sono stanco delle bugie

di Kazua Koizumi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** basta! Non voglio più aspettare ***
Capitolo 2: *** omicidio ***
Capitolo 3: *** sono Shinichi ***
Capitolo 4: *** finale ***



Capitolo 1
*** basta! Non voglio più aspettare ***


Non voglio più scuse
Non le voglio più mentire
Non voglio più stargli lontana
Non voglio più farla soffrire
Non riesco più a sopportare di avere il dubbio su se ci sarà quando ne avrò bisogno davvero, se mi verrà a salvare quando sarò in pericolo, se mi ama
Non voglio più sentirle dire Conan kun... non voglio essere il suo fratellino, voglio poter riuscire a salvarla come Shinichi, e farle sapere che la amo, ma dovrebbe aspettare e la farei solo soffrire e non voglio... le devo dire tutto, ma... la metterei in pericolo!
Ma Conan è comparso lo stesso giorno in cui Shinichi se ne è andato... e ha il suo stesso gruppo sanguigno, e gli somiglia tantissimo ma non sono fratelli
Lo scoprirà, è questione di tempo. La farò soffrire, mi farò odiare, voglio che stia bene, le farò solo del male
BASTA!!


a interrompere questi pensieri ci pensarono le lacrime che nascondevano ricordi dolorosi, di tempi felici, dei tempi in cui pensavano che niente li avrebbe divisi.
Il mondo era bello allora, eh?
Erano rinchiusi entrambi nelle loro camere, alla luce della luna, nei loro letti, ma senza chiudere occhio.
Ran prese il telefono cellulare e digitò il numero di Shinichi, poi premette il tasto di chiamata.
Conan sentì il telefono squillare, vide che era Ran a chiamarlo. Decise di rispondere. Prese il farfallino e lo poggiò sulle labbra e rispose
- Shinichi, ci sei? Sei sveglio?- si sentiva che aveva pianto e questo gli fece stringere il cuore
- si Ran... - rispose, anche la sua voce era condizionata dalle lacrime di poco prima
- hai pianto?- chiesero insieme
- si - disse lei - tu?-
- ehm...- non rispose e lei capì che era un si
- perché?- chiesero ancora insieme 
- perché tu non ci sei !- urlò lei per poi calmarsi sperando di non aver svegliato nessuno - è un anno che ti aspetto, si può sapere dove sei? E non rispondere che stai risolvendo un caso perché ci sarebbe uno scandalo, e saresti sulla prima pagina di ogni giornale, saresti il detective più giovane al mondo, saresti più famoso di mio padre e di tuo padre e forse anche di Sherlock Holmes!-
Shinichi non riuscì a rispondere
- ascolta, mio padre è stato invitato per sabato cioé domani in una villa e mi è stato detto che ci sarà anche tua madre. L'ho chiamata giorni fa e mi ha detto che stai bene e che forse verrai. Se vieni mi dovrai spiegare tutto, da dove sei stato a perché sei sparito, se non verrai... io non avrò più motivo di aspettarti -
chiuse. Shinichi non riusciva a parlare, rimase nel suo letto, per tutta la notte a rimuginare su una soluzione. Ricordava bene l'invito di Kogoro e il fatto che Ran l'aveva costretto a portarli. Aveva studiato tutto nei minimi dettagli la ragazza.
Chiamò Ai e le chiese due pasticche di antidoto, lei rispose positivamente dopo la solita ramanzina e le solite raccomandazioni.
Poi chiamò la madre e lei l'aveva già previsto e aveva quindi già avvisato Kogoro e Ran dell'assenza del "piccoletto" .
Passò il tempo e arrivarono le sette del mattino e si prepararono. Conan mise una camicia bianca e i jeans, insieme alle scarpe da tennis. La madre si presentò poco dopo per andarlo a prendere e andarono dal dottor Agasa per prendere l'antidoto nel caso servisse per Ran e non riuscisse a trovare altra soluzione.
Lui e la madre andarono insieme a villa Rumata prendendo la macchina
- allora Shinichi, che cosa è successo?- chiese la madre
- Ran ha capito e vuole la mia confessione e se non mi presento mi odierà per sempre - disse serio continuando a guardare con sguardo vacuo fuori dal finestrino
- glielo dirai?- chiese
- non lo so ancora - rispose. Per il resto del viaggio nessuno dei due proferì parola.
C'erano una donna alta dia capelli castani mossi, lunghi fino alle spalle e gli occhi celesti, con un cappotto grigio, con una gonna che arrivava alle ginocchia bianca, si presentò a loro come Mataru, poi c'era il propietario, un omone calvo e pallido con un kimono da casa, che era il signor Rumata. C'erano poi Kogoro e Ran che era triste perché con la madre di Shinichi non c'era il ragazzo ma il bambino... bhé in realtà lei voleva si presentasse Conan, per riuscire a farlo confessare.
Gli adulti entrarono e lasciarono soli Ran e il bambino
- che ci fai qui?- chiese lei dura
- Shinichi non è potuto venire e mi ha chiesto di....-
- di venire tu al posto suo?- chiese lei arrabbiata - basta con lui ho chiuso -
- perché dici questo?- chiese il bambino
- glielo avevo chiesto, e non c'è. Basta, non lo aspetterò più, mi sono rotta le scatole delle sue scuse, del fatto che manda sempre te.... tu sai dov'è?-
- no, non lo vedo più da tanto... e non voglio vederti piangere ecco perché... - Ran lo prese per mano e andarono dentro

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Capitolo 2
*** omicidio ***


Conan sapeva che Ran non gli avrebbe dato una seconda possibilità. Non voleva mentirle però lo faceva per proteggerla. Adesso ne pagava le conseguenze. Lei non ne voleva più sapere e aveva deciso di smetterla di fare l'attore. Sarebbe stato Conan Edogawa, ma si sarebbe comportato secondo il proprio carattere. Era seduto sul tatami, davanti ad un tavolo e non aveva toccato la torta che gli era stata offerta, ne aveva detto niente. 
Ran dal canto suo si era accorta del suo strano comportamento e anche se cercava di comportarsi normalmente continuava a fissarlo. Da una parte era preoccupata per lui, dall'altra pensava di aver avuto la conferma dei suoi sospetti, provabilmente Shinichi si sarebbe comportato allo stesso modo e sorrideva rispondendo educatamente quando le chiedevano qualcosa.
Conan era in ginocchio con le mani un po' più avanti per fare sostegno e lo sguardo triste che si volgeva al pavimento come se chiedesse perdono.
Era arrivato anche il signor Taruma, alto, magro, dai capelli neri corti, gli occhi neri, con un cappotto e dei pantaloni blu. Era un avvocato, ma Conan non prestò molta attenzione a questi "indizi"
- allora, piccolo, perché non parli?- chiese la signora Mataru - non dirmi che sei timido, sai, conosco molto bene Shinichi, dicono che stia facendo un corso per detective professionisti, tu sei... un suo amico vero? - lanciò un'occhiata alla madre che rabbrividì 
- si, più o meno - disse con un filo di voce. Ran si accorse anche di questo 
- va bene, scusate vado a prendere i documenti - disse Rumata, uscendo dalla stanza e lasciando gli altri a parlare. A quanto pareva non erano solo amici: dovevano fare delle specie di accordi bancari e Kogoro doveva capire cos'era successo ai conti bancari perché c'era uno strano mistero: dei soldi erano spariti e non si sapeva dove fossero infatti non erano stati trasferiti da nessuna parte, almeno non erano stati trovati e lì c'erano i maggiori indiziati: il signor Rumata, la signora Mataru e il signor Taruma. Tutti e tre avvocati ma preferivano un parere esterno.
Si misero a parlare del più e del meno ma Conan non diceva nulla.
Poi la signora Mataru si assentò anche lei dicendo di dover andare in bagno a truccarsi perché lì dentro faceva troppo caldo.
Dopo qualche minuto uscì anche Taruma che diceva di voler andare a parlare con Rumata. Si sentì poco dopo un piccolo botto ma niente di preoccupante, sembrava una porta che sbatteva.
Poco dopo si sentì un urlo terrorizzato provenire dal piano superiore. Ran prese Conan per il braccio e lo trascinò con se stranita dal fatto che non fosse corso a vedere cosa fosse successo.
Il signor Rumata era steso a terra nel suo studio, morto, con uno sguardo terrorizzato negli occi e la bocca spalancata in un grido strozzato, ma non vi era nessuna traccia di sangue.
La casa venne ispezionata: era piuttosto grande e divisa in tre piani, divisa ancora una volta in parte destra e parte sinistra.
Nel piano di sotto entrando si scorgeva la stanza a destra che era quella più grande, cioé la stanza dove il signor il signor Rumata riceveva i suoi ospiti e c'era un tavolo quadrangolare molto basso ma abbastanza grande, tanto che mancavano le sedie e intorno vi erano dei morbidi cuscini, sopra di esso vi era un posacenere con delle sigarette spente.
Collegato a quella stanza c'era un bagno per il piano di sotto, con un lavandino, una vasca e il gabinetto, piuttosto piccolo a dire il vero, infatti quello era un bagno utilizzato soltanto dai vari ospiti. 
Dall'altra parte del corridoio del pian terreno vi era  una piccola stanza: la lavanderia, con la lavatrice e un piano su cui era stata trovata una bottiglia di detersivo verde, poi ve ne erano altre due uno con un liquido blu e uno con il liquido giallo, e in entrambe ne mancava una parte. Poi per terra vi era un cestello verde con i panni sporchi, stranamente lasciati lì senza nessun altro, infine vi era un'asse da stiro nascosta nella parete.
Salendo pochi scalini si arrivava ad un piano di mezzo sulla destra dove vi era una stanza con un letto matrimoniale e un comodino con una sedia, quella doveva essere la stanza in cui dormiva Rumata, piuttosto semplice... più avanti c'erano tre altre stanze, ognuno aveva un letto singolo a destra della porta (entrando) e più avanti a sinistra della vetrata vi era una scrivania con una sedia. Uscendo dalla vetrata scorrevole anti suono vi era un balcone che comunicava tutte le stanze tra loro. 
In fondo a quel corridoio vi era un bagno con una doccia, un lavandino, uno specchio e un gabinetto. Era in quello che era andata Mataru...  quello del piano di sopra.
Evidentemente, dal numero di stanze da letto l'uomo teneva molto ai suoi ospiti.
A sinistra di quel corridoio vi era un'altra rampa di scale ma di tre o quattro gradini e lì vi era la cucina, con i fornelli, il piano cottura, il micronde, un frigorifero e un tavolo poggiato al muro con due sedie, poi vi era un'altra vetrata scorrevole che dava su un piccolo balcone .
Salendo al piano di sopra, il terzo vi era lo studio in cui era stato ritrovato il corpo:
Vi era una scrivania su cui vi erano dei fogli macchiati dalla cioccolata di una tazza versata, ed era già fredda.
La sedia era spostata segno che la vittima era caduta da essa . Poi vi era una finestra dai vetri appannati e vi era una poccola credenza sulla quale era poggiata una matriosca.
La scientifica comunicò poco dopo che vi era del veleno nel suo corpo.


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fin ora ho descritto la scena del crimine, le parti in grassetto sono indizi, i pensieri di Ran sono sia in grassetto che corsivo mentre i pensieri di Conan sono sono in corsivo.
Spero solo che la  storia vi piaccia e ringrazio per le recenzioni

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Capitolo 3
*** sono Shinichi ***



vennero tutti interrogati, il detective Kogoro ,la signora Kudo, il signor Taruma e la signora Mataru.
Il detective Kogoro e la signora Kudo non si erano allontanati quindi il loro era un alibi di ferro, al contrario di quello del signor Taruma e della signora Mataru che si erano allontanati un attimo
- signora Mataru, lei penso sia già stata qui - disse Tacaji
- si, è vero, un'ora fa, avevo sbagliato l'orario della visita e il signor Rumata mi ha detto di aspettare. Mi ha fatto vedere la casa  e mi ha detto che il bagno di sotto era guasto infatti l'idraulico non sarebbe potuto venire fino a domani per un contrattempo, quindi so dov'era quello di sopra, ho notato però che c'erano la domestica, voglio dire... la signora Takeiko era qui.. inoltre quando sono andata al bagno di sopra sono rimasta lì per chissà quanti minuti perché non riuscivo ad aprire la porta poi ho dato una spinta più forte e quella si è aperta - disse lei 
- lei invece è uscito dalla stanza e non ha chiesto indicazioni e sembrava sapere troppo bene dove si trovava il signore - disse Kogoro al signor Taruma che rispose
- bé... ecco, non mi piace ammetterlo ma anche io ero un cliente di Rumata, e gli dovevo dei soldi, infatti sono venuto qui anche l'altra sera ... era una grossa somma. Oggi sono arrivato davanti alla soglia della porta che era chiusa e dopo uno o due minuti ho sentito l'urlo e ho buttato dato uno spintone alla porta che si è aperta e ha sbattuto contro la parete e... - 
- bene.... questo vuol dire che l'assassino è tra voi - disse l'ispettore Megure
- Ma per chi ci ha preso?- rispose a tono la signora Kudo facendo spaventare tutti tranne Conan che teneva il capo chino in avanti con sguardo spento, era ovvio che la polizia doveva cavarsela da sola e anche Kogoro
- signore! Abbiamo trovato questi sulla scrivania-  disse un uomo della scientifica mostrando dei fogli macchiati dalla cioccolata, ma si potevano ancora vedere delle sillabe. Una in ogni foglio. In uno "MA", in un'altro "RU", e in un altro ancora "TA" che potevano diventare il  nome Taruma e il nome Mataru. Kogoro e la signora Kudo erano quindi innocenti.
I due dovevano grosse somme alla vittima
- e tu ficcanaso? Com'è che non dici nulla?- chiese Megure a Conan
- non è una cosa per bambini - rispose - e comunque il veleno era thé che con un particolare veleno che di solito si usa con i topi diventa di un colore simile alla cioccolata, e profuma allo stesso modo. Io recuperei subito la signora Takeiko, dov'è in questo momento?- chiese il bambino 
Gli adulti si guardarono stupiti da quell'insolita reazione
- ma certo! Non sono stati loro due! - disse Kogoro - è stata la signora Takeiko - 
- come?- disse Megure 
- ma certo! Essendo la domestica doveva pulire, probabilmente ha fatto finta che ci fossero dei topi, ha comprato il veleno e l'ha messo nel tè, ovviamente tutti sanno che il veleno per topi è a lunga durata, perché nella colonia due topi mangiano il cibo trovato e rimangono in quarantena per alcune ore per vederne gli effetti, poi se sono ancora in vita lo mangiano anche tutti gli altri - spiegò - quindi la vittima deve essere stata avvelenata diversi giorni fa -
- ma non avrebbe senso! La bevanda era lì sopra rovesciata!- disse la signora Kudo
- infatti... - disse Conan serio - il veleno era per topi perché è uno dei più potenti per sceglierne l'ora di morte circa basta metterne di più o di meno. La bevanda era già fredda quando è stata trovata, segno che risale a quando la signora Mataru è venuta o a questa mattina... infatti il riscaldamento è ai livelli massimi e non c'è così freddo... e questo veleno ha fatto effetto adesso. L'urlo era il suo, infatti voleva chiedere aiuto ma era troppo tardi -
- signore, questa signora si chiama Takeiko e dice di essere la domestica - disse uno degli agenti. La donna era adulta, quasi anziana. Si vedevano già alcune rughe. Aveva un cappotto rosso. Aveva tra le mani i sacchetti della spesa infatti fece per posarli a terra. Il signore Taruma si offrì di aiutarla e si chinò appoggiandoli alla parete e raccolse qualcosa: una chiave che mise in tasca
- salve, mi hanno già detto che Rumata è deceduto - disse 
- si infatti, signora lei dov'era? - chiese subito Kogoro
-io ero andata al super mercato qui vicino. Ma non ero qui stamattina, io vengo qui solo il pomeriggio per pulire e aiutare il padrone di casa. Mi ha telefonato oggi per chiedermi di fargli la spesa ed eccomi qui - rispose - potete anche controllare lo scontrino e chiedere ai vari commessi... o che ne so, le cose che fate voi detective-
- è vero - rispose l'agente per poi andarsene 
- si ma il veleno ha bisogno diverse ore per entrare in circolo - disse Takaji
- è vero...- un altro agente venne con tre bottiglie - signori, volevo informarvi che questi due detersivi sono stati mischiati in questa bottiglia, e hanno formato una specie di veleno, poi sono state rilevate le impronte della signora Takeiko -disse per poi essere richiamato da un collega e andare via 
- signora, la dichiaro in arresto per l'omicidio di...-
- aspetti a parlare - disse Conan salendo le scale seguito da tutti gli altri. Ran lo guardava stupita da quel comportamento. Conan voleva dirle qualcosa, ma cosa?
Conan guardò lo scaffale su cui era riposta la matriosca e notò che ancora esso non era stato pulito, però si vedevano delle chiazze circolari più pulite e anche la matriosca era ancora un po' impolverata...
- bé dalla scena del delitto la sospettata numero 1 è Takeiko e tutti gli indizi portano a lei - disse Kogoro - quindi è stata lei -
- no, guardate qui... - disse Conan portando tutti a guardare più attentamente lo scaffale - la signora Takeiko oggi non era qui in casa, altrimenti qui sarebbe pulito, e il signore non le ha mai spostate. Ci tiene molto all'impressione sugli ospiti, basta pensare alla disposizione delle stanze - 
- in effetti - sussurrò Ran. Conan le stava dicendo chiaramente, anzi la stava supplicando di capire anzi urlando " SONO SHINICHI!".
Shinichi dalla sua voleva dirle tutto senza parlare, ne prendere quelle pillole che sarebbero solo servite a mentirle ancora
- io ho capito tutto, non sono state ne Takeiko  ne Mataru - disse - è stato lei, signor Taruma-
- piccoletto, non mi sembra una cosa per te - disse quello
- paura?- chiese lanciando uno sguardo a Ran che sorrise felice perché finalmente aveva compreso la verità - adesso basta, confessi. So che lei si è introdotto in casa questa mattina, sapeva che il signore prendeva il tè, così ha mischiato i liquidi delle due bottiglie e ne ha versato molto più di un po'. Ha sentito che la vittima stava tornando e spaventato è andato verso la finestra e ha urtato lo scaffale. Le matriosche sono cadute ma lei non è riuscito a metterle a posto infatti le ha messe una dentro l'altra, mentre in realtà erano messe in ordine separate dalla più grande alla più piccola- disse
-ecco quelle chiazze - disse Kogoro
- E' sceso giù di lì con la scala che ha nascosto in giardino. Inoltre quella chiave che ha in tasca era quella del bagno dove ha chiuso la signorina che era compatibile con quella dello studio. Infatti ha chiuso anche quella. Con questo è riuscito a trattenere un po' di più i due, per far ricadere i sospetti su di lei, facendo porre a tutti noi la domanda "è eccessivo questo tempo, chissà che sta combinando " - a queste parole lei arrossì violentemente 
Poi ha riaperto la porta del bagno nascondendosi dietro di essa per non farsi vedere, la signora stava per entrare nella sala di giù quando ha sentito l'urlo. Lei nel frattempo è riuscito a correre di sopra, ha sfondato la porta infatti si è sentito il rumore e ha fatto finta di trovare il corpo - disse Shinichi che ormai non poteva più definirsi il bambino di otto anni.
- Non avete prove!- disse quello - e poi, sono soltanto stupidaggini dette da un bambino - 
- invece si, le prove ci sono. Lo scaffale era pieno di polvere e anche la matriosca che non era stata pulita, e posandola frettolosamente ha lasciato le impronte, inoltre anche sulla scala che vi è in giardino vi sono le sue impronte perché con i guanti sarebbe stata scivoloso e difficile tenere un appoggio sicuro, quindi se li è tolti. Poi, abbiamo anche quei fogli in cui vi è la sua firma, cioè quelli in cui dichiarava di aver rubato i soldi dal conto della vittima ed averli messi in un suo conto personale, ma ha falsificato il nome, il cognome... tutto, creando una nuova identità -
- e va bene, confesso! Quell'uomo era malvagio! Mi ha scoperto e mi ha fatto firmare quei fogli facendomi credere che con quelli avrei pagato a rate, ma era la mia confessione! Glieli avrei restituiti! E poi mi ha fatto perdere la mia famiglia! - disse scoppiando in lacrime

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Capitolo 4
*** finale ***


- ok, la dichiaro in arresto per omicidio e furto - disse l'ispettore facendogli portare in avanti le braccia e mettendogli le manette. Appena chiuse quello si ribellò prendendo tutti alla sprovvista.
Colpì Megure, Kogoro e Takaji e la signora Kudo, e diede una spinta a Ran facendola cadere. La signora era spaventata e non riusciva a muoversi.
Conan preparò uno dei suoi tiri da calciatore ma quello prese un vaso e lo colpì alla testa facendolo cadere a terra privo di sensi, per poi essere ammanettato da Kogoro.
Ran corse dall'amico di infanzia che non si muoveva, si mise in ginocchio accanto a lui e poggiò la sua testa sulle proprie coscie a modo di cuscino
- Shin....- lo chiamò
- cos'ha il moccioso?- chiese il padre per poi notare i cocci di vetro e gli occhiali rotti per terra
- oh no, piccolo, dai ...- disse la madre mettendosi accanto a Ran. Poi guardò gli altri e disse : - ci penso io, voi fate quello che dovete fare -.
Annuirono e Ran insistette per rimanere con lui. La madre lo prese in braccio e lo portò in macchina adagiandolo sul sedile
- Ran, vi accompagno a casa io - disse la donna.
Ran si sedette accanto al piccolo detective e quando arrivarono riaprì gli occhi anche se gli ci volle un po' per mettere a fuoco e ricordarsi cosa era successo.
Al suo rientro lo aspettavano i detective boys, che avevano saputo che aveva risolto un caso da adulti tutto da solo.
Conan rispose - non rompete - un po' scortese mettendosi una mano sulla tempia che ancora gli doleva ed entrare seguito dalla ragazza che voleva stare un po' da sola con lui per parlargli di tutto
- ma che ha?- chiese Ayumi
- il criminale ha provato ad ucciderlo - rispose Ran seria
- che cosa!?!- urlarono i piccoli detective
- non è successo niente, solo una botta in testa - disse lei entrando e salutando la signora Kudo. I detective boys però vollero entrare nell'appartamento, e non trovarono Conan ma Shinichi, che sorridente fece una grandissima sorpresa a Ran, che lo andò ad abbracciare
- tu sei Shinichi?- chiese Ayumi - lo sai che somigli tantissimo a Conan? E dov'è?-
- gli ho prestato uno dei miei libri di Sherlock Holmes e si è rinchiuso in camera a leggerli dicendo che non voleva vedere nessuno anche perché gli faceva malissimo la testa -
- chissà da chi ha preso...- disse Ran guardando Shinichi di sottecchi che si portò una mano dietro la nuca imbarazzato
- va bene, se è così lo lasciamo riposare e gli chiediamo tutto domani - disse Mitzuico
- ciao!- urlarono i tre andando via.
Ran guardò Shinichi sorridendo
- bè?- disse lui
- Conan è stato molto bravo oggi... anzi mi complimento con lui o dovrei farlo con te? Shinichi- quello guardò il pavimento 
- non potevo dirtelo, perché... - lei gli scostò un ciuffo dalla fronte avvicinandosi - non volevo ti facessero del male -
- chi?- chiese lei
- gli uomini in nero, se a Tropical Land non fossi andato in quel vicolo lasciandoti sola...ti prego Ran perdonami, non farò più il detective in tutta la mia vita - lei lo guardò sorpresa, era impossibile per lui stare lontani dai casi, ma se prometteva niente avrebbe potuto infrangere quella promessa
- non c'è n'è bisogno - disse abbracciandolo e dandogli un bacio. Shinichi la strinse ma presto sentì una stretta al cuore
- che succede?- chiese Ran
- niente...- disse prima di portarsi la mano al petto lasciando la ragazza 
- come hai fatto a tornare così e come sei diventato piccolo ?- chiese 
- in quel vicolo ... un uomo.... mi ha colpito.... e- Ran lo prese per il braccio sostenendolo - e... mi ha fatto prendere un farmaco.... e sono diventato Conan, il dottor Agasa mi ha detto di non dirtelo... ma è stato atroce... - disse 
- Shinichi che succede ? Ti senti male?- chiese
- volevo sapere chi erano gli uomini in nero e fermarli.... Ai, ha creato un antidoto, lei era una scienziata.... e l'ho preso, ma non fa bene quindi...- disse ansimando - non potevo... perdonami - 
- basta, se ti fa male non lo prendere, Shinichi, mi senti?-  lei gli diede un bacio a fior di labbra e lui smise di ansimare quasi non sentisse il dolore... 
quel momento era loro e di nessun altro

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