Uzu no Hina

di alicejoyparish
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Porta ***
Capitolo 2: *** Dichiarazione d'Intenti ***
Capitolo 3: *** Patto Segreto ***
Capitolo 4: *** Nuova Missione ***



Capitolo 1
*** La Porta ***


Erano da poco passate le sei del mattino quando giungemmo nei pressi di un ponte: aldilà di esso, un piccolo sentiero che percorreva lateralmente la montagna, inerpicandosi fin dove l'occhio si perdeva, ed i miei compagni cominciavano già a pregustare il meritato riposo dopo una missione tutt'altro che semplice, non tanto per scontri fisici con nemici, quanto per la lunghezza di tempo che tale incarico richiedeva.

- Non vedo l'ora di tornare ad un pò di civiltà...mi sono rotto di tutti questi alberi

- Strano detto da te Koichi

- Che vorresti dire Amari?
Non prevedo nulla di buono dalla conversazione di questi due...

- Proprio tu parli di civiltà? Ad altri occhi sembra che tu riesca a farne a meno con molta tranquillità
Koichi a quel punto si lanciò in una profonda ed estenuante difesa di se stesso, elencando vari motivi e giustificazioni e azioni  contro la teoria del compagno. Daisuke Nakagura procedeva silenzioso come sempre, assorto ma vigile. Vidi i suoi occhi scrutare intorno con aria circospetta

- Non ti sembra strano Akiko?

- Non aver incontrato uno straccio di anima viva negli ultimi chilometri, sopratutto così vicini alla meta? Tutto talmente calmo ed intatto come se fosse una trappola ben studiata? Si la cosa puzza anche a me- risposi

- Meglio tenere gli occhi aperti- fu la sua semplice risposta.
Continuammo a camminare lungo il sentiero per il santuario, tenendo gli occhi sempre ben aperti, ma nulla si muoveva. Era tutto calmo ed immobile. Fin troppo. Qualche ora dopo eravamo giunti all'enorme accesso del tempio e, lungo la passerella sulla sommità, disposti in ordine e nascosti dietro maschere imperturbabili, stavano le guardie armate di lance lunghe e corazze spesse.

- Siamo la spedizione che giunge da Hana- disse Daisuke a gran voce, per farsi sentire oltre lo spessore della porta che aveva tutta l'aria di essere di ferro. Nessuna risposta giunse dall'altra parte, ma la porta gigante, quasi per magia, si aprì quel tanto che bastava per farci entrare. Scambiai uno sguardo con Daisuke e, a passi lenti, ci facemmo largo nel passaggio: davanti a noi c'erano un enorme spiazzo di terra battuta, circondata da alberi e nessuno di fronte a noi se non una figura incappucciata a tal punto da non distinguerne neanche i tratti somatici. La cosa mi puzzava sempre di più. Diedi un'occhiata al veicolo ( se tale poteva essere definito una tale diavoleria!) del Gran Maestro e Koichi e Amari continuavano a parlottare tra loro, come se "un'accoglienza" simile fosse normale. Abbastanza distanti dalla porta, rallentammo ulteriormente il passo e contemporaneamente si richiuse la porta dietro di noi con una velocità impressionante, come se fosse fatta di carta e non di ferro, e la figura davanti a noi scomparve nel fumo. Una Copia d'ombra. Io e Daisuke scattammo immediatamente in posizione difensiva vicino al veicolo che scortavamo, muniti entrambi di kunai, mentre gli altri due (come diavolo avevano fatto anche solo a prendere il livello di chunin solo i Kami sanno!) stavano ancora riflettendo su cosa si stava prospettando loro. Degli shuriken arrivarono nella nostra direzione e sia io che Daisuke riuscimmo ad evitarli, mentre Koichi e Amari vennero colpiti di striscio. Era tutto molto strano. Lanciai dei kunai verso destra, da dove era partito un singolo shuriken, e riuscii a distinguere perfettamente un lamento sommesso: avevo colpito qualcosa o qualcuno. A quel punto ci bombardarono di shuriken e io e i miei compagni cercammo proteggere il veicolo del Gran Maestro; Koichi improvvisamente ruppe lo schema difensivo e si allontanò, diventando un facile bersaglio per i nemici. In effetti non pensai molto, ma mi buttai verso di lui insieme ad un kunai che proveniva da uno specifico albero alla mia sinistra e non ebbi modo di schivarlo o deviarne la traiettoria. Riuscii a salvare quell'idiota ed il kunai mi si ficcò nel braccio sinistro, punto nè vitale nè doloroso.

- Basta così!- ordinò la voce imperiosa di qualcuno che non era nel mio campo visivo. Un samurai apparve all'improvviso da dietro un albero ed alzò la mano verso l'alto: un comando certo, ma ero ancora indecisa se fosse positivo o negativo per noi.

- Ci dispiace Gran Maestro Asari, ma era necessario.
Asari, probabilmente sentitosi chiamato in causa, uscì in quel momento dal suo riparo sicuro e mi si avvicinò, poggiando una mano sulla spalla del mio braccio illeso e disse al mio orecchio

- Ottimo lavoro- poi guardando davanti a sé e dicendo a voce più alta per essere udito anche dagli altri- sono sicuro che volevate avere una conferma delle nostre ben più che note intenzioni non bellicose Samurai, ma ho qualche dubbio che servisse così tanto...impegno nel constatarle- disse con enorme diplomazia- voi sapete di me e dei miei uomini, ma noi nulla di voi.
Il samurai fece un cenno nella direzione degli alberi e vidi dei ninja spuntare fuori e, con mio grande disappunto, che la maggior parte erano appartenenti a Iwa.

- Avete ragione Gran Maestro, ma così è stato molto più rapido ed affidabile capire che eravate coloro che stavamo aspettando e non degli intrusi.Io sono il Capitano Shibatane, a guardia del tempio sacro del Vento. Siete i benvenuti a questa grande riunione. L'infermeria si trova oltre questa piccola radura sulla destra- disse guardando prima i miei compagni e poi me, beccandosi in risposta uno sguardo omicida. Tutta questa situazione non iniziava per niente bene, ed erano solo le 8 del mattino.

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Capitolo 2
*** Dichiarazione d'Intenti ***


Un'altro samurai, che nella loro gerarchia doveva essere simile all'ultima ruota del carro, ci scortò ai nostri alloggi per poter lasciare i nostri bagagli: c'erano delle camere per Asari ed altre per la sua scorta, in un'ala lontana dagli altri ninja degli altri villaggi. Bene, Iwa era distante sia dal creare che dal ricevere danni.

- Se volete seguirmi, vi accompagno alla sala infermeria per poter medicare le vostre ferite- disse dopo averci mostrato gli alloggi e averci ragguagliato sulla struttura del tempio a linee generali.
I miei due compagni di team non se lo fecero ripetere, mentre io, ingoiando amaro, cercai di essere il più impassibile che potevo.

- Tu non vieni?- disse palesemente svogliato e con arroganza

- Ti ringrazio, ma è una ferita talmente banale che non c'è nemmeno il rischio di una infezione- dissi con un sorriso che, dallo sguardo di Daisuke, capii di non essere uscito nel modo migliore. Il samurai fece una sorta di sbuffo e, girando i tacchi, portò i due baka a farsi medicare.

- Non guardarmi così Dai-kun...non è nulla di grave- dissi quando non sopportavo più il suo sguardo da rimprovero. Lui non disse nulla, ma frugò nel suo zaino e ne tirò fuori il kit del pronto soccorso ed io sbuffai sonoramente. Lui mi prese delicatamente ma con fermezza il braccio e mi fece sedere: ispezionò la ferita, la pulì e disinfettò e cominciò a fare una medicazione semplice.

- Credo che questo tuo atteggiamento non farà altro che peggiorare la situazione. Io ignorerei qualsiasi tentativo di Iwa per farti perdere le staffe. È una cosa vecchia Aki-chan, dovresti cominciare ad andare avanti- disse, ammorbidendo il tono nell'ultima parte. Abbassai lo sguardo: aveva ragione, eravano ninja ed eravamo consapevoli che sarebbe stata una vita dura e piena di scelte difficili, perciò era inutile rimuginare su vecchi sentimenti.

- Una medicazione non male Dai-kun- dissi cercando di allegerire l'atmosfera

- Ho imparato dalla migliore- mi disse con un sorriso aperto e sincero, di quel tipo che non puoi permetterti spesso.
In quel momento bussarono alla porta ed istintivamente ci ritrammo uno dall'altro: al nostro lasciapassare entrò Asari e noi ci alzammo in piedi

- Tranquilli ragazzi...volevo accertarmi che la tua ferita non fosse nulla di grave Akiko

- No Gran Maestro...ho visto di peggio signore

- A proposito di questo...volevo giusto parlarti della cerimonia di apertura di questa sera. È una specie di rituale agricolo, che si usava per propiziarsi le correnti dei venti per portare piogge nei periodi giusti dell'anno. Ovviamente ora ha un significato puramente storico e tradizionale, comunque sia- disse schiarendosi la voce, forse rendendosi conto che stava divagando- vorrei che tu svolgessi un ruolo attivo nella cerimonia in quanto ambasciatore ufficiale di Hina, affianco agli altri ambasciatori degli altri villaggi ovviamente

- Gran Maestro non credo di essere la persona più adatta a...

- Sciocchezze Akiko...sei una kunoichi di talento ed io voglio che sia tu a presenziare questa sera. Qui fuori c'è un samurai che attende per scortarti alla cella per preparare la cerimonia. Non deludermi- disse uscendo e lasciando aperta la porta, della serie nessuna possibilità di risposta. Seguii l'uomo che mi portò all'interno di una specie di cappella riservata, dove c'erano altri cinque ninja più quello che doveva essere l'alto sacerdote e una specie di suo assistente, il quale fece una sommaria presentazione.
C'era Kankuro, ambasciatore di Suna, un tipo davvero particolare: era un marionettista, specialità peculiare ed esclusiva di quel villaggio, aveva degli strani segni sul volto, una sorta di cappuccio aderente che gli copriva i capelli ed una lunga tuta nera; l'ambasciatore di Kiri era un ragazzino, con capelli blu e sguardo attento ma allo stesso tempo curioso, gli occhi coperti da un paio di occhiali e sulla schiena portava una spada, un soggetto da non sottovalutare questo Chojuro. Poi c'era l'ambasciatore di Iwa, Akatsuchi, un'omaccione ma con occhi vigili e acuti, il primo di Iwa a stringermi la mano negli ultimi tempi. Poi c'era la forza portante dell'Ottacoda, Killer Bee, un uomo sulla trentina passata, capelli chiari e pelle abbronzata, che parlava in modo strano (o rappando a sentire lui) come portavoce di Kumo. Infine, per Konoha, c'era un uomo strano, dai capelli argentati e con una maschera che gli copriva per intero il viso, eccezione per un occhio e parte della fronte, Kakashi dello Sharingan, molto si è sentito parlare di lui ed ero curiosa di sapere quanto di quello che avevo sentito fosse vero. L'assistente ci spiegò fin nei minimi dettagli ogni passaggio della cerimonia, arrivando poi al compito di ognuno; poi la parola passò al sacerdote che invece spiegò i simbolismi e i significati profondi della cerimonia. Quando finalmente e con sollievo generale quei due ci congedarono, cercai di defilarmi il più in fretta possibile.

- Aspetta ninja di Hana- disse allungando il braccio verso di me, nel tentativo di arrestare la mia volontà a darmela a gambe. Mi voltai verso Akatsuchi cercando di trattenere qualsiasi emozione all'interno di me.

- Volevo scusarmi a nome di Iwa per le ferite provocate a te ed ai tuoi compagni.

- Non preoccupatevi Akatsuchi-san, non è nulla di grave- dissi cercando di fare un sorriso, a quanto pare uscito meglio rispetto al precedente.

- Akatsuchi-dono allontanatevi da questa donna- disse un'altro ninja di Iwa; beh mi sembrava strano che nessuno fosse venuto a mettere un pò di rabbia e odio- la sua vicinanza potrebbe inquinare anche le acque di una sorgente

- Ei tu, attento al linguaggio che usi fratello, io me ne starei zitto invece di dire quello- disse "rappando" Killer Bee, nel tentativo di proteggermi.

- È inutile Bee-sama...con certi individui non ci si può ragionare- mi scivolò tra i denti con più fiele di quella che volessi. Il ninja di Iwa tentò di portare un kunai alla mia gola, ma io lo avevo già visto ed ero pronta alla contromossa.

- È meglio che tu vada via ninja...Akatsuchi-san credo che dovrete scegliere più attentamente i ninja del vostro entourage- disse l'albino con tono quasi svogliato e assonnato, ma tenendo immobile il braccio del mio aggressore ben lontano da me. La tensione sembrò scivolare piano dalle nostre teste, che probabilmente avevano già fatto una previsione di scontro tra tutti noi: nulla di buono.

- Bene penso che sia meglio ritirarci nei nostri alloggi- disse Akatsuchi portando via con se i propri uomini. Si defilarono anche Chojuro e Kankuro, che prudentemente non erano entrati nel diverbio verbale.

- Vi ringrazio Bee-sama e Kakashi-san, ma credo di saper gestire le mie battaglie da sola

- Non era solo per te, ambasciatrice di Hina- disse l'albino secco- si poteva anche rischiare un incidente internazionale- disse e, girandosi, abbandonò la stanza anche lui.
Colpita e affondata, signori, da un uomo con la maschera.

- Non prendertela Akiko-san. Kakashi è un tipo particolare- disse rappando in modo buffo- non ci pensare, stai senza pensieri e vedrai che domani sarà meglio di ieri- disse facendo strane mosse per accompagnare il suo rap. Sorrisi a quell'uomo strano ma divertente e mi congedai anche io. Mentre camminavo per i corridoi del santuario sentii un'intenso profumo di fiori provenire da una diramazione del corridoio principale. Incuriosita seguii il mio naso e mi ritrovai in una specie di chiostro con un piccolo laghetto, dei cespugli ben curati e dei fiori dai colori accesi e vivaci.

- Questo è periodo dei gigli- disse un sacerdote. Vidi che aveva le mani sporche di terra, quindi doveva essere l'addetto a quell'angolo di serenità.

- Qui è tutto così pacifico...è davvero un bel posto- dissi senza neanche pensare.

- Si beh...è una fortezza lontana dal chiasso e dal caos del mondo

- Le dispiacerebbe se approfittassi di qualche minuto del suo paradiso?
Il sacerdote mi sorrise complice e si rimise a curare i cespugli del piccolo chiostro.
 

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Capitolo 3
*** Patto Segreto ***






- Akiko...! AKIKO! Oh Kami grazie! Non ti preoccupare...è tutto passato...è tutto ok



**********



Bene. Un tavolo. Comune. A cui tutti i ninja siederanno. Una bella trovata pacifica questa, dopo quanto è successo nella cappella per la preparazione della cerimonia. Io e Daisuke insieme ai nostri compagni siedevamo vicino a quelli della Nuvola, più in là si trovava la Roccia, circondata dalla Foglia e dalla Sabbia e, grazie ai Kami, lontani dalla sottoscritta. Mi infastidiva non poter rispondere come volevo alle loro sfacciataggini, dal momento che erano davanti agli occhi di tutti e soprattutto i miei! Non è normale vedere due imbecilli che parlottano tra loro e poi si mettono a ridere guardando nella mia direzione senza poter far nulla a riguardo! Stritolai la forchetta e la mano di Daisuke fu prontamente sulla mia. Ci scambiammo una rapida occhiata, la mia cercava appoggio e la sua diceva di restare calma.
Il pasto fu abbastanza silenzioso, ma era palpabile la tensione che scaturiva da anni e anni di attriti che i vari villaggi avevano accumulato gli uni con gli altri. Fortunatamente trovai molto piacevole e fonte di distrazione la conversazione con i ninja di Kumo, che, nonostante fossero tutti di corporatura massiccia (comprese le donne), si rivelarono di buon senso e di grande acutezza. Scoprii che Bee-sama era la "guardia del corpo" e braccio destro del Raikage e che tutti i suoi allievi ricoprivano ruoli ninja di prestigio. Mi descrissero il loro villaggio come un'oasi in mezzo ad un arido e secco altipiano, le loro usanze e alcune vicende della guerra che avevano reso Bee così famoso, oltre al fatto di essere una forza portante.

- Ma dimmi Akiko- disse Rua, l'allieva bionda e formosa di Bee- perché ora non ci racconti di Hina?

- Non c'è molto da dire...è un paese di figli di...- stava dicendo un ninja di Iwa, un ragazzino senza apparenti qualità di rilievo eccezion fatta per una lingua lunga

- Adesso basta!- dissi alzandomi e sbattendo con forza le mani sul tavolo- perché non ci allontaniamo e sistemiamo la faccenda una volte per tutte?

Daisuke, stranamente non fece nessuna espressione contrariata mentre tutto il resto del tavolo era perplesso.

- Non vedo l'ora principessina...metterò fine alla tua espressione di superiorità una volta per tutte

- Bene allora! Il vincitore potrà imporre un veto allo sconfitto e a tutto il suo gruppo- dissi nel mio miglior tono di sfida

- Ci sto begli occhioni! Kankuro di Suna ci farà da arbitro, si sa che voi di Hina avete sempre voglia di barare- disse il ragazzo che aveva insultato gli abitanti del mio villaggio, pavoneggiandosi davanti ai suoi compari.

Strinsi le mani a pugno e ci allontanammo verso un campo di allenamento seguiti da tutti gli occupanti del tavolo. Kankuro in qualità di arbitro, in realtà, doveva solo assicurarsi che uno non uccidesse l'altro e di porre fine al combattimento in caso uno si fosse fatto prendere dalla foga. Il mio avversario, subito dopo il segnale d'inizio dell'incontro, mi si scaraventò addosso colpendo senza precisione, più spinto dalla rabbia che da altro. Schivai abbastanza facilmente tutti i suoi colpi e decisi di studiare per bene la situazione: sebbene fosse un jonin, non sembrava possedere abilità peculiari, era discreto nel corpo a corpo e non era forte nelle arti illusorie; dal momento però che non volevo svelare le mie tecniche di combattimento ai quattro venti, optai per un'immobilizzazione vecchia maniera, disarmo e kunai verso un punto vitale.

- Sei solo capace di schivare colpi? Bambolina mi stai facendo arrabbiare

In quel momento usai il braccio come esca, l'idiota ci si catapultò senza neanche pensarci due volte e lì ebbi la mia entrata: disarmai il ninja e presi il kunai con una mano, il braccio che aveva fatto da esca mi servì come perno per oltrepassare l'idiota, portarmi alle sue spalle, immobilizzare entrambe le braccia e puntare il kunai verso la sua carotide

- L'incontro è stato vinto da Akiko di Hina- dichiarò Kankuro, ma io lo tenni ancora un'altro pò nella mia presa.

- Bene Iwa- dissi lasciando il ninja che tornò verso il suo gruppo, che aveva tutta l'aria di essere scontento- d'ora in poi non una parola su Hina ed i loro ninja

Lancia il kunai che avevo in mano ai piedi di uno di loro, come gesto deterrente per scoraggiare un'eventuale ripensamento. Vidi gli sguardi amareggiati dall'imposizione ma, non saprei dire perché, sapevo che avrebbero mantenuto la parola.
Poi sentii una specie di ronzio nelle orecchie, che diventava sempre più forte fino a risultare l'unico rumore.


*******

-Akiko come ti senti?

Mi tirai su a sedere e cercai di fare mente locale di ciò che era avvenuto: il rumore assordante, forse avevo urlato. Ricordavo la sensazione fastidiosa e pungente del brecciolino sotto le ginocchia, la testa che pulsava e che solo le mie mani strette contro il cranio potessero evitare di farla andare in mille pezzi. Dopo tutto aveva assunto dei colori sfocati, rumori mischiati e incomprensibili fino al buio e al silenzio. Ora mi trovavo nella mia camera e Daisuke mi guardava aspettandosi una mia risposta. Il fatto è che non sapevo cosa dire

-Cosa è successo? Mi ricordo solo un rumore assordante nelle orecchie

-A dire il vero speravamo che fossi tu a darci una spiegazione di quanto accaduto poco fa- disse una voce che proveniva da un'angolo buio della stanza.

La figura si fece a mano a mano più avanti e più nitida: era una donna sulla quarantina, con lunghe code bionde che le scendevano fino al seno prosperoso, occhi di un azzurro tagliente e di un'acutezza che conoscevo già.

- Immagino sia stata lei quinto Hokage a curarmi- dissi rivolgendomi all'erede Senju.

Fece un cenno a Daisuke che tuttavia non accennava ad andarsene

- Giovanotto devo controllare la tua compagna di team. Preferisci che peggiori per una complicanza che per tua cocciutaggine non ho potuto valutare?- a quel punto Daisuke non poteva ribattere e, lanciandomi un'ultima occhiata ammonitrice, si richiuse la porta alle sue spalle.

- A dire il vero Akiko non c'è stato molto da curare...sebbene tu abbia probabilmente sviluppato un'ematoma che è andato a comprimere una parte considerevole dell'encefalo per provocare sintomi di quell'entità. Eppure, dagli esami che ho fatto, risulti sana come un pesce. Non ho mai conosciuto qualcuno in grado di...ma non mi stupisce nemmeno che si tratti di te- dissse concludendo con un sorriso enigmatico

- Chi altro sa di preciso cosa è accaduto?- chiesi.

- Beh sai, nemmeno io so di preciso cosa è successo, ma non intendo fare parola con nessuno delle mie supposizioni. Vorrei solo un piccolo favore da parte tua- disse sedendosi su una piccola poltroncina accavallando le gambe, guardandomi dritto negli occhi, quel tipo di sguardo penetrante che era solita fare- non so se sai il motivo per il quale l'alto sacerdote ci ha convocato qui: vuole mandare delle squadre ninja a recuperare un oggetto mistico particolare, ma intende mandare squadre miste- disse sottolineando l'ultima parola

- Miste?- domandai inarcando un sopracciglio

- Ninja di diversi villaggi in un'unica squadra. E vorrei che tu- disse indicandomi- facessi parte della mia.

- Se sono miste e scelte dall'alto sacerdote, dal momento che nemmeno tu sai di cosa si tratta di preciso Tsunade, immagino che non hai il potere di costruirti una squadra intera.

- Infatti mi basta solo che tu stia con un particolare elemento del mio entourage. Credo che tu lo conosca già...il suo nome è Naruto Uzumaki, ti suona familiare?- a quel nome quasi sussultai. Ma cosa aveva in mente?

- E di preciso cosa dovrei fare una volta in squadra con lui?

- Confido nella tua intelligenza Akiko...so che capirai da sola il compito.

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Capitolo 4
*** Nuova Missione ***



Rimasi il resto del pomeriggio nella mia stanza, aspettando che mi venissero a chiamare per la cerimonia. Maledetto il giorno in cui ho incontrato quella donna! Non avevo ben capito quello che voleva, nè quello che avrei dovuto fare.

Mentre ero assorta nei miei pensieri bussarono alla porta. Daisuke spuntò dalla porta e gli feci cenno di accomodarsi; si sedette su una sedia ai piedi del letto.

 

- Come ti senti?- disse con aria dolce

 

- Bene...lo sai che ho la pellaccia dura- dissi cercando di essere il più convincente possibile.

 

- Sicura? Cosa voleva la Senju?

 

- Niente...voleva solo ricordare i bei vecchi tempi andati

 

- Lo sai che con me puoi parlare- disse appoggiando una mano sulla mia- puoi dirmi tutto quello che

 

- Akiko siete attesa alla sala della cerimonia- disse il samurai che, ad un mio cenno d'assenso, uscì dalla stanza dopo l'annuncio.

 

- Lo so Dai-kun- dissi sorridendogli, cercando di trasmettergli tutta la calma e la gratitudine di cui ero capace- ora vado a prepararmi. Ci vediamo dopo.

 

Mi incamminai per i corridoi del tempio in direzione della sala delle cerimonie. Una volta arrivata trovai nuovamente gli altri ninja ambasciatori.

 

- Tutto bene Akiko-san?- domandò leggermente crucciato Bee, un'espressione che secondo me, non gli si addiceva proprio

 

- Si Bee-sama- dissi sfoggiando il sorriso più innocente che potessi- Tsunade-sama mi ha spiegato che- feci una pausa sospirando, meravigliandomi di me stessa e della mia capacità di mentire- comunque non è stato nulla di grave

 

Mentre parlavo con il braccio destro del Raikage vedevo l'albino della Foglia scrutarmi con i raggi X, come a valutare la veridicità delle mie parole. Dall'espressione finale capii che non se l'era bevuta. L'assistente dell'alto sacerdote ci chiamò per poter iniziare la funzione e, formando una fila, lo seguimmo in silenzio.


**********


Il giorno seguente mi svegliai di buon ora ed andai ad sgranchirmi un pò, visto che, da quello che diceva Tsunade, presto saremmo partiti per una missione. Alla fine dell'allenamento mi sedetti a terra, incrociai le gambe e cercai di sgomberare la mente  da tutti i pensieri per, come era mia abitudine, meditare. Sentii un fievolissimo rompersi di foglie secche alle mie spalle, come se qualcuno si stesse avvicinando ma non volesse essere sentito.

 

- Non lo sai che è maleducazione spiare le persone?- dissi ghignando. Quasi il sorriso mi morì sulle labbra quando vidi un giovane ninja dai capelli biondi, occhi azzurro cielo e un grande sorriso impacciato stampato sul volto.

 

- Perdonami non volevo disturbarti. Volevo solo guardare il tuo allenamento. È stata davvero forte contro il ninja della Roccia.

 

- Ti ringrazio ragazzo- dissi tirandomi in piedi e porgendogli la mano- il mio nome è Akiko

 

- Io sono Uzumaki Naruto della Foglia e prossimo Hokage- disse con un sorrisone in faccia, quasi da orecchio a orecchio

 

- Vedo che le ambizioni non ti mancano Naruto- dissi sorridendo- comunque ti ringrazio del complimento

 

- Sai, non sapevo nulla dell'esistenza del tuo villaggio. Come mai?- disse con un'espressione meditabonda che poco s'intonava alla solarità con cui si era presentato.

 

- Beh, diciamo che effettivamente è un po' diverso dal tuo villaggio o dagli altri delle cinque terre ninja. Viene definito terra franca, abbastanza neutrale nei confronti delle dispute delle altre terre ninja. Ciò nonostante, abbiamo partecipato all'ultima grande guerra- dissi con un tono più amareggiato del previsto.

 

- Vuoi dire che hai combattuto anche tu?- chiese il ragazzo, negli occhi una luce tra l'ammirazione e la pena.

 

Il suono di un corno ci richiamò all'attenzione e ci dirigemmo verso il campo d'adunata del tempio.

 

Al nostro arrivo, tutti gli sguardi furono su di noi, saettando da me a Naruto in modo quasi frenetico; i ninja cominciarono a parlottare tra di loro e, in cuor mio, ne immaginavo l'argomento. L'arrivo dell'alto sacerdote zittì tutti all'istante.

 

- Bene ninja! Finalmente saprete il motivo per il quale vi ho convocato qui. Voi rappresentante i vostri villaggi, Konoha, Suna, Iwa, Kiri, Kumo e Hina. La missione che intendo darvi, in accordo con i vostri Kage, è quello di ritrovare un oggetto molto importante: il rotolo Ankhara. Questo rotolo ha un valore inestimabile ed è vostro compito riportarlo qui nel tempio del Vento per essere custodito. Ora il capitano Shibatane vi dirà i vostri compagni di squadra.

 

Tutti i ninja cominciarono a parlottare tra loro, stupiti del fatto di trovarsi in squadra con individui che consideravano avversari più che alleati.

Il capitano Shibatane chiamò i ninja e si cominciarono a formare i diversi team. Poi chiamò la mia squadra:

 

- Naruto Uzumaki e Kakashi Hatake della Foglia, Rua Metsui della Nuvola e Akiko Usotsuki del Fiore


*****



 

Ero nel mio alloggio a preparare di nuovo lo zaino con il necessario ( era sempre lo stesso quello che mi portavo in missione) quando Asari entrò nella camera.

 

- Akiko ho alcune cose da dirti prima di partire. Per prima cosa buona fortuna e poi...sii prudente- disse in maniera enigmatica.

 

- Vi ringrazio Gran Maestro- dissi ossequiosamente

 

- Al tuo ritorno parleremo della mia abdicazione nell'ordine in tuo favore- per poco non mi cadde la mascella in terra a tale affermazione.

 

- Cos...cosa vuol dire Gran Maestro? Io non

 

- Tutti i membri sono stati informati ed approvano. La popolazione ti vede come una grande kunoichi, leale e che ha già dato prova che è disposta a tutto pur di proteggere la propria gente, inoltre l'ordine è stato a guardarti fin dalla vicenda di Iwa, vedendo la tua crescita e i tuoi successi. Ma come ti ho detto, ne parleremo al tuo ritorno.

 

Cercai di trovare qualunque argomentazione per rifiutare un incarico che era troppo aldilà delle mie competenze, quando un samurai mi incitò "educatamente" a darmi una mossa. Tornai di nuovo al campo d'adunata e trovai la mia squadra pronta ad attendermi e con Tsunade che parlava con i miei nuovi compagni di team. Mentre li raggiungevo mi accostai alla traiettoria di Daisuke. Ci guardammo solo, non servivano parole, e probabilmente non saremmo riusciti neanche a trovarle.

 

- Bene Akiko...spero tu ti senta in forma per la missione- disse Tsunade con una nonchalance che quasi potevo credere che si stava interessando solo alla mia salute.

 

- Certo Tsunade-sama...grazie alle vostre cure mi sento come nuova- dissi dissimulando con un sorriso.

 

- Bene allora...in bocca al lupo ragazzi!- disse l'Hogake ed io e il mio team partimmo per la missione.

 

- Sono contenta di essere in squadra con te- mi disse Rua mentre ci avvicinavamo all'enorme entrata del tempio

 

Era probabilmente una mia coetanea, forse giusto di qualche anno più grande, ed ero molto curiosa di vedere come se la cavava. Non sapevo cosa risponderle quindi mi limitai ad un sorriso. Naruto si dimostrava molto entusiasta per questa missione, e camminava tutto impettito ciarlando con Rua di qualcosa che aveva a che fare con un certo ramen di Teuchi. Io camminavo poco dietro di loro e, a qualche passo di distanza, stava l'albino.

 

- Interessante che fino al ponte ci sia concesso solo di camminare- disse quasi in uno sbadiglio il copia ninja. Dall'aria svogliata e quasi sonnolenta, non sembrava essere un ninja potente. Ma si sa che le apparenze sbagliano.

 

- Probabilmente ci concedono tempo per conoscerci e sceglierci un leader dal momento che si sono guardati bene da questo infausto compito- risposi scrutando gli alberi che si mossero leggermente. Forse un'altra squadra.

Naruto e Rua si fermarono quasi di blocco, come se la cosa più ovvia del mondo sia loro tornata in testa all'improvviso. Kakashi invece continuava a camminare, circondato dalla sua aria di apatia. Era decisamente un ninja che sapeva ben nascondere le proprie emozioni ed i propri pensieri, per mantenere un'autocontrollo in modo così ferreo.

 

- Beh non credo sia un compito difficile. In ogni squadra hanno messo due elementi di uno stesso villaggio. Due su quattro è una maggioranza importante- disse come se si stesse parlando del tempo, eppure avevo la netta sensazione che non fosse frutto del caso quella conversazione.

 

- Quindi deduco che, essendo io e Rua in minoranza, e Naruto ancora troppo giovane e non avendo ancora ufficialmente il grado di jonin, la scelta ricadrebbe su di te- dissi guardandolo negli occhi.

 

Non disse nient'altro fino al ponte, dove ad aspettarci c'era un rotolo. Rua prese il rotolo e cominciò a leggere

- "...Il rotolo Ankhara è un oggetto mistico rituale la cui ultima posizione sembra essere stata il villaggio Fume, al confine tra il paese del Fuoco e quello dell'Acqua."

 

- Non è molto su cui basarsi- disse grattandosi il mento l'albino

 

- È niente su cui basarsi- delucidò Rua

 

- La nostra unica informazione è questo villaggio, perciò la destinazione è stabilita- dissi

 

- Tuttavia non abbiamo ancora un capitano- osservò Naruto spaesato. Probabilmente non fu un'affermazione che, a differenza del suo compagno, aveva un doppio fine, forse era più dettata dalla necessità non più crastinabile quella del capitano; in ogni caso la sua constatazione fu provvidenziale.

 

- Io propongo Kakashi- esordii con stupore di tutti- qualche informazione su di te l'ho letta- dissi cercando di ignorare le espressioni stupefatte di tutti, compresa quella dell'albino- possiedi ottime abilità tattiche, hai dalla tua lo sharingan, ed eri la pupilla del Quarto Hogake. Naruto è troppo giovane ed inesperto e, sebbene Rua sia allieva di Bee-sama, non ho informazioni sufficienti su di lei

 

- E di te cosa mi dici? Anche io ho letto informazioni sul tuo conto, e potresti essere un'ottima candidata- disse l'albino con sguardo tagliente e con un tono diverso dal solito apatico, come se ci fosse una scintilla di un'emozione che, tuttavia, non sapevo individuare.

 

Mi stava mettendo alla prova: la scelta di un capitano era necessaria e indispensabile per la sopravvivenza del gruppo e la buona riuscita della missione, ma come potersi affidare ad uno straniero? Se ho optato per la verità fin ora, tanto vale concludere con la stessa moneta.

 

- Non avrei altro voto se non il mio, ma preferisco avere la tua guida, per quanto non so se sia affidabile, piuttosto che non averne affatto e correre in rischi inutili.- Kakashi mi studiava attentamente alla ricerca di un passo falso in quello che avevo detto o, come ci si aspetterebbe dalla sua fama, come lo avevo detto; quando capì che non ve ne erano si rassegnò all'idea di cercare. Per ora.

 

- Quello che dice Akiko non mi piace, ma è vero. Meglio avere una guida, qualunque essa sia, piuttosto che non averne affatto. Soprattutto in una missione tutt'altro che chiara. Hai anche il mio voto- disse Rua riferendo l'ultima frase direttamente a Kakashi

 

- Bene sensei! Siete voi il nostro capitano!- esultò Naruto- ora possiamo dirigerci alla nostra meta


Riprendemmo il cammino, ma sentivo l'occhio nero di Kakashi che mi controllava a vista. Forse che Tsunade avesse messo al corrente Kakashi di quello che era successo? Plausibile,però l'attuale Hokage non poteva prevedere che lui finisse in squadra con Naruto e quindi anche con me; Tsunade era influente ma non così tanto. Forse era rimasto stupito dalla votazione a cui avevo dato inizio? In effetti la mia non era stata una scelta così ovvia, almeno non prima di aver provato ad ottenere un voto per me dagli altri componenti del gruppo. Capivo la sua diffidenza, e capivo perché ero diventata il suo target primario: mi considerava pericolosa perché vedeva qualcosa di se stesso in me, la capacità di pensare ed elaborare in fretta soluzioni soddisfacenti ai problemi che si presentavano.

Non mi restava che aspettare per il momento, e indagare con discrezione.

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