Marvel & DC Universe

di Lois Lane 89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


La battaglia di New York era finita.
Loki e il suo esercito di chitauri erano stati sconfitti dal gruppo di super eroi chiamato Avengers, i vendicatori: Captain America (Steve Rogers), Iron Man (Tony Stark), Thor (il fratellastro di Loki), Vedova Nera (Natasha Romanov), Occhio di Falco (Clint Burton) e HulK (Bruce Banner).
Il capo dello Shield, Nick Fury, si teneva in contatto con il gruppo con un avanzato sistema di comuicazione.
"Un velivolo dello Shield sta arrivando per riportarvi a bordo dell'elivelivolo." disse Fury.
Il capitano Rogers non lo stava ascoltando: si era accorto di una mano che spuntava da sotto le macerie di un palazzo.
"Ehi! C'è una persona intrappolata qui sotto. Dobbiamo tirarla fuori." disse Steve.
Il resto del gruppo accorse e spostarono alcune macerie: scoprirono che la mano apparteneva ad una ragazza.
Aveva una brutta ferita alla testa, e le gambe intrappolate sotto un enorme e pesante blocco di cemento.
"E' ancora viva." disse Steve, posando una mano sulla gola della ragazza, e sentendo che il cuore ancora batteva.
"Che cosa pensi di fare?" domandò Iron Man.
"Tirarla fuori di qui, e portarla in ospedale." rispose Steve.
Così dicendo, Hulk mise le mani sotto il blocco di cemento, e iniziò a sollevarlo mentre Steve e Thor tenevano la ragazza nel caso avesse ripreso i sensi e si fosse mossa.
Hulk sollevò il blocco quanto bastava per permettere a Steve e Thor di estrarre il corpo della ragazza; poi lo rimise per terra.
In quel momento, arrivò il velivolo dello Shield.
Steve prese in braccio il corpo della ragazza, e si staccò dal resto del gruppo.
"Dove stai andando?" domandò Clint.
"La porto in ospedale. Ha bisogno urgente di cure." rispose Steve.
Così dicendo, Steve cominciò a correre e arrivò ben presto in un ospedale che era stato risparmiato dalla furia dei chitauri di Loki.
Un medico gli andò incontro e osservò la ragazza che giaceva tra le braccia di Steve.
"Che cosa le è successo?" domandò il dottore.
"E' rimasta intrappolata sotto le macerie di un edificio. E' ancora viva. Ha bisogno di cure immediate." rispose Steve.
Il medico gli fece posare la ragazza su un lettino, e le dette un occhiata veloce.
"La ferita alla testa non è grave. Ma quello che mi preoccupa di più sono le gambe. Non so se riuscirà a camminare di nuovo." disse il medico.
"Fate tutto quello che potete. Ora devo andare, ma tornerò da lei." rispose Steve.
Dopo di che, Steve tornò a bordo dell'elivelivolo dello Shield.
"Come sta la ragazza?" domandò Fury.
"Non lo so. Un dottore si sta prendendo cura di lei. Ha detto che non è sicuro che riesca a camminare di nuovo." rispose Steve.
"Ha fatto la sua parte capitano. L'ha tirata fuori da lì, e le ha salvato la vita. Ora è nelle mani dei medici." disse Fury.
Steve non rispose.
"Loki è sotto chiave. Thor riesci a pensarci tu?" domandò Fury.
"Sì. Verrà riportato ad Asgard, e lì subirà le conseguenze di quello ha fatto." rispose Thor.
La riunione finì, e Steve tornò nel suo appartamento.
Si tolse l'uniforme, e dopo essersi fatto una doccia e essersi rivestito con abiti civili (jeans, maglia, scarpe da tennis e giacca di pelle), si mise lo scudo in spalla e uscì di casa.
Con la moto, raggiunse l'ospedale e cercò di avere notizie della ragazza che lui stesso aveva portato lì.
Stava aspettando un medico, quando arrivarono il resto degli Avengers: anche loro erano in abiti civili.
L'unico che non era presente era Thor: aveva riportato Loki ad Asgard.
"Ho scoperto qualcosa sulla ragazza. Si chiama Keira. Abitava a circa due isolati da dove l'abbiamo trovata. Ed è orfana." disse Tony.
"E ora per colpa di Loki non ha più una casa e passerà il resto della sua vita su una sedia a rotelle." rispose Steve.
In quel momento, uscì il medico che aveva preso in cura Keira, e si avvicinò al gruppo.
"Come sta?" domandò Steve.
"E' fuori pericolo. La ferita alla testa le ha provocato solo un trauma cranico. Ma purtroppo ha perso l'uso delle gambe; non potrà camminare mai più. E' sveglia adesso. Potete vederla." rispose il medico.
Il dottore guidò il gruppo fino alla porta di una stanza.
"Mi raccomando, non deve agitarsi. Domani nel pomeriggio, potrà essere dimessa." disse il medico.
Steve fu il primo ad entrare nella stanza, seguito dal resto della squadra.
Su una sedia a rotelle, vicino alla finestra, era seduta Keira.
Indossava dei pantaloni grigi e una maglia di cotone bianca a maniche lunghe.
La ferita era stata curata, e c'era un cerotto a coprirla.
Steve si sedette davanti a lei, che lo guardò negli occhi.
"Keira, sono il capitano Steve Rogers." disse Steve.
"So chi è lei capitano. Il dottore mi ha detto che è stato lei a tirarmi fuori dalle macerie e a portarmi qui. Grazie." rispose Keira.
"Non devi ringraziarmi. Ho fatto solo il mio dovere." disse Steve.
"Il dottore mi ha detto che non potrò più camminare. E per questo devo ringraziare uno che va in giro con un elmo con delle corna. Sarebbe stato meglio lasciarmi là sotto." rispose Keira.
"Non devi dire una cosa del genere. Andrà tutto per il meglio." disse Steve.
"E come? Non ho più una casa, e nemmeno le gambe. Non so dove andare. Che cosa farò adesso?" domandò Keira.
"Posso aiutarti. Il dottore ha detto che potrai essere dimessa domani pomeriggio. Nel mio appartamento c'è un posto libero. Puoi venire da me." rispose Steve.
"Le sarei solo di intralcio capitano." disse Keira.
"Non è vero. Io vivo da solo. E per cena potremmo farci una bella pizza." rispose Steve.
"D'accordo capitano. Accetto il suo invito. Ma sarà solo per pochi giorni." disse Keira.
"Puoi restare tutto il tempo che vuoi. E dammi pure del tu. Chiamami Steve." rispose Steve.
Così dicendo, Keira allontanò la sedia a rotelle dalla finestra e l'avvicinò al letto; Steve la prese in braccio e la posò sul letto.


TO BE CONTINUED...

ANGOLO AUTRICE: questa ff è un esperimento. Di solito le finisco prima di pubblicarle, ma questa è ancora incompleta. Se qualcuno la leggerà, se vuole mi faccia sapere cosa ne pensa. Grazie e buona lettura. Lois Lane 89


 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Il pomeriggio seguente, come promesso, Keira venne dimessa dall'ospedale.
Steve la portò a casa sua, dove l'attendevano un paio di sorprese: trovò una sedia a rotelle a motore nel soggiorno, e delle buste piene di vestiti, scarpe e accessori sul divano.
"E tutto questo da dove viene?" domandò Keira.
"Te li manda Tony Stark. Così potrai muoverti senza che nessuno ti spinga. E i vestiti ti serviranno per cambiarti." rispose Steve, posandola nella nuova sedia a rotelle motorizzata.
"Credevo che Tony Stark non regalasse niente a nessuno. Avevo sempre sentito che era un egocentrico." disse Keira.
"E' quello che pensavo anche io. Almeno fino ad ora." rispose Steve togliendosi lo scudo dalle spalle e appoggiandolo contro una parete.
Così facendo, Steve prese il telefono e ordinò due pizze giganti, che arrivarono poco tempo dopo.
Mangiarono la pizza in soggiorno, bevendo della coca cola che Steve aveva preso dal frigorifero.
"Ieri in ospedale non ho visto Thor. Dov'era?" domandò Keira.
"E' tornato ad Asgard. E si è portato dietro Loki. Si assicurerà che paghi per ciò che ha fatto." rispose Steve.
Finirono di mangiare in silenzio, poi Steve mostrò a Keira la stanza degli ospiti, e le portò i sacchetti con i vestiti.
Steve uscì dalla stanza in modo che lei potesse cambiarsi, dato che indossava ancora i vestiti che aveva in ospedale; indossò un pigiama azzurro.
Quando fu pronta, Keira disse a Steve che poteva entrare.
"Ti sta molto bene." disse Steve.
"Come ha fatto Stark a conoscere quale taglia di vestiti porto?" domandò Keira.
"Quello è capace di qualunque cosa con la sua tecnologia." rispose Steve.
Steve la prese in braccio e la posò sul letto dopo aver tirato giù la coperta.
"Buona notte." disse Keira, tirandosi la coperta sul corpo.
"Buona notte." rispose Steve.
Così dicendo, chiuse la porta dopo essere uscito dalla stanza, si recò nella sua e si addormentò.
Il giorno dopo, Keira volle andare al cimitero a visitare la tomba dei suoi genitori; Steve l'accompagnò.
Keira si fermò e guardò la tomba su cui erano scritti i nomi dei suoi genitori.
Lasciarono il cimitero e si recarono insieme nella palestra dove Steve si allenava.
Quando vi arrivarono, Steve appoggiò lo scudo su una panchina accanto a Keira, si fasciò le mani e iniziò a tirare pugni ad un sacco agganciato ad una catena appesa al soffitto.
Keira passò delicatamente le dita sulla stella dipinta sullo scudo; non riusciva a capire come Captain America potesse interessarsi a una come lei.
Le aveva salvato la vita, e lei non sapeva come potersi sdebitare; era bloccata su una sedia a rotelle.
In quel momento, Fury, Tony Stark, Natasha e Clint entrarono nella palestra, e cominciarono a parlare con Steve.
Keira approfittò della distrazione di Steve per uscire dalla palestra.
Una volta in strada, facendo avanzare la sedia rotelle a motore, iniziò a vagare senza meta per le strade di New York; alcune lacrime le rigarono il volto.
Voleva cavarsela da sola, e non dover sempre dipendere da Steve o da chiunque altro.
Ad un tratto, si fermò vicino ad una panchina appena fuori da un bar e un ragazzo le si avvicinò.
Indossava un abbigliamento casual: jeans senza orlo infilati nelle scarpe da tennis, maglia bianca e giacca di pelle nera portata con la zip aperta.
"Ciao. Hai bisogno di aiuto? Dalla tua faccia sembra che ne hai passate di tutti i colori." disse lui.
"No, grazie. Non ho bisogno di nessuno. E poi non sono affari tuoi." rispose Keira.
Il ragazzo si sedette sulla panchina accanto a lei; aveva i capelli neri e gli occhi verdi.
"Può darsi, ma la tua faccia parla chiaro. Io mi chiamo Kyle, e tu?" domandò Kyle.
"Keira." rispose Keira.
"Abbiamo tutti e due il nome che inizia con la K. Che coincidenza. Ora mi dici che cosa ti è successo?" domandò Kyle.
"Non mi è successo nulla." rispose Keira; fece per azionare la sedia e andarsene, ma Kyle le prese la mano per allontanarla dai comandi.
"Voglio aiutarti. Mi è sempre stato insegnato ad aiutare chi ha bisogno. Facciamo così: tu mi aspetti qui mentre vado a prendere della ciccolata calda, e poi quando torno mi racconti tutto." disse Kyle.
Così dicendo, Kyle si alzò ed entrò nel bar; era un pò affollato.
Keira guardò verso la sua destra, e vide Steve correre verso di lei, seguito da Clint.
"Come avete fatto a trovarmi?" domandò Keira.
"Nella tua sedia c'è un localizzatore. Un'idea di Stark." rispose Clint.
"Perchè sei scappata?" domandò Steve.
"Non posso restare con te. Ti sono solo di intralcio. Sei sempre impegnato in qualche missione. Non hai tempo per occuparti di me." rispose Keira.
"Quando ho detto che potevi restare tutto il tempo che volevi, stavo dicendo la verità." disse Steve.
"Perchè voi Avengers vi interessate a una come me? Vi ringrazio per quello che avete fatto per me. Ma d'ora in avanti vi prego di non cercarmi più. Voglio stare da sola." rispose Keira.
Detto questo, Keira girò la sedia e si allontanò da Steve e Clint.
Quando girò l'angolo, si fermò e lasciò che le lacrime sgorgassero.
Poco dopo, vide che qualcuno era accanto a lei: alzò gli occhi e vide Kyle con due bicchieri in mano.
"Che è successo?" domandò Kyle.
"Niente. Voglio stare sola." rispose Keira.
"Non ti libererai di me molto facilmente." disse Kyle, porgendole uno dei bicchieri.
Keira lo prese: era ancora caldo.
Arrivarono ad un'altra panchina, dove Kyle si sedette.
"Ora mi racconti che cosa ti è successo?" domandò Kyle.
Keira raccontò a Kyle di quando era rimasta intrappolata sotto le macerie, di quando si era risvegliata in ospedale e aveva appreso che non avrebbe più camminato, e del tempo che aveva passato con Steve Rogers.
"Non puoi rimanere da sola in queste condizioni. Hai bisogno di aiuto. Devi tornare da lui." disse Kyle.
"E per questo devo ringraziare quell'idiota di Loki. Ero sempre stata indipendente; e ora devo dipendere da qualcuno per ogni singola cosa." rispose Keira.
"Hai qualcuno che si preoccupa per te. Inoltre hai guadagnato un nuovo amico." disse Kyle, tenendo la mano di Keira.
Keira guardò Kyle negli occhi.
"Dove credi che sia adesso il capitano?" domandò Kyle.
"Quando me ne sono andata era in palestra, ma ora potrebbe anche essere tornato a casa." rispose Keira.
"Vieni, ti accompagno." disse Kyle.
Così dicendo, si recarono insieme a casa di Steve.
Una volta arrivata davanti al palazzo, Keira vide che Steve era davanti al portone insieme a Clint e Tony Stark.
Steve si accorse della sua presenza, e le andò incontro.
"Mi dispiace per come mi sono comportata. Mi costa ammetterlo, ma non posso fare più nulla da sola. Se è possibile, mi piacerebbe restare ancora un pò con te." disse Keira.
"Certo che puoi, non devi nemmeno chiederlo. E ho già dimenticato tutto quello che è successo prima." rispose Steve.
Keira presentò Kyle a Steve, Clint e Tony, poi lui salutò la ragazza con un bacio su una guancia, dicendole che si sarebbero rivisti presto; poi si allontanò.
"E lui da dove arriva?" domandò Steve.
"L'ho incontrato prima, fuori da un bar. Si è mostrato subito pronto ad aiutarmi. Nessuno l'avrebbe fatto. Mi ha fatto capire che  ora ho bisogno di te, e che dovevo tornare." rispose Keira.
"Ha ragione. Sono contento che tu sia tornata." disse Steve.
Così dicendo, Steve prese in braccio Keira e la portò in casa, posandola sul divano.
Tony e Clint li raggiunsero portando la sedia a rotelle.
Dopo di che, Tony e Clint se ne andarono, lasciando Steve e Keira da soli.
Keira era sola nella sua stanza, seduta sul letto, e non riusciva a togliersi dalla testa quello che era successo con Kyle: nella sua vita, nessuno si era mai mostrato così disponibile con lei.
Steve entrò e si sedette sul letto davanti a lei.
"Tutto ok?" domandò Steve.
"Stavo ripensando a quel ragazzo, Kyle. Nessuno si era mai preoccupato tanto per me prima d'ora." rispose Keira.
"Da una prima impressione, non mi è sembrato un cattivo ragazzo. Ma potrei anche sbagliarmi." disse Steve.
"Quindi stai dicendo che posso rivederlo?" domandò Keira.
"Non vedo dove sia il problema. Sono un tuo amico. Non sono nè tuo padre e nemmeno tuo fratello. Viviamo insieme, ma puoi vivere la tua vita come vuoi." rispose Steve.
"Posso chiederti una cosa?" domandò Keira.
"Certo." rispose Steve.
"Prima che iniziasse la guerra, avevi un fratello o un amico a cui tenevi molto?" domandò Keira.
"Non avevo nessun fratello o sorella; ero figlio unico. Ma c'era un ragazzo che era il mio migliore amico: si chiamava Bucky Burnes. Era come se lui fosse mio fratello. Purtroppo è morto durante una missione; è precipitato in un burrone dal tetto di un treno in corsa." rispose Steve.
"Mi dispiace tanto." disse Keira.
"Non potevi saperlo. E' passato tanto tempo. Tornando al presente: se per caso quel ragazzo ti fa del male, gli arriva il mio scudo in testa. E non sto scherzando." rispose Steve.
Si misero a ridere tutti e due.
Dopo di che, Steve le rimboccò le coperte, e uscì dalla stanza; Keira si addormentò.


TO BE CONTINUED...

Angolo dell'autrice: spero che chi abbia letto il precedente capitolo l'abbia apprezzato. Buona lettura e a presto. Lois Lane 89
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Due giorni dopo, Keira incontrò casualmente Kyle mentre era a fare la spesa con Steve; lui aveva nascosto lo scudo nel porta oggetti che si trovava sotto la sedia a rotelle di Keira, dato che non voleva attirare troppo l'attenzione.
Anche quel giorno indossava la giacca di pelle nera.
"Come stai?" domandò Kyle.
"Bene. E grazie ancora per l'altra sera." rispose Keira.
"Figurati. Mi ha fatto piacere averti aiutata." disse Kyle.
In quel momento ci fu un lampo di luce blu, seguito da alcuni fulmini.
"Non credevo che ci fossero fulmini quando c'è il sole." disse Kyle.
Finì la frase, e qualcuno volò letteralmente all'interno del negozio, mandando la vetrata in frantumi.
Keira lo riconobbe subito : era Thor;  e fuori dal negozio c'era Loki.
Steve prese lo scudo da sotto la sedia, e lo tirò verso Loki, che lo schivò.
Lo scudo tornò indietro, e Steve affiancò Thor e lo aiutò ad alzarsi.
"Che sta succedendo?" domandò Steve.
"E' evaso, ed è tornato sulla terra." rispose Thor.
Keira si era allontanata dalla vetrata, con Kyle al suo fianco.
"E'inutile che continuate a lottare. Sono qui per un solo motivo, e quando si dice la coincidenza, è proprio dietro di voi." disse Loki, indicando con lo scettro proprio Keira.
"Te la puoi scordare." disse Steve.
Un alone di luce blu, circondò Keira sollevandola dalla sedia e facendola fluttuare accanto a Loki.
"Invece no. E' una ragazza speciale. Chissà da quanto tempo era sotto quelle macerie, ed è sopravvisuta. Proprio la persona giusta per diventare la mia regina." rispose Steve.
Così dicendo, Loki si allontanò; Keira gridava aiuto in direzione di Steve e Thor, che avevano iniziato a inseguirlo.
"E' inutile che perdi tempo a chiedere aiuto a loro. Tu sei mia." disse Loki.
"E tu ti sei completamente bevuto il cervello." rispose Keira.
In quel momento, un laser colpì Loki in pieno: l'alone di luce che circondava Keira si dissolse e lei cadde per terra.
Lei alzò lo sguardo e vide Iron Man sopra di lei.
"Questa volta sono d'accordo con te." disse Iron Man.
Thor e Steve li raggiunsero: Steve prese in braccio Keira.
Thor prese Loki e tornò ad Asgard, promettendo che si sarebbe assicurato personalmente che lui non potesse più evadere.
Steve, con Keira in braccio tornò verso il negozio, seguito da Iron Man.
Kyle li stava aspettando fuori con la sedia a rotelle a motore accanto.
Keira assicurò Kyle che stava bene, mentre Steve la rimetteva seduta.
Steve si allontanò di qualche metro, e Keira si avvicinò a lui dopo aver salutato Kyle, che le promise che si sarebbero rivisti.
"Come mai era interessato proprio a me?" domandò Keira.
"Da quello che ne so, durante la battaglia ci sono stati molti feriti, ma solo in modo lieve. Tu sei l'unica che è rimasta intrappolata, e per poco non ci rimettevi la vita." rispose Steve.
"Ma Thor ha promesso che verrà imprigionato in un luogo più sicuro. Loki è completamente pazzo." disse Keira.
"Infatti. Mi fido di Thor. Ma Loki è totalmente imprevedibile." rispose Tony.
"Che cosa succederà ora?" domandò Keira.
"Non lo so. Andiamo. Torniamo a casa." disse Steve.
Tony li seguiva in volo.
Quando arrivarono vicino al palazzo, videro una macchina nera davanti al portone; accanto c'erano delle persone.
"Chi sono?" domandò Keira.
"Agenti dello Shield." rispose Steve.
Così dicendo, Steve e Keira si avvicinarono agli agenti, mentre Tony atterrava accanto a loro.
"Capitano. Il direttore Fury ha bisogno di lei per una missione insieme ad Iron Man e all'agente Burton. Ovviamente è già stato avvertito." disse l'agente.
"Dovranno compiere questa missione senza di me. Non posso lasciarla sola." rispose Steve.
"Può restare nel mio attico alla Stark Tower. Sarà al sicuro." disse Tony.
Steve salì in casa, e pochi minuti dopo, tornò giù con due borse: in una c'erano dei vestiti di Keira, mentre nell'altra c'era la sua uniforme di Captain America.
Si recarono tutti insieme nell'attico di Tony in cima alla Stark Tower.
"Non devi occuparti di nulla. se hai bisogno di qualcosa devi solo chiedere a Giadis." disse Tony.
In quel momento, una voce salutò Keira.
"Quanto starete via?" domandò Keira.
"Non lo so. Spero il minor tempo possibile." rispose Steve.
"E immagino che non posso nemmeno uscire con Kyle." disse Keira.
"No. Non voglio che esci da sola chissà dove. Voglio che rimani qui. E non esci per nessun motivo fino al mio ritorno." rispose Steve.
Così dicendo, Tony, Steve e gli agenti dello Shield se ne andarono, lasciando Keira da sola.
"Fantastico. Bloccata qui senza poter uscire e senza niente da fare per chissà quanto tempo." disse Keira.
"Se ha bisogno di qualcosa signorina, deve solo chiedere." rispose Giadis.
"Immagino che tu non possa farmi tornare a camminare." disse Keira.
"Purtroppo no, ma c'è qualcos'altro che posso fare per lei?" domandò Giadis.
"Quando ancora avevo una casa, stavo leggendo un libro. Era il primo di una trilogia, e non l'avevo nemmeno finito." rispose Keira.
Keira disse il titolo dei tre libri e Giadis glieli fece avere immediatamente.
"Come hai fatto?" domandò Keira.
"Il signor Stark ha una biblioteca molto fornita." rispose Giadis.
"Meglio della biblioteca del congresso. Grazie mille." disse Keira.
"Prego signorina." rispose Giadis.
Keira avvicinò la sedia al divano, ci si sedette per stare più comoda, prese il primo libro, trovò il punto in cui era arrivata, e iniziò a leggere.
Ad un tratto, Keira alzò gli occhi e vide una sagoma in ombra vicino alla porta che conduceva al terrazzo.
"Chi sei tu?" domandò Keira.
La figura fece qualche passo e arrivò sotto la luce: era Thor.
"Strano che tu non mi riconosca." disse Thor.
"Che ci fai qui?" domandò Keira.
"Ero passato per vedere Stark, e invece trovo te." rispose Thor, avvicinandosi al divano.
"Tony è impegnato in una missione dello Shield con l'agente Burton e il capitano. Non mi hanno detto dove erano diretti. E dopo quello che è successo con Loki oggi, mi hanno portata qui per non lasciarmi sola. Sono bloccata qui, non posso nemmeno uscire." disse Keira.
"Vogliono che tu non corra altri rischi." disse Thor.
"Loki è stato imprigionato?" domandò Keira.
"Si. Questa volta non gli sarà così facile fuggire." rispose Thor.
"Vuoi che proviamo a contattare Tony?" domandò Keira.
"Si. Forse posso essergli di aiuto." rispose Thor.
"Giadis, credi che sia possibile contattare Tony e il resto del gruppo?" domandò Keira.
"Possiamo provarci." rispose Giadis.
Così dicendo, si aprì uno schermo, e poco dopo apparve l'immagine di Tony; accanto a lui c'erano Steve e Clint.
"Keira, che succede?" domandò Steve.
"Niente. Thor è qui con me e mi ha chiesto di contattarvi." rispose Keira.
"Loki è imprigionato in un luogo sicuro. Avete bisogno di aiuto?" domandò Thor.
"No grazie. Ce la caviamo da soli." rispose Tony.
"Keira, tu che stai facendo?" domandò Steve.
"Grazie a Giadis e alla biblioteca di Tony ho avuto il libro che stavo leggendo prima che la mia casa venisse distrutta e che non avevo finito." rispose Keira.
"Ora dobbiamo chiudere. Divertitevi." disse Tony.
"E voi fate attenzione." rispose Keira, che fece in tempo a vedere Steve sorridere prima che Tony chiudesse la comunicazione.
"Se vuoi qualcosa da mangiare o da bere, serviti pure. Come vedi non posso muovermi." disse Keira.
"Non ti devi preoccupare. Non ho voglia di nulla adesso." rispose Thor.
Keira lesse ancora un pò; poi, senza nemmeno accorgersene, si addormentò sul divano.
Verso le due del mattino, Tony, Steve e Clint tornarono dalla loro missione: Thor era ancora nell'attico.
"Non credevo che fossi ancora qui." disse Tony.
"Non avevo nulla da fare, e poi avevate lasciato una ragazza da sola." rispose Thor.
"Dov'è Keira?" domandò Steve.
Thor si spostò, e Steve vide che Keira addormentata sul divano, con i libri accanto.
"Stava leggendo e si è addormentata." disse Thor.
Steve non voleva correre il rischio di svegliarla, così la lasciò dormire tranquilla; dopo essersi tolto l'uniforme e aver nuovamente indossato abiti civili, si sedette sul divano e cercò di rilassarsi.
La missione non era difficile, ma avevano dovuto impiegare la forza.


TO BE CONTINUED...

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


La mattina dopo, quando Keira si svegliò, vide che Steve era accanto a lei.
"Buon giorno." disse Steve.
"Ciao. Ma a che ora siete tornati?" domandò Keira.
"Verso le due del mattino. Dormivi come un sasso, e non ho voluto svegliarti. Qui c'è la colazione." rispose Steve.
Sul tavolino accanto al divano c'erano una brioche calda e un bicchiere di latte.
"Come è andata la missione?" domandò Keira, dopo aver bevuto un sorso di latte.
"Tutto bene. Quei tizi non erano disposti a risolvere la cosa con le parole, così abbiamo dovuto ricorrere alle mani. Ma alla fine abbiamo vinto noi." rispose Clint, avvicinandosi a loro.
"Quando mai voi uomini risolvete le cose senza usare la forza? Se non vi mettete le mani addosso non vi divertite." disse Keira.
"Così non dobbiamo nemmeno andare in palestra per bruciare calorie." rispose Tony.
Keira trattenne a stento una risata mentre dava un morso alla brioche.
Dopo colazione, Steve e Keira tornarono nel loro appartamento.
"Ora che sei tornato, credi che possa finalmente uscire di casa?" domandò Keira.
"Intendi con Kyle?" domandò Steve a sua volta.
"Si. Ma dovrà essere lui a cercarmi. Non so come contattarlo." rispose Keira.
"Se per caso ti chiederà di uscire, credo che potrai andare con lui. Mentre dormivi, Thor mi ha assicurato che per Loki non sarà così facile fuggire." disse Steve.
"Stamattina non l'ho visto. Era già tornato ad Asgard?" domandò Keira.
"Ha detto che doveva vedere una persona, e che dopo sarebbe tornato ad Asgard." rispose Steve.
"Tornando al discorso di prima: non ti fidi di Kyle oppure di me?" domandò Keira.
"Di te mi fido. Di lui non tanto." rispose Steve.
"Ma non lo conosci nemmeno. L'hai visto solo due volte per un paio di minuti. Se potessi camminare ora uscirei a cercarlo." disse Keira.
"Ma non puoi farlo. Senti; se per caso lo rivedrai, cercherò di conoscerlo meglio." rispose Steve.
Keira accettò le condizioni di Steve, e iniziò a girarle  in testa una domanda.
"Vedo dalla tua faccia che hai una domanda da fare. Sputa il rospo." disse Steve.
"Hai mai avuto una ragazza?" domandò Keira.
Prima che Steve potesse rispondere, bussarono alla porta, e lui andò ad aprire: era Natasha.
"Ciao. Tutto bene?" domandò Natasha.
"Si. Stavamo solo parlando." rispose Steve.
"Solo perchè ora è arrivata lei, non pensare di cambiare argomento. Non hai ancora risposto alla mia domanda. Hai mai avuto una ragazza si o no?" domandò Keira.
Natasha si avvicinò a Keira.
"Si, l'avevo. Prima di finire nell'oceano e essere congelato." rispose Steve.
"E hai mai pensato di cercarne una adesso?" domandò Keira.
"Chi vorrebbe uscire con un uomo di più di 90 anni?" domandò Steve.
"Sembri ancora molto in forma per essere un vecchietto." rispose Natasha.
"E credo che ci siano un sacco di ragazze che vorrebbero un appuntamento con Captain America." disse Keira.
"Due contro uno. D'accordo ora basta. Tutte e due." rispose Steve.
"Che ti prende?" domandò Natasha.
"Ho per caso incontrato un ragazzo qualche sera fa, e ora lui non vuole farmi uscire." rispose Keira.
"Un pò troppo protettivo?" domandò Natasha.
"Si. Non si fida a lasciarmi uscire da sola." rispose Keira.
"Magari se uscirete insieme, potrei venire con voi. Nel caso avessi bisogno di aiuto." disse Steve.
"In giro con Captain America che mi segue? Il modo migliore per passare inosservata." rispose Keira.
"Rilassati. Esce solo con un ragazzo." disse Natasha.
"E poi, se non ho qualche problema di memoria, qualche sera fa, mi hai detto che siamo solo amici e che posso fare la vita che voglio." rispose Keira.
Steve rimase in silenzio.
"Credo che lo abbiamo lasciato senza parole." disse Natasha.
Sia Natasha che Keira si misero a ridere.
Il campanello suonò di nuovo; questa volta fu Keira ad aprire, e si trovò Kyle davanti.
"Ciao. Che ci fai qui?" domandò Keira.
"Sono venuto a chiederti se volevi venire a fare un giro con me." rispose Kyle.
"Mi piacerebbe molto." disse Keira.
Kyle sorrise guardando la ragazza.
Steve fece per mettersi in mezzo, ma Natasha lo bloccò, tirandogli un calcio.
"Vai pure, e divertitevi." disse Steve.
Keira uscì dall'appartamento, e Kyle chiuse la porta.
"Mi dispiace, ma voglio vedere cosa fanno." disse Steve.
"Non ci pensare nemmeno. Lascia che si goda questa serata." rispose Natasha.
Mentre Natasha tratteneva Steve, Keira era fuori con Kyle.
"Sembrava che il capitano non volesse farti uscire." disse Kyle.
"E' un pò protettivo. Ha paura che mi succeda qualcosa. E l'altra sera ha detto che se mai saremmo usciti e mi avessi fatto del male, ti sarebbe arrivato il suo scudo in testa." rispose Keira.
"Non ti farò mai del male." disse Kyle.
Arrivarono fino a Central Park, e si fermarono: Kyle seduto su una panchina e Keira accanto sulla sua sedia a motore.
"Perchè hai voluto uscire con una ragazza costretta su una sedia a rotelle?" domandò Keira.
"Perchè io non ti vedo come una ragazza con un handicap, ma come una ragazza normale. Sei molto bella." rispose Kyle.
Kyle si avvicinò il suo viso a quello di Keira, prendendolo tra le sue mani, e la baciò delicatamente.
Quando Kyle si staccò, i due ragazzi si guardarono negli occhi.
"Tutto ok?" domandò Kyle.
"Sì. E' che nessuno prima d'ora era stato così gentile con me. I ragazzi sono sempre stati alla larga da me." rispose Keira.
"Allora non hanno mai capito nulla." disse Kyle, baciandola di nuovo.
Chiaccherarono per un pò; poi tornarono verso l'appartamento di Keira e Steve.
Kyle l'accompagnò fino alla porta, le augurò la buona notte e la baciò di nuovo.
Keira tirò fuori le chiavi dalla tasca, ne infilò una nella serratura e la girò, aprendo la porta.
Entrò, e chiuse la porta dopo aver guardato Kyle sorriderle.
Quando la porta fu chiusa, si trovò Steve poco distante da se.
"Vi siete divertiti?" domandò Steve.
"Si. E tu? Natasha è già andata via?" domandò Keira a sua volta.
"Si, già da un pò. Tornando a te: cosa avete fatto?" domandò Steve.
"Se la fai finita con il terzo grado te lo dico." rispose Keira.
"D'accordo. Scusa." disse Steve.
"Siamo arrivati fino a Central Park, e poi ad un certo punto, mi ha baciato. E' stato molto dolce. Abbiamo chiaccherato un pò, e mi ha riaccompagnata a casa." rispose Keira.
"Sono felice per te. Sono contento che ti sia divertita." disse Steve.
"Tu invece cosa hai fatto?" domandò Keira.
"Nulla di speciale. Sono rimasto qui." rispose Steve.
Così dicendo, Keira girò la sedia, e si recò nella sua stanza dopo essere stata in bagno.
Sostituì i vestiti con il pigiama, e si spostò dalla sedia al letto con l'aiuto di Steve.
Si augurarono la buona notte, e andarono tutti e due a dormire.

TO BE CONTINUED...

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Circa una settimana dopo, Keira ricevette un biglietto da parte di Kyle: voleva vederla davanti al bar dove si erano incontrati la prima volta.
Era in casa da sola, dato che Steve era stato chiamato da Fury, direttore dello Shield.
Lasciò un biglietto sul tavolo della cucina, prese il suo mazzo di chiavi e uscì di casa.
Quando arrivò al luogo dell'appuntamento, vide un gruppo di ragazzi che indossavano tutti le giacche di pelle: tra loro c'era anche Kyle.
Appena si accorse della sua presenza, si staccò dal gruppo, e le andò incontro.
"Che cosa ci fai qui?" domandò Kyle.
"Mi hai fatto avere un biglietto scrivendo che volevi che ci incontrassimo qui." rispose Keira, prendendo il biglietto dalla tasca e mostrandolo a Kyle.
"Ah, si. L'ho scritto per dirti che non voglio più vederti." disse Kyle.
Keira lo guardò confusa.
"Non capisco di che cosa tu stia parlando." rispose Keira.
"Era una scommessa. Quando ti ho avvicinato, quella sera, era perchè avevamo scommesso su che cosa ti fosse successo. Davvero credevi che mi ero innamorato di te? Sei solo un'invalida bloccata su quella sedia per il resto della tua vita." disse Kyle.
Il suo sguardo era totalmente diverso da quello che Keira aveva visto l'ultima volta che si erano visti: prima era dolce e premuroso, ma ora era diventato duro e impenetrabile.
Keira voltò la sedia, e si allontanò sentendo i ragazzi che scoppiavano a ridere.
Le lacrime cominciarono a sgorgarle dagli occhi.
Non aveva voglia di tornare a casa: avrebbe dovuto affrontare Steve e riconoscere che aveva ragione.
Lui aveva fatto bene a non dare fiducia a Kyle, mentre lei ci era cascata in pieno: aveva il cuore rotto in mille pezzi.
Arrivò fino a Central Park, e arrivò fino alla riva del laghetto.
Fermò la sedia, e cercò di calmarsi e smettere di piangere.
Ad un tratto, girò lo sguardo verso la sua destra; Clint, Thor, Bruce Banner e Natasha erano lì, e stavano parlando con delle altre persone.
Sembrarono accorgersi che lei era li, perchè Natasha si staccò dal gruppo e iniziò ad avanzare verso di lei.
Keira girò la sedia e si diresse nella direzione opposta, ma Natasha la raggiunse subito e le tagliò la strada, costringendola a fermarsi.
"Come mai qui tutta sola?" domandò Natasha.
"Stavo facendo un giro." rispose Keira.
"Ti deve essere successo qualcosa. Hai appena finito di piangere, e se qui da sola senza Steve." disse Natasha.
"Steve aveva altro da fare. Da quello che so, il direttore Fury l'ha convocato." rispose Keira.
"Puoi raccontarmi tutto. So mantenere i segreti." disse Natasha.
"Non c'è niente da raccontare, davvero. Ti lascio tornare dagli altri." rispose Keira.
"Possono sopravvivere senza di me. Ti prego, raccontami quello che ti è successo." disse Natasha.
Keira raccontò a Natasha quello che le era successo.
"Mi dispiace tanto. Sembrava davvero sincero." disse Natasha.
"Avrei voluto tirargli lo scudo di Captain America in testa. Quando mi sono allontanata da loro, avrei voluto gettarmi dal ponte di Brooklyn. Tanto nessuno se ne sarebbe accorto." rispose Keira.
"Credo che Steve si sarebbe gettato dietro di te. Ti vuole molto bene. E credo che sia appena arrivato insieme a Stark." disse Natasha.
Insieme andarono incontro al gruppo, e quando ebbero finito, Keira si allontanò con Steve e gli raccontò tutto.
"Se per caso lo rivediamo, lo scudo in testa gli arriverà. E' una promessa." disse Steve.
"Se solo potessi usare le gambe, lo avrei riempito di calci. Invece sono bloccata su questa cosa per sempre." rispose Keira.
"Non devi assolutamente dare ascolto alle sue parole. Tu sei mille volte migliore di lui." disse Steve.
Passarono il resto della giornata insieme: la sera, cenarono in un fast food con hamburgher e patatine.
Mentre mangiavano parlavano, e ogni tanto ridevano.
Alcune ragazze, chiesero a Steve di fargli l'autografo e di fare delle foto con loro.; lui le accontentò.
Ad un certo punto, Keira notò un gruppo di ragazzi a qualche tavolo di distanza dal loro: era Kyle con i suoi amici che l'avevano derisa quella mattina.
"Prendo un attimo in prestito il tuo scudo." disse Keira, posando il suo bicchiere di coca sul tavolo.
"Che vuoi farci?" domandò Steve.
Keira guardò verso il tavolo dei ragazzi, e Steve seguì il suo sguardo.
"Me ne occupo io. Resta qui." disse Steve.
Prese lo scudo che era appoggiato alle gambe del tavolo, si alzò e si fermò davanti al tavolo dei ragazzi.
Keira non sentì quello che gli diceva, ma vedeva che Steve si stava leggermente arrabbiando.
Kyle tirò un pugno a Steve colpendolo alla spalla; ma non lo smosse di un millimetro.
Tornò al tavolo, e appoggiò nuovamente lo scudo contro le gambe del tavolo.
"Tutto sistemato. Ora non ti daranno più fastidio." disse Steve.
"Credo si sia fatto male alla mano quando ti ha colpito. Pensava di far male a Captain America, ma alla fine si è fatto male da solo." rispose Keira.
"Ha fatto tutto da solo. Non gli ho tirato lo scudo perchè siamo in un luogo pubblico." disse Steve.
Finirono di mangiare, uscirono dal locale, e tornarono a casa.
Quando furono nell'appartamento, Steve consegnò a Keira un cellulare nuovo e ultratecnologico.
"Te lo manda Tony. Ha registrato i numeri di tutti noi avengers. Nel caso avessi mai bisogno di aiuto." disse Steve.
"Credo che manchi solo il numero di Thor. Non hanno i cellulari su Asgard. Comunque grazie." rispose Keira.
"Come ti senti ora?" domandò Steve.
"Meglio. Ma prometto che starò lontana dai ragazzi. Non permetterò più a nessuno di prendermi in giro." rispose Keira.
"Così mi piaci. Ora andiamo a dormire." disse Steve.
Detto questo, Steve prese in braccio la ragazza lasciando la sedia in salotto, e la portò nella sua stanza, posandola sul letto.
Una volta rimasta sola, Keira sostituì i vestiti con il pigiama, e si addormentò.
Tre giorni dopo, Keira era a Central Park con Steve; lo scudo era nel vano porta oggetti sotto la sedia della ragazza.
Mentre lui era andato a prendere dell'acqua al bar, Keira si accorse di un ragazzo che si era accorto di lei, e che le stava andando incontro: era Kyle.
"Ciao. Spero che tu sia sola, perchè dobbiamo parlare." disse Kyle.
"Non abbiamo nulla da dirci. E poi sono con il capitano. E credimi: non gli serve lo scudo per farti del male." rispose Keira.
Così dicendo fece per andarsene, ma Kyle le bloccò la strada.
"Senti, mi dispiace per l'altro giorno. La scommessa è stata tutta una loro idea. Ma passando del tempo da solo con te, mi sono reso conto che mi piacevi." disse Kyle.
"Peccato che tu non te ne sia accorto un pò prima." rispose Keira.
Lei fece per spingere il pulsante per far indietreggiare la sedia, ma Kyle la fermò prendendole la mano.
"Levale le mani di dosso." disse Steve, che si trovava alle spalle di Keira, tenendo una mano stretta a pugno.
"Sono qui da solo. E non voglio farle del male. Ma solo parlarle." rispose Kyle.
"Lo hai fatto, e io ti ho già ascoltato abbastanza." disse Keira, facendo indietreggiare la sedia mentre prendeva Steve per un polso.
Si allontanarono, e dopo aver raggiunto il gazebo si fermarono.
"Tutto ok?" domandò Steve.
"Si tranquillo, non mi ha fatto niente. Mi ha detto che la scommessa è stata tutta un'idea dei suoi amici. E che mentre stava con me, si era reso conto che gli piacevo." rispose Keira.
"Non è capace di prendersi le sue responsabilità. Una scommmessa può anche essere rifiutata. Ma lui non l'ha fatto." disse Steve.
In quel momento, il telefono di Steve squillò.
"Dobbiamo andare alla Stark Tower. Deve essere successo qualcosa." disse Steve.
Così dicendo, Steve e Keira si recarono alla Stark Tower nell'attico di Tony.
Quando uscirono dall'ascensore, videro che nell'attico c'erano un sacco di persone: erano tutti super eroi, ed ognuno indossava la sua uniforme.
Oltre agli Avengers, Keira riconobbe solo Spider Man e i Fantastici Quattro.
Notò che la torcia umana dei Fantastici Quattro, era uguale identica a Steve.
"Ah, eccoti qua capitano. Hai lo scudo con te, ma non l'uniforme. Ne ho una di riserva. Cambiati in fretta. Dobbiamo andare, e non c'è molto tempo." disse Tony.
"Che succede?" domandò Steve.
"Te lo spiegherò dopo. Muoviti e va a cambiarti." rispose Tony.
Steve prese l'uniforme, si recò in bagno, e tornò fuori con il costume da Captain America addoso.
Prese lo scudo da sotto la sedia, se lo mise in spalla, e prese Keira da parte.
"Tu rimarrai qui. Non so quanto tempo ci occorrerà questa volta, anche perchè non ho idea di dove dobbiamo andare." disse Steve.
"Non preoccuparti. Starò bene. Ma fai attenzione." rispose Keira.
"Lo farò. E tu non uscire da qui." disse Steve.
"Lo devo fare per forza; non so proprio dove altro potrei andare." risose Keira.
Così dicendo, tutti se ne andarono, passando dalla terrazza, dove c'erano dei mezzi aerei.
Mentre uscivano, la torcia umana, che era in fondo al gruppo, si voltò verso Keira e le sorrise facendole l'occhiolino.
Partirono e Keira rimase sola.
"C'è qualcosa che posso fare per lei signorina?" domandò Giadis.
"Bè... dato che questa volta non so quanto tempo dovrò rimanere qui, sai dove Tony tiene i dvd? I film mi aiuteranno a combattere la noia." rispose Keira.
Si aprì uno schermo, con una lista di titoli, preceduto dalla sua locandina.
"Questi possono bastare?" domandò Giadis.
"Wow. Questo posto è incredibile." rispose Keira.
Keira iniziò a scorrere la lista con il telecomando, ma prima che potesse far iniziare quello che aveva scelto, Giadis parlò.
"Chiedo scusa signorina, ma c'è qualcuno all'ingresso. E non fa altro che pronunciare il suo nome." disse Gaidis.
Mentre parlava, si attivò uno schermo che mostrava l'ingresso della Stark Tower: Kyle era davanti alla porta.
"Deve avermi seguito prima, metre ero con Steve. Non ha intenzione di arrendersi. Non posso farlo salire; Tony non sarebbe contento. Ma non posso nemmeno scendere io, e non lo voglio vedere e nemmeno parlargli. Mandalo via per favore." rispose Keira.
"Subito." disse Giadis.
Kyle fece un pò di resistenza, ma poi si allontanò.
"Se ne è andato. Ora la lascio vedere il film che ha scelto. Buona visione signorina." disse Giadis.
"Grazie Giadis." rispose Keira, che potè finalmente far partire il film.
Quando il film finì, Keira si accorse che fuori il sole era già tramontato.
"Vuole mangiare qualcosa signorina?" domandò Giadis.
"No grazie. Non ho molta fame. Piuttosto, sai per caso dove sono andati Tony, Steve e tutti gli altri?" domandò Keira a sua volta.
"Sono in Canada, ma purtroppo non so dirle altro." rispose Giadis.
Più tardi, Keira sentì i morsi della fame, e mangiò qualcosa.
Avvicinò la sedia alla vetrata e guardò il panorama: New York era piena di luci.
Si addormentò sul divano.

TO BE CONTINUED...

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Quando aprì gli occhi, Keira notò una persona seduta sul divano accanto a lei; sul momento le sembrò Steve, ma guardando meglio si accorse che era la torcia umana dei fantastici quattro.
"Buon giorno." disse lui.
"Giorno. Ma che ore sono?" domandò Keira, guardandosi intorno e vedendo gli altri eroi; alcuni avevano dei graffi e lividi sulle braccia e in testa, così come la torcia umana.
"Le nove del mattino. Comunque io mi chiamo Johnny. Johnny Storm." rispose Johnny.
"Keira. Piacere di conoscerti. Dov'è Steve?" domandò Keira non vedendolo in mezzo agli altri.
"Chi? oh, vuoi dire il capitano? E' di là che si sta medicando una ferita." rispose Johnny.
A sentire quelle parole, Keira si sistemò sulla sedia e si recò nella stanza accanto al salotto.
Quando entrò, vide Steve davanti allo specchio: era a torso nudo, in modo che Keira potè vedere una brutta ferita da taglio sul fianco sinistro.
"Keira. Non ti preoccupare sto bene." disse Steve quando si accorse della sua presenza,e vide la sua faccia.
"Starai bene quando avrai medicato quella ferita. Siediti, che ci penso io." rispose Keira.
Steve si sedette sul letto, mentre Keira si procurò disinfettante, pezze pulite e bende.
"Cosa è successo da procurarti una ferita del genere?" domandò Keira, mentre puliva la ferita con il disinfettante.
"Avevo perso momentaneamente lo scudo, e il mio avversario ne ha approfittato." rispose Steve.
"Gli altri se la sono cavata solo con qualche graffio e livido. Tu sei quello ridotto peggio." disse Keira.
Dopo aver finito di pulire la ferita, Keira la fasciò, facendo passare le bende intorno al torace di Steve.
"Ho finito. Puoi rivestirti." disse Keira, iniziando a rimettere a posto quello che aveva usato per la medicazione.
"Grazie." disse Steve, infilandosi una maglietta.
"Per cosa?" domandò Keira.
"Per quello che hai fatto adesso. E per tutto il resto." rispose Steve.
"No, sono io quella che dovrebbe dire grazie. Mi hai salvato la vita, e mi hai dato di nuovo un tetto sopra la testa. Se non fosse stato per te, sarei morta sotto quelle macerie." disse Keira.
"Forza, torniamo a casa." rispose Steve.
Così dicendo, Steve e Keira tornarono nel loro appartamento.
Quella sera, ordinarono cibo cinese, e chiaccherano.
"Ti fa ancora molto male?" domandò Keira, dopo che Steve l'aveva posata sul letto.
"Dopo la tua medicazione non sento più dolore. Credo di non aver mai sentito mani più delicate delle tue." rispose Steve.
Si augurarono la buona notte e andarono a dormire.
Due giorni dopo, qualcuno bussò alla porta dell'appartamento di Keira e Steve.
Aprì Keira e si trovò Johnny davanti.
"Ciao." disse Johnny.
"Ciao. Come hai fatto a sapere che vivo qui? Non ricordo di avertelo detto." rispose Keira.
"Ho fatto qualche ricerca." disse Johnny.
Steve, che era alle spalle di Keira, lo fece entrare.
"Come mai da queste parti?" domandò Steve.
"Volevo chiedere a Keira se voleva uscire con me a fare un giro." rispose Johnny guardando la ragazza.
"Mi piacerebbe Johnny, ma l'ultima volta che sono uscita con un ragazzo, ho scoperto che usciva con me solo per una scommessa. Chi vorebbe uscire con una ragazza bloccata sulla sedia a rotelle?" domandò Keira.
"Mi dispiace. Quel tipo è veramente un idiota. Ma a me piacerebbe molto passare un pò di tempo con te. E giuro che non ho fatto nessuna scommessa." rispose Johnny.
Keira guardò Johnny, e dal suo sguardo le sembrò sincero.
"Dove vuoi andare?" domandò Keira.
"Non ho una destinazione precisa." rispose Johnny sorridendo.
Così dicendo, Johnny e Keira uscirono di casa.
"Come sta la ferita del capitano?" domandò Johnny.
"Molto meglio. Quando ti ho visto seduto accanto a me quando mi sono svegliata, credevo che fossi Steve. Siete identici, due gocce d'acqua." rispose Keira.
"Ma lui non sa fare questo." disse Johnny accendendo delle piccole fiamme sui polpastrelli della mano destra e spegnendoli.
Risero tutti e due.
Arrivarono fino all'entrata di un grattacielo e Johnny si avvicinò alla porta.
"Perchè siamo qui?" domandò Keira.
"Questo è il Buxter Building. Io vivo qui insieme al resto della squadra, all'ultimo piano. Vieni, saliamo." rispose Johnny.
"Gli altri sono d'accordo sul fatto che mi stai portando qui?" domandò Keira.
"Si, non ci sono problemi. Andiamo." rispose Johnny.
Così dicendo, entrarono e presero l'ascensore.
"Vai d'accordo con gli altri?" domandò Keira.
"Reed è come se non ci fosse; è quasi sempre chiuso in laboratorio. Susan, che è anche mia sorella, lo aiuta. Quanto a Ben, a volte mi diverto a prenderlo in giro, per divertirci un pò. Quindi possiamo dire che andiamo d'accordo." rispose Johnny.
L'ascensore arrivò al piano, e le porte si aprirono, e i due ragazzi uscirono.
Reed, Susan e Ben erano nel salotto.
"Ciao. Tu devi essere Keira. Johnny non la finiva più di parlare di te." disse Reed.
"Si, sono felice di conoscervi." rispose Keira.
"Così il fiammifero ha trovato una nuova amica." disse Ben, mettendo un braccio intorno alle spalle di Johnny.
Johnny iniziò a rincorrere Ben.
"Ma fanno sempre così?" domandò Keira.
"Sono un caso perso." rispose Susan.
Johnny tornò, e Keira, vedendo che aveva due buchi bruciacchiati nella maglia si mise a ridere.
"Che ti è successo?" domandò Keira.
"Lascia perdere. Vado a prendere una maglia nuova. Aspettami qui." rispose Johnny; e si allontanò per cambiarsi la maglia.
Johnny tornò poco dopo, indossando una maglia blu a maniche lunghe e aderente, in modo da mettergli in risalto i muscoli del petto e delle braccia.
Condusse Keira in salotto, e lui si sedette sul divano davanti a lei.
"Ora che finalmente siamo rimasti soli, raccontami un pò di te." disse Johnny.
"Non c'è molto da dire. Prima della battaglia contro Loki e il suo esercito la mia vita era totalmente ordinaria. Almeno allora riuscivo a camminare. E ora sono bloccata qui per il resto della mia vita." rispose Keira.
"E da allora vivi con il capitano." disse Johnny.
"Si. Steve mi ha salvato la vita. E' stato lui a tirarmi fuori da quelle mecerie. Se non fosse stato per lui sarei sepolta sotto parecchi metri di terra per sempre." rispose Johnny.
"Sai, mi piacerebbe portarti a fare un voletto con me, ma purtroppo ti brucerei." disse Johnny.
"Non devi preoccuparti per questo. Possiamo fare qualcosa anche stando con i piedi per terra." rispose Keira.
Johnny s'alzò, prese Keira in braccio, la posò sul divano, e si sedette accanto a lei.
"Così stiamo più comodi." disse Johnny.
Keira abbassò lo sguardo arrossendo leggermente, ma Johnny le sollevò il mento con due dita, e dopo aver avvicinato il suo viso a quello della ragazza, le posò delicatamente le labbra sulle sue.
Quando si staccarono, i due giovani si guardarono negli occhi.
"Johnny, io..." disse Keira; ma non riuscì a finire la frase perchè Johnny le posò delicatamente una mano sulla bocca.
"Sshh, non c'è bisogno di dire nulla." rispose Johnny.
Fece per baciarla di nuovo, ma venne interrotto da Ben che si sedette sul divano davanti a loro.
"Con tutti i posti che ci sono, dovevi venire proprio qui?" domandò Johnny.
"Non mi sembra vietato, dato che io qui ci vivo." rispose Ben.
Johnny fece per alzarsi, ma Keira lo bloccò, posandogli una mano sul braccio.
"Lascia stare Johnny, non è niente. Comunque si è fatto tardi. E' meglio che torni a casa da Steve." disse Keira.
Johnny la prese in braccio e la fece risedere sulla sedia a motore.
Dopo di che, uscirono dal palazzo, e tornarono all'appartamento della ragazza.


TO BE CONTINUED...

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Quando arrivarono davanti alla porta, la trovarono a terra e tolta dai cardini.
"Ma che è successo qui?" domandò Johnny quando ebbe rimosso la porta per permettere a Keira di passare.
"Non ne ho idea. Steve sei qui? Steve!" disse Keira.
Non ricevette alcuna risposta.
Johnny fece un giro dell'appartamento.
Keira vide che era tutto sotto sopra, ma ad un certo punto, sotto una coperta trovò lo scudo di Steve; lo prese e se lo posò sulle gambe.
"Non c'è nessuno nelle camere, e nemmeno in bagno." disse Johnny, tornando in salotto.
"Non è stata una rapina. Volevano una persona, e l'hanno trovata. Hanno rapito Steve. E ha lasciato qui lo scudo." rispose Keira.
"Ti aiuterò a trovarlo. Da dove possiamo cominciare?" domandò Johnny.
"C'è solo una persona che può provare a rintracciarlo. Spero solo che mi risponda." rispose Keira, estraendo il cellulare dalla tasca e avvinado una chiamata.
Dopo un paio di squilli, apparve l'immagine di Tony Stark.
"Che succede?" domandò Tony.
"Tony, ho bisogno del tuo aiuto. Steve è stato rapito." rispose Keira.
"Da chi?" domandò Tony.
"Non ne ho la minima idea. Sono nel nostro appartamento. E' completamente sotto sopra, e ho il suo scudo sulle gambe. Devi aiutarmi a trovarlo con la tua tecnologia. E forse anche con gli altri avengers." rispose Keira.
"Arrivo subito." disse Tony, e chiuse la chiamata.
Pochi minuti dopo, Iron Man entrò dalla finestra.
"E questo chi è?" domandò Tony.
"Un amico. Ma ora non ha importanza. Se potessi camminare lo troverei da sola, ma non posso. Ho bisogno di te per trovare Steve." rispose Keira.
Tony si fece un rapido giro dell'appartamento, tornò da Keira con un oggetto in mano, e lo mostrò alla ragazza.
Era una specie di palmare.
"Non è di Steve, ne sono sicura. Non ha mai avuto un oggetto del genere." disse Keira.
"Allora abbiamo una traccia su cui lavorare. Questo non è più un luogo sicuro per te. Potrebbero tornare a cercarti. E non puoi rimanere da sola nel mio attico." rispose Tony.
"Puoi stare da me. Senza alcun problema." disse Johnny.
"Bene. Ci risentiamo presto. E questo lo prendo io." rispose Tony, prendendo lo scudo dalle gambe di Keira..
Così dicendo, Iron Man se ne andò volando dalla finestra., portando lo scudo con se.
"Lo troveranno vedrai. Ora prendiamo una borsa con le tue cose e poi torniamo al Buxter." disse Johnny.
"Dicevi sul serio quando hai detto che posso stare con te?" domandò Keira.
"Mai stato più serio di così in vita mia." rispose Johnny, posando le mani sui braccioli della sedia, avvicinando il suo viso a quello di lei, e sfiorandole appena le labbra con le sue.
Dopo di che, raccolsero le cose di Keira in una borsa e tornarono insieme al Buxter Building.
Johnny spiegò la situazione agli altri, che accettarono di tenerla con loro.
Quella sera, Johnny riuscì a rimanere da solo con Keira.
Keira controllava spesso il cellulare, per vedere se Tony aveva chiamato, ma non c'era mai nessuna chiamata o messaggio.
"Ti avvertirà non appena ci saranno novità." disse Johnny posandole una mano sopra quella in cui teneva il cellulare.
"Scusa. E' che sono preoccupata." rispose Keira.
Keira si trovava nella stanza degli ospiti seduta sul letto, e Johnny era li con lei per cercare di tenerla calma.
Keira si sdraiò sul letto, e Johnny si sdraiò accanto a lei; per non essere disturbati Johnny aveva chiuso la porta.
"Vedrai che tornerà sano e salvo." disse Johnny, sfiorandole una guancia con la punta delle dita.
"Non devi salvare il mondo oggi?" domandò Keira.
"Nessuno ha bisogno della torcia umana. Sono tutto per te." rispose Johnny.
Così dicendo, avvicinò il suo viso a quello di Keira e la baciò; questa volta lo fece con più passione rispetto a quella mattina nel salotto.
"Credo di essermi innamorato di te." disse Johnny.
"Scommetto che lo dici a tutte." rispose Keira.
"No. E' la prima volta che lo dico ad una ragazza. Tu sei diversa da tutte le altre." disse Johnny.
"Perchè sono su una sedia a rotelle?" domandò Keira.
"No, perchè anche con questo problema, sei sempre rimasta te stessa." rispose Johnny.
Keira accarezzò il viso di Johnny, e lo baciò su una guancia.
Dopo di che, Johnny s'alzò dal letto e uscì dalla stanza degli ospiti per recarsi nella sua dopo aver augurato la buona notte a Keira.
Keira si cambiò, e dopo aver controllato il cellulare per l'ennesima volta, e aver visto che nessuno l'aveva contattata, si addormentò, sperando che Steve stesse bene.

TO BE CONTINUED...

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


La mattina dopo, quando Keira si svegliò, vide che Susan, la sorella di Johnny, era li con lei.
"Ciao. Dormito bene?" domandò Susan.
"Si, grazie. Johnny dov'è?" domandò Keira a sua volta.
"Sta ancora dormendo. Ti consiglio di non entrare nella sua stanza. Sembra un campo di battaglia. E' molto disordinato. Comunque ti ho portato la colazione." rispose Susan.
Keira vide un vassoio appoggiato sul comodino accanto al letto.
"Grazie." disse Keira prendendo una brioche in mano, e il cellulare con l'altra, ma ancora non c'erano novità.
"Lo troveranno. Su questo puoi stare tranquilla. Nel frattempo, puoi rimanere qui tutto il tempo che vuoi. Se hai bisogno di qualcosa non devi fare altro che chiedere." rispose Susan.
"Deve essere difficile per te vivere con tre uomini." disse Keira.
"Non lo immagini neppure. Reed lo devo letteralmente tirare fuori dal laboratorio. Ben non mi crea particolari problemi, a differenza di mio fratello, che ne combina di tutti i colori." rispose Susan.
Dopo la colazione, Keira si vestì e con l'aiuto di Susan salì sulla sedia a motore.
Uscirono dalla stanza e andarono in salotto.
Poco dopo, arrivarono Reed, Ben e Johnny, che si sedette accanto a lei.
"Credevo che dormissi ancora." disse Keira.
"Di solito si, ma oggi mi ero già svegliato." rispose Johnny.
In quel momento il cellure di Keira squillò, e lei si affrettò per rispondere: era Clint.
"L'abbiamo trovato." disse Clint.
"Meno male. Sta bene?" domandò Keira.
"Non proprio. Non era ridotto bene quando l'abbiamo trovato." rispose Clint.
"Chi è stato a prenderlo? E che cosa volevano da lui?" domandò Keira.
"Da quello che abbiamo scoperto volevano estrarre dal suo corpo il siero che l'ha traformato in super soldato. Ma per poterlo fare dovevano metterlo ko." rispose Clint.
"Sono dei mostri. Dov'è adesso Steve?" domandò Keira.
"In ospedale. Non ha ancora ripreso i sensi." rispose Clint.
"Dimmi in quale ospedale. Arrivo immediatamente." disse Keira.
Clint le disse il nome dell'ospedale e il piano a cui si trovava la stanza; poi chiuse la chiamata.
Keira si recò in ospedale con Johnny, e quando uscì dall'ascensore al piano che le aveva indicato Clint, vide che c'erano Tony, Clint, Bruce, Natasha, Thor e il direttore Fury.
Natasha accompagnò Keira nella stanza di Steve, mentre Johnny aspettò fuori.
Quando entrò, vide che Steve era steso sul letto, coperto dal lenzuolo fino alla vita; era a petto nudo, che era coperto da numerose ferite, che erano state curate.
"Sicuramente ha provato a difendersi, ma devono aver trovato il modo di metterlo fuori gioco. Il medico ha detto che può svegliarsi più velocemente se sente una voce a lui familiare. Ti lascio sola, così puoi provare." disse Natasha.
Così dicendo, Natasha uscì dalla stanza chiudendo la porta e Keira avvicinò la sedia al letto, posò la sua mano su quella di Steve e guardando il viso del capitano iniziò a parlargli.
Dopo un tempo che le sembrò infinito, Keira sentì che la mano di Steve che teneva nella sua si stava muovendo.
Steve aprì gli occhi e guardò la ragazza.
"Keira? Ma dove sono? Che è successo?" domandò Steve.
"Sei in ospedale. Eri stato rapito. Volevano estrarre dal tuo corpo il siero che ti ha trasformato in super soldato. Ma per poterlo fare dovevano metterti ko. Ti hanno ridotto proprio male." rispose Keira.
"Come hai fatto a trovarmi?" domandò Steve.
"Per quello io centro poco. Quando sono tornata nel nostro appartamento con Johnny e l'abbiamo trovato sottosopra, ho chiamato Tony. Lui e gli altri Avengers ti hanno trovato e portato qui. Clint mi ha avvertito che eri qui, e sono venuta. Gli altri sono fuori insieme a Johnny e al direttore Fury." rispose Keira.
"Tu centri molto. Mi hai salvato. Direi che ora siamo pari. Ma vorrei che vivessi ancora con me." disse Steve.
"Secondo te me ne sarei andata? Dico agli altri che sei sveglio." rispose Keira.
Fece per allontanarsi dal letto, ma la porta si aprì e gli avengers, Johnny e Fury entrarono nella stanza.
"Mi sembrava di sentire la tua voce capitano. Ben svegliato." disse Natasha.
"Grazie a tutti per quello che avete fatto." rispose Steve.
"Abbiamo fatto solo il nostro dovere." disse Clint.
"Ma chi gli ha fatto questo, era riuscito ad ottenere quello che voleva prima che voi arrivaste?" domandò Keira.
"No. Siamo arrivati appena in tempo e distrutto le loro macchine." rispose Thor.
Keira tirò un sospiro di sollievo.
Steve si mise a sedere sul letto.
"Stai giù. Devi riposare." disse Keira.
"Lo farò, ma fuori di qui." rispose Steve.
"Ma non possiamo tornare a casa. E' distrutta." disse Keira.
"Per questo vi ho già procurato un appartamento sicuro in un altro palazzo." disse Fury.
"Grazie signore. Il mio scudo dov'è?" domandò Steve.
"Non l'hanno preso. Era in casa, ma Tony per sicurezza l'ha preso con se quando l'ho chiamato per dirgli del tuo rapimento." rispose Keira.
"E' al sicuro alla Stark Tower. L'ho preso per non farlo cadere in mani sbagliate." disse Tony.
Steve si alzò dal letto e cercò qualcosa da mettersi addosso.
"Che stai facendo?" domandò Keira.
"Voglio uscire da qui, andare a riprendermi lo scudo e andare nell'appartamento nuovo insieme a te." rispose Steve.
"Non puoi uscire adesso. Ti hanno quasi ucciso a forza di botte. Devi riposarti." disse Keira.
"Sto bene. Non ti preoccupare." rispose Steve.
"Non mi devo preoccupare? Mi hai solo fatto venire un colpo, ma stai tranquillo. Te lo ha mai detto nessuno che sei più testardo di un mulo?" domandò Keira.
"Solo qualche volta." rispose Steve.
Trovò una maglietta, se la infilò, e uscì dalla stanza.
Keira e il resto del gruppo lo seguirono.
Steve firmò il modulo di dimissioni e uscì dall'ospedale.
Keira salutò Johnny e si affrettò a seguire Steve.
"Steve, ti prego. Che cosa vuoi fare ora? Tu non vuoi andare a casa. Vuoi lo scudo per poter avere la tua vendetta. Non farlo. Troveranno altri modi per raggiungere i loro scopi." disse Keira.
Steve si voltò e guardò la ragazza.
"D'accordo. Hai ragione. Recupererò lo scudo in un altro momento. Torniamo a casa." rispose Steve.
Keira aveva ricevuto le chiavi da Fury insieme ad un foglietto dove era scritto l'indirizzo.
Quando vi arrivarono, rimsero senza parole: era un appartamento dotato di tecnologia moderna, con più spazio per permettere a Keira di girare liberamente, e ed era dotato di sitemi di sicurezza.
Steve si sedette sul divano, mentre Keira gli era accanto sulla sua sedia.
"Eri con Johnny vero?" domandò Steve.
"Si, ma non ti devi preoccupare. Mi ha detto che ci rivedremo in un altro momento. Tu eri più importante di un semplice appuntamento." rispose Keira.
"Dove hai passato la notte?" domandò Steve.
"A casa di Johnny. E' uno dei fantastici quattro. Vive con il resto della squadra. Sono stati tutti molto gentili." rispose Keira.
"Meno male che tu eri al sicuro. Non so che cosa farei se ti succedesse qualcosa." disse Steve.
Poco dopo Steve si addormentò sul divano; mentre lo guardava, Keira capì come doveva sentirsi Susan a vivere con tre uomini.
Lei viveva con uno, ma era testardo per tre.
Mentre Steve dormiva, i pensieri di Keira tornarono al giorno prima, e più precisamente a quando Johnny l'aveva baciata sul divano e poi sul letto; nessuno l'aveva mai trattata come aveva fatto Johnny.

TO BE CONTINUED...

ANGOLO DELL'AUTRICE
: Se qualcuno la legge, mi potrebbe dire cosa ne pensa? Così mi aiuta a capire se andare avanti con la pubblicazione oppure no. Grazie a tutti.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Un paio di ore dopo, Steve si svegliò e vide Keira con un bicchiere di succo in mano.
S'avvicinò a lei e le prese il bicchiere dalla mano e glielo restituì vuoto.
In quel momento Keira notò qualcosa di strano fuori dalla finestra: s'avvicinò seguita da Steve, e vide una figura avvolta dalle fiamme sospesa in aria.
Aveva la forma di un uomo, e quando questa si girò e la guardò, Keira notò che aveva il numero quattro sul petto, e la riconobbe all'istante.
"Johnny? Sei tu?" domandò Keira.
"Si. Vivi qui ora?" domandò Johnny a sua volta avvicinandosi alla finestra.
"Si. Volevo ringraziarti per l'ospistalità." rispose Keira.
"E' stato un piacere." rispose Johnny.
"Che stai facendo? Un semplice giretto o è successo qualcosa?" domandò Keira.
Prima che Johnny potesse rispondere, una specie di macchina volante arrivò sopra di lui: a bordo c'erano gli altri tre membri dei fantastici quattro, cioè Reed, Susan e Ben.
"Datti una mossa fiammifero." disse Ben.
"Ciao Keira. Capitano." rispose Reed.
Keira li salutò con la mano.
"Che sta succedendo?" domandò Steve.
"Un'evasione di massa. Tra loro ci sono criminali molto pericolosi." rispose Johnny.
"Qualunque cosa sia, se la caveranno da soli. Tu sei ancora in convalescenza e non vai da nessuna parte." disse Keira.
In quel momento, arrivò anche Iron Man e porse a Steve il suo scudo.
"Te la senti capitano?" domandò Iron Man.
"E c'è bisogno di chiederlo?" domandò Steve a sua volta.
"Non ci pensare nemmeno." rispose Keira.
"Troppo tardi. Mi metto l'uniforme e vi raggiungo subito." disse Steve.
Così dicendo, Steve andò a indossare l'uniforme di Captain America.
Keira notò che aveva lasciato lo scudo sul divano e lo prese; nel frattempo era arrivato anche Thor.
Steve tornò subito in salotto, e quando fece per prendere lo scudo, Keira non mollò la presa.
"Non farlo. Devi stare a riposo. Possono anche fare a meno di Captain America." disse Keira.
"Sto bene. Mi sono ripreso. Mettiamo a posto questa faccenda e torno. Promesso." rispose Steve.
Guardandolo malissimo, Keira mollò la presa sullo scudo.
Reed aveva avvicinato la macchina alla finestra, e Steve ci era salito accanto a Susan.
Partirono alla volta della prigione e Keira li vide rimpicciolirsi sempre di più.
Passarono tre ore e Steve non era ancora tornato.
Keira era stesa sul letto, quando vide un braccio fasciato da stoffa rossa e blu accanto a lei.
Si voltò e vide Steve accanto a lei; si sedette sul letto.
"Sei tornato." disse Keira, abbracciandolo.
"Te l'avevo detto che sarei tornato." rispose Steve, stringendola a se con un braccio.
"Perchè ci avete messo tanto?" domandò Keira quando si staccò da lui.
"Alcuni prigionieri erano veramente degli ossi duri. Ma ce l'abbiamo fatta." rispose Steve.
"Ma tu stai bene?" domandò Keira.
"Si, tutto ok. Mai stato meglio. Sono guarito al 100%." rispose Steve.
"Non ho mai visto nessuno riprendersi così in fretta dopo esser stato preso a botte e ridotto praticamente in fini di vita." disse Keira.
"Essere un super soldato ha i suoi vantaggi. Andiamo a dormire. Buona notte." rispose Steve, baciandola sulla fronte e alzandosi dal letto.
"Notte." disse Keira prima che Steve uscisse dalla stanza.
Prima di addormentarsi, Keira non riusciva a smettere di pensare a Johnny, e ai due baci che aveva ricevuto da lui.
Il giorno dopo, Keira era uscita da sola: Steve era andato alla sede dello Shield.
Si trovava a Central Park, e ad un certo punto, vide i fantastici quattro: Johnny era circondato da un gruppo di ragazze.
Susan si accorse di lei e le andò incontro.
"Ciao. Come va?" domandò Susan.
"Bene, grazie." rispose Keira.
"Il capitano come sta?" domandò Susan.
"Sta bene. E ti capisco quando dici che è difficile vivere con tre uomini. Io ne ho solo uno, ma vale per tre. Steve è più testardo di un mulo. Quando si mette in testa una cosa è impossibile fargli cambiare idea." rispose Keira.
Il gruppo di ragazze si era allontanato, così Reed, Ben e Johnny raggiunsero le ragazze.
Si separarono: Reed, Susan e Ben tornarono al Buxter Building, mentre Johnny condusse Keira in una radura nascosta.
"Nessuno ci troverà qui. Possiamo stare tranquilli." disse Johnny.
Così dicendo, prese Keira tra le sue braccia e si sedette sull'erba, con lei accanto.
"Sembrava che quelle ragazze ti si fossero incollate addosso." disse Keira.
"Fanno sempre così. Ma io ho solo una ragazza nel mio cuore, ed è proprio qui accanto a me. Non riesco a togliermi dalla testa il momento in cui ti ho tenuto tra le mie braccia al Buxter." rispose Johnny.
"Nemmeno io ci riesco." disse Keira.
Johnny sorrise, le prese il viso tra le mani e la baciò.
Continuando a baciarla, Johnny stese Keira sul prato, e mettendosi sopra di lei stando attento a non gravarle addosso con il suo peso.
Keira posò una mano sulla guancia di Johnny e lo allontanò da se quanto bastava per poter respirare.
Mentre riprendeva fiato, guardò Johnny negli occhi.
Lui riprese a baciarla, scendendo sul suo collo.
Dopo di che, Johnny si spostò accanto a Keira, che gli posò la testa sul petto.
"Sarà meglio che torni a casa. Steve potrebbe essere tornato." disse Keira.
"Ti accompagno. Ormai so dove abiti." rispose Johnny.
Dopo di che, Johnny rimise Keira a sedere sulla sedia, uscirono dalla radura, e tornarono nell'appartamento della ragazza.
Steve era già tornato, e non si arrabbiò nemmeno un pò quando vide Keira entrare insieme a Johnny.
Johnny la salutò, le posò delicatamente le labbra sulle sue e si avvicinò alla finestra.
"Che stai facendo? La porta è dall'altra parte." disse Keira.
"Io posso volare. A presto." rispose Johnny, facendole l'occhiolino.
Si gettò fuori dalla finestra, e prese fuoco; fece un paio di capriole e si allontanò.
"Esibizionista." disse Steve.
Keira sembrò non sentirlo; aveva la testa altrove.
"Sembri felice con lui." disse Steve quando Keira riportò la mente alla realtà.
"Si. Mi sento bene con lui." rispose Keira.
"Questo è quello che conta." disse Steve.
Quella sera si guardarono un film comodamente seduti sul divano.

TO BE CONTINUED...

ANGOLO DELL'AUTRICE
: Io continuo a pubblicare questa ff, ma non ho ancora capito se chi la legge la gradisce oppure no. Fatemi sapere qualcosa. A presto. Lois Lane 89.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Qualche giorno dopo, Keira era uscita per prendere un paio di cose al super mercato, ma quando uscì dal negozio ebbe un brutto incontro.
Si trovò Kyle davanti che le bloccava la strada.
"Dobbiamo parlare." disse Kyle.
"Non abbiamo niente da dirci. Ora levati di mezzo." rispose Keira.
Fece per azionare la sedia, ma Kyle le prese entrmabe le mani per impedirglielo.
Keira cercò di divincolarsi dalla sua presa, ma Kyle era molto forte.
"Ti prego. Voglio che torni da me." disse Kyle.
"No. Non ti voglio più vedere. Lasciami." rispose Keira.
"Hai cambiato casa. Non ti ho più trovato. Stai per caso uscendo con un altro?" domandò Kyle.
"Si. Io e Steve ci siamo trasferiti. E no, non sto uscendo con nessuno." rispose Keira.
Fu costretta a mentire: non voleva coinvolgere Johnny in quella storia.
Kyle strinse ancora di più la presa intorno ai polsi della ragazza.
"Stai mentendo. Mi dispiace, ma se non ti posso avere io, non ti avrà nessun'altro." disse Kyle.
Sollevò Keira dalla sedia, la portò in mezzo alla strada, e la buttò per terra; lei per attutire la caduta mise le mani in avanti.
Le macchine si fermarono di colpo intorno a lei.
Kyle si chinò sulla ragazza, le mise una mano intorno alla gola e strinse la presa.
Keira cercò inutilmente di fargli allentare la presa.
Ad un tratto, qualcosa colpì Kyle in testa, e la presa intorno alla gola di Keira si allentò.
Keira tossì mentre cercava di respirare e vide che dietro Kyle c'erano Steve e Thor.
"Lo scudo in testa era per l'altra volta. Allontanati da lei oppure oltre allo scudo ti arriverà in testa anche una martellata." disse Steve.
In quel momento, una figura avvolta nelle fiamme atterrò accanto a Keira, e le fiamme scomparvero: era Johnny.
"Tutto ok? Come ti senti?" domandò Johnny inginocchiandosi accanto a Keira.
"Diciamo che stavo meglio prima." rispose Keira.
"Ora me ne occupo io." disse Johnny.
"No. Steve e Thor se la sanno cavare da soli." rispose Keira appoggiando la testa contro il petto di Johnny.
Johnny la prese in braccio e si alzò da terra.
Nel fratempo era arrivata anche la polizia che arrestò Kyle.
Johnny, con Keira in braccio, Steve e Thor si tolsero dal mezzo della strada per permettere al traffico di riprendere a scorrere.
Johnny posò la ragazza sulla sedia a motore.
Thor e Johnny se ne andarono volando, mentre Keira seguì Steve fino al palazzo dove c'era il loro appartamento.
Mentre salivano con l'ascensore, Keira non aveva la forza di guardare Steve, e nemmeno di parlargli: era arrabbiato e non voleva infierire.
Quando entrarono in casa, Steve ruppe il silenzio chiamandola per nome.
"Sicura di stare bene?" domandò Steve.
"Si. Sto bene." rispose Keira.
"A me non sembra. Ti ha lasciato il segno, ma sembra che non ci siano conseguenze. Non mi hai rivolto la parola per tutto il tragitto." disse Steve.
"Sei arrabbiato, e volevo lasciarti in pace." rispose Keira.
"Ma non ce l'ho con te. Puoi parlarmi tranquillamente." disse Steve.
Sorrisero entrambi.
"Johnny sembrava scosso. Chissà se vorrà vedermi di nuovo." disse Keira.
"Io credo di si. Voltati." rispose Steve.
Keira voltò la sedia e vide Johnny fuori dalla finestra; entrò e spense le fiamme.
Steve li lasciò soli, e Johnny prese Keira in braccio e si sedette sul divano.
"Credevi che ti avrei abbandonata? Non lo farei mai." disse Johnny.
Così dicendo, la baciò.
"Quel ragazzo era quello che aveva fatto quella scommessa?" domandò Johnny.
"Si. E oggi appena mi ha visto a detto che voleva che tornassi da lui." rispose Keira.
Johnny non disse nulla, ma strinse Keira contro il suo petto.
Dopo un pò, Johnny tornò volando al Buxter Building, e Keira rimase sola con Steve.
La sera, verso le undici e mezza, andarono a dormire.
La sera seguente, dopo cena, Keira era andata a prendere un libro nella sua stanza; fece per aprire la porta e tornare in salotto da Steve, ma si fermò.
Oltre alla voce di Steve sentiva anche quella di Tony, e stavano parlando di lei.
"Quella ragazza ti sta tenendo bloccato qui. Dovresti essere là fuori ad aiutare le persone." disse Tony.
"Io le aiuto le persone. E lei non centra nulla. Che cosa dovrei fare? Abbandonarla per strada?" domandò Steve.
"Trovale un posto dove possa cavarsela da sola." rispose Tony.
"Non può farcela da sola. Ha bisogno di aiuto." disse Steve.
Keira non riuscì ad ascoltare più una parola; avvicinò la sedia all'armadio, e dopo aver preso una sacca, iniziò a metterci dentro i suoi vestiti.
In quel momento, Steve entrò nella sua stanza.
"Che stai facendo?" domandò Steve, quando vide la sacca sulle ginocchia della ragazza.
"Me ne vado. Il tuo messaggio è stato ricevuto forte e chiaro. In fondo è quello che volevi." rispose Keira, prendendo una maglia, ma non riuscì ad infilarla nella sacca, perchè Steve gliela tolse di mano.
"Tu non devi andare da nessuna parte. Tu resti qui con me. Stark parla senza ossigenare il cervello." disse Steve inginocchiandosi davanti a Keira e prendendole le mani.
"Ma ha ragione. Dovresti essere a fare l'eroe. Il mondo a bisogno di Captain America. E io ti sto solo ostacolando." rispose Keira.
"Non ha ragione. Non devi nemmeno ascoltarlo." disse Steve.
Keira stava per parlare, ma Steve le posò una mano sulla bocca, impedendoglielo.
"Non c'è bisogno di dire altro. Ma c'è bisogno di andare a dormire; si è fatto tardi." disse Steve.
Così dicendo, tirò giù la coperta, e posò la ragazza sul letto dopo averla presa in braccio.
"Riuscivo ad arrivarci anche da sola." rispose Keira, una volta che fu sul letto.
"Ma così mi impedisci di prendermi cura di te." disse Steve.
Sorrisero entrambi.
In quel momento, si sentirono dei rumori provenire dalla sala; la porta della stanza si aprì: sulla porta c'erano Tony, Clint, Thor e Natasha.
"Che sta succedendo?" domandò Steve.
"Abbiamo del lavoro da fare. E c'è bisogno anche di te capitano." rispose Tony, che in quel momento indossava l'armatura di Iron Man; anche gli altri indossavano la loro uniforme.
Steve guardò Keira, e lei gli sorrise.
"Va pure. Io non mi muovo di qui." disse Keira.
Steve le baciò la fronte, e si avviò verso la porta.
"La prossima volta che parli, vedi stare attento a ciò che dici. Ha sentito quello che hai detto prima, e stava cercando di andarsene." disse Steve.
Oltrepassò Tony, e andò a indossare l'uniforme di Captain America.
Quando Steve fu pronto, gli avengers partirono per la loro missione, e Keira rimase da sola.
Dopo circa un ora, Keira sentì una voce provenire dal salotto pronunciare il suo nome; riconobbe la voce di Johnny.
Lei lo chiamò, e Johnny entrò nella stanza della ragazza,e si sedette sul letto accanto a lei.
Indossava l'uniforme dei fantastici quattro: era arrivato volando, ed era entrato dalla finestra.
"Che ci fai qui?" domandò Keira.
"Ero venuto a trovarti, ma non ho visto il capitano." rispose Johnny.
"E' dovuto andare via con gli altri avengers. Non ho idea di dove siano andati." disse Keira.
"E ha lasciato te qui da sola. Ma ora non lo sei più; per fortuna sono arrivato io." rispose Johnny.
Così dicendo, avvicinò il suo viso a quello della ragazza, e la baciò; dopo di che, si sdraiò accanto a lei, cingendole la vita con un braccio.
Dopo un pò, Keira si addormentò tra le braccia di Johnny, mentre lui rimase sveglio.
Un paio d'ore dopo l'arrivo di Johnny, Steve tornò, e trovò Johnny in camera della ragazza, che dormiva tra le sue braccia.
"Ero venuto a trovarla, e dopo un pò si è addormentata." disse Johnny.
"Mi fa piacere che non fosse da sola. Grazie." rispose Steve.
Jonny tolse delicatamente il braccio dal corpo di Keira, cercando di non svegliarla, e dopo aver salutato Steve, se ne andò volando.
Steve coprì Keira con la coperta, e si recò nella sua stanza per togliersi l'uniforme dopo averle spento la luce e chiuso la porta.

TO BE CONTINUED...

ANGOLO DELL'AUTRICE
: ringrazio Nikihorse per le recensioni e chiunque la stia leggendo.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


La mattina seguente, quando Keira si svegliò, vide Steve accanto al suo letto: indossava un paio di jeans e una canottiera bianca.
"Buon giorno." disse Steve.
"Ciao. Quando sei tornato? E dov'è Johnny?" domandò Keira.
"Sono tornato stanotte mentre Johnny era qui con te. Ti eri addormentata tra le sue braccia, e quando sono tornato lui è andato via." rispose Steve.
"E la missione come è andata? State tutti bene?" domandò Keira.
"Mai stati meglio. E' andato tutto liscio." rispose Steve.
"E Tony ti ha detto qualcos'altro su di me?" domandò Keira.
"No. E se anche solo ci riprova, gli desintegro tutte le armature che ha. E se ora il terzo grado è finito, è ora di fare colazione." rispose Steve.
Così dicendo, Steve prese in braccio Keira, e la portò in cucina, dove fecero colazione insieme.
Dopo colazione, Steve e Keira andarono a divertirsi al parco divertimenti a Long Island; per sicurezza Steve aveva nascosto lo scudo nel porta oggetti sotto la sedia di Keira.
Keira non si era mai divertita tanto; al tramonto, i due rientrarono nel loro appartamento.
Dopo aver cenato insieme, andarono a dormire.
Quella notte, Keira si svegliò, e vide che c'era qualcuno accanto al suo letto.
Era una persona sola, e aveva uno scettro in mano che emanava luce blu; in testa aveva un elmo con due corna: era Loki.
Keira sperò che Steve fosse ancora sveglio.
"Chiedo scusa per aver interrotto il tuo sonno." disse Loki.
Per sicurezza, Keira teneva un pugnale sotto il cuscino: lo tirò fuori, e riuscì a ferire Loki ad una guancia.
Si buttò giù dal letto, e iniziò a gridare mentre si trascinava sulle braccia, diretta verso la porta.
Loki la raggiunse, e la strinse un braccio; la sua presa era troppo forte e non riusciva a liberarsi.
In quel momento, la porta della stanza si aprì e sulla soglia stava Steve con lo scudo in mano.
Tenendo stretta Keira, Loki scomparve in un lampo di luce: Steve indossò l'uniforme di Captain America il più in fretta possibile, e con la moto si recò alla Stark Tower.
Quando entrò nell'attico, Steve vide che c'erano anche Wolverine e il resto degli avengers, tranne Thor.
Oltre a loro c'erano anche un uomo di colore, una ragazza bionda, un uomo vestito di verde armato di arco che si faceva chiamare Arrow, e uno vestito di blu con un mantello rosso e una S sul petto.
"Capitano. Che succede? Non hai una bella cera." disse Clint.
"Stark. Tu sai come contattare Thor?" domandò Steve.
"No. Non posso contattarlo se è su Asgard. Ma che succede?" domandò Tony a sua volta.
"Loki. E' evaso di nuovo, e ha rapito Keira. E'sparito con lei prima che potessi fare qualcosa. Devo trovarla." rispose Steve.
"Noi siamo con te. E hai ragione. Dobbiamo cercare di avvertire Thor. Se l'ha portata su Asgard o su qualcuno degli altri mondi, solo lui può aiutarci." disse Clint.
Nel frattempo, Keira si ritrovò in una caverna con le mani legate dietro la schiena.
"Che cosa vuoi da me?" domandò Keira.
"Lo scoprirai a tempo debito. Nessuno dei tuoi amici avengers può raggiungerti qui." rispose Loki.
Keira sperò che Thor non fosse sulla terra.
Dopo un tempo le sembrò infinito, Loki le sciolse le mani, e la rinchiuse in una bolla, che fluttuava accanto a lui.
"E' ora di andare. Non vogliamo arrivare in ritardo." disse Loki.
"In ritardo per cosa? Thor non ti permetterà mai di fare quello che hai in mente. Te lo impedirà." rispose Keira.
"Mio fratello non potrà fare nulla. Questo è un rito sacro per Asgard, e il suo principe non può ostacolarlo." disse Loki.
"Mai di che diavolo stai parlando?" domandò Keira.
In quel momento, la bolla in cui era rinchiusa divenne opaca e lei non vide e non sentì più nulla.
Su Asgard un animale doveva essere sacrificato per l'annuale festa del raccolto.
Loki interruppe i festeggiamenti, e si trovava vicino all'altare sacrificale.
"Loki. Non so come tu abbia fatto a evadere, ma adesso basta." disse Thor, con il martello puntato contro di lui.
"Non ti scaldare fratello. Sono qui per unirmi ai festeggiamenti. Ho portato l'animale che dovrà essere sacrificato." rispose Loki, mostrando la bolla che fluttuava accanto a lui.
All'interno della bolla, Keira si trovò all'improvviso in posizione orizzontale e completamente bloccata: non poteva muoversi.
La bolla svanì, e lei si trovò stesa su un piano roccia liscia; delle corde iniziarono ad avvolgerle il corpo.
Keira voltò la testa (l'unica parte del corpo che poteva muovere) per cercare di capire dove si trovava, e con sollievo vide Thor.
"Thor! Sono Keira. Ti prego. Aiutami!" disse Keira.
"Lei è innocente. E' un abitante della terra. Come hai osato?" domandò Thor.
"Non può più camminare. Non serve più a niente. E non puoi fermare il sacrificio." rispose Loki.
Così dicendo, Loki prese in mano un pugnale d'oro, e proprio nel momento in cui stava per conficcarlo nel cuore di Keira, tuonò la voce di Odino, il padre di Thor.
"Lei è innocente." disse Odino; dal suo bastone fece partire un lampo che colpì Loki.
Thor si avvicinò all'altare, liberò Keira dalle corde e la prese in braccio.
"C'è un modo per tornare a New York? Il capitano mi starà cercando ovunque." disse Keira.
"Ti riporto a casa." rispose Thor.
Così dicendo, Thor si recò al portale tenendo Keira tra le braccia, e il martello in una mano.
Il guardiano aprì il portale, e Thor e Keira vi entrarono.
Dall'altra parte, si trovarono in volo sopra l'Empire State Building: Thor faceva roteare il suo martello mentre teneva Keira stretta a se.
"Dove sarà il capitano adesso?" domandò Thor.
"Sarà andato alla Stark Tower a chiedere aiuto a Tony. Proverei lì." rispose Keira.
Senza parlare Thor si diresse verso la Stark Tower.

TO BE CONTINUED...

ANGOLO DELL'AUTRICE
: eccomi qui con un nuovo capitolo. Spero che vi piaccia. Ho cercato di creare qualche colpo di scena in stile Marvel e DC.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Keira vide che sulla terrazza c'erano molte persone.
Ma proprio mentre Thor stava per atterrare, un lampo di luce blu lo colpì in pieno: Keira fece appena in tempo a vedere che era stato Loki prima di precipitare nel vuoto.
Qualcosa fermò la sua caduta: si trovò tra le braccia di un uomo vestito di blu con un mantello rosso e una S disegnata sul petto.
"Grazie. Chi sei?" domandò Keira, guardando gli occhi azzurri del suo salvatore.
"Molti mi chiamano Superman. Ho fatto solo il mio dovere." rispose Superman.  
Keira cercò di riprendere fiato mentre Superman risaliva verso la terrazza della Stark Tower.
Quando furono in cima, Superman atterrò, e andò incontro agli avengers; vide che Loki non c'era più.
Superman lasciò Keira tra le braccia del capitano, dove scoppiò in lacrime.
"Calmati. E' tutto finito. Sei al sicuro adesso." disse Steve, rientrando nell'attico, e sedendosi sul divano dopo averci posato lo scudo sopra, strinse la ragazza tra le braccia per cercare di calmarla.
"Sai già tutto?" domandò Keira quando si fu calmata un pò.
"Sì. Thor ci ha già spiegato tutto. Loki è riuscito a fuggire. D'ora in avanti non ti perderò di vista nemmeno un momento. Torniamo a casa." rispose Steve.
Così dicendo, si alzò dal divano, e dopo essersi messo lo scudo in spalla, prese in braccio Keira e si avviò verso l'ascensore.
"Non puoi tornare in quell'appartamento." disse Tony.
"Di che cosa stai parlando?" domandò Steve voltandosi verso di lui.
"Se vuole lei, Loki sa già dove trovarla. Quel posto non è più sicuro per lei." rispose Steve.
Steve riflettè un momento.
"Forse potresti avere ragione. Keira, conosci un altro luogo dove porter stare?" domandò Steve.
"Il buxter building. Ma così metterei in pericolo i fantastici quattro. Non posso farlo." rispose Keira.
"Sapremo cavarcela." disse una voce proveniente dall'ingresso della terrazza.
Si voltarono tutti mentre Johnny, Reed, Susan e Ben entravano nell'attico.
"No Johnny. Non posso venire da voi. Vi metterei in pericolo inutilmente." disse Keira.
"Tutta la squadra è d'accordo. Starai da noi. Non ti lasceremo sola un momento." rispose Reed.
Alla fine, Keira cedette e acconsentì di andare con i fantastici quattro.
Steve passò Keira a Johnny, che insieme al resto della squadra uscirono sulla terrazza e salirono sulla fantastic car e tornarono al Buxter Building; Johnny li seguì in volo.
"Come avete fatto a sapere quello che è successo?" domandò Keira mentre Johnny la prendeva in braccio per farla scendere dalla fantastic car.
"Ci ha avvertito Stark e siamo veuti subito." rispose Reed.
"Ma davvero posso stare qui? Non avete paura di Loki?" domandò Keira.
"Del cerbiatto impazzito? Nemmeno un pò." rispose Ben.
"E puoi restare qui quanto tempo vuoi." disse Johnny.
"Johnny, se vuoi che dorma con te nella tua stanza, ti consiglio di darle una sistemata." disse Susan.
Johnny posò Keira sul divano, e andò nella sua stanza.
Susan le portò un bicchiere d'acqua, che Keira bevve a piccoli sorsi.
Dopo un pò, Johnny tornò in salotto: si era tolto l'uniforme e ora indossava un paio di jeans e una maglietta a mezze maniche.
Prese in braccio Keira e si recò nella sua stanza: era abbastanza in ordine.
"Sei stanca. Dormi pure tranquilla." disse Johnny dopo che Keira si fu sdraiata sul letto.
"Non riuscirei ad addormentarmi nemmeno volendolo. Loki è la fuori a piede libero e sta cercando me." rispose Keira.
Johnny si sdraiò accanto a lei, coprì entrambi con la coperta, e prese la ragazza tra le braccia.
"Non gli sarà facile avvicinarsi a te. Sei al sicuro. Dormi." disse Johnny, baciandole la fronte, e iniziando a cullarla dolcemente.
Nel giro di pochi minuti, Keira si addormentò tra le braccia di Johnny, che alla fine si addormentò anche lui.
Keira passò le due settimane seguenti, insieme ai fantastici quattro, senza avere alcuna notizia di Steve o degli altri avengers.
Provò a chiamarlo, ma non rispondeva mai; una sera, Steve tornò da lei.
Loki era stato catturato e rinchiuso in una cella su Asgard da cui nessuno era mai riuscito a scappare, e che per lui era stata rinforzata ancora di più.
Keira ringraziò Reed, Ben, Susan e Johnny per quello che avevano fatto per lei, e tornò nell'appartamento insieme a Steve.
Ora che era tutto finito, lei potè uscire senza il timore di venire attaccata: continuò a vedersi con Johnny, che la ricopriva di mille attenzioni.
Finchè ci sarebbero stati i super eroi, la terra sarebbe stata al sicuro.

THE END

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