsa, si infila nuovamente nei cespugli e sparisce.

Emma si rigira nelle mie braccia e mi stringe a sua volta, affondando il viso nel mio petto.

- Sei meraviglioso. Meraviglioso - dice piano, aggrappandosi con tutta la forza alla mia t-shirt.

Infilo il naso nei suoi capelli e inspiro a fondo il suo profumo di fiori e libri, mai stato intaccato da quello di Brad.

- Per te questo ed altro - ripeto lentamente, sorridendo in modo infantile.

L'amore che proviamo l'una per l'altro è così grande che nemmeno questa radura basta a contenerlo. Ma forse è giusto così. Forse l'amore non è fatto per essere misurato, contenuto. L'amore... è.

-

Note dell'autrice:
tadà! E anche questa è finita! Che ne dite di lasciarmi una recensione? Please... be', ditemi che ne pensate, se vi va. Ormai non ho più tempo per il capitolo odierno di CABD (hihihi) dunque vi lascio. E comunque ci devo riflettere su ciò che devo scrivere, per cui... ciaoooo!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2934905