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Harry, steso sul suo letto
cercava un po’ di refrigerio in quell’estate torrida, ogni tanto sentiva lo
schiocco di qualche mago che si materializzava nel vialetto, istintivamente
guardava fuori, ma sapeva che non avrebbe visto nessuno, erano protetti da un
incantesimo o da un mantello dell’invisibilità, lo sorvegliavano e ne conosceva
il motivo. Il mago più cattivo mai esistito sulla faccia della terra lo cercava per ucciderlo, non gli era permesso uscire dalla sua
casa né tanto meno passeggiare nel fresco della sera. Quell’estate si
presentava peggiore delle altre, anche se poteva ricevere la posta e usare il
telefono. Da quando Malocchio Moody aveva terrorizzato i Dursley, Harry aveva
molta più libertà, ma si sentiva solo, molto di più di quanto avesse
immaginato. Sirius era morto da sole sette settimane e lui non ne aveva parlato ancora con nessuno. Ron era scomparso, non
lo sentiva dall’ultimo giorno di scuola, con Hermione non aveva coraggio di
parlare, le voleva bene, era la sua migliore amica, ma non voleva farsi vedere
piangere e ogni volta che pensava a lui le lacrime gli
scendevano sulle guance. Anche in quel momento,
stava leggendo un articolo sulla gazzetta
del profeta che parlava del suo padrino.
“ Condannato ingiustamente per la morte di 12 babbani e un mago, Sirius
Black è morto da eroe. L’unico con la forza per resistere ad
Azkaban per 12 anni. Innocente, un uomo coraggioso che
per proteggere “il ragazzo sopravvissuto” ha dato la sua vita. Black non
ha avuto il tempo per scagionarsi, ma il ministero della
magia, nella persona di Kingley Shaklebolt lo ha insignito dell’ordine
di Merlino alla memoria. Il ministero dopo il volta
faccia dei Dissennatori di Azkaban ha dovuto riconoscere di aver commesso molti
errori. Il ministro è stato sollevato dal suo incarico ed è scomparso insieme ad alcuni suoi collaboratori, tra cui Dolores Umbridge…”
L’articolo continuava a osannare Sirius e il suo operato nella lotta contro Colui
che non deve essere nominato, nel suo impegno per la felicità di Harry e la sua
morte eroica. Quello che non dicevano però era che per tutto l’anno passato la
Gazzetta aveva gettato fango su di lui; Harry era furioso con i giornalisti,
con se stesso e con i suoi amici che dopo quello che
era successo non facevano altro che parlare di Sirius, lui voleva solo stare da
solo senza nessuno che gli chiedesse ogni due minuti come stesse. Lupin, il suo
vecchio professore di difese contro le arti oscure gli scriveva
due volte alla settimana raccontandogli a grandi linee quello che accadeva
nell’Ordine, ma le notizie erano talmente superficiali che lo lasciavano sempre
insoddisfatto; lo stesso valeva per Hermione. L’unica persona che lo trattava
normalmente era Luna Lovegood, gli aveva scritto molte volte, con lei riusciva
a parlare di quello che era successo, sapeva che lo avrebbe capito, d’altra
parte sua madre era morta, sapeva come ci si sentiva, certo era un po’ strana,
ma in fondo era simpatica. Silente ogni tanto gli scrivevachiedendogli come stesse e se continuava a
fare sogni strani. Da qualche notte aveva ripreso a fare gli stessi sogni di
Voldemort, sognava se stesso torturato e punito, aveva sognato anche Percy
Weasley. La Gazzetta del Profeta parlava anche di Colui che
non deve essere nominato: i Dissennatori e i Giganti già si erano alleati con
lui, le fila dei Mangiamorte si erano ingrossate dai quattro angoli del mondo
era arrivata la peggior feccia di maghi che si potesse immaginare
“… Famiglie illustri di maghi da generazioni si sono alleate con Colui che non deve essere nominato, eccone l’elenco:
Malfoy,
Tiger
,
Goyle,
Mc Nair,
Lestrange,
Dolohov,
Rookwood
Avery,
Nott.
E altri di cui non siamo a conoscenza. Ci premuriamo di ricordare a tutti i maghi
di prestare attenzionee di ripassare
tutti gli incantesimi elementari. I figli dei Mangiamorte sono stati affidati
ai loro tutori legali o per chi ne fosse sprovvisto
alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts…”
Harry sorrise, per la prima volta
in quelle lunghe settimane, si rese conto che anche per il suo acerrimo nemico
Draco Malfoy le vacanze non sarebbero state migliori delle sue. Il ministero
controllava rigidamente i minorenni eera sicuro che in quel momento stesse da
qualche parte ad annoiarsi a domandarsi se i suoi genitori stessero bene o no,
gli stava bene, si disse anche che era strano che i suoi amici non gli avessero
detto niente. In quel momento Edvige, la bellissima civetta bianca, dono di
Hagrid per il suo 11° compleanno, planò sul suo letto nel
becco portava una lettera di Luna. L’aprì e una strana sensazione gli
attanagliò lo stomaco.
“ Ciao Harry,
come stai? Immagino non molto bene visto il tono della tua ultima lettera.
Capisco come ti senti e credimi, non posso davvero dirti di più su quello che
sta succedendo. Mio padre mi ha detto che se la lettera venisse
intercettata saremo in pericolo. Quindi se vuoi ti
posso raccontare un po’ di quello che so sui nostri amati compagni Serpeverde.
So, perché me lo ha detto mio padre, che Malfoy è stato affidato al suo tutore
legale, perché i sui genitori non lo vogliono tra ipiedi, hanno detto che un moccioso nemmeno
tanto brillante li intralcerebbe e basta, ti puoi immaginare come si è sentito.
Sai, un po’ mi fa pena. So che è un idiota, ma che vuoi fare? Io sono fatta
così, non sopporto le ingiustizie, nemmeno se quello a cui si fanno mi sta
veramente antipatico. Gli altri sono stati affidati alla scuola e cioè a Silente, puoi ben immaginarti quello che hanno
provato, si faranno tutte le vacanze a scuola. Io sono in Svezia con mio padre,
il Ricciocorno Schiattoso non lo abbiamo trovato, ma sono stata bene con lui,
so perfettamente che tutte le cose assurde in cui crede
non esistono, ma io gli voglio bene, mi ha tirato su per otto anni da solo.
Scusami, tu sei lì che soffri per il tuo padrino e io stupida che ti racconto i
miei problemi. Ho letto l’articolo su di lui sulla Gazzetta e mi sono resa per
la prima voltaconto di quanto l’ultimo
anno a scuola possa essere stato complicato per te,
nessuno ti credeva tranne i tuoi amici e per colpa di questo hai perso l’unica
persona che potesse avvicinarsi ad un padre e sei rinchiuso in quel postaccio
da 5 settimane. Ricorda che se hai voglia di parlare, di qualsiasi cosa, io
sono qui.
Un
bacio
“Lunatica”
Lovegood”
Quando
chiuse la pergamena si rese conto per la prima volta che anche se non aveva mai
parlato apertamente con nessuno di quello che era successo gli altri sapevano
come stava, decise di risponderle subito e poi avrebbe pensato a Ron e
Hermione.
“ Ciao
Luna,
sono contento di sentire che ti diverti con tuo padre e soprattutto sono
contento di sapere che almeno per una volta non sono l’unico a passare delle
vacanze orribili, quest’anno ho chi mi fa compagnia. Lo so che non dovrei
dirtelo, ma sono contento che finalmente abbia avuto quello che si merita. Ho capito una cosa, non parlare di Sirius fa male solo a me
e a nessun altro. Lui mi manca, per una volta nella vita avevo
avuto vicino qualcuno che si preoccupava per me e ora sono solo. Più di
una volta ho invidiato Ron per la sua famiglia, ma quando finalmente avevo
trovato qualcuno Voldemort me lo ha portato via.
Hai ricevuto i risultati dei G.U.F.O io sì e ti assicuro che ne sono
rimasto sconvolto. Ho preso eccezionale in tutte le materie (compresa
anche Pozioni… alla faccia di Piton ) tranne divinazione nella quale ho
preso deludente, ma non mi importa, tanto non mi servirà mai più. Potrò
diventare un Auror, se Piton mi lascia in pace durante le sue lezioni. Spero
che anche a te e agli altri le cose siano andate bene, soprattutto spero che le
riunioni dell’ES siano servite a qualcosa oltre che andare a farci uccidere
quella notte nell’ufficio misteri. Luna, tu pensi che Sirius sia morto perché
io sono stato uno sciocco? Io penso di sì, dovevo chiedere aiuto a Piton, ma il
mio orgoglio non me lo ha permesso, ma a
dirla tutta mi ero dimenticato di lui. Ora ti lascio
perché sta salendo mio cugino e non voglio che si impicci
delle mie cose.
Ti
saluto
“Il
ragazzo che è sopravvissuto”
Con lei scherzava su queste cose,
c’era un affiatamento superiore rispetto a quello con Hermione e Ron, loro lo conoscevano meglio e sapevano tutto di lui, ma Luna invece faceva sempre domande
obbligandolo a affrontare i suoi demoni personali.
Da quando era tornato a casa, zia
Petunia si comportava in modo molto meno ostile, non
partecipava alle continue vessazioni di Dudley e zio Vernon, lo trattava quasi
come un essere umano, Harry non riusciva a capire se questo modo di agire fosse
dettato dalla paura della minaccia di Moody e gli altri o solamente aveva
capito che il ragazzo era completamente distrutto e sarebbe stato inutile farlo
stare peggio di così. Si chiedeva perché avesse smesso di torturarlo, gli
permetteva di leggere la Gazzetta del Profeta senza obbiettare, anzi, gliela
lasciava vicino al piatto della colazione. Probabilmente, si
diceva, che Silente le aveva parlato di nuovo per metterla in riga.
Quello di cui era certo che la sua vita era leggermente migliore, doveva solo
combattere con il senso di colpa per la morte di Sirius e la paura di dover concludere o iniziare la sua vita con un omicidio, il suo o
quello di Voldemort. “Nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive”. Ogni
volta che ci pensava si sentiva male, lo avrebbe dovuto
affrontare e questa volta sarebbe stato da solo, senza Silente. Ogni tanto si
guardava nello specchio; era cresciuto dall’anno precedente, gli era spuntata un po’ di barba e i suoi capelli erano più
spettinati del solito. Una cosa era cambiata molto da un anno a questa parte: i
suoi occhi, si erano fatti più profondi, più dolci e avevano imparato a
scrutare a fondo nell’animo delle persone che aveva accanto. Ma in fondo era lo
stesso di sempre, amava il Quidditch, lo sport nazionale del mondo dei maghi,
l’anno precedente non aveva potuto giocare, ma sarebbe stato diverso, la Umbridge non era più inquisitore supremo e nemmeno
docente di Hogwarts sarebbe tornato in squadra e avrebbe vinto la coppa. In
fondo, molto in fondo era un ragazzo normale che desiderava divertirsi con i
suoi amici. Si alzò dalla scrivania, passeggiò avanti e indietro tentando di
trovare le parole per scrivere una lettera di scuse ai suoi amici, si era pentito di averli tagliati fuori senza dir loro niente
su Sirius. Alla fine si sedette alla scrivania, aprì una pergamena nuova e
prese una penna, un regalo di Hermione di qualche natale prima. Decise di scrivere
prima a Ron, era lui quello che non sentiva da più tempo.
“ Ciao Ron,
è da
tanto che non ci sentiamo, sono passate già 5 settimane, non ti sei fatto
sentire né io ti ho scritto. Perdonami se sono stato intrattabile l’ultimo
periodo, solo che mi sentivo talmente male e così tanto in colpa per averti
trascinato nel ministero della magia e fatto rischiare la pelle. Sono stato il
solito impulsivoe oltre ad aver fatto
uccidere Sirius potevo far del male a tutti voi. Sai è arrivato il momento di dirti quello che diceva la profezia
così come quello che mi ha detto Silente, ma voglio farlo faccia a faccia e
vorrei che ci fosse anche Hermione. Ora ti saluto, fammi sapere come sono
andati i tuoi G.U.F.O.. Harry”
Era quasi soddisfatto per quelle
poche righe, era riuscito a dire quello che gli frullava in testa da molti
giorni. Stava per scrivere alla sua amica quando sua Zia entrò, bussando, nella
sua camera.
-Harry-
disse- c’è una tua amica in salotto.
Era stupefatto, primo per la
tranquillità con cui gli aveva parlato, secondo perché nessuno lo andava mai a
trovare. Scese a rompicollo la breve rampa di scale e si trovò di fronte
Hermione. Restò per un minuto con la bocca aperta incapace di dire qualsiasi
cosa. Poi lei gli gettò lebraccia al collo, erano entrambi felici di vedersi dopo così
tanto tempo. Petunia fece accomodare i genitori della ragazza in salotto, la
casa la mattina era sempre vuota, Dudley era in giro con i suoi sgherri e
Vernon a lavoro, zia e nipote abitavano in due zone
separate della casa , lui nella sua camera al secondo piano e lei giù in
cucina. Portò Hermione nella sua stanza e la mitragliò di domande su quello che
si era perso in quelle settimane.
-Sono successe molte cose, hai
letto il giornale, vero?
-Sì, certo, ma non mi interessano
le questioni generali, io volevo sapere dell’Ordine, di Silente, di te e di
Ron.
Quando pronunciò il nome del suo
amico gli occhi della ragazza si velarono e due grosse
lacrime scesero sulle sue guance. Harry temette il peggio, ma lo stesso le
domandò cosa gli fosse successo.
-Abbiamo litigato, o meglio lui non mi parla perché
pensa che lo possa giudicare o che possa avermi deluso.
-Riguardo cosa? Gli esami sono andati male?
-No, li ha passati tutti con il massimo dei voti, anche
divinazione, non è per questo, la scuola non c’entra. Hai letto che Caramell è
scomparso?
-Sì, anche la Umbridge e alcuni membri…
In quell’istante si rese conto di
quello che era successo.
-Percy…
-Sì, quello che però il giornale non dice è dove sono
finiti, la cosa è peggiore di quello che pensi.
-O mio Dio, una notte ho
sognato Percy, non era un mio sogno, era di Voldemort e ne sembrava molto
compiaciuto. Li harapiti e li sta
torturando? Perché Ron ti ha tolto la parola?
-Non li sta torturando, si sono
uniti a lui.
-Cosa?
Gridò talmente forte che Edvige
ne fu terrorizzata e Hermione indietreggiò un momento.
I Weasley facevano tutti parte dell’Ordine della Fenice, avevano combattuto
contro Voldemort quando era all’apice della sua forza, Percy era già nato
quando colui che non deve essere nominato seminava il
terrore nel mondo, Harry non capiva. comprese
finalmente perché il suo migliore amico non gli scriveva più si sentiva in
colpa per suo fratello per il fatto che i suoi genitori erano morti per
sconfiggere i Mangiamorte. Ebbe una fitta dolorosa alla fronte, la cicatrice
gli faceva male, era da molto che non gli accadeva.
-Si sente in colpa per te, pensa che ti abbia tradito,
tu “il ragazzo sopravvissuto” che ha come amico il fratello di un mangiamorte,
inoltre credo che stia talmente male che non ha voglia di vederci. Crede che io
sia delusa di lui. Ma ti giuro Harry, io non lo sono,
gli voglio bene, e qualsiasi cosa gli succeda io voglio essere presente.
-Lo so, ma lui è fatto così, lo sai, è un fifone per le
cose stupide, ma quando si tratta di cose importanti sarebbe
capace di portare il mondo sulle spalle. Comunque io
gli stavo scrivendo una lettera, aggiungiamo qualche riga per tranquillizzarlo.
La ragazza si disse d’accordo,
riaprirono la pergamena e aggiunsero :
“ Ho saputo di Percy, me lo ha
detto Hermione, noi ti siamo amici e so perfettamente che né tu né i tuoi altri
fratelli e tanto meno i tuoi genitori siate
mangiamorte. Quindi vedi di farti sentire.
Ron, sono Hermione, ti prego, fatti sentire, non puoi affrontarlo da solo tutto
questo, hai bisogno di noi per uscirne. Scrivimi a casa di Harry, resterò da
lui per queste ultime tre settimane di vacanza.
Ti vogliamo bene. HG & HP.”
Chiusero la pergamena e inviarono Edvige a cercalo.
-Cosa significa che resterai
per queste ultime settimane?
-Silente ha chiesto a tua zia se posso rimanere qui,
perché non voglio che imiei corrano
pericoli inutili. Ha detto che questo è il luogo più sicuro al momento e che
presto ci raggiungeranno altre persone.
-Mia zia è d’accordo? Ho notato che è un po’ strana ultimamente,
ma ho pensato che fosse per la paura di Silente, ma ora penso seriamente che
sia sotto l’effetto di un incantesimo.
-No, non credo, ma i mezzi di Silente sono molti.
Sorrisero, d’altra parte erano
solo due sedicenni che non si vedevano da molto tempo. Harry le parlò per la
prima volta di Sirius, della profezia, della sua vita, pianse e se ne vergognò
un po’ ma alla fine si sentì molto più leggero, si era levato
un peso enorme dal cuore. Anche la ragazza pianse, il padrino di Harry era anche
un suo buon amico, gli voleva bene anche se più di una volta lo aveva criticato per la sua mania di associare Harry con il
padre:James, c’era la somiglianza,ma
erano diversi, lo aveva capito scrutando i ricordi del professor Piton, lui non
avrebbe mai vessato un suo compagno, nemmeno se si fosse trattato di Draco. Lo
disse a Hermione, raccontò del pensatoio e di quello che aveva visto, lei gli sorrise e lo abbracciò. Petunia entrò nella stanza e
mentre Harry non guardava sorrise. Poi disse che i genitori della ragazza se ne
stavano andando, lei scese e Harry le chiese:
-Sei sicura di volerla qui?
-Sì, ma lo sai niente magia.- lo disse
sorridendo.
-Zia, ti senti bene?
-Certo- rispose divertita.
In quel momento si chiese di
nuovo se non fosse vittima di un incantesimo. La risposta negativa gli arrivò
il pomeriggio stesso quando la sentì strepitare con suo marito perché oltre a
lui ora avevano in casa un’altra spostata. Era solo paura. Ma la reazione più
singolare fu quella di Dudley, appena vide Hermione, divenne paonazzo e non
riuscì a parlare, Harry dovette girarsi dall’altro lato per non scoppiare a
ridere, era ridicolo, ma per la prima volta dopo quella
che gli era sembrata un’eternità era felice. La sera arrivò e si trovò per la
prima volta a dividere la stanza con una ragazza, non era agitato, nemmeno
emozionato, lei era come una sorella maggiore un po’ petulante, ma le voleva
bene. Al contrario di Ron non perdeva le proprie facoltà mentali se lo
abbracciava o gli sfiorava le mani. Prima di dormire Edvige entrò in camera
portando una lettera. Luna.
“Ciao Harry,
la colpa non è tua se Sirius è morto, non lo pensare nemmeno per un
momento, Colui che non nominiamo… va bene, Voldemort, è malvagio e ha fatto
leva sul tuo affetto tendendoti una trappola. Voleva ucciderti, e sono sicura che Sirius se tu fossi morto non se lo sarebbe
mai perdonato. Comunque lo sai, non sono scomparsi per
sempre, li sentivi i sussurri dietro il velo. Cambiando discorso, la Granger è
lì con te vero? Spero che almeno lei riesca a tirarti su il
morale. Ci vediamo a scuola. Un bacio Lunatica.”
Hermione fu sorpresa di quella
lettera e ne chiese spiegazione, Harry fu molto vago, non voleva raccontarle
tutto, anche perché non sapeva cosa raccontare.
Le mattine successive passarono
senza novità di rilievo a parte la continua presenza di Dudley che, stranamente
gentile con Harry e veramente melenso con Hermione, non perdeva occasione per
passare davanti la camera del cugino o solo per avvicinarla quando passeggiava
in giardino in attesa di una risposta da Ron. Provò
più di una volta a parlarle, ma ogni volta dalle sue labbra uscivano solo frasi
incoerenti, Harry dalla stanza lo prendeva in giro ridendo a crepapelle, per
una volta nella sua vita aveva il coltello dalla parte del manico, poteva prendere
in giro il cugino e oltretutto aveva smesso di
trattarlo come un punging-ball, era gentile e carino con lui e non era per
paura della magia, ma era per far colpo su Hermione.
Una sera Fanny, la fenice del professor Silente, atterrò in
salotto mentre i Dursley stavano vedendo la televisione , dalla loro camera
Harry e Hermione sentirono lo zio imprecare, mentre Petunia urlò solo
leggermente.
Scesero in salotto e come al solito Dudley divenne rosso
fino alle orecchie. Era una semplice lettera indirizzata a:Signora PetuniaEvans Dursley, salotto, Privet Drive numero
4.
Fanny si voltò verso Harry e Hermione e si fece accarezzare,
era bellissima, le piume erano rosse fuoco, lucide e lunghe. Si appollaiò sul
camino e attese la risposta.
“ Petunia,
sono felice che hai finalmente ascoltato un mio consiglio, ti vorrei
chiedere un favore molto grosso, un ragazzo della scuola di Harry ha bisogno di
ospitalità insieme al suo tutore legale. Qui a scuola non può venire perché
sarebbe troppo pericoloso, quindi mi chiedevo se tu saresti così gentile da
ospitarli entrambi, ovviamente puoi anche rifiutarti e questa volta non ci
saranno ritorsioni sulla tua famiglia. Per tuo marito e tuo figlio troveremo
una soluzione.Sentiti ringraziamenti.
Albus
Silente.”
Vernon restò a bocca aperta e suo
figlio fissava gli occhi sull’uccello terrorizzato che potesse fare qualcosa,
ma la fenice lo ignorava. La donna sembrò riflettere velocemente, doveva
decidere se contraddire Silente o far scoppiare una lite in famiglia. Decise
che per la sua incolumità era meglio la seconda opzione. Chiese ad Harry e
Hermione di andare su a prendere una pergamena per la risposta. Li sentirono
urlare, lo facevano spesso ultimamente. Scesero e non trovarono lo zio, Dudley
era rimasto accanto alla madre, in silenzio.
“ Gentile professor Silente,
per me non ci sono problemi, i due ospiti potranno venire quando più
avranno voglia, per mio marito non si deve preoccupare, passerà l’estate a casa
di mia cognata Marge, mio figlio invece vuole restare a casa perché non se la
sente di lasciarmi con troppi maghi. La saluto cordialmente.
Petunia
Evans.”
Guardò sottecchi il figlio, Harry
non riuscì a decifrare quell’occhiata, sembrava il solito sguardo ebete che gli
rivolgeva, ma in fondo c’era qualcos’altro. La zia gli consegnò la lettera e
lui la porse a Fanny.
-Salutaci il preside- disse Hermione.
-Dudley, disse Petunia, è ora di andare a letto.
Anche Harry si avviò sopra, ma la
donna lo chiamò lo fece accomodare sul divano insieme ad Hermione. Si stupirono
entrambi perché appena il figlio chiuse la porta della camera, il suo viso
cambiò espressione, era sollevata e sorridente, non aveva la solita espressione
arcigna e disgustata. iniziò a parlare
-E’ arrivato il momento di raccontarti tutto Harry.
Qualche giorno fa mi hai chiesto se fossi vittima di un incantesimo, la
risposta come puoi ben immaginare è No. Non sono incantata, sono preoccupata
per te e per Dudley.
-Scusa?- rispose il ragazzo incredulo- Sei preoccupata
per me? Ma se da quando ho ricordi dici che sono una seccatura?
-È vero, mi dispiace, ma ho dovuto mentire, l’ho fatto
per te e per una promessa che ho fatto a tua madre… Devo leggerti una cosa,
avrei dovuto farlo molti anni fa, ma pensavo che tu fossi troppo piccolo e
sapevo che non avrei potuto farlo senza incorrere nelle ire di Vernon.
Estrasse una lettera dalla tasca
del giacchetto, era un rotolo di pergamena.
“ CarissimaPetunia,
so che in questi anni i nostri rapporti sono stati pessimi, in parte
per colpa mia, ti ho escluso dalla mia vita perché avevo paura di coinvolgerti
in cose più grandi di te. Vorrei che tutto fosse come quando mi venivi a
trovare a Hogsmeade nei fine settimana liberi, ti ricordi quanto ci divertivamo
insieme? Quante ne abbiamo combinate. Vorrei che le cose fossero andate
diversamente, che non ti avesse tradito, che non ti avesse detto “ti amo” per
poi lasciarti in lacrime. È stato crudele, ma è anche il mio più caro amico.
James dice che di lui non ci si deve fidare, ma non fa testo,è solo geloso, non
si fida, ma quello che non capisce è che sta facendo un gioco pericoloso nel
quale purtroppo siamo finiti anche noi.Sono incinta, so che lo sei anche tu, siamo uguali, come sempre, ho
paura Petunia, sento che non vedrò il mio bambino crescere e diventare uomo,
sento che purtroppo la sua vita sarà difficile e piena di ostacoli. Una cosa ti
chiedo, se ci dovesse succedere qualcosa prenditi cura di lui. Promettimi che
lo terrai lontano dalla magia finché non arriveràla lettera da Hogwarts, non ha nessuno a
parte te e se io e James moriremo sarai l’unica che gli potrà permettere di
vivere. Ti prego.
Mi dispiace che tu ti sia dovuta sposare con Vernon, so quanto lo
detesti, ma hai ragione, come sempre, ilbambino deve avere un padre. So che odia la magia e so che tu devi
negare che essa esista altrimenti quello schifoso ti picchierà. Vorrei
mettergli le mani addosso o mandargli a casa qualche mangiamorte a conciarlo
per le feste,vorrei poterti avere qui con me essere felici insieme come quando
eravamo piccole, ma il passato non si può cambiare, abbiamo fatto le nostre
scelte, e ora ne paghiamo le conseguenze, vorrei però che tu mi venissi a
trovare. Ci possiamo mettere d’accordo.
Ti voglio bene e sappi che lui è pentito per quello che ti ha fatto.
Tua
sorella Lily Potter.”
Alla fine della lettera erano
tutti e tre in silenzio, Harry aveva preso in mano il rotolo e lo guardava come
se potesse vedere sua madre, Hermione aveva le lacrime agli occhi, e Petunia
piangeva copiosamente.
-Vedi, lo avevo promesso a tua madre, lei mi ha chiesto
di tenerti lontano dalla magia e io così ho fatto, avevo promesso di
proteggerti dal tuo e dal nostro mondo, di tenerti lontano da Vernon e dalle
sue botte,ma quando ho saputodi Sirius io ho deciso di dirti la verità,
volevo che tu sapessi che ti voglio bene.
-Tu lo conoscevi?
-Sì, lui, io, tua madre, Lupin, tu padre e Peter ci
vedevamo spesso, in estate o durante i fine settimana a Hogsmeade.Ci divertivamo molto, poi è successo
qualcosa.
-Cioè? Chi ti ha lasciato?
-Il mio ragazzo, eravamo molto affiatati, ma io ero e
sono una babbana, lui un mago, non avevamo futuro, così mi ha lasciato.
-Chi era?
-Il migliore amico di tua madre, era stato il suo
ragazzo per un po’ poi tra loro era finita e avevamo iniziato a frequentarci
noi due stavamo bene insieme, poi ci siamo lasciati malamente, in verità mi ha
lasciato in 2 minuti dopo quasi un anno che stavamo insieme, io ho smesso di
parlare con lui, con tua madre, tuo padre e tutti i suoi amici. Eravamo
stupidi, e molto giovani, poi ho conosciuto Vernon all’università, sono rimasta
incinta e l’ho dovuto sposare, così è nato Dudley. Quando ricevetti quella
lettera ero al quarto mese di gravidanza, non ero felice e tua madre mi mancava
molto.
-Perché non mi hai mai detto niente?
-Tuo zio non voleva. Non riusciva a capacitarsi del
fatto che un neonato avesse avuto così tanta importanza in un mondo che lui
credeva essere popolato da persone malate di mente, ti ha sempre trattato
malissimo fin da piccolo e per ripicca viziava tuo cugino solo per il gusto di
ferirti, così per non litigare ogni due minuti e per proteggerti dalla sua ira
ho dovuto iniziare anche io a comportarmi come lui, ne soffrivo perché ti
voglio bene, ma era l’unico modo per proteggerti. Se ti avessi trattato come
uno di famiglia, lui ti avrebbe fatto del male, mi minacciava, capisci…
Lasciò la frase a metà e fu
scossa dai singhiozzi, Harry era stordito, non riusciva a credere a tutto ciò
che gli aveva detto, era tutto così irreale, incredibile, era perplesso,
sela zia aveva recitato lo aveva fatto
con gran bravura. Prese dalle mani la lettera della madre e la rilesse con
attenzione, Lily voleva bene a sua sorella, se così non fosse stato non lo
avrebbe mai lasciato in quella casa. Si avvicinò alla donna e la strinse tra le
braccia, era ancora scossa dai singhiozzi. Hermione li fissava in disparte.
Sapeva quello che significava quell’abbraccio per Harry, qualcuno lo amava gli
voleva bene ed era la cosa che più si avvicinasse ad una madre.
-Perché ora? Chiese il ragazzo, perché non l’anno
passato subito dopo l’attacco con i dissennatori?
-Perché ho saputo
di Sirius solo quando ti hanno riportato a casa, me lo ha detto un vecchio amico,
è stata dura non dirti niente, vederti stare male e non poter aiutarti.
-Chi ti ha detto di lui?
-Lupin, voi non vi siete accorti, ma mi ha raggiunto e
mi ha detto tutto, sono stata male quasi quanto il giorno che ti trovai sulla
porta della mia casa. Sapevo cosa significava: Lily e James erano morti e
qualcuno aveva tradito. Pensai a Sirius fino a che un giorno non parlai con
Remus che mi raccontò quello che era successo il terzo anno a scuola. Mi venne
a trovare una notte mentre Vernone
Dudley dormivano. Mi raccontò tutto e mi chiese di farti stare il meglio
possibile senza destare i sospetti di mio marito.
-Zia, tu hai paura di lui?
-Sì. Ma non devi temere, lui non mi farebbe mai nulla,
ha troppa paura delle conseguenze. Ci ha provato una volta e Silente gliel’ha
fatta pagare molto cara, credo di essere l’unica babbana che ha protetto come
una di famiglia.
Detto questo si accorse che si
erano fatte le due del mattino, spedì i ragazzi a letto, non prima però di aver
dato un bacio sulla fronte al nipote e averlo abbracciato ancora una
volta.Quella notte non dormì affatto,
troppe rivelazioni tutte insieme, troppe emozioni si agitavano in lui, si
rigirò ore nel letto,ma prese sonno solo all’alba, un sonno agitato e leggero.
Hermione invece gli sorrise, si mise a letto e si addormentò.
La mattina i due ragazzi si
svegliarono molto tardi per le urla che provenivano dal piano di sotto,
pensarono che fosse tornato Vernon, ma Harry si accorse immediatamente che la
voce maschile che proveniva dai piani bassi non era quella dello zio. Hermione
andò a vestirsi in bagno mentre il ragazzo si infilò i
jeans e una maglietta e scese. Lo spettacolo che si trovò di fronte fu
scioccante anche più dell’incontro con Hermione: Piton e Draco sulla soglia
della porta. Era sconvolto, ma quello che sentì lo turbò ancora di più.
-Non entrerete in questa casa, non metterete piede qui,
io lo so chi è quel moccioso che ti porti dietro, è figlio di Lucius, il tuo
migliore amico, quello per cui hai tradito…
-Taci babbana, tu non capisci
niente. Silente vuole che lui sia protetto e questo è il posto migliore. Tu lo
sai perfettamente. Ora facci entrare.
-No, tu sei un Mangiamorte, tu porterai Voldemort da
noi.
-No. Io non sono quello che credi. Lo sai
qual è il mio ruolo. –
Harry vide il
volto di Piton tremare, sapeva che odiava sentire il nome dell’Oscuro Signore,
ma non contraddisse Petunia, da quello che aveva capito aveva un bisogno
disperato di quel posto per proteggere Malfoy. Il ragazzo sembrava estremamente docile, gli occhi vacui e una faccia persa. Era
sotto l’incantesimo Imperius o qualche altra magia, non era da lui essere così
tranquillo, o forse aveva solo paura di Piton. Si avvicinò sperando di non
esplodere la rabbia repressa nei confronti del professore, appena lo vide però
gli venne in mente l’immagine di Sirius dietro al velo, mise tutto il suo odio
nel suo sguardo. Chiese alla Zia se ci fossero
problemi e lei rispose di no, si scansò e fece entrare i due nuovi ospiti in
casa. Li sistemò nella camera degli ospiti, ma essa si rivelò troppo piccola
per tutti e due.
-Draco e Harry dovranno dormire insieme… o dai, non mi guardare così, non ho altra scelta. Hermione
prenderà la stanza di Dudley e lui raggiungerà suo padre da mia cognata.
-E invece te ne andrai, non ci
sono se e ma che tengano.
La zia uscì per accompagnare il
figlio al treno, i ragazzi e il professore restarono soli. Harry salì
immediatamente in camera, non voleva dividere la stessa stanza con quello che
riteneva il maggiore responsabile dei suoi problemia scuola, l’estate era peggiore del previsto,
due intere settimane con Draco tra i piedi, cosa aveva fatto per meritarsi
questo. Hermione lo raggiunse, gli chiese come stesse, ma lui di tutta risposta
alzò le spalle. Solo la sera prima aveva conosciuto una parte della famiglia
Dursley che nonlo detestava, anzi che
lo aveva protetto da tutti i mali del mondo. Si arrabbiò immensamente con
Silente, come aveva potuto fargli questo. Hermione non riuscì nemmeno a
calmarlo un pochino. Continuava a passeggiare avanti e
indietro per la stanza, si sentiva ancora di più in trappola. Dal piano
di sotto Piton sbraitò.
-Potter, comportati come un buon ospite e porta subagagli.
-Ora lo uccido.-
Scese di corsa
le scale con una strana luce negli occhi , per la
prima volta avrebbe potuto far del male alla persona che più detestava al
mondo,(eccettuando forse Voldemort) la ragazza provò a fermarlo, ma non ne ebbe
la forza. Piton se lo trovò faccia a faccia.
-Ora ti uccido… Mocciosus.
Quella parola colpì Piton molto più che mille incantesimi, divenne livido, poi bianco
latteo e infine disse:
-Fallo, vediamo se ne hai il coraggio.
-Non mi provocare, la colpa è la tua, tu non mi hai
insegnato Occlumanzia e io ho fatto quel sogno. Che importava
se mio padre ti detestava, che importava se lo avevo visto. Credimi… Mocciosus, ha fatto più male a me che a te. Tu lo
odiavi perché era migliore di te.
-Ho sbagliato, disse a bassa
voce, con un sibilo appena udibile, ma Sirius era quello che era, uno spostato…
Non finì di dire la frase che
simultaneamente Harry e Hermione gli diedero un pugno.
La ragazza fumava di rabbia.
-Lui era la persona migliore che io abbia
mai conosciuto, dove era lei mentre Sirius passava 12 anni della sua
vita ad Azkaban, lei sarebbe resistito tanto?-
-No, Hermione, lui è un Mangiamorte, per tutto il mondo
è dalla parte di Voldemort, ne ha talmente tanta paura che non riesce a sentire
nemmeno il suo nome, cos’è, il tatuaggio fa male?
-Tu non sai di quello che parli. Poi smettila di darmi del
tu, sono ancora un tuo insegnante e ti dovrò insegnare l’occlumanzia oltre a
pozioni, quindi comportati bene.
-Tu… lei è in casa mia, nella stessa casa dove mia madre
è cresciuta, senti la sua presenza qui vero?
In quel momento Petunia ritornò a
casa, aveva anche fatto la spesa, chiese ad Harry di
aiutarla mentre a Hermione diede il compito di preparare le stanze, era un po’
nervosa, ma era serena, non l’aveva mai vista così.Le chiese di sua madre. Lei le raccontò tutto
o quasi.
############################################################ringrazio Sphinx per le sue recensioni e faccio i complimenti per la sua fic Chase Mate.
ringrazio chi mi ha commentato nei primi capitoli
a chi ha chiesto che saranno le coppie rispondo:
leggete e scopritelo, comunque per quanto riguarda Harry potete già immaginare con chi finirà, già si capisce...
“ C’è stato un tempo in cui io e
tua madre eravamo inseparabili, sempre
insieme,combinavamo disastri a non finire. Fino al suo ultimo anno ad Hogwarts,
l’andavo a trovare tutte le settimane, i miei avevano avuto un permesso
speciale che mi permetteva di andare da Lily ogni volta che volevo. Mi avevano
preso una camera a Hogsmeade e io passavo tutto il mio tempo con loro. Ero una
babbana, ma mi piaceva il loro mondo, quando eravamo piccole lei faceva sempre
magie per me. Conoscevo tutti i suoi amici: Lupin, Sirius e poi quando tuo
padre smise di fare il bulletto anche lui si unì a noi. Eravamo
inseparabili, ci volevamo bene. Nessuno mi chiamò mai babbana in tutta
la loro vita, forse una volta Peter, ma la pagò molto cara. Lei era
meravigliosa, aveva tutti i ragazziai
suoi piedi, era brillante, bellissima e si faceva amare da tutti. Vivevamo in
simbiosi io per lei e lei per me. I suoi amici mi proteggevano da Vernon, lui
mi veniva dietro ed era piuttosto seccante. Ero felice in
quegli anni, molto felice, avevo degli amici econ cui passare il tempo, era magnifico. Quando dovevo tornare a casa ero sempre un po’ triste, ma lo
facevo con la speranza di poter tornare il fine settimana successivo. Lei mi
voleva bene, mi mandava gufi ogni settimana per raccontarmi quello che
succedeva a scuola. Seppi per prima della cotta che si era presa per tuo padre,
e lei stessa mi raccontò del loro primo bacio.
Intendiamoci, lo sapevo già perché ero la migliore
amica di James. Mi aveva scritto molte volte per chiedermi di mettere una buona
parola, io ci avevo provato, ma tua madre proprio non lo sopportava. Riuscivo a
malapena a tenerla lontana da Malfoy, ne era
innamorato perso, ma lei era impegnata, non con tuo padre con un altro ragazzo,
che manco a dirlo era un Serpeverde, lei adorava mettersi nei guai, detestava
le divisioni delle case e faceva di tutto per evitare scontri. Cosa molto complessa visto che tuo padre e il serpeverde si
detestavano. Non so per quale motivo tua madre fosse
così legata a lui, sta di fatto che anche dopo essersi lasciati restarono molto
amici. Poi mi sono intromessa io e ho rovinato tutto. Mi innamorai
di quel ragazzo da prima che tua madre lo lasciasse per James, ma lui non aveva
occhi che per lei. Così quando si lasciarono ioraccolsi i cocci e dopo un paio di mesi ci mettemmo
insieme. Eravamo magnifiche io e tua madre, felici come non lo eravamo da
troppo tempo. Ma io dovevo tornare a casa e tutte le volte le avanches di tuo
zio si facevano più pesanti, ne avevo paura. L’ultimo
trimestre del settimo anno accadde qualcosa, i tuoi genitori erano impegnati
negli esami, così come tutti i gli altri, mi sentivo talmente sola, così andai al villaggio di Hogsmeade, volevo passare un po’ di
tempo lontana da Vernon e da Londra. Gli altri mi raggiunsero, ma tra loro
c’era tensione, una rigidità talmente forte che non riuscii ad imputarla
allasolita rivalità tra James e il mio
ragazzo. Erano arrabbiati, ma io non riuscivo a capire perché. Per la prima
volta nella sua vita tua madre mi aveva tagliato fuori. Parlavano bisbigliando
per poi arrestarsi nel momento che entravo nella stanza, la situazione era
irritante. Chiesi più di una volta spiegazioni, ma
loro non me le diedero, se la cavarono dicendomi che erano cose che avrei
preferito non sapere. Un giorno, finita la scuola, successe la cosa peggiore
che io potessi immaginare: Lui, il mio ragazzo mi
lasciò con parole molto dure, le ricordo come se fosse ieri: - Sei solo una
sporca babbana e tua sorella una piccola lurida mezzosangue. Ci restai malissimo,
ma la cosa che mi fece più male fu il comportamento di tua madre, lei gli dava
ragione. Tornai a Londra, volevo fare più male possibile a tutti quelli con cui
avevo vissuto in tutti quegli anni. Una sera sedussi
Vernon, una sciocchezza, ma credimi, avevo perso mia
sorella, il mio migliore amico e il mio ragazzo tutto in una sera. Bhè, il
resto è storia, quattro anni dopo tua madre mi inviò
quella lettera, Voldemort era sulle loro tracce e aveva paura. Andai a trovarla
e per qualche giorno mi sembrò di essere tornata ai vecchi tempi, ma alla fine
dovetti tornare a casa perché Vernon mi rivoleva, mi ero accorta che nel voler
ferire l’unica persona che io abbia mai amato, mi sono condannata ad una vita di infelicità…”
Petunia pianse nuovamente e Harry
l’abbracciò, nessuna donna lo aveva mai abbracciato, nessuna che potesse essere comparata ad una madre, a parte forse la
signora Weasley.
Non visto Piton aveva osservato
tutta la scena, aveva lo sguardo mesto di chi non sa proprio cosa fare, tornò
in salotto,dove Hermione e Draco si guardavano in
cagnesco.
“ Sempre a rompere quei due, possibile che non riescano ad impiegare meglio il
loro tempo? Devo passare in questa maledetta casa la fine delle mie ferie, ho
quella piaga di Draco alle costole e Petunia avrebbe
preferito avere in casa una mummia assassina piuttosto che me. Potter,
poi, come si permette di chiamarmi Mocciosus, è come il padre, uguale identico
a lui. Si diverte solo perché è il ragazzo che è sopravvissuto, quanto mi dà i
nervi quando mi guarda con quegli occhi… Gli occhi di Lily… dannazione, ci sono
cascato di nuovo. A lei non devo pensare, non devo farlo,almeno
non qui.”
Ritornò in
salotto si sedette imbronciato davanti a Draco. Gli voleva bene, era il
suo padrino e lo conosceva come pochi al mondo, sapeva
quanto orgoglio aveva dovuto ingoiare per essere lì, lo aveva solo incantato
per fargli dimenticare come ci fossero arrivati, doveva proteggerlo. Harry si
presentò in salotto dicendo che la cena era pronta. Si sedettero a tavola, un
silenzio pesante era sceso tra di loro, ognuno
guardava nel proprio piatto, Hermione era agitata, temeva che di lì a poco
sarebbe successo il finimondo. Ma non successe nulla,
tutti ignoravano ed erano ignorati. La cena passò e fu il momento di andare a
dormire. Tutti avevano sperato che quel momento non arrivasse, Harry e Draco
non avevano nessuna voglia di dividere la stessa
stanza. Non si erano scambiati nemmeno una parola da quando si erano visti, il
serpeverde era molto, troppo silenzioso
-Quello è il tuo letto, fa come fossi
a casa tua.
Lo disse in
maniera sprezzante, non gliel’ avrebbe fatta passare liscia tanto
facilmente. Uscì dalla stanza, voleva passare meno tempo possibile con lui, bussò alla camera di Hermione, la ragazza lo fece entrare.
-Silente si è ammattito? – chiese il ragazzo- come può
anche solo pensare che io possa dividere la camera con lui, non lo sopporto, e poi tutta quella calma è veramente sospetta. Poi
Piton… lo so ho esagerato, ma non lo sopporto, anche tu però, bel destro!!
-Sirius era anche un mio amico e chiunque offenda la sua memoria offende anche me. –
Sorrise, quel dolce sorriso che
sembrava fermare il tempo e lo spazio, che lo faceva star bene, se ci fosse stato Ron sarebbe diventato paonazzo. Ne era cotto, ormai lo sapeva da tempo, ma ogni volta che
aveva provato a dirglielo, lui si era infuriato. Era arrivato il momento di
chiedere alla sua amica quello che provava.
-Hermione, ora ti chiederò una cosa, è molto personale,
ma devo farlo, più per me che per te, sono curioso e poi penso che ti faccia
bene parlarne… cosa provi per Ron?
-Io… io… - balbettò diventando di tutti i colori, poi
preso un bel sospiro disse:- ne sono innamorata. Da tantissimo, solo che quando sono con lui il mio cervello si
spegne e mi escono dalla bocca le cose più assurde. Non facciamo altro
che litigare, non voglio stare male come quando non mi ha invitata al ballo del
ceppo, o come quando mi escludete, gli voglio troppo bene. L’ho capito l’anno
scorso, ma quello che sento lo provavo praticamente da
quando ci siamo conosciuti. Lui mi
piaceva tanto, ma ero rassegnata ad essere l’eterna amica, poi al quarto anno
ho anche creduto che fosse geloso… mi sbagliavo. Non capisco mai quello che
vuole e ho paura di sbilanciarmi.
-Lo so, è uno zuccone, ma vedrai che le cose si
aggiusteranno.
Dopo averle
dato un bacio in fronte chiuse la porta e se ne andò in camera sua,
Draco dormiva già. Si addormentò quasi subito, un sogno agitato, ma senza sogni
di grande effetto, era tanto che non visitava più la stanza della Morte o il cimitero.
Ad un tratto un urlo lo svegliò di soprassalto, prima
di mettersi gli occhiali afferrò la bacchetta. Si guardò intorno ma non vide
niente, sentiva solo il suo compagno di stanza agitarsi nel sonno. Per una
volta lo vide come un ragazzo normale, non una macchina perfetta che non
tradiva nessuna emozione. Sapeva cosa si provasse a fare incubi, a svegliarsi nel cuore della notte
madidi di sudore e con la paura della solitudine, capì quello che doveva fare,
un semplice gesto: svegliarlo.
-Malfoy, calmati, è solo un incubo, un brutto sogno.
-… padre, padre, no, non puntarla contro di me, io sono
tuo figlio.
-Malfoy… Draco, svegliati, è un brutto sogno.
-… no, io non ho fatto niente, c’ho
provato, ho tentato, ma lui è troppo protetto… non ti sto mentendo… ABBASSA LA BACCHETTA… AH, AH, AH…
Harry capì che non era un sogno
qualunque, stava sognando una cosa accaduta veramente, il padre aveva tentato di ucciderlo e a giudicare da come si
contorceva nel letto doveva aver usato una maledizione senza perdono. Provò più e più volte a svegliarlo, ma senza risultati, gridava,
piangeva allo stesso tempo. Harry realizzò che non
avrebbe potuto svegliarlo senza dirgli che aveva sentito tutto quello che aveva
detto e tutto quello che gli aveva visto fare… tipo piangere.
-Malfoy, svegliati- si avvicinò al letto e lo osservò,
stava piangendo copiosamente.
-… padre, ti prego, non sono stato io a farlo andare al
ministero, c’è andato da solo con i suoi stupidi amici, ho tentato di fermarlo…
no, voglio dire che ho finto di tentare di fermarlo la Umbridge
mi avrebbe beccato… ti prego, non di nuovo… AAAAAHHHHH!!!!!
-Malfoy- disse Harry più ad alta voce.
-… padre, io non ho tradito, perché non mi credi.
-Draco, svegliati per la miseria, o sveglierai tutto il
quartiere con le tue grida.
Il ragazzo si mosse, si stava per
svegliare, Harry si rimise a letto, non voleva farlo star più male di quanto
gia non stesse, aveva ragione Luna, provava pena per lui. Si riaddormentò, e
questa volta fu il suo turno di incubi, ne ebbe una
vasta gamma, dalla notte nei sotterranei con Raptor, fino alla morte di Sirius,
poi sentì inconfondibile l’urlo di sua madre… lo stesso che provava quando nei
paraggi c’era un dissennatore. Urlò, fu Malfoy a
svegliarlo.
-Potter se continui così non dormirò tutta la notte. Che c’è Potterino, brutti sogni?
Harry non rispose, un gelo gli
attanagliò lo stomaco e l’aria si fece più cupa. Lui e Malfoy si guardarono
(per la prima volta senza odio) un cenno d’intesa e agguantarono le bacchette:
c’era un dissennatore nel giardino. Draco non riusciva a
muoversi, probabilmente stava rivivendo lo stesso sogno di poco prima.
Harry sapeva cosa si provasse, si concentrò sul suo
momento più felice, meccanicamente scartò quelli legati a Sirius e ai suoi
amici, c’era troppo dolore.
-Malfoy, pensa a qualcosa di felice, qualsiasi cosa,
anche la più stupida, per favore, non lasciarti sopraffarti dal dolore. “
Harry” si disse “pensa alla cosa più bella che hai nella tua vita” la mente
corse alla ricerca disperata di un
motivo per non lasciarsi sopraffare. Poi venne, un’immagine nitida, chiara,
Luna, Ron e Hermione.
-Especto Patronum.
Dalla bacchetta fuoriuscì come al solito un maestoso cervo argenteo che cacciò il
dissennatore dal giardino. Si sedette un secondo per terra,
poi si ricordò, Draco, steso inerte per terra. Lo portò sotto in cucina, gli bagnò la faccia e dal frigo, nascosta dalle
verdure, prese della cioccolata.
-Malfoy? Stai bene?
-È sta… stato tremendo.
-Mangia questa, io sveglio gli
altri. Sei sicuro di stare bene?
-Sì.
Almeno era tornato il solito
arrogante di sempre, per un momento Harry aveva pensato che fosse quasi una
persona normale. Entrò nella stanza di Hermione per svegliarla, si agitava nel
sonno, il dissennatore aveva avuto effetto anche su di
lei. La svegliò dolcemente e la invitò a scendere e a prendere un pezzo di
cioccolata, poi svegliò anche sua zia, era gelata e
appiccicaticcia, la spedì al piano di sotto per farla sentire meglio, si recò
da Piton, anche lui aveva gli incubi e strillava.
-… non è stata colpa mia, tu mi hai fatto arrabbiare,
lui era anche mio amico.
-Professor Piton.
-… lo so che non ci credi, ma prima di
Azkaban io e lui eravamo buoni amici… che c’entra il pensatoio, erano
solo ricordi…
-Piton…
-… non volevo finisse così, almeno tu Remus devi credermi…
-Mocciosus…
Si svegliò, era ora, stava
veramente male, per la prima volta vide il tatuaggio su una persona che
conosceva, era orribile e pensare che Percy se lo era
appena fatto fare.Appena Piton lo vide
riacquistò in una frazione di secondo la sua freddezza e i suoi modi
sprezzanti.
-Cosa c’è Potter, incubi?
-Perché lei no?! Comunque non è per questo che l’ho svegliata, c’era un
dissennatore in giardino, non è necessario che si preoccupi inutilmente, l’ho
cacciato,ora deve scendere a mangiare un po’ di cioccolato.
-Per questo i sogni…
-Quali sogni?- rispose vago
Aveva deciso che per quella sera aveva visto troppo e voleva
solo dormire, ma se si fosse addormentato di nuovo lo avrebbe
sognato, avrebbe sognato Sirius e non voleva. Scese in cucina, stavano
tutti un po’ meglio, lui si sentiva il cuore pesante, da
tanto, troppo tempo non sentiva la madre urlare nella sua testa.
Ritornarono tutti a letto, i tre ragazzi dormirono insieme, perché Hermione
aveva troppa paura per restare da sola.
Nessuno dei tre riusciva a
dormire, erano terrorizzati, ovviamente Draco e Harry non lo avrebbero mai
ammesso, ma era così. Si sedettero agli angoli opposti della stanza, in
silenzio, lo sguardo del serpeverde erano basso e vacuo, sembrava stesse
soffrendo veramente. Non riusciva a guardare negliocchi Potter, si sentiva un idiota ad essere svenuto in quel modo
e poi davanti a lui, chissà cosa stava pensando. Era un mago mediocre e
inutile, suo padre aveva ragione, però una cosa era riuscito a farla,
combattere contro Voldemort, lo aveva fatto in disparte, da solo insieme a
Piton, ma lo aveva fatto bene, non poteva prevedere tutto però:non aveva
previsto che Sirius morisse, non lo avevano previsto, ne lui ne Severus.
Avevano reso la vita impossibile a Harry solo per impedirgli di farsi del male…
almeno di non farsene troppo, ma era colpa loro se quell’idiota si attirava i
guai addosso come una calamita il ferro? Cercava sempre di mettersi in mostra,
lui e quelle suoi amici ridicoli: Ron, quell’idiota babbanofilo che ogni volta
che lo vedeva gli prudevano le mani, Hermione, la saputella mezzosangue e … no
a lei non doveva pensare… a quegli occhi luminosi, a quel viso solare anche nei
momenti peggiori .
“ Draco, ma cosa fai, lei è una
mocciosa impertinente, che non fa altro che insultarti, ti detesta e tu che
fai? Il grande Malfoy quello che non deve chiedere mai? Non fai altro che fare
lo svenevole per la fan n° 1 di San Potter… però stanotte non ha fatto commenti…
allora la smetti ti sei bevuto il cervello” si doveva sfogare con qualcuno.
- Allora Potteruccio, hai fatto
brutti sogni?
Harry ingoiò l’orgoglio, non
voleva litigare, lo aveva visto piangere, quindi per quella sera la sua razione
di rivalsa l’aveva avuta, e poi la cosa migliore era che era svenuto davanti il
dissennatore, sì, per quello poteva prenderlo in giro.
-Almeno io dal dissennatore mi so difendere, tu sei svenuto o
sbaglio?
-… no, non sbagli, ma io non grido nel sonno il nome di un
criminale morto.
Fece un altro respiro, ma
Hermione lo precedette dicendo a Draco di farsi gli affari suoi. Poi sussurrò
all’orecchio del suo amico
-Hai sognato Sirius?
-Il dissennatore doveva essere in giardino da prima che lo
vedessi, che lo avvertissi.
-Hai sentito tua madre?
-Sì, e come al solito è stato terribile. Tu stai bene?
-Ho sognato …
Draco li osservava, avrebbe dato
più o meno qualsiasi cosa per avere un amico, un vero amico, uno della sua età.
Aveva Severus, ma non era la stessa cosa , li vedeva accoccolati l’una
nell’altro. Harry la circondava con le braccia e lei era completamente
abbandonata nel suo abbraccio…
“ dannazione, devo smetterla,
sono troppo svenevole, accidenti a Piton e all’idea di venire qui. Come gli è
saltato in mente dopo quello che gli ho raccontato che sarei potuto stare bene
in questa casa. Mi sa che però prima ho un po’ esagerato, lo so che mi ha
svegliato lui, ma allora perché non ha detto niente, io lo avrei fatto… logico,
lui è San Potter, io solo Draco Malfoy, un mago della più bassa specie, lei ne
è ancora innamorata, me ne sono accorto quando l’anno scorso mi ha bloccato
nell’ufficio della Umbridge,Dio! com’era bella…. BASTA
DRACO … stai perdendo la ragione…” si alzò di scatto e scese le scale,
voleva togliersi dalla mente tutte quelle idee svenevoli e sentimentali, lui
era un Malfoy e i Malfoy non amano o forse amano meno intensamente… non voleva
pensarci. Si sedette sul divano gli occhi chiusi, voleva stare solo. Era
cresciuto da solo e da solo sarebbe andato avanti, avrebbe ingoiato l’orgoglio,
le lacrime e il dolore e avrebbe continuato a vivere. Ma si poteva dire vita
quella? Suo padre nemmeno due sere prima aveva usato su di lui la Maledizione
Cruciatus, per fortuna Piton gli aveva impedito di completare l’opera
portandolo via dicendogli che se lo avesse ucciso la scuola se ne sarebbe
accorta, anche perché per la legge lui doveva essere sotto la custodia del suo
padrino.
-Se lo uccidi e io non te lo impedissi, Silente mi solleverebbe
dall’incarico, lo sai, si fida di me e vi serve qualcuno da dentro.
Suo padre si era mostrato
d’accordo, una volta soli Piton lo consolò come poteva, sapeva che non c’erano
parole per quello che era accaduto, lo abbracciò solamente. Si volevano
bene,Severus era per Draco come un secondo
padre, per questo ce l’aveva ancora di più con Harry e i suoi dannatissimi
occhi, ogni volta che Piton li guardava anche solo di sfuggitavedeva lei, il suo sorriso, la sua gioia di
vivere, lovedeva lanciargli sguardi
disgustati ma dietro c’era un dolore antico, mai del tutto sopito, e ora era lì
in quella casa, con l’altra sorella. Quelle vacanze erano un disastro. La
faccia di Lucius Malfoy gli tornò in mente, che sguardo aveva mentre lo stava
torturando...maledizione, in fin dei conti era suo padre. Una lacrima gli scese
su una guancia, poi un’altra e un’altra. Si alzò inferocito con se stesso, non
doveva piangere, non lì, si avviò in cucina, si sciacquò la faccia e si sedette
su una sedia, erano tre giorni che non dormiva. Ma aveva paura di dormire,
troppi sogni.
-Stai bene?
-Certo Potter.
Non era stato sprezzante come al
solito, si maledisse, non voleva mostrarsi debole, non con lui, lui aveva
tutto, amici, donne e una vita avventurosa… una famiglia inesistente… su certe
cose almeno erano simili.
-La mezz… la Grangersi
è addormentata?
-Sì, troppe emozioni, poi il dissennatore l’ha distrutta, non
fa piacere, vero?
-No… Potter…
-Che vuoi Malfoy.
-Ti propongo una tregua, tu hai bisogno di parlare e io… Dio sa
solo quanto. Questa notte, non saremo Potter e Malfoy, ma Draco e Harry. Solo
per adesso, poi ricominceremo a tormentarci. La notte è stata terribile per
entrambi.
Aveva bisogno di un amico, di una
persona che lo potesse capire e Potter lo avrebbe ascoltato, lui era San
Potter, Grifondoro per scelta e vocazione, sperava che gli desse una seconda
opportunità. Voleva mostrargli il vero Draco.
-Non mi fido…
-Lo so, ma almeno proviamo, magari si riesce a parlare in
maniera civile. Comincio io se non ti fidi.
Aveva mollato tutte le maschere e
gli atteggiamenti di sempre, aveva capito che per una volta l’unica persona che
poteva capirlo era lui, aveva bisogno di un amico. Dal canto suo Harry voleva
parlare, parlare con qualcuno ditutto
quello che aveva in testa. Annuì, per una sera si poteva fare.
-Posso chiederti una cosa? Me la sono sempre chiesto, ma sai
non era il caso di venire da te e chiederti, ehi, scusa Potter, mi dici perché
ti sto così antipatico? Sai non che mi interessi, ma tu odi solo me o tutti i
serpeverde?
-Io non… veramente non lo so, il primo giorno ti sei comportato
come uno schifoso razzista nei confronti di Ron, lui era la prima persona dopo
anni che non si schifava della mia vista e che anzi ne era ammirato, mi era
simpatico e tu lo hai insultato, e poi scusa, che senso aveva quella frase?
-Non lo so, ero un idiota che pendeva dalle labbra di un padre
che non l’ aveva mai , nemmeno guardato in faccia,un padre che qualsiasi cosa facesse non era mai abbastanza. Lui
mi aveva detto di diventarti amico in modo tale da poterti controllare meglio,
ma proprio non ci riuscivo, eri così spaurito, mi facevi quasi pena e poi
dall’età di 5 anni che faccio tutto il contrario che dice mio padre. Sono uno
stupido masochista, cerco il suo ’affetto e non seguo le sue regole.
-Le sue regole sono stupide, razziste e crudeli… non so se lo
sai, ma ha tentato di uccidermi l’anno scorso. Lui e i suoi compari hanno
ucciso Sirius…
Due grosse lacrime scesero sulle
guance, si vergognò come un cane, ma non gli importava, voleva disperatamente
parlarne con qualcuno, che importava se quello era Malfoy.
-… tua zia Bellatrix l’ha colpito, lui è caduto… e …
-Harry, mi dispiace sul serio, lo so che tu volevi bene a
Sirius, me lo ha detto Piton
Lui e la sua boccaccia, si era
ripromesso di non nominarlo, di lasciarlo fuori, di tentare di sviare l’odio di
Harry in un’altra direzione.
-Piton- rispose fumante di rabbia- lo odiava, si detestavano.
Lo prendeva sempre in giro per quello che non poteva fare da fuggitivo… ma la
colpa è solo mia. Cambiamo discorso?
-Io …Ti ho svegliato
questa notte vero? Lo so che sei stato tu a farmi uscire dall’incubo. Più che
incubo era un ricordo… un ricordo di due sere fa… mio padre, il mio carissimo
padre, mi stava per far fuori.
A dispetto della sua voce
distaccata gli occhi si erano fatti vacui, lucidi, Harry notò che tratteneva a
stento le lacrime pregò con tutto se stesso che nessuno li vedesse che nessuno
ascoltasse le loro confidenze.
-Lui mi considera un figlio degenere, mi ha rovinato la vita,
ma nonostante tutto cerco sempre la sua approvazione, solo che di solito uno
per trovarla deve far piacere alla persona da cui si vuole sentire apprezzato,
ma io da bravo cretino, ho fatto tutto il contrario di quello che lui voleva.
D- d- dov-dovevi vedere come mi guardava. Spero che a nessuno e intendo nessuno
succeda quello che è successo a me.
Questa volta pianse. Un pianto
dirotto irrefrenabile… per un bel po’, poi si riprese, non era da lui sfogarsi
così, ma non era nemmeno da lui stare seduto con San Potter a confidarsi, ma
sentiva che in parte lo poteva capire. Parlarono ancora un po’, poi alla fine
si addormentarono sul tavolo, uno davanti l’altro. Li trovò la mattina Petunia
che scendeva per fare colazione.
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grazie a Sphinx, che continua a seguirmi e a farmi i complimenti... che pensi di questo capitolo folle?
grazie anche a Sere ed Elisabetta... continuate a dirmi come la pensate, chissà che il racconto non migliori
Scendendo le scale Piton vide la
donnache osservava qualcosa in cucina,
le si avvicinò pregando intimamente che l’esperienza col dissennatore l’avesse
scossa a tal punto da dimenticare chi era stato lui, cosa si erano fatti in
passato e perché lo detestava. Ma le sue preghiere non furono ascoltate: appena
Petunia si girò e lo vide gli scoccò un’occhiata di sommo disgusto gli disse di
non fare rumore e si allontanò. Appena vide la scena della cucina sorrise, un
sorriso di comprensione.
“ Silente aveva ragione, dovevano
solo parlarsi, si sono scoperti più simili di quello che pensassero. Se
sapessero tutto allora davvero sarebbero inseparabili.” Harry si svegliò per
primo e svegliò anche Malfoy.
-Draco, svegliati, non vorrai che ci vedano?
-Cosa dovrebbero vedere Potter, nonti sarai mica innamorato di me?!
-Idiota!!
Harry si allontanò, sorrise,
sapeva che le cose tra loro erano cambiate, sentiva che c’era un legame forte,
ma la mattina dovevano essere i soliti nemici di sempre. Anche Draco sorrise,
si era sfogato e San Potter non lo aveva preso in giro, nemmeno per un secondo.
“ A volte penso che sia migliore
di me su molti fronti, però sono stato io a mollare le resistenze per primo,
non è facile proteggere qualcuno che ti odia e di cui sei invidioso perso.
Perché?… perché lui è Potter, lo sfregiato, perché ha salvato il mondo gia 5
volte, perché ha… lei. No, non di nuovo, non ci devo pensare, la devo mettere
da parte, e poi chi è che mi dice che quello che provo non sia solo libidine?
Ho mai amato? Qualcuno mi ha mai amato? Si può amare senza che nessuno te lo
abbia mai insegnato? Dannazione, di nuovo Draco pappamolle… devo
smetterla…”Venne interrotto da Hermione che era scesa per fare colazione, non
lo degnò nemmeno di uno sguardo, c’era abituato, ma lei era così supponente, lo
faceva sentire ancora più idiotala
detestava, era un’insopportabile so-tutto-io, viveva per umiliare gli altri e
poi lo aveva schiaffeggiato un paio di volte,nessuno aveva mai schiaffeggiato Draco Malfoy, nemmeno sua madre. Le si
avvicinò e con il suo solito tono sprezzante:
-Allora Granger, dormito bene?Tanti brutti sogni? Per fortuna
che c’era san Potter a salvarti e a coccolarti come un cavaliere servente?Chissà cosa direbbe Weasley se gli
raccontassi casualmente che ieri ti sei addormentata tra le braccia del suo
migliore amico? A proposito dov’è il fedele scudiero? Lascia il Paladino da
solo?
-Taci Malfoy, almeno io ho degli amici che non spariscono nel
momento del bisogno.
-Meglio solo che con quei due, il paladino e il suo fedele
scudiero.
-Sicuramente sono più intelligenti di quei due troll che ti porti
dietro… Ron, Ginny.
-Ma seiscema?!
Si accorse solo allora che non lo
stava ascoltando guardava fuori dalla finestra, c’erano i due Weasleye Lupin.
“Merda!! Ora le cose si
complicano.”
Hermione sentì lo stomaco
contrarsi, il cuore fermarsi e poi correre all’impazzata, Ron era lì, era
tornato, uscì dalla porta sul retro e senza curarsi dinessuno lo abbracciò, sentì il ragazzo
irrigidirsi, sapeva che era diventato violaceo, ma non gli importava niente,
erano 5 settimane che non lo vedeva che non lo sentiva parlare, era felice
tanto, troppo. Ron dal canto suo era stato l’essere più felice del mondo,
l’aveva di nuovo accanto a se la poteva stringere e non si era schifata nel
vederlo anzi lo aveva abbracciato. Si maledisse per non riuscire a esprimerle la
gioia che racchiudeva nel suo cuore. Lei si staccò dall’abbraccio e gli mollò
uno schiaffo.
-Sei un idiota.
Lo riabbracciò di nuovo e questa
volta lui ricambiò. Hermione pianse silenziosamente, lui se ne accorse.
-Cosa succede?
-Sei un idiota, come hai potuto anche solo pensare che io e
Harry ti avremmo giudicato? Io non ti capisco, tu non sei lui, non sei tu ad
essere uno schifoso mangiamorte. Ti conosciamo e sappiamo che non lo faresti
mai.
-Avevo paura del tuo giudizio, di quello di Harry… Sirius è
morto per colpa dei mangiamorte, hanno tradito i genitori di Harry…
-Questo cosa c’entra- intervenne il diretto interessato, li
aveva lasciati soli per un momento poi si era avvicinato per salutarlo, era
contentissimo di vederlo e si era sentito ancora una volta in colpa per averlo
invidiato l’anno precedente.- Io lo so che non sei uno di loro. Tu non faresti
nulla ne a me ne a chiunque altro che non fosse…
-Malfoy!!! Cosa cavolo ci fa lui qui.- Ron impugnò la bacchetta
e si avventò su Draco voleva fargli male, il più possibile, lui era figlio del
mangiamorte peggiore al mondo e approvava i metodi del padre.
-Weasley, cos’è che ti rode? Io sono qui da ieri e credimi
vorrei essere in qualsiasi altro posto. Babbani ovunque e dividere la stanza
con lo sfregiato e a quanto sembra anche te. Oh, ma guarda chi c’è la tua
sorellina… ciao !!
-Tu non ti devi nemmeno avvicinare a lei- lo fermò il rosso.
Harry non sapeva cosa fare, Ron
si sarebbe messo nei guai se avesse usato la magia. Si mise tra loro.
-Ron lascialo stare, è
solo uno stupido ragazzino abbandonato dai suoi genitori che crede di farsi
grande dando fastidio a te.
-Almeno io i genitori li ho ancora… “ Brutto idiota cosa cavolo
dici? Ora ti gonfia di botte e avrebbe anche ragione. Comunque ha iniziato lui”
Sorprendentemente
Harry non disseniente abbassò losguardo, fu Ginny ad intervenire, gli mollò
un ceffone di proporzioni titaniche, gli restò lo stampo della mano in faccia.
Anche Lupin si era avvicinato, lo guardò con odio, disgusto e pietà. Si sentì
penetrare da quello sguardo. Se ne andò con la coda tra le gambe. Li vide
chiacchierare tutti insieme in giardino e sentì nuovamente un fiotto di invidia
che lo inondava. L’amicizia era l’unica cosa che desiderava, avere qualcuno con
cui parlare e dopo quello che aveva detto a Harrynon aveva nemmeno più lui con cui comunicare. “Ne è ancora
innamorata, dannazione, io sono uno stupido, potevo starmi zitto e incassare,
lui doveva sfogarsi, perché devo essere orgoglioso?... Ma cosa mi prende, sono
diventato una femminuccia, che Piton mi abbia fatto un incantesimo? No,
purtroppo lo so che mi prende e mi fa una paura del diavolo.”
-Cosa cavolo ci fa qui?
-Silente ce lo ha spedito insieme a Piton, dovevi vedere mia
zia quanto era furiosa, non so cosa li leghi, ma sono perfettamente convinto
che in un passato molto lontano erano amici.
-Cosa?!
Hermione gli raccontò brevemente
tutto quello che era successo, mentre Harry entrò in casa con la scusa di
prendere qualcosa da bere per tutti. Trovò Draco in cucina, non lo degnò
nemmeno di uno sguardo lo aveva colpito e affondato. “ Anche se i suoi sono
pessimi genitorialmeno lui lo hanno
cresciuto… maledetto, prima il dissennatore, poi lui… però l’ho provocato, ha
dovuto rispondere.”
Lasciò una coca- cola sul tavolo
e uscì di nuovo. Osservava Hermione e si domandava come Ron non si accorgesse
dinulla, era così evidente che ne era
innamorata. Lui anche la guardava come se volesse che tutti gli altri
sparissero per stare da soli, ma sarebbe finita come al solito, parole di
circostanza e silenzi imbarazzanti. Com’erano cambiati i suoi amici, lei non
era più la saputella so tutto io, era diventata una bellissima donna, Ron era
più maturo,meno fifone e credeva molto di più in se stesso. A volte era geloso
di loro due, sapeva che i loro continui battibecchi erano solo un modo per
stare insieme, lui il coraggio per dire alla ragazza che gli piaceva che si
stava innamorando non ce lo aveva e inoltre aveva paura di perderla come aveva
perso tutte le persone che amava. Cho era solo un a ragazzina carina, mentre
lei era anche una sua amica, ci si trovava bene, parlavano di tutto, ma lei non
lo avrebbe degnato nemmeno di uno sguardo, come si dice, l’amicizia e l’amore
sono due binari che non si incontrano mai. Lupin lo distolse dai suoi deliri amorosi
riportandolo alla realtà.
-Harry,
dov’è tua zia?
-In casa credo, non la vedo da questa mattina.
Entrarono e subito si resero
conto che sua zia era intenta a litigare con Piton.
-Tu mi hai tradita. Non ti perdonerò mai. Sei un mostro, la
vedi la mia vita? Fa schifo e la colpa è solo tua.
-Petunia, lo sai che non potevo fare altrimenti, ti avrei messo
in pericolo, non volevo che ti succedesse niente…
-La verità è che non l’hai mai dimenticata, che anche quando
stavi con me tu volevi lei.
-Non è vero…
-Hai permesso che Sirius morisse, hai reso la vita insopportabile
a Harry, cos’è, i suoi occhi ti fanno ricordare che li hai traditi?Sei stato, sei e sarai sempre un piccolo
insignificante Mocciosus. James aveva ragione a detestarti. Schifoso
mangiamorte.
Le due parole nella stessa frase
avevano avuto un effetto devastante nel cuore di Piton… non gli aveva mai
parlato in quel modo. Prese la bacchetta e la puntò contro la donna. Negli
occhi c’era odio, odio per quello che provava ancora, odio per quella donna che
le stava facendo riprovare sentimenti che credeva cancellati, odio per se
stesso.
-Non sai di quello che stai parlando sporca babbana, tua
sorella era solo una piccola mezzosangue impertinente.
-Ma tu l’amavi…
Harry restò sconvolto da quelle 4
parole, non capiva, non voleva capire. Vide Malfoy accanto a se che sospirò e
fece un espressione di pena, rivolta al professore. Piton si era bloccato era
come svuotato perso in un ricordo. Harry si mise tra lui e la zia per
proteggerla. Quando Severus riaprì gli occhi …li vide, gli occhi di Lily. Ci
mise un po’ a capire che era Harry.
-Spostati Potter. È una faccenda tra me e tua zia.
-No, posi la bacchetta.
-Non puoi usare al magia fuori dalla scuola…
-Lui no, disse Lupin, ma io sì, spostati Severus, lascia stare
Petunia.
Piton si spostò scese le scale e
uscì di casa, doveva prendere una boccata d’aria, doveva uscire e lasciarsi
sbollire, lei sapeva la verità , sapeva che aveva dovuto farlo, sapeva che non
era vero che l’aveva presa in giro, che quando erano stati insieme l’amava sul
serio e per lui Lily era solo un’amica e non si erano lasciati solo perché lei
si era presa una cotta per Potter, ma anche perché si era innamorato di
Petunia. Gli piaceva quando erano tutti insieme, perché potevano stare insieme quando
Lily e James litigavano, (cioè sempre)Lily non si accorgeva che quello era un
modo per farsi notare da Potter, la conosceva e sapeva che si stava innamorando
del suo peggior nemico e la cosa buffa era che Piton non ne soffriva, anzi era
contento,perché non si sarebbe sentito troppo in colpa nel confessare a Lily di
essersi innamorato di Petunia.
Si sedette su una panchina,
Silente come poteva pensare che tutti i ricordi venissero cancellati, il dolore
cancellato, lo detestava, lo aveva costretto a fare da balia a quei mocciosi e
a lei.
“Dannazione Lily, ho bisogno di
te, tu mi capivi e riuscivi a calmarla. Se ti avessi avvertito, se vi avessi
detto che stava venendo da voi forse tu saresti qui con me e Harry. Come ti
assomiglia, ha preso le parti migliori di Te e James e ha qualcosa anche di
Sirius, Lupin… e purtroppo come loro mi detesta e ora che sa che siamo stati
insieme credo che le cose peggioreranno. Con Draco sono diventati amici o
quanto meno hanno stabilito una tregua, sono simili su molte cose, vorrei che
li avessi visti crescere, saresti fiera di loro. Io non lo so come ma
assomiglia sempre di più a Lucius…sono stato bravo eh…”
-Severus stai bene?
Era Draco, lo aveva seguito, come
sempre, era triste che il suo migliore amico, l’unico con cui riusciva a
parlare avesse 16 anni.
-Lei sapeva dove colpire e l’ha fatto senza pietà.
-L’hai fatta arrabbiare, lo sai, c’hai provato dopo la morte di
Lily a parlarle, ma lei ti ha sempre cacciato.
-Io volevo solo farle capire quello che ho sentito quando ho
visto quel ciccione di Vernon, lei mi aveva dimenticato… per sempre.
-Lo sapevi fin dall’inizio che fare quello che faiti avrebbe allontanato dai tuoi amici e
soprattutto da lei. Lo hai fatto perché hai pensato al mondo e non solo a te
stesso.
-Non è stata una buona idea venire qui….
-L’ami ancora?
-Non lo so. So che non posso stare ancora molto sotto il suo
stesso tetto. Tu e Potter avete litigato di nuovo?
-Sì, stupido Potter, mi ha fatto arrabbiare.
-Ora lei è qui, come conti di comportarti?
-La tratterò come al solito mi terrò alla larga sperando che mi
passi.
-Non credo sarà facile visto che sta venendo qui.
Draco la vide, era splendida
anche se quei vestiti di seconda mano erano troppo abbondanti, aveva i capelli
sciolti lungo le spalle, brillavano nel sole della mattina.
“ Per la miseria, è splendida… DRACO, è una WEASLEY,
è innamorata di Potter e ti detesta, lo schiaffo che mi ha dato brucia ancora…
mannaggia e bellissima e così dannatamente superiore quando mi guarda, cosa
darei perché mi guardasse come guarda lui… TI
SEI INNAMORATO…ed è l’unica cosa di cui hai veramente tanta paura.”
Ginny parlò con Piton per un
momento solo per dirgli che Lupin lo voleva vedere, poi scoccò uno sguardo
disgustato a Draco e se ne andò.
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LA DOMENICA è FESTA ANCHE PER LA MIA MENTE CREATIVA, IN REALTà DEVO CORREGGERE ANCORA IL CAPITOLO, BACIOTTI mAFALDA
Ginny quando aveva guardato il
ragazzo aveva provato la sensazione di sempre come se il cuore perdesse un
battito, detestava sentirsi in quel modo, lui era un Malfoy, suo padre era un
mangiamorte e l’anno passato aveva tentato di uccidere Harry, era uno schifoso
piccolo arrogante, fifone e … troppo carino. Quando lo aveva guardato però il
suo sguardo non era gelido come sempre, c’era una tristezza velata… non doveva
nemmeno pensare a lui, nemmeno per un minuto, se lo era imposto dalla sera
nell’ufficio della Umbridge, gli era stata talmente vicino da poter sentire il
suo profumo, da poter vedere i suoi occhi, gli occhi non mentono maiera preoccupato, veramente preoccupato, di
cosa? se lo era chiesta tantissime volte, ma non ne aveva avuto risposta,
quando lo aveva visto sulla soglia della porta di Harry si era dovuta girare
per evitare che la vedesse arrossire, maledetta timidezza, la faceva diventare
rossa nei momenti meno indicati.
“ Ginevra Molly Weasley, smettila
di fare la svenevole, lui è figlio di un mangiamorte…Percy è uno di loro… ma non c’entra niente.
Lui ti ha sempre preso in giro, ti tratta male dal giorno che ti conosce… ma
quegli occhi… era terrorizzato, preoccupato e inerme, completamente inerme
nelle mie mani. Come prima, avrebbe potuto reagire prima allo schiaffo, ma non
lo ha fatto.. perché? Perché?”
-Weasley- disse
la voce strascicata dell’oggetto dei suoi pensieri- lo schiaffo non me lo
sonodimenticato, mi vendicherò, aspetta
solo che torniamo ad Hogwarts, te la farò pagare, magari battendoti a quidditch
o facendoti dare una bella ripassata da Tiger e Goyle.
-Ah, già i tuoi amichetti- rispose Ginevra acida-
davvero credi che mi sia bevuta il fatto che siate amici, te li porti dietro
perché sei un fallito e da solo non combineresti un bel niente; loro non sono
tuoi amici, stanno con te per tuo padre e immagino che adesso che lui ti ha
abbandonato non ti vorranno nemmeno più vedere. Non so se nessuno te lo abbia
mai detto, ma l’amicizia è un’altra, ma che ne vuoi capire, tu sei un Malfoy e
immagino che con tutti i tuoi soldi ti puoi comprare tutte gli amici che vuoi.
Colpito e affondato, la ragazza
si stupì ancora una volta di quanto fosse stato facile massacrarlo, non disse
niente, si limitò a guardarla negli occhi, cosa che le procurò un brivido. Nel
suo sguardo non c’era disprezzo, ma solo dolore, provò pena, e avrebbe voluto
abbracciarlo e chiedergli scusa, ma non poteva farlo, non voleva e lui l’avrebbe
sicuramente scansata.
-Scusami, disse, prima non volevo farti male.
Detto questo se ne andò in casa,
si sbagliava di grosso se con il trucco del cucciolo abbandonato sperava di
farla sentire in colpa. Salì in camera di Hermione e sbatté la porta, la sua
amica era stesa sul letto gli occhi lucidi.
-Herm, stai bene?
-No! Tuo fratello è un cretino.
-Avete litigato di nuovo?
-No, è complicato, si è chiuso in camera con Harry e mi
hanno escluso di nuovo, io non lo so cosa gli prende a quei due. Mi trattano
come se fossi invisibile, anche io sono stata male quando Ron mi ha tolto il
saluto, anzi, forse sono quella che è stata peggio.
-No, ti assicuro che quando ti ha mandato quel gufo con
la lettera in cui ti diceva che non voleva parlarti si è chiuso in camera e
sono sicura che stesse piangendo…
Dall’altra camera arrivò un urlo,
era di Ron:
-COME TE LO DEVO
DIRE, LEI NON MI PIACE, NON MI È MAI PIACIUTA E NON MI PIACERÀ MAI, È UNA
STUPIDA SECCHIONA .
Hermione sentì il suo cuore
spezzarsi, scoppiò in lacrime, non le importava se stesse soffrendo per suo
fratello.
-Idiota di un fratello- sibilò Ginny- Herm, non lo
pensa, io lo conosco, si è solo vergognato ad ammettere che è innamorato di te
davanti a Harry, lui crede che tu…
-Ginny- rispose la ragazza tra le lacrime- io non voglio
saperne niente, lui pensi quello che vuole, io so quello che provo e credimi
quelle parole mi hanno fatto più male di quanto tu possa credere. Ti prego
lasciami sola.
La rossa uscì dalla stanza, aveva
visto molte volte l’amica piangere, ma non in quel modo, aveva ragione ne era
innamorata, se solo quel ritardato di suo fratello non avesse urlato così forte
avrebbe pensato lei a far aggiustare le cose. Entrò in camera di Harry.
-Sei un idiota Ron, lo sai che lei è di là e ha sentito
tutto.
-Non miimporta,
lo sai come la penso…
-Già, penso che tu sia un idiota. Veramente un idiota.
Harry, mi sa che è il caso che tu vada a parlarle.
Il ragazzo uscì dalla camera,
aveva capito che Ginny avrebbe rimproverato il fratello, nel momento in cui
aveva urlato lo avrebbe azzittito con la magia se solo avesse potuto usarla. Ma
come si faceva ad essere così ottusi.
-Hermione, posso entrare?
-No, voglio rimanere sola.
-Guarda che io entro e se sei in mutande : vestiti.
Entrò, sapeva che sarebbe dovuto
essere gentile, comprensivo, ma quando la vide piangere in quel modo avrebbe
voluto spaccare la testa a Ron e farci entrare dentro che era lui che Hermione
voleva.
-E’ un idiota, non le pensa veramente quelle cose, è
innamorato perso di te, si vede da come ti guarda, da come parla di te.
-Non mi importa, io lo detesto, mi ha fatto male
sentirlo da lui, lo sapevo da un po’ quello che ha detto, ma poteva dirlo anche
più a bassa voce, lo sapeva che ero nella camera accanto.
-Herm, è uno scemo, ma se ne accorgerà molto presto
della idiozia che ha fatto.
Lei non voleva sentire
giustificazioni, lo cacciò dalla stanza, si appoggiò alla porta della sua
camera. Un gufo gli planò davanti. Prese la lettera con le mani che gli
tremavano, era Luna.
“ Ciao,
non ci posso credere che l’abbiano spedito da te, non chiedermi come lo
so perché non te lo dico. Ma cosa è saltato in testa a Silente, vi odiate,
talmente tanto che credo che nessuno possa mettere pace tra voi due… o forse
no. Come vanno le cose lì, ho saputo che hai litigato con Piton, lo sai che
devi controllarti anche se sono d’accordo con te che a volte è veramente
insopportabile. Se vuoi proprio saperlo queste cose me le ha raccontate Draco,
cioè Malfoy. Lo sai che è mio cugino. Da quando siamo piccoli lui si confida con
me, anche se mi tratta sempre un po’ male. Ho sperato che mi rispondessi, ma mi
ero stufata di aspettare la tua lettera, raccontami tutto quello che sta
accadendo. Cos’è, da quando sono tornati i tuoi vecchi amici con me non parli
più?
Un
bacio
Lunatica”
Con tutto quello che era successo
si era completamente dimenticato di risponderle, aveva pensato a lei, molto
spesso, ma non le aveva più scritto. Entrò nella sua stanza senza troppi
complimenti.
-Sono un idiota- diceva Ron alla sorellina- cosa mi è
saltato in testa, l’ho persa solo perché non riesco ad accettare che sia
innamorata di Harry.
Quest’ultimo si bloccò, aveva
sentito bene? Ron pensava sul serio che Hermione fosse innamorata di lui, era
la cosa più assurda che avesse sentito… a parte il fatto che Piton amasse sua
madre.
-Ron, ma ti ha dato di volta il cervello, lei non è
innamorata di me, fidati, lo so.
Uscì dalla stanza con penna e
pergamena. Scese in cucina e si sedette a scrivere.
“ Luna,
perdonami, ma non hai idea di quello che sono stati questi 3 giorni,
Malfoy, Piton poi Ginny e Ron, sono impazzito. Poi mia zia che se ne esce che
mi ha mentito tutti questi anni solo per proteggermi, mi ha detto che mi vuole
bene, che aveva fatto una promessa a mia madre. Per la prima volta nella mia
vita mi sono sentito amato dalla persona che mi ha cresciuto. Sapessi come è
stato bello, ho passato tutta ieri sera a parlare di mia madre, la sera più
bella della mia vita. La notte invece è stata pessima, ho ricominciato a fare
incubi e anche il tuo caro cuginetto non scherza in quanto a brutti sogni, mi
ha tenuto sveglio tutta la notte. Poi un dissennatore passeggiava nel mio
giardino… ho sentito mia madre urlare. È stato terribile come al solito. Questa
mattinamia zia ha litigato con Piton,
sono volate parole grosse e ho saputo cose che non credevo… mia madre e Piton,
sì lui quell’orribile caricatura di un uomo, si amavano, almeno lui la amava. È
stata dura sentirlo, lui mi detesta dal primo giorno che mi conosce, forse
perché gli ricordo papà… non lo so Luna, mi sento così confuso. Ad aggiungersi
a tutto questo Ron e Hermione hanno litigato di brutto, lui crede che Herm sia
innamorata di me e ha detto ad altissima voce ( livello strillettera ) che di
lei non gli importa niente, che tutto quello che prova per lei è solo un certo
fastidio.Come puoi immaginare lei ha
sentito tutto e ora è in lacrime che si dispera e non vuole parlarmi. Per la
cronaca lei è innamorata di lui, ma sono troppo stupidi per capirlo. Lo sai che
mi piace parlare con te? Tu mi capisci. Ti devo raccontare anche un’altra cosa
e se provi a ripeterla in giro io ti uccido. Harry Potter e Draco Malfoy sono
quasi amici, l’altra sera abbiamo parlato tanto, avevi ragione, mi ha fatto un
po’ pena. La verità è che siamo molto simili, entrambi abbiamo un cognome
importane che ci tiene legati ad un ruolo, io San Potter dei poveri, lui
Malfoy, il piccolo demone furetto. La sai la verità? Mi sono stufato di dover
essere quello che non sono o almeno nessuno mi ha mai chiesto se voglio o meno
essere il salvatore del mondo magico, rischiare ogni anno lamia vita per combattere Voldemort. Credo che
nemmeno lui abbia chiesto ci avere un padre bastardo che vuole solo farlo
diventare uno di loro. Ma porca vacca a noi ci ha mai chiesto nessuno se
chessò, avessimo voluto una vita normale, come quella di qualsiasi ragazzo di
Hogwarts? Scusami Luna, non volevo essere patetico, ma sono talmente arrabbiato
con tutta la comunità magica che mi metterei ad urlare. Ci sentiamo.
Un
abbraccio
Lo
sfregiato.”
Arrotolò la pergamena e la
diede ad Edvige, il cuore gli batteva all’impazzata. Luna era entrata piano
piano nel suo cuore e lo aveva conquistato, poteva parlarle di tutto, lei lo
completava, ma aveva paura, paura di perderla, paura che Voldemort gliela
portasse via come aveva fatto con tutte le persone che amava.
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come sempre ringrazio Sphinx ed Elisabetta, grazie per le vostre recensioni... baciotti cicciotti Mafalda
L’ultimo giorno a PrivetDrive n° 4 era cominciato come al solito,
Harry, Draco e Ron si erano svegliati perché Petunia e Piton stavano litigando,
Lupin stava tentando di mettere pace tra i due. La solita solfa tutte le
mattine. Harry aveva tentato di parlare con la zia chiedendole cosa fosse
successo; ma lei non voleva parlarne, domandarlo a Piton nemmeno a pesarci: da
quando Petunia lo aveva chiamato Mocciosus, era diventato insopportabile, non
riusciva a stare nemmeno a tavola con tutti. Lui e Lupin andavano e venivano
per le missioni dell’Ordine, ma uno restava sempre con loro, quella notte era
toccato a Piton. L’aveva passata andando su e giù per il salotto, sobbalzando
per ogni rumore. Harry non riusciva a dormire, Ron russava, Draco parlava ed
era un bene che il rosso dormisse perché considerate le volte che pronunciava
il nome di sua sorella lo avrebbe sicuramente fatto diventare poltiglia. Malfoy
e Potter non avevano più parlato, ma sapevano entrambi che se lo avessero
voluto si sarebbero trovati.
-E che palle- disse Draco svegliandosi- stavo facendo un
bel sogno
-Cosa sognavi, che il tuo adorato paparino ti venisse a
prendere? – domandò Ron
Harry sapeva che era un modo per
trovare un capro espiatorio alla sua esasperazione, avevano parlato di Percy
fino alla nausea, si erano arrabbiati, disperati; ma di Hermione non si
parlava,mai. Avevano smesso definitivamentedi rivolgersi laparola, si
evitavano come la peste. Ginny era strana, ma Harry aveva notato che questo
accadeva quando Malfoy era nei paraggi.
“ Se Ron se ne accorge, come
minimo spara ad entrambi, o spara a me che non gli ho detto niente.” Le sue
riflessioni vennero interrotte dai due che stavano venendo alle mani.
-Ora basta, sbraitò, tutte le mattine la stessa storia,
siete dei bambini, io non vi sopporto più.
Fumante di rabbia si chiuse in
bagno, non li voleva più sentire, sempre la stessa storia, almeno Malfoy era
diventato un po’ meno acido con l’universo e a parte qualche battutina poco
simpatica nei suoi confronti era sempre sulle nuvole, pensava a suo padre e
quasi sicuramente a Ginny.
Sentì un grido disperato
provenire dalla cucina… Hermione. Uscì dal bagno e si scontrò con i suoi due
compagni di stanza, erano schizzati fuori dalla camera con le bacchettealla
mano; Draco gli tirò la sua. Anche Piton , Lupin e Petunia erano corsi a
vedere.
Nessun intruso, solo le due
ragazze in lacrime abbracciate. Ripetevano
-NO, NO,NO….
-Ragazze- chiese Ron- cos’è successo?
Presero il giornale e in prima
pagina c’erano le foto di Neville, e sua nonna dietro un carro funebre.
“ I maghi seguaci di voi sapete chi, sono penetrati nella notte
nell’ospedale San Mungo per la cura delle ferite e delle malattie magiche, sono
entrati nella stanza n° 27 e hanno brutalmente assassinato i coniugi Paciok…”
-Ma erano malati, completamente inutili per lui, che
senso ha.
Petunia prese il giornale e
continuò a leggere:
“ I responsabili dell’aggressione hanno lasciato il loro biglietto da
visita: il marchio di voi sapete chi e i loro nomi.
MALFOY, LESTRANGE, AVERY, NOTT, TIGER E
GOYLE.”
Draco chiuse gli occhi e vide
Neville,era un bamboccio innocuo, quell’omicidio era vendetta per coloro i
quali non si erano piegati all’oscuro signore, voleva piangere, lo desiderava
davvero, ma non ce la fece, c’erano loro lì e sicuramente si sarebbero sfogati
con lui. Doveva andarsene il più lontano possibile, non poteva vedere lo
sguardo nei loro occhi. Uscì dalla cucina e poi dalla porta di casa,ma si fermò in giardino.
“ Idiota, rifletti, se papà ti
sorveglia lo porterai dritto a Harry e al diavolo l’Ordine, Severus, Silente e
gli altri. Ma se entri li dovrai affrontare e dovrai spiegare.” Si sedette sul
gradino dell’entrata, dentro sentiva le due ragazze piangere. Ron era uscito e
stava prendendo a calci tutto quello che gli capitava a tiro, si sentiva
completamente inerme piccolo e solo. Neville aveva perso i suoi genitori
un’altra voltae forse tra quei
mangiamorte c’era anche suo fratello, voleva sfogarsi con qualcuno, poi lo vide
Malfoy, almeno poteva prendersela con lui.
-Contento di quello che ha fatto il tuo paparino?- disse
con disprezzo
-Ti importa così tanto?
-Sei uno schifoso ragazzino, è stato bello leggere sulla
gazzetta che un amico di Harry sta soffrendo le pene dell’inferno a causa del
tuo adorato padre?
-…-
-Ma certo… glielo hai detto tu che Neville era un suo
amico.
Ron continuava ad insultarlo, ma
non riceveva nessuna risposta, lo chiamò mangiamorte, moccioso, perdente,
fallito, ma lui non reagiva. Allora lo prese e cominciò a scuoterlo talmente
tanto forte da fargli battere i denti.
-Cavolo Malfoy, reagisci.
-Midispiace per
Neville, ma io non sono come mio padre.
Il rosso era sconvolto, Malfoy
che chiedeva scusa, non era possibile. Ginny arrivò di corsa dalla cucina.
-Ron è meglio se vai, a Hermione gli è presa una crisi,
sembra di panico, ma io non riesco a calmarla.
Il ragazzo corse in camera della
sua amica, Hermione che stava male, era impossibile, era sempre così
controllata che a volte gli dava i nervi. Appena entrò la vide in uno stato
pietoso, era scossa dai singhiozzi, continuava a ripetere no e tremava come una
foglia. Harry era accanto a lei, ma non riusciva a calmarla in nessun modo, i
due ragazzi si guardarono e Harry li lasciò soli.
-Hermione, calmati, calmati, erano malati da tanto
tempo, forse è meglio così, Neville ha sua nonna accanto a sè. Ti prego stai
calma.
-Non è giusto, li aveva già persi una volta e ora li ha
persi del tutto, ma perché accadono queste cose.
-Io non lo so, ti giuro che vorrei saperlo, ma non lo
so.
-E ora a chi toccherà, quante morti dovremmo subire,
quanti genitori, figli, amici moriranno prima che lui smetta di uccidere…quante
volte dovrò ancora svegliarmi nel cuore della notte in ansia per Harry e per
te? Quando finirà tutto questo?
-Io non lo so, non lo so
L’abbracciò tentando di calmarla,
com’era bella anche così sconvolta, sentiva ilprofumo dei suoi capelli, l’abbassarsi e l’alzarsi del seno al ritmo
incessante del respiro. Si diede mentalmente del maniaco, come poteva anche
solo pensare una cosa del genere con lei in quelle condizioni. Pian piano la
ragazza si calmò, ma Ron si guardò bene dal lasciarla andare, la voleva per
sè,anche se sapeva di non meritarla.
Hermione si addormentò; essere di nuovo tra le braccia di Ronald era la cosa
che la faceva stare meglio, anche se appena si fosse risvegliata lo avrebbe
cacciato, si voleva godere il tempo trascorso insieme.
Al risveglio lo trovò
addormentato, si voleva alzare, ma non voleva destarlo, doveva essere
nottee aveva molta fame, lo osservò
dormire, si girò verso di lui e lo baciò,un bacio innocente a fior di labbra.
Si svegliò, notò subito che gli si erano colorate le orecchie di rosso,
quant’era carino quando era imbarazzato, il che succedeva praticamente ogni
volta che le stava vicino.
-Her- Hermione- balbettò il ragazzo- mi ha baciato?
-Chi io? No. Te lo sarai sognato, ora fuori dal mio
letto, chissà che ore sono.
-Hermione, mi dispiace per quello che hai sentito, io
non volevo…
-No c’è problema- mentì lei- tutto passato. Hai fame?
-Sì, guarda, Ginny ci ha lasciato la cena all’entrata
della porta, chissà dove è andata a dormire.
-Che ti importa, ora mangiamo.
-Hermione… posso restare a dormire qui? Io ho bisogno
della tua amicizia, quando ho letto di Neville ho pensato che tra qui
vigliacchi ci fosse anche Percy…
Era il
suo turno di piangere, non voleva farlo non così, con lei, ma era l’unica con
cui voleva stare, se si fosse trattato di Harrysi sarebbe vergognato, ma lei era Hermione, la sua splendida piccola
amica del cuore. Pianse tutte le lacrime che aveva risparmiato in quelle
settimane, le chiese perdono per quel gufo, le chiese perdono per quelle
parole… lei lo abbracciò in silenzio piangendo sommessamente .
In cucina invece Piton e Petunia
stavano parlando civilmente.
-Lo hai cresciuto bene Severus.
-No, io ho fatto poco, è stata Narcissa a spingerlo
verso di me, a cercare la mia amicizia, il resto è stato facile. La cosa
terribile è che ho aspettato talmente tanto per dirgli la verità che ora non
posso più farlo, come fai a dire una cosa del genere ad un ragazzo .
-Almeno non si sentirebbe in colpa per il ragazzo che ha
perso i genitori, tu devi dirglielo o lo scoprirà da solo e sarà peggio, guarda
come sta Harry dopo il nostro ultimo litigio. Ah, a proposito, scusami.
-Non importa, anche io ho esagerato con le parole, ma
avere sempre Potter intorno, mi fa stare male, gli occhi di Lily sul volto di
James, una tortura, io potevo salvarli, io dovevo avvertirli.
-Saresti morto anche tu…
-Dovevo accorgermi di Peter, era così ovvio…
-Severus finiscila, tu non hai colpa, l’unico colpevole
è Peter e spero che qualcuno lo catturi presto.
Nella loro stanza Draco e Harry
fingevano di dormire, l’unica che ronfava della grossa era Ginny, si era
addormentata nel letto del fratello, era sconvolta dal dolore. I due ragazzi
invece non potevano fare altro che aspettare la mattina successiva per partire.
Harry non ce la faceva più, ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva la faccia
di Neville, era un suo compagno di stanza nel dormitorio a scuola lo aveva
preso in giro tante volte e si sentiva uno schifo per questo, ma l’anno prima
nell’ufficio misteri gli aveva salvato la vita. Era cambiato. Si alzò, doveva
camminare un po’ uscì dalla porta della camera e vide che la luce era accesa in
cucina, si affacciò e vide sua zia e Piton che parlavano, recitò una preghiera
affinché non si mettessero ad urlare, si avvicinò un poco per ascoltare meglio.
-Severus devi dirglielo, devi farglielo sapere, ha il
diritto di conoscere chi era suo padre.
-No, mi odierebbe e non posso perdere anche lui.
Harry sentì qualcuno muoversi
alle sue spalle, era Draco che gli fece segno di seguirlo. Si sedettero fuori
sotto il piccolo patio che lo zio aveva costruito quell’estate. In silenzio lasciarono
passare i primi minuti.
-Harry, tregua?
-Sì, come stai?
-Non gliel’ho detto io a mi padre dei genitori di
Neville, io nemmeno lo sapevo – disse con urgenza il biondino.
-Lo so, perché me lo dici?
-Il tuo amico crede che lo abbia convinto io.
-Ron crede anche che Hermione si sia innamorata di me,
che Piton abbia tentato di uccidermi non so nemmeno quante volte,che tu sia in
realtà una spia dei mangiamorte che Krum sia interessato a Hermione solo per
arrivare a me… potrei continuare all’infinito, Ron è solo molto impulsivo.
-Davvero pensa
che Piton abbia tentato di ucciderti?
-Si, il primo anno pensavamo che fosse lui e non Raptor
ad essere il seguace di Voldemort, il secondo anno stessa cosa… poi il terzo
anno ha denunciato alla scuola Lupin e voleva portare Sirius dai dissennatori…
il quarto anno poi abbiamo visto sul suo braccio il marchio di quel pezzo di
merda di Voldemort… solo l’anno scorso si è comportato normalmente.
Draco era impallidito a sentire
il nome del Lord Oscuro senza che la voce che lo pronunciava stesse tremando,
ma quello che voleva sapere era come ci si sentisse ad essere Harry James
Potter.
-Posso chiederti una cosa?
-Se posso risponderti sì.
-Cosa si prova ad avere degli amici?
Da quella domanda Harry capì
quanto dovesse sentirsi solo, voleva rispondergli, ma non trovava le parole,
quanto avrebbe voluto che Luna fosse conlui, lei avrebbe sicuramente saputo che dire.
-Io non lo so, sai, a volte mi stupisco di quanto siamo
simili, se mi avessi fatto questa domanda qualche anno fa ti avrei detto che
non lo sapevo, che ero completamente solo al mondo, ma ora ti posso rispondere
che avere un amico è una faccenda complicata. Se dici la cosa sbagliata al
momento sbagliato lo perdi, se fai la cosa giusta rischi che si arrabbi, ma lo
so che senza di loro io non potrei vivere. Mi hanno aiutato nelle situazioni
peggiori e mi sono stati vicino anche quando ero insopportabile, loro sono la
famiglia che non ho mai avuto.
-Io sono solo. A parte Severus io non ho nessuno e a
nessuno importerebbe se io morissi, a volte vorrei che davvero mio padre mi
avesse ucciso.
Gli arrivò uno schiaffo, ma non
era stato Harry, Ginny era comparsa all’improvviso e gli aveva mollato un
ceffone e così come era venuta se ne andò, i due ragazzi si guardarono
perplessi, restarono a chiacchierare ancora un po’ dopo andarono a dormire, tra
loro stranamente tutto il rancore e l’odio era sparito, sisentivano vicini e Harry pensava sinceramente
che fosse arrivato il momento di potersi fidare di Draco Lucius Malfoy, il suo
peggior nemico.
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GRAZIE A SPHINX, CHE CONTINUA A RECENSIRMI... LA TUA FIC è SEMPRE PIù BELLA!!! GRAZIE ANCHE A sENDA E SERE...
Durante il viaggio in treno
dormirono tutti, Harry invece passeggiava nel corridoio, quant’era che non
dormiva, giorni, settimane, non lo ricordava, aveva deciso però che si sarebbe
applicato a occlumanzia e non avrebbe permesso ai sogni di non farlo dormire,
doveva essere vigile, sempre, Voldemort aveva cominciato ad uccidere e presto o
tardi sarebbe stato il suo turno. Come odiava la sua vita, sempre al centro
dell’attenzione, sempre con la paura che qualcuno o qualcosa potesse fare male
ai suoi amici. Di sé non gli importava molto, tanto in ogni modo la sua vita
sarebbe stata macchiata da un omicidio… nel caso fosse sopravvissuto. Anche se
si ripeteva in continuazione che Voldemort era malvagio, un mago, il più
cattivo del mondo era pur sempre un uomo, uno che ad un certo punto aveva
dovuto prendere la strada sbagliata. Lo stava giustificando? Lui aveva ucciso i
suoi genitori, la sua “amante” aveva ucciso Sirius, il suo migliore mangiamorte
stava per ucciderlo e per uccidere il suo stesso figlio, no, sarebbe stato
facile ucciderlo. Ma se quando aveva puntato la maledizione cruciatus contro
Bellatrix aveva fallito perché non era stato in grado di volerlo, come poteva
sperare che lui potesse anche solo ferire Voldemort, lo avrebbe polverizzato in
un nano secondo.
-Che vita del cavolo … e tutto per questa stupida cicatrice.
-Io non la trovo stupida sfregiato,anzi ti dona.
Nel sentire quella voce il cuore
di Harry aveva sobbalzato.
-Luna, che ci fai qui?
-Sai, vado a scuola anche io, siamo sull’espresso che ci
porterà lì.- rispose ironica
-Scusa, domanda idiota. Sono sorpreso, non ti ho vista salire
sul treno…
-Perché mi hai cercata?
-Volevo salutarti, ci siamo scritti tutte le vacanze…
Gli sorrise e tutti i brutti
pensieri erano volati via, era strana, come sempre, una gonna a pieghe
lunghissima , una maglia verde acido e quegli orecchini a forma di ravanelli,
ma per lui era meravigliosa. Ripresero a chiacchierare camminando su e giù per
il treno fin quando in uno scompartimento, tutto solo non trovarono Draco.
-Non credo te lo abbia detto, ma i suoi amichetti sono scappati
dalla scuola per unirsi al loro genitori e le famiglie degli altri serpeverde
hanno chiesto a Silente di cambiargli casa, così verrà smistato con quelli del
primo anno, mi dispiace un sacco, lui non è come il padre, è molto molto
migliore.
-Lo immagino, credo ti abbia raccontato che ogni tanto ci
parliamo da persone civili… nasconditi, arriva Ginny.
-E perché dovrei nascondermi, io voglio salutarla…
-Aspetta e guarda.
Si nascosero dietro l’angolo,
Luna restò a bocca aperta per quello spettacolo, la sua amica stava entrando
nello scompartimento di suo cugino e chiudeva la porta dietro di se.
-Voglio sbirciare.
-Luna non si fa.
-Se arrivasse Ron, noi che faremmo? Lui li uccide di certo. Poi
come è finita con Hermione?
-Ieri sera hanno fatto pace, ma non credo che avranno il
coraggio di dichiararsi. Almeno non per il momento, a lei brucia ancora per
quello che ha sentito.
Restarono
nascosti dietro quell’angolo, appiccicati per un po’ poi quando furono sicuri
che non li avrebbero visti si avvicinarono allo scompartimento.Li osservarono erano seduti ai poli opposti
e stavano chiacchierando, voleva sentire, ma forse sarebbe stato meglio che… entrasse,
Ron stava venendo in quella direzione.
Draco si sentiva più depresso che
mai, era senza una casa, senza famiglia e senza amici, certo ora c’era anche
Harry, ma non potevano farsi vedere in giro… “ ma perché poi, io non devo
rendere conto a nessuno, bhe magari ai suoi amici gli scoccerebbe parecchio se
coprissero che siamo diventati amici… lei almeno non penserebbe che io sia un
idiota… ma chissà perché mi ha mollato quel ceffone? certo quello che avevo
detto era pesante, ma a lei che importa, mi odia, come tutti…”
Quando riaprì gli occhi se la
trovò davanti. Sbatté lepalpebre più
di una volta, non poteva crederci.
Si guardarono negli occhi, un
lungo intenso sguardo, gli occhi blu mare della piccola Weasley perforarono
Draco da parte a parte, sentì sciogliersi qualcosa, qualcosa che poteva essere
tensione o altro, lo stomaco era diventato una morsa e gli sudavano le mani. “
Avanti Draco” si disse “ datti un contegno. Fosse la prima volta che restate
soli… ma è la prima volta, se escludiamo l’incidente della Umbridge… cavoli
quanto è bella… ma certo, vuole assicurarsi che non spifferi niente su San
Potter…”
-Malfoy, pronto… ci sei?
-Weasley, cosa vuoi, stavo dormendo.
-Non è vero! Volevo sapere come stai? Mi hanno detto quello che
ti è successo…
-E sei venuta a gongolare un po’.
-No, ero venuta a sapere se stavi un po’ meglio di ieri sera,
scusa per lo schiaffo, ma stavi dicendo delle assurdità. Non è vero che a
nessuno imporrebbe se morissi.
-Vediamo, a parte Piton , forse mia madre a chi altro
interessa…
Non seppe mai cosa gli avrebbe
risposto perché in quel momento entrarono nello scompartimento Potter e sua
cugina Luna. Che strana coppia…
-Ragazzi, Ron sta per arrivare, ora se non volete che vi
uccida, e state sicuri che lo farà, dobbiamo nascondere Malfoy.
-Ma io non stavo facendo niente di male.
-Questo lo so io e lo sai tu, ma Ron non sarà dello stesso
avviso. Nasconditi sotto i sedili, almeno non ti vede, tu Luna, metti la gonna
a mo’ di tendina su di lui.
Ron li vide, con un cenno chiamò
Harry e poi passò oltre. Il ragazzo lo osservò, aveva qualcosa di strano nello
sguardo.
-C’è Krum.
-Chi?
-Victor Krum , ricordi quello del torneo di 2 anni fa.
-Ah, sì e dov’è adesso?
-Su questo treno, nel mio scompartimento a parlare con la mia
Hermione
-La tua chi?
-Oh andiamo hai capito.
-Ma se hai detto che non ti piaceva, cos’è appena ha un piede
fuori dalla porta tu ti accorgi che la stai perdendo?
-Ma da che parte stai?
-Da quella di chi è sincero e mi dispiace dirtelo, ma tu non lo
sei da troppo tempo e lei si è stufata.
-Io…
Ti sei innamorato, MA GUARDA
CHE NOVITÀ, devi dirglielo, altrimenti la perderai.
Il resto del viaggio lo passò con
Ron, un po’ gli faceva pena, sapeva che soffriva nel pensare che Hermione era
con un altro ragazzo, soprattutto se questo era un ragazzo
affascinante con il quale era molto amica. Parlarono un po’ della stagione del
Quidditch, Harry sperava veramente che avesse potuto giocare, non volava sulla
sua scopa da una vita, dal giorno che la Umbridge aveva sciolto
la sua squadra. Maledetta rospa!!! Poi parlarono di
Hermione, Ron ne aveva bisogno, quasi quanto di parlare di suo fratello Percy,
ma di lui avevano già abbondantemente discusso a Privet Drive.
-Si può sapere da quanto credi che lei sia innamorata di
me?
-Dal secondo anno, o dal terzo, io non mi ricordo, lei
con te è sempre affettuosa, non ha problemi ad abbracciarti,
ti è sempre stata vicina… è evidente…
-Quello che è evidente è che sei un cretino possibile
che non hai capito che lei non si avvicina a te perché tu ogni volta ti
allontani, quando si è ripresa dal basilisco ti voleva
abbracciare, ma tu ti sei allontanato, poi con Crosta e Grattastinchi, Fleur,
Krum e tutto il resto. Mi sa che si è stufata di aspettare che tu ti decida e
il fatto che a scuola ci sia Victorcomplica le cose.
Arrivarono alla stazione di
Hogsmeade ad attenderli c’era Hagrid, il custode delle chiavi e delle terre diHogwarts, ma accanto
a lui vi erano molti altri maghi, Auror, si disse Harry , controllavano la
scuola. C’erano persone che conosceva dall’anno prima :
Tonks, Shaklebolt, Moody, il padre di Ron: Arthur Weasley,sua moglie e infine
Lupin. Appena li vide capì che la morte dei Paciok era stata un duro colpo per
tutti e che bisognava proteggere in tutti i modi la
scuola. Avevano creato una specie di cerchio intorno ai ragazzi che scendevano
dal treno
-Ragazzi del primo anno seguitemi,
per favore seguitemi, alle barche, restati uniti
Quando si allontanò con quelli
del primo anno Harry notò tra le loro fila anche
Draco, doveva cambiare casa, mettere nuovamente il cappello parlante che lo
avrebbe assegnato ad una nuova. Era così depresso, Harry provò il solito moto
di pena, era solo, completamente e assolutamente solo e
quell’estate aveva capito che loro due erano molto più simili di quanto
non credesse. Ma quello che non riusciva a capire era come mai si sentisse così legato a lui, come mai si fosse aperto in quel
modo, come mai non riuscisse più a detestarlo come un volta. Al contrario Ron
sembrava divertirsi a punzecchiarlo, ma alla fine si stufava
quando lo vedeva non reagire o vedeva in lontananza Hermione. Si stava
consumando dalla gelosia e dall’inquietudine, malediceva quella sua boccaccia
ogni volta che lei lo guardava, sapeva di averla
ferita e anche se lei diceva che tutto era passato, lui sapeva che non era
così. Krum l’avrebbe portata di nuovo lontano, sarebbe tornata ad essere bellissima e irraggiungibile. “Miseriaccia, nel
momento stesso in cui mi accorgo che la mia peggiore paura era infondata, lei
ritrova il bulgaro. Mi metterò da parte, non la obbligherò a fare una scelta,
anche perché sceglierà lui e io non posso perderla
anche come amico” la osservò camminare impettita, col la spilla di prefetto che
la brillava sulla veste, era nuovamente nel suo elemento e le paure della sera
precedente erano sparite.
Entrati nella sala grande
osservarono il tavolo degli insegnanti, c’erano 2 posti vuoti: Difesa contro le
Arti oscure e Volo, per il resto c’erano tutti, anche Piton che fissava i
ragazzi del primo anno con l’aria di avrebbe voluto trovarsi in qualsiasi altro
luogo ma non lì e Fiorenzo, il centauro che insegnava divinazione.Il professore di pozioni scoccò un’occhiata
di disgusto a Harryelui ricambiò, ancora non riusciva a
cancellare dalla sua mente quelle 4 parole: “ ma tu l’amavi”. Voleva urlare che
non era vero che era una bugia, ma in cuor suo sapeva che purtroppo quella era
la verità, l’odio tra sua zia e il professore era
troppo profondo per essere nato senza motivo. Era perduto nei propri pensieri,si era perso tutta la canzone del cappello parlante e parte
dello smistamento. Fu quando il suo tavolo sbottò in
una serie di imprecazioni… Malfoy era diventato un grifondoro, Harry lo aveva
sospettato, ma si augurava che Silente non lo avrebbe permesso. Draco sarebbe
stato allontanato da tutti, gli faceva pena, ma almeno avrebbero avuto tempo
per chiacchierare, non gli aveva detto quello che aveva sentito l’ultima sera a
casa di sua zia, lui era una miniera di informazioni
riguardo Piton, gli avrebbe detto di sua madre, di sua zia, e soprattutto
poteva capire come si sentisse come lui spesso portava il fardello di un nome
ingombrante.
“ Chi lo avrebbe detto, Malfoy e
Potter quasi amici, pensare che fino a un mese fa ero
contento che i suoi lo avessero abbandonato , ma quando l’ho visto piangere
dopo quell’incubo mi ha fatto pena, mi sono identificato in lui, forse Silente
aveva ragione a mandarlo da me, speriamo solo che Ron la smetta di tormentarlo,
si dovrebbe ricordare cosa significa essere maltrattato tutto il giorno. Ma se
Draco continua a correre dietro a Ginny le cose si
complicheranno, dovrò parlarci… Luna sorride verso di me è contenta per suo
cugino, è troppo ottimista.”
Hermione con una gomitata lo distolse dai suoi pensieri, era il momento del discorso di
Silente.
-Ragazzi, un altro anno è cominciato, e iniziamo già annunciando che Voldemort è tornato più
terribile che mai, immagino che tutti abbiate letto il giornale che parlava
dell’uccisione dei genitori di un vostro ex compagno di scuola: Neville Paciok,
nella prima guerraloro si sono distinti
per l’impegno per la sua caduta e sono rimasti lesionati perennemente dagli
stessi mangiamorte che li hanno uccisi. Neville non tornerà più a scuola… In
questo momento di estremo pericolo dobbiamo rimanere
uniti e dimenticare i passati dissapori, Voldemort gode nel seminare
inimicizia. Quest’anno saranno con noi anche molti Auror che
si occuperanno della difesa della scuola, anche se non si azzarderanno ad
attaccare, almeno non per il momento… passiamo a cose più allegre, innanzitutto
voglio presentarvi i vostri nuovi professori: Elioxe Noteble per difesa contro
le arti oscure, oggi più che mai materia importante, Victor Krum che sostituirà
per quest’anno la professoressa Bumb e una nostra vecchia conoscenza: Remus
Lupin che insegnerà ai ragazzi del sesto anno la Materializzazione
e Smaterializzazione. Facciamo loro un bell’applauso.
Applaudirono tutti tranne Ron,
Hermione e Harry. Quando avevano visto la professoressa Noteble entrare nella
sala Grande si erano paralizzati. Lei era praticamente identica alla madre di Harry, stessi capelli,
stessi occhi, stesso sorriso. Non riuscivano a parlare, guardarono Piton e si
accorsero che anche lui era immobile, bocca aperta e uno sguardo terrorizzato,
la donna non si accorse di niente, si sedette e prese a chiacchierare con Silente.
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come smpre grazie a Sphinx, sei sempre troppo buona
Quando Draco aveva capito che lo
avrebbero messo nella casa di Ginny eHarry si sentì molto strano, era
contento, avrebbe avuto un amico, o almeno una cosa simile e avrebbe potuto
vederla per tutto l’anno senza dover ricorrere ai soliti stupidi trucchi; ma
nello stesso tempo era terrorizzato, non sarebbe stato un anno facile, Weasley
lo avrebbe torturato , si sarebbe vendicato e gli avrebbe reso la vita un
inferno, gli altri lo avrebbero escluso. Dopo la notizia data dalla gazzetta
del profeta si sentiva in colpa per via di suo padre, Neville
non sarebbe più tornato a scuola per colpa sua. La maschera che portava da quando aveva 5 anni aveva iniziato a sgretolarsi, a far
acqua da tutte le parti, sarebbe crollato, lo sentiva e non ci sarebbe stata
sua madre a proteggerlo. Salì mestamente le scale che lo avrebbero portato al
nuovo dormitorio, aveva il cuore pesante, avrebbe voluto
parlare con Severus, ma a scuola non era possibile, era solo, nuovamente.“Uguaglianza”, entrò nella grande
sala circolare, il fuoco acceso e gli stendardi a lutto, tutti parlavano di
Neville, ma appena lo videro gli si fecero tutti intorno , iniziarono a
spintonarlo e a chiamarlo Mangiamorte, fu Ginny a farli smettere.
-Basta, lui ora è uno di noi, purtroppo è figlio di
quello che ha ucciso i genitori di Neville e il cappello lo ha messo con noi…
-Parli bene tu, disse una
ragazza vicino alla piccola Weasley, tuo fratello, Percy, non è un mangiamorte
anche lui?
La ragazza abbassò lo sguardo e
salì mestamente le scale,anche Ron salì le scale per
andaredormire, gli altri ripresero a
stuzzicarlo finché anche l’ultimo non andò a dormire, Draco non si era accorto
di Harry, aveva lo sguardo perso nel vuoto, si avvicinò. La rivelazione della
ragazza sul fratello del suo migliore amico doveva averlo sconvolto.
-Non è colpa tua…
-Dici per Percy, lo sapevo già, non è
per questo che sono qui.
-Cosa ti succede.
-Prometti di non ridere?
-Tu hai riso quando ti ho
raccontato di mio padre?
-No, ma per me è veramente una cosa stupida.
-Spara, non mi scandalizzo, ho sentito talmente tante
cose stupide oggi.
Detto questo a tradimento una
lacrima solitaria scese sulla sua guancia, tutti quegli insulti erano entrati
nel suo cuore, a dispetto di quello che voleva far credere, lui un cuore ce lo aveva, era nascosto, ma c’era.
-Draco, ascolta, non è colpa tua per Neville, loro prima o poi ti accetteranno, ora sei uno di noi, non portare
il peso dei morti, non è colpa tua.
-Ma senti da che pulpito, tu
porti il fardello della morte di Sirius e sono certo che ti senti colpa per i
tuoi genitori.
-Loro, tuttie tre sono morti per salvarmi, la
colpa è solo mia, se io… se io mi fossi applicato con Piton almeno Sirius non
sarebbe morto.
-Severus mi ha detto che prima o poi
Sirius sarebbe scappato, detestava stare chiuso in casa, lasciarti in mezzo al
pericolo, si sente in colpa, non te lo direbbe mai, ma…
-Lo so, l’ho sentito gridare
nel sonno.
-Allora, mi dici perché stai così questa sera? È per
Neville, per i Weasley o per la mia cara dolce cuginetta?
-Luna cosa c’entra? Comunque
no, non è per lei hai visto la prof di Difesa contro le arti oscure?
-Sì, allora?
-È identica a mia madre. Veramente identica a lei, stessi capelli, stessi occhi, stesso sorriso, io lo so che
non può essere lei perché lei è ….
-Morta.
-Già.
Dannazione, ecco perché Piton era
così sconvolto, ma come aveva fatto a non accorgersene eppure la foto di Lily l’aveva vista un milione di volte.
-… o mio dioSeverus…
-Cosa c’entra lui?
-Non te lo posso dire.
-Guarda che lo so che sono stati insieme e che lui ne era innamorato, l’ho sentiti litigare una mattina. Prima o poi saprò tutto.
Detto questo si congedò da lui e
salì in camera per dormire, Draco rimase nuovamente da solo.
“ Come ho fatto a non accorgermi
che era lei , che le assomigliava, chissà come sta
orae io non posso nemmeno parlargli, se
solo non fossi qui sulla torre, potrei andare da lui come facevo l’anno
scorso…” . si stava per addormentare quando dal
dormitorio femminile scese una ragazzina, aveva gli occhi gonfi e pieni di
pianto, non lo vide e si adagiò su una poltrona a piangere, era Ginny
Weasley.Non voleva disturbarla, ma
voleva anche consolarla, sapeva come si dovesse
sentire, lo provava da quando aveva ricordi, si avvicinò in silenzio, le
circondò le spalle con un braccio, lei si abbandonò su di lui.
-Calmati Weasley, andrà tutto bene, calmati
Lei non si riusciva a
tranquillizzare, continuava a piangere, lui la strinse ancora più forte,
sentiva il profumo dello shampoo, aveva i capelli tutti arruffati e appiccicati
al viso, glieli scansò, eradavvero bellissima. Si chiedeva come Harry non fosse
caduto tra le sue braccia e preferisse sua cugina Luna.
“ Sei un maniaco, lei piange e si
dispera perché suo fratello è uno schifoso mangiamorte, oltre ad essere un
idiota completo… sicuramente a papà gli sarebbe piaciuto un figlio così… riecco
Draco svenevole. Ora pensa a qualsiasi cosa da dirle, qualsiasi,
e cerca di non usare il tuo solito tono arrogante… Ginny…”
-Calmati, se vuoi la gonfio per
le feste a quella ragazzina stupida
-Perché – disse lei tra le
lacrime- ha solo detto la verità, è vero, mio fratello si è unito ai
mangiamorte, è uno stupido ambizioso, però io gli voglio bene… gli volevo bene.
Credi che tra i mangiamorte che hanno ucciso i genitori di Neville ci fosse anche lui?
-E anche se fosse, tu cosa
potresti fare? Lui ha fatto una scelta, una stupida scelta se vuoi il mio
parere, e tu devi pensare che hai altri … bhe, altri fratelli
-Tu come fai? Come sopporti che tuo padre e tua madre siano due mangiamorte?
-Io non lo so… non posso
cambiarlo.
Si abbracciarono, Draco sentì che
sarebbe potuto restare tutta la notte così, ma la scansò e le disse in maniera
spiccia di tornarsene a letto, doveva vedere Severus prima dell’alba, doveva parlargli.
-Malfoy…
-Che c’è Weasley?
-Grazie.
Detto questo lo baciò sulle
labbra e se ne andò a dormire, la vide arrossire e
anche lui doveva avere la faccia come un peperone, era la prima volta che
baciava una ragazza.
Voleva parlare con Piton, ma da
sopra nel dormitorio sentì delle grida… Potter faceva brutti sogni. Si avviò
per le scale e lo sentì parlare con Ron, aveva sognato
di nuovo la notte al ministero. Si mise nel suo letto, non prima di aver
sentito il rosso chiamarlo mangiamorte.
Quando misero piede nell’aula di
Difesa contro le arti oscure Harry,Ron e Hermione si guardarono intorno, la
classe era completamente diversa dall’ultimo anno, non c’erano più trine e
merletti, ma era tutto spoglio, solo una cattedra e molti banchi. Facevano
lezione con Corvonero,c’era Cho, ma a Harry non importava, ora c’era un’altra
corvonero nel suo cuore. Si sedette all’ultimo banco, non voleva vedere la
professoressa troppo da vicino, si sentiva un cretino ad aver pensato che fosse
sua madre. Hermione e Ron gli si sedettero accanto e lo osservavano per vedere
come avrebbe reagito alla sua vista, non avevano avuto tempo di parlarne, e
sapevano che non lo avrebbe fatto molto presto, quando si trattava di quelle
cose Harry non parlava, non con loro almeno, Hermione lo aveva visto l’ultima
sera a Privet Drive chiacchierare con Malfoy, era arrabbiata perché li aveva
sostituiti, ma poi si rese conto che era meglio così, anche Draco aveva bisogno
di parlare con qualcuno e sicuramente non poteva essere Ron, quindi lei era
esclusa di conseguenza, ma forse se avesse smesso di essere solo l’amichetta
del cuore di entrambi si sarebbero comportati diversamente.
-Ho sognato di nuovo Sirius, se continuo così non
dormirò mai. Ho anche pensato di chiedere una pozione soporifera a Piton.
-Mi dispiace, disse la ragazza – forse è una buona idea,
lui magari tenterà di avvelenarla, ma prima la facciamo assaggiare a Malfoy.
Risero tutti e tre, per fortuna
che almeno prenderlo in giro erano tutti d’accordo, guardò negli occhi di Ron
voleva solo sbirciare che effetto gli faceva averla così vicina e sapere che
dopo 2 ore avrebbero avuto lezione con Victor, lui intercettò il suo sguardo e
per un momento il mondo intorno a era sparito. Si destò dopo un secondo e gli
fece una linguaccia, era stato troppo intenso e la ragazzaaveva una voglia matta di vendicarsiper quelle parole… “COME TE LO DEVO DIRE, LEI NON MI PIACE, NON MI È MAI PIACIUTA E NON MI
PIACERÀ MAI, È UNA STUPIDA SECCHIONA”
La professoressa arrivò dopo 10 minuti. Era
molto bella e sembrava a suo agio tra quelle mura, li osservò uno per uno; il
suo sguardo penetrante a molti sembrò quello di Harry, stesso colore di occhi.
Il ragazzo abbassò immediatamente gli occhi quando Elioxe tentò di intercettare
il suo.
-Bene- esordì la donna- rimettete a posto i libri e
prendete le bacchette, oggi faremo pratica di unincantesimo molto complesso: l’incanto
patronus, alzi la mano chi lo sa già fare e venga qui davanti a me per
mostrarmelo.
Le mani di Hermione e Ron
scattarono all’unisono, invece Harry si fece piccolo piccolo, non voleva
mettersi in mostra, non voleva proprio.
-Allora, signorina Granger, Signorina Chang, signor
Weasley e signor Potter il quale anche se non ha alzato la mano: sa
perfettamente che è in grado di evocarlo e di padroneggiarlo, lo so perché lo
ha insegnato agli altri suoi compagni. Ora lo mostrerà a tutta la classe.
Elioxe era un incrocio tra Piton
e la Mc Granitt,
non l’avrebbe fatta franca facilmente. Si mise davanti la classe e sperò di
diventare invisibile, di sprofondare in un nero abisso, inoltre quel cretino di
Malfoy stava facendo di tutto per non ridere, in quel momento lo avrebbe
ucciso.
-Ehm, allora, io non so da che parte cominciare
professoressa.
-Spiega come funziona e poi mostraci il tuo.
-Bene, l’incanto patronus serve per allontanare il
dissennatore che vi sta attaccando…
-Come sapete bene, intervenne la professoressa, se c’è
un dissennatore nei paraggi voi vivrete nella vostra testa il momento più
brutto della vostra vita o i momenti più brutti della vostra vita… continui Potter
per favore.
-Bhe, la cosa che dovete fare è questa: pensare a
qualcosa di felice, al momento più felice della vostra vita, focalizzarlo e poi
dire : ESPECTOPATRONUM.
Come al solito dalla bacchetta
uscì il magnifico cervo argenteo, passeggiò tra le fila dei banchi e poi svanì.
Tutti lo guardarono ammirati, era una magia molto avanzata e poi il cervo
argenteo faceva la sua figura.
-Ora, sarebbe tutto diverso con un vero dissennatore nei
paraggi, ma so che lei Potter è riuscito a sgominarne un centinaio. Comunque la
sua spiegazione era esauriente e il suo patronus accettabile: 5 punti a
Grifondoro.Ora provi di nuovo signor
Potter.
Da una porticina laterale entrò
una forma scura, avvolta in un mantello con una mano putrida che ne usciva, il
gelo si impadronì della classe, tutti erano terrorizzati. Era un dissennatore,
uno vero, era pazza, se lo avesse scoperto Silente l’avrebbe uccisa. Molte
immagini vorticarono nella testa di Harry , la stanza della morte, Cedric,
Sirius… tra qualche istante avrebbe sentito sua madre urlare e non voleva
assolutamente, pensò al momento più felice della sua vita… ma ne aveva… certo,
lei, sempre lei e il viaggio in treno a chiacchierare.
-ESPECTOPATRONUM
Il cervo si parò davanti il
dissennatore e a cornate lo fece rientrare nella stanzina dalla quale era
uscito.Tutti erano terrorizzati sudati
e appiccicaticci. La professoressa passò tra loro con un pezzo di cioccolata
ciascuno.
-Perfetto, niente male signor Potter, niente male.
-Ma e-era vero? – balbettò Cho sul punto di piangere.
-Sì, certo che era vero, altrimenti come pensate di
potervi allenare. La guerra è cominciata ragazzi dovete saper combattere i
vostri nemici. Ora:30 punti per
Grifondoro per la prodezza di Potter. Per il momento non vi preoccupate, con
gli altri useremo un molliccio, per il dissennatore non siete ancora pronti.
Da una cassa fece uscire quello
che a tutti sembrò essere un uomo un uomo morto. La professoressa incantò il
molliccio per non farlo mutare e farlo restare sempre un dissennatore, a turno
coloro i quali avevano alzato la mano evocarono i loro Patronus. Quello di Ron
era un gatto, molto simile a Grattastinchi, ma di dimensioni titaniche, si
piazzò davanti il molliccio/ dissennatore e lo iniziò a graffiare. Hermione
evocò una lontra e Cho un bellissimo cigno. La professoressa assegnò a ognuno
10 puntie diede loro un po’ di
cioccolata. Poi toccò al resto della classe, quasi nessuno riuscì a evocare un
patronus corporeo, e qualcuno svenne. Solo Malfoy fu in grado di evocarne uno:
un gigantesco cane.
-Complimenti ragazzi. Per la prossima lezione, vorrei
che scriveste un tema di 30 cm
sui dissennatori.
Detto questo salutò la classe e
uscì.
Tutta la classe era sconvolta,
con nessun insegnante di difesa contro le arti oscure avevano mai fatto una cosa
del genere. Chi era riuscito a evocare il patronus si vantava con gli altri.
Arrivarono al campo di quidditch che ancora chiacchieravano della lezione
precedente. Aspettarono un minuto quando dal cielo arrivò in picchiata Victor
Krum. Frenò all’ultimo secondo e scese dalla scopa con un salto.
-Buono giorno, io essere proffessor Victor Krum, ma
foipotete chiamare me Victor, se fi fa
piacere. Oggi faremo uno poco di allenomento per folo.
Tra gli studenti ci fu un
mormorio divertito, Ron era letteralmente disgustato, come poteva prendere
lezioni da un tizio che: primo: aveva quasi la sua età, secondo: non sapeva
mettere in fila 2 parole, terzo: faceva gli occhi dolci a Hermione che a quanto
sembrava era molto compiaciuta. Presero tutti le scope e ci montarono sopra,
iniziarono a sfrecciare nel cielo alla massima velocità
Harry sentì l’aria passargli tra
i capelli , sferzargli il viso e per la prima volta da quando Sirius era
morto,riuscì a non pensare a niente, voleva godersi l’ebbrezza della velocità
in santa pace, volare e scacciare le immagini che il dissennatore gli aveva
fatto rivivere, per lo meno non aveva sentito sua madre gridare. Un fischio
acuto lo riportò alla realtà, Victor li voleva di nuovo giù, mentre scendeva
vide Hermione accanto al professore, stavano ridendo, sperò con tutto il cuore
che Ron non li avesse visti, ma si sbagliava, li osservava da pochi metri sotto
di lui. Draco gli si fece vicino e commentò.
-Ora lo uccide, mi sa che la Granger si è stufata di
starsene con le mani in mano.
-Già, credo che gliela voglia far pagare per quello che
ha detto, e a dire dalla sua faccia sembra ci stia riuscendo. Comunque bravo,
bel patronus…
-Grazie, almeno questa volta non sono svenuto…
-Almeno questa volta era un molliccio…
Gli aveva rifatto il verso, non
ci poteva credere, allora lo trattava davvero come un suo pari, Draco era
contento perché quella non era una presa in giro cattiva, era più per giocare.
Scesero in picchiata verso il prato, si fermarono all’ultimo secondo e poi
contemporaneamentea terra.
-Brafi, foi molto brafi a folare. Io ora propongo una
cosa se fi fa di farla: un partita a quiddicth. Io sapere che fostra casa non
afere una squadra decente. Perché tutti giocatori no più a scuola, offiamente
meno Potter e Feasley. Io pensato foi potere vedere se qualcuno brafo.
Solo in quel momento Harry si
rese conto che c’erano tutti gli studenti di grifondoro, dal primo al settimo
anno.
-Potter, tu capitano e cercatore, tu dofere fare profini
per squadra. Tu resta con me e Herrmioni per decidere.
Harry annuì, era contento di
essere capitano, era contento di poter volare di nuovo, era contento di essere
di nuovo a scuola. Il resto della lezione la passò a esaminare i suoi compagni
che si allenavano. Ron era migliorato tantissimo dall’anno precedente e riuscì
anche a parare un tiro spettacolare di Krum, si rivolse verso l’amico e tirò su
il pollice, aveva vinto il primo round con il bulgaro. La lotta per il cuore di
Hermione era appena cominciata.
-Hermy – la stuzzicò Harry, sapeva che detestava quel
nomignolo – non vedi i due paladini che si sfidano per il cuore della bella
donzella?
-Finiscila- riabbatté lei purpurea – lo sai che non è
vero.
-Oh, sì che lo è, hai acceso la miccia, ora la
situazione esploderà.
-Ben gli sta, così impara a parlare prima di connettere
il cervello.
-A proposito, Herm, ti devo raccontare una cosa…
riguarda Ginny e…
-Malfoy – concluse lei – lo so, me ne sono accortacome mi sono accorta che tu e lui avete
trovato un modo per non detestarvi.
-Non è come lo vedi…
-Lo so, chi credi che mi abbia dato l’idea di far
ingelosire Ron?
-Lui?
-Già. Mi è venuto a consolare dopo l’urlo… e mi ha dato
qualche consiglio. Mi è preso un colpo quando l’ho visto entrare, temevo mi
volesse fare qualcosa, ma poi si è seduto e mi ha fatto sfogare. Mi sa che è
sotto un incantesimo..
-No, mi sa che si è stufato di essere quello che non è.
Continuarono a osservare i
ragazzi che si allenavano e Harry scrisse la formazione della nuova squadra.
Weasley R. : portiere
Weasley V. : cacciatrice
Canon C.: cacciatore
Malfoy D. : cacciatore
Thomas D. : battitore
Finnigan S. : battitore
Potter H. : cercatore.
Andarono a pranzo e poi di filato
nel sotterraneo per la lezione di pozioni, doppia ora con i serpeverde. Dal
primo anno erano stati divisi in quel modo, evidentemente chi faceva gli orari
si divertiva a mettere le due case nemiche giurate una insieme all’altra. Si
sedettero, Harry, Ron e Hermione in fondo alla sala e stranamente accanto alla
ragazza si sedette anche Draco, sperava di risultare invisibile ai suoi vecchi
compagni di casa che invece appena lo videro iniziarono a coprirlo di insulti
dai classici perdente, fallito, sporco amico di mezzosangue e babbani, a quello
di mangiamorte per poi arrivare a insultare la sua famigliae tutti i suoi parenti. Anche qualche
grifondoro si unì al coro degli insulti finché Ron non si alzò e disse:
-Piantatela tutti quanti, lui è un grifondoro e io sono
un prefetto della sua casa, se continuate così toglierò punti a tutti quanti,
serpeverde o No.
Aveva le orecchie rosse dall’indignazione
e uno sguardo omicida verso qualsiasi persona che potesse fare anche un
piccolissimo commento. Si sedette nuovamente e continuò a guardare le boccette
delle pozioni con l’aria più tranquilla del mondo, sapeva di avere tutti gli
occhi addosso e sapeva di avere quelli di Hermione puntati con uno sguardo di
ammirazione e pensò tra sé “ Ron 2 Victor 0”.Piton entrò nel sotterraneo stupito di trovare già tutti in silenzio e
pronti per ascoltare, vide i quattro in fondo all’aula e tutti i serpeverde di
quell’anno che erano rimasti intorno alla sua cattedra. Potter era stranamente
tranquillo e non stava nemmeno chiacchierando con gli altri suoi amici, aveva
due occhiaie paurose, si vedeva che non dormiva da molto. Severus iniziò a
scrivere alla lavagna gli ingredienti quando sentì un insulto molto grosso da
parte di un serpeverde nei confronti di Draco. Lottò un secondo con se stesso,
era un grifondoro e lui i grifondoro li maltrattava da sempre, ma quell’insulto
era veramente spregevole e oltre ad insultare il ragazzo aveva coinvolto anche
sua madre. Si girò di scatto e urlò.
-Chi
è stato?
-Io professore, disse Pansy Parkinson con l’aria più
innocente del mondo, perché qualcosa in contrario? Sa, Malfoy è un grifondoro e
inoltre è diventato cacciatore della squadra.
-Trenta punti in meno per serpeverde, non voglio e
ripeto non voglio sentire mai più parolacce nella mia aula. Tu Parkinson, una
settimana di punizione. Chiunque abbia voglia ancora di usare un linguaggio
poco adeguato nella mia classe avrà lo stesso trattamento, che sia o meno della
mia casa. Inoltre, non credo che per la squadra sarà una grave perdita, ilo
signor Malfoy giocava veramente in maniera pessima.
La lezione proseguì in assoluto
silenzio. Nessuno aveva più aperto bocca. Finalmente si poteva lavorare in
santa pace. Tutti i ragazzi consegnarono la pozione che gli aveva ordinato di
preparare, anche Potter, doveva essersi impegnato. Quando la lezione terminò
non tutti gli alunni uscirono dall’aula, restarono: Harry, Ron , Hermione e Draco.
-Cosa vi serve? – domandò stizzito
-Io, mi chiedevo quando avremmo potuto iniziare le
lezioni di occlumanzia.
-Mercoledì prossimo, altro?
Harry restò in silenzio, non
voleva mostrarsi debole davanti a lui, ma doveva chiederglielo, non poteva
continuare a non dormire.
-Professore, io mi chiedevo se potesse darmi una pozione
per dormire senza fare sogni, almeno finché non sarò bravo con l’occlumanzia.
-Ci penserò, deve essere calibrata su di te, passa
questa sera dopo cena e vedrò quello che posso fare. Malfoy, resta un secondo
qui, mi devi restituire la spilla di prefetto e la divisa della squadra.
Gli altri ragazzi si avviarono
verso la sala grande, mentre il biondo restò lì con il suo padrino, il quale
dopo aver chiuso la porta si mise al lavoro sulla pozione per Harry.
-Ne preparo un po’ anche per te- chiese al figlioccio.
Draco annuì e si stupì ancora una
volta di quanto fosse diverso Severus con lui. Lo faceva sentire protetto e
amato, in un certo senso era un padre. Per questo gli raccontò della sera precedente
di quello che era successo con Ginny e di come si era sentito con lei tra le
sue braccia, gli raccontò del molliccio/ dissennatore e della partita di
quiddicht. Poi si azzardò a parlare di Elioxe.
-Straordinario quanto le somigli, momenti mi viene un
infarto, sembra lei, in tutto e per tutto, anche nel modo di parlare, Draco, mi
sa che ha ragione Petunia, io Lily non l’ho mai dimenticata.
-Lo so, ma ti devi fare forza e andare avanti oppure…
ammetti di volere una donna accanto a te e ti dai da fare!!
-Ma che dici!! Ora va a cena, io preparo la pozione,
ricorda a Potter che deve passare e vieni anche tu, altrimenti finisce che mi
chiede di sua madre… è curioso, come lei.
-Severus, lo sai che prima o poi dovrai dirglielo?
-Non ci contare…
-Tu amavi Lily, che male c’è…
-Che male c’è? Hai presente cosa potrebbe significare
nel suo cervello una notizia del genere?
-Sì, ti guarderebbe come un amico e non come un nemico.
Guarda me, sono stato sincero con lui e mi ha apprezzato. Siamo simili sai?
-Lo so, per questo ti ho allontanato da lui quando eri
ancora a Malfoy Manor…
Solo a sentire quel nome gli
occhi del ragazzo si velarono di tristezza, pianse, per la prima volta dopo
quella notte terribile, pianse. Tra le mura di quell’aula si era sfogato
talmente tante volte che non le contava più. Piton accarezzava la sua testa
tentando di infondergli coraggio e di dargli quel calore che suo padre non
aveva potuto donargli. Harry li trovò così e per un momento pensò che Severus
fosse l’uomo a cui si riferisse sua zia quella notte a Privet Drive, non sapeva
cosa significasse essere abbracciati da un padre, ma quello era tutto fuorché
un abbraccio alunno insegnante. Fece un passo indietro e poi urlò al vento.
-Ron aspettami qui, vado a prendere la pozione e a
vedere perché Malfoy non è venuto a cena.
Appena entrò li vide seduti uno
su un banco e l’altro sulla cattedra in silenzio. Prese la pozione e insieme
all’ex serpeverde si avviò al dormitorio.
-Weasley non c’era fuori vero?- chiese il biondino.
-Non proprio, vi ho visti e non volevo disturbare… Draco
ti devo raccontare una cosa…
Mentre salivano le scale Harry
raccontò tutto quello che era riuscito a sentire tra Piton e Petunia al suo
nuovo e “ ancora in prova” amico. Draco restò un po’ sorpreso, ma lo dimenticò
velocemente perché una volta entrati nella sala comune videro Ron alle prese
con un ragazzo del settimo anno che stava insultando Ginny. Malfoy stava per
avventarsi sul calunniatore, ma Harry lo trattenne. Si avvicinò a sua volta a
Ron impedendogli di alzare le mani, poi si voltò verso il grifondoro.
-Nicolas, ti consiglio di smetterla, Ginny e Ron non
sono responsabili delle azioni di loro fratello, siamo tutti della stessa casa
e dovremmo iniziare a rispettarci un po’ di più. Non hai sentito che ha detto
Silente? Voldemort gode nel seminare discordia e se ci comportiamo così gli
faremo trovare il terreno già pronto. Ora andiamo a dormire, domani avremmo una
giornata pesante.
Tutti si diressero al loro
dormitorio finché non restarono solo i due Weasley, Harry, Hermione e Malfoy.
Discussero un po’ su quello che era successo e poi andarono tutti a dormire.
Draco e Harry presero la pozione soporifera e caddero in un sonno profondo e
senza sogni.
GRAZIE A CHI LEGGE E A CHI COMMENTA, IL PROX CAPITOLO è DECISAMENTE FOLLE
I giorni erano trascorsi,
Voldemort non aveva più attaccato e i suoi mangiamorte dopo aver ucciso i
Paciok si erano calmati. Le lezioni avevano assorbito gran parte dell’energia
dei ragazzi, specialmente trasfigurazione e difesa contro le arti oscure, dopo
i dissennatori erano passati a studiare vampiri, lupi mannari e giganti. Per
quest’ultima lezione avevano fatto visita a Grop, il fratellastro di Hagrid. Si
erano esercitati per combattere quelli che erano diventati gli alleati di
Voldemort. Per quanto riguardava i lupi mannari la professoressa Notable aveva
spiegato loro che alcuni di questi erano persone normali per la maggior parte
del mese e si trasformavano solo durante le notti di luna piena, mentre i maghi
oscuri riuscivano a mutarsiquando
volevano. Per i vampiri invece la cosa era diversa essi erano spiriti che non
trovavano pace per la loro morte e si tenevano in vita succhiando la linfa
vitale dei mortali; erano creature ripugnanti quasi quanto dissennatori, tant’è
vero che quando la professoressa ne portò uno in classe gli alunni rimasero
sconvolti. Aveva le sembianze di un uomo, solo la pelle era completamente
grigia, gli occhi bianchi con al centro una pupilla rossa. Camminava tra i loro
banchi annusando l’aria come per fiutare qualcosa, ma ad un comando della
professoressa si posizionò al centro dell’aula per mettersi a disposizione
degli studenti. La professoressa disse che nessun incantesimo poteva ucciderlo,
si poteva tentare solo di indebolirlo per darsi poi prontamente alla fuga.
Dovevano usare l’incantesimo per produrre una fonte di luce magica, essa avrebbe
ferito gli occhi della creatura che se ne sarebbe andata via o avrebbe
desistito dall’attaccare. Avevano provato tutti quanti e molti di loro ci erano
riusciti, ma altri avevano avuto difficoltà perché chiunque avesse sentito la
voce del vampiro ne era stato catturato e stregato. Erano le lezioni di gran
lunga più spossanti e più interessanti.
Quelle di trasfigurazione
invece erano decisamente le più belle, se gli anni passati avevano imparato a
trasfigurare piccole cose e animali, quell’anno avevano cominciato a studiare
la trasfigurazione di persone e cose molto grandi. Harry e gli altri si
impegnavano molto e rispetto agli anni precedenti la loro media era aumentata (
a parte quella di Hermione che non poteva essere più alta). Le lezioni di
pozioni invece erano come al solito: noiose, ma almeno Piton si era calmato e
Harry era riuscito ad alzare la sua media. Da quando Voldemort aveva iniziato
ad attaccare la sua determinazione di diventare Auror era aumentata di molto e
per questo si applicava anche a pozioni. In assoluto però le lezioni che lo
devastavano nel vero senso della parolaerano quelle di Occlumanzia con Piton. Ogni mercoledì andava da lui e
tentavano reciprocamente di invadere il cervello altrui, il professore
ovviamente ci riusciva meglio, ma a volte Harry riusciva a percepire qualche
ricordo, pensiero o qualsiasi altro parto della mente di Piton. Lo aveva visto
mentre consolava Draco, mentre litigava con Petunia e mentre insegnava ad una
ragazza senza volto una pozione per smettere di amare. Invece Severus era
riuscito a scorgere ricordi antichi del ragazzo, il sorriso di Lily e le
coccole di James, il bacio della buona notte di Sirius e i giochi con Lupin.
Erano immagini di un passato molto lontano che Harry nemmeno sapeva di avere. Aveva
visto la morte di Felpato, e il risveglio di Voldemort.
“ Quanto dolore per un ragazzo
di 16 anni” pensava dopo averlo congedato con uno dei suoi soliti saluti
sprezzanti “ nessuno dovrebbe soffrire così e essere solo.”
Il giorno di Halloween prima di
uscire per andare a Hogsmeade, Harry aveva lezione con Piton, l’ultima di quel
mese. Era diventato un po’ più bravo, il professore non sempre riusciva a
penetrare nel suo cervello.
-Bene Potter- disse l’insegnante – l’ultima lezione del
mese prima di una gita al paese, vediamo quanto sei preparato.
Prese la bacchetta e pronunciò:
LEGILIMENS , Harry non era riuscito a
svuotare del tutto la mente, pensava a Sirius, ormai gli capitava di continuo,
in ogni momento che era solo, non ne voleva parlare con nessuno men che meno
con Piton, ma sicuramente si sarebbe accorto che non si era esercitato, allora
gli venne in mente che poteva fare lo stesso incantesimo sperando che il suo
fosse più potente, tanto che bloccasse quello del docente. Sorprendentemente
successe un’altra cosa, riuscì a penetrare nella mente di Piton, molto più a
fondo di quanto si aspettasse, di solito quello che vedeva erano piccole scene,
ritagli di passato, invece quella volta No.
“ – Lily, non capisci che se
decidi di sposarti con lui la profezia si avvererà e tu morirai? Hai la
possibilità di salvarti, fallo, ti prego.
-Severus, io lo amo e se per stare con lui dovrò
affrontare la morte io lo farò, non ho abbastanza coraggio per vivere senza di
lui.
-Lily, pensa a tua sorella, lei soffrirebbe troppo
sapendo che ti condanni a mortesolo per
un capriccio di Potter, è un arrogante, presuntuoso ragazzino.
-Severus ti prego, io ho deciso, la profezia non è
chiara, lo sai che potrebbe anche non riguardare noi…
-Lily, ragiona, la tua vita è sempre stata appesa ad un
filo, lui ti cercherà e ti ucciderà…
-Che lo faccia, ma domani, io penso ad ora…
-Non glielo hai detto a James della profezia sulla tua
nascita?
-No, e non lo farai nemmeno tu, tu sei il mio custode
segreto e dovrai farlo solo quando la incontrerai, ti prego…
-Petunia mi odierà per questo.
-Tanto peggio di così…
-L’ho persa nel momento in cui mi ha fatto questo
dannato marchio, ma è forse colpa mia se solo io potevo farlo? È colpa mia se
sono nato con questo dono? È colpa mia se nemmeno mio fratello ,mi crede?
-No, sei il migliore di noi e prima o poi Sirius se ne
accorgerà, o forse lo ha già fatto, ma è troppo orgoglioso per dirtelo.
-Non credere, mi detesta e io non lo sopporto più, non è
colpa mia se sono nato…
-Non dire idiozie per favore. Lui non ti odia, è solo un
po’ ottuso. Mi ricorda qualcuno… ah giàte. Siete molto simili e io vi adoro entrambi.
-Ma ami James, nonostante ti porterà alla morte… sposami
Lily, quando stavamo insieme eravamo felici…
-Saremo proprio una bella coppia: tu penseresti a mia
sorella, io al migliore amico di tuo fratello e poi visto il tuo compito
sarebbe sospetto se ti sposassi con una Auror brava come me.
-Ti voglio bene Lily e sappi che io ci sarò sempre per
te… sì anche per Potter.
-Quello che mi devi promettere è che proteggerai sempre
colui che nascerà se io e James dovessimo morire. E che non farai nulla che ti
possa mettere in pericolo, anche se dovessi sapere che lo siamo noi, io e James
siamo sacrificabili, ma tu No. Sei l’unico che può farlo…
-Non chiedermelo, ti stai condannando a morte sicura.
-Almeno il mio bambino sarebbe al sicuro.
-Lo sapevo: sei incinta, altrimenti questo discorso non
me lo avresti mai fatto, James lo sa?
-Sì.
-Io domani al matrimonio non ci sarò, ma sarò lì con il
cuore. Ti amo Lily, ti amo come un fratello e vorrei che tu fossi felice e
diventassi vecchia con me…
-Anche io, sei il mio migliore amico e anche il migliore
insegnante di pozioni che si possa desiderare, Hogwarts è fortunata ad averti,
ora devo andare, ti prego, mantieni la promessa.
-Sì.
Abbasso lo sguardo e mi rendo
conto che questa sarà l’ultima volta che vedròil mio piccolo Giglio, vorrei che mi ascoltasse, ma è sempre stata così
anche quando eravamo piccoli. Addio Lily…”
Harry si trovò in ginocchio sul
pavimento dell’aula di pozioni, anche il professore era in ginocchio, l’aria
sconvolta quanto la sua. Severus non sapeva cosa fare o dire, non aveva
previsto una possibilità del genere, Potter si era addentrato talmente tanto
nella sua mente… e lo aveva scoperto, avrebbe preferito dirglielo in un altro
modo o non dirglielo affatto, per fortuna era riuscito a contrastarlo in tempo
prima che scoprisse altro. Guardava il ragazzo, era completamente sconvolto,
avrebbe pianto se non ci fosse stato lui.
-Bene Potter, sei migliorato… puoi andare.
-Arrivederci professore.- rispose meccanicamente.
Non aveva fatto domande, non
voleva sapere nient’altro. Sirius e Piton erano fratelli… non voleva crederci,
ma se l’anno prima a Grimmaud Placenon
facevano altro che litigare, a punzecchiarsi. Doveva trovare Lupin, ci voleva
parlare, ma poi guardando la finestra si accorse che era luna piena, era un
lupo e sicuramente non gli avrebbe spiegato un bel niente. Camminava come in
trance, non si accorse nemmeno che era arrivato davanti il Gargoyle che era all’entrata
dell’ufficio di Silente. Restò un minuto a fissarlo, non conosceva la parola
d’ordine e sicuramente non sarebbe entrato, ma con sua somma sorpresa questo si
scansò da un lato e lo fece salire. Entrò nell’ufficio e lo trovò un po’
diverso , molti degli oggetti che c’erano gli altri anni erano spariti, alcuni
per la furia di Harry dell’anno precedente, altri avevano lasciato il posto a
detector oscuri, vi erano delle forme sfuocate, ma nessuna nitida. Si sedette
su una poltroncina di fronte alla scrivania del preside e non pensò a niente,
il vuoto più totale. Dopo un po’ il professor Silente apparve dalle scale, gli
fece un sorriso, ma lui non lo vide.
-Harry- chiese perplesso- stai bene?
Il ragazzo non rispose, non era
con lui, stava rivivendo il ricordo di Piton. Il preside lo avvicinò e lo
circondò con un abbraccio, Harry chiuse gli occhi e si lasciò cullare, poi
iniziò a piangere, senza motivo, solo perché poteva farlo, non aveva ne paura
ne vergogna e non era nemmeno arrabbiato, voleva solo cancellare il dolore di
quella visione, cancellare quelle parole dalla sua testa. Silente continuava a
cullarlo come se fosse un bambino, gli occhi erano lucidi.
-Professore- disse Harry riprendendosi da quel pianto –
io ho visto una cosa, l’ho vista nella testa del professor Piton, e non
capisco… perché io non lo sapevo? Perché Sirius non mi ha detto niente? Perché
lei nonmi ha detto niente?
-Vedi- rispose il mago – ci sono segreti che non possono
essere rivelati se non dai diretti interessati, ho sperato che fosse Sirius a
dirtelo oppure Severus, ma come al solito sono stato troppo ottimista, un
vecchio romantico.
-Loro si odiavano.
-Non proprio, vedi erano diversi e il professor Piton
credeva che fosse stato Sirius a tradire i tuoi genitori. Quando ha saputo della
sua innocenza hanno parlato e si sono avvicinato un po’, ma il dolore non è
stato cancellato, come ti sentiresti se tuo fratello ticredesse colpevole della morte di due amici?
O se tu lo credessi un mangiamorte?
-Ma l’anno scorso nel pensatoio li ho visti litigare,
come è possibile che fossero fratelli, Sirius non perdeva occasione per
torturarlo. E Piton ha chiamato mia mamma mezzosangue.
-Lo so, ma poi le cose sono cambiate, molto.
-Lo so, si sono messi insieme e da quello che ho potuto
capire si amavano molto.
-Più o meno, alla fine era riuscito a farsi accettare
anche dagli altri, Sirius solo durante il suo sesto anno seppe chi era Severus
in realtà. Si pentì molto di quello che gli aveva fatto passare in breve
divennero inseparabili, ma durò molto poco…
-Perché il professore si era unito a Voldemort.
-Più o meno. Ora però si è fatto tardi, non credi che
dovresti andare a Hogsmeade con i tuoi amici?
-Io non credo di avere molta voglia di passare tempo con
qualcuno.
-Ma lo farai.
-Non voglio parlare di quello che ho scoperto questa
sera con loro, Hermione e Ron hanno i loro problemi e vorrei che per una volta
non fossero obbligati a sapere cose che preferirebbero ignorare, Ginny non la
voglio coinvolgere e nemmeno Luna.
-Perché vuoi portare questo fardello solo sulle tue
spalle, loro sono i tuoi amici ed è giusto parlargliene. Ti sei arrabbiato
quando Ron non ti ha detto di suo fratello Percy?
-Sì, ma le cose sono diverse, c’è Piton di mezzo e non
voglio che se la prenda con loro.
-Non lo farà, ora sali su in dormitorio e esci con i
tuoi amici, una sola cosa ti chiedo, non parlare di queste cose conDraco, o meglio, puoi raccontargli che hai
visto tua madre, ma non la faccenda di Sirius, se Severus non glielo ha detto
un motivo ci sarà e non sta a te decidere.
-Va bene professore.
Detto questo si avviò al
dormitorio. Nella sala grande i suoi amici più Draco e Luna lo stavano
aspettando. Tutti si accorsero che era sconvolto, gli chiesero cosa avesse e
lui rispose solo che era stanco per occlumanzia, che si sarebbe salito a
cambiare per andare al villaggio. Mentre saliva le scale si stava scervellando
per trovare il modo per raccontare tutto ai suoi amici senza includere Malfoy.
Quest’ultimo nel frattempo lo aveva seguito dicendo agli altri che aveva
bisogno di prendere il mantello.
-Harry stai bene? – chiese il biondo
-Non proprio- rispose- la lezione con Piton è stata
pesante… ho visto nella sua testa… ho visto mia madre. Sai credo che avesse
ragione mia zia, loro si sono amati, molto. Ho anche capito perché mi odia, io
gli ricordo mio padre e mia madre, due suoi amici, morti per salvarmi.
-Hai visto altro?
-Io… il ricordo parlava di una profezia sulla nascita di
mia madre, di me che stavo per nascere e di lui che doveva partire per una
missione. La voleva sposare… lui la voleva sposare anche se amavano entrambi
altre persone… perché?
-Perché erano amici, lui le voleva bene e avrebbe fatto
di tutto pur di non vederla soffrire.
-Ora quello che sta soffrendo è lui, dovevi vedere che
faccia aveva, era sconvolto, forse più di me. Credo che abbia bisogno di un
amico, ma Lupin al momento è irreperibile, va da lui, agli altri penso io.
-Grazie, racconterai tutto a loro?
-Sì, io non volevo, ma Silente me lo ha praticamente
imposto. A proposito potresti dire a Piton che il tartufo è al sicuro?
-Lui capirà se gli dico una cosa del genere?
-Sì, è un ingrediente per una pozione che sto studiando,
non ti preoccupare, ora va da lui.
Draco corse il più velocemente
possibile, era terribilmente spaventato per quello che era successo, Severus
non parlava mai di Lily con nessuno, se non con lui e forse Lupin, Harry doveva
essere migliorato molto per entrare così a fondo nel cuore del suo padrino.
Quando arrivò all’aula di pozioni, lo trovò in ginocchio sul pavimento,
sembrava in uno stato di trance, come se stesse meditando profondamente. Gli si
avvicinò, lo chiamò dolcemente e Piton si scosse, aveva gli occhi vacui di uno
che aveva appena visto un fantasma. Si sedette a terra di fronte a lui e
aspettò silenziosamente che parlasse.
-Potter te lo ha raccontato vero?
-Sì, ha visto sua madre…
-E…
-Ha parlato di una profezia, della sua nascita, di te e
Lily e del perché lo detesti.
-E poi…
-Ah, prima che mi dimentico, ha detto che il tartufo è
al sicuro, io non so cosa significa, ma mi ha detto che tu avresti capito.
Piton tirò un sospiro di
sollievo, di Sirius non gli aveva parlato, era felice di non dover affrontare
quel discorso con Draco, gli aveva tenuta nascosta la verità per tanto, troppo
tempo. Lo guardò affettuosamente, come si sentiva male quando pensava al dolore
che quei due poveri ragazzi dovevano passare solo perché i loro genitori in
passato avevano fatto molti sbagli, si erano detti bugie e mezze verità.Gli parlò di tutto quello che Harry aveva
visto, e di come non era riuscito ad impedirglielo, gli parlò nuovamente di
Lily, di quello che aveva provato la prima volta che l’aveva vista e di quanto
ne fosse innamorato. Draco aveva sentito un milione di volte quella storia, ma
Severus aveva bisogno di sfogarsi.
Intanto a Hogsmeade Harry stava
raccontando tutto ai suoi amici, gli fu difficile parlare anche perché veniva
interrotto ogni due secondi da domande e chiarimenti, ma quando arrivò alla
parte su Sirius tutti si fecero silenziosi e attenti.
-Fratelli?- commentò Ron incredulo seguito dalle occhiate
interrogative delle tre ragazze
-Sì, fratelli e mi raccomando, non ditelo a Malfoy o
avremo problemi con Silente e con Piton.
Si era fatto tardi e tornarono
tutti al banchetto, mangiarono a sazietà, ma tutti distratti a cercare il
professore di pozioni e Draco, ma questi non si fecero vedere. Tornati al
dormitorio trovarono il biondo già profondamente addormentato, Harry prese la
pozione e andò a dormire.
La stagione di
Quiddicth sarebbe iniziata, come tutti gli anni, tre settimane prima di Natale
e la partita era Grifondoro contro serpeverde. La tensione era alle stelle, i
componenti delle due squadre erano sorvegliati a vista da tutti gli
appartenenti della casa, Harry, Ron, Ginny e persino Draco, non giravano mai da
soli, c’era sempre qualcuno che li scortava. Le cose per Malfoy erano un po’
migliorate, nessun grifondoro l’aveva più insultato, anzi, lo consideravano
ormai uno di loro. Era contento, ma il fatto di essere sempre scortato gli
impediva di parlare con Harry, voleva sapere. Piton aveva momentaneamente
sospeso le lezioni di Occlumanzia e erano cominciate invece quelle di
materializzazione e materializzazione con Lupin. Sembrava che tutti
aspettassero quel momento anche perché per fare pratica dovevano spostarsi da
Hogwarts a Hogsmeade, come molte volte Hermione ricordava ai ragazzi, non era
possibile materializzarsi e smaterializzarsi all’interno della scuola. Facevano
pratica tutti i giorni la sera o la mattina presto, Lupin con il fatto che per
circa tre giorni al mese era un lupo e per altri 6 era in uno stato pietoso,
doveva ottimizzare al meglio il suo tempo. I ragazzi del sesto anno si
divertivano a provare e riprovare, non tutti ci riuscivano, ma dopo un paio di
settimane tutti erano in grado di materializzarsi dove il professore aveva
deciso. L’incantesimo non era molto difficile, bastava semplicemente pensare
intensamente al luogo dove ci si voleva trovare e pronunciare AETAS, non serviva nemmeno prendere la
bacchetta e dopo molti esercizi non era nemmeno necessario l’incantesimo,
bastava solo pensarlo. La settimana prima della partita era quella di luna
piena e Lupin sospese le lezioni. I grifondoro andavano ad allenarsitutte le sere al campo. Alla fine della
giornata, tra le lezioni e gli allenamenti erano tutti esausti. Anche Hermione,
la quale a metà pomeriggio spariva per poi tornare al dormitorio esausta e con
i capelli tutti arruffati. Non voleva dire dove andasse, anche se Ron glielo
chiedeva in continuazione. Ginny, sapeva che se il fratello avesse saputo ciò
che la sua amica faceva si sarebbe preoccupato tantissimo per non parlare di
quanto si sarebbe arrabbiato. Hermione andava a volare, o meglio, Victor le
stava insegnando come fare. Lei aveva sempre avuto paura dell’altezza e della
scopa che riteneva un oggetto pericoloso, ma da quando avevavisto Ron osservare con interesse Cho in
sella alla sua scopa aveva deciso che il modo migliore per farsi notare da lui
era quello di imparare a volare e, nonostante il suo cuore fosse con il rosso,
le piaceva passare del tempo con il suo allenatore. In quel periodo stava
facendo molti progressi anche se era sempre terrorizzata dall’altezza. Un
giorno, la mattina dopo la partita contro Serpeverde (vinta da grifondoro per
240 a 20: grazie ai goal di Draco e Ginny, alla bravura di Ron come portiere e
all’incapacità del cercatore di serpeverde che aveva permesso di prendere il
boccino a Harry senza fare praticamente niente per fermarlo) Hermione stava
volando con Victor. La giornata era ventosa e minacciava pioggia, ma Krum aveva
detto alla ragazza di non preoccuparsi. Ron era in giro per il parco, quella
domenica Harry aveva lezioni di Occlumanzia, voleva parlare con Hermione, era
da tanto tempo che non avevano cinque minuti liberi per farsi due chiacchiere.
La vide in lontananza, stava chiacchierando conVictor, fece per andarsene, ma le sue gambe non risposero.
-“ Così è questo il grande mistero sulle sparizioni di
Hermione, va da lui, bene, molto bene… dannazione alla mia boccaccia… ora l’ho
persa.” Non aveva nemmeno finito di formulare quel pensiero che vide Krum
baciarla, un bacio molto appassionato al quale la ragazza non si sottrasse, si
staccò solo per prendere la scopa e alzarsi in volo. Ron era arrabbiato, col
cuore in frantumi e terrorizzato nel vedere come il vento sballottava qua e là
la ragazza. Ad un tratto una folata troppo forte la disarcionò dalla scopa e la
fece precipitare da almeno 10 metri. A quella velocità sarebbe morta
sicuramente. La scopa gli arrivò in testa e la ragazza svenne, non poté mai
vedere la corsa disperata di Ron per poter attutire la sua caduta con un
incantesimo, le sue lacrime quando la portò in infermeria di corsa perché non
riprendeva i sensi. Victor non aveva mosso un dito, era paralizzato dal
terrore. Non ti preoccupare Weasley, la tua amica starà bene, ha preso solo una
forte botta in testa, probabilmente dormirà per alcune ore, forse un paio di
giorni. Io vorrei sapere per quale motivo questa graziosa signorina volasse con
questo tempo terribile.- disse madama Chips
-Io…- balbettò il ragazzo – io non lo so, c’era il professor
Krum con lei, io sono arrivato per caso.
L’infermiera
diede una sedia a Ron e lo fece mettere accanto a Hermione, aveva capito che il
ragazzo non se ne sarebbe andato. Infatti Harry e Draco di ritorno da
occlumanzia ( Piton aveva voluto vicino a se il suo figlioccio, in modo tale da
evitare che Potter riuscisse di nuovo a sbirciare nella sua testa) lo trovarono
con la mano di Hermione tra le sue, le stava parlando dolcemente. Si fermarono,
volevano salutare la loro amica, ma non volevano disturbare quel momento di
intimità perfetta.
-Sapessi che paura che ho avuto, quando ti ho visto precipitare
dalla scopa, mi sono sentito morire, mi sono detto che se tu fossi morta io
sarei venuto insieme a te, non posso vivere sapendo che tu non ci sarai più,
che non mi sorriderai o che non mi sgriderai più perché sono uno zuccone. Lo so
che ti ho fatto soffrire quando ho urlato che non mi piacevi. Io avevo paura,
il terrore che tu se avessi saputo quello che provavo mi avresti allontanato da
te. Io sono solo Ron Weasley, un perdente, un bambino, un cretino che ti
allontana ogni volta che invece tu vorresti starmi vicino. Vedi Hermione, io
non riesco a dirti che ti amo perché so che rideresti di me, che mi diresti che
ormai nel tuo cuore c’è quell’idiota di Krum che facendoti volare con questo
tempo ti avrebbe potuto uccidere, ma tu ne sei innamorata e io non posso farci
niente. Mi farò da parte, sarò il Ron di sempre, il tuo migliore amico, la
spalla sulla quale piangere; non ti dirò che ti amo perché non voglio metterti
nella condizione di dover scegliere e visto che so che sceglierai lui… non
voglio perderti Hermione, svegliati… ti prego.
Draco e Harry
salirono in dormitorio in silenzio, ognuno perso dietro l’immagine della
ragazza di cui erano innamorati, aspettarono fino a tardi il loro amico tornare
dall’infermeria, ma questi non tornò, la mattina seguente saltò tutte le
lezioni e così anche il giorno dopo.
Il terzo giorno
Hermione si svegliò.
-Victor…- disse prima di aprire gli occhi
-Sì Herr- mioni, sono ccui.
Ron si era
allontanato non voleva farle sapere che il bulgaro era appena arrivato e non si
era nemmeno degnato di chiedere come stesse , ma lei appena ripresi i sensi
aveva chiesto di lui. Il rosso aveva il cuore spezzato, ma aveva deciso, si
sarebbe messo da parte. Avrebbe voluto comportarsi nello stesso modo di sempre,
gentile e pungente, invece dal momento in cui lei era entrata nella sala
comune, abbracciata e festeggiata da tutti, lui provò come odio nei suoi
confronti, si avvicinò gelido davanti a lei e le disse solo “bentornata” poi
tornò al suo posto a leggere il libro di trasfigurazione. Era arrabbiato con
Hermione, lo aveva escluso dalla sua vita, era innamorata di Krum e inoltre
aveva messo a repentaglio la sua vita per una stupida cotta per l’allenatore.
La ragazza si accorse della sua freddezza e chiese agli altri una spiegazione
per quel comportamento, Harry non rispose e tanto meno gli altri due, Ron aveva
fatto promettere loro di non rivelare mai a Hermione cosa fosse realmente
accaduto.
Le settimane che seguirono erano
state terribili per la quantità di compiti da fare, per gli allenamenti al
freddo, per le lezioni di Occlumanzia, ma soprattutto per l’insopportabile
tensione di Ron. A ogni minima domanda il ragazzo scattava come una molla, per
non parlare di come trattava Hermione, sembrava una versione molto peggiorata
del vecchio Malfoy, non perdeva occasione per ferirla o denigrarla, lei dal
canto suo passava meno tempo possibile con i suoi amici, non sopportava come la
trattava il rosso e soprattutto non sosteneva più i suoi sguardi e
l’indifferenza degli altri tre. Era sempre con Victor e Ron lo sapeva per
questo si comportava in quel modo assurdo, poi quando lei non c’era assumeva
uno sguardo triste e spento e non diceva niente. Le uniche ore in cui sembrava
quasi felice erano quelle passate ad allenarsi sul campo insieme alla squadra.
Serpeverde aveva perso anche con tassorosso, era l’ultima in classifica,
quest’anno la sfida per la coppa era tra Corvonero e Grifondoro e si consumava
in maniera pacifica, nulla a che vedere con la tensione di tre anni prima
quando la coppa era contesa tra Grifondoro e serpeverde. Harry era orgoglioso
della sua squadra, avevano un affiatamento speciale, specialmente Draco e
Ginny, i quali sembravano leggersi nel pensiero. Tra loro nulla era mutato,
erano sempre molto freddi l’uno con l’altro perché temevano che anche un solo
piccolissimo contatto sarebbe sfociato in un incendio. Si tenevano lontano, anche
se Harry e Hermione avevano notato che si lanciavano sguardi molto eloquenti.
Una sera che Ron era già andato a dormire, i due restarono a chiacchierare
nella sala comune, sulle loro poltrone preferite, davanti il fuoco.
-Quanto credi che resisteranno prima di cadere l’una tra le
braccia dell’altro?- chiese la ragazza, riferendosi a Malfoy e la piccola
Weasley.
-Non molto… quanto resisterai senza Ron fingendo che non ti
importa niente di tutte le cattiverie che ti dice?
-Io… non lo so. Non capisco perché sia così arrabbiato…
-È talmente evidente, ma non posso dirtelo altrimenti romperei
un patto e Ron romperebbe me, comunque mi dispiace che con il fatto che avete
litigato con noi non ci stai più, mi manchi, ho bisogno di parlare con te di
una faccenda personale…
-Luna?
-È così evidente?
-Solo a chi ti conosce bene. Allora: mi dici quando hai
intenzione di dirle quello che provi? Lei è pazza di te, si vede lontano un
chilometro, se solo tu riuscissi a farti avanti, lei sarebbe più che felice, ma
qualcosa mi dice che non lo farai. Perché allontani da te una ragazza che ti
vuole bene? Vi ho osservato chiacchierare da quando siamo tornati a scuola,
sembra che con lei tu sia sereno e felice, vi divertite e vi capite al volo,
perché non provi a parlarle?
-No, io non voglio farlo, tutte le persone che amo muoiono…
Harry solo in quel momento si
accorse di quanto fosse vera quella frase, i suoi genitori, Sirius, per non
contare quante volte i suoi amici avevano rischiato la vita per proteggerlo.
-Io non metterò in pericolo Luna come troppe volte ho fatto con
voi.
-Noi eravamo in pericolo perché volevamo stare con te, non
allontanarla, soffriresti troppo.
Detto questo la ragazza gli
scoccò un bacio sulla guancia e se ne andò a dormire, lui sarebbe dovuto
restare a concentrarsi per liberare la mente, la pozione la prendeva sempre più
di rado, stava diventando bravo nelle lezioni di Piton, sia quelle di
Occlumanzia sia quelle di pozioni, la verità era che Draco aiutava sia lui che
Ron e i loro voti erano nettamente migliorati, anche perché il professore
sembrava avere sempre la testa tra le nuvole e non si ricordava, se non di
rado, di maltrattare Harry e gli altri grifondoro.
La vigilia di Natale, (prima di
partecipare insieme ai pochi studenti che erano rimasti a scuola al consueto
banchetto), Draco, Ron eHarrysi stavano avviando alle lezioni di
occlumanzia alle quali il rosso era stato trascinato da Malfoy perché si
annoiava a morte nell’osservare i due che si assalivano la mente , passando per
la sala comune videro Hermione.
-Ciao Granger – la salutò il biondino con un mezzo sorriso –
cosa fai qui tutta sola?
-Aspetto il banchetto, voi dove andate?
-A occlumanzia- rispose Harry – ma non dovevi passare il
pomeriggio fuori… “ con Victor”?
-No, io… non mi andava, sono stanca e devo studiare.
-Senti – riprese Malfoy – ti va dopo di venire con noi a cena?
Verranno anche Ginny e Luna.
-Io, credo che sarei di troppo…
-Bhe, sì, magari sei stata un po’ assente in questo periodo e
diciamo che sei anche una secchiona un po’ mezzosangue, ma a noi ci vai bene
così. – nel momento in cui il ragazzo aveva detto mezzosangue gli arrivò sulla
nuca uno schiaffo leggero da parte di Harry, sapeva che stava scherzando anche
perché lo stava dicendo sorridendo.
-Io…- rispose la ragazza- penso di poter venire. Mi spiegate
perché andate in tre da Piton?
-Vedi, l’ultima volta che sono andato solo io- disse Draco – il
prof. E Harry hanno pensato che fosse divertente vedere quello che c’era dentro
la mia testa, e così hanno scorrazzato entrambi nei miei pensieri, allora ho
pensato che con Weasley con cui chiacchierare, ci avrebbero pensato due volte
prima di farlo di nuovo. Ora se non vuoi che Piton ci strappi gli occhi
dobbiamo correre da lui. Ci vediamo dopo Granger.
Appena usciti dalla sala comune
Ron fu sul punto di uccidere Draco.
-Cosa ti è saltato in mente, perché cavolo l’hai invitata?
-Perché mi sono stufato di vedervi così, tu ti comporti come
facevo io in passato e lei sembra sempre sul punto di piangere. Io non sono
pratico di amicizia, ma non credo che due persone che si vogliono bene
dovrebbero comportarsi in questo modo.
-Lo so – sospirò Ron abbassando lo sguardo – solo che ogni
volta che le sono vicino rivedo il momento in cui è precipitata dalla scopa, mi
sono sentito morire e oltretutto non posso dirle che l’ho salvata io perché
dovrei anche confessarle la verità su Victor.
Si avviarono allo studio di Piton
pronti ad affrontare un’estenuante lezione di occlumanzia, per Harry era
faticosa, per gli altri due veramente noiosa. Non succedeva mai nulla di interessante,
solo 2 uomini che si fronteggiavano cercando di entrare l’uno nella mente
dell’altro. L’incidente di Halloween non era più capitato e non era mai stato
più tirato in ballo da nessuno dei due, Piton non aveva nessunissima voglia di
parlarne e Harry era spaventato di ciò che avrebbe potuto scoprire, ma quella
sera successe di nuovo, Harry involontariamente vide un ricordo di Piton, più
doloroso di quello della volta precedente, ma riguardava sempre sua madre.
“ -E’ successo, non chiedermi
come o perché, ma è successo, Lily e James sono morti, è restato solo Harry.
-Non è vero … stai mentendo…
-Remus, vorrei fosse così, li ho visti, la casa era distrutta,
Hagrid portava via il bambino e Sirius non c’era più.
-HA TRADITO!!!! Quello
schifoso, spocchioso, perfido mangiamorte, ha tradito i suoi due migliori
amici.
-Io non credo…
-Non difenderlo solo perché è tuo fratello, solo il custode
segreto poteva tradirli…
-Lui li adorava, non può averlo fatto.
-Severus, guarda in faccia la realtà, Sirius è diventato uno di
loro, è un mangiamorte…
-Remus, io…
-Tu, tu sei come lui…
-No, lo sai io non sono un mangiamorte e purtroppo non sono
come Sirius, anche se a volte l’ho desiderato con tutte le mie forze.
-Non mi importa un cavolo della tua infanzia infelice, ora c’è
chi starà peggio di te, Harry crescerà da solo, con Vernon e Petunia… soffrirà
e noi non potremo aiutarlo… se solo…
-La vita non si fa con i se, Lily e James sapevano a cosa
andavano incontro quando hanno deciso di sposarsi, lo sapevano…
-Che vuoi dire?
-Niente, ora devo andare da Silente .
Chiudo la porta e lascio Remus
lì, ha perso i tutti suoi amici in una sera e ora perderà anche me, devo
andare, non posso restare con lui, non più. Il mio piccolo Giglio se ne è
andato e tutto per colpa di suo marito e di quel marmocchio…”
Questa volta il ricordo durò meno
del precedente perché Draco e Ron resisi conto di quello che stava accadendo
avevano prontamente interrotto il loro contatto. Harry aveva il cuore pesante e
una gran voglia di piangere e Piton nonstava meglio. Si guardarono per un attimo e poi il professore invitò Ron
e Draco ad uscire dalla stanza. Si sedette alla scrivania, da un cassetto prese
una fiaschetta e ne bevve un sorso, poi la porse a Harry. Il ragazzo si
ritrasse.
-Non è veleno, ne veritaserum – disse il professore
-Non voglio niente, grazie. Cosa vuole professore?
-… io credo che per le vacanze non dovremmo vederci, siamo
tutti e due molto stanchi e credo che queste lezioni ci sfiniscano.
-Vabene, posso andare
ora?
-Si… Potter?
-Cosa vuole?
-Non è stata colpa tua.
Detto questo si alzò e si infilò
nello stanzino che c’era dietro alla sua poltrona. Harry lo seguì, sapeva
quanto gli fossero costate quelle parole, lo trovò accasciato su una sedia, lo
sguardo vuoto e una lacrima solitaria gli scendeva giù per il naso. Si avvicinò
un momento, e gli disse solo questo
-Nemmeno la sua, la colpa è solo di Peter, i miei genitori non
avrebbero voluto che lei soffrisse così.
-Potter, sei diventato bravo.
-Lei è strano, lo sa?
Harry era un po’ sconcertato dai
cambiamenti che c’erano stati nel professore e nel suo figlioccio in
quell’anno. Uscì e chiuse la porta, attraversò l’aula e trovò tutti i suoi
amici ad attenderlo. Sebbene non tutti fossero delle aquile, si accorsero
immediatamente che c’era qualcosa che non andava. Aveva gli occhi bassi ene evitava lo sguardo, per la prima volta
aveva sentito raccontare da qualcuno quello che era successo la notte del 31
ottobre di quindici anni prima, aveva sentito Piton dire ad un suo amico che
Lily e James erano morti e che Sirius aveva tradito.
-Stai bene? – chiese Ginny
-Sì – quella voce lo aveva riportato alla realtà, era la
vigilia di Natale, c’erano tutti i suoi amici e voleva divertirsi – andiamo a
mangiare? Ho una fame…
Si incamminarono verso la sala
grande, a memoria di Harry la scuola non era mai stata così vuota, c’erano solo
i ragazzi del grifondoro, Luna e i professori. Si sedettero tutti insieme ad un
unico tavolo. Prima di iniziare a mangiare Silente si alzò e disse.
-Sono molto felice che oggi voi siate qui con me, cenare
insieme la vigilia di natale mi fa sentire come se stessi con la mia famiglia.
La scuola è la mia vita e voi tutti siete come miei figli. Quindi da bravo
padre… bhe, forse nonno – aggiunse sorridendo – vi chiedo di mettere da parte
tutti i dissapori, le incomprensioni e i vecchi rancori per goderci insieme
questo meraviglioso banchetto.
Detto questo sui piatti di tutti
i commensali apparve il cibo, mangiarono talmente tanto che la sera erano tutti
sazi e non scesero per la cena. Harry fu il primo ad andare a dormire, la
mattina nello studio di Piton si erano prosciugate tutte le sue energie. Appena
salito nella stanza si accorse che Luna era lì.
-Ciao, Sfregiato…- gli disse sorridendo – volevo darti il mio
regalo di Natale, ma volevo farlo da sola senza tutti in torno-
detto questo prese da una tasca
della gonna della divisa un piccolo pacchetto; lo porse ad Harry e aspettò che
lo aprisse.Era emozionatissimo, il
cuore gli batteva all’impazzata, era da solo, nel suo dormitorio, con la
ragazza di cui era innamorato e lei le aveva appena fatto un regalo di Natale.
Lo scartò con reverenza, come se avesse paura di romperlo, quando ebbe finito
di scartarlo vide che era un boccino, solo che invece di essere d’oro era
colorato di rosso e giallo. Se lo mise sul palmo della mano e questo aprì le
ali svolazzando di qua e di là perla
stanza.
-Grazie, Luna è bellissimo. Il mio regalo è un po’ meno
eclatante, ma penso che ti piacerà.
Detto questo dal baule prese un
piccolo pacchetto e lo porse alla ragazza lei lo scartò e vide che conteneva un
mazzo di tarocchi magici, Luna si avvicinò a lui e gli diede un bacio sulle
labbra. Il ragazzo arrossì vistosamente poi prese il viso della sua compagna e
lo avvicinò al suo le diede un bacio, unomolto impetuoso. Luna restò senza fiato.
-Harry… io… lo de…
-Anche io, volevo farlo da non so più quanto tempo, solo che
avevo paura, anzi ho paura, tutte le persone a cui io voglio bene muoiono o si
trovano in pericolo…
-Lo so e credo che siano tutte stupidaggini, le persone che ami
muoiono o corrono rischi perché ti amano e non vogliono lasciarti solo… nemmeno
io. Ti voglio bene e non ti lascerò nemmeno se mi allontanassi tu.
I ragazzi si abbracciarono, erano
felici.
Nella sala comune invece Ginny e
Hermione stavano chiacchierando fino a quando Ron non chiamò quest’ultima. Da
quasi un mese non si parlavano in maniera civile, ogni volta che stavano soli
il ragazzo le lanciava delle battutine velenose o solamente si impegnava al
massimo nell’evitarla. Erano agitati e in imbarazzo, tutti e due avevano
sofferto molto in quel periodo e non avevano mai nemmeno provato a
discuterne.Si allontanarono e
entrarono nel dormitorio delle ragazze, Ron era imbarazzato, doveva chiederle
scusa, darle il suo regalo di Natale e tentare di farsi perdonare per la sua
abissale stupidità.
Restarono in silenzio qualche
minuto poi il ragazzo, guardando per terra, disse:
-Herm, mi dispiace… mi sento un idiota per averti trattato in
quel modo. Mi sono spaventato quando mi hanno detto che eri in infermeria per una
cosa così stupida e credo che vedendoti con lui tutto il santo giorno mi faceva
male…
-Perché? Perché ti fa male? Se ben ricordo mi hai detto che di
me non ti importa niente.
-Il fatto è che ci manchi, passi tutto il tempo con Krum e con
noi non ci sei mai…
-Dì, la verità – disse la ragazza sorridendo -non avete nessuno da cui copiare i compiti
eh…
-No, non è questo, Malfoy ci dà una mano, ma tu ci manchi… mi
manchi…
-Anche tu mi manchi molto…
Detto questo si abbracciarono, un
gesto che racchiudeva tante piccole cose, Ron era felice, non le aveva detto
tutto, ma almeno la riaveva accanto a se, anche la ragazza era felice essere di
nuovo tra le sue braccia era quello che desiderava da tantissimo tempo. Si
staccò con riluttanza e prese da sotto il cuscino un sottile pacchetto, lo
porse a Ron e lui fece lo stesso con quello che aveva in tasca. Quando lo
aprirono restarono tutti e due a bocca aperta, era la stessa identica foto di
loro due il Natale precedente, lui dietro le aveva scritto : “ PERDONAMI, SONO UN IDIOTA, MA TI VOGLIO BENE”
lei invece : “ RICORDATICHE IO E TE SAREMO AMICI SEMPRE E COMUNQUE”si guardarono nuovamente negli occhi e rossi
fino alla punta dei capelli sorrisero e si abbracciarono di nuovo.
-Ora devo andare a dormire – disse Ron di malavoglia.
Ritornò in sala comune e si avviò
al suo dormitorio, era felice, e non ci volle molto a scoprire che anche Harry
lo era. Solo Draco sembrava non gioire di quell’atmosfera, aveva dovuto tornare
prima in dormitorio quando si era accorto che da solo in una stanza con Ginny
non ci poteva stare senza doversi obbligare a distogliere lo sguardo da lei.
Voleva disperatamente aver il coraggio di dirle quello che provava, ma non ne
era capace.
-Svegliati Harry, è Natale, svegliati, sono arrivati i regali…
-Ron, ancora 5 minuti…
-Scendi, hai un sacco di regali da scartare.
Di malavoglia il ragazzo uscì dal
suo letto e si infilò un vecchio maglione, aprì anche le tende di Draco, il
biondino dormiva ancora, ma lo svegliò strattonandolo. Scesero tutti e due
nella sala comune dove tutti i loro amici li aspettavano, c’era anche Luna.
Quando Harry la vide il suo stomaco si contrasse e le guance presero a
bruciargli, le si avvicinò e le diede un bacio sulla fronte augurandole buon
Natale, anche la ragazza arrossì. Rimasero un attimo a fissarsi poi si
dedicarono allo spacchettamento dei regali. Ron, Ginny, Hermione e Harry
ricevettero un maglione dalla mamma dei due fratelli Weasley e alcuni dolci.
Ron, oltre la foto di Hermione, che teneva nascosta sotto il cuscino, ricevette
una quantità spropositata di dolci da parte di Harry, una sciarpa da Ginny e un
pacco di merendine marinare da parte dei gemelli; Luna e Draco gli avevano
regalato una piccola corona incantata che cantava a squarciagola “ perché
Weasley è il nostro re, ogni due ne para tre, noi cantiamo in cor perché,
perché Weasley è il nostro re”. Ron sorrise e ringraziò tutti. Fu il turno di
Ginny, Hermione le aveva preso una graziosa spilla a forma di farfalla, Ron un
ciondolo a forma di pluffa, Harry una penna di zucchero, comprata da Mielandia,
per evitare che mangiucchiasse le sue, i gemelli le avevano mandato un pacco di
scherzi, ma lei non ne rivelò il contenuto, quando l’aprì sorrise e la mise da
parte, Draco e Luna invece un sacco di dolci, dalle gelatine tutti i gusti +1
alle cioccorane passando per gli scarafaggi a grappolo. Anche lei ringraziò
tutti, pian piano i regali stavano diminuendo. Hermione ricevette da Ginny un
ciondolo a forma di libro( il quale suscitò l’ilarità generale ) , da Luna un
paio di orecchini, da Draco e Harry ( che per l’occasione avevano messo insieme
le loro finanze) un manuale per l’uso corretto della scopa e per la sicurezza
durante il volo. La ragazza finse di sentirsi offesa, ma entrambi si presero un
bel bacio sulla guancia, i gemelli le avevano mandato un po’ di fuochi
artificiali da sparare la notte del 31 dicembre. Luna ricevette le cose più
bizzarre, Ginny e Hermione le avevano regalato un paio di orecchini dalla forma
strana, Ron e Draco ( i quali non si detestavano più di tanto ) un manuale
degli animali leggendari. Fu il turno di Draco. Ron e Harry gli avevano preso
un maglione con i colori di grifondoro, Ginny, Luna e Hermione, una pluffa con
i colori della casa, sua madre gli aveva mandato una bellissima sciarpa con i colori
della sua nuova casa e Piton un calderone nuovo autopulente. Harry si aspettava
di ricevere regali solo dai suoi amici invece fu quello che in assoluto ne
ricevette di più. Lupin gli inviò un album con le foto dei suoi genitori, sue e
di Sirius ai tempi di Hogwarts, i gemelli una cassa di orecchie oblunghe ( per
spiare senza dover prendere il mantello e sentire i discorsi nel dormitorio
delle ragazze ), Ron una massa di dolci soprattutto le gelatine tutti gusti + 1
e cioccorane, Hermione un libro di incantesimi per perfezionare la capacità di
difendersi, Ginny e Dracoun nuovo set
per la manutenzione della scopa, Malocchio uno spioscopio e infine sua zia
invece dei soliti calzini vecchi e stuzzicadenti gli inviò una maglietta della
nazionale inglese di Quiddicht e un piccolo libro.
“ Caro Harry,
perdonami se in tutti questi anni i tuoi Natali sono stati tristi
perché nessuno di noi ti ha mai regalato qualcosa. Voglio rimediare, ti ho
preso la maglietta della tua squadra preferita ( me lo ha detto Remus ) e ti
invio una cosa che ho trovato in soffitta pochi giorni fa, quando hai finito di
leggerlo fallo leggere anche a Severus, io e Remus già lo abbiamo fatto. Qui a
casa va tutto bene, Dudley mi ha chiesto di raccontargli la tua storia e ( se
sa che te l’ho raccontato mi uccide) alla fine si è anche messo a piangere,
credo che solo ora riesca a capire chi sei veramente. Vorrei poterti venire a
trovare, ma non posso, ti prometto che appena mi libero verrò da te e mi sa che
con me vuole venire anche Dudley, penso che sia rimasto affascinato dalla
descrizione del tuo mondo. Ti mando un bacio e un grande abbraccio. Ti voglio
bene tua zia Petunia.”
RINGRAZIO : SPHINX CHE è SEMPRE COSì CARINA DA SEGUIRMI E COMMENTARE, DAFFYDEBBY E EVER CHE HANNO AVUTO LA PAZIENZA DI LEGGERE E COMMENTARE.
Harry aprì i due pacchetti e si
provò la maglietta, poi aprì il secondo pacco: era un piccolo quaderno chiuso
con un lucchetto, nella carta era conservata anche la chiave, lo aprì.
“ Diario di Lily Evans( in Potter )”
Il ragazzo sbiancò, chiuse gli
occhi un momento sperando che la sua faccia non trasmettesse nessuna emozione.
Gli altri vistolo così gli strapparono il libricino dalle mani e lessero. Lo
restituirono immediatamente al proprietario e aspettarono che facesse qualcosa.
Pian piano il magone che aveva in gola si sciolse e riaprì gli occhi li vide
intenti a fissarli, sorrise e si mise il diario in tasca, non voleva rovinare
il giorno di Natale. Uscirono tutti quanti, volevano andare a fare una
passeggiata per il parco, ma appena messa fuori la testa dal buco del ritratto
si trovarono di fronte Silente che li aspettava. Gli fece un largo sorriso e li
invitò ad unirsi al banchetto di Natale. C’erano tutti, anche Piton e Fiorenzo,
il primo sembrava un po’ meno arrabbiato del solito, mentre il secondo era un
po’ a disagio. Mangiarono chiacchierando allegramente, alla fine del pranzo,
fuori era diventato buio e scendeva una neve molto fitta, i ragazzi furono
costretti a ripiegare per la sala comune. Harry decise di trovare un posto in tranquillità
per leggere il diario di sua madre mentre Draco voleva andare a trovare il suo
padrino, di solito il pomeriggio di Natale, quando non tornava a Malfoy Manor,
lo passavano insieme a chiacchierare. Si separarono davanti la sala comune.
Harry voleva andare nella stanza delle necessità per starsene un po’ in pace,
voleva leggerlo da solo, o almeno solo con Ron e Hermione, ma come poteva dire
a Luna e Ginny di non seguirlo. Ma furono proprio quest’ultime a salutare il
famoso trio prima di entrare nel buco dietro la signora grassa. I tre si
diressero verso la stanza delle necessità. Quando entrarono, questa si era già
preparata ad accoglierla, vi erano tre poltrone di fronte a un bel camino,
c’era della burrobirra bollente e un po’ di dolcetti. Si sedettero sulle
poltrone e Harry porse il diario a Hermione, aveva deciso di farlo leggere a
lei. La ragazza cominciò. Si accorsero subito che non era un diario
giornaliero, ma che saltava dei periodi, a volte anche interi mesi.
I anno11/08
“ Mi chiamo Lily Evans e sono una strega. L’ho sempre saputo, ma quando è
arrivata la lettera dalla scuola di magia e Stregoneria di Hogwarts ho compreso
per la prima volta quello che significasse. Ho sempre fatto delle piccole magie
per Petunia, ma non gli ho mai dato molta importanza. Ora so che per 7 anni
dovrò stare lontano da casa da mamma e papà e dalla mia adorata sorellona. Mi
mancheranno tantissimo, ma voglio dimostrare loro che sono in grado di farcela.
Mi hanno promesso che Pet mi verrà a trovare tutti i fine settimana liberi e
durante le feste. Hanno parlato con il preside che si è dimostrato d’accordo,
non vedo l’ora di andare.”
1/09
“ Sono una Grifondoro, non ci posso credere, sono nella casa più bella
di tutte e quattro, mi sono fatta un sacco di nuove amiche e qualche amico:
Remus Lupin e Severus Piton. Ci siamo incontrati sul treno eravamo nello stesso
scompartimento, abbiamo chiacchierato un po’. Sono molto simpatici e brillanti,
ma entrambi sembrano un po’ malaticci, Remus aveva due occhiaie immense, mentre
Severus sembrava sul punto di piangere nel momento in cui ha visto il treno
allontanarsi. Purtroppo però Piton è stato messo nei serpeverde, la casa con il
maggior numero di maghi oscuri, non credo sarà facile continuare a parlarci,
però un po’ mi dispiace , mi sta simpatico. Chi invece proprio non sopporto
sono i nuovi amici di Remus, sono i suoi compagni di dormitorio e sono tre
idioti: Black è un presuntuoso, crede di essere migliore solo perché è nato in
una famiglia di puro sangue. Minus è un leccapiedi, Potter poi è l’apoteosi
dell’antipatia, si crede perfetto, sempre a fissare tutto e tutti;ha già preso una punizione perché ha tirato
una caccabomba alla gatta di Gazza, gli sta bene. Poi mi prende in giro, mi
conosce da nemmeno 4 ore e si permette di criticarmi… non lo sopporto!!! Domani
ci saranno le prime lezioni, spero che vadano bene.”
2/09
“ Come sono stanca, mi fanno male le mani e le gambe. Mi si chiudono
gli occhi dal sonno, ma volevo scrivere un po’. Le lezioni di oggi sono state
spettacolari. Il prof di pozioni ha detto che sono un genio e anche la Mc
Granitt mi ha fatto i complimenti, il primo giorno è andato bene, anche perché
pozioni e erbologia la facciamo insieme ai serpeverde, ho chiacchierato con
Piton, ci siamo fatti un sacco di risate quando il calderone di Potter ha
cominciato a bollire come se volesse scoppiare, è proprio negato… Remus invece
se ne stava da una parte con il naso sul libro tentando di capirci qualcosa,
credo che con quei tre sempre alle costole non sarà facile stare un po’ a
chiacchierare.”
31/10
“ Come sono contenta, Petunia è venuta a trovarmi, il preside mi ha
permesso di ospitarla nel mio dormitorio, ha conosciuto tutte le mie amiche e
purtroppo anche Potter e gli altri, ovviamente lei c’ha subito legato. È incredibile,
e dire che è mia sorella!! Lei dice che sono simpatici, sarei io quella
prevenuta, dice che non lo sopporto solo perché prendono in giro Piton, lo
chiamano Mocciosus, io non so cosa mi trattenga a prenderli a sberle. Non che i
compagni di casa di Severus siano gentili con me, ho sentito più di una volta
Malfoy chiamarmi mezzosangue. Sono sempre più brava… non per vantarmi, ma ho la
media più alta di tutti.”
4/05
“ Oggi sulla gazzetta del profeta è uscito un articolo su colui che non
deve essere nominato, insieme a quegli schifosi mangiamorte hanno ucciso una
famiglia di babbani e un mago. Sono così arrabbiata anche perché tra i suoi
mangiamorte ci sono ( e lo sanno tutti ) i genitori di Black e quelli di
Malfoy. Dovrebbero cacciarli dalla scuola visto che il mago ucciso era il
fratello di un tassorosso. Severus, che ultimamente sta diventando
insopportabilmente saggio, dice che non si possono giudicare i figli dagli
errori dei padri, io so solo che se facessero qualcosa ai miei o a Petunia non
so cosa potrei fare. La scuola sta per finire e non vedo l’ora di vedere
Petunia, forse Remus e Severus ci vengono a trovare.”
2/08
“ Lupin e Piton se ne sono appena andati via ci siamo divertiti un sacco,
io e Pet li abbiamo portati in giro per Londra, si vede che Severus non è mai
stato in un posto con così tanti babbani, era completamente fuori posto. Ma
alla fine si è ambientato talmente bene che quasi sembrava uno di qui. Mi
mancheranno, per un mese non li vedrò e sono stati solo una settimana. Severus
in questi ultimi giorni è diventato freddo con me, Pet e Rem, forse è una mia
impressione, ma tutto il tempo che passa con Malfoy non gli fa per niente bene.”
II anno31/ 10
“ Odio tutti i serpeverde, avevo un amico, una persona che credevo
speciale nella mia vita e invece quei deficienti l’hanno trasformato in un
perfetto stereotipo di quella casa. Severus è cambiato. Da quando siamo tornati
a scuola non abbiamo mai avuto tempo di parlare per più di cinque minuti e
anche in quei brevi momenti mi trattava come se non esistessi. Passa tutto il
suo tempo con Malfoy, quel grandissimo idiota, per fortuna che c’è Remus con il
quale posso parlare, ma anche lui quando è con i suoi amici subisce un
cambiamento di personalità e diventa un cretino alle dipendenze di Potter e
Black. Sono arrabbiata, ma prima o poi quei due mi sentiranno, non possono
trattarmi come una ruota di scorta e soprattutto non possono fingere di odiarsi
quando so perfettamente che non è così. A tutto questo ci si aggiungono anche
quei due idioti di James e Sirius che passano il loro tempo a pavoneggiarsi
solo perché Potter è il cercatore della squadra.”
25/12
“ Oggi Petunia è venuta a trovarmi, mi ha portato i regali di Natale e
abbiamo passato quasi tutto il pomeriggio insieme, quasi perché ad un certo
punto è sparita ed io non so che fine abbia fatto. Mentre lei era via però mi è
arrivata una lettera di Severus, la incollo qui sotto perché se la lascio in
giro è probabile che la perda.
Cara Lily,
non ci sono parole per giustificare il mio comportamento. Io non voglio
perderti come amica, ma sono costretto dalle circostanze a doverti trattare in
quel modo davanti agli altri. Malfoy, se sapesse che si una mia amica, si
arrabbierebbe moltissimo e per vendicarsi farebbe del male a te o a Petunia e io
non lo posso permettere. Se vuoi ci possiamo vedere ma di nascosto dagli altri,
altrimenti avremo dei problemi. Con Remus ho già parlato e ci siamo messi
d’accordo in un altro modo. Perdonami se ci riesci e fammi sapere la tua
decisione. Mi affido alla tua clemenza. S. P.”
27/6
“ Tra tre giorni finisce la scuola, in questi mesi che non ho scritto
sono successe molte cose; io e Severus abbiamo cominciato a vederci di
nascosto, ci piace parlare, di solito andiamo al lago, la sera, oppure
sgraffigno il mantello dell’invisibilità di Potter e con Remus ce ne andiamo a
chiacchierare nella stanza delle necessità. Ci siamo raccontati un sacco di
cose, anche se le più importanti quei due zucconi le hanno confidate solo a me
e perché gliele ho praticamente tirate fuori con le pinze. Ma a te caro diario
te le posso confidare anche perché se no il mio cervello scoppia e alla fine so
che le tirerò fuori. Dunque, quattro mesi fa mi sono accorta di una cosa
strana, Remus scompare sempre durante il periodo di luna piena, e quando torna
è completamente devastato, ha cicatrici, graffi e due occhiaie spaventose,
all’inizio quando gliel’ho chiesto mi ha rifilato la scusa idiota che sua madre
sta male e che deve andare da lei, ma io nonme la sono bevuta, anche perché sparisce sempre durante le notti di luna
piena, allora ho aspettato un altro paio di mesi per essere sicura. Così la
sera dopo la luna piena sono andata da lui l’ho trascinato in un posto
tranquillo e gli ho chiesto se fosse un lupo mannaro, la risposta è stata ovviamente
sì. Mi ha chiesto se avevo paura, se mi facesse schifo, ma io gli ho detto di
no, che non mi importava poi molto, che se lui era così a me andava bene. Mi è
praticamente saltato addosso, aveva le lacrime agli occhi e mi ha detto che ero
stata la prima a non scompormi più di tanto, che ero la prima a non averlo
giudicato, ma mi ha chiesto anche di non dire niente a nessuno, né a Piton, né
ai suoi amici. Io ho accettato perché gli voglio bene e perché conoscendo i
suoi amici sarebbero capaci di abbandonarlo per un motivo così futile. Severus
invece mi ha sconvolto perché è venuto lui da me dicendomi che doveva parlarmi
che ero l’unica di cui si fidava… insomma era disperato. Quando gli ho chiesto
cosa gli fosse successo lui mi ha detto una cosa sconvolgente: lui e Black,
Sirius Black sono fratellastri, hanno il padre in comune e oltretutto sono nati
nello stesso giorno. Sono rimasta sconvolta. Quei due fratelli?! è come se il
nord e il sud si incontrassero, sono così diversi. Ovviamente Sirius non lo sa e
continua a trattarlo come una pezza da piedi, quanto vorrei dirglielo almeno
saprebbe cosa significa sentirsi in colpa per qualcuno. Ma Severus me lo
impedisce. Per fortuna che quest’estate verranno insieme a casa mia.”
III anno
26 /06
“ Non ho avuto molto tempo per scrivere, così per evitare di scrivere
cose stupide o ripetitive ho deciso di scrivere tutto alla fine. La guerra
continua e Colui che non deve essere nominato semina il terrore tra maghi e
babbani. Io mi sento così impotente, oltretutto Malfoy è esplicitamente dalla
parte del signore oscuro e io temo che anche Severus si faccia influenzare.
Anche quest’anno abbiamo dovuto vederci di nascosto, mi dispiace tantissimo non
poter chiacchierare con i miei due migliori amici solo perché i loro compagni
di casa si odiano. Mi sembra una cosa così stupida. Comunque Potter e gli altri
sono veramente degli idioti patentati, non perdono occasione per mettersi in
mostra con le ragazze e con mio sommo orrore anche con me. Soprattutto James mi
ronza intorno chiedendomi ogni due secondi di uscire, preferivo com’era l’anno
passato, almeno mi ignorava. Ma purtroppo c’è un altro ragazzo che mi viene
dietro e dire che è fastidioso è poco: Malfoy. Se non se ne fosse accorta
Petunia a Natale che quell’essere spregevole mi fa la corte io sarei caduta nella
sua rete. Mi sta sempre intorno e mi rompe le scatole con assurde richieste.
Prima o poi mi prenderò una meravigliosa rivincita. La scuola va sempre meglio
sono diventata molto brava. Ma qualcosa c’è che mi turba e spero che Rem e Sev
nonlo vengano mai a sapere. Ho capito
che da Severus non voglio un’amicizia… mi piace e anche tanto, quando sto con
lui cerco di mascherarlo, ma non ci riesco, mi sento una scema integrale, come
posso essermi innamorata del mio migliore amico. Spero che non lo venga mai a
sapere e che non lo venga a sapere nemmeno Remus, credo si sia preso una lieve
cottarella per me e non voglio che la nostra amicizia finisca perché non sono
stata in grado di resistere ai miei istinti. Ho paura che prima o poi lo venga
a sapere e che mi rifiuti, non posso e non voglio permetterlo anche perché Severus,
rimbambito com’è non se ne è accorto. Quest’estate sarà peggiore delle altre,
Petunia e io dovremmo andare da una zia perché imiei vanno in viaggio da soli, non li vedrò per tre mesi e non
posso nemmeno scrivergli perché la zia non sa che sono una strega e si
spaventerebbe sapendolo. Mi mancheranno tantissimo, soprattutto Severus.”
IV anno
29/06
“ Come lo scorso anno anche questa voltaho deciso di scrivere un resoconto dell’anno che definire orribile
sarebbe un eufemismo. La guerra è diventata sempre più terribile. Ci sono stati
molti attacchi contro i babbani e anche contro famiglie di maghi schierati
contro il signore oscuro. Ma questo sarebbe il minimo, non sarei così
preoccupata se non fosse per tutto il tempo che Severus passa con Malfoy, li ho
sentiti un paio di volte parlare di tatuaggi e Mangiamorte. Io spero di aver
capito male anche perché questo significherebbe che io e il mio migliore amico combatteremo
su schieramenti opposti. Ho deciso che dopo Hogwarts mi iscriverò all’accademia
per gli Auror, voglio sconfiggere Voldemort una volta per tutte. D’ altra parte
è questo il mio destino… allora perché non accoglierlo come un dono? So quello
che mi aspetta, combattere contro di lui significa rischiare più del dovuto, la
mia vita è appesa ad un filo dal giorno in cui sono nata e quindi che senso ha
nascondere la testa sotto la sabbia e fuggire? Preferisco morire affrontando la
paura piuttosto che vivere temendo anche la mia ombra. Severus dice che sono
una pazza, che se avessero fatto una profezia del genere alla sua nascita si
sarebbe nascosto da qualche parte aspettando che le cose passassero. Io non lo
farò. Anzi ho anche iniziato a rispondere a tono a Potter e Malfoy che non la
smettono di rompere. Il primo non fa altro che lo spaccone con tutte e non la
smette di prendere in giro i suoi compagni di scuola, soprattutto Piton… io
vorrei andare da lui e spaccargli la faccia, ma non lo posso fare perché Remus
ne soffrirebbe. Già, si è fatto avanti chiedendomi di uscire e ha provato a
baciarmi. Sarei voluta scomparire quando gli ho dovuto dire che sono innamorata
di un altro e per fortuna che non mi ha chiesto di chi altrimenti gli avrei
dovuto mentire e non se lo merita. A coronare il tutto passeremo un’altra
estate da sole a casa della zia. Petunia ha deciso che a Londra non ci vuole
stare perché un suo compagno di liceo le fa la corte in maniera ossessiva, mi
ha raccontato che le fa le poste sotto casa, la pedina e la segue ovunque. Se
solo potessi usare la magia fuori dalla scuola gli farei vedere io a Vernon
Dursley, imparerebbe a tenere le sue luride manaccie lontano da mia sorella.
Remus non mi parla, mi odia da quando è successo tutto quel casino e io mi
sento sola anche perché non riesco a stare nella stessa stanza con Severus
senza arrossire da capo a piedi o senza fargli battutine stupide, il mio
cervello si paralizza e il cuore va alla velocità della luce. Come sono stupida.”
V anno
24/12
“ E’ la vigilia di natale e io dovrei essere felice, mia sorella è qui
con me e ci stiamo divertendo, o almeno così le faccio credere. La verità è che
mi sento sola. Remus non mi parla dall’anno passato; lo so che l’ho ferito, ma
non si dovrebbe comportare così, siamo amici, o almeno lo eravamo. Da quando mi
ha confidato quello che prova per me si è chiuso in se stesso e passa tutto il
suo tempo con quei tre dementi. Credo stiano combinando qualcosa di poco
chiaro. Passano tutto il tempo libero a studiare… studiare, quei tre saranno
anche brillanti, ma non hanno mai studiato in vita loro. Credo che abbiano in
mente qualcosa di molto stupido e la cosa peggiore è che Remus gli dà retta.
Per quanto riguarda Severus bhe si può dire che la situazione è la stessa; da un
sacco di tempo non passiamo due minuti insieme, mi evita e il motivo è che sa
che Malfoy è innamorato di me. Orrore e raccapriccio. Petunia è sparita di
nuovo e io sono da sola a rimuginare sui sentimenti che provo per Piton…
purtroppo la verità è che ne sono innamorata persa e lui nemmeno mi guarda.”
14/02
“ Oggi è San Valentino e come tutti gli anni c’è l’uscita a Hogsmeade.
Per fortuna che sia Potter che Malfoy sono in punizione così me li sono levati
dai piedi, credo che mi farò una passeggiata da Zonko, mi va di prendere
qualche caccabomba, la voglio mettere nel dormitorio dei ragazzi, almeno la
smetteranno di considerarmi una brava bambina… sono appena tornata e ho
scoperto un paio di cose interessanti: la prima riguarda Piton, oggi, visto che
il suo amichetto è in punizione, si è avvicinato a me per fare due chiacchiere,
ma io l’ho allontanato dicendogli che non sono la ruota di scorta per chi si
sente solo. Mi ha guardato e scommetto che aveva le lacrime agli occhi, ben gli
sta, è uno stupido che mi fa solo soffrire, non voglio avere nulla a che fare
con lui…
L’altra cosa riguarda Black, l’ho beccato con una ragazza, stavano
passeggiando mano per mano nei pressi della Stamberga Strillante, era talmente
tanto tenero che per un secondo mi sono dimenticata di quello che ha fatto
passare a Severus. La cosa sconvolgente è l’identità della donna: Narcissa
Black, sua cugina. So che è più che normale nelle famiglie di puro sangue
sposarsi tra cugini, ma loro sono cugini di sangue e quello che so di certo è che
Narcissa è promessa a Malfoy, credo che le cose si complicheranno.”
15/03
“ Sirius oggi è venuto a parlarmi chiedendomi di tacere sulla sua storia
con Narcissa. Mi ha confidato che se la sua famiglia lo sapesse lo caccerebbe
prima che scopra che vuole diventare un Auror e non un Mangiamorte. Mi ha
sorpreso e ho deciso di mantenere il segreto. Così da che mi lamentavo di non
avere amici, ora ne ho anche troppi, sì perché anche Narcissa è venuta a
parlarmi chiedendomi di mantenere il segreto e, una confessione tira l’altra,
le ho raccontato di Severus. Lei mi ha detto che le cose si aggiusteranno se
solo noi due riuscissimo a parlare con calma. Mi sono sentita un po’ meglio,
almeno so che non mi odia.”
14/06
“ Questa mattina è stata la più brutta della mia vita. Non ci posso
credere che mi abbia chiamata mezzosangue e soprattutto non posso credere che
se la sia presa con me per quello che stavano facendo quei quattro cretini.
Sono talmente tanto arrabbiata che vorrei prendergli la testa e spaccargliela
al muro, idiota, brutto idiota. Per fortuna che Narcissa si è accorta del
casino che stava succedendo ed è venuta da me a consolarmi. Io volevo solo
difenderlo e lui per tutta risposta mi ha trattato in quel modo. Ora ti
racconto come è andata. Avevamo appena finito i G.U.F.O di difesa contro le
arti oscure e io stavo passeggiando in tranquillità; era l’ultimo giorno di
esami e avevo il cuore un po’ più leggero di tutto l’anno. Ad un tratto mi sono
accorta che Potter, Black, Minus e Lupin stavano maltrattando Piton, lo avevano
riempito di incantesimi e lui era completamente disarmato e inerme,lo stavano
prendendo in giro e io mi sono avvicinata tentando di farli smettere. Appena
Potter mi ha visto si è subito arruffato i capelli… come lo detesto. Comunque
la situazione è degenerata ad un tratto James lo ha capovolto e la veste gli è
scesa davanti la faccia… credo che Severus dovrebbe lavarsi le mutande.
Comunque sono riuscita a calmarli e lui come mi ringrazia per averlo aiutato?
Mi ha detto: “NON MI SERVE L’AIUTO DI UNA PICCOLA SCHIFOSA MEZZOSANGUE” mi
sono sentita gelare gli ho risposto che in futuro non mi sarei mai più presa la
briga di aiutarlo e poi gli ho detto l’unica cosa che sapevo l’avrebbe fatto
soffrire: l’ho chiamato Mocciosus e poi me ne sono andata via. Non voglio più
vederlo o sentirlo parlare, schifoso spione… Lupin è venuto a parlarmi per
sapere come stessi, mi ha chiesto perdono per quello che mi aveva fatto durante
tutto l’anno, mi ha tenuta lontano perché si vergognava per quello che era successo
tra di noi. Mi ha abbracciata e mi ha detto che mi proteggerà lui. Se sapesse
perché sto in questo modo starebbe talmente male che, prima di dirmi che mi
proteggerà lui, ci penserebbe due volte. Narcissa ha rimproverato Sirius per
quello che ha fatto e poi è andata a parlare con Piton, non credo che abbia
risolto qualcosa. Non vedo l’ora di tornare a casa, mi sento sola senza
Petunia, comunque le ho scritto una letteracredo che se fosse stata qui lo avrebbe ucciso con le sue mani.”
30/06
“ Sono sul treno e ho appena ricevuto una lettera.
Piccolo Giglio,
perdonami, perdonami , perdonami. Sono stato talmente tanto idiota e ti
ho perso. Lo sguardo che mi hai rivolto ieri sera al banchetto di addio mi ha
fatto un male cane, mi detesti e me lo merito. Ho provato a parlare con Remus,
ma ci sono sempre i tre idioti. Mi ha mandato un gufo con un biglietto
dicendomi che dovevo parlarti che ti avevo fatta soffrire, lo so, ma quella
stupida parola mi è uscita spontanea dalla bocca, il che è ancora peggio. Non volevo
che tu mi vedessi con i loro occhi, non volevo che tu fossi lì. Ho sempre
sperato che il fatto di essere in due case diverse non ci avrebbe allontanato,
che l’amicizia nata spontaneamente sul treno il primo giorno di scuola sarebbe
durata per sempre, mi sbagliavo. La colpa è solo mia perché mi sono fatto
coinvolgere da Malfoy nei suoi strani progetti, ho imparato a giudicare le
persone dal loro sangue piuttosto che dal loro cuore, sono un mostro. Solo che
ero arrabbiato, Potter ha cominciato perché Sirius si annoiava… dannazione è
mio fratello. Lo so che non lo sa perché non ho il coraggio di dirglielo…
vorrei avere il coraggio di dirti tante cose, ma non ci riesco, le parole non
vogliono venire fuori perché hanno paura di cadere nel vuoto. Ti chiedo solo di
perdonarmi se ci riesci. Severus Piton”
Non so cosa fare, io davvero vorrei perdonarlo, ma non ci riesco.
Narcissa dice che dovrei, che quello che provo per lui può salvarlo dal baratro
in cui sta per cadere. Non ci riesco, non riesco a perdonarlo perché ne sono
innamorata.”
VI anno.
24/12
“Questo in assoluto è il Natale più bello della mia vita. Sono appena
tornata da una delle serate più emozionanti e romantiche di tutta la mia esistenza.
Io e Severus siamo una coppia… o mio Dio non ci posso ancora credere. Dal primo
giorno di scuola di quest’anno non ci siamo mai parlati e oggi è venuto da me,
mi ha aspettato al ritorno da Hogsmeade, ero conNarcissa ad aiutarla a cercare un regalo per Sirius, quando fuori
dal negozio ho visto Severus. Penso sia stata la mia amica a dirgli dove ero,
quando mi ha visto è diventato di tutti i colori, ha abbozzato un sorriso e mi
ha fatto cenno di uscire. Quando l’ho visto il mio cuore ha perso un battito,
ma mi sono fatta forza e sono uscita. Per un minuto siamo rimasti in silenzio a
guardarci negli occhi, poi lui mi ha abbracciato e mi ha chiesto perdono per
quella frase infelice. Se mi ricordo bene queste sono le parole che mi ha
detto.
-Io sono un cretino, con
le mie parole ho perso l’unica persona che mi ha sempre voluto bene e a cui io
ho sempre voluto bene. Ti amo Lily, ti amo da quando ho 11 anni, sono stato
talmente tanto stupido da non dirtelo. Ora lo so che non mi perdonerai e che
nel tuo cuore c’è una persona, me lo ha detto Remus, io ti chiedo di essere ancora
mia amica…
Non gli ho nemmeno fatto finire la frase, l’ho semplicemente baciato
dicendogli che anche io lo amo. Stiamo insieme e lui è anche il mio migliore
amico. Questa è davvero la serata più bella della mia vita. Anche Narcissa e
Sirius sono felici… spero che prima o poi Severus gli dica la verità.”
12/06
“ Finalmente tutti sanno tutto. Severus ha detto la verità a Sirius e lui
si è vergognato talmente tanto da non riuscire nemmeno a guardarlo in faccia.
Io ho detto a Remus di me e Piton e lui mi ha detto che già lo sapeva, non c’è
rimasto male, ha detto solo che vuole vedermi felice e io lo sono per davvero.
L’unico che ancora non si è abituato alla nuova situazione è Potter, ma sta
migliorando, è meno idiota del solito. Quest’estate la passeremo tutti insieme
a casa mia, non vedo l’ora di dirlo a Petunia.”
VII anno
2/09
“ L’ultimo anno ad Hogwarts e da come si presenta sarà meraviglioso,
siamo amici, io sono innamorata e Petunia vivrà ad Hogsmeade per tutto l’anno.
Sarà un anno meraviglioso, anche se Malfoy rompe più del solito.”
24/12
“ Io e Severus stiamo insieme da un anno, come sono felice, lo amo
talmente tanto, anche se devo dire che ultimamente è strano, passa un sacco di
tempo con Petunia. La verità è che io e Potter non facciamo altro che litigare
perché prende in giro Pitonperché
prende in giro me. Lo detesto quando si arruffa i capelli o quando gioca con il
boccino, ha 18 anni, dovrebbe dimostrare un po’ più di maturità. La verità è
che tutto quello che fa mi dà suoi nervi!! Oltretutto Pet è diventata la sua
confidente, nonché migliore amica, io non la capisco proprio. Severus mi ha
parlato e mi ha detto quello che accadrà dopo la scuola, io non voglio che lo
faccia, non può diventare una spia per l’Ordine solo perché è un bravissimo occlumante.
Lui dice che deve seguire il suo destino così come farò io, ma questo significa
che dovremmo scontrarci su due campi avversi, non ci voglio nemmeno pensare,
gli voglio troppo bene per pensare che la sua vita sarà appesa ad un filo… ora
capisco come si debba sentire lui. Mi sento strana, ho paura che questo sia
l’ultimo Natale che passeremo tutti insieme… ora devo andare, Potter ha tirato
una caccabomba nel nostro dormitorio, me la pagherà …”
3/02
“ E’ successa una cosa strana, ieri sera nella sala comune io e Potter
abbiamo parlato da persone civili e mentre chiacchieravamo una strana
sensazione allo stomaco si è impadronita di me. Mi sentivo calma ma nello
stesso tempo ero elettrizzata a stare così vicina a lui… ma che mi prende, io
sto con Severus e ne sono innamorata… o forse No… non lo so, sono confusa . Sev
mi piace ancora molto, quando sto con lui mi sento a mio agio, ma spesso non lo
vedo come il mio ragazzo, ma come il mio migliore amico. Credo che mi stia
innamorando di James e non voglio assolutamente, c’è Piton nella mia vita e ora
siamo felici , siamo riusciti ad avere un gruppo di amici più o meno unito (
James e Severus si fanno ancora i dispetti e con Sirius non vanno proprio molto
d’accordo ), io oltre mia sorella ho un’amica fantastica che perderò perché il
suo compito nella società e il futuro che gli ha riservato la famiglia è quello
di dover sposare Malfoy. Ovviamente lei non vuole e continua a vedersi con
Sirius, ma le cose non dureranno.”
6/03
“ Io e Severus ci siamo lasciati. Non sono triste perché è stata una
decisionecomune, solo che il primo
passo l’ho fatto io. Ci siamo amati tantissimo, è stato un anno intenso e ricco
di emozioni, ma poi l’amore è passato ed è rimasto l’affetto fraterno che ci ha
sempre contraddistinto. Mi ha confidato di essersi preso una cotta per Petunia,
quasi ci rimango secca perché ( anche se non me lo ha mai detto ) lei prova le
stesse cose, adoro improvvisarmi Cupido e credo che li farò mettere insieme.
Intanto le cose con James sono cambiate, continuiamo a litigare questo è
innegabile, ma da quando io e Piton ci siamo lasciati, lui è più dolce e molto
molto più presente nella mia vita. Eh sì, mi piace proprio tanto. Spero si
decida a fare la prima mossa, altrimenti ci penso io. Il problema è che adesso
Piton vuole escludersi dal gruppo ha detto che non vuole che gli altri sappiano
del suo piano, non vuole che sappiano che sta sacrificando la sua vita per
tutti noi.”
3/04
“ Ebbene sì, sono ufficialmente la ragazza di James Potter e mia sorella
Petunia è la ragazza di Severus Piton. Entrambi si sono dichiarati due sere fa,
Severus è andata a trovarla a Hogsmeade (evidentemente il suo piano per
escluderci si è rivelato poco fattibile ) e le ha detto senza tante parole che
si era innamorato di lei e che voleva provare a stare insieme. Invece James si
è presentato in sala comune, io stavo studiando. Mi ha portato un mazzo di
gigli e mi ha dato un bacio, così senza dire nulla, io mi sono completamente
abbandonata tra le sue braccia… lascio a te immaginare quello che è
successo.Sono così contenta anche
perché Narcissa e Sirius stanno insieme e, anche se sua sorella Bellatrix lo ha
scoperto, si vedono ancora. Gli unici due che proprio non riescono ad innamorarsi
di nessuno sono Peter ( perché è un rifiuto umano e mi chiedo come James lo
sopporti) e Remus( lui dice che un
lupo mannaro deve stare da solo perché nessuno lo può amare… un’idiozia ).
Spero veramente che le cose non cambino mai.”
12/06
“ Severus ha deciso di farlo, a niente sono servite le mie suppliche, a
niente è servito il fatto che così dovrà lasciare Petunia. Ha detto che dopo la
scuola, forse ad Agosto la lascerà e si unirà a Voldemort. Il mio migliore
amico diventerà un mangiamorte, agli occhi di tutti sarà un traditore… io non
voglio. James non gli crederà e io dovrò mantenere il segreto per sempre. Non
vuole dirlo nemmeno a Sirius e a Petunia che sarà l’unica che ne soffrirà. Non
posso impedirglielo anche perché altrimenti lui avrebbe tutto il diritto di
dirmi che stare con James è una stupidaggine che metto la mia vita a
repentaglio. Ma ne sono innamorata, e non è una cotta o un amore
adolescenziale, è qualcosa di più, qualcosa che non avevo mai provato, con lui
mi sento viva, abbiamo fatto l’amore ed è stata la cosa più bella della mia vita,
voglio passare tutta la mia esistenza con lui anche se questo significa
rischiare di morire. La guerra prosegue e Severus passa tutto il suo tempo tra
Malfoy e Petunia, con noi non ci sta mai, solo con me, qualche volta si
confida. Non è contento di quello che sta per fare e sicuramente si rovinerà la
vita. Mi dispiace talmente tanto. Mi dispiace anche perché non posso parlarne
con Petunia. Siamo entrati tutti, tranne Piton (almeno non ufficialmente )
nell’Ordine della Fenice e abbiamo incontrato un sacco di ragazzi, alcuni poco
più grandi di noi, persone che rischiano la loro vita per qualcosa di più
grande… quello che faremo noi.”
1/09
“ Severus è un mangiamorte e l’altro ieri ha lasciato Petunia, io
purtroppo non le posso nemmeno stare vicina perché non voglio che le succeda
niente di male. La perderò, lo so, mi odierà finché non potrò dirle la verità…
ma con quale coraggio posso dirle che le ho mentito per quasi 4 anni, che so a
cosa vado incontro e che probabilmente prima della fine della guerra io morirò…
non posso, meglio così, meglio lontana, sola e viva piuttosto che vicina ,con
lui ma morta.”
“ Sono passati due anni dall’ultima volta che ho scritto su questo
diario. Io e James oggi ci siamo sposati, con noi c’erano solo i nostri più
cari amici, Petunia non è voluta venire e Severus non è potuto, men che meno
Narcissa. Mi sono sentita così sola. Piton però ieri è venuto e ha nuovamente
tentato di dissuadermi, ma non c’è riuscito, amo troppo James e non posso
vivere senza di lui. Rileggendo questo diario mi sono accorta di quanto poco
abbia dedicato al racconto della mia vita con James, ma il fatto è che la
nostra storia è talmente bella che le parole sembrano sminuirla. Piton si sente
in colpa per Petunia, per Sirius e per Narcissa. La mia amica è incinta… di
Sirius. Mi ha scritto e mi ha detto di essersi accorta di aspettare un bambino
da suo cugino, quando le ho chiesto come fosse sicura al 100% di questo lei mi
ha candidamente risposto che è difficile rimanere incinta se si dorme in letti
separati, in camere separate e non si è mai fatto l’amore insieme. Ha detto che
Lucius vuole solo un erede e non gli importa di sapere di chi è, basta che può
dire di avere un figlio. Io mi auguro solo che assomigli a lui e non a Sirius
altrimenti sai che casino. Mi ha confidato che vuole seguire la tradizione
della famiglia Black e chiamarlo con il nome di una costellazione, se sarà un
maschio lo chiamerà Draco, se invece sarà una femmina invece: Cassiopea.
Ovviamente non lo dirà al padre, ma farà di Severus il suo padrino, così avrà
accanto sempre qualcuno di famiglia. Anche io aspetto un bambino, il mio
bambino, il bambino nato dal frutto dell’amore tra me e James.È un maschietto, me lo sento e si chiamerà
Harry, un nome semplice e facile da ricordare… Harry Potter, il mio bambino. Mi
manca Petunia, vorrei scriverle, ma so che quel ciccione di suo marito non me
lo perdonerebbe, solo che lo devo fare, per Harry.”
31/10
“ Caro Harry,
se stai leggendo questo diario significa che io e tuo padre non ci
siamo più e che Petunia lo ha trovato in mezzo al marasma della soffitta della
sua casa. Dopo averti scritto lo faro arrivare lì, ma non so quanto lei ci
metterà a trovarlo.
Io e tuo padre ci amiamo molto e dall’amore sei nato tu, immagino che
ti sentirai in colpa per il fatto che noi siamo morti e tu sei sopravissuto, ma
non devi farlo, nemmeno per un secondo. Io e James sapevamo a cosa andavamo
incontro combattendo contro Voldemort e sconfiggendolo per ben due volte, tu
sei il predestinato, la profezia anche se non è chiara, porta a te. Piccolo
mio, la tua vita sarà difficile, correrai rischi enormi, ma noi ti saremo
accanto ogni giorno della tua vita. Mi dispiace amore che dovrai crescere senza
di noi, ma sappi che attorno a te ci sono tantissime persone che ti amano e
alle quali potrai sempre chiedere aiuto: Sirius, Lupin, Narcissa ( anche se per
lei sarà difficile darti una mano visto il rifiuto che ha sposato), zia Petunia
( non sempre purtroppo, ma sono sicura che se ti ha dato il diario significa
che ti vuole un gran bene ), Silente, la Mc Granitt, Hagrid e Piton (credo che
sarà il tuo prof. Di pozioni). Forse quest’ultimo non ti aiuterà alla luce del
sole, ma lo farà, credimi; dalle pagine che hai letto dovresti aver capito che
è il mio migliore amico. Harry, sii forte e sappi che se io e tuo padre ci
sacrifichiamo e per te, perché tu per noi sei la cosa più importante. Ti amiamo
tanto. La tua mamma e il tuo papà”
Hermione chiuse il Quaderno e si
asciugò le lacrime. Anche Harry stava piangendo e Ron aveva gli occhi lucidi.
Si avvicinarono e si abbracciarono, i due ragazzi volevano far sentire al loro
amico che non solo gli adulti tenevano a lui e gli volevano bene, ma anche
loro, volevano fargli capire che la loro amicizia non sarebbe mai finita e che
qualsiasi cosa sarebbe successa, l’avrebbero affrontate insieme. Si era fatta
l’alba, un giorno nuovo stava sorgendo e Harry finalmente aveva le idee più
chiare sulla vita dei suoi genitori, su Sirius e su Piton, ma molte delle
rivelazioni erano state sconvolgenti, ad esempio quella di Draco, era figlio di
Sirius, non ci poteva ancora credere.
Dall’altra parte del castello
Elioxe Notable si svegliò di soprassalto con la chiara sensazione di aver
sognato la vita di un’altra persona, una donna che le somigliava come una goccia
d’acqua, una donna felice e coraggiosa… una donna morta.
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grazie a Daffydebby, Ever, Sphinx e tutti i miei affezionati lettori anonimi
Elioxe si alzò dal letto e si
guardò allo specchio, erano anni che non sognava quella donna, aveva smesso 15
anni prima, una notte si era svegliata in lacrime aveva sentito che quella
persona che l’aveva accompagnata nei suoi sogni per tutta la vita se ne era
andata per sempre;era morta per salvare un bambino in fasce dopo aver visto
l’uomo della sua vita cadere sotto un incantesimo di Voldemort. Elioxe sapeva
che quelli non erano sogni normali, riguardavano una persona reale, erano
frammenti della sua vita che per un oscuro motivo lei poteva vedere. Chiuse gli
occhi e li riaprì sperando che il suo riflesso nello specchio le dicesse
qualcosa di più, le spiegasse chi fosse Lily e perché tutti quelli che
l’avevano incontrata nella scuola la squadravano come se avessero visto un
fantasma, Lupin non riusciva a guardarla negli occhi e la evitava in tutti i
modi, Piton si bloccava ogni volta che provava ad avvicinarsi, anche Hagrid e
qualche alunno si comportava in modo strano. Soprattutto Potter, quando le
capitava di osservarlo nelle sue lezioni si stupiva di come avesse sempre
voglia di scomparire sotto il suo sguardo, eppure era bravo nelle sue lezioni,
il migliore studente, superava anche la Granger, nonriusciva a capire. Aveva provato a chiedere a Silente, ma lui si
era limitato a dirle che quelle erano solo sue fissazioni, che nessuno si
comportava in modo strano quando era con lei. Mentiva, lo sapeva e si chiedeva
il motivo. Scese nelle cucine, voleva fare uno spuntino, l’agitazione le
metteva sempre una gran fame. Quando entrò nei locali delle cucine della scuola
si stupì nel vedere che un elfo domestico stava preparando un piatto di toast.
Quando l’esserino lavide le si
avvicinò felice e le chiese
-Dobby è felice di avere persone nella sua cucina, lui ora dice
a professore che non è più solo. Vuole che Dobby prepara qualcosa per la
professoressa?
-Io… grazie Dobby, vorrei un toast e una burrobirra.
Si sedette su una sedia, solo allora
si accorse dell’uomo seduto in un angolo della cucina, accanto al fuoco. Aveva
lo sguardo perso nel vuoto e l’aria triste e stanca di uno che non dormisse da
settimane. Ci mise un po’ per capire chi fosse, ma poi lo riconobbe.
-Lupin, anche lei non riesce a dormire?
-Professoressa Notable- disse l’uomo girandosi di scatto e
abbassando immediatamente gli occhi – cosa ci fa qui?-
-Brutti sogni, e poi mi è venuta fame, lei invece?
-Cercavo un posto per dimenticare.
-Sono indiscreta se le chiedo cosa dovrebbe dimenticare?
-Il mio migliore amico è morto l’anno passato, un altro 15 anni
fa e l’ultimo nemmeno mi considera un essere umano. Sono solo e devo combattere
una battaglia che non vincerò.
Detto questo prese il bicchiere
che aveva in mano e lo lanciò nel caminetto con tutta la violenza che poteva.
Stava soffrendo molto, solo una settimana prima a casa di Petunia aveva letto
il diario di Lily e aveva saputo cose che non immaginava, Draco era il figlio
di Sirius… e lui era morto senza saperlo, senza sapere che Narcissa continuava
ad amarlo nonostante Malfoy.., era morto credendosi solo e senza di lei e
invece lei aveva continuato a volerle bene… Piton lo sapeva…
Elioxe lo distolse dai suoi pensieri.
-Lupin, sta bene?
-No, ma mi passerà, da quando sono morti Lily e James non
ricordo di aver passato un Natale felice…
-Lily… chi è? Mi chiamano tutti in questo modo… io non capisco,
Silente mi ha detto che è solo una mia impressione, ma so che sta mentendo. Mi
ha detto che dovevo chiedere a chi lo fa, quindi visto che lei è uno di quelli
mi chiedevo se potesse dirmi qualcosa, ma forse non è una buona idea visto lo
stato in cui è… mi scusi…
-Non si deve scusare, credo che abbia il diritto di sapere
quello che succede. Lei assomiglia in maniera prodigiosa ad una nostra vecchia
amica: la madre di Potter, è identica a lei. Solo che Lily è morta 15 anni fa,
colpita da una anatema di Voldemort, era la mia migliore amica, l’ex ragazza di
Piton e una gran bella persona, era amata da tutti, per questo quando siamo
nella stessa stanza con lei ci sentiamo a disagio, è come se lei fosse ancora
con noi.
-Capisco, la cosa è molto strana, perché la donna che mi ha
appena descritto è la protagonista dei miei sogni da quando sono molto piccola.
Per questo questa notte sono qui, l’ho sognata di nuovo, ho sognato la sua
vita.
-Non è possibile,cosa vuol dire che la sogna da quando è
piccola, lei non la conosceva?
-No, ma è la verità, io la sogno da sempre e credo che anche
lei sognasse me… lei è morta per salvare Harry?
-Sì, ma anche per un altro motivo che io non conosco, lo
conosce solo Piton, ho provato a farmelo dire, ma è stato inutile. Non credo
che se glielo chiedesse lei sarebbe diverso. Se c’è qualcuno, a parte Harry ,
che ha sofferto terribilmente per la morte di Lily è stato lui, si sente in
colpa perché secondo lui poteva salvarla… salvarli.
-Ecco perché mi evita e tratta in quel modo Harry…
-Sì. Ora mi scusi, ma vorrei restare solo.
-Io non so cosa dirle, ma sappia che io non sono lei…
Detto questo si allontanò dalla
cucina per dirigersi nella sua camera, ma per la stradaincontrò Piton. Egli la sorpassò e le augurò
buona notte e si infilò a sua volta nella grande cucina.
Severus si accorse che c’era
anche Lupin, si sedette accanto a lui. Stettero in silenzio a fissare il fuoco
che schioppettata. Erano immersi nei loro pensieri, tutti e due stavano
pensando alla scuola a quando per evitare che gli altri se la prendessero con
Lily si rifugiavano in cucina a chiacchierare. Avevano passato tante di quelle
sere lì davanti al fuoco a parlare che non le ricordavano tutte. Lily era
l’unica che riusciva a cancellare con il suo sorriso tutto il dolore per la
guerra che causava tante morti e che aveva portato via molti loro amici e
parenti, la madre di Piton era morta uccisa dal padre di Malfoy e i genitori di
Remus erano stati torturati fino alla pazzia, Lily riusciva a far dimenticare
loro tutto quanto, si facevano un sacco di risate insieme, le volevano bene e
ne sentivano più che mai la sua mancanza.
-Ho parlato con Elioxe, le ho detto di Lily…
-Tu cosa?!! – disse Piton allarmato – perché glielo hai detto?
-Perché era confusa, non capisce perché tutti si comportano in
modo strano quando sono con lei. E poi mi ha detto una cosa strana, mi ha
confessato che da quando è molto piccola che sogna la vita di Lily, sapeva che
è morta per salvare Harry e mi ha detto che l’ha vista morire.
-Co..cosa… ma non è possibile, io non credo che…
-Questo lei mi ha raccontato e mi ha detto anche che lei non è
Lily… iocredo che le dovresti parlare.
-Perché io? Era anche amica tua…
-Sì, ma con te è stata insieme e vi siete amati molto; era la
tua migliore amica e ti ha sempre confidato tutto, anche che Sirius è il padre
di Draco.
-Tu come lo sai?
-Me lo ha detto Petunia, io credo che avresti dovuto dirglielo.
-Lo credevo colpevole della morte di James e Lily, non me la
sono sentita. Poi i nostri rapporti sono peggiorati e non ho voluto che Draco
fosse messo in mezzo. Lui mi ha sempre creduto un mangiamorte, poi ce l’aveva
come me per via di James e Lily, mi riteneva responsabile, come la maggior
parte di voi… lo so che lo pensi anche tu… io dovevo salvarli, dovevo
avvertirli, loro erano più importanti di tutto, più importanti di me e della
mia vita.
-Se ci fosse stata Lily ti avrebbe dato una sberla sai?! Non le
devi nemmeno pensare certe cose; la colpa è solo di Peter e di Chi sai tu…Sirius non ha mai pensato che fosse stata
colpa tua, se mai incolpava se stesso. Nemmeno io e Petunia abbiamo mai pensato
che tu avessi qualche colpa, sapevamo quale fosse la tua missione e quella era davvero
l’unica cosa importante.
-Potter ha visto un altro mio ricordo… la volta che sono venuto
da te a dirti che James e Lily..
-Ricordo, quello è stato uno dei giorni più brutti della mia
vita. Loro erano anche la miafamiglia,
mi sono stati vicino quando nessuno mi voleva e mi hanno permesso di volere
bene a loro figlio… ma in assoluto il momento peggiore è stato vedere Sirius
cadere dietro al velo e dover dire a Harry che era morto… il giorno più brutto
della mia vita.
-La morte di Sirius è stata veramente colpa mia, non dovevo
smettere di dare lezioni di occlumanzia a Harry, tu hai anche provato a
dirmelo, ma lo sai come sono fatto, mi sono sentito scoperto, lui mi aveva
visto con gli occhi di suo padre e …
-E cosa, Severus; Harry ti rispetta, è vero non gli sei molto
simpatico, forse perché dal primo giorno di scuola non fai altro che denigrarlo
o offenderlo, ma non è James, non è geloso di te perché hai Lily, lo sai che
Ramoso faceva così solo perché era invidioso. E per l’ennesima volta la colpa
non è stata tua, Bellatrix lo ha ucciso, solo lei ne è responsabile.
-Dici sul serio? Io pensavo che non mi parlassi per questo
motivo?!
-No, il fatto è che tu mi hai mentito troppe volte. Quando ti
ho visto da Petunia questa estate mi sono sentito messo di nuovo da parte. Tu
hai sempre avuto le ragazze che volevi, Lily, Petunia. Io sono destinato a
stare da solo, il mio migliore amico è morto e tu non mi consideri nemmeno un
essereumano. Pensi che io sia solo una bestia.
Detto questo si alzò e si avviò
nel suo ufficio, si buttò sul letto e chiuse gli occhi. Sognò di nuovo lei,
Elioxe, gli piaceva e non perché sembrava Lily, gli piaceva perché per la prima
volta dopo tanto tempo una donna gli si era avvicinata senza provare ribrezzo.
Piton si avviò nel suo ufficio e si sedette sulla poltrona dietro la scrivania.
Odiava quel posto, odiava quel ruolo, voleva solo essere se stesso senza la
paura delle conseguenze. Avrebbe voluto prendere carta e penna per scrivere a
Petunia e dirle che passare con lei le vacanze estive gli aveva fatto capire
che non era cambiato un bel niente e che l’amava ancora. Ma era passato
talmente tanto tempo, lei era sposata e aveva un figlio nonché un marito
odioso, non era solo Lupin ad essere solo. Non si era mai sentito così solo…
avrebbe voluto dire tutto quello che sapeva a tutti, a Silente, a Remus e
soprattutto a Petunia. Si addormentò con la testa sulla scrivania.
La mattina successiva Lupin andò
nuovamente a parlargli. Conosceva molto bene Severus e sapeva che tutto quello
che si erano detti la sera precedente non era che l’inizio di una serie di
chiarimenti necessari. Lo svegliò e gli fece una tazza di caffè molto forte,
poi si sedette dall’altro lato della scrivania. Disse al professore di pozioni
che era arrivato il momento di vuotare il sacco una volta per tutte, di
smettere di nascondere la testa sotto la sabbia e per una volta dire la verità
sui suoi pensieri. Piton all’inizio non aveva molta voglia di riaprire il
cassetto nel quale aveva chiuso a chiave il suo cuore, ignorandolo e sperando
che smettesse di farlo soffrire, ma alla fine si decise a parlare.
-La prima volta che ho visto Lily credevo che mi avrebbe tenuto
alla larga come avevano fatto tutte le ragazze che mi conoscevano, ma lei non
lo fece. Divenne la mia migliore amica… la nostra. Ma poi qualcosa è cambiato
il secondo anno, avevo iniziato a frequentare Malfoy e lui mi parlava
incessantemente di arti oscure, del potere dell’oscuro e di quanto sarebbe
stato bello prendere parte alle sue opere. All’inizio ero sedotto da quel
potere, ma poi mi sono reso conto che in questo modo perdevo te e lei, così
decisi di parlare a Silente di quello che Lucius mi raccontava. Divenni la sua
spia, una spia molto attenta, a volte mi facevo anche prendere un po’ la mano e
facevo resoconti anche su te e gli altri, mi sentivo uno schifo, voi non
facevate altro che denigrarmi, soprattutto Sirius, lo so che la colpa non era
tutta vostra; io non facevo altro che darvi fastidio, ma credimi, non lo facevo
volentieri, dovevo trovare una copertura per tutto il tempo che passavo in
ufficio di Silente. Lui mi insegnava a chiudere la mia mente. Vedi, io sono
nato con un dono: l’occlumanzia, Silente non ha fatto altro che potenziarla.
Riuscivo a chiudere la mente e a far si che quelli che ci sbirciavano dentro
vedessero quello che volevo io; solo con Harry non riesco completamente a
chiudermi, forse perché inconsciamente io voglio che lui sappia. Comunque
conobbi l’oscuro signore il mio secondo anno e fu dopo questo incontro che mi
Silente mi disse di Sirius, non so perché lo fece, ma sta di fatto che io lo
seppi; lo raccontai a Lily: avevo bisogno di parlarne con qualcuno. Non potevo
dirglielo, lo avrei fatto solo soffrire, mi considerava un perdente, un fallito
e uno spione. Gli anni passavano e io diventavo sempre più cosciente di quale
sarebbe stata la mia missione, sarei dovuto diventare un mangiamorte, avrei
dovuto rinunciare a tutti voi, ma era la cosa migliore. Solo che a dirlo era facile,
ma farlo era tutta un’altra cosa. Avevo litigato con Lily perché passavo tutto
il mio tempo con Malfoy e tu mi evitavi e non facevi niente per far smettere
Sirius e Potter di trattarmi in quel modo…
-Ero geloso, Lily si era innamorata di te praticamente dal
secondo anno e quando avevo provato a dirle quello che provavo lei mi aveva
rifiutato dicendomi che era innamorata di un altro. Non le chiesi chi fosse, lo
sapevo, eri tu. Mi dicevo che tutto quello che ti facevano quei due era giusto
così anche tu avresti sofferto quanto me. Ero un ragazzino stupido.
-Lo so, ma io non riuscivo a capire. Lily mi piaceva molto, ma
non potevo stare con lei perché non ne ero degno… lo so, era solo paura, ma che
ci vuoi fare ero un ragazzino. Comunque il quinto anno successe quello che
successe, mi avevate ridicolizzato davanti alla scuola, ma non mi importava di
questo, mi avevate deriso davanti a Lily, lei mi aveva visto con i vostri
occhi. Fu per questo che le dissi tu- sai –cosa. Non so come uscirono quelle
parole dalla mia bocca, sta di fatto che fino a Natale dell’anno successivo lei
non mi parlò. Fu Narcissa a dirmi che dovevo essere io a chiedere scusa, così
la vigilia di Natale andai da lei e le dissi che ne ero innamorato. Non hai
idea di quanto mi sono sentito scemo, pensavo che mi avrebbe sorriso e detto
che nella sua vita c’era già qualcuno, invece mi baciò…
-Lo so, vi vidi, e fui contento, lei era felice e anche tu, era
quello che desideravo. Quando seppi di te e Sirius e di lui e Narcissa ci
rimasi di stucco. Sarebbero successi un sacco di casini. Tu nonhai idea di come si sentì Sirius quando lo
seppe. Avrebbe voluto chiederti scusa, ma era troppo orgoglioso e poi l’anno
successivo sei diventato un mangiamorte. Io non volevo crederci e nemmeno gli
altri. Lily solo sembrava non sentirsi tradita… glielo avevi detto vero?
-Sì, lei lo ha sempre saputo e non vi ha detto niente perché
non voleva tradire la mia fiducia. Vi ho lasciato credere che fossi passato
dall’altra parte, vi ho lasciato pensare che avessi preso la via del male, ma
non era così. Stavo malissimo, mi sentivo solo e in più vedevo voi soffrire.
Non potevo dirvi niente, specialmente a Sirius e Petunia, gli avrebbero fatto
del male. Poi dovetti assistere al matrimonio di Narcissa e Malfoy. Non so cosa
avrei dato perché Sirius arrivasse sulla suo moto e la portasse via, ma non lo
fece. Loro si sarebbero continuati a vedere anche dopo il matrimonio, lo
sapevo, si amavano e niente avrebbe cambiato questo. Io potevo starle vicino e
parlarle di voi. Quando rimase incinta capii che bisognava fare qualcosa
affinché il bambino somigliasse a Malfoy e non a Sirius, le diedi una pozione,
l’avevo fatta in modo tale che il bambino fosse identico a Lucius e per non
avere sospetti lei ci dovette andare a letto. Quando la vidi il giorno dopo era
sconvolta, ma sapeva che così il suo bambino sarebbe stato al sicuro. A Sirius
non dicemmo niente, non potevamo, lui si sarebbe messo contro Malfoy e
Bellatrix… lo sai che sono pericolosi. Draco nacque e Narcissa disse a Lucius di non poter avere altri
bambini. Sirius continuava ad andare da lei, ma quando seppe che era rimasta
incinta si sentì tradito e la lasciò. Qualche mese dopo Lily e James morirono e
tutti, me compreso cedettero che fosse stato lui a tradire. Per questo non
dissi niente a Draco,era meglio che continuasse a credere che Malfoy fosse suo
padre piuttosto che sapere che quello vero era in prigione per aver fatto sì
che Colui che…
-Severus, ha un nome: Voldemort. Chiamalo così.
-Non posso, lui lo saprebbe e mi punirebbe.- disse sfregandosi
il braccio e diventando molto pallido.
-Allora chiamalo Tom, è il suo nome no?
-Finiscila, lo sai che non posso. Comunque non gli dissi nulla
anche dopo che fuggì, io lo ritenevo colpevole. L’anno scorso avrei potuto
dirglielo, ma non ne avevo il coraggio. Dovevo dire al mio figlioccio che gli
avevo mentito per 16 anni. Che la sua vita era tutta una bugia. Poi quando
Sirius è morto io non l’ho proprio potuto più fare, come fai a dire ad un
ragazzo che suo padre, quello vero, quello che non ha mai conosciuto è morto
per colpa di sua zia? Sarebbe stato devastante.
-Lo so. Ma almeno non si sentirebbe così tanto in colpa per i
Paciok o per Harry.
-Vorrei avere il coraggio di farlo, ma non ci riesco.
-Se vuoi ti aiuterò io.
Si abbracciarono, erano di nuovo
amici, ci avevano messo quasi 20 anni per ritornare ad esserlo. Piton era
felice di avere qualcuno con cui parlare, qualcuno a cui dire quello che
provava.
Intanto fuori dall’aula nascosti dal mantello
dell’invisibilità tre ragazzi avevano sentito tutto.
Questa volta sono stata velocissima… recensite numerosi… ps
ogni consiglio è ben accetto, mi sono bloccata non riesco a trovare oltre al
finale, anche una spiegazione al rapporto tra Lily e Elioxe anche se un’idea mi
ronza in testa. Un bacio a tutti
Draco uscì correndo da sotto il
mantello dell’invisibilità, non poteva credere a quello che aveva sentito, non
riusciva a capacitarsi di come tutti nella sua vita gli avessero raccontato
solo bugie. Severus, sua madre e tutti i suoi amici. Si era accorto infatti che
Harry e Ron erano rimasti pressoché impassibili alla notizia della paternità di
Sirius e del rapporto che lo legava a Piton. Si sentiva tradito e umiliato
nell’aver appreso tutte quelle notizie in una sola volta, nascosto sotto il
mantello dell’invisibilità insieme a quelli che sostanzialmente erano due
estranei. Voleva andare nel suo dormitorio, buttarsi sotto le coperte e
piangere tutte le lacrime che aveva in gola. Appena arrivato al ritratto della
signora grassa sentì distintamente la voce di Ginny strillare queste parole:
-HERMIONE, MA COSA VAI A
PENSARE, LUI è UN MALFOY E I MALFOY L’AMORE NON SANNO NEMMENO COSA SIGNIFICA.
Draco entrò comunque e con voce
mesta le disse:
-Io sarò anche un Malfoy, ma l’amore lo so cos’è e so che fa
solo soffrire.
Detto questo uscì nuovamente
dalla porta e si scontrò con Harry, doveva averlo seguito, in fiotto d’odio si
impadronì di lui. Gli aveva mentito, ecco perché si era comportato da amico,
sapeva che era parente di Black… lo spinse da un lato e scese di corsa le
scale, Harry continuò a seguirlo. Si spinse all’interno della foresta e non si
fermò finché non gli mancò il fiato. Erano in una larga radura, tutta
circondata da alberi, vi era solo un grosso masso proprio al centro, eramuschiato e un po’ bagnato dalla neve che
c’era caduta quella mattina presto. Draco si sedette sulla pietra, chiuse gli
occhi e iniziò a piangere silenziosamente; non si era accorto di Harry che lo
osservava a doverosa distanza. Era
disperato, aveva scoperto di non essere un Malfoy, di non essere responsabile della
morte di tutte quelle persone innocenti solo perché portava quel nome, avrebbe
dovuto essere felice, ma come poteva esserlo, Severus gli aveva mentito, sua
madre gli aveva mentito e Sirius era morto, si sentiva solo, per coronare il
tutto Ginny aveva detto senza mezzi termini che lui non le piaceva perché i
Malfoy non sanno amare… ma lui non era un Malfoy… sentì sulle sue spalle un
calore nuovo, un braccio amico si era posato su di lui e lo strinse a se, lui
si abbandonò completamente all’abbraccio e iniziò a singhiozzare. Harry poteva
ben immaginare come si sentisse, sapeva quale fosse la sensazione di solitudine
e incertezza quando scopri che le persone che ti amano e che ti hanno amato ti
mentono o muoiono; era un dolore che sopportava da 6 lunghi anni. Lo tenne
stretto tentando di calmarlo, ma senza grandi risultati. Sembrava che tutte le
lacrime che aveva risparmiato in quegli anni di sofferenza stessero uscendo
tutte insieme. Harry non seppe dire quanto tempo restarono così e come non si
accorsero che la sera fosse scesa. Draco aveva bisogno di un amico, di una
persona che lo sostenesse mentre era disperato, che non facesse domande.
-Mi dispiace – disse Draco – mi dispiace per averti trascinato
qui.
-Io sono venuto perché volevo solo starti vicino, so come ti
senti.
-Lo sapevi eh – ora la disperazione aveva lasciato il posto
alla rabbia, un sentimento forte e doloroso – tu , Ron e Hermione lo sapevate
fin da questa estate vero?- si girò e iniziò a scrollarlo.
-No, lo abbiamo saputo solo ieri, leggendo il diario di mia
madre. Per questo io e Ron stavamo andando da Piton, volevamo farglielo avere.
Quando abbiamo visto Lupin entrare e te arrivare ci siamo spaventati e abbiamo
messo il mantello. Il resto lo sai. Io lo avevo detto che non era una buona
idea ascoltare le loro conversazioni private.
-Scusami, lo so che non è colpa tua, non so perché l’ho detto.
Io so solo che la mia vita è tutta una bugia, che nessuno mi ha mai detto la
verità…
-So come ti senti, tutti sanno più di me sulla mia vita. Non è
piacevole.
-Harry, lo so che per te è difficile ma mi racconteresti
qualcosa di Sirius?
Potter sentìil cuore sprofondargli all’altezza delle
ginocchia, doveva raccontargli di Sirius e della sua morte, doveva dirgli che
era stata colpa sua. Fece un bel respiro, chiuse gli occhi un momento e iniziò
a raccontare. Gli parlò del loro primo incontro, della lotta disperata contro i
dissennatori per salvarlo, degli spaventi che gli faceva prendere quando si
trasformava in un cane, gli raccontò di come lui e Hermione lo avessero salvato
dalla torre insieme a Fierobecco, dell’estate a Grimmaud Place e del Natale
insieme, gli parlò di tutte le volte che aveva visto apparire la sua testa nel
caminetto di grifondoro e infine gli parlò del ministero e di quello che era
successo. Gli parlò della lotta e della sua caduta dietro il velo.
-Mi dispiace,è stata colpa mia, io non dovevo andare
all’ufficio misteri, io dovevo chiedere scusa a Piton per aver guardato nel
pensatoio io…- anche Harry fu scosso dai singhiozzi e fu il turno di Draco di
consolarlo.
-Lo so che la colpa non è tua, Tu sai chi lo ha ucciso, per
mano di Bellatrix. Io non incolpo te, ma Severus, poteva dimenticare quello che
avevi visto, ma lui no, lui non perdona mai. Lui mente, inganna, lui è uno…
-So che sei arrabbiato, ma lui ti vuole bene, ti ha tenuto
all’oscuro per proteggerti, tiene a te, e non ti avrebbe mai fatto soffrire.
Silente mi ha detto che lui e Sirius a modo loro si volevano bene. Ti ha
cresciuto ti ha portato dalla parte del bene, lui ti…
Ad un tratto sentirono l’aria
farsi gelida, il loro petto si riempì di aria gelata, Draco cadde in ginocchio
mentre Harry tentava in tutti i modi di pensare a qualcosa di felice, di molto
felice… la gioia nel ricevere il diario di sua madre. Il cervo argenteo uscì dalla
bacchetta, ma Harry si accorse subito che non c’era un solo dissennatore, ma
almeno un centinaio, se non di più, nella sua testa iniziò immediatamente
l’urlo di sua madre:
“ No ! Harry no ti prego! Prendi
me ma non Harry!!”
“ Spostati stupida spostati”
nell’ultimo momento di lucidità
Harry puntò la bacchetta verso il cielo facendone sprizzare scintille rosse.
Sperava che qualcuno li vedesse, ma sapeva che sarebbero arrivati troppo tardi.
Quando aprì gli occhi vide una
donna che lo fissava, aveva un aspetto familiare, ma non ricordava chi fosse,
cercò i suoi occhiali e questa glieli porse, quando la mise a fuoco la
riconobbe.
-Mamma … allora sono morto?!
-Non Potter, non sono sua madre, sono la professoressa Notable,
volevo venire a vedere come stavano i miei due studenti migliori…
-Draco?! – disse Harry ricordandosi del suo amico – sta bene?
Loro non lo hanno baciato vero?
-No, sta bene, si è svegliato dieciminuti fa, ma poi si è riaddormentato aspettandola.
-Come ci avete trovato?
-Bhe, innanzitutto abbiamo visto le scintille della sua
bacchetta, ma in realtà è stato Grop a trovarvi. I dissennatori su di lui non
hanno effetto, vi ha presi e portati da Hagrid. Lui ci ha chiamato. C’è mancato
molto poco, uno di loro stava per baciare il signor Malfoy. Vorrei sapere
quello che facevate all’interno della foresta? Lo sapete che è vietata agli
studenti?
-Io… … noi – balbettò Harry, non sapeva cosa dire, avrebbe
dovuto dirle quello che avevano sentito.
-È stata colpa mia – intervenne Draco – io ho avuto una brutta
giornata e volevo starmene un po’ da solo, Harry mi ha seguito perché pensava
che potessi fare qualcosa di stupido. Mi dispiace.
Alla professoressa bastò questa
spiegazione e se ne andò via soddisfatta. Era preoccupata più per il modo
apparentemente troppo semplice con il quale 132 dissennatori erano penetrati
all’interno della scuola.Li lasciò soli per due secondi, il tempo di
mettere a punto una scusa plausibile per tutti, ovviamente tranne per il loro
amici. Fu Ron ad arrivare per primo. Appena li vide abbandonò ogni ritegno e li
abbracciò entrambi, stessa cosa fecero Hermione e Luna. L’unica a restarsene in
disparte fu Ginny. Harry la vide piangere allontanarsi di corsa.
-Dovevate vedere quanto era arrabbiato Silente- disse Ron
mangiando una cioccorana di Draco – era talmente tanto furioso che non so come
ma ha cacciato tutti i dissennatori in un colpo solo. Poi vi ha preso dalle
braccia di Hagrid e vi ha ficcato in gola un pezzo di cioccolato enorme, poi ha
chiamato tutti i professori e gli ha fatto setacciare il castello. Ti giuro
Harry che non li ho mai visti così. La Mc Granitt voleva uccidervi con le sue
stesse mani. Ha detto che siete due incoscienti, soprattutto tu Harry, tutto il
mondo vuole salvarti e tenerti lontano da ogni pericolo e tu ti ci butti a capofitto. Piton poi, non l’ho
mai visto così.
-Gli sta bene – disse Draco
-No invece- rispose Hermione – era terrorizzato e ovviamente
non capisce quello che sta succedendo.
-Bhe – la interruppe Ron – lo sa quello che è successo, quando
siete corsi via avete fatto un baccano infernale e Lupin e Piton sono usciti a
vedere cosa stesse succedendo; io ero per metà nascosto dal mantello, ma mi
hanno visto. Lo sapete che non sono molto bravo a mentire.
-Gli hai detto che li stavamo ascoltando? – disse Harry
incredulo
-Sì, mi dispiace, ma non sono riuscito ad inventare una scusa
migliore, ho provato a dire qualcosa, ma ho iniziato a balbettare e hanno
capito. Lupin ha guardato Piton e gli ha detto che sarebbe andato tutto bene,
poi mi ha detto di andare al dormitorio per vedere se eravate lì. Vi abbiamo
cercato per tutto il castello, ma non c’era traccia di voi due. Poi abbiamo
visto le scintille.
Ron non poté finire il discorso
perché nella sala entrarono Silente, Elioxe, Piton, la Mc Granitt e Lupin; che
ovviamente fecero uscire tutti. Fu il preside a parlare per primo, aveva la
voce incerta di chi sta trattenendo le risa o il pianto.
-Vi rendete conto di quello che vi sarebbe potuto accadere? Se
Grop non avesse visto le scintille adesso sareste tutti e due peggio che morti.
Ma cosa vi dice la testa?
-La colpa è solo mia professore- disse Draco evitando lo
sguardo del suo padrino – io ho avuto una pessima giornata, volevo starmene da
solo, ero talmente tanto preso dai miei pensieri che non mi sono accorto di dove
stessi andando, Harry mi ha seguito perché temeva che potessi fare qualcosa di
molto stupido. Io accetterò la punizione che vorrà darmi, anche la sospensione,
ma Harry non ha fatto nulla se non venire a parlare con me. Avevo bisogno di un
amico.
-Io non vi capisco- sbottò la Mc Granitt – tutti ci prodighiamo
nel tenervi al sicuro e voi riuscite sempre a mettervi nei guai. Oh, signor
Malfoy, non ti preoccupare, avrai la tua punizione, ma non ti sospenderemo. Per
quanto riguarda Potter, ho deciso che il tuo castigo lo deciderà la
professoressa Notable insieme al professor Piton.
-Potter – disse quest’ultimo – voglio vederti domani mattina
nel mio ufficio. La professoressa Notable ti comunicherà il vostro
appuntamento.
Silente sorrise ai ragazzi e si
allontanò seguito dalle due donne, nell’infermeria restarono solo Lupin e
Piton. Il primo si mise accanto a Harry e gli accarezzò gentilmente la testa.
-Èun duro compito
starti dietro…
-Mi dispiace, professore, non so cosa ci sia preso, noi
volevamo solo portare ildiario al
professor Piton, zia mi ha detto di farlo, solo che una volta lì non abbiamo
potuto far a meno di ascoltare. Ci avete tenuto nascoste troppe cose e noi
volevamo sapere. Mi dispiace che Draco lo abbia saputo così, ma non era
assolutamente mia intenzione farglielo sapere, è stato solo un caso.
-Lo so, Ron ci ha spiegato, stai tranquillo, lo sappiamo tutti
e due che non c’entri niente.
Piton nel frattempo si era
avvicinato al figlioccio, aveva il cuore in gola, sapeva che non lo avrebbe mai
perdonato, era troppo orgoglioso, ma almeno doveva spiegargli, dirla tutta la
verità, dirla a lui e non ad un amico. Draco guardava fisso fuori dalla
finestra, sentì Severus sedersi sul suo letto, ma non si voltò.
-Draco io… lascia che ti spieghi…-
-Vattene – disse il ragazzo con voce gelida – non ti azzardare
mai più a parlarmi, a toccarmi o anche solo a pensarmi. Io ti detesto. Sirius è
morto a causa del tuo stupido risentimento verso Potter e gli altri. Io non ho
un padre a causa tua… ora lasciami solo.
Piton se ne andò col cuore in
pezzi, sapeva che sarebbe andata a finire così, ma sperava che la vicinanza di
Potter avesse cambiato un po’ il carattere del figlioccio. Lupin lo seguì.
-Non sei stato un po’ troppo duro con lui? – chiese Harry – in
fondo voleva solo starti vicino e spiegarti.
-No, lui mi ha mentito e io non lo perdonerò mai.
Detto questo si girò tentando di
addormentarsi, ma nella sua testa risuonavano sempre quelle stesse parole: MALFOY L’AMORE NON SA NEMMENO COSA SIGNIFICA.
Volevo ringraziare Kelorin che è stata l’unica a recensire
il mio ultimo capitolo. Ringrazio tutti i lettori silenziosi….
Draco era risoluto, non avrebbe
perdonato Piton per quello che aveva fatto, non avrebbe perdonato nemmeno sua
madre e non avrebbe perdonato nemmeno Ginny per quello che aveva detto. Si
sentiva solo, molto più di quanto credesse possibile, solo Harry e Ron
riuscivano a stargli vicino senza ricevere insulti o essere allontanati
malamente. Piton aveva rimandato a data da destinarsi l’incontro con Harry e
aveva anche sospeso le lezioni di Occlumanzia. Le lezioni erano cominciate
nuovamente, ma tutti si accorsero che durante le vacanze doveva essere successo
qualcosa, soprattutto perché Luna e Harry passavano tutto il loro tempo insieme
e Ron e Hermione non tentavano di uccidersi ogni volta che si incontravano.
Gennaio passò seguito dalle prime settimane di febbraio, S. Valentino siaprì in maniera insolita, a Harry arrivò una
lettera di sua zia.
“ Ciao Harry,
come va? Io vorrei dirti che qui va tutto bene, ma non posso, ieri sera
la casa è stata attaccata da un gruppo di mangiamorte, non ti preoccupare, io e
Dudley stiamo bene, tuo zio non lo so. È stato lui a tradire. Quando ha visto
quest’estate Piton, ha capito che stava succedendo qualcosa di strano e non so
come è riuscito ad avvertire Malfoy, gli ha detto che Severus è una spia che
lavora per l’ordine. Io credo che sia in pericolo, il mangiamorte che mi ha
avvertito ha parlato di un attacco imminente alla scuola e mi ha detto di non
mettere in mezzo Silente, almeno non subito. Comunque ieri sera Vernon è uscito
, lo sai che non lo fa mai per questo mi sono insospettita; poi verso le nove
si è materializzato un mangiamorte, non l’ho visto in faccia perché era
nascosto dal cappuccio, ma mi ha detto che dopo un ora esatta sarebbero
arrivati e ci avrebbero ucciso. Ci siamo nascosti dalla signora Figg, li
abbiamo visti arrivare, c’erano Malfoy e Bellatrix, Tiger e Goyle e penso anche
Narcissa. Hanno distrutto la casa, ma noi eravamo fuori. Dudley era
terrorizzato, ma alla fine sono riuscita a portarlo fino al ministero e da lì a
Hogsmeade. Non ti preoccupare, ti farò sapere.
Una bacio tua Zia e tuo cugino.”
Harry dopo aver letto la lettera
della zia uscì dalla sala comune e si scontrò con Luna, le diede un rapido
bacio sulle labbra e riprese la sua corsa verso l’ufficio di Piton, sapeva che
avrebbe dovuto dirgli dell’attacco a sua zia e sapeva che avrebbe dovuto dirgli
che era stato scoperto. Attraversò a perdifiato tutta la scuola travolgendo un
paio di ragazzi. Si catapultò nell’ufficio del professore, lo trovò immerso
nella preparazione di una pozione. Appena vide il ragazzo, il professore
assunse la solita aria disgustata. Il ragazzo non ci fece nemmeno caso tanto ci
era abituato. Dopo l’attacco dei dissennatori a scuola non aveva più avuto modo
di parlargli tanto meno di fargli leggere il diario.
-Professore, lei deve leggere questa.- senza mezzi
termini gli porse la lettera di sua zia .
-Quando ti è arrivata? – chiese l’uomo allarmato
-Questa mattina.
-Dobbiamo fare qualcosa, avvertire Silente e Lupin, non
credo che attaccheranno la scuola, ma se lo facessero voi tutti sareste in
pericolo.
-Non attaccheranno la scuola, attaccheranno lei. E lei
non può essere sacrificato. Ora lo so.
-Potter, tu non capisci, io ora non servo più a niente e
a nessuno. Nonimporterebbe a nessuno se
io morissi.
-Lei è proprio stupido lo sa? Draco prima o poi la
perdonerà, le vuole bene e poi non è vero che a nessuno importerebbe se lei
morisse… io credo che mia zia ci rimarrebbe molto male. Le vuole bene, l’ho
capito da quella lettera, e se ancora non le è chiaro, venga con me a Hogsmeade,
venga a farsi dire da lei cosa prova.
-Sai – disse il professore abbozzando un timido sorriso-
ogni giorno che passa assomigli sempre più a tua madre. Dobbiamo avvertire
Lupin.
-Io devo avvertire i miei amici. Torno subito.
Harry salì le scale e entrò nel
buco dietro il ritratto, trovò lì tutti quanti spiegò loro velocemente quello
che stava per accadere e li convinse ad accompagnarlo da sua zia. Solo Hermione
si rifiutò di andare.
-Harry, mi dispiace, ma io avevo altri programmi,
Vicktor mi ha invitato ad uscire.
Quella frase colpì Ron come una
pugnalata, sentì nettamente il suo cuore spezzarsi. Non poteva crollare in quel
modo, non davanti a lei, si limitò a girarsi e andarsene senza nemmeno degnarla
di uno sguardo. La ragazza lo seguì con gli occhi finché non scomparve insieme
agli altri dietro il buco. Aveva sperato che le facesse una delle sue solite
scenate, che le dicesse qualsiasi stupidaggine, ma l’aveva ignorata e questo le
fece più male di qualsiasi altra cosa. Lo aveva perso, aveva perso i suoi occhi
blu e la sua voglia di ridere e di scherzare aveva perso il suo migliore amico
ma anche il ragazzo di cui era innamorata. Stava insieme a Vicktor, ma non lo
amava, non lo aveva mai amato, nel suo cuore c’era posto solo per una persona:
Ron. Uscì poco dopo che tutti erano andati via e lo trovò lì fuori, era seduto
su uno scalino con la testa tra le mani.
-Ron?! Stai bene?
-No, non sto bene! Da una vita che non sto bene. Sono
preoccupato per te. Ogni volta che so che sali su una scopa penso che potresti
cadere e farti male, ogni volta che so che sei con lui io mi preoccupo.
-Sai, se non fosse stato per lui ora io non sarei qui…
-Già-
Detto questo si alzò e si girò
per andarsene; non gli aveva detto che l’aveva salvata lui, non gli aveva detto
nulla per paura di perderla, ma era arrabbiato, furioso con Hermione, avrebbe
voluto prenderla a sberle. Lei lo fermò lo fece girare e lo guardò negli occhi.
-Perché ce l’hai tanto con lui? Non sei tu che hai detto
che di me non ti sarebbe mai fregato niente? Allora cosa vuoi da me?
Doveva scuoterlo, farsi
rispondere qualsiasi cosa. Non poteva restare nel limbo del dubbio ancora per
molto.
-Io da te non voglio proprio niente, e come potrei
volere qualcosa da una mezzosangue secchiona e petulante.
Ron non si rese subito conto di
quello che aveva appena detto, le parole gli erano uscite dalla bocca senza
nemmeno riflettere, voleva farle male, il più possibile. Capì solo quando gli
arrivò un ceffone da parte di Hermione, questa volta l’aveva persa per sempre.
-Ti odio Ronald.
Il ragazzo la seguì fin dentro il
dormitorio femminile; chiuse la porta a chiave e si girò verso di lei. Non
sapeva bene cosa volesse fare, ma non aveva voglia di lasciar cadere in quel
modo la discussione, doveva spiegarle una volta per tutte quello che provava,
sapeva di non aver nessuna possibilità con lei, non dopo quello che aveva
detto, ma doveva dirle la verità. La ragazza dal canto suo era distrutta “ mi
ha chiamato mezzosangue, il mio Ron mi ha chiamato mezzosangue e l’ultima volta
che qualcuno mi aveva chiamato in quel modo per difendermi ha vomitato lumache
per un giorno… perché mi fa soffrire così, perché non riesco a dirgli quello
che provo.”
-Perdonami…- disse il ragazzo sul punto di piangere –
perdonami, non so perché l’ho detto , perché ti ho chiamato in quel modo.
Volevo…
-Volevi cosa –Hermione piangeva copiosamente – cosa Ron? Perché ti comporti sempre
così? Ogni volta che parliamo finisce sempre nello stesso modo, litighiamo.
Perché?
Il ragazzo iniziò a piangere con
lei.Sapeva che l’equilibrio sul quale
era stata costruita la sua amicizia si era spezzato, si era spinto troppo in
là, l’aveva delusa, ferita e si sentiva uno stronzo. La guardò negli occhi, un
brivido gli attraversò la schiena, lo guardava con il disprezzo che solitamente
riservava per Malfoy, uno sguardo di ghiaccio che non lasciava sperare in nulla
di buono. La sua determinazione si frantumò abbassò lo sguardo le chiese solo
di perdonarlo e di dimenticare, di dimenticare che un tempo erano amici,
dimenticare che si conoscessero, dimenticare tutti gli anni insieme.
-Non riesco a starti vicino come vorrei, non riesco a
guardarti negli occhi, non riesco a dirti quello che provo. Mi dispiace
Hermione, ma la verità è che tu staresti molto meglio senza di me.
-Ron… se esci da quella porta in questo modo,
dimenticati della mia esistenza… Vicktor aveva ragione, sei solo un ragazzino
stupido e io merito molto di meglio.
Il rosso si voltò le si avvicinò
e le diede uno schiaffo, era furioso, non solo il bulgaro gli aveva portato via
la ragazza di cui era innamorato, ma non perdeva occasione per dividerli.
-Sì, forse è vero, ma chiedi a Madama Chips chi è stato
accanto a te quando stavi male, chi ti ha salvato dalla caduta dalla scopa, chi
ti ha vegliato per due giorni. Non certo lui, lui èscappato, se fosse stato per lui ti avrebbe
fatta schiantare al suolo. Herm, io lo so che ti ho fatto soffrire, ma tu non
hai la più pallida idea di come sto io. Tu non sai quello che ho passato, non
ne hai idea. Non sai come mi fai sentire, tu sputi sentenze e non ti curi di
come fai sentire gli altri. Sono così: insicuro, stupido e immaturo, ma ci
tengo a te…
-Davvero- rispose lei gelida – se ci tenessi veramente a
me non mi avresti detto mezzosangue. Ma porca vacca, l’ultima volta che
qualcuno mi ha chiamato in quel modo per difendermi hai vomitato lumache per 1
giorno intero, perché ora è diverso? Da te non mi sarei mai aspettata …
-Da me? Tu non sai chi sono, non lo hai mai capito. Per
te sono solo Ron, il migliore amico di Harry, quello da maltrattare quanto ti
pare tanto non soffre… ti sbagli, io soffro e non sono un tuo amico… almeno non
piùe non perché ti ho detto una cosa
stupida in un momento di rabbia, ma perché da ormai un anno mi hai escluso
dalla tua vita.
-Ti odio… mi hai spezzato il cuore.
Il ragazzo aprì la porta e uscì.
Si diresse verso la sua stanza. Aveva il cuore in frantumi, l’aveva persa, nel
momento in cui aveva capito che a quelle condizioni non voleva la sua amicizia,
lui la voleva, voleva il suo amore non la sua amicizia. Si stese sul letto e
chiuse gli occhi. La ragazza invece era furiosa, l’aveva insultata ed era
riuscito a girare la frittata in modo tale che fosse lei a sentirsi in colpa.
Ma soprattutto era arrabbiata con se stessa, con la sua totale incapacità di
odiarlo, di non riuscire a smettere di pensare a lui, di non riuscire a
distogliere i suoi occhi da quelli profondi del ragazzo, scese nella sala
comune. In cuor suo sperava che lui fosse lì, ma non c’era. Automaticamente si
diresse verso il dormitorio dei ragazzi. Aprì la porta della stanza di Ron, il
ragazzo era steso con gli occhi chiusi e tra le mani la foto che gli aveva
regalato Hermione per Natale. Gli si avvicinò e si sedette accanto a lui. Non
sapeva cosa dire e fare, quello che voleva era che Ron restasse nella sua vita,
che non sparisse che le dicesse che la sofferenza e il dolore potevano essere
cancellate e che finalmente riuscisse ad essere sincera con lui. Restò in
silenzio osservandolo dormire, le piaceva, adorava il suo viso e quegli occhi
che la paralizzavano. Non ricordava nemmeno quando si era innamorata di lui,
quando si era accorta di volerlo tutto per se. Il secondo o forse il terzo
anno. Quando sembrava che Grattastinchi avesse ucciso Crosta, lei aveva capito
che non gli mancava solo la sua amicizia, ma gli mancava lui. Poi quando lo
aveva abbracciato per la prima volta, lui era terrorizzato, lo aveva sentito
irrigidirsi in imbarazzo, ma l’aveva accarezzata sulla testa e calmata. Poi il
quarto anno ne era stata sicura, ma lui nemmeno la vedeva, si era meravigliato
quando l’aveva vista scendere le scale splendida nel suo vestito per la festa.
Lei si era sentita mancare il respiro quando l’aveva guardata con aria ebete,
era talmente carino. Ma non riusciva a capire cosa provasse lui, la insultava e
poi le chiedeva perdono, la maltrattava e poi correva da lei la faceva
sentirela persona più importante del
mondo e poi scappava un’altra volta. Lo osservò ancora, non era sicura che
dormisse perché le sue orecchie erano diventate cremisi. Gli accarezzò la testa
e poi disse
-Cosa c’è nel tuo cuore Ron? Perché ti comporti così?
-Perché sono stupido – disse il ragazzo con gli occhi
ancora chiusi – perché non ho il coraggio di aprire gli occhi e guardarti. Mi
sentirei un verme per quello che ti ho detto. Volevo farti male, farti provare
quello che sento io ogni volta che ti vedo con Krum. Non lo penso sul serio e
se il sangue conta qualcosa allora vorrei essere anche io un mezzosangue.
Scusami se ti ho aggredito, solo che sto soffrendo, mi sento impotente davanti
a te e lui. Tu hai scelto e ovviamente hai preferito lui. Io non lo sopporto.
So che sono stato io il primo ad allontanarti, ma credimi, io l’ho fatto solo
perché mi sentivo messo da parte e anche se soffrivo ho deciso di darti la
possibilità di vivere la tua storia senza me tra i piedi. Quello che c’è nel
mio cuore non riesco a dirlo… a dirtelo. Vorrei solo che tu mi perdonassi, che
dimenticassi tutto quello che ti ho detto…
-Tu mi ferisci e poi chiedi scusa. Io non ce la faccio
più, sto male… Ron… ti prego guardami.
La ragazza si pentì subito di
averglielo chiesto, il rosso aprì gli occhi e la guardò, un lungo sguardo
penetrante, ancora una volta tutto il mondo attorno a loro parve sbiadire,
c’erano solo loro due. Hermione perse tutto il suo coraggio, avrebbe voluto
dirgli che la faceva star male, che soffriva immensamente ogni volta che
litigavano, che quella parola l’aveva ferita molto… ma non ci riuscì, riusciva
solo a guardare negli occhi il suo migliore amico rendendosi conto che
l’amicizia non c’entrava nulla con quel momento di meravigliosa pace. Ron era
ancora steso sul letto con gli occhi piantati in quelli di Hermione, avrebbe
voluto leggerle nel pensiero o che lei leggesse nel suo, avrebbe voluto
baciarla, ma non lo fece, lei aveva il potere di stregarlo, i suoi occhi lo
facevano sentire come se fosse nudo. Si riscosse per primo e abbassò lo
sguardo. Fissava il petto della ragazza che si alzava e abbassava con una
velocità straordinaria. Sapeva che non avrebbe resistito molto, che prima o poi
l’avrebbe stesa sul letto e iniziata a baciare, voleva stare con lei, non gli
era mai capitato di desiderarla in quel modo, si alzò di scatto e iniziò a
passeggiare per la stanza, era in imbarazzo e avrebbe giurato che le sue
orecchie fossero in fiamme, ma quello che più lo preoccupava era che il
desiderio di lei non si era ancora placato. Aveva la bocca arsa e le mani
sudate e prima o poi si sarebbe accorta di quello che stava succedendo.
“ Calmati Ron, riprendi il
controllo delle tue facoltà mentali, lei è la ragazza di un altro e
probabilmente nemmeno si rende conto di quanto tu non resista senza di lei. Se
solo fossi un po’ più sicuro…” Hermione lo distolse dai suoi pensieri.
-Stai bene?
-No, te l’ho detto prima, non sto bene.
-Siediti accanto a me… Ron ti prego, siediti e parliamo.
-No, non voglio sedermi… non voglio parlare perché so
già cosa dirai.
-Ti prego siediti e dimmi cosa ti ho fatto per farti
stare così male da chiamarmi mezzosangue, cosa ti ho fatto per farti essere
schifato dalla mia presenza.
-Io non sono schifato da te, al contrario… … io non
posso starti vicino, non come prima. Hermione, possibile che non capisci?
Eppure dovresti essere la ragazza più brillante del nostro anno. Non posso
credere che ancora ti sia oscuro il motivo che mi spinge a starti lontano…
vorrei potermi sedere e parlare come facevamo un tempo, ma proprio non ci
riesco.
Le lacrime avevano ripreso a
scendere sulle guance dei due ragazzi, Hermione non riusciva proprio a seguire
il discorso di Ron. Si sentiva sola, anche se lui era lì lo sentiva distante,
in un luogo che non riusciva a raggiungere. Lo osservava camminare su e giù per
la stanza, le piaceva, non c’era dubbio. Le spalle larghe, le gambe dritte e
muscolose e il sedere tornito, avrebbe voluto avvicinarsi a lui, far passare le
mani sul suo corpo, voleva disperatamente che la toccasse, che le dimostrasse
che non la riteneva più una bambina, che la vedesse come una donna, che la
desiderasse almeno la metà di quanto lo voleva lei.
-Herm- riprese il ragazzo – per favore, non piangere,
già sto abbastanza male. Se vuoi smetto di camminare e vengo a sedermi, ma tu
devi promettere di non piangere.
-Va bene, ma non ti sedere all’altro capo del letto,
vieni qui, accanto a me. Ti prego…
Ron ricorse a tutto
l’autocontrollo di cui era in possesso, si sedette lì vicino, poteva sentire il
suo profumo, l’adorava, erano talmente vicini che il cuore del ragazzo prese a
battere in maniera vertiginosa, aveva paura che lei lo potesse sentire. Era
nervoso e a disagio, gli capitava sempre quando era vicino a lei, ma quella
volta la sua timidezza era arrivata al parossismo. Restarono in silenzio
vicini. Hermione lo vedeva, forse per la prima volta, imbarazzato. Non che lei
stesse meglio, il suo cuore correva all’impazzata, aveva la gola secca e la
voce le era morta in gola, ma doveva fare il primo passo, dirgli quello che
sentiva una volta per tutte, se lui avesse rifiutato almeno lei era stata
sincera esarebbero potuto finalmente
tornare solo amici. Fece un respiro profondo e si voltò di nuovo verso Ron, che
aveva ancora una volta gli occhi chiusi.
-Nemmeno io riesco a parlare come facevamo un tempo. La
colpa è la mia, io ti ho allontanato … io sapevo che sei stato con me tutto il
tempo in infermeria, me lo ha detto Madama Chips , ma non capivo perché ti
ostinassi a dire che con me c’era Vic… perché non mi hai detto niente?
-Io… non l’ho fatto perché avevo paura che tu soffrissi
a causa di Krum, vedi io l’ho visto baciarti, ti assicuro che è stato uno dei
momenti peggiori della mia vita, poi ti ho visto salire sulla scopa e cadere
giù; quell’idiota era paralizzato dal terrore, se non fossi arrivato io ti
saresti sfracellata al suolo…
-Mi hai salvato, come al solito…
-È normale, io tengo a te anche se non te lo dimostro o
non riesco a essere sincero.
-Ron cos’è che hai nel cuore, per una volta tentiamo di
mettere tutte le carte in tavola.
-Tu cosa perdi? stai con Krum, mentre se io ti dico la
verità tutto ciò che sento cadrà nel vuoto, sai le parole dette non ritornano
da chi le pronuncia, cadono nel vuoto e chi lo ha detto si accorge di aver
perso un prezioso tesoro.
-E da quando sei così saggio?
-Vedi, quello che ti dicevo è la verità, tu non mi
conosci veramente. – sorrise, un sorriso amaro di chi per la prima volta si
rende conto di una verità ormai palese per tutti. – Io sono così, non sempre,
ma quando parlo seriamente posso essere anche molto saggio.
-Lo so. Tu dici che io non ti conosco? Non è vero, ti
leggo dentro come tu leggi dentro me, sei il mio migliore amico, l’unico
ragazzo, a parte Harry, con cui io sia stata mai sincera, mi conosci come
nessun altro, lo so che in questo periodo siamo stati distanti, che ti ho
allontanato, ma il motivo era molto semplice: non riuscivo più ad esserti
veramente amica.
-Perché?
-Perché con un amico non potrei fare questo.
Detto questo gli si avvicinò e
gli diede un bacio a fior di labbra. Ron era paralizzato dallo stupore e dalla
sorpresa. Quanto l’aveva desiderato quel bacio, ci aveva sperato pensando di
non essere degno di sfiorarle una mano e invece lei era lì vicinissima e contro
ogni previsione gli aveva dato un bacio. Non un bacio appassionato, ma uno
dolcissimo e semplice. Non aveva mai ricevuto nulla del genere, le sue orecchie
si colorarono di rosso, ma restò immobile e incapace di dire qualunque cosa. Hermione
dal canto suo si sarebbe nascosta in un buco, aveva baciato il suo migliore
amico e lui non accennava a rispondere. Era agitata, spaventata e arrabbiata
tutto nello stesso tempo. Lo guardò domandandosi perché non le dicesse niente.
Fu nuovamente lei a riprendere il discorso.
-Hai capito perché non posso esserti amica?
-Io… io… - balbettò un momento poi preso il coraggio a
due mani le disse – io non so se quello che provi tu sia anche solo la metà di
quello che provo io, ma non ferirmi Hermione, non di nuovo. Perché non potrei
sopportare di vederti con un altro dopo quello che ti dirò.
-Io non voglio ferirti, ti ho baciato perché…
-Ti amo.
Il cuore della ragazza si sciolse
e due lacrime bagnarono il suo sorriso. Era felice, con lui lo era sul
serio.Gli prese le mani e le poggio sul
suo cuore, poi mise le sue su quello di Ron.
-Li senti? – disse – vanno alla stessa velocità. Ti amo
anche io Ron.
Si abbracciarono e si baciarono
di nuovo, ma questa volta furono molto più appassionati, sentivano crescere il
desiderio l’uno dell’altra. Pian piano Hermione sbottonò la camicia a Ron e
iniziò ad accarezzargli il petto nudo, mentre lui giocava con il suo seno. Si
sentivano in paradiso. Ma ad un tratto il ragazzo si fermò, sapeva che se si
fosse spinto più in là non sarebbe stato sicuro di riuscire a fermarsi.
-Cosa c’è?- chiese Hermione
-Io ti desidero, Dio solo sa quanto, ma ora è troppo
presto, non sciupiamo tutto solo perché non possiamo fare a meno l’uno
dell’altra. Ti amo , non mi stancherò mai di dirtelo, ma voglio fare le cose
con calma.
Le diede un altro bacio poi la
prese per mano e la portò nella sala comune. Non c’era nessuno, erano ancora
tutti al villaggio, decisero di seguirli.
-Hermione?
-Cosa?
-Ma non avevi un appuntamento con Victor?
-Era una bugia, volevo solo che ti scuotessi, che mi
venissi a dire che eri geloso o qualsiasi altra cosa. Io e Vic ci siamo
lasciati da Natale. Quando mi hai dato la foto ho capito che lo stavo prendendo
in giro, io volevo te, solo che mi fai soffrire tantissimo.
-Perdonami, non lo farò più, ti facevo soffrire perché
io stavo male, mi sentivo tradito e messo da parte. Ti amo Herm, ti amo
veramente.
-Anche io…
Dopo un ultimo veloce bacio, i
due si diressero al paese.
Davanti alla porta di casa di
Petunia, Piton sentì il suo cuore accelerare i battiti. Non riusciva a
dimenticare quella notte passata insieme tanti anni prima, quando si era
presentato da lei. Pioveva, ma nonostante questo Severus era andato da lei, era
zuppo quando aveva bussato. Si sentiva i vestiti tutti appiccicati addosso,
aveva freddo, ma era deciso doveva dirle quello che provava, anche se sapeva
che sarebbe durata poco, che avrebbe dovuto lasciarla; la desiderava, voleva
abbracciarla sentirla vicino a lui. Aveva paura, ignorava i sentimenti della
ragazza, ma Lily gli aveva detto di non preoccuparsi… era la solita inguaribile
romantica. Il cuore andava al doppio della velocità normale, bussò alla porta.
Era tardi e sicuramente lei dormiva, ma sarebbe stata quella sera o non lo
avrebbe mai detto più, nonle avrebbe
aperto il suo cuore. Il tempo che lei ci mise per aprire la porta sembrò
infinito, ma alla fine la potè guardare negli occhi. Per un attimo si dimenticò
di essere sotto la pioggia di essere bagnato fino alle ossa, lei era splendida
anche con i capelli arruffati con la faccia stropicciata dal sonno, era lì
davanti a lui e lo guardava stupita. Si sentì uno scemo, aveva provato tante
volte il discorso che doveva farle, ma una volta lì le parole gli erano morte
in bocca. Petunia lo guardava e lo invitò ad entrare.
-Spogliati – gli disse- sei zuppo, io vado a prenderti un asciugamano e una coperta.
Severus non poteva spogliarsi,
non davanti a lei, non lo aveva mai fatto davanti ad una donna. Restò immobile
e in silenzio. La ragazza allora decise di spogliarlo lei, quando la vide
armeggiare con i bottoni della sua camicia il cuore gli balzò in gola e provò
un’ emozione talmente forte da togliergli il fiato. Si ritrasse come se si
fosse scottato, lei non comprese quel gesto e si sentì respinta, si allontanò,
ma il ragazzo la trattenne per un braccio.
-Dove stai andando?
-Io… io… credevo che avessi bisogno di un po’ di
privacy.
-No, voglio che tu rimanga.
La tirò a se e le fece continuare
a sbottonargli la camicia, mentre lui l’accarezzava sulla testa. Petunia gli
tolse la camicia e gli passò sulle spalle una coperta. Severus rabbrividì a
quel tocco e si avvicinò ancora di più, erano talmente tanto vicini da non
avere nemmeno lo spazio per chiudere gli occhi senza sfiorarsi con le ciglia.
La ragazza scansò una ciocca di capelli dal viso di Piton e gli accarezzò una
guancia. Il silenzio era carico di eccitazione, Severus non riusciva a
resisterle. La guardava negli occhi, e lei abbassò lo sguardo, le guance gli si
colorarono di rosso e il respiro si faceva sempre più affannoso. Ma doveva
sapere, non poteva far questo con il ragazzo di sua sorella. Si allontanò.
-Non possiamo – disse affannata – Lily ne soffrirebbe.
-Ne dubito, non stiamo insieme da un mese, lo sai… e lei
è innamorata di Potter, ma se tu non vuoi io vado via, non ti farò pressioni,
sappi solo che ti amo, solo questo
La ragazza si avvicinò e iniziò a
baciarlo con delicatezza, prima sugli occhi poi sul naso e infine sulle labbra,
solo allora il contatto si fece più intenso e profondo… quella notte era stata
in assoluto la più bella della loro vita…
Ed ora era nuovamente lì davanti
quella porta e l’avrebbe vista di nuovo, solo che non era più un ragazzino di
18 anni, era un uomo, aveva quasi quarant’ anni e aveva al suo fianco 5
persone. Non riusciva a bussare, non ce l’avrebbe fatta se non fosse
intervenuto Draco. Il ragazzo sapeva quanto fosse difficile per lui, ma nello
stesso tempo voleva punirlo e aveva anche una mezza idea sul dafarsi.
-Salve signora-disse in modo ossequioso -scusi se ci presentiamo qui tutti insieme, ma
sa, Piton è un vigliacco e da solo non sarebbe mai venuto. È stato cinque
minuti a fissare come un ebete la porta.
-Buongiorno ragazzi, prego entrate.
La donna abbracciò il nipote,
Draco, Ginny ,Lupin e Luna le venne presentata, mentre con Severus mantenne le
distanze. Stava per chiudere la porta quando anche Ron e Hermione arrivarono.
Li fece sedere e offrì loro della burrobirra e alcuni dolcetti, gli raccontò
nuovamente di quello che era successo durante l’attacco e si fece raccontare
quello che era successo a scuola. Dopo un’ora si presentò anche Silente.
-Bene, bene, bene. A quanto pare l’allegra comitiva si è
riunita nuovamente, ma vedo che ci sono anche nuovi elementi… Petunia, sono
talmente felice di rivederti sana e salva. Ora però i ragazzi devono tornare a
scuola. Porteranno con loro anche Dudley, starà con loro per un po’, fino a
quando la vostra stanza non sarà sistemata, poi verrete a vivere al castello,
lì sarete al sicuro. Per questa notte vorrei che Severus ti facesse compagnia…
ovviamente sempre che tu ne abbia voglia.
L’uomo fece il suo solito ghigno
di disprezzo, ma alla fine acconsentì. Harry e gli altri ragazzi scoppiarono in
una fragorosa risata prima di andarsene e lasciarli soli. C’era talmente tanto
imbarazzo tra loro che sembrava possibile quasi toccarlo. Restarono in silenzio
,come quella notte, a guardarsi negli occhi, sembrava che il tempo fosse
tornato indietro e che loro due non fosseroquasi quarantenni, ma due ragazzini innamorati l’uno dell’altra. Durante
l’estate avevano capito che il fatto di rigirarsi nel letto incapaci di
prendere sonno, di incontrarsi la notte in cucina significava solo una cosa,
erano ancora persi l’uno dell’altra.Come in passato fu la donna a parlare per prima.
-Draco ha saputo la verità vero?
-Sì, ha sperato che dicendoti quelle cose mi avrebbe
fatto soffrire, ma non ce ne è bisogno visto che mi spezza il cuore ogni volta
che mi guarda con disprezzo. Come fa Harry, come faceva Sirius. Perché? Perché
nessuno riesce a capire, perché nessuno riesce a guardare dietro la maschera?
Loro mi odiano, come James e gli altri… come te…
-Io non ti odio, non ti ho mai odiato… come potrei. Sei
uno sciocco… questa estate quando ti ho visto davanti la porta di casa mia mi
sono sentita morire. Non potevo credere che fossi tanto coraggioso da mettere
piede a casa mia da sopportare tutto l’odio di Harry e il mio risentimento.
Avrei voluto accoglierti come un amico ma non ci sono riuscita perché quando ti
ho visto mi sono ricordata del tuo sguardo di ghiaccio e di quelle parole: “Sei
solo una sporca babbana e tua sorella una piccola lurida mezzosangue”io ti
amavo e avrei voluto che avessi avuto il coraggio di dirmi quello che ti
tormentava. Ho provato ad odiarti, a cancellarti dalla mia vita a mentireraccontandomi che ti detestavo, per farlo
meglio sono andata a letto con Vernon, l’errore più grande della mia vita, ma
anche la gioia di avere Dudley. Io lo so che non è perfetto, ma è mio figlio e
lo amo con tutto il mio cuore… è stato difficile allontanarti da me, metterti
in un angolo della mia vita pregando che non tornassi, ma non ce l’ho fatta.
Quest’estate ho capito una cosa… ho bisogno del tuo perdono. Ho bisogno che tu mi
dica che non ti ho perso irrimediabilmente, che non ti ho deluso e …
soprattutto devi perdonarmi perché non ti ho creduto, perché ho preferito
odiare invece di amare, di credere in noi.
-Tu mi chiedi perdono? Non capisco, sono io che ti ho
fatta soffrire, che ti ho allontanata, che ti ho mentito raccontandoti mille
bugie… non hai niente da farti perdonare, se mai sono io a doveri chiedere
perdono. Volevo proteggerti, volevo che tu fossi al sicuro. Sai quanto mi sono
costate quelle parole? Hai una vaga idea di quello che hi provato vedendo
Dudley e Vernon? Hai idea di quanto ho sofferto per la morte di Sirius…
Scoppiò a piangere, non lo aveva
mai fatto, nemmeno quando aveva visto Voldemort uccidere Lily e James, nemmeno
quando Silente gli aveva detto di Sirius e dell’ufficio misteri, ma ora in
quella casa, abbracciato alla donna che amava, 16 anni di dolore si sciolsero
in lacrime. Aveva perso la sua migliore amica, aveva perso suo fratello e suo
nipote lo odiava per le bugie che gli aveva detto. La donna lo abbracciò in
silenzio, aveva desiderato quel momento che non se lo sarebbe lasciato
scappare. Lo accarezzava sulla testa come aveva fatto in passato. Sentiva le
lacrime dell’uomo bagnargli il petto. Aspettò che si calmasse, poi alzò il suo
viso all’altezza dei suoi occhi, lo guardò per un attimo e poi si lasciò
baciare. Un bacio lungo appassionato, carico di gioia e eccitazione. L’uomo si
fermò come se gli avessero staccato la spina. Era immobile e la guardava.
-Severus… cosa c’è?
-Voglio fare l’amore con te… ti amo Petunia…
-Anche io.
-Cosa? – disse l’uomo sorridendo.- mi vuoi o mi ami?
-Entrambe le cose.
Detto questo lo portò in camera
sua…come tanti anni prima passarono una notte fantastica. Il tempo sembrava non
essere passato, loro erano ancora i due ragazzini innamorati l’uno dell’altra.
Il cuore del mago era libero, libero di amare di nuovo.
La vita ad Hogwarts era ripresa
come sempre, ma tutti si accorsero di un nuovo alunno, era enorme, sembrava un
piccolo di gigante, avrebbe potuto rivaleggiare con Hagrid per la grandezza del
suo collo. Ma il suo sguardo era quello di un bambino in un negozio di
giocattoli. Si perdeva in quei corridoi enormi, sobbalzava ogni volta che un
quadro gli rivolgeva la parola. Nessuno lo aveva mai visto fare magie, ma non
sospettavano minimamente che fosse un babbano, nessun non mago era entrato
nella scuola. Camminava diffidente con tutti e solo quando seguiva le lezioni
di pozioni e erbologia dava il meglio di sé. Seguiva solo quelle due e già era
il beniamino dei due professori e non perché ( come a volte Draco pensava )
Piton era l’amante della madre del ragazzo, ma perché aveva un talento innato
per miscelare composti, arrivava quasi alla bravura di Draco. Dudley superata
la prima impressione scioccante per quel nuovo mondo si era ambientato
benissimo e era stato messo nella stessa casa di Harry, i due passavano molto
tempo insieme e Harry si era accorto che suo cugino non era poi così male.
-Devo chiederti scusa…
-No. O meglio, non mi servono le tue scuse Dud, io sono
contento: finalmente ho una famiglia e voglio chetu ne faccia parte.
-Perché devi essere sempre così buono con tutti?
-Perché so cosa vuol dire soffrire e avere paura e non voglio
che nessuno lo provi ancora.
Così i due erano riusciti a
stabilire una sorta di amicizia. Anche con gli altri membri del gruppo si
trovava bene, specialmente con Ginny e Draco, con i quali si confidava e
ascoltava le loro confidenze. Li aveva capiti al volo, si era accorto delle
occhiate da pesce lesso che si lanciavano, si era accorto di quanto stessero a
disagio da soli nella stessa stanza, ma quello che non riusciva a capire era il
perché nonostante tutto questo non stessero insieme, non si lasciassero andare.
Osservava Harry e la sua ragazza, Luna, e non poteva non provare un moto di
risa quando vedeva ilcugino arrossire
come una ragazzina quando la ragazza gli sfiorava le mani o lo baciava. Ron e
Hermione invece sembravano perfetti insieme, litigavano, si arrabbiavano e nel
giro di dieci minuti facevano la pace, si amavano molto e si vedeva. Dal canto
suo non riusciva a capire perché ogni volta che guardava Cho Chang, il suo
cuore balzava in petto. Era carina, senza dubbio, ma lei era irraggiungibile.
La prima volta che le aveva parlato si era sentito immensamente stupido e fuori
posto, lei era una strega, bellissima e potente, a detta dei suoi amici, lui
era solo un babbano stupido e grasso. Non sapeva volare, non sapeva fare magie…
non sapeva fare niente. Si sentiva solo e depresso. Suo padre li aveva
condannati a morte certa senza nemmeno riflettere, sua madre sembrava essere
vittima di qualche strana malattia tanto era felice, elui non sapeva con chi parlarne. Forse fu
per questo che il 25 aprile decise di far visita a Piton, voleva un consiglio
da un adulto e visto che il mago amava immensamente sua madre si disse che in
fondo non c’era assolutamente nulla di male nel parlare con lui. Magari avrebbe
anche scoperto perché Draco lo detestava in quel modo. Ma quando arrivò
nell’aula di pozioni, si accorse di non essere solo, anche Ginny era lì,
probabilmente per ripassare una pozione particolarmente complessa.
-Ciao Ginny. – esordì il ragazzo –che ci fai qui?
-Stavo ripassando pozioni e volevo starmene tranquilla… non ho
voglia di vederlo, di averlo sempre tra i piedi, non riesco piùa mascherare quello che provo. Non riesco a
levarmelo dalla testa…
-Allora perché non gli dici la verità?
-Non posso, non capisci, primo mi riderebbe in faccia; secondo
lui non è assolutamente in grado di provare un qualsiasi tipo di sentimento.
-È una stupidaggine e lo sai Draco ti adora e farebbe di tutto
per non farti soffrire, mentre tu sembra che ci goda nel vederlo sbavare dietro
a te o nel vedere i suo occhi riempirsi di lacrime ogni volta che lo insulti o
lo eviti… ti ama Ginny e non credo che devo essere io a dirtelo.
-Lo so – disse la ragazza affranta- lo so che mi ama, o almeno
crede di farlo, ma i Malfoy non amano…
-Che razza di idiozia,
lo sai che non è assolutamente vero…
-Fidati Dud, so quello che dico, Draco non può amare, non ne è
capace…
-Allora non ti importa un bel niente se ieri sera parlando nel
sonno ti invocava, non ti importa se tutte le volte che parla con Harry tu sei
l’argomento di discussione…
-NO !!!!! – gridò la ragazza- non mi importa un bel niente, lui
è … è…è … non posso dirtelo, soffriresti tu e Harry e anche Piton…
-Ginny, parla, sarò muto come un pesce.
-Sai cos’è un mangiamorte?
-Sì, ho avuto la gioia di incontrarne un bel po’.
-Sai come si distinguono dai maghi normali?
-No!
-Voldemort li ha tatuati, sul braccio destro, gli ha impresso a
fuoco un marchio. Ce lo hanno tutti. Solitamente è come se fosse una cicatrice,
ma quando Voldemort li chiama esso diviene nero e netto, tutti devono seguirlo
e obbedirgli. L’anno scorso l’ho visto sul braccio di Malfoy. Era svenuto e
aveva la manica strappata così l’ho visto nero e orribile.
-Non è possibile, lui è solo un ragazzo…
-Non lo so, so solo che l’ho visto. Lui è pericoloso e ho paura
che possa far del male a Harry. Come pensi che i dissennatori siano entrati al
castello…
-Non è stato lui, non ci posso credere…
-Nemmeno io potevo farlo, ma mio fratello ha sempre avuto
ragionelui è come suo padre… un
mangiamorte.
-Devi dirlo a Silente…
-Lo sa, anche Lupin e la Mc Granitt, l’unico che non sa nulla è
Piton, ti prego non dirglielo…
-Cosa non devo sapere? – chiese il professore entrando nella
sua aula- allora Weasley, si può sapere cosa mi tenete nascosto?
Dudley e Ginny restarono in
silenzio incapaci di trovare una scusa plausibile per rispondere al professore
senza che questi soffrisse troppo. Ginny sapeva che se gli avesse detto la
verità gli avrebbe spezzato il cuore, lo avrebbe ferito e inoltre non era
proprio sicura che Draco fosse passato dall’altra parte, in fin dei conti suo
padre aveva tentato di ucciderlo, se fosse stata una spia non avrebbe sofferto
in quel modo… non sapeva cosa dire, aveva lo sguardo fisso sulle sue scarpe.
-Weasley – riprese il professore -dimmi la verità, lo sai che non riesci a mentirmi in maniera
credibile… allora?
-Io… io… professore non me lo chieda…
-Virginia… parla!! Tu sai perfettamente che di me ti puoi
fidare… allora … parla!!!
-Si tratta di Draco… ma non è quello che pensa. Io ho visto una
cosa sul suo braccio…
Non riuscirono a finire il
discorso perché nella stanza irruppero Malfoy e Potter. Harry aveva una pessima
cera e continuava a massaggiarsi la testa, il biondino invece si sentiva in
maniera molto strana, detestava essere in quella stanza con Piton che lo
squadrava con occhi imploranti e Ginny che distoglieva lo sguardo da lui.
-Di Malfoy – rispose il professore – Ginny mi stava dicendo che
ha visto una cosa sul tuo braccio, ti dispiace mostrarcelo.
Draco sbiancò e si allontanò dal
suo padrino. Quel maledetto tatuaggio era stata la sua maledizione, il padre
glielo aveva fatto quando era ancora molto piccolo. Ricordava esattamente il
dolore che aveva provato quando quel ferro incandescente gli aveva bruciato il
braccio, a volte la notte sognava ancora quel giorno. Non voleva mostrarlo a
Severus, glielo aveva sempre tenuto nascosto per non fargli ricordare quei
momenti terrificanti che erano stati quelli sotto Voldemort, lo aveva protetto,
come aveva fatto lui. Si chiese come Ginny lo avesse potuto vedere, ma poi
comprese che era per quel motivo che lo allontanava, che non voleva che si
avvicinasse troppo a lei. Tremò un momento…
-Draco, facci vedere il braccio – gli intimò il professore
-No, non vi faccio vedere un bel niente.
Harry gli si avvicinò come per
proteggerlo, lui lo sapeva e non aveva mai detto niente a nessuno. Lo aveva
visto una notte a Privet Drive, quando gli aveva chiesto come fosse possibile
che avesse il tatuaggio lui aveva semplicemente risposto che suo padre glielo
aveva fatto quando aveva solo 5 anni per legarlo a se in modo indissolubile.
Harry si fidava di lui per questo non aveva detto niente.
-Draco, mostrati…
Lentamente, molto lentamente alzò
la manica e il marchio apparve in tutta la sua disgustosa esistenza. Abbassò lo
sguardo e si aspettò qualsiasi cosa ma no quello che accadde, al suo fianco
Harry, che non aveva mai smesso di stirarsi la cicatrice, si irrigidì e dalla
sua bocca uscì una strana voce metallica e stridula.
-Io sono Lord Voldemort, e sono qui per punire il traditore.
Severus,per quanto tempo mi hai
ingannato, io mi fidavo e invece tu mi hai pugnalato alle spalle, sono talmente
deluso. Certo sapevo che mi stavi mentendo, ma speravo che il tuo amore per me
fosse più profondo e chefacessi il
doppio gioco per me non per Silente. Ho tentato di punirti senza farti troppo
male, volevo solo uccidere la babbana e suo figlio, ma qualcuno come al solito
ha tradito, io nonmi posso fidare di
nessuno, nemmeno del piccolo Malfoy. Lui mi ha tradito prima degli altri, quando
suo padre mi ha detto di averlo messo a guardia di Harry, mi sono accorto che
il suo incarico non lo portava a termine, che mi risultava sempre più difficile
trovarlo da solo, il giovane Malfoy non faceva quello che gli veniva ordinato e
per questo è stato punito, ma tu Severus il tuo tradimento è stato più profondo
duraturo, non sei mai stato sincero con me… ora devo punirti. Quello che farò
sarà ancora peggiore per te perché sarà Lucius a farlo…
Appena Harry pronunciò il nome di
Lucius esso apparve dal camino della stanza di Piton e bacchetta alla mano
tentò di colpireprima i ragazzi e poi
il professore. Volarono alcuni cruciatus e all’indirizzo del professore una
maledizione che nessuno aveva mai sentito Pneuma Frater. Severus si accasciò al
suolo e Lucius se ne andò. Harry svenne e solo Dudley, che si era nascosto,
riuscì a andare a chiamare aiuto. Al seguito di Dudley arrivarono di gran
carriera tutti i professori, il preside, Petunia, Ron e Hermione. La scena che
gli si presentò davanti agli occhi era raccapricciante i tre ragazzi erano
piegati in posizione fetale sul pavimento, mentre il professore era steso a
terra con gli occhi spalancati e la bocca aperta. Respirava impercettibilmente,
ma era vivo. Silente fece portare tutti in infermeria e madama Chips aspettò
che si svegliassero. I ragazzi dormirono per un giorno intero, ma poi si
svegliarono. Harry era confuso e la cicatrice gli bruciava terribilmente.
Appena riprese i sensi sentì nuovamente dalla sua bocca uscire quella voce
fredda e metallica che aveva usato nell’aula di pozioni.
-Io sono lord Voldemort, io vi ucciderò tutti. Ho
iniziato con il traditore, ma presto, molto presto riuscirò a uccidervi tutti.
Nessuno potrà salvare il traditore, l’unico che potrebbe è morto l’anno
passato. Nessuno riuscirà a fermarmi, nessuno riuscirà a distruggermi, non ora
che il bamboccio è vulnerabile. Morirete tutti e io sarò il padrone del mondo.
Harry
svenne nuovamente la testa gli aveva fatto così maleche aveva temuto che gli si spaccasse, non ricordava esattamente
quello che fosse successo. Sapeva che aveva fatto qualcosa di terribile, ma non
riusciva proprio a ricordare cosa. Quando si svegliò i suoi amici erano tutti
intorno a lui e lo guardavano spaventati come se si aspettassero che da un
momento all’altro potesse fare qualcosa di terrificante. Si voltò lentamente e
accanto al suo letto vide Piton, gli occhi spalancati e la bocca aperta,
respirava, ma non sembrava fosse vivo.
Grazie a Daffydebby … quando ti
decidi a scrivere qualcosa tu? Lo so, che scoprire di Sirius è stato scioccante
ma volevo creare un po’ di intrecci… e
poi così non è solo Harry a fare la parte dello sfigato…
Grazie a Kelorin… amo Piton, mi
piacciono i personaggi un po’ al limite perché non esiste nella vita vera solo
il bene o solo il male in una persona… e poi quel poveraccio a scuola ne deve
aver passate di tutti i colori.
Grazie aHermioneCH, sono commossa del fatto che ti
piaccia come scrivo, è fuori dagli schemi, ma è divertente per questo
scriverla…mi permette di dare voce a tutto quello che mi frulla per la testa.
Grazie a Marco. Per rispondere al
tuo quesito:Harry sa usare il patronus e lo sa fare molto bene; ci ha anche
provato, ma erano troppi e lui aveva appena parlato di Sirius… quindi non aveva
in mente molti ricordi felici…
Severus non provò dolore quando l’incantesimo lo colpì, si sentì leggero come
se non avesse peso, dopo una momento di sorpresa si guardò intorno, era nella
sua aula, ma c’era qualcosa di diverso, non era con i suoi alunni, era solo e
la classe era diversa, sembrava che fosse quella del passato, non riusciva a
capire. Si sedette su un banco e si guardò attorno aspettando che qualcuno gli
spiegasse quello che stava accadendo. Non seppe quanto tempo restò seduto, ma
il solo fatto di essere lì in silenzio a riflettere gli diede un senso enorme
di pace, ripensò a quanto amasse quella scuola, a
quanto avesse lottato per farsi accettare dagli altri professori e dagli
studenti, ricordò la prima volta che vide Harry seduto sul suo banco a prendere
appunti, si rivide lottare con Raptor per impedirgli
di fargli del male, nonostante si comportasse come un perfetto bastardo, voleva
bene al figlio di Lily e James, li rivedeva nei suoi
occhi e nel suo sorriso. Si vide giovane con un bambino biondo sulle ginocchia
che gli sorrideva con la sua bocca sdentata. Vide Petunia che si offriva a lui,
vide il dolore di Lily e quello di Narcissa, poi vide
Sirius. Quanto tempo avevano sprecato ad odiarsi, a
farsi del male solo perché erano talmente orgogliosi che non avrebbero mai
ammesso di aver sbagliato, non gli aveva mai detto di volergli bene, non gli
aveva mai detto di Draco, di Narcissa… di Lily,
avrebbe potuto tradire il segreto e spifferare tutto a tutti in modo tale da
salvarla, ma non c’era riuscito,non avrebbe potuto vedere negli occhi della sua
amica la delusione e il disprezzo. Aveva taciuto e l’aveva vista morire,
insieme all’uomo che gliel’aveva portata via, si era accorto che non sarebbe mai
più stato lo stesso uomo dopo aver visto gli occhi di Lily, spalancati e vuoti.
È strano, si diceva spesso, come gli occhi di una persona cambino,
da morta gli occhi della donna erano diversi, non ardevano più, il suo corpo
era come un guscio vuoto, un involucro svuotato della parte più importante,
sembrava piccolissima e fragile. Lily non c’era più. Per Sirius le cose erano
state diverse, lui era caduto, dietro a quel velo maledetto dal quale nessuno
era riuscito ad uscire, l’aveva lasciato di nuovo da solo a combattere, si
chiedeva se si fosse accorto di quello che succedeva se avesse pensato a lui o
a Harry, a Lupin e a quanto avrebbero sofferto.
Ricordò la sera che Silente gli raccontò tutto quello che era accaduto
nell’Ufficio Misteri, il suo cuore si era fatto di piombo e aveva provato il
dolore più grande della sua vita. Non aveva potuto vedere suo fratello per
l’ultima volta dirgli di Draco dirgli che gli voleva
bene. Lo vide da ragazzo, lo aveva sempre invidiato, aveva una bella vita,
mentre la sua era stata terribile, lo vide uomo quando
lo insultava chiamandolo mangiamorte, lo vide cane,
lo vide a scuola quando era tornato per Harry. Gli mancava. Si voltò perché
sentì un rumore dietro le sue spalle e si specchiò in due occhi verde smeraldo,
non riusciva a capire, non era Elioxe, era lei, la
sua Lily.
-Ciao Severus, da quanti anni non torni qui da me, pensavo che ti fossi dimenticato di me, eppure sei venuto
tante volte.
-Lily… che ci fai qui?
-Sono tornataper te, mi hai chiamata qualche mese
fa.
-Già, mi sei mancata. Sono morto?
-Non ancora, Voldemort ti ha
quasi ucciso, ma come al solito non ha calcolato le
conseguenze del suo incantesimo.
-Dove siamo?
-Qui… Ti ho osservato in questi anni, hai cresciuto bene
Draco e con Harry sei sempre stato meraviglioso, lo hai salvato molte volte…
-Non gli ho potuto impedire di soffrire.
-Nessuno può, lo sai, non ti dare
colpe che non hai, non portare il peso dei morti, noi non siamo morti per causa
tua. Tu non hai colpa.
-Non è vero, almeno Sirius avrei
potuto salvarlo.
-Quante persone hanno colpa per la mia morte? Tu, Harry, Silente, Remus… troppe persone per un uomo solo.
Severus si voltò e osservò il
volto di suo fratello, gli sorrideva, si specchiò in quegli
occhi blu, era felice.
-La colpa di quello che è successo è
diVoldemort e di quella pazza di Bellatrix, voi non c’entrate, quando torni dillo anche agli
altri.
-Io non voglio tornare.
-Sì lo farai Mocciosus – intervenneJames – lo farai perché
i ragazzi hanno bisogno di te, non li puoi lasciare soli.
-Io voglio restare con voi.
-Allora non ci sono problemi visto che verremo con te.
Vi staremo accanto fino a che la guerra non sarà finita.
-Draco mi odia… anche Harry.
-Non è vero – riprese Lily – te
lo posso dimostrare… guarda.
La stanza intorno a loro si
dissolse e si trovarono in infermeria. Severus ebbe un mancamento
quando vide il suo corpo steso sul letto. Accanto a lui il suo
figlioccio e Harry lo guardavano e gli parlavano. Li
sentiva lontani come se parlassero in un altro mondo o in un altro
spazio.
“ Se la
caverà” ripeteva Harry a Draco “ lui è forte, più di quanto tu possa credere e
se ha anche una sola goccia dello stesso sangue di Sirius, lui ce la farà”
“ Harry, non capisci? Io l’ho deluso, sono un mangiamorte uno
schifoso servo dell’oscuro Signore”
“ No, tu sei solo Draco, il
nostro amico, il suo figlioccio e solo per uno sfortunato caso quel coso è sul
tuo braccio. Troveremo un modo per riportarlo qui, ora ha anche zia Petunia da
accudire… e tua madre da proteggere, hai visto quanto
tempo ha passato qui in infermeria in queste settimane?”
“ Gli ha sempre voluto bene, da
che mi ricordo lui ha avuto un posto speciale nella nostra famiglia, l’ho ritenuto un padre… sicuramente migliore di quello che
mi ha cresciuto e che mi ha ridotto così. Harry…? Ti dispiacerebbe lasciarmi
solo?”
Il moretto si allontanò e in
infermeria rimasero solo il professore e l’ex serpeverde.
Il ragazzo prese tra le sue mani quelle dell’uomo e sottovoce iniziò a
cantargli una vecchia ninnananna, la stessa che aveva sentito da piccolo cantata dall’uomo che aveva di fronte.
“ Ascolta il rumore delle onde
del mare ed il canto notturno dei mille pensieri dell’umanità che riposa dopo
il traffico di questo giorno che di sera si incanta
davanti a un tramonto che il sole le dà, respira, e da un soffio di vento
raccogli il profumo dei fiori che non hanno chiesto che un po’ di umiltà, e se
vuoi puoi gridare e cantare che hai voglia di andare e cantare che ancora
nascosta può esister la felicità”
“ Ricordi Zio,me
la cantavi sempre, anche l’anno scorso dopo la notte nell’ufficio misteri… ora
so quanto ti è costato venire a confortarmi quando il tuo cuore era straziato
dal dolore. Mi hai insegnato ad amare, a stare dalla parte giusta a non avere
paura della vita, a non sottomettermi mai. Ma mi hai anche mentito, tradito e escluso dalla tua vita… perché non mi hai detto che stavi
soffrendo… io ti sarei stato vicino. Era tuo fratello e il mio vero padre, ma Harry mi ha fatto capire che i veri genitori sono
coloro che ti crescono, quelli che ti stanno sempre vicino e questo lo hai
sempre fatto tu, quindi se ho un padre… quello sei tu.”
-Vedi- riprese Lily
abbracciando un Piton molto molto provato – ti ama, Sev, lui ti considera suo padre e non è poco. Pet sta malissimo e Harry come al
solito si sente in colpa… devi tornare.
-Evansha
ragione- intervenne Sirius – loro ti amano, quello è il tuo posto.
-Non sono degno del loro amore. Sono un mostro, nessuno
mi dovrebbe amare… io sono un mangiamorte, lo sono
stato per 3 anni, ho ucciso, ho torturato persone innocenti con la sola scusa
che era il mio compito… ho permesso a Lucius di marchiare il mio piccolo Draco… gli ho mentito,
nascosto troppe cose della mia vita… anche a te Sirius ti ho mentito e vorrei
che non fossi morto, vorrei poterti dire quello che provo avendoti davanti gli
occhi in carne ed ossa, non un’ ombra…
-Cosa mi hai nascosto?
-Draco è tuo figlio, nato dall’amore tra te e Narcissa, io dovevo dirtelo, ma
credevo che fossi stato tu a tradire Lily e James…
-Lo sapevo, Narcissa mi ha scritto quando sono scappato da Azkaban. So perché non me lo
hai detto e non stava a te farlo, con me non hai nessun debito, semmai sono io a esserti debitore per come hai cresciuto il mio bambino. È
forte, coraggioso e in grado di amare, questo glielo
hai insegnato tu. Grazie.
-Sirius… ti voglio bene… davvero.
-Anche io Mocciosus…
-Ora devi tornare. – intervenne James – i ragazzi hanno bisogno di te, Petunia ha
bisogno di te.
Draco teneva stretta quella mano
da ormai un mese, si allontanava solo per le lezioni e per mangiare, per il
resto era sempre con lui. Gli aveva parlato gli aveva
domandato perdono, aveva provato tutto per riportarlo a se, aveva cantato la
ninnananna un milione di volte, ma non aveva avuto nessuna risposta.
“ Ancora, è già tardi ma rimani ancora. Per poter gustare ancora un poco quest’aria scoperta
stasera e domani ritorna a quest’ora tra la gente che
soffre e che speratu saprai che
nascosta può esistere la felicità”
“ Torna da me… ti prego, io sono
uno stupido ad averti detto che sei un fallito, che ti
odio, non lo penso sul serio, ti voglio bene… non lasciarmi solo”
Una lacrima scese sulle guance
del ragazzo e cadde sulle labbra del professore, che come destato da un lungo
sonno aprì gli occhi e disse:
-Io non ti lascerò mai solo, sarò
sempre con te.
-Severus… sei vivo… sei tornato… Dio, quanto sono felice.
Sono qui con un nuovo capitolo…
grazie Kelorin… almeno tu non mi hai abbandonato… dimmi che ne pensi… la storia si fa più folle…
Capitolo 23 *** gli occhi di Lily e il sorriso di James ***
Gli occhi di Lily e il sorriso di James
Gli occhi di Lily e il sorriso di James
Appena aprì gli occhi vide il
volto del suo amato figlioccio, era lì davanti a lui con le lacrime agli occhigirò la testa e si
accorse che tutti i ragazzi erano accanto a lui. Draco, Harry, Ron, Hermione, Ginny e persino Dudley. Tutti lo
stavano abbracciando, si sentì un po’ strano ma molto felice; si voltò e vide
Petunia e Narcissa, lo guardavano con affetto e con
felicità spostando lo sguardo si accorse anche di LupineElioxe; seguivano la McGranitt, Silente e Hagrid.
Accanto alla finestra poi li vide… Sirius, James e
Lily. Sbattè le palpebre un
paio di volte prima di esserne sicuro, solo quando si fecero avanti e si
mostrarono anche agli altri che Severus si rese conto che ciò che vedeva era
reale.
Tutti reagirono
in modo molto prevedibile erano spaventati e sorpresi. Petunia e Narcissainiziarono a piangere non
riuscivano a capire cosa stesse succedendo e anche Draco ed Harry erano
piuttosto sorpresi i ragazzi si avvicinarono ai loro genitori . Il biondino era
sorpreso e a disagio, suo padre… quello vero… era lì accanto a lui ed era
reale. Si avvicinò e lo abbracciò in silenzio. Harry reagì più
o meno nello stesso modo con i suoi genitori, vide per la prima volta il
sorriso di suo padre e gli occhi di sua madre, capì che quello che gli dicevano
sempre era vero, lui era la copia di suo padre con gli occhi di sua madre.
-Mamma… - disse - papà
-Harry, il mio piccolo Harry. Come sei cresciuto.
-Io… io non capisco, non capisco, come
è possibile che voi siate qui… non esiste nessuna magia che può portare
indietro i morti.
-Si, lo so, io noi siamo qui
perché Severus ci ha chiamato… vedete, Voldemort come
al solito non ha calcolato la conseguenza dei suoi gesti; il suo incantesimo ha
lasciato a metà Severus, non era né nel vostro mondo né nel nostro,era in una situazione di passaggio e quando è
tornato, anzi è voluto tornare noi lo abbiamo seguito.
-Quanto resterete- chiese Draco
-Non lo sappiamo, ci hanno permesso di venirvi ad
aiutare, ma non sappiamo per quanto tempo ci faranno restare, non sappiamo
nemmeno il motivo per cui siamo riusciti a tornare in
maniera corporea e non solo come spiriti- disse Lily
I due ragazzi erano felici come
non lo erano mai stati, Harry aveva i suoi genitori al suo
fianco per la prima volta, poteva contare su di loro per ogni cosa che aveva in
testa e nel cuore, poteva parlare con loro della profezia e dei demoni che
aveva nell’anima. Parlò loro dei suoi sei anni di scuola della
sua vita, delle volte che si era dovuto scontrare con Voldemort.
-Vi ho visti una volta, stavo
combattendo con lui. Era il mio quarto anno e Voldermortera appena risorto e
mi aveva sfidato, le nostre bacchette si sono unite e dalla becchetta di Voldemort sono uscite le ombre di coloro i quali lui aveva
ucciso, tra cui anche voi due, mi avete protetto.
-Sì, eravamo noi, in una nostra forma. – rispose James – Sirius mi ha anche detto la forma che prende il tuo
patronus.
-Un cervo, sono stato sempre curioso di vedere in che cosati trasformassi, o
meglio vedere quanto il mio patronusti somiglia e poi volevo sapere anche una
cosa, riguarda la mamma tu sei un animagus?
-Perché me lo chiedi?
-Non saprei, forse perché sei stata sempre amica di Lupin e perché sapevi di lui e perché eri la strega più
brillante per la tua età?
-No, ma c’ho provato, solo che
devi essere predisposto perfarlo e io
non lo ero.
Harry non sapeva perché le avesse
chiesto una cosa così stupida, ma non sapeva cosa chiedere loro, era scresciuto senza di loro, non sapevacome ci si comportasse con dei
genitori. Non sapeva nulla di cosa significasse avere
una famiglia.
Draco invece era silenzioso
osservava da lontano ii suoi genitori che si stavano
abbracciando, non voleva interromperli, ma era felice
perché avrebbe potuto conscere un padre che poteva
portare degnamente quel nome.
-Sirius- disse Narcissa
– ti presento nostro figlio: Draco Sirius Malfoy.
-Cosa – sobbalzò Draco – il mio secondo nome è Lucius.
-No, all’anagrafe sei iscritto come draco Sirius Malfoy, ma a tuo padre ho detto
cheti chiamavi Lucius.
Dovevamo proteggerti, così Severus mi diede una pozione simile a quella polisucco che ci permise che il tuo aspetto fose simile a quello di Lucius.
-Cosa?!!!
-Già, piccolo, noi abbiamo temuto per la tua vita se
avesse saputo di chi eri figlioti avrebbe ucciso. Perdonami se ti
abbiamo fatto questo.
-È permanete?
-Sì, mi dispiace. Ma non è
importante come sei fatto, ma chi sei e tu sei un Black, come me e tuo padre.
Dopo quelle chiacchierate
passarono molti giorni nei quali Harry e Draco passavano tutto il tempo insieme
ai loro genitori, soprattutto la sera passavano tuttoil tempo a scorrazzare nel parco,
Harry era felice e si sentiva libero come non lo era mai stato.Draco invece per la prima volta nella sua vita
sapeva che qualcuno gli voleva bene sul serio, e uno di questi era suo padre,
non era mai stato amato da suo padre.
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granzie a Kelorin e ai lettori silenziosi... commentate.....