Life as we know

di Jordan Hemingway
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


#Guida
“Destra! Ho detto destra!”
“Ora gira a sinistra! Sinistra!”
“Idiota! Il semaforo era rosso!”
“Le strisce! Hai investito la vecchietta e il suo cane!”
“Non entrare in rotonda a questa velocità…Rallenta!”
Italia frenò giusto il minimo indispensabile ad evitare che l’auto si schiantasse contro l’aiuola della rotonda, poi schiacciò l’acceleratore e proseguì imperterrito nella sua corsa.
Era così bello guidare la Volksvagen di Germania.
 
 
#Kit di sopravvivenza
Ludwig controlla accuratamente la sacca davanti a lui: ogni oggetto è stato classificato, diviso ed impilato in modo funzionale, dalle munizioni alle scorte di medicinali. Si concede un sorriso di soddisfazione: l’Asse avrebbe potuto sopravvivere per mesi grazie ai suoi accorti preparativi.
“Germania!” La porta della stanza si apre e una serie di scatole di pasta e lattine di pomodoro si rovescia sopra la sacca e il letto, trascinando Ludwig con sé. “Ho iniziato a preparare le scorte per il viaggio!”
 
 
 
#Ladro
“Non è rubare! E’ solo un prestito a lunga scadenza!” E’ quello che Italia dice sempre quando Germania lo costringe a sedere su una sedia scomoda con una lampada accecante davanti agli occhi, nel tentativo di farsi ridare la sua pentola per cucinare i wurstel (in cui ora galleggiano una gran quantità di spaghetti pronti per essere scolati).
 
 
# Orologio a cucù
Germania è un soldato, non ci può fare nulla: per quanti orologi a cucù possa riparare non sarà mai un artigiano abile come lo è Italia (quando questo decide di darsi da fare). Anche ora Ludwig confronta il suo cucù con quello di Feliciano, decorato e intarsiato fino a diventare un piccolo capolavoro. Il suo invece è spoglio, austero, non sfigurerebbe in una caserma (in effetti, a quello pensava mentre lo costruiva).
Anche per il fatto che solo uno dei due indica l’ora esatta, con intervalli per rancio e turni di guardia.
 
 
#Autobus
“E’ mai possibile che tu non riesca a rispettare una fila?” Tuona Germania, cercando di afferrare Feliciano per la collottola e trascinarlo di nuovo al suo fianco (al giusto posto nella fila).
“Ve, Germania! Prendiamo i posti in fondo!” E non si capisce come, ma adesso Ludwig è in cima alla fila assieme ad Italia, con le orecchie rosse di imbarazzo per gli insulti degli altri passeggeri che cercano di salire sull’autobus.
Deve ammettere però che per stare sul fondo dell’autobus assieme ad Italia, che si agita e ad ogni curva si schiaccia contro di lui, ne valeva la pena.



Salve! Questo è il mio primo tentativo di scrivere qualcosa su questi due... Se vi va, lasciatemi un parere!

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Capitolo 2
*** 2 ***


#Orso
Una volta Germania ha affrontato un orso a mani nude. Ha camminato dritto fin davanti al suo muso, l’ha fissato negli occhi e poi lo ha afferrato per il collo e le zampe anteriori, fin quando non è riuscito a gettarlo lontano da lui.
Ci ha guadagnato una lussatura al braccio e un mese di gesso, ma doveva pur evitare che quell’idiota di Italia finisse sbranato durante la siesta (per quale motivo poi avesse deciso di dormire davanti ad una caverna chiaramente abitata, non lo avrebbe mai capito).
 
 
#Parenti
Germania non capisce perché Italia sia così affezionato a suo fratello maggiore: francamente, lo trova insopportabile, come un cane che abbaia ad un postino. Ora che ha in mano l’ennesima lettera di sfida (qualcosa come Molla mio fratello, fottutissimo crucco) sospira, decidendo se accartocciarla e tornare al lavoro oppure accartocciarla e andare a scovare il motivo per cui sopporta pazientemente l’interferenza di Romano per risollevarsi il morale.
 

#Depressione
Non capita spesso che Feliciano si deprima, ma quando succede per Germania è come se l’asse terrestre abbia invertito la sua rotazione. Di fronte all’aura nera che circonda Italia accasciato sul divano, Ludwig cerca disperatamente di dire qualcosa di incoraggiante e positivo.
“Non te la prendere, capita a tutti di perdere prima o poi contro una squadra più forte…”
“Costa Rica… Che poi dove cazzo sta il Costa Rica?” Mormora Feliciano con espressione assente.
 
 
#Crisi
“Germania!” Feliciano irrompe nell’ufficio. “Hai letto? Dicono che siamo tutti in crisi! E’ grave?” Domanda con aria affranta.
“E’ naturale!” Ludwig è serio. “L’Eurozona sta ricevendo i contraccolpi dei debiti nazionali, tra i quali il tuo!” E guarda bieco Italia.
“Quindi significa che tra di noi è tutto finito?” Chiede Feliciano stendendo un giornale sulla scrivania. “Asse Italo-tedesco sciolto. Raffreddamento dei rapporti diplomatici. Il capo di stato tedesco chiede maggiore impegno nelle riforme.
“Esatto, è…” Germania si blocca, guarda Feliciano, poi guarda i giornali. “Non essere ridicolo.” Sbotta infine, accartocciando i fogli e gettandoli nel cestino alle sue spalle.
 
 
#Giochi
Ogni tanto Impero Romano viene a fare visita a suo nipote (tutte le volte Ludwig  rischia l’infarto quando  si sveglia trovandoselo ai piedi del letto), e, oltre ad infastidire Germania , ogni tanto insegna qualcosa di sé a Feliciano.
Questo è il motivo per cui oggi Ludwig fronteggia un gatto tenendo in mano una rete e un gladio, mentre Italia indossa una lunga tunica bianca e beve a canna dalla bottiglia che Romano gli ha regalato tempo fa.
“Ve, Germania!” Si agita Feliciano sul fianco della collina. “Fai finta che sia un leone!”



Note: Sono recidiva, ma questi due mi ispirano troppo. Spero non sia venuto nulla di troppo OOC (cosa che temo molto, dato che ho iniziato con Hetalia pochissimo tempo fa...): se vi va lasciatemi un parere/suggerimenti/critiche, così potrò restare in carreggiata! ^^ Arigatou!! (inchin)

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Capitolo 3
*** 3 ***


#Neve
L’entusiasmo di Feliciano per la neve è direttamente proporzionale alla quantità che ne cade dal cielo: purtroppo per Ludwig, quest’anno in Italia la neve sta scendendo in quantità industriale.
“Ve! Germania, guarda! Ho fatto un angelo! Giochiamo a palle di neve! Andiamo sulla slitta di Finlandia! Il mio pupazzo è più bello del tuo!” Ludwig al momento è completamente fradicio, stanco e gelato, ma come si fa, di fronte ad un pupazzo a propria immagine e somiglianza che abbraccia una versione di neve di Feliciano, a lasciare Italia senza un compagno di giochi?


#Vischio
In ultima analisi, la colpa è di Francis e delle sue trovate assurde: chi altri poteva farsi portare da Svezia tanto di quel vischio da poterci riempire un container, per poi piazzarlo in ogni angolo possibile della baita in cui le nazioni tentano di trascorrere le feste? Al solo vedere il primo rametto appeso Arthur si è dileguato, ed è ora in corso una caccia all’uomo: Ludwig sente che avrebbe dovuto imitarlo.
“E’ una tradizione, Germania!” Esclama Feliciano trascinandolo sotto il loro quinto ramo di vischio.
Riflettendoci,  è contento di non averlo fatto.

 
#Carta Lucida
I doni di Natale sono un’altra tradizione a cui Ludwig è segretamente affezionato: per questo lui e Giappone sono intenti da ore a infilare cioccolatini e biscotti in grandi quadrati di carta lucida, che poi legano con nastri dorati e arricciati con precisione certosina (o giapponese) da Kiku.  L’unica cosa che Feliciano non sa spiegarsi è perché i due si siano rifugiati nella rimessa delle slitte per fare i regali.
“Germania! Giappone! Voglio aiutarvi anch’io! Che cosa posso fare?” Irrompe nella stanza gelida sgranocchiando il cioccolato portato da Svizzera e afferra una decina di confezioni di carta lucida, imprimendoci una serie di ditate al sapore di vaniglia.
“Hetaliaaa!”


#Carta da regali
Questa volta Ludwig e Kiku hanno deciso di provare con qualcosa di meno rischioso: se confezionati in scatole rivestite di carta da regali, cioccolatini e biscotti fanno lo stesso la loro bella figura (anche se Kiku ripensa con un sospiro ai riflessi della carta lucida). Per non correre rischi hanno scavato un fossato attorno alla rimessa, hanno piazzato del filo spinato e sulla porta hanno attaccato un cartello “Divieto di Italia”.
“Germania! Giappone! Voglio aiutarvi anch’io! Che cosa posso fare?” Feliciano è entrato dalla finestra ed ora afferra un pacchetto già pronto: la carta si sfalda non appena entra in contatto con le sue mani.
“Hetaliaaa!”


#Regalo
Finalmente è la sera della Vigilia, e Ludwig e Kiku sono riusciti a consegnare un regalo a tutti: Finlandia si è sciolto a riceverne uno, invece di auto-consegnarselo.
“Chiedimi qualsiasi cosa per Natale.” Lo ringrazia commosso, già vestito da Babbo Natale.
“Veramente, in Germania i regali li ha già portati San Nicola.”
“Non importa, quest’anno passerà anche Santa Claus!” Decide Finlandia. “Ma forse hai già ricevuto quello che desideravi…”
Ludwig guarda verso il caminetto, dove Feliciano sta sfidando Kiku e Alfred a bere vin brulé bollente in un solo sorso, con conseguenze potenzialmente devastanti, e ricorda una scatola trovata in una foresta tanti anni prima.
“In effetti, ho già avuto quel che volevo.” Sorride. 


Note: Bene, siamo a Natale, tempo di fluff sfrenato, e quindi tempo di un nuovo capitolo! Ringrazio chi ha letto e recensito (in particolare Lady White Witch e Sunlite Girl), e, sperando che questo sclero non sia del tutto da buttare, vi auguro Buon Natale! :)

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Capitolo 4
*** 4 ***


#Notti d’estate
 
L’estate per Feliciano significa sole, partite di calcetto, montagna o mare (dipende se Romano deciderà di ospitarlo o lo rispedirà a calci al nord), nottate a cantare sotto le stelle.  Per Ludwig l’estate è visitare ogni angolo della penisola con la giacca sulla spalla, cercando di far capire a Feliciano come montare una tenda nel modo giusto. In estate, però, Germania non riesce proprio ad arrabbiarsi con Italia quando scopre che ha fissato i picchetti al posto sbagliato: al massimo si farà offrire da bere prima di unirsi al coro che Feliciano sta intonando con quattro vecchi giocatori di briscola.
 
 
#Stanchezza

Feliciano alterna momenti di iperattività a momenti in cui è talmente stanco da cadere addormentato sulla prima cosa che gli capita sotto tiro. Di solito la cosa in questione è la spalla di Germania.
Come può dormire? Si domanda Ludwig, cercando di lanciare una granata senza muovere il braccio sinistro.
“Sveglialo. Abbiamo bisogno di rinforzi.” Gli suggerisce Kiku, impegnato ad evitare i colpi di un cecchino.
Ludwig guarda Feliciano che dorme beato nonostante gli spari, e pensa al tipo di aiuto che potrebbe dare loro.
“Meglio che dorma, se vogliamo vincere questa guerra.”
In realtà, il calore di Feliciano sulla spalla è l’unica cosa che gli permette di non cedere alla stanchezza.


 
#Mascotte
 
Kiku ha un gatto: una grossa palla di pelo bianca che sembra sorridere anche nel sonno. Sembra che in Giappone siano considerati portatori di fortuna e ricchezza, anche se Ludwig si domanda come possa un felino sovrappeso influenzare il destino di una nazione.
“Tu non hai una mascotte?”  Gli chiede Giappone.
“Nein.”
“Qualcosa di carino, affettuoso e che porti fortuna?” Insiste l’altro.
Ludwig sta per negare di nuovo, quando il suo sguardo si blocca su Feliciano, che si sta contendendo una sciarpa con il gatto di Kiku.
“Ve! Gatto, ridammi la sciarpa di Ludwig, devo usarla per il pupazzo di neve!”
“… Se combina disastri va bene comunque?”


# Sospiro
 
Feliciano non sa perché certi giorni sospira più del solito: sarà per la pioggia, per l’afa, per la stanchezza, per il cibo che fuori dall’Italia perde ogni sapore, per le frecciate di Arthur e Alfred sulla fuga del Re e sull’Armistizio.
“E falla finita!” Sbotta Romano, all’ennesimo sospiro. “Almeno adesso siamo dalla parte dei vincitori, e ci siamo liberati di quel bastardo.”
Il problema di Feliciano è che, a volte, l’unica cosa che rimane da fare è sospirare, immaginando un mondo diverso da quello in cui si trova  a vivere.
 

#Sconfitta
 
Ludwig odia perdere. Lo odia con tutto se stesso, anche se cerca di mascherarlo di fronte alle altre nazioni. Passi per quelle volte che la sconfitta è dovuta alla superiorità tecnica, ma non esiste che una squadra come quella abbia potuto passare in finale al suo posto, rimugina mentre fissa Feliciano e Romano saltare sui tavoli cantando l’inno italiano a squarciagola.
Ha senso che la disorganizzazione cronica e i colpi di fortuna possano avere la meglio sulla nazionale tedesca?
“Germania!” Ora Feliciano si è staccato dal fratello e lo saluta in piedi sul bancone del bar. “Non preoccuparti, vinceremo contro Francia anche per te!”
Ecco, è in momenti del genere che Ludwig non sa se strangolare Feliciano o gettarselo in spalla e fargli capire come si festeggia una sconfitta.

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Capitolo 5
*** 5 ***


#Piccante
 
A Italia il sushi piace, nonostante la pasta rimanga il suo primo e vero amore. Germania è scosso vedendo Kiku e Feliciano ingurgitare quantità apparentemente infinite di riso e pesce crudo, il cui aspetto gli pare abbastanza viscido.
“Assaggia pure.” Lo invita Kiku, offrendogli un nigiri al tonno. “Se preferisci puoi insaporirlo con salsa di soia e wasabi.”
“Che sapore ha?” Ludwig prende un cucchiaino e, prima che chiunque possa fermarlo, ingoia una buona quantità di pasta verde.
“La prossima volta pizza.” Feliciano consola un Ludwig in preda alle lacrime, offrendogli una caraffa d’acqua dopo l’altra.
 
 
#Doccia
 
E’ una mattina come le altre: la sveglia suona puntualmente alle sei punto cinque minuti, Ludwig apre gli occhi, stira le braccia e si alza, fresco e riposato dopo la notte di sonno (nessuno gli ha rubato le coperte nottetempo e nessuno gli ha russato nelle orecchie o sbavato sul cuscino: forse c’è ancora speranza per Italia, dopotutto). Con questi piacevoli pensieri per la mente Germania apre il rubinetto dell’acqua, ripone con ordine i suoi indumenti sulla sedia ed entra nella doccia.
“Germania!” In quel momento, l’unico pensiero razionale di Ludwig è che non esiste che Feliciano si sia svegliato così presto. “Non riuscivo a dormire e ho pensato a quella cosa del risparmio che dici sempre, e mi è venuta un’idea fantastica! Da oggi facciamo la doccia insieme, così useremo meno acqua! Che ne dici?” Conclude soddisfatto, trascinando Ludwig sotto il getto d’acqua calda assieme a lui.
 
 
#Prima volta
 
La prima volta è stata improvvisa: nessuno dei due era preparato a quello che sarebbe successo. In seguito ci sono stati molti, troppi momenti del genere, ma né Italia né Germania possono dimenticare quella loro prima volta.
Quando ci ripensa, Ludwig scuote la testa scoraggiato: era inevitabile, doveva accadere prima o dopo, e ora dovrebbe essersi abituato.
Ma il ricordo della prima volta in cui Italia gli ha voltato le spalle gli morde il cuore, e sa che anche per Feliciano è lo stesso.
 

#Lingua
 
“Vee, Germania. Assaggia questo.” Feliciano ha preparato due tazze di cioccolata calda coperte da una quantità abnorme di panna montata. Ludwig accetta, con quell’espressione tra il grato e l’imbarazzato che assume sempre quando Italia gli offre da mangiare.
“Ottima.” Si complimenta, degustando con lentezza la bevanda bollente e densa, raffreddata solo lievemente dalla panna. E’ un po’ come Italia, quella cioccolata: il calore di Feliciano, che nemmeno il temperamento freddo di Ludwig riesce a mitigare, riscalda i cuori di tutti coloro che incontra.
Ad un tratto Feliciano è vicinissimo, e il tedesco sente qualcosa sfiorargli la guancia.
“Panna.” Spiega Italia, mostrando la punta della lingua imbiancata per un istante.
Inutile dire che Ludwig ora sa perfettamente come usare la panna rimasta sulla lingua di Feliciano.
 
 
#Vittoria

Le emozioni di Ludwig sono meno evidenti di quelle di Feliciano, ma sono altrettanto intense, forse ancora più di quelle di Italia, dal momento che lui si sforza (male) di non dimostrarle.
Oggi però Germania ha completamente dimenticato ogni freno inibitorio.
“Un altro giro!” Offre a tutti quelli che gli capitano a tiro, la bandiera tedesca gettata su di una spalla, Feliciano sull’altra, pronto a festeggiare tutta la notte mentre dalla televisione la nazionale alza il trofeo dei mondiali 2014.

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Capitolo 6
*** 6 ***


#Terra

Sei caduto un’altra volta, e il sapore della sconfitta ti riempie la bocca di nuovo. Stringi i pugni nella terra sotto di te, rifiutando di ammettere l’inevitabile: questo è qualcosa che la tua metà spensierata non potrà mai capire, il rifiuto di arrendersi e la sete di sangue. Feliciano ha scelto di chiudere gli occhi, tu li hai aperti: nessuno potrà sapere quanto dolore è stato necessario a renderti quello che sei, la metà oscura. Ed è allora che vedi la mano tesa, e poco importa se il sorriso di chi te la porge è storto, se quegli occhi brillano sadici come l’anima che vi si rifugia, se la sua guancia sanguina ancora per il taglio che tu gli hai inflitto, quando grazie a lui ti rialzi da terra e ricominci a combattere.
Due metà oscure, insieme, sono complete.


#Specchio

Davvero non ricordi nulla?
Echi di sussurri annegati nel fango delle trincee, in una guerra che chiedeva più carne fresca di quella che tu potevi fornire.
Le notti in cui le ceneri di migliaia di innocenti volavano nel vento, spargendosi come un tributo al tuo trionfo, il canto di un pazzo che ha saputo spingerti alla follia finale.
Famiglie divise da confini creati per ragioni che tu sapevi spiegare benissimo, ma che sembravano vuote a chi la divisione la viveva sulla propria pelle.
Davvero non ricordi quanto tutto questo ti piacesse?

Il riflesso nello specchio sorride, deformando la cicatrice sulla guancia.
Ludwig chiude gli occhi e stringe i denti. Ricorda quando era una giovane nazione divisa e di come sia riuscito a riunire tutti sotto un’unica bandiera. Ripensa ai trattati internazionali che grazie a lui sono diventati un baluardo dell’ordine internazionale. Rievoca il sorriso di Feliciano, quando finalmente si è riconciliato con lui dopo la guerra, la sua allegria, i suoi abbracci.
Quando rialza la testa nello specchio vede solo se stesso.
 

#Lunapark

Dopo un’interminabile serie di salti nel vuoto (“Germania, non ti piacciono le montagne russe?”), di colpi semi-fatali alla schiena (“Vee! Facciamo una gara tra autoscontri!”), di battiti del cuore fermati a metà nel vedere Feliciano tentare di suicidarsi in modi sempre più elaborati (“Questa giostra gira su se stessa portandoti a 80 metri dal suolo!”), Ludwig si arrende e si lascia cadere su di una panchina: ora avrebbe bisogno di una delle bandiere bianche che Italia porta con sé ovunque.
“Germania, vieni sul…”
“Nein, Italia! Vai tu da solo.” Si cala il cappello sugli occhi. Non intende salire sulla Nave-Corsara-Che-Raggiunge-I-Novanta-Metri-Da-Terra, o sulla Space-Ship-Che-Fa-I-Duecento-Chilometri-Orari, o su qualche altra attrazione potenzialmente letale. Ci sono modi migliori per morire.
Feliciano gli toglie il cappello e appare nel suo campo visivo, con un’espressione afflitta. “Vee, ma le barche della Giostra dei Cigni sono per due persone…”
Ludwig guarda le canoe a forma di cigno scivolare lentamente all’interno di un tunnel laccato in toni pastello, per la gioia delle coppie che ci stanno transitando.
“Questa è l’ultima.” Afferma per l’ennesima volta, mentre Feliciano lo trascina alla cassa.


#Cura

“Ti servirà un antibiotico, West.” Per una volta nella sua vita, Prussia sembra preoccupato per qualcuno che non è lui.  “Sei talmente caldo da rischiare l’autocombustione.”
Germania cerca di alzarsi dal letto. “I documenti… Il meeting…” Sussurra, prima di ricadere sulle lenzuola. Gilbert scuote la testa allegramente. “Non ti preoccupare!” Sogghigna intascando le carte sulla scrivania. “Andrò io al meeting come tuo rappresentante. Tu pensa a guarire: ti manderò l’antibiotico appena possibile!” Urla dalle scale.
Ludwig geme, pensando al caos che l’ex-nazione provocherà di sicuro al meeting internazionale, ma non può fare nulla, se non aspettare per quell’antibiotico. Odia essere ammalato, conclude, chiudendo gli occhi.
Li riapre poco dopo per un frastuono terribile che proviene dall’ingresso: qualcuno deve essere inciampato nel porta-ombrelli, caduto sulla mensola dei cristalli e aver sbattuto contro il portone.
Prussia ha dimenticato qualcosa?
“Germania!” Feliciano irrompe nella stanza , con un fiocco rosso in testa, sventolando una scatola che non sembra contenere antibiotici. Decisamente. “Prussia mi ha detto che hai bisogno di cure e mi ha dato questo.” Indica il fiocco e la scatola. “Ha detto di non esagerare, e che il meeting durerà qualche ora… Di che cura si tratta?”
 

#Assaggio

Feliciano temeva che quel giorno sarebbe arrivato: il giorno in cui Ludwig si sarebbe stancato.
Lo ha supplicato, lo ha implorato, ha pure cercato di fare appello al suo buonsenso, ma è stato tutto inutile. Ora è con una voce rotta dal panico che gioca la sua ultima carta: “Germania… Non mi sento molto bene.”
Ludwig lo fissa implacabile. “Nein, Italia: assaggia.” Ordina, brandendo il piatto sotto il mento di Italia.
Feliciano guarda il dolce. Il dolce guarda lui: una massa oblunga coperta di zucchero a velo, dalla quale emergono alcuni canditi.
Sembra talmente pesante che lo stomaco dell’italiano si contrae al primo sguardo, ma Germania è lì che lo fissa impaziente.
Con lentezza, Feliciano afferra una fetta e se la porta alla bocca, dando l’ultimo addio alla sua amata pasta.
Il primo boccone lo lascia basito: l’impasto è tenero, forse appena un po’ gommoso, piacevolmente dolce ma con una nota amara delle bucce di arancia e limone dei canditi, il tutto unito al sapore delle mandorle che spuntano qua e là.
“Che te ne pare?” Ludwig si apre in uno dei suoi sorrisi. “Vedi che anch’io so cucinare, italien?” Commenta, mentre Feliciano spazzola via lo stollen dal piatto.



Salve, dopo lungo tempo! ^^ Di recente ho "scoperto" il mondo dei 2p!hetalia, per cui ho provato ad inserire 2p!Germany e 2p!North-Italy nel repertorio. Spero la cosa non vi sconvolga troppo. E ho sforato abbastanza con il conteggio parole, non so più limitarmi: le mie scuse. Ecco, alla prossima! (Ps. Una GerIta al giorno toglie il medico di torno! ^^)

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