This is love?

di Where is the angel_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


E' passato un po' di tempo dall'ultima volta che l'ho visto. Ora che sono il ricercato numero uno in paradiso, non mi è più possibile stare con lui come prima. Non so' perchè, ma la cosa mi intristisce, eppure noi angeli non dovremmo provare emozioni, pensai, ma quello che sentivo era solo un gran vuoto nel petto fino a farmi male, fino a farmi mancare il respiro, era davvero troppo tempo che non mi perdevo in quegli occhi così verdi, a fissare il suo viso quasi mettendomi a contare le tante lentiggini spruzzate sopra di esso. Si, è un po' burbero, troppo protettivo e molto impulsivo, però è un brav'uomo, ed io lo so. Lo so da quando ho salvato la sua anima dall'inferno, era così PURA, così luminosa, in tanti anni, millenni, non ho mai visto un'anima simile, mi chiamava, ed io non ho potuto fare altro, inebriato dal suo luminoso splendore, che andare a toccarla, così da provocare in me, e forse anche in lei, una scarica che non sentivo da troppo, troppo tempo. Dopo il mio salvataggio dalle fiamme, conobbi il proprietario di quell'anima: Dean Winchester. Ed è questo, l'inizio della fine.
Non vedo Dean da esattamente 28 giorni e 3 ore, non che io stia tenendo il conto di quanto tempo passi lontano da quell'uomo, assolutamente no. Più passa il tempo, più sento quel dolore, quel gran vuoto che non mi permette di respirare, però una sola cosa mi permette di non cedere, la consapevolezza di farlo per tenerlo al sicuro, più lotano da me stà, più la sua vita non rischia di finire, non posso permettere che accada, è il mio protetto, per Dio!
 
Sono in un motel del Wisconsin assieme a mio fratello, Sam. Siamo appena tornati da una caccia, sono distrutto, è stata molto più faticosa del solito, quel poltergeist ce ne ha suonate di santa ragione, ma ero parecchio distratto e ho quasi rischiato di mettere in pericolo me, e MIO FRATELLO, devo stare più attento la prossima volta. Anche se, puoi ammettere che non ti lasci distrarre facilemente, mi ricorda il mio subconscio. Bhè, non è colpa mia se il mio, ho appena detto mio?, non era quello che intendevo sia chiaro, se il pennuto in trench sono settimane che non si fà nè vedere nè sentire, mi preoccupo, tutto quì, è quasi parte della famiglia. Forse è meglio se vado a farmi una doccia, ne ho estremamente bisogno, credo che mi faccia bene. Non faccio nemmeno in tempo a pensarlo che mio fratello si fionda in bagno, maledetta Samantha! Lascio cadere il borsone sul letto e mi butto a peso morto sull'altro, sono davvero distrutto, ho bisogno di riposare ed il mio stomaco avrebbe bisgno di un hamburger con doppio strato di bacon, una buona birra e la mia amatissima crostata, andrei anche a comprarle tutte queste pietanze succulente, se non fosse per il fatto che è l'ultimo pensiero che ho prima di sprofondare nel mondo dei sogni, se solo ne facessi.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


L'indomani mattina mi svegliò sul letto con una.. coperta?! Chi diavolo mi aveva messo una coperta addosso?! Non sono mica una femminuccia.
"Che cazzo?" Mi lamento ad alta voce.
"Ben svegliato fratellino." Mi rispose Sam dal tavolo dove stava maneggiando al pc.
Mi strofino gli occhi con una mano e mi metto a sedere.
"Sam, sul serio? Una coperta?" Ridacchio mostrandogliela.
"Dean ho solo pensato che potessi avere freddo." Fa spallucce.
"Sì, d'accordo." Taglio corto io. "Vado a farmi una doccia e poi ripartiamo okay?" Così sparisco dietro la porta del bagno udendo un "Okay." da parte di Sam. 
Mi libero dai vestiti, apro l'acqua e mi ci buttò sotto. Chiudo gli occhi e il getto dell'acqua mi rilassa i muscoli della brutta giornata di ieri.

"Dean" Scatta. "Perchè non capisci? Non posso restare quì. Metterei in pericolo sia te che Sam. E non voglio." 
"Non posso mandarti fuori a fare il vagabondo Cas, non fare il cocciuto. Insieme.. siamo più forti." Gli dico di rimando.
"DEAN, SONO ANGELI" Urla. "Non uno, tanti, forse l'intera guarnigione, è pericoloso. Devo.. allontanarmi. Tu non capisci la gravità della cosa."
"Proprio perchè sono tanti non ti lascerò andare. Cas, lo capisco, okay? Allora staremo attenti, staremo attenti a chiunque ti guardi storto. Ma per favore, non.. andare."
"Dean. Mi dispiace, ma lo faccio per tenerti, per tenervi al sicuro." 
"Cas.."
Lo dico prima di accorgermi di essere rimasto solo.


Mi riprendo aprendo gli occhi. E' stata l'ultima volta che l'ho visto, avrei potuto fare di più e invece non l'ho fatto, che stupido! 
Esco dalla doccia, prendo un asciugamano, lo metto sulla vita, ed esco dal bagno. 
Sam non c'è, forse sarà uscito. Mi dirigo verso il borsone e prendo un paio boxer puliti, una maglietta, una camicia e un jeans. Mi vesto e decido di chiamare Sam, dopo qualche squillo risponde.
"Pronto, Dean?"
"Sammy, dove sei finito?"
"Stavo prendendo qualcosa da mangiare, avevo fame, e credo che ne abbia pure tu. Siamo cacciatori, ma abbiamo pur sempre bisogno di qualcosa da mangiare."
"Vabbene Sam, prendi il cibo e muoviti così rip-"
"Sì, Dean, ho capito. Vuoi ripartire. Prendo il cibo e arrivo."
"Sam, non dimenticare la crostata."
Dopo dieci minuti sento la porta della camera aprirsi, mostrando Sam con la nostra colazione tra le mani. Chiudo il pc dove mi ero messo per vedere qualche caso e mi rivolgo verso Sam.
"Ce ne hai messo di tempo eh?"
"C'èra la fila. Ecco a te." Dice poggiando una busta sul tavolo e sedendosi difronte a me.
Frugo nella busta e noto la crostata, la poggio sul tavolo, prendo il caffè e inizio a mangiarla.
"Stafo contrffanfo qualfe cafo in diferfe ciffà."
"Dean, non capisco nulla se parli con il cibo in bocca" Mi dice confuso.
Ingoio il boccone e ricomincio a parlare. "Dicevo, stavo controllando qualche caso che faccia per noi in diverse città. Ma ho trovato solo qualche omicidio che non sembra tanto interessante e del nostro campo." Bevo un sorso di caffè.
"Dean.." Mi guarda confuso e arrabbiato.
"Cosa Sam?" 
"Abbiamo finito di cacciare 7 ore fà."
"E allora?" Chiedo irritato.
"Dean credi che non me ne sia accorto? Cosa c'è che non và? Perchè, l'ultima volta che ti ho visto fare così è stato quando è morto papà."
"Sam che cosa stai dicendo?! Io sto bene, perfettamente bene. Ora basta, prendi le tue cose e andiamo." Bevo il mio ultimo sorso di caffè, prendo il borsone e mi dirigo verso la porta.
"Ti aspetto fuori." Gli dico, e vado verso la mia bambina. Apro il cofano dell'impala, per metterci il borsone dentro, lo chiudo e vado a sedermi al posto del guidatore mentre aspetto Sam. Distrattamente mi passo una mano sul viso, devo cercare di calmarmi.  Sento la portiera del passeggero aprirsi e Sam ci si siede dentro. 
"D'accordo Dean. Voglio dirti che non ti credo affatto, ma non servirà a nulla fare così. Quindi, dove andiamo?" Mi dice con calma, lo vedo, è arrabbiato, ma sta cercando di nasconderlo e restare calmo.
"Non lo so Sam." Metto in moto l'impala, "Vedi un po' se trovi qualcosa tu. Di solito sei tu il nerd che si occupa delle ricerche." Gli sorrido facendogli l'occhiolino, ricevendo in cambio un'occhiataccia per niente minacciosa.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


Mi pulisco la lama sporca di sangue sul trench. Guardo il cadavere di un'altro mio fratello che ho dovuto uccidere. Lo guardo con tristezza e con la consapevolezza che non sarà l'ultimo. 
Perchè i miei fratelli non ascoltano? Perchè anzichè attaccarmi subito non sentono cosa ho da dirgli? Voglio solo spiegargli il perchè delle mie scelte, voglio solo spiegargli che si può scegliere. Invece sono costretto ad agire, con la violenza, e finendo con il sangue. 
Vorrei tanto poter vedere Dean, mi sento così solo senza di lui. Non mi ero mai accorto cosa volesse dire stare tanto tempo senza di lui, fin quando non sono stato costretto ad allontanarmi. Lo fai per lui. Mi ricorda la mia testa. Vorrei poterla non ascoltare, ma invece mi impongo di farlo, devo restargli lontano..
"Castiel." Sento una voce provenire dietro di me e mi giro di scatto con la lama pronta.
"Uriel." Rispondo sempre sulla difensiva.
"Non ti sei stancato di scappare fratello?" Mi dice lui con un tono molto ironico.
"No, non ho intenzione di farmi prendere." Gli rispondo a tono.
"Alla fine ti prenderemo Castiel, non puoi scappare per sempre."
"Ci proverò comunque. Come ti ho già detto, non ho intenzione di farmi prendere."
"Sei diventato davvero un duro allora. Quella scimmia senza peli ti ha proprio fuso il cervello eh?"
"NON E' UNA SCIMMIA SENZA PELI." Dico irritato.
"Oh sì, come vuoi tu." Si fà scivolare la lama in una mano.
"Allora è questo che vuoi? Combattere?" Gli dico, provando ancora un'approccio diverso dalla violenza.
"Non mi lasci altra scelta Castiel."
"Bene." Mi metto in posizione di difesa, mentre aspetto la sua mossa.
Inizia ad attaccarmi, ma non sferra le sue mosse migliori, le sta lasciando per ultime. 
Cerco di schivare ogni colpo, senza mai attaccare, sperando non mi dia motivo per farlo. Non potrò schivare sempre i suoi colpi, in un modo o in un altro dovrò agire, lo so.
"Combatti Castiel, FALLO." Mi urla.
"No, non lo farò, io non voglio uccidere e non voglio uccidere te."
"Penso proprio che dovrai." 
Un colpo in pieno viso, e poi un'altro, ed un'altro ancora, sentivo il sangue colare e le ferite inflitte dalla lama farsi sentire, non potevo reagire, sarei stato come loro e non potevo permetterlo. Dovevo resistere. Ma come potevo farlo? Di questo passo morirò sicuramente. Ed un attimo dopo ha la lama puntata sotto la mia gola.
"E ora Castiel? Cosa mi dici?" Un ghigno era sul suo viso.
Ero preso dal panico, mi aveva colto di sorpresa, ma non dovevo farlo notare. Allora decisi di agire, strinsi la lama nella mano, e lo guardai negli occhi.
"Non mi fai paura Uriel."
Mi feci forza e cercai di liberarmi infilando la lama nel suo braccio. Evidentemente non se lo aspettava, ma non potevo stare lì a pensarci. Approfittai di quel momento per scappare. Mi materializzai, era un bosco, mi incamminai e trovai una casa, forse era abbandonata. Entrai, era un luogo spoglio, trasandato e c'erano anche topi, perfetto, pensai. Ma dovevo accontentarmi. 
Iniziai a disegnare ovunque i sigilli per tenere lontano gli angeli, e cercai di sistemarmi le ferite. Una volta finito, andai vicino alla finestra, aveva iniziato a piovere, e pensai a ciò che stava succedendo, a ciò che io stavo facendo, quella di prima sarà sembrata una mossa codarda, ma io non voglio fare del male ai miei fratelli, voglio solo essere libero, libero di scegliere.

__________

Corro, mano e mano con Castiel.
Cas..
Mi fermo.
"Cas, perchè corriamo? Dove siamo?"
"Dean, ci stanno inseguendo, le domande le fai dopo. CORRI."
E continuiamo a correre, non so per quanto tempo abbiamo corso, non ho più fiato nei polmoni, di questo ne sono certo. Ora siamo davanti ad un fienile, entriamo e le nostre mani perdono contatto.
"Cas, che succede?" Chiedo, non per curiosità, non è nulla di buono, questo è certo. Chiedo per capire.
"Dean, cosa succede?! Non ti ricordi? Gli angeli, ci stanno inseguendo, anzi, inseguono me." Si acciglia, è preoccupato.
"Credo che comunque li abbiamo seminati, possiamo rimanere quì per ora." Lo vedo sedersi, su un mucchio di fieno un po' più lontano da me. Non ci sto capendo nulla, sono così confuso, ma almeno è vivo e siamo insieme. 
Decido di mettermi anch'io su un po' di fieno ad aspettare, non riesco a capire cosa aspettavamo. Aspettavamo di morire? Di scappare? Di vivere? Non lo sapevo, ma io mi fidavo di lui e se lui aspettava, bhè, avrei aspettato anch'io.
Passammo molto tempo in silenzio, solo il rumore dei nostri respiri. Ma non era un silenzio imbarazzante, non mi sentivo a disagio, anzi, era tutt'altro, ci stavo bene, con quel silenzio. Forse avevo parlato troppo presto, perchè un soffio, soffio per modo di dire, spalancò la porta del fienile e ci preparammo entrambi a combattere. Non una sola parola uscì dalla nostra bocca, solo un intenso sguardo mentre tre angeli avanzavano verso di noi.
"Castiel, smettila di scappare. Sei in trappola." Uno di loro aveva parlato, era alto, pelato ed era un gran figlio di puttana, sicuro.
"Bhè, vienilo a prendere bastardo!" Era il mio modo di fare, nessuna paura, nessun timore, volevano combattere? Allora apriamo le danze.
"No, lurido idiota, abbiamo deciso di agire in maniera differente. O muori tu, o muore lui. Ma sappiamo già come andrà a finire." Si guardarono soddisfatti.
Che cazzo significava? 
Guardai Castiel, aveva il viso preoccupato e incerto, non sapeva di cosa parlassero, ottimo.
Mi ero distratto troppo a lungo, tanto da non vedere l'angelo che si era avvicinato a me, dopo un attimo le sue dita erano sulla mia fronte.
Sussurrò qualche stronzata nella loro lingua e poi tutto buio.
Iniziai ad avanzare verso Castiel, con la lama impugnata in mano, non riuscivo a fermarmi, non ero capace di controllare il mio corpo.
"Cas, non riesco a fermarmi." Un colpo al viso.
"Cas, io non.."
"Dean, è tutto okay, lo so." Rispose riprendendosi dal colpo.
"Ora la scelta è solo tua Castiel, o uccidi lui per vivere, o muori tu per far vivere lui." Aveva parlato lo stesso angelo che era avanzato verso di me.
COSA? Non potevano farlo..
Sferravo colpi, uno dietro l'altro, inconsapevolmente, non riuscivo a fermarmi, e Castiel non accennava a difendersi. 
"Cas, ti prego. Difenditi." Supplicai, mentre ancora cercavo di colpirlo.
"No Dean! Non ti farò del male."
Un pugno, una ferita al braccio, un pugno nello stomaco, un altro pugno, ancora, e ancora, e ancora, non riuscivo a guardare, lo stavo uccidendo e non potevo fare nulla, chiusi gli occhi, non potevo guardare ancora, non ci riuscivo. 
"Dean, guardami." Gli sentì dire, a malapena si udiva. "E' tutto okay, va bene così." 
A quel punto aprii gli occhi e lo guardai, stava sorridendo e in quel momento il mio braccio ebbe un solo scatto, infilando la lama diritta nel petto.
Castiel si accasciò al pavimento e assieme a lui si formarono due enormi ombre nere.. le sue ali.
Qualsiasi cosa successe, qualsiasi cosa sentissi non aveva più importanza, ricordavo solo un "Dean." Sussurrato nel vuoto.


Mi sveglio di colpo, un ennesimo incubo.
Da quando se ne è andato è sempre la stessa storia, sempre lo stesso incubo.
Mi passo una mano sul viso, sono sudato e spaventato.
"Dean?" Sento Sam chiamarmi dal letto affianco. "Che succede?" si solleva sul busto.
"Nulla Sammy, torna a dormire." Gli dico senza guardarlo.
"Dean ascolt-"
"No Sam, ascolta tu." Lo guardo quasi arrabbiato, ma in realtà sono solo sfinito e stanco. "Capisco che tu ti possa preoccupare per me, ok? Davvero, lo capisco. Ma sto bene, quindi qualsiasi cosa tu stavi per dire, dimenticala e torna a dormire. Ti prego." So di essere stato troppo brusco, lo sento dal modo in cui lui sospira e si gira dal lato opposto del letto, ma non sono pronto, non sono pronto ad affrontare questo 'argomento'.
Decido di alzarmi e andare in bagno, devo rinfrescarmi un po'. Apro il rubinetto e mi getto dell'acqua sul viso, prendo l'asciugamano e mi tampono. "Cas.. dove sei?" E' quasi sussurro, o forse una preghiera. 
Esco dal bagno e torno verso il letto, mi stendo a guardare il soffitto e metto una mano sotto la nuca. 
E' più di un mese che non ho sue notizie, che non so come sta, dov'è, se è ancora vivo.. Cancello subito quel pensiero dalla testa. Lui deve essere vivo, altrimenti giuro su Dio che lo prendo a calci in culo.
E' strano, terribilmente strano. E' strano non sentire quel fruscio d'ali nei momenti meno opportuni. E' strano non ritrovarmelo davanti in qualsiasi momento della giornata. Ora non c'è nessuno che non capisce le mie battute, non c'è nessuno che inclina la testa in quel suo modo così odioso da volerlo prendere a pugni, non ci sono quegli occhi blu che mi fissano.
Merda, sembro una fottutissima femminuccia.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


"Dean allora? Cosa ne pensi?" Sam mi chiede alzando di poco il tono di voce.
"Uhm? Cosa?" Gli chiedo assente.
"Di quell-" Lo vedo chiudere il pc e guardarmi arrabbiato. "Dean basta! Sono stanco." 
"Ma di cosa Sam? Non capisco!" Gli dico confuso dal suo comportamento.
"Dean sono settimane che è sempre la stessa storia, e no, non guardarmi con quell'aria, ora ne parliamo e basta. A costo di costringerti."
Sbuffo e sprofondo sulla sedia dove sono seduto. "Di cosa dovremmo parlare?"
"Di cosa dovremmo parlare?! DEAN MA TI GUARDI ULTIMAMENTE? Sei sempre assente, non dormi più la notte, ti distrai mentre cacciamo, hai rischiato di farti ammazzare! DA QUANDO NON PRENDI CON IMPORTANZA UN CASO?" Ha iniziato ad urlare. Okay sta perdendo la pazienza, bhè non posso dargli torto, ma davvero non saprei cosa dirgli, cazzo.
"Sam andiamo, calmati, ti sale la pressione." Cerco di ironizzare.
Lo vedo chiudere gli occhi, prendere la giacca e dirigersi verso la porta della stanza.
"Saam, dove stai andando?" Mi alzo per raggiungerlo.
"Sto uscendo, non vedi?" E lo vedo sparire dietro la porta che sbatte.
Sospiro tornando a sedermi sulla sedia, Sam ha ragione, ma davvero non so come fare. Non è una cosa che scelgo di fare, mi ritrovo a pensarci così senza un motivo apparente. 
Stavamo seduti al tavolo, Sam cercava casi al pc e io, io ero lì che lo guardavo aspettando che lui trovasse qualcosa. 
Ha iniziato a dirmi qualcosa su un caso a Detroit, su delle persone di sesso femminile, o era maschile? Vabbè quello che era, che erano state trovate morte e poi mi sono perso ritrovandomi a pensare se mai Castiel sarebbe tornato. Ormai avevo perso ogni speranza, ogni minima possibilià di rivedere quel trench sgualcito e quei occhi di un blu immenso erano andate perse. Alla fine ci ha pensato Sam a risvegliarmi da quello stato.
L'idea di aver perso Castiel è così enorme che è come se non mi importasse più di nulla. E' come se mi sentissi privato di una cosa che per me ha un'importanza inimmaginabile.
Decido di fermarmi e andarmi a prendere una birra nel frigo, devo.. devo assolutamente smettere di pensarci. Così apro il frigo e prendo una birra. La apro e comincio a sorseggiarla. 
Dopo due ore credo di essere alla quarta birra o forse alla quinta, non avevo intenzione di bere così tanto ma è l'unico modo che ho per placare il dolore. Così mi butto sul letto e mi addormento nel giro di qualche minuto.
Mi risveglio a causa di un rumore di tasti ripetuti su una tastiera, deve essere Sam, per lo meno è tornato. Mi metto a sedere mantenendomi la testa per il dolore. Devo prendermi assolutamente un'aspirina, sento che la testa mi sta per scoppiare. 
"Che ore sono?" Chiedo semplicemente.
"Le 18.00. Come stai?" Sam parla in modo freddo alle mie spalle.
Senza nemmeno pensarci rispondo "Sto male Sammy."
"Sarebbe strano il contrario Dean. Quando sono tornato era pieno di bottiglie di birra sparse per la stanza." Continua a stare al pc rispondendomi in modo freddo. E' arrabbiato.
"Non intendo per quello. Sto davvero male Sam." Gli confesso girandomi verso di lui.
Vedo Sam irrigidirsi e allargare gli occhi. Lentamente si gira verso di me e con una mano chiude il pc. Lo vedo tentennare prima di alzarsi e mettersi seduto sul letto difronte a me. 
Sospira facendomi un'espressione dolce ma sorpresa. "Ti ascolto Dean."
Guardo altrove pentendomi quasi di averglielo detto, ma è mio fratello, se stesse male io vorrei saperlo, quindi capisco il suo comportamento.
"E' Cas." Rispondo con la voce spezzata.
"Cas?" Mi fa da eco, evidentemente confuso.
"Si Sam, Cas." Sbuffo passandomi una mano sul viso.
"Cosa c'entra Cas, Dean?" Continua a guardarmi con quell'aria confusa.
"E' lui il motivo della mia.. assenza 'mentale'." Trovo difficoltà a parlarne. Mi alzo cercando il borsone per cacciarne da dentro un'aspirina.
Lo vedo seguirmi con gli occhi incitandomi a continuare questo discorso che non so come andrà a finire.
Lo guardo e ricomincio a parlare.
"Non si fa' vedere da mesi, non ho sue notizie.. ho cercato di pregarlo. Non ha mai risposto, non è mai arrivato. Non lo so perchè ma.." Mi si sta spezzando la voce e non riesco più a parlare. Così faccio un respiro profondo e butto di nuovo l'aspirina nella borsa. 
"E' complicato. Mi ritrovo a pensarci in momenti in cui non dovrei, ma non riesco a controllarlo. Sono preoccupato e ho paura. Sì, Sam, ho paura. E se Cas fosse morto?" Scatto quasi con le lacrime agli occhi dovendo prendere in considerazione, ormai, quell'ipotesi.
Vedo la preoccupazione di Sam farsi strada nei suoi occhi.
"Dean, mi dispiace. Io mi sento uno stupido ad averti trattato così, ma odio non poter fare niente mentre tu ti uccidi dentro non parlando con nessuno e ora che non c'è Cas.." Trattengo il fiato "Non c'è nessuno che non ha bisogno di parole per capirti." Il cuore inizia a battermi forte, non ero pronto ad affrontare questo argomento. 
"Sam, ti prego."
"Sì, Dean, scusa." China il capo dispiaciuto. Dopo un po' lo rialza e mi guarda.
"Dean io credo in lui. Castiel è forte, lui non può essere morto. Disse che doveva starci lontano per proteggerci, no? E allora è quello che sta facendo." Dice convinto venendo verso di me e poggiandomi una mano sulla spalla.
Per un attimo ci credo, anzi, vorrei crederci. Vorrei credere che è così, che Castiel non si fa'  vedere perchè vuole proteggerci. Ma chi protegge lui? 
Sorrido a mio fratello, lui è sempre così positivo. Vorrei essere come lui certe volte. 
"Grazie Sammy." Lo tiro verso di me e lo abbraccio. Non sto bene, ma mi sento meglio. Il che è un mezzo miracolo.

Qualche giorno dopo.

Ho la testa pesante, sento il corpo debole.. sto morendo. In questi momenti si dice che vedi la vita passarti davanti agli occhi. Io, in questo momento penso a tutto quello che ho fatto.
Ribellarmi.
Lasciare il paradiso.
Diventare un fuggitivo.
Voltare le spalle alla mia famiglia.
Iniziare ad avere dubbi.
Tutto per un solo unico uomo; Dean. 
In questo momento, con la morte ad un passo da me, l'unica cosa a cui riesco a pensare è a lui.
Mi dispiace così tanto. Mi dispiace di averlo abbandonato, di averlo lasciato solo, di averlo deluso. Ma, in fondo va bene così. Rifarei tutto, ogni singola cosa, pur di tenerlo a sicuro. Credo che da quando ho salvato quell'uomo dalla perdizione, io abbia preso il suo posto. E mi dispiace per la blasfemia, ma sono contento così. Dean merita felicità, merita di stare affianco a suo fratello. Loro non possono stare separati, loro devono cacciare e salvare le persone. Vorrei tanto poter dire che moriranno di vecchiaia, ma per quanto mi dispiaccia ammetterlo, nessuno dei due rinuncerà a questa vita, per quanto ci abbiano provato, è quello che sono. E' quello che li ha portati ad essere le persone magnifiche che sono.
Sam è un'ottimo amico, è gentile e sa la preziosa arte di perdonare, ascoltare, amare.
E poi c'è Dean. Dean è un misto di tutti i comportamenti umani che esistano. E' un po' unico nel suo genere. Come il nostro legame.
Il nostro legame.
Dean.
L'uomo giusto.
L'uomo dagli occhi color smeraldo.
Mi pento di molte cose dette e fatte a Dean. Come l'aver dubitato di lui. Ho dubitato delle stesse capacità che gli avevo fatto credere di avere. Ma come sempre, come ogni singola volta, mi ha fatto ricredere.
Ora gli occhi mi si chiudono e l'ultima cosa che vorrei ricordare prima di morire sono gli occhi di Dean. Ed è realmente l'ultima cosa che ricordo, assieme ad un rumore di una lama trafiggere un corpo.
Mi sveglio su un letto scomodissimo. Ma credo che non sia questo ciò che importa. Importa perchè io mi sia svegliato e perchè sono su un letto. Mi siedo e guardo la stanza. E' una semplicissima stanza di un motel e oh in più anche qualche simbolo anti-angelo disegnato sulla parete. Chi diavolo mi ha portato quì? 
La porta della stanza si apre e ciò che vedo è davvero l'ultima persona che mi sarei immaginato. 
"Finalmente ti sei svegliato dolcezza, temevo che ormai fossi KO." Mi dice mettendosi davanti a letto.
Inclino il capo confuso. Tutto ciò è strano.
"Ruby?! Ma che diavolo?" 
"Non mi sembra davvero la frase adatta da dire eh." Mi risponde incrociando le braccia.
La guardo per farle capire che non è il momento di scherzare e che dovrebbe iniziarmi a dare delle spiegazioni.
"Si angioletto ho capito." Si allontana e va a sedersi su una sedia aprendo un sacchettino contente delle patatine, credo.  "Ti ho salvato io, ed" Mi punta una patatina contro. "Non ringraziarmi."
"Perchè?" Chiedo semplicemente.
"Perchè se Sam avesse saputo che ti avevo trovato ma ti avevo lasciato morire, bhè, mi avrebbe uccisa, buttando questo meraviglioso corpicino in pasto a qualche animale." Dice facendo una faccia disgustata.
"Continuo a non capire. Perchè sei quì?"
Ruby sembra pensarci un attimo prima di rispondermi.
"Sam mi ha detto che avrei dovuto trovarti a qualsiasi costo, perchè Dean aveva bisogno di te." Sussulto per quel nome. 
"Dean sa che non posso andare da lui. Se non mi prega, ma manda te a cercarmi, la questione è la stessa, io non andrò lì." Sento quasi una fitta allo stomaco per quello che ho appena detto. Ma dovevo dirlo, per quanto faccia male, devo farlo.
Vedo che mastica una patatina nervosa. Prima di rivolgermi di nuovo il suo sguardo sospira.
"Dean sta morendo." 
Ed il mondo mi cade addosso.
Scatto dal letto e vado verso di lei. "COSA VUOL DIRE CHE DEAN STA MORENDO?" Urlo in preda al terrore. Immagini di Dean insanguinato, morto, dilaniato, pallido.. mi passano davanti agli occhi, una per una.
"Vuol dire, che Dean STA morendo. E vuol anche dire che io non lo so. Sam non mi ha detto nulla, sai sono un demone Castiel." Si indica fiera. "Non mi dicono tutto. Mi ha solo detto che avrei dovuto trovarti e portarti da loro. Dean vuole vedere te."
Assimilo ogni parola, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
"Io.. non posso andare. Non.. posso." Dico con voce tremante. E quasi me ne vergogno.
"Castiel sul serio?" La vedo incarnare un sopracciglio mentre prende un'altra patatina portandosela alla bocca.
"Si, Rub-" Vengo interrotto da lei che mi mette una mano davanti al viso.
"Non me ne frega un cazzo Castiel. Mi hanno detto di fare una cosa, ho anche rischiato il culo per farla. Quindi ora tu ci vai. Chiuso il discorso." Sto per replicare quando ricomincia di nuovo a parlare.
"E poi davvero vuoi lasciare che Dean muoia con il desiderio di volerti vedere?"
"Smettila di dirlo." Scatto.
"Ma davvero Dean vuole vederti." Mi risponde lei confusa.
"Non quello!" Le rispondo ancora un po' irritato. "Smettila di dire che Dean sta morendo."
"Senti, perchè non ci vai e basta? Tu sei un'angelo del signore o quello che ti pare, puoi salvarlo." Mi dice seria. "E guarda che è contro di me che sto andando in questo momento. Perchè che Dean muoia o meno non mi frega poi così tanto." 
Le lancio un'occhiataccia prima di sedermi di nuovo sul letto.
"Non credo sia una buona idea. Io se sto lontano da loro è per proteggerli. Non per altro." Dico. Ormai insicuro anche delle mie parole, ormai sembra aver perso significato qualsiasi cosa.
"Tanto Dean sta morendo lo stesso, e come ti ho già detto tu potresti salvarlo."
La guardo cercando qualcosa da dire. Sto per risponderle quando la suoneria di un telefono ci interrompe. 
Vedo Ruby prenderlo dalla sua giacca. "E' Sam. Io vado un attimo fuori, tu.. vatti a fare una ripulita oppure sta fermo lì, fai come vuoi insomma. Tra poco partiamo." Ed esce sbattendo la porta. Rimango solo con i miei pensieri.
Sono solo, senza Dean.

Esco dalla stanza, mi allontano un po' per evenienza e rispondo al telefono.
"Sam?"
"Ruby ho letto il messaggio. Lo hai davvero trovato?" 
"Si Sam, ho fatto in tempo. Da poco è tornato dal mondo dei sogni."
"In tempo? Che vuol dire?" Mi chiede confuso. 
Perchè tutti mi rendono le cose difficili oggi?
"Niente Sam, poi ne parliamo. Lo hai detto a Dean?"
"No, non voglio rovinargli la 'sorpresa'. Ma cosa ha detto? Verrà?"
"Ehm, ho dovuto convincerlo e metterlo alle strette. Ma non dimenticare con chi stai parlando." Gli dico fiera di me stessa.
"Che cosa hai combinato Ruby?" Mi dice con voce di rimprovero.
"Mi stai davvero rimproverando? Dovreste ringraziarmi per quello che ho fatto bastardi. Fatti bastare che l'ho convinto a venire." Sbuffo.
"Si, scusa. Hai ragione."
"Wooow, questa è bella. Comunque, non perdiamo tempo. Dove dobbiamo preparare questo appuntamento tra i due fidanzati?"
"C-cosa?" Lo sento quasi strozzarsi.
"Sam mi sembri Castiel quando ti comporti così. Sto solo scherzando."
"Ah." Sospira. "Potremmo farli vedere nel capanno in cui si sono visti per la prima volta."
"Sam sicuro che tu non mi abbia preso sul serio? Cos'è tutto questo.. sentimentalismo?" Faccio una smorfia di disgusto.
"Sta zitta Ruby! Era solo un'idea."
"Trovati un caso da svolgere, o inventatene uno e portaci il culo di tuo fratello. Mettiamoci d'accordo per il motel e li facciamo incontrare lì."
"Mmh, d'accordo. Vedo cosa posso fare e poi ti aggiorno."
"Okay."
Chiudo la chiamata e torno in camera, trovando Castiel nella stessa posizione di come l'ho lasciato.
"Castiel?" Cerco di attirare la sua attenzione ma non ricevo risposta. 
Forse ho esagerato con la storia di Dean. Però in che altro modo potevo fare? Castiel sembra irremovibile. Ma ora sembra una carcassa. Okay perchè inizio a farmi tutti questi complessi sui sentimenti degli altri? Andiamo, non dovrebbe fregarmene nulla. Fanculo, penso. 
Sbuffo e gli vado davanti.
"Caaastiel! Torna tra di noi." Lo vedo alzare lo sguardo. 
"Che ha detto Sam?" Mi chiede serio.
Si riferisce alla salute di Dean, credo. Visto che ho iniziato questo 'gioco' tanto vale continuarlo.
"Nulla di nuovo. Gli ho detto che a breve saremo partiti per raggiungerli." Lo vedo annuire e guardare fuori la finestra assorto nei suoi pensieri.
Bene, ora inizia di nuovo a fare scena muta, che palle! Devo badare ad un'angelo depresso ricercato da tutto il paradiso. Cosa ho fatto di male per meritarmi questo? Okay, di male ne ho fatto, quindi non è il caso di porsi questa domanda.
Inizio a sentire l'imbarazzo di questo silenzio, fanculo, di nuovo.
"Castiel allora non vuoi ripulirti? Non vorrai mica ripartire così?"
Mi guarda inclinando il capo e in silenzio si alza andando verso il bagno. Lo seguo con gli occhi e sbuffo. Maledetto angelo!

Dean è uscito.
Per bere.
Tanto per cambiare.

Lo vedo prendere la giacca e aprire la porta. "Sam, vado a farmi un giro."
"..Cioè vai a farti un giro bevendo al bar quì sotto?" 
"Sì, è probabile." Mi ha sorriso. Uno di quei sorrisi che ti fanno venire voglia di prenderlo a pugni. Ed è uscito.
 

Continua a chiudersi in sè stesso. In fondo ne hanno passate tante assieme. Castiel lo ha salvato dall'inferno e si è ribellato per lui. Dean è un tipo che queste cose non le dimentica. Castiel ha preso a cuore Dean, e Dean ha fatto lo stesso. Castiel era diventato parte della famiglia e ormai Dean senza Castiel non è più Dean. 
Sospiro preoccupato. E' uscito da circa un'ora. Se arriva sbronzo lo prendo a calci in culo.
Io sono al pc, sto cercando un caso per portare Dean da qualche parte e poter dare a Ruby le coordinate. Spero solo che tutto questo funzioni, lo spero davvero.
Vibra il telefono sul tavolo facendomi saltare; un messaggio.

Ruby:
"Capellone hai trovato qualcosa? Non so più che inventarmi con l'angelo. Senza contare che non sono una baby-sitter."
[16:33]

To Ruby:
"Non c'è molto in giro, in verità. Castiel ti sta dando dei problemi?"
[16:35]

Ruby: 
"Ti ho detto di inventartelo un caso. Fa qualcosa! Comunque, non proprio. Ma non lo reggo più. Che tuo fratello se lo riprenda perchè glie lo mando a pezzi."
[16:46]

To Ruby:
"Mentre tu ti lamenti io credo di aver trovato qualcosa, non so bene cosa, ma me lo farò bastare. Chiamo Dean per dirglielo e ti faccio sapere tutto. Okay?
[17:01]

Ruby:
"Sì, d'accordo. Sbrigati!"
[17:05]

Faccio una smorfia leggendo l'ultimo messaggio. E' la solita Ruby.
Devo chiamare Dean, faccio scorrere i nomi della rubrica fino al suo.
Uno squillo, due, tre, quattro, cinque.. Stacco. Ovviamente non risponde. 
Sto per alzarmi e andarlo a prendere in quel fottutissimo bar con la forza, quando sento la porta aprirsi. Mi irrigidisco e prendo la pistola, quando vedo Dean mi tranquillizzo e la poso.
Sembra.. apposto!
"Dean?" 
Mi guarda. "Che c'è Sam?"
"Ti avevo chiamato ma non hai risposto."
Lo vedo prendere il telefono e vedere la chiamata. "Ah, scusa. Non l'ho sentito. Cosa volevi?" Chiude la porta e butta la giacca sul letto.
"Ho.. trovato un caso."
Mi guarda confuso e allarga le braccia. "Wow, è dov'è finito il abbiamo finito da poco di cacciare dovremmo riposarci? Eh Sam?" Mi dice ironico, ma sento che un po' di verità c'è.
"Se andare a caccia mi evita vedere che vai a sbronzarti nei bar, allora andiamo a caccia." Gli dico serio e anche un po' arrabbiato.
"Si, okay." Fa spallucce. "Dimmi di più."
Mi risiedo davanti al pc e dopo un po' mi raggiunge anche lui.
"Nove persone scomparse a Saint Louis nel Missouri. Le vittime erano tutte donne. Nessuna parentela tra di loro, niente in comune per ora. Sono scomparse tutte nello stesso posto." Guardo Dean per vedere se era con me o avesse la testa altrove, facciamo che era metà e metà. 
"Sì Sam, credo che vada bene." Si alza andando verso il borsone.
"Okay, quindi.. Andiamo?" 
"Sì, Sammy, andiamo." Mi rivolge un sorriso. 
Chiudo il pc e vado a sistemare anch'io le poche cose nel borsone, mettendoci dentro anche il pc. Nel giro di mezz'ora eravamo già per strada.
Ho controllato il motel più vicino e ho aggiornato Ruby di tutto. Sospiro preoccupato, voglio davvero che vada come deve andare. Ma ormai ho smesso di sperare che qualcosa di buono nella vita mia e di mio fratello possa capitare.

Appena ho letto il messaggio di Sam ho informato un Castiel assente da ore, della meta. 
Ho dovuto ricorrere a tutta la mia forza per evitare di spennare quell'angelo con le mie mani quando ha iniziato a farmi mille domande sul perchè dovessimo andare in macchina. Non so per quale motivo, Castiel ha deciso di stare zitto dopo il mio ennesimo "Castiel, andiamo in macchina, con calma. Basta domande, sali e sta zitto, prima che perda la pazienza." 
Non metterei mai a dura prova l'ira di un angelo, assolutamente. Ma Castiel è diverso. D'accordo, ora basta smancerie! 
Dopo un paio d'ore di silenzi imbarazzanti, e qualche "Siamo arrivati Ruby?" di Castiel, siamo finalmente arrivati. Mi sono dovuta fermare in una tavola calda con la scusa di avere fame, perchè Sam mi aveva detto che erano arrivati da poco e voleva fare le cose con calma. Ricevendo da Castiel infinite occhiatacce minacciose. Sinceramente questa cosa mi sta stancando parecchio, ma per chi mi hanno preso? Stupidi idioti! Appena vedo entrambi, faccio il culo a tutti.

Stavamo parcheggiando nel motel quando Ruby mi ha detto che erano arrivati da circa dieci minuti. Le ho detto di aspettare e di prendere tempo. Voglio fare le cose con calma, altrimenti Dean mi ammazza. Entriamo nella hall e prenotiamo una stanza. Entrati in camera, Dean butta il borsone su un letto ed io faccio lo stesso. Ora devo pensare a come gestire la cosa. Dean mi precede.
"Sam, vado a farmi una doccia. Sono esausto."
"Okay." E lo vedo sparire nel bagno. 
Decido di mandare un messaggio a Ruby.

To Ruby:
"Ruby, siamo in camera, Dean è andato a farsi una doccia. Credo che tra mezz'ora mi inventerò una scusa per uscire. Tu manda Castiel solo."
[01:57]

Ruby:
"Tutto chiaro cupido."
[02:03]

Vedo Dean uscire dal bagno, dopo un tempo che mi sembrava infinito. Lo seguo con gli occhi, lo vedo prendere vestiti puliti e sto per parlare quando Dean mi precede, ancora.
"Sam che hai? Perchè continui a fissarmi, è inquietante." Lo vedo bloccarsi, perdersi per un attimo, deglutire e poi guardarmi di nuovo.
"Nulla Dean. Comunque credo che uscirò a fare due passi." Mi alzo dal letto con calma andando verso la porta.
"A fare due passi?" Controlla l'orologio. "Sam sono le due e venti del mattino. Sei strano, lo sai?" 
"Dean ho solo bisogno di fare due passi." Cerco di essere quanto più naturale possibile.
"Va bene Sammy. Qualsiasi cosa, chiama." 
Annuisco ed esco dalla stanza, sospirando. Appena sono fuori dal motel mando un messaggio a Ruby.

To Ruby:
"Sono fuori."
[02:25]

Ricevo il messaggio di Sam e finalmente, cazzo!
Vedo Castiel seduto di fronte a me guardare altrove pensieroso.
"Castiel, andiamo?"
Gira la testa verso di me e si alza dal tavolo. Lascio dei soldi per pagare le patatine che ho ordinato, ho già detto che io adoro quelle cose?
Ci dirigiamo verso la macchina e in dieci minuti siamo sotto il motel. Spengo il motore e Castiel mi guarda. 
"Dean è quì?" Mi chiede visibilmente preoccupato.
"Sì, è lì. Forza, vai." Lo incito ad andare.
"Cosa? Tu non vieni?" Mi chiede confuso.
"No, per ora vuole vedere te. Quindi, vai in pace Castiel, andiamo, non ti voglio più tra i piedi."
Mi guarda e in un battito d'ali sparisce.
Ucciderò i Winchester, promesso.

Sam è strano. E' abbastanza tardi per uscire, mi sta facendo preoccupare. Vado verso il frigo bar per prendermi una birra. Mi piego per aprirlo e sento un fruscio d'ali familiare. Di colpo mi raddrizzo e rimango immobile senza muovermi. Se è un'altra delle mie illusioni, mi prenderò a schiaffi fino a farmi male. Trattengo il respiro per un po', sospiro e in una sola volta mi giro.
"Ciao Dean."
Lo vedo, solito trench, solita postura, soliti occhi blu inumano, solito Cas.
E il mio cuore perde un battito.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***


Era lì. Non era un altro stupido scherzo della mia immaginazione. Cas era lì, davanti a me.
"Dean." Dice di nuovo. 
"Cas." Lo dico con voce quasi udibile.
Resta fermo. Resta a guardarmi senza fare nulla. Nessuna espressione, solo silenzio.
"Sei vivo." Vorrei tanto poter nascondere il tremito della mia voce, ma non ci riesco.
"Anche tu, come vedo." Lo dice in modo freddo, arrabbiato. 
Come? Certo sono un cacciatore. Io e Sam rischiamo la vita tutti i giorni, ma non dovrebbe stupirsi più di tanto, no?!
"Certo che sono vivo Cas." E' una risposta stupida e non ha un minimo di senso. Devo davvero ricordarmi perchè quando c'è lui il mio cervello sembra andare il tilt.
"Oh. Quindi era tutta una scusa?" Dice nello stesso tono di prima. 
"Scusa? Scusa di cosa? E poi dove diavolo eri finito? Ti ho pregato ogni giorno, senza mai smettere. Pensavo fossi.. morto." Dico in prenda alla rabbia.
"Dean, ti avevo detto che dovevo starti lontano. Perchè continui a non capire? Lo faccio per proteggere te e Sam. E tu ti comporti come un bambino capriccioso. Facendomi addirittura credere che stavi morendo." Dice con la sua solita voce calma. Ma continua ad essere arrabbiato. E poi cosa? Io cosa avrei fatto? Okay, sono confuso.
"Io cosa? Castiel di che cazzo stai parlando?" 
"Dean tu non capisci la gravità della cosa. Hai mandato Ruby a cercarmi, mi hai fatto credere che tu stessi per morire solo per potermi vedere?" 
"COSA? CASTIEL IO NON HO FATTO UN BEL NIENTE. SE AVESSI SAPUTO DOVE TU FOSSI SAREI VENUTO IO, NON CI AVREI MANDATO RUBY." Gli urlo. "E poi Ruby? Lei è amica di.. Sam.." Figlio di puttana. Ecco perchè era così strano. Ecco perchè ultimamente era sempre con il telefono tra le mani. Il caso. L'uscire a fare due passi. Era tutto un piano di quei due. Fanculo Sam.
Vedo Castiel sospirare e guardare altrove. Sta per parlare. Ma un pensiero mi passa tra la testa e lo interrompo.
"Castiel, tu.. saresti venuto da me, solamente se io fossi in fin di vita?"
Vedo gli occhi di Castiel allargarsi per la sorpresa, ma è solo un attimo.
"Dean, pensavo stessi morendo. Ruby me l'ha detto. Mi ha detto che volevi vedermi e che avrei potuto salvarti." Dice con voce calma e irritante.
"E tu, saresti tornato solo per quella situazione? Castiel hai la minima idea di come io mi sia sentito in questi mesi? HAI LA PIU' PALLIDA IDEA DI COME IO SIA STATO? Non avevo tue notizie da mesi, ti ho pregato, ho urlato il tuo nome fino a perdere la voce. E ti bastava sapermi in fin di vita per portare il tuo culo quì?" Scatto.
"Ti ho sentito." 
Cosa?
"Tu che cosa?" Chiedo infuriato.
"Ho sentito le tue preghiere."
"E non hai mai pensato di venire? Non hai mai pensato che io avessi potuto avere bisogno di te? Non hai mai pensato che io avessi bisogno di vederti? Sentirti? O saperti vivo? No? Non ti è mai passato per la testa?" Scandisco ogni parola arrabbiato.
"Non potevo venire." Dice.
Questo non è Castiel. Questo non è il mio Cas. Questo semplicemente non è il mio angelo.

Siamo fuori ad una tavola calda. Io e Ruby.
"Credi che se la stiano cavando?" Le chiedo.
"Sam, ma ti fai tutti questi problemi per cosa?"
"Non lo so. Conosco Dean e sarà già arrabbiato perchè abbiamo fatto tutto questo alle sue spalle."
"Ehm, Sam, devo dirti una cosa." Sembra preoccupata.
"Dimmi." Mi giro verso di lei e la guardo confuso.
"Ti ricordi quando ti ho detto che ho dovuto mettere Castiel alle strette per convincerlo?"
"Si.." Ora inizio a preoccuparmi anch'io.
"Bhè per convincerlo a venire gli ho detto che Dean stava morendo e voleva vederlo." Dice tutto d'un fiato.
"COSA?" Urlo.
E scappa nella tavola calda. 
La seguo. La tavola calda è vuota. Non che mi aspettassi il contrario, è notte inoltrata. L'aria calda mi pervade, fuori si congelava. La vedo seduta ad un tavolo in fondo. La raggiungo e mi siedo davanti a lei.
"Sei impazzita Ruby?" Le urlo cercando comunque di tenere un tono basso.
"Senti Sam, Castiel era irremovibile. Non aveva nessuna intenzione di venire. E non credere che io abbia poi così tanta forza per affrontare un'angelo. Ho dovuto colpirlo in profondità."
Sospiro e cerco di calmare tutti i pensieri che mi passano per la testa.
"Ruby, non è quello il problema. Dean sta bene, e visibilmente non ha ferite. Quindi quanto pensi possa passare inosservato a Castiel questo?"
"Appunto. Castiel dirà che sono stata io a dirglielo e tuo fratello non ci penserà un attimo a farmi fuori." Dice sbuffando.
"E' stata anche una mia idea. Tranne la parte della presunta morte di Dean, sia chiaro." Dico con il sorriso cercando di alleggerire la tensione.
Dean sarà furioso quando tornerò in camera. Cerco di scacciare quel pensiero. Dean si stava distruggendo. L'ho fatto solo per lui.
"Vuoi ordinare qualcosa?" Le chiedo sorridendo.
"Sì, ho voglia di qualcosa di caldo. Sono pur sempre le tre del mattino." 
Le sorrido di rimando e faccio cenno ad una cameriera di avvicinarsi. 
"Due cioccolate calde, grazie." 

Mi siedo sul letto e vedo Castiel seguirmi con gli occhi. 
"Castiel, cosa ti è successo?"
"Dean mi stai facendo perdere la pazienza. Non capisci che sono ricercato dagli angeli? Non capisci che se ti sto vicino sei in pericolo? Che siete tutti in pericolo?" Agita le mani nervoso e arrabbiato.
Lo guardo e scatto dal letto. "Castiel capisci che non me ne frega nulla? Capisci che preferirei morire che saperti da qualche parte da solo a combattere e magari a morire?"
Mi guarda negli occhi, ha un'espressione triste. "Dean, ti prego."
"No Castiel, no. Questa volta no." Mi avvicino a lui. "Non posso lasciarti andare, ho fallito la prima volta. E ora tu sei quì. Sì, sono ancora arrabbiato per questo. Ma fosse l'ultima cosa che faccio, non ti lascio andare." Gli dico convinto.
Continua a guardarmi con quei suoi occhi di un blu immenso. 
Senza nemmeno rendermene conto, mi ritrovo ad abbracciarlo, a stringerlo a me come non ho mai fatto in vita mia. 
Lo sento irrigidirsi, mentre io continuo a stringerlo. Non riesco a staccarmi da lui. 
Respiro il suo profumo e cerco di memorizzare ogni minima cosa dell'uomo che sto abbracciando. Mi ero sentito così perso senza di lui. Pensavo fosse morto e ora, si, è quì tra le mie braccia, ma 'minacciava' di nuovo di scomparire e io sarei stato di nuovo solo.
Voglio dire, Sam è mio fratello, gli voglio un bene che solo Dio sà. Ma Castiel, Castiel è un'altra cosa. Io non lo so cosa. Ma so solo che non voglio passare un solo attimo di più senza il mio pennuto in trench.
Ad un certo punto lo sento rilassarsi e sento le sue mani sulla schiena. Sorrido per il gesto e Dio, quanto mi era mancato quello stupido angelo.
Lo sento staccarsi da me e lo guardo confuso.
"Cas?"
"Dean, non posso davvero restare. Per quanto io voglia farlo, non posso. Sono già rimasto troppo tempo."
Lo guardo e non ho nemmeno il tempo di replicare che Castiel è già sparito. Sento i miei occhi umidi. Mi passo una mano sopra per non lasciar cadere le lacrime. Non posso piangere.
Lascio cadere le braccia lungo i fianchi. Ho perso Castiel, di nuovo. Dinuovo ho lasciato che se ne andasse, senza poter fare nulla. Mi guardo attorno e leggo l'ora sull'orologio. Le tre passate. Ho bisogno di non pensare, è il mio primo pensiero va alla birra nel frigo, ma domani mattina non ho intenzione di svegliarmi peggio di come già non mi senta. Magari vado a dormire e basta, se ci riuscissi realmente. 
Sbuffo e prendo il telefono mandando un messaggio a Sam. Sono incazzato con lui e la sua schifosa amica demone. Incazzato nero. Quindi è meglio che  non si faccia vedere.

To Sammy:
"In qualsiasi posto tu sia, assieme a quella puttana. E' meglio che non torni, trovati un posto assieme a lei. Per ora voglio restare solo.
[03:49]

Spengo il telefono e lo butto nel borsone. Mi metto qualcosa per dormire, e mi dirigo verso il letto mettendomici dentro. Sarà una lunghissima notte. Come tutte le altre da quando Castiel ha abbandonato la mia vita.

Ruby mi stava raccontando di quando ancora non era un demone. Mi ha detto di ricordarsi tutto, di ricordarsi come si sentisse, di cosa provasse, cosa facesse. Aveva anche una vita carina. 
"Insomma mi stai dicendo che ti penti di essere un demone?" Le chiedo bevendo un altro sorso della cioccolata.
"Non proprio. Non fraintendermi, era bellissimo avere un'emozione. Come la felicità, la gioia, l'amore." Fa una smorfia di disgusto. "Ma ci sono anche tante altre cose. Come il dolore, la sofferenza. Ed essere demone è un po' una cura. Non senti più nulla. Il nulla completo. Nulla può scalfirti, niente può distruggerti." Mi dice in modo serio.
"Quindi, preferisci essere ciò che sei?" Sta per rispondermi quando il mio telefono squilla nella tasca della mia giacca. 
Lo prendo e vedo il messaggio. Perfetto.
"E' Dean.."
"Che ha detto?" Mi chiede in tono preoccupato.
"Di andarmene da qualche parte per stanotte. Vuole restare solo." Sospiro deluso.
"Vuol dire che.. Castiel è andato?" Chiede titubante.
"Non lo so Ruby. Ma non è niente di buono."
"Mi dispiace che il tuo piano non sia andato a buon fine. Credo." Cerca di essere gentile.
"Non preoccuparti. E' meglio che andiamo." Mi alzo dal tavolo lasciando i soldi per pagare le due cioccolate e mi dirigo verso la porta.
L'aria fredda della notte mi colpisce in viso. Qualcosa deve essere andato storto, forse Castiel ha scoperto tutto e si è infuriato. Non credo che abbia importanza a questo punto, Dean è arrabbiato e già immagino cosa mi aspetta quando domani ci rivedremo. Sento le scarpe di Ruby camminare sull'asfalto andando a colpire qualche pietrina di tanto in tanto. 
"Allora, cosa facciamo?" Mi chiede tranquilla appoggiandosi alla macchina con cui siamo arrivati fin quì.
"Dobbiamo trovare un altro motel dove poter passare la notte." Le rispondo.
"Io non ho bisogno di dormire."
"Meglio. Così almeno non dovrò dividere la stanza con te." Scherzo facendole un sorriso.
"Ammettilo che in realtà adori la mia compagnia." Apre lo sportello della macchina. "Comunque sali, che cerchiamo il motel."
Annuisco e salgo al posto del passeggero. 
Dopo mezz'ora di ricerca abbiamo trovato un motel più o meno vicino.
Ruby spegne il motore e scendiamo dalla macchina. Vado verso il bagagliaio e prendo il borsone.
Il cielo inizia quasi ad essere più chiaro, è quasi l'alba.
Entriamo nel motel e Ruby va verso la receptionist.
"Una camera doppia." Le dice annoiata.
La guardo confuso. Ha deciso di venire anche lei? Sorrido, almeno non sarò solo con i miei pensieri. 
Mi accorgo di essere rimasto troppo tempo a pensare quando Ruby mi sventola la chiave della stanza davanti agli occhi. 
"Sam, sveglia. Andiamo?"
"Sì, scusa."
Ci dirigiamo verso la stanza 207. Così è scritto sulla chiave. Entriamo nella stanza.
Una camera semplice, nulla di particolare. Pareti scure. E due letti che ad occhio è croce sembrano abbastanza scomodi. Butto il borsone su una piccola scrivania messa nell'angolo e mi stendo sul letto. 
"Io, sono stanchissimo. Mi faccio una doccia e vado a letto. Tu fai un po' come vuoi. Mmh?" Le dico mettendomi a sedere.
"Si, certo."
Mi alzo dal letto. Prendo i vestiti puliti dal borsone e mi chiudo nel bagno.
Mi spoglio ed entro nella doccia. Apro l'acqua e aspetto che si riscaldi. Quando l'acqua è abbastanza calda, mi ci butto sotto. I muscoli sembrano rilassarsi e un po' anch'io. Sono preoccupato per Dean. Immagino che oltre ad essere incazzato con me e Ruby, sia incazzato con Castiel. Non ho idea di cosa sia successo, ha parlato con Cas, questo è ovvio. Altrimenti non avrebbe saputo che ero con Ruby. Però voleva restare solo, quindi Castiel se ne è andato, di nuovo. E Dean si sentirà di nuovo in colpa per non essere riuscito a trattenerlo. Stupida testa calda.
Esco dalla doccia e mi avvolgo nell'asciugamano. Non posso uscire perchè di là c'è Ruby, e sinceramente la cosa è già abbastanza imbarazzante di suo. Così decido di asciugarmi e vestirmi in bagno.
Quando esco, trovo Ruby sull'altro letto a guardare una televisione piccola e vecchia che non avevo nemmeno notato quando eravamo entrati. 
"Sei pulito e profumato. Wow." Fa una smorfia mentre continua a guardare la tv.
"Sta zitta, okay?" Le dico in modo scherzoso anche se stanco.
Guardo fuori la finestra, ormai i primi raggi di sole dell'alba stanno apparendo. Ed io sono stanco morto.
Mi metto a letto e involontariamente mi scappa un "Buonanotte Ruby."
"Sam, smettila di fare la femminuccia."
Trattengo una risata e mi addormento, giurando di aver sentito un "Buonanotte anche a te Sam."

Mi agito nel letto, ancora e ancora.
Solito sogno. Vedo Cas e poi ci sono io che lo uccido. Non riesco a svegliarmi, continuo a vedere quella scena un infinità di volte. Ma non riesco a svegliarmi, non ce la faccio.

Allontanarmi da Dean è stato più doloroso di quanto avessi potuto immaginare. 
Cammino lungo una strada, ormai è l'alba, è un bel paesaggio, se non fosse che sono tormentato da i miei pensieri su Dean.
Quando mi ha abbracciato ho sentito un calore, mi sentivo a casa. Ma non posso metterlo in pericolo in questo modo. Sarei un'egoista. Eppure mi ha spezzato in tutti i modi in cui si può spezzare qualcuno, quando mi ha detto che aveva bisogno di me. Anch'io ho bisogno di lui, ho un disperato bisogno di lui. Certo, non lo ammetterò, non glie lo dirò. Non saprei come farlo, non sono bravo in queste cose. Ma non posso perderlo per stargli vicino. 
Mi fermo ad ammirare l'alba, ti diffonde così tanta tranquillità. Quando ad un certo punto lo sento.
Sento Dean.
Sta urlando.
E urla il mio nome.
Non è come le altre volte, è peggio. Sta.. davvero male.
Mi guardo intorno preoccupato.
Non posso tornare indietro, se arrivassero a trovarmi farebbero del male a Dean e io ne morirei.
Mi sta scoppiando la testa, la voce di Dean la riempe tutta. Ad ogni suo urlo del mio nome, il mio cuore si spezza. Cado in ginocchio mantenendomi la testa. Prendo un profondo respiro e mi materializzo.
Sono in piedi, nella stanza. Dean a letto. Si agita, è preso dagli spasmi e urla, mi chiama. Sta male, è il solito sogno, quello che non riesco a controllare, calmare, non riesco a vederlo. E mi sento così impotente davanti ad esso.
Con calma mi avvicino al letto inginocchiandomi davanti a Dean. Lo guardo con un'aria triste. Istintivamente gli metto una mano sulla guancia e lentamente lo vedo calmarsi. Continua a chiamare il mio nome, ancora ancora ancora, senza fermarsi. Credo di non aver sofferto mai così tanto, mi sento a pezzi. Sento il dolore di Dean entrarmi dentro, fino a logorarmi, fino a distruggere ogni parte di me. 
E a quel punto, lo capisco.
"Dean.. sono quì, sono con te." Gli sussurro accarezzandogli i capelli. 
"E' tutto okay Dean, ci sono io con te e ti prometto che questa volta non ti lascio più."
Dean si ferma completamente. Smette di chiamarmi, smette di urlare, smette di avere gli spasmi. Ritraggo la mano preoccupato. Quando apre gli occhi e punta i suoi occhi verdi nei miei. 
"Cas." Mi sussurra.
Nell'esatto momento in cui i nostri sguardi si sono incrociati sentivo che tutti i pezzi erano stati messi al loro posto
Ed era vero. Eravamo insieme, e solo ora era davvero tutto okay.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


Di scatto mi metto a sedere e vedo Castiel seguirmi con lo sguardo. Sono sudato, nervoso, agitato. Non riesco a pensare lucidamente. Guardo Castiel.
"Cas! Cas. Cas. Cas." Dico senza fermarmi nervoso.
Castiel si alza e si siede sul letto.
"Dean basta, è finita. E' tutto okay." Mi dice con voce dolce e calma.
Gli prendo il viso tra le mani, toccandoglielo. Poi passo alle spalle e infine al petto. Dove nel mio sogno lo trafiggo. 
"Cas." Continuo a ripetere.
"Dean, smettila. Sono quì. Sono io." Continua a dirmi gentile.
"Cas, sei tornato. Sei tornato da me." Lo guardo negli occhi. 
"Sì, Dean." Mi sorride.
"Quindi.. cioè.. ora.. resti.. resti con me?" Dico a fatica. Ho paura della risposta. Ho paura di un 'No'. Non potrei reggerlo ancora.
Lo vedo annuire e gli rispondo con il mio miglior sorriso.
"Ora, puoi gentilmente tornare a dormire? Ne hai bisogno." Mi dice, sembra quasi che stia scherzando.
"E se.. dovessi andartene mentre io dormo?" Mi acciglio pensandoci. La cosa è molto ridicola, fa molto da Samantha. Ma ho paura ok? Ho, ancora una volta, Castiel quì con me. Non posso permettermi di lasciarmelo scappare, ancora.
"Dean, non me ne vado okay? Fidati di me, per favore. Non me ne andrò. Ma tu hai bisogno di dormire. Quindi, prima che ci pensi io, dormi." Me lo dice in modo davvero serio.
"D'accordo capo." Faccio un saluto con la mano e mi rimetto steso su un fianco. Castiel si alza dal mio letto per mettersi sull'altro. Quello di Sam. In fondo, è tutto grazie a lui se adesso, in questo istante, sto guardando Castiel difronte e a me. Certo, sono ancora incazzato per aver fatto tutto questo assieme a Ruby, per avermi mentito e per aver detto che ero in fin di vita. Mi ricorderò di ringraziarlo dopo averlo preso a pugni. 
"Deeaan!" Dice Castiel con tono di rimprovero.
Ridacchio e chiudo gli occhi. Sospiro e mi addormento.
Questa volta, senza incubi.

Apro gli occhi con calma, vedo il soffitto e mi giro verso Dea- oh. E' Ruby.
Avevo dimenticato il 'litigio'.
Mi strofino gli occhi e prendo l'orologio sul comodino per vedere l'ora. Sono quasi le sette.
Mi siedo sul letto e prendo il telefono. Nessun messaggio, nessuna chiamata.
Non che non me l'aspettassi, ma un po' ci speravo. Do' un'altra occhiata a Ruby che dorme sull'altro letto. Visto che non mi riaddormenterò, tanto vale alzarsi e andare a fare colazione.
Mi alzo e prendo i vestiti puliti da mettermi, per poi sparire nel bagno.
Esco dopo qualche minuto e facendo attenzione a non fare rumore esco dalla stanza per dirigermi ad un bar. E' un bar a qualche kilometro dal motel. Apro la porta e l'odore del caffè e della pasta sfoglia mi riempiono le narici. E' un po' affollato. Tutte persone che prima di prepararsi ad affrontare una giornata di lavoro si concedono un po' di pace.
Adocchio un tavolo in fondo, lo occupo prima che qualcuno possa farlo al mio posto e chiamo una cameriera per ordinare. E' una ragazza, penso abbia sui 25 anni, è bionda ed ha due occhi color nocciola. Arriva mostrandomi un sorriso gentilissimo.
"Come posso aiutarla?" Mi chiede aprendo il libretto dove probabilmente scrive le ordinazioni.
"Un caffè dolce e.." Mi sporgo un po' a guardare il bancone dei dolci per vede cosa c'è e poi decido "E mi porti un brioche semplice." Le sorrido.
"Perfetto. Aspetti qualche minuto e avrà quello che ha ordinato." Finisce di scrivere la mia ordinazione e poi sparisce tra la folla. 
Mentre aspetto continuo a pensare a Dean. Non l'ho mai visto così abbattuto, così chiuso. Sì, Dean è chiuso con tutti per qualsiasi cosa. Ma questa volta è diverso, questa volta è come se questa cosa faccia paura anche a lui. Così decido di mandargli un messaggio, ho bisogno di aiutare mio fratello. Molte volte, quando io avevo bisogno di lui, lui c'era. SEMPRE. C'era da quando avevo sei mesi. Non ho potuto aiutarlo, e in realtà non si è nemmeno voluto far aiutare, quando aveva venduto la sua anima per me. Quindi, se posso, voglio farlo ora. Prendo il telefono e digito un messaggio per Dean.

To Dean:
"Appena puoi, ti prego, chiamami e vediamoci al nostro motel. Ho bisogno di parlarti!"
[07:40]

Riposo il telefono nella giacca giusto in tempo che vedo arrivare la dolce cameriera di prima con il mio caffè e la mia brioche.
"Ecco la sua ordinazione." Posa entrambi sul tavolo. "Spero sia di suo gradimento e che torni a trovarci." Sorride e mi dice gentile.
E' davvero una ragazza dolce.
"Ti ringrazio." Le sorrido di rimando. Guardandola sparire di nuovo tra la folla, mentre io comincio a gustarmi la mia colazione.

Ho vegliato su Dean tutto il tempo, senza mai smettere. Mi sembra che abbia dormito meglio, sì decisamente. 
Ora sono sicuro che non me ne andrò, non ci riesco. L'idea di Dean che soffre è marchiata a fuoco nella mia testa e non esiste niente al mondo che mi permetterà di vederla con i miei occhi una scena simile. Rimarrò con lui. Gli ho promesso che sarei rimasto. Mi sento particolarmente bene quando sono con lui, ma non riesco a capire perchè. Però prima che si svegli vorrei andare da Sam. Devo capire perchè hanno fatto una cosa simile, non capiscono che io lo faccio per tenerli al sicuro? 
Do' un'ultima occhiata a Dean prima di alzarmi dal letto dove sono rimasto tutto il tempo e materializzarmi nel motel dov'era Sam. Ma la mia sorpresa è trovare solo Ruby che sobbalza appena mi vede.
"Castiel, cazzo." Mi lancia un'occhiata minacciosa. "Non sono come Dean. Io non sono abituata ai tuoi svolazzamenti da un posto all'altro chiaro?" Sospira per lo spavento.
La guardo male, sono arrabbiato per avermi mentito. Ma in fondo, non sono proprio arrabbiato per questo. Sono arrabbiato perchè mi ha fatto credere che Dean stesse morendo, che io lo stavo lasciando solo in quel momento, che io non c'ero per aiutarlo,  che lo avrei perso per sempre. E' per questo che sono arrabbiato, ma non lo ammetterò mai.
"Sei quì per uccidermi? Castiel lasciami spiegare. Non fare nulla di cui potresti pentirtene ok? Volevo solo aiutare te e il cocciuto di Dean." Mi dice semplicemente anche se c'è una nota di preoccupazione dietro la sua voce. 
"No Ruby. Voglio solo parlare." Squadro la stanza. "Dov'è Sam? Deve esserci anche lui." Gli dico.
"Non lo so, quando mi sono svegliata già non c'era. Posso provare a chiamarlo." La vedo cercare il telefono e dopo qualche minuto lo trova chiamando Sam.

Sono uscito dal bar una decina di minuti fa'. Ora sto camminando senza una meta precisa. In realtà vorrei andare al motel. Dean non mi ha risposto. Quindi a mali estremi, estremi rimedi. Ad un certo punto il mio telefono squilla. Dio, ti ringrazio. Velocemente prendo il telefono e rispondo.
"Dean, finalmente." Dico quasi contento.
"No Sam, sono Ruby."
"Oh.. Scusami, pensavo fosse Dean." Le dico deluso. 
"Sì. Bhè senti, dovresti venire quì." Mi dice, sembra preoccupata.
"Ora? Perchè?" 
"E quando domani?! Sì Sam ora. Ne va della mia vita." 
Cazzo, cosa succede? Merda!
"Sto arrivando Ruby."
Corro più veloce che posso. Demoni? Angeli? Potrebbe essere qualsiasi cosa. Sento il fiatone ma appena vedo l'insegna del motel cerco di correre più veloce. Entro e faccio le scale a quattro a quattro. Arrivo davanti alla porta e mi fermo, prendo la pistola dal pantalone puntandola avanti e sfondo la porta. 
"Ruby eccomi cosa succ-" Mi fermo vedendo Ruby tranquillamente seduta su una sedia e in mezzo alla stanza c'è Castiel."
"Sam, credo che quella cosa contro di me non faccia molto. Tuo fratello lo sa bene." Mi dice Castiel tra l'ironico e il serio.
Abbasso la pistola e sospiro.
"Ruby, questo sarebbe il tuo pericolo? CASTIEL?" Urlo.
"Sì Sam. Non dimenticare quello che abbiamo detto ieri." Mi dice facendo spallucce.
Roteo gli occhi, poso la pistola e poi mi concentro su Castiel.
"Cas..Dean, bhè, lui sa?" Dico sorpreso.
"Si Sam. Dean sa' che sono tornato." Mi dice in tono freddo.
"E dov'è allora? Perchè non ha voluto vedermi ieri?" Chiedo quasi triste.
"Perchè ieri notte io non c'ero. Abbiamo litigato." Si acciglia.
"E perchè ora sei dinuovo quì?" Chiedo confuso.
"Sam, è complicato. Ed ero venuto per fare io domande a voi, non per fare domande voi a me." Si siede sul letto guardandomi serio.
"Cosa? Che vuoi sapere Cas?"
"Perchè Ruby mi ha mentito, tanto per iniziare." Dice in tono arrabbiato.
Sta per rispondere Ruby quando io la interrompo.
"Cas, devi capire che Dean stava male. Ma male davvero. Non dormiva. Si svegliava in piena notte e non si riaddormentava più. Cacciava, cacciava ininterrottamente. Era monotono, faceva le cose proprio perchè doveva. Era diventato.."
"..Un robot." Continua lui la frase con una voce tremendamente triste.
Annuisco sofferente.
"Dovevamo fare qualcosa. IO dovevo fare qualcosa. Sai dopo quanto tempo mi ha raccontato la ragione di tutto ciò? L'ho dovuto supplicare, pregare e non è bastato. Perchè tu, tu non c'eri. Sì, Dean è mio fratello. Ma non ho nessun legame profondo con lui. Non riesco a capire i suoi pensieri guardandolo negli occhi. Posso capire quando qualcosa non va', quando sta male. Ma non posso.. ancora capirne il motivo." Dico quasi geloso del loro legame. "Si è sbronzato e me lo ha confessato quando tu eri già sparito da qualche mese. Per giorni, settimane, mesi, sono stato in pensiero per mio fratello e quando finalmente mi ha raccontato che eri tu la causa di tutto ciò, non potevo restarmene con le mani in mano. E' l'unica famiglia che ho." Gli dico con le lacrime agli occhi.
Mi sta guardando in modo dolce e sta per cominciare a parlare quando lo interrompo.
"No Castiel, fammi finire. Lo so che lo facevi per noi. Lo so che tutto quello che hai fatto è per tenerci al sicuro e per proteggerci, okay? Lo so. E amico, non sai quanto ti sono grato per la tua lealtà nei nostri confronti. Ma.. Dean ha bisogno di te. Dean ha troppo bisogno di te. In un modo così a me sconosciuto. In un modo così sbagliato, così doloroso. Ma è questa la verità. Dean ha.. solo bisogno di te. E tu non me lo puoi lasciare marcire nella sua merda, da solo. Perchè ti verrò a prendere a calci in culo pure in Paradiso se necessario." Gli dico quasi arrabbiato.
"Sam io-" Comincia a parlare.
"No Castiel non iniziare a dire che tu hai i tuoi doveri, che sei un'angelo del paradiso, che devi proteggerci e stronzate simili, ok? Perchè io e Dean rischiamo la vita ogni giorno e un problema in più non ci spaventa. Ma tu non puoi andartene. Non puoi lasciarmi Dean in quelle condizioni. Non ora che l'ho riavuto, PER MERITO TUO. Non puoi buttarmelo di nuovo all'inferno. Anch'io ho bisogno del mio fratellone." Comincio a sentire le lacrime rigarmi il viso.
"Sam, se tu mi lasciassi parlare io ti direi che non ho intenzione di andarmene." Mi dice dolcemente.
"Cosa?" Sgrano gli occhi per la sorpresa. "..Quindi non te ne andrai più?" Gli chiedo con un tono da sembrare quasi un fottuto bambino. 
"No, non me ne andrò più." Mi dice sorridendomi.
"Grazie Cas." Gli sorrido di rimando.
"Sentite ragazzi, tutto ciò è stato davvero davvero davvero ridicolo. E sto per vomitare. Ora avete finito di.. aprire i vostri cuori? Posso smetterla di avere gli sforzi di vomito?" Dice Ruby con aria disgustata.
"Ah, Cas, l'idea della morte di Dean è esclusivamente di Ruby, io non ne sapevo nulla. Voglio precisare." Dico ironico e facendo un sorriso soddisfatto a Ruby.
"Che figlio di puttana." Mi dice incazzata. "Dai Cas, tanto ora Dean è con te, sta bene. Non c'è bisogno che mi mostri la tua ira." Dice scherzosamente.
"Non riprovarci più. Perchè altrimenti sei morta." Dice Castiel serio.
"E' chiaro Cassy." 
"Ora devo tornare da Dean. Quindi devo andare." 
"Castiel, prima di andare.. puoi dire a Dean di.. parlare con me?" Gli dico quasi implorando.
"Sì Sam, non preoccuparti. Dean ti vuole bene, capirà e ti perdonerà."
"Grazie di nuovo Cas." 
Mi sorride e sparisce lasciando solo me e Ruby nella stanza.

Mi sveglio con calma ed era tanto tempo che non dormivo così tranquillo. Da quando.. da quando Castiel se ne è andato.
Cas.
Mi metto seduto e guardo l'altro letto.
Vuoto.
Squadro la stanza.
Vuota.
Di scatto mi alzo e vado nel bagno "Cas, sei lì?"
Vuoto.
Vuoto.
Vuoto.
Era tutto vuoto. Cas, non c'era.
Mi metto le mani nei capelli e sento le lacrime scendermi giù dal viso. "Bastardo! Bastardo figlio di puttana me lo avevi promesso. Mi avevi promesso che non te ne saresti andato." Urlo al vuoto. Do' un calcio alla sedia dov'era il borsone. Butto la bajour che era sul comodino verso il muro che si frantuma in mille pezzi, un po' come il mio cuore. Vado nel bagno e comincio a prendere a pugni lo specchio sopra al lavandino fino a ritrovarmi le mani zuppe di sangue. Le lacrime scorrono ancora lungo il viso e esco dal bagno a pezzi, dentro e fuori. Mi appoggio al letto e mi vedo le mani piene di sangue e ricomincio a piangere. "Sei un bugiardo Castiel. Sei un bugiardo!" Continuo ad urlare nel vuoto nascondendo la testa tra le gambe e le braccia.
Poi lo sento.
Sento quel fruscio d'ali.
Alzo la testa e lo vedo. Castiel è lì. In mezzo alla stanza.
Si guarda attorno e poi guarda me. "Dean che succed-"
Gli vado addosso e lo stringo a me, singhiozzando nella sua spalla.
"Cas." Dico tra un singhiozzo e l'altro.
"Dean, oddio. Dean che è successo?" Mi chiede preoccupato. Ringraziandolo mentalmente per non staccarsi da me.
Sospiro senza staccarmi da lui e poi comincio a parlare cercando di calmarmi.
"Io mi sono svegliato e tu non c'eri. Cas, tu non c'eri." Ricomincio a piangere come una femminuccia. Lo stringo ancora, stringo nei pugni ancora pieni di sangue il trench del mio angelo.
"Dean, mi dispiace. Non ero andato via. Ero andato da Sam. Io.. Dean, calmati okay? Sono quì ora. Sono con te." Mi stringe anche lui sussurandomi quelle parole dolci all'orecchio.
Tra le sue braccia pian piano mi calmo. Mi rendo conto che è lì, con me. Così con una mano mi asciugo le lacrime e mi stacco da Castiel.
"Va meglio Dean?" Mi dice sorridendomi.
"Sì, Cas. Ora va meglio." 
Mi guarda le mani le mani insanguinate.
"Dean.. le tue mani." Si acciglia.
"Cas, non è niente. Vado a lavarle, okay?" Gli dico sorridendogli.
Vado subito nel bagno e sotto i piedi i vetri rotti si frantumano di più e sento Castiel venire da me.
"Dean che cosa-" Guarda il pavimento pieno di vetri. "Oh." Mi guarda confuso.
"Cas, lascia stare. Pagherò anche questa roba. Mmh?" Gli dico aprendo il rubinetto e cominciando a lavare le mani dal sangue.
"Dean, perchè non parli con tuo fratello?"
Mi blocco.
"Castiel, perchè vuoi discutere?" Gli chiedo cercando di restare calmo mentre chiudo il rubinetto e mi asciugo le mani sull'asciugamano.
"Dean, non voglio litigare, voglio solo che tu vada a parlare con Sam." Mi dice appoggiandosi alla porta.
"Ed io non andrò, chiusa la discussione." Gli passo davanti buttandogli l'asciugamano sul petto.
Lancia l'asciugamano su un letto e mi raggiunge.
"Dean, tuo fratello lo ha fatto per te. Non puoi-"
"Castiel basta. Peccato che tu appena arrivato mi abbia scaricato tutte le colpe addosso. E adesso che fai? Lo difendi. Wow, grandioso!" Allargo le braccia ridendo nervosamente.
"Dean." Mi dice con quella sua voce calma.
"Che c'è Cas?" Non mi rendo conto di aver abbassato il tono di voce.
"Ti siedi e parliamo cinque minuti? Senza che scoppi?" Mi dice corrugando la fronte.
Sbuffo e mi vado a sedere sul letto. "Mmh, allora?"
"Ho parlato con Sam." Mi dice tranquillo.
"E me lo hai già detto Cas." Gli rispondo annoiato.
"Intendo, ho parlato con Sam, di te. Mi ha parlato di te." 
Mi blocco. Sento che il cuore mi sta per scoppiare dal petto.
"No, Dean, non fare così ora. Lo so che ora sei ancora più arrabbiato con Sam perchè ti senti messo in piazza." Si ferma un attimo.
Eccolo lì. Non capirò mai come ci riesce. 
"Cas, io mi sento messo in piazza tutte le volte con te." Gli sorrido. "Ma non è questo il punto. Sam non avrebbe dovuto parlartene."
"Sono stato io ad andare da lui a chiedergli spiegazioni." Mi dice serio.
"Spiegazioni? Avevi bisogno di qualche spiegazione Cas?" Gli dico alzando di poco il tono.
"No Dean, avevo bisogno di capire. E ho capito." 
"Oh grazie Sherlock, ne sono davvero contento." Mi alzo dal letto più nervoso di prima.
Castiel mi blocca con il braccio e ci ritroviamo uno ad un palmo dall'altro. Mi guarda negli occhi e io mi perdo nei suoi occhi blu.
"Dean, ho davvero capito. Ho capito solo ora. Non riesco ad andarmene più da te, Dean." Mi dice guardandomi con quella sua aria da cucciolo indifeso.
Trattengo il respiro, non può dirlo ok? No, non può.
"Dov'è Sam?" Cambio argomento velocemente.
"In un motel assieme a Ruby." 
"Ben- Cosa? Assieme.. a Ruby? Cioè.. nella stessa stanza?" Alzo la voce.
"Quando sono arrivato, c'era solo Ruby." Mi dice pensieroso. 
"Okay." Mi passo una mano sul viso nervoso. "Mi preparo e andiamo lì, d'accordo?" Mi rivolgo a lui.
Vedo Cas sorridere leggermente e annuire.
Prendo dei vestiti puliti dal borsone e vado in bagno.
Mi vesto e esco fuori dal bagno, trovando la stanza perfettamente in ordine e girandomi noto che anche il bagno è messo a posto.
"Aspettavo che uscissi per riparare anche quello."
Gli sorrido.
"Non dovevi."
"Se potevo aiutare, perchè non avrei dovuto?" 
"Grazie Cas."
Prendo le chiavi dell'impala, prendo il borsone e lo metto in spalla.
"Andiamo?" Apro la porta della stanza e lo vedo seguirmi. 
Usciamo fuori dal motel e ci dirigiamo verso il parcheggio. 

Sono contento che Dean abbia deciso di andare da Sam. I comportamenti umani sono strani, ma tutto ciò che voleva fare Sam era aiutare Dean.
Mentre ci dirigiamo verso la macchina una voce alle nostre spalle inizia a parlare.
"Castiel, di nuovo con l'umano." Di scatto mi giro e vedo Uriel.
"Non impari mai eh?" Fa scivolare la lama lungo la mano.
Istintivamente mi metto davanti a Dean.
"Non.. ci provare nemmeno Uriel." Gli dico a denti stretti.
"Abbiamo un conto in sospeso noi due. Non è corretto scappare Castiel, lo sai? Sei un vigliacco." Sputa.
"Sta zitto coglione alato. Cas, non dargli retta." Mi dice Dean cercando di farsi avanti, ma non glie lo permetto.
"Ohoh, la scimmia lì, vuole partecipare. Dimmi un po' vuoi vedermi mentre uccido Castiel o preferisci farti avanti per primo?" 
"Uriel, non provare nemmeno a toccarlo." Faccio scivolare la lama nella mia mano.
"Vedi?" Ride. "Quando si tratta di quell'umano non ti fai scrupoli a combattere."
"Cas non dev-" Inizia Dean.
"No, Dean, non parlare." Gli dico facendolo sembrare un'ordine. "Prova solo a toccarlo e ti ucciderò." 
"Bene. Questa è la tua natura Castiel, falla uscire fuori." Schiocca le dita e sento Dean gemere dietro di me.
"DEAN, NO!" Mi giro e lo vedo sputare sangue mentre si mantiene lo stomaco con le mani. 
"C-Cas.. non.. pensare a me.." Cade a terra dolorante. Di scatto mi giro verso Uriel con la rabbia negli occhi.
"Vai Castiel, combatti, ora." Mi dice con aria di sfida.
Mi avvicino a lui con la lama spianata. Cominciando a sferrare colpi, uno dietro l'altro. Ma il mio pensiero va a Dean, che continua a gemere di dolore dietro di me. Non vorrei combattere, davvero. Non è cambiata la mia etica morale, ma non doveva toccare Dean. E' stato un grosso sbaglio.
Purtroppo Uriel è bravo a combattere e la mia distrazione non mi aiuta.
Mi riprendo giusto in tempo dai miei pensieri per bloccare con una mano il colpo di Uriel mentre con l'altra lo pugnalo al petto. 
"Ti avevo.. detto di non toccarlo." Dico senza rimorso, solo con tanta rabbia. 
Estraggo la lama impregnata di sangue e lascio cadere il corpo, quando emette una luce abbagliante e si vanno a formare due ombre nere, le sue ali.
Lascio cadere la lama e corro verso Dean.
"Dean.. Come stai?" Gli chiedo preoccupato.
"Sto.. meglio, ora." Tossisce ancora un po' dolorante.
Appoggio una mano sulla sua spalla guarendolo del tutto. Si alza e lo vedo guardarmi e alzare il viso con un'espressione che voleva intendere un "Grazie, Cas."
Lo guardo e abbasso il capo.
"Dean.. mi dispiac-" Vengo interrotto da Dean.
"Cas, io sto bene e" Guarda verso Uriel. "Quel figlio di puttana è morto, okay? E' finita." Mi sorride. "Ora è meglio che andiamo, prima che qualcuno ci veda." Ed inizia ad andare verso la macchina.
Annuisco e lo seguo.
Apro la portiera del passeggero ed entro dentro l'impala, mentre lui si mette al posto del giudatore. Mette in moto riempendo la macchina con una canzone, troppo alta di volume per capire anche cosa dica.
Lo vedo spegnere la radio e confuso inclino il capo verso di lui.
"Ehm.." Guarda avanti verso il parcheggio. "Non ho bisogno della musica, ora. Preferisco il nostro silenzio, Cas." Mi dice semplicemente.
Accenno un sorriso e usciamo dal parcheggio dirigendoci verso il motel dove Sam ha passato la notte.
Dopo qualche minuto arriviamo sotto il motel, Dean mi guarda.
"E' questo Cas?" 
"Sì Dean."
"Ok, andiamo."
Spegne l'auto e apre la portiera. Quando ad un tratto io lo prendo per un braccio ricevendo in cambio la sua espressione confusa.
"Non.. è meglio se vai solo tu Dean?" Gli dico tranquillo.
"C-cosa? Certo che no, Cas. Tu vieni." Mi dice alzando il tono.
"Dean, dovete risolvere questa cosa tra di voi, io non c'èntro. Vai tu, io aspetterò qui." 
Lo vedo guardarmi non molto convinto, ma annuisce ed esce dalla macchina, dirigendosi verso il motel lanciandomi qualche occhiata di tanto in tanto.

Non mi piace l'aver lasciato Cas lì. Da solo. Sì, è una cosa che dobbiamo risolvere io e Sam, ma le smancerie avremmo potuto rimandarle a dopo no? Assorto nei miei pensieri non mi sono accorto di essere arrivato alle scale, senza nemmeno sapere il numero di stanza. Così prendo il telefono dalla tasca.
E' spento. Lo accendo aspettando qualche minuto sbuffando.
Trovo messaggi e chiamate che decido di ignorare e chiamo Sam.
"Pronto?! Dean..?!" Mi dice sorpreso.
"Sono nel motel. Qual è il numero della stanza?" Gli dico frettoloso e freddo.
"Tu.. cosa? Oh.. Stanza numero 207 secondo piano.." 
"Ok, arrivo." Stacco velocemente e salgo le scale.
Arrivo davanti alla stanza che segna "207." busso e dopo qualche minuto mio fratello mi apre. 
Entro nella stanza e l'occhio mi cade subito su Ruby, seduta su un letto con la sua solita faccia da strafottente.
"Dean.." Mi dice mio fratello.
"Sam." Gli dico in modo freddo continuando a guardarmi attorno.
"Si, ciao anche a te bellezza." Mi dice Ruby in modo ironico. Le lancio un'occhiataccia che avrebbe potuto fulminarla se solo avesse potuto. 
La vedo alzarsi. "Okay, chiaro. Vado fuori e vi lascio a parlare da soli." Rotea gli occhi e si dirige verso la porta mentre io la blocco bruscamente per un braccio. 
"Prova ad avvicinarti a Castiel e sei morta." Le sussurro all'orecchio minacciandola.
Si libera dalla mia presa. "Questo è il ringraziamento, coglione idiota." Mi dice irritata uscendo dalla stanza sbattendo la porta.
Guardo verso Sam sospirando.
"Dean.."
"Sam." Gli faccio da eco in modo ironico.
"Lo so che sei arrabbiato Dean, lo so."
"Lo sai? Lo sai? Tu non sai proprio un cazzo Sam. Non dovevi permetterti. E poi, chiedendo aiuto a Ruby? Sai che non sopporto quel demone Sammy!" Dico incazzato. 
"Dean, invece lo so e mi dispiace. Ma io dovevo fare qualcosa. Sei mio fratello e.. ti stavi uccidendo Dean. Io.." Sospira e alza il capo verso il soffitto prima di guardarmi di nuovo. "Tu da quando avevo sei mesi, sei mesi Dean, mi hai protetto, non mi hai mai fatto mancare nulla e ti.. sei addirittura sacrificato per me, sei andato all'inferno. E non ti sei fatto aiutare, perchè tu non ti fai mai aiutare Dean. Ma questa volta potevo fare qualcosa, Dean, potevo aiutarti. Ti ho fatto arrabbiare, sì, ma è grazie a me se Castiel ora è con te." Dice quasi tutto d'un fiato.
"Sam io no-" Mi blocca senza nemmeno farmi iniziare.
"No Dean, aspetta. Guardati." Dice quasi euforico.
Lo guardo confuso. 
"Dean guardati. Sei.. riposato. Dean hai dormito. Non hai nessuna occhiaia, nessun viso da incubo che ti ho visto negli ultimi mesi. Nessuno scatto di rabbia. Non puzzi di alcool di prima mattina. Questo non c'èntra con il fatto che il nostro amico sia giù? Che sia venuto con te?" Mi dice come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
Sto per parlare quando Sam ricomincia a parlare.
"Ho sbagliato, ma l'ho fatto per te. Sei arrabbiato, lo so. Ma non biasimarmi per questo, perchè tu avresti fatto lo stesso." Mi dice con quel suo sguardo da cucciolo indifeso.
Gli sorrido, ha ragione. Avrei trovato un modo per aiutarlo, qualsiasi esso sia. Anche se non gli sarebbe piaciuto.
"D'accordo. Hai ragione." Allargo le braccia in segno di resa. "Ma non provare mai più a sputtanare i miei sentimenti a Cas, chiaro?" Gli dico quasi in tono di rimprovero mentre gli punto un dito contro.
Vedo Sam sorridermi e annuire trattenendo una risata.
"Bene." Gli dico scherzando in tono minaccioso.
"Idiota."
"Puttana."

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Capitolo 7
*** Capitolo 6. ***


Ruby spalanca la porta della stanza interrompendo il momento sentimentale tra me e Sam
"Ragazzi, mi dispiace disturbare i vostri discorsi passionali. Ma Dean.. c'è un problema." Mi dice mantenendosi alla maniglia della porta.
"Problema? Di che parli?" Mi acciglio.
"Castiel." Mi dice quasi in un sussurro.
"C-cosa?" Scatto verso di lei e la prendo per il colletto sbattendola contro la porta. "Che cazzo hai fatto a Castiel puttana?" 
Senza nemmeno ascoltarla la lascio e corro giù per le scale. Esco fuori dal motel e vedo l'impala. Avvicinandomi a passo veloce vedo la porta del passeggero aperta e il vetro del finestrino rotto. La mia baby
E Castiel? 
..Cas non c'è. E le peggiori immagini iniziano a formarsi nella mia mente.
Vedo uscire Sam e Ruby di corsa.
"..Dean." Mi dice Sam con la voce ancora affaticata per la corsa. 
Mi lascio cadere le braccia lungo i fianchi e guardo Ruby minacciosamente.
"Dean, non guardare me. Quando sono arrivata era già così." Mi dice incrociando le braccia.
Mi passo una mano tra i capelli e mi giro dando le spalle a Sam e Ruby
"Non.. avrei dovuto lasciarlo. Avrei dovuto portarlo con me. Ha coglioni alati alle calcagna e io.. l'ho lasciato da solo. Che stupido."
"Dean, non incolparti. Non potevi saperlo." Mi dice Sam con la voce affranta.
"Certo che potevo Sam." Mi giro verso di lui. "E invece l'ho lasciato da solo."
"Castiel non è morto, lurida scimmia." 
Di scatto mi giro e vedo Zachariah.
"Che cazzo hai fatto a Castiel lurido figlio di puttana?" Gli urlo.
"Dean, sta calmo ti prego." Mi dice Sam mentre si avvicina con Ruby.
"No Sam, deve dirmi dove ha messo Castiel, ora." Gli ringhio addosso.
"Non avere questo atteggiamento con me Dean." Mi dice Zachariah in tono serio.
"E tu ridammi Castiel, coglione." 
"Dean, basta. Calmati." Sam si mette davanti a me. "Ha detto.. che sta bene. Non esagerare, sentiamo perchè è quì." Mi dice a tono basso.
Annuisco e si posiziona di fianco a me.
"Che vuoi? Da me, da mio fratello e da Castiel?" Gli dico cercando di restare calmo.
"Voglio farti capire. Voglio far capire a tutti.. voi." Ci sguarda con un po' di disprezzo.
"Capire? Capire cosa?" Gli chiedo.
"Castiel non può restare con te, Dean. Castiel non può restare sulla terra." Mi risponde convinto.
"E cosa dovrebbe fare? Tornare in paradiso facendosi ammazzare? Voi non dovete nemmeno provare a toccarlo luridi coglioni." Parto. Vado verso Zachariah a passo veloce quando sento Sam corrermi contro piazzandosi davanti a me. 
"DEAN NO." Mi dice urlando. "Calmati."
"Si. Ascolta tuo fratello Dean." Dice Zachariah sporgendosi un po' per vedermi. "Come dicevo, Castiel non puo' restare quì. E io ho bisogno di mostrarvi il perchè."
Sam si gira confuso guardandolo.
"Mostrarci? Come?" Gli chiede Sam pensieroso.
Riesco a sentire solo uno schiocco di dita e poi niente più.

Apro gli occhi e noto di essere.. a terra. Alzo di poco la testa e vedo che si tratta di una strada. Cerco di alzarmi con cautela e vedo Dean e Ruby ancora incoscienti. Mi guardo in giro. Lo spettacolo che mi si presenta è da togliere il fiato e non è niente di positivo.
Le strade sono vuote e sporche. Rottami di macchine e palazzi tenuti in piedi da chissà quale miracolo. Vedo Ruby e Dean riprendersi, guardandosi attorno confusi.
"Dove.. siamo?" Mi chiede Dean mentre io ancora mi guardo attorno.
"Non lo so Dean. Non lo so." Gli rispondo più confuso che mai.
"Bene, siamo in un posto sperduto." Ruby agita le mani.
"Non ci facciamo prendere dal panico, ok? Proviamo ad andare in giro. Troveremo qualcosa." Propongo semplicemente.
Vedo Dean guardarsi attorno e poi portare i suoi occhi su di me. 
"Sam, sul serio? Hai visto questo posto? E' distrutto."
"Dean, lo so. Lo vedo. Ma siamo quì per un motivo."
"Ma quì dove? Merda!" Sbotta.
"Calmati, proviamoci almeno." 
Sbuffa e poi inizia a camminare. Faccio un cenno a Ruby ed entrambi lo seguiamo .

Mi passo una mano sul viso e mi siedo su un marciapiede davanti ad un cancello di ferro.
"Sam, sono ore che giriamo in questo cazzo di posto e non abbiamo ancora trovato anima viva. Credi ancora che ci sia qualcosa o qualcuno?" Chiedo esausto.
"Sam, sai che mi è difficile ammetterlo, ma Dean ha ragione." Dice Ruby.
Sa che ho ragione. Lo vedo da come si muove nervosamente, poi guarda sopra di me e si blocca.
"Lo so. Lo so che pensavi che avremmo trovato qualcosa ma non-" Non mi lascia finire la frase che parla sopra di me.
"Dean. Guarda." Indica sopra la mia testa.
Mi alzo dal marciapiede e mi volto. Sopra al cancello c'è un cartello.

"NO ENTRY.
By order of acting reginal comand.
AUGUST 1 ST 2014.
Kansas City.
ORD 848244|43QE."

Mi giro verso Sam, con le pupille allargate.
"Cosa vuol dire?" So cosa vuol dire, solo che vorrei non saperlo. Vorrei sperare di aver capito male.
Vedo Sam deglutire e fissarmi, senza riuscire a parlare.
"Merda! Siamo nell'anno 2014. Siamo nel futuro." Dice Ruby con la voce terrorizzata.
Ecco, appunto. 
Sospiro. 
"E ora? Cosa facciamo?" Gli chiedo.
"Bhè, entriamo. Se Zachariah ci ha portato quì qualcosa vorrà pur dire."
"Grandioso! Peggior piano di questo non potevamo trovarlo." Dico irritato.
"Dean, è l'unica soluzione. Se non capiamo cosa vuol dire tutto questo, credo che Zachariah non ci riporterà nel nostro anno." Mi dice serio.
"Sì, okay. Hai ragione."
"Credo sia meglio dividerci. Dean cerca di capire cosa c'è al dilà del cancello, mentre io e Ruby continuiamo a cercare."
"Sei impazzito? Perchè dovremmo farlo?" Alzo la voce.
"Perchè così facciamo prima."
"E perchè tu devi andare con Ruby?" Gli chiedo.
"Se vuoi andarci tu con lei, prego." Mi fa cenno di avvicinarmi a Ruby.
"Cosa? Cristo no. Non voglio andare con lei. Ma fai andare lei da sola, tanto per quanto mi riguarda può anche morire." Incrocio le braccia.
"Dean!" Mi dice con voce di rimprovero.
Sbuffo. 
"D'accordo. Fanculo." Mi giro ed entro nel cancello.
Sento i passi di Ruby e Sam allontanarsi mentre io comincio a camminare. 
Mi fermo dopo un po' perché quello che vedo mi fa gelare il sangue nelle vene.
La mia baby.
O almeno quello che ne rimane. 
E' un rottame. Non ha nemmeno più le ruote. 
Accarezzo la carrozzeria quasi con gli occhi lucidi. Non avrei mai lasciato in questo stato la mia macchina. Mai.
Cerco di riprendermi e vorrei iniziare a camminare.
Mi ritrovo nel bel mezzo di.. non so cosa cazzo sia questo posto. 
Ci sono delle capanne?! Si, credo siano capanne. 
"Leader." Qualcuno urla alle mie spalle.
Mi giro e vedo Chuck.
"Dean è finita la carta igienica." Mi dice allarmato.
Cosa?!
Lo guardo confuso senza aprire bocca.
"Dean?!" Mi dice con insistenza.
"Stai.. stai parlando con me?" E' una domanda stupida, lo so ma cosa posso mai fare adesso?!
"Si, ovvio. Con chi altri allora?" 
"Ehm.. si, certo." Cazzo, merda.
"Dicevo, abbiamo finito la carta igienica." Mi ripete serio.
Ed io ora che cazzo gli dico?
"Ohw, si, bhè, prendi tu la situazione nelle mani. Perché io.. uhm, ho da fare. Okay?" Gli dico mettendogli una mano sulla spalla.
"Ma io.." Cerca di iniziare.
"No, davvero io devo andare." Gli dico velocemente cominciando a camminare.
Non devo farmi vedere più da nessuno. A quanto pare sono.. il leader. Sembra anche strano a dirlo.
Cammino tra capanne e alberi cercando di non farmi vedere da nessuno quando vado a sbattere contro qualcuno.
Anzi, rettifico, contro me stesso. Merda.

Stiamo camminando gia da un'ora forse e non abbiamo ancora trovato nulla. Sam è ostinato a voler continuare e obbliga anche me. Non è abbastanza che quei due mi abbiano trascinato fin quì? Non sono il loro cagnolino domestico.
"Sam ti fermi 5 minuti?" Gli dico fermandomi io.
Si gira e mi guarda confuso.
"Cosa Ruby?" 
"Cosa Ruby?!" Gli faccio da eco. "Sam, non c'è niente. Non lo vedi? Solo.." Mi guardo attorno. "Solo macerie e rottami. Cosa vuoi realmente trovare in mezzo a questa roba?" Gli dico irritata.
"Ruby, lo so che eri d'accordo con mio fratello dal non riuscire a trovare niente. Ma se siamo quì un motivo c'è. Volete capirlo? Non ci ha mandati quì solo per farci vedere nel futuro quanto distrutto sia il mond.. Oddio." Si ferma a metà frase e mi guarda quasi sorridendo.
"Che c'è?"
"Ruby sei un genio!" Mi dice prendendomi le braccia scuotendomi leggermente.
"Questo lo so." Dico. "Ma perchè?"
"Perchè è esattamente per questo motivo che siamo quì. Per vedere nel futuro che posto sia il mondo." Mi dice come se la cosa fosse ovvia.
"Si.. ma non ti seguo."
"Non ha importanza. Dobbiamo capire perchè il mondo è così. Perchè il mondo sia ridotto così nel futuro. Hai capito?" 
"Credo di si. Ma come facciamo a capirlo se non c'è nessuno?" Chiedo confusa.
"E' questo il punto. Qualcuno ci deve essere. Da qualche parte, ma c'è." Si guarda in giro serio. 
Si stacca e continua a camminare. Mentre io lo fisso ancora un po' confusa. 
"Spero che almeno Dean abbia avuto un po' di fortuna." Dice continuando a camminare piano.
"Deve esserci qualcuno. Non può essere un posto deserto. Sarebbe.. strano." 
Sto per iniziare a parlare quando lo vedo fermarsi davanti un vicolo.
"..O forse no." 
Vado da lui sbuffando. "Che c'è ora?" Gli chiedo.
"Forse ho capito perchè non c'è nessuno.." Dice continuando a fissare il muro.
"Quindi..?" Gli dico incitandolo a continuare.
Mi fa un cenno con la testa verso il muro che sta guardando e mi giro a vederlo anch'io. C'è una grossa scritta in rosso sulla parete che dice: CROATOAN.
"Croatoan?!" Dico.
"Si. E' una specie di.. virus mo-" Lo interrompo.
"Lo so cos'è Sam." Sospiro. "Qual è il piano ora?" Dico guardandolo.
"Non lo so Ruby. Ma non possiamo essere soli. Non avrebbe nessun senso per Zachariah averci portato quì, se fosse deserto."
"Cosa di tutto questo ha un minimo di senso Sam?" 

Mi sbatte contro la parete esterna di una capanna puntandomi una pistola contro.
"Chi cazzo sei?"
Lo guardo. E'.. inquietante.
"Sono te, non vedi?" Dio, ma che cazzo di risposte sto dando?
"Fai anche lo spiritoso?" Preme di più la pistola contro la mia tempia. "Che razza di mostro sei?" Mi guarda dall'alto in basso.
"Amico, calmati. Sono davvero te. O almeno quello vecchio. Vengo dall'anno 2005." Detto così avrei sparato chiunque me lo avesse detto. 
Lo vedo corrugare la fronte. 
"Stai scherzando spero. Non sono uno stupido." Mi dice ridendo.
"No, dannazione. Sono davvero te. Mi ci ha portato quel coglione di Zachariah."
Lo vedo guardarmi. Sta cercando di capire se stia mentendo?
"Come posso esserne sicuro?" Mi chiede.
"Se fossi un mutaforma toccando l'argento mi brucerei, giusto? Lasciami prendere il coltello che ho in tasca e te lo mostro. Mmh?" Gli rispondo.
Mi lascia andare senza smettere di puntare la pistola contro di me.
Cautamente prendo il cortello dalla tasca posteriore dei jeans mostrandoglielo. Mi alzo la giacca e la camicia facendomi un taglio sull'avambraccio.
"Mmh?! Ora mi credi?" Gli dico pulendo il coltello sulla giacca e riponendolo nella tasca.
"Si." Abbassa la pistola. "Ma non riesco a capire perchè sei quì." Mi chiede confuso.
"E'.. una lunga storia. Cioè non molto, ma è complicata." Gli dico.
"Bhè, tu ora me la racconterai." Mi dice quasi come un'ordine. "Però non quì, andiamo nella mia capanna." Mi dice mentre comincia a camminare verso il lato davanti della capanna dove mi ha fatto sbattere.
Entra spostando le tendine. E più o meno sembra davvero la mia capanna.
Bottiglie di alcool sparse per la stanza, armi ovunque e a giudicare dall'odore femminile, mi sbatto anche qualcuno. Non cambierò molto nel futuro, insomma, se non fosse per macchina.
Scosta una sedia e ci si siede. 
"Allora?" Mi dice facendomi segno di sedermi. "Raccontami."
Mi siedo e inizio a parlare.
"Come ti avevo detto, è stato Zachariah a portarci quì."
"Portarci?" Mi dice incarnando un sopracciglio.
"Sì. Ci sono anche Sam e Ruby." Dico.
Vedo il suo sguardo vacillare un po' per poi tornare lo stesso di prima.
"Okay. Continua. Perchè vi ci ha portati?" 
"Per mostrarci il perchè Cas non può restare tra di noi." Dirlo fa quasi più male che pensarlo.
Lo vedo irrigidirsi e guardarmi con un'aria.. triste? Frustrata? Non so dirlo, perchè poi ricomincia a parlare.
"Ho.. ho capito." Si alza e mi guarda. "Ti.. porto da Castiel."
Mi alzo anch'io. Ma non mi piace il modo in cui si sta comportando e parlando. Lo seguo mentre lui esce dalla capanna e passiamo quattro o cinque capanne prima di arrivare ad una un po' più grande con delle tendine colorate. 
Mi giro a guardarlo. La sta fissando intensamente, come se gli facesse.. male.
"E' quì?" Chiedo per sciogliere la tensione.
Annuisce, sembra che non mi stia nemmeno ascoltando, tanto è preso a guardare quella capanna.
Non mi piace questa storia, per niente. 
Ma prendo un profondo respiro e salgo i primi gradini, scosto la tendina ed entro guardandomi attorno. C'è puzza di.. incenso?! Ma che diamine?
Continuo a camminare fino a che non sento la sua voce.
E' seduto atterra, a gambe incrociate, assieme a delle donne.
"Che cosa.." Dico ad alta voce.
Castiel si gira verso di me e mi guarda come se avesse visto un fantasma per poi ritornare a guardare quelle donne. 
"Ora, devo parlare un attimo con il nostro leader. Intanto voi andate a prepararvi per l'orgia di oggi pomeriggio." Dice con voce calma e pacata. Mentre io rischio di strozzarmi con la saliva.
Avevo sentito bene? Non potevo averlo davvero sentito.
Le donne si alzano ed escono dalla capanna in fila. Quando sono uscite tutte riporto i miei occhi su Castiel.
Non lo riconosco.
Nessun trench, nessuna cravatta, nessun vestito da esattore delle tasse.
"Dean, che vuoi?" Mi dice con un tono che temo di non aver mai sentito, mentre si gira a maneggiare con delle altre cose di incenso.
"Cas.." Riesco solo a dire.
Lo vedo bloccarsi e irrigidirsi. Lentamente si gira e mi guarda.
"Non mi chiami così da.. da parecchi anni." Mi guarda da capo a piedi. "Non sei di ques'epoca, vero?" Mi dice.
"No.. non lo sono." Mi guardo attorno. "Vengo dall'anno 2005. Mi ci ha portato Zachariah." Per poi pensare a quello che aveva appena detto. Non lo chiamava più Cas. Cosa voleva dire? Lo avevo sempre chiamato così.
"Oh, grandioso." Mi guarda, ridendo. 
I suoi.. occhi. Nemmeno loro sono più gli stessi. Sento quasi la gola stringermi. Chi era quest'uomo dalle sembianze del mio angelo?
Sto per iniziare a parlare quando entra Ruby.. non era sicuramente del mio anno, per i suoi abiti.
"Cassy ti ho portato la medic-" Si blocca appena mi vede. "Cazzo. Magari passo dopo ok?" Fa per andarsene ma Castiel la blocca.
"No Ruby, non andartene. Dammela, ne ho bisogno." Passo lo sguardo da uno all'altro. Di che cazzo stanno parlando?
Ruby avanza titubante sotto il mio sguardo e caccia un paio di barattolini arancioni che contengono delle pillole e le lancia a Castiel, che le da in cambio un mucchio di soldi. 
"Divertiti." Gli dice facendogli un'occhiolino uscendo poi dalla capanna.
Vedo Castiel mettere le boccettine nel cassetto affianco al letto e poi ritorna vicino a me. Resto ancora un po' in silenzio poi prendo un respiro e parlo.
"Cas..tiel, spiegami. Cosa ti è successo?" 
"Dean, non c'è nulla da spiegare. Siamo nel futuro." Allarga le braccia indicando tutto il resto della stanza. "Questo è quello che è successo. Io sono umano e tu.. bhè tu sei il solito stronzo." Ride. "E fuori il mondo è a pezzi."
Corrugo la fronte. Non è serio.
"E questo ti sembra normale?" Gli chiedo.
Inizia a ridere sommossamente e poi parla.
"Ovvio che non mi sembra normale. Ma cosa avremmo dovuto fare? Prevederlo? Mi dispiace dell'inconveniente." Si stiracchia tranquillo.
Sto davvero perdendo la pazienza. Che cosa stava succedendo?
"Castiel sei diventato un hippy, un fattone o cosa?" Chiedo alzando la voce.
Lo vedo ridere mettendosi una mano sotto al mento facendo finta di pensarci.
"Diciamo che sono diventato tutti e tre, ok?" Mi dice semplicemente.
Rimango immobile. Qualcuno mi svegli da quest'incubo.
"C-Che cosa?" Alzo il tono. "E' a questo che ti ha portato diventare umano?" 
Mi guarda e sorride.
"Diciamo che è più o meno la stessa reazione del te di quest'epoca. Anche se.." Il suo sorriso sparisce e va verso il cassetto. Lo apre e prende qualche pillola dentro quella boccetta arancione."Comunque.." Ingoia il contenuto. Chiude il cassetto e si gira verso di me. "Sono umano Dean. Nel tempo libero oltre a cercare di farmi ammazzare.." Si ferma e ride. "Sì, mi faccio e organizzo orge a mo' di hippy." Mi guarda soddisfatto e va verso il letto. Si stende a braccia incrociate e chiude gli occhi.
Lo guardo immobile. Ci metto un po' di tempo a metabolizzare quello che mi ha appena detto Castiel. Senza nemmeno pensarci mi fiondo davanti al letto e lo prendo per il colletto della maglia strattonandolo con forza.
"Cosa cazzo stai dicendo?! Ma te ne rendi conto o sei troppo fatto per capire?" Gli urlo contro.
Castiel guarda la scena calmo, non prova nemmeno a liberarsi. 
"La maggior parte delle volte sono fatto. Ma capisco cosa succede Dean. E questo è quello che so fare." Mi dice con una calma spaventosa, mentre mi guarda.
"Come sei passato dall'essere il mi.." Mi blocco e riprendo subito il discorso. "..dall'essere quel Castiel a questo fattone nullafacente?" Gli chiedo urlando, lasciando la presa bruscamente facendolo quasi cadere.
Lo vedo accigliarsi e cercare di riprendere l'equilibrio. 
"Non credo che tu sappia cosa succede Dean, non credo che tu abbia parlato con te stesso. E non in senso biblico." Lo vedo ridere un po' e poi ricomincia a parlare. "Sai che io e Dean, il Dean di quest'epoca intendo, non facciamo una conversazione così da almeno qualche anno? Forse da quando il mondo è andato a farsi fottere e io non sono più un angelo? Veramente io non vedo Dean da mesi, non viene quì da quando abbiamo litigato. L'unica volta che ci parliamo, beh.. è per dirci cosa fare in battaglia. Quindi credi che sia facile?" Mi si avvicina di colpo. "Non avere letteralmente più nulla?" Mi dice con la voce spezzata. 
Lo vedo andare di nuovo verso il cassetto e prendere altre pillole. Mi guarda con un sguardo tra l'arrabbiato e il deluso.
"Ora vattene." Mi dice con un tono duro.
"Tutto questo.. è colpa mia?" Chiedo trattenendo le lacrime. 
Non posso aver fatto questo a Castiel. Non posso.
"Dean davvero vuoi far riaffiorare i tuoi sentimenti ora? Quì non c'è colpa. Quì c'è solo quello che è. Ed è quello che io sono, o più che altro quello che diventerò." Lo vedo fare un profondo respiro. 
"Ora te ne vai?" Mi chiede con un tono che non ammette repliche.
Lo guardo deluso. Sono deluso da me stesso. Io non posso crederci. Vorrei poter fare qualcosa, ma cosa? Gli lancio un'ultima occhiata ed esco dalla capanna.
Il me del futuro non c'è più. Ed io devo trovarlo.
Scendo le scale e inizio a camminare verso la capanna mia capanna, cioè la sua. Lo trovo seduto sul primo scalino con un fucile in una mano e nell'altra una bottiglia di liquore.
Prevedibile. Penso.
"Ehi." Gli tiro un calcio alla gamba. "Dobbiamo parlare, testa di cazzo."
Gira la testa verso di me e mi guarda. "Ehi. Chi si rivede." Mi sorride. "Allora? Hai parlato con il bell'angioletto?" Mi dice prendendo un sorso dalla bottiglia.
"Come diavolo ho fatto a diventare così?" Lo guardo disgustato.
"Lo vuoi sapere? Lo vuoi proprio sapere?" Alza il tono e si alza stando ad un palmo dalla mia faccia. "Tutto questo." Agita le braccia. "E' colpa tua." Urla.
"Cosa..?"
"Eh già. E' per questo che Zachariah vi ha mandato quà. TI ha mandato quà. E' perchè devi smetterla. Smettila con Castiel. Castiel deve restare un ANGELO." Scandisce bene la parola. "Tu, sei veleno e sei riuscito a corrompere un angelo."
"Che cazzo stai dicendo?! Vuoi dire che il comportamento di Castiel è colpa mia? TU LO HAI ABBANDONATO." Urlo sulla sua faccia. Non può darmi una colpa simile.
"Io sono te, idiota." 
"Non è vero!" Lo spigo per allontanarlo. "Io non potrei mai fare una cosa del genere ad una persona che amo."
Lo vedo sorridere malinconicamente. "Eppure guarda cosa siamo riusciti a fare." Prende un altro sorso dalla bottiglia. "Smettila con questa cazzate." La butta a terra, rompendola, facendomi sussultare. "Se non fosse stato per te, Castiel sarebbe ancora un angelo. Ora è diventato umano. Ha la corruzione degli umani addosso ed è tutta colpa tua."
Sto per replicare quando mi prende per il colletto e mi fa sbattere di nuovo sulla parete. 
"Promettimi che lo lascerai stare. Ora sei ancora in tempo. Ora lo sai cosa ti aspetta. Se ci tieni a lui, e lo so che ci tieni, stagli lontano, lascialo andare." 
Distolgo lo guardo. Non può chiedermelo. Non ora che l'ho riavuto. No, non posso. Sto per parlare ma mi interrompe.
"Credi che tutto questo ruoti solo intorno a Castiel? Che rapporti pensi che abbia con nostro fratello? Con il caro Sammy?"
Di scatto riporto gli occhi su di lui.
"Non avrai mica osato abbandonare Sam?! Giuro che ti prendo a calci in culo, stronzo." Urlo.
"Dean con l'andare avanti del tempo, abbiamo iniziato ad abbandonarci a vicenda. Più Castiel cambiava, più cambiavo io.. in peggio. Avevo perso il controllo della situazione e mi sono ritrovato con qualcuno che non era né un umano né un angelo. Mi sono allontanato da tutti, sentivo troppi sensi di colpa. Dean.. ti prego, se vuoi impedire tutto questo, metti in salvo Castiel. Se lui non ti avrà tra i piedi, non farà altro che tornarsene in paradiso, dove lo vogliono quei coglioni. Lui non diventerà mai umano e il mondo non cadrà a pezzi. La maggior parte di questo vi verrà risparmiato." 
Non parlavo, ero lì in silenzio, che lo guardavo. Come potevo accettare? Come? 
"Io.. non posso."
"Dean, fallo per Castiel. Devi promettermelo."
"Io.." Non potevo..
"PROMETTIMELO." Urla e una lacrima gli scende sul viso.
Distolgo lo sguardo e in un flebile suono, parlo. "Te lo prometto."
Ringrazio MariaRosaria, il mio amato Dean, per aver contribuito nella stesura del capitolo e per sopportarmi e supportarmi 24h su 24.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7. ***


Mi lascia andare, lanciandomi ancora qualche occhiata e torna a sedersi su quei fottuti scalini. Mentre io rimango quì, fermo e in silenzio.
Cosa gli promesso? Come posso averlo fatto?
Io non riuscirò mai ad abbandonare Castiel. Semplicemente non posso. 
Se solo ripenso a quello che ho passato nei mesi in cui pensavo che fosse morto..

Appena entro nel bar l'odore dell'alcool mi riempie le narici. Non penso che sia giusto affrontare il mio dolore così, ma è sempre meglio che affrontarlo in modo lucido. Dove posso percepire ogni minima fibra del mio corpo che sente il bisogno di vedere Castiel, di saperlo vivo.
"Un whisky,  doppio." Dico al barrista, dopo essermi seduto al bancone.
Mi fa un cenno con la testa e mi porge il bicchiere di whisky. Lo bevo tutto d'un sorso.
"Un'altro, grazie." Chiedo posando il bicchiere sul bancone.
Non lo rivedrò più.
Mi riempie il bicchiere e anche quello scende giù la mia gola in un attimo.
A cosa è servito quello che ha fatto per me, se poi mi ha lasciato?
Poggio di nuovo il bicchiere sul bancone mostrandoglielo.
"Amico, vacci piano." Mi dice.
"Fatti gli affari tuoi." Gli dico bruscamente mostrandogli ancora il bicchiere. Sospira e me lo riempie nuovamente.
Sono andato avanti così per qualche ora, ho perso il conto di quanti ne ho bevuti.
Esco fuori dal bar, è notte fonda e il freddo inizia a farsi sentire. Ma che mi importa? Castiel se ne è andato.
Barcollo andando verso la macchina. Apro lo sportello e ci sprofondo dentro. Non posso giudare in queste condizioni. Dovrei subirmi i rimproveri di Sam per i prossimi cinque mesi. 
Inconsciamente passo il mio sguardo dal posto del passeggero allo specchietto che mostra i sedili anteriori. Cosa sto sperando di vedere? Non c'è.
Cas.
Trattengo un respiro e inizio a singhiozzare. Non riesco a trattenere una sola lacrima. Scendono una dopo l'altra, salate e amare. 
Cosa mi prende?
Non sono un tipo dalle emozioni facili, nemmeno quando sono ubriaco. Ma con Castiel è diverso. Con lui è sempre diverso. Porca puttana, mi.. manca così tanto. Mi sento come se non riuscissi più a respirare, il sol pensiero di non rivederlo più mi fa venire voglia di vomitare per le brutte immagini che mi passano per testa.
Ed è esattamente quello che faccio. Con uno scatto apro la portiera e vomito sull'asfalto, dolori, alcool  e sofferenza.


Stringo gli occhi e scuoto la testa cercando di rimuovere il ricordo. 
Un pensiero mi passa per la testa al momento, così prendo un profondo respiro e guardo la capanna di Castiel. Mi decido e inizio a camminare verso di essa.
"Ma dove stai andando?" Sento urlare dietro di me.
Continuo a camminare fingendo di non sentirlo quando mi sento bloccare per una spalla.
"Sto parlando con te. Dove pensi di andare, eh?" Mi dice con tono irritato.
Lo guardo, senza rispondergli.
"Oh. Stai andando da lui? Sul serio Dean?" Dice togliendo la mano dalla mia spalla. "Vuoi davvero andare di nuovo da quel drogato?" Lo dice con un mezzo sorriso, ma c'è rimorso dietro la sua voce. 
"Sta.. zitto." Gli rispondo a denti stretti. Come posso parlare così di Castiel? Mi fa ribrezzo ciò che potrei diventare.
"Ma non hai capito Dean? Devi lasciarlo stare. ORMAI CASTIEL E' PERSO, ANDATO. NON HAI VISTO LE SUE CONDIZIONI?" Mi urla contro.
Non ci vedo più e gli sferro un pugno in pieno viso facendolo cadere direttamente a terra.
"Anche io, ANCHE NOI, eravamo persi. E Castiel ci ha salvato, testa di cazzo." Gli dico guardandolo con disprezzo. "Ti ho promesso.." Esito per un attimo però poi ricomincio a parlare. "Ti ho promesso di lasciarlo stare, ok? Per ora sono quì e cazzo, stanne fuori." Sbotto lasciandolo a terra, ricominciando a camminare verso la capanna di Castiel.
Dopo qualche passo sono lì fuori. Non riesco ad entrare, sembra che le gambe abbiano deciso di non muoversi. 
E' così diverso.
Così.. non Castiel. 
Mi faccio forza e salgo i primi gradini, scosto la tendina e di nuovo sento la puzza di quella roba. Faccio qualche altro passo e lo vedo. E' sul letto, steso, con la boccettina arancione tra le mani.. vuota. Sospiro e cerco di parlare.
"Cas.."
Apre gli occhi e ride.
"Sei ancora quì? Ti avevo detto di andartene." Mi dice in tono rude.
"Ed io non me ne vado." Gli dico prendendo una sedia posizionandola davanti al letto per poi sedermici.
"Ah fanculo." Ride di poco. "Che vuoi ancora?" Mi dice mettendosi su un fianco poggiando la mano sulla tempia.
"Capire.." Gli dico tristemente, guardando ormai l'uomo che diventerà Castiel.
"Capire?" Ride sommossamente. "E cosa ci sarebbe da capire? Cosa vorresti capire?" Continua a dire ridendo. "E poi, non guardarmi con quell'aria Dean." Dice questo con rabbia. "Sembri Dean.. Cioè l'altro." 
"Cas.." Gli dico con lo stesso tono di prima.
"Smettila di chiamarmi così Dean, ti prego." Sento la voce che gli trema.
"Ma è così che ti ho sempre chiamato." Ribatto serio. "Non.. posso smettere." Ed è vero. E' così che lo chiamo. Non riesco a chiamarlo come quando l'ho conosciuto. Mi da un senso di distacco..
"E invece smetterai." Mi dice accennando un sorriso mettendosi seduto a gambe incrociate.
"E.. mi dispiace così tanto." Dico abbassando il capo. 
Non so perchè sono venuto quì. Non so nemmeno perchè adesso gli stia chiedendo scusa o gli stia parlando di questo.
"Scusa? Dean ti ho già detto che non voglio sentire queste stronzate. Se vuoi restare, resta. Ma se vuoi parlare.. del nostro rapporto vattene immediatamente." Mi dice convinto.
In questo momento mi sembra di avere il vecchio Castiel.
"Perchè?" Gli dico.
Devo davvero capire.
Mi guarda e poi scoppia a ridere.
"Perchè semplicemente non mi interessa. E non sei nemmeno di questo tempo." 
"Ma interessa a me." 
Un'altra risata echeggia nella capanna.
"Nel caso fossi troppo distratto, ripeto, non sei di questo tempo, non mi importa di quello che TU pensi. Se ti da fastidio che io sia così, vattene. Ma è ciò che diventerò ed a quanto pare, è quello che diventerai tu." Mi dice con quella sua aria da strafottente.
Mi alzo dalla sedia infuriato e scatto contro di lui.
"Ma io ho ancora il mio Castiel a casa, okay?" Urlo. "Vaffanculo." Mi passo le mani tra i capelli.
Quasi vedo Castiel saltare. Ma poi scoppia a ridere.
"E questo cosa dovrebbe significare?" Mi dice.
"Significa che io non riesco a capire perchè tu sei diventato.. così. Io non posso permettermi di sbagliare. Non posso lasciare che tu sia così. Non posso distruggerti, non io, non a te Castiel." Gli dico ancora con un tono di voce alto.
"Mmh, sisi." Capisco che non mi stava nemmeno prestando attenzione.
"Castiel mi ascolti? O il farti ti ha davvero fuso il cervello? Cazzo! Cosa sei diventato.." Gli dico incazzato.
Si alza dal letto e viene verso di me.
"Dean vuoi davvero sapere? Bene, siediti." Mi prende per le spalle e mi 'accompagna' a sedermi. "Sono umano."
"Si, lo vedo." Gli dico squadrandolo da capo a piedi.
"Oh, complimenti per lo spirito d'osservazione Dean." Mi dice con un tono irritato. 
"Per te." Aggiunge dopo qualche minuto di silenzio.
"Per me cosa?" Chiedo.
"Sono umano per te." 
"P-per me?" Ripeto.
"Sì, hai sentito bene. E'.. complicato. Ma lo sono diventato per proteggere te." Mi sento come se mi avessero pugnalato al cuore. Sembra quasi lo dica con disprezzo. 
"E' colpa mia quindi? Avevo ragione prima?" Chiedo titubante.
"I tuoi sensi di colpa hanno avuto la meglio su di te e sai cosa hai fatto Dean?" Ride, e ride. Ma è una risata amara e darei qualsiasi cosa per non dover ascoltare la risposta.
"Mi hai abbandonato." Bum.  E il mio cuore si fa in mille pezzi.
"Ed io ero da solo." Bum.
"Perchè tu dovevi allontanarti da tutti per i tuoi stupidi sensi di colpa." Bum.
"Io avevo rinunciato a tutto per te Dean. Anche al mio essere e tu? Mi hai voltato le spalle." Bum.
"E così che ho conosciuto la bellezza delle droghe, Dean. Perchè non sapevo cosa fare. Non sapevo che senso dare alla mia vita." Bum.
"E sai qual è la cosa più divertente?" Mi chiede ridendo. 
Deve smetterla e io devo smetterla di ascoltare. Ad ogni sua frase il mio cuore si spezza ogni volta di più.
"Che la mia vita nemmeno adesso ne ha uno. Perchè appena ho cominciato ad assumerle.." Le indica senza distogliere lo sguardo da me. "Ti facevo schifo." Finisce.
Alzo il capo che nemmeno mi ero accorto di abbassare e lo guardo.
Sento che tutto ciò che aveva significato la mia vita, fin'ora, non era niente in confronto a quello che stavo vedendo.
Da quei due pozzi blu, che ho tanto amato e bramato, scendevano.. lacrime.
Castiel era umano.
Come tale, poteva fare tutto ciò che possiamo fare noi.
Non so darmi un perchè ma mi sono ritrovato ad abbracciare quella carcassa d'uomo che ora era Castiel.
Si, non era quello del mio tempo. Ma cosa importava? Lo sarebbe diventato, se io non avessi cambiato le cose.
Per un attimo mi sembra che stia in silenzio, poi comincia ad urlare.
"CHE COSA FAI?!" Urla tra le mie braccia. "Lasciami andare." Dice tra i singhiozzi.
"Non questa volta Cas." Gli dico accarezzandogli la schiena.
Piange. Lo sento piangere sulla mia spalla mentre si aggrappa a me come se fossi la sua ultima speranza. E non era forse così?
Lentamente lo porto verso il letto senza staccare l'abbraccio, mi ci siedo e batto una mano sul quella specie di materasso per invitarlo a sedersi con me. Titubante accetta.
Non appena si siede gli prendo la testa tra le braccia e l'appoggio al mio petto, dove ricomincia a singhiozzare.
"Non.. lo facevi.. da anni." Mi dice, sorridendo, contro il mio petto.
"Lo immagino.." Gli rispondo, cominciando ad accarezzargli i capelli mentre lui si mette su di un fianco abbracciandomi.
In questo momento è così divero. Non sembra nemmeno lui.
In realtà non lo è.
Non c'è niente di Castiel.
E' solo la mia spudorata e schifosa fotocopia.

"Credi che dovremmo tornare indietro? Magari a quel cancello.. E' l'unico indizio che abbiamo per ora." Dico a Ruby.
"Si, forse è meglio. Anche perchè stiamo girando da ore inutilmente." Mi risponde annoiata.
Annuisco e cambiamo direzione.
"Sono anche preoccupato per Dean.." Ammetto guardando Ruby.
"Non credo dovresti." Mi risponde semplicemente.
"Mmh, forse sì." 
Continuiamo il resto del tragitto senza parlare. Dopo un'oretta siamo davanti a quel cancello.
"Bhè, entriamo?" Mi chiede Ruby.
Annuisco e attraversiamo il cancello.
Per lo più ci sono alberi spogli, ancora macerie e.. porca puttana.
Quella è l'impala?
"Credo che a Dean sia venuto in infarto a questo punto Sam." Mi dice Ruby sorridendo.
Le rivolgo un'occhiataccia, anche se..
"Ma avete perso tutti il senso dell'umorismo? Che palle." Sbuffa e continua a camminare.
Dopo un po' ci ritroviamo in mezzo ad una piazza, sembra.
Ci sono delle capanne ma per ora sembra vuoto..
"Sam, non credi sia meglio non mettersi in bella vista?" 
"Si, hai ragione."
Andiamo a nasconderci dietro un furgone verde e ci sediamo per terra. Sconfitti.
"E ora? Dean non c'è." Dico.
"Non lo possiamo sapere, ma possiamo andarcene senza di lui. Se solo sapessimo come.." 
"Ruby." Gli dico con tono di rimprovero.
"Okay, okay basta. Se non lo cerchiamo, come pensi di trovarlo?"
"Sempre se c'è.."
"Sam è l'unico posto in cui può essere."

Apro gli occhi e come ogni volta che mi risveglio i sintomi di quella roba si fanno sentire.
Mi accorgo solo in un secondo momento di essere appoggiato a qualcosa, anzi, a qualcuno.
Dean.
Alzo la testa e lo guardo.
Era così.. Dean.
Mi ricordo com'era.
Mi ricordo come mi sentivo, quello che provavo.
Ora ho imparato a nascondere tutto. 
Dietro la droga ho imparato a nascondere ciò che realmente provavo.
Cautamente mi alzo dal suo petto, e scendo dal letto. 
Dopo essermi assicurato che Dean ancora dormisse, esco dalla mia capanna a fare due passi, dovevo prendere un po' d'aria.


"Allora, vogliamo restare ancora quì, o vuoi darti una mossa?" Dico a Sam.
"Sshh." Mi risponde lui, guardando di profilo il furgone.
"Hai.. detto sh a me, Sam?" Gli dico irritata.
"Shhh." Continua a dirmi lui.
"Ma che cazzo?!" Sbotto io.
"Sta arrivando qualcuno, sta zitta." 
Resto zitta e cerco di sentire. Effettivamente ha ragione, ma temo che si sia accorto di noi questa presunta persona. Ha cambiato modo di camminare, è più deciso, ma lento. 
Vedo Sam alzarsi.
"Sam, ma che cazzo stai facendo?" Gli sussurro in un tono di voce leggermente più alto.
Esce allo scoperto e rimane fermo, immobile, a guardare qualcosa, quasi con.. confusione. Fanculo, penso. E mi alzo anch'io, andandogli vicino. 
Solo in quel momento capisco cosa fissava.
"Castiel.." Dico confusa e sorpresa?!
"Immagino voi siate con Dean." Taglia subito corto lui.
E' diverso.
Non ha niente di quel pennuto che conosco. Persino il tono di voce non è lo stesso.
"Si. Tu.. tu sai dov'è?" Gli domanda Sam.
"Certo che lo so." Dice sbuffando alzando gli occhi al cielo.
Okay. Tutto questo è strano. 
Questo è quello che Castiel diventerà nel futuro? Ma che razza di scherzo è questo? 
Cos'è una regina dei fiori vestito in quel modo? E poi.. con quella barba.
"Qualcosa non va, Ruby?" Mi dice sorridendo, quella specie di.. Castiel. 
"Oh, amico, vuoi davvero saperlo?" Rispondo io.
"Immagino di no. Comunque.. vado a chiamarvi, Dean." Sta per girarsi quando Sam lo ferma.
"Sta bene?" Gli domanda.
"Si, Dean sta bene." 
"E.. tu? Che cos'è questo?" Dice Sam, indicando tutta l'area circostante.
"Cos'è?" Ride Castiel. "E' il futuro. E' questa.." Indica anche lui tutto ciò che ci circonda. "E'.. come la vogliamo chiamare? Mhh.. La nostra base? O bho, fate voi." Dice sorridendo.
Ma che cazzo ha da sorridere? Il futuro è una completa merda e lui sorride?
"Sei cambiato." Gli dice Sam. 
"Oh ahaha." Ride, ancora. "Ringrazia che tu non abbia visto ancora tuo fratello, intendo, quello di quest'epoca." Si volta e se ne va. "Vado a chiamarvi Dean." Dice alzando la voce per farsi sentire.
Giro lo sguardo su Sam, che ancora fissa Castiel mentre cammina.
"Non ci credo che questo è ciò che ci aspetta." Dice dopo qualche minuto di silenzio.
"Insomma.. è questo quello che Zachariah voleva farci vedere? Se l'amico pennuto resta con voi diventerà una femmina hippy e il mondo sarà a pezzi?" Chiedo alzando un sopracciglio.
"Temo.. di si." Mi risponde un Sam, assente.

Salgo velocemente i gradini della mia capanna e mi dirigo dentro.
Dean è ancora lì, che dorme.
Lo fisso, fermo, sullo stipite della porta.
Ero stato un fottutissimo stupido a pensare che anche per un momento potessi riuscire a sentirmi come mi sentivo un tempo. Ma d'altronde, come ho potuto pensarlo? Quello lì, sul letto, non era il Dean di oggi. Ed io non ero quello di ieri.
"Dean." Gli dico con un tono leggermente alto e freddo. "Dean, devi andartene, ci sono Sam e Ruby."
Apre gli occhi e mi guarda, per un attimo lo vedo spaesato, poi si alza come un fulmine.
"Dove? Sono quì?" Dice.
"Sì. Ora vattene." Gli rispondo secco.
"Cosa?" Mi dice evidentemente confuso.
"Vattene, Dean." Gli ripeto.
"Perchè?"
"E che volevi restare quì? Dean, cazzo, vattene via." Alzo la voce e letteralmente lo spingo fuori dalla capanna.
Esce fuori, guardandomi, confuso.
Non potevo fare altro.
Anzi, ora l'unica cosa che posso fare e farmi.
Gli lancio un'ultima occhiata e poi entro dentro. Vado verso il comodino aprendolo e prendendo la boccettina arancione. Ne prendo una quantità enorme. Ingurgito le pillole e ripongo il barattolino nel comodino, per poi chiuderlo.
"Addio, Dean." Penso, sorridendo.

Scendo le scale quasi distrutto.
Non che mi aspettassi un atteggiamento diverso, ma almeno..
Avrei dovuto rassegnarmi.
Era quello che sarebbe diventato Castiel se fosse rimasto con me. Un umano sofferente, hippy e.. drogato.
Avevo promesso a me stesso che lo avrei lasciato perdere.
Che lo avrei mandato via.
Ma con quale coraggio? Io non posso farlo.
Mi passo una mano sul viso, nervoso e comincio a camminare senza una meta precisa. Non mi aveva detto dove Ruby e Sam si trovassero, quindi contavo sull'altezza stratosferica di mio fratello per trovarli.
Infatti dopo un po' li trovo. Sono entrambi appoggiati ad un furgone. Sam è scosso. Lo vedo.
Lo riesco a vedere dai suoi atteggiamenti e dal suo sguardo perso. E' anche triste. Non lo biasimo.
Invece Ruby.. lei è la solita strafottente.
"Voglio solo andarmene immediatamente da questo posto di merda." Gli dico avvicinandomi.
"Dean! Finalmente." 
"Zachariah è un lurido figlio di puttana. Ti rendi conto? Tutto questo è.. folle." Sbotto guardandolo.
"Dean, lo so. Ho visto la città e io.. ho visto Castiel." Dice come se quella frase potesse racchiudere tutto.
"Per questo vi ho portati quì, insignificanti idioti." Parla una voce alle mie spalle che conosco benissimo. 
"Zachariah." Gli dico girandomi. "Che cos'è tutto questo? Merda, potresti spiegarci?" Urlo.
"Significa, che è questo quello che succederà se Castiel resterà con voi, con te." Mi dice con un tono di disprezzo.
"Voglio che ci riporti a casa, ADESSO." Gli dico puntandogli un dito contro, più serio che mai.
Non ne posso più. 
Tutto questo è.. troppo.
"Hai imparato la lezione, Dean?" Mi dice, riuscendo a cogliere subito cosa intendesse.
Resto in silenzio e lo guardo.
"Di che lezione parla?" Mi chiede Sam.
"Nulla Sammy, lascia stare. Ora riportaci indietro."
"Fai.. la cosa giusta, Dean." Mi dice con un ghigno sul volto, prima di appoggiare le dita sulla mia fronte.

In un attimo ci ritroviamo.. dove eravamo?  Mi giro a guardare Sam e Ruby. E a quel punto riconosco il posto.
"Sam siamo.. da Bobby?" Chiedo confuso.
"Si, Dean. Credo di si." Mi risponde confuso quanto me.
"E.. dov'è Bobby?" Gli domando.
"Mi pare che stia fuori qualche giorno per una caccia." 
"Benissimo e perchè ora siamo qui'?" Mi guardo intorno. "Era difficile per quello stronzo riportarc-" Mi fermo quando il mio sguardo cade sul divano. "Cas.." Sussurro.
"Dove?" Dice Sam, preoccupato.
Non mi muovo, continuo a guardare il divano. Nemmeno rispondo a Sam, che però vedo avvicinarsi a Castiel, accovacciandosi vicino al divano.
"Ha perso i sensi." Dice girandosi verso di me.
Continuo a restare lì, fermo.
"Dean?!"
Quello è il mio Cas.
Ha il suo trench.
Ha la sua postura, anche se distesa, diritta.
E potrei giocarmi la vita, che dietro quelle palpebre chiuse, si nascondono i suoi occhi blu.
Quel blu che da sempre mi toglie il fiato. Il suo blu vivo.
"Dean?!?!" Mi richiama Sam, venendo verso di me.
"Sam.." Dico quasi incosciente, mentre continuo a fissare, ipnotizato, Castiel.
Sam passa lo sguardo da me a Castiel, più di una volta.
"Dean, cosa è successo nel futuro?" Mi chiede ormai convinto di aver capito che qualcosa non andava.
Porto il mio sguardo su di lui.
"Si, io.. credo, che andrò fuori." Dice Ruby. "Anche se dovreste smetterla di fare così." Sbuffa ed esce immediatamente dalla casa.
"Dean, allora?" Mi dice vedendo il mio silenzio.
Prendo un profondo respiro e cerco di rispondergli. "Sam, niente. Okay? Non preoccuparti non c'è.. niente."
"Come pensi che possa crederti?" Mi dice a denti stretti.
"Non lo so, ma fallo." Gli rispondo seriamente.
"Dean.." Inizia, ma io lo fermo.
"Puoi.. lasciami solo? Ti prego."
Non lo so perchè gli abbia chiesto una cosa simile. Non so perchè io voglia restare con Castiel.. O forse in realtà lo so. Dovrò lasciarlo andare, voglio restare da solo con lui. Perchè poi non lo vedrò mai più, per il suo bene. 
E per il mio? Vorrebbe dire, ma ancora una volta mette qualcuno davanti a sè. Qualcuno di più importante.
Vedo Sam tentennare, però poi annuisce.
"Se.. hai bisogno chiama." Mi dice. E lentamente va via.
Quando sento la porta chiudersi, guardo Castiel
Sembra così indifeso in questo momento.
Prendo una sedia vicino alla scrivania e la metto davanti al divano. Mi ci siedo e fisso Castiel. Per un tempo che sembra quasi interminabile.
Poggio i gomiti sulle ginocchia e mi tengo la testa tra le mani.
"D..ean." Sento dopo qualche minuto.
Era lui.
Era davvero lui.
Era il mio Cas.
Era la sua voce.
Quanto mi era mancato quel suo tono?
Alzo la testa che avevo tra le mani e lo guardo.
"Hey, Cas." Gli dico sforzando un sorriso.
Si mette seduto sul divano e mi guarda. "Dean.. stai bene? Hai.. una brutta cera."
"Sto bene, Cas. Tutto okay." Gli mento spudoratamente. Tutto okay un cazzo. "Tu.. come ti senti?" 
"Dean, io sto bene." Mi dice, con un tono pacato.
"Mi.. mi dispiace per averti lasciato solo Cas, non avrei dovuto i-" Inizio a dirgli dopo qualche secondo, prima di venire interrotto.
"No, Dean. Non è colpa tua, okay? Non lo è. Sto bene." Dice.
Io no. Vorrei dirgli, ma taccio.
Non avrebbe senso e forse non lo ammetterei mai.
Ora è tutto più difficile. Non posso permettere che diventi in quel modo. Non per colpa mia. Mi sta guardando, come fa la maggior parte delle volte. Sento i suoi schifosissimi occhi blu su di me. Ed io non ce la faccio a reggere il suo sguardo. Così scatto all'impiedi e mi volto, passandomi una mano sul viso.
"Dean." Dice. Lo sento alzarsi e avvicinarsi a me. 
Non posso, continuo a pensare.
Ma non posso permettere che accada.
"Dean, sei strano, che ti succede?" Mi dice mettendomi una mano sulla spalla. 
Quel contatto mi fa sussultare e mi volto lentamente. Sento che gli occhi iniziano a farsi lucidi, ma posso. Non ora. Così cerco di reprime le lacrime.
"Castiel.. devi giurarmi una cosa." Comincio.
"Sì. Tutto quello che vuoi, Dean." Mi dice, anche se è confuso.
"Promettimi che qualsiasi cosa succederà, tu non cambierai. Rimarrai così. Esattamente così come sei.." La voce sembra avermi abbandonato. Non riesco a dire altro. Questo è gia troppo. Ma lo devo fare per lui. Prendo un respiro e ricomincio. "..Qualsiasi cosa succeda. Anche tra di noi." 
Vedo la confusione vagare nei suoi occhi. E mi guarda, serio.
"Dean che vuoi dire? Cosa significa?" Chiede.
Sto per inventarmi qualcosa, una qualsiasi cosa, perchè non posso dirgli la verità, quando parla di nuovo.
"Ti avevo promesso che sarei restato con te, ora. Dean.. non starai mica male?" Mi chiede. Se non fosse quel tipo di angelo, giurerei di sentire una nota di panico nella sua voce.
Istintivamente, e molto incoscientemente, aggiunge la mia mente, gli accarezzo il viso, con il palmo della mano.
"Cas, sto bene. Non ti devi preoccupare. Io intendevo.." Abbasso il capo, abbassando anche la mano. Non posso lasciarlo.. "..Se non dovessimo.. vederci, più." Dico, prendendo coraggio e chiudendo gli occhi.
"Cosa mi stai nascondendo, Dean? Perchè non dovremmo più vederci? E ti prego.. guardami, Dean." 
"Castiel, è complicato. Sappi solo che se potessi non ti lascerei andare." Gli dico, senza guardarlo, sentendo di nuovo con gli occhi lucidi.
Dopo tutto quello che ho patito senza di lui.
Dopo che si è convinto a restare per me e dopo che l'ho riavuto, io lo sto lasciando andare.
"Allora non mi lasciare, Dean." Dice dopo un po' che è stato in silenzio.
A quella frase il mio cuore perde un battito. Immediatamente alzo lo sguardo su di lui piantandolo nei suoi occhi azzurri come il mare, sorridendo leggermente. Ma poi mi ritorna in mente la visione di quel Castiel e il sorriso mi si ribalta e in un attimo, con un gesto, lo attiro a me. In un abbraccio. Alzandogli, titubante, una mano tra i capelli.
Castiel è rigido, ma poi pian piano si abitua a quel contatto.
"Vorrei poterlo fare. Giuro che lo vorrei." Gli confesso sulla sua spalla.
"E perchè non lo fai? Ho fatto qualcosa di sbagliato?" Mi dice con voce confusa.
Mi stacco dall'abbraccio e lo guardo, tenendo una vicinanza quasi pericolosa con lui.
"No, Cas. Non potresti mai fare qualcosa di sbagliato." Cerco di rassicurarlo.
"Allora cosa, Dean? Aiutami a capire perchè io.. non ci riesco." 
Cosa dovrei fare, ora? Come gli faccio capire una cosa che non riesco a capire nemmeno io?
"Sai.. che non me ne andrò, vero? Te l'ho promesso." Dice subito dopo.
Sento il mio cuore spezzarsi, ancora, pezzo dopo pezzo.
"Io devo tenerti al sicuro, Cas." Gli dico. Ed è vero.
"Cosa? Tu? Dean, no. Sei tu il mio protetto. Sono io che devo tenere al sicuro te, non tu. Io sono un angelo. Qualsiasi cosa tu ora mi stia nascondendo, non permetterò che tu la affronti da solo. Okay? Io non vado da nessuna parte." Dice con un tono quasi arrabbiato.
"Cas, il problema sono io." Gli dico, allontanandomi un po'. "Sono io che sono umano. Sono io che non posso permettermi di portarti al mio livello. Di marchiarti con i miei errori. Di corromperti. Io distruggo tutto quello che tocco, Cas. Ti prego, non permettermi di distruggere anche te." Per quanto abbia detto tutto con un tono quasi duro, disprezzando me stesso, l'ultima frase.. è quasi una supplica.
Vedo lo sguardo di Castiel arrabbiato, molto.
"Dean, di nuovo? Sai una cosa?! Quando sono sceso tra le fiamme, per venirti a prendere all'inferno, avevo capito subito tu chi fossi. E sai perchè? Perchè in tanti anni, in tanti millenni, non ho mai visto un'anima più lucente.. più pura, della tua. Ho capito perchè mi hanno affidato te. Io dovevo incontrarti. E tu, Dean.." Si avvicina a me, lentamente. "sei la persona più pura che io conosca. E non pensarlo nemmeno per un secondo che tu possa contaminarmi. Mi.. fai stare così bene, Dean."
Di tutto quello che Castiel aveva detto, l'unica cosa che al momento ricordavo, era 'Mi fai stare così bene, Dean.'  
Mi avvicino di più a Castiel e lo guardo negli occhi.
Continuo ad avvicinarmi di più, fino a quasi sfiorargli le labbra. 
"A..anche tu mi fai stare bene, Cas." Gli dico, dolcemente, fissandogli distrattamente le labbra.
Poi, succede.
Chiudo gli occhi e avvicino le mie labbra alle sue. Baciandolo, dolcemente e delicatamente.
In quel momento quello che sentivo era.. strano.
Sentivo un calore invadermi il petto, un calore mai provato prima e che solo ora, stavo provando con Castiel.

Ringrazio ancora una volta il mio "dolce" Dean per avermi aiutato nella stesura del capitolo. 
E in più ringrazio tutti i lettori silenziosi, e non, e quelli che recensiscono facendomi tanto sorridere.

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