“È che se parlo rovino tutto, 
se non parlo mi rovino dentro.”

di Beliebers_1994
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** prologo ***


PROLOGO

 


Ronnie non era una semplice ragazza, lei possedeva tutto, ville, riviste di moda, negozi….apparentemente sembrava felice, ma si sa….i soldi non danno la felicità.
Non poteva essere se stessa, doveva sempre mantenere alto il nome della sua famiglia e questo le costava tanto.
Non era la più popolare della scuola, ma non era nemmeno una sfigata, semplicemente se ne stava sempre in disparte con le sue fedeli cuffiette e i suoi libri tra le mani.
Ovviamente i suoi voti scolastici erano ottimi, lei era contenta dei suoi risultati, ma i suoi genitori pretendevano sempre di più.
Lei voleva solo godersi la vita, voleva passare un po’ di tempo con i suoi genitori, ma questo non era mai stato possibile.
Voleva essere amata, nient’altro….il destino però era stato crudele con lei, genitori assenti, vita difficile e soprattutto, amori non corrisposti.
Ogni volta il desiderio di buttare tutto all’aria e gridare tutto quello che sentiva si faceva sentire, poi ripensava a una delle sue frasi preferite e questa voglia scompariva… “È che se parlo rovino tutto, 
se non parlo mi rovino dentro.”
Quindi preferiva soffrire dentro, continuando a far felici le persone che la circondavano.
 
 

MY SPACE

ciao a tutti, ho deciso di scrivere una nuova storia....mi è venuta in mente mentre stavo leggendo un post su tumblr...mi è piaciuta molto la frase e pof mi è venuta in mente questa idea.
come prologo non è molto, però spero comunque che riesca a incuriosirvi.
lasciate un piccolo commentino se volete :)
- miri

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


CAPITOLO 1



NO POV

Come ogni giorno la sveglia suonava puntuale, erano le sei del mattino e quel giorno ronnie non aveva voglia di alzarsi.
Purtroppo per sua sfortuna doveva farlo, sua madre l’aveva costretta ad andare a scuola con la febbre a 39, quindi la scusa del “mal di pancia” non avrebbe funzionato.
Sbuffando tolse il piumone caldo dal suo corpo, dirigendosi verso la sua cabina armadio. lei era diversa da sua madre, non vestiva mai elegante, certo indossava quasi sempre vestitini, tacchi o gonne….ma l’eleganza era proprio una parola sconosciuta.
ovviamente a sua madre non andava bene il suo modo di vestire, ma a lei piaceva così, voleva decidere lei almeno su qualcosa.
fuori faceva ancora caldo, quindi decise di indossare una semplice maglia bianca, dei pantaloncini e i suoi amati anfibi neri.
Dopo aver scelto i vestiti si chiuse in bagno, sperando che una bella doccia calda, riuscisse a farle dimenticare per un attimo la sua vita.

***

dopo essersi fatta una crocchia per nascondere quei capelli castani che tanto odiava, era pronta, ci aveva messo più del previsto a prepararsi ed era in ritardo.
<< ronnie muoviti, io vado a lavoro >>
<< pranzi a casa??? >>
<< oh no tesoro, non riesco a venire questa sera, vado a prendere justin in aeroporto ricordi?…. >>
Abbassò gli occhi annuendo, ormai era sempre così, sua madre stava fuori fino a tardi e suo padre viaggiava sempre, dato che aveva varie imprese in giro per il mondo.
<< ora scappo eh, ciao tesoro e comportati bene >>
Annui per l’ennesima volta e uscì di casa, con un semplice gesto aprì le portiere della macchina e dopo essersi allacciata la cintura di sicurezza partì.

-***

RONNIE POV

La scuola era la solita noia, amavo la lingua spagnola e ormai l’argomento grammaticale che la mia vecchia professoressa stava cercando di spiegare lo sapevo a memoria.
Spostai lo sguardo fuori dalla finestra e vidi un ragazzo castano appoggiato al muro del cortile, tra le sue braccia stringeva una bellissima ragazza bionda, la conoscevo, si chiamava kandy ed era a dir poco stupenda, era molto timida ma quando c’era da difendere qualcuno tirava fuori il suo carattere.
Quando avrei dato per essere come lei?? Perfetta in ogni cosa, senza nessun difetto e con un ragazzo che ti stringeva forte, facendoti dimenticare di tutto, perché non potevo avere queste cose anche io?
Spostai subito lo sguardo, puntandolo sulla lavagna, stavo cercando di trattenere le lacrime ma era difficile, sentivo che tra poco sarei scoppiata.
Dopo aver preso un respiro profondo, alzai la mano cercando di parlare normalmente.
<< ehm,  profesora >>
Attirai subito la sua attenzione, ricevendo anche un sorriso smagliante, amavo quella professoressa.
<< si? >>
<< ¿Puedo ir al baño? >>
<< ¡Claro que sí!, Te quiero aquí en 5 minutos però okey?? >>
Annui sorridendo e uscì velocemente dall’aula, tutti i tentativi di trattenere le lacrime furono vani, ormai quelle piccole goccioline d’acqua avevano già bagnato il mio viso.
Molto velocemente si chiuse in un bagno a caso e si lasciò cadere a terra, iniziando a piangere, ormai era diventata una routine, cercava di essere forte, agli occhi degli altri lo sembrava davvero, ma dentro soffriva.
Nella sua vita niente la rendeva felice, aveva tanti soldi si, però le mancava la cosa più importante, l’amore.
Dopo dieci minuti il respiro tornò regolare e dopo essersi ripresa decise di tornare in classe, quando entrò la professoressa le sorrise dolcemente, lasciandola andare al suo posto.

***

Finalmente anche quel giorno di scuola era finito, come al solito prese la sua borsa firmata, se la mise sul braccio e una volta essersi infilata tutte e due le cuffiette iniziò a camminare, non voleva guidare quindi mandò un messaggio a george, chiedendogli di andare a prendergli la macchina.
Il tragitto non era molto lungo, ma lei prendeva sempre la strada più lunga, a casa non c’era nessuno che l’attendeva, a parte la sua cameriera chanel.
Il venticello caldo le sfiorava delicatamente la pelle, lei adorava il mare, ma sfortunatamente per arrivarci ci voleva un’ora di macchina.
Sorrise quando si ricordò delle sue vecchie vacanze estive, per ben tre mesi era stata insieme a sua nonna nella loro casa al mare, si era divertita così tanto e per la prima volta si era sentita libera.
Sua nonna era l’unica che riusciva a capirla, purtroppo però il destino a voluto strapparle anche quella piccola fonte di felicità.
Era così tanto sovrappensiero, che non si accorse nemmeno di essere andata a sbattere contro una ragazzo.
<< ehi ma che….oh ciao >>
Il ragazzo biondo sorrise raggiante, mentre lei arrossiva sempre di più
<< ehm…scusami non ti ho visto e… >>
<< non preoccuparti, non capita tutti i giorni di vedere ragazze così belle >>
Se possibile arrossì ancora di più abbassando lo sguardo
<< g-grazie….e scusa ancora >>
Il ragazzo stava per aprire bocca, quando venne interrotto da una voce roca
<< ryan che stai fac….ehi ehm… >>
Il secondo ragazzo iniziò a schioccare le dita, come se con quel gesto potesse arrivare ad indovinare il mio nome
<< ronnie, mi chiamo ronnie >>
<< ecco ronnie, il mio amico accetta le tue scuse ma ora dobbiamo andare….ciao >>
Finsi un sorriso e iniziai a camminare velocemente, fortunatamente arrivai a casa, appena entrai salutai chanel e george e dopo aver afferrato una mela dal porta frutta mi chiusi in camera, cercando di dimenticare la mia schifosa vita.

***

Ormai erano le 23.00 e mia madre non era ancora tornata, non sapevo chi diavolo fosse questo justin, ma poco mi importava, mia madre ospitava sempre i suoi colleghi, non sapevo bene il perché ma lo faceva.
Aprì il frigo tirando fuori una bottiglietta di succo, ormai non cenavo mai, chanel mi preparava da mangiare ma che senso aveva cenare da soli?
Era strano vivere così, mia madre pretendeva mille cose da me e io facevo di tutto pur di non deluderla, ma così facendo stavo odiando me stessa, insomma ho quasi 18’anni e non ho mai avuto un fidanzato o un amica vera, ho sempre sgobbato sui libri per ottenere buoni risultati e in più mia madre pretendeva anche di scegliermi il ragazzo.
Per quanto riguarda mio padre, lui è un uomo adorabile, fa di tutto pur di non farmi mancare niente, al contrario di mia madre è molto più aperto e comprensivo.
Scossi la testa sbuffando, pensarci ogni sera non avrebbe cambiato la situazione, quindi dopo aver bevuto tutto il succo, buttai la bottiglietta nella pattumiera e mi chiusi in camera, cercando almeno di prendere sonno in fretta.
 
LOOK HERE
Ciao a tutti, beh che dire questo è il primo capitolo, ho cercato di farlo ne troppo lungo e ne troppo corto (?), insomma si capisce un po’ la situazione che vive ronnie e più avanti si capirà anche il ruolo di justin in questa storia.
Spero vi piaccia, se vi va, lasciate una piccola recensione :)
baci
 - miri


Ronnie


Justin


Kandy


 

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


“È che se parlo rovino tutto, se non parlo mi rovino dentro.”

CAPITOLO 2



NO POV

Ronnie quel giorno non aveva voglia di alzarsi e affrontare – per l’ennesima volta – quella vita che non gli piaceva neanche un po’.
Poteva sembrare una bambina capricciosa ma quella vita non era per lei, troppo movimentata da affrontare giorno per giorno.
In fondo voleva solo avere una famiglia unita, una mamma con qui confidarsi, un padre con qui giocare e scherzare e perché no, passare ogni singolo natale a scartare i regali davanti ad un camino o guardare un film natalizio abbracciati sul divano.
Fin da piccola, tutte queste piccole cose non le sono state concesse, doveva sempre essere perfetta ed era davvero pesante da affrontare per una bambina così piccola.
Crescendo però la cosa è diventata ancora più dura da affrontare, amicizie false, la solitudine e genitori sempre più assenti.
<< signorina Ronnie, la colazione è pronta >>
Ronnie udì un voce dolce e delicata provenire dal corridoio, sorrise quando si accorse che quella era Chanel.
Per lei non era una semplice cameriera, era cresciuta con quella donna e ormai era come una madre.
Dopo altri cinque minuti si decise ad alzarsi, però quando vide il suo riflesso al specchio la situazione cambiò.
In un nano secondo prese tutto quello che gli serviva per docciarsi e si chiuse in bagno.

*****

Finalmente era pronta, (look) certo odiava seguire gli ordini di sua madre, ma il suo sogno era quello di diventare una stilista, o magari una modella, poteva sembrare una cosa un po’ contorta e contraddittoria ma le piaceva curare il suo aspetto fisico, anche se i suoi capelli le facevano davvero schifo.
Sua madre voleva che diventasse un importante avvocato, proprio come lei, infatti quando gli disse della sua passione per poco non si soffocava con il vino.
Ormai aveva perso tutte le speranze, aveva abbandonato quel sogno e si era buttata a capofitto sui libri, sperando che quei schifosi anni passassero velocemente.
Quando scese le scale, Ronnie sentì qualcuno parlare
<< bene io vado, ci vediamo dopo >>
Quella voce era strana, profonda ma delicata allo stesso tempo, di certo non apparteneva ai soliti colleghi che sua madre invitava in casa, sembrava più una voce da ragazzo.
Scosse la testa, facendo ondeggiare i suoi capelli lunghi, molto velocemente afferrò la sua amata borsa, le chiavi e gli occhiali da sole, urlò un << ciao >> e pochi secondi dopo uscì di casa.

RONNIE POV

Quando scesi dalla macchina il cortile era vuoto, sbuffai quando mi resi conto che ormai era troppo tardi, mi toccava entrare alla seconda ora.
Con passo lento mi diressi in segreteria, dovevo solo prendere quel maledetto modulo per scegliere il college, beh in verità dovevo solo farlo scegliere a mia madre, ma quelli erano dettagli.
<< tieni tesoro, per chi è il modulo? >>
Aggrottai le sopracciglia confusa
<< per me?? >>
Jessy – la segretaria – scoppiò a ridere, per poco piangeva per le troppe risate
<< tu…tu in una di queste scuole?? Ma per favore >>
<< già….nemmeno io riesco a crederci >>
<< cavolo Ronnie, per una volta manda a fanculo tua madre e fai quello che senti >>
Abbassai lo sguardo sorridendo, Jessy aveva sempre odiato mia madre, erano migliori amica al liceo, poi lei si era fatta condizionare da alcune troiette aristocratiche ed era diventata quello che è ora.
<< sai che lei ci tiene al college, quindi devo farlo >>
<< hai detto bene Ro’….LEI ci tiene, non TU >>
Sospirai chiudendo gli occhi, sapevo che aveva ragione ma dovevo farlo per lei, dovevo mantenere alto il nome della famiglia, anche se questo significava calpestare i miei sogni.
<< vabbeh Jess tra poco suona, vado in classe >>
<< okey, pensaci….non farlo >>
Annui lentamente e uscì dalla segreteria, per poco caddi quando mi scontrai con qualcuno.
<< oddio scusa….scusa veramente, non l’ho fatto di proposito giuro >>
Vidi la ragazza e accidenti era bellissima, aveva i capelli sul biondo cenere, gli occhi erano marrone chiaro e aveva dei lineamenti ben definiti.
<< ehi tranquilla, è stata colpa mia…io sono Ronnie, sei nuova?? >>
Lei alzò lo sguardo e sorrise leggermente
<< si, mi chiamo Jazmine, ma preferisco Jazzy >>
Sorrisi apertamente, anche se il sorriso scomparì quando pronunciò una frase fatale
<< tu…tu sei la figlia di Nicole Cyrus’?? >>
<< si….sono io >>
<< e tu….si insomma tu sei come lei?? >>
Alzai lo sguardò di scatto, ovviamente non ero come quella donna.
<< no, certo che no….sono diversa >>
<< beh meglio….non mi sta molto simpatica >>
In pochi secondi scoppiammo a ridere, questa ragazza mi stava già simpatica.
<< sai, è la prima volta che me lo sento dire, di solito mi si avvicinano solo perché  sono ricca sfondata >>
<< non sai quanto ti capisco >>
<< che materia hai ora?? >>
Lei aprì un foglio piegato a metà e iniziò a leggere
<< ora ho italiano, che palle >>
Risi scuotendo la testa, la prof di lettere era la più stronza di tutte
<< beh, allora ci aspetta una lunga giornata >>

*****

Per l’ennesima volta, una risata uscì dalle mie labbra, io e Jaz avevamo fatto conoscenza ed era veramente simpatica.
Non aveva ancora voluto rilevarmi il suo cognome e non sapevo bene il perché.
Stavamo camminando da più di dieci minuti e mi ricardai di essere in macchina, per la seconda volta chiamai george, chiedendogli di andare a riprendere l’auto.
<< dove abiti?? >>
<< oh beh….te lo dico ma non ti arrabbiare >>
Aggrottai le sopracciglia confusa
<< certo….perchè dovrei?? >>
<< beh…tua madre e mia madre si conoscono e beh….io e mio fratello staremo a casa tua per un po’ >>
Sorrisi raggiante e l’abbracciai
<< allora è venuta a prendere voi all’aeroporto, non mi aveva detto che c’era anche una ragazza >>
<< beh si…. >>
<< e chi è tuo fratello?? So che si chiama justin ma il cognome?? >>
Lei non rispose, iniziando a guardarsi intorno.
<< uh guarda siamo arrivati, vieni >>
Mi prese la mano e iniziò a camminare velocemente, quando entrammo in casa subito  un odore di vaniglia mi invase le narici e delle voci – provenienti dal salotto – facevano da sottofondo.
Quando entrammo in salotto per poco la mascella non mi cadde sul pavimento, mi madre era seduta al tavolo con lui….l’idolo di milioni di ragazzi, un angelo.
<< oh ciao tesoro, vedo che hai già conosciuto jazzy, lui è justin >>
Non riuscivo a parlare, ero immobile…non riuscivo ancora a credere che Justin Drew Bieber era davanti a me.


*LOOK HERE PLEASE*
Ciao a tutti, so che ho aggiornato in ritardo ma veramente ho tantissime cose da fare, in più è anche arrivata la pagella, menomale che è andata bene hahaha a voi come è andata??
In questo capitolo si capiscono delle cose, i sogni di Ronnie, i nuovi personaggi e sono sicura che tutte pensavate ad un incontro tra Ronnie e Justin a scuola…beh non è così haha…. behh più avanti si scopriranno altre cosucce.
Mi è stata anche detta una cosa sui nomi, io non ci do’ molto peso a mettere le iniziali maiuscole ma se vi da fastidio le metto.
Spero vi piaccia, recensite se vi va
baci
- miri

ronnie


Justin


Jazzy


 

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