The Darktear Academy

di lilithrose98
(/viewuser.php?uid=789861)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La fine della mia tranquilla vita. ***
Capitolo 2: *** Prime impressioni. ***



Capitolo 1
*** La fine della mia tranquilla vita. ***


Capitolo 1 : La fine della mia tranquilla vita.

                      


-Lilith hai preso tutto?- 
-Sì, mamma.
- risposi.
-Sicuro che non hai dimenticato qualcosa?- continuò, mentre stavamo uscendo di casa.
-Sicuro.- sbattei la porta e portai via con me l'enorme valigia rossa. 
-Mi mancherai. Mi raccomando, fa' la brava.-mi disse e mi abbracciò. 
C'era una macchina nera che mi aspettava fuori dal cancello di casa, era lì per me. 
Fu deciso ai miei sedici anni.
Sarei dovuta andare via di casa per frequentare questa specie di scuola, ignara della sua esistenza fino al mio quindicesimo compleanno quando mi fu spiegato tutto.
Il mio nome è Lilith Cross.
Discendo da una famiglia di cacciatori.
Cacciatori di mostri.
Ho sempre vissuto una vita normale,forse fin troppo,  prima di scoprirlo.
Da allora cambiò tutto. 
Il mio addestramento è cominciato il giorno dopo in cui mi fu svelato questo grande segreto, così lo chiamava mio padre.
Lui non c'era quasi mai a casa, era sempre impegnato per proteggerci ma l'ho capito solo dopo.
Io, unica figlia, avrei dovuto seguire le sue orme. 
Mi venne insegnato come sconfiggere un demone,come combatterlo. Mio padre mi disse tutto ciò che sapeva.
Adesso era arrivato il mio turno. 
Era in corso una guerra tra cacciatori e mostri. E avremmo dovuto vincerla. 
C'era in palio la vita dell'umanità intera. A nostro favore c'era il fatto che il numero di noi cacciatori era sempre più in aumento. 
Quando compii sedici anni fui informata che erano stati scelti dieci ragazzi, tra cui io, che si erano dimostrati molto abili che avrebbero dovuto entrare nella Darktear Accademy, la famosa accademia di mostri. Dovevamo integrarci e passare un intero anno lì, per aggiornare i loro movimenti al Consiglio dei cacciatori.
Non avevamo scelta, era obbligatorio che accettassimo, così funzionavano le cose tra di noi.
Non avrei visto i miei genitori, i miei amici, i miei familiari per un anno intero. E non sarebbe stato facile.
Da una parte ero entusiasta ma dall'altra ero davvero spaventata.
Sapevo che avrei corso pericoli, specialmente se saremmo stati beccati,ma il Consiglio ci aveva assicurato che era impossibile poichè una delle regole di quell'Accademia era di non rivelare la vera forma, tutti avrebbero mantenuto la forma umana per non creare preferenze o litigi.
L'unica cosa che ci era stata raccomandata era di prendere un volta al giorno una goccia dalla bottiglia che ci avevano consegnato, poichè avrebbe nascosto il nostro odore di umani.
-Signorina vuole una mano con la valigia?- mi chiese il conducente, era un uomo anziano dai capelli bianchi e  dal sorriso amichevole.
-Non si preoccupi. Ce la faccio.- sollevai la valigia e la poggiai nel cofano già aperto. Durante il mio addestramento ero diventata davvero forte quindi per me non era un grosso problema. 
Anche se il Consiglio dei Cacciatori ci aveva assicurato da ogni pericolo, portai lo stesso con me un bastone e un pugnale, che nascosi nella valigia, per garanzia.
Salita sulla macchina, guardai un'ultima volta mia madre davanti casa che mi stava salutando.
-Rispondimi ai messaggi e inviamene uno appena arrivi!- gridò mentre cominciammo a dirigerci.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Prime impressioni. ***


Capitolo 2 : Prime impressioni.




Dopo due ore di macchina, l'autista svoltò in una stradina asfaltata immersa in un bosco che man mano ci addentravamo diventava più tetro. Dal finestrino vedevo soltanto alberi alti, i cui rami troppo sporgenti picchiettavano talvolta sulla macchina.
Nel frattempo il sole era già calato, ma nel cielo quella sera non c'era traccia della luna. 
-Siamo arrivati, signorina- disse d'un tratto l'autista che non aveva parlato per tutto  il tragitto,  spaventandomi.
Aprii la portella dela macchina, ma quando scesi rimasi sotto shock. Intorno a me non c'era nulla, se non alberi, allora guardai davanti la macchina ma la strada finiva lì. 
Intanto l'autista mi passò la valigia, mantenendo sempre la sua espressione tranquilla mentre io ero nel panico più totale.
Di scatto mi allontanai dall'uomo, pensai che magari aveva brutte intenzioni nei miei confronti.
Del resto era stato lui a portarmi in quel luogo e poi era troppo calmo.
-Forse non gliel'hanno detto?- domandò grattandosi i capelli credo imbarazzato a seguito della mia reazione.
Io rimasi in silenzio facendo cenno di no con testa.
Sbuffò si guardò intorno e poi si rivolse nuovamente verso di me.
-Bene, le spiego subito... La scuola è all'interno di un campo rivestito di magia che la rende invisibile, proprio per tenere alla larga gli umani, per questo non la vede. Deve solo continuare a camminare lungo la strada.- disse indicandola con un dito.
Così presi dalla mia valigia la bottiglietta da cui bevvi una goccia come mi avevano raccomandato.  
Infine lo ringraziai e mi avviai da sola.
Arrivata alla fine della strada chiusi gli occhi e respirai con calma un'ultima volta ancora.
Coraggio. Coraggio. Mi ripetei. Feci altri due passi e aprii gli occhi.
Rimasi letteralmente a bocca aperta per ciò che vidi davanti a me.
Era un' imponente struttura, simile a un castello, con due torri di vedetta ai lati, circondata da una cancellata di ferro.
La costruzione era fatta di mattoni di colore grigio, che le davano un aspetto spaventoso.
Aveva un sacco di finestre ma tutte piccole e illuminate.
C'era un forte vento che mi fece rabbrividire più volte, perciò passai in fretta per il cancello già aperto e raggiunsi il portone.
Sopra di esso in grande c'era la scritta Deartear academy con accanto  uno stemma molto sbiadito che raffigurava due dragoni.
La struttura doveva avere sicuramente una certa età,infatti  non vi era traccia  di un campanello, però c'erano due enormi battenti.
Bussai due volte e aspettai.
Dopo un paio di secondi si aprì. 
-Salve e benvenuta alla Darktear academy. Sono la preside Lorelaine Spencer. Tu invece devi essere la nuova studentessa Lilith Cross.
Entra sbrigati
.- Ad accogliermi c'era una donna di mezza età molto bassa e di grassa corporatura.
Aveva una montagna di capelli neri e ricci che le contornavano il viso paffuto.
Indossava uno stretto vestito lungo che evidenziava le sue forme.  A vederla tranne per quello strano gusto di vestirsi sembrava un normale essere umano.
Ella mi rivolse un sorriso e mi consegnò delle chiavi sulle quali c'era scritto il numero 95.
-Sembri esausta, per stasera puoi andare nella tua stanza, ti verrà spiegato tutto domani.
Sulla chiave c'è scritto il numero starai con un'altra studentessa. Ora chiamo Richard che ti accompagnerà.
- disse andandose e al suo posto dopo poco arrivò un signore molto anziano in abito nero. Mi fece cenno di seguirlo.
All'interno quella scuola era davvero sfarzosa, il pavimento era tutto di marmo scuro e le pareti erano piene di quadri o scaffali con varie foto e trofei. Raggiungemmo un cortile interno. Di fronte, dall'altra parte, c'era una porta sulla quale c'era scritto dormitori femminili.
Girai lo sguardo e vidi anche quelli maschili. L'anziano mi lasciò senza dire una parola, e come aprii la porta fui stordita a causa delle grida che si sentivano di alcune ragazze che correvano per le stanze rincorse da due guardie.
A vederle così non sembravano mostri, ma non mi sarei lasciata ingannare dall'aspetto innocuo, dietro al quale poteva nascondersi qualunque cosa.
Salii delle scale finchè non arrivai alla mia stanza. 
Mentre la aprivo mi tremavano leggermente le mani. Avrei condiviso la stanza con un mostro? Speravo tanto di no. 
Accesi le luci, la camera era vuota per fortuna. Era abbastanza grande. C'erano due letti singoli con un comodino ciascuno, un grande armadio con accanto una scrivania e una finestra di fronte la porta.
Poi c'era un'altra porta  sulla sinistra, probabilmente quella per il bagno.
Sopra uno dei due letti c'era già una valigia, così mi stesi sull'altro e chiusi gli occhi per alcuni minuti. Presi il cellulare che avevo in tasca, vidi che erano già le undici, volevo mandare un messaggio a mia madre, ma non c'era campo.  Naturalmente, me lo dovevo aspettare, essendo in mezzo a un bosco. Sarà un anno infernale, pensai rassegnata.
Mi avevano insegnato a provare una repulsione tale per i mostri che l'unica cosa certa era che li sarei stata il più lontano possibile.
Nel frattempo distrutta dal sonno mi addormentai.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2943792