harry potter e il mangiamorte

di mafalda
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** le notizie del profeta ***
Capitolo 2: *** Le stranezze di Privet Drive ***
Capitolo 3: *** il racconto di zia petunia ***
Capitolo 4: *** ancora ospiti per Petunia ***
Capitolo 5: *** incubi, ricordi e confessioni ***
Capitolo 6: *** notte in bianco ***
Capitolo 7: *** paura d'amare ***
Capitolo 8: *** Luna, Ginny ed Hermione ***
Capitolo 9: *** i Paciok ***
Capitolo 10: *** sul treno per la scuola ***
Capitolo 11: *** lo smistamento ***
Capitolo 12: *** la prima notte da grifondoro ***
Capitolo 13: *** tutto in un giorno ***
Capitolo 14: *** halloween ***
Capitolo 15: *** lezioni di volo ***
Capitolo 16: *** Natale ***
Capitolo 17: *** il diario di Lily ***
Capitolo 18: *** Ritrovarsi ***
Capitolo 19: *** una brutta giornata ***
Capitolo 20: *** perdonare ***
Capitolo 21: *** ancora attraverso Harry ***
Capitolo 22: *** ninna nanna ***
Capitolo 23: *** gli occhi di Lily e il sorriso di James ***



Capitolo 1
*** le notizie del profeta ***


Le notizie del Profeta

Le notizie del Profeta.

Harry, steso sul suo letto cercava un po’ di refrigerio in quell’estate torrida, ogni tanto sentiva lo schiocco di qualche mago che si materializzava nel vialetto, istintivamente guardava fuori, ma sapeva che non avrebbe visto nessuno, erano protetti da un incantesimo o da un mantello dell’invisibilità, lo sorvegliavano e ne conosceva il motivo. Il mago più cattivo mai esistito sulla faccia della terra lo cercava per ucciderlo, non gli era permesso uscire dalla sua casa né tanto meno passeggiare nel fresco della sera. Quell’estate si presentava peggiore delle altre, anche se poteva ricevere la posta e usare il telefono. Da quando Malocchio Moody aveva terrorizzato i Dursley, Harry aveva molta più libertà, ma si sentiva solo, molto di più di quanto avesse immaginato. Sirius era morto da sole sette settimane e lui non ne aveva parlato ancora con nessuno. Ron era scomparso, non lo sentiva dall’ultimo giorno di scuola, con Hermione non aveva coraggio di parlare, le voleva bene, era la sua migliore amica, ma non voleva farsi vedere piangere e ogni volta che pensava a lui le lacrime gli scendevano sulle guance. Anche in quel momento, stava leggendo un articolo sulla gazzetta del profeta che parlava del suo padrino.

Condannato ingiustamente per la morte di 12 babbani e un mago, Sirius Black è morto da eroe. L’unico con la forza per resistere ad Azkaban per 12 anni. Innocente, un uomo coraggioso che per proteggere “il ragazzo sopravvissuto” ha dato la sua vita. Black non ha avuto il tempo per scagionarsi, ma il ministero della magia, nella persona di Kingley Shaklebolt lo ha insignito dell’ordine di Merlino alla memoria. Il ministero dopo il volta faccia dei Dissennatori di Azkaban ha dovuto riconoscere di aver commesso molti errori. Il ministro è stato sollevato dal suo incarico ed è scomparso insieme ad alcuni suoi collaboratori, tra cui Dolores Umbridge…”

L’articolo continuava a osannare Sirius e il suo operato nella lotta contro Colui che non deve essere nominato, nel suo impegno per la felicità di Harry e la sua morte eroica. Quello che non dicevano però era che per tutto l’anno passato la Gazzetta aveva gettato fango su di lui; Harry era furioso con i giornalisti, con se stesso e con i suoi amici che dopo quello che era successo non facevano altro che parlare di Sirius, lui voleva solo stare da solo senza nessuno che gli chiedesse ogni due minuti come stesse. Lupin, il suo vecchio professore di difese contro le arti oscure gli scriveva due volte alla settimana raccontandogli a grandi linee quello che accadeva nell’Ordine, ma le notizie erano talmente superficiali che lo lasciavano sempre insoddisfatto; lo stesso valeva per Hermione. L’unica persona che lo trattava normalmente era Luna Lovegood, gli aveva scritto molte volte, con lei riusciva a parlare di quello che era successo, sapeva che lo avrebbe capito, d’altra parte sua madre era morta, sapeva come ci si sentiva, certo era un po’ strana, ma in fondo era simpatica. Silente ogni tanto gli scriveva  chiedendogli come stesse e se continuava a fare sogni strani. Da qualche notte aveva ripreso a fare gli stessi sogni di Voldemort, sognava se stesso torturato e punito, aveva sognato anche Percy Weasley. La Gazzetta del Profeta parlava anche di Colui che non deve essere nominato: i Dissennatori e i Giganti già si erano alleati con lui, le fila dei Mangiamorte si erano ingrossate dai quattro angoli del mondo era arrivata la peggior feccia di maghi che si potesse immaginare

“… Famiglie illustri di maghi da generazioni si sono alleate con Colui che non deve essere nominato, eccone l’elenco:

Malfoy,

Tiger ,

Goyle,

Mc Nair,

Lestrange,

Dolohov,

Rookwood

Avery,

Nott.

E altri di cui non siamo a conoscenza. Ci premuriamo di ricordare a tutti i maghi di prestare attenzione  e di ripassare tutti gli incantesimi elementari. I figli dei Mangiamorte sono stati affidati ai loro tutori legali o per chi ne fosse sprovvisto alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts…”

Harry sorrise, per la prima volta in quelle lunghe settimane, si rese conto che anche per il suo acerrimo nemico Draco Malfoy le vacanze non sarebbero state migliori delle sue. Il ministero controllava rigidamente i minorenni e  era sicuro che in quel momento stesse da qualche parte ad annoiarsi a domandarsi se i suoi genitori stessero bene o no, gli stava bene, si disse anche che era strano che i suoi amici non gli avessero detto niente. In quel momento Edvige, la bellissima civetta bianca, dono di Hagrid per il suo 11° compleanno, planò sul suo letto nel becco portava una lettera di Luna. L’aprì e una strana sensazione gli attanagliò lo stomaco.

Ciao Harry,

come stai? Immagino non molto bene visto il tono della tua ultima lettera. Capisco come ti senti e credimi, non posso davvero dirti di più su quello che sta succedendo. Mio padre mi ha detto che se la lettera venisse intercettata saremo in pericolo. Quindi se vuoi ti posso raccontare un po’ di quello che so sui nostri amati compagni Serpeverde. So, perché me lo ha detto mio padre, che Malfoy è stato affidato al suo tutore legale, perché i sui genitori non lo vogliono tra i  piedi, hanno detto che un moccioso nemmeno tanto brillante li intralcerebbe e basta, ti puoi immaginare come si è sentito. Sai, un po’ mi fa pena. So che è un idiota, ma che vuoi fare? Io sono fatta così, non sopporto le ingiustizie, nemmeno se quello a cui si fanno mi sta veramente antipatico. Gli altri sono stati affidati alla scuola e cioè a Silente, puoi ben immaginarti quello che hanno provato, si faranno tutte le vacanze a scuola. Io sono in Svezia con mio padre, il Ricciocorno Schiattoso non lo abbiamo trovato, ma sono stata bene con lui, so perfettamente che tutte le cose assurde in cui crede non esistono, ma io gli voglio bene, mi ha tirato su per otto anni da solo. Scusami, tu sei lì che soffri per il tuo padrino e io stupida che ti racconto i miei problemi. Ho letto l’articolo su di lui sulla Gazzetta e mi sono resa per la prima volta  conto di quanto l’ultimo anno a scuola possa essere stato complicato per te, nessuno ti credeva tranne i tuoi amici e per colpa di questo hai perso l’unica persona che potesse avvicinarsi ad un padre e sei rinchiuso in quel postaccio da 5 settimane. Ricorda che se hai voglia di parlare, di qualsiasi cosa, io sono qui.

                                                                                                          Un bacio

                                                                                                                                                                                                                                                                              “Lunatica” Lovegood”

Quando chiuse la pergamena si rese conto per la prima volta che anche se non aveva mai parlato apertamente con nessuno di quello che era successo gli altri sapevano come stava, decise di risponderle subito e poi avrebbe pensato a Ron e Hermione.

 Ciao Luna,

sono contento di sentire che ti diverti con tuo padre e soprattutto sono contento di sapere che almeno per una volta non sono l’unico a passare delle vacanze orribili, quest’anno ho chi mi fa compagnia. Lo so che non dovrei dirtelo, ma sono contento che finalmente abbia avuto quello che si merita. Ho capito una cosa, non parlare di Sirius fa male solo a me e a nessun altro. Lui mi manca, per una volta nella vita avevo avuto vicino qualcuno che si preoccupava per me e ora sono solo. Più di una volta ho invidiato Ron per la sua famiglia, ma quando finalmente avevo trovato qualcuno Voldemort me lo ha portato via.

Hai ricevuto i risultati dei G.U.F.O io sì e ti assicuro che ne sono rimasto sconvolto. Ho preso eccezionale in tutte le materie (compresa anche Pozioni… alla faccia di Piton ) tranne divinazione nella quale ho preso deludente, ma non mi importa, tanto non mi servirà mai più. Potrò diventare un Auror, se Piton mi lascia in pace durante le sue lezioni. Spero che anche a te e agli altri le cose siano andate bene, soprattutto spero che le riunioni dell’ES siano servite a qualcosa oltre che andare a farci uccidere quella notte nell’ufficio misteri. Luna, tu pensi che Sirius sia morto perché io sono stato uno sciocco? Io penso di sì, dovevo chiedere aiuto a Piton, ma il mio orgoglio non me lo ha permesso,  ma a dirla tutta mi ero dimenticato di lui. Ora ti lascio perché sta salendo mio cugino e non voglio che si impicci delle mie cose.

                                                                       Ti saluto

                                                                                              “Il ragazzo che è sopravvissuto”

 

Con lei scherzava su queste cose, c’era un affiatamento superiore rispetto a quello con Hermione e Ron, loro lo conoscevano meglio e sapevano tutto di lui,  ma Luna invece faceva sempre domande obbligandolo a affrontare i suoi demoni personali.

 

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Capitolo 2
*** Le stranezze di Privet Drive ***


Le stranezze di Privet Drive

Le stranezze di Privet Drive.

Da quando era tornato a casa, zia Petunia si comportava in modo molto meno ostile, non partecipava alle continue vessazioni di Dudley e zio Vernon, lo trattava quasi come un essere umano, Harry non riusciva a capire se questo modo di agire fosse dettato dalla paura della minaccia di Moody e gli altri o solamente aveva capito che il ragazzo era completamente distrutto e sarebbe stato inutile farlo stare peggio di così. Si chiedeva perché avesse smesso di torturarlo, gli permetteva di leggere la Gazzetta del Profeta senza obbiettare, anzi, gliela lasciava vicino al piatto della colazione. Probabilmente, si diceva, che Silente le aveva parlato di nuovo per metterla in riga. Quello di cui era certo che la sua vita era leggermente migliore, doveva solo combattere con il senso di colpa per la morte di Sirius e la paura di dover concludere o iniziare la sua vita con un omicidio, il suo o quello di Voldemort. “Nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive”. Ogni volta che ci pensava si sentiva male, lo avrebbe dovuto affrontare e questa volta sarebbe stato da solo, senza Silente. Ogni tanto si guardava nello specchio; era cresciuto dall’anno precedente, gli era spuntata un po’ di barba e i suoi capelli erano più spettinati del solito. Una cosa era cambiata molto da un anno a questa parte: i suoi occhi, si erano fatti più profondi, più dolci e avevano imparato a scrutare a fondo nell’animo delle persone che aveva accanto. Ma in fondo era lo stesso di sempre, amava il Quidditch, lo sport nazionale del mondo dei maghi, l’anno precedente non aveva potuto giocare, ma sarebbe stato diverso, la Umbridge non era più inquisitore supremo e nemmeno docente di Hogwarts sarebbe tornato in squadra e avrebbe vinto la coppa. In fondo, molto in fondo era un ragazzo normale che desiderava divertirsi con i suoi amici. Si alzò dalla scrivania, passeggiò avanti e indietro tentando di trovare le parole per scrivere una lettera di scuse ai suoi amici, si era pentito di averli tagliati fuori senza dir loro niente su Sirius. Alla fine si sedette alla scrivania, aprì una pergamena nuova e prese una penna, un regalo di Hermione di qualche natale prima. Decise di scrivere prima a Ron, era lui quello che non sentiva da più tempo.

“ Ciao Ron,

è da tanto che non ci sentiamo, sono passate già 5 settimane, non ti sei fatto sentire né io ti ho scritto. Perdonami se sono stato intrattabile l’ultimo periodo, solo che mi sentivo talmente male e così tanto in colpa per averti trascinato nel ministero della magia e fatto rischiare la pelle. Sono stato il solito impulsivo  e oltre ad aver fatto uccidere Sirius potevo far del male a tutti voi. Sai è arrivato il momento di dirti quello che diceva la profezia così come quello che mi ha detto Silente, ma voglio farlo faccia a faccia e vorrei che ci fosse anche Hermione. Ora ti saluto, fammi sapere come sono andati i tuoi G.U.F.O.. Harry”

Era quasi soddisfatto per quelle poche righe, era riuscito a dire quello che gli frullava in testa da molti giorni. Stava per scrivere alla sua amica quando sua Zia entrò, bussando, nella sua camera.

-Harry- disse- c’è una tua amica in salotto.

Era stupefatto, primo per la tranquillità con cui gli aveva parlato, secondo perché nessuno lo andava mai a trovare. Scese a rompicollo la breve rampa di scale e si trovò di fronte Hermione. Restò per un minuto con la bocca aperta incapace di dire qualsiasi cosa. Poi lei gli gettò le  braccia al collo, erano entrambi felici di vedersi dopo così tanto tempo. Petunia fece accomodare i genitori della ragazza in salotto, la casa la mattina era sempre vuota, Dudley era in giro con i suoi sgherri e Vernon a lavoro, zia e nipote abitavano in due zone separate della casa , lui nella sua camera al secondo piano e lei giù in cucina. Portò Hermione nella sua stanza e la mitragliò di domande su quello che si era perso in quelle settimane.

-         Sono successe molte cose, hai letto il giornale, vero?

-         Sì, certo, ma non mi interessano le questioni generali, io volevo sapere dell’Ordine, di Silente, di te e di Ron.

Quando pronunciò il nome del suo amico gli occhi della ragazza si velarono e due grosse lacrime scesero sulle sue guance. Harry temette il peggio, ma lo stesso le domandò cosa gli fosse successo.

-         Abbiamo litigato, o meglio lui non mi parla perché pensa che lo possa giudicare o che possa avermi deluso.

-         Riguardo cosa? Gli esami sono andati male?

-         No, li ha passati tutti con il massimo dei voti, anche divinazione, non è per questo, la scuola non c’entra. Hai letto che Caramell è scomparso?

-         Sì, anche la   Umbridge e alcuni membri…

In quell’istante si rese conto di quello che era successo.

-         Percy…

-         Sì, quello che però il giornale non dice è dove sono finiti, la cosa è peggiore di quello che pensi.

-         O mio Dio, una notte ho sognato Percy, non era un mio sogno, era di Voldemort e ne sembrava molto compiaciuto. Li ha  rapiti e li sta torturando? Perché Ron ti ha tolto la parola?

-         Non li sta torturando, si sono uniti a lui.

-         Cosa?

Gridò talmente forte che Edvige ne fu terrorizzata e Hermione indietreggiò un momento. I Weasley facevano tutti parte dell’Ordine della Fenice, avevano combattuto contro Voldemort quando era all’apice della sua forza, Percy era già nato quando colui che non deve essere nominato seminava il terrore nel mondo, Harry non capiva. comprese finalmente perché il suo migliore amico non gli scriveva più si sentiva in colpa per suo fratello per il fatto che i suoi genitori erano morti per sconfiggere i Mangiamorte. Ebbe una fitta dolorosa alla fronte, la cicatrice gli faceva male, era da molto che non gli accadeva.

-         Si sente in colpa per te, pensa che ti abbia tradito, tu “il ragazzo sopravvissuto” che ha come amico il fratello di un mangiamorte, inoltre credo che stia talmente male che non ha voglia di vederci. Crede che io sia delusa di lui. Ma ti giuro Harry, io non lo sono, gli voglio bene, e qualsiasi cosa gli succeda io voglio essere presente.

-         Lo so, ma lui è fatto così, lo sai, è un fifone per le cose stupide, ma quando si tratta di cose importanti sarebbe capace di portare il mondo sulle spalle. Comunque io gli stavo scrivendo una lettera, aggiungiamo qualche riga per tranquillizzarlo.

La ragazza si disse d’accordo, riaprirono la pergamena e aggiunsero :

“ Ho saputo di Percy, me lo ha detto Hermione, noi ti siamo amici e so perfettamente che né tu né i tuoi altri fratelli e tanto meno i tuoi genitori siate mangiamorte. Quindi vedi di farti sentire.

Ron, sono Hermione, ti prego, fatti sentire, non puoi affrontarlo da solo tutto questo, hai bisogno di noi per uscirne. Scrivimi a casa di Harry, resterò da lui per queste ultime tre settimane di vacanza.

Ti vogliamo bene. HG & HP.” Chiusero la pergamena e inviarono Edvige a cercalo.

-         Cosa significa che resterai per queste ultime settimane?

-         Silente ha chiesto a tua zia se posso rimanere qui, perché non voglio che i  miei corrano pericoli inutili. Ha detto che questo è il luogo più sicuro al momento e che presto ci raggiungeranno altre persone.

-         Mia zia è d’accordo? Ho notato che è un po’ strana ultimamente, ma ho pensato che fosse per la paura di Silente, ma ora penso seriamente che sia sotto l’effetto di un incantesimo.

-         No, non credo, ma i mezzi di Silente sono molti.

Sorrisero, d’altra parte erano solo due sedicenni che non si vedevano da molto tempo. Harry le parlò per la prima volta di Sirius, della profezia, della sua vita, pianse e se ne vergognò un po’ ma alla fine si sentì molto più leggero, si era levato un peso enorme dal cuore. Anche la ragazza pianse, il padrino di Harry era anche un suo buon amico, gli voleva bene anche se più di una volta lo aveva criticato per la sua mania di associare Harry con il padre:James, c’era la somiglianza,  ma erano diversi, lo aveva capito scrutando i ricordi del professor Piton, lui non avrebbe mai vessato un suo compagno, nemmeno se si fosse trattato di Draco. Lo disse a Hermione, raccontò del pensatoio e di quello che aveva visto, lei gli sorrise e lo abbracciò. Petunia entrò nella stanza e mentre Harry non guardava sorrise. Poi disse che i genitori della ragazza se ne stavano andando, lei scese e Harry le chiese:

-         Sei sicura di volerla qui?

-         Sì, ma lo sai niente magia.- lo disse sorridendo.

-         Zia, ti senti bene?

-         Certo- rispose divertita.

In quel momento si chiese di nuovo se non fosse vittima di un incantesimo. La risposta negativa gli arrivò il pomeriggio stesso quando la sentì strepitare con suo marito perché oltre a lui ora avevano in casa un’altra spostata. Era solo paura. Ma la reazione più singolare fu quella di Dudley, appena vide Hermione, divenne paonazzo e non riuscì a parlare, Harry dovette girarsi dall’altro lato per non scoppiare a ridere, era ridicolo, ma per la prima volta dopo quella che gli era sembrata un’eternità era felice. La sera arrivò e si trovò per la prima volta a dividere la stanza con una ragazza, non era agitato, nemmeno emozionato, lei era come una sorella maggiore un po’ petulante, ma le voleva bene. Al contrario di Ron non perdeva le proprie facoltà mentali se lo abbracciava o gli sfiorava le mani. Prima di dormire Edvige entrò in camera portando una lettera. Luna.

Ciao Harry,

la colpa non è tua se Sirius è morto, non lo pensare nemmeno per un momento, Colui che non nominiamo… va bene, Voldemort, è malvagio e ha fatto leva sul tuo affetto tendendoti una trappola. Voleva ucciderti, e sono sicura che Sirius se tu fossi morto non se lo sarebbe mai perdonato. Comunque lo sai, non sono scomparsi per sempre, li sentivi i sussurri dietro il velo. Cambiando discorso, la Granger è lì con te vero? Spero che almeno lei riesca a tirarti su il morale. Ci vediamo a scuola. Un bacio Lunatica.

Hermione fu sorpresa di quella lettera e ne chiese spiegazione, Harry fu molto vago, non voleva raccontarle tutto, anche perché non sapeva cosa raccontare.

Le mattine successive passarono senza novità di rilievo a parte la continua presenza di Dudley che, stranamente gentile con Harry e veramente melenso con Hermione, non perdeva occasione per passare davanti la camera del cugino o solo per avvicinarla quando passeggiava in giardino in attesa di una risposta da Ron. Provò più di una volta a parlarle, ma ogni volta dalle sue labbra uscivano solo frasi incoerenti, Harry dalla stanza lo prendeva in giro ridendo a crepapelle, per una volta nella sua vita aveva il coltello dalla parte del manico, poteva prendere in giro il cugino e oltretutto aveva smesso di trattarlo come un punging-ball, era gentile e carino con lui e non era per paura della magia, ma era per far colpo su  Hermione.

 

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Capitolo 3
*** il racconto di zia petunia ***


Il racconto di Zia Petunia

Il racconto di Zia Petunia.

Una sera Fanny, la fenice del professor Silente, atterrò in salotto mentre i Dursley stavano vedendo la televisione , dalla loro camera Harry e Hermione sentirono lo zio imprecare, mentre Petunia urlò solo leggermente.

Scesero in salotto e come al solito Dudley divenne rosso fino alle orecchie. Era una semplice lettera indirizzata a:Signora Petunia  Evans Dursley, salotto, Privet Drive numero 4.

Fanny si voltò verso Harry e Hermione e si fece accarezzare, era bellissima, le piume erano rosse fuoco, lucide e lunghe. Si appollaiò sul camino e attese la risposta.

Petunia,

sono felice che hai finalmente ascoltato un mio consiglio, ti vorrei chiedere un favore molto grosso, un ragazzo della scuola di Harry ha bisogno di ospitalità insieme al suo tutore legale. Qui a scuola non può venire perché sarebbe troppo pericoloso, quindi mi chiedevo se tu saresti così gentile da ospitarli entrambi, ovviamente puoi anche rifiutarti e questa volta non ci saranno ritorsioni sulla tua famiglia. Per tuo marito e tuo figlio troveremo una soluzione.  Sentiti ringraziamenti.

                                                                                              Albus Silente.”

Vernon restò a bocca aperta e suo figlio fissava gli occhi sull’uccello terrorizzato che potesse fare qualcosa, ma la fenice lo ignorava. La donna sembrò riflettere velocemente, doveva decidere se contraddire Silente o far scoppiare una lite in famiglia. Decise che per la sua incolumità era meglio la seconda opzione. Chiese ad Harry e Hermione di andare su a prendere una pergamena per la risposta. Li sentirono urlare, lo facevano spesso ultimamente. Scesero e non trovarono lo zio, Dudley era rimasto accanto alla madre, in silenzio.

Gentile professor Silente,

per me non ci sono problemi, i due ospiti potranno venire quando più avranno voglia, per mio marito non si deve preoccupare, passerà l’estate a casa di mia cognata Marge, mio figlio invece vuole restare a casa perché non se la sente di lasciarmi con troppi maghi. La saluto cordialmente.

                                                                                                          Petunia Evans.”

Guardò sottecchi il figlio, Harry non riuscì a decifrare quell’occhiata, sembrava il solito sguardo ebete che gli rivolgeva, ma in fondo c’era qualcos’altro. La zia gli consegnò la lettera e lui la porse a Fanny.

-         Salutaci il preside- disse Hermione.

-         Dudley, disse Petunia, è ora di andare a letto.

Anche Harry si avviò sopra, ma la donna lo chiamò lo fece accomodare sul divano insieme ad Hermione. Si stupirono entrambi perché appena il figlio chiuse la porta della camera, il suo viso cambiò espressione, era sollevata e sorridente, non aveva la solita espressione arcigna e disgustata. iniziò a parlare

-         E’ arrivato il momento di raccontarti tutto Harry. Qualche giorno fa mi hai chiesto se fossi vittima di un incantesimo, la risposta come puoi ben immaginare è No. Non sono incantata, sono preoccupata per te e per Dudley.

-         Scusa?- rispose il ragazzo incredulo- Sei preoccupata per me? Ma se da quando ho ricordi dici che sono una seccatura?

-         È vero, mi dispiace, ma ho dovuto mentire, l’ho fatto per te e per una promessa che ho fatto a tua madre… Devo leggerti una cosa, avrei dovuto farlo molti anni fa, ma pensavo che tu fossi troppo piccolo e sapevo che non avrei potuto farlo senza incorrere nelle ire di Vernon.

Estrasse una lettera dalla tasca del giacchetto, era un rotolo di pergamena.

Carissima  Petunia,

so che in questi anni i nostri rapporti sono stati pessimi, in parte per colpa mia, ti ho escluso dalla mia vita perché avevo paura di coinvolgerti in cose più grandi di te. Vorrei che tutto fosse come quando mi venivi a trovare a Hogsmeade nei fine settimana liberi, ti ricordi quanto ci divertivamo insieme? Quante ne abbiamo combinate. Vorrei che le cose fossero andate diversamente, che non ti avesse tradito, che non ti avesse detto “ti amo” per poi lasciarti in lacrime. È stato crudele, ma è anche il mio più caro amico. James dice che di lui non ci si deve fidare, ma non fa testo,è solo geloso, non si fida, ma quello che non capisce è che sta facendo un gioco pericoloso nel quale purtroppo siamo finiti anche noi.  Sono incinta, so che lo sei anche tu, siamo uguali, come sempre, ho paura Petunia, sento che non vedrò il mio bambino crescere e diventare uomo, sento che purtroppo la sua vita sarà difficile e piena di ostacoli. Una cosa ti chiedo, se ci dovesse succedere qualcosa prenditi cura di lui. Promettimi che lo terrai lontano dalla magia finché non arriverà  la lettera da Hogwarts, non ha nessuno a parte te e se io e James moriremo sarai l’unica che gli potrà permettere di vivere. Ti prego.

Mi dispiace che tu ti sia dovuta sposare con Vernon, so quanto lo detesti, ma hai ragione, come sempre, il  bambino deve avere un padre. So che odia la magia e so che tu devi negare che essa esista altrimenti quello schifoso ti picchierà. Vorrei mettergli le mani addosso o mandargli a casa qualche mangiamorte a conciarlo per le feste,vorrei poterti avere qui con me essere felici insieme come quando eravamo piccole, ma il passato non si può cambiare, abbiamo fatto le nostre scelte, e ora ne paghiamo le conseguenze, vorrei però che tu mi venissi a trovare. Ci possiamo mettere d’accordo.

Ti voglio bene e sappi che lui è pentito per quello che ti ha fatto.

                                                                                              Tua sorella Lily Potter.

Alla fine della lettera erano tutti e tre in silenzio, Harry aveva preso in mano il rotolo e lo guardava come se potesse vedere sua madre, Hermione aveva le lacrime agli occhi, e Petunia piangeva copiosamente.

-         Vedi, lo avevo promesso a tua madre, lei mi ha chiesto di tenerti lontano dalla magia e io così ho fatto, avevo promesso di proteggerti dal tuo e dal nostro mondo, di tenerti lontano da Vernon e dalle sue botte,  ma quando ho saputo  di Sirius io ho deciso di dirti la verità, volevo che tu sapessi che ti voglio bene.

-         Tu lo conoscevi?

-         Sì, lui, io, tua madre, Lupin, tu padre e Peter ci vedevamo spesso, in estate o durante i fine settimana a Hogsmeade.  Ci divertivamo molto, poi è successo qualcosa.

-         Cioè? Chi ti ha lasciato?

-         Il mio ragazzo, eravamo molto affiatati, ma io ero e sono una babbana, lui un mago, non avevamo futuro, così mi ha lasciato.

-         Chi era?

-         Il migliore amico di tua madre, era stato il suo ragazzo per un po’ poi tra loro era finita e avevamo iniziato a frequentarci noi due stavamo bene insieme, poi ci siamo lasciati malamente, in verità mi ha lasciato in 2 minuti dopo quasi un anno che stavamo insieme, io ho smesso di parlare con lui, con tua madre, tuo padre e tutti i suoi amici. Eravamo stupidi, e molto giovani, poi ho conosciuto Vernon all’università, sono rimasta incinta e l’ho dovuto sposare, così è nato Dudley. Quando ricevetti quella lettera ero al quarto mese di gravidanza, non ero felice e tua madre mi mancava molto.

-         Perché non mi hai mai detto niente?

-         Tuo zio non voleva. Non riusciva a capacitarsi del fatto che un neonato avesse avuto così tanta importanza in un mondo che lui credeva essere popolato da persone malate di mente, ti ha sempre trattato malissimo fin da piccolo e per ripicca viziava tuo cugino solo per il gusto di ferirti, così per non litigare ogni due minuti e per proteggerti dalla sua ira ho dovuto iniziare anche io a comportarmi come lui, ne soffrivo perché ti voglio bene, ma era l’unico modo per proteggerti. Se ti avessi trattato come uno di famiglia, lui ti avrebbe fatto del male, mi minacciava, capisci…

Lasciò la frase a metà e fu scossa dai singhiozzi, Harry era stordito, non riusciva a credere a tutto ciò che gli aveva detto, era tutto così irreale, incredibile, era perplesso, se  la zia aveva recitato lo aveva fatto con gran bravura. Prese dalle mani la lettera della madre e la rilesse con attenzione, Lily voleva bene a sua sorella, se così non fosse stato non lo avrebbe mai lasciato in quella casa. Si avvicinò alla donna e la strinse tra le braccia, era ancora scossa dai singhiozzi. Hermione li fissava in disparte. Sapeva quello che significava quell’abbraccio per Harry, qualcuno lo amava gli voleva bene ed era la cosa che più si avvicinasse ad una madre.

-         Perché ora? Chiese il ragazzo, perché non l’anno passato subito dopo l’attacco con i dissennatori?

-          Perché ho saputo di Sirius solo quando ti hanno riportato a casa, me lo ha detto un vecchio amico, è stata dura non dirti niente, vederti stare male e non poter aiutarti.

-         Chi ti ha detto di lui?

-         Lupin, voi non vi siete accorti, ma mi ha raggiunto e mi ha detto tutto, sono stata male quasi quanto il giorno che ti trovai sulla porta della mia casa. Sapevo cosa significava: Lily e James erano morti e qualcuno aveva tradito. Pensai a Sirius fino a che un giorno non parlai con Remus che mi raccontò quello che era successo il terzo anno a scuola. Mi venne a trovare una notte mentre Vernon  e Dudley dormivano. Mi raccontò tutto e mi chiese di farti stare il meglio possibile senza destare i sospetti di mio marito.

-         Zia, tu hai paura di lui?

-         Sì. Ma non devi temere, lui non mi farebbe mai nulla, ha troppa paura delle conseguenze. Ci ha provato una volta e Silente gliel’ha fatta pagare molto cara, credo di essere l’unica babbana che ha protetto come una di famiglia.

Detto questo si accorse che si erano fatte le due del mattino, spedì i ragazzi a letto, non prima però di aver dato un bacio sulla fronte al nipote e averlo abbracciato ancora una volta.  Quella notte non dormì affatto, troppe rivelazioni tutte insieme, troppe emozioni si agitavano in lui, si rigirò ore nel letto,ma prese sonno solo all’alba, un sonno agitato e leggero. Hermione invece gli sorrise, si mise a letto e si addormentò.

 

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Capitolo 4
*** ancora ospiti per Petunia ***


Ancora ospiti per Petunia

Ancora ospiti per Petunia

La mattina i due ragazzi si svegliarono molto tardi per le urla che provenivano dal piano di sotto, pensarono che fosse tornato Vernon, ma Harry si accorse immediatamente che la voce maschile che proveniva dai piani bassi non era quella dello zio. Hermione andò a vestirsi in bagno mentre il ragazzo si infilò i jeans e una maglietta e scese. Lo spettacolo che si trovò di fronte fu scioccante anche più dell’incontro con Hermione: Piton e Draco sulla soglia della porta. Era sconvolto, ma quello che sentì lo turbò ancora di più.

-         Non entrerete in questa casa, non metterete piede qui, io lo so chi è quel moccioso che ti porti dietro, è figlio di Lucius, il tuo migliore amico, quello per cui hai tradito…

-         Taci babbana, tu non capisci niente. Silente vuole che lui sia protetto e questo è il posto migliore. Tu lo sai perfettamente. Ora facci entrare.

-         No, tu sei un Mangiamorte, tu porterai Voldemort da noi.

-         No. Io non sono quello che credi. Lo sai qual è il mio ruolo. –

Harry vide il volto di Piton tremare, sapeva che odiava sentire il nome dell’Oscuro Signore, ma non contraddisse Petunia, da quello che aveva capito aveva un bisogno disperato di quel posto per proteggere Malfoy. Il ragazzo sembrava estremamente docile, gli occhi vacui e una faccia persa. Era sotto l’incantesimo Imperius o qualche altra magia, non era da lui essere così tranquillo, o forse aveva solo paura di Piton. Si avvicinò sperando di non esplodere la rabbia repressa nei confronti del professore, appena lo vide però gli venne in mente l’immagine di Sirius dietro al velo, mise tutto il suo odio nel suo sguardo. Chiese alla Zia se ci fossero problemi e lei rispose di no, si scansò e fece entrare i due nuovi ospiti in casa. Li sistemò nella camera degli ospiti, ma essa si rivelò troppo piccola per tutti e due.

-         Draco e Harry dovranno dormire insieme… o dai, non mi guardare così, non ho altra scelta. Hermione prenderà la stanza di Dudley e lui raggiungerà suo padre da mia cognata.

-         Ma mamma- protestò quest’ultimo- io voglio restare.

-         E invece te ne andrai, non ci sono se e ma che tengano.

La zia uscì per accompagnare il figlio al treno, i ragazzi e il professore restarono soli. Harry salì immediatamente in camera, non voleva dividere la stessa stanza con quello che riteneva il maggiore responsabile dei suoi problemi  a scuola, l’estate era peggiore del previsto, due intere settimane con Draco tra i piedi, cosa aveva fatto per meritarsi questo. Hermione lo raggiunse, gli chiese come stesse, ma lui di tutta risposta alzò le spalle. Solo la sera prima aveva conosciuto una parte della famiglia Dursley che non  lo detestava, anzi che lo aveva protetto da tutti i mali del mondo. Si arrabbiò immensamente con Silente, come aveva potuto fargli questo. Hermione non riuscì nemmeno a calmarlo un pochino. Continuava a passeggiare avanti e indietro per la stanza, si sentiva ancora di più in trappola. Dal piano di sotto Piton sbraitò.

-         Potter, comportati come un buon ospite e porta su  bagagli.

-         Ora lo uccido.-

Scese di corsa le scale con una strana luce negli occhi , per la prima volta avrebbe potuto far del male alla persona che più detestava al mondo,(eccettuando forse Voldemort) la ragazza provò a fermarlo, ma non ne ebbe la forza. Piton se lo trovò faccia a faccia.

-         Ora ti uccido… Mocciosus.

Quella parola colpì Piton molto più che mille incantesimi, divenne livido, poi bianco latteo e infine disse:

-         Fallo, vediamo se ne hai il coraggio.

-         Non mi provocare, la colpa è la tua, tu non mi hai insegnato Occlumanzia e io ho fatto quel sogno. Che importava se mio padre ti detestava, che importava se lo avevo visto. Credimi… Mocciosus, ha fatto più male a me che a te. Tu lo odiavi perché era migliore di te.

-         Ho sbagliato, disse a bassa voce, con un sibilo appena udibile, ma Sirius era quello che era, uno spostato…

Non finì di dire la frase che simultaneamente Harry e Hermione gli diedero un pugno. La ragazza fumava di rabbia.

-         Lui era la persona migliore che io abbia mai conosciuto, dove era lei mentre Sirius passava 12 anni della sua vita ad Azkaban, lei sarebbe resistito tanto?-

-         No, Hermione, lui è un Mangiamorte, per tutto il mondo è dalla parte di Voldemort, ne ha talmente tanta paura che non riesce a sentire nemmeno il suo nome, cos’è, il tatuaggio fa male?

-         Tu non sai di quello che parli. Poi smettila di darmi del tu, sono ancora un tuo insegnante e ti dovrò insegnare l’occlumanzia oltre a pozioni, quindi comportati bene.

-         Tu… lei è in casa mia, nella stessa casa dove mia madre è cresciuta, senti la sua presenza qui vero?

In quel momento Petunia ritornò a casa, aveva anche fatto la spesa, chiese ad Harry di aiutarla mentre a Hermione diede il compito di preparare le stanze, era un po’ nervosa, ma era serena, non l’aveva mai vista così.  Le chiese di sua madre. Lei le raccontò tutto o quasi.

 

 

############################################################ringrazio Sphinx per le sue recensioni e faccio i complimenti per la sua fic Chase Mate. ringrazio chi mi ha commentato nei primi capitoli a chi ha chiesto che saranno le coppie rispondo: leggete e scopritelo, comunque per quanto riguarda Harry potete già immaginare con chi finirà, già si capisce...

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Capitolo 5
*** incubi, ricordi e confessioni ***


Incubi,ricordi e confessioni

Incubi,ricordi e confessioni

“ C’è stato un tempo in cui io e tua madre eravamo inseparabili, sempre insieme,combinavamo disastri a non finire. Fino al suo ultimo anno ad Hogwarts, l’andavo a trovare tutte le settimane, i miei avevano avuto un permesso speciale che mi permetteva di andare da Lily ogni volta che volevo. Mi avevano preso una camera a Hogsmeade e io passavo tutto il mio tempo con loro. Ero una babbana, ma mi piaceva il loro mondo, quando eravamo piccole lei faceva sempre magie per me. Conoscevo tutti i suoi amici: Lupin, Sirius e poi quando tuo padre smise di fare il bulletto anche lui si unì a noi. Eravamo inseparabili, ci volevamo bene. Nessuno mi chiamò mai babbana in tutta la loro vita, forse una volta Peter, ma la pagò molto cara. Lei era meravigliosa, aveva tutti i ragazzi  ai suoi piedi, era brillante, bellissima e si faceva amare da tutti. Vivevamo in simbiosi io per lei e lei per me. I suoi amici mi proteggevano da Vernon, lui mi veniva dietro ed era piuttosto seccante. Ero felice in quegli anni, molto felice, avevo degli amici e  con  cui passare il tempo, era magnifico. Quando dovevo tornare a casa ero sempre un po’ triste, ma lo facevo con la speranza di poter tornare il fine settimana successivo. Lei mi voleva bene, mi mandava gufi ogni settimana per raccontarmi quello che succedeva a scuola. Seppi per prima della cotta che si era presa per tuo padre, e lei stessa mi raccontò del loro primo bacio. Intendiamoci, lo sapevo già perché ero la migliore amica di James. Mi aveva scritto molte volte per chiedermi di mettere una buona parola, io ci avevo provato, ma tua madre proprio non lo sopportava. Riuscivo a malapena a tenerla lontana da Malfoy, ne era innamorato perso, ma lei era impegnata, non con tuo padre con un altro ragazzo, che manco a dirlo era un Serpeverde, lei adorava mettersi nei guai, detestava le divisioni delle case e faceva di tutto per evitare scontri. Cosa molto complessa visto che tuo padre e il serpeverde si detestavano. Non so per quale motivo tua madre fosse così legata a lui, sta di fatto che anche dopo essersi lasciati restarono molto amici. Poi mi sono intromessa io e ho rovinato tutto. Mi innamorai di quel ragazzo da prima che tua madre lo lasciasse per James, ma lui non aveva occhi che per lei. Così quando si lasciarono io  raccolsi i cocci e dopo un paio di mesi ci mettemmo insieme. Eravamo magnifiche io e tua madre, felici come non lo eravamo da troppo tempo. Ma io dovevo tornare a casa e tutte le volte le avanches di tuo zio si facevano più pesanti, ne avevo paura. L’ultimo trimestre del settimo anno accadde qualcosa, i tuoi genitori erano impegnati negli esami, così come tutti i gli altri, mi sentivo talmente sola, così andai al villaggio di Hogsmeade, volevo passare un po’ di tempo lontana da Vernon e da Londra. Gli altri mi raggiunsero, ma tra loro c’era tensione, una rigidità talmente forte che non riuscii ad imputarla alla  solita rivalità tra James e il mio ragazzo. Erano arrabbiati, ma io non riuscivo a capire perché. Per la prima volta nella sua vita tua madre mi aveva tagliato fuori. Parlavano bisbigliando per poi arrestarsi nel momento che entravo nella stanza, la situazione era irritante. Chiesi più di una volta spiegazioni, ma loro non me le diedero, se la cavarono dicendomi che erano cose che avrei preferito non sapere. Un giorno, finita la scuola, successe la cosa peggiore che io potessi immaginare: Lui, il mio ragazzo mi lasciò con parole molto dure, le ricordo come se fosse ieri: - Sei solo una sporca babbana e tua sorella una piccola lurida mezzosangue. Ci restai malissimo, ma la cosa che mi fece più male fu il comportamento di tua madre, lei gli dava ragione. Tornai a Londra, volevo fare più male possibile a tutti quelli con cui avevo vissuto in tutti quegli anni. Una sera sedussi Vernon, una sciocchezza, ma credimi, avevo perso mia sorella, il mio migliore amico e il mio ragazzo tutto in una sera. Bhè, il resto è storia, quattro anni dopo tua madre mi inviò quella lettera, Voldemort era sulle loro tracce e aveva paura. Andai a trovarla e per qualche giorno mi sembrò di essere tornata ai vecchi tempi, ma alla fine dovetti tornare a casa perché Vernon mi rivoleva, mi ero accorta che nel voler ferire l’unica persona che io abbia mai amato, mi sono condannata ad una vita di infelicità…”

Petunia pianse nuovamente e Harry l’abbracciò, nessuna donna lo aveva mai abbracciato, nessuna che potesse essere comparata ad una madre, a parte forse la signora Weasley.

Non visto Piton aveva osservato tutta la scena, aveva lo sguardo mesto di chi non sa proprio cosa fare, tornò in salotto,dove Hermione e Draco si guardavano in cagnesco.

“ Sempre a rompere quei due, possibile che non riescano ad impiegare meglio il loro tempo? Devo passare in questa maledetta casa la fine delle mie ferie, ho quella piaga di Draco alle costole e Petunia avrebbe preferito avere in casa una mummia assassina piuttosto che me. Potter, poi, come si permette di chiamarmi Mocciosus, è come il padre, uguale identico a lui. Si diverte solo perché è il ragazzo che è sopravvissuto, quanto mi dà i nervi quando mi guarda con quegli occhi… Gli occhi di Lily… dannazione, ci sono cascato di nuovo. A lei non devo pensare, non devo farlo,almeno non qui.”

Ritornò in salotto si sedette imbronciato davanti a Draco. Gli voleva bene, era il suo padrino e lo conosceva come pochi al mondo, sapeva quanto orgoglio aveva dovuto ingoiare per essere lì, lo aveva solo incantato per fargli dimenticare come ci fossero arrivati, doveva proteggerlo. Harry si presentò in salotto dicendo che la cena era pronta. Si sedettero a tavola, un silenzio pesante era sceso tra di loro, ognuno guardava nel proprio piatto, Hermione era agitata, temeva che di lì a poco sarebbe successo il finimondo. Ma non successe nulla, tutti ignoravano ed erano ignorati. La cena passò e fu il momento di andare a dormire. Tutti avevano sperato che quel momento non arrivasse, Harry e Draco non avevano nessuna voglia di dividere la stessa stanza. Non si erano scambiati nemmeno una parola da quando si erano visti, il serpeverde era molto, troppo silenzioso

-         Quello è il tuo letto, fa come fossi a casa tua.

Lo disse in maniera sprezzante, non gliel’ avrebbe fatta passare liscia tanto facilmente. Uscì dalla stanza, voleva passare meno tempo possibile con lui, bussò alla camera di Hermione, la ragazza lo fece entrare.

-         Silente si è ammattito? – chiese il ragazzo- come può anche solo pensare che io possa dividere la camera con lui, non lo sopporto, e poi tutta quella calma è veramente sospetta. Poi Piton… lo so ho esagerato, ma non lo sopporto, anche tu però, bel destro!!

-         Sirius era anche un mio amico e chiunque offenda la sua memoria offende anche me. –

Sorrise, quel dolce sorriso che sembrava fermare il tempo e lo spazio, che lo faceva star bene, se ci fosse stato Ron sarebbe diventato paonazzo. Ne era cotto, ormai lo sapeva da tempo, ma ogni volta che aveva provato a dirglielo, lui si era infuriato. Era arrivato il momento di chiedere alla sua amica quello che provava.

-         Hermione, ora ti chiederò una cosa, è molto personale, ma devo farlo, più per me che per te, sono curioso e poi penso che ti faccia bene parlarne… cosa provi per Ron?

-         Io… io… - balbettò diventando di tutti i colori, poi preso un bel sospiro disse:- ne sono innamorata. Da tantissimo, solo che quando sono con lui il mio cervello si spegne e mi escono dalla bocca le cose più assurde. Non facciamo altro che litigare, non voglio stare male come quando non mi ha invitata al ballo del ceppo, o come quando mi escludete, gli voglio troppo bene. L’ho capito l’anno scorso, ma quello che sento lo provavo praticamente da quando ci siamo conosciuti.  Lui mi piaceva tanto, ma ero rassegnata ad essere l’eterna amica, poi al quarto anno ho anche creduto che fosse geloso… mi sbagliavo. Non capisco mai quello che vuole e ho paura di sbilanciarmi.

-         Lo so, è uno zuccone, ma vedrai che le cose si aggiusteranno.

Dopo averle dato un bacio in fronte chiuse la porta e se ne andò in camera sua, Draco dormiva già. Si addormentò quasi subito, un sogno agitato, ma senza sogni di grande effetto, era tanto che non visitava più la stanza della Morte o il cimitero. Ad un tratto un urlo lo svegliò di soprassalto, prima di mettersi gli occhiali afferrò la bacchetta. Si guardò intorno ma non vide niente, sentiva solo il suo compagno di stanza agitarsi nel sonno. Per una volta lo vide come un ragazzo normale, non una macchina perfetta che non tradiva nessuna emozione. Sapeva cosa si provasse a fare incubi, a svegliarsi nel cuore della notte madidi di sudore e con la paura della solitudine, capì quello che doveva fare, un semplice gesto: svegliarlo.

-         Malfoy, calmati, è solo un incubo, un brutto sogno.

-         … padre, padre, no, non puntarla contro di me, io sono tuo figlio.

-         Malfoy… Draco, svegliati, è un brutto sogno.

-         … no, io non ho fatto niente, c’ho provato, ho tentato, ma lui è troppo protetto… non ti sto mentendo… ABBASSA LA BACCHETTA… AH, AH, AH…

Harry capì che non era un sogno qualunque, stava sognando una cosa accaduta veramente, il padre aveva tentato di ucciderlo e a giudicare da come si contorceva nel letto doveva aver usato una maledizione senza perdono. Provò più e più volte a svegliarlo, ma senza risultati, gridava, piangeva allo stesso tempo. Harry realizzò che non avrebbe potuto svegliarlo senza dirgli che aveva sentito tutto quello che aveva detto e tutto quello che gli aveva visto fare… tipo piangere.

-         Malfoy, svegliati- si avvicinò al letto e lo osservò, stava piangendo copiosamente.

-         … padre, ti prego, non sono stato io a farlo andare al ministero, c’è andato da solo con i suoi stupidi amici, ho tentato di fermarlo… no, voglio dire che ho finto di tentare di fermarlo la Umbridge mi avrebbe beccato… ti prego, non di nuovo… AAAAAHHHHH!!!!!

-         Malfoy- disse Harry più ad alta voce.

-         … padre, io non ho tradito, perché non mi credi.

-         Draco, svegliati per la miseria, o sveglierai tutto il quartiere con le tue grida.

Il ragazzo si mosse, si stava per svegliare, Harry si rimise a letto, non voleva farlo star più male di quanto gia non stesse, aveva ragione Luna, provava pena per lui. Si riaddormentò, e questa volta fu il suo turno di incubi, ne ebbe una vasta gamma, dalla notte nei sotterranei con Raptor, fino alla morte di Sirius, poi sentì inconfondibile l’urlo di sua madre… lo stesso che provava quando nei paraggi c’era un dissennatore. Urlò, fu Malfoy a svegliarlo.

-         Potter se continui così non dormirò tutta la notte. Che c’è Potterino, brutti sogni?

Harry non rispose, un gelo gli attanagliò lo stomaco e l’aria si fece più cupa. Lui e Malfoy si guardarono (per la prima volta senza odio) un cenno d’intesa e agguantarono le bacchette: c’era un dissennatore nel giardino. Draco non riusciva a muoversi, probabilmente stava rivivendo lo stesso sogno di poco prima. Harry sapeva cosa si provasse, si concentrò sul suo momento più felice, meccanicamente scartò quelli legati a Sirius e ai suoi amici, c’era troppo dolore.

-         Malfoy, pensa a qualcosa di felice, qualsiasi cosa, anche la più stupida, per favore, non lasciarti sopraffarti dal dolore. “ Harry” si disse “pensa alla cosa più bella che hai nella tua vita” la mente corse  alla ricerca disperata di un motivo per non lasciarsi sopraffare. Poi venne, un’immagine nitida, chiara, Luna, Ron e Hermione.

-         Especto Patronum.

Dalla bacchetta fuoriuscì come al solito un maestoso cervo argenteo che cacciò il dissennatore dal giardino. Si sedette un secondo per terra, poi si ricordò, Draco, steso inerte per terra. Lo portò sotto in cucina, gli bagnò la faccia e dal frigo, nascosta dalle verdure, prese della cioccolata.

-         Malfoy? Stai bene?

-         È sta… stato tremendo.

-         Mangia questa, io sveglio gli altri. Sei sicuro di stare bene?

-         Sì.

Almeno era tornato il solito arrogante di sempre, per un momento Harry aveva pensato che fosse quasi una persona normale. Entrò nella stanza di Hermione per svegliarla, si agitava nel sonno, il dissennatore aveva avuto effetto anche su di lei. La svegliò dolcemente e la invitò a scendere e a prendere un pezzo di cioccolata, poi svegliò anche sua zia, era gelata e appiccicaticcia, la spedì al piano di sotto per farla sentire meglio, si recò da Piton, anche lui aveva gli incubi e strillava.

-         … non è stata colpa mia, tu mi hai fatto arrabbiare, lui era anche mio amico.

-         Professor Piton.

-         … lo so che non ci credi, ma prima di Azkaban io e lui eravamo buoni amici… che c’entra il pensatoio, erano solo ricordi…

-         Piton…

-         … non volevo finisse così, almeno tu Remus devi credermi…

-         Mocciosus…

Si svegliò, era ora, stava veramente male, per la prima volta vide il tatuaggio su una persona che conosceva, era orribile e pensare che Percy se lo era appena fatto fare.  Appena Piton lo vide riacquistò in una frazione di secondo la sua freddezza e i suoi modi sprezzanti.

-         Cosa c’è Potter, incubi?

-         Perché lei no?! Comunque non è per questo che l’ho svegliata, c’era un dissennatore in giardino, non è necessario che si preoccupi inutilmente, l’ho cacciato,ora deve scendere a mangiare un po’ di cioccolato.

-         Per questo i sogni…

-         Quali sogni?- rispose vago

Aveva deciso che per quella sera aveva visto troppo e voleva solo dormire, ma se si fosse addormentato di nuovo lo avrebbe sognato, avrebbe sognato Sirius e non voleva. Scese in cucina, stavano tutti un po’ meglio, lui si sentiva il cuore pesante, da tanto, troppo tempo non sentiva la madre urlare nella sua testa. Ritornarono tutti a letto, i tre ragazzi dormirono insieme, perché Hermione aveva troppa paura per restare da sola.

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Capitolo 6
*** notte in bianco ***


Notte in bianco

Notte in bianco

Nessuno dei tre riusciva a dormire, erano terrorizzati, ovviamente Draco e Harry non lo avrebbero mai ammesso, ma era così. Si sedettero agli angoli opposti della stanza, in silenzio, lo sguardo del serpeverde erano basso e vacuo, sembrava stesse soffrendo veramente. Non riusciva a guardare negli  occhi Potter, si sentiva un idiota ad essere svenuto in quel modo e poi davanti a lui, chissà cosa stava pensando. Era un mago mediocre e inutile, suo padre aveva ragione, però una cosa era riuscito a farla, combattere contro Voldemort, lo aveva fatto in disparte, da solo insieme a Piton, ma lo aveva fatto bene, non poteva prevedere tutto però:non aveva previsto che Sirius morisse, non lo avevano previsto, ne lui ne Severus. Avevano reso la vita impossibile a Harry solo per impedirgli di farsi del male… almeno di non farsene troppo, ma era colpa loro se quell’idiota si attirava i guai addosso come una calamita il ferro? Cercava sempre di mettersi in mostra, lui e quelle suoi amici ridicoli: Ron, quell’idiota babbanofilo che ogni volta che lo vedeva gli prudevano le mani, Hermione, la saputella mezzosangue e … no a lei non doveva pensare… a quegli occhi luminosi, a quel viso solare anche nei momenti peggiori .

“ Draco, ma cosa fai, lei è una mocciosa impertinente, che non fa altro che insultarti, ti detesta e tu che fai? Il grande Malfoy quello che non deve chiedere mai? Non fai altro che fare lo svenevole per la fan n° 1 di San Potter… però stanotte non ha fatto commenti… allora la smetti ti sei bevuto il cervello” si doveva sfogare con qualcuno.

- Allora Potteruccio, hai fatto brutti sogni?

Harry ingoiò l’orgoglio, non voleva litigare, lo aveva visto piangere, quindi per quella sera la sua razione di rivalsa l’aveva avuta, e poi la cosa migliore era che era svenuto davanti il dissennatore, sì, per quello poteva prenderlo in giro.

-         Almeno io dal dissennatore mi so difendere, tu sei svenuto o sbaglio?

-         … no, non sbagli, ma io non grido nel sonno il nome di un criminale morto.

Fece un altro respiro, ma Hermione lo precedette dicendo a Draco di farsi gli affari suoi. Poi sussurrò all’orecchio del suo amico

-         Hai sognato Sirius?

-         Il dissennatore doveva essere in giardino da prima che lo vedessi, che lo avvertissi.

-         Hai sentito tua madre?

-         Sì, e come al solito è stato terribile. Tu stai bene?

-         Ho sognato …

Draco li osservava, avrebbe dato più o meno qualsiasi cosa per avere un amico, un vero amico, uno della sua età. Aveva Severus, ma non era la stessa cosa , li vedeva accoccolati l’una nell’altro. Harry la circondava con le braccia e lei era completamente abbandonata nel suo abbraccio…

“ dannazione, devo smetterla, sono troppo svenevole, accidenti a Piton e all’idea di venire qui. Come gli è saltato in mente dopo quello che gli ho raccontato che sarei potuto stare bene in questa casa. Mi sa che però prima ho un po’ esagerato, lo so che mi ha svegliato lui, ma allora perché non ha detto niente, io lo avrei fatto… logico, lui è San Potter, io solo Draco Malfoy, un mago della più bassa specie, lei ne è ancora innamorata, me ne sono accorto quando l’anno scorso mi ha bloccato nell’ufficio della Umbridge,Dio! com’era bella…. BASTA DRACO … stai perdendo la ragione…” si alzò di scatto e scese le scale, voleva togliersi dalla mente tutte quelle idee svenevoli e sentimentali, lui era un Malfoy e i Malfoy non amano o forse amano meno intensamente… non voleva pensarci. Si sedette sul divano gli occhi chiusi, voleva stare solo. Era cresciuto da solo e da solo sarebbe andato avanti, avrebbe ingoiato l’orgoglio, le lacrime e il dolore e avrebbe continuato a vivere. Ma si poteva dire vita quella? Suo padre nemmeno due sere prima aveva usato su di lui la Maledizione Cruciatus, per fortuna Piton gli aveva impedito di completare l’opera portandolo via dicendogli che se lo avesse ucciso la scuola se ne sarebbe accorta, anche perché per la legge lui doveva essere sotto la custodia del suo padrino.

-         Se lo uccidi e io non te lo impedissi, Silente mi solleverebbe dall’incarico, lo sai, si fida di me e vi serve qualcuno da dentro.

Suo padre si era mostrato d’accordo, una volta soli Piton lo consolò come poteva, sapeva che non c’erano parole per quello che era accaduto, lo abbracciò solamente. Si volevano bene,  Severus era per Draco come un secondo padre, per questo ce l’aveva ancora di più con Harry e i suoi dannatissimi occhi, ogni volta che Piton li guardava anche solo di sfuggita  vedeva lei, il suo sorriso, la sua gioia di vivere, lo  vedeva lanciargli sguardi disgustati ma dietro c’era un dolore antico, mai del tutto sopito, e ora era lì in quella casa, con l’altra sorella. Quelle vacanze erano un disastro. La faccia di Lucius Malfoy gli tornò in mente, che sguardo aveva mentre lo stava torturando...maledizione, in fin dei conti era suo padre. Una lacrima gli scese su una guancia, poi un’altra e un’altra. Si alzò inferocito con se stesso, non doveva piangere, non lì, si avviò in cucina, si sciacquò la faccia e si sedette su una sedia, erano tre giorni che non dormiva. Ma aveva paura di dormire, troppi sogni.

-         Stai bene?

-         Certo Potter.

Non era stato sprezzante come al solito, si maledisse, non voleva mostrarsi debole, non con lui, lui aveva tutto, amici, donne e una vita avventurosa… una famiglia inesistente… su certe cose almeno erano simili.

-         La mezz… la Granger  si è addormentata?

-         Sì, troppe emozioni, poi il dissennatore l’ha distrutta, non fa piacere, vero?

-         No… Potter…

-         Che vuoi Malfoy.

-         Ti propongo una tregua, tu hai bisogno di parlare e io… Dio sa solo quanto. Questa notte, non saremo Potter e Malfoy, ma Draco e Harry. Solo per adesso, poi ricominceremo a tormentarci. La notte è stata terribile per entrambi.

Aveva bisogno di un amico, di una persona che lo potesse capire e Potter lo avrebbe ascoltato, lui era San Potter, Grifondoro per scelta e vocazione, sperava che gli desse una seconda opportunità. Voleva mostrargli il vero Draco.

-         Non mi fido…

-         Lo so, ma almeno proviamo, magari si riesce a parlare in maniera civile. Comincio io se non ti fidi.

Aveva mollato tutte le maschere e gli atteggiamenti di sempre, aveva capito che per una volta l’unica persona che poteva capirlo era lui, aveva bisogno di un amico. Dal canto suo Harry voleva parlare, parlare con qualcuno di  tutto quello che aveva in testa. Annuì, per una sera si poteva fare.

-         Posso chiederti una cosa? Me la sono sempre chiesto, ma sai non era il caso di venire da te e chiederti, ehi, scusa Potter, mi dici perché ti sto così antipatico? Sai non che mi interessi, ma tu odi solo me o tutti i serpeverde?

-         Io non… veramente non lo so, il primo giorno ti sei comportato come uno schifoso razzista nei confronti di Ron, lui era la prima persona dopo anni che non si schifava della mia vista e che anzi ne era ammirato, mi era simpatico e tu lo hai insultato, e poi scusa, che senso aveva quella frase?

-         Non lo so, ero un idiota che pendeva dalle labbra di un padre che non l’ aveva mai , nemmeno guardato in faccia,  un padre che qualsiasi cosa facesse non era mai abbastanza. Lui mi aveva detto di diventarti amico in modo tale da poterti controllare meglio, ma proprio non ci riuscivo, eri così spaurito, mi facevi quasi pena e poi dall’età di 5 anni che faccio tutto il contrario che dice mio padre. Sono uno stupido masochista, cerco il suo ’affetto e non seguo le sue regole.

-         Le sue regole sono stupide, razziste e crudeli… non so se lo sai, ma ha tentato di uccidermi l’anno scorso. Lui e i suoi compari hanno ucciso Sirius…

Due grosse lacrime scesero sulle guance, si vergognò come un cane, ma non gli importava, voleva disperatamente parlarne con qualcuno, che importava se quello era Malfoy.

-         … tua zia Bellatrix l’ha colpito, lui è caduto… e …

-         Harry, mi dispiace sul serio, lo so che tu volevi bene a Sirius, me lo ha detto Piton

Lui e la sua boccaccia, si era ripromesso di non nominarlo, di lasciarlo fuori, di tentare di sviare l’odio di Harry in un’altra direzione.

-         Piton- rispose fumante di rabbia- lo odiava, si detestavano. Lo prendeva sempre in giro per quello che non poteva fare da fuggitivo… ma la colpa è solo mia. Cambiamo discorso?

-          Io …Ti ho svegliato questa notte vero? Lo so che sei stato tu a farmi uscire dall’incubo. Più che incubo era un ricordo… un ricordo di due sere fa… mio padre, il mio carissimo padre, mi stava per far fuori.

A dispetto della sua voce distaccata gli occhi si erano fatti vacui, lucidi, Harry notò che tratteneva a stento le lacrime pregò con tutto se stesso che nessuno li vedesse che nessuno ascoltasse le loro confidenze.

-         Lui mi considera un figlio degenere, mi ha rovinato la vita, ma nonostante tutto cerco sempre la sua approvazione, solo che di solito uno per trovarla deve far piacere alla persona da cui si vuole sentire apprezzato, ma io da bravo cretino, ho fatto tutto il contrario di quello che lui voleva. D- d- dov-dovevi vedere come mi guardava. Spero che a nessuno e intendo nessuno succeda quello che è successo a me.

Questa volta pianse. Un pianto dirotto irrefrenabile… per un bel po’, poi si riprese, non era da lui sfogarsi così, ma non era nemmeno da lui stare seduto con San Potter a confidarsi, ma sentiva che in parte lo poteva capire. Parlarono ancora un po’, poi alla fine si addormentarono sul tavolo, uno davanti l’altro. Li trovò la mattina Petunia che scendeva per fare colazione.

 

\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\ grazie a Sphinx, che continua a seguirmi e a farmi i complimenti... che pensi di questo capitolo folle? grazie anche a Sere ed Elisabetta... continuate a dirmi come la pensate, chissà che il racconto non migliori

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Capitolo 7
*** paura d'amare ***


Paura d’amare

Paura d’amare.

Scendendo le scale Piton vide la donna  che osservava qualcosa in cucina, le si avvicinò pregando intimamente che l’esperienza col dissennatore l’avesse scossa a tal punto da dimenticare chi era stato lui, cosa si erano fatti in passato e perché lo detestava. Ma le sue preghiere non furono ascoltate: appena Petunia si girò e lo vide gli scoccò un’occhiata di sommo disgusto gli disse di non fare rumore e si allontanò. Appena vide la scena della cucina sorrise, un sorriso di comprensione.

“ Silente aveva ragione, dovevano solo parlarsi, si sono scoperti più simili di quello che pensassero. Se sapessero tutto allora davvero sarebbero inseparabili.” Harry si svegliò per primo e svegliò anche Malfoy.

-         Draco, svegliati, non vorrai che ci vedano?

-         Cosa dovrebbero vedere Potter, non  ti sarai mica innamorato di me?!

-         Idiota!!

Harry si allontanò, sorrise, sapeva che le cose tra loro erano cambiate, sentiva che c’era un legame forte, ma la mattina dovevano essere i soliti nemici di sempre. Anche Draco sorrise, si era sfogato e San Potter non lo aveva preso in giro, nemmeno per un secondo.

“ A volte penso che sia migliore di me su molti fronti, però sono stato io a mollare le resistenze per primo, non è facile proteggere qualcuno che ti odia e di cui sei invidioso perso. Perché?… perché lui è Potter, lo sfregiato, perché ha salvato il mondo gia 5 volte, perché ha… lei. No, non di nuovo, non ci devo pensare, la devo mettere da parte, e poi chi è che mi dice che quello che provo non sia solo libidine? Ho mai amato? Qualcuno mi ha mai amato? Si può amare senza che nessuno te lo abbia mai insegnato? Dannazione, di nuovo Draco pappamolle… devo smetterla…”Venne interrotto da Hermione che era scesa per fare colazione, non lo degnò nemmeno di uno sguardo, c’era abituato, ma lei era così supponente, lo faceva sentire ancora più idiota  la detestava, era un’insopportabile so-tutto-io, viveva per umiliare gli altri e poi lo aveva schiaffeggiato un paio di volte,  nessuno aveva mai schiaffeggiato Draco Malfoy, nemmeno sua madre. Le si avvicinò e con il suo solito tono sprezzante:

-         Allora Granger, dormito bene?Tanti brutti sogni? Per fortuna che c’era san Potter a salvarti e a coccolarti come un cavaliere servente?  Chissà cosa direbbe Weasley se gli raccontassi casualmente che ieri ti sei addormentata tra le braccia del suo migliore amico? A proposito dov’è il fedele scudiero? Lascia il Paladino da solo?

-         Taci Malfoy, almeno io ho degli amici che non spariscono nel momento del bisogno.

-         Meglio solo che con quei due, il paladino e il suo fedele scudiero.

-         Sicuramente sono più intelligenti di quei due troll che ti porti dietro… Ron, Ginny.

-         Ma sei  scema?!

Si accorse solo allora che non lo stava ascoltando guardava fuori dalla finestra, c’erano i due Weasley  e Lupin.

“Merda!! Ora le cose si complicano.”

Hermione sentì lo stomaco contrarsi, il cuore fermarsi e poi correre all’impazzata, Ron era lì, era tornato, uscì dalla porta sul retro e senza curarsi di  nessuno lo abbracciò, sentì il ragazzo irrigidirsi, sapeva che era diventato violaceo, ma non gli importava niente, erano 5 settimane che non lo vedeva che non lo sentiva parlare, era felice tanto, troppo. Ron dal canto suo era stato l’essere più felice del mondo, l’aveva di nuovo accanto a se la poteva stringere e non si era schifata nel vederlo anzi lo aveva abbracciato. Si maledisse per non riuscire a esprimerle la gioia che racchiudeva nel suo cuore. Lei si staccò dall’abbraccio e gli mollò uno schiaffo.

-         Sei un idiota.

Lo riabbracciò di nuovo e questa volta lui ricambiò. Hermione pianse silenziosamente, lui se ne accorse.

-         Cosa succede?

-         Sei un idiota, come hai potuto anche solo pensare che io e Harry ti avremmo giudicato? Io non ti capisco, tu non sei lui, non sei tu ad essere uno schifoso mangiamorte. Ti conosciamo e sappiamo che non lo faresti mai.

-         Avevo paura del tuo giudizio, di quello di Harry… Sirius è morto per colpa dei mangiamorte, hanno tradito i genitori di Harry…

-         Questo cosa c’entra- intervenne il diretto interessato, li aveva lasciati soli per un momento poi si era avvicinato per salutarlo, era contentissimo di vederlo e si era sentito ancora una volta in colpa per averlo invidiato l’anno precedente.- Io lo so che non sei uno di loro. Tu non faresti nulla ne a me ne a chiunque altro che non fosse…

-         Malfoy!!! Cosa cavolo ci fa lui qui.- Ron impugnò la bacchetta e si avventò su Draco voleva fargli male, il più possibile, lui era figlio del mangiamorte peggiore al mondo e approvava i metodi del padre.

-         Weasley, cos’è che ti rode? Io sono qui da ieri e credimi vorrei essere in qualsiasi altro posto. Babbani ovunque e dividere la stanza con lo sfregiato e a quanto sembra anche te. Oh, ma guarda chi c’è la tua sorellina… ciao !!

-         Tu non ti devi nemmeno avvicinare a lei- lo fermò il rosso.

Harry non sapeva cosa fare, Ron si sarebbe messo nei guai se avesse usato la magia. Si mise tra loro.

-          Ron lascialo stare, è solo uno stupido ragazzino abbandonato dai suoi genitori che crede di farsi grande dando fastidio a te.

-         Almeno io i genitori li ho ancora… “ Brutto idiota cosa cavolo dici? Ora ti gonfia di botte e avrebbe anche ragione. Comunque ha iniziato lui”

Sorprendentemente Harry non disse  niente abbassò lo  sguardo, fu Ginny ad intervenire, gli mollò un ceffone di proporzioni titaniche, gli restò lo stampo della mano in faccia. Anche Lupin si era avvicinato, lo guardò con odio, disgusto e pietà. Si sentì penetrare da quello sguardo. Se ne andò con la coda tra le gambe. Li vide chiacchierare tutti insieme in giardino e sentì nuovamente un fiotto di invidia che lo inondava. L’amicizia era l’unica cosa che desiderava, avere qualcuno con cui parlare e dopo quello che aveva detto a Harry  non aveva nemmeno più lui con cui comunicare. “Ne è ancora innamorata, dannazione, io sono uno stupido, potevo starmi zitto e incassare, lui doveva sfogarsi, perché devo essere orgoglioso?... Ma cosa mi prende, sono diventato una femminuccia, che Piton mi abbia fatto un incantesimo? No, purtroppo lo so che mi prende e mi fa una paura del diavolo.”

 

-         Cosa cavolo ci fa qui?

-         Silente ce lo ha spedito insieme a Piton, dovevi vedere mia zia quanto era furiosa, non so cosa li leghi, ma sono perfettamente convinto che in un passato molto lontano erano amici.

-         Cosa?!

Hermione gli raccontò brevemente tutto quello che era successo, mentre Harry entrò in casa con la scusa di prendere qualcosa da bere per tutti. Trovò Draco in cucina, non lo degnò nemmeno di uno sguardo lo aveva colpito e affondato. “ Anche se i suoi sono pessimi genitori  almeno lui lo hanno cresciuto… maledetto, prima il dissennatore, poi lui… però l’ho provocato, ha dovuto rispondere.”

Lasciò una coca- cola sul tavolo e uscì di nuovo. Osservava Hermione e si domandava come Ron non si accorgesse di  nulla, era così evidente che ne era innamorata. Lui anche la guardava come se volesse che tutti gli altri sparissero per stare da soli, ma sarebbe finita come al solito, parole di circostanza e silenzi imbarazzanti. Com’erano cambiati i suoi amici, lei non era più la saputella so tutto io, era diventata una bellissima donna, Ron era più maturo,meno fifone e credeva molto di più in se stesso. A volte era geloso di loro due, sapeva che i loro continui battibecchi erano solo un modo per stare insieme, lui il coraggio per dire alla ragazza che gli piaceva che si stava innamorando non ce lo aveva e inoltre aveva paura di perderla come aveva perso tutte le persone che amava. Cho era solo un a ragazzina carina, mentre lei era anche una sua amica, ci si trovava bene, parlavano di tutto, ma lei non lo avrebbe degnato nemmeno di uno sguardo, come si dice, l’amicizia e l’amore sono due binari che non si incontrano mai. Lupin lo distolse dai suoi deliri amorosi riportandolo alla realtà.

-         Harry, dov’è tua zia?

-         In casa credo, non la vedo da questa mattina.

Entrarono e subito si resero conto che sua zia era intenta a litigare con Piton.

-         Tu mi hai tradita. Non ti perdonerò mai. Sei un mostro, la vedi la mia vita? Fa schifo e la colpa è solo tua.

-         Petunia, lo sai che non potevo fare altrimenti, ti avrei messo in pericolo, non volevo che ti succedesse niente…

-         La verità è che non l’hai mai dimenticata, che anche quando stavi con me tu volevi lei.

-         Non è vero…

-         Hai permesso che Sirius morisse, hai reso la vita insopportabile a Harry, cos’è, i suoi occhi ti fanno ricordare che li hai traditi?  Sei stato, sei e sarai sempre un piccolo insignificante Mocciosus. James aveva ragione a detestarti. Schifoso mangiamorte.

Le due parole nella stessa frase avevano avuto un effetto devastante nel cuore di Piton… non gli aveva mai parlato in quel modo. Prese la bacchetta e la puntò contro la donna. Negli occhi c’era odio, odio per quello che provava ancora, odio per quella donna che le stava facendo riprovare sentimenti che credeva cancellati, odio per se stesso.

-         Non sai di quello che stai parlando sporca babbana, tua sorella era solo una piccola mezzosangue impertinente.

-         Ma tu l’amavi…

Harry restò sconvolto da quelle 4 parole, non capiva, non voleva capire. Vide Malfoy accanto a se che sospirò e fece un espressione di pena, rivolta al professore. Piton si era bloccato era come svuotato perso in un ricordo. Harry si mise tra lui e la zia per proteggerla. Quando Severus riaprì gli occhi …li vide, gli occhi di Lily. Ci mise un po’ a capire che era Harry.

-         Spostati Potter. È una faccenda tra me e tua zia.

-         No, posi la bacchetta.

-         Non puoi usare al magia fuori dalla scuola…

-         Lui no, disse Lupin, ma io sì, spostati Severus, lascia stare Petunia.

Piton si spostò scese le scale e uscì di casa, doveva prendere una boccata d’aria, doveva uscire e lasciarsi sbollire, lei sapeva la verità , sapeva che aveva dovuto farlo, sapeva che non era vero che l’aveva presa in giro, che quando erano stati insieme l’amava sul serio e per lui Lily era solo un’amica e non si erano lasciati solo perché lei si era presa una cotta per Potter, ma anche perché si era innamorato di Petunia. Gli piaceva quando erano tutti insieme, perché potevano stare insieme quando Lily e James litigavano, (cioè sempre)Lily non si accorgeva che quello era un modo per farsi notare da Potter, la conosceva e sapeva che si stava innamorando del suo peggior nemico e la cosa buffa era che Piton non ne soffriva, anzi era contento,perché non si sarebbe sentito troppo in colpa nel confessare a Lily di essersi innamorato di Petunia.

Si sedette su una panchina, Silente come poteva pensare che tutti i ricordi venissero cancellati, il dolore cancellato, lo detestava, lo aveva costretto a fare da balia a quei mocciosi e a lei.

“Dannazione Lily, ho bisogno di te, tu mi capivi e riuscivi a calmarla. Se ti avessi avvertito, se vi avessi detto che stava venendo da voi forse tu saresti qui con me e Harry. Come ti assomiglia, ha preso le parti migliori di Te e James e ha qualcosa anche di Sirius, Lupin… e purtroppo come loro mi detesta e ora che sa che siamo stati insieme credo che le cose peggioreranno. Con Draco sono diventati amici o quanto meno hanno stabilito una tregua, sono simili su molte cose, vorrei che li avessi visti crescere, saresti fiera di loro. Io non lo so come ma assomiglia sempre di più a Lucius…sono stato bravo eh…”

-         Severus stai bene?

Era Draco, lo aveva seguito, come sempre, era triste che il suo migliore amico, l’unico con cui riusciva a parlare avesse 16 anni.

-         Lei sapeva dove colpire e l’ha fatto senza pietà.

-         L’hai fatta arrabbiare, lo sai, c’hai provato dopo la morte di Lily a parlarle, ma lei ti ha sempre cacciato.

-         Io volevo solo farle capire quello che ho sentito quando ho visto quel ciccione di Vernon, lei mi aveva dimenticato… per sempre.

-         Lo sapevi fin dall’inizio che fare quello che fai  ti avrebbe allontanato dai tuoi amici e soprattutto da lei. Lo hai fatto perché hai pensato al mondo e non solo a te stesso.

-         Non è stata una buona idea venire qui….

-         L’ami ancora?

-         Non lo so. So che non posso stare ancora molto sotto il suo stesso tetto. Tu e Potter avete litigato di nuovo?

-         Sì, stupido Potter, mi ha fatto arrabbiare.

-         Ora lei è qui, come conti di comportarti?

-         La tratterò come al solito mi terrò alla larga sperando che mi passi.

-         Non credo sarà facile visto che sta venendo qui.

Draco la vide, era splendida anche se quei vestiti di seconda mano erano troppo abbondanti, aveva i capelli sciolti lungo le spalle, brillavano nel sole della mattina.

“ Per la miseria, è splendida… DRACO, è una WEASLEY, è innamorata di Potter e ti detesta, lo schiaffo che mi ha dato brucia ancora… mannaggia e bellissima e così dannatamente superiore quando mi guarda, cosa darei perché mi guardasse come guarda lui… TI SEI INNAMORATO…ed è l’unica cosa di cui hai veramente tanta paura.”

Ginny parlò con Piton per un momento solo per dirgli che Lupin lo voleva vedere, poi scoccò uno sguardo disgustato a Draco e se ne andò.

 

\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\ LA DOMENICA è FESTA ANCHE PER LA MIA MENTE CREATIVA, IN REALTà DEVO CORREGGERE ANCORA IL CAPITOLO, BACIOTTI mAFALDA

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Capitolo 8
*** Luna, Ginny ed Hermione ***


Luna, Ginny e Hermione

Luna, Ginny e Hermione.

Ginny quando aveva guardato il ragazzo aveva provato la sensazione di sempre come se il cuore perdesse un battito, detestava sentirsi in quel modo, lui era un Malfoy, suo padre era un mangiamorte e l’anno passato aveva tentato di uccidere Harry, era uno schifoso piccolo arrogante, fifone e … troppo carino. Quando lo aveva guardato però il suo sguardo non era gelido come sempre, c’era una tristezza velata… non doveva nemmeno pensare a lui, nemmeno per un minuto, se lo era imposto dalla sera nell’ufficio della Umbridge, gli era stata talmente vicino da poter sentire il suo profumo, da poter vedere i suoi occhi, gli occhi non mentono mai  era preoccupato, veramente preoccupato, di cosa? se lo era chiesta tantissime volte, ma non ne aveva avuto risposta, quando lo aveva visto sulla soglia della porta di Harry si era dovuta girare per evitare che la vedesse arrossire, maledetta timidezza, la faceva diventare rossa nei momenti meno indicati.

“ Ginevra Molly Weasley, smettila di fare la svenevole, lui è figlio di un mangiamorte…  Percy è uno di loro… ma non c’entra niente. Lui ti ha sempre preso in giro, ti tratta male dal giorno che ti conosce… ma quegli occhi… era terrorizzato, preoccupato e inerme, completamente inerme nelle mie mani. Come prima, avrebbe potuto reagire prima allo schiaffo, ma non lo ha fatto.. perché? Perché?” 

-          Weasley- disse la voce strascicata dell’oggetto dei suoi pensieri- lo schiaffo non me lo sono  dimenticato, mi vendicherò, aspetta solo che torniamo ad Hogwarts, te la farò pagare, magari battendoti a quidditch o facendoti dare una bella ripassata da Tiger e Goyle.

-         Ah, già i tuoi amichetti- rispose Ginevra acida- davvero credi che mi sia bevuta il fatto che siate amici, te li porti dietro perché sei un fallito e da solo non combineresti un bel niente; loro non sono tuoi amici, stanno con te per tuo padre e immagino che adesso che lui ti ha abbandonato non ti vorranno nemmeno più vedere. Non so se nessuno te lo abbia mai detto, ma l’amicizia è un’altra, ma che ne vuoi capire, tu sei un Malfoy e immagino che con tutti i tuoi soldi ti puoi comprare tutte gli amici che vuoi.

Colpito e affondato, la ragazza si stupì ancora una volta di quanto fosse stato facile massacrarlo, non disse niente, si limitò a guardarla negli occhi, cosa che le procurò un brivido. Nel suo sguardo non c’era disprezzo, ma solo dolore, provò pena, e avrebbe voluto abbracciarlo e chiedergli scusa, ma non poteva farlo, non voleva e lui l’avrebbe sicuramente scansata.

-         Scusami, disse, prima non volevo farti male.

 

 

Detto questo se ne andò in casa, si sbagliava di grosso se con il trucco del cucciolo abbandonato sperava di farla sentire in colpa. Salì in camera di Hermione e sbatté la porta, la sua amica era stesa sul letto gli occhi lucidi.

-         Herm, stai bene?

-         No! Tuo fratello è un cretino.

-         Avete litigato di nuovo?

-         No, è complicato, si è chiuso in camera con Harry e mi hanno escluso di nuovo, io non lo so cosa gli prende a quei due. Mi trattano come se fossi invisibile, anche io sono stata male quando Ron mi ha tolto il saluto, anzi, forse sono quella che è stata peggio.

-         No, ti assicuro che quando ti ha mandato quel gufo con la lettera in cui ti diceva che non voleva parlarti si è chiuso in camera e sono sicura che stesse piangendo…

Dall’altra camera arrivò un urlo, era di Ron:

-          COME TE LO DEVO DIRE, LEI NON MI PIACE, NON MI È MAI PIACIUTA E NON MI PIACERÀ MAI, È UNA STUPIDA SECCHIONA .

Hermione sentì il suo cuore spezzarsi, scoppiò in lacrime, non le importava se stesse soffrendo per suo fratello.

-         Idiota di un fratello- sibilò Ginny- Herm, non lo pensa, io lo conosco, si è solo vergognato ad ammettere che è innamorato di te davanti a Harry, lui crede che tu…

-         Ginny- rispose la ragazza tra le lacrime- io non voglio saperne niente, lui pensi quello che vuole, io so quello che provo e credimi quelle parole mi hanno fatto più male di quanto tu possa credere. Ti prego lasciami sola.

La rossa uscì dalla stanza, aveva visto molte volte l’amica piangere, ma non in quel modo, aveva ragione ne era innamorata, se solo quel ritardato di suo fratello non avesse urlato così forte avrebbe pensato lei a far aggiustare le cose. Entrò in camera di Harry.

-         Sei un idiota Ron, lo sai che lei è di là e ha sentito tutto.

-         Non mi  importa, lo sai come la penso…

-         Già, penso che tu sia un idiota. Veramente un idiota. Harry, mi sa che è il caso che tu vada a parlarle.

Il ragazzo uscì dalla camera, aveva capito che Ginny avrebbe rimproverato il fratello, nel momento in cui aveva urlato lo avrebbe azzittito con la magia se solo avesse potuto usarla. Ma come si faceva ad essere così ottusi.

-         Hermione, posso entrare?

-         No, voglio rimanere sola.

-         Guarda che io entro e se sei in mutande : vestiti.

Entrò, sapeva che sarebbe dovuto essere gentile, comprensivo, ma quando la vide piangere in quel modo avrebbe voluto spaccare la testa a Ron e farci entrare dentro che era lui che Hermione voleva.

-         E’ un idiota, non le pensa veramente quelle cose, è innamorato perso di te, si vede da come ti guarda, da come parla di te.

-         Non mi importa, io lo detesto, mi ha fatto male sentirlo da lui, lo sapevo da un po’ quello che ha detto, ma poteva dirlo anche più a bassa voce, lo sapeva che ero nella camera accanto.

-         Herm, è uno scemo, ma se ne accorgerà molto presto della idiozia che ha fatto.

Lei non voleva sentire giustificazioni, lo cacciò dalla stanza, si appoggiò alla porta della sua camera. Un gufo gli planò davanti. Prese la lettera con le mani che gli tremavano, era Luna.

“ Ciao,

non ci posso credere che l’abbiano spedito da te, non chiedermi come lo so perché non te lo dico. Ma cosa è saltato in testa a Silente, vi odiate, talmente tanto che credo che nessuno possa mettere pace tra voi due… o forse no. Come vanno le cose lì, ho saputo che hai litigato con Piton, lo sai che devi controllarti anche se sono d’accordo con te che a volte è veramente insopportabile. Se vuoi proprio saperlo queste cose me le ha raccontate Draco, cioè Malfoy. Lo sai che è mio cugino. Da quando siamo piccoli lui si confida con me, anche se mi tratta sempre un po’ male. Ho sperato che mi rispondessi, ma mi ero stufata di aspettare la tua lettera, raccontami tutto quello che sta accadendo. Cos’è, da quando sono tornati i tuoi vecchi amici con me non parli più?

                                                                                                          Un bacio

                                                                                                                                  Lunatica”

Con tutto quello che era successo si era completamente dimenticato di risponderle, aveva pensato a lei, molto spesso, ma non le aveva più scritto. Entrò nella sua stanza senza troppi complimenti.

-         Sono un idiota- diceva Ron alla sorellina- cosa mi è saltato in testa, l’ho persa solo perché non riesco ad accettare che sia innamorata di Harry.

Quest’ultimo si bloccò, aveva sentito bene? Ron pensava sul serio che Hermione fosse innamorata di lui, era la cosa più assurda che avesse sentito… a parte il fatto che Piton amasse sua madre.

-         Ron, ma ti ha dato di volta il cervello, lei non è innamorata di me, fidati, lo so.

Uscì dalla stanza con penna e pergamena. Scese in cucina e si sedette a scrivere.

Luna,

perdonami, ma non hai idea di quello che sono stati questi 3 giorni, Malfoy, Piton poi Ginny e Ron, sono impazzito. Poi mia zia che se ne esce che mi ha mentito tutti questi anni solo per proteggermi, mi ha detto che mi vuole bene, che aveva fatto una promessa a mia madre. Per la prima volta nella mia vita mi sono sentito amato dalla persona che mi ha cresciuto. Sapessi come è stato bello, ho passato tutta ieri sera a parlare di mia madre, la sera più bella della mia vita. La notte invece è stata pessima, ho ricominciato a fare incubi e anche il tuo caro cuginetto non scherza in quanto a brutti sogni, mi ha tenuto sveglio tutta la notte. Poi un dissennatore passeggiava nel mio giardino… ho sentito mia madre urlare. È stato terribile come al solito. Questa mattina  mia zia ha litigato con Piton, sono volate parole grosse e ho saputo cose che non credevo… mia madre e Piton, sì lui quell’orribile caricatura di un uomo, si amavano, almeno lui la amava. È stata dura sentirlo, lui mi detesta dal primo giorno che mi conosce, forse perché gli ricordo papà… non lo so Luna, mi sento così confuso. Ad aggiungersi a tutto questo Ron e Hermione hanno litigato di brutto, lui crede che Herm sia innamorata di me e ha detto ad altissima voce ( livello strillettera ) che di lei non gli importa niente, che tutto quello che prova per lei è solo un certo fastidio.  Come puoi immaginare lei ha sentito tutto e ora è in lacrime che si dispera e non vuole parlarmi. Per la cronaca lei è innamorata di lui, ma sono troppo stupidi per capirlo. Lo sai che mi piace parlare con te? Tu mi capisci. Ti devo raccontare anche un’altra cosa e se provi a ripeterla in giro io ti uccido. Harry Potter e Draco Malfoy sono quasi amici, l’altra sera abbiamo parlato tanto, avevi ragione, mi ha fatto un po’ pena. La verità è che siamo molto simili, entrambi abbiamo un cognome importane che ci tiene legati ad un ruolo, io San Potter dei poveri, lui Malfoy, il piccolo demone furetto. La sai la verità? Mi sono stufato di dover essere quello che non sono o almeno nessuno mi ha mai chiesto se voglio o meno essere il salvatore del mondo magico, rischiare ogni anno la  mia vita per combattere Voldemort. Credo che nemmeno lui abbia chiesto ci avere un padre bastardo che vuole solo farlo diventare uno di loro. Ma porca vacca a noi ci ha mai chiesto nessuno se chessò, avessimo voluto una vita normale, come quella di qualsiasi ragazzo di Hogwarts? Scusami Luna, non volevo essere patetico, ma sono talmente arrabbiato con tutta la comunità magica che mi metterei ad urlare. Ci sentiamo.

                                                                                              Un abbraccio

                                                                                                                                 Lo sfregiato.”

 Arrotolò la pergamena e la diede ad Edvige, il cuore gli batteva all’impazzata. Luna era entrata piano piano nel suo cuore e lo aveva conquistato, poteva parlarle di tutto, lei lo completava, ma aveva paura, paura di perderla, paura che Voldemort gliela portasse via come aveva fatto con tutte le persone che amava.

 

 

------------------------------------------------------------------------------------------- come sempre ringrazio Sphinx ed Elisabetta, grazie per le vostre recensioni... baciotti cicciotti Mafalda

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Capitolo 9
*** i Paciok ***


I Paciok

I Paciok.

L’ultimo giorno a Privet  Drive n° 4 era cominciato come al solito, Harry, Draco e Ron si erano svegliati perché Petunia e Piton stavano litigando, Lupin stava tentando di mettere pace tra i due. La solita solfa tutte le mattine. Harry aveva tentato di parlare con la zia chiedendole cosa fosse successo; ma lei non voleva parlarne, domandarlo a Piton nemmeno a pesarci: da quando Petunia lo aveva chiamato Mocciosus, era diventato insopportabile, non riusciva a stare nemmeno a tavola con tutti. Lui e Lupin andavano e venivano per le missioni dell’Ordine, ma uno restava sempre con loro, quella notte era toccato a Piton. L’aveva passata andando su e giù per il salotto, sobbalzando per ogni rumore. Harry non riusciva a dormire, Ron russava, Draco parlava ed era un bene che il rosso dormisse perché considerate le volte che pronunciava il nome di sua sorella lo avrebbe sicuramente fatto diventare poltiglia. Malfoy e Potter non avevano più parlato, ma sapevano entrambi che se lo avessero voluto si sarebbero trovati.

-         E che palle- disse Draco svegliandosi- stavo facendo un bel sogno

-         Cosa sognavi, che il tuo adorato paparino ti venisse a prendere? – domandò Ron

Harry sapeva che era un modo per trovare un capro espiatorio alla sua esasperazione, avevano parlato di Percy fino alla nausea, si erano arrabbiati, disperati; ma di Hermione non si parlava,mai. Avevano smesso definitivamente  di rivolgersi la  parola, si evitavano come la peste. Ginny era strana, ma Harry aveva notato che questo accadeva quando Malfoy era nei paraggi.

“ Se Ron se ne accorge, come minimo spara ad entrambi, o spara a me che non gli ho detto niente.” Le sue riflessioni vennero interrotte dai due che stavano venendo alle mani.

-         Ora basta, sbraitò, tutte le mattine la stessa storia, siete dei bambini, io non vi sopporto più.

Fumante di rabbia si chiuse in bagno, non li voleva più sentire, sempre la stessa storia, almeno Malfoy era diventato un po’ meno acido con l’universo e a parte qualche battutina poco simpatica nei suoi confronti era sempre sulle nuvole, pensava a suo padre e quasi sicuramente a Ginny.

Sentì un grido disperato provenire dalla cucina… Hermione. Uscì dal bagno e si scontrò con i suoi due compagni di stanza, erano schizzati fuori dalla camera con le bacchettealla mano; Draco gli tirò la sua. Anche Piton , Lupin e Petunia erano corsi a vedere.

Nessun intruso, solo le due ragazze in lacrime abbracciate. Ripetevano

-         NO, NO,NO….

-         Ragazze- chiese Ron- cos’è successo?

Presero il giornale e in prima pagina c’erano le foto di Neville, e sua nonna dietro un carro funebre.

I maghi seguaci di voi sapete chi, sono penetrati nella notte nell’ospedale San Mungo per la cura delle ferite e delle malattie magiche, sono entrati nella stanza n° 27 e hanno brutalmente assassinato i coniugi Paciok…”

-         Ma erano malati, completamente inutili per lui, che senso ha.

Petunia prese il giornale e continuò a leggere:

“ I responsabili dell’aggressione hanno lasciato il loro biglietto da visita: il marchio di voi sapete chi e i loro nomi.

MALFOY, LESTRANGE, AVERY, NOTT, TIGER E GOYLE.”

Draco chiuse gli occhi e vide Neville,era un bamboccio innocuo, quell’omicidio era vendetta per coloro i quali non si erano piegati all’oscuro signore, voleva piangere, lo desiderava davvero, ma non ce la fece, c’erano loro lì e sicuramente si sarebbero sfogati con lui. Doveva andarsene il più lontano possibile, non poteva vedere lo sguardo nei loro occhi. Uscì dalla cucina e poi dalla porta di casa,  ma si fermò in giardino.

“ Idiota, rifletti, se papà ti sorveglia lo porterai dritto a Harry e al diavolo l’Ordine, Severus, Silente e gli altri. Ma se entri li dovrai affrontare e dovrai spiegare.” Si sedette sul gradino dell’entrata, dentro sentiva le due ragazze piangere. Ron era uscito e stava prendendo a calci tutto quello che gli capitava a tiro, si sentiva completamente inerme piccolo e solo. Neville aveva perso i suoi genitori un’altra volta  e forse tra quei mangiamorte c’era anche suo fratello, voleva sfogarsi con qualcuno, poi lo vide Malfoy, almeno poteva prendersela con lui.

-         Contento di quello che ha fatto il tuo paparino?- disse con disprezzo

-         Ti importa così tanto?

-         Sei uno schifoso ragazzino, è stato bello leggere sulla gazzetta che un amico di Harry sta soffrendo le pene dell’inferno a causa del tuo adorato padre?

-         …-

-         Ma certo… glielo hai detto tu che Neville era un suo amico.

Ron continuava ad insultarlo, ma non riceveva nessuna risposta, lo chiamò mangiamorte, moccioso, perdente, fallito, ma lui non reagiva. Allora lo prese e cominciò a scuoterlo talmente tanto forte da fargli battere i denti.

-         Cavolo Malfoy, reagisci.

-         Mi  dispiace per Neville, ma io non sono come mio padre.

Il rosso era sconvolto, Malfoy che chiedeva scusa, non era possibile. Ginny arrivò di corsa dalla cucina.

-         Ron è meglio se vai, a Hermione gli è presa una crisi, sembra di panico, ma io non riesco a calmarla.

Il ragazzo corse in camera della sua amica, Hermione che stava male, era impossibile, era sempre così controllata che a volte gli dava i nervi. Appena entrò la vide in uno stato pietoso, era scossa dai singhiozzi, continuava a ripetere no e tremava come una foglia. Harry era accanto a lei, ma non riusciva a calmarla in nessun modo, i due ragazzi si guardarono e Harry li lasciò soli.

-         Hermione, calmati, calmati, erano malati da tanto tempo, forse è meglio così, Neville ha sua nonna accanto a sè. Ti prego stai calma.

-         Non è giusto, li aveva già persi una volta e ora li ha persi del tutto, ma perché accadono queste cose.

-         Io non lo so, ti giuro che vorrei saperlo, ma non lo so.

-         E ora a chi toccherà, quante morti dovremmo subire, quanti genitori, figli, amici moriranno prima che lui smetta di uccidere…quante volte dovrò ancora svegliarmi nel cuore della notte in ansia per Harry e per te? Quando finirà tutto questo?

-         Io non lo so, non lo so

L’abbracciò tentando di calmarla, com’era bella anche così sconvolta, sentiva il  profumo dei suoi capelli, l’abbassarsi e l’alzarsi del seno al ritmo incessante del respiro. Si diede mentalmente del maniaco, come poteva anche solo pensare una cosa del genere con lei in quelle condizioni. Pian piano la ragazza si calmò, ma Ron si guardò bene dal lasciarla andare, la voleva per sè,  anche se sapeva di non meritarla. Hermione si addormentò; essere di nuovo tra le braccia di Ronald era la cosa che la faceva stare meglio, anche se appena si fosse risvegliata lo avrebbe cacciato, si voleva godere il tempo trascorso insieme.

Al risveglio lo trovò addormentato, si voleva alzare, ma non voleva destarlo, doveva essere notte  e aveva molta fame, lo osservò dormire, si girò verso di lui e lo baciò,un bacio innocente a fior di labbra. Si svegliò, notò subito che gli si erano colorate le orecchie di rosso, quant’era carino quando era imbarazzato, il che succedeva praticamente ogni volta che le stava vicino.

-         Her- Hermione- balbettò il ragazzo- mi ha baciato?

-         Chi io? No. Te lo sarai sognato, ora fuori dal mio letto, chissà che ore sono.

-         Hermione, mi dispiace per quello che hai sentito, io non volevo…

-         No c’è problema- mentì lei- tutto passato. Hai fame?

-         Sì, guarda, Ginny ci ha lasciato la cena all’entrata della porta, chissà dove è andata a dormire.

-         Che ti importa, ora mangiamo.

-         Hermione… posso restare a dormire qui? Io ho bisogno della tua amicizia, quando ho letto di Neville ho pensato che tra qui vigliacchi ci fosse anche Percy…

Era il suo turno di piangere, non voleva farlo non così, con lei, ma era l’unica con cui voleva stare, se si fosse trattato di Harry  si sarebbe vergognato, ma lei era Hermione, la sua splendida piccola amica del cuore. Pianse tutte le lacrime che aveva risparmiato in quelle settimane, le chiese perdono per quel gufo, le chiese perdono per quelle parole… lei lo abbracciò in silenzio piangendo sommessamente .

 

In cucina invece Piton e Petunia stavano parlando civilmente.

-         Lo hai cresciuto bene Severus.

-         No, io ho fatto poco, è stata Narcissa a spingerlo verso di me, a cercare la mia amicizia, il resto è stato facile. La cosa terribile è che ho aspettato talmente tanto per dirgli la verità che ora non posso più farlo, come fai a dire una cosa del genere ad un ragazzo .

-         Almeno non si sentirebbe in colpa per il ragazzo che ha perso i genitori, tu devi dirglielo o lo scoprirà da solo e sarà peggio, guarda come sta Harry dopo il nostro ultimo litigio. Ah, a proposito, scusami.

-         Non importa, anche io ho esagerato con le parole, ma avere sempre Potter intorno, mi fa stare male, gli occhi di Lily sul volto di James, una tortura, io potevo salvarli, io dovevo avvertirli.

-         Saresti morto anche tu…

-         Dovevo accorgermi di Peter, era così ovvio…

-         Severus finiscila, tu non hai colpa, l’unico colpevole è Peter e spero che qualcuno lo catturi presto.

 

Nella loro stanza Draco e Harry fingevano di dormire, l’unica che ronfava della grossa era Ginny, si era addormentata nel letto del fratello, era sconvolta dal dolore. I due ragazzi invece non potevano fare altro che aspettare la mattina successiva per partire. Harry non ce la faceva più, ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva la faccia di Neville, era un suo compagno di stanza nel dormitorio a scuola lo aveva preso in giro tante volte e si sentiva uno schifo per questo, ma l’anno prima nell’ufficio misteri gli aveva salvato la vita. Era cambiato. Si alzò, doveva camminare un po’ uscì dalla porta della camera e vide che la luce era accesa in cucina, si affacciò e vide sua zia e Piton che parlavano, recitò una preghiera affinché non si mettessero ad urlare, si avvicinò un poco per ascoltare meglio.

-         Severus devi dirglielo, devi farglielo sapere, ha il diritto di conoscere chi era suo padre.

-         No, mi odierebbe e non posso perdere anche lui.

Harry sentì qualcuno muoversi alle sue spalle, era Draco che gli fece segno di seguirlo. Si sedettero fuori sotto il piccolo patio che lo zio aveva costruito quell’estate. In silenzio lasciarono passare i primi minuti.

-         Harry, tregua?

-         Sì, come stai?

-         Non gliel’ho detto io a mi padre dei genitori di Neville, io nemmeno lo sapevo – disse con urgenza il biondino.

-         Lo so, perché me lo dici?

-         Il tuo amico crede che lo abbia convinto io.

-         Ron crede anche che Hermione si sia innamorata di me, che Piton abbia tentato di uccidermi non so nemmeno quante volte,che tu sia in realtà una spia dei mangiamorte che Krum sia interessato a Hermione solo per arrivare a me… potrei continuare all’infinito, Ron è solo molto impulsivo.

-          Davvero pensa che Piton abbia tentato di ucciderti?

-         Si, il primo anno pensavamo che fosse lui e non Raptor ad essere il seguace di Voldemort, il secondo anno stessa cosa… poi il terzo anno ha denunciato alla scuola Lupin e voleva portare Sirius dai dissennatori… il quarto anno poi abbiamo visto sul suo braccio il marchio di quel pezzo di merda di Voldemort… solo l’anno scorso si è comportato normalmente.

Draco era impallidito a sentire il nome del Lord Oscuro senza che la voce che lo pronunciava stesse tremando, ma quello che voleva sapere era come ci si sentisse ad essere Harry James Potter.

-         Posso chiederti una cosa?

-         Se posso risponderti sì.

-         Cosa si prova ad avere degli amici?

Da quella domanda Harry capì quanto dovesse sentirsi solo, voleva rispondergli, ma non trovava le parole, quanto avrebbe voluto che Luna fosse con  lui, lei avrebbe sicuramente saputo che dire.

-         Io non lo so, sai, a volte mi stupisco di quanto siamo simili, se mi avessi fatto questa domanda qualche anno fa ti avrei detto che non lo sapevo, che ero completamente solo al mondo, ma ora ti posso rispondere che avere un amico è una faccenda complicata. Se dici la cosa sbagliata al momento sbagliato lo perdi, se fai la cosa giusta rischi che si arrabbi, ma lo so che senza di loro io non potrei vivere. Mi hanno aiutato nelle situazioni peggiori e mi sono stati vicino anche quando ero insopportabile, loro sono la famiglia che non ho mai avuto.

-         Io sono solo. A parte Severus io non ho nessuno e a nessuno importerebbe se io morissi, a volte vorrei che davvero mio padre mi avesse ucciso.

Gli arrivò uno schiaffo, ma non era stato Harry, Ginny era comparsa all’improvviso e gli aveva mollato un ceffone e così come era venuta se ne andò, i due ragazzi si guardarono perplessi, restarono a chiacchierare ancora un po’ dopo andarono a dormire, tra loro stranamente tutto il rancore e l’odio era sparito, si  sentivano vicini e Harry pensava sinceramente che fosse arrivato il momento di potersi fidare di Draco Lucius Malfoy, il suo peggior nemico.

 

_____________________________________________________________________________________________ GRAZIE A SPHINX, CHE CONTINUA A RECENSIRMI... LA TUA FIC è SEMPRE PIù BELLA!!! GRAZIE ANCHE A sENDA E SERE...

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Capitolo 10
*** sul treno per la scuola ***


Sul treno per la scuola

Sul treno per la scuola.

Durante il viaggio in treno dormirono tutti, Harry invece passeggiava nel corridoio, quant’era che non dormiva, giorni, settimane, non lo ricordava, aveva deciso però che si sarebbe applicato a occlumanzia e non avrebbe permesso ai sogni di non farlo dormire, doveva essere vigile, sempre, Voldemort aveva cominciato ad uccidere e presto o tardi sarebbe stato il suo turno. Come odiava la sua vita, sempre al centro dell’attenzione, sempre con la paura che qualcuno o qualcosa potesse fare male ai suoi amici. Di sé non gli importava molto, tanto in ogni modo la sua vita sarebbe stata macchiata da un omicidio… nel caso fosse sopravvissuto. Anche se si ripeteva in continuazione che Voldemort era malvagio, un mago, il più cattivo del mondo era pur sempre un uomo, uno che ad un certo punto aveva dovuto prendere la strada sbagliata. Lo stava giustificando? Lui aveva ucciso i suoi genitori, la sua “amante” aveva ucciso Sirius, il suo migliore mangiamorte stava per ucciderlo e per uccidere il suo stesso figlio, no, sarebbe stato facile ucciderlo. Ma se quando aveva puntato la maledizione cruciatus contro Bellatrix aveva fallito perché non era stato in grado di volerlo, come poteva sperare che lui potesse anche solo ferire Voldemort, lo avrebbe polverizzato in un nano secondo.

-         Che vita del cavolo … e tutto per questa stupida cicatrice.

-         Io non la trovo stupida sfregiato,anzi ti dona.

Nel sentire quella voce il cuore di Harry aveva sobbalzato.

-         Luna, che ci fai qui?

-         Sai, vado a scuola anche io, siamo sull’espresso che ci porterà lì.- rispose ironica

-         Scusa, domanda idiota. Sono sorpreso, non ti ho vista salire sul treno…

-         Perché mi hai cercata?

-         Volevo salutarti, ci siamo scritti tutte le vacanze…

Gli sorrise e tutti i brutti pensieri erano volati via, era strana, come sempre, una gonna a pieghe lunghissima , una maglia verde acido e quegli orecchini a forma di ravanelli, ma per lui era meravigliosa. Ripresero a chiacchierare camminando su e giù per il treno fin quando in uno scompartimento, tutto solo non trovarono Draco.

-         Non credo te lo abbia detto, ma i suoi amichetti sono scappati dalla scuola per unirsi al loro genitori e le famiglie degli altri serpeverde hanno chiesto a Silente di cambiargli casa, così verrà smistato con quelli del primo anno, mi dispiace un sacco, lui non è come il padre, è molto molto migliore.

-         Lo immagino, credo ti abbia raccontato che ogni tanto ci parliamo da persone civili… nasconditi, arriva Ginny.

-         E perché dovrei nascondermi, io voglio salutarla…

-         Aspetta e guarda.

Si nascosero dietro l’angolo, Luna restò a bocca aperta per quello spettacolo, la sua amica stava entrando nello scompartimento di suo cugino e chiudeva la porta dietro di se.

-         Voglio sbirciare.

-         Luna non si fa.

-         Se arrivasse Ron, noi che faremmo? Lui li uccide di certo. Poi come è finita con Hermione?

-         Ieri sera hanno fatto pace, ma non credo che avranno il coraggio di dichiararsi. Almeno non per il momento, a lei brucia ancora per quello che ha sentito.

Restarono nascosti dietro quell’angolo, appiccicati per un po’ poi quando furono sicuri che non li avrebbero visti si avvicinarono allo scompartimento.  Li osservarono erano seduti ai poli opposti e stavano chiacchierando, voleva sentire, ma forse sarebbe stato meglio che… entrasse, Ron stava venendo in quella direzione.

 

Draco si sentiva più depresso che mai, era senza una casa, senza famiglia e senza amici, certo ora c’era anche Harry, ma non potevano farsi vedere in giro… “ ma perché poi, io non devo rendere conto a nessuno, bhe magari ai suoi amici gli scoccerebbe parecchio se coprissero che siamo diventati amici… lei almeno non penserebbe che io sia un idiota… ma chissà perché mi ha mollato quel ceffone? certo quello che avevo detto era pesante, ma a lei che importa, mi odia, come tutti…”

Quando riaprì gli occhi se la trovò davanti. Sbatté le  palpebre più di una volta, non poteva crederci.

Si guardarono negli occhi, un lungo intenso sguardo, gli occhi blu mare della piccola Weasley perforarono Draco da parte a parte, sentì sciogliersi qualcosa, qualcosa che poteva essere tensione o altro, lo stomaco era diventato una morsa e gli sudavano le mani. “ Avanti Draco” si disse “ datti un contegno. Fosse la prima volta che restate soli… ma è la prima volta, se escludiamo l’incidente della Umbridge… cavoli quanto è bella… ma certo, vuole assicurarsi che non spifferi niente su San Potter…”

-         Malfoy, pronto… ci sei?

-         Weasley, cosa vuoi, stavo dormendo.

-         Non è vero! Volevo sapere come stai? Mi hanno detto quello che ti è successo…

-         E sei venuta a gongolare un po’.

-         No, ero venuta a sapere se stavi un po’ meglio di ieri sera, scusa per lo schiaffo, ma stavi dicendo delle assurdità. Non è vero che a nessuno imporrebbe se morissi.

-         Vediamo, a parte Piton , forse mia madre a chi altro interessa…

Non seppe mai cosa gli avrebbe risposto perché in quel momento entrarono nello scompartimento Potter e sua cugina Luna. Che strana coppia…

-         Ragazzi, Ron sta per arrivare, ora se non volete che vi uccida, e state sicuri che lo farà, dobbiamo nascondere Malfoy.

-         Ma io non stavo facendo niente di male.

-         Questo lo so io e lo sai tu, ma Ron non sarà dello stesso avviso. Nasconditi sotto i sedili, almeno non ti vede, tu Luna, metti la gonna a mo’ di tendina su di lui.

Ron li vide, con un cenno chiamò Harry e poi passò oltre. Il ragazzo lo osservò, aveva qualcosa di strano nello sguardo.

-         C’è Krum.

-         Chi?

-         Victor Krum , ricordi quello del torneo di 2 anni fa.

-         Ah, sì e dov’è adesso?

-         Su questo treno, nel mio scompartimento a parlare con la mia Hermione

-         La tua chi?

-         Oh andiamo hai capito.

-         Ma se hai detto che non ti piaceva, cos’è appena ha un piede fuori dalla porta tu ti accorgi che la stai perdendo?

-         Ma da che parte stai?

-         Da quella di chi è sincero e mi dispiace dirtelo, ma tu non lo sei da troppo tempo e lei si è stufata.

-         Io…

Ti sei innamorato, MA GUARDA CHE NOVITÀ, devi dirglielo, altrimenti la perderai.

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Capitolo 11
*** lo smistamento ***


Lo smistamento

Lo smistamento

Il resto del viaggio lo passò con Ron, un po’ gli faceva pena, sapeva che soffriva nel pensare che Hermione era con un altro ragazzo, soprattutto se questo era un ragazzo affascinante con il quale era molto amica. Parlarono un po’ della stagione del Quidditch, Harry sperava veramente che avesse potuto giocare, non volava sulla sua scopa da una vita, dal giorno che la Umbridge aveva sciolto la sua squadra. Maledetta rospa!!! Poi parlarono di Hermione, Ron ne aveva bisogno, quasi quanto di parlare di suo fratello Percy, ma di lui avevano già abbondantemente discusso a Privet Drive.

-         Si può sapere da quanto credi che lei sia innamorata di me?

-         Dal secondo anno, o dal terzo, io non mi ricordo, lei con te è sempre affettuosa, non ha problemi ad abbracciarti, ti è sempre stata vicina… è evidente…

-         Quello che è evidente è che sei un cretino possibile che non hai capito che lei non si avvicina a te perché tu ogni volta ti allontani, quando si è ripresa dal basilisco ti voleva abbracciare, ma tu ti sei allontanato, poi con Crosta e Grattastinchi, Fleur, Krum e tutto il resto. Mi sa che si è stufata di aspettare che tu ti decida e il fatto che a scuola ci sia Victor  complica le cose.

Arrivarono alla stazione di Hogsmeade ad attenderli c’era Hagrid, il custode delle chiavi e delle terre di  Hogwarts, ma accanto a lui vi erano molti altri maghi, Auror, si disse Harry , controllavano la scuola. C’erano persone che conosceva dall’anno prima : Tonks, Shaklebolt, Moody, il padre di Ron: Arthur Weasley,sua moglie e infine Lupin. Appena li vide capì che la morte dei Paciok era stata un duro colpo per tutti e che bisognava proteggere in tutti i modi la scuola. Avevano creato una specie di cerchio intorno ai ragazzi che scendevano dal treno

-         Ragazzi del primo anno seguitemi, per favore seguitemi, alle barche, restati uniti

Quando si allontanò con quelli del primo anno Harry notò tra le loro fila anche Draco, doveva cambiare casa, mettere nuovamente il cappello parlante che lo avrebbe assegnato ad una nuova. Era così depresso, Harry provò il solito moto di pena, era solo, completamente e assolutamente solo e quell’estate aveva capito che loro due erano molto più simili di quanto non credesse. Ma quello che non riusciva a capire era come mai si sentisse così legato a lui, come mai si fosse aperto in quel modo, come mai non riuscisse più a detestarlo come un volta. Al contrario Ron sembrava divertirsi a punzecchiarlo, ma alla fine si stufava quando lo vedeva non reagire o vedeva in lontananza Hermione. Si stava consumando dalla gelosia e dall’inquietudine, malediceva quella sua boccaccia ogni volta che lei lo guardava, sapeva di averla ferita e anche se lei diceva che tutto era passato, lui sapeva che non era così. Krum l’avrebbe portata di nuovo lontano, sarebbe tornata ad essere bellissima e irraggiungibile. “Miseriaccia, nel momento stesso in cui mi accorgo che la mia peggiore paura era infondata, lei ritrova il bulgaro. Mi metterò da parte, non la obbligherò a fare una scelta, anche perché sceglierà lui e io non posso perderla anche come amico” la osservò camminare impettita, col la spilla di prefetto che la brillava sulla veste, era nuovamente nel suo elemento e le paure della sera precedente erano sparite.

Entrati nella sala grande osservarono il tavolo degli insegnanti, c’erano 2 posti vuoti: Difesa contro le Arti oscure e Volo, per il resto c’erano tutti, anche Piton che fissava i ragazzi del primo anno con l’aria di avrebbe voluto trovarsi in qualsiasi altro luogo ma non lì e Fiorenzo, il centauro che insegnava divinazione.  Il professore di pozioni scoccò un’occhiata di disgusto a Harry  e  lui ricambiò, ancora non riusciva a cancellare dalla sua mente quelle 4 parole: “ ma tu l’amavi”. Voleva urlare che non era vero che era una bugia, ma in cuor suo sapeva che purtroppo quella era la verità, l’odio tra sua zia e il professore era troppo profondo per essere nato senza motivo. Era perduto nei propri pensieri,si era perso tutta la canzone del cappello parlante e parte dello smistamento. Fu quando il suo tavolo sbottò in una serie di imprecazioni… Malfoy era diventato un grifondoro, Harry lo aveva sospettato, ma si augurava che Silente non lo avrebbe permesso. Draco sarebbe stato allontanato da tutti, gli faceva pena, ma almeno avrebbero avuto tempo per chiacchierare, non gli aveva detto quello che aveva sentito l’ultima sera a casa di sua zia, lui era una miniera di informazioni riguardo Piton, gli avrebbe detto di sua madre, di sua zia, e soprattutto poteva capire come si sentisse come lui spesso portava il fardello di un nome ingombrante.

“ Chi lo avrebbe detto, Malfoy e Potter quasi amici, pensare che fino a un mese fa ero contento che i suoi lo avessero abbandonato , ma quando l’ho visto piangere dopo quell’incubo mi ha fatto pena, mi sono identificato in lui, forse Silente aveva ragione a mandarlo da me, speriamo solo che Ron la smetta di tormentarlo, si dovrebbe ricordare cosa significa essere maltrattato tutto il giorno. Ma se Draco continua a correre dietro a Ginny le cose si complicheranno, dovrò parlarci… Luna sorride verso di me è contenta per suo cugino, è troppo ottimista.”

Hermione con una gomitata lo distolse dai suoi pensieri, era il momento del discorso di Silente.

-         Ragazzi, un altro anno è cominciato, e iniziamo già annunciando che Voldemort è tornato più terribile che mai, immagino che tutti abbiate letto il giornale che parlava dell’uccisione dei genitori di un vostro ex compagno di scuola: Neville Paciok, nella prima guerra  loro si sono distinti per l’impegno per la sua caduta e sono rimasti lesionati perennemente dagli stessi mangiamorte che li hanno uccisi. Neville non tornerà più a scuola… In questo momento di estremo pericolo dobbiamo rimanere uniti e dimenticare i passati dissapori, Voldemort gode nel seminare inimicizia. Quest’anno saranno con noi anche molti Auror che si occuperanno della difesa della scuola, anche se non si azzarderanno ad attaccare, almeno non per il momento… passiamo a cose più allegre, innanzitutto voglio presentarvi i vostri nuovi professori: Elioxe Noteble per difesa contro le arti oscure, oggi più che mai materia importante, Victor Krum che sostituirà per quest’anno la professoressa Bumb e una nostra vecchia conoscenza: Remus Lupin che insegnerà ai ragazzi del sesto anno la Materializzazione e Smaterializzazione. Facciamo loro un bell’applauso.

Applaudirono tutti tranne Ron, Hermione e Harry. Quando avevano visto la professoressa Noteble entrare nella sala Grande si erano paralizzati. Lei era praticamente identica alla madre di Harry, stessi capelli, stessi occhi, stesso sorriso. Non riuscivano a parlare, guardarono Piton e si accorsero che anche lui era immobile, bocca aperta e uno sguardo terrorizzato, la donna non si accorse di niente, si sedette e prese a chiacchierare con Silente.

 

 

___________________________________________________________________________________________________________________________________- come smpre grazie a Sphinx, sei sempre troppo buona

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Capitolo 12
*** la prima notte da grifondoro ***


La prima notte da Grifondoro

La prima notte da Grifondoro

Quando Draco aveva capito che lo avrebbero messo nella casa di Ginny e  Harry si sentì molto strano, era contento, avrebbe avuto un amico, o almeno una cosa simile e avrebbe potuto vederla per tutto l’anno senza dover ricorrere ai soliti stupidi trucchi; ma nello stesso tempo era terrorizzato, non sarebbe stato un anno facile, Weasley lo avrebbe torturato , si sarebbe vendicato e gli avrebbe reso la vita un inferno, gli altri lo avrebbero escluso. Dopo la notizia data dalla gazzetta del profeta si sentiva in colpa per via di suo padre, Neville non sarebbe più tornato a scuola per colpa sua. La maschera che portava da quando aveva 5 anni aveva iniziato a sgretolarsi, a far acqua da tutte le parti, sarebbe crollato, lo sentiva e non ci sarebbe stata sua madre a proteggerlo. Salì mestamente le scale che lo avrebbero portato al nuovo dormitorio, aveva il cuore pesante, avrebbe voluto parlare con Severus, ma a scuola non era possibile, era solo, nuovamente.  “Uguaglianza”, entrò nella grande sala circolare, il fuoco acceso e gli stendardi a lutto, tutti parlavano di Neville, ma appena lo videro gli si fecero tutti intorno , iniziarono a spintonarlo e a chiamarlo Mangiamorte, fu Ginny a farli smettere.

-         Basta, lui ora è uno di noi, purtroppo è figlio di quello che ha ucciso i genitori di Neville e il cappello lo ha messo con noi…

-         Parli bene tu, disse una ragazza vicino alla piccola Weasley, tuo fratello, Percy, non è un mangiamorte anche lui?

La ragazza abbassò lo sguardo e salì mestamente le scale,anche Ron salì le scale per andare  dormire, gli altri ripresero a stuzzicarlo finché anche l’ultimo non andò a dormire, Draco non si era accorto di Harry, aveva lo sguardo perso nel vuoto, si avvicinò. La rivelazione della ragazza sul fratello del suo migliore amico doveva averlo sconvolto.

-         Non è colpa tua…

-         Dici per Percy, lo sapevo già, non è per questo che sono qui.

-         Cosa ti succede.

-         Prometti di non ridere?

-         Tu hai riso quando ti ho raccontato di mio padre?

-         No, ma per me è veramente una cosa stupida.

-         Spara, non mi scandalizzo, ho sentito talmente tante cose stupide oggi.

Detto questo a tradimento una lacrima solitaria scese sulla sua guancia, tutti quegli insulti erano entrati nel suo cuore, a dispetto di quello che voleva far credere, lui un cuore ce lo aveva, era nascosto, ma c’era.

-         Draco, ascolta, non è colpa tua per Neville, loro prima o poi ti accetteranno, ora sei uno di noi, non portare il peso dei morti, non è colpa tua.

-         Ma senti da che pulpito, tu porti il fardello della morte di Sirius e sono certo che ti senti colpa per i tuoi genitori.

-         Loro, tutti  e tre sono morti per salvarmi, la colpa è solo mia, se io… se io mi fossi applicato con Piton almeno Sirius non sarebbe morto.

-         Severus mi ha detto che prima o poi Sirius sarebbe scappato, detestava stare chiuso in casa, lasciarti in mezzo al pericolo, si sente in colpa, non te lo direbbe mai, ma…

-         Lo so, l’ho sentito gridare nel sonno.

-         Allora, mi dici perché stai così questa sera? È per Neville, per i Weasley o per la mia cara dolce cuginetta?

-         Luna cosa c’entra? Comunque no, non è per lei hai visto la prof di Difesa contro le arti oscure?

-         Sì, allora?

-         È identica a mia madre. Veramente identica a lei, stessi capelli, stessi occhi, stesso sorriso, io lo so che non può essere lei perché lei è ….

-         Morta.

-         Già.

Dannazione, ecco perché Piton era così sconvolto, ma come aveva fatto a non accorgersene eppure la foto di Lily l’aveva vista un milione di volte.

-         … o mio dio  Severus…

-         Cosa c’entra lui?

-         Non te lo posso dire.

-         Guarda che lo so che sono stati insieme e che lui ne era innamorato, l’ho sentiti litigare una mattina. Prima o poi saprò tutto.

Detto questo si congedò da lui e salì in camera per dormire, Draco rimase nuovamente da solo.

“ Come ho fatto a non accorgermi che era lei , che le assomigliava, chissà come sta ora  e io non posso nemmeno parlargli, se solo non fossi qui sulla torre, potrei andare da lui come facevo l’anno scorso…” . si stava per addormentare quando dal dormitorio femminile scese una ragazzina, aveva gli occhi gonfi e pieni di pianto, non lo vide e si adagiò su una poltrona a piangere, era Ginny Weasley.  Non voleva disturbarla, ma voleva anche consolarla, sapeva come si dovesse sentire, lo provava da quando aveva ricordi, si avvicinò in silenzio, le circondò le spalle con un braccio, lei si abbandonò su di lui.

-         Calmati Weasley, andrà tutto bene, calmati

Lei non si riusciva a tranquillizzare, continuava a piangere, lui la strinse ancora più forte, sentiva il profumo dello shampoo, aveva i capelli tutti arruffati e appiccicati al viso, glieli scansò, era  davvero bellissima. Si chiedeva come Harry non fosse caduto tra le sue braccia e preferisse sua cugina Luna.

“ Sei un maniaco, lei piange e si dispera perché suo fratello è uno schifoso mangiamorte, oltre ad essere un idiota completo… sicuramente a papà gli sarebbe piaciuto un figlio così… riecco Draco svenevole. Ora pensa a qualsiasi cosa da dirle, qualsiasi, e cerca di non usare il tuo solito tono arrogante… Ginny…”

-         Calmati, se vuoi la gonfio per le feste a quella ragazzina stupida

-         Perché – disse lei tra le lacrime- ha solo detto la verità, è vero, mio fratello si è unito ai mangiamorte, è uno stupido ambizioso, però io gli voglio bene… gli volevo bene. Credi che tra i mangiamorte che hanno ucciso i genitori di Neville ci fosse anche lui?

-         E anche se fosse, tu cosa potresti fare? Lui ha fatto una scelta, una stupida scelta se vuoi il mio parere, e tu devi pensare che hai altri … bhe, altri fratelli

-         Tu come fai? Come sopporti che tuo padre e tua madre siano due mangiamorte?

-         Io non lo so… non posso cambiarlo.

Si abbracciarono, Draco sentì che sarebbe potuto restare tutta la notte così, ma la scansò e le disse in maniera spiccia di tornarsene a letto, doveva vedere Severus prima dell’alba, doveva parlargli.

-         Malfoy…

-         Che c’è Weasley?

-         Grazie.

Detto questo lo baciò sulle labbra e se ne andò a dormire, la vide arrossire e anche lui doveva avere la faccia come un peperone, era la prima volta che baciava una ragazza.

Voleva parlare con Piton, ma da sopra nel dormitorio sentì delle grida… Potter faceva brutti sogni. Si avviò per le scale e lo sentì parlare con Ron, aveva sognato di nuovo la notte al ministero. Si mise nel suo letto, non prima di aver sentito il rosso chiamarlo mangiamorte.

 

 

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Capitolo 13
*** tutto in un giorno ***


Tutto in un giorno

Tutto in un giorno.

Quando misero piede nell’aula di Difesa contro le arti oscure Harry,Ron e Hermione si guardarono intorno, la classe era completamente diversa dall’ultimo anno, non c’erano più trine e merletti, ma era tutto spoglio, solo una cattedra e molti banchi. Facevano lezione con Corvonero,c’era Cho, ma a Harry non importava, ora c’era un’altra corvonero nel suo cuore. Si sedette all’ultimo banco, non voleva vedere la professoressa troppo da vicino, si sentiva un cretino ad aver pensato che fosse sua madre. Hermione e Ron gli si sedettero accanto e lo osservavano per vedere come avrebbe reagito alla sua vista, non avevano avuto tempo di parlarne, e sapevano che non lo avrebbe fatto molto presto, quando si trattava di quelle cose Harry non parlava, non con loro almeno, Hermione lo aveva visto l’ultima sera a Privet Drive chiacchierare con Malfoy, era arrabbiata perché li aveva sostituiti, ma poi si rese conto che era meglio così, anche Draco aveva bisogno di parlare con qualcuno e sicuramente non poteva essere Ron, quindi lei era esclusa di conseguenza, ma forse se avesse smesso di essere solo l’amichetta del cuore di entrambi si sarebbero comportati diversamente.

-         Ho sognato di nuovo Sirius, se continuo così non dormirò mai. Ho anche pensato di chiedere una pozione soporifera a Piton.

-         Mi dispiace, disse la ragazza – forse è una buona idea, lui magari tenterà di avvelenarla, ma prima la facciamo assaggiare a Malfoy.

Risero tutti e tre, per fortuna che almeno prenderlo in giro erano tutti d’accordo, guardò negli occhi di Ron voleva solo sbirciare che effetto gli faceva averla così vicina e sapere che dopo 2 ore avrebbero avuto lezione con Victor, lui intercettò il suo sguardo e per un momento il mondo intorno a era sparito. Si destò dopo un secondo e gli fece una linguaccia, era stato troppo intenso e la ragazza  aveva una voglia matta di vendicarsi  per quelle parole… “COME TE LO DEVO DIRE, LEI NON MI PIACE, NON MI È MAI PIACIUTA E NON MI PIACERÀ MAI, È UNA STUPIDA SECCHIONA”

 La professoressa arrivò dopo 10 minuti. Era molto bella e sembrava a suo agio tra quelle mura, li osservò uno per uno; il suo sguardo penetrante a molti sembrò quello di Harry, stesso colore di occhi. Il ragazzo abbassò immediatamente gli occhi quando Elioxe tentò di intercettare il suo.

-         Bene- esordì la donna- rimettete a posto i libri e prendete le bacchette, oggi faremo pratica di un  incantesimo molto complesso: l’incanto patronus, alzi la mano chi lo sa già fare e venga qui davanti a me per mostrarmelo.

Le mani di Hermione e Ron scattarono all’unisono, invece Harry si fece piccolo piccolo, non voleva mettersi in mostra, non voleva proprio.

-         Allora, signorina Granger, Signorina Chang, signor Weasley e signor Potter il quale anche se non ha alzato la mano: sa perfettamente che è in grado di evocarlo e di padroneggiarlo, lo so perché lo ha insegnato agli altri suoi compagni. Ora lo mostrerà a tutta la classe.

Elioxe era un incrocio tra Piton e la Mc Granitt, non l’avrebbe fatta franca facilmente. Si mise davanti la classe e sperò di diventare invisibile, di sprofondare in un nero abisso, inoltre quel cretino di Malfoy stava facendo di tutto per non ridere, in quel momento lo avrebbe ucciso.

-         Ehm, allora, io non so da che parte cominciare professoressa.

-         Spiega come funziona e poi mostraci il tuo.

-         Bene, l’incanto patronus serve per allontanare il dissennatore che vi sta attaccando…

-         Come sapete bene, intervenne la professoressa, se c’è un dissennatore nei paraggi voi vivrete nella vostra testa il momento più brutto della vostra vita o i momenti più brutti della vostra vita… continui Potter per favore.

-         Bhe, la cosa che dovete fare è questa: pensare a qualcosa di felice, al momento più felice della vostra vita, focalizzarlo e poi dire : ESPECTO  PATRONUM.

Come al solito dalla bacchetta uscì il magnifico cervo argenteo, passeggiò tra le fila dei banchi e poi svanì. Tutti lo guardarono ammirati, era una magia molto avanzata e poi il cervo argenteo faceva la sua figura.

-         Ora, sarebbe tutto diverso con un vero dissennatore nei paraggi, ma so che lei Potter è riuscito a sgominarne un centinaio. Comunque la sua spiegazione era esauriente e il suo patronus accettabile: 5 punti a Grifondoro.  Ora provi di nuovo signor Potter.

Da una porticina laterale entrò una forma scura, avvolta in un mantello con una mano putrida che ne usciva, il gelo si impadronì della classe, tutti erano terrorizzati. Era un dissennatore, uno vero, era pazza, se lo avesse scoperto Silente l’avrebbe uccisa. Molte immagini vorticarono nella testa di Harry , la stanza della morte, Cedric, Sirius… tra qualche istante avrebbe sentito sua madre urlare e non voleva assolutamente, pensò al momento più felice della sua vita… ma ne aveva… certo, lei, sempre lei e il viaggio in treno a chiacchierare.

-          ESPECTO  PATRONUM

Il cervo si parò davanti il dissennatore e a cornate lo fece rientrare nella stanzina dalla quale era uscito.  Tutti erano terrorizzati sudati e appiccicaticci. La professoressa passò tra loro con un pezzo di cioccolata ciascuno.

-         Perfetto, niente male signor Potter, niente male.

-         Ma e-era vero? – balbettò Cho sul punto di piangere.

-         Sì, certo che era vero, altrimenti come pensate di potervi allenare. La guerra è cominciata ragazzi dovete saper combattere i vostri nemici. Ora:  30 punti per Grifondoro per la prodezza di Potter. Per il momento non vi preoccupate, con gli altri useremo un molliccio, per il dissennatore non siete ancora pronti.

Da una cassa fece uscire quello che a tutti sembrò essere un uomo un uomo morto. La professoressa incantò il molliccio per non farlo mutare e farlo restare sempre un dissennatore, a turno coloro i quali avevano alzato la mano evocarono i loro Patronus. Quello di Ron era un gatto, molto simile a Grattastinchi, ma di dimensioni titaniche, si piazzò davanti il molliccio/ dissennatore e lo iniziò a graffiare. Hermione evocò una lontra e Cho un bellissimo cigno. La professoressa assegnò a ognuno 10 punti  e diede loro un po’ di cioccolata. Poi toccò al resto della classe, quasi nessuno riuscì a evocare un patronus corporeo, e qualcuno svenne. Solo Malfoy fu in grado di evocarne uno: un gigantesco cane.

-         Complimenti ragazzi. Per la prossima lezione, vorrei che scriveste un tema di 30 cm sui dissennatori.

Detto questo salutò la classe e uscì.

Tutta la classe era sconvolta, con nessun insegnante di difesa contro le arti oscure avevano mai fatto una cosa del genere. Chi era riuscito a evocare il patronus si vantava con gli altri. Arrivarono al campo di quidditch che ancora chiacchieravano della lezione precedente. Aspettarono un minuto quando dal cielo arrivò in picchiata Victor Krum. Frenò all’ultimo secondo e scese dalla scopa con un salto.

-         Buono giorno, io essere proffessor Victor Krum, ma foi  potete chiamare me Victor, se fi fa piacere. Oggi faremo uno poco di allenomento per folo.

Tra gli studenti ci fu un mormorio divertito, Ron era letteralmente disgustato, come poteva prendere lezioni da un tizio che: primo: aveva quasi la sua età, secondo: non sapeva mettere in fila 2 parole, terzo: faceva gli occhi dolci a Hermione che a quanto sembrava era molto compiaciuta. Presero tutti le scope e ci montarono sopra, iniziarono a sfrecciare nel cielo alla massima velocità

Harry sentì l’aria passargli tra i capelli , sferzargli il viso e per la prima volta da quando Sirius era morto,riuscì a non pensare a niente, voleva godersi l’ebbrezza della velocità in santa pace, volare e scacciare le immagini che il dissennatore gli aveva fatto rivivere, per lo meno non aveva sentito sua madre gridare. Un fischio acuto lo riportò alla realtà, Victor li voleva di nuovo giù, mentre scendeva vide Hermione accanto al professore, stavano ridendo, sperò con tutto il cuore che Ron non li avesse visti, ma si sbagliava, li osservava da pochi metri sotto di lui. Draco gli si fece vicino e commentò.

-         Ora lo uccide, mi sa che la Granger si è stufata di starsene con le mani in mano.

-         Già, credo che gliela voglia far pagare per quello che ha detto, e a dire dalla sua faccia sembra ci stia riuscendo. Comunque bravo, bel patronus…

-         Grazie, almeno questa volta non sono svenuto…

-         Almeno questa volta era un molliccio…

Gli aveva rifatto il verso, non ci poteva credere, allora lo trattava davvero come un suo pari, Draco era contento perché quella non era una presa in giro cattiva, era più per giocare. Scesero in picchiata verso il prato, si fermarono all’ultimo secondo e poi contemporaneamente  a terra.

-         Brafi, foi molto brafi a folare. Io ora propongo una cosa se fi fa di farla: un partita a quiddicth. Io sapere che fostra casa non afere una squadra decente. Perché tutti giocatori no più a scuola, offiamente meno Potter e Feasley. Io pensato foi potere vedere se qualcuno brafo.

Solo in quel momento Harry si rese conto che c’erano tutti gli studenti di grifondoro, dal primo al settimo anno.

-         Potter, tu capitano e cercatore, tu dofere fare profini per squadra. Tu resta con me e Herrmioni per decidere.

Harry annuì, era contento di essere capitano, era contento di poter volare di nuovo, era contento di essere di nuovo a scuola. Il resto della lezione la passò a esaminare i suoi compagni che si allenavano. Ron era migliorato tantissimo dall’anno precedente e riuscì anche a parare un tiro spettacolare di Krum, si rivolse verso l’amico e tirò su il pollice, aveva vinto il primo round con il bulgaro. La lotta per il cuore di Hermione era appena cominciata.

-         Hermy – la stuzzicò Harry, sapeva che detestava quel nomignolo – non vedi i due paladini che si sfidano per il cuore della bella donzella?

-         Finiscila- riabbatté lei purpurea – lo sai che non è vero.

-         Oh, sì che lo è, hai acceso la miccia, ora la situazione esploderà.

-         Ben gli sta, così impara a parlare prima di connettere il cervello.

-         A proposito, Herm, ti devo raccontare una cosa… riguarda Ginny e…

-         Malfoy – concluse lei – lo so, me ne sono accorta  come mi sono accorta che tu e lui avete trovato un modo per non detestarvi.

-         Non è come lo vedi…

-         Lo so, chi credi che mi abbia dato l’idea di far ingelosire Ron?

-         Lui?

-         Già. Mi è venuto a consolare dopo l’urlo… e mi ha dato qualche consiglio. Mi è preso un colpo quando l’ho visto entrare, temevo mi volesse fare qualcosa, ma poi si è seduto e mi ha fatto sfogare. Mi sa che è sotto un incantesimo..

-         No, mi sa che si è stufato di essere quello che non è.

Continuarono a osservare i ragazzi che si allenavano e Harry scrisse la formazione della nuova squadra.

Weasley R. : portiere

Weasley V. : cacciatrice

Canon C.: cacciatore

Malfoy D. : cacciatore

Thomas D. : battitore

Finnigan S. : battitore

Potter H. : cercatore.

Andarono a pranzo e poi di filato nel sotterraneo per la lezione di pozioni, doppia ora con i serpeverde. Dal primo anno erano stati divisi in quel modo, evidentemente chi faceva gli orari si divertiva a mettere le due case nemiche giurate una insieme all’altra. Si sedettero, Harry, Ron e Hermione in fondo alla sala e stranamente accanto alla ragazza si sedette anche Draco, sperava di risultare invisibile ai suoi vecchi compagni di casa che invece appena lo videro iniziarono a coprirlo di insulti dai classici perdente, fallito, sporco amico di mezzosangue e babbani, a quello di mangiamorte per poi arrivare a insultare la sua famiglia  e tutti i suoi parenti. Anche qualche grifondoro si unì al coro degli insulti finché Ron non si alzò e disse:

-         Piantatela tutti quanti, lui è un grifondoro e io sono un prefetto della sua casa, se continuate così toglierò punti a tutti quanti, serpeverde o No.

Aveva le orecchie rosse dall’indignazione e uno sguardo omicida verso qualsiasi persona che potesse fare anche un piccolissimo commento. Si sedette nuovamente e continuò a guardare le boccette delle pozioni con l’aria più tranquilla del mondo, sapeva di avere tutti gli occhi addosso e sapeva di avere quelli di Hermione puntati con uno sguardo di ammirazione e pensò tra sé “ Ron 2 Victor 0”.  Piton entrò nel sotterraneo stupito di trovare già tutti in silenzio e pronti per ascoltare, vide i quattro in fondo all’aula e tutti i serpeverde di quell’anno che erano rimasti intorno alla sua cattedra. Potter era stranamente tranquillo e non stava nemmeno chiacchierando con gli altri suoi amici, aveva due occhiaie paurose, si vedeva che non dormiva da molto. Severus iniziò a scrivere alla lavagna gli ingredienti quando sentì un insulto molto grosso da parte di un serpeverde nei confronti di Draco. Lottò un secondo con se stesso, era un grifondoro e lui i grifondoro li maltrattava da sempre, ma quell’insulto era veramente spregevole e oltre ad insultare il ragazzo aveva coinvolto anche sua madre. Si girò di scatto e urlò.

- Chi è stato?

 

-         Io professore, disse Pansy Parkinson con l’aria più innocente del mondo, perché qualcosa in contrario? Sa, Malfoy è un grifondoro e inoltre è diventato cacciatore della squadra.

-         Trenta punti in meno per serpeverde, non voglio e ripeto non voglio sentire mai più parolacce nella mia aula. Tu Parkinson, una settimana di punizione. Chiunque abbia voglia ancora di usare un linguaggio poco adeguato nella mia classe avrà lo stesso trattamento, che sia o meno della mia casa. Inoltre, non credo che per la squadra sarà una grave perdita, ilo signor Malfoy giocava veramente in maniera pessima.

La lezione proseguì in assoluto silenzio. Nessuno aveva più aperto bocca. Finalmente si poteva lavorare in santa pace. Tutti i ragazzi consegnarono la pozione che gli aveva ordinato di preparare, anche Potter, doveva essersi impegnato. Quando la lezione terminò non tutti gli alunni uscirono dall’aula, restarono: Harry, Ron , Hermione e Draco.

-         Cosa vi serve? – domandò stizzito

-         Io, mi chiedevo quando avremmo potuto iniziare le lezioni di occlumanzia.

-         Mercoledì prossimo, altro?

Harry restò in silenzio, non voleva mostrarsi debole davanti a lui, ma doveva chiederglielo, non poteva continuare a non dormire.

-         Professore, io mi chiedevo se potesse darmi una pozione per dormire senza fare sogni, almeno finché non sarò bravo con l’occlumanzia.

-         Ci penserò, deve essere calibrata su di te, passa questa sera dopo cena e vedrò quello che posso fare. Malfoy, resta un secondo qui, mi devi restituire la spilla di prefetto e la divisa della squadra.  

Gli altri ragazzi si avviarono verso la sala grande, mentre il biondo restò lì con il suo padrino, il quale dopo aver chiuso la porta si mise al lavoro sulla pozione per Harry.

-         Ne preparo un po’ anche per te- chiese al figlioccio.

Draco annuì e si stupì ancora una volta di quanto fosse diverso Severus con lui. Lo faceva sentire protetto e amato, in un certo senso era un padre. Per questo gli raccontò della sera precedente di quello che era successo con Ginny e di come si era sentito con lei tra le sue braccia, gli raccontò del molliccio/ dissennatore e della partita di quiddicht. Poi si azzardò a parlare di Elioxe.

-         Straordinario quanto le somigli, momenti mi viene un infarto, sembra lei, in tutto e per tutto, anche nel modo di parlare, Draco, mi sa che ha ragione Petunia, io Lily non l’ho mai dimenticata.

-         Lo so, ma ti devi fare forza e andare avanti oppure… ammetti di volere una donna accanto a te e ti dai da fare!!

-         Ma che dici!! Ora va a cena, io preparo la pozione, ricorda a Potter che deve passare e vieni anche tu, altrimenti finisce che mi chiede di sua madre… è curioso, come lei.

-         Severus, lo sai che prima o poi dovrai dirglielo?

-         Non ci contare…

-         Tu amavi Lily, che male c’è…

-         Che male c’è? Hai presente cosa potrebbe significare nel suo cervello una notizia del genere?

-         Sì, ti guarderebbe come un amico e non come un nemico. Guarda me, sono stato sincero con lui e mi ha apprezzato. Siamo simili sai?

-         Lo so, per questo ti ho allontanato da lui quando eri ancora a Malfoy Manor…

Solo a sentire quel nome gli occhi del ragazzo si velarono di tristezza, pianse, per la prima volta dopo quella notte terribile, pianse. Tra le mura di quell’aula si era sfogato talmente tante volte che non le contava più. Piton accarezzava la sua testa tentando di infondergli coraggio e di dargli quel calore che suo padre non aveva potuto donargli. Harry li trovò così e per un momento pensò che Severus fosse l’uomo a cui si riferisse sua zia quella notte a Privet Drive, non sapeva cosa significasse essere abbracciati da un padre, ma quello era tutto fuorché un abbraccio alunno insegnante. Fece un passo indietro e poi urlò al vento.

-         Ron aspettami qui, vado a prendere la pozione e a vedere perché Malfoy non è venuto a cena.

Appena entrò li vide seduti uno su un banco e l’altro sulla cattedra in silenzio. Prese la pozione e insieme all’ex serpeverde si avviò al dormitorio.

-         Weasley non c’era fuori vero?- chiese il biondino.

-         Non proprio, vi ho visti e non volevo disturbare… Draco ti devo raccontare una cosa…

Mentre salivano le scale Harry raccontò tutto quello che era riuscito a sentire tra Piton e Petunia al suo nuovo e “ ancora in prova” amico. Draco restò un po’ sorpreso, ma lo dimenticò velocemente perché una volta entrati nella sala comune videro Ron alle prese con un ragazzo del settimo anno che stava insultando Ginny. Malfoy stava per avventarsi sul calunniatore, ma Harry lo trattenne. Si avvicinò a sua volta a Ron impedendogli di alzare le mani, poi si voltò verso il grifondoro.

-         Nicolas, ti consiglio di smetterla, Ginny e Ron non sono responsabili delle azioni di loro fratello, siamo tutti della stessa casa e dovremmo iniziare a rispettarci un po’ di più. Non hai sentito che ha detto Silente? Voldemort gode nel seminare discordia e se ci comportiamo così gli faremo trovare il terreno già pronto. Ora andiamo a dormire, domani avremmo una giornata pesante.

Tutti si diressero al loro dormitorio finché non restarono solo i due Weasley, Harry, Hermione e Malfoy. Discussero un po’ su quello che era successo e poi andarono tutti a dormire. Draco e Harry presero la pozione soporifera e caddero in un sonno profondo e senza sogni.

 

GRAZIE A CHI LEGGE E A CHI COMMENTA, IL PROX CAPITOLO è DECISAMENTE FOLLE

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Capitolo 14
*** halloween ***


Halloween

Halloween.

I giorni erano trascorsi, Voldemort non aveva più attaccato e i suoi mangiamorte dopo aver ucciso i Paciok si erano calmati. Le lezioni avevano assorbito gran parte dell’energia dei ragazzi, specialmente trasfigurazione e difesa contro le arti oscure, dopo i dissennatori erano passati a studiare vampiri, lupi mannari e giganti. Per quest’ultima lezione avevano fatto visita a Grop, il fratellastro di Hagrid. Si erano esercitati per combattere quelli che erano diventati gli alleati di Voldemort. Per quanto riguardava i lupi mannari la professoressa Notable aveva spiegato loro che alcuni di questi erano persone normali per la maggior parte del mese e si trasformavano solo durante le notti di luna piena, mentre i maghi oscuri riuscivano a mutarsi  quando volevano. Per i vampiri invece la cosa era diversa essi erano spiriti che non trovavano pace per la loro morte e si tenevano in vita succhiando la linfa vitale dei mortali; erano creature ripugnanti quasi quanto dissennatori, tant’è vero che quando la professoressa ne portò uno in classe gli alunni rimasero sconvolti. Aveva le sembianze di un uomo, solo la pelle era completamente grigia, gli occhi bianchi con al centro una pupilla rossa. Camminava tra i loro banchi annusando l’aria come per fiutare qualcosa, ma ad un comando della professoressa si posizionò al centro dell’aula per mettersi a disposizione degli studenti. La professoressa disse che nessun incantesimo poteva ucciderlo, si poteva tentare solo di indebolirlo per darsi poi prontamente alla fuga. Dovevano usare l’incantesimo per produrre una fonte di luce magica, essa avrebbe ferito gli occhi della creatura che se ne sarebbe andata via o avrebbe desistito dall’attaccare. Avevano provato tutti quanti e molti di loro ci erano riusciti, ma altri avevano avuto difficoltà perché chiunque avesse sentito la voce del vampiro ne era stato catturato e stregato. Erano le lezioni di gran lunga più spossanti e più interessanti.

Quelle di trasfigurazione invece erano decisamente le più belle, se gli anni passati avevano imparato a trasfigurare piccole cose e animali, quell’anno avevano cominciato a studiare la trasfigurazione di persone e cose molto grandi. Harry e gli altri si impegnavano molto e rispetto agli anni precedenti la loro media era aumentata ( a parte quella di Hermione che non poteva essere più alta). Le lezioni di pozioni invece erano come al solito: noiose, ma almeno Piton si era calmato e Harry era riuscito ad alzare la sua media. Da quando Voldemort aveva iniziato ad attaccare la sua determinazione di diventare Auror era aumentata di molto e per questo si applicava anche a pozioni. In assoluto però le lezioni che lo devastavano nel vero senso della parola  erano quelle di Occlumanzia con Piton. Ogni mercoledì andava da lui e tentavano reciprocamente di invadere il cervello altrui, il professore ovviamente ci riusciva meglio, ma a volte Harry riusciva a percepire qualche ricordo, pensiero o qualsiasi altro parto della mente di Piton. Lo aveva visto mentre consolava Draco, mentre litigava con Petunia e mentre insegnava ad una ragazza senza volto una pozione per smettere di amare. Invece Severus era riuscito a scorgere ricordi antichi del ragazzo, il sorriso di Lily e le coccole di James, il bacio della buona notte di Sirius e i giochi con Lupin. Erano immagini di un passato molto lontano che Harry nemmeno sapeva di avere. Aveva visto la morte di Felpato, e il risveglio di Voldemort.

“ Quanto dolore per un ragazzo di 16 anni” pensava dopo averlo congedato con uno dei suoi soliti saluti sprezzanti “ nessuno dovrebbe soffrire così e essere solo.”

Il giorno di Halloween prima di uscire per andare a Hogsmeade, Harry aveva lezione con Piton, l’ultima di quel mese. Era diventato un po’ più bravo, il professore non sempre riusciva a penetrare nel suo cervello.

-         Bene Potter- disse l’insegnante – l’ultima lezione del mese prima di una gita al paese, vediamo quanto sei preparato.

Prese la bacchetta e pronunciò: LEGILIMENS , Harry non era riuscito a svuotare del tutto la mente, pensava a Sirius, ormai gli capitava di continuo, in ogni momento che era solo, non ne voleva parlare con nessuno men che meno con Piton, ma sicuramente si sarebbe accorto che non si era esercitato, allora gli venne in mente che poteva fare lo stesso incantesimo sperando che il suo fosse più potente, tanto che bloccasse quello del docente. Sorprendentemente successe un’altra cosa, riuscì a penetrare nella mente di Piton, molto più a fondo di quanto si aspettasse, di solito quello che vedeva erano piccole scene, ritagli di passato, invece quella volta No.

“ – Lily, non capisci che se decidi di sposarti con lui la profezia si avvererà e tu morirai? Hai la possibilità di salvarti, fallo, ti prego.

-         Severus, io lo amo e se per stare con lui dovrò affrontare la morte io lo farò, non ho abbastanza coraggio per vivere senza di lui.

-         Lily, pensa a tua sorella, lei soffrirebbe troppo sapendo che ti condanni a morte  solo per un capriccio di Potter, è un arrogante, presuntuoso ragazzino.

-         Severus ti prego, io ho deciso, la profezia non è chiara, lo sai che potrebbe anche non riguardare noi…

-         Lily, ragiona, la tua vita è sempre stata appesa ad un filo, lui ti cercherà e ti ucciderà…

-         Che lo faccia, ma domani, io penso ad ora…

-         Non glielo hai detto a James della profezia sulla tua nascita?

-         No, e non lo farai nemmeno tu, tu sei il mio custode segreto e dovrai farlo solo quando la incontrerai, ti prego…

-         Petunia mi odierà per questo.

-         Tanto peggio di così…

-         L’ho persa nel momento in cui mi ha fatto questo dannato marchio, ma è forse colpa mia se solo io potevo farlo? È colpa mia se sono nato con questo dono? È colpa mia se nemmeno mio fratello ,mi crede?

-         No, sei il migliore di noi e prima o poi Sirius se ne accorgerà, o forse lo ha già fatto, ma è troppo orgoglioso per dirtelo.

-         Non credere, mi detesta e io non lo sopporto più, non è colpa mia se sono nato…

-         Non dire idiozie per favore. Lui non ti odia, è solo un po’ ottuso. Mi ricorda qualcuno… ah già  te. Siete molto simili e io vi adoro entrambi.

-         Ma ami James, nonostante ti porterà alla morte… sposami Lily, quando stavamo insieme eravamo felici…

-         Saremo proprio una bella coppia: tu penseresti a mia sorella, io al migliore amico di tuo fratello e poi visto il tuo compito sarebbe sospetto se ti sposassi con una Auror brava come me.

-         Ti voglio bene Lily e sappi che io ci sarò sempre per te… sì anche per Potter.

-         Quello che mi devi promettere è che proteggerai sempre colui che nascerà se io e James dovessimo morire. E che non farai nulla che ti possa mettere in pericolo, anche se dovessi sapere che lo siamo noi, io e James siamo sacrificabili, ma tu No. Sei l’unico che può farlo…

-         Non chiedermelo, ti stai condannando a morte sicura.

-         Almeno il mio bambino sarebbe al sicuro.

-         Lo sapevo: sei incinta, altrimenti questo discorso non me lo avresti mai fatto, James lo sa?

-         Sì.

-         Io domani al matrimonio non ci sarò, ma sarò lì con il cuore. Ti amo Lily, ti amo come un fratello e vorrei che tu fossi felice e diventassi vecchia con me…

-         Anche io, sei il mio migliore amico e anche il migliore insegnante di pozioni che si possa desiderare, Hogwarts è fortunata ad averti, ora devo andare, ti prego, mantieni la promessa.

-         Sì.

Abbasso lo sguardo e mi rendo conto che questa sarà l’ultima volta che vedrò  il mio piccolo Giglio, vorrei che mi ascoltasse, ma è sempre stata così anche quando eravamo piccoli. Addio Lily…”

Harry si trovò in ginocchio sul pavimento dell’aula di pozioni, anche il professore era in ginocchio, l’aria sconvolta quanto la sua. Severus non sapeva cosa fare o dire, non aveva previsto una possibilità del genere, Potter si era addentrato talmente tanto nella sua mente… e lo aveva scoperto, avrebbe preferito dirglielo in un altro modo o non dirglielo affatto, per fortuna era riuscito a contrastarlo in tempo prima che scoprisse altro. Guardava il ragazzo, era completamente sconvolto, avrebbe pianto se non ci fosse stato lui.

-         Bene Potter, sei migliorato… puoi andare.

-         Arrivederci professore.- rispose meccanicamente.

Non aveva fatto domande, non voleva sapere nient’altro. Sirius e Piton erano fratelli… non voleva crederci, ma se l’anno prima a Grimmaud Place  non facevano altro che litigare, a punzecchiarsi. Doveva trovare Lupin, ci voleva parlare, ma poi guardando la finestra si accorse che era luna piena, era un lupo e sicuramente non gli avrebbe spiegato un bel niente. Camminava come in trance, non si accorse nemmeno che era arrivato davanti il Gargoyle che era all’entrata dell’ufficio di Silente. Restò un minuto a fissarlo, non conosceva la parola d’ordine e sicuramente non sarebbe entrato, ma con sua somma sorpresa questo si scansò da un lato e lo fece salire. Entrò nell’ufficio e lo trovò un po’ diverso , molti degli oggetti che c’erano gli altri anni erano spariti, alcuni per la furia di Harry dell’anno precedente, altri avevano lasciato il posto a detector oscuri, vi erano delle forme sfuocate, ma nessuna nitida. Si sedette su una poltroncina di fronte alla scrivania del preside e non pensò a niente, il vuoto più totale. Dopo un po’ il professor Silente apparve dalle scale, gli fece un sorriso, ma lui non lo vide.

-         Harry- chiese perplesso- stai bene?

Il ragazzo non rispose, non era con lui, stava rivivendo il ricordo di Piton. Il preside lo avvicinò e lo circondò con un abbraccio, Harry chiuse gli occhi e si lasciò cullare, poi iniziò a piangere, senza motivo, solo perché poteva farlo, non aveva ne paura ne vergogna e non era nemmeno arrabbiato, voleva solo cancellare il dolore di quella visione, cancellare quelle parole dalla sua testa. Silente continuava a cullarlo come se fosse un bambino, gli occhi erano lucidi.

-         Professore- disse Harry riprendendosi da quel pianto – io ho visto una cosa, l’ho vista nella testa del professor Piton, e non capisco… perché io non lo sapevo? Perché Sirius non mi ha detto niente? Perché lei non  mi ha detto niente?

-         Vedi- rispose il mago – ci sono segreti che non possono essere rivelati se non dai diretti interessati, ho sperato che fosse Sirius a dirtelo oppure Severus, ma come al solito sono stato troppo ottimista, un vecchio romantico.

-         Loro si odiavano.

-         Non proprio, vedi erano diversi e il professor Piton credeva che fosse stato Sirius a tradire i tuoi genitori. Quando ha saputo della sua innocenza hanno parlato e si sono avvicinato un po’, ma il dolore non è stato cancellato, come ti sentiresti se tuo fratello ti  credesse colpevole della morte di due amici? O se tu lo credessi un mangiamorte?

-         Ma l’anno scorso nel pensatoio li ho visti litigare, come è possibile che fossero fratelli, Sirius non perdeva occasione per torturarlo. E Piton ha chiamato mia mamma mezzosangue.

-         Lo so, ma poi le cose sono cambiate, molto.

-         Lo so, si sono messi insieme e da quello che ho potuto capire si amavano molto.

-         Più o meno, alla fine era riuscito a farsi accettare anche dagli altri, Sirius solo durante il suo sesto anno seppe chi era Severus in realtà. Si pentì molto di quello che gli aveva fatto passare in breve divennero inseparabili, ma durò molto poco…

-         Perché il professore si era unito a Voldemort.

-         Più o meno. Ora però si è fatto tardi, non credi che dovresti andare a Hogsmeade con i tuoi amici?

-         Io non credo di avere molta voglia di passare tempo con qualcuno.

-         Ma lo farai.

-         Non voglio parlare di quello che ho scoperto questa sera con loro, Hermione e Ron hanno i loro problemi e vorrei che per una volta non fossero obbligati a sapere cose che preferirebbero ignorare, Ginny non la voglio coinvolgere e nemmeno Luna.

-         Perché vuoi portare questo fardello solo sulle tue spalle, loro sono i tuoi amici ed è giusto parlargliene. Ti sei arrabbiato quando Ron non ti ha detto di suo fratello Percy?

-         Sì, ma le cose sono diverse, c’è Piton di mezzo e non voglio che se la prenda con loro.

-         Non lo farà, ora sali su in dormitorio e esci con i tuoi amici, una sola cosa ti chiedo, non parlare di queste cose con  Draco, o meglio, puoi raccontargli che hai visto tua madre, ma non la faccenda di Sirius, se Severus non glielo ha detto un motivo ci sarà e non sta a te decidere.

-         Va bene professore.

Detto questo si avviò al dormitorio. Nella sala grande i suoi amici più Draco e Luna lo stavano aspettando. Tutti si accorsero che era sconvolto, gli chiesero cosa avesse e lui rispose solo che era stanco per occlumanzia, che si sarebbe salito a cambiare per andare al villaggio. Mentre saliva le scale si stava scervellando per trovare il modo per raccontare tutto ai suoi amici senza includere Malfoy. Quest’ultimo nel frattempo lo aveva seguito dicendo agli altri che aveva bisogno di prendere il mantello.

-         Harry stai bene? – chiese il biondo

-         Non proprio- rispose- la lezione con Piton è stata pesante… ho visto nella sua testa… ho visto mia madre. Sai credo che avesse ragione mia zia, loro si sono amati, molto. Ho anche capito perché mi odia, io gli ricordo mio padre e mia madre, due suoi amici, morti per salvarmi.

-         Hai visto altro?

-         Io… il ricordo parlava di una profezia sulla nascita di mia madre, di me che stavo per nascere e di lui che doveva partire per una missione. La voleva sposare… lui la voleva sposare anche se amavano entrambi altre persone… perché?

-         Perché erano amici, lui le voleva bene e avrebbe fatto di tutto pur di non vederla soffrire.

-         Ora quello che sta soffrendo è lui, dovevi vedere che faccia aveva, era sconvolto, forse più di me. Credo che abbia bisogno di un amico, ma Lupin al momento è irreperibile, va da lui, agli altri penso io.

-         Grazie, racconterai tutto a loro?

-         Sì, io non volevo, ma Silente me lo ha praticamente imposto. A proposito potresti dire a Piton che il tartufo è al sicuro?

-         Lui capirà se gli dico una cosa del genere?

-         Sì, è un ingrediente per una pozione che sto studiando, non ti preoccupare, ora va da lui.

Draco corse il più velocemente possibile, era terribilmente spaventato per quello che era successo, Severus non parlava mai di Lily con nessuno, se non con lui e forse Lupin, Harry doveva essere migliorato molto per entrare così a fondo nel cuore del suo padrino. Quando arrivò all’aula di pozioni, lo trovò in ginocchio sul pavimento, sembrava in uno stato di trance, come se stesse meditando profondamente. Gli si avvicinò, lo chiamò dolcemente e Piton si scosse, aveva gli occhi vacui di uno che aveva appena visto un fantasma. Si sedette a terra di fronte a lui e aspettò silenziosamente che parlasse.

-         Potter te lo ha raccontato vero?

-         Sì, ha visto sua madre…

-         E…

-         Ha parlato di una profezia, della sua nascita, di te e Lily e del perché lo detesti.

-         E poi…

-         Ah, prima che mi dimentico, ha detto che il tartufo è al sicuro, io non so cosa significa, ma mi ha detto che tu avresti capito.

Piton tirò un sospiro di sollievo, di Sirius non gli aveva parlato, era felice di non dover affrontare quel discorso con Draco, gli aveva tenuta nascosta la verità per tanto, troppo tempo. Lo guardò affettuosamente, come si sentiva male quando pensava al dolore che quei due poveri ragazzi dovevano passare solo perché i loro genitori in passato avevano fatto molti sbagli, si erano detti bugie e mezze verità.  Gli parlò di tutto quello che Harry aveva visto, e di come non era riuscito ad impedirglielo, gli parlò nuovamente di Lily, di quello che aveva provato la prima volta che l’aveva vista e di quanto ne fosse innamorato. Draco aveva sentito un milione di volte quella storia, ma Severus aveva bisogno di sfogarsi.

Intanto a Hogsmeade Harry stava raccontando tutto ai suoi amici, gli fu difficile parlare anche perché veniva interrotto ogni due secondi da domande e chiarimenti, ma quando arrivò alla parte su Sirius tutti si fecero silenziosi e attenti.

-         Fratelli?- commentò Ron incredulo seguito dalle occhiate interrogative delle tre ragazze

-         Sì, fratelli e mi raccomando, non ditelo a Malfoy o avremo problemi con Silente e con Piton.

Si era fatto tardi e tornarono tutti al banchetto, mangiarono a sazietà, ma tutti distratti a cercare il professore di pozioni e Draco, ma questi non si fecero vedere. Tornati al dormitorio trovarono il biondo già profondamente addormentato, Harry prese la pozione e andò a dormire.

 

follia???? fatemi sapere.

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Capitolo 15
*** lezioni di volo ***


Lezioni di volo

Lezioni di volo.

La stagione di Quiddicth sarebbe iniziata, come tutti gli anni, tre settimane prima di Natale e la partita era Grifondoro contro serpeverde. La tensione era alle stelle, i componenti delle due squadre erano sorvegliati a vista da tutti gli appartenenti della casa, Harry, Ron, Ginny e persino Draco, non giravano mai da soli, c’era sempre qualcuno che li scortava. Le cose per Malfoy erano un po’ migliorate, nessun grifondoro l’aveva più insultato, anzi, lo consideravano ormai uno di loro. Era contento, ma il fatto di essere sempre scortato gli impediva di parlare con Harry, voleva sapere. Piton aveva momentaneamente sospeso le lezioni di Occlumanzia e erano cominciate invece quelle di materializzazione e materializzazione con Lupin. Sembrava che tutti aspettassero quel momento anche perché per fare pratica dovevano spostarsi da Hogwarts a Hogsmeade, come molte volte Hermione ricordava ai ragazzi, non era possibile materializzarsi e smaterializzarsi all’interno della scuola. Facevano pratica tutti i giorni la sera o la mattina presto, Lupin con il fatto che per circa tre giorni al mese era un lupo e per altri 6 era in uno stato pietoso, doveva ottimizzare al meglio il suo tempo. I ragazzi del sesto anno si divertivano a provare e riprovare, non tutti ci riuscivano, ma dopo un paio di settimane tutti erano in grado di materializzarsi dove il professore aveva deciso. L’incantesimo non era molto difficile, bastava semplicemente pensare intensamente al luogo dove ci si voleva trovare e pronunciare AETAS, non serviva nemmeno prendere la bacchetta e dopo molti esercizi non era nemmeno necessario l’incantesimo, bastava solo pensarlo. La settimana prima della partita era quella di luna piena e Lupin sospese le lezioni. I grifondoro andavano ad allenarsi  tutte le sere al campo. Alla fine della giornata, tra le lezioni e gli allenamenti erano tutti esausti. Anche Hermione, la quale a metà pomeriggio spariva per poi tornare al dormitorio esausta e con i capelli tutti arruffati. Non voleva dire dove andasse, anche se Ron glielo chiedeva in continuazione. Ginny, sapeva che se il fratello avesse saputo ciò che la sua amica faceva si sarebbe preoccupato tantissimo per non parlare di quanto si sarebbe arrabbiato. Hermione andava a volare, o meglio, Victor le stava insegnando come fare. Lei aveva sempre avuto paura dell’altezza e della scopa che riteneva un oggetto pericoloso, ma da quando aveva  visto Ron osservare con interesse Cho in sella alla sua scopa aveva deciso che il modo migliore per farsi notare da lui era quello di imparare a volare e, nonostante il suo cuore fosse con il rosso, le piaceva passare del tempo con il suo allenatore. In quel periodo stava facendo molti progressi anche se era sempre terrorizzata dall’altezza. Un giorno, la mattina dopo la partita contro Serpeverde (vinta da grifondoro per 240 a 20: grazie ai goal di Draco e Ginny, alla bravura di Ron come portiere e all’incapacità del cercatore di serpeverde che aveva permesso di prendere il boccino a Harry senza fare praticamente niente per fermarlo) Hermione stava volando con Victor. La giornata era ventosa e minacciava pioggia, ma Krum aveva detto alla ragazza di non preoccuparsi. Ron era in giro per il parco, quella domenica Harry aveva lezioni di Occlumanzia, voleva parlare con Hermione, era da tanto tempo che non avevano cinque minuti liberi per farsi due chiacchiere. La vide in lontananza, stava chiacchierando con  Victor, fece per andarsene, ma le sue gambe non risposero.

-         “ Così è questo il grande mistero sulle sparizioni di Hermione, va da lui, bene, molto bene… dannazione alla mia boccaccia… ora l’ho persa.” Non aveva nemmeno finito di formulare quel pensiero che vide Krum baciarla, un bacio molto appassionato al quale la ragazza non si sottrasse, si staccò solo per prendere la scopa e alzarsi in volo. Ron era arrabbiato, col cuore in frantumi e terrorizzato nel vedere come il vento sballottava qua e là la ragazza. Ad un tratto una folata troppo forte la disarcionò dalla scopa e la fece precipitare da almeno 10 metri. A quella velocità sarebbe morta sicuramente. La scopa gli arrivò in testa e la ragazza svenne, non poté mai vedere la corsa disperata di Ron per poter attutire la sua caduta con un incantesimo, le sue lacrime quando la portò in infermeria di corsa perché non riprendeva i sensi. Victor non aveva mosso un dito, era paralizzato dal terrore. Non ti preoccupare Weasley, la tua amica starà bene, ha preso solo una forte botta in testa, probabilmente dormirà per alcune ore, forse un paio di giorni. Io vorrei sapere per quale motivo questa graziosa signorina volasse con questo tempo terribile.- disse madama Chips

-         Io…- balbettò il ragazzo – io non lo so, c’era il professor Krum con lei, io sono arrivato per caso.

L’infermiera diede una sedia a Ron e lo fece mettere accanto a Hermione, aveva capito che il ragazzo non se ne sarebbe andato. Infatti Harry e Draco di ritorno da occlumanzia ( Piton aveva voluto vicino a se il suo figlioccio, in modo tale da evitare che Potter riuscisse di nuovo a sbirciare nella sua testa) lo trovarono con la mano di Hermione tra le sue, le stava parlando dolcemente. Si fermarono, volevano salutare la loro amica, ma non volevano disturbare quel momento di intimità perfetta.

-         Sapessi che paura che ho avuto, quando ti ho visto precipitare dalla scopa, mi sono sentito morire, mi sono detto che se tu fossi morta io sarei venuto insieme a te, non posso vivere sapendo che tu non ci sarai più, che non mi sorriderai o che non mi sgriderai più perché sono uno zuccone. Lo so che ti ho fatto soffrire quando ho urlato che non mi piacevi. Io avevo paura, il terrore che tu se avessi saputo quello che provavo mi avresti allontanato da te. Io sono solo Ron Weasley, un perdente, un bambino, un cretino che ti allontana ogni volta che invece tu vorresti starmi vicino. Vedi Hermione, io non riesco a dirti che ti amo perché so che rideresti di me, che mi diresti che ormai nel tuo cuore c’è quell’idiota di Krum che facendoti volare con questo tempo ti avrebbe potuto uccidere, ma tu ne sei innamorata e io non posso farci niente. Mi farò da parte, sarò il Ron di sempre, il tuo migliore amico, la spalla sulla quale piangere; non ti dirò che ti amo perché non voglio metterti nella condizione di dover scegliere e visto che so che sceglierai lui… non voglio perderti Hermione, svegliati… ti prego.

Draco e Harry salirono in dormitorio in silenzio, ognuno perso dietro l’immagine della ragazza di cui erano innamorati, aspettarono fino a tardi il loro amico tornare dall’infermeria, ma questi non tornò, la mattina seguente saltò tutte le lezioni e così anche il giorno dopo.

Il terzo giorno Hermione si svegliò.

-         Victor…- disse prima di aprire gli occhi

-         Sì Herr- mioni, sono ccui.

Ron si era allontanato non voleva farle sapere che il bulgaro era appena arrivato e non si era nemmeno degnato di chiedere come stesse , ma lei appena ripresi i sensi aveva chiesto di lui. Il rosso aveva il cuore spezzato, ma aveva deciso, si sarebbe messo da parte. Avrebbe voluto comportarsi nello stesso modo di sempre, gentile e pungente, invece dal momento in cui lei era entrata nella sala comune, abbracciata e festeggiata da tutti, lui provò come odio nei suoi confronti, si avvicinò gelido davanti a lei e le disse solo “bentornata” poi tornò al suo posto a leggere il libro di trasfigurazione. Era arrabbiato con Hermione, lo aveva escluso dalla sua vita, era innamorata di Krum e inoltre aveva messo a repentaglio la sua vita per una stupida cotta per l’allenatore. La ragazza si accorse della sua freddezza e chiese agli altri una spiegazione per quel comportamento, Harry non rispose e tanto meno gli altri due, Ron aveva fatto promettere loro di non rivelare mai a Hermione cosa fosse realmente accaduto.

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Capitolo 16
*** Natale ***


Natale

Natale.

Le settimane che seguirono erano state terribili per la quantità di compiti da fare, per gli allenamenti al freddo, per le lezioni di Occlumanzia, ma soprattutto per l’insopportabile tensione di Ron. A ogni minima domanda il ragazzo scattava come una molla, per non parlare di come trattava Hermione, sembrava una versione molto peggiorata del vecchio Malfoy, non perdeva occasione per ferirla o denigrarla, lei dal canto suo passava meno tempo possibile con i suoi amici, non sopportava come la trattava il rosso e soprattutto non sosteneva più i suoi sguardi e l’indifferenza degli altri tre. Era sempre con Victor e Ron lo sapeva per questo si comportava in quel modo assurdo, poi quando lei non c’era assumeva uno sguardo triste e spento e non diceva niente. Le uniche ore in cui sembrava quasi felice erano quelle passate ad allenarsi sul campo insieme alla squadra. Serpeverde aveva perso anche con tassorosso, era l’ultima in classifica, quest’anno la sfida per la coppa era tra Corvonero e Grifondoro e si consumava in maniera pacifica, nulla a che vedere con la tensione di tre anni prima quando la coppa era contesa tra Grifondoro e serpeverde. Harry era orgoglioso della sua squadra, avevano un affiatamento speciale, specialmente Draco e Ginny, i quali sembravano leggersi nel pensiero. Tra loro nulla era mutato, erano sempre molto freddi l’uno con l’altro perché temevano che anche un solo piccolissimo contatto sarebbe sfociato in un incendio. Si tenevano lontano, anche se Harry e Hermione avevano notato che si lanciavano sguardi molto eloquenti. Una sera che Ron era già andato a dormire, i due restarono a chiacchierare nella sala comune, sulle loro poltrone preferite, davanti il fuoco.

-         Quanto credi che resisteranno prima di cadere l’una tra le braccia dell’altro?- chiese la ragazza, riferendosi a Malfoy e la piccola Weasley.

-         Non molto… quanto resisterai senza Ron fingendo che non ti importa niente di tutte le cattiverie che ti dice?

-         Io… non lo so. Non capisco perché sia così arrabbiato…

-         È talmente evidente, ma non posso dirtelo altrimenti romperei un patto e Ron romperebbe me, comunque mi dispiace che con il fatto che avete litigato con noi non ci stai più, mi manchi, ho bisogno di parlare con te di una faccenda personale…

-         Luna?

-         È così evidente?

-         Solo a chi ti conosce bene. Allora: mi dici quando hai intenzione di dirle quello che provi? Lei è pazza di te, si vede lontano un chilometro, se solo tu riuscissi a farti avanti, lei sarebbe più che felice, ma qualcosa mi dice che non lo farai. Perché allontani da te una ragazza che ti vuole bene? Vi ho osservato chiacchierare da quando siamo tornati a scuola, sembra che con lei tu sia sereno e felice, vi divertite e vi capite al volo, perché non provi a parlarle?

-         No, io non voglio farlo, tutte le persone che amo muoiono…

Harry solo in quel momento si accorse di quanto fosse vera quella frase, i suoi genitori, Sirius, per non contare quante volte i suoi amici avevano rischiato la vita per proteggerlo.

-         Io non metterò in pericolo Luna come troppe volte ho fatto con voi.

-         Noi eravamo in pericolo perché volevamo stare con te, non allontanarla, soffriresti troppo.

Detto questo la ragazza gli scoccò un bacio sulla guancia e se ne andò a dormire, lui sarebbe dovuto restare a concentrarsi per liberare la mente, la pozione la prendeva sempre più di rado, stava diventando bravo nelle lezioni di Piton, sia quelle di Occlumanzia sia quelle di pozioni, la verità era che Draco aiutava sia lui che Ron e i loro voti erano nettamente migliorati, anche perché il professore sembrava avere sempre la testa tra le nuvole e non si ricordava, se non di rado, di maltrattare Harry e gli altri grifondoro.

La vigilia di Natale, (prima di partecipare insieme ai pochi studenti che erano rimasti a scuola al consueto banchetto), Draco, Ron e  Harry  si stavano avviando alle lezioni di occlumanzia alle quali il rosso era stato trascinato da Malfoy perché si annoiava a morte nell’osservare i due che si assalivano la mente , passando per la sala comune videro Hermione.

-         Ciao Granger – la salutò il biondino con un mezzo sorriso – cosa fai qui tutta sola?

-         Aspetto il banchetto, voi dove andate?

-         A occlumanzia- rispose Harry – ma non dovevi passare il pomeriggio fuori… “ con Victor”?

-         No, io… non mi andava, sono stanca e devo studiare.

-         Senti – riprese Malfoy – ti va dopo di venire con noi a cena? Verranno anche Ginny e Luna.

-         Io, credo che sarei di troppo…

-         Bhe, sì, magari sei stata un po’ assente in questo periodo e diciamo che sei anche una secchiona un po’ mezzosangue, ma a noi ci vai bene così. – nel momento in cui il ragazzo aveva detto mezzosangue gli arrivò sulla nuca uno schiaffo leggero da parte di Harry, sapeva che stava scherzando anche perché lo stava dicendo sorridendo.

-         Io…- rispose la ragazza- penso di poter venire. Mi spiegate perché andate in tre da Piton?

-         Vedi, l’ultima volta che sono andato solo io- disse Draco – il prof. E Harry hanno pensato che fosse divertente vedere quello che c’era dentro la mia testa, e così hanno scorrazzato entrambi nei miei pensieri, allora ho pensato che con Weasley con cui chiacchierare, ci avrebbero pensato due volte prima di farlo di nuovo. Ora se non vuoi che Piton ci strappi gli occhi dobbiamo correre da lui. Ci vediamo dopo Granger.

Appena usciti dalla sala comune Ron fu sul punto di uccidere Draco.

-         Cosa ti è saltato in mente, perché cavolo l’hai invitata?

-         Perché mi sono stufato di vedervi così, tu ti comporti come facevo io in passato e lei sembra sempre sul punto di piangere. Io non sono pratico di amicizia, ma non credo che due persone che si vogliono bene dovrebbero comportarsi in questo modo.

-         Lo so – sospirò Ron abbassando lo sguardo – solo che ogni volta che le sono vicino rivedo il momento in cui è precipitata dalla scopa, mi sono sentito morire e oltretutto non posso dirle che l’ho salvata io perché dovrei anche confessarle la verità su Victor.

Si avviarono allo studio di Piton pronti ad affrontare un’estenuante lezione di occlumanzia, per Harry era faticosa, per gli altri due veramente noiosa. Non succedeva mai nulla di interessante, solo 2 uomini che si fronteggiavano cercando di entrare l’uno nella mente dell’altro. L’incidente di Halloween non era più capitato e non era mai stato più tirato in ballo da nessuno dei due, Piton non aveva nessunissima voglia di parlarne e Harry era spaventato di ciò che avrebbe potuto scoprire, ma quella sera successe di nuovo, Harry involontariamente vide un ricordo di Piton, più doloroso di quello della volta precedente, ma riguardava sempre sua madre.

“ -E’ successo, non chiedermi come o perché, ma è successo, Lily e James sono morti, è restato solo Harry.

-         Non è vero … stai mentendo…

-         Remus, vorrei fosse così, li ho visti, la casa era distrutta, Hagrid portava via il bambino e Sirius non c’era più.

-         HA TRADITO!!!! Quello schifoso, spocchioso, perfido mangiamorte, ha tradito i suoi due migliori amici.

-         Io non credo…

-         Non difenderlo solo perché è tuo fratello, solo il custode segreto poteva tradirli…

-         Lui li adorava, non può averlo fatto.

-         Severus, guarda in faccia la realtà, Sirius è diventato uno di loro, è un mangiamorte…

-         Remus, io…

-         Tu, tu sei come lui…

-         No, lo sai io non sono un mangiamorte e purtroppo non sono come Sirius, anche se a volte l’ho desiderato con tutte le mie forze.

-         Non mi importa un cavolo della tua infanzia infelice, ora c’è chi starà peggio di te, Harry crescerà da solo, con Vernon e Petunia… soffrirà e noi non potremo aiutarlo… se solo…

-         La vita non si fa con i se, Lily e James sapevano a cosa andavano incontro quando hanno deciso di sposarsi, lo sapevano…

-         Che vuoi dire?

-         Niente, ora devo andare da Silente .

Chiudo la porta e lascio Remus lì, ha perso i tutti suoi amici in una sera e ora perderà anche me, devo andare, non posso restare con lui, non più. Il mio piccolo Giglio se ne è andato e tutto per colpa di suo marito e di quel marmocchio…”

Questa volta il ricordo durò meno del precedente perché Draco e Ron resisi conto di quello che stava accadendo avevano prontamente interrotto il loro contatto. Harry aveva il cuore pesante e una gran voglia di piangere e Piton non  stava meglio. Si guardarono per un attimo e poi il professore invitò Ron e Draco ad uscire dalla stanza. Si sedette alla scrivania, da un cassetto prese una fiaschetta e ne bevve un sorso, poi la porse a Harry. Il ragazzo si ritrasse.

-         Non è veleno, ne veritaserum – disse il professore

-         Non voglio niente, grazie. Cosa vuole professore?

-         … io credo che per le vacanze non dovremmo vederci, siamo tutti e due molto stanchi e credo che queste lezioni ci sfiniscano.

-         Va  bene, posso andare ora?

-         Si… Potter?

-         Cosa vuole?

-         Non è stata colpa tua.

Detto questo si alzò e si infilò nello stanzino che c’era dietro alla sua poltrona. Harry lo seguì, sapeva quanto gli fossero costate quelle parole, lo trovò accasciato su una sedia, lo sguardo vuoto e una lacrima solitaria gli scendeva giù per il naso. Si avvicinò un momento, e gli disse solo questo

-         Nemmeno la sua, la colpa è solo di Peter, i miei genitori non avrebbero voluto che lei soffrisse così.

-         Potter, sei diventato bravo.

-         Lei è strano, lo sa?

Harry era un po’ sconcertato dai cambiamenti che c’erano stati nel professore e nel suo figlioccio in quell’anno. Uscì e chiuse la porta, attraversò l’aula e trovò tutti i suoi amici ad attenderlo. Sebbene non tutti fossero delle aquile, si accorsero immediatamente che c’era qualcosa che non andava. Aveva gli occhi bassi e  ne evitava lo sguardo, per la prima volta aveva sentito raccontare da qualcuno quello che era successo la notte del 31 ottobre di quindici anni prima, aveva sentito Piton dire ad un suo amico che Lily e James erano morti e che Sirius aveva tradito.

-         Stai bene? – chiese Ginny

-         Sì – quella voce lo aveva riportato alla realtà, era la vigilia di Natale, c’erano tutti i suoi amici e voleva divertirsi – andiamo a mangiare? Ho una fame…

Si incamminarono verso la sala grande, a memoria di Harry la scuola non era mai stata così vuota, c’erano solo i ragazzi del grifondoro, Luna e i professori. Si sedettero tutti insieme ad un unico tavolo. Prima di iniziare a mangiare Silente si alzò e disse.

-         Sono molto felice che oggi voi siate qui con me, cenare insieme la vigilia di natale mi fa sentire come se stessi con la mia famiglia. La scuola è la mia vita e voi tutti siete come miei figli. Quindi da bravo padre… bhe, forse nonno – aggiunse sorridendo – vi chiedo di mettere da parte tutti i dissapori, le incomprensioni e i vecchi rancori per goderci insieme questo meraviglioso banchetto.

Detto questo sui piatti di tutti i commensali apparve il cibo, mangiarono talmente tanto che la sera erano tutti sazi e non scesero per la cena. Harry fu il primo ad andare a dormire, la mattina nello studio di Piton si erano prosciugate tutte le sue energie. Appena salito nella stanza si accorse che Luna era lì.

-         Ciao, Sfregiato…- gli disse sorridendo – volevo darti il mio regalo di Natale, ma volevo farlo da sola senza tutti in torno-

detto questo prese da una tasca della gonna della divisa un piccolo pacchetto; lo porse ad Harry e aspettò che lo aprisse.  Era emozionatissimo, il cuore gli batteva all’impazzata, era da solo, nel suo dormitorio, con la ragazza di cui era innamorato e lei le aveva appena fatto un regalo di Natale. Lo scartò con reverenza, come se avesse paura di romperlo, quando ebbe finito di scartarlo vide che era un boccino, solo che invece di essere d’oro era colorato di rosso e giallo. Se lo mise sul palmo della mano e questo aprì le ali svolazzando di qua e di là per  la stanza.

-         Grazie, Luna è bellissimo. Il mio regalo è un po’ meno eclatante, ma penso che ti piacerà.

Detto questo dal baule prese un piccolo pacchetto e lo porse alla ragazza lei lo scartò e vide che conteneva un mazzo di tarocchi magici, Luna si avvicinò a lui e gli diede un bacio sulle labbra. Il ragazzo arrossì vistosamente poi prese il viso della sua compagna e lo avvicinò al suo le diede un bacio, uno  molto impetuoso. Luna restò senza fiato.

-         Harry… io… lo de…

-         Anche io, volevo farlo da non so più quanto tempo, solo che avevo paura, anzi ho paura, tutte le persone a cui io voglio bene muoiono o si trovano in pericolo…

-         Lo so e credo che siano tutte stupidaggini, le persone che ami muoiono o corrono rischi perché ti amano e non vogliono lasciarti solo… nemmeno io. Ti voglio bene e non ti lascerò nemmeno se mi allontanassi tu.

I ragazzi si abbracciarono, erano felici.

Nella sala comune invece Ginny e Hermione stavano chiacchierando fino a quando Ron non chiamò quest’ultima. Da quasi un mese non si parlavano in maniera civile, ogni volta che stavano soli il ragazzo le lanciava delle battutine velenose o solamente si impegnava al massimo nell’evitarla. Erano agitati e in imbarazzo, tutti e due avevano sofferto molto in quel periodo e non avevano mai nemmeno provato a discuterne.  Si allontanarono e entrarono nel dormitorio delle ragazze, Ron era imbarazzato, doveva chiederle scusa, darle il suo regalo di Natale e tentare di farsi perdonare per la sua abissale stupidità.

Restarono in silenzio qualche minuto poi il ragazzo, guardando per terra, disse:

-         Herm, mi dispiace… mi sento un idiota per averti trattato in quel modo. Mi sono spaventato quando mi hanno detto che eri in infermeria per una cosa così stupida e credo che vedendoti con lui tutto il santo giorno mi faceva male…

-         Perché? Perché ti fa male? Se ben ricordo mi hai detto che di me non ti importa niente.

-         Il fatto è che ci manchi, passi tutto il tempo con Krum e con noi non ci sei mai…

-         Dì, la verità – disse la ragazza sorridendo -  non avete nessuno da cui copiare i compiti eh…

-         No, non è questo, Malfoy ci dà una mano, ma tu ci manchi… mi manchi…

-         Anche tu mi manchi molto…

Detto questo si abbracciarono, un gesto che racchiudeva tante piccole cose, Ron era felice, non le aveva detto tutto, ma almeno la riaveva accanto a se, anche la ragazza era felice essere di nuovo tra le sue braccia era quello che desiderava da tantissimo tempo. Si staccò con riluttanza e prese da sotto il cuscino un sottile pacchetto, lo porse a Ron e lui fece lo stesso con quello che aveva in tasca. Quando lo aprirono restarono tutti e due a bocca aperta, era la stessa identica foto di loro due il Natale precedente, lui dietro le aveva scritto : “ PERDONAMI, SONO UN IDIOTA, MA TI VOGLIO BENE” lei invece : “ RICORDATI CHE IO E TE SAREMO AMICI SEMPRE E COMUNQUE  si guardarono nuovamente negli occhi e rossi fino alla punta dei capelli sorrisero e si abbracciarono di nuovo.

-         Ora devo andare a dormire – disse Ron di malavoglia.

Ritornò in sala comune e si avviò al suo dormitorio, era felice, e non ci volle molto a scoprire che anche Harry lo era. Solo Draco sembrava non gioire di quell’atmosfera, aveva dovuto tornare prima in dormitorio quando si era accorto che da solo in una stanza con Ginny non ci poteva stare senza doversi obbligare a distogliere lo sguardo da lei. Voleva disperatamente aver il coraggio di dirle quello che provava, ma non ne era capace.

-         Svegliati Harry, è Natale, svegliati, sono arrivati i regali…

-         Ron, ancora 5 minuti…

-         Scendi, hai un sacco di regali da scartare.

Di malavoglia il ragazzo uscì dal suo letto e si infilò un vecchio maglione, aprì anche le tende di Draco, il biondino dormiva ancora, ma lo svegliò strattonandolo. Scesero tutti e due nella sala comune dove tutti i loro amici li aspettavano, c’era anche Luna. Quando Harry la vide il suo stomaco si contrasse e le guance presero a bruciargli, le si avvicinò e le diede un bacio sulla fronte augurandole buon Natale, anche la ragazza arrossì. Rimasero un attimo a fissarsi poi si dedicarono allo spacchettamento dei regali. Ron, Ginny, Hermione e Harry ricevettero un maglione dalla mamma dei due fratelli Weasley e alcuni dolci. Ron, oltre la foto di Hermione, che teneva nascosta sotto il cuscino, ricevette una quantità spropositata di dolci da parte di Harry, una sciarpa da Ginny e un pacco di merendine marinare da parte dei gemelli; Luna e Draco gli avevano regalato una piccola corona incantata che cantava a squarciagola “ perché Weasley è il nostro re, ogni due ne para tre, noi cantiamo in cor perché, perché Weasley è il nostro re”. Ron sorrise e ringraziò tutti. Fu il turno di Ginny, Hermione le aveva preso una graziosa spilla a forma di farfalla, Ron un ciondolo a forma di pluffa, Harry una penna di zucchero, comprata da Mielandia, per evitare che mangiucchiasse le sue, i gemelli le avevano mandato un pacco di scherzi, ma lei non ne rivelò il contenuto, quando l’aprì sorrise e la mise da parte, Draco e Luna invece un sacco di dolci, dalle gelatine tutti i gusti +1 alle cioccorane passando per gli scarafaggi a grappolo. Anche lei ringraziò tutti, pian piano i regali stavano diminuendo. Hermione ricevette da Ginny un ciondolo a forma di libro( il quale suscitò l’ilarità generale ) , da Luna un paio di orecchini, da Draco e Harry ( che per l’occasione avevano messo insieme le loro finanze) un manuale per l’uso corretto della scopa e per la sicurezza durante il volo. La ragazza finse di sentirsi offesa, ma entrambi si presero un bel bacio sulla guancia, i gemelli le avevano mandato un po’ di fuochi artificiali da sparare la notte del 31 dicembre. Luna ricevette le cose più bizzarre, Ginny e Hermione le avevano regalato un paio di orecchini dalla forma strana, Ron e Draco ( i quali non si detestavano più di tanto ) un manuale degli animali leggendari. Fu il turno di Draco. Ron e Harry gli avevano preso un maglione con i colori di grifondoro, Ginny, Luna e Hermione, una pluffa con i colori della casa, sua madre gli aveva mandato una bellissima sciarpa con i colori della sua nuova casa e Piton un calderone nuovo autopulente. Harry si aspettava di ricevere regali solo dai suoi amici invece fu quello che in assoluto ne ricevette di più. Lupin gli inviò un album con le foto dei suoi genitori, sue e di Sirius ai tempi di Hogwarts, i gemelli una cassa di orecchie oblunghe ( per spiare senza dover prendere il mantello e sentire i discorsi nel dormitorio delle ragazze ), Ron una massa di dolci soprattutto le gelatine tutti gusti + 1 e cioccorane, Hermione un libro di incantesimi per perfezionare la capacità di difendersi, Ginny e Draco  un nuovo set per la manutenzione della scopa, Malocchio uno spioscopio e infine sua zia invece dei soliti calzini vecchi e stuzzicadenti gli inviò una maglietta della nazionale inglese di Quiddicht e un piccolo libro.

Caro Harry,

perdonami se in tutti questi anni i tuoi Natali sono stati tristi perché nessuno di noi ti ha mai regalato qualcosa. Voglio rimediare, ti ho preso la maglietta della tua squadra preferita ( me lo ha detto Remus ) e ti invio una cosa che ho trovato in soffitta pochi giorni fa, quando hai finito di leggerlo fallo leggere anche a Severus, io e Remus già lo abbiamo fatto. Qui a casa va tutto bene, Dudley mi ha chiesto di raccontargli la tua storia e ( se sa che te l’ho raccontato mi uccide) alla fine si è anche messo a piangere, credo che solo ora riesca a capire chi sei veramente. Vorrei poterti venire a trovare, ma non posso, ti prometto che appena mi libero verrò da te e mi sa che con me vuole venire anche Dudley, penso che sia rimasto affascinato dalla descrizione del tuo mondo. Ti mando un bacio e un grande abbraccio. Ti voglio bene tua zia Petunia.

 

RINGRAZIO : SPHINX CHE è SEMPRE COSì CARINA DA SEGUIRMI E COMMENTARE, DAFFYDEBBY E EVER CHE HANNO AVUTO LA PAZIENZA DI LEGGERE E COMMENTARE.

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Capitolo 17
*** il diario di Lily ***


Il diario di Lily

Il diario di Lily

Harry aprì i due pacchetti e si provò la maglietta, poi aprì il secondo pacco: era un piccolo quaderno chiuso con un lucchetto, nella carta era conservata anche la chiave, lo aprì.

 Diario di Lily Evans  ( in Potter )

Il ragazzo sbiancò, chiuse gli occhi un momento sperando che la sua faccia non trasmettesse nessuna emozione. Gli altri vistolo così gli strapparono il libricino dalle mani e lessero. Lo restituirono immediatamente al proprietario e aspettarono che facesse qualcosa. Pian piano il magone che aveva in gola si sciolse e riaprì gli occhi li vide intenti a fissarli, sorrise e si mise il diario in tasca, non voleva rovinare il giorno di Natale. Uscirono tutti quanti, volevano andare a fare una passeggiata per il parco, ma appena messa fuori la testa dal buco del ritratto si trovarono di fronte Silente che li aspettava. Gli fece un largo sorriso e li invitò ad unirsi al banchetto di Natale. C’erano tutti, anche Piton e Fiorenzo, il primo sembrava un po’ meno arrabbiato del solito, mentre il secondo era un po’ a disagio. Mangiarono chiacchierando allegramente, alla fine del pranzo, fuori era diventato buio e scendeva una neve molto fitta, i ragazzi furono costretti a ripiegare per la sala comune. Harry decise di trovare un posto in tranquillità per leggere il diario di sua madre mentre Draco voleva andare a trovare il suo padrino, di solito il pomeriggio di Natale, quando non tornava a Malfoy Manor, lo passavano insieme a chiacchierare. Si separarono davanti la sala comune. Harry voleva andare nella stanza delle necessità per starsene un po’ in pace, voleva leggerlo da solo, o almeno solo con Ron e Hermione, ma come poteva dire a Luna e Ginny di non seguirlo. Ma furono proprio quest’ultime a salutare il famoso trio prima di entrare nel buco dietro la signora grassa. I tre si diressero verso la stanza delle necessità. Quando entrarono, questa si era già preparata ad accoglierla, vi erano tre poltrone di fronte a un bel camino, c’era della burrobirra bollente e un po’ di dolcetti. Si sedettero sulle poltrone e Harry porse il diario a Hermione, aveva deciso di farlo leggere a lei. La ragazza cominciò. Si accorsero subito che non era un diario giornaliero, ma che saltava dei periodi, a volte anche interi mesi.

 I anno11/08

Mi chiamo Lily Evans e sono una strega. L’ho sempre saputo, ma quando è arrivata la lettera dalla scuola di magia e Stregoneria di Hogwarts ho compreso per la prima volta quello che significasse. Ho sempre fatto delle piccole magie per Petunia, ma non gli ho mai dato molta importanza. Ora so che per 7 anni dovrò stare lontano da casa da mamma e papà e dalla mia adorata sorellona. Mi mancheranno tantissimo, ma voglio dimostrare loro che sono in grado di farcela. Mi hanno promesso che Pet mi verrà a trovare tutti i fine settimana liberi e durante le feste. Hanno parlato con il preside che si è dimostrato d’accordo, non vedo l’ora di andare.”

1/09

“ Sono una Grifondoro, non ci posso credere, sono nella casa più bella di tutte e quattro, mi sono fatta un sacco di nuove amiche e qualche amico: Remus Lupin e Severus Piton. Ci siamo incontrati sul treno eravamo nello stesso scompartimento, abbiamo chiacchierato un po’. Sono molto simpatici e brillanti, ma entrambi sembrano un po’ malaticci, Remus aveva due occhiaie immense, mentre Severus sembrava sul punto di piangere nel momento in cui ha visto il treno allontanarsi. Purtroppo però Piton è stato messo nei serpeverde, la casa con il maggior numero di maghi oscuri, non credo sarà facile continuare a parlarci, però un po’ mi dispiace , mi sta simpatico. Chi invece proprio non sopporto sono i nuovi amici di Remus, sono i suoi compagni di dormitorio e sono tre idioti: Black è un presuntuoso, crede di essere migliore solo perché è nato in una famiglia di puro sangue. Minus è un leccapiedi, Potter poi è l’apoteosi dell’antipatia, si crede perfetto, sempre a fissare tutto e tutti;  ha già preso una punizione perché ha tirato una caccabomba alla gatta di Gazza, gli sta bene. Poi mi prende in giro, mi conosce da nemmeno 4 ore e si permette di criticarmi… non lo sopporto!!! Domani ci saranno le prime lezioni, spero che vadano bene.”

2/09

“ Come sono stanca, mi fanno male le mani e le gambe. Mi si chiudono gli occhi dal sonno, ma volevo scrivere un po’. Le lezioni di oggi sono state spettacolari. Il prof di pozioni ha detto che sono un genio e anche la Mc Granitt mi ha fatto i complimenti, il primo giorno è andato bene, anche perché pozioni e erbologia la facciamo insieme ai serpeverde, ho chiacchierato con Piton, ci siamo fatti un sacco di risate quando il calderone di Potter ha cominciato a bollire come se volesse scoppiare, è proprio negato… Remus invece se ne stava da una parte con il naso sul libro tentando di capirci qualcosa, credo che con quei tre sempre alle costole non sarà facile stare un po’ a chiacchierare.”

31/10

Come sono contenta, Petunia è venuta a trovarmi, il preside mi ha permesso di ospitarla nel mio dormitorio, ha conosciuto tutte le mie amiche e purtroppo anche Potter e gli altri, ovviamente lei c’ha subito legato. È incredibile, e dire che è mia sorella!! Lei dice che sono simpatici, sarei io quella prevenuta, dice che non lo sopporto solo perché prendono in giro Piton, lo chiamano Mocciosus, io non so cosa mi trattenga a prenderli a sberle. Non che i compagni di casa di Severus siano gentili con me, ho sentito più di una volta Malfoy chiamarmi mezzosangue. Sono sempre più brava… non per vantarmi, ma ho la media più alta di tutti.”

 

4/05

Oggi sulla gazzetta del profeta è uscito un articolo su colui che non deve essere nominato, insieme a quegli schifosi mangiamorte hanno ucciso una famiglia di babbani e un mago. Sono così arrabbiata anche perché tra i suoi mangiamorte ci sono ( e lo sanno tutti ) i genitori di Black e quelli di Malfoy. Dovrebbero cacciarli dalla scuola visto che il mago ucciso era il fratello di un tassorosso. Severus, che ultimamente sta diventando insopportabilmente saggio, dice che non si possono giudicare i figli dagli errori dei padri, io so solo che se facessero qualcosa ai miei o a Petunia non so cosa potrei fare. La scuola sta per finire e non vedo l’ora di vedere Petunia, forse Remus e Severus ci vengono a trovare.”

2/08

Lupin e Piton se ne sono appena andati via ci siamo divertiti un sacco, io e Pet li abbiamo portati in giro per Londra, si vede che Severus non è mai stato in un posto con così tanti babbani, era completamente fuori posto. Ma alla fine si è ambientato talmente bene che quasi sembrava uno di qui. Mi mancheranno, per un mese non li vedrò e sono stati solo una settimana. Severus in questi ultimi giorni è diventato freddo con me, Pet e Rem, forse è una mia impressione, ma tutto il tempo che passa con Malfoy non gli fa per niente bene.”

II anno  31/ 10

Odio tutti i serpeverde, avevo un amico, una persona che credevo speciale nella mia vita e invece quei deficienti l’hanno trasformato in un perfetto stereotipo di quella casa. Severus è cambiato. Da quando siamo tornati a scuola non abbiamo mai avuto tempo di parlare per più di cinque minuti e anche in quei brevi momenti mi trattava come se non esistessi. Passa tutto il suo tempo con Malfoy, quel grandissimo idiota, per fortuna che c’è Remus con il quale posso parlare, ma anche lui quando è con i suoi amici subisce un cambiamento di personalità e diventa un cretino alle dipendenze di Potter e Black. Sono arrabbiata, ma prima o poi quei due mi sentiranno, non possono trattarmi come una ruota di scorta e soprattutto non possono fingere di odiarsi quando so perfettamente che non è così. A tutto questo ci si aggiungono anche quei due idioti di James e Sirius che passano il loro tempo a pavoneggiarsi solo perché Potter è il cercatore della squadra.”

 

 

25/12

Oggi Petunia è venuta a trovarmi, mi ha portato i regali di Natale e abbiamo passato quasi tutto il pomeriggio insieme, quasi perché ad un certo punto è sparita ed io non so che fine abbia fatto. Mentre lei era via però mi è arrivata una lettera di Severus, la incollo qui sotto perché se la lascio in giro è probabile che la perda.

Cara Lily,

non ci sono parole per giustificare il mio comportamento. Io non voglio perderti come amica, ma sono costretto dalle circostanze a doverti trattare in quel modo davanti agli altri. Malfoy, se sapesse che si una mia amica, si arrabbierebbe moltissimo e per vendicarsi farebbe del male a te o a Petunia e io non lo posso permettere. Se vuoi ci possiamo vedere ma di nascosto dagli altri, altrimenti avremo dei problemi. Con Remus ho già parlato e ci siamo messi d’accordo in un altro modo. Perdonami se ci riesci e fammi sapere la tua decisione. Mi affido alla tua clemenza. S. P.”

27/6

Tra tre giorni finisce la scuola, in questi mesi che non ho scritto sono successe molte cose; io e Severus abbiamo cominciato a vederci di nascosto, ci piace parlare, di solito andiamo al lago, la sera, oppure sgraffigno il mantello dell’invisibilità di Potter e con Remus ce ne andiamo a chiacchierare nella stanza delle necessità. Ci siamo raccontati un sacco di cose, anche se le più importanti quei due zucconi le hanno confidate solo a me e perché gliele ho praticamente tirate fuori con le pinze. Ma a te caro diario te le posso confidare anche perché se no il mio cervello scoppia e alla fine so che le tirerò fuori. Dunque, quattro mesi fa mi sono accorta di una cosa strana, Remus scompare sempre durante il periodo di luna piena, e quando torna è completamente devastato, ha cicatrici, graffi e due occhiaie spaventose, all’inizio quando gliel’ho chiesto mi ha rifilato la scusa idiota che sua madre sta male e che deve andare da lei, ma io non  me la sono bevuta, anche perché sparisce sempre durante le notti di luna piena, allora ho aspettato un altro paio di mesi per essere sicura. Così la sera dopo la luna piena sono andata da lui l’ho trascinato in un posto tranquillo e gli ho chiesto se fosse un lupo mannaro, la risposta è stata ovviamente sì. Mi ha chiesto se avevo paura, se mi facesse schifo, ma io gli ho detto di no, che non mi importava poi molto, che se lui era così a me andava bene. Mi è praticamente saltato addosso, aveva le lacrime agli occhi e mi ha detto che ero stata la prima a non scompormi più di tanto, che ero la prima a non averlo giudicato, ma mi ha chiesto anche di non dire niente a nessuno, né a Piton, né ai suoi amici. Io ho accettato perché gli voglio bene e perché conoscendo i suoi amici sarebbero capaci di abbandonarlo per un motivo così futile. Severus invece mi ha sconvolto perché è venuto lui da me dicendomi che doveva parlarmi che ero l’unica di cui si fidava… insomma era disperato. Quando gli ho chiesto cosa gli fosse successo lui mi ha detto una cosa sconvolgente: lui e Black, Sirius Black sono fratellastri, hanno il padre in comune e oltretutto sono nati nello stesso giorno. Sono rimasta sconvolta. Quei due fratelli?! è come se il nord e il sud si incontrassero, sono così diversi. Ovviamente Sirius non lo sa e continua a trattarlo come una pezza da piedi, quanto vorrei dirglielo almeno saprebbe cosa significa sentirsi in colpa per qualcuno. Ma Severus me lo impedisce. Per fortuna che quest’estate verranno insieme a casa mia.

III anno

26 /06

Non ho avuto molto tempo per scrivere, così per evitare di scrivere cose stupide o ripetitive ho deciso di scrivere tutto alla fine. La guerra continua e Colui che non deve essere nominato semina il terrore tra maghi e babbani. Io mi sento così impotente, oltretutto Malfoy è esplicitamente dalla parte del signore oscuro e io temo che anche Severus si faccia influenzare. Anche quest’anno abbiamo dovuto vederci di nascosto, mi dispiace tantissimo non poter chiacchierare con i miei due migliori amici solo perché i loro compagni di casa si odiano. Mi sembra una cosa così stupida. Comunque Potter e gli altri sono veramente degli idioti patentati, non perdono occasione per mettersi in mostra con le ragazze e con mio sommo orrore anche con me. Soprattutto James mi ronza intorno chiedendomi ogni due secondi di uscire, preferivo com’era l’anno passato, almeno mi ignorava. Ma purtroppo c’è un altro ragazzo che mi viene dietro e dire che è fastidioso è poco: Malfoy. Se non se ne fosse accorta Petunia a Natale che quell’essere spregevole mi fa la corte io sarei caduta nella sua rete. Mi sta sempre intorno e mi rompe le scatole con assurde richieste. Prima o poi mi prenderò una meravigliosa rivincita. La scuola va sempre meglio sono diventata molto brava. Ma qualcosa c’è che mi turba e spero che Rem e Sev non  lo vengano mai a sapere. Ho capito che da Severus non voglio un’amicizia… mi piace e anche tanto, quando sto con lui cerco di mascherarlo, ma non ci riesco, mi sento una scema integrale, come posso essermi innamorata del mio migliore amico. Spero che non lo venga mai a sapere e che non lo venga a sapere nemmeno Remus, credo si sia preso una lieve cottarella per me e non voglio che la nostra amicizia finisca perché non sono stata in grado di resistere ai miei istinti. Ho paura che prima o poi lo venga a sapere e che mi rifiuti, non posso e non voglio permetterlo anche perché Severus, rimbambito com’è non se ne è accorto. Quest’estate sarà peggiore delle altre, Petunia e io dovremmo andare da una zia perché i  miei vanno in viaggio da soli, non li vedrò per tre mesi e non posso nemmeno scrivergli perché la zia non sa che sono una strega e si spaventerebbe sapendolo. Mi mancheranno tantissimo, soprattutto Severus.”

IV anno

29/06

Come lo scorso anno anche questa volta  ho deciso di scrivere un resoconto dell’anno che definire orribile sarebbe un eufemismo. La guerra è diventata sempre più terribile. Ci sono stati molti attacchi contro i babbani e anche contro famiglie di maghi schierati contro il signore oscuro. Ma questo sarebbe il minimo, non sarei così preoccupata se non fosse per tutto il tempo che Severus passa con Malfoy, li ho sentiti un paio di volte parlare di tatuaggi e Mangiamorte. Io spero di aver capito male anche perché questo significherebbe che io e il mio migliore amico combatteremo su schieramenti opposti. Ho deciso che dopo Hogwarts mi iscriverò all’accademia per gli Auror, voglio sconfiggere Voldemort una volta per tutte. D’ altra parte è questo il mio destino… allora perché non accoglierlo come un dono? So quello che mi aspetta, combattere contro di lui significa rischiare più del dovuto, la mia vita è appesa ad un filo dal giorno in cui sono nata e quindi che senso ha nascondere la testa sotto la sabbia e fuggire? Preferisco morire affrontando la paura piuttosto che vivere temendo anche la mia ombra. Severus dice che sono una pazza, che se avessero fatto una profezia del genere alla sua nascita si sarebbe nascosto da qualche parte aspettando che le cose passassero. Io non lo farò. Anzi ho anche iniziato a rispondere a tono a Potter e Malfoy che non la smettono di rompere. Il primo non fa altro che lo spaccone con tutte e non la smette di prendere in giro i suoi compagni di scuola, soprattutto Piton… io vorrei andare da lui e spaccargli la faccia, ma non lo posso fare perché Remus ne soffrirebbe. Già, si è fatto avanti chiedendomi di uscire e ha provato a baciarmi. Sarei voluta scomparire quando gli ho dovuto dire che sono innamorata di un altro e per fortuna che non mi ha chiesto di chi altrimenti gli avrei dovuto mentire e non se lo merita. A coronare il tutto passeremo un’altra estate da sole a casa della zia. Petunia ha deciso che a Londra non ci vuole stare perché un suo compagno di liceo le fa la corte in maniera ossessiva, mi ha raccontato che le fa le poste sotto casa, la pedina e la segue ovunque. Se solo potessi usare la magia fuori dalla scuola gli farei vedere io a Vernon Dursley, imparerebbe a tenere le sue luride manaccie lontano da mia sorella. Remus non mi parla, mi odia da quando è successo tutto quel casino e io mi sento sola anche perché non riesco a stare nella stessa stanza con Severus senza arrossire da capo a piedi o senza fargli battutine stupide, il mio cervello si paralizza e il cuore va alla velocità della luce. Come sono stupida.”

V anno

24/12

E’ la vigilia di natale e io dovrei essere felice, mia sorella è qui con me e ci stiamo divertendo, o almeno così le faccio credere. La verità è che mi sento sola. Remus non mi parla dall’anno passato; lo so che l’ho ferito, ma non si dovrebbe comportare così, siamo amici, o almeno lo eravamo. Da quando mi ha confidato quello che prova per me si è chiuso in se stesso e passa tutto il suo tempo con quei tre dementi. Credo stiano combinando qualcosa di poco chiaro. Passano tutto il tempo libero a studiare… studiare, quei tre saranno anche brillanti, ma non hanno mai studiato in vita loro. Credo che abbiano in mente qualcosa di molto stupido e la cosa peggiore è che Remus gli dà retta. Per quanto riguarda Severus bhe si può dire che la situazione è la stessa; da un sacco di tempo non passiamo due minuti insieme, mi evita e il motivo è che sa che Malfoy è innamorato di me. Orrore e raccapriccio. Petunia è sparita di nuovo e io sono da sola a rimuginare sui sentimenti che provo per Piton… purtroppo la verità è che ne sono innamorata persa e lui nemmeno mi guarda.”

14/02

Oggi è San Valentino e come tutti gli anni c’è l’uscita a Hogsmeade. Per fortuna che sia Potter che Malfoy sono in punizione così me li sono levati dai piedi, credo che mi farò una passeggiata da Zonko, mi va di prendere qualche caccabomba, la voglio mettere nel dormitorio dei ragazzi, almeno la smetteranno di considerarmi una brava bambina… sono appena tornata e ho scoperto un paio di cose interessanti: la prima riguarda Piton, oggi, visto che il suo amichetto è in punizione, si è avvicinato a me per fare due chiacchiere, ma io l’ho allontanato dicendogli che non sono la ruota di scorta per chi si sente solo. Mi ha guardato e scommetto che aveva le lacrime agli occhi, ben gli sta, è uno stupido che mi fa solo soffrire, non voglio avere nulla a che fare con lui…

L’altra cosa riguarda Black, l’ho beccato con una ragazza, stavano passeggiando mano per mano nei pressi della Stamberga Strillante, era talmente tanto tenero che per un secondo mi sono dimenticata di quello che ha fatto passare a Severus. La cosa sconvolgente è l’identità della donna: Narcissa Black, sua cugina. So che è più che normale nelle famiglie di puro sangue sposarsi tra cugini, ma loro sono cugini di sangue e quello che so di certo è che Narcissa è promessa a Malfoy, credo che le cose si complicheranno.”

15/03

Sirius oggi è venuto a parlarmi chiedendomi di tacere sulla sua storia con Narcissa. Mi ha confidato che se la sua famiglia lo sapesse lo caccerebbe prima che scopra che vuole diventare un Auror e non un Mangiamorte. Mi ha sorpreso e ho deciso di mantenere il segreto. Così da che mi lamentavo di non avere amici, ora ne ho anche troppi, sì perché anche Narcissa è venuta a parlarmi chiedendomi di mantenere il segreto e, una confessione tira l’altra, le ho raccontato di Severus. Lei mi ha detto che le cose si aggiusteranno se solo noi due riuscissimo a parlare con calma. Mi sono sentita un po’ meglio, almeno so che non mi odia.”

14/06

Questa mattina è stata la più brutta della mia vita. Non ci posso credere che mi abbia chiamata mezzosangue e soprattutto non posso credere che se la sia presa con me per quello che stavano facendo quei quattro cretini. Sono talmente tanto arrabbiata che vorrei prendergli la testa e spaccargliela al muro, idiota, brutto idiota. Per fortuna che Narcissa si è accorta del casino che stava succedendo ed è venuta da me a consolarmi. Io volevo solo difenderlo e lui per tutta risposta mi ha trattato in quel modo. Ora ti racconto come è andata. Avevamo appena finito i G.U.F.O di difesa contro le arti oscure e io stavo passeggiando in tranquillità; era l’ultimo giorno di esami e avevo il cuore un po’ più leggero di tutto l’anno. Ad un tratto mi sono accorta che Potter, Black, Minus e Lupin stavano maltrattando Piton, lo avevano riempito di incantesimi e lui era completamente disarmato e inerme,lo stavano prendendo in giro e io mi sono avvicinata tentando di farli smettere. Appena Potter mi ha visto si è subito arruffato i capelli… come lo detesto. Comunque la situazione è degenerata ad un tratto James lo ha capovolto e la veste gli è scesa davanti la faccia… credo che Severus dovrebbe lavarsi le mutande. Comunque sono riuscita a calmarli e lui come mi ringrazia per averlo aiutato? Mi ha detto: “NON MI SERVE L’AIUTO DI UNA PICCOLA SCHIFOSA MEZZOSANGUE” mi sono sentita gelare gli ho risposto che in futuro non mi sarei mai più presa la briga di aiutarlo e poi gli ho detto l’unica cosa che sapevo l’avrebbe fatto soffrire: l’ho chiamato Mocciosus e poi me ne sono andata via. Non voglio più vederlo o sentirlo parlare, schifoso spione… Lupin è venuto a parlarmi per sapere come stessi, mi ha chiesto perdono per quello che mi aveva fatto durante tutto l’anno, mi ha tenuta lontano perché si vergognava per quello che era successo tra di noi. Mi ha abbracciata e mi ha detto che mi proteggerà lui. Se sapesse perché sto in questo modo starebbe talmente male che, prima di dirmi che mi proteggerà lui, ci penserebbe due volte. Narcissa ha rimproverato Sirius per quello che ha fatto e poi è andata a parlare con Piton, non credo che abbia risolto qualcosa. Non vedo l’ora di tornare a casa, mi sento sola senza Petunia, comunque le ho scritto una lettera  credo che se fosse stata qui lo avrebbe ucciso con le sue mani.”

30/06

Sono sul treno e ho appena ricevuto una lettera.

Piccolo Giglio,

perdonami, perdonami , perdonami. Sono stato talmente tanto idiota e ti ho perso. Lo sguardo che mi hai rivolto ieri sera al banchetto di addio mi ha fatto un male cane, mi detesti e me lo merito. Ho provato a parlare con Remus, ma ci sono sempre i tre idioti. Mi ha mandato un gufo con un biglietto dicendomi che dovevo parlarti che ti avevo fatta soffrire, lo so, ma quella stupida parola mi è uscita spontanea dalla bocca, il che è ancora peggio. Non volevo che tu mi vedessi con i loro occhi, non volevo che tu fossi lì. Ho sempre sperato che il fatto di essere in due case diverse non ci avrebbe allontanato, che l’amicizia nata spontaneamente sul treno il primo giorno di scuola sarebbe durata per sempre, mi sbagliavo. La colpa è solo mia perché mi sono fatto coinvolgere da Malfoy nei suoi strani progetti, ho imparato a giudicare le persone dal loro sangue piuttosto che dal loro cuore, sono un mostro. Solo che ero arrabbiato, Potter ha cominciato perché Sirius si annoiava… dannazione è mio fratello. Lo so che non lo sa perché non ho il coraggio di dirglielo… vorrei avere il coraggio di dirti tante cose, ma non ci riesco, le parole non vogliono venire fuori perché hanno paura di cadere nel vuoto. Ti chiedo solo di perdonarmi se ci riesci. Severus Piton

Non so cosa fare, io davvero vorrei perdonarlo, ma non ci riesco. Narcissa dice che dovrei, che quello che provo per lui può salvarlo dal baratro in cui sta per cadere. Non ci riesco, non riesco a perdonarlo perché ne sono innamorata.”

VI anno.

24/12

Questo in assoluto è il Natale più bello della mia vita. Sono appena tornata da una delle serate più emozionanti e romantiche di tutta la mia esistenza. Io e Severus siamo una coppia… o mio Dio non ci posso ancora credere. Dal primo giorno di scuola di quest’anno non ci siamo mai parlati e oggi è venuto da me, mi ha aspettato al ritorno da Hogsmeade, ero con  Narcissa ad aiutarla a cercare un regalo per Sirius, quando fuori dal negozio ho visto Severus. Penso sia stata la mia amica a dirgli dove ero, quando mi ha visto è diventato di tutti i colori, ha abbozzato un sorriso e mi ha fatto cenno di uscire. Quando l’ho visto il mio cuore ha perso un battito, ma mi sono fatta forza e sono uscita. Per un minuto siamo rimasti in silenzio a guardarci negli occhi, poi lui mi ha abbracciato e mi ha chiesto perdono per quella frase infelice. Se mi ricordo bene queste sono le parole che mi ha detto.

-         Io sono un cretino, con le mie parole ho perso l’unica persona che mi ha sempre voluto bene e a cui io ho sempre voluto bene. Ti amo Lily, ti amo da quando ho 11 anni, sono stato talmente tanto stupido da non dirtelo. Ora lo so che non mi perdonerai e che nel tuo cuore c’è una persona, me lo ha detto Remus, io ti chiedo di essere ancora mia amica…

Non gli ho nemmeno fatto finire la frase, l’ho semplicemente baciato dicendogli che anche io lo amo. Stiamo insieme e lui è anche il mio migliore amico. Questa è davvero la serata più bella della mia vita. Anche Narcissa e Sirius sono felici… spero che prima o poi Severus gli dica la verità.”

12/06

Finalmente tutti sanno tutto. Severus ha detto la verità a Sirius e lui si è vergognato talmente tanto da non riuscire nemmeno a guardarlo in faccia. Io ho detto a Remus di me e Piton e lui mi ha detto che già lo sapeva, non c’è rimasto male, ha detto solo che vuole vedermi felice e io lo sono per davvero. L’unico che ancora non si è abituato alla nuova situazione è Potter, ma sta migliorando, è meno idiota del solito. Quest’estate la passeremo tutti insieme a casa mia, non vedo l’ora di dirlo a Petunia.”

VII anno

2/09

L’ultimo anno ad Hogwarts e da come si presenta sarà meraviglioso, siamo amici, io sono innamorata e Petunia vivrà ad Hogsmeade per tutto l’anno. Sarà un anno meraviglioso, anche se Malfoy rompe più del solito.”

24/12

Io e Severus stiamo insieme da un anno, come sono felice, lo amo talmente tanto, anche se devo dire che ultimamente è strano, passa un sacco di tempo con Petunia. La verità è che io e Potter non facciamo altro che litigare perché prende in giro Piton  perché prende in giro me. Lo detesto quando si arruffa i capelli o quando gioca con il boccino, ha 18 anni, dovrebbe dimostrare un po’ più di maturità. La verità è che tutto quello che fa mi dà suoi nervi!! Oltretutto Pet è diventata la sua confidente, nonché migliore amica, io non la capisco proprio. Severus mi ha parlato e mi ha detto quello che accadrà dopo la scuola, io non voglio che lo faccia, non può diventare una spia per l’Ordine solo perché è un bravissimo occlumante. Lui dice che deve seguire il suo destino così come farò io, ma questo significa che dovremmo scontrarci su due campi avversi, non ci voglio nemmeno pensare, gli voglio troppo bene per pensare che la sua vita sarà appesa ad un filo… ora capisco come si debba sentire lui. Mi sento strana, ho paura che questo sia l’ultimo Natale che passeremo tutti insieme… ora devo andare, Potter ha tirato una caccabomba nel nostro dormitorio, me la pagherà …

3/02

E’ successa una cosa strana, ieri sera nella sala comune io e Potter abbiamo parlato da persone civili e mentre chiacchieravamo una strana sensazione allo stomaco si è impadronita di me. Mi sentivo calma ma nello stesso tempo ero elettrizzata a stare così vicina a lui… ma che mi prende, io sto con Severus e ne sono innamorata… o forse No… non lo so, sono confusa . Sev mi piace ancora molto, quando sto con lui mi sento a mio agio, ma spesso non lo vedo come il mio ragazzo, ma come il mio migliore amico. Credo che mi stia innamorando di James e non voglio assolutamente, c’è Piton nella mia vita e ora siamo felici , siamo riusciti ad avere un gruppo di amici più o meno unito ( James e Severus si fanno ancora i dispetti e con Sirius non vanno proprio molto d’accordo ), io oltre mia sorella ho un’amica fantastica che perderò perché il suo compito nella società e il futuro che gli ha riservato la famiglia è quello di dover sposare Malfoy. Ovviamente lei non vuole e continua a vedersi con Sirius, ma le cose non dureranno.”

6/03

Io e Severus ci siamo lasciati. Non sono triste perché è stata una decisione  comune, solo che il primo passo l’ho fatto io. Ci siamo amati tantissimo, è stato un anno intenso e ricco di emozioni, ma poi l’amore è passato ed è rimasto l’affetto fraterno che ci ha sempre contraddistinto. Mi ha confidato di essersi preso una cotta per Petunia, quasi ci rimango secca perché ( anche se non me lo ha mai detto ) lei prova le stesse cose, adoro improvvisarmi Cupido e credo che li farò mettere insieme. Intanto le cose con James sono cambiate, continuiamo a litigare questo è innegabile, ma da quando io e Piton ci siamo lasciati, lui è più dolce e molto molto più presente nella mia vita. Eh sì, mi piace proprio tanto. Spero si decida a fare la prima mossa, altrimenti ci penso io. Il problema è che adesso Piton vuole escludersi dal gruppo ha detto che non vuole che gli altri sappiano del suo piano, non vuole che sappiano che sta sacrificando la sua vita per tutti noi.”

 3/04

Ebbene sì, sono ufficialmente la ragazza di James Potter e mia sorella Petunia è la ragazza di Severus Piton. Entrambi si sono dichiarati due sere fa, Severus è andata a trovarla a Hogsmeade (evidentemente il suo piano per escluderci si è rivelato poco fattibile ) e le ha detto senza tante parole che si era innamorato di lei e che voleva provare a stare insieme. Invece James si è presentato in sala comune, io stavo studiando. Mi ha portato un mazzo di gigli e mi ha dato un bacio, così senza dire nulla, io mi sono completamente abbandonata tra le sue braccia… lascio a te immaginare quello che è successo.  Sono così contenta anche perché Narcissa e Sirius stanno insieme e, anche se sua sorella Bellatrix lo ha scoperto, si vedono ancora. Gli unici due che proprio non riescono ad innamorarsi di nessuno sono Peter ( perché è un rifiuto umano e mi chiedo come James lo sopporti) e Remus  ( lui dice che un lupo mannaro deve stare da solo perché nessuno lo può amare… un’idiozia ). Spero veramente che le cose non cambino mai.”

12/06

Severus ha deciso di farlo, a niente sono servite le mie suppliche, a niente è servito il fatto che così dovrà lasciare Petunia. Ha detto che dopo la scuola, forse ad Agosto la lascerà e si unirà a Voldemort. Il mio migliore amico diventerà un mangiamorte, agli occhi di tutti sarà un traditore… io non voglio. James non gli crederà e io dovrò mantenere il segreto per sempre. Non vuole dirlo nemmeno a Sirius e a Petunia che sarà l’unica che ne soffrirà. Non posso impedirglielo anche perché altrimenti lui avrebbe tutto il diritto di dirmi che stare con James è una stupidaggine che metto la mia vita a repentaglio. Ma ne sono innamorata, e non è una cotta o un amore adolescenziale, è qualcosa di più, qualcosa che non avevo mai provato, con lui mi sento viva, abbiamo fatto l’amore ed è stata la cosa più bella della mia vita, voglio passare tutta la mia esistenza con lui anche se questo significa rischiare di morire. La guerra prosegue e Severus passa tutto il suo tempo tra Malfoy e Petunia, con noi non ci sta mai, solo con me, qualche volta si confida. Non è contento di quello che sta per fare e sicuramente si rovinerà la vita. Mi dispiace talmente tanto. Mi dispiace anche perché non posso parlarne con Petunia. Siamo entrati tutti, tranne Piton (almeno non ufficialmente ) nell’Ordine della Fenice e abbiamo incontrato un sacco di ragazzi, alcuni poco più grandi di noi, persone che rischiano la loro vita per qualcosa di più grande… quello che faremo noi.”

1/09

Severus è un mangiamorte e l’altro ieri ha lasciato Petunia, io purtroppo non le posso nemmeno stare vicina perché non voglio che le succeda niente di male. La perderò, lo so, mi odierà finché non potrò dirle la verità… ma con quale coraggio posso dirle che le ho mentito per quasi 4 anni, che so a cosa vado incontro e che probabilmente prima della fine della guerra io morirò… non posso, meglio così, meglio lontana, sola e viva piuttosto che vicina ,con lui ma morta.”

 

Sono passati due anni dall’ultima volta che ho scritto su questo diario. Io e James oggi ci siamo sposati, con noi c’erano solo i nostri più cari amici, Petunia non è voluta venire e Severus non è potuto, men che meno Narcissa. Mi sono sentita così sola. Piton però ieri è venuto e ha nuovamente tentato di dissuadermi, ma non c’è riuscito, amo troppo James e non posso vivere senza di lui. Rileggendo questo diario mi sono accorta di quanto poco abbia dedicato al racconto della mia vita con James, ma il fatto è che la nostra storia è talmente bella che le parole sembrano sminuirla. Piton si sente in colpa per Petunia, per Sirius e per Narcissa. La mia amica è incinta… di Sirius. Mi ha scritto e mi ha detto di essersi accorta di aspettare un bambino da suo cugino, quando le ho chiesto come fosse sicura al 100% di questo lei mi ha candidamente risposto che è difficile rimanere incinta se si dorme in letti separati, in camere separate e non si è mai fatto l’amore insieme. Ha detto che Lucius vuole solo un erede e non gli importa di sapere di chi è, basta che può dire di avere un figlio. Io mi auguro solo che assomigli a lui e non a Sirius altrimenti sai che casino. Mi ha confidato che vuole seguire la tradizione della famiglia Black e chiamarlo con il nome di una costellazione, se sarà un maschio lo chiamerà Draco, se invece sarà una femmina invece: Cassiopea. Ovviamente non lo dirà al padre, ma farà di Severus il suo padrino, così avrà accanto sempre qualcuno di famiglia. Anche io aspetto un bambino, il mio bambino, il bambino nato dal frutto dell’amore tra me e James.  È un maschietto, me lo sento e si chiamerà Harry, un nome semplice e facile da ricordare… Harry Potter, il mio bambino. Mi manca Petunia, vorrei scriverle, ma so che quel ciccione di suo marito non me lo perdonerebbe, solo che lo devo fare, per Harry.”

31/10

Caro Harry,

se stai leggendo questo diario significa che io e tuo padre non ci siamo più e che Petunia lo ha trovato in mezzo al marasma della soffitta della sua casa. Dopo averti scritto lo faro arrivare lì, ma non so quanto lei ci metterà a trovarlo.

Io e tuo padre ci amiamo molto e dall’amore sei nato tu, immagino che ti sentirai in colpa per il fatto che noi siamo morti e tu sei sopravissuto, ma non devi farlo, nemmeno per un secondo. Io e James sapevamo a cosa andavamo incontro combattendo contro Voldemort e sconfiggendolo per ben due volte, tu sei il predestinato, la profezia anche se non è chiara, porta a te. Piccolo mio, la tua vita sarà difficile, correrai rischi enormi, ma noi ti saremo accanto ogni giorno della tua vita. Mi dispiace amore che dovrai crescere senza di noi, ma sappi che attorno a te ci sono tantissime persone che ti amano e alle quali potrai sempre chiedere aiuto: Sirius, Lupin, Narcissa ( anche se per lei sarà difficile darti una mano visto il rifiuto che ha sposato), zia Petunia ( non sempre purtroppo, ma sono sicura che se ti ha dato il diario significa che ti vuole un gran bene ), Silente, la Mc Granitt, Hagrid e Piton (credo che sarà il tuo prof. Di pozioni). Forse quest’ultimo non ti aiuterà alla luce del sole, ma lo farà, credimi; dalle pagine che hai letto dovresti aver capito che è il mio migliore amico. Harry, sii forte e sappi che se io e tuo padre ci sacrifichiamo e per te, perché tu per noi sei la cosa più importante. Ti amiamo tanto. La tua mamma e il tuo papà

 

Hermione chiuse il Quaderno e si asciugò le lacrime. Anche Harry stava piangendo e Ron aveva gli occhi lucidi. Si avvicinarono e si abbracciarono, i due ragazzi volevano far sentire al loro amico che non solo gli adulti tenevano a lui e gli volevano bene, ma anche loro, volevano fargli capire che la loro amicizia non sarebbe mai finita e che qualsiasi cosa sarebbe successa, l’avrebbero affrontate insieme. Si era fatta l’alba, un giorno nuovo stava sorgendo e Harry finalmente aveva le idee più chiare sulla vita dei suoi genitori, su Sirius e su Piton, ma molte delle rivelazioni erano state sconvolgenti, ad esempio quella di Draco, era figlio di Sirius, non ci poteva ancora credere.

Dall’altra parte del castello Elioxe Notable si svegliò di soprassalto con la chiara sensazione di aver sognato la vita di un’altra persona, una donna che le somigliava come una goccia d’acqua, una donna felice e coraggiosa… una donna morta.

 

 

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ grazie a Daffydebby, Ever, Sphinx e tutti i miei affezionati lettori anonimi

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Capitolo 18
*** Ritrovarsi ***


Ritrovarsi

Ritrovarsi.

Elioxe si alzò dal letto e si guardò allo specchio, erano anni che non sognava quella donna, aveva smesso 15 anni prima, una notte si era svegliata in lacrime aveva sentito che quella persona che l’aveva accompagnata nei suoi sogni per tutta la vita se ne era andata per sempre;era morta per salvare un bambino in fasce dopo aver visto l’uomo della sua vita cadere sotto un incantesimo di Voldemort. Elioxe sapeva che quelli non erano sogni normali, riguardavano una persona reale, erano frammenti della sua vita che per un oscuro motivo lei poteva vedere. Chiuse gli occhi e li riaprì sperando che il suo riflesso nello specchio le dicesse qualcosa di più, le spiegasse chi fosse Lily e perché tutti quelli che l’avevano incontrata nella scuola la squadravano come se avessero visto un fantasma, Lupin non riusciva a guardarla negli occhi e la evitava in tutti i modi, Piton si bloccava ogni volta che provava ad avvicinarsi, anche Hagrid e qualche alunno si comportava in modo strano. Soprattutto Potter, quando le capitava di osservarlo nelle sue lezioni si stupiva di come avesse sempre voglia di scomparire sotto il suo sguardo, eppure era bravo nelle sue lezioni, il migliore studente, superava anche la Granger, non  riusciva a capire. Aveva provato a chiedere a Silente, ma lui si era limitato a dirle che quelle erano solo sue fissazioni, che nessuno si comportava in modo strano quando era con lei. Mentiva, lo sapeva e si chiedeva il motivo. Scese nelle cucine, voleva fare uno spuntino, l’agitazione le metteva sempre una gran fame. Quando entrò nei locali delle cucine della scuola si stupì nel vedere che un elfo domestico stava preparando un piatto di toast. Quando l’esserino la  vide le si avvicinò felice e le chiese

-         Dobby è felice di avere persone nella sua cucina, lui ora dice a professore che non è più solo. Vuole che Dobby prepara qualcosa per la professoressa?

-         Io… grazie Dobby, vorrei un toast e una burrobirra.

Si sedette su una sedia, solo allora si accorse dell’uomo seduto in un angolo della cucina, accanto al fuoco. Aveva lo sguardo perso nel vuoto e l’aria triste e stanca di uno che non dormisse da settimane. Ci mise un po’ per capire chi fosse, ma poi lo riconobbe.

-         Lupin, anche lei non riesce a dormire?

-         Professoressa Notable- disse l’uomo girandosi di scatto e abbassando immediatamente gli occhi – cosa ci fa qui?-

-         Brutti sogni, e poi mi è venuta fame, lei invece?

-         Cercavo un posto per dimenticare.

-         Sono indiscreta se le chiedo cosa dovrebbe dimenticare?

-         Il mio migliore amico è morto l’anno passato, un altro 15 anni fa e l’ultimo nemmeno mi considera un essere umano. Sono solo e devo combattere una battaglia che non vincerò.

Detto questo prese il bicchiere che aveva in mano e lo lanciò nel caminetto con tutta la violenza che poteva. Stava soffrendo molto, solo una settimana prima a casa di Petunia aveva letto il diario di Lily e aveva saputo cose che non immaginava, Draco era il figlio di Sirius… e lui era morto senza saperlo, senza sapere che Narcissa continuava ad amarlo nonostante Malfoy.., era morto credendosi solo e senza di lei e invece lei aveva continuato a volerle bene… Piton lo sapeva…

 Elioxe lo distolse dai suoi pensieri.

-         Lupin, sta bene?

-         No, ma mi passerà, da quando sono morti Lily e James non ricordo di aver passato un Natale felice…

-         Lily… chi è? Mi chiamano tutti in questo modo… io non capisco, Silente mi ha detto che è solo una mia impressione, ma so che sta mentendo. Mi ha detto che dovevo chiedere a chi lo fa, quindi visto che lei è uno di quelli mi chiedevo se potesse dirmi qualcosa, ma forse non è una buona idea visto lo stato in cui è… mi scusi…

-         Non si deve scusare, credo che abbia il diritto di sapere quello che succede. Lei assomiglia in maniera prodigiosa ad una nostra vecchia amica: la madre di Potter, è identica a lei. Solo che Lily è morta 15 anni fa, colpita da una anatema di Voldemort, era la mia migliore amica, l’ex ragazza di Piton e una gran bella persona, era amata da tutti, per questo quando siamo nella stessa stanza con lei ci sentiamo a disagio, è come se lei fosse ancora con noi.

-         Capisco, la cosa è molto strana, perché la donna che mi ha appena descritto è la protagonista dei miei sogni da quando sono molto piccola. Per questo questa notte sono qui, l’ho sognata di nuovo, ho sognato la sua vita.

-         Non è possibile,cosa vuol dire che la sogna da quando è piccola, lei non la conosceva?

-         No, ma è la verità, io la sogno da sempre e credo che anche lei sognasse me… lei è morta per salvare Harry?

-         Sì, ma anche per un altro motivo che io non conosco, lo conosce solo Piton, ho provato a farmelo dire, ma è stato inutile. Non credo che se glielo chiedesse lei sarebbe diverso. Se c’è qualcuno, a parte Harry , che ha sofferto terribilmente per la morte di Lily è stato lui, si sente in colpa perché secondo lui poteva salvarla… salvarli.

-         Ecco perché mi evita e tratta in quel modo Harry…

-         Sì. Ora mi scusi, ma vorrei restare solo.

-         Io non so cosa dirle, ma sappia che io non sono lei…

Detto questo si allontanò dalla cucina per dirigersi nella sua camera, ma per la strada  incontrò Piton. Egli la sorpassò e le augurò buona notte e si infilò a sua volta nella grande cucina.

 

Severus si accorse che c’era anche Lupin, si sedette accanto a lui. Stettero in silenzio a fissare il fuoco che schioppettata. Erano immersi nei loro pensieri, tutti e due stavano pensando alla scuola a quando per evitare che gli altri se la prendessero con Lily si rifugiavano in cucina a chiacchierare. Avevano passato tante di quelle sere lì davanti al fuoco a parlare che non le ricordavano tutte. Lily era l’unica che riusciva a cancellare con il suo sorriso tutto il dolore per la guerra che causava tante morti e che aveva portato via molti loro amici e parenti, la madre di Piton era morta uccisa dal padre di Malfoy e i genitori di Remus erano stati torturati fino alla pazzia, Lily riusciva a far dimenticare loro tutto quanto, si facevano un sacco di risate insieme, le volevano bene e ne sentivano più che mai la sua mancanza.

-         Ho parlato con Elioxe, le ho detto di Lily…

-         Tu cosa?!! – disse Piton allarmato – perché glielo hai detto?

-         Perché era confusa, non capisce perché tutti si comportano in modo strano quando sono con lei. E poi mi ha detto una cosa strana, mi ha confessato che da quando è molto piccola che sogna la vita di Lily, sapeva che è morta per salvare Harry e mi ha detto che l’ha vista morire.

-         Co..cosa… ma non è possibile, io non credo che…

-         Questo lei mi ha raccontato e mi ha detto anche che lei non è Lily… io  credo che le dovresti parlare.

-         Perché io? Era anche amica tua…

-         Sì, ma con te è stata insieme e vi siete amati molto; era la tua migliore amica e ti ha sempre confidato tutto, anche che Sirius è il padre di Draco.

-         Tu come lo sai?

-         Me lo ha detto Petunia, io credo che avresti dovuto dirglielo.

-         Lo credevo colpevole della morte di James e Lily, non me la sono sentita. Poi i nostri rapporti sono peggiorati e non ho voluto che Draco fosse messo in mezzo. Lui mi ha sempre creduto un mangiamorte, poi ce l’aveva come me per via di James e Lily, mi riteneva responsabile, come la maggior parte di voi… lo so che lo pensi anche tu… io dovevo salvarli, dovevo avvertirli, loro erano più importanti di tutto, più importanti di me e della mia vita.

-         Se ci fosse stata Lily ti avrebbe dato una sberla sai?! Non le devi nemmeno pensare certe cose; la colpa è solo di Peter e di Chi sai tu…  Sirius non ha mai pensato che fosse stata colpa tua, se mai incolpava se stesso. Nemmeno io e Petunia abbiamo mai pensato che tu avessi qualche colpa, sapevamo quale fosse la tua missione e quella era davvero l’unica cosa importante.

-         Potter ha visto un altro mio ricordo… la volta che sono venuto da te a dirti che James e Lily..

-         Ricordo, quello è stato uno dei giorni più brutti della mia vita. Loro erano anche la mia  famiglia, mi sono stati vicino quando nessuno mi voleva e mi hanno permesso di volere bene a loro figlio… ma in assoluto il momento peggiore è stato vedere Sirius cadere dietro al velo e dover dire a Harry che era morto… il giorno più brutto della mia vita.

-         La morte di Sirius è stata veramente colpa mia, non dovevo smettere di dare lezioni di occlumanzia a Harry, tu hai anche provato a dirmelo, ma lo sai come sono fatto, mi sono sentito scoperto, lui mi aveva visto con gli occhi di suo padre e …

-         E cosa, Severus; Harry ti rispetta, è vero non gli sei molto simpatico, forse perché dal primo giorno di scuola non fai altro che denigrarlo o offenderlo, ma non è James, non è geloso di te perché hai Lily, lo sai che Ramoso faceva così solo perché era invidioso. E per l’ennesima volta la colpa non è stata tua, Bellatrix lo ha ucciso, solo lei ne è responsabile.

-         Dici sul serio? Io pensavo che non mi parlassi per questo motivo?!

-         No, il fatto è che tu mi hai mentito troppe volte. Quando ti ho visto da Petunia questa estate mi sono sentito messo di nuovo da parte. Tu hai sempre avuto le ragazze che volevi, Lily, Petunia. Io sono destinato a stare da solo, il mio migliore amico è morto e tu non mi consideri nemmeno un essere umano. Pensi che io sia solo una bestia.

Detto questo si alzò e si avviò nel suo ufficio, si buttò sul letto e chiuse gli occhi. Sognò di nuovo lei, Elioxe, gli piaceva e non perché sembrava Lily, gli piaceva perché per la prima volta dopo tanto tempo una donna gli si era avvicinata senza provare ribrezzo. Piton si avviò nel suo ufficio e si sedette sulla poltrona dietro la scrivania. Odiava quel posto, odiava quel ruolo, voleva solo essere se stesso senza la paura delle conseguenze. Avrebbe voluto prendere carta e penna per scrivere a Petunia e dirle che passare con lei le vacanze estive gli aveva fatto capire che non era cambiato un bel niente e che l’amava ancora. Ma era passato talmente tanto tempo, lei era sposata e aveva un figlio nonché un marito odioso, non era solo Lupin ad essere solo. Non si era mai sentito così solo… avrebbe voluto dire tutto quello che sapeva a tutti, a Silente, a Remus e soprattutto a Petunia. Si addormentò con la testa sulla scrivania.

La mattina successiva Lupin andò nuovamente a parlargli. Conosceva molto bene Severus e sapeva che tutto quello che si erano detti la sera precedente non era che l’inizio di una serie di chiarimenti necessari. Lo svegliò e gli fece una tazza di caffè molto forte, poi si sedette dall’altro lato della scrivania. Disse al professore di pozioni che era arrivato il momento di vuotare il sacco una volta per tutte, di smettere di nascondere la testa sotto la sabbia e per una volta dire la verità sui suoi pensieri. Piton all’inizio non aveva molta voglia di riaprire il cassetto nel quale aveva chiuso a chiave il suo cuore, ignorandolo e sperando che smettesse di farlo soffrire, ma alla fine si decise a parlare.

-         La prima volta che ho visto Lily credevo che mi avrebbe tenuto alla larga come avevano fatto tutte le ragazze che mi conoscevano, ma lei non lo fece. Divenne la mia migliore amica… la nostra. Ma poi qualcosa è cambiato il secondo anno, avevo iniziato a frequentare Malfoy e lui mi parlava incessantemente di arti oscure, del potere dell’oscuro e di quanto sarebbe stato bello prendere parte alle sue opere. All’inizio ero sedotto da quel potere, ma poi mi sono reso conto che in questo modo perdevo te e lei, così decisi di parlare a Silente di quello che Lucius mi raccontava. Divenni la sua spia, una spia molto attenta, a volte mi facevo anche prendere un po’ la mano e facevo resoconti anche su te e gli altri, mi sentivo uno schifo, voi non facevate altro che denigrarmi, soprattutto Sirius, lo so che la colpa non era tutta vostra; io non facevo altro che darvi fastidio, ma credimi, non lo facevo volentieri, dovevo trovare una copertura per tutto il tempo che passavo in ufficio di Silente. Lui mi insegnava a chiudere la mia mente. Vedi, io sono nato con un dono: l’occlumanzia, Silente non ha fatto altro che potenziarla. Riuscivo a chiudere la mente e a far si che quelli che ci sbirciavano dentro vedessero quello che volevo io; solo con Harry non riesco completamente a chiudermi, forse perché inconsciamente io voglio che lui sappia. Comunque conobbi l’oscuro signore il mio secondo anno e fu dopo questo incontro che mi Silente mi disse di Sirius, non so perché lo fece, ma sta di fatto che io lo seppi; lo raccontai a Lily: avevo bisogno di parlarne con qualcuno. Non potevo dirglielo, lo avrei fatto solo soffrire, mi considerava un perdente, un fallito e uno spione. Gli anni passavano e io diventavo sempre più cosciente di quale sarebbe stata la mia missione, sarei dovuto diventare un mangiamorte, avrei dovuto rinunciare a tutti voi, ma era la cosa migliore. Solo che a dirlo era facile, ma farlo era tutta un’altra cosa. Avevo litigato con Lily perché passavo tutto il mio tempo con Malfoy e tu mi evitavi e non facevi niente per far smettere Sirius e Potter di trattarmi in quel modo…

-         Ero geloso, Lily si era innamorata di te praticamente dal secondo anno e quando avevo provato a dirle quello che provavo lei mi aveva rifiutato dicendomi che era innamorata di un altro. Non le chiesi chi fosse, lo sapevo, eri tu. Mi dicevo che tutto quello che ti facevano quei due era giusto così anche tu avresti sofferto quanto me. Ero un ragazzino stupido.

-         Lo so, ma io non riuscivo a capire. Lily mi piaceva molto, ma non potevo stare con lei perché non ne ero degno… lo so, era solo paura, ma che ci vuoi fare ero un ragazzino. Comunque il quinto anno successe quello che successe, mi avevate ridicolizzato davanti alla scuola, ma non mi importava di questo, mi avevate deriso davanti a Lily, lei mi aveva visto con i vostri occhi. Fu per questo che le dissi tu- sai –cosa. Non so come uscirono quelle parole dalla mia bocca, sta di fatto che fino a Natale dell’anno successivo lei non mi parlò. Fu Narcissa a dirmi che dovevo essere io a chiedere scusa, così la vigilia di Natale andai da lei e le dissi che ne ero innamorato. Non hai idea di quanto mi sono sentito scemo, pensavo che mi avrebbe sorriso e detto che nella sua vita c’era già qualcuno, invece mi baciò…

-         Lo so, vi vidi, e fui contento, lei era felice e anche tu, era quello che desideravo. Quando seppi di te e Sirius e di lui e Narcissa ci rimasi di stucco. Sarebbero successi un sacco di casini. Tu non  hai idea di come si sentì Sirius quando lo seppe. Avrebbe voluto chiederti scusa, ma era troppo orgoglioso e poi l’anno successivo sei diventato un mangiamorte. Io non volevo crederci e nemmeno gli altri. Lily solo sembrava non sentirsi tradita… glielo avevi detto vero?

-         Sì, lei lo ha sempre saputo e non vi ha detto niente perché non voleva tradire la mia fiducia. Vi ho lasciato credere che fossi passato dall’altra parte, vi ho lasciato pensare che avessi preso la via del male, ma non era così. Stavo malissimo, mi sentivo solo e in più vedevo voi soffrire. Non potevo dirvi niente, specialmente a Sirius e Petunia, gli avrebbero fatto del male. Poi dovetti assistere al matrimonio di Narcissa e Malfoy. Non so cosa avrei dato perché Sirius arrivasse sulla suo moto e la portasse via, ma non lo fece. Loro si sarebbero continuati a vedere anche dopo il matrimonio, lo sapevo, si amavano e niente avrebbe cambiato questo. Io potevo starle vicino e parlarle di voi. Quando rimase incinta capii che bisognava fare qualcosa affinché il bambino somigliasse a Malfoy e non a Sirius, le diedi una pozione, l’avevo fatta in modo tale che il bambino fosse identico a Lucius e per non avere sospetti lei ci dovette andare a letto. Quando la vidi il giorno dopo era sconvolta, ma sapeva che così il suo bambino sarebbe stato al sicuro. A Sirius non dicemmo niente, non potevamo, lui si sarebbe messo contro Malfoy e Bellatrix… lo sai che sono pericolosi.  Draco nacque e Narcissa disse a Lucius di non poter avere altri bambini. Sirius continuava ad andare da lei, ma quando seppe che era rimasta incinta si sentì tradito e la lasciò. Qualche mese dopo Lily e James morirono e tutti, me compreso cedettero che fosse stato lui a tradire. Per questo non dissi niente a Draco,era meglio che continuasse a credere che Malfoy fosse suo padre piuttosto che sapere che quello vero era in prigione per aver fatto sì che Colui che…

-         Severus, ha un nome: Voldemort. Chiamalo così.

-         Non posso, lui lo saprebbe e mi punirebbe.- disse sfregandosi il braccio e diventando molto pallido.

-         Allora chiamalo Tom, è il suo nome no?

-         Finiscila, lo sai che non posso. Comunque non gli dissi nulla anche dopo che fuggì, io lo ritenevo colpevole. L’anno scorso avrei potuto dirglielo, ma non ne avevo il coraggio. Dovevo dire al mio figlioccio che gli avevo mentito per 16 anni. Che la sua vita era tutta una bugia. Poi quando Sirius è morto io non l’ho proprio potuto più fare, come fai a dire ad un ragazzo che suo padre, quello vero, quello che non ha mai conosciuto è morto per colpa di sua zia? Sarebbe stato devastante.

-         Lo so. Ma almeno non si sentirebbe così tanto in colpa per i Paciok o per Harry.

-         Vorrei avere il coraggio di farlo, ma non ci riesco.

-         Se vuoi ti aiuterò io.

Si abbracciarono, erano di nuovo amici, ci avevano messo quasi 20 anni per ritornare ad esserlo. Piton era felice di avere qualcuno con cui parlare, qualcuno a cui dire quello che provava.

Intanto fuori dall’aula nascosti dal mantello dell’invisibilità tre ragazzi avevano sentito tutto.

 

Questa volta sono stata velocissima… recensite numerosi… ps ogni consiglio è ben accetto, mi sono bloccata non riesco a trovare oltre al finale, anche una spiegazione al rapporto tra Lily e Elioxe anche se un’idea mi ronza in testa. Un bacio a tutti

                                                            Mafalda

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Capitolo 19
*** una brutta giornata ***


Una brutta giornata

Una brutta giornata.

Draco uscì correndo da sotto il mantello dell’invisibilità, non poteva credere a quello che aveva sentito, non riusciva a capacitarsi di come tutti nella sua vita gli avessero raccontato solo bugie. Severus, sua madre e tutti i suoi amici. Si era accorto infatti che Harry e Ron erano rimasti pressoché impassibili alla notizia della paternità di Sirius e del rapporto che lo legava a Piton. Si sentiva tradito e umiliato nell’aver appreso tutte quelle notizie in una sola volta, nascosto sotto il mantello dell’invisibilità insieme a quelli che sostanzialmente erano due estranei. Voleva andare nel suo dormitorio, buttarsi sotto le coperte e piangere tutte le lacrime che aveva in gola. Appena arrivato al ritratto della signora grassa sentì distintamente la voce di Ginny strillare queste parole:

-          HERMIONE, MA COSA VAI A PENSARE, LUI è UN MALFOY E I MALFOY L’AMORE NON SANNO NEMMENO COSA SIGNIFICA.

Draco entrò comunque e con voce mesta le disse:

-         Io sarò anche un Malfoy, ma l’amore lo so cos’è e so che fa solo soffrire.

Detto questo uscì nuovamente dalla porta e si scontrò con Harry, doveva averlo seguito, in fiotto d’odio si impadronì di lui. Gli aveva mentito, ecco perché si era comportato da amico, sapeva che era parente di Black… lo spinse da un lato e scese di corsa le scale, Harry continuò a seguirlo. Si spinse all’interno della foresta e non si fermò finché non gli mancò il fiato. Erano in una larga radura, tutta circondata da alberi, vi era solo un grosso masso proprio al centro, era  muschiato e un po’ bagnato dalla neve che c’era caduta quella mattina presto. Draco si sedette sulla pietra, chiuse gli occhi e iniziò a piangere silenziosamente; non si era accorto di Harry che lo osservava a doverosa distanza.  Era disperato, aveva scoperto di non essere un Malfoy, di non essere responsabile della morte di tutte quelle persone innocenti solo perché portava quel nome, avrebbe dovuto essere felice, ma come poteva esserlo, Severus gli aveva mentito, sua madre gli aveva mentito e Sirius era morto, si sentiva solo, per coronare il tutto Ginny aveva detto senza mezzi termini che lui non le piaceva perché i Malfoy non sanno amare… ma lui non era un Malfoy… sentì sulle sue spalle un calore nuovo, un braccio amico si era posato su di lui e lo strinse a se, lui si abbandonò completamente all’abbraccio e iniziò a singhiozzare. Harry poteva ben immaginare come si sentisse, sapeva quale fosse la sensazione di solitudine e incertezza quando scopri che le persone che ti amano e che ti hanno amato ti mentono o muoiono; era un dolore che sopportava da 6 lunghi anni. Lo tenne stretto tentando di calmarlo, ma senza grandi risultati. Sembrava che tutte le lacrime che aveva risparmiato in quegli anni di sofferenza stessero uscendo tutte insieme. Harry non seppe dire quanto tempo restarono così e come non si accorsero che la sera fosse scesa. Draco aveva bisogno di un amico, di una persona che lo sostenesse mentre era disperato, che non facesse domande.

-         Mi dispiace – disse Draco – mi dispiace per averti trascinato qui.

-         Io sono venuto perché volevo solo starti vicino, so come ti senti.

-         Lo sapevi eh – ora la disperazione aveva lasciato il posto alla rabbia, un sentimento forte e doloroso – tu , Ron e Hermione lo sapevate fin da questa estate vero?- si girò e iniziò a scrollarlo.

-         No, lo abbiamo saputo solo ieri, leggendo il diario di mia madre. Per questo io e Ron stavamo andando da Piton, volevamo farglielo avere. Quando abbiamo visto Lupin entrare e te arrivare ci siamo spaventati e abbiamo messo il mantello. Il resto lo sai. Io lo avevo detto che non era una buona idea ascoltare le loro conversazioni private.

-         Scusami, lo so che non è colpa tua, non so perché l’ho detto. Io so solo che la mia vita è tutta una bugia, che nessuno mi ha mai detto la verità…

-         So come ti senti, tutti sanno più di me sulla mia vita. Non è piacevole.

-         Harry, lo so che per te è difficile ma mi racconteresti qualcosa di Sirius?

Potter sentì  il cuore sprofondargli all’altezza delle ginocchia, doveva raccontargli di Sirius e della sua morte, doveva dirgli che era stata colpa sua. Fece un bel respiro, chiuse gli occhi un momento e iniziò a raccontare. Gli parlò del loro primo incontro, della lotta disperata contro i dissennatori per salvarlo, degli spaventi che gli faceva prendere quando si trasformava in un cane, gli raccontò di come lui e Hermione lo avessero salvato dalla torre insieme a Fierobecco, dell’estate a Grimmaud Place e del Natale insieme, gli parlò di tutte le volte che aveva visto apparire la sua testa nel caminetto di grifondoro e infine gli parlò del ministero e di quello che era successo. Gli parlò della lotta e della sua caduta dietro il velo.

-         Mi dispiace,è stata colpa mia, io non dovevo andare all’ufficio misteri, io dovevo chiedere scusa a Piton per aver guardato nel pensatoio io…- anche Harry fu scosso dai singhiozzi e fu il turno di Draco di consolarlo.

-         Lo so che la colpa non è tua, Tu sai chi lo ha ucciso, per mano di Bellatrix. Io non incolpo te, ma Severus, poteva dimenticare quello che avevi visto, ma lui no, lui non perdona mai. Lui mente, inganna, lui è uno…

-         So che sei arrabbiato, ma lui ti vuole bene, ti ha tenuto all’oscuro per proteggerti, tiene a te, e non ti avrebbe mai fatto soffrire. Silente mi ha detto che lui e Sirius a modo loro si volevano bene. Ti ha cresciuto ti ha portato dalla parte del bene, lui ti…

Ad un tratto sentirono l’aria farsi gelida, il loro petto si riempì di aria gelata, Draco cadde in ginocchio mentre Harry tentava in tutti i modi di pensare a qualcosa di felice, di molto felice… la gioia nel ricevere il diario di sua madre. Il cervo argenteo uscì dalla bacchetta, ma Harry si accorse subito che non c’era un solo dissennatore, ma almeno un centinaio, se non di più, nella sua testa iniziò immediatamente l’urlo di sua madre:

“ No ! Harry no ti prego! Prendi me ma non Harry!!”

“ Spostati stupida spostati”

nell’ultimo momento di lucidità Harry puntò la bacchetta verso il cielo facendone sprizzare scintille rosse. Sperava che qualcuno li vedesse, ma sapeva che sarebbero arrivati troppo tardi.

 

Quando aprì gli occhi vide una donna che lo fissava, aveva un aspetto familiare, ma non ricordava chi fosse, cercò i suoi occhiali e questa glieli porse, quando la mise a fuoco la riconobbe.

-         Mamma … allora sono morto?!

-         Non Potter, non sono sua madre, sono la professoressa Notable, volevo venire a vedere come stavano i miei due studenti migliori…

-         Draco?! – disse Harry ricordandosi del suo amico – sta bene? Loro non lo hanno baciato vero?

-         No, sta bene, si è svegliato dieci  minuti fa, ma poi si è riaddormentato aspettandola.

-         Come ci avete trovato?

-         Bhe, innanzitutto abbiamo visto le scintille della sua bacchetta, ma in realtà è stato Grop a trovarvi. I dissennatori su di lui non hanno effetto, vi ha presi e portati da Hagrid. Lui ci ha chiamato. C’è mancato molto poco, uno di loro stava per baciare il signor Malfoy. Vorrei sapere quello che facevate all’interno della foresta? Lo sapete che è vietata agli studenti?

-         Io… … noi – balbettò Harry, non sapeva cosa dire, avrebbe dovuto dirle quello che avevano sentito.

-         È stata colpa mia – intervenne Draco – io ho avuto una brutta giornata e volevo starmene un po’ da solo, Harry mi ha seguito perché pensava che potessi fare qualcosa di stupido. Mi dispiace.

Alla professoressa bastò questa spiegazione e se ne andò via soddisfatta. Era preoccupata più per il modo apparentemente troppo semplice con il quale 132 dissennatori erano penetrati all’interno della scuola.   Li lasciò soli per due secondi, il tempo di mettere a punto una scusa plausibile per tutti, ovviamente tranne per il loro amici. Fu Ron ad arrivare per primo. Appena li vide abbandonò ogni ritegno e li abbracciò entrambi, stessa cosa fecero Hermione e Luna. L’unica a restarsene in disparte fu Ginny. Harry la vide piangere allontanarsi di corsa.

-         Dovevate vedere quanto era arrabbiato Silente- disse Ron mangiando una cioccorana di Draco – era talmente tanto furioso che non so come ma ha cacciato tutti i dissennatori in un colpo solo. Poi vi ha preso dalle braccia di Hagrid e vi ha ficcato in gola un pezzo di cioccolato enorme, poi ha chiamato tutti i professori e gli ha fatto setacciare il castello. Ti giuro Harry che non li ho mai visti così. La Mc Granitt voleva uccidervi con le sue stesse mani. Ha detto che siete due incoscienti, soprattutto tu Harry, tutto il mondo vuole salvarti e tenerti lontano da ogni pericolo e tu  ti ci butti a capofitto. Piton poi, non l’ho mai visto così.

-         Gli sta bene – disse Draco

-         No invece- rispose Hermione – era terrorizzato e ovviamente non capisce quello che sta succedendo.

-         Bhe – la interruppe Ron – lo sa quello che è successo, quando siete corsi via avete fatto un baccano infernale e Lupin e Piton sono usciti a vedere cosa stesse succedendo; io ero per metà nascosto dal mantello, ma mi hanno visto. Lo sapete che non sono molto bravo a mentire.

-         Gli hai detto che li stavamo ascoltando? – disse Harry incredulo

-         Sì, mi dispiace, ma non sono riuscito ad inventare una scusa migliore, ho provato a dire qualcosa, ma ho iniziato a balbettare e hanno capito. Lupin ha guardato Piton e gli ha detto che sarebbe andato tutto bene, poi mi ha detto di andare al dormitorio per vedere se eravate lì. Vi abbiamo cercato per tutto il castello, ma non c’era traccia di voi due. Poi abbiamo visto le scintille.

Ron non poté finire il discorso perché nella sala entrarono Silente, Elioxe, Piton, la Mc Granitt e Lupin; che ovviamente fecero uscire tutti. Fu il preside a parlare per primo, aveva la voce incerta di chi sta trattenendo le risa o il pianto.

-         Vi rendete conto di quello che vi sarebbe potuto accadere? Se Grop non avesse visto le scintille adesso sareste tutti e due peggio che morti. Ma cosa vi dice la testa?

-         La colpa è solo mia professore- disse Draco evitando lo sguardo del suo padrino – io ho avuto una pessima giornata, volevo starmene da solo, ero talmente tanto preso dai miei pensieri che non mi sono accorto di dove stessi andando, Harry mi ha seguito perché temeva che potessi fare qualcosa di molto stupido. Io accetterò la punizione che vorrà darmi, anche la sospensione, ma Harry non ha fatto nulla se non venire a parlare con me. Avevo bisogno di un amico.

-         Io non vi capisco- sbottò la Mc Granitt – tutti ci prodighiamo nel tenervi al sicuro e voi riuscite sempre a mettervi nei guai. Oh, signor Malfoy, non ti preoccupare, avrai la tua punizione, ma non ti sospenderemo. Per quanto riguarda Potter, ho deciso che il tuo castigo lo deciderà la professoressa Notable insieme al professor Piton.

-         Potter – disse quest’ultimo – voglio vederti domani mattina nel mio ufficio. La professoressa Notable ti comunicherà il vostro appuntamento.

Silente sorrise ai ragazzi e si allontanò seguito dalle due donne, nell’infermeria restarono solo Lupin e Piton. Il primo si mise accanto a Harry e gli accarezzò gentilmente la testa.

-         È  un duro compito starti dietro…

-         Mi dispiace, professore, non so cosa ci sia preso, noi volevamo solo portare il  diario al professor Piton, zia mi ha detto di farlo, solo che una volta lì non abbiamo potuto far a meno di ascoltare. Ci avete tenuto nascoste troppe cose e noi volevamo sapere. Mi dispiace che Draco lo abbia saputo così, ma non era assolutamente mia intenzione farglielo sapere, è stato solo un caso.

-         Lo so, Ron ci ha spiegato, stai tranquillo, lo sappiamo tutti e due che non c’entri niente.

Piton nel frattempo si era avvicinato al figlioccio, aveva il cuore in gola, sapeva che non lo avrebbe mai perdonato, era troppo orgoglioso, ma almeno doveva spiegargli, dirla tutta la verità, dirla a lui e non ad un amico. Draco guardava fisso fuori dalla finestra, sentì Severus sedersi sul suo letto, ma non si voltò.

-         Draco io… lascia che ti spieghi…-

-         Vattene – disse il ragazzo con voce gelida – non ti azzardare mai più a parlarmi, a toccarmi o anche solo a pensarmi. Io ti detesto. Sirius è morto a causa del tuo stupido risentimento verso Potter e gli altri. Io non ho un padre a causa tua… ora lasciami solo.

Piton se ne andò col cuore in pezzi, sapeva che sarebbe andata a finire così, ma sperava che la vicinanza di Potter avesse cambiato un po’ il carattere del figlioccio. Lupin lo seguì.

-         Non sei stato un po’ troppo duro con lui? – chiese Harry – in fondo voleva solo starti vicino e spiegarti.

-         No, lui mi ha mentito e io non lo perdonerò mai.

Detto questo si girò tentando di addormentarsi, ma nella sua testa risuonavano sempre quelle stesse parole: MALFOY L’AMORE NON SA NEMMENO COSA SIGNIFICA.

 

 

Volevo ringraziare Kelorin che è stata l’unica a recensire il mio ultimo capitolo. Ringrazio tutti i lettori silenziosi….

                                    Aspetto consigli

                                                                                    Mafalda

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Capitolo 20
*** perdonare ***


Perdonare

Perdonare.

Draco era risoluto, non avrebbe perdonato Piton per quello che aveva fatto, non avrebbe perdonato nemmeno sua madre e non avrebbe perdonato nemmeno Ginny per quello che aveva detto. Si sentiva solo, molto più di quanto credesse possibile, solo Harry e Ron riuscivano a stargli vicino senza ricevere insulti o essere allontanati malamente. Piton aveva rimandato a data da destinarsi l’incontro con Harry e aveva anche sospeso le lezioni di Occlumanzia. Le lezioni erano cominciate nuovamente, ma tutti si accorsero che durante le vacanze doveva essere successo qualcosa, soprattutto perché Luna e Harry passavano tutto il loro tempo insieme e Ron e Hermione non tentavano di uccidersi ogni volta che si incontravano. Gennaio passò seguito dalle prime settimane di febbraio, S. Valentino si  aprì in maniera insolita, a Harry arrivò una lettera di sua zia.

Ciao Harry,

come va? Io vorrei dirti che qui va tutto bene, ma non posso, ieri sera la casa è stata attaccata da un gruppo di mangiamorte, non ti preoccupare, io e Dudley stiamo bene, tuo zio non lo so. È stato lui a tradire. Quando ha visto quest’estate Piton, ha capito che stava succedendo qualcosa di strano e non so come è riuscito ad avvertire Malfoy, gli ha detto che Severus è una spia che lavora per l’ordine. Io credo che sia in pericolo, il mangiamorte che mi ha avvertito ha parlato di un attacco imminente alla scuola e mi ha detto di non mettere in mezzo Silente, almeno non subito. Comunque ieri sera Vernon è uscito , lo sai che non lo fa mai per questo mi sono insospettita; poi verso le nove si è materializzato un mangiamorte, non l’ho visto in faccia perché era nascosto dal cappuccio, ma mi ha detto che dopo un ora esatta sarebbero arrivati e ci avrebbero ucciso. Ci siamo nascosti dalla signora Figg, li abbiamo visti arrivare, c’erano Malfoy e Bellatrix, Tiger e Goyle e penso anche Narcissa. Hanno distrutto la casa, ma noi eravamo fuori. Dudley era terrorizzato, ma alla fine sono riuscita a portarlo fino al ministero e da lì a Hogsmeade. Non ti preoccupare, ti farò sapere.

Una bacio tua Zia e tuo cugino.”

Harry dopo aver letto la lettera della zia uscì dalla sala comune e si scontrò con Luna, le diede un rapido bacio sulle labbra e riprese la sua corsa verso l’ufficio di Piton, sapeva che avrebbe dovuto dirgli dell’attacco a sua zia e sapeva che avrebbe dovuto dirgli che era stato scoperto. Attraversò a perdifiato tutta la scuola travolgendo un paio di ragazzi. Si catapultò nell’ufficio del professore, lo trovò immerso nella preparazione di una pozione. Appena vide il ragazzo, il professore assunse la solita aria disgustata. Il ragazzo non ci fece nemmeno caso tanto ci era abituato. Dopo l’attacco dei dissennatori a scuola non aveva più avuto modo di parlargli tanto meno di fargli leggere il diario.

-         Professore, lei deve leggere questa.- senza mezzi termini gli porse la lettera di sua zia .

-         Quando ti è arrivata? – chiese l’uomo allarmato

-         Questa mattina.

-         Dobbiamo fare qualcosa, avvertire Silente e Lupin, non credo che attaccheranno la scuola, ma se lo facessero voi tutti sareste in pericolo.

-         Non attaccheranno la scuola, attaccheranno lei. E lei non può essere sacrificato. Ora lo so.

-         Potter, tu non capisci, io ora non servo più a niente e a nessuno. Non  importerebbe a nessuno se io morissi.

-         Lei è proprio stupido lo sa? Draco prima o poi la perdonerà, le vuole bene e poi non è vero che a nessuno importerebbe se lei morisse… io credo che mia zia ci rimarrebbe molto male. Le vuole bene, l’ho capito da quella lettera, e se ancora non le è chiaro, venga con me a Hogsmeade, venga a farsi dire da lei cosa prova.

-         Sai – disse il professore abbozzando un timido sorriso- ogni giorno che passa assomigli sempre più a tua madre. Dobbiamo avvertire Lupin.

-         Io devo avvertire i miei amici. Torno subito.

Harry salì le scale e entrò nel buco dietro il ritratto, trovò lì tutti quanti spiegò loro velocemente quello che stava per accadere e li convinse ad accompagnarlo da sua zia. Solo Hermione si rifiutò di andare.

-         Harry, mi dispiace, ma io avevo altri programmi, Vicktor mi ha invitato ad uscire.

Quella frase colpì Ron come una pugnalata, sentì nettamente il suo cuore spezzarsi. Non poteva crollare in quel modo, non davanti a lei, si limitò a girarsi e andarsene senza nemmeno degnarla di uno sguardo. La ragazza lo seguì con gli occhi finché non scomparve insieme agli altri dietro il buco. Aveva sperato che le facesse una delle sue solite scenate, che le dicesse qualsiasi stupidaggine, ma l’aveva ignorata e questo le fece più male di qualsiasi altra cosa. Lo aveva perso, aveva perso i suoi occhi blu e la sua voglia di ridere e di scherzare aveva perso il suo migliore amico ma anche il ragazzo di cui era innamorata. Stava insieme a Vicktor, ma non lo amava, non lo aveva mai amato, nel suo cuore c’era posto solo per una persona: Ron. Uscì poco dopo che tutti erano andati via e lo trovò lì fuori, era seduto su uno scalino con la testa tra le mani.

-         Ron?! Stai bene?

-         No, non sto bene! Da una vita che non sto bene. Sono preoccupato per te. Ogni volta che so che sali su una scopa penso che potresti cadere e farti male, ogni volta che so che sei con lui io mi preoccupo.

-         Sai, se non fosse stato per lui ora io non sarei qui…

-         Già-

Detto questo si alzò e si girò per andarsene; non gli aveva detto che l’aveva salvata lui, non gli aveva detto nulla per paura di perderla, ma era arrabbiato, furioso con Hermione, avrebbe voluto prenderla a sberle. Lei lo fermò lo fece girare e lo guardò negli occhi.

-         Perché ce l’hai tanto con lui? Non sei tu che hai detto che di me non ti sarebbe mai fregato niente? Allora cosa vuoi da me?

Doveva scuoterlo, farsi rispondere qualsiasi cosa. Non poteva restare nel limbo del dubbio ancora per molto.

-         Io da te non voglio proprio niente, e come potrei volere qualcosa da una mezzosangue secchiona e petulante.

Ron non si rese subito conto di quello che aveva appena detto, le parole gli erano uscite dalla bocca senza nemmeno riflettere, voleva farle male, il più possibile. Capì solo quando gli arrivò un ceffone da parte di Hermione, questa volta l’aveva persa per sempre.

-         Ti odio Ronald.

Il ragazzo la seguì fin dentro il dormitorio femminile; chiuse la porta a chiave e si girò verso di lei. Non sapeva bene cosa volesse fare, ma non aveva voglia di lasciar cadere in quel modo la discussione, doveva spiegarle una volta per tutte quello che provava, sapeva di non aver nessuna possibilità con lei, non dopo quello che aveva detto, ma doveva dirle la verità. La ragazza dal canto suo era distrutta “ mi ha chiamato mezzosangue, il mio Ron mi ha chiamato mezzosangue e l’ultima volta che qualcuno mi aveva chiamato in quel modo per difendermi ha vomitato lumache per un giorno… perché mi fa soffrire così, perché non riesco a dirgli quello che provo.”

-         Perdonami…- disse il ragazzo sul punto di piangere – perdonami, non so perché l’ho detto , perché ti ho chiamato in quel modo. Volevo…

-         Volevi cosa –  Hermione piangeva copiosamente – cosa Ron? Perché ti comporti sempre così? Ogni volta che parliamo finisce sempre nello stesso modo, litighiamo. Perché?

Il ragazzo iniziò a piangere con lei.  Sapeva che l’equilibrio sul quale era stata costruita la sua amicizia si era spezzato, si era spinto troppo in là, l’aveva delusa, ferita e si sentiva uno stronzo. La guardò negli occhi, un brivido gli attraversò la schiena, lo guardava con il disprezzo che solitamente riservava per Malfoy, uno sguardo di ghiaccio che non lasciava sperare in nulla di buono. La sua determinazione si frantumò abbassò lo sguardo le chiese solo di perdonarlo e di dimenticare, di dimenticare che un tempo erano amici, dimenticare che si conoscessero, dimenticare tutti gli anni insieme.

-         Non riesco a starti vicino come vorrei, non riesco a guardarti negli occhi, non riesco a dirti quello che provo. Mi dispiace Hermione, ma la verità è che tu staresti molto meglio senza di me.

-         Ron… se esci da quella porta in questo modo, dimenticati della mia esistenza… Vicktor aveva ragione, sei solo un ragazzino stupido e io merito molto di meglio.

Il rosso si voltò le si avvicinò e le diede uno schiaffo, era furioso, non solo il bulgaro gli aveva portato via la ragazza di cui era innamorato, ma non perdeva occasione per dividerli.

-         Sì, forse è vero, ma chiedi a Madama Chips chi è stato accanto a te quando stavi male, chi ti ha salvato dalla caduta dalla scopa, chi ti ha vegliato per due giorni. Non certo lui, lui è  scappato, se fosse stato per lui ti avrebbe fatta schiantare al suolo. Herm, io lo so che ti ho fatto soffrire, ma tu non hai la più pallida idea di come sto io. Tu non sai quello che ho passato, non ne hai idea. Non sai come mi fai sentire, tu sputi sentenze e non ti curi di come fai sentire gli altri. Sono così: insicuro, stupido e immaturo, ma ci tengo a te…

-         Davvero- rispose lei gelida – se ci tenessi veramente a me non mi avresti detto mezzosangue. Ma porca vacca, l’ultima volta che qualcuno mi ha chiamato in quel modo per difendermi hai vomitato lumache per 1 giorno intero, perché ora è diverso? Da te non mi sarei mai aspettata …

-         Da me? Tu non sai chi sono, non lo hai mai capito. Per te sono solo Ron, il migliore amico di Harry, quello da maltrattare quanto ti pare tanto non soffre… ti sbagli, io soffro e non sono un tuo amico… almeno non più  e non perché ti ho detto una cosa stupida in un momento di rabbia, ma perché da ormai un anno mi hai escluso dalla tua vita.

-         Ti odio… mi hai spezzato il cuore.

Il ragazzo aprì la porta e uscì. Si diresse verso la sua stanza. Aveva il cuore in frantumi, l’aveva persa, nel momento in cui aveva capito che a quelle condizioni non voleva la sua amicizia, lui la voleva, voleva il suo amore non la sua amicizia. Si stese sul letto e chiuse gli occhi. La ragazza invece era furiosa, l’aveva insultata ed era riuscito a girare la frittata in modo tale che fosse lei a sentirsi in colpa. Ma soprattutto era arrabbiata con se stessa, con la sua totale incapacità di odiarlo, di non riuscire a smettere di pensare a lui, di non riuscire a distogliere i suoi occhi da quelli profondi del ragazzo, scese nella sala comune. In cuor suo sperava che lui fosse lì, ma non c’era. Automaticamente si diresse verso il dormitorio dei ragazzi. Aprì la porta della stanza di Ron, il ragazzo era steso con gli occhi chiusi e tra le mani la foto che gli aveva regalato Hermione per Natale. Gli si avvicinò e si sedette accanto a lui. Non sapeva cosa dire e fare, quello che voleva era che Ron restasse nella sua vita, che non sparisse che le dicesse che la sofferenza e il dolore potevano essere cancellate e che finalmente riuscisse ad essere sincera con lui. Restò in silenzio osservandolo dormire, le piaceva, adorava il suo viso e quegli occhi che la paralizzavano. Non ricordava nemmeno quando si era innamorata di lui, quando si era accorta di volerlo tutto per se. Il secondo o forse il terzo anno. Quando sembrava che Grattastinchi avesse ucciso Crosta, lei aveva capito che non gli mancava solo la sua amicizia, ma gli mancava lui. Poi quando lo aveva abbracciato per la prima volta, lui era terrorizzato, lo aveva sentito irrigidirsi in imbarazzo, ma l’aveva accarezzata sulla testa e calmata. Poi il quarto anno ne era stata sicura, ma lui nemmeno la vedeva, si era meravigliato quando l’aveva vista scendere le scale splendida nel suo vestito per la festa. Lei si era sentita mancare il respiro quando l’aveva guardata con aria ebete, era talmente carino. Ma non riusciva a capire cosa provasse lui, la insultava e poi le chiedeva perdono, la maltrattava e poi correva da lei la faceva sentire  la persona più importante del mondo e poi scappava un’altra volta. Lo osservò ancora, non era sicura che dormisse perché le sue orecchie erano diventate cremisi. Gli accarezzò la testa e poi disse

-         Cosa c’è nel tuo cuore Ron? Perché ti comporti così?

-         Perché sono stupido – disse il ragazzo con gli occhi ancora chiusi – perché non ho il coraggio di aprire gli occhi e guardarti. Mi sentirei un verme per quello che ti ho detto. Volevo farti male, farti provare quello che sento io ogni volta che ti vedo con Krum. Non lo penso sul serio e se il sangue conta qualcosa allora vorrei essere anche io un mezzosangue. Scusami se ti ho aggredito, solo che sto soffrendo, mi sento impotente davanti a te e lui. Tu hai scelto e ovviamente hai preferito lui. Io non lo sopporto. So che sono stato io il primo ad allontanarti, ma credimi, io l’ho fatto solo perché mi sentivo messo da parte e anche se soffrivo ho deciso di darti la possibilità di vivere la tua storia senza me tra i piedi. Quello che c’è nel mio cuore non riesco a dirlo… a dirtelo. Vorrei solo che tu mi perdonassi, che dimenticassi tutto quello che ti ho detto…

-         Tu mi ferisci e poi chiedi scusa. Io non ce la faccio più, sto male… Ron… ti prego guardami.

La ragazza si pentì subito di averglielo chiesto, il rosso aprì gli occhi e la guardò, un lungo sguardo penetrante, ancora una volta tutto il mondo attorno a loro parve sbiadire, c’erano solo loro due. Hermione perse tutto il suo coraggio, avrebbe voluto dirgli che la faceva star male, che soffriva immensamente ogni volta che litigavano, che quella parola l’aveva ferita molto… ma non ci riuscì, riusciva solo a guardare negli occhi il suo migliore amico rendendosi conto che l’amicizia non c’entrava nulla con quel momento di meravigliosa pace. Ron era ancora steso sul letto con gli occhi piantati in quelli di Hermione, avrebbe voluto leggerle nel pensiero o che lei leggesse nel suo, avrebbe voluto baciarla, ma non lo fece, lei aveva il potere di stregarlo, i suoi occhi lo facevano sentire come se fosse nudo. Si riscosse per primo e abbassò lo sguardo. Fissava il petto della ragazza che si alzava e abbassava con una velocità straordinaria. Sapeva che non avrebbe resistito molto, che prima o poi l’avrebbe stesa sul letto e iniziata a baciare, voleva stare con lei, non gli era mai capitato di desiderarla in quel modo, si alzò di scatto e iniziò a passeggiare per la stanza, era in imbarazzo e avrebbe giurato che le sue orecchie fossero in fiamme, ma quello che più lo preoccupava era che il desiderio di lei non si era ancora placato. Aveva la bocca arsa e le mani sudate e prima o poi si sarebbe accorta di quello che stava succedendo.

“ Calmati Ron, riprendi il controllo delle tue facoltà mentali, lei è la ragazza di un altro e probabilmente nemmeno si rende conto di quanto tu non resista senza di lei. Se solo fossi un po’ più sicuro…” Hermione lo distolse dai suoi pensieri.

-         Stai bene?

-         No, te l’ho detto prima, non sto bene.

-         Siediti accanto a me… Ron ti prego, siediti e parliamo.

-         No, non voglio sedermi… non voglio parlare perché so già cosa dirai.

-         Ti prego siediti e dimmi cosa ti ho fatto per farti stare così male da chiamarmi mezzosangue, cosa ti ho fatto per farti essere schifato dalla mia presenza.

-         Io non sono schifato da te, al contrario… … io non posso starti vicino, non come prima. Hermione, possibile che non capisci? Eppure dovresti essere la ragazza più brillante del nostro anno. Non posso credere che ancora ti sia oscuro il motivo che mi spinge a starti lontano… vorrei potermi sedere e parlare come facevamo un tempo, ma proprio non ci riesco.

Le lacrime avevano ripreso a scendere sulle guance dei due ragazzi, Hermione non riusciva proprio a seguire il discorso di Ron. Si sentiva sola, anche se lui era lì lo sentiva distante, in un luogo che non riusciva a raggiungere. Lo osservava camminare su e giù per la stanza, le piaceva, non c’era dubbio. Le spalle larghe, le gambe dritte e muscolose e il sedere tornito, avrebbe voluto avvicinarsi a lui, far passare le mani sul suo corpo, voleva disperatamente che la toccasse, che le dimostrasse che non la riteneva più una bambina, che la vedesse come una donna, che la desiderasse almeno la metà di quanto lo voleva lei.

-         Herm- riprese il ragazzo – per favore, non piangere, già sto abbastanza male. Se vuoi smetto di camminare e vengo a sedermi, ma tu devi promettere di non piangere.

-         Va bene, ma non ti sedere all’altro capo del letto, vieni qui, accanto a me. Ti prego…

Ron ricorse a tutto l’autocontrollo di cui era in possesso, si sedette lì vicino, poteva sentire il suo profumo, l’adorava, erano talmente vicini che il cuore del ragazzo prese a battere in maniera vertiginosa, aveva paura che lei lo potesse sentire. Era nervoso e a disagio, gli capitava sempre quando era vicino a lei, ma quella volta la sua timidezza era arrivata al parossismo. Restarono in silenzio vicini. Hermione lo vedeva, forse per la prima volta, imbarazzato. Non che lei stesse meglio, il suo cuore correva all’impazzata, aveva la gola secca e la voce le era morta in gola, ma doveva fare il primo passo, dirgli quello che sentiva una volta per tutte, se lui avesse rifiutato almeno lei era stata sincera e  sarebbero potuto finalmente tornare solo amici. Fece un respiro profondo e si voltò di nuovo verso Ron, che aveva ancora una volta gli occhi chiusi.

-         Nemmeno io riesco a parlare come facevamo un tempo. La colpa è la mia, io ti ho allontanato … io sapevo che sei stato con me tutto il tempo in infermeria, me lo ha detto Madama Chips , ma non capivo perché ti ostinassi a dire che con me c’era Vic… perché non mi hai detto niente?

-         Io… non l’ho fatto perché avevo paura che tu soffrissi a causa di Krum, vedi io l’ho visto baciarti, ti assicuro che è stato uno dei momenti peggiori della mia vita, poi ti ho visto salire sulla scopa e cadere giù; quell’idiota era paralizzato dal terrore, se non fossi arrivato io ti saresti sfracellata al suolo…

-         Mi hai salvato, come al solito…

-         È normale, io tengo a te anche se non te lo dimostro o non riesco a essere sincero.

-         Ron cos’è che hai nel cuore, per una volta tentiamo di mettere tutte le carte in tavola.

-         Tu cosa perdi? stai con Krum, mentre se io ti dico la verità tutto ciò che sento cadrà nel vuoto, sai le parole dette non ritornano da chi le pronuncia, cadono nel vuoto e chi lo ha detto si accorge di aver perso un prezioso tesoro.

-         E da quando sei così saggio?

-         Vedi, quello che ti dicevo è la verità, tu non mi conosci veramente. – sorrise, un sorriso amaro di chi per la prima volta si rende conto di una verità ormai palese per tutti. – Io sono così, non sempre, ma quando parlo seriamente posso essere anche molto saggio.

-         Lo so. Tu dici che io non ti conosco? Non è vero, ti leggo dentro come tu leggi dentro me, sei il mio migliore amico, l’unico ragazzo, a parte Harry, con cui io sia stata mai sincera, mi conosci come nessun altro, lo so che in questo periodo siamo stati distanti, che ti ho allontanato, ma il motivo era molto semplice: non riuscivo più ad esserti veramente amica.

-         Perché?

-         Perché con un amico non potrei fare questo.

Detto questo gli si avvicinò e gli diede un bacio a fior di labbra. Ron era paralizzato dallo stupore e dalla sorpresa. Quanto l’aveva desiderato quel bacio, ci aveva sperato pensando di non essere degno di sfiorarle una mano e invece lei era lì vicinissima e contro ogni previsione gli aveva dato un bacio. Non un bacio appassionato, ma uno dolcissimo e semplice. Non aveva mai ricevuto nulla del genere, le sue orecchie si colorarono di rosso, ma restò immobile e incapace di dire qualunque cosa. Hermione dal canto suo si sarebbe nascosta in un buco, aveva baciato il suo migliore amico e lui non accennava a rispondere. Era agitata, spaventata e arrabbiata tutto nello stesso tempo. Lo guardò domandandosi perché non le dicesse niente. Fu nuovamente lei a riprendere il discorso.

-         Hai capito perché non posso esserti amica?

-         Io… io… - balbettò un momento poi preso il coraggio a due mani le disse – io non so se quello che provi tu sia anche solo la metà di quello che provo io, ma non ferirmi Hermione, non di nuovo. Perché non potrei sopportare di vederti con un altro dopo quello che ti dirò.

-         Io non voglio ferirti, ti ho baciato perché…

-         Ti amo.

Il cuore della ragazza si sciolse e due lacrime bagnarono il suo sorriso. Era felice, con lui lo era sul serio.  Gli prese le mani e le poggio sul suo cuore, poi mise le sue su quello di Ron.

-         Li senti? – disse – vanno alla stessa velocità. Ti amo anche io Ron.

Si abbracciarono e si baciarono di nuovo, ma questa volta furono molto più appassionati, sentivano crescere il desiderio l’uno dell’altra. Pian piano Hermione sbottonò la camicia a Ron e iniziò ad accarezzargli il petto nudo, mentre lui giocava con il suo seno. Si sentivano in paradiso. Ma ad un tratto il ragazzo si fermò, sapeva che se si fosse spinto più in là non sarebbe stato sicuro di riuscire a fermarsi.

-         Cosa c’è?- chiese Hermione

-         Io ti desidero, Dio solo sa quanto, ma ora è troppo presto, non sciupiamo tutto solo perché non possiamo fare a meno l’uno dell’altra. Ti amo , non mi stancherò mai di dirtelo, ma voglio fare le cose con calma.

Le diede un altro bacio poi la prese per mano e la portò nella sala comune. Non c’era nessuno, erano ancora tutti al villaggio, decisero di seguirli.

-         Hermione?

-         Cosa?

-         Ma non avevi un appuntamento con Victor?

-         Era una bugia, volevo solo che ti scuotessi, che mi venissi a dire che eri geloso o qualsiasi altra cosa. Io e Vic ci siamo lasciati da Natale. Quando mi hai dato la foto ho capito che lo stavo prendendo in giro, io volevo te, solo che mi fai soffrire tantissimo.

-         Perdonami, non lo farò più, ti facevo soffrire perché io stavo male, mi sentivo tradito e messo da parte. Ti amo Herm, ti amo veramente.

-         Anche io…

Dopo un ultimo veloce bacio, i due si diressero al paese.

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Davanti alla porta di casa di Petunia, Piton sentì il suo cuore accelerare i battiti. Non riusciva a dimenticare quella notte passata insieme tanti anni prima, quando si era presentato da lei. Pioveva, ma nonostante questo Severus era andato da lei, era zuppo quando aveva bussato. Si sentiva i vestiti tutti appiccicati addosso, aveva freddo, ma era deciso doveva dirle quello che provava, anche se sapeva che sarebbe durata poco, che avrebbe dovuto lasciarla; la desiderava, voleva abbracciarla sentirla vicino a lui. Aveva paura, ignorava i sentimenti della ragazza, ma Lily gli aveva detto di non preoccuparsi… era la solita inguaribile romantica. Il cuore andava al doppio della velocità normale, bussò alla porta. Era tardi e sicuramente lei dormiva, ma sarebbe stata quella sera o non lo avrebbe mai detto più, non  le avrebbe aperto il suo cuore. Il tempo che lei ci mise per aprire la porta sembrò infinito, ma alla fine la potè guardare negli occhi. Per un attimo si dimenticò di essere sotto la pioggia di essere bagnato fino alle ossa, lei era splendida anche con i capelli arruffati con la faccia stropicciata dal sonno, era lì davanti a lui e lo guardava stupita. Si sentì uno scemo, aveva provato tante volte il discorso che doveva farle, ma una volta lì le parole gli erano morte in bocca. Petunia lo guardava e lo invitò ad entrare.

-         Spogliati – gli disse  - sei zuppo, io vado a prenderti un asciugamano e una coperta.

Severus non poteva spogliarsi, non davanti a lei, non lo aveva mai fatto davanti ad una donna. Restò immobile e in silenzio. La ragazza allora decise di spogliarlo lei, quando la vide armeggiare con i bottoni della sua camicia il cuore gli balzò in gola e provò un’ emozione talmente forte da togliergli il fiato. Si ritrasse come se si fosse scottato, lei non comprese quel gesto e si sentì respinta, si allontanò, ma il ragazzo la trattenne per un braccio.

-         Dove stai andando?

-         Io… io… credevo che avessi bisogno di un po’ di privacy.

-         No, voglio che tu rimanga.

La tirò a se e le fece continuare a sbottonargli la camicia, mentre lui l’accarezzava sulla testa. Petunia gli tolse la camicia e gli passò sulle spalle una coperta. Severus rabbrividì a quel tocco e si avvicinò ancora di più, erano talmente tanto vicini da non avere nemmeno lo spazio per chiudere gli occhi senza sfiorarsi con le ciglia. La ragazza scansò una ciocca di capelli dal viso di Piton e gli accarezzò una guancia. Il silenzio era carico di eccitazione, Severus non riusciva a resisterle. La guardava negli occhi, e lei abbassò lo sguardo, le guance gli si colorarono di rosso e il respiro si faceva sempre più affannoso. Ma doveva sapere, non poteva far questo con il ragazzo di sua sorella. Si allontanò.

-         Non possiamo – disse affannata – Lily ne soffrirebbe.

-         Ne dubito, non stiamo insieme da un mese, lo sai… e lei è innamorata di Potter, ma se tu non vuoi io vado via, non ti farò pressioni, sappi solo che ti amo, solo questo

La ragazza si avvicinò e iniziò a baciarlo con delicatezza, prima sugli occhi poi sul naso e infine sulle labbra, solo allora il contatto si fece più intenso e profondo… quella notte era stata in assoluto la più bella della loro vita…

Ed ora era nuovamente lì davanti quella porta e l’avrebbe vista di nuovo, solo che non era più un ragazzino di 18 anni, era un uomo, aveva quasi quarant’ anni e aveva al suo fianco 5 persone. Non riusciva a bussare, non ce l’avrebbe fatta se non fosse intervenuto Draco. Il ragazzo sapeva quanto fosse difficile per lui, ma nello stesso tempo voleva punirlo e aveva anche una mezza idea sul dafarsi.

-         Salve signora-disse in modo ossequioso -  scusi se ci presentiamo qui tutti insieme, ma sa, Piton è un vigliacco e da solo non sarebbe mai venuto. È stato cinque minuti a fissare come un ebete la porta.

-         Buongiorno ragazzi, prego entrate.

La donna abbracciò il nipote, Draco, Ginny ,Lupin e Luna le venne presentata, mentre con Severus mantenne le distanze. Stava per chiudere la porta quando anche Ron e Hermione arrivarono. Li fece sedere e offrì loro della burrobirra e alcuni dolcetti, gli raccontò nuovamente di quello che era successo durante l’attacco e si fece raccontare quello che era successo a scuola. Dopo un’ora si presentò anche Silente.

-         Bene, bene, bene. A quanto pare l’allegra comitiva si è riunita nuovamente, ma vedo che ci sono anche nuovi elementi… Petunia, sono talmente felice di rivederti sana e salva. Ora però i ragazzi devono tornare a scuola. Porteranno con loro anche Dudley, starà con loro per un po’, fino a quando la vostra stanza non sarà sistemata, poi verrete a vivere al castello, lì sarete al sicuro. Per questa notte vorrei che Severus ti facesse compagnia… ovviamente sempre che tu ne abbia voglia.

L’uomo fece il suo solito ghigno di disprezzo, ma alla fine acconsentì. Harry e gli altri ragazzi scoppiarono in una fragorosa risata prima di andarsene e lasciarli soli. C’era talmente tanto imbarazzo tra loro che sembrava possibile quasi toccarlo. Restarono in silenzio ,come quella notte, a guardarsi negli occhi, sembrava che il tempo fosse tornato indietro e che loro due non fossero  quasi quarantenni, ma due ragazzini innamorati l’uno dell’altra. Durante l’estate avevano capito che il fatto di rigirarsi nel letto incapaci di prendere sonno, di incontrarsi la notte in cucina significava solo una cosa, erano ancora persi l’uno dell’altra.  Come in passato fu la donna a parlare per prima.

-         Draco ha saputo la verità vero?

-         Sì, ha sperato che dicendoti quelle cose mi avrebbe fatto soffrire, ma non ce ne è bisogno visto che mi spezza il cuore ogni volta che mi guarda con disprezzo. Come fa Harry, come faceva Sirius. Perché? Perché nessuno riesce a capire, perché nessuno riesce a guardare dietro la maschera? Loro mi odiano, come James e gli altri… come te…

-         Io non ti odio, non ti ho mai odiato… come potrei. Sei uno sciocco… questa estate quando ti ho visto davanti la porta di casa mia mi sono sentita morire. Non potevo credere che fossi tanto coraggioso da mettere piede a casa mia da sopportare tutto l’odio di Harry e il mio risentimento. Avrei voluto accoglierti come un amico ma non ci sono riuscita perché quando ti ho visto mi sono ricordata del tuo sguardo di ghiaccio e di quelle parole: “Sei solo una sporca babbana e tua sorella una piccola lurida mezzosangue”io ti amavo e avrei voluto che avessi avuto il coraggio di dirmi quello che ti tormentava. Ho provato ad odiarti, a cancellarti dalla mia vita a mentire  raccontandomi che ti detestavo, per farlo meglio sono andata a letto con Vernon, l’errore più grande della mia vita, ma anche la gioia di avere Dudley. Io lo so che non è perfetto, ma è mio figlio e lo amo con tutto il mio cuore… è stato difficile allontanarti da me, metterti in un angolo della mia vita pregando che non tornassi, ma non ce l’ho fatta. Quest’estate ho capito una cosa… ho bisogno del tuo perdono. Ho bisogno che tu mi dica che non ti ho perso irrimediabilmente, che non ti ho deluso e … soprattutto devi perdonarmi perché non ti ho creduto, perché ho preferito odiare invece di amare, di credere in noi.

-         Tu mi chiedi perdono? Non capisco, sono io che ti ho fatta soffrire, che ti ho allontanata, che ti ho mentito raccontandoti mille bugie… non hai niente da farti perdonare, se mai sono io a doveri chiedere perdono. Volevo proteggerti, volevo che tu fossi al sicuro. Sai quanto mi sono costate quelle parole? Hai una vaga idea di quello che hi provato vedendo Dudley e Vernon? Hai idea di quanto ho sofferto per la morte di Sirius…

Scoppiò a piangere, non lo aveva mai fatto, nemmeno quando aveva visto Voldemort uccidere Lily e James, nemmeno quando Silente gli aveva detto di Sirius e dell’ufficio misteri, ma ora in quella casa, abbracciato alla donna che amava, 16 anni di dolore si sciolsero in lacrime. Aveva perso la sua migliore amica, aveva perso suo fratello e suo nipote lo odiava per le bugie che gli aveva detto. La donna lo abbracciò in silenzio, aveva desiderato quel momento che non se lo sarebbe lasciato scappare. Lo accarezzava sulla testa come aveva fatto in passato. Sentiva le lacrime dell’uomo bagnargli il petto. Aspettò che si calmasse, poi alzò il suo viso all’altezza dei suoi occhi, lo guardò per un attimo e poi si lasciò baciare. Un bacio lungo appassionato, carico di gioia e eccitazione. L’uomo si fermò come se gli avessero staccato la spina. Era immobile e la guardava.

-         Severus… cosa c’è?

-         Voglio fare l’amore con te… ti amo Petunia…

-         Anche io.

-         Cosa? – disse l’uomo sorridendo.- mi vuoi o mi ami?

-         Entrambe le cose.

Detto questo lo portò in camera sua…come tanti anni prima passarono una notte fantastica. Il tempo sembrava non essere passato, loro erano ancora i due ragazzini innamorati l’uno dell’altra. Il cuore del mago era libero, libero di amare di nuovo.

 

 

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Capitolo 21
*** ancora attraverso Harry ***


Ancora attraverso Harry

Ancora  attraverso Harry.

La vita ad Hogwarts era ripresa come sempre, ma tutti si accorsero di un nuovo alunno, era enorme, sembrava un piccolo di gigante, avrebbe potuto rivaleggiare con Hagrid per la grandezza del suo collo. Ma il suo sguardo era quello di un bambino in un negozio di giocattoli. Si perdeva in quei corridoi enormi, sobbalzava ogni volta che un quadro gli rivolgeva la parola. Nessuno lo aveva mai visto fare magie, ma non sospettavano minimamente che fosse un babbano, nessun non mago era entrato nella scuola. Camminava diffidente con tutti e solo quando seguiva le lezioni di pozioni e erbologia dava il meglio di sé. Seguiva solo quelle due e già era il beniamino dei due professori e non perché ( come a volte Draco pensava ) Piton era l’amante della madre del ragazzo, ma perché aveva un talento innato per miscelare composti, arrivava quasi alla bravura di Draco. Dudley superata la prima impressione scioccante per quel nuovo mondo si era ambientato benissimo e era stato messo nella stessa casa di Harry, i due passavano molto tempo insieme e Harry si era accorto che suo cugino non era poi così male.

-         Devo chiederti scusa…

-         No. O meglio, non mi servono le tue scuse Dud, io sono contento: finalmente ho una famiglia e voglio che  tu ne faccia parte.

-         Perché devi essere sempre così buono con tutti?

-         Perché so cosa vuol dire soffrire e avere paura e non voglio che nessuno lo provi ancora.

Così i due erano riusciti a stabilire una sorta di amicizia. Anche con gli altri membri del gruppo si trovava bene, specialmente con Ginny e Draco, con i quali si confidava e ascoltava le loro confidenze. Li aveva capiti al volo, si era accorto delle occhiate da pesce lesso che si lanciavano, si era accorto di quanto stessero a disagio da soli nella stessa stanza, ma quello che non riusciva a capire era il perché nonostante tutto questo non stessero insieme, non si lasciassero andare. Osservava Harry e la sua ragazza, Luna, e non poteva non provare un moto di risa quando vedeva il  cugino arrossire come una ragazzina quando la ragazza gli sfiorava le mani o lo baciava. Ron e Hermione invece sembravano perfetti insieme, litigavano, si arrabbiavano e nel giro di dieci minuti facevano la pace, si amavano molto e si vedeva. Dal canto suo non riusciva a capire perché ogni volta che guardava Cho Chang, il suo cuore balzava in petto. Era carina, senza dubbio, ma lei era irraggiungibile. La prima volta che le aveva parlato si era sentito immensamente stupido e fuori posto, lei era una strega, bellissima e potente, a detta dei suoi amici, lui era solo un babbano stupido e grasso. Non sapeva volare, non sapeva fare magie… non sapeva fare niente. Si sentiva solo e depresso. Suo padre li aveva condannati a morte certa senza nemmeno riflettere, sua madre sembrava essere vittima di qualche strana malattia tanto era felice, e  lui non sapeva con chi parlarne. Forse fu per questo che il 25 aprile decise di far visita a Piton, voleva un consiglio da un adulto e visto che il mago amava immensamente sua madre si disse che in fondo non c’era assolutamente nulla di male nel parlare con lui. Magari avrebbe anche scoperto perché Draco lo detestava in quel modo. Ma quando arrivò nell’aula di pozioni, si accorse di non essere solo, anche Ginny era lì, probabilmente per ripassare una pozione particolarmente complessa.

-         Ciao Ginny. – esordì il ragazzo –che ci fai qui?

-         Stavo ripassando pozioni e volevo starmene tranquilla… non ho voglia di vederlo, di averlo sempre tra i piedi, non riesco più  a mascherare quello che provo. Non riesco a levarmelo dalla testa…

-         Allora perché non gli dici la verità?

-         Non posso, non capisci, primo mi riderebbe in faccia; secondo lui non è assolutamente in grado di provare un qualsiasi tipo di sentimento.

-         È una stupidaggine e lo sai Draco ti adora e farebbe di tutto per non farti soffrire, mentre tu sembra che ci goda nel vederlo sbavare dietro a te o nel vedere i suo occhi riempirsi di lacrime ogni volta che lo insulti o lo eviti… ti ama Ginny e non credo che devo essere io a dirtelo.

-         Lo so – disse la ragazza affranta- lo so che mi ama, o almeno crede di farlo, ma i Malfoy non amano…

-          Che razza di idiozia, lo sai che non è assolutamente vero…

-         Fidati Dud, so quello che dico, Draco non può amare, non ne è capace…

-         Allora non ti importa un bel niente se ieri sera parlando nel sonno ti invocava, non ti importa se tutte le volte che parla con Harry tu sei l’argomento di discussione…

-         NO !!!!! – gridò la ragazza- non mi importa un bel niente, lui è … è…è … non posso dirtelo, soffriresti tu e Harry e anche Piton…

-         Ginny, parla, sarò muto come un pesce.

-         Sai cos’è un mangiamorte?

-         Sì, ho avuto la gioia di incontrarne un bel po’.

-         Sai come si distinguono dai maghi normali?

-         No!

-         Voldemort li ha tatuati, sul braccio destro, gli ha impresso a fuoco un marchio. Ce lo hanno tutti. Solitamente è come se fosse una cicatrice, ma quando Voldemort li chiama esso diviene nero e netto, tutti devono seguirlo e obbedirgli. L’anno scorso l’ho visto sul braccio di Malfoy. Era svenuto e aveva la manica strappata così l’ho visto nero e orribile.

-         Non è possibile, lui è solo un ragazzo…

-         Non lo so, so solo che l’ho visto. Lui è pericoloso e ho paura che possa far del male a Harry. Come pensi che i dissennatori siano entrati al castello…

-         Non è stato lui, non ci posso credere…

-         Nemmeno io potevo farlo, ma mio fratello ha sempre avuto ragione  lui è come suo padre… un mangiamorte.

-         Devi dirlo a Silente…

-         Lo sa, anche Lupin e la Mc Granitt, l’unico che non sa nulla è Piton, ti prego non dirglielo…

-         Cosa non devo sapere? – chiese il professore entrando nella sua aula- allora Weasley, si può sapere cosa mi tenete nascosto?

Dudley e Ginny restarono in silenzio incapaci di trovare una scusa plausibile per rispondere al professore senza che questi soffrisse troppo. Ginny sapeva che se gli avesse detto la verità gli avrebbe spezzato il cuore, lo avrebbe ferito e inoltre non era proprio sicura che Draco fosse passato dall’altra parte, in fin dei conti suo padre aveva tentato di ucciderlo, se fosse stata una spia non avrebbe sofferto in quel modo… non sapeva cosa dire, aveva lo sguardo fisso sulle sue scarpe.

-         Weasley – riprese il professore -  dimmi la verità, lo sai che non riesci a mentirmi in maniera credibile… allora?

-         Io… io… professore non me lo chieda…

-         Virginia… parla!! Tu sai perfettamente che di me ti puoi fidare… allora … parla!!!

-         Si tratta di Draco… ma non è quello che pensa. Io ho visto una cosa sul suo braccio…

Non riuscirono a finire il discorso perché nella stanza irruppero Malfoy e Potter. Harry aveva una pessima cera e continuava a massaggiarsi la testa, il biondino invece si sentiva in maniera molto strana, detestava essere in quella stanza con Piton che lo squadrava con occhi imploranti e Ginny che distoglieva lo sguardo da lui.

-         Abbiamo interrotto qualcosa? – chiese Harry

-         N… No – rispose Ginny in imbarazzo

-         Veramente sì- riprese Dudley – Ginny stava parlando con il  professor Piton

-         Di cosa? – domandò il brunetto

-         Di Malfoy – rispose il professore – Ginny mi stava dicendo che ha visto una cosa sul tuo braccio, ti dispiace mostrarcelo.

Draco sbiancò e si allontanò dal suo padrino. Quel maledetto tatuaggio era stata la sua maledizione, il padre glielo aveva fatto quando era ancora molto piccolo. Ricordava esattamente il dolore che aveva provato quando quel ferro incandescente gli aveva bruciato il braccio, a volte la notte sognava ancora quel giorno. Non voleva mostrarlo a Severus, glielo aveva sempre tenuto nascosto per non fargli ricordare quei momenti terrificanti che erano stati quelli sotto Voldemort, lo aveva protetto, come aveva fatto lui. Si chiese come Ginny lo avesse potuto vedere, ma poi comprese che era per quel motivo che lo allontanava, che non voleva che si avvicinasse troppo a lei. Tremò un momento…

-         Draco, facci vedere il braccio – gli intimò il professore

-         No, non vi faccio vedere un bel niente.

Harry gli si avvicinò come per proteggerlo, lui lo sapeva e non aveva mai detto niente a nessuno. Lo aveva visto una notte a Privet Drive, quando gli aveva chiesto come fosse possibile che avesse il tatuaggio lui aveva semplicemente risposto che suo padre glielo aveva fatto quando aveva solo 5 anni per legarlo a se in modo indissolubile. Harry si fidava di lui per questo non aveva detto niente.

-         Draco, mostrati…

Lentamente, molto lentamente alzò la manica e il marchio apparve in tutta la sua disgustosa esistenza. Abbassò lo sguardo e si aspettò qualsiasi cosa ma no quello che accadde, al suo fianco Harry, che non aveva mai smesso di stirarsi la cicatrice, si irrigidì e dalla sua bocca uscì una strana voce metallica e stridula.

-         Io sono Lord Voldemort, e sono qui per punire il traditore. Severus,  per quanto tempo mi hai ingannato, io mi fidavo e invece tu mi hai pugnalato alle spalle, sono talmente deluso. Certo sapevo che mi stavi mentendo, ma speravo che il tuo amore per me fosse più profondo e che  facessi il doppio gioco per me non per Silente. Ho tentato di punirti senza farti troppo male, volevo solo uccidere la babbana e suo figlio, ma qualcuno come al solito ha tradito, io non  mi posso fidare di nessuno, nemmeno del piccolo Malfoy. Lui mi ha tradito prima degli altri, quando suo padre mi ha detto di averlo messo a guardia di Harry, mi sono accorto che il suo incarico non lo portava a termine, che mi risultava sempre più difficile trovarlo da solo, il giovane Malfoy non faceva quello che gli veniva ordinato e per questo è stato punito, ma tu Severus il tuo tradimento è stato più profondo duraturo, non sei mai stato sincero con me… ora devo punirti. Quello che farò sarà ancora peggiore per te perché sarà Lucius a farlo…

Appena Harry pronunciò il nome di Lucius esso apparve dal camino della stanza di Piton e bacchetta alla mano tentò di colpire  prima i ragazzi e poi il professore. Volarono alcuni cruciatus e all’indirizzo del professore una maledizione che nessuno aveva mai sentito Pneuma Frater. Severus si accasciò al suolo e Lucius se ne andò. Harry svenne e solo Dudley, che si era nascosto, riuscì a andare a chiamare aiuto. Al seguito di Dudley arrivarono di gran carriera tutti i professori, il preside, Petunia, Ron e Hermione. La scena che gli si presentò davanti agli occhi era raccapricciante i tre ragazzi erano piegati in posizione fetale sul pavimento, mentre il professore era steso a terra con gli occhi spalancati e la bocca aperta. Respirava impercettibilmente, ma era vivo. Silente fece portare tutti in infermeria e madama Chips aspettò che si svegliassero. I ragazzi dormirono per un giorno intero, ma poi si svegliarono. Harry era confuso e la cicatrice gli bruciava terribilmente. Appena riprese i sensi sentì nuovamente dalla sua bocca uscire quella voce fredda e metallica che aveva usato nell’aula di pozioni.

-         Io sono lord Voldemort, io vi ucciderò tutti. Ho iniziato con il traditore, ma presto, molto presto riuscirò a uccidervi tutti. Nessuno potrà salvare il traditore, l’unico che potrebbe è morto l’anno passato. Nessuno riuscirà a fermarmi, nessuno riuscirà a distruggermi, non ora che il bamboccio è vulnerabile. Morirete tutti e io sarò il padrone del mondo.

Harry svenne nuovamente la testa gli aveva fatto così male  che aveva temuto che gli si spaccasse, non ricordava esattamente quello che fosse successo. Sapeva che aveva fatto qualcosa di terribile, ma non riusciva proprio a ricordare cosa. Quando si svegliò i suoi amici erano tutti intorno a lui e lo guardavano spaventati come se si aspettassero che da un momento all’altro potesse fare qualcosa di terrificante. Si voltò lentamente e accanto al suo letto vide Piton, gli occhi spalancati e la bocca aperta, respirava, ma non sembrava fosse vivo.

Grazie a Daffydebby … quando ti decidi a scrivere qualcosa tu? Lo so, che scoprire di Sirius è stato scioccante  ma volevo creare un po’ di intrecci… e poi così non è solo Harry a fare la parte dello sfigato…

Grazie a Kelorin… amo Piton, mi piacciono i personaggi un po’ al limite perché non esiste nella vita vera solo il bene o solo il male in una persona… e poi quel poveraccio a scuola ne deve aver passate di tutti i colori.

Grazie a  HermioneCH, sono commossa del fatto che ti piaccia come scrivo, è fuori dagli schemi, ma è divertente per questo scriverla…mi permette di dare voce a tutto quello che mi frulla per la testa.

Grazie a Marco. Per rispondere al tuo quesito:Harry sa usare il patronus e lo sa fare molto bene; ci ha anche provato, ma erano troppi e lui aveva appena parlato di Sirius… quindi non aveva in mente molti ricordi felici…

Grazie anche a tutti i lettori silenziosi…

                                                           Baciotti Mafalda

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Capitolo 22
*** ninna nanna ***


Ninna nanna

Ninna nanna

Severus non provò dolore quando l’incantesimo lo colpì, si sentì leggero come se non avesse peso, dopo una momento di sorpresa si guardò intorno, era nella sua aula, ma c’era qualcosa di diverso, non era con i suoi alunni, era solo e la classe era diversa, sembrava che fosse quella del passato, non riusciva a capire. Si sedette su un banco e si guardò attorno aspettando che qualcuno gli spiegasse quello che stava accadendo. Non seppe quanto tempo restò seduto, ma il solo fatto di essere lì in silenzio a riflettere gli diede un senso enorme di pace, ripensò a quanto amasse quella scuola, a quanto avesse lottato per farsi accettare dagli altri professori e dagli studenti, ricordò la prima volta che vide Harry seduto sul suo banco a prendere appunti, si rivide lottare con Raptor per impedirgli di fargli del male, nonostante si comportasse come un perfetto bastardo, voleva bene al figlio di Lily e James, li rivedeva nei suoi occhi e nel suo sorriso. Si vide giovane con un bambino biondo sulle ginocchia che gli sorrideva con la sua bocca sdentata. Vide Petunia che si offriva a lui, vide il dolore di Lily e quello di Narcissa, poi vide Sirius. Quanto tempo avevano sprecato ad odiarsi, a farsi del male solo perché erano talmente orgogliosi che non avrebbero mai ammesso di aver sbagliato, non gli aveva mai detto di volergli bene, non gli aveva mai detto di Draco, di Narcissa… di Lily, avrebbe potuto tradire il segreto e spifferare tutto a tutti in modo tale da salvarla, ma non c’era riuscito,non avrebbe potuto vedere negli occhi della sua amica la delusione e il disprezzo. Aveva taciuto e l’aveva vista morire, insieme all’uomo che gliel’aveva portata via, si era accorto che non sarebbe mai più stato lo stesso uomo dopo aver visto gli occhi di Lily, spalancati e vuoti. È strano, si diceva spesso, come gli occhi di una persona cambino, da morta gli occhi della donna erano diversi, non ardevano più, il suo corpo era come un guscio vuoto, un involucro svuotato della parte più importante, sembrava piccolissima e fragile. Lily non c’era più. Per Sirius le cose erano state diverse, lui era caduto, dietro a quel velo maledetto dal quale nessuno era riuscito ad uscire, l’aveva lasciato di nuovo da solo a combattere, si chiedeva se si fosse accorto di quello che succedeva se avesse pensato a lui o a Harry, a Lupin e a quanto avrebbero sofferto. Ricordò la sera che Silente gli raccontò tutto quello che era accaduto nell’Ufficio Misteri, il suo cuore si era fatto di piombo e aveva provato il dolore più grande della sua vita. Non aveva potuto vedere suo fratello per l’ultima volta dirgli di Draco dirgli che gli voleva bene. Lo vide da ragazzo, lo aveva sempre invidiato, aveva una bella vita, mentre la sua era stata terribile, lo vide uomo quando lo insultava chiamandolo mangiamorte, lo vide cane, lo vide a scuola quando era tornato per Harry. Gli mancava. Si voltò perché sentì un rumore dietro le sue spalle e si specchiò in due occhi verde smeraldo, non riusciva a capire, non era Elioxe, era lei, la sua Lily.

-         Ciao Severus, da quanti anni non torni qui da me, pensavo che ti fossi dimenticato di me, eppure sei venuto tante volte.

-         Lily… che ci fai qui?

-         Sono tornata  per te, mi hai chiamata qualche mese fa.

-         Già, mi sei mancata. Sono morto?

-         Non ancora, Voldemort ti ha quasi ucciso, ma come al solito non ha calcolato le conseguenze del suo incantesimo.

-         Dove siamo?

-         Qui… Ti ho osservato in questi anni, hai cresciuto bene Draco e con Harry sei sempre stato meraviglioso, lo hai salvato molte volte…

-         Non gli ho potuto impedire di soffrire.

-         Nessuno può, lo sai, non ti dare colpe che non hai, non portare il peso dei morti, noi non siamo morti per causa tua. Tu non hai colpa.

-         Non è vero, almeno Sirius avrei potuto salvarlo.

-         Quante persone hanno colpa per la mia morte? Tu, Harry, Silente, Remus… troppe persone per un uomo solo.

Severus si voltò e osservò il volto di suo fratello, gli sorrideva, si specchiò in quegli occhi blu, era felice.

-         La colpa di quello che è successo è di Voldemort e di quella pazza di Bellatrix, voi non c’entrate, quando torni dillo anche agli altri.

-         Io non voglio tornare.

-         Sì lo farai Mocciosusintervenne James – lo farai perché i ragazzi hanno bisogno di te, non li puoi lasciare soli.

-         Io voglio restare con voi.

-         Allora non ci sono problemi visto che verremo con te. Vi staremo accanto fino a che la guerra non sarà finita.

-         Draco mi odia… anche Harry.

-         Non è vero – riprese Lily – te lo posso dimostrare… guarda.

La stanza intorno a loro si dissolse e si trovarono in infermeria. Severus ebbe un mancamento quando vide il suo corpo steso sul letto. Accanto a lui il suo figlioccio e Harry lo guardavano e gli parlavano. Li sentiva lontani come se parlassero in un altro mondo o in un altro spazio.

Se la caverà” ripeteva Harry a Draco “ lui è forte, più di quanto tu possa credere e se ha anche una sola goccia dello stesso sangue di Sirius, lui ce la farà”

“ Harry, non capisci? Io l’ho deluso, sono un mangiamorte uno schifoso servo dell’oscuro Signore”

“ No, tu sei solo Draco, il nostro amico, il suo figlioccio e solo per uno sfortunato caso quel coso è sul tuo braccio. Troveremo un modo per riportarlo qui, ora ha anche zia Petunia da accudire… e tua madre da proteggere, hai visto quanto tempo ha passato qui in infermeria in queste settimane?”

“ Gli ha sempre voluto bene, da che mi ricordo lui ha avuto un posto speciale nella nostra famiglia, l’ho ritenuto un padre… sicuramente migliore di quello che mi ha cresciuto e che mi ha ridotto così. Harry…? Ti dispiacerebbe lasciarmi solo?”

Il moretto si allontanò e in infermeria rimasero solo il professore e l’ex serpeverde. Il ragazzo prese tra le sue mani quelle dell’uomo e sottovoce iniziò a cantargli una vecchia ninnananna, la stessa che aveva sentito da piccolo cantata dall’uomo che aveva di fronte.

“ Ascolta il rumore delle onde del mare ed il canto notturno dei mille pensieri dell’umanità che riposa dopo il traffico di questo giorno che di sera si incanta davanti a un tramonto che il sole le dà, respira, e da un soffio di vento raccogli il profumo dei fiori che non hanno chiesto che un po’ di umiltà, e se vuoi puoi gridare e cantare che hai voglia di andare e cantare che ancora nascosta può esister la felicità”

“ Ricordi Zio,me la cantavi sempre, anche l’anno scorso dopo la notte nell’ufficio misteri… ora so quanto ti è costato venire a confortarmi quando il tuo cuore era straziato dal dolore. Mi hai insegnato ad amare, a stare dalla parte giusta a non avere paura della vita, a non sottomettermi mai. Ma mi hai anche mentito, tradito e escluso dalla tua vita… perché non mi hai detto che stavi soffrendo… io ti sarei stato vicino. Era tuo fratello e il mio vero padre, ma Harry mi ha fatto capire che i veri genitori sono coloro che ti crescono, quelli che ti stanno sempre vicino e questo lo hai sempre fatto tu, quindi se ho un padre… quello sei tu.”

-         Vedi- riprese Lily abbracciando un Piton molto molto provato – ti ama, Sev, lui ti considera suo padre e non è poco. Pet sta malissimo e Harry come al solito si sente in colpa… devi tornare.

-         Evans ha ragione- intervenne Sirius – loro ti amano, quello è il tuo posto.

-         Non sono degno del loro amore. Sono un mostro, nessuno mi dovrebbe amare… io sono un mangiamorte, lo sono stato per 3 anni, ho ucciso, ho torturato persone innocenti con la sola scusa che era il mio compito… ho permesso a Lucius di marchiare il mio piccolo Draco… gli ho mentito, nascosto troppe cose della mia vita… anche a te Sirius ti ho mentito e vorrei che non fossi morto, vorrei poterti dire quello che provo avendoti davanti gli occhi in carne ed ossa, non un’ ombra…

-          Cosa mi hai nascosto?

-         Draco è tuo figlio, nato dall’amore tra te e Narcissa, io dovevo dirtelo, ma credevo che fossi stato tu a tradire Lily e James

-         Lo sapevo, Narcissa mi ha scritto quando sono scappato da Azkaban. So perché non me lo hai detto e non stava a te farlo, con me non hai nessun debito, semmai sono io a esserti debitore per come hai cresciuto il mio bambino. È forte, coraggioso e in grado di amare, questo glielo hai insegnato tu. Grazie.

-         Sirius… ti voglio bene… davvero.

-         Anche io Mocciosus

-         Ora devi tornare. – intervenne James – i ragazzi hanno bisogno di te, Petunia ha bisogno di te.

Draco teneva stretta quella mano da ormai un mese, si allontanava solo per le lezioni e per mangiare, per il resto era sempre con lui. Gli aveva parlato gli aveva domandato perdono, aveva provato tutto per riportarlo a se, aveva cantato la ninnananna un milione di volte, ma non aveva avuto nessuna risposta.

“ Ancora, è già tardi ma rimani ancora. Per poter gustare ancora un poco quest’aria scoperta stasera e domani ritorna a quest’ora tra la gente che soffre e che spera  tu saprai che nascosta può esistere la felicità”

“ Torna da me… ti prego, io sono uno stupido ad averti detto che sei un fallito, che ti odio, non lo penso sul serio, ti voglio bene… non lasciarmi solo”

Una lacrima scese sulle guance del ragazzo e cadde sulle labbra del professore, che come destato da un lungo sonno aprì gli occhi e disse:

-         Io non ti lascerò mai solo, sarò sempre con te.

-         Severus… sei vivo… sei tornato… Dio, quanto sono felice.

Sono qui con un nuovo capitolo… grazie Kelorin… almeno tu non mi hai abbandonato… dimmi che ne pensi… la storia si fa più folle…

                                               Baciotti Mafalda

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Capitolo 23
*** gli occhi di Lily e il sorriso di James ***


Gli occhi di Lily e il sorriso di James

Gli occhi di Lily e il sorriso di James

Appena aprì gli occhi vide il volto del suo amato figlioccio, era lì davanti a lui con le lacrime agli occhi  girò la testa e si accorse che tutti i ragazzi erano accanto a lui. Draco, Harry, Ron, Hermione, Ginny e persino Dudley. Tutti lo stavano abbracciando, si sentì un po’ strano ma molto felice; si voltò e vide Petunia e Narcissa, lo guardavano con affetto e con felicità spostando lo sguardo si accorse anche di Lupin e Elioxe; seguivano la Mc Granitt, Silente e Hagrid. Accanto alla finestra poi li vide… Sirius, James e Lily. Sbattè le palpebre un paio di volte prima di esserne sicuro, solo quando si fecero avanti e si mostrarono anche agli altri che Severus si rese conto che ciò che vedeva era reale.

Tutti reagirono in modo molto prevedibile erano spaventati e sorpresi. Petunia e Narcissa iniziarono a piangere non riuscivano a capire cosa stesse succedendo e anche Draco ed Harry erano piuttosto sorpresi i ragazzi si avvicinarono ai loro genitori . Il biondino era sorpreso e a disagio, suo padre… quello vero… era lì accanto a lui ed era reale. Si avvicinò e lo abbracciò in silenzio. Harry reagì più o meno nello stesso modo con i suoi genitori, vide per la prima volta il sorriso di suo padre e gli occhi di sua madre, capì che quello che gli dicevano sempre era vero, lui era la copia di suo padre con gli occhi di sua madre.

-         Mamma… - disse - papà

-         Harry, il mio piccolo Harry. Come sei cresciuto.

-         Io… io non capisco, non capisco, come è possibile che voi siate qui… non esiste nessuna magia che può portare indietro i morti.

-         Si, lo so, io noi siamo qui perché Severus ci ha chiamato… vedete, Voldemort come al solito non ha calcolato la conseguenza dei suoi gesti; il suo incantesimo ha lasciato a metà Severus, non era né nel vostro mondo né nel nostro,  era in una situazione di passaggio e quando è tornato, anzi è voluto tornare noi lo abbiamo seguito.

-         Quanto resterete- chiese Draco

-         Non lo sappiamo, ci hanno permesso di venirvi ad aiutare, ma non sappiamo per quanto tempo ci faranno restare, non sappiamo nemmeno il motivo per cui siamo riusciti a tornare in maniera corporea e non solo come spiriti- disse Lily

I due ragazzi erano felici come non lo erano mai stati, Harry aveva i suoi genitori al suo fianco per la prima volta, poteva contare su di loro per ogni cosa che aveva in testa e nel cuore, poteva parlare con loro della profezia e dei demoni che aveva nell’anima. Parlò loro dei suoi sei anni di scuola della sua vita, delle volte che si era dovuto scontrare con Voldemort.

-         Vi ho visti una volta, stavo combattendo con lui. Era il mio quarto anno e Voldermort  era appena risorto e mi aveva sfidato, le nostre bacchette si sono unite e dalla becchetta di Voldemort sono uscite le ombre di coloro i quali lui aveva ucciso, tra cui anche voi due, mi avete protetto.

-         Sì, eravamo noi, in una nostra forma. – rispose James – Sirius mi ha anche detto la forma che prende il tuo patronus.

-         Un cervo, sono stato sempre curioso di vedere in che cosa  ti trasformassi, o meglio vedere quanto il mio patronus  ti somiglia e poi volevo sapere anche una cosa, riguarda la mamma tu sei un animagus?

-         Perché me lo chiedi?

-         Non saprei, forse perché sei stata sempre amica di Lupin e perché sapevi di lui e perché eri la strega più brillante per la tua età?

-         No, ma c’ho provato, solo che devi essere predisposto per  farlo e io non lo ero.

Harry non sapeva perché le avesse chiesto una cosa così stupida, ma non sapeva cosa chiedere loro, era scresciuto senza di loro, non sapeva  come ci si comportasse con dei genitori. Non sapeva nulla di cosa significasse avere una famiglia.

Draco invece era silenzioso osservava da lontano ii suoi genitori che si stavano abbracciando, non voleva interromperli, ma era felice perché avrebbe potuto conscere un padre che poteva portare degnamente quel nome.

-         Sirius- disse Narcissa – ti presento nostro figlio: Draco Sirius Malfoy.

-         Cosa – sobbalzò Draco – il mio secondo nome è Lucius.

-         No, all’anagrafe sei iscritto come draco Sirius Malfoy, ma a tuo padre ho detto che  ti chiamavi Lucius. Dovevamo proteggerti, così Severus mi diede una pozione simile a quella polisucco che ci permise che il tuo aspetto fose simile a quello di Lucius.

-         Cosa?!!!

-         Già, piccolo, noi abbiamo temuto per la tua vita se avesse saputo di chi eri figlio  ti avrebbe ucciso. Perdonami se ti abbiamo fatto questo.

-         È permanete?

-         Sì, mi dispiace. Ma non è importante come sei fatto, ma chi sei e tu sei un Black, come me e tuo padre.

Dopo quelle chiacchierate passarono molti giorni nei quali Harry e Draco passavano tutto il tempo insieme ai loro genitori, soprattutto la sera passavano tutto  il tempo a scorrazzare nel parco, Harry era felice e si sentiva libero come non lo era mai stato.  Draco invece per la prima volta nella sua vita sapeva che qualcuno gli voleva bene sul serio, e uno di questi era suo padre, non era mai stato amato da suo padre.

 

------------------------------------------------------------------------ granzie a Kelorin e ai lettori silenziosi... commentate.....

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