Dominic's Adventures

di PokeFiction
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dominic & Jess ***
Capitolo 2: *** Iniziamo bene! ***
Capitolo 3: *** Niente tabelle di marcia! ***
Capitolo 4: *** Sogni ***
Capitolo 5: *** Autocontrollo ***
Capitolo 6: *** Imbarazzo e vecchie conoscenze! ***



Capitolo 1
*** Dominic & Jess ***


Erano le nove del mattino, subito se ne accorse Dominic per via del suo iperattivo growlithe che saltò sopra il suo letto in attesa di qualche carezza come era solito fare quotidianamente.
-Growlithe!-disse sbadigliando.-Stai giù!-e dopo essersi alzato e stiracchiato adeguatamente iniziò a coccolare il pokèmon, fatto questo scese in cucina a fare colazione. Guardò il calendario, 9 Dicembre.-Sei anni- pensò -Sei anni dalla scomparsa dei miei genitori.- Prese una sigaretta e avvicinò il mostriciattolo per sfruttare le fiamme.

Il campanello suonò, davanti alla porta si presentò una ragazza con dei fiori tinti di vivaci colori. Aprì la porta. –Hey! Jess- disse il ragazzo felice della sorpresa.-Ciao Dom- rispose la ragazze castana dagli azzurri occhi.
La ragazza entrò nella buia casa e si sedette vicino al ragazzo mentre finiva di mangiare.
-Jess, qual è il motivo di questa inaspettata visita?-disse Dominic imbarazzato.-Sai Dom, Oak mi ha chiesto di mettermi in viaggio per completare il Pokedex.- Il ragazzo la guardò perplesso,questo lo sapeva ma non spiegava comunque la visita.-E io… ho paura di andare da sola, così…mi chiedevo se volessi venire con me.- Tanto era sorpreso che non riuscendo a trattenersi sputò il caffè e rispose subito goffamente-CERTO!- Alla vista di quella scena la ragazza scoppiò a ridere e arrossì allo stesso tempo.-Perfetto, allora ci vediamo domani davanti al Laboratorio. A domani!-disse e uscì dalla casa prima ancora che il ragazzo potesse ricambiare il saluto.
Dominic accese un’altra sigaretta pensando a tutto l’occorrente necessario per partire e, tra un pensiero e un altro, fantasticava su come sarebbero andate le cose tra lui e Jess.

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Capitolo 2
*** Iniziamo bene! ***


~~La stanza era circondata dal silenzio, dalla pace e dalla tranquillità.
Dentro quelle quattro mura c’era poca luce (abbastanza per vedere, troppo poca per svegliarsi) e un’atmosfera accogliente.
Inaspettatamente, si sentì una vibrazione seguita poi dalla classica suoneria dei pokègear di ultima generazione che ruppero la serenità del momento, Dominic si svegliò a malavoglia, lo strumento continuava ad emettere quella sgradevole canzoncina.
Il ragazzo si girò verso l’attrezzo che molestava il suo riposo, guardò l’orario,erano le 7:00,un po’ troppo presto per i suoi gusti, poi guardò il mittente della chiamata,era Jess, si sentì volare una bestemmia mista a uno sbadiglio, poi rispose.
-Pronto Jess, di che hai bisogno?-
-Dom dove sei? Ti sto aspettando al laboratorio,non ti sei dimenticato del viaggio vero?-
-No, tranquilla. Piuttosto,ti rendi conto di che ore sono?Sai,le persone dovrebbero dormire ogni tanto!-
-Sii uomo Dominic,dai ti aspetto fra 10 minuti da Oak ciao!-
Gli scappò un’altra bestemmia e corse immediatamente a prepararsi, se non avesse preparato tutto il materiale il giorno prima probabilmente avrebbe tardato di 30 minuti. –Grazie a Arceus- pensò.
Uscì di casa con un minuto di anticipo, non poteva crederci e ha avuto il tempo di sistemare la sua folta chioma castana chiara in un ciuffo come era solito fare (cosa che impiegava a fare 7 minuti al giorno).
Arrivò puntuale davanti al laboratorio, dove vide Jess con il suo starter in braccio, aveva scelto uno squirtle.
-Dom prima dovresti entrare dal professore.-disse la ragazza con aria felice.
Dominic raggiunse Oak e dopo avere ritirato Pokedex e ball, iniziò il viaggio mentre con aria sollevata accese la prima sigaretta del giorno che per colpa della fretta che gli aveva messo la ragazza non era ancora riuscito a fumare.

Intrapresero il percorso 1, senza particolari difficoltà riuscirono tranquillamente a superarlo riuscendo anche a registrare i dati di tutti i pokèmon presenti nel percorso, ci volle tutta la mattinata e il pomeriggio lo sfruttarono per allenare i propri mostriciattoli, passata velocemente la giornata, arrivati a Smeraldopoli,decisero di fermarsi al Centro Pokèmon per la notte.
Entrarono nella loro camera e per festeggiare il loro primo,duro giorno aprirono una bottiglia di whisky.
-Sai Dom, a volte mi chiedo se noi ci conoscessimo davvero.-
-Cosa intendi?-
-Non so, è come se non ci conoscessimo,io di te non so quasi niente e anche tu di me sai poco o niente!Siamo due sconosciuti che conversano,ecco che siamo!-
Era ubriaca.
-Senti Jess, sarà meglio andare a letto, domani ci aspetta una giornata faticosa…-
-Forse hai ragione.-
La ragazza andò verso il bagno, quando tornò schioccò un bacio a metà tra labbra e la guancia di Dominic come per dire:buonanotte.

Erano le 2:00 il ragazzo non riusciva a dormire,decise quindi di fare un giro per l’ospedale,tanto per scacciare la noia.
Andò prima di tutto nel bar per prendersi un caffè e dopo essersi fumato una sigaretta, intravide una stanza con un’insegna “Sala Allenatori”.
Così,un po’ per curiosità, un po’ per noia decise di fare qualche lotta con il suo growlithe e poi provare in campo il nuovo acquisto,Pidgey.
Non andò male,su 10 incontri ne vinse 9,forse per il capogiro dovuto al superalcolico.
Assonnato e pieno di noia il ragazzo decise di tornare nella stanza e dormire un po’.
Rientrato vide Jess in piedi e preoccupatissima, a quella vista gli scattò un sorrisetto ebete sulla sua faccia.-Ora posso fare sogni tranquilli!-pensò.

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Capitolo 3
*** Niente tabelle di marcia! ***


Il mattino seguente Dominic si svegliò inaspettatamente tardi, di solito Jess era una ragazza mattiniera e non si sarebbe fatta scrupoli a svegliarlo, ma dopo la serata passata insieme ci sarebbe voluto il boato di un branco di Arcanine per svegliare la ragazza, come biasimarla, si era scolata quasi mezza bottiglia di whisky.
Dopo essersi alzato, il ragazzo diede uno sguardo al letto della coinquilina rimanendo incantato dalla visione di quello che per lui era un angelo sceso dal cielo solo per regalare la sua bellezza ai comuni mortali.
L’unica cosa che riusciva a pensare era la perfezione di quel corpo in qualsiasi momento della giornata, quella che era prima una semplice cotta, si stava trasformando presto in amore puro.
Aspettò ancora qualche ora prima di svegliarla, prima doveva prepararsi per la giornata, doveva concedere qualche rivincita ai ragazzi incontrati la notte prima nella Sala Allenatori.
Quando tornò, svegliò dolcemente la ragazza portandole la colazione a letto a base di poffin e caffè, poi andò nel balconcino della stanza per accendersi una sigaretta e dare il pasto a Squirtle, Growlithe e Pidgey.Dopo l’inaspettata sorpresa, la ragazza corse subito a prepararsi, non c’era tempo da perdere dovevano partire per Plumbeopoli il più presto possibile.
Dopo aver finito il lungo rituale quotidiano, Jess guardò l’orario, erano le 12:30
-Cazzo!- imprecò la ragazza.
Era troppo tardi per partire e lo stomaco, anche dopo l’abbondante colazione fatta, brontolava fastidiosamente.
I ragazzi si guardarono per qualche secondo con quasi uno stupido risolino stampato in faccia e in contemporanea, conclusero il momento con un: Andiamo a pranzare!
 
La sala era praticamente vuota e, per loro fortuna, riuscirono a beccarsi i posti migliori.
-Dimmi Dom, dove ti eri cacciato ieri sera?- incominciò la ragazza.
-Perché questa domanda signorina? Ti sono mancato non è vero?- la provocò il ragazzo.
-Non iniziare a sparare cazzate, Dom. Ero solo preoccupata per te, ecco tutto!- disse con il viso paonazzo.
Dominic scoppiò a ridere – Dai, non dire bugie. Come faresti senza di me!-
Iniziò a ridere anche Jess che concluse il dialogo con un imbarazzato: Fanculo!
Finito di mangiare i ragazzi tornarono nella loro camera, non vollero partire subito, a Smeraldopoli era una giornata particolarmente calda e aspettarono un paio d’ore per  far rinfrescare l’ambiente.
Partirono alle 17:00 per il Bosco Smeraldo, quel posto era famoso per far rabbrividire le ragazze (e alcuni ragazzi) grazie alla numerosissima presenza di coleotteri.
Jess no, e il ragazzo rimase colpito da questo positivo aspetto visto che anche lui ammise che i pokèmon di tipo coleottero gli facevano un po’ di senso, insomma non che ne fosse impaurito, è che non gli piaceva restare in compagnia di qualche futile essere strisciante senza avere un buon motivo.
Comunque a Dominic piaceva quell’atmosfera un po’ romantica, un po’ dantesca, fino al momento in cui  a Jess scappò un urlo per la vista di un coccoloso, adorabile e giallo Pikachu.
-Mi hai spaventato cazzo! Cerca di controllarti.- la rimproverò il ragazzo.
-Ma dai,Dom. E’ così carino!- replicò la ragazza.
-Già, dobbiamo o non dobbiamo completare il Pokedex… Sbrigati a catturarlo!-
Nel giro di poco tempo catturarono il pokèmon e, dopo aver fatto qualche oretta di allenamento, raggiunsero finalmente Plumbeopoli.
-Finalmente! Dai cerchiamo il Centro Pokèmon ormai è notte.- disse Dominic.
Arrivati al Centro, prenotarono la stanza e, in silenzio collassarono dolcemente sui loro letti senza energie.

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Capitolo 4
*** Sogni ***


Quella notte Dominic, sognò il fatidico giorno di 6 anni fa, più precisamente il 9 dicembre.
Era una gelida mattinata, nevicava e le scuole erano chiuse per cui decise di andare al parco della cittadina, un po’ per stare con i suoi amici e un po’ per allenare il suo appena conosciuto Pokémon, Growlithe. Era una giornata come un'altra, non particolarmente movimentata anche se nell’aria c’era già il profumo delle feste più importanti dell’anno.
 Improvvisamente si sentirono delle urla disperate, poi più niente.
Preso dal panico provocatogli da quello straziante suono, Dominic, corse verso casa per saltare tra le braccia della madre che l’avrebbero sicuramente tranquillizzato.
Durante il tragitto verso casa, vide alcuni loschi individui, erano in divisa nera con una R scarlatta nel petto, correre verso la direzione opposta insieme a un Arbok con la bocca intrisa di un liquido rosso.
Arrivato davanti casa, Quella vide sua madre stretta nelle braccia del padre, entrambi con evidenti lesioni e del liquido velenoso che colava da esse.
Quello fu il giorno in cui Dominic divenne orfano.”
 
 
-Dom, dai sveglia! Non abbiamo altro tempo da perdere!- disse Jess cercando invano di mettere fretta al ragazzo ancora stordito.
-Mh… Okay, tranquilla mi sto alzando.- Il compagno di viaggio si alzò e fece per andare a prepararsi e in meno di un quarto d’ora i due erano già nel bar del Centro per   consumare un’abbondante colazione.
-Dom, sai che in questa cittadina dovrebbe esserci una palestra? Il professore mi ha detto che sarà più facile completare il Pokedex se otteniamo le medaglie di Kanto! Per te va bene?-disse guardando il ragazzo con lo sguardo perso nel vuoto.
-Si, nessun problema… - Rispose senza fare caso alla domanda, aveva in testa ancora quel maledetto incubo che lo tormentava da quando aveva aperto gli occhi.
 
 
-Allora siamo d’accordo, dopo essere usciti dal Centro il nostro obbiettivo sarà la palestra di Plumbeopoli!- disse dando gli ultimi morsi a quello che poteva essere il rimasuglio di un poffin inzuppato nel caffè.
Uscirono subito dal locale, con l’intenzione di andare a sfidare il Capopalestra, ma,  quando Dominic vide la faccia estasiata di Jess mentre guardava l’enorme struttura del museo non poté fare a meno di acconsentire a entrare nel locale dei fossili.
Non aveva mai visto quella ragazza tanto affascinata per via di un oggetto, sembrava quasi una bambina dentro un Luna Park, elettrizzata da tutto e da tutti.
Ma dopo un’ora di strazianti spiegazioni su dei pezzi di roccia, il ragazzo riuscì a convincere la ragazza a uscire da lì.
Il museo non era tanto distante dalla palestra così, in un batter d’occhio entrarono nella palestra ove Jess non ebbe alcun problema, merito di Squirtle, a battere Brock.
Dopo aver ottenuto la medaglia Sasso, i due ragazzi si incamminano verso il Monte Luna non prima di aver effettuato qualche lotta con i soliti allenatori presenti che fecero evolvere lo Squirtle della ragazza e il Pidgey di Dominic.
Dopo la stremante giornata passata, i due allenatori arrivati davanti all’entrata del Monte, decisero di passare la notte al Centro Pokémon situato al fianco dell’entrata.
L’indomani avrebbero passato una dura giornata.
 
Il ragazzo non riusciva a chiudere occhio, era tutta la notte che pensava a quel sogno fatto la sera prima, il pensiero lo tormentava e non riusciva a toglierselo dalla testa,
 di quel giorno della sua vita non si ricordava molti particolari, gli vennero in mente però, tutti i pensieri e le domande che si poneva mentre cercava di placare la pioggia di lacrime che scendevano a gran velocità sul pavimento:”Perché? Perché a me? Cosa avevano fatto i miei genitori per meritarsi questo? Cosa avevo fatto io per meritarmi questo?”
Domande a cui un semplice bambino allora non poteva rispondere, sapeva solo una cosa: Erano morti e nessuno li poteva riportare indietro.
Si alzò e come in tutte le notti insonnie, andò a fumarsi una sigaretta, una delle poche cose che lo facevano calmare, poi subito al bar del Centro e in Sala Allenatori, ormai era diventato un rito.
Ma non poteva stare fermo senza fare nulla, doveva trovare assolutamente gli assassini dei suoi genitori.
A qualsiasi costo.
Tornò veloce in camera, questa volta non c’era la compagna ad aspettarlo in piedi e questo gli dispiaceva un po’, così si accasciò delicatamente nel letto e s’addormentò pensando alla giornata che avrebbe passato l’indomani. 

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Capitolo 5
*** Autocontrollo ***


Il mattino seguente decisero di svegliarsi molto presto, troppo per i gusti di Dominic che continuava a barcollare e a sbadigliare ancora un po’stordito;
-Dominic, riprenditi fra poco dobbiamo partire e non resisterai un minuto dentro il Monte se continui così!- lo rimproverò la ragazza.
-Perché non cerchi di stare un po’tranquilla? Non c’è nessun pericolo in quella zona, mettiti l’anima in pace!-replicò il ragazzo.
-Fossi in te la smetterei di essere così sicura di me e penserei a tutto il mare di Pokémon selvatici e allenatori presenti in quel posto!- disse con aria preoccupata.
-Tranquilla, io e Growlithe siamo imbattibili e nessuno squallido Zubat, Geodude o Clefairy può metterci in difficoltà, stesso discorso per il mio Pidgey e i tuoi Wartortle e Pikachu!- concluse il ragazzo.
-Se lo dici tu!- disse mentre si avviavano per l’entrata del monte.
L’interno del Monte Luna sembrava quello delle normali grotte che si possono incontrare: il terreno duro e scivoloso, l’aria terribilmente umida che creava quasi una certa disperazione per chi ci entrava, ma cosa più importante un caldo inaspettato che spiazzò i due giovani allenatori.
Il ragazzo non riuscì a trattenersi dallo stress provocatogli dall’ambiente e, un’imprecazione di qua e una di là, si accese una sigaretta che quando finì buttò a terra con l’esclamazione:
Fanculo agli ambientalisti!
Prima di andare avanti, registrarono qualche Pokémon nel Pokédex così da non perdere tempo quando sarebbero usciti, e batterono tutti gli allenatori presenti:
Pupe, Avventurieri e Bulli.
Scesero dalle scale vicino all’avventuriero, sentivano che era la strada giusta, e continuarono la strada fino ad arrivare davanti a un losco tipo davanti a loro.
Vestiti neri, cappello abbinato e una R scarlatta nel petto.
-Che cosa diavolo volete mocciosi?- disse il Rocket.
Dominic lo guardò per un po’ tremante e impaurito.
Il Rocket mise in campo uno Zubat e, senza che nessuno gli dicesse niente, Growlithe (visto che il canide era fuori dalla sua Pokéball), iniziò ad attaccare il pipistrello che in poco tempo finì K.O.
Il ragazzo era immobilizzato, poco dopo lo sguardo divenne carico di odio e, dopo che strinse i pugni e digrignato i denti ordinò al Pokémon, che non volle obbedire, di attaccare il losco individuo.
Allora corse verso di lui e con tutta la sua forza, visto che la rabbia gli stava piano piano offuscando la ragione, gli saltò addosso.
-Bastardo!- gridò Dominic impegnato a sfigurare la faccia del criminale, il sangue usciva a fiotti e dopo qualche secondo, la recluta svenne.
-Basta, così lo uccidi!- gridò disperata Jess che fino a quel momento aveva assistito alla sconcertante scena. Lacrime uscivano veloci e numerose dal volto della ragazza.
Sentendo quelle parole dalla compagna di viaggio, il ragazzo, recuperò la ragione e, dopo averla vista piangere, per la paura di non essere capito, fuggì.
Jess era sconvolta, non avrebbe mai immaginato che Dominic fosse in grado di fare un’azione di tale violenza, era rimasta sola, doveva assolutamente ricevere delle spiegazioni e chiarire la situazione con l’amico.
Arrivata a Celestopoli corse immediatamente al Centro Pokémon (sapeva che Dominic non si sarebbe nascosto, non era da lui farlo), e bussò alla porta della camera del ragazzo.
-Avanti!- rispose il ragazzo da dentro la stanza.
-Ciao Dom. Mi dovresti spiegare cos’è successo al Monte Luna.-
-Come hai saputo il numero della mia stanza?-
-Ho sganciato un po’ di danaro all’infermiera! Ora dammi una spiegazione.-
-Forse dovrei spiegarti tutto…- Dominic spiegò dei genitori, del sogno e della situazione in cui è incappato al Monte Luna.
-Ti faccio paura dopo che hai visto quello che ho fatto, vero?- disse cupo seduto nel letto.
-No Dominic- disse triste Jess.
-Però sono sicuro che non mi vedrai più con gli stessi occhi, tu mi odi me lo sento!-
La ragazza si avvicinò a lui, gli mise la mano come per dargli una carezza, e con la massima cultura in corpo di una che ha fatto il Ginnasio per Allenatori recitò la celeberrima poesia di Catullo:
 
Odi et amo.
(Ti odio e ti amo.)
Quare id faciam,
(Come possa fare ciò,)
fortasse requiris.
(forse ti chiedi.)
Nescio,
(non lo so,)
sed fieri sentio et excrucior.
(ma sento che così avviene e me ne tormento.)
 
A quel punto, con una lacrima che lenta le scorreva sul viso, lo baciò.   

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Capitolo 6
*** Imbarazzo e vecchie conoscenze! ***


Quella notte, Dominic, dormì come un angioletto.
Nella sua testa erano vivi i ricordi e le sensazioni che quel bacio gli aveva trasmesso.
Lui non aveva mai avuto il coraggio di dichiararsi alla ragazza e, dopo quella inaspettata rivelazione l’amore che provava per lei si raddoppiò.
Dormirono insieme, stretti, vicinissimi, imbarazzati ma felici.
Erano fatti l’uno per l’altra, si completavano e emanavano tranquillità.
La mattina seguente, Dominic si alzò presto, prima della ragazza, le portò la colazione a letto con in seguito un bacio mostrandole il miglior sorriso che il ragazzo possedeva.
-Buongiorno- disse con viso paonazzo la ragazza.
-Buongiorno Jess! Dormito bene?- chiese subito.
-Splendidamente! Fra quanto ci rimetteremo in viaggio, Dom? siamo in ritardo sulla tabella di marcia.-
-Tranquilla, appena tu sarai pronta per continuare ci incammineremo.-
Con quella frase finì la conversazione, erano fin troppo imbarazzati per continuarla e sarebbe stato comunque inutile.
Jess dopo essersi ingozzata, corse a prepararsi, aspettava una dura giornata ai due ragazzi, dovevano prima di tutto battere la palestra di tipo acqua, catturare i Pokémon locali e sicuramente allenarsi con gli allenatori di poco conto presenti nella cittadina, inoltre Dominic aveva promesso a Bill (amico di vecchia data) di passare da lui a dare un saluto.
Uscirono dal Centro Pokémon, la palestra era a due passi da lì, Jess non ha avuto ancora occasione di usare il suo Pikachu in palestra, quindi, mise a riposo Wartortle e iniziò con i primi allenatori presenti nel locale (più che locale era una piscina) a far guadagnare esperienza al topo elettrico.
Arrivati davanti alla capopalestra  Jess notò subito la differenza tra Brock e Misty, due forze completamente diverse, comunque riuscì a sovrastare la rossa grazie alla combinazione tra i tipi.
Dopo avere guadagnato la medaglia Cascata, tornarono al Centro per curare lo sfiancato topo.
Non avrebbero potuto fermarsi altro tempo, quindi, continuarono il loro viaggio proseguendo verso il ponte del percorso 24, batterono gli allenatori presenti e arrivarono finalmente all’uscio della casa di Bill.
Il ragazzo bussò, aprì un ragazzo bassottino dai capelli lunghi che si dividevano sopra gli occhi castani.
-Dominic quanto tempo!- disse allegro l’inventore del PC.
-Ehilà! Come te la passi?- i due entrarono a casa dell’informatico.
-Chi è questa graziosa ragazza, la tua fidanzata per caso?-
Jess e Dominic si guardarono in faccia, rossi come la bandiera proletaria, Bill aveva toccato un punto di cui ancora non avevano discusso.
-Sembrate stare così bene insieme, ho un regalo per voi!- Bill poggiò sul tavolo dei biglietti.
-Grazie amico! Non so che dire.-
-Tranquillo, io non ci volevo andare, sono dei biglietti per una squallida festa della M/N Anna, divertitevi!- Passarono ancora qualche minuto a casa del ragazzo ma poi ripartino di fretta. Presero poi il percorso per Aranciopoli e, catturando qualche Pokémon di qua e di là si ritrovarono esausti davanti al Center della cittadina marittima. 

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