Talent's Academy ~

di Marina Swift
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il test d'ammissione ***
Capitolo 3: *** Il primo giorno di scuola ***
Capitolo 4: *** La cena ***
Capitolo 5: *** Prime lezioni ***
Capitolo 6: *** Sorprese inaspettate e duelli di coordinazione ***
Capitolo 7: *** Preparazione pre-gara ***
Capitolo 8: *** Contest ***
Capitolo 9: *** Merry Christmas! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

Talent's academy ~

- Allora, l'Aula Magna è stata debitamente preparata? - cominciò a stillare una donna altissima, con la pelle diafana e una lunga chioma di riccioli biondi, vestita di un attillatissimo abito blu notte.
- Sì signorina Lovely - rispose rassegnato uno dei commessi, mentre si trascinava dietro un esemplare femmina di Seviper.
La donna cominciò a camminare in tondo, dando evidenti segni di nervosismo.
Era vero, quello che doveva fare era qualcosa di facile, ma miss Antonia Lovely era decisamente una perfezionista, e non poteva accettare che ci fosse qualche imperfezione nella sua meravigliosa accademia.
- E i giornalisti? Ci sono i giornalisti? - sbuffò, rivolta ancora a quel pover'uomo del suo bidello, che si era tranquillamente accoccolato su una delle sedie dell'Aula Magna, pensando di potersi finalmente riposare.
- Sì miss Lovely - continuò lui, con tono di uno fortemente scocciato.
Il giorno della presentazione dell'Accademia era il giorno più complicato dell'anno.
Diamine, si chiedevano tutti nell'istituto, la Talent's Academy non aveva bisogno di essere presentata.
Ma come ripeteva la preside: è una tradizione presentare al mondo le bellezze dell'istituto.
Quindi, non appena il cameramen le si piazzò davanti lei sorrise e si mise in mostra, mentre il suo Butterfree le planava vicino, per farsi accarezzare il capo e le antenne.
- Buongiorno a voi, nuove stelle del mondo pokémon - salutò sorridente la telecamera, mentre si sistemava i capelli - Ed è con grande onore che, come ogni anno io, Antonia Marcella Lovely, vi mostrerò le bellezze dell'Accademia, luogo che da decenni allena le migliori promessi nei campi di coordinazione, allenamento e ricerca pokémon... -
E così la preside cominciò a parlare, elencando tutti i pregi dell'istituto, come la sua meravigliosa posizione, situata a Chandelier City, una piccola isola nei pressi di Mironda, ad Oblivia, nel punto nel quale si poteva vedere il mare dovunque si girasse lo sguardo, osservando il sole che rifletteva i suoi raggi dorati, che facevano brillare le squame dei Goldeen e la pelle liscia e rosa dei Corsola.
Miss Lovely, come a voler dare "manforte" alle proprie parole, uscì assieme al giornalista che la filmava sulla più bella balconata dell'Accademia, quella dalla quale si potevano scorgere, aguzzando lo sguardo, Dolcegoccia, Mironda e Regiobaleno.
- E ora che avete ammirato le meraviglie locali vi farò fare un giro dei nostri corsi - proseguì Antonia, percorrendo un lungo corridoio e arrivando fino ad una porta che accanto aveva una targa di ceramica su cui era incisa la scritta: Classe A - coordinazione.
Senza curarsi del fatto che alcuni alunni si trovassero ancora nella classe, la preside aprì la porta, mostrando una ventina di studenti intenti a prendere diligentemente appunti, mentre un professore alla lavagna spiegava qualcosa a proposito delle bacche migliori per preparare poffin e pokémelle.
- Questo è il corso A, quello di coordinazione, dove aspiranti supercoordinatori migliorano le loro tecniche -
Seguirono subito dopo i corsi B, di allenamento, e C, di ricerca e allevamento, entrambi pieni di persone e pokémon provenienti da ogni parte del mondo.
Miss Lovely, finito il suo giro per le classi, andò finalmente nella sala più importante dell'istituto, usata soprattutto dagli alunni dei corsi A e B: il Teatro Pokémon, dove chiunque poteva allenarsi nelle tecniche e preparare esibizioni, provare costumi da scena e ricreare i campi di battaglia di una palestra.
Ad un certo punto però, proprio mentre la preside stava decantando le lodi a non si sapeva più neanche cosa, il cameramen le fece cenno di finire in fretta, perché il tempo a loro disposizione stava finendo.
Quindi lei si decise - finalmente, si poteva dire - a chiudere il discorso.
- Avete tra i quattordici e i diciotto anni? Volete migliorare le vostre tecniche di coordinazione o allenamento, o volete imparare qualcosa sulla ricerca e l'allevamento dei pokémon?
Vi aspettiamo numerosi al test di selezione il 22 settembre alle ore 17.30, qui nell'aula del Teatro.
Non ci sono restrizioni particolari, infatti anche i capopalestra possono partecipare, l'unica cosa è che i partecipanti dei corsi A e B devono avere rispettivamente o cinque fiocchi o cinque medaglie.
Aspettiamo le vostre partecipazioni! - concluse miss Lovely, strizzando un occhio alla telecamera.
Quando essa si spense, Antonia sbuffò, riprendendosi come se la presentazione le avesse succhiato via tutte le energie.
Bene, ora c'è solo da aspettare le richieste d'iscrizione.
 
 
Angolino dell'autrice ~
 
Buonsalve cari autori e autrici.
Eccomi qui a presentare come mia ultima fict questa fiction ad oc, e devo assolutamente ringraziare la mia Riddle perché senza di lei tutto ciò non sarebbe mai nato.
Beh, quindi se vi ho incuriosito con questo prologo vi lascio la scheda oc, che gradirei mi venisse inviata solo per mp ~
Accetterò solo altre cinque oc, che in tutto più la mia poi saranno sei, solo per poterne parlare al meglio, e visto che poi quasi tutti/e vorranno un ragazzo/a, dodici persone sono già troppe.
Beh, quindi senza altri indugi vi lascio la scheda OC:
Nome:
Cognome:
Età: dai 14 ai 18
Aspetto:
Abbigliamento:
Carattere:
Starter:
Squadra pokémon: { anche se mi basta lo starter più un altro pokémon che usate principalmente, ad esempio io userò quasi sempre un Glaceon e un Vaporeon }
Tipo preferito:
Città e regione di provenienza: { potete venire anche da Chandelier City, se volete }
Classe: A, B o C
Ragazzo/a: { prenotati Barry e Gary }
Altro: { qualsiasi cosa vi venga in mente }
Hobbies:
Eventuale storia/perché avete deciso di venire qui: { Niente di tragico, vi prego, ma fate come volete }
Aspirazione: { Cosa volete diventare dopo l'accademia }
Ah, si, dimenticavo.
I corsi durano un anno e l'Accademia è una specie di college, nel senso che si vive lì.
Detto questo vi saluto ~
Aspetto i vostri oc!
Saluti,
Marina

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Capitolo 2
*** Il test d'ammissione ***


Capitolo 1: il test di ammissione
 
 
22 settembre, Chandelier City
 
 
 
Quel giorno la piazza centrale dell'isola era gremita di gente, che viste dall'alto sembravano far parte di un enorme quadro di puntinismo.
 
Allenatori, coordinatori e ricercatori, tutti pigiati l'uno contro l'altro davanti al simbolo della città.
 
Un'enorme fontana rappresentante un candelabro di vetro, che lasciava grondare in una vasca dell'acqua cristallina nella quale nuotavano alcuni piccoli esemplari di Alomomola, stranamente più piccoli rispetto ai soliti esemplari.
 
La luce che passava attraverso il vetro rifletteva una migliaia di colori diversi a seconda dell'ora del giorno, e quelle erano visibili a miglia di distanza, un po' come la meridiana di Fluxopoli, a Kalos.
 
Quella famosa fontana era il simbolo della città, e chiunque aveva visto almeno una volta quel monumento, come minimo in foto.
 
Piccole navi a vapore "depositavano" ulteriore gente sull'isola, che, attraverso le scale di marmo bianco, salivano sulla collina al centro dell'isola, sulla quale si ergeva l'Accademia, unendosi al resto delle persone che aspettavano solo di entrare, fare la propria esibizione al Teatro e uscire.
 
- Wow, non mi aspettavo di trovare una massa di gente così... così enorme - commentò calma una ragazza appoggiata alla ringhiera di metallo che circondava la terrazza sulla quale poneva le basi l'istituto.
 
Si sistemò meglio un paio di cuffie a righe bianche, blu e nere sulla testa, scostandosi dai capelli qualche ciocca di capelli castani, e cominciando a girarsi un boccolo attorno al dito.
 
- Che ti aspettavi, una ventina di persone da battere senza troppi problemi? - la prese scherzosamente in giro un ragazzo dai capelli blu notte, vestito con una divisa che aveva lo stesso colore dell'oceano, quel giorno.
 
Camminava lentamente, seguito a ruota dal suo amato Solrock, che volava lieve nel cielo, fluttuando dolcemente accanto al suo allenatore.
 
- Tell, non scherzare inutilmente. Solo perché sei un capopalestra non vuol dire che ti faranno entrare così come se niente fosse - rispose di rimando lei, smettendo di "torturarsi" la chioma e puntando il suo sguardo verso l'amico.
 
- Non prenderanno facilmente neanche te, cara Marina -
 
Quell'altra avrebbe volentieri ribattuto - in fondo le piaceva avere sempre l'ultima parola con il ragazzo - quando una ragazza le andò a sbattere contro, interrompendo il suo discorso.
 
L'allenatrice in questione aveva i capelli violetti, legati morbidamente in una coda bassa, con una lunga ciocca che gli copriva l'occhio destro, dello stesso colore della chioma.
 
- Oh, scusami, non ti avevo visto - disse questa, allontanandosi di scatto.
 
In mano aveva un pacchetto di patatine, che sgranocchiava nervosamente, stringendo ogni tanto il pacchetto. 
 
- Capita con tutto questo viavai. È impossibile vedere dove si va - rispose Tell al posto dell'amica, in tono piuttosto rassicuratorio.
 
- Oh, beh, grazie - sorrise la violetta - Comunque io mi chiamo Nozomi, voi? -
 
- Io mi chiamo Marina, e lui è Tell -
 
Le due ragazze si strinsero la mano, in un gesto piuttosto amicale, poi Nozomi si mise in punta di piedi, scrutando l'orizzonte, anzi, per la precisione l'ingresso della scuola.
 
Poi si mise la mano nella tasca della sua felpa, con su il decoro di un'elegante chic ball, per poi estrarne una pokéball dalla quale fece uscire uno Squirtle, che non appena comparso lanciò in aria un getto di pistolacqua.
 
- Squirtle, se ti sollevo riesci a dirmi quanta gente sta entrando? -
 
- Lascia, faccio io - le disse Tell.
 
Il suo Solrock si rialzò nell'aria, superando le teste di una ventina di allenatori.
 
Quando ritornò indietro, il blu sorrise.
 
- Manca ancora un bel po', ma ci conviene avvicinarci - 
 
Così facendo i tre si presero per mano, spingendo via un po' di folla fino ad arrivare il più possibile vicini all'entrata del Teatro.
 
Davanti, c'era una fanciulla alta, con una lunga chioma scarlatta, leggermente mossa, e due occhi che sembravano intagliati in due smeraldi.
 
Era molto snella, ma aveva il seno prosperoso, in quanto a corporatura assomigliava molto a Marina - anche lei con forme molto femminili - ma era vestita in modo completamente diverso, con un maglioncino color magenta che le scopriva completamente le spalle candide, un paio di shorts e delle lunghe parigine nere.
 
In bocca, tra le labbra dipinte di rossetto, c'era una piccola sigaretta accesa, quasi finita ormai, che la ragazza buttò a terra e spense col tacco della scarpa.
 
- Toh, altri perdenti che vogliono entrare - commentò acida, prendendo tra le braccia il suo starter, un Chimchar dalla pelliccia perfettamente rasata, pulita e profumata, vestito elegantemente con degli abitini da scena.
 
Povero pokémon... si limitò a pensare Nozomi, senza però esprimere il suo giudizio ad alta voce.
 
- Ehi ehi ehi - rispose provocatoria Marina - Frena. Qui nessuno ti da il diritto di insultarci, sebbene tu sia famosa non vuol dire che tu possa fare la capetta, cara Anas... -
 
- ... tasia Hamilton - completò il discorso una voce femminile, appartenente ad un'allenatrice dalla chioma castana, con due luminosissimi occhi verdi, appena sbucata da due gemelli, uno con accanto un Zebrstika e uno affianco ad un Rapidash.
 
- La conoscete... tutte e due...? - fece Tell, piuttosto sconcertato.
 
- Sì - rispose la "nuova arrivata" - Non puoi capire, ogni volta che viaggiavo ce l'avevo sempre tra i piedi. Anastasia di qui, Anastasia di lì, una seccatura -
 
- Anastasia Hamilton è una modella di moda pokémon - precisò Marina, per fare in modo che l'amico capisse - Insomma, una di quelle che alla fine sono più belle che abili -
 
La rossa arricciò il naso, poi corrugò la fronte in senso di disapprovazione, gesticolando e facendo rientrare il Chimchar nella pokéball.
 
- Tsk, invidia perché nessuno di voi sarà mai alla mia altezza -
 
La ragazza con gli occhi verdi appena arrivata - che si chiamava Akumi - sorrise e guardò verso Nozomi, che fece il gesto della papera con le dita, come a dire: bla bla bla... parole inutili.
 
A Marina scappò un risolino e Anastasia la fulminò con lo sguardo.
 
In quell'esatto istante dalla sala del Teatro uscì una ragazza, bionda e pallida, in compagnia di un Totodile, che le zampettava vicino.
 
Akumi, Marina e Nozomi si scambiarono furtive un'occhiata d'intesa e poi, trascinandosi dietro il povero Tell, cominciarono a correre dietro la ragazza, gridandole cose del genere: "Che ti hanno chiesto?", "Sono stati difficili gli esami?"
 
Questa però non rispondeva, e continuava a camminare lenta, con l'aria assorta.
 
- Ci sono 1500 studenti e ne prendono il venti per cento, anche se normalmente il dieci per cento sceglie di passare. Quindi il 10% del 20% equivale a... - continuava a ripetere la biondina, con la coda di cavallo che ondeggiava a destra e a sinistra, seguendo il ritmo dei suoi passi.
 
Nozomi le passò una mano davanti agli occhi.
 
- Ehi... mi senti...? - disse la viola, senza però ricevere una risposta.
 
La fanciulla "inseguita" dal gruppetto si mescolò presto con le persone della folla, in modo che il gruppetto la perdesse di vista.
 
Quando la ritrovarono, era appoggiata alla banchina di ferro, in compagnia di un ragazzo castano e di un Umbreon che girava attorno ai due.
 
Il ragazzo era Gary Oak, di Biancavilla... insomma, va beh, lo conoscevano tutti lì.
 
- Avete perso voi questa milady? - mormorò lui, appoggiandole un braccio attorno alla spalla, che però non mutò lo stato d'animo della fanciulla, che rimase lì a fissare il cielo.
 
- Come ti chiami? - chiese Nozomi ad un certo punto, fissando negli occhi neri dell'allenatrice dal Totodile.
 
- Jay, Jay Andersen - sussurrò lei, cominciando a tracciare cerchi nell'aria.
 
Gary sorrise, Marina le tese la mano e Akumi stava per presentarsi.
 
- Ciao - fece la castana - io sono Ak... -
 
- GARY OAK! - esclamò una voce acuta, che strillava contro l'allenatore con l'Umbreon.
 
Voce appartenente ad una bella quattordicenne dalla chioma liscia e  color cioccolata, lunga fino al seno, ad eccezione di una lunga ciocca color miele.
 
La ragazza era in compagnia di un Dusknoir che le fluttuava accanto, un po' come il Solrock di Tell.
 
- Si può sapere che ti passa per la testa? Insomma, ti avevo chiaramente detto di aspettarmi, aspettarmi, ecco, e quando mi giro sei sparito e a me è toccato portare le tue valigie! Sai la prossima volta dove te le metto quelle valigie? - strillò irata la castana, puntando un dito contro il petto del ragazzo, nel frattempo allontanatosi da Jay, che fece un passo indietro.
 
- Ehi Eva, non vedi che sto parlando con queste graziose fanciulle? - ribatté con un gesto teatrale il castano, facendo l'occhiolino a Marina, che distolse lo sguardo prontamente.
 
Provava un misto tra disgusto e attrazione per quello strano individuo.
 
- Oh, carissimo Oak... - iniziò con tono mieloso Eva, tradendo la finta dolcezza con un buffo ghigno stampato sul volto - Mi sono sempre chiesta quanto gli stupidi potessero vivere... rammendami, quanti anni hai? - concluse inarcando il sopracciglio in segno di sfida e ridendogli in faccia.
 
- Questa tua sfacciataggine non ti porterà lontano. Si sa, i perdenti non fanno strada... - 
 
- Nemmeno i rimorchiatori disperati, dalle mie parti -
 
A interrompere quel futile battibecco fra rivali di vecchia data fu una ragazza molto affascinante, di media statura, nel suo volto risaltavano due ipnotici occhi nocciola, che possedevano il potere di assorbire tutto ciò sui quali, curiosamente, si posavano.
 
- Scusatemi, voi dovete ancora sostenere gli esami di ammissione? -
 
Pronunciava le parole gesticolando vistosamente, decisa e allo stesso tempo insicura sul da farsi.
 
- Sì, per noi inizieranno fra poco, e tu sei...? - chiese Nozomi, rapita da un fremito di curiosità.
 
- Veronica, Veronica King - spiegò, squadrando con aria indagatrice il gruppetto - Come mai c'è questa atmosfera così tesa? - domandò poi, tentando di prolungare un po' la conversazione.
 
- Chiedilo al babbeo alla mia sinistra - borbottò assorta nei suoi pensieri Eva, riuscendo a strappare un sorriso a Marina e Akumi.
 
- Ma niente, piccole divergenze tra amici - spiegò Nozomi grattandosi la nuca.
 
Una campanella tintinnò soavemente nell'aria mattutina, riportandoli alla realtà: l'esame.
 
Una voce affiorò dalla melodia meccanica, imponendosi sul chiacchiericcio concitato degli alunni - beh, futuri alunni.
 
- Si prega a coloro che devono ancora svolgere l'esame di dirigersi verso l'aula del Teatro. Lì verrà somministrato il compito per le diverse categorie. 
 
Grazie e arrivederci dalla vostra preside -
 
- Qualcuno di noi avrà presto i suoi esami - trillò Akumi con un sorriso.
 
- E beh, che aspettiamo? - rispose Nozomi, prendendo per mano la castana per trascinarla nuovamente via.
 
- Mi aggiungo al gruppo delle fanciulle - disse prontamente Gary, sfoderando un tono caldo e quasi sensuale, che nessuno ascoltò, per poi prendersi uno schiaffo in testa da Eva, che mormorò un "cretino" sottovoce.
 
- Posso venire con voi? - domandò Veronica, ricevendo un gentile sì come risposta da Marina.
 
Davanti alla porta il gruppo ritrovò Anastasia, nella stessa posa di prima, ma stavolta nel gesto di sistemare la crestina sulla testa di uno Shinx, il quale lanciò uno sguardo di superiorità allo Squirle di Nozomi, che si nascose dietro l'allenatrice.
 
- Ma guarda guarda... - mormorò la rossa - I perdenti si sono allargati di numero, ma stavolta con una sorpresa inaspettata -
 
Detto questo, facendo scendere dalle sue braccia il pokémon elettro, si avvicinò a Gary, sollevandogli il mento con due dita, sottili ed eleganti.
 
- Anastasia, immagino, modella pokémon - mormorò il castano - Che piacere vedere tale bellezza qui davanti -
 
- Uh, qualcuno che mi conosce e ammira - replicò Anastasia, con un sorrisetto sprezzante, probabilmente rivolto a Marina e Akumi.
 
Eva si diede uno schiaffo in fronte e scosse la testa, mentre Veronica ridacchiava, per poi irrigidirsi e arrossire.
 
Era solita farlo, dopotutto era sempre stata una ragazza timida, ma in fondo non ci poteva neanche fare niente.
 
- Mister "ciprovoconchiunque" - rimbeccò Eva l'amico/rivale - Smettila di fare l'idiota. Che farai, durante le prove ci proverai anche con le prof? -
 
- Mh, non sarebbe corretto - disse infine Jay, chiudendo il discorso.
 
Era così di poche parole che per il gruppetto fu quasi strano sentirla.
 
- Oh, sì, Jay - disse Tell - Ci eravamo quasi dimenticati del fatto che ci stavi seguendo -
 
- Ah, bene - rispose la bionda, probabilmente senza neanche aver ascoltato il capopalestra, per poi reimmergersi nel suo mondo.
 
- È qui che si entra? - chiese infine la voce di una ragazza, ancora sconosciuta ai nove.
 
Una quindicenne dai tratti affilati e dalla pelle leggermente scura, accompagnata da uno Sableye, si era presentata comparendo da dietro la fontana.
 
- Evviva, applaudiamo al genio che è venuto tra noi, cara... - disse Anastasia sarcastica.
 
- Letika Ganesh, piacere - rispose quella, spalancando gli occhioni da cerbiatta neri - Coordinatrice di Petalipoli -
 
- Oh, una connazionale - sorrise Marina - E sì, non contare Anastasia, si entra da qui -
 
- Perfetto, una coordinatrice. Significa che me la ritroverò in classe, se verrà ammessa - sbuffò la rossa, evidentemente non di buon umore, quel giorno.
 
- Anastasia, permettimi di dirtelo carissima - sussurrò dolce Eva, con lo stesso tono smielato di prima con Gary - Taci -
 
- Ehi, buona fortuna, a proposito - disse Jay poco prima che gli altri entrassero - Oh, sì, per chi vuole fare il corso C, vi faranno sostenere un piccolo colloquio. Non c'è da preoccuparsi - sorrise dolce.
 
- Grazie! - esclamò Letika, poco prima di varcare la porta dell'ingresso.
 
- Venti per cento meno dieci per cento, più cinque per cento... - fu la risposta di Jay.
 
- L'abbiamo persa di nuovo - commentò Akumi, entrata anche lei seguita da Eva, Veronica, Marina e Nozomi.
 
- Branco di incompetenti - furono le ultime parole di Anastasia prima di entrare.
 
Non racconto come ognuna affrontò l'esame, perché sarebbe troppo lungo da descrivere, ma sostanzialmente le prove erano tre, una per ogni diversa categoria.
 
Per il corso A, bisognava mostrare un'esibizione accuratamente preparata, al cospetto di Miss Lovely e altri due professori, che facevano da giudici un po' come in una gara vera.
 
Per entrare nel B invece la sfida consisteva nel lottare contro miss Hazuiko o miss Love, due delle insegnanti del corso, e trovarsi a fronteggiare a caso un Noivern o un Delphox.
 
Nel C - come detto da Jay - bisognava affrontare un lungo colloquio, durante il quale veniva chiesto di tutto e di più, quasi peggio di un colloquio di lavoro.
 
Per entrare in quel corso, però, era comodo anche che ci fosse un professore o uno scienziato dal quale gli aspiranti ricercatori avevano lavorato, in modo che desse una specie di "garanzia" sugli studenti.
 
Per nessuno chiaramente quest'ostacolo fu un problema, con Gary ed Eva che aiutavano il prof Oak nel suo laboratorio - e di cui uno era anche il nipote -, Veronica che aveva lavorato come assistente dalla professoressa Aralia e Jay che aveva fatto da aiutante ad uno scienziato della propria regione, Johto.
 
In poche parole, tutto filò liscio.
 
 
 
30 settembre, sempre Chandelier City
 
 
 
Una settimana dopo, sembrava quasi che la gente si fosse moltiplicata.
 
Ognuno di quelli che aveva sostenuto l'esame si trovava lì davanti, con almeno uno o due parenti al seguito.
 
- Marina! Tell! Dove vi siete cacciati? - strillava Pat, la seconda capopalestra di Verdeauzzopoli, nonché gemella del blu - Vi ricordo che io a differenza vostra, non conosco l'isola! -
 
- Siamo qui Pat! - le rispose Marina, agitando la mano da davanti al portone principale, prima di entrare nell'Aula Magna, dov'erano esposti i risultati, anche se l'amica pareva non ascoltarla
 
- Non vi sente, siete troppo lontani - 
 
Eva Riddle era comparsa alle loro spalle, sorridendo bonaria, con Gary al traino.
 
- Oh, Eva, ciao - la salutò Tell.
 
- Doveva essere destino che ci reincontrassimo - 
 
A parlare non fu Marina, ma Akumi, sorridente, appena arrivata anche lei.
 
- Ehi, Akumi-san! - la salutò Eva - Come andiamo? -
 
- Bene - fu la risposta della castana - E mentre camminavo ho trovato anche lei - continuò, scostandosi per mostrare anche Jay, messa dietro di lei, sempre assieme al suo bel Totodile.
 
- Ciao - disse piano la biondina, accarezzando il suo starter acquatico.
 
In quel momento, una Veronica dal sorriso raggiante uscì dalla porta saltellando seguita da un piccolo Shuppet.
 
- Veronica... - iniziò Jay.
 
- King?! - completò il discorso Nozomi, comparsa da non si sa bene dove.
 
- Nozomi, hola - salutò Veronica - E comunque, dai, sono passata! - trillò, cominciando a saltellare, per poi di nuovo fermarsi, imbarazzata.
 
Akumi sorrise sincera, felice per il risultato della ricercatrice.
 
- Oh, sì... e nella lista c'erano anche una Eva e una Jay... magari siete voi! - concluse la ragazza dagli occhi castani.
 
- Se di cognome Eva faceva Riddle... sono dentro! Alla facciaccia tua... Gary...? -
 
Ma Gary era scomparso dal campo visivo di Eva, finendo non si sa bene dove.
 
- Mh, cara... - disse, ricomparendo all'improvviso dall'Aula Magna - Sono passato anche io, quindi non osare prendermi in giro -
 
- Non oso io - ribattè Eva - Io agisco -
 
Ad interrompere il battibecco fu Letika, seguita da un'Anastasia parecchio nervosa che sbraitava.
 
"Non so neanche perché mi sono presentata" diceva la modella "In fondo è ovvio che mi abbiano presa"
 
Ma Letika non l'ascoltava, e volendo cercare di essere il più amichevole possibile, aveva deciso di trascinarsi la rossa dietro non appena l'aveva incontrata, per cercare di avviare una bella conversazione.
 
Il risultato era che per poco Anastasia non l'ammazzava di insulti.
 
- Ehi Anastasia, ciao - salutò Nozomi (sì, Nozomi, aggiuntasi anche lei al gruppo dopo aver controllato i risultati) - Ti vedo sorridente oggi - continuò, ironica.
 
- Non mi scocciare violetta - rispose lei aspra.
 
- Fraaatellino! - trillò il quel momento l'acuta voce di Pat, finalmente riuscita a raggiungere la porta e a rivedere il gemello - Siete già entrati? -
 
- No - rispose Tell - Aspettavamo te -
 
- Oh, la capopalestra di Verdeauzzopoli? - disse all'improvviso Letika - Piacere, Letika. È bello incontrare anche te, dopo aver fatto la conoscenza di Tell -
 
Marina in quell'istante decise di entrare, lasciandosi alle spalle Akumi, con la quale stava chiacchierando.
 
- Dove vai? - le chiese cortesemente Veronica.
 
- Controllo i risultati, mi sto annoiando -
 
Tipico di lei, annoiarsi quando in realtà non ce n'era motivo.
 
Tell non la seguì, forse per la paura di non essere entrato - anche se la considerava una cosa piuttosto inverosimile - ma fu presto sostituito da Nozomi, Akumi e Letika.
 
Le quali uscirono tre secondi dopo, tutte e tre raggianti in viso.
 
- Siamo dentro! - esclamò Marina, abbracciando prima Tell e poi Pat.
 
- Allora siamo in due - continuò Akumi.
 
- Tre - precisò Nozomi - Quindi saremo in classe assieme -
 
Le tre cominciarono a saltellare, forse per l'euforia del momento, con Anastasia che tossicchiava contrariata.
- Stupide ragazzine senza classe - disse, ripresa subito da Letika - E dai, festeggia un po' Anastasia, sei passata! -
Lei sembrava visibilmente offesa, boh, di sicuro non particolarmente entusiasta, ma i suoi brontolii furono presto ripresi dalle risate e le urla di gioia degli altri.
E così, un nuovo anno iniziava alla Talent's Academy.
Un anno che sicuramente, sarebbe stato indimenticabile.
 
Angolino dell'autrice:
Buonsalve gente!
Sono sempre io, ho solamente cambiato nick, ma voi continuate a chiamarmi Marina.
Comunque questo non interessa sicuramente a nessuno, quindi passiamo alle cose importanti.
Dopo un'attenta riflessione ho deciso che parteciperanno alla fict:
Akumi Nogi, oc di White Hurricane
Nozomi Susumu, oc di Hayamin_
Eva Riddle, oc di _Riddle
Veronica King, oc di Lurilala
Jay Andersen, oc di _Haru_
Letika Ganesh, oc di _Windurin_
Anastasia Hamilton, oc di Unespectedlyshy 
 
Attenzione:
Mi scuso con chi non è stato scelto, ma già avere otto oc al posto di sei è stato complesso.
Per gli oc non selezionati, chi volesse può parlarne con me, e posso trovargli un piccolo ruolo nel caso volesse comunque partecipare (tipo professore, vicepreside ecc...)
 
Bien, ora devo andare, se c'è qualcosa di sbagliato nella descrizione delle oc avvertitemi pure.
Bacioni,
Marina Swift
 
P.S. Ringrazio infinitamente _Riddle per avermi aiutata con il chap e mi scuso per non averla avvertita, ma ho whats fuori uso

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Capitolo 3
*** Il primo giorno di scuola ***


Capitolo 2: primo giorno di scuola
 
1 ottobre, Chandelier City
 
E così, era arrivato il grande momento: il primo, magico giorno di scuola alla Talent's Academy.
- Non mi sentivo così emozionata neanche, neanche... neanche quando ho vinto il mio primo fiocco! - trillava gioiosa Letika, stritolando tra le sue braccia il suo Golbat, che minacciava segni di cedimento.
D'altro canto, chi non sarebbe stata emozionata ad essere lì?
La mora s'incamminò lungo il corridoio che l'avrebbe condotta all'Aula Magna, per poi guardarsi intorno, cercare una sedia e accomodarsi bene.
La sala era stata divisa in tre settori: le sedie ricoperte dai teli bianchi erano per la classe A, quelli grigi per la B e quelli neri per la C.
Quella disposizione creava una piacevole situazione di ordine, che fece sorridere Latika, la quale in quel momento posò i suoi occhi verso la sua vicina, una ragazza paffuta con un Caterpie tra le braccia.
Si chiese se avrebbe visto anche Anastasia lì in mezzo nella stessa sezione - sebbene l'idea di rivederla non la entusiasmava parecchio - ma si ritrovò a ridere al pensiero di come avrebbe insultato quella povera fanciulla dalle guanciotte rosse e dall'atteggiamento tutt'altro che chic e alla moda.
Dall'altra parte, Anastasia non era ancora arrivata, ma la ragazza dagli occhi da cerbiatta fu avvistata da Akumi, che si stava sedendo, sistemandosi il giubbotto di pelliccia candida a mezze maniche.
- Uhm, guarda guarda chi scorgono i miei occhi - sussurrò ridacchiando.
Beh, era sicura che l'avrebbe come minimo incrociata, ma non pensava così presto.
Le sue riflessioni su Letika e la sua possibilità d'incontrarla furono interrotti da un Sableye che le volò addosso, accompagnato dalle grida di un allenatore.
- Sableye, Sableye! - gridò Tell, gettandosi quasi addosso alla castana per poi riassorbire il pokémon in un'elegante Cura Ball - Oh, ciao Akumi. Scusa per Sableye, ma stava cercando Marina e ha perso il controllo -
- N-niente - sorrise lei - Quindi Marina non c'è? -
- No, sarà dietro. Vado a cercarla, ciao - disse il ragazzo per prima sparire.
Ma tu guarda... pensò Akumi era proprio destino che li reincontrassi tutti, uno alla volta...
In quel momento, ad interrompere i pensieri di Akumi non fu Tell, bensì una ventiduenne mora dagli occhi verdi, con uno Sceptile al seguito.
La donna si era incamminata sul palco dell'Aula, e si era avvicinata al microfono.
- Prova... prova... - disse, prima di iniziare il discorso - Buongiorno, il mio nome è Elena Auditore, e sono la vicepreside dell'Accademia.
Miss Lovely è momentaneamente assente e mi ha chiesto di sostituirla -
Nella "zona nera", si potevano ben distinguere chiaramente le imprecazioni borbottate da Eva per l'agitazione (in una lingua totalmente sconosciuta ad altri).
- Sei altamente... insopportabile quando fai così? - la riprese Gary - Oh, no, aspetta. Tu sei sempre insopportabile. Allora direi noiosa -
Eva però non lo stava per niente ascoltando, anzi, doveva assolutamente dire che non gliene poteva fregare niente dei discorsi del rivale.
Aveva finalmente raggiunto il suo obbiettivo di entrare all'Accademia, e uno smidollato che portava il nome di Gary Oak non le avrebbe rovinato il momento.
- Comunque, stavo dicendo... - aveva ripreso a parlare Elena, dall'alto del palco - Intanto benvenuti a tutti, sono felice come ogni anno di vedere nuove promesse del mondo pokémon, è un onore per me avervi qui -
Dalla "zona B", Nozomi si disfaceva la coda mal riuscita per risistemarsela, lasciando come al solito una lunga ciocca a coprirle un occhio.
La sua vivace Pikachu femmina le saltellava sulle ginocchia, emettendo piccole scariche elettriche dalle guanciotte rosse.
- È un bel pokémon - sentì dire la violetta da un ragazzo che si stava sedendo accanto a lei, non troppo alto, biondo e con un grosso paio di occhiali tondi sul naso.
- Ciao, io mi chiamo Nozomi - sorrise lei - E grazie, è un bel complimento -
- Io sono Lem, piacere - le rispose lui - Beh, forse sai chi sono, sono il capopalestra di Luminopoli, a Kalos -
Beh, certo che lo conosceva, la cara Nozomi. I pokémon elettro assieme ad acqua, buio e spettro erano i suoi preferiti. Come ignorare i massimi esponenti di quei tipi?
- Piacere -
La violetta si mise a chiacchierare animatamente con il biondino.
Lem era una persona decisamente piacevole, ricca di argomenti diversi da esporre, e alla ragazza ispirò subito simpatia.
Le fece quasi dimenticare il pizzicorio che le dava la stoffa grigia, che le stava creando alquanto fastidio.
Dall'altra parte, dietro di lei, accanto all'ingresso, Anastasia - leggermente in ritardo, come tutte le star del resto - era appena arrivata, con due grosse valigie al traino e un borsone color magenta.
Un ragazzo all'entrata, arrivato anche lui tardi come lei, si era offerto di aiutarla, ma per qualche strana ragione Anastasia aveva voluto rifiutare.
Era troppo... troppo rigoroso, il ragazzo che le aveva parlato. Tutt'altro che il genere che piaceva normalmente a lei.
Si sedette nervosa su una delle ultime file delle poltroncine bianche, che facevano apparire la sua carnagione chiara un po' più spenta.
Le odiava anche per questo.
In ogni caso, non era tenuta a perdersi neanche una parola del discorso della vicepreside, visto che era arrivata alla parte più importante del discorso.
- Tutti i corsi inizieranno da domani. Oggi vorrei che voi vi sistemasse nelle vostre camere, e che imparaste a conoscervi meglio - annunciò madame Auditore - Per questo motivo, questa sera è stata organizzata una sera speciale nell'aula mensa, dove si terrà una specie di cenone per aiutare i nuovi alunni a conoscersi -
Ottimo, pensò Anastasia sarcastica ho tantissima voglia di stare in mezzo a tanti studenti che non apprezzano neanche la mia bellezza...
Nel frattempo, la vicepreside aveva appeso un lungo elenco accanto alla porta che connetteva l'Aula Magna con la rampa di scale che permetteva di accedere a tutti i piani.
- Questo è l'elenco dei nomi di tutti gli studenti dell'Accademia, scritti in ordine alfabetico.
Accanto ad ognuno c'è il numero della vostra camera, della quale vi darò la chiave quando passerete qui - e indicò una cassa piena di chiavi tintinnanti di metallo - Buona permanenza -
Tutti gli studenti si alzarono e, lentamente e in fila, si avviarono verso l'uscita.
- Mh... King, King... - sussurrò Veronica, scorrendo le dita sul foglio - Ecco, camera quattordici -
Afferrò l'oggetto che le porgeva miss Auditore e salì velocemente le scale, due gradini per volta.
Il corridoio del primo piano era piuttosto lungo, ma trovare la sua camera fu abbastanza facile.
Bastò girare a sinistra alla parte che separava il dormitorio dalla zona dove stavano le aule.
 
 
Veronica spalancò, di soppiatto, l'uscio della camera condivisa, ritrovandosi col contemplare un'Eva piuttosto indaffarata nel riordinare dei volumi piuttosto usurati: la loro copertina era logora, d'un verde fosso, e le pagine emanavano un odore pungente di muffa. La ragazza si domandava ardentemente da quali cantine potessero provenire quei libri, e la sua curiosità aumentò ulteriormente quando, di sottecchi, scorse una scritta che si snodava nel midollo della copertina, recitando "Quenya".
- Perché resti lì? - cinguettò la mora, voltandosi verso la castana con in mano uno strofinaccio livido.
- Ehm, niente, niente - borbottò imbarazzata Veronica, il cui filone di pensieri era stato appena interrotto bruscamente.
Eva intuì chiaramente che l'attenzione della compagnia era concentrata su quei dizionari, motivo per cui, tramite un minuscolo gesto della mano, la invitò ad avvicinarsi.
Chiudendo delicatamente la porta, Veronica si sedette sul lettino limitrofo.
- Sono dei vocabolari speciali - iniziò accarezzandone uno con i ruvidi polpastrelli.
- Risalgono circa a sessant'anni fa, quando mio nonno ne comprò uno a mio padre -
Fece una pausa, sorridendo. Probabilmente riesumare vecchi ricordi la rallegravano, ma in quell'espressione vi era insidiato un che di malinconico.
- Che lingua è? - chiese Veronica, bramosa di conoscerne di più.
- Elfico, sono vocabolari d'elfico -
La castana spalancò pienamente le iridi ambrate, colta da un fremito di sorpresa.
- Elfico? - ripetè sottovoce, assorta nei suoi ragionamenti.
- Eh già, diciamo che lo conosco abbastanza, ma è più una "memoria" che un dizionario da utilizzare. Quel andune (buon pomeriggio), Veronica - ridacchiò, posando così anche l'ultimo di quei volumi.
Calò un silenzio teso, sentito da ambedue i frangenti. 
- Eva, come mai te li porti dietro? - disse Veronica, tentando di spezzare quell'atmosfera.
Per qualche secondo le parve che lo sguardo dell'amica si fosse allacciato brutalmente al suo, incenerendolo, ma poi una fragorosa risata le fuoriuscì dalle labbra, echeggiando per la camera.
Veronica, non captando la motivazione di tale reazione indietreggiò, quasi spaventata.
- Scusami, uhm... diciamo sia perché mi piace molto l'universo di Arda, sia perché sì, insomma... tutti abbiamo dei portafortuna, o sono in errore? - disse Eva, inarcando un foltissimo sopracciglio accompagnato dall'ennesimo sorriso.
- Perdonami, non volevo sembrare indiscreta... -
- Figurati! Se non ci confidassimo con gli amici che mondo sarebbe! - disse sorridendo Eva, dando una pacca sulla spalla alla vicina, che annuì rilassata.

 

 
- Take, this broken wings... learn they to fly again, learn to live so free... -
Marina stava ferma sull'uscio della porta, canticchiando con le cuffie ben calcate in testa.
Aprì di scatto il marsupio color ottanio - lo stesso delle valigie - posizionato attorno ai suoi fianchi, e cercò la chiave per aprire la serratura, che girò di scatto, per poi premere sulla porta di legno di quercia ed entrare.
Girò lo sguardo color zaffiro, osservando placidamente la stanza, le sue pareti di un celeste chiaro, i mobili in legno di noce e i letti candidi, separati dalla porta finestra che dava su un piccolo balconcino, il quale regalava una splendida vista sull'oceano.
Sul lettino di sinistra, accoccolata tra le coperte bianchissime, c'era Akumi, intenta nella lettura di un libro.
A Marina sembrò all'improvviso molto più bon ton di come la ricordasse: la maglietta blu a maniche lunghe, assieme alla giacchetta di pelliccia e alla minigonna bianca le davano un aspetto quasi... pacifico, che la castana apprezzò molto.
- Oh, ciao Marina - la salutò la ragazza - Alla fine Tell ti aveva ritrovata? -
- Eh...? Sì, certo - rispose quell'altra, dolce.
Aprì le sue valigie, e spalancò uno dei due armadi, posizionati sulle parti opposte delle camere. Per sua fortuna lo trovò vuoto, e ci ripose con cura dentro i suoi abiti.
- Ho deciso di mettere tutte le tue cose a destra e le mie a sinistra - le disse Akumi - Così c'è più ordine -
Marina sussurrò un'"ottima idea" a bassa voce, poi come ultima cosa buttò il marsupio sul letto e appoggiò una foto sul suo comodino, ritraente cinque persone. Lei, una ragazza quasi identica ma con capelli e occhi più chiari, una moretta vestita d'arancio, una con un abitino fucsia e la più piccola, biondissima e con i capelli raccolti in due treccine.
- Sono... sono le tue sorelle? - domandò Akumi curiosa.
- Sì... Angeline, Mary, Petunia e Shine - recitò lei, scandendo bene ogni nome - Sulla piana di Verdeauzzopoli -
- Oh, che bella... io invece sono di Chandelier City - continuò la ragazza dagli occhi verdi - Ma non sto mai a casa, mi piace viaggiare. Un giorno visiterò tutta Hoenn! -
- Davvero? Anche io viaggio spesso! -
E le due si misero a chiacchierare di viaggi e avventure, delle loro famiglie e delle passioni in comune.
E rimaserò lì sedute, a chiacchierare per mezz'ora, fino a che il rumore di un oggetto che cadeva riprese la loro attenzione.
- Ops... - disse Akumi, guardando la sua borsetta che aveva urtato, lasciando cadere le sue pokéball a terra.
- Tranquilla, cose che capitano -

 

 
Nozomi e Letika, incontratesi sulle scale, e scoprendo di essere in camera assieme, dopo aver girovagato a lungo tra i corridoi dell'istituto, trovarono finalmente quella che doveva "trattarsi" la loro camera.
- Alleluia! - esclamò con enfasi Nozomi, strappando una risatina alla corvina.
Ma nel momento stesso in cui la violetta spalancò la porta, che si aprì cigolando, le loro espressioni non potevano risultare più allibite: pezzi di intonaco scrostato penzolavano dalle pareti, mentre un lettino giaceva nel centro del pavimento, con le lenzuola sporche da due dita di polvere.
Nozomi, dal nulla, estrasse un pacchetto di patatine, e incominciò a rosicchiarle nervosamente, senza spicciare parola.
L'amica, dal canto suo, non sapeva davvero come reagire, e rimase impalata a contemplare quell'orrore.
L'unico rumore che dilaniava quel silenzio assurdo era lo sgranocchiare perpetuo (e fastidioso) della violetta, che attrasse una collaboratrice scolastica piuttosto irritata.
- Ragazzina, cerca di non far troppe briciole, altrimenti mi toccherà punirti, e non è il caso il primo giorno, vero? - ghignò malignamente, allargando quel che doveva rappresentare un vago sorriso di scherno. Ma, in realtà, solo una becera smorfia solcava quel volto smunto e grasso.
Nozomi continuò imperterrita a mangiare, beffandosi altamente di ciò che le era stato riferito.
- Mi scusi signora - iniziò cortesemente Letika, ignorando le maniere poco aristocratiche della bidella.
- Ma... tutte le camere sono così sporche e vecchie? Nei depliant venivano raffigurate meglio... - borbottò dolcemente, tentando di intenerire la preda.
- Non capisco affatto quel che mi dici: vuoi forse insinuare che non svolgo bene il mio lavoro? Eh?! - sbottò irata, sbattendo un piede per terra.
- No no, guardi lei... -
La maleducata, allora, si affacciò su quella strana stanza, richiudendola di scatto.
- Ragazzine imbecilli! Questa non è la vostra camera! -
- Ma se ci hanno consegnato questa chiave con questo numero! - intervenne Nozomi, irata più che mai.
- Infatti! -
Detto questo, la collaboratrice strappò veementemente la chiave dalle mani della corvina, procurandole addirittura qualche graffio, e lesse le incisioni.
- Lo sapevo io che questa scuola sta pian piano decadendo! Bah, che organizzazione. Ve la do io, la chiave esatta, ma guai se vi becco ancora fuori orario a inquinare l'istituto - borbottò seccata, consegnando un'altra chiave alle due, che prontamente se la svignarono.
- Che individui! - disse sconcertata Letika, aggrottando le sopracciglia per il nervoso.
- Si sa che i bidelli sono sempre un po' tocchi! - scherzò la violetta, dirigendosi verso la giusta camera da letto.
- Eh già - sospirò, seguendo l'amica.

 

 
Anastasia era su tutte le furie (non era una novità, ma quel giorno era particolarmente arrabbiata).
Con tutte le vicine di stanza che le sarebbero potute capitare... doveva arrivarle proprio Jay?
Esatto, Jay Andersen, la quale stava beatamente seduta sul pavimento a guardare il soffitto, cercando di contare il numero di cristalli del lampadario.
La luce però continuava ad accecarla, e ogni volta perdeva il conto.
- Uno, due, tre, quattro... - sussurrava con voce flebile, roteando gli occhi ambrati.
- Con tutte le ragazze della Talent's Academy... questa fuori di testa doveva essere la mia coinquilina - sbuffava la rossa, pestando le suole delle sue Dr Martens per terra.
- Oh, ciao Anastasia - si estraniò un secondo dal suo mondo Jay, salutando con la mano, per poi ricominciare il suo conto - Cinque, sei, sette... -
Anastasia si battè nervosamente e ripetutamente le dita sottili in fronte, poi cominciò a tirare fuori nervosamente la grande massa di abiti - suoi e dei suoi pokémon dall'armadio.
Notò che entrambi gli armadi erano vuoti, o almeno quasi. Jay aveva sparso un po' ovunque i suoi abiti, ma ce n'erano pochi, e così la rossa non ebbe problemi a sistemare i suoi.
Cominciò a cercare qualcosa da mettersi per la sera, evitando di parlare con la biondina, perché era sicura che non le avrebbe risposto e perché semplicemente non aveva voglia.
 
 
Una voce squillante - quella di miss Lovely, chiaramente - spezzò il silenzio delle camere.
- Invito tutti gli alunni a cominciare a prepararsi, e di presentarsi alle cinque e mezza nella Sala Mensa, dove vi verranno spiegate altre cose sul corso. Grazie e arrivederci -
Le ragazze fremendo iniziarono tutte a prepararsi.
Chissà che compagni avrebbero incontrato, com'erano i professori, com'era agghindata la mensa scolastica.
Ma soprattutto, chissà cosa li attendeva in quell'anno...

 

 
Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti!
Francamente non mi aspettavo di aggiornare così presto, ma visto che il capitolo è strettamente di passaggio (mi serviva più che altro per sistemare un paio di cosette e descrivere un po' meglio il carattere delle oc e il loro rapporto), sono riuscita a finirlo.
Ditemi se vi è piaciuto, mi raccomando, e se come al solito avete notato incongruenze, non esitate a farmele notare!
Oh, una cosa. Gradirei, se volete, che ognuna di voi mi desse l'abito con cui vuole partecipare alla cena (ovviamente niente di troppo formale, potete andare anche così) e per le coordinatrici che mi diano i vestiti con i quali si vogliono esibire, e se volete quelli dei pokémon (se vi va anche il carattere dei vostri pokémon, come volete). Ci tengo (e non sarà l'ultima volta che ve lo chiederò) ad avere l'abbigliamento perché per me serve anche ad inquadrare meglio lo stile dei personaggi.
Un'ultima cosa, vorrei ringraziare anche Alexiel94 per avermi prestato la sua oc Elena come vicepreside, e poi ringrazio anche NightFury99, Crissy02 e LegendaryFairy91 per le oc che mi hanno dato e che presenterò nei prossimi capitoli. Anche queste ultime, se mi volessero dare il loro abbigliamento, mi farebbero un piacere.
Bene, now I'll go, spero che questo piccolo chap vi sia piaciuto.
Saluti,
Marina ~
Ps. La canzone che stava cantando Marina è Broken Wings di Mr Mister, che vi consiglio vivamente di ascoltare.
Pps. Letika e Nozomi erano finite in una camera che andava abbattuta e trasformata in un ripostiglio. Per qualsiasi cosa chiedete a _Riddle che ha scritto quella parte, come quella di Eva e Veronica

 

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Capitolo 4
*** La cena ***


Capitolo 3: la cena "di gala"

 

La sala mensa era forse anche più bella di come le studentesse se l'erano immaginata.
Quella che doveva essere una versione più grande di una comune sala da pranzo era in realtà una grossa sala dalle pareti rigorosamente candide, con grandi finestre coperte da tendaggi chiari.
Tavoli lunghissimi erano stati ricoperti con alcune tovaglie celesti, con sopra piatti di ceramica e bicchieri di cristallo.
Al centro di ogni tavolo troneggiavano piatti di tartine, sottili fette di carne cruda e calici di champagne e alcolici più pesanti, questi ultimi riservati solo alle studentesse maggiorenni.
Miss Lovely, comparsa per la prima volta agli occhi dei nuovi alunni, era impeccabile in un tailleur rosa antico, con i capelli biondi legati in uno chignon alto.
- Buonasera a tutti - disse con una finta calma sotto un evidente entusiasmo - E' per me un onore vedere finalmente gli alunni dei quali la mia vice mi aveva parlato così bene -
Marina si mise a ridacchiare.
Dal vivo la preside era ancora più "scoppiettante" di come se l'era immaginata.
Cercava Tell con lo sguardo, ma non riusciva ad avvistare né lui né il suo Solrock, o uno dei suoi due Sableye.
Era scesa assieme ad Akumi, dopo che la ragazza ci aveva impiagato mezz'ora a scegliere come vestirsi, per poi optare per un look la cui complicatezza era stata forse fin troppa, per una come lei.
La ragazza dagli occhi verdi, con il suo Dratini che le si avvolgeva intorno al collo, si era invece placidamente messa comoda su una sedia davanti ad uno dei tavoli, piluccando con le dita qualche tartina al salmone.
- Il blu non è in vista? - domandò all’amica, pulendosi le mani su un tovagliolino di stoffa e affondandole nella gonna di seta bianca, gonfia per merito dei tre sottogonna di stoffa dal colore torbido.
- No, ma sono affari suoi se non si presenta - disse quell’altra - Ti prego, passami qualcosa da bere, rischio lo svenimento -
Il corpetto dell’abito blu notte le stava quasi impedendo di respirare. 
Mai più rubare vestiti a Mary si ripromise, maledicendo la sorella per essere nata così piatta da potersi permettere di indossare qualsiasi cosa.
Cominciò a bere con una lentezza esasperante lo champagne ghiacciato che le aveva porto Akumi.
Non amava particolarmente l’alcol, ma aveva il grande potere di inibirla, facendole evitare di pensare alla scomodità del vestito.
- Uhuh, come sono carine queste ragazze! - sentì all’improvviso dire da Eva, spuntata in coppia con Veronica dalla colonna vicina. Ambedue le amiche sembravano non essersi crucciate troppo per l'outfit: la castana indossava una felpa corta e stretta, beige, dai polsini color caffè, e dei jeans blu zampa. Al collo erano ancorate, come suo solito, delle cuffie per la musica. La mora, invece, portava una fresca camicia vermiglia a quadretti verdi foresta, leggermente sbottonata sul davanti, e un paio di semplicissimi jeans attillati. L'elemento che veramente la distingueva era una bizzarra e singolare corona che troneggiava sul suo capo: un intreccio di rametti e foglie secche scarlatte, accuratamente lavorate a mano, che emanavano una fragranza boschiva di muschi e licheni.
- Ti sono spuntate le corna? - la canzonò Gary, spostando l'attenzione dai seni di Anastasia alla rivale.
- Perchè tu te ne intendi di corna, nevvero Gary? - sibilò maliziosa l'altra, afferrando con nonchalance un drink di vodka e sorseggiandolo inarcando il capo, come se fosse la bibita più comune del mondo.
- Corna? No, quello è un nido! - esclamò disgustata Anastasia, fissando le unghie rosse fuoco. Considerava quell'affare un insulto alla moda, in quanto grottesco e fuori luogo. Detestava sia Eva sia il suo anticonformismo.
- Non ti sorprendere se qualcuno scambia questa festa per un bordello, cara, il merito è solo tuo -
- Dannata te e il tuo sarcasmo di mer... -
- Smettetela adesso! - intervenne Akumi irritata, interponendosi tra le due.
- Questa è solo un banchetto per conoscerci meglio, non per litigare! -
continuò Marina, dando man forte all'amica.
- C'e gente che proprio non comprende la mia bellezza - sospirò con tono fintamente triste, procurandosi un'occhiata fulminante da Eva, che lasciò temporaneamente il gruppo per occuparsi del suo Dusknoir.
- Bene bene bene, Eva non c'è, finalmente - annunciò Gary - E io posso tranquillamente godere la compagnia di queste graziose signorine... -
Il castano si mise a fissare la scollatura dell'abito di Marina, e la pelle rosea del suo petto. Quest'ultima chiaramente ne sembrò parecchio infastidita, e poggiò il calice sul tavolo.
- Gradirei - disse - Che togliesse immediatamente il suo sguardo da me, o potrebbe rimpiangere il suo gesto per tutta la sua vita signor Oak -
- Oh, ma che parole raffinate - rispose quell'altro - Degne di una fanciulla meravigliosa come quella che ho davanti -
Tese una mano per accarezzarle una guancia, ma quell'altra lo respinse.
- Sai, io di solito non sono manesca, ma in questo caso... -
Marina si gettò verso Gary, che però riuscì a spostarsi, dirottando lo schiaffo contro... Tell.
Il blu si massaggiò la guancia offesa, sbattendo un paio di volte le palpebre.
Marina arrossì, girando lo sguardo verso l'amico e poi su Gary.
- Ha iniziato lui! - gridò indicandolo, e facendo ridere Akumi.
- Ok, non chiedo - rispose Tell - Comunque vi presento Barry, dorme nella stanza accanto alla mia -
Un ragazzo biondo dagli occhi nocciola comparse dietro il capopalestra, sorridendo come un matto, accompagnato da un Heracross.
Anastasia alla vista del pokémon fece un balzo indietro, saltando sulla sedia un tempo occupata da Akumi.
- U-un insetto! - strillò, indicando l'Heracross, che indietreggiò spaventato dietro l'allenatrice.
- Wow, questa è bella! Anastasia Hamilton che ha paura di un insetto? -
In quel momento arrivò Letika, vestita di tutto punto con un abito monospalla di un violetto indaco, che si intonava alla perfezione con i suoi capelli corvini, lasciati sciolti.
La corvina ridacchiò un po', e l'orgoglio di Anastasia prese il sopravvento sulla paura per il pokémon di Barry.
- Gli insetti sono schifosi e viscidi - commentò acida, cominciando a bere da una grossa coppa contenente della vodka, probabilmente, o qualcosa del genere.
- Per me sono carini -
Tutto il gruppetto fece un balzo indietro, girandosi di scatto verso destra, solo per focalizzare una testolina bionda sorridente e leggermente inclinata.
Jay, ovvio... chi se non lei? pensò Akumi, distendendo i muscoli irrigiditi del collo.
In quel momento Barry allungò una mano per afferrare una fetta di pane coperta di chèvre.
- Mh, non mi avevi detto che eravate così tanti Tell! Potrei farvi una multa per sovraffollamento - mormorò, masticando rumorosamente.
Veronica in quel momento si girò a guardare il biondino, incuriosita.
Era carino, la castana continuò a osservare rapita il suo sorriso a trentadue denti.
Sprizzava forse un po' troppa energia per una calma come lei, ma era sicuramente un bel soggetto.
- Piacere di conoscerti, a proposito! - esclamò Letika - Il mio nome è Letika Ganesh -
- Barry - rispose l'altro, stringendo prontamente la mano dalla pelle scura che gli veniva porta.
- A proposito, avete visto Nozomi...? - domandò la ragazza di origini indiane - Eppure eravamo scese insieme -
Marina osservò attentamente la massa di studenti che girava da ogni parte senza un ordine preciso, in cerca dell'amica.
Individuò una lunga coda violetta che ondeggiava da dietro un tavolo.
Solo una ragazza alla Talent's Academy poteva portare una chioma di quel colore così bizzarro.
La castana indicò con la mano la fanciulla, e Letika sorrise.
- Ehi ehi ehi... ma Nozomi non è in compagnia di qualcuno? - domandò Eva, sbucata all'improvviso con il suo Dusknoir al seguito.
- Uh, ora che mi ci fai pensare è vero! - trillò Marina.
Tutte le attenzioni vennero spostate verso il ragazzo che parlava con la violetta.
Tutti i pensieri su chi potesse essere il ragazzo che chiacchierava allegramente con Nozomi furono risolti dal gridolino divertito di Tell.
- Ma quello è Lem! - 
- Eh?! Lo conosci? - chiese Veronica, girandosi di scatto.
- È il mio compagno di stanza - rispose quell'altro.
Akumi intanto si era avvicinata a Nozomi, attirando la sua attenzione tamburellando con le nocche contro la schiena dell'amica.
Quest'ultima distolse le sue attenzioni da Lem, guardando in direzione dell'allenatrice dagli occhi verdi.
- Oh, ciao Akumi - la salutò - Letika è con te? -
- Sì, prima ti stava cercando -
- Ah -
Seguita da Lem, Nozomi si avvicinò presto al gruppetto, dove si scontrò subiti con una Letika spaventata che si comportò un po' da vice-mamma, del genere: "Dov'eri finita?" o "Potevi avvertirmi che ti saresti allontanata!"
Chiaramente, non appena vide il ragazzo dietro di lei, si rabbonì un po'.
Cosa non si fa per inseguire un bell'allenatore... pensò tra se e se. 
Nel frattempo un Lem un po' confuso dal ritrovarsi davanti tutto quel gruppo si era presentato balbettando un saluto, e ricevendo un'affetuosa e poderosa pacca sulla schiena da parte di Nozomi.
In quel momento agli undici si avvicinò una signora che doveva avere circa venticinque anni, con un abito semplice ma elegante, e una lunga treccia nera che faceva risaltare gli occhi azzurri come il cielo.
Tutti coloro che avevano frequentato gli esami del corso B la riconobbero all'istante: miss Diabel Hazuiko, una delle insegnanti della sezione di allenamento.
Quest'ultima, facendo tintinnare un calice colmo di un liquido chiaro dai riflessi ambrati - un vino bianco che a colpo d'occhio era difficile riconoscere - appoggiò una mano sulla spalla di Marina, sfoderando un sorriso a trentadue denti.
- Vi state divertendo? -
- Sì, molto - rispose entusiasta Akumi.
- Alcuni più di altri - sbuffò Anastasia, ricevendo un'occhiataccia da Eva.
- Cosa c'è che ti disturba, cara? - domandò la professoressa, senza mutare il suo stato d'animo allegro.
- Loro, ecco - disse la rossa - Non so nemmeno perché sto qui -
- Perché senza noi sei persa - rispose ironica Letika.
- Non offendete una bella dama come Anastasia! - gridò Gary.
In quel momento si creò quasi un casino "cosmico": Eva tirò uno schiaffo a Gary, che finì addosso ad una Akumi che prontamente lo rigettò via.
Anastasia sbraitava, ripresa continuamente da Veronica che le diceva con tutta la calma del mondo che non stava succedendo niente per il quale essere tanto arrabbiati.
In mezzo a quel caos Marina e Nozomi ridevano di buon gusto e Tell cercava di spiegare a un Lem mezzo terrorizzato che tutto ciò era perfettamente normale, conoscendo le ragazze.
- Ora basta! Non ci sto più capendo niente! - strillò Barry, facendo ammutolire tutti - Mi farete impazzire così! -
- Non sta comunque bene gridare - si aggiunse Jay, l'unica rimasta apparentemente calma e flemmatica.
- Oh, vedo comunque che si è creato un bel gruppetto... - commentò miss Hazuiko, che probabilmente non vedeva l'ora di allontanarsi da quell'insieme non ben specificato di adolescenti in preda ad una grandissima discussione che sarebbe potuta benissimo peggiorare.
Detto questo la prof tagliò prontamente la corda.

Nel fondo della sala vagava, senza una 
meta ben precisa, un ragazzo dalla chioma color erenite, sorseggiando un cocktail alla frutta. Ogni tanto, volgeva lo sguardo verso il gruppo di amici, senza avvicinarci però d'un passo. Li osservava, con occhi di chi ispeziona ogni dettaglio in modo minuzioso ed efficace, come il falco con la lepre.
- Guarda guarda che bel tipo... - sussurrò Anastasia, riassumendo la calma. 
Nozomi fissò prima il ragazzo e poi la rossa, per poi scartare rapidamente l'idea che potessero stare insieme.
Lui era decisamente troppo calmo per lei.
- A me sembra un criminale - commentò Eva.
- Da quando te ne intendi di ragazzi? - le rispose acido Gary.
La chioma liscia e setosa della mora penzoló nuovamente giù per la rampa e quella smorfia furbetta le si dipinse sul diafano volto.
- Taci Gary. E tanto per la cronaca, in quel bicchiere c'è del sano cianuro... -
- Tu straparli - rispose a tono il castano.
- Non sto scherzando, ho la faccia di una che scherza? - domandó ironica.
- E poi sai che io sono capace di fare certe cose... nevvero? - cinguettó melodiosamente, mentre gli occhi dell' amico si sgranavano di botto, lasciando spazio anche a un certo timore.
- Tu...? -
- Certo, ah, IO! - finì, scomparendo dalla vista del gruppo, ma rimanendo appollaiata in un cunicolo per godersi la scena. Infatti, Gary non tradì nemmeno una delle sue aspettative: iniziò a sputacchiare tutto sul pavimento, producendo un verso strozzato dalla gola.
Che scemo, rifletté la mora, nonostante fosse consapevole dello scherzo di brutto gusto che gli aveva giocato.
- Non sei morto? - continuò Marina - Tranquillo Gary, avresti avuto una sepoltura degna del tuo insormontabile ego -
- Da quando tu sei così crudele? - le domandò ironicamente Tell.
- Gary mi fa sentire male - rispose quell'altra facendo la linguaccia al ricercatore.
In quell'istante Akumi spalancò gli occhioni verdi, preoccupata.
Letika se ne accorse e le domandò il motivo di tale espressione.
- Jay... l'abbiamo persa - rispose la castana.
- Jay?! - esclamò Nozomi - E dov'è? -
- Se lo sapesse non avrebbe detto che l'ha persa, grande genio - sbottò Anastasia.
- Stiamo perdendo troppa gente oggi - concluse Veronica.
A rispondere alle domande delle ragazze fu nientemeno che miss Lovely, che saltellava qui e là per la sala, facendo un giro per gli studenti.
- Se cercate la ragazzina bionda, è vicino a quello studente dalla chioma verdina - rispose ammiccando.
Serata di ragazzi, a quanto pare... pensò Akumi.

- Uhm... e tu chi saresti? - domandò N, nonché lo studente che tutte le ragazze del gruppetto stavano guardando.
Jay, come nel suo solito, non rispose.
Stava guardando gli occhi del ragazzo, di quell'acquamarina che le ricordava una pozza d'acqua.
Acqua... pistolacqua... il getto di Totodile... 
Jay si ficcò una mano nella tasca del maglioncino nero a righe bianche, poi si rilassò quando toccò la pokéball del suo starter, seguendone il profilo con le dita.
- Silenziosa? - chiese N alzando un sopracciglio.
- Jay Andersen - rispose in quel momento lei, ritardando la comprensione alla domanda del giovane.
- Ah, piacere, N -
Jay afferrò una pokéball dalla tasca e la poggiò nella mano di N, al posto della sua.
- Totodile - disse - Celeste, come i tuoi occhi -
Poi riprese di scatto la pokéball, rimettendola al suo posto.
Poi si mise a giocherellare con il ciondolo del ragazzo, sfiorando il simbolo che rappresentava con le dita.
- Ti piace? -
- È... è mistico... -
Poi Jay si girò e tornò dal suo gruppo, buttandosi tra le braccia di Akumi, che fece una faccia stranita, ma non la tolse.
- Mistico... - mormorò.

- Prova... prova uno, due, tre... -
Miss Love tamburellò le dita sul microfono, vedendo se funzionava.
Poi passò il telefono a miss Lovely, la quale le sorrise felice.
- Ragazzi, vi comunicò che dobbiamo farvi lasciare la stanza, che va fatta pulire per la colazione di domani. 
Vi pregherei di tornare tutti nelle vostre camere -
- Camera 16, arriviamo! - trillò Marina, prendendo per il polso Akumi e trascinandosela dietro.
- Andiamo...? - domandò Tell a Lem, per poi non ascoltarlo e accompagnandolo alle scale lentamente.
- Possiamo andare - mormorò Letika a Nozomi.
Il giorno dopo li avrebbe aspettati una lunga giornata.
Ora bisognava solamente riposarsi, calmarsi...
E riprendersi dal caos della sera.

Angolino dell'autrice:
Ciao ciao!
Eccomi qui a pubblicare, scusatemi per il ritardo!
Intanto mi scuso con tutti, vi ho chiesto mille descrizioni che non ho usato, ma pensavo di scrivere cose diverse.
Ditemi voi se il chap vi è piaciuto, a me pare di aver fatto solo un gran casino, ma spetta a voi.
La scuola - ve lo giuro - inizierà dal prossimo chap.
Kisses,
Mari ~

Riddle's Corner
Aw, è la prima volta che scrivo un angolo per questa fic a oc, che commozione(?) ~celebrale (?).
Ugh, simpatica io ~modestasoprattutto. La verità é che questo capitolo l'ha scritto molto Marycchan, mentre io ho steso qualche parte su Eva ( amo quella tosa [ragazza] (?) ) . E vi lascio, I sincerely hope that vi piaccia(?) ( tipo SHIS! (?)) Ok i (?) mi uccideranno, i know.
_Ridd~
 

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Capitolo 5
*** Prime lezioni ***


Capitolo 4: prime lezioni

- Yawn -
Marina era distesa sul letto, i capelli castani sparsi sul viso.
Le coperte erano tutte attorcigliate e rivoltate, ma arrivavano a coprirle il corpo fino al naso.
Si issò scansando via il copriletto celeste, per ritrovarsi davanti un'Akumi sorridente che le mostrava un foglietto.
- Ben svegliata - le disse - Dormito bene? -
- Sì, grazie - rispose cordialmente Marina.
Amava la presenza di Akumi. La trovava calma, piacevole e rassicurante.
- Ti ho preso questo mentre scendevo - continuò la ragazza dagli occhi di smeraldo - Mi sono svegliata presto e, non volendo svegliarti, sono scesa senza fare rumore al piano di sotto e ho preso il piano studi della settimana -
Senza dire altro Akumi passò a Marina il foglietto che aveva tra le dita, e le illustrò i contenuti.
- La colazione è alle otto e mezza, e le lezioni iniziano alle nove e dieci. Il che significa che hai esattamente mezz'ora per vestirti -
- Merci -
Marina entrò nel bagno e si sciacquò il viso, cominciando a vestirsi mentre Akumi cercava le sue pokéball in un cassetto del comodino.
Le due castane poi uscirono dalla stanza, ridacchiando e camminando insieme, senza fare rumore per non svegliare le altre ragazze che magari stavano ancora riposando.
La colazione aspettava solo loro.

In un'altra camera, la numero 20 per la precisione, Anastasia Hamilton aveva avuto un risveglio decisamente più brusco di quello di Marina.
Si era svegliata perché aveva sentito un forte rumore provenire da fuori, poi si era rivoltata di lato e aveva guardato fissa l'orologio appoggiato sul tavolino accanto a lei.
- 8.15... 8.15... - sussurrò, con la voce più bassa del solito, dovuta al suo stato di dormiveglia.
- Otto e un quarto?! - esclamò, balsando giù dal letto e cadendo rovinosamente per terra.
Otto e un quarto.
Un quarto d'ora all'inizio della colazione.
Si trascinò fino alla porta del bagno senza neanche tentare di mantenere un'andatura fiera come al solito, poi cominciò a bussare ripetutamente, girando più volte la maniglia.
Chiaramente, la porta era chiusa a chiave.
- Diamine Jay! Apri! -
La biondina ci mise cinque minuti abbondandi a farla entrare, "godendosi" la vista della rossa con i capelli sparati e gli occhi verdi attraversati da un lampo di rabbia.
- Mancano solo dieci minuti ora! E né io né te siamo ancora vestite! - sbraitò la modella pokémon.
Jay smise di guardare le gocce d'acqua che cadevano dal rubinetto, per poi fissare la compagna di stanza.
- Dieci minuti è un tempo relativo - spiegò, calma - Intendi dieci minuti qui, o dieci minuti nello spazio? -
Anastasia la prese, fuori di se, e la sbatté fuori dalla sala, sbattendo la porta della toilette.
- E=mc2 - mormorò Jay, infilandosi distrattamente un paio di jeans e una maglietta a righe bianche e nere.

- Cioccolato, crema o marmellata? -
Letika aveva in mano tre brioche, che stava porgendo a Nozomi, che le squadrò ben bene.
- Cioccolato. Ovviamente cioccolato - rispose la violetta.
Afferrò il croissant che la corvina le porgeva, ne morse la punta e lo appoggiò sul vassoio di legno.
Le due presero velocemente da bere - latte per Nozomi e del succo di bacca per Letika - per poi girarsi intorno alla ricerca di un tavolo libero.
L'allenatrice dagli occhi viola incrociò la chioma color cioccolata di Veronica, seduta in un tavolo accanto alla porta-finestra (l'Accademia era piena di porte-finestre, che conferivano una grande luminosità).
Si sedette veloce accanto a lei, seguita a ruota dalla coordinatrice.
- Buongiorno Veronica - la salutò Nozomi.
- Buongiorno - rispose l'altra, continuando a girare la punta del cucchiaio nella tazza colma di cereali.
Lo Shuppet della ricercatrice, che le stava facendo compagnia durante la colazione, si avvicinò al Sableye di Letika, cominciando a svolazzargli attorno, mentre l'altro pokémon cominciava ad emanare una debole luce psichica.
- Dormito bene? - cinguettò, accomodandosi accanto a lei su una sedia in vimini, che donava un tocco retrò alla sala.
- Eh, più o meno... - confessò timidamente la castana, contemplando quella brodaglia formatasi nella tazza.
- In che senso? -
- Nel senso che... - avvicinò il capo a quello delle altre due, portando una mano a fior di labbra, per attenuare il tono vocale - Eva vaneggia nel sonno, ecco - terminò secca, sorseggiando pacatamente il latte senza produrre troppo rumore.
- Eva è pazza?! - esclamò sorpresa la viola, percependo poi quanto fosse fuori luogo quell'esternazione a voce alta.
- Non vi hanno insegnato che parlare alle spalle altrui è maleducato? - le incalzò il soggetto in esame, sbucato da chissà dove.
Veronica trasalì. Non era sua abitudine raccontare gli affari personali agli altri, e un vago rossore le imporporò le gote lattee.
- N-non stavamo sparlando di te! - balbettò confusa Letika, ridestandosi dal vortice di curiosità che l'aveva risucchiata poco prima. 
Nozomi, agitata, iniziò a sgranocchiare il primo biscotto sotto tiro, arrivando a mordicchiarsi le unghie.
- Sarà - sospirò la mora - ma le mie orecchie odono più che bene, e ammetto di avere una certa dimestichezza con certe situazioni - finì, rivelando un'occhiata piuttosto eloquente al trio.
Dopo di che, se ne andò per le sue, come, del resto, era sua abitudine.
- Lasciatela perdere, quella si che è pazza - intervenne Gary, spettatore della vicenda.
Le tre, infastidite dall'insinuazione di Oak, lo abbandonarono, troncando il discorso sul nascere: Eva rimaneva pur sempre un'amica, non una fanciulla da offendere!
Lo stomaco di Veronica era in subbuglio: la morettina rappresentava per lei il seme di una lunga e piacevole convivenza, oltre che amicizia, e non intendeva dileggiare il tutto con quell'inutile gaffe.
La castana rimurginava ogni imbarazzante istante con un crescente dispiacere interiore, al punto che anche Gary, da lontano, se ne accorse, e provò a consolarla.
- La conosco bene, io. Tranquilla, non s'è l'è presa davvero - pronunciò, esibendo un sorriso incoraggiante.
- Sicuro? - pigolò piano, distogliendo lo sguardo.
- Ovviamente. Lo fa apposta. Fa la sostenuta in certi momenti per natura, per difendersi, ma non conta davvero niente quello che dicono gli altri su di lei... - sussurrò fiocamente, tanto che le ultime sillabe si dissolsero nell'aria, mimetizzandosi col brusio generale.
Veronica, dal canto suo, aveva percepito un'insolita ammirazione del ricercatore nei confronti della rivale. E, poteva giurare, che nelle sue iridi carbone si celavano memorie arcane sul passato di Eva: ricordi che, probabilmente, non dovevano venir rivangati, ma, probabilmente, sarebbero usciti allo scoperto col tempo.
E infatti Eva tornò presto al tavolo, sorseggiando del caffelatte da una tazza color acquamarina che aveva preso dal bancone.
Si accomodò vicino alla compagna di stanza e il suo Absol le saltò vicino, appoggiandole la zampa sul ginocchio.
Da quel momento iniziò ufficialmente la colazione per le quattro, accompagnata solamente dal rumore delle onde che si infrangevano contro gli scogli dell'isola, e dello sbattere delle ali di alcuni pokémon d'aria.

Corso A ~

Letika, avendo perso tutta la mattinata a chiacchierare con Nozomi, Eva e Veronica, aveva dovuto correre un po' per raggiungere l'aula del Teatro, dove si accomodò su una delle morbide poltroncine di velluto scarlatto che dominavano la sala.
Girandosi intorno, vedeva i visi di alcuni coordinatori che aveva incontrato in qualche gara, tra chi aveva battuto e chi l'aveva sconfitta, ma non trovò nessuno di particolarmente familiare.
Almeno, non fino a che Anastasia Hamilton non spalancò la porta d'ingresso, irata ma con un'andatura trionfale tipica di lei.
Quasi tutta la gente che si trovava in classe si girò a guardarla, tra i maschi che la trovavano davvero molto attraente e le ragazze che la riconoscevano come "la grande modella iperfamosa".
Letika scosse la testa in segno di disappunto, poi si rimise a guardare verso il soffitto.
Anastasia, altezzosa, fece una smorfia di disappunto nel notare che l'unico posto libero era quello accanto alla ragazza dalla pelle scura.
Si sedette malvolentieri accanto a lei, mentre Letika veniva bombardata di sguardi invidiosi.
- Tsk... finalmente qualcuno capisce e apprezza chi sono - commentò Anastasia.
- Wow, li facevo più svegli certi coordinatori - sussurrò a bassa voce Letika, abbastanza forte però perché la rossa la sentisse e la fulminasse con una delle sue tipiche occhiatacce.
Una possibile risposta verbale da parte della modella fu però interrotta dall'arrivo della professoressa, che si andò a sedere sul bordo del palco.
- Buongiorno a tutti - cominciò a presentarsi - Il mio nome è Luna Light, e sono la professoressa di tecnica della coordinazione nel corso A -
Letika osservò meglio la signora che stava parlando.
Era piuttosto carina, bionda e aveva gli occhi smeraldini.
Addosso, era vestita in modo semplice, con una maglietta bianca decorata da una rosa indaco e una gonna blu al ginocchio.
Ai piedi, che dondolavano contro il palco, c'erano un paio di scarpette nere.
Letika si chiese perché tutte le prof dell'Accademia fossero così giovani.
Quella prof doveva avere circa venti, ventidue anni, e anche miss Hazuiko, la prof che aveva incontrato ieri alla cena, non doveva averne più di trenta.
Bah... l'importante è che sappia insegnare... pensò.
- Beh, intanto vorrei che due di voi venissero qui e mi facessero vedere uno scontro - continuò la prof - Prendetela come... come un test d'ingresso -
Letika alzò la mano per offrirsi volontaria e balzò sul palco.
Come sfidante le arrivò di fronte una ragazzina bassina e cicciottella, con i capelli ramati e il viso tempestato di lentiggini.
- Appoggiate le vostre tessere gare sul quadrato di metallo che avete accanto a voi - disse un quel momento miss Light.
La corvina la trovò immrdiatamente, accanto alla porta che spediva dietro le quinte.
Vi passò sopra la sua tessera, e subito il palco si mise a roteare su se stesso, mostrando un campo per le gare pokémon e due tabelloni.
Il primo aveva sopra il viso di Letika, il secondo quello dell’allenatrice lentigginosa.
- Vediamo... Gardevoir, scelgo te! - esclamò la coordinatrice di Petalipoli, lanciando la pokéball in aria.
Il pokémon Abbraccio comparve sul campo, in una nuvola fucsia e psichedelica.
Dall'altra parte, la quindicenne cicciottella combatté con un Wigglypuff.
Le ragazze iniziarono a lottare a colpi di falcelunare, magibrillo, psichico e mosse del genere, dando sfogo alla loro bravura nel campo di coordinazione.
Dalle poltroncine di velluto Anastasia osservava annoiata la lotta, sbadigliando e osservandosi le mani.
Magari avrebbe laccato le unghie, forse di rosso o di violetto.
Appena finite le lezioni, pensò, devo correre a farmi una manicure.
Nel frattempo notò l'insieme di ragazzi e ragazze adoranti che le correvano dietro per adularla.
Rimase lì a cincischiare per un po'; poi, stufa di quelle chiacchiere melense, si alzò e cominciò a camminare verso il palco.
Letika stava per vincere, usando una combinazione tra psiconda e psicoraggio.
Anastasia saltò sul palco e s'intromise tra le due, con il suo Sylveon tra le braccia, che saltò immediatamente sul pavimento legnoso. La rossa scansò di lato la ragazzina paffutella che stava lottando e la guardò con aria sprezzante.
- Non ho capito perché gente come voi dovrebbe stare qui, rischiate solo di offuscare il mio talento - sbuffò la rossa - Letika, mi servi come sfidante; ora vi mostrerò chi è l'unica degna di essere qui! -
La modella guardò il suo Sylveon, che fece un piccolo cenno con la testa.
- Sylveon, usa magibrillo! - esclamò la ragazza. Attorno alla Eevoluzione di tipo folletto iniziarono a generarsi dei bagliori rosati, che diventarono man mano più forti, generando fasci di energia.
Dall'altra parte del campo Letika ebbe un sussulto, pur rimanendo ferma. Per quanto insopportabile, Anastasia se la sapeva cavare.
Il pokémon della rossa intanto stava per scagliare l'attacco, quando una fiammata colpì entrambi gli avversari, facendo cadere sia Gardevoir che Sylveon a terra.
Miss Light, con un Fennekin tra le braccia, era appena salita sul palco, e fissava Anastasia con severità.
- Miss Hamilton, per quanto lei possa essere brava come allenatrice, le vieto assolutamente di salire sul palco senza il mio consenso. E ora ritorni immediatamente al suo posto. In quanto a lei, miss Ganesh, andava tutto bene -
Anastasia, con aria di superiorità, scese dalle scale del palco, camminando lungo il corridoio che conduceva fino alla porta.
- Nessuno che mi apprezza, tsk -
Scosse la testa in modo che la lunga chioma scarlatta ondeggiasse per poi posarsi sulla spalla sinistra, mentre sulla destra si accoccolava il suo Sylveon.
Uscì dalla porta richiudendola con un tonfo, e lasciando tutti di stucco.
Allo sguardo interrogativo di miss Light, Letika si ritrovò a scuotere la testa e a scrollare le spalle.
- Lasci stare prof... Anastasia è fatta così -

Corso B ~

Tell era arrivato in classe in completo ritardo, quando tutti già si erano sistemati.
Marina e Akumi avevano incrociato Nozomi sulle scale, e inseme si erano sedute in un banco per tre in prima fila centrale, con Marina in mezzo, Nozomi a destra e Akumi a sinistra. Lem, non potendo stare con la violetta, si era accomodato accanto a N, lo strano verdino del giorno prima, e tutti gli altri alunni si erano sistemati a gruppetti ordinati di due. Così, l’unico posto disponibile era un banco schiacciato contro il muro di sinistra, accanto ad un tipo alto e dai capelli verde prato, vestito con una divisa nera e bianca, che lo faceva assomigliare ad un cameriere.
- Piacere - lo salutò il blu - È libero? -
L'altro annuì e si rimise a studiare sui libri di testo della Talent's Academy; erano molto belli, dalla copertina azzurrina in stile con tutta la scuola e con un leggero profumo di vaniglia impresso nelle pagine bianchissime bordate di color crema.
Il capopalestra di Verdeauzzopoli optò per il non fare troppe domande e cominciò a guardare verso la porta, mentre miss Hazuiko, accompagnata dal suo Haxorus, entrava in sala, il registro sottobraccio e una penna in mano.
La professoressa squadrò la prima fila, con Nozomi che scambiava battute con Akumi, mentre Marina faceva disegnini di Corsola sul suo diario.
- Ehm ehm - si schiarì la voce, e le tre ritornarono immediatamente diritte e silenziose.
Dall’ultimo banco, Tell ridacchiò piano. Il suo vicino di banco non si mosse, ma si limitò solamente a fissare la professoressa, tamburellando le dita contro il legno del banco.
- Buongiorno a tutti, cari studenti e studentesse - proruppe poi Diabel - Molti di voi mi conoscono già perché hanno lottato contro di me durante l’esame di ammissione, in ogni caso mi presento. Mi chiamo Diabel Hazuiko, sono maestra di tipo Drago e il mio compito è insegnarvi la differenza dei vantaggi tra i diversi elementi dei pokémon -
Nozomi guardò Marina e sorrise, per poi mettersi a giochicchiare con una ciocca di capelli.
La prima materia dell’anno, evviva! pensò la violetta, eccitata. Chissà se la professoressa spiegava bene… rendere interessante una materia così teorica e mnemonica non doveva essere facile.
Dall’altra parte del banco a tre, anche Akumi pensava la stessa cosa. Che poi, lei li conosceva bene i vantaggi e gli svantaggi tra tipi pokémon, ma c’era sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Accarezzò piano la testa del suo Dratini, che come al solito le stava acciambellato attorno al collo.
Comunque, si può vincere anche senza vantaggi, riflettè, mentre la prof iniziava a spiegare, aprendo un powerpoint sulla lavagna elettronica che si trovava sulla parete di fronte agli studenti. Akumi seguì i primi cinque minuti della spiegazione, poi, mentre si passava alle debolezze dei tipi drago, strappò un pezzetto di carta dal suo diario, ci scrisse su qualcosa e lo passò a Marina.
Voglio lottare contro il tuo Glaceon. Ti va oggi dopo le lezioni? lesse mentalmente la castana.
- Ok - sussurrò all’amica, che battè le mani tutta contenta.
- Allora, vi stavo dicendo… ah, sì - riprese a parlare miss Hazuiko - Il tipo drago è uno dei tipi più forti in quanto a svantaggi, perché è debole solo contro il tipo... miss Susumu, me lo vuole dire lei? -
Nozomi girò la testa di scatto. Stava parlando con Lem, o almeno, stava provando a parlare con Lem, e si era persa, più o meno da un paio di minuti.
Marina e Akumi alzarono contemporaneamente le mani per rispondere, ma Nozomi riuscì a cavarsela, in un modo o nell'altro.
- Ehm... oh, sì. Ghiaccio, folletto... e il tipo drago stesso -
- Bene, ma la prossima volta la prego di rimanere attenta - sbuffò la donna dai capelli scuri.
Marina si rimise a ridacchiare, e con lei anche Akumi, e l'unico risultato fu una gomitata da parte della violetta.
- Beh professoressa, in ogni caso il tipo drago per quanto quasi privo di svantaggi lo è anche di vantaggi no? Se non erro, è forte solo contro il suo stesso tipo -
N aveva deciso in quell'istante di partecipare alla lezione, alzando il suo braccio in aria per chiedere l'attenzione. La sua voce era ferma e flemmatica, e il verdino dava l'idea di essere molto sicuro di se. Era quasi divertende vedere lui, bello fermo e diritto come una statua, vicino a Lem, più piccolo e "insignificante".
- Giusto, giusto - fu la risposta della prof - Beh, in fondo non ci può essere un elemento nettamente superiore agli altri no? È una questione di equilibrio -
Fu così che N e miss Hazuiko iniziarono una lunga, e soporifera, per il parere di quasi tutti, sull'equilibrio che ci doveva essere tra i vari tipi.
Ad interromperli fu un'altra delle professoresse del corso B, miss Love, che fece capolino dalla porta, preceduta dal suo Delphox, che agitava nell'aria il suo bastone infuocato. 
- Diabel, scusami se t'interrompo... hai visto miss Lovely? -
- Mh... no - rispose quell'altra - Cioè, l'ho vista stamattina vicino alla fontana, ma dopo non più -
- Ah. Boh, Elena la sta cercando, se la trovi diglielo -
- Lo farò -
I ragazzi si guardarono stupiti. Chissà cosa stava succedendo? Se la preside non si trovava, doveva essere successo qualcosa di grave, oppure c'era qualcosa d'importante in ballo.
Akumi dimostrò di essere la più curiosa, e si mise a fremere. Nozomi invece prese a lamentarsi per il non avere qualcosa da sgranocchiare per distruggere la tensione. L'unica a cui sembrava non interessare niente, almeno da fuori, era Marina, alla quale però non piaceva mostrarsi particolarmente interessata alle cose, quindi non contava neanche.
Tell, dall'ultimo banco, si limitò a scuotere la testa. 
Chissà cosa succederà...

Corso C ~

L'aula di biologia era una sala dall'aspetto vergine, dai muri celesti, costituiti da mattoni regolari, e dai pavimenti bianchi, che rifulgevano dei bagliori solari, accecando qua è là qualche alunno.
Jay (la prima a entrare nell'aula) fissava imperterrita una valigetta in inox, dal contenuto ignoto, giacente sulla cattedra.
La seconda a superare l'uscio fu Eva, con l'andatura disordinata a causa di molteplici fogli volanti stretti dalle sue mani.
Una pila di essi, sbilanciati, precipitò rovinosamente sulla testa della bionda, che non si scompose minimamente, continuando a contemplare l'oggetto misterioso.
- Chiedo venia, non era mia intenzione farli cad... -
- Non è nulla - sospirò serafica, offrendole uno sguardo sereno, per poi ri-preocuparsi di osservare la valigia.
Dopo pochi secondi Gary fece il suo ingresso trionfale, seguito da Veronica, che teneva la testa bassa per l'imbarazzo.
La moretta non la degnò minimamente, sedendosi accanto a Oak e riordinando i suoi appunti.
- Chi ti ha dato il permesso?! - blaterò con finta irritazione Gary.
- Non.comportarti.da.primadonna.Oak. - lo liquidò, saggiando con i polpastrelli la consistenza dell'inchiostro imbevuto sulla materia bianca e leccandoseli con la punta della lingua successivamente.
- Buongiorno figliuoli...ehm,ehm...-.
Una voce tremolante si insinuò nel brusio generale, zittendolo brutalmente.
Un vecchio raggiunse la cattedra: aveva la pelle raggrinzita e smunta, solcata dall'età e da evidenti rughe. Un naso arcuato spiccava nell'insieme, nascosto leggermente da un paio di rotondi occhiali. Tutto sommato, possedeva un'aria pimpante e allegra, anche se i movimenti tradivano una certa spossatezza.
- Ehm, ehm - tossicchiò - sono il vostro insegnante principale, nonché quello di biologia e scienza pokèmon. Mi presento: sono Bertal Steninei, piacere di conoscervi. Oggi occuperemo il nostro tempo con un semplice test sui pokémon, ma è un test particolarissimo! - e lì provo a simulare una risata, che si tramutò subito in una tosse grassa spaventosa.
Gary ridacchiò sotto i baffi, ricevendo uno schiaffo dalla compagnia.
- Valigia... - mormorò Jay - Contenuto ignoto... contenuto...? -
- Lo stavo proprio per spiegare, signorina...-
- Andersen, Jay Andersen -
- Signorina Anderson, Jay Andersen. Dentro questa mia preziosa valigetta vi è un apparecchio tecnologico di ultima generazione, che serve per misurare l'affinità con i vostri pokémon. Fungerà da modo per presentarvi a me, e capire le vostre predilezioni riguardo, magari, una tipologia in particolare. Da lì partirà tutto il nostro programma - sentenziò, schiudendo un lucchetto che la serrava.
La parte superiore si aprì da sola, rivelando uno strano congegno: possedeva un corpo centrale pulsante, dal quale partivano due bracci meccanici, uno che sbucava dalla parte sinistra e un altro dalla destra.
Lo stupore generale era palpabile: nessuno, fuorché Gary, aveva mai visto una cosa del genere! Gli occhi di Veronica e Jay brillavano, mentre Eva appariva piuttosto concentrata sui suoi appunti. Poi alzò la mano.
- Dica pure, signorina...-
- Riddle. Durante queste vacanze ho considerato utile l'idea di svolgere una ricerca su vari argomenti, in particolare nel campo dell -
- No, non mi servono, puoi pure buttarli nel cestino, grazie -.
Il volto della mora si chiuse in un'espressione di pura irritazione. Sbuffando, cacciò i fogli in cartella e si mise ad ascoltare il nuovo professore, piuttosto offesa.
- Signor... Oak, se non erro... uhm, vuole essere il primo? - domandò monocorde l'anziano, facendo segno con la mano di avvicinarsi.
Gary si avvicinò e, dopo un rigoroso inchino, fece uscire dalla pokéball il suo umbreon, per poi collegarlo a un ramo dell'apparecchio, e agganciandosi infine un cavo intorno alla vita.
Il display si illuminò, mentre il congegno emanò un lamento robotico. Dopo di che iniziò a parlare meccanicamente.
Affinità Pokèmon allenatore uguale = 75 % 
Il professore mimò un sorrisetto compiaciuto, dopo aver udito i gemiti di eccitazione levatisi dalla scolaresca.
Gary, colmo d'orgoglio com'era, iniziò a blaterale su quanto lui amasse infinitamente il suo pokémon e su quanto e come diligentemente se ne prendesse cura.
Emulando Gary continuarono Veronica e Jay, rispettivamente con Shuppet e Totodile, entrambi affini con i loro allenatori all'80% (percentuale che fece perdere il senno al moro).
- Ma... ma non è possibile! - sbottò Gary - Dobbiamo rifare tutto! -
La campanella interruppe però ogni tentativo di ribattere, e tutti gli studenti defluirono dall'aula, lasciando il giovane Oak a lamentarsi.
- Ma... ma -
- Ciao ciao Gary - mormorò melliflua Eva, facendo ciao ciao con la manina e allontanandosi, chiudendosi la porta alle spalle,

Nell'ampia sala che era la presidenza dell'Accademia, miss Lovely stava fissando l'oceano da una finestra. Dietro di lei, la vicepreside Elena Auditore stava diritta in piedi, con un telefono in mano.
- Sì... oh, perfetto. Allora grazie - 
La corvina abbassò il ricevitore, rivolgendo il suo sguardo verso la bionda, che ancora osservava l'infinita distesa di blu marino con aria assorta. Si girò, giusto per incrociare lo sguardo della sua vice, e si sedette annoiata su una poltrona.
- Ha accettato? - domandò, accarezzando le ali del suo Butterfree.
- Sì, ha accettato. Com'era logico, in fondo -
- Mah, non si sa mai. Hai già parlato con Luna? -
Elena annuì. Beh, non è che le avesse proprio parlato molto, in fondo la faccenda di quel giorno era rimasta incerta per un po'. In ogni caso, almeno miss Light non era all'oscuro di tutto e si era potuta preparare.
Era un evento molto importante, e soprattutto molto delicato, per la Talent's Accademy. Il futuro di qualcuno sarebbe potuto dipendere da ciò, forse.
- Quindi ci tocca aspettare fino a domani? -
- Evidentemente sì. Ma ti prego, non far trapelare la notizia prima del dovuto Marcella, so che ne sei capace -
Miss Lovely sorrise e fece ondeggiare i lunghi ricci biondi. Per una volta si sarebbe trattenuta, l'occasione lo richiedeva.
- Ok Elena - rispose tutt'ad un fiato.
Bene, in un momento come quello, c'era solo d'aspettare.

Angolino dell'autrice:
Uccidetemi. Lo so che volete farlo.
Scherzi a parte, sono profondamente dispiaciuta per il ritardo a pubblicare, ma sono stata occupatissima ultimamente e tra poco ho anche gli esami, quindi non so con che costanza pubblicherò i chap futuri. Prometto di impegnarmi, però. So che il capitolo tra l'altro è bruttino, ma l'ho ripreso più e più volte ed è stato un po' un caos, gomen.
In ogni caso, a questo punto ci sono alcune domande da farsi. La più importante è: cos'hanno in mente miss Lovely e le altre prof? Non anticipo niente, ma se avete letto bene l'ultima parte del capitolo, forse potreste avere solo una piccola idea di cosa aspettarvi; ovviamente niente d'importante, se no vi rovino la sorpresa.
In ogni caso, dai prossimi chap potrei occuparmi un pochino di più di alcune oc, ovviamente senza esagerare, ma mi serve per sviluppo della trama, visto che le oc appartengono a tre corsi molto diversi tra loro.
L'altra cosa è questa, un avviso che vorrei dare a tutti voi: se conoscete qualcuno che vorrebbe partecipare a questa fiction, avrei bisogno di due o tre oc per dei piccoli ruoli, niente di che, ma sufficenti per fare una comparsa. Uno di essi mi serve proprio per il prossimo chap, quindi se conoscete qualcuno che sia disposto a creare degli oc, gli dica di contattarmi per mp o di lasciarmi una recensione, è uguale. Altra cosa, per le prof e la vicepreside (e per chi potrebbe partecipare ad un futuro) è che se volete un ragazzo potete averlo comunque, purché abbia più o meno la vostra età. Miss Lovely stessa ha un fidanzato... che però non vi dico, non ho voglia. Lo dirò solo se qualcuno mi chiede quella persona in particolare.
Ora vado, vi saluto! 
Kisses ~
Marina Swift <3
P.S. Per le tecniche di Letika e Anastasia durante il loro scontro, io ho inventato. Se ci tenete a tecniche particolari, comunicatemele ~ 
In più, chiederei alle due coordinatrici, nel caso servissero in futuro (chiedo tutto in una volta se no mi dimentico) di dirmi se pensano a delle combinazioni di mosse in singolo o in doppio. Se no, invento io, non c'è problema.

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Capitolo 6
*** Sorprese inaspettate e duelli di coordinazione ***


Capitolo 5: sorprese inaspettate e duelli di coordinazione
 
 
Nozomi era ferma seduta su una delle panchine del cortile esterno dell'Accademia. Il suo adorato Squirtle le stava accoccolato tra le braccia, facendosi accarezzare la testolina celeste dall'allenatrice e facendo versetti di apprezzamento.
 - Ehi, ciao Nozomi -
Tell, accompagnato dal suo Solrock, reggeva in mano due bicchieri di succo multicolore, rosso, arancione e fucsia, si accomodò accanto a lei, appoggiandosi alla siepe di rose dietro di lui. Rose fucsia, ovviamente, i fiori preferiti di miss Lovely assieme alle margherite.
Nozomi aveva provato ad immaginarsi la preside con una coroncina di fiori in testa, ma aveva scartato subito l'idea, per quanto fosse perfettamente plausibile, conoscendo la loro fantastica direttrice.
Anche se, a dire la verità, era straordinario che a fine settembre ci fossero fiori così rigogliosi e il prato fosse ancora così verde. Il clima di mare doveva fare miracoli, e in più miss Lovely si era vantata di avere all'Accademia una delle giardiniere migliori del mondo; decise di mettersi dunque il cuore in pace.
- Marina e Akumi non dovevano avere un duello...? - domandò in quel momento il capopalestra. Nozomi annuì.
In effetti, doveva far loro da arbitro, ma le due ragazze non si vedevano.
- Non lo so, le sto aspettando -
Le due allenatrici fecero la loro comparsa due secondi dopo, Akumi con il suo bel Dratini attorno al collo e Marina con la sua Glaceon e la sua Vaporeon che le camminavano affianco. Tell sorrise, e si avviò verso l'amica. Le porse uno dei due bicchieri di succo, e la castana lo ringraziò con un sorriso e un occhiolino, mettendosi a bere dalla cannuccia.
- Aku-chan, ne sei sicura? Guarda che parti già svantaggiata - disse poi Marina alla compagna di stanza, ricevendo in risposta un sonoro sì. Non c’era verso: per Akumi le sfide erano tutto, e se s’intestardiva… beh, allora era impossibile dissuaderla. Allora la ragazza dagli occhi blu si posizionò dalla parte opposta dell’amica, e fece cenno al suo pokemon di posizionarsi davanti a lei, per poi, strizzare l’occhio nella direzione dell’amica.
- Parti pure per prima, se vuoi -
Akumi sorrise e annuì, mentre Nozomi si metteva al centro tra le due. La violetta prese il fischietto che aveva al collo, per poi portarselo a pochi centimetri dalle labbra. 
- Pronti… allora via! - gridò, per poi emettere un fischio acuto, che per poco non distrusse i timpani di Tell, vicino a lei. Il capopalestra scosse un po’ la testa e, ancora un po’ intontito, si sedette per terra, pronto a gustarsi lo scontro.
Akumi, già pronta da un po’, si apprestò a dare il primo ordine al suo Dratini. Questo usò in fretta il suo dragospiro, in direzione della Glaceon di Marina. Che ovviamente, non ci mise molto a reagire.
- Glaceon, geloraggio! - gridò l'allenatrice dagli occhi blu, puntando un dito verso l'avversaria.
Una scia gelata investì in pieno la tecnica di Dratini, creando un grosso blocco di ghiaccio che cadde e si schiantò contro il suolo, rompendosi in mille piccole schegge.
Da lì in poi, ci fu un bel combattimento all'ultimo sangue. Marina dovette ammettere che la sua dolce compagna di stanza era piuttosto agguerrita, o almeno, dimostrava di esserlo. 
Ci vollero venti minuti perché il duello finisse, durante il quale metà della zona dove stavano si congelò o venne colpita da dei dragobolide all'ennesima potenza. Nozomi addirittura finì col ritrovarsi il pacchetto di patatine coperto di brina, e fu costretta dunque a buttarlo via, sebbene a malincuore. In quel momento la violetta avrebbe voluto interrompere la sfida, ma era stata bloccata da Tell.
Alla fine, il gelopuro di Glaceon diede il colpo di grazia a Dratini, che stramazzò per terra.
- Dratini non è più in grado di lottare. Dichiaro Marina vincitrice del duello - annunciò Nozomi.
In quel momento, Akumi crollò sulle sue ginocchia, finendo vicina al pokémon; Marina assunse un'espressione preoccupata e si precipitò verso di lei.
- Aku-san! - esclamò, mentre si piegava.
Anche Tell, dall'altra parte rispetto alle due, ebbe un piccolo colpo al cuore vedendo la castana cadere, e in una manciata di secondi si piegò vicino all'allenatrice, seguito da Nozomi che però camminava con passo lento.
- Tutto bene? - chiese preoccupato il capopalestra di Verdeauzzopoli. 
- Tutto bene - tossicchiò Akumi, seduta a terra - Complimenti Marina -
L'altra sorrise, rincuorata.
- Dai, poi ti concedo la rivincita -
- E ti batterò, promesso! -
Tutti e quattro scoppiarono in una liberatoria risata poderosa, interrotta però da un rumore di fondo, per la precisione, dal battere di delle mani.
Nozomi fu la prima a girarsi in direzione del rumore, incuriosita, e accanto alla porta notò un ragazzo che le era parso di vedere quella mattina in classe. Doveva essere più o meno alto quanto Tell, e dimostrava circa diciassette anni; aveva i capelli castani e gli occhi dello stesso colore. In testa, aveva un cappellino rosso e bianco, che gli proiettava un'ombra sul viso.
- Congratulazioni alla vincitrice - proruppe il ragazzo.
Marina, sentendo quei complimenti inaspettati, si alzò lasciando Akumi vicina a Tell, e si avvicinò al castano.
- Grazie. Comunque piacere, Marina - si presentò - E loro sono Tell, Nozomi e Akumi -
- Touya - concluse quell'altro - E il piacere è tutto mio -
Così, con quella nuova conoscenza, i ragazzi si avviarono tutti verso il piccolo centro pokémon che si trovava all'interno dell'Accademia, per ricaricare i loro compagni feriti. 
 
 
Letika stava appoggiata allo stipite della porta, chiedendosi il perché della convocazione di miss Lovely nel Teatro, quando sul programma delle lezioni c'era scritto che dovevano essere nell'aula A per lezione di conoscenza delle bacche. Evidentemente, tutti gli altri si stavano chiedendo la stessa cosa, perché in sala c'era un gran vociare.
Miss Light era seduta come suo solito sul palco, accanto ad una donna che Letika non aveva mai visto. La ragazza si sistemò un po' gli occhiali neri e viola sul naso, cercando di mettere a fuoco quella nuova figura. Castana, formosa e vestita di bianco e nero, aveva un Pichu in braccio e delle cuffie ben calate sulle orecchie. Non sembrava una professoressa, ma doveva fare comunque parte dello staff, perché dimostrava circa ventun anni.
In quel momento, come al solito vestita con un delizioso tailleur colorato (oggi era la volta del verde smeraldo) e con i riccioli al vento, miss Lovely fece la sua entrata in scena, seguita dalla vicepreside Elena, la quale aveva in mano un paio di fogli.
Letika sospirò, ansiosa di conoscere il perché di quella inaspettata convocazione. Aspettò che la preside occupasse il posto di miss Light al centro della sala, per poi prendere un microfono e schiarirsi la voce.
- Miei cari studenti - proruppe - Probabilmente vi starete chiedendo perché siete qui. Tuttavia, non abbiamo voluto dirvi niente di proposito per non rovinarvi la sorpresa -
Il chiacchiericcio di sottofondo aumentò, fino a che la signorina Auditore non li richiamò tutti al silenzio.
- Lo sappiamo che siamo solo al primo mese di permanenza vostra all'Accademia, ma abbiamo deciso di offrirvi una grande opportunità, assieme ad una bella sfida - continuò - Ma prego, non dovrei essere io a parlare, bensì qualcun'altro, non è vero Elena? -
La vicepreside annuì. La cosa si faceva interessante...
Seduta in prima fila, Anastasia Hamilton  si stava facendo adulare da un paio di ragazze. Anche lei era incuriosita; in fondo, se c'era una sfida voleva dire che ci doveva essere anche un vincitore, anzi, una vincitrice. E sarebbe stata lei, ovvio.
Si sistemò i capelli rossi con della lacca, mentre miss Auditore prendeva parola.
- Solo per voi, oggi abbiamo un'ospite speciale... datele un cordiale benvenuto -
Detto questo, tutte le prof si allontanarono dal palco, mentre le luci si spegnevano, lasciando la sala completamente al buio. Anastasia sussultò e fece cadere la bomboletta che aveva in mano, che sprigionò un'intensa nube profumata.
Poi, si sentì il rumore di delle scarpe che pestavano contro il terreno. Dopo un po', un riflettore si puntò contro la figura che stava camminando, illuminandola e rendendola visibile a tutti. Con gli occhi leggermente feriti da quell'improvvisa fonte di luce, Anastasia riuscì comunque a capire bene chi fosse quella persona.
Chioma verdeacqua, top senza spalline, minigonna e una parigina a righe azzurre e bianche solo sulla gamba sinistra, non c'erano dubbi.
Tutti riniziarono a parlare, non appena si accorsero di chi avevano davanti.
Lei, la star delle gare pokémon di Hoenn.
Orthilla.
 
 
Sempre nel cortile, Veronica stava correndo in mezzo ai prati. Aveva sempre amato farlo, era per lei un metodo di sfogo. Contava i passi che faceva, uno, due, tre... e si sentiva libera.
Eva la osservava da lontano, in compagnia del suo Absol, contenta dell'energia che la sua compagna di stanza riusciva a liberare; all'inizio, non avrebbe mai creduto che ne fosse capace.
- Ciao Eva - la salutò una persona dietro di lei. Lei si girò, aspettandosi di trovare Gary dietro di lei (e quindi, preparandosi già un paio di insulti). Si sorprese però di trovarsi davanti Barry, accompagnato dal suo Heracross.
- Ciao - lo salutò sbrigativa lei. Il biondino guardò poi in direzione di Veronica, che stava ancora correndo in tondo tra gli alberi.
- Aspetta, la raggiungo! - gridò, lasciandosi dietro la ragazza - Ehi, Veronica! -
Quando la ragazza dai capelli castani si ritrovò vicino il biondino, perse un colpo. Era distratta, più che altro perché stava perdendo fiato, e quella voce non fece altro che spaventarla. Fece ancora qualche passo di corsa e poi si fermò, i polmoni che le scoppiavano.
- Ciao Barry - ansimò, respirando profondamente e asciugandosi con una mano il sudore che le imperlava la fronte.
- Ciao Veronica - la salutò lui, carico - Come va? -
- Oh... bene -
Qualsiasi loro tentativo di conversazione fu interrotto dall'arrivo di Letika, con un foglio in mano e che sprizzava energia da tutti i pori. Dietro di lei c'erano Nozomi e Lem, assieme a Tell, Akumi, Marina e un ragazzo castano che Veronica non riconobbe.
- Ci siamo tutte? Bene - proruppe la coordinatrice.
Veronica lanciò uno sguardo perplesso in direzione di Nozomi, che scosse la testa per dire “io non ne so niente”.
Anche Eva nel frattempo si era avvicinata al gruppetto, incuriosita.
- Ragazzi, il mio corso ha appena indetto una gara di coordinazione! - continuò eccitata Letika - Il vincitore potrà seguire la grande Orthilla nelle sue gare pokémon, e averla come insegnante potrebbe portare quel coordinatore oltre le stelle! -
- Wow - commentò Barry.
- Forte - proseguì Eva - In fondo, è una grande opportunità - 
- È vero - concluse Marina - Ma noi cosa centriamo in tutto ciò? -
Letika prese il foglio che aveva in mano e iniziò a leggerlo ad alta voce, elencando qualche regola di base.
- Ah, eccola! - esclamò - Si può chiedere aiuto a chiunque all'accademia, anche del proprio corso eventualmente, purché non partecipino anch'essi alla gara -
- Quindi... vuoi il nostro aiuto? - osservò Veronica, mordicchiandosi il labbro.
- Sì, se volete darmelo - disse Letika - Anastasia ha metà della classe al seguito perché lei “è la modella iperfamosa”. Pensate che ci siamo quasi iscritti in dieci su ventisei alla gara perché il pubblico femminile la aiuta -
A quel punto, tutti stavano più o meno pensando la stessa cosa (o almeno, quasi tutti, visto che Touya non aveva ancora conosciuto Anastasia); i loro pensieri vennero messi in forma parlata da Eva, convintissima del suo pensiero.
- Non possiamo certo permettere che miss “sonolapiùbelladelmondo” vinca no? -
- Sono d'accordo con Eva - annunciò Marina - Conta su di me -
- E su di me - si aggiunse Akumi.
- Gare pokémon... - si sentì dire da un'ultima voce.
Nozomi scoppiò a ridere alla vista degli amici terrorizzati da quella voce, che non apparteneva ad altri che a Jay, come al solito sbucata dal nulla.
- Jay, ci dai anche tu una mano? - domandò Veronica.
- Sì, certo... credo - ottenne la castana come risposta. Ma era già tanto così.
Fu proprio in quel momento che videro Anastasia comparire dalla porta, con una folla di ammiratrici al seguito come Letika aveva anticipato.
Passandogli vicino, la modella scosse la chioma rossa, guardandoli con quella sua solità aria di superiorità.
- Se sperate di battermi, non avete speranze - commentò, per poi andarsene, lasciandosi dietro una scia di profumo.
“Chissà perché tutte quelle oche la seguono...” si domandò mentalmente Eva.
Beh, intanto si poteva dire che era stata dichiarata guerra aperta. E nessuno si sarebbe sognato di perdere.
 
 
Dalla finestra del teatro, Orthilla stava ultimando i preparativi del palco per le gare. Era stata molto felice di essere stata invitata; adorava vedere i coordinatori che si sfidavano. Anzi, era sicura che avrebbe trovato qualcuno di degno da portarsi dietro nelle sue competizioni. Aveva anche già individuato qualcuno che avrebbe potuto vincere, e lei non sbagliava mai. Voleva solo averne la perfetta conferma.
Si alzò in piedi, roteò il braccio e lo puntò avanti a se, l'indice e il medio alzati.
- Il titolo di questa sfida sarà: “duello per la corona!”. Sì, mi piace - annunciò.
E poi si sedette, ad aspettare solo che gli sfidanti iniziassero la loro lotta.
 
Angolino dell'autrice:
Finalmente mi degno di aggiornare, deh.
Eccomi qui, vi sono mancata? No, di sicuro.
Allora, che ve ne pare del capitolo? A me non piace molto, però ditemi voi~
All'inizio tutta la sfida doveva essere nel chap, ma per motivi di lunghezza ho dovuto spostarla, infatti il capitolo è più corto del solito; non so se la gara durerà uno o due chap, quindi non vi posso fare previsioni. Intanto vi do qualche info, perché ci sono delle cose che volevo dirvi:
1. Per il duello tra Marina e Akumi ho chiacchierato a lungo con l'autrice dell'altro oc, per decidere l'esito io volevo che vincesse Akumi, tra l'altro. Questo, boh, ci tenevo che lo sapeste per non farvi pensare che io abbia fatto vincere apposta la mia oc.
2. Per chi non conosce Orthilla, è la campionessa delle gare di lotta pokémon in Zaffiro Alpha e Rubino Omega.
Per questa ragione, e per l'arrivo di Touya, ho aggiunto il contesto “videogioco”.
3. La donna che Letika ha visto con miss Light sul palco lotta è il tecnico delle luci al Teatro pokémon; si chiama Elettra ed è l'oc di Michy66, che ringrazio qui. La famosa giardiniera di cui parla Nozomi all'inizio è invece l'oc di InsaneMonkey ~ Alcune cose su di loro verranno rivelate nei capitoli a seguire.
4. Mi rendo perfettamente conto che alcune oc sono comparse meno del solito, soprattutto Jay, che ha fatto solo una piccola comparsa, ed Eva. Però visto che la storia è soprattutto incentrata sulla coordinazione, ho preferito fare così, spero non vi dispiaccia; più in là ci saranno altri capitoli dedicati ad altre oc, promesso.
5. Lo so, ho fatto un tutti contro Anastasia, ma non sapevo in che altro modo orchestrare il capitolo; spero che Coffee Pie non si offenda.
E beh... io qui ho finito.
Avete capito (o almeno, immaginate, perché non ho lasciato indizi) a chi si riferiva Orthilla con una delle ultime frasi? Io lo sho, ewe.
Premetto che, quasi al 99%, la risposta verrà svelata solo nell'ultimo chap della fiction, per prima cosa perché voglio tenervi sulle spine e per seconda perché voglio avere una motivazione ferrea per portare a termine la fiction ~
E beh, ora vi lascio, al prossimo chap!
Un bacio,
Marina Swift 

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Capitolo 7
*** Preparazione pre-gara ***


Capitolo 6: preparazione pre-gara

 

 

Le regole per una gara perfetta secondo Marina Sapphire:

1. Preparare un buon costume di gara per fare bella figura, rimanendo sempre coerenti con quello che si ama indossare

2. Cercare le combinazioni di tecniche per i propri pokémon per farsi notare fin dal primo turno

3. Essere sicuri che il palco sia adeguato per la performance che s'intende mettere in scena (per questo rivolgersi al tecnico del palco)

4. Informarsi bene sul conto degli avversari, in modo da non rischiare di copiare accidentalmente e anche per carpire difetti e pregi delle persone contro le quali bisognerà battersi

5. Fare una ricerca su ciò che Orthilla ama per essere sicuri di stupirla

6. Stare lontani da Anastasia Hamilton durante tutta l'"operazione"

 

 

Letika guardò piuttosto confusa il foglio che l'amica le aveva passato. Era stupita di quanto accurata potesse essersi rivelata la scaletta preparata da Marina, che pur essendo un'allenatrice aveva dimostrato di avere grande talento nell'organizzazione. Ma la ragazza dagli occhi blu aveva subito preso in mano le redini della situazione, affermando che “se una cosa non è fatta al meglio, allora non vale neanche la pena di provare”.

- Hmm... beh, direi che possiamo provare a seguire tutto punto per punto - disse mentre, seduta su una panchina, faceva dondolare le sue gambe avanti e indietro.

Akumi, seduta vicino a lei, non esitò un minuto a risponderle.

- È ovvio che lo faremo! In fondo, vogliamo che tu vinca no? - esclamò.

- E soprattutto dobbiamo battere Anast... - proruppe Eva, prontamente interrotta da Nozomi che non voleva infilare la modella nella conversazione.

- Siamo tutte d'accordo con il mio piano dunque? - domandò Marina, fremente di sapere se quello che aveva preparato andasse bene.

Tutti annuirono. In fondo, era sempre meglio avere una scaletta ordinata che fare tutto alla rinfusa.

Come aveva suggerito Veronica precedentemente, le ragazze si divisero in gruppetti ordinati di due, ognuno di essi pronto a realizzare uno dei punti della lista. I ragazzi invece decisero di andarsene a fare altro, con come unico scopo di avvertirle nel caso Anastasia avesse avuto intenzione di andare dov'erano loro. 

Letika si sarebbe mossa per tutto il tempo tra i vari gruppi, per potersi organizzare per bene. Come prima cosa, la ragazza si avvicinò a Marina e Akumi, per poter andare nel camerino del Teatro che le avevano riservato e cercare un look adatto.

- Andiamo mademoiselle, pronta per un giro di prova abiti sfrenato? - chiese Marina ironicamente, porgendole il braccio. Letika lo afferrò prontamente, ridacchiando.

- Dai, andiamo - concluse, mentre lei e le ragazze si avviavano verso il Teatro.

Mission one: start!

 

 

Meno di dieci minuti dopo, erano già sul posto. Letika si era infilata nello spazio dentro al camerino (separato dal resto tramite una tenda color crema) che serviva per il cambio di abiti, mentre Marina e Akumi si erano auto-promosse personal shopper, finendo così alla ricerca del più bell'abito che avessero potuto trovare nella zona in cui si trovavano i costumi di scena. 

- Aku-chan guarda che belli! - esclamò Marina alla vista di tutti quegli abiti, che effettivamente erano tutti stupendi. L'Accademia doveva aver speso un bel po', per poterseli permettere tutti, ma era veramente una cifra ben spesa. Quella sala era un tripudio di colori, stoffe e forme, una cosa che avrebbe fatto invidia ai migliori atelier.

- Già - concordò l'altra allenatrice. Allungò una mano verso una gruccia, dov'era appeso un abito bianco di chiffon - Guarda, sembra il vestito di un angelo -

Marina sorrise nel vedere l'amica che ammirava ciò che aveva trovato. In effetti c'era qualcosa che avrebbe provato anche lei, le toccava ammetterlo. In più il bianco stava anche piuttosto bene, alla sua compagna di stanza.

Ma erano lì per Letika, solamente per lei, ed era meglio evitare di divagarsi. Il senso di responsabilità di quella giornata prese il sopravvento.

- Dai, adesso cerchiamo qualcosa per Letika, poi penseremo al resto -

- Oh, ok - disse a malincuore Akumi, posando l'abito.

Intanto, Marina aveva già inizato un'accurata ricerca, afferrando top, minigonne, shorts e giacche e passandole tutte alla compagna, che in breve tempo si ritrovò piena di cose in mano, un po' come un armadio ambulante. Iniziava a sentire un po' caldo per tutto quel tessuto, che le arrivava quasi a coprire gli occhi, quando la sua amica decise di smetterla.

- Ecco - annunciò Marina - Queste potrebbero essere cose che Letika potrebbe apprezzare -

In quell'esatto istante altre due ragazze vennero a fare loro compagnia; erano entrambe di altezza media, e tutte e due erano pesantemente truccate e con al seguito due pokémon (uno Shinx e un Chimchar) vestiti entrambi con abiti da gara. Casualmente, i pokémon di una certa modella dai capelli rossi.

- Vieni Cherise - disse una delle due, con malcelata eccitazione - Dobbiamo trovare qualcosa di perfetto per la grande Anastasia! - 

La ragazza che di nome faceva Cherise, una castana dalle punte dei capelli tinte di rosa, viola e blu oltremare, sorrise a trentadue denti. - È un grande onore che lei si fidi così tanto di noi! -

Le due iniziarono a fare lo stesso lavoro precedentemente fatto da Marina, ma scegliendo abiti completamente diversi, tutti sui toni del rosso e del fucsia, che a occhio sembravano lasciare molte più parti scoperte di quanto non ne coprissero.

- Toh, le schiavette di Anastasia - sussurrò Marina ad Akumi, che per risposta ridacchiò piano. Poi, non contenta, aggiunse a voce più alta (e ricevendo un'occhiataccia da parte delle due ragazze): - Wow, dovrebbero vietare certi tipi di costumi. Ci sono dei minori qui -

Detto questo, trascinò via Akumi - che ogni tanto perdeva pezzi, lasciandosi dietro una scia di abiti e accessori - fino al camerino di Letika, la quale le stava pazientemente aspettando da mezz'ora.

- Cosa mi avete portato? - domandò curiosa, vedendo tutta la roba che Akumi aveva addosso. Non era sicura di volerli provare tutti, sembravano un mucchio a dir poco enorme.

- Vedrai - sussurrò Marina.

Detto questo, Akumi buttò tutto ciò che aveva sull'appendiabiti che trovò vicino a lei, per poi prendere una tenuta per volta.

Le prime cose che la coordinatrice provò vennero subito scartate: un abito era troppo corto, l'altro troppo lungo, un altro ancora aveva un colore che non si intonava bene con la pelle di Letika ecc...

In più, serviva qualcosa che facesse veramente scena, e soprattutto che potesse battere uno degli abiti esagerati che Anastasia Hamilton avrebbe sicuramente indossato. Sia Marina che Akumi, ovviamente, fecero attenzione a non menzionare mai il nome della modella durante tutta quella prova.

Erano passati circa tre quarti d'ora, quando Letika si accorse di un abito che era caduto per terra.

- Fammi provare quello, Marina - le chiese. La castana si piegò per prenderlo.

- Oh. Questa era una delle mie mise preferite. Però non ero sicura che avrebbe fatto effetto -

Non appena glielo porse, Latika lo indossò fulminea. Rimase un po' a rimirarsi allo specchio, rendendosi conto che effettivamente, le piaceva molto. Le stava bene, era semplice e comodo.

- Voglio questo - annunciò, mentre se lo sfilava per rivestirsi - Potete riportare gli altri di là mentre io vado da Eva e Veronica? -

- Certo - disse Marina - Però anche io devo andare a parlare con Eva per sapere se hanno pianificato qualcosa anche per addobbare il palco. Akumi, ci vai tu? -

Akumi annuì senza fare una piega, risollevò tutti gli abiti e corse a riportarli nell'altra stanza, un po' come un facchino molto efficiente.

Letika intanto si incamminava con Marina verso la biblioteca della scuola, dove altre due sue amiche le stavano aspettando.

 

 

La biblioteca della scuola era considerata, da una cospicua maggioranza degli studenti, uno dei luoghi più suggestivi dell'istituto, capace di ralirti e trascinarti in un dolce oblio dalla monotonia alla realtà. I numerosi armadi, costutuiti da mogano rilucente, erano gremiti di volumi; si potevano udire le grida di letizia di ardimentosi principi in sella ai loro valorosi destrieri o lo sciaguattare di un grazioso Patrat nell'erigere una diga.

Veronica ed Eva fissavano le gialle e consumate pagine di un testo; la prima scrutava minuziosamente ogni singola parola, mordicchiando di tanto in tanto la matita con la quale prendeva appunti. La seconda, assorta nei suoi pensieri, pesava le frasi con aria assente, quasi fosse risucchiata da una voragine di pensieri e ragionamenti.

- Oh che palle! - esclamò esasperata la mora, chiudendo di scatto il libro e scatenando l'ennesima ondata di polvere. Tossichiò, sventolandosi col palmo della mano.

Veronica, dal canto suo, sobbalzò per l'inflessione invereconda utilizzata dall'amica, posando un lungo sguardo sul suo volto.

Non si erano scambiate una sillaba da quando Marina aveva assegnato a loro quei compiti. La stava trattando in una maniera troppo fredda e distaccata: era palesemente stuccata dalla conversazione della mattinata precedente.

- Ehi, Eva, senti... - cominciò imbarazzatissima, le gote latte rosse per lo sforzo interiore. L'appellata si voltò, rivolgendole un'occhiata imbrattata dalla superbia - Lo so che ce l'hai con me perché ti ho detto che sì... insomma... - incespicò sulle ultime parole, balbettando. La mora stette zitta, lasciando che il suo viso si illuminasse di un'espressione curiosa, come quella di un bambino il primo giorno di scuola.

La castana, beandosi della luce ipotetica che diffondeva fiocamente la vicina, raccolse il coraggio e sputò: - Della mattina in cui ho spifferato alle altre che parli nel sonno in modo concitato, ecco -

Quasi si pentì per la schiettezza.

I suoi timori, fortunatamente, si rivelarono infondati: le iridi color nocciola di Eva si sciolsero in una manifestazione di tranquillità e affetto, mentre il volto di apriva in un sorriso.

- Ma che diamine ti salta in mente! - esclamò divertita, scoccando una pacca sulla spalla, forse con troppa veemenza, a Veronica, che si rilassò in un sospiro liberatorio.

- Ehi bella, io non sono una tipa che si tiene queste cose dentro. Se ce l'avessi avuta con te te lo avrei riferito faccia a faccia, ok? -

- E allora cosa ti affligge? -

- Sono solo un po' stanca, non riesco a concentrarmi troppo a lungo sui libri di questo genere - ridacchiò, scaraventando il libro addosso al muro, sicché l'Altaria di Orthilla volteggiasse nell'aria e concludesse, nelle menti di chi sa sognare, con una splendida posa.

- Io ho trovato delle cose parecchio interessanti invece: guarda -

 

Altaria danza e volteggia con le sue ali morbide come il cotone. Quando entra in sintonia con qualcuno, lo avvolge con le suo morbide ali, cantando con voce da soprano.

Categoria: Pokèmon Canterino

Tipo: Drago/Volante

Abilità: Alternacura  

 

- Tu sei un genio, ci sarà molto utile ciò. Dovremmo dire a Letika che le mosse che servono per alterare lo stato saranno del tutto inefficaci su Altaria. A meno che lei non intenda usarle per mettere in evidenza i suoi pokémon, in quel caso hanno un senso -

- Esattamente quello che pensavo. Inoltre non è la sola cosa che ho scoperto... - disse ostentando orgogliosamente dei fogli scribacchiati qua e là.


Orthilla, pochi lo sanno, possiede incastonato nel fermaglio una pietrachiave.

- Brava la mia ragazza! - esultò Eva, col volto contorto in una smorfia dilettata, prendendo una penna blu e ficcandosela nella tasca della tuta.

- Adesso è il nostro turno, pivelle -

Una voce colma di boria colpì le due ragazze di schiena, costringendole a girarsi di scatto per raccapezzarsi.

- Sì, dico a voi due - incalzò una seconda, proveniente da una ragazza alta ed emaciata, dai lunghi e spenti capelli biondi.

- Cosa volete? - domandò neutrale Eva, contemplando gli occhi della più bassa: un verde che andava lambendo le varie sfumature iridee che sbiadivano dal blu lapislazzulo all'azzurro.

- Ehm, se non vi è chiaro, dovete smammare... o non conoscete l'italiano - rispose la bionda, gesticolando altezzosa.

- Se non vi è chiaro - riprese Eva compiendo gli stessi movimenti - la biblioteca è un bene pubblico. Ergo, amabili compari, noi potremmo piantarci le radici e voi non potreste dire niente -

A quel punto le ochette esplosero in una fragorosa risata, beffandosi della mora.

- Le radici?! AHAH! Ma ci sei o ci fai, scema? -

- Voi non mi sembrate molto sveglie - intervenne Veronica, per la prima volta dall'inizio della conversazione.

- Che vuoi tu bassotto? - esclamarono all'unisono, tenendosi la pancia per le troppe risa. Il viso di Veronica si rabbuiò improvvisamente, come se un fantasma le fosse fluttuato davanti; al che Eva omai teneva le braccia rigide lungo il corpo e le mani che fremevano dalla brama di riempire le due a ceffoni.

- Allora, vi levate? - gridò la bionda, stridula a mo' di cornacchia.

- Cosa ci dovremmo levare? Lo sghiribizzo di effettuarvi una tracheoscopia con una penna? O forse la voglia di cavarvi la lingua a mazzate? Decidete voi, per me fa lo stesso. Oh, se non sapete cos'è una tracheoscopia, non spreco nemmeno il tempo di consigliarvi di andarla a cercarla nel dizionario: parlare è già una virtù troppo elevata per galline come voi, figuriamoci leggere! -

Detto ciò, Eva prese a camminare verso l'uscita, seguita a ruota da Veronica.

Ad aspettarle sull'uscio c'erano Marina e Letika, attratte sia dal casino scatenatosi nella biblioteca, sia dall'esigenza di vedere come procedeva il lavoro.

- Cosa stava succedendo? Vi ho sentite litigare con qualcuno - chiese preoccupata Letika.

- Dovevano essere schiavette di Anastasia - rispose Veronica, giocherellando con il labbro.

- Nessuno degno di nota - diede manforte Eva, consegnando a Marina il lavoro svolto durante le ore trascorse nella sala.

 

 

Nozomi si sdraiò sull'erba, rassegnata. Poi guardò verso Jay, che aveva un'aria serena come nel suo solito. La biondina stava intrecciando fili d'erba, e ogni tanto se ne metteva uno tra le dita per provare a farlo fischiare, con scarsi risultati in entrambe le attività.

Per carità, pensò Nozomi, Jay è dolce e carina... ma è così... strana!

In effetti Jay fino a quel momento non si era dimostrata molto collaborativa. Ai tentativi di iniziare una conversazione riguardante il loro obbiettivo - le decorazioni da mettere nella sala nel momento della gara di Letika - la bionda rispondeva a monosillabi del genere “oh”, “sì”, “ah”, oppure tirava fuori frasi del genere “l'erba è molto verde oggi”.

- Ehm... Jay...? - provò a richiamare l'attenzione della ricercatrice la violetta, che nel frattempo aveva ripreso a mangiare, sbocconcellando quadretti di cioccolato fondente che aveva preso durante la colazione in mensa - Hai finito adesso di intrecciare fili? Dovremmo lavorare, ti prego -

Oh... sì... ah - iniziò la biondina, alzandosi in piedi, per poi barcollare un po' e rimettersi seduta - L'erba è molto verde oggi - 

Nozomi si schiaffò una mano in fronte. La situazione stava drasticamente peggiorando.

- Ehi Nozomi - sentì dire da una voce dietro di lei. La ragazza si girò per vedere una Letika sorridente, con Sableye al seguito, che si siedeva vicino a lei, i pantaloni che si sporcavano leggermente a contatto con il prato e la terra.

- Ciao Letika - rispose lei. La ragazza dai capelli neri le scomigliò un po' i capelli, disfandole la coda e facendo in modo che una cascata color ametista le si riversasse sulla felpa, coprendole gli occhi.

- Come procedono i lavori? - domandò poi la coordinatrice sforzandosi di mantenere un tono ottimista, sebbene dallo sguardo assente di Jay e quello preoccupato di Nozomi, non sembrava che le due fossero a buon punto.

- Secondo te? - domandò l'altra, con un pizzico di esasperazione nella voce.

Letika sbuffò. A quanto pare aveva visto giusto, erano rimaste ferme a zero.

Propose dunque all'amica di lavorare un po' con lei; l'altra annuì sollevata e insieme si misero a discutere di tutto: del costume delizoso che Letika aveva scelto con Marina e Akumi, ai brillanti esiti delle ricerche con Eva e Veronica.

Avevano già iniziato a stilare una lista di possibili ambientazioni - comprese poi, ovviamente, i pokémon e le combinazioni da usare - e, circa tre quarti d'ora dopo, poterono dire di aver raccolto un ottimo materiale.

- Se il tuo costume è verde, direi che dovremmo decisamente optare per lo sfondo di tipo erba; ho parlato con la giardiniera, miss Yoshikura, e mi è sembrata molto abile con le decorazioni floreali, nonché volentierosa di aiutarci. Poi possiamo chiedere a lei -

- Oh, perfetto! - esclamò la corvina, all'apice della felicità.

Già s'immaginava sul palco, vestita di tutto punto, con i suoi amati pokémon, a lottare per il suo futuro. Si sarebbe impegnata, eccome se l'avrebbe fatto!

Stava già mettendosi a sognare ad occhi aperti - assumendo un'espressione ebete che fece alquanto preoccupare Nozomi - quando la delicata voce di Jay, come un sussurro, le accarezzò le orecchie, facendola sussultare.

- Ma se facciamo tutto in tinta, non rischia di sembrare troppo scontato? Non si potrebbe stupire di più facendo cose completamente diverse? Insomma, poi ovviamente potremmo rischiare di sembrare scontate anche nell'originalità, tuttavia... anzi, no. Oppure sì, boh -

Le altre due ragazze spalancarono gli occhi, stupite che Jay avesse creato una frase così lunga, per quanto contorta. 

Quella ragazza era una continua sorpresa, dovevano ammetterlo.

D'altro canto, Jay si era rimessa a fissare l'erba, come se si fosse dimenticata di quanto appena espresso; quindi, non appena le ragazze le chiesero di rispiegare loro quanto aveva appena detto, lei rispose con “ho intrecciato quattro fili... cinque ora...”.

Decisero dunque di ignorarla, e di aspettare che ci fossero tutte le ragazze per decidere meglio il da farsi. Letika a dire la verità si sentiva soddisfatta; oltre che per aver terminato finalmente gran parte del lavoro, per non aver incontrato altre schiavette di Anastasia. In realtà, era rimasta molto stupita di non aver visto lei, la rossa in giro, ma decise di non crucciarsene troppo.

- Bene - disse, sollevando il suo interpoké - Allora mando un messaggio a Marina e le dico che ci rivediamo tutte in camera mia dopo -

Nozomi sorrise. 

- Okay - iniziò, per poi girarsi un po' intorno. Notò Jay infilata in un cespuglio di rose, intenta a cercare chissà cosa, riemergendo coperta di petali e spine, senza minimo segno di fastidio o dolore. - Beh... andiamocene via ora -

 

 

I ragazzi erano sembrati veramente poco preoccupati per le sorti della gara - come poi ci si poteva anche aspettare, in effetti - e dunque, dopo attente riflessioni, avevano deciso di riunirsi alla caffetteria per bere qualcosa. Era un luogo molto grazioso, davanti ad una veranda che dava sul giardino, con piccoli tavolini rotondi e bianchi coperti da ombrelloni color limone, immersi nelle siepi smeraldine che tuttavia iniziavano a tingersi del rosso e dell'oro autunnali.

Gary Oak, un bicchiere di coca-cola fredda in mano riempita di ghiaccio fino all orlo, era intento a guardarsi annoiato la mano che ruotava avanti e indietro.

- La nota positiva di oggi è che c'era un gran viavai di ragazze per tutta la scuola - cominciò - Ho adocchiato qualche fanciulla molto carina mentre giravo -

- Eh? - domandò Lem, il quale non stava minimamente dando segni di attenzione, impegnato nella costruzione di un qualche congegno.

- Ragazze a parte - proruppe Tell, appongiando il suo bicchiere di succo - Con questo casino di certo non riuscirò a studiare, e miss Hazuiko ci vuole interrogare tutti. Quindi, a meno di non essere come lui, mi tocca mettermi sui libri -

Il lui di cui Tell stava parlando altri non era che N, seduto ad un altro tavolo, con accanto il suo amato Sawsbuck che mangiucchiava petali di rosa. Il ragazzo dai capelli verdi tuttavia non sembrò accorgersene e rimase fermo immobile lì dov’era.

- Beh, dai… - continuò Touya in tono incoraggiante, accarezzando il capo verde foglia al suo Serperior - Comunque teoria dei vantaggi e degli svantaggi in lotta non è una materia così difficile -

- Forse mentre lotti no, ma ripetere tutti i vantaggi e gli svantaggi dei pokémon davanti ad una prof che ti osserva non è così facile come sembra -

- Touché - ammise il castano.

Lem scosse la chioma bionda avanti e indietro. 

- Dovrebbero inventare un congegno per saltare le interrogazioni - disse sottovoce, ma venendo sentito da tutti gli altri che, chi più chi meno, annuirono trovandosi tutti d’accordo. 

Gary Oak sorrise compiaciuto. in effetti - contrariamente a quanto aveva pensato all’inizio - la sua classe sembrava quella con meno lavoro da fare. Nessuna interrogazione, compito o altro. Era una cosa rilassante. Ad un certo punto il ricercatore sentì vibrare qualcosa nella tasca destra della sua giacca bianca; la aprì per vedere che il suo interpoké stava squillando.

Oh, è Eva, pensò, chiudendo la chiamata e appoggiando l’aggeggio sul tavolo. Non aveva voglia di parlarle, rifletté mettendosi a fissare la graziosissima cameriera bionda venuta a portare del tè a Lem.

Tuttavia, l’amica-rivale non demorse e lo chiamò un’altra ventina di volte, fino a che il castano - invitato gentilmente da Tell, Touya e persino N che non ne potevano più di sentire il fastidioso vibro che si andava diffondendo per il giardino - non si decise a risponderle.     

- Che vuoi seccat… - iniziò, senza riuscire a concludere la frase.

- GARY OAK! - gridò lei - Si può sapere che stai facendo? Ti avevo espressamente chiesto di controllare se delle schiavette di miss-sono-perfetta-Hamilton andassero dove c’eravamo noi, ma tu niente! Niente! Ce le siamo ritrovate tra i piedi tutta la giornata! -

- Non sei il mio capo, Riddle - ribattè lui - Sono libero di fare ciò che voglio -

Gli altri ragazzi guardavano la scena tutti palesemente divertiti dalle smorfie che faceva Gary mentre parlava e dalle grida di Eva, che riuscivano a sentire appena, che parlava del voler uccidere il ragazzo e di tracheoscopie non eseguite.

Quando Gary riuscì a mettere giù, sollevato, emise un grugno di disapprovazione.

- Che vuole sempre quella lì… e poi io tengo ad Anastasia, è molto meglio… -

- Potevi dirlo prima allora -

Un’Akumi dal viso gioioso, con l’amato Dratini attorno al collo, camminava nella loro direzione con un vassoio in mano, sul quale c’erano sette bicchieri di succo e svariati bignè alla frutta. La sua gonna bianca ondeggiava avanti e indietro man mano che il vento la smuoveva. Era piena di brillantini fin nei capelli, residui dei costumi che aveva trasportato, ma non sembrava notarlo; tutto ciò la faceva rilucere al sole dandole un’aria molto angelica.

Tell fu l’unico a salutarla, nonché l’unico a girarsi assieme a Gary alquanto infastidito, e la ragazza ricambiò gentile il saluto.

- Stavo dicendo che se non volevi aiutarci bastava dirlo, ci saremmo organizzate meglio - disse lei, senza alcun tono di rimprovero nella voce.

Si incamminò verso l’entrata, intenta a portare il cibo in camera di Nozomi e Letika, barcollando un po’ per il peso del vassoio, quando il capopalestra di Verdeauzzopoli la fermò toccandole la schiena.

- Vuoi una mano a portare il vassoio? - le domandò.

- Oh, grazie - rispose lei, mentre lasciava tutto ciò che aveva in mano al ragazzo, iniziando a correre verso le scale.

 

 

Anastasia Hamilton era seduta su una panchina appena fuori dal Teatro, lamentandosi di come l’umidità le stesse gonfiando i meravigliosi capelli scarlatti.

Nella mano sinistra teneva una rosa rossa - regalo di un ragazzo che aveva incontrato per caso mentre passava per il giardino - mentre nella destra reggeva i lavori accuratamente svolti dalle sue ammiratrici. Ammiratrici che non si era neanche degnata di ringraziare, tra l’altro.

Si stava annoiando, molto, ma non aveva voglia di entrare, né di rischiare incrociare quelle altre sfigatelle che aiutavano Letika ovvio, la quale non aveva la minima speranza di vittoria contro di lei, Anastasia, la migliore.

Appoggiò dunque i fogli accanto a lei e, estratta una pochette di trucchi dalla sua borsa, iniziò a sistemarsi il mascara e l’ombretto, allungandosi di molto le belle ciglia.

- Scusami, è libero il posto? - si sentì domandare. Si girò giusto per vedere un ragazzo piuttosto alto, vestito in una maniera che lei giudicò a dir poco orrenda e fuori moda, con i capelli verde prato, che le lasciava una sensazione di dejà vu.

- Che vuoi tu? - ribattè brusca.

- Niente, solo studiare un po’. E questo sembra il luogo più calmo per farlo -

Il suo tono di voce le ricordava qualcosa. Non si aspettava di riconoscere al volo quel ragazzo, era stata in compagnia di così tanti nella sua vita che oramai le sembravano tutti uguali, ma la sua mente volò immediatamente al suo primo giorno di scuola.

Ah, già. Il tipo strano che si era offerto di portarmi la valigia.

Lasciò che si sedesse lì accanto a lei e poi, senza degnarlo di uno sguardo, continuò con il suo lavoro di make up.

- Vuoi un dolcetto? - le domandò lui, estraendo una scatola piena di macaron da uno zainetto che Anastasia inizialmente non aveva notato. La modella si rese conto di aver fame, e quindi ne prese uno al lampone, mangiucchiandolo piano. Era delizioso, ma non le passò per la testa di dirlo.

- Non ci stai provando con me eh…? - si interessò di sapere - Perché guarda, non sei proprio il mio tipo. E non dirò senza offesa perché sì, effettivamente è un’offesa -

Il ragazzo sorrise bonario. - No, assolutamente no. Era solo gentilezza. Comunque io sono Spighetto -

Le tese una mano che Anastasia non strinse.

- Anastasia Hamilton. Che ora se ne va perché ha del lavoro da sbrigare -

Il lavoro consisteva nell’andare a recuperare il rossetto che aveva dimenticato in camera.

Si alzò, prendendo in mano i suoi fogli senza curarsi del fatto che alcuni stavano cadendo per terra. Spighetto se ne accorse e glielo fece notare, passandoglieli sebbene si fossero sporcati di terra.

- Umpf - sbuffò Anastasia, scomparendo dalla sua vista.

Il capopalestra la seguì con lo sguardo fino a che lei non fu completamente sparita, poi prese dal suo zaino il libro di testo, iniziando finalmente a studiare.

Anastasia Hamilton eh…? Mi ricorda vagamente un piatto piccante. Difficile da apprezzare, ma che sicuramente può nascondere piacevoli sorprese.

 

Angolo dell’autrice:

Amatemi, sono tornata.

Oppure picchiatemi per il ritardo, fate voi. Chiedo venia, ma ci sono troppi motivi per i quali sono così lenta e non voglio certo annoiarvi elencandoli. Sappiate solo che l’inizio della scuola e il blocco terribile di cui sono stata vittima non hanno aiutato.

Anyway, spero che comunque possiate apprezzare il capitolo, mi sono molto impegnata per finirlo. E… boh, vi faccio come al solito qualche piccola precisazione:

1. Avrete di certo notato che i paragrafi in cui è suddiviso il testo hanno lunghezza e stile leggermente diversi, spero che la cosa non vi disturbi. E’ che sono stati scritti in tre periodi molto diversi un po’ da me e un po’ da Riddle, in ogni caso non dovrebbero essere troppo discordanti

2. Non ho descritto l’abito di Letika per tenervi sulle spine e per sorprendervi dopo. Sapete solo che è verde, per ora

3. La parte con i ragazzi è alquanto inutile, ma ci tenevo a parlare anche di loro e poi volevo un litiglio in stile Gary ed Eva uwu

E poi volevo introdurre la parte delle interrogazioni, un po’ perché forse ne parlerò e un po’ perché volevo far sembrare questa un po’ più una scuola. E in quanto ad Anastasia, beh, meritava la sua parte anche lei e allora le ho lasciato uno spazietto, così almeno ho presentato anche il caro Spighetto, che ha fatto apparizioni fugaci in qualche chap ma senza mai essere approfondito molto

E beh, nel prossimo capitolo ci sarà la gara! Intanto spero che questo sia stato di vostro gradimento. Intanto vi lascio, un bacione!

Marina Swift <3

P.S. Se qualcuno dei pg principali avesse un’immagine della propria oc, può mandarmela che mi serve per un lavoretto ^-^

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Capitolo 8
*** Contest ***


P.S. Oltre al capitolo, vi prego di leggere anche le note dell'autore che ci saranno alla fine, perché devo porvi una domanda. Detto questo, un bacio!
 
Capitolo 7: contest
 
Letika si svegliò alle nove meno un quarto, quando il sole le sfiorò il viso scuro, la vista ancora annebbiata e le coperte celesti quasi tutte per terra - aveva avuto un sogno agitato, a causa dell'agitazione per la gara. Andò in bagno e si pettinò i capelli color onice, per poi risedersi sul letto.
Si girò verso sinistra: Nozomi era sdraiata nel letto accanto a quello della ragazza di origini indiane, tutta attorcigliata in un groviglio di lenzuola, con le ginocchia portate al petto. Continuando a far girare lo sguardo color carbone attorno alla stanza, notò che tutte le sue amiche erano ancora lì; si ricordò, infatti, che Marina aveva insistito perché organizzassero una sorta di “pigiama party”, se così lo si poteva chiamare, in modo da poter ultimare i preparativi per quel grande giorno. La castana era, infatti, addormentata sul delizioso divanetto color cielo accanto alla porta, i boccoli castani sulle ginocchia di Akumi, addormentatasi seduta; l'allenatrice dagli occhi blu aveva utilizzato, infatti, l'amica come “cuscino”, giudicando la gonna di Akumi più morbida dei cuscini. Le facevano tenerezza quelle due, pensò Letika, mentre si alzava cercando di non fare troppo rumore; constatò di essersi addormentata vestita, come le altre, del resto, ma per la foga nessuna di loro aveva avuto tempo per cambiarsi e indossare un pigiama. 
Eva, nel frattempo, dormiva sul pavimento, sopra un materasso che si erano fatte portare lì dal sorvegliante delle camere, il braccio destro a penzoloni; ogni tanto borbottava parole in qualche lingua a lei incomprensibile. Dunque Eva vaneggiava davvero, nel sonno; tuttavia, Letika si ripromise di non farglielo notare, una volta che la ragazza si fosse svegliata. Notò, nel frattempo, che delle sette che erano rimaste lì quella sera, tuttavia, in stanza ce n'erano solo cinque, lei compresa. Veronica e Jay, infatti, erano scomparse. 
Stava giusto iniziando a domandarsi dove fossero finite le due, quando una delle due ricercatrici fece capolino da dietro la porta accompagnata da un uomo piuttosto grassottello che non doveva avere più di trnt'anni - il sorvegliante delle camere, Ronald Pivnosky -, un vassoio pieno di dolcetti in mano. Un profumo fragrante di croissant e di marmellata di baccapesca iniziò a propagarsi nella stanza, risvegliando un'affatissima Marina, che rotolò placidamente per terra, mentre anche Akumi apriva, lentamente, i suoi occhioni smeraldini.
– Buongiorno – mormorò l'allenatrice sdraiata sul parquet, mentre si alzava lentamente, stiracchiandosi un po'. Si girò, dunque, verso Veronica, ancora in piedi sulla soglia assieme al sorvegliante delle stanze – Hmm... grazie mille Vero-chan –
– Di nulla – sorrise cordiale la ricercatrice – Ma dovete ringraziare anche lui, che mi ha permesso di portarvi il cibo qui –
L'uomo aveva in mano un altro vassoio, con su delle tazze di ceramica bianca e ben tre brocche di vetro, due delle quali fumanti. Depositò, senza dire una parola, una tazza in mano ad ogni ragazza sveglia - Nozomi compresa, che si era appena destata per un raggio di sole che le aveva colpito il viso, accarezzandolo dolcemente - per poi versarci dentro una bevanda diversa a seconda della ragazza: succo di bacche per Marina, latte caldo per Akumi, caffè macchiato per Letika...
– Iniziate a mangiare senza di me? Non è molto educato da parte vostra– sbuffò Eva, la voce ancora impastata dal sonno. Neanche lei stava più dormendo, ed ora era seduta a gambe incrociate sul materasso che le aveva fatto da letto; Veronica mormorò un “oh!” e, presa una tazza di caffè nero, lo servì subito all'amica, che rispose con un “grazie”, mettendosi poi subito a sorseggiare la bevanda bollente.
– Allora, la gara inizia alle... dieci e un quarto, no? – domandò Marina, appoggiatasi ad un bracciolo del divano e sbocconcellando una brioche. Sbriciolò un po' per terra, ma nessuno ci fece caso - si potè notare un sospiro da parte di Ronald, ma ormai lui ci era abituato.
– Sì, certo – rispose Letika – Voi assisterete vero? –
– Certamente – annunciò Eva – Hanno sospeso le lezioni della giornata proprio per permetterci di guardare la competizione. Certo, anche se ci fossero state le avrei saltate, ma... –
– Inoltre noi non avremmo potuto fare nulla lo stesso – la interruppe Akumi – La gara cade nel periodo in cui il Teatro spettava a noi del corso B –
– Ahah, beh, scusateci – rise Letika.
– Beh, almeno abbiamo rimandato il test di lotta; meglio così – proferì Nozomi, cercando nel vassoio che Veronica aveva appoggiato sul suo comodino qualcosa al cioccolato; trovò dei biscotti al cacao e si mise a sgranocchiarli con foga.
La ragazza dai capelli neri, nel frattempo, continuava a chiedersi dove fosse finita Jay, ma la voce di Marina, che le ricordava che dovevano andare al Teatro per iniziare a sistemare le cose per la gara. Scesero dunque tutte dalle scale, ringraziando per un'ultima volta il sorvegliante; arrivarono in fretta davanti al Tatro e, quando erano prossime ad entrare, si misero a chiacchierare contente.
— Allora, pronta? — domandò Nozomi a Letika. Quest’ultima annì, contenta.
— Sono solo un po’ ansiosa — ammise.
Eva le tirò una vigorosa pacca in mezzo alle scapole.
— Ma va’! Tanto ce la farai sicuramente! Sei la migliore, no? — 
Letika scoppiò in una risata. — Speriamo di sì — 
Davanti all’entrata c’era ua ragazza tutta vestite di color magenta, che allungò a Marina un volantino. Questa spalancò gli occhioni blu, indignata, e lo abbassò subito, spingendo Letika nel Teatro affinché non ne leggesse il contenuto. Si avvicinò poi ad Eva, che trattenne un’imprecazione.
— Marina? — 
— Sì? — 
Andiamo a commettere un modellicidio. Ora — 
 
 
Anastasia stava seduta comoda nel suo camerino, rimirando il suo viso nello specchio, mentre quattro schiavette si apprestavano a sistemarla: la prima le arricciava i capelli color rubino con una piastra, la seconda la laccava le unghie di rosso e ledecorava con degli appositi strumenti, la terza le faceva una machera nutriente al viso e la quarta le lucidava le scarpe, dal tacco vertiginoso.
Oh, che cosa meravigliosa! Avrebbe sicuramente vinto la gara, ne era certa.  Oltretutto, aveva anche trovato un modo molto intelligente, a suo parere, per essere sicura che tutti tifassero per lei.
Era fatta così Anastasia, era maledettamente vanitosa: voleva sentire tutti gridare a gran voce il suo nome - invece che quello di Letika, che non sarebbe mai arrivata al suo livello -, pronunciando ogni lettera separata dalle altre. 
La “a”, poi la “n, poi di nuovo la “a”, fino ad arrivare all’ultima lettera del suo cognome. Ah… sarebbe stata una situazione perfetta!
— A-N-A-S-T-A-S-I-A  H-A-M-I-L-T-O-N — proruppe una voce in quel momento, facendola sobbalzare. Era sicura di starsi immaginando una cosa molto più carina e dolce, nella sua mente.
Eva, alquanto irata, stava sullo stipite della porta accanto a Marina, altrettando furibonda ma più moderata.
— Anastasia — iniziò l’allenatrice — Potremmo avere l’onore di sapere il perché di questo? — 
Le sventolò davanti il volantino ricevuto pochi minuti prima. La modella sorrise.
— Oh, quella? Un’ideuccia… mi è venuta stamattina in mente. Bella, non trovate? — 
Eva si lanciò all’attacco, pronta ad assestarle uno schiaffo sulla guancia, ancora coperta di crema al cetriolo, ma Marina la tenne ferma, preferendo continuare a discutere solo con le parole.
— Ti stai rendendo minimamente conto di ciò che hai fatto?! — sbottò dunque la ricercatrice, sempre più nervosa — Stai corrompendo il pubblico! — 
Per darle manforte, Marina si mise a leggere il contenuto del foglio.
Tifate tutti per Anastasia Hamilton alla gara di oggi! Chiunque faccia il tifo per lei vincerà un ingresso gratuito alle gare della modella per ben un anno e mezzo! — iniziò — Ti pare corretto? — 
Anastasia non si scompose di un millimetro, anzi, si voltò e lasciò che le venisse pulito il viso con una pezza calda, per togliersi la machera.
— Non hanno potere decisionale, quindi va bene se corrompo loro — rispose, in tono malizioso — Se avessi provato a fare lo stesso con Orthilla, sarebbe stato più scorretto… ma io sono sicura di vincere e non ne ho bisogno. Solo, voglio che tutti lo confermino — 
— Figlia di… — disse Eva piccata, per poi fermarsi e cercare di tornare razionale.
— Comunque abbiamo distrutto tutti i volantini… quindi solo poche persone lo hanno ricevuto… temo che alcuni spargeranno la voce, ma non essendoci nessuno a distribuirli, molti dovrebbero pensare ad uno scherzo — concluse Marina.
— Stronze — annunciò Anastasia.
— Ah, si, noi! — la zittì Eva — Marina, lasciamola nel suo brodo, va’ — 
Lei annuì. — Spero che un giorno tu riesca a capire — 
Si allontanarono tutte e due, dirette verso il camerino di Letika per aiutarla, mentre Anastasia, senza scomporsi, si faceva truccare gli occhi e la bocca. Scrollò le spalle, mentre si sistemava la scollatura dell’abito.
Tanto, trucchi o non trucchi, la migliore rimango io.
 
 
Tell, Touya e Lem erano stati i primi ad arrivare nel Teatro, alle nove, e avevano occupato i posti in prima fila, per gli altri ragazzi e per le ragazze; ci tenevano ad avere la visuale migliore della gara. Lem si mise subito a sistemare un’enorme telecamera.
Spighetto e Barry erano sopraggiunti verso le nove e mezza; il primo si era portato dietro un libro e iniziò a leggerlo con calma, mentre il seondo scribacchiava su quello che sembrava un taccuino per le multe.
Intanto, il Teatro iniziava a riempirsi: Gary arrivò alle nove e mezza con una bionda che, tuttavia, lo lasciò per andare dalle sue amiche.
Se sarebbe tornata o meno, a lui non interessava: aveva adocchiato un paio di ragazze  con cui avrebbe voluto uscire, esclusa la bella Anastasia che, uno di questi giorni, avrebbe provato a conquistare.
— ‘Giorno — salutò, stravaccandosi sulla poltroncina.
— Buongiorno — 
A rispondergli fu Akumi, che si accomodò su una delle poltroncine, la seconda a partire dal bordo esterno, accanto al capopalestra di Verdeauzzopoli. Quest’ultimo la salutò con un cenno e lei rispose, sorridendo timida.
— Eccoci! — esclamò Marina, arrivando. Contò le poltroncine e notò che il numero di poltrone, calcolando che sarebbero arrivati anche N e Jay, non sarebbero bastati per tutti. Scrollò le spalle e si sedette su Tell, com’era solita fare quando erano a casa e mancavano spazi. Tell non si scompose minimamente.
— Salve ragazze! — proruppe la voce di N, comparso dalla porta d’ingresso laterale.
— Ciao N — lo salutò Veronica — Come va’? —
— Presumo bene — rispose lui — Solo… me la togliete di dosso? — 
Si girò, e le ragazze videro Jay, aggrappata ai suoi fianchi, le ginocchia per terra, che veniva trascinata dal verdino. Tutte si guardarono, chiedendosi come diamine avesse fatto Jay ad arrivare fino alla camera di N.
— Me la sono trovata stamattina addomrntata davanti alla porta — spiegò N — E appena si è svegliata mi si è appiccicata addosso — 
Akumi e Veronica staccarono delicatamente la bionda dal ragazzo e l’appoggiarono su una sedia, dove lei si accasciò come se fosse stata di gelatina.
Intanto l’orologio indicava che a breve sarebbe iniziata la gara.
Orthilla, a cavalcioni del suo Alty, comparve sul palco.
— Bene ragazzi! — proruppe — Grazie per essere venuti! Spero che possiate divertirvi, ammirando i magnifici coordinatori che si sfideranno oggi —
Tutti si sistemarono meglio, mentre aspettavano che il primo coordinatore iniziasse la sua esibizione.
La gara comincia! 
 
Round 1
 
La prima fase della gara consisteva nel creare un'esibizione spettacolare, per catturare, già da subito, l'attenzione di Orthilla e degli spettatori. Due coordinatori sarebbero stati eliminati dalla competizione e ciò alimentava il desiderio di realizzare qualcosa di veramente magnifico.
Anastasia guardava, uno dopo l'altro, coloro che si esibivano prima di lei, annoiata. Ai suoi occhi critici, erano spettacoli davvero mediocri.
Sarebbe stata la penultima, e questo le piaceva molto poco; avrebbe gradito, di certo, essere l'ultima, per poter chiudere in grande il round, ma quella posizione privilegiata, con suo enorme disappunto, era capitata a Letika. Quest'ultima, invece, osservava da dietro le quinte tutte le mosse degli altri, ammirandole e cercando di carpire i punti di forza di chi si batteva in quella sfida. Intanto stringeva forte il suo Sableye, sfiorandolo con le sue dita scure. Accanto a lei, Gardevoir si stava preparando alla lotta, mangiucchiando una baccaliegia che le era stata data da Veronica nel camerino.
– Le cose si fanno emozionanti eh? – commentò intanto Eva, guardando il terzultimo sfidante che, assieme ai suoi due pokémon - un Milotic e un Raichu, una combinazione pericolosa ma perfettamente azzeccata - chiudeva l'esibizione, con tante gocce d'acqua che fluttuavano lievi nell'aria, assieme a scariche dorate elettriche, quasi invisibili, come una sorta di scia.
– Già – annuì Barry – Ah, mi sento esplodere di energia! Dovrei quasi partecipare anche io –
– Credo sia meglio di no, non ti vedo portato per la coordinazione – ridacchiò Gary, in tono vagamente maligno.
Eva si apprestò a tirargli uno schiaffo sul collo. – Non si insulta la gente –
– Non si picchiano i bei ragazzi – replicò lui.
– Peccato che io non ne veda, di bei ragazzi – concluse Eva, secca.
Intanto Lem, assieme a Nozomi, cercava di sistemare la telecamera, pronto a fare un video alla performance di Letika. Una Marina armata di iPhone tentava di fare lo stesso, in equilibrio stabile sulle gambe di Tell, che la teneva ferma per i fianchi per evitare di farla cadere.
Nel frattempo, il sipario si era chiuso, pronto a riaprirsi per permettere ad Anastasia di fare la sua prova; quando le tende di velluto si riaprirono, la modella era girata di spalle, mostrando il suo abito di scena, che le lasciava completamente scoperta la schiena chiara, senza alcun minimo tipo d'imperfezione e le gambe slanciate. Sarebbe sembrato volgare - e anzi, lo era quasi - ma Anastasia aveva davvero un bel fisico, e certe cose poteva permettersele.
– Che stragnocca – commentò Gary, in tono molto poco fine.
Eva pensò mentalmente un “che stra-idiota”, ma evitò di esprimere il pensiero ad alta voce, più che altro perché Veronica le aveva chiuso la bocca.
Nel frattempo, delle piccole fiamme, delicate come un soffio, si iniziarono ad accendere ai lati del palco, riscaldando con il loro lieve tepore chi stava in prima fila. Tutti si misero a guardare la scena, e a quasi tutti venne un semi colpo al cuore, quando le due fiamme esplosero, riempiendo l’intero palco di fuoco, assieme ad un’intensa luce rosata e avvolgendo completamente la modella.
Quando le fiamme iniziarono a diradarsi, Anastasia era girata verso la platea, seduta su una piattaforma rotonda che si era elevata dal pavimento, ancorata a terra da una sorta di grossa molla metallica.
— Davvero notevole, non pensi, Elena? — domandò Miss Lovely, tutta eccitata, mentre si sistemava con le dita i bei ricci dorati.
— Già — 
— Ma l’esibizione è solo iniziata — osservò miss Hazuiko, mettendole a tacere entrambe — Aspettiamo comunque la fine — 
Nel frattempo, sul palco erano apparsi i due pokémon che Anastasia aveva deciso di mettere in gara, Sylveon e Chimchar. La prima sprizzava scintille bianche e rosa, mentre il secondo si guardava intorno un po’ timido, la pelliccia ancora infuocata.
Anastasia ordinò a Sylveon il da farsi, e il pokémon si apprestò ad utilizzare Forza Lunare, facendo comparire dal nulla una piccola versione del satellite al centro del palco, poco sopra la ragazza dai capelli rossi; intanto lo starter della ragazza utilizzò il suo Lanciafiamme, creando una grande spirale che avvolse la torretta dove stava la coordinatrice, fino a giungere a metà della luna.
— Ora, Sylveon, usa Vento di Fata e tu, Chimchar, vai con Fuocopatto! — esclamò la ragazza mantenendo, comunque, un tono di voce suadente.
I pokémon si posizionarono, con un agile balzo, dietro la loro allenatrice, per poi utilizzare i loro attacchi: una enorme scia dalle sfumature fucsia, rosse, arancio e rosa comparve a mezz’aria, trascinandosi via la spirale infuocata che circondava Anastasia, facendo sembrare a lungo la finta luna di colore rosso, che iniziò ad innalzarsi ancora di più; attraversò il confine del palco e arrivò a toccare la porta d’ingresso: per chi guardava, fu come se una sorta di alba fosse comparsa nella sala.
— E’ fantastico — commentò Marina — Un po’ mi dispiace ammetterlo, ma è fantastico — 
Accanto a lei, Akumi, Tell e Veronica si trovarono ad annuire. Era brava, non c’era dubbio.
Partì uno scroscio di applausi, anche da parte di Orthilla in persona e dello staff dei professori; anche senza l’”incentivo” che la modella si era inventata quella mattina, tutto ciò sarebbe successo. Anastasia aveva talento, bisognava riconoscerlo.
— Ehi, conserviamo gli applausi per Letika — osservò Eva, seria — Mica possiamo rovinarci le mani qui e rischiare di non riuscire a batterle dopo — 
— Eva, quello che dici ha veramente poco senso — sbottò Gary, che invece aveva intenzione di consumarsele le mani, per Anastasia.
Spighetto, accanto a lui, cercò, come Veronica prima, di placare la lite.
— Beh, l’importante è comunque riuscire a sostenerla, no? E possiamo comunque applaudirle entrambe, se lo meritano. La gara di Anastasia è stata come un piatto piccante, cucinato alla perfezione: esplosivo ma perfettamente calibrato in ogni sua singola sfumatura —
— Beh, in effetti è stata brava — ammise Akumi, con un’espressione un po’ ebete.
— Bah — sbuffò Eva, risprofondando nel sedile. 
Tutti tacquero e si misero ad osservare Orthilla che, salendo sul palco, annunciava che il primo round stava volgendo al termine.
— E ora per ultima, ma non meno importante… abbiamo l’onore di presentarvi Letika Ganesh, di Petalipoli, che si esibirà a momenti! — trillò, con voce allegra.
La ragazza scivolò lentamente sul palco, celata dal sipario color porpora. Si sistemò con una mano i capelli corvini, e con l’altra si sistemò la gonna verde, ornata solo da un leggero bordino bianco; non era un costume da esibizionista come quello di Anastasia che aveva, inoltre, una bella scollatura sul davanti per mostrare il suo bel seno, ma a lei stava bene e ci si era affezionata. Strinse i polsi per allentare la tensione, poi estrasse dalla sua borsetta le due pokéball che le sarebbero servite per quel turno.
Non appena il sipario iniziò ad aprirsi, le lanciò entrambe in aria: la sua Gardevoir comparve poco dopo davanti a lei, e così il suo Sableye, che finì nelle "braccia" del pokémon abbraccio.
— Oh, che teneri! — esclamò miss Lovely, sempre più entusiasta — Quel Gardevoir mi fa venire voglia di abbracciarlo, a voi? — 
— Antonia, la prego, si concentri sulla gara — la redarguì, nuovamente, madame Hazuiko, sempre più convinta che la loro prof fosse più facilmente emozionabile di una bambina piccola.
— Uff… e va bene — e detto questo, si risiedette su uno degli scalini.
Letika inspirò profondamente; con voce gentile ricordò ai pokémon ciò che dovevano fare, ed essi si misero subito al lavoro.
Sableye si apprestò ad utilizzare Ombra Notturna, oscurando il palco e celando, parzialmente, la vista agli spettatori, che riuscivano solo a distringuere la silouhette dell’allenatrice e dei suoi due pokémon; poco dopo, lo starter di Letika utilizzò Fuoco Fatuo, creando delle piccole lanterne sospese in aria, che si mescolavano con i fiori appesi al soffitto, mentre la cortina di fumo si afflievoliva. Infine, lanciò una Pallaombra che finì direttamente sopra Gardevoir. Il pokémon di tipo psico lasciò andare il “compagno di esibizione”, e colpì la sfera scura sopra di lei con Psiconda, creando una sorta di arcobaleno dai colori sfumati, come se formati da morbide pennellate. Non appena le onde psichiche incontrarono il globo ombroso, da esso iniziò a diffondersi una potente luce bianca, che colpì Gardevoir come se fosse stata un riflettore. Gardevoir, infine, usò Canto, riempiendo la sala di una dolce melodia. Le “lanterne” formate dal precedente attacco di Sableye iniziarono a volteggiare avanti e indietro, come se fossero piccole fatine che si muovevano a passo di danza: sembrava quasi di stare nello scenario di una fiaba, ed era una cosa molto poetica.
Non appena Gardevoir finì di cantare, i fuochi fatui scomparvero, e Sableye concluse l’esibizione con Ombra Notturna, che colpì la Palla Ombra precedentemente lanciata, facendola esplodere e riempiendo l’atmosfera, ancora leggermente oscurata, di scintille luminosissime, alcune delle quali multicolori.
— Ora possiamo applaudire, Eva? — domandò Marina, ironica. Nozomi abbassò la telecamera, quasi commossa, e si rimise a guardare il filmato con Lem.
— Direi di sì — annunciò la castana, mettendosi a battere le mani vigorosamente assieme a Veronica e Akumi.
— Bravissima! — esclamò Barry, esplodendò in un forte grido — Sei la migliore, Letika! — 
— Un fantastico connubio tra la magia luminosa di Gardevoir e l’oscurità di Sableye — osservò Spighetto — Come in un piatto perfetto in cui si mescolano ingredienti contrastanti, ma che insieme danno vita ad una meravigliosa combinazione dal sapore sublime! Direi una scelta eccellente — 
Anastasia, da dietro le quinte, sorrideva compiaciuta. Di certo, quello spettacolino da quattro soldi non avrebbe emozionato la giuria più del suo capolavoro; ne andava fiera. Tuttavia, guardò il suo Chimchar, che teneva stretto tra le mani.
— Sei ancora troppo timido quando lotti; devo farti allenare molto più spesso — osservò, fredda.
Accanto a lei comparve poi Letika, che le sorrise calorosamente.
— Sei stata molto brava Anastasia, complimenti — le disse, allegra. Le allungò una mano che la modella, tuttavia, non strinse.
— Umpf. E’ ovvio che sia stata la migliore — annunciò, per poi sparire negli spogliatoi.
 
 
Round 2/3
 
Pochi minuti dopo aver annunciato chi aveva passato il turno - Letika constatò, con sua grande gioia, di essere passata e notò, senza stupore, che anche la rivale dai capelli rossi ce l’aveva fatta - Orthilla, sempre sul suo Alty, proclamò a gran voce l’inizio del secondo turno, ovvero una sfida tra i partecipanti, uno contro uno; in tutto ci sarebbero state quattro gare, essendo che i coordinatori erano rimasti in otto; finito questo primo giro, si sarebbe passato alle semifinali.
Letika sospirò di sollievo, quando notò che non era contro Anastasia, per quel turno. Non era paura o altro, solo aveva voglia di sfidarla solo una volta arrivata in finale.
Nel frattempo, estrasse dalla sua borsa di cuoio una pokéball, quella del suo Zweilous, al quale accarezzò entrambe le testoline nere. L’”idra” aveva in testa due fiocchi verdi e bianchi; era l’unico pokémon di Letika che apprezzava i costumi di scena, e le ragazze avevano pensato che sarebbe stato carino vestirlo in tinta con la sua coordinatrice, senza esagerare eccessivamente.
— Che bel pokémon — osservò N, affascinato dai tipi drago — Sembra anche molto calmo, a differenza di come ci si potrebbe aspettare dalla sua specie — 
— Già — sorrise Marina, rispondendogli sottovoce — Ed è eccezionale — 
Il verdino si tolse di dosso una Jay che stava continuando a giocare con la sua collana nera e azzurra, poi si rimise a fissare il palco. Intanto Eva e Veronica parlottavano insieme - anche se la prima, a dir la verità, diceva il novanta per cento delle perole -, scambiandosi opinioni su come sarebbe stata la gara.
Anastasia, intanto, aveva chiamato in gara il suo Steelix, che le si era avvolto attorno al corpo, quasi stritolandola - ma questo, nessuno pareva notarlo - e si era dichiarato, con uno strano verso, pronto a lottare. Sarebbe stata la prima, insieme al suo sfidante, un ragazzino dai ricci color carota, a ri-salire sul palco. Si preparò dunque alla lotta, che già immaginava come molto poco duratura. In effetti, ci volle relativamente poco a concludere la sfida: dando prova di un’eleganza innata e grazie ad un efficace combinazione di mosse roccia e acciaio, lo Steelix di Anastasia riuscì a far perdere un quantitativo notevole di punti all’avversario, pur senza mandare KO l’Empoleon nemico, oltretutto possessore di un notevole vantaggio di tipo. La barra dello sfidante della modella si azzerò ancora prima che scadesse il tempo limite e la potente Codacciaio di Steelix liberò in aria tutte le bolle del precedente attacco dell’altro pokémon, facendole esplodere e ricoprendosi del loro luccichio. Nel frattempo, la ragazza dai capelli rossi aveva perso solo pochissimi punti, che quasi non si notavano nella barra del punteggio.
— Wow — commentò Veronica — Insomma, non mi aspettavo che… che… — 
— Che un pokémon grosso e pesante come Steelix avesse una così grande abilità nella coordinazione? Neanche io — concluse Tell — E' qualcosa di fantastico — 
— Cos’altro vi potevate aspettare da Anastasia? Lei stessa è fantastica — annunciò Gary, saccente, ribadendo ancora una volta da che parte stava.
— Ci troviamo senza dubbio di fronte ad un’allenatrice di grande livello — osservò N — E’ una brava coordinatrice, non dimentichiamolo — 
Jay si accasciò ancora di più su di lui, inondandogli il viso di capelli biondi; il verdino rinunciò definitivamente a togliersela di dosso, reputando ogni tentativo invano.
La bravura è un concetto relativo — iniziò la ricercatrice — Insomma, coloro che a te possono sembrare bravi potrebbero non esserlo per Eva o per Veronica, e viceversa — 
Si stavano perdendo la gara successiva, ma non essendo il turno di Letika, non interessava a nessuno - anche gli altri spettatori, per quel turno, vociavano poco per tifare, a differenza della gara prima; tutti a parte miss Lovely, ma non c’era bisogno di dirlo. Le altre professoresse la guardavano imbarazzate, tranne Orthilla che le dava manforte, gridando esclamazioni di incoraggiamento a chi combatteva.
Intanto tutti nella prima fila si erano girati ad osservare Jay, con lo sguardo vagamente contrariato - anzi, contrariato non era esattamente il termine giusto, forse “stranito” andava meglio -. Tutte tranne Akumi, che faceva vagare lo sguardo smeraldino nella palestra.
La seconda gara si concluse e Letika salì sul palco, assieme al suo sfidante. Ammise mentalmente di essere un po’ spaventata: i due coordinatori sembravano stremati dal combattimento, segno che la gara era molto dura.
Invece Anastasia era così… rilassata! La preoccupava non poco un’avversaria come lei, ma decise di non darlo troppo a vedere. E poi, ciò le dava una spinta per migliorare sempre di più; voleva essere ottimista.
Il suo avversario, intanto, aveva schierato in campo un Castform: se lei avesse utilizzato un pokémon di tipo fuoco, acqua o ghiaccio sarebe stato un problema, data l'abilità del pokémon nemico di cambiare forma, ma avendo lei un tipo drago, ciò non le dava disturbo.
Iniziò dicendo al suo Zweilous di usare l'attacco Dragofuria; il pokémon si librò in aria per un attimo e poi colpì il terreno con la coda, frantumando il “pavimento” roccioso lì messo per la gara e sollevando una gran quantità di massi. Il Castform nemico non riuscì a schivarli tutti, ferendosi e perdendo punti: tuttavia riuscì ad usare Tifone, frantumando i massi e scagliando piccole schegge contro il pokémon di Letika; la barra del punteggio della coordinatrice si abbassò di poco. La gara durò ancora qualche minuto; il tempo stava per scadere e la ragazza decise di cercare una strategia vincente.
Ordinò al suo Zweilous un altro attacco: Oltraggio. Fasci di energia rossastra, assieme a nubi di vapore, fuoriuscirono dal terreno, colpendo il pokémon e creando uno spettacolare gioco di luci. Il Castform tentò di proteggersi con Bora, ma invano. L'attacco venne neutralizzato e il pokémon cadde a terra inerme. 
– Casform non è più in grado di lottare – annunciò miss Light – Letika vince la sfida –
– Evvai! – Marina battè il cinque a Tell e ad Akumi, mentre Eva sorrideva compiaciuta. Veronica si rese conto di essersi lasciata scappare un gridolino - se ne accorse quando Barry la guardò curiosamente, con il suo faccino tanto tenero - e arrossì, affondando le mani nel velluto della poltrona.
Dopo la sfida successiva, annunciarono le semi-finali: sempre con soddisfazione da parte di Letika, lei e Anastasia non erano contro.
Questa volta si esibì lei prima della rossa: decise di schierare in campo Golbat, contro il Clefairy dell'allenatrice contro di lei. Il pokémon avversario iniziò con una combinazione di mosse di tipo folletto, che avvolsero il pipistrello di raggi rosati. Golbat si scansò quell'aura di dosso sbattendo le ali, dando origine ad tanti piccoli turbini che parvero molto attirare l'attenzione di Orthilla, che battè le mani contenta.
Successivamente, ordinò al pokémon di utilizzare Etereolama: semisfere celesti squarciarono l'aria e i vortici, come se fossero fatti di cotone, e colpirono il Clefairy, che rovinò a terra; si rialzò goffamente e cercò di colpire Golbat con Magibrillo.
– Si farà male? – domandò Veronica, preoccupata.
– Nah. Non è neanche una mossa così forte – la rassicurò Nozomi.
– Già! Non ti preoccupare Vero! – esclamò Barry, tirandole una pacca sulla spalla.
Nel frattempo, il Golbat di Letika, con Attacco d'Ala, concluse la partita, portando la barra dell'avversaria quasi a zero, proprio mentre il timer si bloccava.
Anastasia, in tutto ciò, stava preparando la sua Emolga, uscita da sola dalla sua pokéball, alla gara. Era assolutamente iperattiva e continuava a volarle attorno, emanando lievi scariche elettriche dalle guance. Contro di lei c'era un Bellosom, che iniziò molto bene il turno con un'elegante combinazione di mosse di tipo erba e veleno. 
Emolga si mise a volare avanti e indietro sul palco, eludendo la mossa nemica e dirigendo il suo attacco contro l'altro pokémon, ricoprendolo di un'aura verde e viola, con le sottili sfumature dorate dell'elettricità. Continuò con una rapida combinazione di brillanti mosse elettriche, muovendosi nell'aria come se fosse stata un raggio di sole, attirando l'attenzione dei presenti.
– Arriverà in finale, non c'è dubbio – commentò N.
– Già – concluse Tell, rimettendosi a guardare la scena.
Bellosom aveva cercato di allontanare Emolga da sé con Verdebufera, ma invana: tutte le foglie venivano rapidamente incenerite dalle scariche elettriche, brillando e facendo rilucere il pokémon di tipo elettro ancora di più e, di conseguenza, il coordinatore contro Anastasia perse una gran quantità di punti. La sfida, dunque, si concluse proclamando la modella vincitrice.
Lei e Letika erano in finale.
 
Round 4
 
Letika si stava giusto preparando per la sfida: c'era un distributore nei camerini e ne aveva approfittato per bere del lemonsucco. Aveva deciso che il suo ultimo pokémon a combattere, quel giorno, sarebbe dovuto essere Lapras. La verità è che avrebbe volentieri scelto Lucario - era la sua scelta iniziale - ma era troppo aggressivo, e voleva un pokémon più elegante e “riflessivo2, contro Anastasia; era consapevole del fatto che il tipo acqua non era quello con cui riusciva a collaborare meglio, ma prima, nei camerini, Marina e Nozomi si erano permesse di darle qualche trucchetto per come entrare in sintonia con la sua Lapras. Era abbastanza sicura che ce l’avrebbe fatta. Salì sul palco e vide la modella davanti a lei, con uno Shinx tra le braccia.
Erano davvero un bel quadretto insieme, entrambi con la stessa espressione fiera e altezzosa nello sguardo, assieme ad un atteggiamento ed una posa molto regali.
D’altro canto la rossa accarezzò quello che, a tutti gli effetti, era lei versione pokémon, e lo fece scendere per terra, attendendo che la gara iniziasse.
Tutti nel palcoscenico fremevano d’impazienza e molti avevanio già inziato ad alzare cartelli d’incoraggiamento - molti per lei, ovviamente, dopo quello che aveva combinato quella mattina - ma, con stupore misto a soddisfazione, notò che le ragazze nella prima fila, Eva, Veronica e le altre, assieme ai ragazzi, non avevano preparato niente. Beh, strano. Ma in ogni caso, non le interessava.
Orthilla salì sul palco, afferrando il microfono bianco che, per l’ennesima volta in quella giornata, le veniva porto da un assistente di scena.
— Signore e signori, ragazze e ragazzi… è con mio grandissimo onore che vi presento le due finaliste, Anastasia Hamilton e Letika Ganesh! — disse, indicandole entrambe man mano che pronunciava i loro nomi.
Roteò di nuovo il braccio in aria, poi lo fermò improvvisamento, lasciandolo teso a  puntare il muro alla sua destra.
— E ora queste due rivali si sfideranno, tutte e due contro… — prese un nuovo respiro, e tutti credettero che avesse finito — Di me —
Le utime due parole sconcertarono chiunque fosse lì a guardare, prof esclusi che sapevano benissimo il funzionamento della gara.
— Eh?! — fece Eva, stranita — Nessuno mi aveva detto che sarebbe successa una cosa del genere! E’… completamente fuori programma! — 
— Già — concordò Nozomi, sgranocchiando una patatina, mentre riguardava l’ultimo video — Probabilmente volevano farci una sorpresa — 
Concordo… — mormorò Jay, ma nessuno pensò che fosse stata veramente attenta.
— Akumi, tu te l’aspettavi? — domandò Tell, girandosi verso la castana.
— Eh? — la ragazza cercò di afferrare il filo del discorso — No, credo di no — 
— C-come sarebbe a dire? — esclamò Anastasia, da sopra il palco.
Orthilla non si scompose, smontò dal suo Alty e affondò la mano nella sorta di “cotone” che lo avvolgeva, scuotendolo un po’, con il risultato di farlo gonfiare di più.
— Unirete le vostre forze contro di me — trillò — Voglio valutare il vostro gioco di squadra! — 
— Ma io non ho intenz... — Anastasia iniziò il discorso, ma s’interruppe quasi subito; l’avrebbero costretta comunque e sarebbe solo finita in cattiva luce. Non poteva permetterselo, di certo.
Cedette la sua postazione alla maestra della gare di Hoenn, per poi camminare, abbastanza frustrata, fino a Letika, seguita dal suo Shinx, che non si trattenne dal lanciare un’occhiata di superiorità a Lapras.
Fu così che iniziò quella sorta di incontro “due contro uno”.
Letika iniziò a muoversi per prima e la sua Lapras utilizzò la mossa Geloraggio, puntandola verso il terreno, che si ghiacciò all’istante, rendendo impossibile all’Altaria nemico di muoversi; esso infatti scivolò di primo colpo, per poi librarsi di qualche centimetro in aria. Probabilmente - o almeno, questo era il pensiero di Letika - volando si sarebbe stancato di più, risultando più goffo nei movimenti. Certo, stavano parlando di uno dei pokémon più coordinati del mondo, ma almeno avrebbe avvantaggiato la sua Lapras.
Intanto, Anastasia le gridò contro: anche il suo Shinx, come d’altronde ci si poteva aspettare, non era pratico a muoversi sul ghiaccio, quindi rischiavano di perdere punti utili. Per cercare di risolvere il problema, Shinx balzò sul guscio di Lapras, utilizzandola come base per i suoi movimenti. Procedette con l’attacco Scarica, avvolgendo sia sé stesso che Lapras in una cupola dorata, che sprizzava scintille del medesimo colore.
Letika ordinò al suo pokémon di usare Idropulsar, e una bolla d’acqua entrò in contatto con la semisfera elettrica creata dal pokémon della modella. Entrambi gli attacchi, mescolati in un equilibrio perfetto, andarono contro Altaria, che era prossimo ad essere colpito da quella sfera luminosa. Il pokèmon volante, tuttavia, si protesse con Cottoscudo: la nuvola bianca che lo ricopriva completamente si gonfiò ancora di più, fino ad avvolgerlo completamente: non appena l’attacco nemico ci impattò contro, esplose in una cascata di gocce dorate, che ricoprirono il cospo di Ataria come un elegante mantello. La barra del punteggio di Letika e Anastasia si abbassò pericolosamente.
— Wow — sospirò Lem, gli occhi incollati alla macchina fotografica — Orthilla è bravissima — 
— Non sarebbe la regina dei coordinatori, se non fosse così, no? — scrollò le spalle N (e Jay di conseguenza, visto che vi si era appoggiata).
La modella pokémon, tuttavia, non si scompose: il suo Shinx rapido riprese l’attacco con Sprizzalampo, saltando in aria. Letika capì al volo le intenzioni della modella; la sua Lapras si spostò, fulminea, in modo da essere dietro Shinx e, mentre il pokémon era ancora sospeso, caricandosi di energia elettrica, lo scagliò in direzione nemia con Idropompa. Tutta l’elettricità che Shinx stava emanando si concentrò in due fasci, somiglianti a due enormi ali e il pokémon si preparò a colpire Altaria. Quest’ultimo non provò neanche a proteggersi, ma partì subito al contrattacco, con Dragospiro: iniziò a roteare su sé stesso, avvolgendosi di un raggio fucsia e violetto che emetteva dal becco. Poi si girò verso Shinx e gli scagliò l’attacco contro, annullando l’attacco di Shinx, che cadde a terra: non riuscì, tuttavia, ad evitare completamente l’Idropompa di Letika e il suo bel manto si bagnò tutto, ammosciandosi e facendo perdere punti ad Orthilla.
Ci fu un successivo scambio di mosse, tra scariche e mosse dii tipo volant, drago e acqua che frantumavano il pavimento ghiacciato, sollevando una gran quantitàdi schegge: tuttavia, sebbene la bravura delle altre due coordinatrici e lo avantaggio numerico, fu sempre Orthilla, tramite Alty, a dettare i ritmi della gara. Quando mancava solo un minuto, si capiva già benissimo chi avrebbe vinto.
In quel momentò Marina richiamò l’attenzione prima di Akumi e poi di Eva, toccando loro le spalle con una mano.
— E’ il momento? — domandò.
— Direi di sì, aspetta… — annunciò Eva, sussurrando il nome di Nozomi, abbastanza forte perché lei la sentisse e si girasse verso di loro.
Poi Marina estrasse un grosso rotolo dalla borsa e ne passò un’estremità alla ragazza dagli occhi verdi che aveva accanto, la quale a sua volta la passò ad Eva e così via, fino ad arrivare a Nozomi; in quel momento il grande cartellone fu completamente srotolato e tenuto in alto dalla violetta e dalla ragazza dagli occhi blu, dall’altra parte. Quando la coordinatrice di Petalipoli si girò, riuscì bene a leggere bene, a caratteri cubitali in vari colori, la scritta “Letika, sei tutti noi!” che campeggiava davanti a lei. In quel momento le si scaldò il cuore e non riuscì a trattenere un grande sorriso. Accanto a lei, Anastasia sbuffò molto rumorosamente - se era gelosa, non lo diede troppo a vedere, ma sembrava molto stressata - e spostò nuovamente l’attenzione della corvina sulla gara: mancavano trenta secondi allo scadere del tempo limite, avevano il tempo per fare un’ultima mossa perfetta.
Shinx si preparò con Sottocarica: il suo corpo iniziò a brillare e il pokémon si caricò di una potente energia: riutilizzò Scarica, ma stavolta in una versione molto più potente, che invece di inglobare solo sé stesso e Lapras arrivò quasi ai piedi della sua allenatrice, raggiungendo in altezza il soffitto del palco. Per sostenerlo, Lapras intervenne con Purogelo, la sua mossa più potente: una nebbia azzurrina, accompagnata da varie schegge di ghiaccio, si alzò dal terreno, celando agli spettatori la visuale di lei e del suo compagno di gara. Poi, il colpo combinato partì all’improvviso, come un’esplosione, con una forza che avrebbe sicuramente mandato KO Altaria, se fosse andato a segno.
Orhilla non si scompose: ordinò al pokèmon di riutilizzare Cottonscudo, e intanto si toccò il fermaglio celeste che aveva in testa. La nuvola di cotone posta ad avvolgere il suo Alty si gonfiò sempre di più, ispessindosi fino a diventare di roccia, per poi frantumarsi di colpo, emanando una luce violacea. Quando essa smise di brillare, un Altaria megaevoluto stava sul palco, in tutto il suo splendore. Lanciò dunque il suo ultimo attacco, un violentissimo Dragospiro, che impattò contro la scarica di Shinx, facendo esplodere entrambi gli attacchi. Una densa nube giallo-violacea coprì tutto il palco, impedendo la visione a tutti. Ci fu um momento in cui tutti tennero il fiato sospeso.
Quando la nube di diradò, Alty stava a pochi centimetri da Orthilla e i due pokémon di Letika e Anastasia erano fermi a terra, inermi, senza capacità di muoversi. Il timer che indicava la fine della gara squillò in quel secondo.
— Shinx e Lapras non sono più in grado di lottare. Vince Orthilla!— esclamò miss Lovely, saltando sul palco tutta contenta di essere l’annunciatrice di quel turno.
Letika e Anastasia si chinarono a raccogliere i loro pokémon, facendoli rientrare nella pokéball.
— Complimenti! — esclamò Orthilla, avvicinandosi a loro — Mi avete tenuto testa bene. Mi piacete, ragazze, anche se purtroppo dovro scegliere solo una di voi. Beh… a fra poco! — 
Si avvicinò al palco, scansando via miss Lovely, che le cedette il posto.
— Grazie per averci seguito! — iniziò — E ora siamo al momento che tutti stavate aspettando! —
Le ragazze sedute davanti trattennero il fiato. Letika iniziò a torcersi nervosaemente le mani, sistemandosi per l’ennesima volta il bordo verde del top senza spalline e Anastasia si pettinò i capelli con le dita.
— Il vincitore, anzi, la vincitrice, della gara di oggi… — 
Le schiavette di Anastasia, da dietro le quinte, si stavano mangiucchiando ansiose le unghie smaltate.
Ci fu un attimo di silenzio, durante il quale Letika riprese il fiato.
— Verrà annunciato alla fine del’anno! — esclamò Orthilla.
Un boato si alzò dai presenti. Ad entrambe le cordinatrici venne un mezzo infarto: si girarono, credendo di aver sentito male.
— Come ho detto a loro — disse Orthilla, alludendo a Letika e Anastasia — Sono entrambe molto brave e io ho bisogno di pensare. E visto che domani parto per un tour di Unima, miss Lovely mi ha suggerito di annunciarvi il vincitore con la consegna dei diplomi. Quindi, adieu! E buon anno a tutti! — 
Scese dal palco senza dare altre spiegazioni, poi si diresse verso l’uscita dell’Accademia.
Letika ruotò meccanicamente la testa verso un’Anastasia alquanto frustrata. Le tese una mano che, questa volta, la modella strinse.
— Ci tocca aspettare — sbuffò.
La corvina si girò verso le sue amiche, che stavano tutte aspettando che scendesse per venire ad abbracciarla. 
Sorrise. — A quanto pare, sì. Ma non sarà un’attesa spiacevole — 
 
Angolino dell’autrice:
Ammiratemi. Ho aggiornato.
In ogni caso, ci sarebbero tante cose da dire, ma mi stanno gridando contro, quindi direi di iniziare subito. Mi scuso se ci sono ripetizioni o parti incongruenti, ma ho scritto il capitolo in un sacco di volte diverse. Comunque, inizio subito con le precisazioni:
1. Se non l’aveste notato, per le gare ho seguito lo schema dell’anime. Spero di averle rese bene, non sono pratica di queste cose
2. Il costume e le mosse di Anastasia le ho inventate io - potete notare come sono inesperta - così come quello di Letika, mentre le mosse di quest’ultima le ha inventate lei, quindi fate i complimenti a lei
3. L’idea dei volantini è di Coffee Pie, ringraziatela. Scusatemi se l’ho resa male, ma temevo che il capitolo si sarebbe dilungato troppo - come avrete potuto notare, è già di una lunghezza infinita.
4. Le mosse utilizzate dai pokémon in tutta la gara sono mosse che il pokémon impara o può apprendere tramite mp, mi sono documentata abbastanza per questo - unica eccezione è forze quando compare Bellosom, ma perché mi premeva usare quella mossa e non ho controllato se effettivamente potesse apprenderla, pardon - e per la loro realizzazione, mi sono ispirata a come appaiono nei videogiochi vari - soprattutto la sesta generazione.
Ah, concludo con una cosa importantissima!
Vorrei fare uno special di natale - che credo, purtroppo, che non uscirà per natale - e quindi vorrei che tutte voi mi diceste che regalo voleteche la vostra oc faccia a chi (vanno bene chiunque, ragazzi, ragazze e prof). E’ molto importante per garantire il funzionamento del prossimo capitolo, quindi attendo delle risposte - che vi pregherei di farmi per mp.
Detto questo vi saluto e, se non ce la facessi per il 25, vi auguro buon natale!
E si, spero che la gara vi sia piaciuta!
Un bacio,
Marina Swift <3

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Capitolo 9
*** Merry Christmas! ***


N.B. Inizio questo capitolo scusandomi innanzitutto per il ritardo (no, non siamo ad un capitolo d'avviso, yay!~)
E beh, inizio facendo una piccola dedica a tutti quelli che mi seguono ancora sebbene i ritardi e alla mia Nikki-san che mi incoraggia sempre, ti voglio bene cara <3
Detto questo, buona lettura!

 

Capitolo 8: Merry Christmas!

24 dicembre

Celebre tradizione della Talent’s Academy era celebrare in grande stile ogni tipo di festa esistente al mondo. E il Natale era di certo la più sfarzosa e bella di tutte le feste, in quanto la prediletta di miss Lovely.
Il ventiquattro dicembre, la preside aveva concesso a tutti un giorno di libertà da passare in giro per l’arcipelago di Orange, per fare acquisti e regali di vario tipo. Non appena, verso l’ora di cena, più o meno, gli alunni rientrarono, l’Accademia sembrava una scuola completamente diversa. I muri celesti erano stati coperti da della carta da parati rossa, i camini seminati in giro per la scuola erano tutti stati accesi ed enormi “striscioni” di finte foglie di pino e pigne, enormi ghirlande rotonde e insegne di legno decoravano ogni angolo, donando a tutto un’atmosfera molto festiva e allegra.
Piccoli abeti, alti una ventina di centimetri circa e ornati da palline di vari colori, erano stati sistemati nella camera di ogni persona, nel comodino che separava i due letti, dalle lenzuola che ora erano vermiglie. Nei bagni gli asciugamani bianchi e azzurri erano stati sostituiti con alcuni scarlatti, nei dispenser, al posto del solito sapone ai fiori e alla vaniglia, ce n’era uno che aveva un delicato profumo di pandoro, mentre le saponette avevano la dolce fragranza della frutta candita.
— Wow — sospirò Marina, mentre si sfregava le mani appena lavate, inebriata da tutto quel meraviglioso sentore — È tutto così… fantastico! — 
Akumi, che camminava a pochi centimentri da lei nel corridoi, annuì, mentre l’allenatrice la prendeva a braccetto, stringendola a lei mentre camminavano assieme.
— La scuola tutta rossa sembra vestita da Anastasia Hamilton — ridacchiò Eva, accanto alla castana, intanto che le ragazze si dirigevano verso l’aula mensa.
Nozomi e Letika ridacchiarono allegre, senza malizia. Entrarono nella sala e si sedettero ad uno dei tavoli; un paio di camerieri - i quali, ovviamente, indossavano un grembiulino rosso - servirono loro dei soufflé alla baccamodoro, accompagnati da una salsa bianca che sapeva di erbe aromatiche. Le ragazze, armate di piccole forchette d'argento, iniziarono a mangiare i primi bocconi: erano deliziosi, come del resto lo era tutto il cibo servito all'Accademia.
— Ci possiamo accomodare? — domandò la voce di Touya, che senza aspettare una risposta si sedette tra Marina ed Eva; poco dopo sopraggiunsero anche gli altri ragazzi, costringendo le ragazze ad unire un altro tavolo al loro.
Si misero a chiacchierare amabilmente, chi più, chi meno, delle materie del giorno e, soprattutto, del da farsi per la giornata successiva. La vicepreside li aveva informati che ci sarebbero state solo tre ore di lezione invece delle sei curricolari, quindi metà della giornata rimaneva comunque libera, prima della grande cena che avrebbero organizzato per festeggiare il Natale, quando sarebbe avvenuto anche lo scambio dei regali.
– Io pensavo di passare il tempo libero a finire di incartare le cose – annunciò Letika, mentre si faceva passare da Eva dell'altra salsa. La versò distrattamente sul soufflè, mentre gli altri prendevano parola.
– Direi che farò lo stesso. Akumi, ti dispiace se occupo la camera domani pomeriggio? – Marina sorrise, allungando un boccone di pane al sesamo alla sua Glaceon, comodamente seduta sulle sue gambe.
– Uh, direi di no – rispose la ragazza dagli occhi verdi, lo sguardo che vagava qua e là per la mensa.
– Io ne approfitterò per allenarmi un po', sono fuori forma ultimamente – asserì Touya.
– Penso proprio che farò lo stesso – Tell si servì dell'acqua frizzante, allungando la mano oltre il piatto di Lem, che parve non farci caso – Possiamo allenarci insieme, ti va? –
Touya annuì. 
Successivamente, non successe molto altro. Venne loro servito un altro piccolo antipasto e, successivamente, sulle loro tavole arrivò direttamente il secondo piatto, a base di frutti di mare, totani fritti e verdure grigliate. La cena proseguì all'incirca fino alle dieci - due ore dopo il suo inizio - quando una Miss Lovely elegantemente vestita di color crema iniziò a passare tra i tavoli, doce avevano appena servito i dolci, con un bicchiere di champagne mezzo vuoto in mano, fino a raggiungere più o meno il centro della sala, dove afferrò prontamente un microfono, che le venne porto da miss Hazuiko, già lì da tempo a chiacchierare con miss Light e miss Love.
– Buongiorno ragazzi, anzi, buonasera a tutti! – sorrise, vagamente sotto l'effetto dell'alcol che iniziava ad andarle in circolo nel corpo – Spero vi stiate divertendo! –
Grida di approvazione arrivarono da tutti i tavoli, mentre miss Lovely si sistemava la gonna del tailleur.
– Non sapete come mi faccia piacere vedervi così allegri, soprattutto in questo periodo dell'anno – continuò poi, facendo tintinnare i numerosi braccialetti dorati che aveva al polso – Tuttavia, vi consiglierei di andare a riposarvi: domani vi aspetta una giornata meravigliosa e un cenone ancora più lungo, quindi vi voglio tutti gioiosi e scattanti! – 
Il suggerimento della preside trovò tutti d'accordo e dunque, in un modo più o meno ordinato, tutti gli studenti iniziarono ad avviarsi verso le proprie camere, sebbene nessuno degli studenti fosse particolarmente stanco.
– Buonanotte ragazze – salutò Nozomi, prima di chiudere la porta della propria camera.
– Buonanotte Nozomi – fu la risposta delle altre, mentre ciascuna si tuffava sul proprio letto, mettendo fine alla giornata nel mondo dei sogni.

25 dicembre

Quando Veronica aprì gli occhi, Eva si era già alzata da almeno venti minuti, si era vestita ed era seduta sul suo letto a gambe incrociate, intenta a rigirarsi un flaconcino tra le mani con aria attenta. Esso conteneva una polverina dorata, così fine da sembrare quasi impalpabile; accanto ad Eva, comparivano un paio di guanti bianchi di gomma e un foglietto pieno di istruzioni in varie lingue, scritte in piccolo.
— Buongiorno Eva — sbadigliò, ricadendo sul letto, un groviglio di coperte sul corpo, che le lasciava scoperte le braccia e la gamba destra. L’altra non le rispose, continuando ad agitare il contenitore, gli occhi che brillavano di luce dorata.
— Eva…? — riprovò a chiamarla la ricercatrice, ottenendo per una seconda volta il silenzio come risposta. Al terzo tentativo, quando Veronica, timidamente, si era alzata dal suo giaciglio, camminando verso Eva e scrollandola delicatamente con una mano, questa si degnò di voltarsi e sorriderle.
— Ciao Veronica — iniziò — Scusami se non ti ho risposto, avevo da fare — 
— L’ho notato — rispose Veronica, osservandola curiosa — Ma non ho capito cosa stessi facendo — 
Eva non rispose, ma scese dal letto, afferrando qualcosa che vi aveva nascosto sotto: un sacchettino rosso, elegantemente chiuso con un fiocco e con appiccicato su un piccolo biglietto. Su di esso c’era scritto, a computer, la scritta “buon natale” , in stampatello maiuscolo.
– È il mio regalo per Anastasia – sogghignò, mentre s'infilava il flacone nella tasca della felpa rossa a quadri.
Veronica inclinò la testa, curiosa, mentre osservava il pacchetto – Farai un regalo ad Anastasia? –
Il ghigno che ricevette come risposta non le piacque per niente. Era sicura al cento per cento che Eva stesse tramando qualcosa, ma preferì non saperlo. 
Si avviò verso il bagno, raccattando dall'armadio un maglioncino e un paio di pantaloni comodi. Mentre stava per chiudere la porta, Eva si alzò di scatto, avviandosi verso l'uscita della camera, un'espressione soddisfatta in viso come se fosse stata in preda a un sogno ad occhi aperti. Un sogno in cui lei metteva in atto il suo piano non ancora noto contro Anastasia. E si poteva ben pensare che questa cosa la lasciasse molto soddisfatta.
– Ah, a proposito – girò la testa, i capelli castani che ondeggiavano morbidi ricadendole sul viso – Buon natale, Veronica –
– Oh, ehm... buon natale, Eva.
L'altra ragazza chiuse la porta dietro di sé, mentre apriva l'acqua del rubinetto e la lasciava scorrere, attendendo che si riscaldasse, mille presentimenti che avevano preso il possesso della sua mente.

La pelle di Letika stava iniziando a diventara bianca, data la quantità di farina che si stava versando addosso, nel tentativo di preparare quei biscotti, circondata da tutti i suoi amati pokémon.
Aveva deciso di preparare qualcosa di speciale per tutti gli studenti dell'Accademia e, dunque, quella mattina si era svegliata presto per andare a chiedere ai cuochi il permesso di usare la cucina della scuola. La quale, come ogni stanza che aveva visitato da quando era arrivata, era enorme: aveva i muri di un bel rosso carminio (che, secondo Letika, in origine sarebbero dovuti essere del color celeste che contraddistingueva l'Accademia), i mobili semplici in acciaio, legno e una pietra bianca che Letika non riconobbe. 
I numerosi cuochi facevano avanti e indietro trasportando piatti pieni di croissant e altri dolcetti per la colazione, che sarebbe iniziata a breve. 
Mentre lo stomaco della corvina iniziava a brontolare, una figura familiare entrò dalla porta, afferrò con grazia un muffin alle noci da uno dei vassoi che una ragazza bionda stava trasportando e se lo portò alla bocca, con grande nonchalance.
– Letika? Che stai facendo? – 
Preceduta dalla sua adorata Glaceon, Marina trotterellò fino alla coordinatrice, osservando curiosa la strana montagnetta di burro a cubetti, zucchero e farina di grano saraceno che giaceva sul piano da lavoro.
– Preparo dei biscotti per tutti gli studenti! – sorrise allegra la ragazza – Tu invece? –
– A dire la verità non lo so – Marina ricambiò il sorriso – Quando ero a casa la mattina di Natale preparavo sempre dei dolcetti per le mie sorelle, quindi mi è venuto spontaneo venire qui –
Letika ridacchiò, ripensando improvvisamente alla sua famiglia e specialmente al suo adorato fratello maggiore, Siddar. Chissà cosa stava facendo, in quel momento; in ogni caso, decise che l'avrebbe chiamato per sentirlo. Ma prima doveva decisamente finire quel lavoro.
– Ti prego, dimmi che sai cucinare bene – implorò la ragazza dalla pelle scura, mentre il suo Rotom le volteggiava intorno alla testa – Credo di aver bisogno di aiuto –
Marina annuì. – Volentieri! –
Si legò i capelli con un elastico che teneva attorno al polso, poi si girò nuovamente verso Letika. – Che cosa stiamo facendo di buono? –
– Biscotti glassati al cioccolato e vaniglia – trillò Letika – Ah, ma senza glutine – concluse, fiera della sua ricetta. Porse all'allenatrice un foglietto con su, scribacchiato con una calligrafia piccola e poco ordinata, il procedimento per preparare quei dolcetti.
Marina gli diede un'occhiata veloce, poi si sfregò bene le mani e si avvicinò alla montagna di farina che ancora giaceva informe davanti a lei. – Guarda, devi fare così –
Iniziò ad impastare energicamente ciò che Letika aveva precedentemente ammonticchiato, mentre sfera di pasta color cioccolato iniziava lentamente a formarsi sotto le sue mani. Successiamente, insegnò a Letika la tecnica, di modo che lei continuasse il lavoro, mentre la sedicenne cercava una grossa ciotola di ceramica e della pellicola tra i mille armadietti che erano nella cucina.
– Wow, è davvero divertente! – annunciò Letika, mentre impastava, le mani leggermente lucide a causa del burro.
Marina si avvicinò a lei per controllare che il lavoro fosse stato svolto bene, poi prese la grossa sfera in mano e la inserì nella ciotola che aveva preso, ricoprendola di pellicola.
– Dobbiamo lasciar riposare l'impasto per circa mezz'oretta – disse, accarezzando la testa della sua Glaceon – Nel frattempo, andiamo a fare colazione? –
Un secondo brontolio dello stomaco di Letika fu una risposta più che sufficiente. Le due ragazze, dunque, sorrisero e si avviarono verso la sala da pranzo.

Dopo la sontuosa colazione, a base di pancakes dolci e salati, i cui gusti solleticavano le papille gustative di ogni singolo alunno e deliziavano le aspettative anche dei più esigenti (come, ad esempio Anastasia e la sua dieta) i vari ragazzi si affrettarono concitati verso il cortile che circondava l'accademia, ormai liberi da ogni noiosissimo compito o mansione scolastica.
– Mioddio, mioddio, ha nevicato! – proruppe eccitatissima un'Akumi al colmo della gioia, toccando con un guanto morbido la superficie di quella coltre che si estendeva per metri e metri. Il paesaggio era ricoperto da una soffice e rilucente strato di candida neve, mentre i ghiaccioli appesi ai cornicioni riflettevano abbaglianti riverberi solari, accecando coloro che si apprestavano a contemplarli. La superficie immacolata, senza alcuna traccia e orma, invitava ad essere calpestata, utilizzata come palla per un ardito scontro tra compari oppure per dare forma a pupazzi strambi e sghembi. 
– Ma che paesaggio stupendo! – rimarcò Marina, mentre accompagnava la castana in un tour dei giardinetti. Non si accorse, però, che il suo Umbreon le fosse sfuggito, per dirigersi curiosamente verso Anastasia. Il pokemon color carboncino si destreggiava abilmente nel ventre di tutto quel bianco ammasso, senza farsi notare troppo, a dispetto del contrasto tra la sua pelliccia e il paesaggio circostante. La rossa, dal canto suo, non amava assolutamente la neve: detestava terribilmente tutti quei stucchevoli comportamenti infantili, come giocare con la neve, e la considerava un "agevole" mezzo per bagnarsi tutti, o peggio, sporcarsi. 
- Lady, si trova a disagio in mezzo a tutto questo nobile pallore? Trovo che la sua chioma risalti in modo piacevole – cinguettò Gary, ammirando in maniera evidente le forme della allenatrice, messe in risalto dai pantaloni in pelle nera e dal giubbotto attillatissimo. La ragazza sbuffò, spostando con nonchalance una ciocca rubiconda e girando i tacchi. 
– Sir, non trova che i suoi metodi di conquista, nonché di rimorchio disperato, siano oltremodo disgustosi? – lo schernì Eva, passando casualmente da quelle parti in compagnia del suo adorato Dustnoir, che emise un verso divertito per la freddura della allenatrice – Umpf, è troppo stupida quella ragazza per apprezzare le mie lusinghe – 
– E il tuo sguardo è troppo basso per uno che si concentra sui capelli – sorrise Eva, regalando al castano un'occhiata eloquente. Fu un attimo: Gary venne travolto da due misteriose figure a quattro zampe che si rincorrevano repentinamente, cadendo rovinosamente di faccia. Eva ruppe il silenzio ovattato con una risata convulsa, buttandosi a terra per i crampi allo stomaco. 
– Lo trovi divertente?! Beh... – si rialzò di scatto, con un cumulo di soffice neve tra i palmi, scagliandolo poi sul volto della ragazza e centrandola in pieno. Incominciò così una delle più epiche battaglie di neve che si potesse rammentate nella accademia: Marina, Eva e Akumi affrontarono valorosamente e con ardimento Gary, Tell e Touya. Nel frattempo Umbreon, stanco per aver giocato tutta la mattina con il Sylveon di Anastasia, si rannicchiò in disparte per osservare quello spettacolo così esilarante. Sylveon, però, non lo lasciò, sicché si accovacciò attiguamente al pokemon buio per sentirlo accanto. Nessuno notò questo strano assemblamento, tranne Nozomi che, divertita, tentò invano di farlo notare a Marina, troppo occupata però a duellare con Touya. Il ragazzo, inspiegabilmente, aveva scelto lei come vittima di gran parte dei suoi tiri, e alla povera fanciulla non restava altro che fronteggiare il compagno. 
– Assaggia questo destro! – e subito una sfera compatta sfrecció nell'aria, impattando si però nel suolo, siccome Marina, lestamente, aveva schivato il colpo. La battaglia imperversò per parecchio tempo, mentre Nozomi e Veronica si dilettavano plasmando pupazzi. I primi possedevano l'aria dismessa e sbilenca, mentre gli ultimi sembravano usciti da uno di quei film dove si animano di vita propria. Jay, assorta nei suoi ragionamenti, le scrutava da vicino, borbottando frasi sconnesse come: “L'acqua bolle a 100 gradi, ma questa temperatura varia a seconda della pressione atmosferica... oh, ma che bel cielo limpido...

Gli aromi fragranti defluivano dalle cucine e, come quei velieri seppur usurati dalle intemperie e vittime della senescenza, gonfiandosi, navigavano leggiadri ma decisi nei corridoi della accademia, attirando velocemente l'attenzione di tutti gli studenti. Il cenone era ormai pronto: leccornie di tutti i generi, dagli arrostiti speziati alle lenticchie dagli zamponi grondanti di salse variopinte ai purè cremosi, che brillavano di un intenso giallo canarino. Le decorazioni avevano infestato tutta la sala da pranzo, mentre il tavolo era imbandito da posate e bicchieri di cristallo, che riflettevano come la rugiada mattutina la luce dei lampadario, mentre le mille gocce penzolanti dall'alto si specchiavano nelle bevande già versate dal cameriere. 
– Ho incredibilmente fame, datemi del cibo e nessuno si farà male – esclamò con l'acquolina in bocca Nozomi, che già assaporava i piatti prelibati. Ricevette come responso una risata da parte di Marina, molto agghindata per l'occasione: indossava un abito blu zaffiro, con un corpetto decorato da paillettes color erinite, le cui nuances degradavano verso il collo. Nozomi, invece, portava elegantemente dei jeans strappati scuri e una maglietta bianca siccome, data la sua indole non propriamente femminile, aveva dichiarato guerra aperta ai vestiti.
Si aggiunsero poi Letika, Veronica ed Eva, eccitate ed altrettanto affamate. Improvvisamente, sbucò da un corridoio Anastasia, che camminava sinuosamente dall'alto del suo tacco 12.
– Buonasera plebee – cinguettò, mentre sistemava lo spacco vertiginoso che rivelava un lembo di cute lattiginosa. 
– Buonasera anche a te, Anastasia – sospirò rassegnata Marina, prendendo, insieme alle altre, distanza dalla modella. Tutte, tranne Jay, che si era unita poco prima e che si avvicinò con interesse alla rossa . 
– Perchè non sparisci anche tu? È già abbastanza irritante averti come compagna di stanza – sibilò come una serpe maligna. Ma l'altra non rispose, in una serena contemplazione del medaglione che portava al collo la rossa.
 – Oh, deve risalire al 1800... posso toccarlo? – disse, con aria sognante, protendendo un dito. 
– Questa è fuori di testa – borbottò, girando i tacchi e dirigendosi verso la sala da pranzo per un'altra entrata. 
– Oh beh... peccato – rispose monocorde, cogli occhi spalancati e la bocca semiaperta. Girandosi incroció N, che aveva assistito alla scena.
– 1823, per la precisione – rise questo, facendo l'occhiolino alla più bassa, che non lo calcolò molto, visto che era troppo presa dal rimembrar la pietra e la probabile provenienza del gioiello di Anastasia. Con questo pensiero in mente, non si accorse nemmeno di aver scansato dolcemente il verde e di essersi diretta inconsciamente verso le cucine.
Strana ragazza... molto interessante, però, riflettè N, il cui flusso di ragionamenti venne interrotto solo dal vociare irrequieto di un gruppo di ragazzi che stavano giungendo: Gary, Tell, Touya Barry e Lem.
– Vieni con noi? – esclamò il castano, che per l'occasione portava un elegante camicia di raso. E così si addentrarono nella sala da pranzo, sedendosi nella tavolata insieme alle ragazze. Touya ammirava silenziosamente la silouhette della castana dai boccoli lucenti, in modo discreto, mentre sorseggiava della fresca acqua minerale. Veronica chiacchierava allegramente con Akumi: l'argomento della conversazione verteva sulle aspettative e le aspirazioni riguardo il proprio futuro. 
– Beh – incespicò – voglio svelare mistero degli spettri che si dice infestino l'Antico Chateau. Ma devo ancora studiare molto per risolvere l'arcano – sorrise, tagliuzzando un pezzo di carne. 
Touya, sentendo questo incipit per una eventuale conversazione con Marina, proruppe: – Cosa ti piacerebbe fare? Una volta finito con l'accademia dico – La castana sollevò lo sguardo dalla pietanza. – Vorrei avere il miglior team Eevee della storia, oppure mi piacerebbe diventare una maestra pokémon di tipi acqua e ghiaccio – sentenziò dolcemente, mentre Touya la ascoltava interessato. 
– Prima devi battere me, Mari-chan– scherzò Tell, dandole un buffetto sulla guancia a cui lei rispose con una smorfia. Touya sentì uno strano peso all'altezza dello stomaco e uno strano contorcersi di viscere. Invidiava moltissimo il rapporto tra quei due, per quanto gli ricordasse molto quello tra lui e la sua migliore amica, Touko. 
Nel contempo dall'altra parte della tavolata si era formato un connubio piuttosto singolare: Eva, Gary, Anastasia e Lem. 
– Oh, com'è grosso questo zampone –  si indignò Anastasia, arricciando il naso. 
– Dovresti essere abituata a certe dimensioni, o non li scegli così gli uomini? – cinguettò maliziosa Eva, assaporando le lenticchie scricchiolanti. Al che la rossa per poco non si soffocò e Gary, ormai bramoso di toccare quel corpo, si apprestò per fare la manovra di Heimlich, mentre lei agitava convulsamente le braccia per scacciarlo. Durò tutto un paio di secondi. 
– Vai via, sciò – gridò la rossa, alzandosi di scatto indignata per raggiungere il bagno, seguita a ruota dalle sue schiavett... amiche. 
– Sei terribile Riddle - rise di gusto Oak, impugnando un calice e portandolo alle labbra. 
– Ho imparato dal migliore – finì Eva, afferrando un bicchiere di cristallo e facendolo cozzare contro quello di Gary a mo' di cin-cin. 
– Vedo allora che non vi scannate sempre voi due, in caso contrario vi avrei dovuto multare per disturbo della quiete pubblica – notò stranamente Berry, non rendendosi conto che aveva catturato l'attenzione di una fanciulla, precisamente di Veronica. Riteneva il biondo proprio un ragazzo carino, e le sue gote si imporporarono al sol pensiero. 
– Nah, ci conosciamo fin da piccoli, so con chi ho a che fare – disse Eva, con un tono di voce più sereno del solito e un'aria leggermente trasognante. Finita la cena, arrivarono i dolci, sontuosi forse più dei piatti precedenti, insieme a due vassoi colmi di biscotti glassati, sia al cioccolato sia alla vaniglia. 
– Waa, cosa vedono i miei occhi ! – abbaiò una Nozomi non ancora sazia, afferrandone un paio e cacciandoli in bocca con foga, ricevendo così delle occhiate di disapprovazione da parte di Anastasia e i suoi automi, che nel frattempo erano ritornati al tavolo. 
– Diventerete tutti obesi – sibilò maligna, ridacchiando sommessamente. 
– Tranquilla Anastasia, sono molto leggeri e senza glutine! – la incoraggiò all'assaggio Letika, ben conscia degli ingredienti. 
– Come fai a saperlo? – sbottò allora quella.
– Li abbiamo fatti io e lei – si intromise Marina, ottenendo l'attenzione e i complimenti di tutti i commensali per la riuscita dei dolcetti.
La cena non si dilungò ancora per molto: dopo un po' tutti gli alunni che si erano assiepati nella stanza si dileguarono, tranne il gruppetto dei nostri "eroi". Letika, a un certo punto, alzò la voce.
– Ragazze, vorrei invitarvi a un pigiama party in camera mia, per scambiarci i doni natalizi – riferì, gesticolando per catturare l'attenzione di tutte. Si volse verso Anastasia, che era da poco tornata dal bagno – Anche tu sei invitata, Anastasia – 
Eva sorrise sinistramente, mentre la rossa, perplessa, indagava nelle iridi dell'indiana, diffidente. Dopo alcuni secondi di silenzio imbarazzante, rispose: – Vedrò – lasciando con nonchalance la stanza.

– Che la festa abbia inizio! –
Lanciato dalle mani di Letika, uno dei cuscini del divano volò fino all'altra parte della stanza, contro il letto di Nozomi, finendo a colpire la povera Akumi, che vi si era prontamente seduta sopra. Quest'ultima se lo tolse dal viso con una risata, abbracciandolo a mo' di pelouche. 
Marina e Veronica chiacchieravano amabilmente da quando se ne erano andate dalla sala da pranzo, e ora la loro conversazione si era spostata su interessanti argomenti quali l'ultima gara pokémon disputatasi ad Alghepoli, gara che entrambe avevano visto in diretta dalle televisioni delle loro camere. Nel frattempo, Jay si era appoggiata contro il letto di Letika, il torso che pendeva fuori dal materasso e i capelli biondi che spazzavano il pavimento.
– A me pare che stiamo festeggiando da almeno due o tre giorni – fece notare Marina, interrompendo momentaneamente la sua precedente conversazione.
– Il mio stomaco non reggerà con tutti questi dolci extra – commentò Veronica, di rimando – Non che prima ne avessimo pochi, tra l'altro –
Seduta dall'alto del bracciolo del divanetto, lo sguardo di Eva corse intanto a Nozomi, che si era portata in camera una scatola di cioccolatini deluxe alla baccaliegia che miss Lovely aveva fatto arrivare addirittura da Luminopoli, la scintillante capitale di Kalos. La castana ridacchiò sotto i baffi, allungando tuttavia una mano per prendere una pralina e ficcarsela in bocca. Nozomi parve non farci caso.
– In ogni caso è bellissimo avervi qui tutte insieme – Letika sorrise, pronunciando quelle parole.
– Beh... proprio tutte no – 
Le parole pronunciate da una distratta Akumi, intenta ancora ad abbracciare il cuscino a righe bianche e rosse, fecero sì che tutte le ragazze iniziassero a guardarsi intorno.
– Ah, miss sono-perfetta-e-lo-so – commentarono quasi all'unisono Eva e Marina. Avrebbero dovuto trovare soprannomi più brevi.
– Nah, secondo me non verrà – Nozomi era arrivata al ventesimo cioccolatino della serata, e ciò portò Eva a chiedersi come quella ragazza non avesse come minimo un diabete – Insomma, stiamo parlando di Anastasia Hamilton –
– Già, figuriamoci se quella dea passerà mai da noi, povere comuni mortali... – le fece eco Eva.
Per quanto sparlare delle persone non presenti non fosse mai una cosa carina, le parole della ricercatrice provocarono l'ilarità di tutte le ragazze in casa, compresa Jay, forse contagiata dalle risate altrui.
– Beh, in teoria nella mitologia le dee e gli dei scendono spesso nel regno degli umani – annunciò poi la bionda, provocando abbastanza stupore. Jay parlava così poco che quasi le ragazze non avevano quasi imparato il suo tono di voce – Sono i comuni mortali, che non vanno mai dagli dei –
– Sì, certo, ma non lei – Marina, per quanto abbastanza stupita dal commento inatteso di Jay, sembrò farci poco caso e indicò la porta – Insomma, quante possibilità abbiamo che lei adesso venga qui e... –
Qualcuno bussò alla porta. E immaginatevi la sorpresa di Marina - e di tutte le ragazze - quando scoprirono che dall'altra parte altri non c'era che Anastasia Hamilton, impeccabile nella sua camicia da notte di seta viola, corta e scollata nonostante la temperatura. Ai piedi, delle piccole ciabatte bianche e dorate sembravano uscite direttamente dalla camera di un albergo a cinque stelle, e i capelli rossi erano legati in un elegante chignon, tenuto fermo da una molletta dorata.
– Alla buon ora... – commentò Eva sottovoce, mentre Veronica si accucciava ancora di più nell'angolino del divanetto e un'Akumi sorridente mormorava un “benvenuta!”, con la sua solita aria allegra.
– Non fatemi pentire di essere venuta – sbuffò Anastasia, squadrando con occhio critico la stanza. Era in un buffo disordine - le coperte dei letti sfatte, i cuscini per terra e i vestiti buttati a caso sulle sedie e i comodini - come poteva essere una qualsiasi camera piena di persone che si stavano divertendo. Tutta quell'atmosfera di convivialità le stava mettendo fastidio, portandola a chiedersi perché avesse deciso di passare la serata con loro, invece che da sola in camera a guardarsi le repliche di qualche sua sfilata.
Nel frattempo, però, Marina si era alzata dal divanetto su cui era seduta, sprimacciando il cuscino su cui era appoggiata prima, per andare a mettersi sul letto, accanto ad Akumi.
– Accomodati pure al mio posto – le suggerì con un sorriso, sapendo che mai e poi mai Anastasia si sarebbe messa sul disordine di uno dei due letti. Anastasia rispose con una smorfia, ma accettò il suggerimento, con un “grazie” masticato a fatica.
Dopo cinque minuti abbondanti passati a fissare il vuoto, Akumi si decise ad iniziare una conversazione, anche solo per annullare il silenzio tombale che si era formato con l'arrivo della modella pokémon.
– Allora... che si fa? – domandò, ottenendo in cambio un'affettuosa scompigliata di capelli da parte di Marina, che le era accanto.
– Hm... placide conversazioni sulla vita dell'Accademia? – propose Veronica, ottenendo l'approvazione di tutte - eccetto, ovviamente, Anastasia, per cui le uniche conversazioni valide erano quelle che riguardavano lei.
– O sui ragazzi dell'Accademia... – 
Per la seconda volta della serata Jay si degnò di aprire bocca, ma la sua osservazione raggelò il sangue nelle vene a tutte. Ma quando si girarono a chiedere spiegazioni, la risposta di Jay fu: “la temperatura della stanza è diminuita di un grado... oh, ora due!”
– Oh, ragazzi, mi piace l'argomento – Anastasia si mise tutta comoda, sistemandosi la camicia da notte con una mano – Certo, anche se fa tanto pigiama party scadente come lo è questo – si affrettò a dire, per cercare di mantenere un'aria disinteressata.
Altrettando emozionata dalla cosa fu Marina, da sempre grande amante delle love story, la quale si mise a guardare con occhio vigile tutte le ragazze. – Allora, chi comincia? Eva? –
La ragazza, che stava mandando giù un'altra pralina, quasi si strozzò. – IO? – tossicchiò – E perché mai io? Insomma, quale ragazzo mai dovr... –
– Quale ragazzo mai dovrebbe degnarsi di filarti? Oh, io penso proprio nessuno cara, con quel carattere – 
Eva gridò qualcosa di simile ad un “Letika, trattienimi!”, mentre tentava di alzarsi di scatto, frenata solo dal braccio bruno di Letika contro il petto e dalle proprie mani contro la bocca, nel tentativo di non mettersi a gridare insulti alle undici di notte.
– Anastasia, ti prego, non siamo qui per litigare – Marina cercò di placare un po' gli animi. Ma chi aveva avuto la brillante idea di invitare anche la modella? – Ehm... Nozomi? –
– Uh? – la violetta sollevò lo sguardo dai cioccolatini, ormai finiti. Si alzò per gettare la scatola e ne estrasse prontamente un'altra dalla borsa, come se nulla fosse – Oh, ma io non sono innamorata – 
– Beh, io però ti vedo sempre con L... – iniziò a dire Akumi, frenata però da una lunghissima conversazione della violetta sul “oh, ma si può essere amici di un ragazzo! Insomma, ci sono un sacco di ragazzi simpatici all'Accademia, no?” – Piuttosto, Mari-chan, tu stai costantemente con Tell, invece. Voi due state insieme? –
Alla domanda di Akumi, posta quasi con un certo timore, Marina scoppiò a ridere, rovesciando la testa all'indietro.
– Tell? Ma... non potrei mai! – continuò a ridere, senza fermarsi un attimo per respirare – Insomma, è praticamente mio fratello –
– Dicono tutti c... – iniziò Anastasia, frenata subito a metà frase.
– No, dico davvero. E qui si chiude il discorso – annunciò Marina, che sorrise gentilmente verso Akumi. 
– Ehm, allora... facciamo lo scambio dei regali? È quasi mezzanotte, se non li apriamo adesso non li apriremo più il venticinque dicembre – propose Veronica, interrotta da una Jay che mormorava “basterebbe portare indietro le lancette dell'orologio... da qualche parte nel mondo saranno ancora le dieci di sera”.
– Volentieri! Io ho già iniziato a dare ai ragazzi i loro, ma ho preso qualcosina per tutti – 
Nozomi si alzò in piedi, uno zainetto carico di pacchettini utilizzato un po' come un marsupio. Si mise a distribuire piccole scatoline ad ognuna delle ragazze, Anastasia compresa, per poi mettersi soddisfatta a gambe incrociate, mentre ognuna scartava il proprio pacchetto, con eccitazione crescente.
– Awn, è stupenda! –
Marina rigirò più volte tra le dita la catenina argentata che conteneva un grazioso pendente a forma di Chic Ball. – Tra l'altro, la Chic Ball la Poké Ball del mio Umbreon –
Anastasia tossicchiò, ricordandosi che quel mattino l'Umbreon dell'allenatrice le aveva quasi insidiato la sua bellissima Sylveon. Intanto, guardò l'elegante collana di perle bianche che le era arrivata in dono dalla violetta. Le piaceva molto, ma non l'avrebbe mai indossata, per orgoglio.
– Domani me la metterò per festeggiare – la ragazza dagli occhi blu, tuttavia, interruppe i suoi pensieri – Aku-chan, tu che cos'hai avuto di bello? –
Akumi le allungò una mano sottile, al cui dito era infilato un piccolo anellino, la cui pietra, tagliata a forma di stella, scintillava alla luce degli abat-jour. – È davvero grazioso, Nozomi – ringraziò educatamente la castana, ottenendo un gran sorriso in risposta.
Eva e Letika - in maggior modo quest'ultima - ringraziarono Nozomi direttamente con un abbraccio, poiché sedute vicino a lei; Eva stette a rimirare un attimo il suo bracciale di piccole ametiste: per quanto non amasse molto i gioielli, era davvero grazioso. Letika, incece, si infilò prontamente nei capelli neri il fermaglio a forma di Sableye appena ricevuto, accoccolandosi nel pigiama di lana rosso fuoco che sarebbe tanto piaciuto a miss Lovely in quanto in tinta con l'Accademia.
Veronica ringraziò educatamente per il suo regalo, un piccolo fermaglio a forma di Shuppet, mentre, abbastanza preoccupata, osservava Jay che, dopo aver guardato per cinque minuti il suo portachiavi a forma di Totodile appena ottenuto, aveva iniziato a mordicchiarlo, lasciandoci su i segni dei suoi denti candidi in breve tempo. Dopodiché, la moretta si decise a dare il suo unico regalo alla ragazza a cui l'aveva comprato, ovvero Eva. Si girò verso la ricercatrice con un pacchettino di forma rettangolare, elegantemente incartato di rosso e oro.
Eva le mandò un piccolo bacio volante, mentre apriva lesta il pacchetto, scoprendone l'interno.
– Non... non ero sicura di cosa ti piacesse – confessò timida Veronica, mentre guardava la compagna di stanza – Poi ho incontrato Marina in libreria e mi sono fatta aiutare un po' da lei –
– Già, in effetti abbiamo quasi rischiato di prenderti le stesse cose – ridacchiò l'allenatrice – Fortuna che l'ho intercettata –
Eva soppesò un po' il dizionario di Elfico che aveva in mano, l'ultima edizione di una marca importante e famosa, con la copertina color muschio bordata d'argento. All'interno, una dedica scritta a mano da Veronica recava le parole “A Eva, con affetto”.
– Fortuna che mi sono trattenuta dall'acquistarlo – commentò – Comunque grazie, fin troppo gentile –
– Oh, ma figurati –
– In ogni caso, abbiamo avuto la stessa idea – sorrise Eva – Spero di non essere stata banale –
Il regalo di Eva era un libro di Stephen King, Pet Sematary.
– Visto che ti piacciono i tipi Spettro, ho pensato che qualcosa ambientato in un cimitero sarebbe stato perfetto – annunciò Eva, fiera di sé stessa.
– È... è perfetto – osservò Veronica, passando le dita sulla copertina ruvida del libro.
Nel frattempo, Marina e Akumi avevano iniziato a scambiarsi i loro, di regali. Akumi aveva comprato a tutti delle deliziose sferette di neve, fatte di cristallo, che racchiudevano all'interno per ognuna il proprio starter. Questa cosa fece letteralmente impazzire la sua vicina di stanza, da sempre amante del ghiaccio, delle cose carine e... sì, del suo team Eevee.
– Non sapevo se regalarti un Glaceon o un Vaporeon, visto che ti vedo sempre con loro due... così ho chiesto se si potevano mettere insieme e me l'hanno fatto fare – mormorò Akumi contenta, stretta in un abbraccio dall'amica, che non proferì parola, osservando la sferetta con aria quasi possessiva. L'avrebbe messa sul comodino appena tornata in camera, ne era sicura. 
– Io invece penso di averti fatto un regalo strano – sorrise Marina, mentre si spruzzava addosso il profumo di menta che le aveva regalato Eva – Però spero comunque che ti piaccia – 
Le allungò un pacchetto morbido, avvolto nella carta velina bianca. Non appena Akumi lo aprì, si ritrovò pervasa da un dolce profumo alla vaniglia, mentre le sue mani si immersero in qualcosa di morbido: una sofficissima coperta di pile, con i bordi ricamati con dei fiocchi di neve bianchi. Ma ciò che la incantò di più fu il colore: era una stupenda tonalità di azzurro scuro, opaco, che dava un'ulteriore sensazione di sofficità. 
– Ho notato che ultimamente avevi freddo, in camera... quindi invece che chiedere un'altra coperta in segreteria ho pensato di regalartene una io – spiegò Marina – La commessa ha definito il colore Creamy Blue, una tonalità usata solo in quel negozio, che infatti ha lo stesso nome. L'ho subito adorato –
Akumi si strinse nella coperta, poi la sistemò sulle gambe sue e di Marina, sciogliendosi in un altro abbraccio e meritandosi un bacio in fronte.
– Grazie, è meravigliosa – sorrise Akumi, gli occhi verdi che scintillavano.
Infine, Anastasia rimirava i regali appena ottenuti. Letika le aveva regalato una composizione floreale fatta a mano da lei, che la modella osservò con aria critica. C'erano rametti di agrifoglio, rosa e pino, e deliziosi sassolini bianchi e verdi a contrasto con le stelle alpine. Le stava quasi venendo da ringraziarla per il pensiero, ma scartò velocemente l'idea ed emise un “umpf” soddisfatto. In fondo - non l'avrebbe mai detto nessuno! - anche lei aveva un regalo per qualcuno. E quel qualcuno era seduto ad una persona di distanza da lei.
– Ehm... buon natale? – cercò di trovare le parole, allungando ad Eva il piccolo pacchettino verde smeraldo che aveva in grembo, evidentemente incartato dalle mani esperte di una qualche commessa.
Eva lo guardò storta, pensando a quale dannato inganno ci poteva essere dietro. Polvere esplosiva? Qualcosa di inadatto ad un pubblico minorenne? Un pacchetto completamente vuoto?
La sua mano corse alla felpa, con ancora dentro il flaconcino pronto per il suo... ehm... scherzo di Natale. 
Se anche Anastasia sarà tremenda, io sarò peggio di lei.
Invece, quando aprì il pacchetto, il flaconcino - contente della pericolosissima polvere urticante - le cadde di mano. Dentro di esso, c'era l'ultima (nonché costosissima) copia di uno dei suoi videogiochi per pc preferiti, una di quelle copie premium piene di contenuti extra che aveva sempre desiderato di potersi comprare.
– È una cosa da nerd, no? – sbuffò Anastasia – E tu sei una nerd, mi pare –
– Grazie, è qualcosa che ho sempre desiderato – confessò Eva, senza peli sulla lingua – Buon natale, Anastasia –
Alla fine le consegnò il suo regalo senza “aggiunta extra”. Anastasia parve gradire la maglietta attillatissima e piena di paillettes, anche se la smorfiò un po' poiché non di marca. Forse l'avrebbe indossata. Forse.
– Ehi, ragazze, aspettate, facciamo una foto! – Nozomi trascinò Marina, Akumi e (a fatica) una Jay semiaddormentata sul divanetto, mentre Veronica e Anastasia si spostavano un pochino per lasciare che si sedessero le altre tre ragazze. 
Marina, estratto il suo telefono, cercò di allungare la mano il più possibile per inquadrare tutti in un enorme autoscatto, ancora tutte con i regali in mano.
– Dite cheese! –
– Cheese!~ – gridarono tutte, all'unisono, anche Anastasia, mentre la foto si imprimeva nella memoria del telefono, e nella memoria di tutte loro.

Buon natale, ragazze –


Angolino dell'autrice
Mi inginocchio davanti a voi, sul serio. Sono perfettamente consapevole di essere in ritardo di mesi e mesi (e mesi...) ma purtroppo, per quanto io mi metta d'impegno, ci sono momenti in cui non riesco a scrivere, e preferisco farvi aspettare per un capitolo (pseudo) carino, che per un orrore scritto per la fretta di pubblicare.
Detto ciò... qui fa tanto caldo e la Talent's Academy ci porta un brivido di freddo invernale che ci porta a superare le insolazioni~
Vi è piaciuto come passano il Natale i nostri "angioletti"? Spero proprio di sì~
Anyway, come al solito diamo spazio alle precisazioni (ne salterò centomila ma dettagli...):
#01 Ho - anzi, abbiamo - cercato di dare la stessa quantità di spazio a tutti, ma mi sono resa conto che in certi punti è stato più difficile, quindi spero di aver trattato tutti equamente <3
#02 Che ne dite della tregua momentanea tra Anastasia ed Eva? Secondo voi continuerà a lungo?
#03 {e questa è solo per Nikki-san owo} Creamy Blue, ovvero blu panna. E beh... se ti ricordi ancora di quella vecchissima conversazione che risale a circa un anno e mezzo fa... beh, sono riuscita a recuperare una coperta blu pannah *si applaude da sola*
#04 Purtroppo non ho messo tutti i regali perché già l'ultima parte stava diventando troppo noiosa e quindi... boh, spero di non aver deluso nessuno~
Anyway... siamo in tema festivo quindi il prossimo capitolo avrà una deliziosa ambientazione al 14 febbraio! 
E per chi non ne può più di feste... state tranquilli, i prossimi capitoli saranno un po' più normali. 
Concludo qui facendovi un saluto (in fondo vi lascio le anticipazioni per il prossimo capitolo) e vi mando un bacione enorme~
Spero commentiate in tanti, mi piace sempre molto sentire cosa avete da dire!
Alla prossima!
Mari-chan <3

~ Nel prossimo capitolo ~
Miss Lovely avrà un fantastico annuncio per tutti gli studenti che movimenterà un po' la vita dell'Accademia; grazie a ciò, il collegio avrà due fantastiche guest star per un giorno!~
È San Valentino e ufficialmente le ragazze si mettono a preparare tonnellate di cioccolatini, per la gioia di Nozomi - ci saranno dolci a volontà, rimescolamenti di coppie e tanto love! (?)
Ci si vede~

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