Per lui avrei sopportato.

di _Nessun0_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro. ***
Capitolo 2: *** Famiglia. ***
Capitolo 3: *** Il bacio. ***
Capitolo 4: *** Lo sport. ***
Capitolo 5: *** EXTRA- A casa. ***
Capitolo 6: *** Lontananza. ***
Capitolo 7: *** L'aggressività. ***
Capitolo 8: *** Sei mio. ***
Capitolo 9: *** Fa male. ***
Capitolo 10: *** -EXTRA- il cane ***
Capitolo 11: *** Il ritorno. ***
Capitolo 12: *** I pinguini. ***
Capitolo 13: *** La bua. ***
Capitolo 14: *** L'amore. ***



Capitolo 1
*** L'incontro. ***


Lo guardai, in silenzio, intimidito ma allo stesso tempo emozionato.
Era la mia controparte, quella? Era quasi identica a me! Indossava una camicia di flanella, i capelli biondi e disordinati raccolti in un codino, occhiaie e un accenno di barba sul viso; guardava tutti con aria annoiata, fumando, ignorando i cartelli di divieto.
Volevo parlargli, ma mi vergognavo.. E se mi avesse ignorato? O se mi odia?
Sospirai piano, decidendomi comunque di avvicinarmi. Mi misi al suo fianco, sorridendo all’apparenza tranquillo  –Ma il mio cuore batteva all’impazzata-.
Sentii il suo sguardo posarsi su di me, e lo ricambiai, guardandolo negli occhi socchiusi. Sembrava stanco.. Non dormiva? Troppo lavoro? Avrebbe dovuto rilassarsi un po’ di più!

“Cosa guardi.” La sua voce fredda e roca mi fece sussultare.
“Excusez-moi, non volevo disturbarti!” Risposi, agitato.  Emise uno strano verso, continuando a fissarmi, da capo a fondo; mi sentivo come sotto interrogatorio.
“Sono Matthew, il Canada. Tu sei la mia controparte, giusto? Come ti chiami?” Provai a sorridere, volendo fare amicizia.
“Matt.” Sospirò, come infastidito.
Passammo la riunione a parlare (O meglio, a convincerlo a parlare.), e mi stava simpatico, parecchio; l’unico difetto è che fumava davvero tanto, appena finiva una sigaretta se ne accendeva un’altra. Io odio il fumo. Ma per lui avrei sopportato.

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Capitolo 2
*** Famiglia. ***


Iniziai ad abituarmi alla sua presenza; Alla fine, sotto l’imbarazzo continuo che aveva, era simpatico.
Presi un’altra boccata dalla sigaretta, socchiudendo gli occhi, mentre aspettavo che uscisse dal bagno.
Dimenticavo, viviamo insieme. E’ stata una mia scelta; avrei avuto qualcuno che pulisse quel disordine che era la mia casa e che avesse accudito il mio orso.

“Frère, hai visto i miei vestiti?”
Mi voltai verso di lui, osservando il suo corpo magro e quasi femmineo mal coperto dall’accappatoio.
Indicai pigramente i suoi indumenti poggiati sulla sedia con un cenno di capo, osservandolo ancora.
Odiavo quando mi chiamava ‘fratello’.
Non siamo fratelli.”
“Ormai fai parte della mia famiglia; voglio presentarti anche Dad and Papa, e Brother. Li ho invitati a cena domani! Spero ti stiano simpatici.”
Sorrise, mentre mi baciava la fronte.

Non volevo una famiglia, stavo bene così. Sennò non avrei abbandonato quei quattro idioti che si ritenevano miei fratelli e genitori.
Odiavo anche avere troppo persone attorno, mi piaceva la solitudine e la tranquillità.
Avrei voluto dirgli di finirla, ma non volevo spegnere il suo sorriso contento. Per lui avrei sopportato.

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Capitolo 3
*** Il bacio. ***


Amavo vivere con lui; puzza di sigarette e disordine a parte, era decisamente rilassante e divertente.
Ogni volta, quando tornava a casa dal lavoro, gli facevo trovare la tavola apparecchiata strabordante di pietanze; lo accoglievo con un sorriso ed un bacio sulla guancia, e gli chiedevo come era andata la mattinata, se era stanco e volesse qualcosa di particolare per cena.
La sera, invece, ci accucciavamo sul divano, l’uno stretto all’altro, davanti al camino e una buona cioccolata calda, a vedere un film.
Quella volta però è stato diverso.
Nonostante sembravamo una vera e propria coppia, ci mancavano ancora i baci, stringerci la mano, dormire insieme.. e l’amore. Su quest’ultimo, non avrei mai creduto che lui lo provasse nei miei confronti, come mi ha dimostrato quella notte.

Mi stavo cambiando, nella stanza degli ospiti dove avrei dormito, quando entrò, bloccandomi con una strana violenza al muro. Ero ancora nudo, con i soli boxer a coprirmi, e lui nella mia stessa situazione ma con un asciugamano a coprirgli l’intimo.
Iniziò a baciarmi, con ferocia, senza darmi il modo di ribattere.
Cercai di scostarlo non appena la sua mano scese ad abbassarmi l’unico indumento che avevo, spingendolo via, urlandogli di lasciarmi.
Non era mai stato cattivo con me, né in qualche modo rude.

“Matieu-“ 
“Esci.” Non gli feci neanche finire la frase, mentre mi apprestavo a infilarmi il pigiama, veloce.
“…Matieu, ti amo.”
A quella confessione, sgranai gli occhi, voltandomi verso di lui.
“Non sono mai stato innamorato; non sapendo come dimostrartelo.. pensavo che così.. l' avresti capito.” Sorrisi, intenerito.
Odiavo la violenza, ma per lui avrei sopportato.

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Capitolo 4
*** Lo sport. ***


“Matieu! Quante volte ti ho detto di non entrare in camera mia?!” Urlai, furioso.
Matthew non era mai stato favorevole all’uccisione, specialmente se fatta per semplice sport.
C’era un gioco tra le controparti: Chi uccideva più persone, in modi assolutamente originali e brutali, in un tot di tempo vinceva qualcosa.
Si aveva una classifica, con su scritto, accanto al nome della Nazione, il numero di morti e il metodo.

“Perché lo fai?”
“Sta’ zitto!”
Gli levai di mano la mia mazza, ancora sporca di sangue dell’ultima uccisione e la classifica. Ieri sera ho ucciso un ragazzino di quindici anni, infilandogli la mazza proprio lì.

“Mi avevi detto di essere diverso! Che tu non eri un mostro come loro!”
“è il mio lavoro.”
“No, il tuo lavoro è di fare la Na-“
Sbattei  un pugno sul tavolo, con forza, ringhiando, per poi uscire di casa.

Non stavo scappando, bensì, andavo a ‘’disiscrivermi” da  quello sport.
Non sopportavo l’idea di non fare del male, ma per lui avrei sopportato.

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Capitolo 5
*** EXTRA- A casa. ***


Attenzione! In questo capitolo non c’è il solito ‘Ma per lui avrei sopportato’, ma è un piccolo sketch.
Ne metterò uno ogni 4 capitoli normali!
Grazie per l’attenzione e buona lettura <3



Mi staccai dalle sue labbra, lasciando un rivolo di saliva a unirle. Ansimavo, in preda al piacere che le sue spinte mi procuravano.
“Frère..” Lo chiamai, stringendolo ulteriormente. Fa male; non come all’inizio, ma c’è comunque questo fastidioso dolore che mi impedisce di godere appieno.
Era la mia prima volta, diceva che era normale, ma secondo me se avesse fatto più piano ora non farebbe male.

Mi baciò ancora, impedendomi di urlare quando venni, seguito a ruota da lui.
Uscì da me, accasciandosi al mio fianco, per poi stringermi.
è.. finito? È una sensazione paradisiaca, sento il cuore martellarmi nel petto e la pelle bruciare.
Mi passo una mano sul busto, osservando i succhiotti e i graffi sorridendo. Era aggressivo, ma mi piaceva.
“Je t’aime, Matieu.” Sussurra, roco, baciandomi ancora.
Gli sorrido, poggiando il capo al suo petto.
“Ti amo anch’io, Matt.”
E forse per la prima volta nella mia vita, mi sono sentito davvero a casa.

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Capitolo 6
*** Lontananza. ***


“Matt.” Mi voltai verso di lui, alzando un sopracciglio. Che vuole, ora?
“Matt, devi finirla: non puoi farti trovare ubriaco ogni volta che torno! Sto fuori due giorni, e al mio rientro ti trovo senza neanche la capacità di parlare!” chiusi gli occhi, sospirando. Che bisogno c’era di urlare?
Lo sentii sospirare a sua volta, e poi provò ad alzarmi. Gli avrei dato una mano, ma mi girava la testa.
“Andiamo a farci una doccia fredda..” riprese a sussurrare, mentre mi trascinava al bagno.

“Matieu..” Lo chiamai, sottovoce, prima che mi prenda un coniato di vomito; fortunatamente eravamo già in bagno.
Mi sentivo uno straccio. E domani mattina sarebbe stato peggio, lo sapevo.
Ma ogni volta che Matthew doveva rientrare a casa sua, o doveva assentarsi per un po’, mi ritrovavo stranamente depresso; e  bevevo, per colmare il vuoto che c’era in casa.
E poi, non sono stati due giorni. Una settimana, dico, sette giorni! E perché? Perché quell’idiota di un inglese aveva fatto l’anniversario di matrimonio con il francese. Che idiozia! Poteva anche starci un giorno, tanto la famiglia è inutile. Ha me!

“Matieu, mi-“ mi fermai, dato il getto di acqua fredda arrivatomi. E quando sono entrato nella vasca?
“Matieu, ascoltami..” stavo per dirgli che mi era mancato, che se stavo così era solo per lui, ma mi fece segno di far silenzio.
Odiavo quando faceva il freddo con me. Ora, come minimo, non mi parlerà per giorni.
Odiavo queste sue punizioni, odiavo vederlo serio, odiavo non potergli dire ciò che pensavo.
Se fosse stata un’altra persona, l’avrei uccisa a suon di mazzate, ma stavolta rimasi in silenzio e Per lui avrei sopportato.

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Capitolo 7
*** L'aggressività. ***


Sentii delle urla da fuori, e mi precipitai in casa. Rabbrividii nel vedere alcuni mobili del salotto a terra, ma corsi immediatamente in cucina, dal quale provenivano gli schiamazzi.

“Matt, lascialo!” Urlai, afferrando il mio compagno da dietro e tirandolo via, costirngendolo a lasciare il povero Americano.

“Allen? Tutto okay?” Mi inginocchiai sul corpo di America a terra, scuotendolo piano. Sanguinava dal naso e aveva un occhio nero, più parecchie ferite sparse per il corpo ed i segni violacei delle mani che poco prima lo stravano strozzando.
Tossì e andai a prendere dell’acqua, mentre Matt lo fissava apatico.
Ogni volta che loro due si vedevano, finivano in preoccupanti litigate; menomale che erano fratelli! Certo, la controparte di America non stava molto simpatica neanche a me.. Ma non era quello il modo!

Il rosso si alzò, urlando imprecazioni verso il fratello, che fece per scattargli contro, ma lo fermai.
Lo accompagnai alla porta e poi alla macchina, rientrando in casa furioso.
“Si può sapere che ti ha fatto, stavolta?!”
“Non sono affari che ti riguardano.” Ogni volta la stessa storia. Non mi diceva mai i motivi dei loro litigi, ed ogni volta abbandonava la stanza per andare nella sua camera, come stava facendo proprio ora, lasciando me a pulire l’intero disordine.
Non sopportavo l’aggressività, ma per lui avrei sopportato.

 

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Capitolo 8
*** Sei mio. ***


“Matieu, scusa.” Allungo una mano verso di lui, cercando di prenderlo, ma si scosta.
“Hai.. Finito..” dice, tremolante, alzandosi. Noto una smorfia di dolore nel suo viso, e sposto lo sguardo sul lenzuolo sporco di qualche goccia di sangue.
Non volevo stuprarlo, non ancora, ma non sopportavo l’idea che quell’americano lardoso e stupido l’avesse addirittura baciato mi aveva fatto imbestialire. Accetto baci sulla guancia, ma che si azzardasse a tanto, dandoglielo sulle labbra..!

“STA FERMO!” Urlo, in preda al panico, alzandomi per seguirlo.
Stava.. andando via? Non può! No!
“Matieu, fermo!” Lo chiamo, urlando ancora. Tardi, è uscito di casa. Mi passo le mani tra i capelli, cadendo in ginocchio, nel silenzio della casa, riempita solo dai miei ansimi spaventati.
L’ho perso? Per sempre?
Però lui è mio, ora. Gli ho preso la verginità, è pieno di miei marchi sulla pelle, ha tutto in casa mia. Non se ne andrà.. Spero.

Mi alzo, asciugandomi le lacrime, prendendo dell’alcool  dalla cucina, iniziando a bere.
Ho iniziato ad odiare lo stare solo, ma avrei sopportato.


-Angolo scrittrice-
Salve! 
Allora. Siccome questa fanfiction, come spero avrete notato, prende vari pezzi di vita in vari stadi della loro amicizia/relazione, da ora cambierà (Dato che Matieu è arrabbiato.), finché non torna!
Buona lettura~

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Capitolo 9
*** Fa male. ***


Me ne ero andato, pur dolorante, da quella casa.
Lo amavo follemente, ma non sopportavo il fatto che abusava di me; facevamo sesso quando voleva, perché allora doveva anche stuprarmi?
O quando era estremamente ubriaco, che iniziava a picchiarmi.
Non lo sopportavo più. Ma continuavo ad amarlo.

La casa era così.. silenziosa, riempita solo dai piccoli suoni ch emetteva qualche volta Kumajirou mentre dormiva.
Sospirai, osservando il fuoco. Mi manca, tanto.
Eppure è passata una sola settimana! Com’è  possibile?
I miei pensieri vennero interrotti da un fracasso, proveniente dall’ingresso: Matt aveva sfondato la porta. Mi alzai di scatto, andando a controllare, per poi fissarlo, un misto tra rabbia e stupore.

“Matieu. Torna a casa.” Era un ordine, detto in modo fin troppo freddo. Aveva.. bevuto? Puzzava di alcool e sudore, un forte accenno di barba e i capelli disordinati; le sue occhiaie erano più grandi e scure, non ha dormito molto, magari.
“…” Rimasi in silenzio, a fissarlo, stringendo i pugni. Voglio davvero tornare?
“Matieu, non era una proposta. Torna.” Mi afferrò per il polso, rude, e di scatto lo allontanai. Non volevo più essere maltrattato. Era piuttosto casuale, di solito lo faceva quando mancavo per tanto, o quando Alfred mi faceva visita senza avvertire.. Ma era una tortura.

“Hai bevuto..” Mormorai, allontanandomi di un passo. Mi avrebbe picchiato ancora?
“Andiamo a casa.” Ripetè, afferrandomi di nuovo, stringendomi le braccia con forza, facendomi anche male.
Iniziai a tremare, abbassando lo sguardo.
Mi avrebbe fatto male, ma  per amore avrei sopportato.

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Capitolo 10
*** -EXTRA- il cane ***


-EXTRA-

--“Oh, frère! Non sono dolcissimi?” indicai dei cuccioli di eschimesi canadesi, in una scatola in mezzo alla strada.
Erano bellissimi, pelosi, e così.. piccoli!  Mi abbassai, prendendone uno, marroncino, in braccio.
“…Non possiamo tenerlo.” Sospirai, poggiando nello scatolone il cucciolo. Purtroppo aveva ragione: Sarebbe stato solo, dato che molte volte eravamo entrambi in case separate e pochi giorni in una comune casa.
Mi diressi verso la macchina, lievemente giù di morale. E Matt se ne accorse.--

Mi ero dimenticato di quei cuccioli; erano passati più di due mesi, e nel frattempo ci eravamo stabiliti entrambi in un'unica casa, dove passavamo l’intera settimana (Con rare eccezioni dovute al lavoro.).
Un giorno, Matt, ritardò a rincasare.. E per un attimo temetti il peggio; ma quando lo sentii chiamarmi, mi tranquillizzai.
Gli andai incontro, trovandomi però qualcosa di ..peloso, intento a leccarmi la guancia.

“Matt! So cute!” Presi il cucciolo in braccio,della stessa razza di quei cani di quel giorno, iniziando a coccolarlo.
“Ti piace?”
“Oui! Je t’aime, frère!” Lo baciai a stampo, portando in soggiorno il cane, iniziando a fargli esplorare la casa.
 
“Come vuoi chiamarlo?”
“Douceur!” Esclamai, contento, osservando il cucciolo che ora dormiva nella nuova cuccia, di fronte al camino.
“Sarà il nostro cane. Come se fosse un figlio!” Dissi, baciandolo ancora.
“…Matieu, non tornerò tra qualche mese con un bambino in braccio, non ci sperare.”
“Oh, mauvais!”
 

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Capitolo 11
*** Il ritorno. ***


“Sono caduto dalle scale..” Accennai una risata, grattandomi il capo. La faccia confusa di Francis per un attimo mi fece temere che non ci avesse creduto.
Emisi un sospiro di sollievo nel vedere che mi sbagliavo.
Matt mi aveva picchiato, e fin troppo forte, dato che ora avevo un occhio nero  e vari lividi grossi sparsi per il corpo. Sono tornato così da lui, ma non è come prima: ho paura.
Prima mi fidavo ciecamente di lui.. Ora ho timore che possa farmi del male. Lui, la stessa persona che ho definito famiglia, con cui mi trovavo a casa.
Cercavo di stargli il più lontano possibile, ritornando a dormire nella camera degli ospiti, o usando varie scuse per stare a casa con Francia e Inghilterra.
Ogni volta che tornavo, lui era sempre più ubriaco.
Finché non temetti di perderlo.

Tornai a casa, sospirando profondamente.
“Sono a c-“ Un rumore di vetri mi fece zittire. Andai nel soggiorno, e vidi Matt, in lacrime, che lanciava bottiglie vuote contro la parete.
“Matt- Matt fermo!” Lo presi da dietro, stringendolo, cercando di calmarlo.
“Matieu.. Matieu!” Disse il mio nome come disperato, come se fossi stato via anni e non un paio di ore.
“Matt, calmati. Va tutto bene.” Gli baciai la fronte, sudata, mentre cercavo di portarlo bagno. Una doccia fredda gli farà bene.

“Matieu, scusa.. Scusa,  io non volevo-“ era distrutto, stanco… E vederlo ridotto così, a piangere per me mi faceva stare male.
Ma al tempo stesso, mi veniva da sorridere:  Finalmente anche lui soffre.
“Matt non è-“
“No, ascoltami. Non dovevo picchiarti, non dovevo trattarti così.. Matieu, ti amo. Ti tratterò meglio da ora in poi, ma non andartene più.. Ti prego.” Quel tono supplicante, mi fece sentire un mostro.
Lo baciai sulle labbra, mentre lo spogliavo per farlo entrare in vasca. Mi era mancato.
“Je t’aime. Non me ne vado.” Sussurrai, carezzandolo, per fargli smettere almeno di piangere.

So che non avrebbe mantenuto la promessa e, prima o poi, mi avrebbe fatto ancora del male.. Ma per lui avrei sopportato.

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Capitolo 12
*** I pinguini. ***


“Ommiodio, è.. è…” Socchiusi un occhio per via della voce acuta, sbuffando. “E’ così cariiino!” roteai gli occhi. E’ solo il disegno di un pinguino, obeso e.. brutto.
Matieu mi aveva costretto ad andare al cinema per vedere ‘ I pinguini di mada-…Qualcosa.
Era il film più stupido che avessi mai visto.

“Frère, non sono bellissimi?”
“No.”
“Oh, come on..”
Finalmente arrivò la pausa, tra un tempo ed un altro. Lo vidi stiracchiarmi, mentre mi dirigevo a passo svelto verso l’uscita, per accendermi una sigaretta.
“Compriamo un pin-“
“No.”
Sbuffò, schioccandomi un bacio sulle labbra; arrossii lievemente, scuotendo la testa.
“Però se vuoi stasera lo facciamo come i pinguini.”
“..Come lo fanno i pinguini, frère..?”
Sospirai. Odiavo la sua ingenuità e la sua infantilizza, ma per li avrei sopportato.

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Capitolo 13
*** La bua. ***


“Fa- Fa male.. Vai piano..” Gemette, stringendo con una mano la stoffa del divano sotto di sé.
“Non fare la femminuccia, ora smette di far male.”
“Matt— Per favore, fermo! Fermo!”
“Su, non è la tua prima volta, smettila di fare così!”
“Mhm.. Ora non.. non brucia più..”

Sospirai, alzandomi, per andare a posare disinfettante e cotone, mettendogli infine le bende intorno al braccio.
Un orso l’aveva morso, e toccava a me curarlo.. Ma non faceva altro che piagnucolare come una ragazzina.
“Va meglio?”
Annuì, asciugandosi i lacrimoni.
“..Il bacino sulla bua?”
“Mathieu- Sei un bambino.”
Mi avvicinai a lui, baciandogli il punto leso, e successivamente le labbra.
Odiavo come potesse essere così fragile, ma Per lui avrei sopportato.

-Angolo scrittrice!-

Eh già! Sono tornata! Da oggi si spera di ritornare a raffica e.. mi farò perdonare per questi giorni di assenza! Non dubitate!

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Capitolo 14
*** L'amore. ***


Spinsi con forza dentro il suo corpo, eccitato dalle sue urla che mi pregavano di dargli di più. Amavo farlo con Matthew; il suo corpo esile, quasi femmineo, perfetto, era qualcosa che ti mandava il sangue al cervello. E urlava, urlava tanto, istigandoti ad essere quasi violento.
“M-Matt.. Je t’aime, Matt-“ Mormorò, con la voce interrotta da continui gemiti di puro piacere.
Gli voltai il viso verso il mio, iniziando a baciarlo con foga sulle labbra, dando un ultima spinta poderosa.
Venne, mordendomi il labbro inferiore, sporcando i bacini di entrambi. Dopo un paio di spinte venni a mia volta, dentro di lui.
“Je t’aime, Matt..” Lo baciai più volte, steso accanto a lui.
“Je t’aime.” Risposi, con un filo di voce, contro le sue labbra.
"..Ma la prossima volta più piano.. ogni volta, dopo che lo facciamo, ho la schiena a pezzi..”
“Come sei delicato.” Roteai gli occhi, accendendomi una sigaretta.
Odiavo fare “ l’amore “ con delicatezza, ma per lui avrei sopportato.

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