Nuovi Eroi I

di Nenottina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** Sayans ***
Capitolo 3: *** I Brief ***
Capitolo 4: *** I Son ***
Capitolo 5: *** Imparare a volare ***
Capitolo 6: *** Super Sayan ***
Capitolo 7: *** La Stanza dello Spirito e del Tempo ***
Capitolo 8: *** Allenamento con Vegeta ***
Capitolo 9: *** Il campione dei campioni ***
Capitolo 10: *** Le trasformazioni di Majinbu ***
Capitolo 11: *** L'energia sferica ***
Capitolo 12: *** Festeggiamenti ***
Capitolo 13: *** Un'altra minaccia ***
Capitolo 14: *** Freezer ***
Capitolo 15: *** La battaglia ***
Capitolo 16: *** Rabbia ***
Capitolo 17: *** Goten torna in vita ***
Capitolo 18: *** La ricerca ***
Capitolo 19: *** Le sfere da tre e da cinque stelle ***
Capitolo 20: *** Gli dei ***
Capitolo 21: *** L'hotel ***
Capitolo 22: *** Mamma aquila ***
Capitolo 23: *** Ipnosi ***
Capitolo 24: *** La foresta ***
Capitolo 25: *** Il villaggio ***
Capitolo 26: *** La sfera da una stella ***
Capitolo 27: *** La sfera da sei stelle ***
Capitolo 28: *** L'industria ***
Capitolo 29: *** L'ultima sfera ***
Capitolo 30: *** Una lotta tra amici ***
Capitolo 31: *** Sparizione ***
Capitolo 32: *** La raccolta è completa ***
Capitolo 33: *** Incidenti domestici ***
Capitolo 34: *** Decisioni ***
Capitolo 35: *** Partenza ***



Capitolo 1
*** Un nuovo inizio ***


Ciao a tutti. Mi chiamo Seripa. Ho i capelli lunghi e neri e gli occhi scuri.
Sono sempre vissuta con mia nonna, mia madre non l’ho mai conosciuta e lo stesso vale per mio padre.
In effetti non è una vera e propria nonna biologica, mi ha adottata quando ero molto piccola, mi diceva che mi aveva trovato mentre gattonavo tra gli alberi della foresta dove viveva tranquillamente. Ora ci abito da sola.
Mi ha insegnato molto, a leggere, a scrivere, a fare i calcoli, ma mi ha anche educato moralmente e soprattutto facevamo spesso meditazione insieme e ci allenavamo nelle arti marziali.
Da quando se n’è andata nell’Aldilà mi alleno e faccio meditazione ogni giorno, voglio che sia orgogliosa di me, perché devo tutto solamente a lei.
Non so di preciso quanto tempo è passato da allora, forse una decina d’anni. Ma non è bello vivere nel passato.
Scorgo un bel frutto succoso su un ramo di un albero. Pende pericolosamente sopra un baratro con un fiume che scorre al di sotto, ma io sono leggera, sono sicura che mi reggerà.
Scalo con facilità il tronco e salgo cavalcioni sul ramo. In effetti è un po’ più sottile di quanto sembrasse, ma tento lo stesso.
Mi sporgo quanto più è possibile ma non riesco ad arrivarci. Devo andare più avanti. Avanzo un po’ e ci riprovo, stando molto attenta.
Finalmente riesco a staccare il frutto dal ramo, ma sento un crack secco che mi riporta alla realtà e prima di rendermene conto sto precipitando verso il fiume.
Urlo con quanto fiato ho in gola e l’impatto con l’acqua mi stordisce un po’, ma riesco a rimanere cosciente.
La corrente è molto forte in questo punto.
Cerco appigli a cui aggrapparmi per cercare di uscire, ma per mia sfortuna non ne vedo. Non ci sono rami o radici che sporgono dalla riva.
Il fiume è pieno di rocce e io chissà come riesco a beccarle tutte e mi graffio ripetutamente.
Decisa a rimanere viva, tento di nuotare verso una delle due sponde, mentre vengo trascinata sott’acqua e riesco a tornare a galla giusto il tempo per prendere una boccata d’ossigeno.
Tutto per quello stramaledetto frutto, che nella caduta è oltretutto andato perso.
-Raggiungerò la nonna - penso con un misto tra paura e sollievo.
Sento qualcuno gridare. O è solo la mia immaginazione? Forse sono io che sto urlando in quel modo e neanche me ne rendo conto. Ma no, io non sono una che urla. Io non urlo mai.
Ad un tratto sento una mano che afferra la mia per il polso e mi tira fuori dall’acqua.
E’ un ragazzo e…
Sbatto gli occhi.
Non sto sognando, sta veramente volando appena sopra il livello dell’acqua!
Mi prende in braccio e mi porta sull’altura, lontano dal bordo.
Sputacchio un po’ d’acqua.
-Tutto bene? – mi chiede e si china verso di me.
Mi rialzo piano e mi strizzo i capelli e i vestiti fradici – Certo – esito – Tu…mi hai salvato la vita…
Il ragazzo arrossisce – Figurati…non è nulla…
Controllo il fermaglio e tiro un sospiro di sollievo.
-Per fortuna non è andato perso - penso.
Vedo che sono circondata da altri tre ragazzi, oltre a lui. Due ragazze e un altro ragazzo.
Il ragazzo che mi ha salvato la vita ed una delle due ragazze hanno i capelli e gli occhi scuri, mentre gli altri due hanno i capelli viola e blu.
Una delle ragazze interviene e mi dice che mi avrebbero portato a casa loro – Andiamo alla Capsule Corporation
-Capsu…cosa? – chiedo.
Si guardano tra loro smarriti.
Sono ancora molto scossa e barcollo un po’, così mi aiutano a camminare fino a…ehm…una grande scatola. O almeno credo sia così finché il ragazzo con i capelli viola non vi entra e quella fa uno strano rumore.
Il mio istinto prende il sopravvento. Mi stacco dalle due ragazze che mi hanno aiutato e prendo il mio fermaglio, malferma sulle gambe.
E’ l’unica cosa che mi è rimasta della nonna, me lo aveva donato poco prima di andarsene per sempre.
Premo il pulsante, sicura di me, e quello si trasforma diventando sempre più lungo finché non ho in mano un bastone di legno.
-Allontanatevi molto lentamente e non fate rumore – raccomando loro – Non vi attaccherà se non gli fate niente…credo…non ho mai incontrato una bestia del genere prima
-Hai preso una bella botta, eh? – commenta la ragazza con i capelli scuri – Avanti, sali, non ci accadrà nulla
Abbasso lentamente il bastone e lo faccio tornare un semplice fermaglio.
E’ tutto molto strano. Quando entro capisco che non è una semplice scatola e nemmeno un animale. Ci sono delle sedie morbide e mi fanno accomodare.
Con uno strano rumore la strana scatola comincia ad avanzare.
Stranita mi rimetto il fermaglio e presa dalle emozioni mi concedo un riposino, il tempo del viaggio.

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Capitolo 2
*** Sayans ***


Quando riapro gli occhi sono stesa su un letto, riscaldata da una morbida coperta.
Si sta’ davvero bene e tornerei quasi a dormire, decisamente sono abituata a risvegli ben peggiori di questo.
Poi ricordo la caduta.
Mi guardo intorno. A fianco, seduto su una sedia, c’è il ragazzo che mi ha salvato, con un sorriso di sollievo dipinto sul volto.
-Stavo iniziando a preoccuparmi – ammette.
-Perché? Quanto ho dormito? – gli chiedo mentre mi alzo con il busto puntando i gomiti sul letto, e mi sento rispondere che è un giorno intero che non apro occhio.
Non è da me, ma come ho fatto a dormire così tanto?
Metto le gambe fuori dal letto – Ora me ne vado, potete stare tranquilli
-Sei ancora debole – replica – Prima almeno mangia qualcosa, vieni, ti mostro la cucina
Il mio stomaco brontola e un po’ imbarazzata lo seguo.
Arrivati vedo ancora i ragazzi di ieri, con una coppia, immagino siano i genitori.
La donna ha i capelli e gli occhi blu e mi sorride cordialmente, mentre l’uomo li ha neri. Beh, lui mi ignora.
Mi offrono da mangiare ed io divoro tutto in poco tempo.
-Posso averne ancora? – chiedo.
Mi fissano un po’ scioccati dallo spettacolo che stanno guardando.
-E’ strano che mangi così tanto per essere solo una ragazza – osserva la donna – Come ti chiami?
-Il mio nome è Seripa – rispondo, ingoiando altro cibo. E’ buonissimo.
L’uomo allora alza lo sguardo di scatto – Quello…è un nome Sayan!
Tutti allora si voltano a guardarlo, sgranando gli occhi e dicendo – Cosa?!
-Cos’è un Sayan? – chiedo allora, senza alzare lo sguardo.
L’uomo come un fulmine cerca di colpirmi alla spalla, ma io ho i riflessi pronti e riesco a bloccarlo.
Scatto in piedi e mi preparo ad un altro attacco, guardandolo male.
Ma l’uomo non cerca di colpirmi di nuovo. Ha gli occhi sbarrati fissi sulla mia coda.
-Hai…hai la coda… - dice.
Si, ho la coda, quindi? Osservo gli altri.
-Ehi! Perché voi non avete una coda? – chiedo, sentendomi un po’ stupida.
-Ma…come abbiamo fatto a non accorgercene? – chiede la ragazza con i capelli blu.
L’uomo mi osserva e si sofferma sul mio braccio destro. Ho un braccialetto, non è niente di che ma è l’unica cosa che mi ricorda le mie origini, per quanto misteriose. Ce l’ho da sempre.
E’ un semplice cerchio di metallo dorato, con scritto sopra il mio nome ed un disegno che non ho mai capito cosa fosse.
Senza darmi il tempo di fare altro, lui mi afferra il polso e mi sfila il braccialetto.
-Ehi! Che fai?! Ridammelo! – tento di liberarmi dalla sua stretta e di recuperarlo, ma mi è impossibile.
Lui lo osserva e a poco a poco impallidisce, e la presa sul mio polso si fa sempre meno stretta, finché non riesco a muovere di nuovo il braccio. Mi massaggio il polso. Ha davvero una forza niente male.
Lui fa cadere a terra il braccialetto e indietreggiando si appoggia al tavolo, scuotendo la testa – Loro dovrebbero essere morti…
Velocemente lo recupero e me lo rimetto.
-Quanto è maleducato - penso. Sotto sotto però sta’ iniziando a preoccuparmi.
La donna gli va vicino e gli mette le mani sulle spalle – Amore cos’hai? Calmati, capisco che incontrare un’altra Sayan…
-Sta’ zitta donna! – lui la spinge via bruscamente.
Mi guarda negli occhi ed io sostengo il suo sguardo.
-Tu non sei umana – mi dice, serio.
Allora inizio davvero ad odiarlo – Ma se neanche ci conosciamo! Tu non hai il diritto di…
Allora lui mi afferra di nuovo il polso, brusco, costringendomi a interrompermi – Lo vedi questo? – fa ruotare il braccialetto fino a farmi vedere la figura che vi è incisa, ed io guardo.
-Continuo a non capire – affermo, scontrosa.
-Questo è lo stemma della famiglia reale dei Sayan – stringe le labbra. Sta cercando di controllarsi, lo capisco – Tu sei una Sayan, e non una qualunque. Sei la principessa dei Sayan – mi lascia il polso e si volta – Io sono Vegeta, tuo fratello

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Capitolo 3
*** I Brief ***


-Fratello… - sussurro, guardandolo a bocca aperta. Non riesco a dire altro.
-Ma…tu non hai mai avuto una sorella… – osserva la moglie, sbalordita.
-Loro…sono sopravvissuti…sono riusciti ad andarsene… - Vegeta si è allontanato un po’ e parla tra sé.
Mi riprendo un attimo.
-Chi? Insomma, qualcuno mi spieghi che gli prende! – chiedo, esasperata.
Ma tutti si guardano tra loro, troppo scioccati per parlare.
Lui si passa una mano sulla faccia – I miei genitori. I…nostri genitori – guarda a terra e si appoggia al tavolo con una mano – Il nostro pianeta di origine, il pianeta Vegeta, è stato distrutto da un alieno di nome Freezer…solo a pensarci io… - picchia un pugno sul tavolo, incrinandolo al centro.
-Vegeta! – sospira la moglie. Deve esserci abbastanza abituata.
Osservo la crepa. Sembra quella che si era formata sul tavolo a casa mia quando avevo colpito troppo forte durante uno dei miei tanti capricci.
Lui fa un respiro profondo – Però se tu sei qui significa che sono riusciti ad andarsene prima che esplodesse…è una cosa successa molto tempo fa e tu sei troppo giovane per poter essere nata prima di tutto ciò
Lo guardo sbigottita. E’ uno scherzo.
-Mi stai prendendo in giro. Io non sono…quello che hai detto…
Lui scuote la testa – Mio…nostro padre non ha dimenticato la nostra missione…sottomettere gli abitanti e conquistare i pianeti. Deve averti mandato su un pianeta relativamente facile da conquistare, come la Terra – mi osserva, riprendendo la sua aria di superiorità – Probabilmente avevi un livello combattivo bassissimo
-Sarà forte lui - mi viene da pensare.
-E’…impossibile…non ricordo nessuna missione di nessun tipo – incrocio le braccia, decisa a smascherare questa farsa.
-Non è successo nulla quando eri piccola? Una caduta magari? – mi chiede.
-Beh, la nonna mi diceva che quando ero molto piccola ero capricciosa e mi ribellavo sempre, ma un giorno mi sono arrampicata su un albero ma per sbaglio sono caduta e da allora sono diventata più brava
Sorrido al ricordo.
Vegeta alza un sopracciglio – La nonna? – sembra quasi disgustato all’idea.
-Non era la mia nonna reale ovviamente…solo una signora che mi ha trovata e mi ha accudita, e io l’ho sempre chiamata nonna
-In ogni caso, probabilmente tu e Kakarot siete stati mandati sullo stesso pianeta insieme perché avreste dovuto incontrarvi e collaborare per conquistarlo. E la caduta deve averti fatto dimenticare la tua missione
-Chi è Kakarot?
-E’ solo un altro Sayan di infimo livello inviato anche lui sulla Terra da piccolo, lo conoscerai presto, credo. In ogni caso, io, te e Kakarot siamo gli unici Sayan sopravvissuti, loro sono Sayan solo per metà – indica i quattro ragazzi.
-Veramente io sarei Sayan solo per un quarto… - replica la ragazza mora.
-Ah, ma chi se ne importa? – lui si altera e se ne va in un’altra stanza. Non è cosa da tutti i giorni trovare la propria sorella di cui non conoscevi l’esistenza fino a un secondo prima, immagino…
-Vegeta, ma io…
E va bene, a quanto pare tutta questa storia non è uno scherzo.
-Lascia stare, cara…vuole stare un po’ da solo, lo capisci, vero? – la moglie mi mette una mano sulla spalla – Comunque io mi chiamo Bulma, piacere – mi sorride.
-Io sono Trunks
-Io Pan
-Io invece sono Bra
-Io…ehm…Goten, piacere
Faccio un sorriso – Era tutto molto buono, vi ringrazio molto, però davvero non voglio disturbare ancora…
-Ma tu sei la sorella di Vegeta! Ho sempre voluto avere una cognata con cui chiacchierare, e ora che ce l’ho tu vuoi andartene?
-Io…effettivamente mi piacerebbe incontrare l’altro Sayan di cui parlava Vegeta, credi che potrei?
-Certo – interviene Goten – Lui è mio padre, te lo presento, si, insomma…se vuoi
-Oh, mi piacerebbe!
Allora Pan mi afferra per la tuta e mi tira – Vieni – mi porta fuori di casa e si solleva di un paio di metri da terra. Mi afferra per le braccia e si alza in volo.
-Anche tu sai volare? – le chiedo – Ma sono l’unica Sayan a non saper volare?
-Ora andiamo dal nonno – mi risponde sorridendo, ignorando la mia domanda.
Vedo che Goten ci sta’ seguendo, così gli lancio un’occhiata.
-Ehm…credo proprio di si, ma imparerai presto, tranquilla – mi rassicura allora lui.
-Ovviamente - penso - Anche perché farsi portare in giro in questo modo è davvero una cosa ridicola

 

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Capitolo 4
*** I Son ***


Appena atterriamo, Pan si fionda in casa.
-Ehi, nonno! Siamo tornati e abbiamo portato una persona!
Una donna fa capolino da dietro un muro – Oh, ciao tesoro! Come stai? Vieni a salutare la nonna! – allarga le braccia e si china.
Lei la guarda scettica – Non ho più cinque anni…comunque, dov’è il nonno? E’ molto importante
-Oh…credo sia fuori con tuo padre ad allenarsi, come al solito – si rimette in posizione eretta, un po’ delusa.
Come una scheggia la ragazzina esce di casa e mi afferra nuovamente per la tuta, costringendomi a seguirla.
-Nonno! – urla.
Goten ci raggiunge nuovamente – Scusala – mi sussurra – Quando si mette in testa qualcosa…
Faccio un sorriso – La determinazione è una cosa che conosco bene
-Nonno! Guarda, indovina?
Due signori si interrompono nel pieno di un combattimento di arti marziali. Si girano e quando ci vedono sorridono a Pan.
Io resto un po’ in disparte.
Il più grande le dice – Ciao piccola! Come stai?
-Oh insomma, smettetela di trattarmi come una bambina, non sono piccola! Guarda – mi indica – Lei è la nuova sorella di Vegeta
Si voltano verso di me e mi guardano.
-Sorella di Vegeta? – chiede lui grattandosi la testa confuso – Non sapevo avesse una sorella…forse è il caso di sospendere qui gli allenamenti ed entrare…
L’uomo più giovane si presenta – Io sono Gohan, andiamo, venite dentro – ci invita con un sorriso cordiale.
Questo significa che l’altro è Kakarot.
Entriamo e poco dopo la donna che avevo scorto prima ci raggiunge con qualcosa da mangiare.
-Ciao, io sono Chichi, la moglie di Goku, tu invece? – mi chiede.
-Goku? – la guardo confusa.
-Lui – indica Kakarot, seria, ma poi si mette a ridere – Scommetto che è stato Vegeta a parlarti di lui…e che lo ha chiamato Kakarot
-Si…perché tu lo chiami Goku?
L’interpellato interviene – Vedi, io non mi considero un Sayan, sono cresciuto sulla Terra, quindi è giusto usare il nome che mi ha dato mio nonno
-Tuo nonno ti ha chiamato Goku, quindi, ma il tuo vero nome da Sayan è Kakarot?
Annuisce e poi mi chiede – Quindi tu sei la sorella di Vegeta?
Chichi spalanca gli occhi, decisamente colta alla sprovvista – Non sapevo avesse una sorella…
-Beh, me lo ha detto lui, Vegeta, io non ricordo nulla. Mi ha detto che mi hanno mandato sulla Terra perché conquistassi il pianeta insieme a te
-Insieme a me? – sorride – Chissà se saremmo stati una buona squadra…io credo proprio di si
Ricambio il sorriso. In fondo sono simpatici.
-Digli del bastone – Pan mi tira per la manica.
-Il ba…oh, va bene…
Prendo il fermaglio e schiaccio il pulsante, e quello si trasforma.
-Urca! Bellissimo! Accidenti, che ricordi mi fa tornare in mente…
-Ne avevi uno anche tu? – chiedo stupita. Non so perché ma non credo che abbia avuto un fermaglio per capelli come arma.
Lo faccio tornare come prima e me lo rimetto.
-No, era un bastone, ma se gli chiedevo di allungarsi, lui si allungava. Era la mia arma, da piccolo
Per un attimo sembra scrutarmi come se stesse cercando di capire qualcosa – Ti andrebbe un allenamento? – mi chiede con un luccichio negli occhi ed un sorriso.
Sono stupita, ma sarebbe fantastico. Per quel poco che ho potuto osservare sia lui che Gohan hanno un’ottima tecnica. Mi piacerebbe imparare di più.
-Davvero?
Lui annuisce, divertito, allora non me lo faccio ripetere due volte.
Usciamo e torniamo dove avevo incontrato Goku e Gohan poco prima, mentre gli altri rimangono dentro a chiacchierare.
Tolgo il fermaglio e lo appoggio sul prato, poi mi preparo a combattere, come facevo quando mi allenavo con la nonna.
Goku è già pronto e attacca per primo. E’ velocissimo e fatico a stargli dietro. Per un po’ sono costretta a difendermi e non riesco a fare altro, ma a poco a poco inizio a prenderci la mano e riesco anche ad attaccare, ma lui riesce a parare bene tutti i miei colpi.
Ci fermiamo, studiandoci reciprocamente.
Non ho molti vantaggi, sono agile e veloce, ma credo che lui non sia da meno. Capisco che si sta trattenendo.
Sorride. E sorrido anch’io. Trovarsi di fronte una persona con cui combattere non mi succedeva da molto e in quel momento capisco quanto mi è mancato.
Attacco per prima, cercando di colpirlo in pancia, ma lui si sposta e me lo ritrovo alle spalle; mi colpisce e mi fa cadere a terra.
Ma non mollo e mi rialzo. Non posso essere così debole.
Ci attacchiamo in contemporanea e ci ritroviamo con le mani intrecciate, ognuno cercando di spingere l’altro e farlo cadere.
Ovviamente non sta usando tutta la sua forza, lo capisco bene, ciò che non capisco è il perché. Non voglio si trattenga per me.
Provo a metterlo in difficoltà con dei calci e questo sembra avere qualche effetto. Mi scateno al massimo.
La sua forza sta aumentando, è una strana sensazione che non ho mai provato prima, come se riuscissi a sentire in qualche modo la sua energia che sale a poco a poco.
-Hai un’aura davvero potente – mi dice Goku, sorridendo.
-Cosa?
Improvvisamente i suoi capelli e i suoi occhi cambiano colore. Mi fermo, sbigottita, ma non faccio in tempo a dire nulla perché ricevo un forte colpo al petto che mi manda a sbattere contro la casa. E neanche così la sua energia è al massimo, incredibile.
Goku torna come prima, si avvicina e mi porge la mano – Complimenti! Scommetto che con un buon allenamento diventeresti molto più forte di quanto già sei
Viene interrotto dal suo stomaco che protesta.
-Ehm…che ne dici di uno spuntino adesso?
Io lo seguo in casa, non prima di aver recuperato il fermaglio sul prato.
-Voglio allenarmi ancora con te quando sarò più forte! – gli dico determinata.
Lui ride – E io accetterò volentieri
-Ma cos’hai detto prima? Cos’è l’aura?
-La tua energia interiore – mi spiega – Se non sbaglio anche tu sei riuscita a percepire qualcosa, giusto?
Goten ci raggiunge – Com’è andata?
-Beh mi sono divertita, nonostante tuo padre non abbia usato tutta la sua forza, anche se non capisco perché… - guardo Goku di sottecchi.
-Io dico che voleva solo vedere come combatti – dice Goten guardando il padre.
-Esattamente figliolo. E non è niente male
-Si però tu…cioè…i tuoi capelli…
-Alt! – mi interrompe Goten, stranito – Si è trasformato in Super Sayan durante l’allenamento?
-Super Sayan? Che significa?
Si guardano tra loro e poi Goku mi dice di seguirlo in cucina.
Davanti ad un piatto di cibo fumante, mi racconta la leggenda del Super Sayan e che lui, mio fratello e i loro figli sono in grado di trasformarsi.
-Però ormai Vegeta, Gohan e io riusciamo a superare il livello del Super Sayan – mi spiega.
-E’ incredibile…
Lo ammetto, sono gelosa. Ma se possono farlo loro potrò farlo anch’io. E ce la farò.
-Non abbatterti – mi sprona Goku – Allenandoti sono sicuro che riuscirai a superare il livello di Super Sayan in poco tempo
Fa una pausa per mandare giù un boccone e poi si rivolge a Goten – In effetti, figliolo, da quanto tempo non ti alleni come si deve? Hai battuto la fiacca, ragazzo! – lo sgrida benignamente – Potreste allenarvi insieme
Guardo Goten, rosso in viso, in attesa di una risposta.
-Non saprei…cioè… - inizia lui.
-Beh, perché no? – alzo le spalle – Sempre che tu voglia
-Ah…si, si certo, va bene… - guarda a terra.
-Che ne dite di andare nella Stanza dello Spirito e del Tempo? – chiede Goku dopo un’altra porzione.
-Oh, no papà! – protesta Goten.
Guardo Goku confusa e lui senza bisogno di chiedere mi spiega – E’ una stanza speciale in cui il tempo cambia, un giorno passato al suo interno corrisponde ad un anno nella realtà
-Esiste davvero? – sono stupita, ma dopo aver saputo di essere un’aliena e di avere un fratello in effetti non mi sorprende poi molto.
Goten annuisce.
-Sarebbe fantastico stare dentro un giorno e uscire come se fosse passato un anno intero, certo che ci andremo! Potresti venire anche tu con noi
Goten non si lamenta più, rassegnato e più rosso di prima all’idea.
Perché poi lo sa solo lui, in fondo è un semplice allenamento.
-Mi piacerebbe, ma nella stanza non è possibile entrare in più di due persone alla volta
-Oh…capisco…
Più tardi decido di tornare a casa, così li saluto. Esco ed inizio a camminare, diretta alla Capsu…qualcosa…non mi ricorderò mai…
Goku mi rincorre – Andiamo insieme, vorrei salutare Vegeta e Bulma
-Va bene…
Riprendo a camminare, ma lui mi blocca ancora – Attaccati a me – mi dice.
Io faccio ciò che mi ha detto, dopo di che lui si mette due dita sulla fronte e ad un tratto siamo davanti a casa.
-Cosa? – mi guardo intorno – Che è successo?
-Ho usato il teletrasporto – mi risponde con noncuranza.
-Teletrasporto… - sbigottita mi dirigo alla porta e busso.
Mi apre Bulma – Ehi, bentornata! La prossima volta entra pure senza bussare, sei la benvenuta qui – lancia uno sguardo alle mie spalle e sorride – Ma c’è anche Goku! Come stai? Fatti vivo ogni tanto!
-Ehm…hai ragione, scusami – lui si gratta la testa, in imbarazzo.
Lei ci fa entrare e chiama Vegeta, che arriva poco dopo, scocciato.
-Ciao Vegeta – lo saluta Goku – Ho conosciuto tua sorella, mica male la ragazza
Io mi volto e sorrido compiaciuta. Certo che non sono male.
-Umph…ovvio, è la principessa dei Sayan, d’altronde
-Goku è veramente forte – ammetto – Ci siamo allenati un po’ prima. Ma è vero che anche tu riesci a trasformarti in Super Sayan?
-Si…ma Goku è stato il primo
-Sai che mi ha proposto di andare ad allenarmi nella stanza dello Spirito e del Tempo con Goten? Potrei anche imparare a volare!
Lui alza un sopracciglio, per niente impressionato – Non sai volare? E come pensi di arrivare alla Stanza dello Spirito e del Tempo?
Guardo Goku, confusa – Giusto, hai ragione Vegeta, me ne sono scordato! – ride imbarazzato – Prima devi imparare a volare…
-Lo sapevo… - mio fratello rotea gli occhi – Vieni – fa un cenno verso la porta di casa, dopo di che si volta ed esce senza aspettare risposta.
Mi chiedo cosa voglia fare. Non vorrà mica allenarsi anche lui?
Non che mi dispiaccia, ovviamente, sarei curiosa di vedere la sua forza, ma mi sembra un’ipotesi molto improbabile.

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Capitolo 5
*** Imparare a volare ***


Lo seguo fuori.
-Avanti, ora cerca di controllare la tua energia e concentrati di modo da alzarti in volo
-Devo…volare? – mi guardo i piedi insicura.
No, ce la posso fare.
Mi concentro più che posso sulla mia energia. Mi sembra di riuscire a controllarla. Libero la mente da tutto e mi concentro sulla mia forza interiore.
Mi rilasso completamente e sento una spinta dal basso che mi solleva; riesco ad alzarmi di qualche centimetro, ma ricado a terra subito.
-Non così! – mi sgrida Vegeta – Non ti stai concentrando abbastanza!
Lo guardo male. Mi posiziono nuovamente e ci riprovo.
Fisso i piedi, concentrandomi al massimo.
-Devo riuscirci, se voglio diventare più forte! – mi dico.
I miei piedi si staccano di nuovo da terra, ma questa volta riesco ad arrivare molto più in alto.
Provo a muovermi, ma perdo la concentrazione e ricado a terra nuovamente, con un tonfo sordo.
-Riprova!
Mi rialzo, furiosa. Ormai è questione di principio. Mi sforzo al massimo e mi sollevo nuovamente dal suolo.
-Rimani concentrata! – mi grida Vegeta.
Provo a muovermi in avanti e mi destabilizzo, ma mi rimetto in piano e continuo. Poi torno indietro.
Barcollo ancora un po’, ma come terzo tentativo non mi sembra molto male.
Torno giù con un sorriso soddisfatto sul volto, ma quando guardo Vegeta lui non sta sorridendo affatto.
-Torniamo in casa – mi dice soltanto. Si volta e si dirige alla porta – Non è male per essere la prima volta
Felice e soddisfatta di me lo seguo all’interno.
-Ce l’ho fatta! – annuncio orgogliosa.
Vegeta va in un cucina.
-Di già? – chiede Trunks, che nel frattempo deve essersi unito al gruppo, e poi si rivolge a Goku – Accidenti, non scherzavi quando dicevi che è in gamba
-Mi occorre ancora un po’ di pratica, ma non sono andata affatto male
-Per domani saprai volare benissimo, ne sono sicuro – mi incoraggia Goku.
Il Sole sta tramontando.
-E’ il caso che vada adesso, ci vediamo domani – ci fa un sorriso, poi si porta due dita in fronte, si concentra e sparisce.
Guardo il punto in cui era seduto Goku a bocca aperta. Non riesco ancora a credere che sia capace di teletrasportarsi…
-Vieni, ti accompagno in camera tua – mi dice Bulma.
-In camera mia? Non è il caso, davvero…
-Insisto! – mi trascina di peso in una piccola camera, quella dove mi sono ritrovata la prima volta.
A quel punto non posso fare altro che accettare, e ringraziandola per l’ospitalità le auguro buona notte.
A letto ripenso a questo giorno appena terminato.
Ho trovato un fratello e ho imparato a volare. Non credo riuscirò a scordarlo tanto facilmente.
Il giorno successivo mi sveglio presto, troppo eccitata per continuare a dormire.
Faccio un po’ di meditazione come ogni mattina.
Dopo un po’ sento la porta che si apre. Io apro un solo occhio, per vedere chi è, e Goten vi spunta da dietro.
-Scusa…non sapevo fossi occupata, torno dopo, scusa! – chiude imbarazzato e sento i suoi passi che si allontanano.
Rido tra me. E’ divertente quando è in imbarazzo.
Sistemo il letto, controllo di essere pronta e sto per uscire quando mi accorgo di non avere il mio fermaglio.
Mi guardo intorno.
-Ah, eccolo! – esclamo, scorgendolo sul comodino.
Mi lego i capelli ed esco dalla camera, raggiungendo gli altri in cucina.
-Buongiorno a tutti – dico quando varco la soglia, sorridente.
-Buongiorno cara – mi saluta Bulma – Goten è tornato indietro rosso come un peperone e ha farfugliato qualcosa sul fatto che avrebbe aspettato fuori
Rido – Quando fa così è troppo divertente
Bulma mi fa l’occhiolino – Approfittane, quando starete insieme nella Stanza dello Spirito e del Tempo, mi raccomando
Vegeta, seduto in un angolo, fa una smorfia, e Bulma deve essersene accorta, chissà come girata di spalle, perché lo rimprovera – E’ grande, amore, e Goten è un così caro ragazzo…
In quel momento capisco davvero cosa intende.
-E’ semplicemente ridicolo – affermo.
Trunks ride – Guarda che mamma ha ragione, si è preso una cotta appena ti ha visto
Finisco di mangiare ed esco velocemente di casa, ignorando Trunks.
Tutte storie, non è affatto vero. Credo.
Io e Goten ci salutiamo, dopo di che lui si alza in volo e io faccio lo stesso, cercando di concentrarmi al meglio.
Lo seguo, ancora un po’ barcollante, ma a poco a poco ci prendo la mano e riesco quasi a non pensarci.
Dopo un po’ che voliamo inizio a sentire la stanchezza e rallento un po’, ma non voglio già mollare e continuo a volare come se niente fosse.
-Tutto bene? – mi chiede Goten rallentando alla mia velocità.
-Certo, certo – mento.
Lui mi scruta ma non dice niente.
Inizio a sudare e il mio respiro comincia a farsi irregolare.
-Manca poco
Ce la faccio! Resisto!
Rallento ancora e scorgo una costruzione così alta che non riesco a vederne la cima.
-E’ lì che dobbiamo andare? – chiedo ansimando.
-Si, esatto – mi risponde Goten guardandomi preoccupato – Vuoi che ci fermiamo un attimo?
-Ce la faccio, ce la faccio!
Non mollerò certo per così poco.
Lui sorride – Somigli tanto a Videl, anche lei ha imparato a volare alla tua età e le prime volte si stancava
-Chi…è…Videl? – chiedo tra gli ansiti.
-La moglie di mio fratello, lo hai conosciuto, Gohan…
Annuisco.
-Dai, ci siamo quasi!
Io però sto rallentando sempre di più, così lui mi prende una mano e mi aiuta.
-Lasciami, guarda che ce la faccio! – protesto, cercando di sfilare la mano dalla sua, ma lui non molla la presa.
Che vergogna, mi sento così insignificante…
Arriviamo sulla piattaforma e un uomo con un turbante ci viene incontro – Ciao Goten! Chi è la tua amica?
-Ciao Popo! Lei è Seripa, la sorella di Vegeta
-Vegeta ha una sorella? – chiede, ma poi scrolla le spalle.
-C’è Dende? Vorremmo allenarci nella Stanza dello Spirito e del Tempo…
Io cerco di calmarmi, respirare regolarmente e decelerare i battiti del cuore, incapace di pensare ad altro in quel momento.
Un alieno verde ci raggiunge e io faccio un passo indietro, un po’ intimidita.
-Junior! – Goten gli va incontro e sorride.
-Ciao Goten, lei chi è? – mi guarda, e questa volta decido di rispondere io – Mi chiamo Seripa, sono la sorella di Vegeta
Anche lui pare stupito, ma non dice niente.
Un altro alieno come Junior ma più piccolo ci viene incontro.
-Dende! Eccoti finalmente! Possiamo usare la Stanza dello Spirito e del Tempo?
Lui gli sorride, poi mi guarda e torna serio – Lei è un’altra Sayan?
Annuisco sorpresa – Ma come fai a saperlo?
-Seripa, lui è il Supremo della Terra, riesce a vedere qualunque cosa – mi dice Goten.
Dende annuisce – Ma chiamami pure Dende, venite, vi accompagno
Mentre ci guida alla stanza mi viene vicino e mi sussurra – In realtà ho visto la coda – ride e io faccio un mezzo sorriso.
Lui è molto più simpatico di Junior, concludo.
-Tu e Junior non siete terrestri, vero?
-No, infatti, veniamo dal pianeta Namecc, ma abbiamo deciso di rimanere sulla Terra
Annuisco.
Arriviamo in fronte ad una porta un po’ diversa dalle altre e Dende la apre.
-Ecco, entrate pure – ci dice, e noi varchiamo la soglia.
-E’…sorprendente…
Sono senza parole. E’ un’immensa distesa di bianco, tranne che per la piccola zona abitata dove siamo in quel momento.
Goten sorride, mentre la porta viene chiusa – Già, forte, né? Io e Trunks quando eravamo più piccoli ci abbiamo combattuto contro Majinbu
-Majinbu?
-Si…è un…beh, ora è nostro amico ma prima…diciamo che non era proprio buono, se vuoi te lo faccio conoscere, quando usciamo
Annuisco.
-Qui è dove possiamo rilassarci durante l’allenamento. Dovremo riposarci spesso, vedrai – mi spiega – C’è da mangiare, due letti, tutto ciò che ci serve…
Esploro un po’ l’ambiente e ammetto che non è niente male.
-Mi raccomando, non devi allontanarti troppo da qui, altrimenti rischi di non ritrovare più la strada
Mi volto a guardarlo, stranita.
-Se vai troppo in là non riusciresti più a vedere dove si trova l’uscita e vedresti solo bianco tutto intorno
Annuisco nuovamente, non c’è problema – E’ un posto stranissimo…mi piace – sorrido, incrociando le braccia e continuando a guardarmi intorno – Voglio riuscire a diventare Super Sayan, proprio come mio fratello – gli dico.
Lancio il fermaglio sul letto.
-Vedrai che ce la farai – mi rassicura – Vieni, iniziamo
Gli faccio un cenno e ci dirigiamo verso quella distesa di bianco.

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Capitolo 6
*** Super Sayan ***


Ci mettiamo in posizione e cominciamo a lottare. Non sono colpi molto forti come quelli di Goku, ma comunque mi danno abbastanza filo da torcere.
Dopo vari attacchi e parate, ci fermiamo ansimanti.
-Accidenti – mi dice – Non sei davvero niente male e io non sono proprio in forma…avrei dovuto allenarmi di più
Lo guardo stranita – Non sei in forma? Mi prendi in giro? Se non sei in forma ora non voglio neanche sapere come combatti quando lo sei
Lui sorride – Pausa?
-Pausa – concedo.
Ci riposiamo un po’ e poi torniamo a combattere.
Cerco di confonderlo muovendomi più velocemente che riesco, spostandomi alle sue spalle e provando a colpirlo quando meno se lo aspetta.
Purtroppo mi tiene testa benissimo.
Torniamo a terra ed io vado a rinfrescarmi il viso con un po’ d’acqua, dopo di che andiamo a prendere qualcosa da mangiare.
Sono passate circa quattro ore da quando siamo entrati. Che strano, eppure giurerei che non sia passata neanche mezz’ora.
Dopo esserci rifocillati torniamo dove eravamo prima. Io sono già in posizione, concentrata. Voglio diventare anch’io Super Sayan.
Cerco di aumentare la mia energia più che posso, anche se non sembra essere molto d’aiuto.
-Prova ad arrabbiarti…mio padre c’è riuscito così – mi consiglia Goten, intuendo quello che sto cercando di fare.
Cerco qualcosa che possa essere d’aiuto nella mia memoria, ma non riesco a pensare a nulla. Non è successo niente di così particolare da farmi arrabbiare veramente nella mia vita.
A meno che…
Ripenso a quando la nonna è morta. Io non c’ero, l’ho semplicemente trovata stesa a terra, senza vita.
Sono stata malissimo.
Ricordo di aver pensato al mio dolore come ad un dolore infinitamente piccolo e nello stesso tempo infinitamente grande. Piccolo, perché tutto si riduceva alla morte di una persona, che in confronto ai miliardi di persone che vivono sulla Terra, è praticamente nulla.
Grande, perché quando l’ho vista stesa a terra, immobile, ed ho realizzato ciò che era successo, non riuscì a pensare ad altro. Non riuscì a provare altro.
Sento pungere agli angoli degli occhi.
Ricordo anche che quella fu l’ultima volta che piansi, ed anche stavolta mi impongo di non farlo.
Devo essere forte e i forti non piangono.
Io non c’ero…e questo mi fa infuriare. Dovevo esserci quando lei se ne stava andando per sempre.
E invece stavo dormendo. Stavo dormendo, ne sono certa, perché anch’io ero a terra quando mi sono risvegliata. Perché non c’ero?
Sento che la mia energia inizia ad aumentare sempre di più.
Non dovevo lasciarla da sola. Come ho fatto ad addormentarmi in un momento simile?
Mi sfogo su Goten.
-Bravissima, così, avanti colpisci! – si trasforma in Super Sayan per contrastarmi.
E perché tutti riescono a trasformarsi tranne me?
Continuo a colpire ripetutamente e lui continua a difendersi, senza fatica. Mi da sui nervi.
Potrebbe stendermi con un solo pugno ed io non posso certo essere così debole da permettere che ciò accada.
In fondo è un ragazzo come me ed anche io mi sono allenata duramente per diventare più forte.
Diventerò Super Sayan, costi quel che costi.
Mi arrabbio di più con me stessa per la mia debolezza sia presente, che passata. Ma non sarà più così. Sarò forte d’ora in poi.
Dovevo esserci quella notte. L’unica persona che mi avesse mai voluto bene davvero se ne va per sempre nell’Aldilà ed io? Troppo impegnata a dormire!
Troppo debole per rinunciare a qualche ora di sonno per starle vicino!
Io dovevo farlo! Dovevo starle accanto negli ultimi momenti della sua vita! Ero l’unica persona con cui aveva un qualche tipo di rapporto. E invece no! E’ morta sola, senza che io me ne rendessi neanche conto!
Se solo le fossi rimasta accanto forse non sarebbe nemmeno morta!
Forse ora ci staremmo allenando come un tempo!
Colpisco Goten con un calcio potentissimo, più furiosa che mai, e lui cade a terra.
Sbatte gli occhi, un po’ intontito, ma poi mi sorride – Allora, che ti dicevo?

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Capitolo 7
*** La Stanza dello Spirito e del Tempo ***


-Ce…l’ho fatta? – chiedo sorpresa.
Mi guardo le mani e poi il resto del corpo. Sono circondata da una luce dorata.
La rabbia scompare quasi completamente.
Sorrido. Ovviamente ce l’ho fatta, era solo questione di tempo.
Aiuto Goten ad alzarsi, ma decido di fargli uno scherzo e appena tornato in piedi lo colpisco. Lui para il colpo.
Continuiamo a combattere per un po’ trasformati in Super Sayan, dopo di che ci concediamo un’altra pausa.
Goten mi dice di rimanere trasformata per abituarmi meglio.
-Sei stata bravissima, non pensavo ce l’avresti fatta
Lo guardo male – Perché scusa? Anche tu puoi farlo
-Si, ma io non sono un Sayan puro, quindi sono più predisposto
Vado a sedermi sul letto, offesa. Come se non dovessi essere una Sayan per intero per poter imparare.
Pensa forse di essere migliore di me per questo?
-No, dai, scusa…
Mi stendo e lo ignoro, chiudendo gli occhi, e lo sento sospirare.
No, non mi importa.
Mi sveglio dopo quello che mi pare qualche minuto. Mi sono addormentata!
Quando mi alzo però vedo che anche Goten sta dormendo.
Alzo le spalle: proverò ad allenarmi un po’ da sola, tanto meglio.
Mi alzo in volo e colpisco con calci e pugni un fagotto immaginario.
Decido di trasformarmi in Super Sayan, ma mi ricordo che lo sono già. Non me ne sono neanche accorta. Aveva ragione, basta rimanere trasformati per un po’ per abituarsi.
Ripenso alla nonna, al fatto che non sono neanche riuscita a dirle addio. E’ stata più di una nonna e non la dimenticherò mai.
Mi sfogo sul fagotto invisibile, arrabbiata con me stessa.
Devo aver svegliato Goten perché mi raggiunge volando poco dopo.
Mi fermo ed incrocio le braccia – Ho deciso di non svegliarti, ma a quanto pare non è servito a molto
-Non importa, e poi credevi di riuscire a battermi allenandoti mentre io ero a dormire?
Faccio un mezzo sorriso – Quello era il piano
Inutile, per quanto mi sia sforzata non ce l’ho fatta a rimanere arrabbiata per molto…
-Lo vedremo! – mi dice lui e mi attacca, trasformandosi in Super Sayan.
Combattiamo un altro po’ e più tardi torniamo a terra.
Mi siedo e incrocio le gambe.
-Cosa fai? – mi chiede Goten.
-Meditazione – rispondo senza aprire gli occhi.
-Posso? – si siede di fronte a me e si posiziona.
Rimaniamo qualche minuto in quel modo, senza pensare a nulla, dopo di che mi alzo e provo ad aumentare la mia energia al massimo.
Voglio superare il limite del Super Sayan e lo supererò.
Mi concentro più che posso sull’unica cosa che mi rende aggressiva. Mi arrabbio con tutta me stessa.
Lancio un urlo e la mia energia aumenta bruscamente.
-Accidenti… - sussurra Goten.
Quando finisco di gridare mi sento molto più forte, ma non noto molto altro di diverso.
-La tua aura è aumentata in modo impressionante!
-Sono riuscita a superare il livello del Super Sayan? – non riesco a nascondere la nota di supplica nella voce.
-Io…non lo so, sei diventata davvero forte, ma non credo… - pare incerto – Non importa, sei stata comunque bravissima
Sospiro, poi torno concentrata e faccio cenno a Goten di attaccarmi, e così fa.
Più tardi ci fermiamo di nuovo.
Prendo qualcosa da mangiare e da bere e poco dopo mi stendo sul letto.
Non riesco a evitare di addormentarmi nuovamente.
-E’ normale – mi dice Goten quando mi sveglio – Ti sei sforzata moltissimo, è giusto che ti riposi
-Ma io voglio allenarmi! Non posso perdere tempo a dormire!
Faccio un cenno verso l’area degli allenamenti, così ci posizioniamo e iniziamo nuovamente a lottare, da Super Sayan.
Mi muovo sicura, cercando di spingermi al limite delle mie possibilità mentre Goten mi tiene testa senza difficoltà.
Ci fermiamo ansanti e sospendiamo nuovamente per risposare.
-Stai diventando sempre più forte! – mi dice – Tra poco non riuscirò più a starti dietro…
Per la terza volta mi addormento. Eppure non mi sembra di essermi sforzata tanto. Non più del solito, almeno.
Quando mi sveglio, vedo Goten che sta mangiando qualcosa e mi unisco a lui.
-Quanto ho dormito? – gli chiedo, bevendo un po’ d’acqua.
-Oh, non tanto
Guardo l’orologio. Sono passate circa diciotto ore da quando siamo entrati. Ho ancora sei ore per superare il livello di Super Sayan. Posso farcela.
Torniamo nella zona degli allenamenti e ricominciamo.
E’ sorprendente quanto mi sia abituata in fretta a questo tipo di allenamento.
Aumento la mia aura al massimo e lo stesso fa Goten.
Sfogo tutta la mia rabbia su di lui. La mia forza sale sempre di più, ma il limite non è ancora superato; ma non importa, ho ancora tempo.
Dopo molti altri colpi ci fermiamo di nuovo.
Faccio mentalmente un conto: sarebbero più o meno una decina di mesi che ci alleniamo nella vita reale.
Mi sembra di fare più pause che allenamento, però è inevitabile se siamo così stanchi da non riuscire a continuare…io però non smetterei mai.
Non credevo che fosse possibile, ma mi piace stare qui con Goten. Non ho mai avuto molti contatti con altre persone, ma a stare con lui non ho problemi.
Allenarmi è la cosa che preferisco in assoluto e Goten è davvero un ottimo combattente. D’accordo, lo ammetto, nonostante dubitasse di me all’inizio, cosa che ho odiato molto, a volte è anche simpatico e riesce a strapparmi un sorriso. E poi ora si è ricreduto sul mio conto. Non è così male.
Procediamo per un po’ in questo modo, allenandoci e riposandoci e quando mi sento pronta decido di fare un altro tentativo.
Mi sento molto più forte di prima.
Aumento la mia aura al massimo e delle crepe si aprono tutto intorno, costringendo Goten a fare un passo indietro.
Mi concentro nuovamente sull’unica cosa che mi fa veramente arrabbiare.
Urlo e sento che la mia energia aumenta ancora di più.

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Capitolo 8
*** Allenamento con Vegeta ***


Quando capisco di non potermi spingere oltre mi fermo, orgogliosa della mia rinnovata forza, ma Goten mi scruta dubbioso, allora esito.
Lui scuote la testa.
Accidenti!
Gli tiro un pugno, giusto per sfogarmi, e continuiamo a combattere.
Più tardi guardiamo l’orologio. E’ quasi ora di uscire. Peccato, mi stavo divertendo un mondo.
Ci concediamo un altro allenamento e poi ci prepariamo a lasciare la stanza.
-Mi sono divertita, spero potremo combattere ancora – gli dico prima di uscire.
-Ah…grazie…anch’io sono…si, sono stato bene qui con te…e voglio la rivincita!
-Una riperdita intendi? – gli chiedo seria, mentre recupero il fermaglio.
-Divertente, mi allenerò ancora e vedrai…
-Quando vuoi! – faccio un mezzo sorriso – Ora però usciamo
Sorride e mi precede fuori dalla stanza.
Torniamo da Dende – Ciao ragazzi, vi siete davvero irrobustiti! – si complimenta.
-Tutto merito tuo – gli dice Goten – Grazie di tutto
Junior ci raggiunge – Bentornati, mi sembrate molto più forti di quando siete entrati, o sbaglio?
-Non sbagli, Seripa è addirittura riuscita a diventare Super Sayan!
Sorrido orgogliosa.
Junior sembra davvero ammirato – Neanche Goku è riuscito ad arrivarci alla tua età!
Mi sorprendo – Neanche Goku?
Vedo Goten che si sta dirigendo verso il bordo della piattaforma, ridendo per la mia espressione, così lo seguo. Salutiamo anche Dende e Popo, intento a curare alcuni alberi, e voliamo via.
Questa volta non ho problemi a volare e arrivo a casa di Goten in forma come non mai.
Atterriamo.
-Allora ci sentiamo – gli faccio un cenno e mi volto per tornare alla Capsule.
-Oh…ehm…non vuoi…se vuoi, ti va di entrare?
Mi fermo – Ah…va bene
Lo seguo in casa. Andiamo in cucina e troviamo Goku.
-Raccontatemi tutto, com’è andata? – ci chiede lui quando ci vede entrare.
-E’ stato davvero incredibile… – inizio io.
-E’ riuscita a diventare Super Sayan – mi interrompe Goten.
Goku si ingozza, colto di sorpresa, poi però si calma e mi fa un sorriso complice – Complimenti, si vede che sei sorella di Vegeta
Vegeta, già…mi chiedo come reagirebbe a saperlo.
Guardo male Goten – Devi proprio dirlo a tutti?
Lui sorride innocente.
Sotto sotto però la reazione di Goku mi ha fatto piacere.
-E tu figliolo?
-Ovviamente anche io sono diventato più forte, che domande!
-Tanto forte da riuscire a starmi dietro? – chiede Goku, scherzando.
-Forse… - ammette lui, con un sorriso sbieco.
Goku fa un cenno verso la porta, divertito.
Usciamo in giardino ed iniziano a combattere.
La tecnica di Goku è davvero avanzata, ma dall’esterno riesco a prevedere le mosse di Goten, quelle che comunque conosco meglio.
Li lascio soli, salutandoli mentre torno dagli altri.
Sono curiosa di vedere se riesco a mettere in difficoltà mio fratello e molto più sicura di me.
Entro come mi aveva chiesto Bulma senza bussare.
Trunks mi viene incontro, sentendo la porta aprirsi.
-Ehi! Eccoti qui! Accidenti, la tua aura si è sentita fin da quando sei uscita dalla stanza…sei davvero forte!
-Grazie, sai anche Goten è diventato più forte
Non so perché ma mi sembra giusto farlo presente.
-Davvero? Allora forse adesso siamo alla pari – scherza lui.
Bulma ci raggiunge, appena mi vede però pare delusa – Accidenti e io che volevo qualcuno con cui chiacchierare, ma a quanto pare non c’è niente da fare, sei proprio come tuo fratello…
Mi guardo. In effetti sono ridotta uno straccio.
-C’è per caso un catino o qualcosa del genere? Vorrei lavarmi
Lei mi guarda stranita, ma poi sorride scuotendo la testa – Vieni, dai
Mi accompagna in una stanza che chiama bagno e mi spiega il funzionamento della doccia, mentre io osservo confusa.
Mi lascia sola ed io mi lavo impacciata. E’ decisamente un ottimo modo per pulirsi, anche se è strano. Dopo essermi asciugata sto per rimettermi la tuta che indosso da sempre. E’ quasi come se fosse una parte di me, ci sono affezionata, però mi dico che non posso, che è ridotta troppo male.
Sono in cerca di una soluzione, quando bussano alla porta.
Si apre un poco e vedo una mano che mi porge dei vestiti nuovi.
Sono molto strani. Di certo non sono terrestri.
Li indosso e me li sento perfetti sul corpo, allora capisco che quella è una speciale tuta Sayan.
E’ blu, con una corazza e gli stivali bianchi.
-Grazie fratellone – dico, anche se so che non mi può sentire.
Esco dal bagno e vado a cercarlo. Voglio ringraziarlo.
Lo trovo sdraiato sul divano – Ciao fratellone – lo saluto – Tutto bene? Grazie mille per la tuta, è perfetta
-Di certo è molto meglio di quello straccio… - mi risponde senza guardarmi.
Non vuole parlare, va bene…
Mi accingo a tornare sui miei passi.
-…ma se quello è ciò che ti piace indossare, ne faremo fare altre paia – conclude.
Mi riscuoto e corro ad abbracciarlo – Grazie
Che fratello fantastico che ho…gli voglio già bene.
-E mollami! – mi spinge via.
-Scusa…
Devo ancora dirgli la novità.
Gli vado esattamente di fronte e lo guardo negli occhi con un sorriso a trentadue denti – Indovina chi è diventato Super Sayan?
Per un attimo sembra non capire, ma poi si alza di scatto – Cosa? Ma…non è possibile! Io…
-Non dovevo dirtelo? – lo interrompo preoccupata.
E’ ovvio, Vegeta è troppo orgoglioso, avrei dovuto saperlo che l’avrebbe presa malissimo. Chissà a lui quanto è costato poter raggiungere il livello del Super Sayan…
-No – si calma – Certo che dovevi dirmelo. Ora finalmente posso allenarmi con qualcuno che non sia più debole di me!
La scintilla nei suoi occhi mi fa capire che gli è tornato l’entusiasmo. Sorrido, perché capisco perfettamente quello che prova – Certo! E ti batterò!
-Lo vedremo!
Bulma entra in quel momento – Che state facendo?
Il suo sguardo si posa su di me, allora deve sedersi sua una sedia per riprendersi – Oh, no! Hai trasformato anche tua sorella in una guerriera!
Vegeta fa un sorriso – E’ di sangue Sayan, mi sembra ovvio
Bulma sospira – Oh, beh…venite, è pronto
Mangiamo il pranzo che Bulma ha preparato e poi decidiamo di uscire per batterci. Lascio in casa il fermaglio.
Ci alziamo in volo, Vegeta con uno sguardo fiero e orgoglioso che riconosco come il suo.
Iniziamo a combattere normalmente e ci teniamo testa a vicenda.
Dopo calci, pugni e vari colpi non resiste e diventa Super Sayan, così mi trasformo anch’io.
Lui sorride.
Continuiamo con altri colpi, molto più potenti di prima, e a volte riesce a farmi sbattere a terra, oppure accade il contrario.
Aumento l’aura più che posso e mi avvento su di lui.
E’ bravo e riesce a respingere molti dei miei attacchi. Credo che sia passato al secondo livello, ora, mi sembra più forte.
E’ davvero bello combattere contro di lui. Ci mette davvero molta passione quando combatte, come Goku.
Crea una grande sfera di energia ed io mi blocco. Ma come ha fatto?
Più si avvicina, più comprendo la sua portata. E’ davvero enorme.
Mi riscuoto. Anche se non ho capito bene come è riuscito a creare una cosa del genere la respingerò.
Indietreggio, con la sfera tra le mani. Ce la posso fare, non è difficile.
Sbatto contro al muro di un edifico, su cui si formano delle crepe.
-E le persone all’interno? – mi chiedo – Verranno colpite se non respingerò l’attacco
Questo mi dà la forza di resistere con tutta me stessa e la sfera si ferma. La rilancio indietro, verso l’alto, dove si trova Vegeta.
Lui la schiva e si teletrasporta di fronte a me.
-Beh lo ammetto, sei forte – mi dice – Ma non abbastanza da battermi! – ed inizia ad attaccarmi con calci e pugni, che io schivo o paro.
Difficile dire quanto tempo abbiamo passato a combattere, in ogni caso arriviamo a sera molto provati ma entrambi felici.
Purtroppo alla fine mio fratello ha avuto la meglio, avendo combattuto al secondo livello.
Atterriamo nel giardino di casa ansimanti e pieni di piccoli dolori in tutto il corpo, ma vedo Vegeta che sorride tra sé e sorrido anch’io.
Torniamo in casa.
Mi guardo. La tuta è strappata e la corazza è rotta. Poi guardo Vegeta. La sua non è da meno – Fratellone, scusa…non è che…
Lui mi fa cenno di seguirlo e mi dà un vestito molto bello, ma che non è adatto a me. Troppo elegante. E poi io non ne ho mai indossato uno.
Dopo di che va in camera sua e vedo che ne esce con in mano pantaloni e una camicia nuovi.
Vado in camera mia e mi metto il vestito. Ne sono assolutamente sicura, non fa per me, ma mi devo accontentare.
Metto il fermaglio, poi vado in cucina e vedo Vegeta, Bulma, Trunks e Bra già a tavola.
-Scusate il ritardo – dico.
Trunks mi guarda ammirato e fischia – Se non fossi mia zia, ti inviterei a uscire – commenta, e aggiunge – Ma se Goten non si sbriga a chiedertelo lo costringo io!
Lo guardo male – Zitto o ti mollo un pugno!
Lui sorride innocente, mentre Bra soffoca una risata.
Bulma invece mi guarda atterrita – Quello…quello…è mio! Vegeta!
Allora sposto lo sguardo su di lei, a bocca aperta – Come è tuo? Vegeta! Almeno potevi dirmelo!
Sto per correre a mettermi qualcosa d’altro, ma mio fratello mi trattiene per un braccio.
-Mangia, non cominciare – mi dice solo.
Guardo Bulma, che è furente.
-Non c’è proprio nient’altro? – gli chiedo allora. Lui fa di no con la testa.
Allora cedo e mi siedo.
-Scusa – mimo con le labbra e poi faccio un cenno nella direzione di mio fratello.
A metà della cena, la rabbia di Bulma è sbollita e ammette che non sono tanto male con il suo vestito, sottolineando il fatto che è suo.
Io non mi sento molto a mio agio con quell’abito, sono troppo abituata alla mia vecchia tuta, ma accetto il complimento.
La televisione è accesa, me ne accorgo solo ora. Mi pare ancora molto strano che esista qualcosa del genere, ma cerco di non pensarci.
E’ in onda un programma che annuncia un’intervista con “Colui che ha salvato il mondo da Cell e Majinbu”.
-Chi è? – chiedo curiosa.

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Capitolo 9
*** Il campione dei campioni ***


Vegeta guarda.
-Umpf…un buffone – e torna a mangiare, poco interessato.
Trunks però mi spiega – E’ il padre di Videl, la moglie di Gohan, hai presente?
Faccio cenno di si, Goten me lo aveva accennato. E Majinbu ricordo di averlo sentito nominare sempre da lui.
-E chi è Cell?
-Bah…acqua passata, solo un mostro – mi risponde Trunks – Certo…io ero piccolo…
E si perde nei ricordi d’infanzia.
Intanto l’uomo aveva fatto un ingresso trionfale, con le dita a V per salutare i suoi fans, scatenatissimi.
-Signore e signori, Mr. Satan! – annuncia il presentatore.
-Voglio conoscerlo! – mi impongo – Magari mi permette di duellare con lui!
Ha sconfitto ben due cattivi senza che gli altri ci riuscissero. Deve essere davvero forte. Più forte anche di mio fratello o di Goku.
Gli altri soffocano una risata.
Trunks mi propone – Domani ti accompagno da Gohan se vuoi, così chiedi a Videl
-Certo!
L’uomo più forte del mondo! Voglio sfruttare al meglio questa possibilità ed imparare tutto ciò che riesco da lui. Diventerò più forte.
Finiamo di mangiare ed io vado in camera.
Poco dopo Bulma bussa e mi viene a dire che non c’è problema per il vestito, che se voglio posso anche tenerlo.
-Grazie, beh, in mancanza d’altro…
Spegno le luci e mi concedo una bella dormita ristoratrice.
Il giorno seguente mi alzo presto e medito per un po’ di tempo, fino a quando non mi accorgo di essere molto in ritardo.
Ho un fastidio tremendo alla coda perché non riesco a muoverla come vorrei, nascosta com’è sotto il vestito di Bulma. Neanche si vede.
-Scusa, scusa, scusa! – dico a Trunks correndo attraverso la sala per andare in cucina a mangiare qualcosa.
Lui mi raggiunge – Ehi, tranquilla!
Sono troppo emozionata.
Non fa in tempo ad accomodarsi sulla sedia che io ho finito di mangiare e lo afferro per un braccio, correndo fuori e prendendo velocemente il volo.
-Ehi! Aspettami! – mi urla lui seguendomi.
Arriviamo da Goku in poco tempo.
Non voglio essere scortese, così aspetto Trunks impaziente.
Quando atterra, si dirige alla porta e bussa. Ci apre proprio Goku.
Quando siamo entrati e ci siamo seduti non riesco a resistere e chiedo dov’è Gohan.
In quel momento entra Goten – Ehi…wow, che…bel vestito…cioè…non che tu…ehm…ciao!
Io sorrido, divertita. Adoro quando è in imbarazzo, e mi accorgo che è una cosa che gli capita piuttosto spesso.
-Gohan non c’è ora – ci spiega Goku, mentre Goten ci raggiunge al tavolo.
-Oh…peccato…
Bussano alla porta e si sente un – Nonno! – proveniente da fuori, così capisco chi è.
Vedo Chichi che va ad aprire la porta, e Pan che ci corre incontro.
-Scusateci, Pan mi ha costretto ad accompagnarla, ecco… - sento, così guardo verso la porta e vedo Mr. Satan in persona!
Scatto in piedi, come una molla. Ignoro l’ansia e l’emozione e gli vado incontro.
-Lei è proprio Mr. Satan! – gli dico.
Lui pare stranito, ma subito si riprende, ridendo – Certo che sono io! Sono proprio io, il campione dei campioni, il grande e unico Mr. Satan!
-Io voglio migliorare! – lo guardo determinata – Le andrebbe un allenamento?
Mr Satan ammutolisce – Io…beh…d’’accordo – si decide infine, sorridendomi orgoglioso – Però non qui…venite, andiamo a casa mia
Sembra sicuro di sé.
-Strano accettare, uno come lui… - sussurra Goku a nessuno in particolare.
Usciamo e troviamo Vegeta appoggiato ad un albero.
-Fratellone! Che ci fai qui?
-Volevo vedere lo spettacolo – sembra divertito.
-Ehm…Pan mi ha portato in volo… - ci dice Mr. Satan imbarazzato.
-Ci penso io – si offre Goku.
Ci attacchiamo tutti a lui e siamo di fronte alla casa del campione in un batter d’occhio.
Entriamo e un bel cane ci corre incontro, festante.
-Ehi! Ciao bello! – lo saluta Mr. Satan.
Dopo di che vedo uno strano mostro rosa molto grande. Lo osservo dubbiosa.
-Bentornato Mr. Satan! Ciao! – ci saluta, poi mi vede – Tu chi sei?
-Ciao – dico un po’ stranita – Mi chiamo Seripa…
Lui mi sorride. In effetti ha l’aria simpatica.
Goten mi da una gomitata e mi dice che lui è il Majinbu di cui mi aveva parlato nella Stanza dello Spirito e del Tempo.
Ci spostiamo in una palestra.
-Eccoci! – dico, mentre inizio a scaldare i muscoli – Lei è pronto?
Si toglie il mantello che ha indosso e si mette in posizione, mentre gli altri si accomodano.
Decido di attaccare immediatamente e lo colpisco in pancia. Lui vola fino al muro e ci si schianta addosso.
Abbandono subito la concentrazione – Oh no…sta bene? – gli volo vicino, preoccupata.
Non mi risponde, così guardo gli altri. Presumo che Majinbu sia quello che lo conosca meglio, così mi ci avvicino per chiedergli consiglio, ma lui ha un’espressione molto poco amichevole in quel momento. Ed è sconvolto.
-Tu… - mi dice, ed io mi fermo – Tu hai fatto male a Mr. Satan
Non è una domanda, e ripete questa frase una seconda volta, urlando.

Angolo autrice: Ciao a tutti! Ora che ho pubblicato qualche capitolo vorrei chiedervi, che idea vi siete fatti della protagonista Seripa e come vi sembra come personaggio? Sarei curiosa di sapere cosa ne pensate, se mi fate sapere lo apprezzerei molto, grazie mille :D
Ovviamente accetto anche commenti sulla storia in generale ;)
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 10
*** Le trasformazioni di Majinbu ***


Del gas esce da alcuni buchi sopra la testa di Majinbu. Sono concentrata su di lui, così non mi accorgo che la nube si sta condensando ed inizia ad avere una forma solida.
Quando me ne accorgo, ormai il danno è fatto. Capisco che è grave, anche se non so cosa sta succedendo.
Mr. Satan è ancora incosciente.
Majinbu si blocca e guarda in alto. La nube si è ormai solidificata formando un essere simile a lui ma alto, magro e grigio.
Majinbu rosa reagisce e gli vola di fronte, con un’espressione furibonda sul viso.
Iniziano a duellare, ma purtroppo Majinbu rosa è in difficoltà già da subito.
Majinbu grigio lancia un raggio molto strano verso il suo alter ego e urla – Trasformati in cioccolatino!
Cioccolatino? Seriamente?
Ciò che ha detto però accade davvero. Lo guardo a bocca aperta.
Gli altri sono troppo scioccati per reagire.
Majinbu grigio mangia il cioccolatino che una volta era Majinbu rosa e poco dopo si trasforma e cambia colore. Non so perché ma ho come la sensazione che non sia una buona cosa.
Mi riscuoto, non posso stare a guardare. Ha mangiato l’amico di Mr Satan!
Lo attacco in pancia e poi in viso, riuscendo a tagliargli uno strano codino che ha in testa. Purtroppo non riesco a fare molto altro, perché vengo scagliata a terra.
Quel pezzo del suo corpo cade a terra, morto, ma lui ne fa ricrescere subito uno nuovo. E’ come se non gli avessi fatto niente!
Ride, sprezzante. Lo detesto.
Vegeta mi viene vicino – Seripa! Ma che ti è saltato in mente?
Goku all’improvviso ci corre incontro – Attenti! – ci urta e ci fa rotolare via.
Quando riapro gli occhi, lui è circondato da una strana sostanza rosa, che cerca di intrappolarlo. Si ribella, trasformandosi in Super Sayan…almeno credo…è diverso da come l’avevo visto la prima volta. Ha i capelli più lunghi.
Purtroppo scopro con mio grande orrore che lo ha fatto per salvarci da quella cosa, qualunque cosa sia.
-Goku! No! – urlo.
Sto per corrergli incontro, ad aiutarlo, ma Vegeta mi blocca.
-Che fai? Lasciami! – urlo disperata, strattonando – Devo salvarlo! Lasciami!
-Non servirebbe! – mi dice lui – E’ inutile!
Sembra ferito per l’impotenza che prova in quel momento, ma è anche infuriato, almeno quanto me.
La strana sostanza rosa ha ormai racchiuso il corpo di Goku e in quel momento va a depositarsi sul corpo di Majinbu, che alla fine viene avvolto da una luce e quando torna normale ha cambiato aspetto. E, riesco a percepirlo, è molto più forte di prima.
-Goku! – urlo nuovamente, impotente.
Mi trasformo in Super Sayan e finalmente riesco a liberarmi dalla stretta.
Devo eliminarlo, non mi importa nulla.
Ha fatto sparire per sempre Goku, che si è sacrificato per me e per Vegeta. Non doveva farlo!
Ed anche questa volta è solo colpa mia…
Mi avvento sul mostro rosa. Purtroppo, ora è diventato molto più furbo e intelligente, oltre che molto più forte.
-Non dovevi farlo! – urlo – Ti ucciderò! Giuro che lo farò!
Lui schiva facilmente tutti i miei attacchi, ma non voglio arrendermi.
Aumento la mia energia al massimo. Devo sconfiggerlo definitivamente.
Fino a quel momento lui si è limitato a schivare i colpi, ma quando inizia ad attaccare capisco di non poter competere.
Se non posso sconfiggerlo, almeno morirò provandoci. Ma di certo non gliela lascerò vinta.
Mi fa sbattere contro un muro.
Goten mi arriva vicino e scorgo Vegeta che si trasforma e affronta Majinbu.
Mi rialzo, rifiutando l’aiuto del mio amico che mi tende una mano, e volo di fronte al mostro, prendendo il posto di mio fratello che è stato scagliato via.
Allora Goten e Trunks si posizionano uno di fianco all’altro. Non so cosa vogliano fare, ma mi concentro sul mostro.
Non posso distrarmi.
Attacco Majinbu nuovamente e lui si prende gioco di me, lasciando andare a vuoto ogni calcio o pugno che sferro.
Mi allontano. Devo trovare una soluzione. Devo riuscire a creare anch’io una sfera di energia, come ha fatto mio fratello durante l’allenamento.
Non so di preciso come ci sia riuscito, ma ci provo anch’io. Concentro la mia energia verso il palmo di una mano e a poco a poco si forma una sfera.
La lancio sicura e colpisco Majinbu.
A me sembra potente, ma al mostro non fa nulla; il buco che ho creato nel suo corpo si rigenera.
Questo mi fa arrabbiare ancora di più. E Goku ora è dentro quel mostro per colpa mia.
Mi fa di nuovo cadere a terra con un forte tonfo.
Dietro di me sento – FU-SIO-NE! – e vedo un lampo giallo.
Qualcuno si alza in volo e gli vola di fronte. Si trasforma in Super Sayan. Anche lui ha i capelli lunghi.
-Chi…che…? – chiedo.
Quel ragazzo mi risponde – Ti presento Gotenks, fusione tra Goten e Trunks! – e attacca il mostro.
Fusione? Scuoto la testa.
-Non pensarci – mi dico – Concentrati
Il mostro dà un colpo ai due, cioè…a Gotenks…e lui si ritrova contro il muro.
Vedo Vegeta che prende il suo posto. Non è assolutamente alla sua altezza, me ne accorgo anche io, ma lui non sembra curarsene.
Infatti poco dopo anche mio fratello si ritrova a terra, scivolando verso il muro per qualche metro e andando a sbatterci contro.
Si rimette seduto e poi si rialza piano, guardando Majinbu con odio.
Anche Gotenks si è rialzato ed è in posizione, pronto a combattere di nuovo.
Non glielo permetterò, ora tocca a me.
Mi rialzo, dolorante, e sto per attaccare nuovamente, ma mio fratello riesce a mettersi di fronte a me a braccia spalancate prima che io sia riuscita a volargli di fronte e a colpirlo.
-Voglio andare! Devo ucciderlo! – gli dico urgentemente e con rabbia – Lasciami passare!
Ma perché è sempre in mezzo?
-Non te lo permetterò!
Sta’ per aggiungere qualcos’altro, ma Majinbu gli si teletrasporta alle spalle e lo colpisce con una sfera di energia alla schiena. Quella era decisamente molto più potente delle altre.
È davvero fortissimo.
Lui vola dritto a terra, torna normale e sviene con un gemito.
-Fratellone! No! – gli volo vicino e lo sostengo per la testa, scuotendolo un poco.
Majinbu è ora impegnato con Gotenks, ma appena alzo lo sguardo lui scaglia i due ragazzi uniti con la fusione a terra, facendoli sbattere addosso ad un muro.
-Ragazzi! – mi alzo di scatto.
Mi guardo attorno.
Sono tutti usciti fuori e l’unica persona ancora cosciente che può contrastare Majinbu sono io.
Goku è stato assorbito. Mio fratello, Goten e Trunks sono fuori combattimento, e tutto perché ho colpito Mr. Satan troppo forte.
Ha praticamente eliminato tutti senza neanche pensarci.
Senza un perché.
Sono così arrabbiata, e non mi importa più di controllarmi o di pensare prima di fare qualcosa.
È così ingiusto.
Majinbu sfodera un sorriso di trionfo, e questo non fa che aumentare la mia collera.
Aumento l'aura cercando di raggiungere il mio limite.
Il ghigno di Majinbu si trasforma in un sorriso incerto e poi svanisce del tutto.
La pagherà per tutto quanto.

Angolo autrice: Ragazzi vorrei chiedervi perfavore di darmi un'opinione sulla storia, vi piace? Se no ditemi perchè, vorrei migliorare!

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Capitolo 11
*** L'energia sferica ***


Mi avvento su di lui con una furia omicida e colpisco fino a quando non mi sono sfogata del tutto.
Non è servito a niente, Majinbu è semplicemente ricoperto da tanti piccoli avvallamenti nei punti in cui l’ho colpito e sembra stare benissimo.
Ansimante, mi fermo a guardare. I muri e il tetto sono praticamente crollati del tutto da tutte le volte che siamo andati a sbatterci contro.
Strappo un pezzo del vestito che pende inerte sulle gambe, per essere più libera.
Ho anche una spallina rotta.
Il nemico torna come nuovo e mi sorride.
Vegeta si è ripreso e mi guarda attonito, ma Trunks e Goten sono ancora svenuti.
Io lo vedo e gli corro vicino.
-Fratellone! Scusami, sono una stupida… - sto per piangere, ma non lo farò. Io non piango – E’ tutta colpa mia, tutto questo…
Una sfera atterra poco lontano da noi.
-Ehi! Io sono qui! – ci urla Majinbu.
Quanto lo odio. La mia rabbia ribolle.
Vegeta sta’ per alzarsi, ma lo fermo – No, no, non ce la puoi fare! Vado io, ti prego, rimani qui! Tu sei il più forte tra noi, se fallirò, forse tu riuscirai a sconfiggerlo…
Mi volto verso il mostro. Non voglio che mio fratello si batta in quelle condizioni.
Lui alla fine cede e si rialza a fatica – Per distruggerlo definitivamente devi usare l’energia sferica – fa qualche passo, ma inciampa e cade ed io lo aiuto a rimanere in piedi – Io lo terrò occupato, tu crea l’energia sferica!
-Ma…Goku…e l’energia sferica…non…
Non ho idea di cosa sia questa energia sferica, come può pretendere che riesca anche a crearla?
E poi c’è Goku dentro quel mostro. Me ne ero completamente dimenticata, ma ora mi torna in mente. Se elimino lui, elimino Goku.
Ad un tratto sento una voce che sembra provenire direttamente dalla mia testa – Ragazza! Il destino della Terra è nelle tue mani! Devi chiedere aiuto ai suoi abitanti!
-Chi è? Chi sei? – chiedo, guardandomi intorno, sospettosa – Esci!
-Non sono lì con voi, ti sto parlando telepaticamente. Il mio nome è Re Kaio, ma non perdiamo tempo! Ti metterò in contatto con gli abitanti della Terra, devi chiedere loro di donarti la loro energia, e accumularla in una grossa sfera sopra la testa
E’ tutto nelle mie mani…
Io ho fatto il casino, io devo rimediare.
Ma Goku…Goku è dentro al mostro. Se lo elimino, lui non esisterà più…
Majinbu ha ancora uno sguardo di sfida sul volto, poi però fa una smorfia e si piega in due. Ha degli spasmi di dolore. La mia è una debole speranza. Forse Goku è vivo e sta cercando di ribellarsi…ma mi rendo conto che non è possibile.
-Sono pronta. Può partire, Re Kaio
Mi posiziono con le mani al cielo, pronta a raccogliere l’energia. O almeno credo.
-Parla, ragazza!
Mi schiarisco la voce – Ehm…buongiorno a tutti, mi chiamo Seripa e…beh, è una lunga storia, ma ci serve il vostro aiuto, è molto importante! Dobbiamo sconfiggere Majinbu!
Man mano che parlo mi sento sempre più sicura di me, mentre nel frattempo mio fratello sta controllando il mostro, ancora in preda alle fitte di dolore.
-Alzate le mani verso il cielo e datemi la vostra energia! E’ molto importante!
Dopo di che iniziano le lamentele.
E’ uno scherzo? Ma cosa vuole? e parole simili si susseguono tra loro. Altri mi ignorano completamente.
-Non è uno scherzo, vi prego! Ci serve la vostra energia per sconfiggere definitivamente Majinbu! E’ un mostro malvagio, che distruggerà la Terra se non lo fermiamo! Aiutatemi! Alzate le mani al cielo!
Non che quel mostro abbia esplicitato che distruggere la Terra fosse il suo obbiettivo ma…beh, è piuttosto chiaro che lo farà.
Una piccola sfera inizia a formarsi ed io sono più ottimista.
Guardo Vegeta, ma lui è furente – Quell’energia non gli farebbe un graffio! – mi urla – Sono soltanto i nostri amici che cercano di aiutarci!
-Vi prego! Alzate le mani al cielo! Ci serve la vostra energia! – continuo allora imperterrita.
Vedo Goten e Trunks che si stanno risvegliando. La fusione è ormai sciolta da tempo.
Anche Mr. Satan sta tornando cosciente.
-Che succede? – borbotta, poi mi mette a fuoco e lancia un urlo, spaventato.
Intanto le proteste tra gli abitanti continuano.
-Mr. Satan! – urlo – Alzi le braccia al cielo! Mi deve dare la sua energia!
Goten e Trunks hanno già le braccia alzate.
Lui si guarda attorno, smarrito. Inquadra Majinbu e urla nuovamente.
-Ehi! – lo richiamo di nuovo, un po’ irritata – Insomma! Vuole smetterla e alzare le braccia? Lei è il campione dei campioni, un po’ di contegno!
Lui mi fissa, poi si rizza in piedi e dice – Ma certo! Ma certo! Ovvio! Io sono il campione! – ed alza le braccia.
Vedo che anche lui sta ascoltando i commenti delle persone.
Quando l’energia viene raccolta tornano con le braccia lungo i fianchi, ma la sfera non è aumentata di un centimetro.
-Insomma! – mi arrabbio. So che non dovrei, ma è più forte di me – Dateci la vostra energia! Ci serve! Dobbiamo avere più energia possibile!
-Ragazza, così non fai altro che irritarli di più! – mi dice Re Kaio.
Mi rendo conto che così non funziona.
Mr. Satan è bloccato, l’orecchio teso all’ascolto. Ad un tratto non riesce a trattenersi – C’è in gioco il vostro destino e voi ve ne infischiate?! – urla – Che ne sarà della Terra se voi non volete salvarla?!
Le persone ammutoliscono all’istante, poi qualcuno urla – E’ Mr. Satan! E’ lui! E’ proprio lui! Viva Mr. Satan! – e cose simili.
-Si, si, amici, sono proprio io! – dice lui, più calmo – Non volevo svelare la mia identità, ma…non importa! Alzate le braccia e dateci la vostra energia!
La sfera sopra la mia testa aumenta a dismisura ed ogni secondo si ingrandisce sempre di più.
Mi preparo, concentrata sull’obbiettivo.
Mi dispiace, Goku…
Ad un tratto del fumo esce dai buchi del corpo di Majinbu, e con lui…Goku! E anche Majinbu buono, l’amico di Mr. Satan!
-Goku! – urlo. Sto per abbandonare la mia posizione, ma mi riscuoto. Devo rimanere concentrata.
Majinbu si trasforma, diventando più piccolo, ma la sua aura è, se possibile, aumentata.
Vedo il mio amico che alza le braccia al cielo, sorridendo.
Mr. Satan si precipita da Majinbu buono. E’ bello vedere che la loro amicizia è molto forte.
Dopo poco la sfera è completata. Ora tutto dipende da me. Ce la devo fare, non ci sono scuse.
Majinbu ha un’espressione di terrore negli occhi.
Ora me la pagherà per tutto.
Lancio la sfera e Majinbu tenta di bloccarla con le mani, come è logico, ma io non gliela darò vinta, questa volta.
Resisto con tutta me stessa. Aumento nuovamente l’aura al massimo delle mie possibilità e sento che la presa di Majinbu si allenta.
Ce la farò, gliela farò pagare con gli interessi se necessario.
La resistenza dall’altra parte scompare di botto e ne deriva una grande esplosione.
Volo giù ansimando e cerco di darmi un contegno anche se dentro di me sono ancora molto scossa.
Appena tocco terra con i piedi cado in ginocchio.
-Ben fatto, ragazza! – mi dice Re Kaio.
Mi vengono vicino, tranne mio fratello che rimane in disparte, assorto nei suoi pensieri.

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Capitolo 12
*** Festeggiamenti ***


Trunks mi porge una mano, ma la rifiuto e mi rimetto in piedi da sola.
Faccio un respiro profondo e mi calmo un po’.
Goku mi dà una pacca sulla spalla.
-Lo dicevo che sei davvero forte! L’energia sferica? Non ho parole
Sorrido – Già…
Vado da Mr. Satan un po' imbarazzata. Non mi è semplice ammetterlo – Credo...di doverla ringraziare, Mr. Satan…probabilmente non ce l’avrei fatta senza di lei
Lui però è senza parole.
-…E scusami, Majinbu, se l’ho colpito – continuo – Non volevo fargli del male, ma lui è il campione dei campioni, pensavo che si sarebbe difeso…
-In verità, Mr. Satan non è così forte – mi dice Goku – Non è vero, Mr. Satan?
L’interpellato diventa rosso – Beh…ecco…io…
-Non importa, va bene lo stesso – dico, allora lui si rilassa e si gratta la testa.
In quel momento sembra accorgersi dello stato della palestra, perché impallidisce – La mia palestra!
Noi ridiamo. Mi sa che capita spesso, quando si ha a che fare con mio fratello e tutti gli altri.
-Nonno Goku! Nonno Satan! – Pan ci corre incontro e abbraccia i nonni.
E’ davvero tutto finito.
Chichi abbraccia Goten e Goku – Oh, che spavento ho preso!
-Goku? – chiedo – Ma chi è Re Kaio?
Lui ride – Ah, ma certo…non poteva essere altrimenti! Chi altri se non lui avrebbe potuto aiutarti?
Mi spiega brevemente chi è.
Vedo che ci sono molte persone che stanno volando verso di noi, e poi atterrano.
C’è anche Gohan.
-Goku! Amico mio! – un uomo basso gli corre incontro – Ma…cos’è successo? Abbiamo sentito un’aura molto forte, oltre a quella di Majinbu, ma non era la tua né quella di qualcun altro…
-Infatti è stata lei a sconfiggerlo – mi indica e io gli sorrido.
Lui mi guarda – Carina la ragazza… - sorride anche lui.
Vegeta gli passa accanto e gli tira un pugno sulla testa, superandolo come se niente fosse.
-Me ne vado a casa – annuncia.
Una donna bionda, probabilmente sua moglie, chiede, mettendo le mani sui fianchi arrabbiata – Scusami? Cos’hai detto?!
-Ma niente tesoro! – si schermisce lui, massaggiandosi la testa.
Ridiamo tutti di gusto.
Si presentano uno a uno e alla fine lo faccio anch’io, suscitando sguardi increduli.
Alla fine, Bulma propone una festa alla Capsule e tutti accettano al volo.
Arriviamo a casa e mi rendo conto che il vestito è da buttare.
-Scusa, Bulma…
-Per quello straccetto? – chiede lei e mi sorride.
Vado in camera. Forse riesco a rimediare qualcosa…si, ma cosa? Non ho nient’altro.
Apro l’armadio e per poco non lancio un grido di gioia.
La mia tuta! La tuta che ho indossato per tutta la vita. E’ lì, nuova! E non ce n’è solo una, ma molte di più tutte identiche alla prima!
Ne prendo una. Me la infilo e finalmente mi sento me stessa. Ha anche un buco per la coda.
E’ così bello rimetterla.
Ringrazio mentalmente mio fratello.
La festa è bellissima. Mi diverto molto e tutti fanno a gara per poter chiacchierare con me.
Non sono abituata a tutte quelle attenzioni. Anzi, diciamo che non sono proprio abituata a stare in mezzo a tutta quella gente, che mi presti attenzione o meno, però mi piace.
Vogliono sapere tutto ciò che è successo da quando sono arrivata.
Vegeta se ne sta’ in disparte come suo solito mentre tutti chiacchierano tra di loro.
Crilin mi chiede – E’ vero che anche tu puoi trasformarti in Super Sayan?
Annuisco – Ma ho intenzione di superare il limite
Goku mi fa l’occhiolino – Complimenti, è un bell’obbiettivo
Sorrido – Voglio la rivincita per l’altro giorno
-Anch’io sono curioso – mi risponde – Ma adesso godiamoci la festa…e soprattutto il cibo! – e si avventa sul tavolo del buffet.
Alla festa conosco finalmente Videl.
-Mi hanno detto che somiglio a te da giovane – lancio un’occhiata a Goten, intento a parlare con Trunks.
-Da giovane? Oh, mi ricordo ancora la prima volta che ho provato a volare. Io cercavo di concentrarmi per volare bene e mio marito continuava a dirmi “brava, brava”. Ho dovuto digli di smetterla o mi avrebbe fatto cadere…
Rido.
Un signore anziano si fa largo tra la folla.
-Genio, ciao! – lo salutano.
-Che si festeggia? – chiede lui.
-Festeggiamo una seconda sconfitta di Majinbu, lei è la festeggiata – mi presenta Bulma.
L’uomo si volta nella nostra direzione – Ehi, ma io non ti ho mai vista, sei nuova di qui? – mi chiede avvicinandosi e fissandomi.
-Ehm…
Mio fratello gli viene di fronte e gli dà un pugno – Non provarci, vecchio!
-Ma io volevo solo salutarla… - si lamenta lui, con le mani sulla testa, e tutti ridono, me compresa.
Vegeta se ne va con un verso di disappunto.
-Lei è la sorella di mio marito, se non vuoi che ti sistemi per bene, meglio se non ci parli più
Mi allontano, imbarazzata per il comportamento di mio fratello, e mi siedo su una delle tante sedie che costellano la stanza, che da quello che vedo fa anche da serra, essendo piena di piante e fiori. E’ tenuta bene. Sono intenta ad ammirare la vegetazione quando poco dopo Gohan si siede in una sedia vicina, con in mano un bicchiere, e mi fa un cenno cordiale.
Voglio conoscerli meglio, così decido di rompere il ghiaccio – Allora tu sei uno studioso?
Lui mi annuisce – Già…sai, mia madre da piccolo mi faceva sempre stare sui libri, perché voleva che studiassi molto… - dalla sua espressione sembra quasi peggio che affrontare non uno, ma cinque Majinbu che hanno assorbito Goku contemporaneamente.
Sorrido. Non fatico a immaginare Chichi che mette sotto torchio il figlio per farlo studiare.
-Beh, ha funzionato – commento. Lui annuisce riluttante – …però sei anche un bravo combattente, no?
Allora arrossisce un poco – Beh…non così tanto…ultimamente…
Chichi ci raggiunge spedita a passo di marcia e mette le mani sulle spalle del figlio, fiera – Sai chi ha sconfitto veramente Cell? In realtà è stato Gohan – mi dice – Ah…il mio Gohan! – fa una pausa – Undici anni, ed era già un teppista, come suo padre!
Se ne va così come era arrivata.
-Oh no, mamma! – la segue con lo sguardo, rassegnato, poi si rivolge a me – Scusala…sai, a volte… - e rincorre la madre.
Mi alzo e faccio due passi, uscendo un attimo nel grande giardino.
Passo davanti ad una macchina. Undici anni, mica male.
Mi soffermo a pensare a quest’avventura mentre mi siedo sull’erba.
Non mi accorgo che il tempo passa e più tardi Goten viene a chiamarmi – Ehi – mi dice – Tutto okay?
Osservo il cielo scuro stranita che sia già arrivata sera – Certo, stavo solo pensando
-Qui da sola?
-Una boccata d’aria – alzo le spalle.
Si siede accanto a me e per un po’ stiamo in silenzio.
-Pensavo…domani… - inizia lui più tardi.
Lo guardo con un sopracciglio alzato, allora lui abbassa lo sguardo diventando rosso.
Non riesco a fare a meno di sorridere – Scherzavo, se ti fa piacere vengo volentieri a fare un giro
Lui allora sorride a sua volta, sollevato, e poi rientriamo insieme.

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Capitolo 13
*** Un'altra minaccia ***


Il giorno successivo dopo essermi preparata mi rilasso un po’ meditando, poi vado in cucina e trovo Trunks che fa colazione.
-Buongiorno – lo saluto e lui ricambia.
Mangiamo di gusto e per poco non dimentico ancora la domanda che volevo fargli dal giorno precedente – Mi spieghi cos’è la fusione?
-Dunque, quando si esegue la fusione i corpi dei due combattenti vengono uniti in uno solo, formando un essere molto più forte rispetto ai due singoli
Annuisco pensierosa – Quindi tu e Goten insieme siete diventati più forti
-Già, purtroppo però la fusione dura solo mezz’ora…
Continuiamo a mangiare ognuno perso nei propri pensieri.
-Ehi, mi fate vedere come funziona?
-Se per Goten va bene, non c’è problema
Più tardi andiamo a casa di Goku e troviamo Goten fuori ad allenarsi.
Lo salutiamo e lui ricambia, fermandosi.
-Vorrei vedere come si esegue la fusione, ti andrebbe di farla con Trunks?
Lui annuisce, dopo di che si posizionano uno accanto all’altro con le braccia parallele al terreno. Poi non riesco a seguire, ma fanno degli strani movimenti che sono anche un po’ buffi a vedersi.
Un lampo accecante ed un ragazzo simile ad entrambi compare.
Si passa il dito sotto al naso – Ecco, ora sai come funziona; devono passare trenta minuti, ti va una sfida?
Io sorrido – Ti straccerò! – dichiaro.
Lui ride e ci posizioniamo, dopo di che ci trasformiamo in Super Sayan.
Iniziamo a combattere, così velocemente che delle onde d’urto si propagano per tutto il quartiere.
Non aumenta mai di livello, ma capisco che quella che sta’ utilizzando non è che parte della sua vera forza.
Mi sembrano passati pochi minuti quando, mentre sto per lanciare una sfera d’energia, la fusione scade e Goten e Trunks tornano quelli di prima.
Mi fermo e mi viene quasi da ridere. Sono esattamente nella stessa posizione.
Loro si guardano un po’ delusi.
-Peccato…è già finita… - dice Trunks.
-Potete rifarlo – obbietto io. Ammetto di essere delusa quanto loro.
-Deve passare un po’ di tempo prima che la fusione possa ripetersi – mi spiega Goten.
-Ah…capisco…allora ti va di fare quel giro?
-Ehm…si…certo, andiamo
Salutiamo Trunks e ci alziamo in volo.
Io mi posiziono come se fossi stesa, con le mani sopra la testa.
-Dovresti guardare dove vai… - mi avvisa Goten.
-Ormai so volare perfett…ahi! – non riesco a completare la frase che vado a sbattere contro un albero più alto degli altri.
Goten non può fare a meno di ridere ed io faccio una smorfia, massaggiandomi il punto in cui ho sbattuto.
-Forse è meglio camminare… - propongo.
-Già…forse… - conferma lui soffocando la ridarella.
Scendiamo a terra tra gli sguardi increduli dei passanti.
Andiamo in un bar e compriamo un grosso gelato da dividere. E’ buonissimo.
-Mio fratello e tuo padre si conoscevano già da prima, si, insomma, che quel Freezer distruggesse il pianeta Vegeta?
Rabbrividisco. Far saltare in aria un pianeta non è cosa da poco. Non posso dire che mi dispiace, in fondo non sono cresciuta lì, però se penso che sarebbe potuto accadere alla Terra...
Lui scuote la testa – Io non ero ancora nato, ma mi hanno detto che Vegeta è venuto sulla Terra per conquistarla, ma mio padre è riuscito ad impedirglielo
Non posso credere che mio fratello fosse una persona così orribile…no, non lo farebbe mai…
-…Vegeta stava per partire con la navicella e Crilin aveva la possibilità di ucciderlo, ma papà gli ha chiesto di risparmiarlo…
-Tuo padre è una persona davvero speciale, lo sai?
Lui sorride e annuisce.
-Però…sei sicuro che sia andata veramente così? Mio fratello sarà anche odioso a volte, però non è il tipo da sterminare un’intera popolazione per poter prendere il pianeta…
Lui sorride e poi si fa pensieroso – Vegeta è cambiato molto da quando è arrivato sulla Terra, prima non avrebbe esitato ma ora ha la sua famiglia da proteggere, farebbe di tutto per voi…
E’ proprio vero…
Il gelato nel frattempo è finito e la cameriera passa a ritirare la coppa vuota.
-Volete altro, ragazzi? – ci chiede.
-No, grazie, ci porti il conto – dice Goten.
Quando se ne va chiedo spiegazioni su quel conto e lui mi spiega che dobbiamo pagare per il gelato, che non ce lo danno per niente.
Quando arriva il conto, paga e usciamo. Facciamo un giro per la città.
E’ piacevole stare in compagnia di Goten. Credo sia la prima persona con cui passo del tempo dopo la scomparsa della nonna.
A pensarci è una cosa molto strana. Sono sempre vissuta da sola, a parte le poche volte che ho incontrato qualche altra persona che girava per la foresta. Ma ovviamente non sono mai stati più di semplici incontri. Con lui invece sto intrecciando un legame…
La voce di Goten mi riporta alla realtà – A cosa pensi?
Sbatto gli occhi – Oh…solo…beh, che mi sto affezionando…e che questa è una cosa che non mi capita da un po’
-Oh… - lui diventa rosso e fa un sorriso imbarazzato, ed io non posso fare a meno di sorridere divertita dalla sua reazione.
La sera arriva prima del previsto, così ci dirigiamo verso le nostre case passeggiando.
Arriviamo di fronte a quella che ho iniziato a considerare come casa mia.
-Allora…a domani… - mi dice Goten.
-A domani
Entro in casa e vado in cucina. Non ho fame, stranamente, così auguro la buonanotte a tutti e salgo in camera a dormire.
Devo ancora battermi contro Goku. Avrò la mia rivincita.
La mattina successiva quando entro in cucina Bulma mi saluta – Buongiorno cara, caffè?
-Si, per favore – rispondo.
-Com’è andata ieri con Goten? – mi chiede versandomi il caffè in una tazza.
-Tutto bene – rispondo con un sorriso.
-Solo? Non dici altro? Ecco il caffè – me lo passa.
-Grazie. Beh, si non c’è molto da dire. Abbiamo preso un gelato e basta
-Solo un gelato…peccato…
Roteo gli occhi, poi mi rivolgo a Vegeta – Fratellone, in ogni caso, sono contenta che non hai conquistato la Terra, quella volta…ti immagini una principessa come me? – sorrido.
No, decisamente non sono la persona adatta a cui affidare il potere.
Pare sorpreso, ma poi sorride amaramente – Kakarot mi ha risparmiato, eppure quello…era un gesto così…così…da deboli! Non capirò mai perché ha voluto farlo
Io finisco il mio caffè – Sono contenta che lo abbia fatto – affermo – Devo ringraziarlo più tardi
-Più tardi? – chiede lui.
-Si, tra poco andrò da lui e ci batteremo, voglio vedere quanto è forte e quanto io sono diventata forte
-A volte dimentico che sei la sorella di Vegeta – commenta Bulma – Ma in questi momenti non si nota la differenza
Sorrido divertita – Ho un fratello fantastico, perché non dovrei assomigliargli? – chiedo, uscendo dalla stanza.
Vado a prepararmi e più tardi esco di casa, diretta da Goku.
Non vedo l’ora di scoprire la sua vera forza.
Atterro di fronte a casa sua. Busso e sento – Entrate, è aperto! – e così faccio.
-Buongiorno, Chichi – saluto.
-Oh, ciao Seripa…ah, che figure mi fa fare Goku…deve sempre farsi venire a trovare, mai una volta che sia lui a passare a salutare gli altri – sospira, poi come rianimata mi chiede – O forse sei qui per Goten? Te lo chiamo
Si sta già dirigendo verso la porta per chiamarlo, ma la fermo – No, in realtà si tratta di Goku…
Lei allora si blocca e si volta – E’ fuori…non so dove sia andato, scusa
Sono un po’ delusa – Vorrà dire che andrò a cercarlo, allora…scusa il disturbo
-Di niente, grazie per essere passata
Esco. Chissà dov’è andato.
Mi alzo in volo ed inizio a cercarlo.
Dopo un po’ che giro per la città ho quasi perso le speranze. Eppure non può essere sparito nel nulla. Credo.
Decido di fermarmi un attimo e scendo a terra.
Non faccio in tempo a fare due passi che lo vedo uscire da un negozio con la nipote.
Gli corro incontro – Ehi! E’ tutta la mattina che ti cerco. Chichi non sapeva dov’eri andato. Cos’è successo?
-Oh…niente di grave, sono semplicemente andato a trovare Gohan, e Pan ha deciso che dovevamo fare un giro – si scusa lui – Pensavo di metterci di meno…
-Non importa, ora ti ho trovato, noi abbiamo una sfida in sospeso… - gli dico.
-Hai ragione! – ride – Direi che…
Si blocca e assume un’aria preoccupata.
Anch’io mi blocco. Percepisco un’aura malvagia e molto potente, ed anche Goku deve averla sentita.
-Non può essere…è la sua aura, ma molto più potente. Eppure dovrebbe essere morto – sussurra tra sé.
Lo guardo con aria interrogativa. Non capisco di chi sta’ parlando. So solo che ha un’aura molto forte e molto malvagia.
-Vieni – mi dice – Andiamo a casa, ti spiegherò tutto
Si alza in volo e lo seguo insieme a Pan, anche lei confusa. Non l’ho mai visto così preoccupato.
Arriviamo a casa sua e troviamo Goten già fuori che si dirige nella nostra direzione.
-L’avete sentita anche voi? – chiede – Ma chi può essere?
-Pan, per favore vai in casa dalla nonna, va bene? Nonno torna subito
Capisco che quell’ultima frase non è proprio la verità.
L’interpellata lo guarda male incrociando le braccia – No, voglio venire
Ma lui punta il dito verso la casa, serio e severo, così lei cede e se ne va. La capisco, Goku non è il tipo da arrabbiarsi facilmente e se ha fatto ciò ci deve essere un motivo.
Sentiamo gridare. Anche Gohan ci raggiunge – Papà, ma è lui? La sua aura è aumentata incredibilmente…
-Ho paura di si…dobbiamo andare
Ci siamo appena rimessi in moto che vediamo mio fratello in volo diretto nella nostra direzione, con al seguito Trunks.
Nessuno fiata, ma tutti sono concordi sul fatto di andare da questo essere. Voliamo nella direzione da cui proviene quell’immensa energia, ed io non ho ancora capito da chi stiamo andando.
Non voglio interrompere questo silenzio che si è creato, così sto zitta e li seguo.
Dopo poco, da lontano inizio a distinguere una figura. Non capisco molto ma man mano che ci avviciniamo inizio a metterla a fuoco sempre meglio.
E’ un essere bianco e viola e pare stia aspettando proprio noi.

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Capitolo 14
*** Freezer ***


Gli arriviamo di fronte, gli occhi di tutti puntati su di lui, con uno sguardo che non è per niente amichevole. Ma del resto anche quell’essere non sembra avere buone intenzioni.
-Allora è proprio la sua aura – sussurra Goku.
-Ma che bello! La famiglia di scimmioni al completo! – inizia lui, fissandoci uno ad uno.
Si sofferma su di me. Cerco di mantenere il controllo, come se sapessi perfettamente tutto, ma in realtà non capisco cosa sta’ succedendo…chi è e cosa vuole?
Mi viene di fronte – Un altro scimmione? Questa mi è nuova…
-Che ci fai qui? Tu dovresti essere negli Inferi, insieme a tutti gli altri! – gli urla Goku. Sta’ per scoppiare. Si vede che rivederlo gli ha fatto tornare alla mente ricordi scomodi.
-Guarda, guarda…il Super Sayan…eppure ora non sei l’unico, dico bene, Goku? – ride, sprezzante – Vi spiegherò tutto, non preoccupatevi – incrocia le braccia con un sorriso sul volto – Gli uomini che mi sono rimasti fedeli hanno costruito una macchina che mi ha riportato in vita. E non è tutto, ha anche aumentato in modo impressionante la mia forza. Purtroppo nel processo è andata distrutta, ma non importa…
Stanno tutti fremendo dalla voglia di farlo fuori, è chiaro, ma vogliono vedere dove vuole andare a parare.
-Inoltre sono riusciti anche a creare un aggeggino che, indovinate, mi rende immortale – ride.
Immortale? Ha davvero detto immortale? Non mi piace, non mi piace per niente…
Gli altri si guardano tra loro, preoccupati.
-E’ all’interno del mio corpo, quindi non potete distruggerlo. Come vedete, uno dei miei desideri si è realizzato, anche senza quelle stupide sfere del drago. E l’altro sta per essere esaudito. Ho studiato per anni i vostri progressi – si avvicina a Goku – Stavolta non mi fermerai – afferma.
-Potrei farlo io – interviene Gohan.
Chissà se è vero? E’ così forte?
-Non credo, so di cosa siete capaci. E tu non sei alla mia altezza
Lui allora freme di rabbia.
-Chi abbiamo qui, invece? Oh, ma certo…l’altro figlio di Goku…mentre qui, oh, il figlio di Vegeta. Da te non me lo sarei mai aspettato, lo sai?
Sta’ prendendo gusto a stuzzicarli…
-Non toccherai nessuno, qui, Freezer! – gli urla mio fratello, di rimando.
Freezer. I ricordi affiorano. E’ quello che ha distrutto il nostro pianeta di origine. La mia rabbia aumenta.
-Freezer – sussurro.
Lui ignora mio fratello, mi guarda e sorride, divertito.
-Qui invece abbiamo un nuovo acquisto, dico bene? Tu chi saresti?
-Il mio nome è Seripa, se vuoi saperlo – lo guardo molto male con i pugni stretti.
Torna subito serio – Non credo di averti mai incontrato, immagino che fossi stata così debole che gli scimmioni abbiano deciso di spedirti su un misero pianeta per conquistarlo – ride – Beh, la Terra è un misero pianeta
-Io…ti rispedirò da dove sei venuto! Non ti permetterò di distruggere anche la Terra! – gli urlo, colpendolo ad una spalla.
Lui però non cerca di difendersi e non si scompone per quel colpo – Oh, si, quando ho fatto esplodere il pianeta Vegeta ne sono usciti dei bei fuochi d’artificio – sorride pensieroso, poi aggiunge – Non puoi farmi nulla, sciocca ragazzina!
Ingoio la rabbia e cerco di controllarmi. Non è prudente ingaggiare battaglia senza conoscere bene la situazione.
-Ehi, non provare a toccare mia sorella, chiaro? – interviene allora Vegeta, i pugni stretti dalla rabbia.
Freezer mi squadra pensieroso – Ah, allora esiste anche una principessa dei Sayan…sai, scommetto che questa non è la tua vera potenza, ho indovinato? Tu puoi fare molto di più. Che ne dici di unirti a me? In fondo non è bello estinguere così una dinastia, giusto? – mi sorride – Magari risparmierò la vita al tuo caro fratello. Potrei permettergli di tornare al mio servizio. Ma gli altri…gli altri devono sparire!
-Tornare? – guardo Vegeta che è pronto a esplodere dalla rabbia.
-Non tornerei mai a servirti! Quei tempi sono finiti! – gli urla lui.
-Vuoi dire che tu eri…al servizio di questo essere? – gli chiedo.
-Già. Non so cosa pensavo, a quei tempi. Servire un essere malvagio come lui!
-A quei tempi volevi la stessa cosa che volevo io, l’immortalità – gli dice Freezer senza scomporsi.
No, non ci credo. Mio fratello non è come Freezer.
-Ti ho già detto che quei tempi sono finiti!
Lui lo ignora nuovamente – Allora, ti ho fatto una domanda – mi dice – Qual è la tua risposta?
-Non ti servirei mai, neanche fossi sul punto di morire! – gli urlo, ma mi controllo.
-L’hai voluto tu…
-Ehi, Freezer! – si intromette nuovamente mio fratello, questa volta con aria sprezzante – Magari non hai paura di noi in questa forma. Ma forse, se diventassimo tutti degli scimmioni, riusciremmo a trovare il tuo bell’aggeggio dell’immortalità e potremmo ucciderti nuovamente, che dici?
Sul volto di Freezer uno sguardo preoccupato prende il posto dell’aria sicura di prima – Non…non oseresti! Lo so che non lo farai! Distruggeresti la città!
-Chi ti dice che la trasformazione avverrà qui? – gli chiede lui, sicuro.
-Che intendi dire?
Goku si mette velocemente due dita in fronte e tutti veniamo trasportati in una zona deserta.
-Qui non c’è pericolo – afferma Vegeta guardandosi intorno.
-Cosa? No!
Mio fratello sta formando una sfera diversa dalle altre. Non capisco cosa voglia fare. Sarà un bluff?
-Fratellone…cosa…?
Lui lancia in aria la sfera. Non la guardo neanche. I miei occhi passano da lui a Freezer.
-Non ancora – ci dice – Vi dirò io quando guardarla
Gli altri annuiscono, sicuri.
Freezer è preso dal panico – Stai…stai mentendo! – afferma – Lo so che non lo farai. Solo tu sei in grado di controllarti in quella forma, tutti gli altri distruggerebbero tutto!
-Tutto cosa? Non c’è proprio niente da distruggere
Freezer non sa cosa replicare.
Sono così confusa. Non ho capito niente.
Guardo in alto, verso la sfera che Vegeta ha lanciato, con centinaia di domande per la testa.
E’ bellissima. Sembra la Luna.
Mi ricordo che la nonna mi aveva sempre detto di non guardare direttamente la Luna piena, o sarebbero accadute delle cose terribili. Ci credevo, perché ho guardato la Luna solo due volte.
La prima volta la nostra casa è andata distrutta. La seconda, ho trovato la nonna morta.
La mia coscienza scivola via dal corpo e sprofondo in una specie di dormi-veglia, cadendo a terra.

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Capitolo 15
*** La battaglia ***


Nonostante tutto riesco a sentire qualche frase qua e là.
-No! – urla Freezer.
-Oh, no, Seripa! – mi grida Vegeta.
Sento le voci stupite degli altri.
Non riesco a fare nulla. All’improvviso però vengo presa da una rabbia cieca, che mi impone di distruggere tutto quanto. Non c’è nulla, così mi concentro su ciò che si muove.
Ma non sono io quella che ora sta colpendo per il gusto di farlo.
Dopo di che non capisco più nulla e tutto diventa nero e silenzioso.
Mi risveglio su un letto morbido.
La prima cosa che penso è “ho sognato”, però mi dico che non può essere, che tutto era troppo reale per essere solo un sogno.
Mi alzo e faccio un passo. Cado.
Accidenti, sono ancora così debole? Eppure…no, non è per questo. E’ l’equilibrio.
Mi rialzo e cado di nuovo. Guardo la coda.
La mia coda! Dov’è finita?
Faccio un paio di giri in cerchio sempre stando a terra, ma poi capisco. Non c’è più…la mia coda…sparita.
Che peccato…a volte può tornare utile…
Mi alzo da terra e mi appoggio al letto. Faccio un passo, poi un altro, finché non riesco a camminare come si deve.
Allora esco dalla camera. Vedo Bulma.
-Oh, cara! Ti sei svegliata?
-Ciao Bulma… - la raggiungo e mi siedo su una sedia - Sono così confusa…ho la testa che mi scoppia
-Ti capisco…vedrai che quando torneranno ti spiegheranno tutto
-Quando torneranno? – alzo la testa – Sono ancora là?
-Oh no, tu rimani qui! Non dirò nulla! – si impunta.
Sorrido – Percepisco le loro aure anche da qui – la informo, uscendo velocemente di casa.
-No, aspetta! – mi grida, rincorrendomi per un tratto, ma non le do retta.
Volo verso quelle fonti di energia. Sono ancora tutti vivi anche se non proprio al pieno delle forze, e l’aura di Freezer è diminuita un po’.
Arrivo nel luogo dello scontro. E’ sempre quello di prima.
Noto che sono tutti trasformati in Super Sayan eccetto Gohan. Lui è nel suo stadio normale, o almeno così sembra, ma sento che è circondato da un’aura molto potente. Non può essere ancora normale.
Capisco dai loro volti che hanno già iniziato a combattere da un pezzo. Le domande che vorrei fare sono molte, ma per quelle ci sarà tempo.
Ora Freezer deve essere eliminato.
-Seripa! Perché sei tornata? – mi chiede mio fratello con rabbia.
Trunks e Freezer si stanno colpendo a vicenda con foga.
-Ciao a tutti, scusate l’assenza – rispondo io, cercando di sembrare più sicura di quanto non sia.
Trunks viene afferrato per un piede e lanciato lontano.
Freezer è scioccato. Ha delle brutte ferite, una in particolare all’altezza del cuore.
Quando mi vede non può fare a meno di urlare – Tu…come hai osato sfidare il grande Freezer?
Io lo ignoro e guardo in alto. La sfera è sparita.
-Non ho capito nulla di ciò che è successo – affermo, rivolgendomi ai presenti – Ma una cosa l’ho capita. Freezer pagherà
Lui allora mi attacca. E’ molto forte. Forte quanto Goku. O forse di più.
Mi trasformo per poterlo contrastare. Non ho scelta.
Lui si ferma e ride – A quanto pare il leggendario Super Sayan non è più così raro, dico bene? – e ricomincia.
Incasso ogni colpo con molta difficoltà e nel mentre tento di contrattaccare, ma Freezer sembra che non venga scalfito da nulla.
-Anche se con lo stratagemma del tuo caro fratello hai tolto dal corpo il mio dispositivo per la vita eterna, sono comunque più forte di tutti voi!
Questo significa che quando sono entrata in quella specie di trance ho tolto dal corpo di Freezer quello strano aggeggio.
E di conseguenza ora è vulnerabile.
Indugio un attimo di troppo su questi pensieri e vengo colpita in pancia e poi alla schiena. Fortunatamente non mi ha fatto molto male. Quando mi metto carponi però riconosco che è peggio di quanto appare al primo impatto e mi scappa una smorfia di dolore.
Vegeta arriva in mio aiuto, trasformato in Super Sayan di secondo livello, e si avventa contro Freezer con una foga mai vista. Deve portargli parecchio rancore, ma è così preso dallo scontro che, capisco, non si rende conto di stare consumando tutta la sua energia rapidamente.
Lancia così tante piccole sfere di energia tutte insieme che non riesco a contarle, mentre Freezer scompare alla vista.
Poi però l’alieno ricompare alle sue spalle, lo colpisce dritto in mezzo alla schiena e lo fa volare lontano.
Maledetto!
Mi alzo nuovamente in volo e lancio una potente sfera di energia contro il mostro, che lui schiva facilmente, così quella va a creare un buco nel terreno.
Goku gli va alle spalle e cerca di colpirlo. Non sta ancora usando tutta la sua energia. Cosa aspetta?
Sono tutti ridotti male ed io non posso dire di essere messa molto meglio. Solo Goku è abbastanza forte per contrastarlo, più o meno.
Vedo Gohan che si toglie la giacca e gli occhiali e li butta a terra ansimando, probabilmente perché rovinati per lo scontro avvenuto mentre ero ancora incosciente, e poi tenta di colpire Freezer, ma il suo pugno viene fermato e lui precipita a terra.
Trunks è tornato ed insieme a Goten, anche lui parecchio spossato, prende il suo posto. Combattono in coppia e ciò sembra sortire qualche effetto.
Poi però Freezer afferra loro i polsi, uno ciascuno, e li tiene stretti, parecchio arrabbiato. I due cercano di liberarsi strattonando.
Attacco Freezer nuovamente, e lui lancia i due ragazzi a terra per potermi contrastare, ma in ogni caso riesco solo a fargli qualche graffio. Mi colpisce con un calcio ben piazzato in pancia ed io vado a sbattere contro Goku, che si stava lanciando proprio in quel momento contro di lui.
Quest’ultimo mi afferra per le spalle e arresta la mia corsa, frenando.
Stringo i pugni. Mi ha giocato di nuovo.
Mio fratello, che nel frattempo è tornato, prova ad attaccarlo con calci e pugni, ma viene quasi subito mandato a sbattere a terra.
Fremo di rabbia. Forse dovrei sfogarmi contro di lui. Cerco di calmarmi. Devo essere lucida, ma non è semplice.
Vedo Goku che lo attacca nuovamente, sempre trasformato in Super Sayan. Ma che gli prende? Perché non passa ad un livello superiore? Non possiamo esitare troppo o verremo sconfitti, e lui è l’unico che può batterlo!
Nel frattempo lui è riuscito a mandare l'alieno a terra. Freezer si è fatto molto male, ne sono certa, anche se si rialza quasi subito.
Io e mio fratello nello stesso momento lo attacchiamo, sicuri. Non è impossibile da battere.
Freezer assesta un calcio allo stomaco a Vegeta e nello stesso momento colpisce me con una gomitata, sempre nello stesso punto, e noi voliamo entrambi a terra.
Scivolo sul terreno per qualche metro, fino a che non incontro una roccia e vado a sbatterci contro.
Apro gli occhi piano, ho male dappertutto.
Vedo mio fratello poco lontano. E’ tornato normale.
Alzo lo sguardo, mentre tento di rialzarmi. Trunks sta’ combattendo e colpisce Freezer con una sfera di energia volandogli velocemente alle spalle, ma, quando il fumo si dirada, è come se non fosse successo nulla. Allora Trunks lo guarda stranito e approfittando della sua esitazione, Freezer si volta e lo spedisce a terra, dove lui sbatte e torna normale.
Per fortuna è solo svenuto.
Mi rialzo piano.
Goten ci guarda, arrabbiato, poi torna a rivolgersi a Freezer e gli lancia una potente sfera di energia.
Purtroppo però Freezer la fa deviare, dopo di che gli va velocemente di fronte e lo colpisce forte allo stomaco. Lui si china sofferente e viene colpito alla schiena, filando dritto a terra.
Freezer lancia un raggio dal dito che trapassa il corpo di Goten all’altezza del cuore.

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Capitolo 16
*** Rabbia ***


Rimango pietrificata, a bocca aperta.
Non può essere…non può averlo fatto davvero.
Però…lo ha fatto. Lo ha ucciso.
Freezer sta guardando Goten con aria di sufficienza, come se non fosse più che una mosca fastidiosa.
Decido che non mi importa più niente dell’autocontrollo.
Non doveva. Non lui.
-No…no! – lancio un urlo e la mia aura aumenta più che mai. Delle crepe si formano ai miei piedi.
Goten mi ha salvato la vita, mi ha spronato a fare di più durante l’allenamento…ed è solo grazie a lui se sono riuscita a trasformarmi in Super Sayan.
E lui l’ha ucciso!
Sento gli occhi che si inumidiscono.
Sta’ succedendo qualcosa, anzi, è già successa, ma non mi importa perché mi sento pervadere da una forza incredibile e non penso ad altro se non a sfogarmi contro Freezer.
Gli lancio contro una raffica di sfere d’energia.
Finalmente riesco a procurargli danni più gravi e lui pare spiazzato da tutta la mia potenza.
Ha davvero passato il limite.
La mia mente è concentrata solo sulla battaglia, in quel momento per me esiste solo Freezer ed il mio unico scopo è quello di eliminarlo per ciò che ha fatto, nient’altro.
Deve pagare per ciò che ha fatto a Goten. E pagherà.
Mi tornano in mente tutti i momenti che abbiamo passato insieme.
E adesso non ce ne saranno più.
Ma perché riaffiorano proprio ora?
Continuo a colpirlo con calci, pugni e diverse sfere di energia, procedendo senza uno schema logico, solo facendo ciò che mi sento di fare.
Mi fermo, vedendo Goku che si inserisce nel combattimento lanciando una sfera di energia decisamente potente, Freezer la schiva e approfitta del mio tentennamento per colpirmi, facendomi volare a terra. Per fortuna mi fermo prima di schiantarmi al suolo.
Non ha scampo, in questo modo, ne sono certa, abbiamo praticamente la vittoria in pugno.
Gohan intanto prende il mio posto, aiutato da Goku, ma è stremato, si vede che non ce la fa più, infatti poco dopo Freezer riesce ad afferrarlo per il collo con la coda. Lui si dimena.
Volo verso di loro e colpisco Freezer con un calcio alla schiena, e lui lascia andare Gohan, che prende grosse boccate d’aria, tenendosi la gola.
Quel mostro però non mi considera di più, mentre invece afferra Gohan per una gamba e lo manda a sbattere contro una montagna lì vicino, e lui sviene.
Poco dopo, Freezer crea due strani dischi di energia e ne lancia uno a me ed uno a Goku. Li schiviamo e loro tagliano di netto la collina alle nostre spalle, poi cambiano direzione e tornano indietro.
Allora inizio ad allarmarmi. Può controllarli. Non si fermano davanti a nulla.
Capisco che devo fare in modo che i dischi colpiscano Freezer, allora provo ad avvicinarmi.
-Questo trucco non funziona, ragazzina! – mi dice l’alieno ridendo – So cos’hai in mente!
Volo per un po’ con il disco alle calcagna.
In quella situazione mi è anche impossibile attaccare. Ma giuro che ucciderò Freezer, lo farò per Goten.
Guardo Goku che con uno scatto fulmineo afferra il disco al centro con due mani, evitando la lama, e dopo molto quello smette di girare.
Allora un sorriso gli compare sul volto – La stessa tecnica con me non funziona mai due volte, ricordalo! – dice a Freezer.
Mi guardo alle spalle, dove il mio disco continua a seguirmi, instancabile, e poi cerco Goku con lo sguardo.
Non c’è bisogno di parole. Capisco il suo piano.
Vado incontro a Freezer, con il disco alle calcagna.
L’alieno ha lo sguardo fisso su di me. Il disco infatti continua a seguirmi anche dopo che l’ho superato.
In quel momento di distrazione, Goku lancia il disco che ha fermato contro Freezer, che non fa in tempo a spostarsi e finisce tagliato di netto a metà.
-A…iuto – mugugna.
Riesce a parlare ancora. Disgustoso.
Sembra davvero sofferente. Ma non provo pietà, è giusto così. Ora soffrirà per aver ucciso Goten.
-Non ripeterò questo errore un’altra volta! – gli urla Goku – Tu hai ucciso mio figlio! – poi si rivolge a me – Facciamo un’onda energetica insieme, deve essere distrutto!
-Si…si, lui ha ucciso Goten! – mi rivolgo direttamente a Freezer – Hai ucciso Goten! Ora vedrai!
Vado di fianco a Goku, che è già in posizione di fronte al mostro.
Posiziono le mani imitandolo. E’ una tecnica nuova per me, ma la eseguirò correttamente. Per Goten.
-ON-DA-E-NER-GE-TI-CA! – urliamo in unisono.
Colpiamo Freezer in pieno, che ha sul viso un’espressione di terrore puro misto a rabbia. E’ davvero un colpo potentissimo. Mi sorprendo di me.
Finalmente non ci darà più fastidio. E’ finita.
Goku è ancora furente ed anch’io lo sono. Non quanto prima, ma lo sono.
Mi riscuoto e corro da mio fratello ancora tramortito.
Non mi è più passato per la testa che anche tutti gli altri fossero in pericolo di vita da quando…beh, da quando Freezer ha colpito Goten con quel raggio. Ma avrebbe potuto uccidere anche loro, se avesse voluto. Però a me non è importato. L’unica cosa che contava era uccidere Freezer, per vendicarmi di Goten. Perché?
Provo a scuoterlo e lui si muove un poco. Sospiro, fortunatamente è ancora vivo – Fratellone! Vegeta!
Lui sbatte gli occhi e si mette a sedere, con un po’ di difficoltà – Freezer! Dov’è?
-E’ tutto finito, fratellone! Goku l’ha sconfitto! Non ci farà più del male! – gli stringo le braccia, cercando di trattenere tutto dentro di me. Anche se non riuscirei a descrivere ciò che provo in quel momento in ogni caso.
Goku interviene – Non dire così, l’abbiamo sconfitto insieme
Lui si stacca e mi fissa scosso – Tu…tu…
-Io…?
-Tu sei…sei riuscita a raggiungermi…
Lo guardo confusa – Credo di non aver capito… - mi passo una mano tra i capelli, imbarazzata.
Un momento. Qualcosa non quadra.
Goku me li scompiglia con una risata divertita – Super Sayan di secondo livello, contenta?
Lo guardo sbigottita – Secondo livello?
Mi guardo. La mia aura è percorsa da scariche elettriche, che prima non avevo notato. O meglio, che prima non c’erano proprio.
Intanto anche gli altri si stanno risvegliando. Beh, a parte Goten…
-Avete sconfitto Freezer…insieme? – chiede mio fratello.
-Ero così arrabbiata…ha…ha ucciso Goten, lui…non lo rivedremo più… - caccio indietro le lacrime – Freezer doveva pagare
Lui allora guarda a terra, potrei giurare che è arrabbiato con sé stesso per essere svenuto durante il combattimento.
Goku mi porta un po’ in disparte, per lasciarlo solo – Ne ha bisogno

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Capitolo 17
*** Goten torna in vita ***


Vado dagli altri, mentre Goku ci dice che sarebbe andato da Balzar, si mette due dita in fronte e sparisce.
-Chi è Balzar? – chiedo.
-Uno stupido gatto che coltiva dei fagioli magici in grado di rimetterti in sesto – Vegeta cerca di rialzarsi e a fatica si rimette in piedi.
Goku ricompare – Ecco!
Ci da un fagiolo a testa ed uno lo tiene per sé.
Appena mangio il fagiolo mi sento rinascere. E’ una sensazione bellissima e mi compare un sorriso, poi però mi cade l’occhio sul cadavere di Goten.
-Lui… - non riesco a pronunciare altro. Gli corro vicino. E’…morto. E’ morto davvero.
Provo…non so cosa provo…so solo che mi metto a piangere. E’ così da deboli…ma non riesco quasi a smettere. Una fontana, ecco cosa mi sembra di essere.
Anzi, so quello che provo.
Un dolore infinitamente piccolo ed infinitamente grande.
Perché appena mi affeziono a qualcuno, quel qualcuno se ne va per sempre? Perché? Perché non ho fermato Freezer prima che potesse fare quello che ha fatto?
-Non doveva succedere a lui… - sussurro.
Goku mi viene vicino e mi mette le mani sulle spalle – Stai tranquilla…useremo le sfere del drago
-Le sfere del drago? Freezer ne aveva accennato prima, ma cosa sono? – chiedo mentre mi asciugo le lacrime. Non voglio che mi vedano così.
No, non permetterò a me stessa di crollare a quel modo.
Si può andare avanti. Io devo andare avanti. Anche senza di lui…
Mi spiega che sono sette sfere con cui è possibile esprimere qualunque desiderio.
Lo guardo a bocca aperta. Mi sta’ prendendo in giro. Non esiste niente del genere...
Lui ride – È la verità, chiederemo al drago di far tornare in vita Goten
Mi sembra un sogno. E con sogno intendo una cosa impossibile.
Goku prende Goten in braccio e ci alziamo in volo.
Guardo Vegeta che vola poco lontano da noi. E’ ferito nell’orgoglio, di certo per causa mia.
La sorellina compare all’improvviso e raggiunge il secondo livello del Super Sayan dopo meno di una settimana che vive con loro. Mi sentirei uno schifo anche io, sinceramente.
Mi avvicino a Goku – Sono preoccupata per Vegeta…
Lui si volta a guardare verso mio fratello e lo osserva, poi si rivolge di nuovo a me – Vedrai che gli passerà. E’ che tutto questo è stato molto simile alla prima volta che abbiamo combattuto contro Freezer
Mi spiega che Freezer lo aveva ucciso.
-Freezer…lo aveva ucciso? Ma…allora lui…
-E’ tornato in vita grazie alle sfere del drago
-Oh…
Atterriamo nel palazzo del Supremo.
-Ragazzi! Ho saputo di Freezer…ho già preparato le sfere – ci dice lui correndoci incontro.
Ho ancora qualche dubbio. Tornare in vita così, da un momento all'altro…
Ci disponiamo attorno alle sfere e Goku appoggia il figlio a terra.
Dende stende le mani sopra le sfere e dice – Grande Drago Shenron, compari ed esaudisci il nostro desiderio!
Allora le sfere brillano e il cielo diventa scuro, un lampo accecante ed un enorme drago verde si materializza sopra di noi.
-E’…immenso – sussurro, ad occhi sgranati.
-Fa un certo effetto, non trovi? – mi chiede Goku, facendo l’occhiolino.
Il drago parla e ci chiede qual è il nostro desiderio e Dende gli chiede di riportare in vita Goten.
Dopo poco il drago ci dice che il nostro desiderio è stato esaudito, di nuovo una luce. Le sfere si alzano in volo e vengono sparate in diverse direzioni.
Guardo Goten. Sta’ riprendendo colore, poi muove una mano e apre gli occhi, sorpreso.
E io che credevo non l'avrei più rivisto...
È successo. È successo davvero.
Lo fisso a bocca aperta. Lui si guarda intorno, quando il suo sguardo si posa su di me.
Devo essere davvero sconvolta, perché mi guarda preoccupato, ma poi mi sorride e mi saluta con la mano.
Senza pensarci gli corro incontro e lo abbraccio, nascondendo la faccia sulla sua spalla – Goten! Credevo…Freezer ti aveva ucciso…io…
Lui rimane interdetto, sorpreso dalla mia reazione, ma poi mi accarezza la testa ricambiando l'abbraccio e stringendomi forte.
Mi stacco velocemente sbattendo gli occhi, e lui pare preso in contropiede.
-Io…
Mi alzo velocemente e corro dietro al palazzo, appoggiandomi con la schiena al muro e circondando le gambe con le braccia.
Ma che mi prende? Non mi serve che mi consoli o chissà che altro. Sto bene, non ne ho bisogno.
Chiudo forte gli occhi per qualche secondo.
-Controllati – mi dico – Non devi agitarti così
Si, mi è già capitato, ma ora passa tutto.
Troppe emozioni in una sola volta.
Faccio un respiro profondo e mi calmo un po’, guardando in cielo.
A volte sono così impulsiva…non avrei dovuto…
Sospiro e mi sporgo da dietro il muro.
Vedo Trunks che aiuta Goten ad alzarsi e gli dice qualcosa, mettendosi poco dopo a ridere, mentre Goten guarda a terra, in imbarazzo.
Sembra che nessuno si sia accorto di come sono fuggita.
Prendo coraggio e torno dagli altri.
Accantonando le emozioni come se niente fosse, chiedo – Ma ora le sfere del drago dove sono?
-Beh, vedi, sono volate via – mi risponde Goku.
-Si, l’ho visto…ma dove sono dirette?
-Non c’è un luogo preciso, ogni volta le sfere volano ognuna in una direzione diversa. In effetti, potremmo andare a cercarle
-Perché no? – chiedo – Sarà semplice con il teletrasporto
-Mi dispiace deluderti, Seripa, non posso arrivare nel punto esatto in cui si trovano le sfere, riesco a spostarmi solo sentendo le aure di chi voglio raggiungere
Sono un po’ delusa – Ma allora come faremo a ritrovarle?
-Useremo il radar cercasfere – dice lui con un sorriso.
Lo guardo confusa.
-E’ un apparecchio che riesce a captare il segnale mandato dalle sfere e ti dice dove si trovano
-Oh allora se volete posso cercarle io… – mi offro.
E’ il minimo per ripagarli della loro ospitalità.
-Andrò io a cercare le sfere – afferma Goten avvicinandosi – Le avete usate per me, è giusto che sia io a ritrovarle
-Allora è deciso – ci dice Goku – Andrete a cercarle insieme, andiamo da Bulma
Noi ci guardiamo, ma distolgo subito lo sguardo.
-Perché da lei? – chiedo.
-E’ lei che ha costruito il radar; la prima volta che ci siamo conosciuti è stato grazie alla sfera dalle quattro stelle che mi aveva lasciato il nonno, e aveva solo sedici anni. E’ una donna davvero geniale
Rimango stupita.
Ci dirigiamo alla Capsule Corp.
-Avevo notato il cielo scuro…aspettate, vado a cercarlo – ci risponde Bulma quando le chiediamo del radar.
Ci accomodiamo sul divano.
-Allora partirete per cercare le sfere, dico bene? – mi chiede mio fratello.
-Si, esatto – gli dico – Insomma, è un peccato lasciarle in giro, poi qualcuno potrebbe trovarne una
-Già – aggiunge Goten – In questo modo le avremo nuovamente a portata di mano quando capiterà un’altra emergenza
Vegeta annuisce, un po’ riluttante.
-Sono riuscita a trovarlo – ci raggiunge Bulma, mostrandoci il radar – Ma va’ controllato. Gli darò un’occhiata, ma ci vorrà un po’, credo che per oggi non possiate partire… - ci dice sconsolata.
-Capisco…allora è il caso che torniamo a casa. Ci vediamo domani, veniamo noi, d’accordo? – Goku sorride.
-Va bene, allora buona serata
Loro escono di casa e Bulma torna in laboratorio.
-Io vado ad allenarmi – dice Vegeta.
Sono indecisa se seguirlo, mi farebbe solo bene un po’ di movimento, però sono anche curiosa di vedere come funziona il radar.
Devo distrarmi e alla fine opto per l’allenamento con mio fratello – Posso allenarmi con te, fratellone? Per favore!
Lui fa una smorfia – Non sono abituato ad avere gente intorno durante i miei allenamenti
Incrocio le braccia e alzo un sopracciglio.
-Oh insomma, fai un po’ come ti pare
Si volta ed esce di casa, ed io lo seguo, dopo di che entriamo in un’altra costruzione, simile ad una navicella, la stessa che avevo notato durante la festa. La stanza della gravità, capisco.
-Gravità a 150
Non sarà certo la gravità 150 a farmi desistere.
Annuisco, decisa, e mi preparo al peso del mio corpo che mi trascina a terra.
Il salto è abbastanza traumatico, ma fortunatamente reagisco bene e poco dopo riesco a muovermi normalmente.
Combatto contro Vegeta per un po’, cercando di non rompere la macchina. Non ci trasformiamo mai.
Aumentiamo a poco a poco la gravità. E’ ormai sera, quando mio fratello dice di smettere.
Con il fiato corto torno a terra.
-Niente male come allenamento – gli dico sorridendo.
Annuisce soddisfatto.
Rientriamo in casa giusto in tempo per l’ora di cena.
-Ho controllato il radar, è da un po’ che non lo usiamo, per cui ho sistemato i pezzi che erano più rovinati. Ora è come nuovo
-Sei fantastica, Bulma! – gli dico.
Lei risponde con un’alzata di spalle.

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Capitolo 18
*** La ricerca ***


-Fratellone ma cos’era quella strana sfera di energia che hai creato prima di iniziare a combattere contro Freezer? Sembrava la Luna…
-Noi Sayan traiamo energia dalla luce della Luna, dal riflesso dell’energia solare attraverso un’onda detta blues. Attraverso un processo che mettiamo in atto grazie alla nostra coda, ci trasformiamo in enormi gorilla
-Vuoi dire che era veramente la Luna? Ma…era giorno…
-Alcuni Sayan sono in grado di ricreare artificialmente la Luna piena e io sono uno di loro – mi dice con un sorriso compiaciuto.
Rimango ammirata – E’ per quello che non ero più in me allora…ma perché voi non vi siete trasformati?
-Ho fatto un errore stupido, preso com’ero dalla rabbia non ho pensato che tu avevi ancora la coda. Se a un Sayan viene tagliata la coda, non è più in grado di trasformarsi…era un bluff, Freezer non lo sapeva, ma ha sempre avuto paura di noi in quella forma – sorride di nuovo, probabilmente ripensando alla sua reazione.
Sono davvero sorpresa, non avrei mai pensato a nulla del genere.
-Purtroppo – continua – O forse per fortuna, tu ti sei trasformata…
-Non riuscivo più a controllarmi, ero arrabbiata, ma non veramente…è difficile da spiegare
-Ci vuole tempo per riuscire a controllarsi, mi pare piuttosto ovvio…
-Chi mi ha tagliato la coda? E chi mi ha portato a casa?
Lui alza un sopracciglio, seccato – Quando hai attaccato Freezer e gli hai tolto dal corpo quell’aggeggio è riuscito a lanciarti un disco di energia…non sapeva che tagliandoti la coda saresti tornata normale, ma voleva contrastarti e per caso ha colpito la tua coda…quanto a chi ti ha portato qui, è stato il moccioso. Si è offerto di portarti velocemente al sicuro e di tornare appena poteva – riprende il suo tono arrogante – Ci ha messo troppo per i miei gusti, io avrei fatto tutto in metà del tempo che ha impiegato lui
-Lui…si è offerto di portarmi a casa…e…Freezer… - mi arrabbio nuovamente e, sbattendo il coltello che ho in mano sul tavolo, lo conficco nel legno.
Appena mi rendo conto di ciò che ho fatto lo tiro fuori, rossa di vergogna, ma una crepa profonda si è aggiunta a quella che aveva creato mio fratello quando ci eravamo incontrati per la prima volta.
-Oh non volevo…
-L’abbiamo persa… - sussurra Bra a sua madre e lei annuisce, mesta.
Trunks non riesce a soffocare una risata e io rimango con un sorriso imbarazzato, rossa in viso, tornando a mangiare come se niente fosse.
Domani mi sveglierò presto, così non perderemo tempo.
A letto mi addormento come un sasso. Lo scontro mi ha sfinita.
Il giorno successivo, come mi ero ripromessa, mi alzo presto e faccio un po’ di meditazione.
Mi preparo e vado in cucina per mangiare qualcosa.
Sono eccitata per la partenza e non vedo l’ora di iniziare la ricerca, ma non sarà certo questo ad impedirmi di mangiare.
Trovo Vegeta che sta’ già facendo colazione.
-Buongiorno, fratellone!
Nel frattempo arrivano anche Bulma, Trunks e Bra. Mi verso un po’ di caffè e ognuno mangia in silenzio.
L’ho appena finito che mio fratello mi chiede – Quando arriva il moccioso?
-Non lo so…ma…
Bussano alla porta.
-Deve essere lui – dico andando ad aprire.
Infatti Goten aspetta davanti alla porta, con una sacca in mano. Ci sono anche Goku, Chichi e Gohan con la sua famiglia, venuti a salutarlo.
Li invito ad entrare, mentre Bulma ci raggiunge – Ciao a tutti! Arrivo subito, corro a prendere il radar cercasfere
Torna poco dopo con un piccolo aggeggio e me lo passa – Schiaccia qui quando vuoi guardare dove si trovano le sfere
Provo a schiacciare e sette puntini luminosi compaiono sullo schermo.
-Bellissimo! Grazie mille! A presto!
Afferro Goten per mano e sto per precipitarmi fuori quando Bulma mi dice di aspettare – Non vorrai partire senza un mezzo?
-Io…ecco…
-Venite – ci guida in una sala diversa dalle altre, simile ad un’officina – Ecco, le cercherete con questo!
Toglie un telone e ci mostra una bella macchina rossa.
-E’ fantastica! – dice Goten, ed anch’io sono ammirata.
-Di niente, è solo una cosuccia – ci sorride – Ora potete andare
Salgo in camera e preparo uno zainetto con dentro qualche tuta di ricambio, un po’ di scorte di cibo e di acqua e sono pronta.
Non è molto, ma è tutto ciò che mi occorre. Anzi…qualche soldo dietro non farebbe male…
Vado da Bulma e le chiedo consiglio.
-Hai ragione… - si precipita verso la borsetta, prede un po’ di soldi e me li dà.
-Grazie mille! Sono tantissimi!
-Non così tanti… - mi sorride.
Controllo di avere dietro il mio fermaglio ed esco in giardino. E’ una bella giornata, ideale per un bel viaggio.
Tutti si sono radunati per la partenza.
Io e Goten saliamo sull’auto.
-Ciao a tutti! Torneremo presto!
-A presto Goten! – grida Chichi, quasi piangendo.
-Mi raccomando, non cacciatevi nei guai – ci raccomanda Gohan
-Ciao Bulma, grazie ancora! Ciao fratellone! – lo saluto con la mano, mentre ci alziamo in volo, anche se lui non ci degna di un’occhiata – Ciao a tutti!
Partiamo e poco dopo Goten mi chiede dov’è la prima sfera, ed io gli dico le coordinate.

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Capitolo 19
*** Le sfere da tre e da cinque stelle ***


Dopo molto tempo atterriamo vicino ad un laghetto. Ci guardiamo intorno, ma della sfera nessuna traccia.
Controlliamo nuovamente il radar, aumentando lo zoom, e capiamo che la sfera è caduta in acqua.
Non ci voleva.
Goten inizia a togliersi le scarpe.
-Vuoi entrare in acqua? – gli chiedo – Sicuro?
Lui annuisce convinto, mentre toglie anche la maglia – Mai stato così semplice, scommetto – sorride prima di buttarsi.
Lo aspetto sulla riva.
Vedo delle bolle che escono dall’acqua e poco dopo lui vola fuori a velocità sostenuta, seguito a ruota da un enorme mostro marino verde acqua.
Per fortuna, quest’ultimo non riesce a raggiungerlo e Goten arriva sulla riva sano e salvo.
-Non sono riuscito a prenderla… - mi dice, mentre si sta formando una pozzanghera ai suoi piedi – Era conficcata in una crepa sul fondo, inoltre quel bell’animaletto non ha gradito la visita – si toglie i capelli appiccicati alla fronte dagli occhi.
Lo guardo a labbra schiuse. Effettivamente è un bel ragazzo. Bah, perché mi metto a pensare a queste cose?
Mi riscuoto e tolgo le scarpe – Vado io, fammi provare
-Aspetta, facciamo così, tu tieni occupato il mostro, io entro a prenderla
Prima che possa replicare, si ributta in acqua, allora vado di fronte al mostro – Sentiamo…come faccio a tenerti occupato? – gli chiedo.
Lui si agita.
-Ehi guarda qui! – gli lancio sopra la testa una sfera di energia sorridendo – Ti tiene occupato, questa?
Il mostro ruggisce la sua approvazione.
-Ne vuoi un’altra? – lancio una seconda sfera e controllo l’acqua. Ma quanto ci mette?
Ne lancio una terza.
Finalmente Goten esce e trionfante mi mostra la sfera.
Atterriamo lontano dal lago e me la fa vedere meglio. Ha tre stelle.
La mette nel sacchetto, dopo di che cerca di asciugarsi alla bell’e meglio, si rimette maglietta e scarpe, ed infine torniamo in macchina.
-Ho come la sensazione che trovare questa prima sfera sia stato così semplice, che più avanti rimpiangeremo quel mostro – gli dico, mentre ci sistemiamo.
-Credo anch’io…
Accende l’auto e partiamo diretti alla seconda sfera.
Gli mostro il radar e lui accelera convinto. Ci mettiamo poco meno di due ore, ma finalmente atterriamo in un villaggio. Sembra molto povero.
Cerchiamo con il radar il luogo esatto della sfera e seguendo il segnale arriviamo di fronte ad una piccola casetta di legno, e vediamo una piccola folla raccolta di fronte all’ingresso, in file ordinate.
Hanno tutti delle tuniche lunghe e bianche.
Ci avviciniamo. Guardo Goten, ma capisco che anche lui non riesce a vedere.
Ci solleviamo un po’ da terra per riuscire a sbirciare, allora tutti si girano stupiti.
A poco a poco si inginocchiano e chinano il capo in segno di rispetto, così noi torniamo a terra e ci guardiamo dubbiosi.
-Oh, dei! Vi ringraziamo per il vostro dono! Diteci, cosa dobbiamo farne? – ci chiedono in coro.
-Ehm… - inizia Goten – Noi non siamo dei, volevamo solo vedere cosa… - si blocca di colpo, stupito, e io seguo il suo sguardo.
-La sfera!
E’ appoggiata su un piedistallo, e la casa sembra essere una specie di tempietto.
Un uomo corre dentro e quando esce ci porta un cesto, sempre a capo chino. E’ pieno di ogni prelibatezza. Il mio stomaco brontola e io rido imbarazzata, mentre alcuni iniziano a guardarsi dubbiosi.
-Sentite…noi non siamo dei, stiamo cercando le sfere del drago, vedete? – Goten tira fuori dal sacchetto la sfera con tre stelle e la mostra – Capite? Ci serve quella sfera – dice indicandola.
Un uomo anziano si alza, forse è il capo villaggio, e osserva la sfera – E’ identica a quella che gli dei ci hanno donato! Siete veramente degli dei! – si emoziona e torna al suo posto, riverente.
-No, no, vi sbagliate! – dico io – Davvero!
-Quella sfera è arrivata dal cielo – continua il capo – Loro ci hanno benedetto con questo dono! Voi ne avete uno molto simile. Gli dei hanno forse benedetto anche voi? Siamo disposti ad accogliervi con noi, se volete possiamo venerarli insieme, vedrete che ci daranno un segno!
La gente comincia ad alzarsi da terra e ad annuire, parlando concitata.
-Questa l’abbiamo trovata in un lago, in ogni caso, no grazie, a noi serve che ci diate quella sfera, è molto importante – gli dico. Mi rendo conto di non essere molto gentile, ma inizio a stufarmi.
Allora l’aria del vecchio si fa più severa – Per avere quella sfera dovete avere l’approvazione degli dei
Io e Goten ci guardiamo straniti.
Si fa avanti un ragazzo molto ben allenato che si toglie la tunica, rimanendo solo con i pantaloni. E’ molto serio ed anch’io mi faccio più seria.
-Yuri è il campione del villaggio. Non ha mai perso un combattimento. Se tu – mi indica – riuscirai a batterlo, potrete avere la sfera e vi lasceremo liberi di andare
Non riesco a nascondere un sorriso, e lo stesso Goten.
-Accettiamo – rispondo.
Ci posizioniamo l’uno di fronte all’altra e ci inchiniamo, come consuetudine.
Poi ci mettiamo in posizione.
Lui mi attacca per primo, con calci e pugni che a malapena riesco a schivare.
Ha una tecnica completamente diversa da quella che conosco. Beh, certo, le tecniche che conosco si possono contare sulle dita di una mano. Per il momento non posso far altro che subire e cercare di capire come si muove, di modo da poterlo contrastare.
-Complimenti! – gli dico durante la lotta – Hai una tecnica davvero particolare!
Lui fa un sorriso compiaciuto e aumenta la velocità.
Con un calcio ben piazzato mi spinge e cado a terra. Sorrido divertita. Mi rialzo e continuiamo per un po’.
Cerca di tirarmi un calcio, mirando alla mia faccia, allora mi abbasso e tendo una gamba, colpendo la parte interiore del polpaccio per fargli perdere l’equilibrio. Per un attimo mi sembra di esserci riuscita, ma lui chissà come non cade e continua la sua lotta.
Sembra quasi impossibile riuscire a contrastarlo.
Non voglio trasformarmi, non è corretto e poi devo farcela senza diventare Super Sayan. Me lo impongo.
Quando finalmente capisco il suo stile, riesco ad attaccarlo anch’io e lui rimane spiazzato.
Non gli do tregua e lui a malapena regge gli attacchi. Da come aveva combattuto inizialmente mi sarei aspettata qualcosa di meglio, anche se è comunque un valido avversario.
Lo faccio cadere per l’ennesima volta a terra con un calcio al petto e aspetto con la guardia alzata.
Lui è stupito e ansima. Guarda il capo villaggio che fa un cenno di assenso.
Allora si arrende.
Sorrido e gli tendo la mano per aiutarlo a rialzarsi.
-Sei stato bravo. Non avevo mai visto uno stile come il tuo, ho dovuto osservarti per un po’
Anche lui sorride e si complimenta con me.
L’anziano porge la sfera a Goten. Ha cinque stelle.
-E’ vostra – ci dice.
Lui la mette via, insieme all’altra.
Stiamo per salutarli ed andarcene quando il mio stomaco protesta per la mancanza di cibo. Di nuovo.
Imbarazzata, chiedo scusa. Sono ore che non mangio.
Il capo villaggio si fa avanti e ci chiede – Volete rimanere come ospiti d’onore per un banchetto?

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Capitolo 20
*** Gli dei ***


-Noi… - guardo Goten, che annuisce – Va bene
Allora lui ordina di allestire una bella festa in nostro onore.
Le donne rientrano in casa e gli uomini si danno da fare con le decorazioni.
-Possiamo dare una mano? – chiedo, vedendo quanto tutti sono indaffarati.
-Siete ospiti d’onore! Non preoccupatevi – ci dice l’uomo sorridendo.
-Oh…ma vorrei davvero aiutare – e Goten conferma.
-In questo caso…non ci siamo ancora presentati, il mio nome è Nesmaj, e il vostro?
-Io mi chiamo Goten, e lei è Seripa
-Molto piacere di conoscervi, ragazzi, stavo dicendo, se volete aiutarci, Seripa, tu potresti andare in casa ad aiutare a cucinare e tu, Goten, potresti aiutare Yuri
Annuiamo.
-Ci vediamo più tardi – li saluto ed entro in una delle tante case – Ehm…è permesso? Mi sono chiesta se volete una mano
-Oh, con molto piacere! – mi accoglie una donna un po’ cicciottella. Vedo anche una donna più giovane ed una bambina.
Mi sono divertita a cucinare e ad imparare nuove ricette. Poco dopo, ogni donna esce di casa con i piatti che ha creato e li appoggia su un grosso tavolo disposto al centro del cortile.
Sembrano davvero buonissimi, anche se tutto è molto povero. Mi sembra che abbiano usato il cibo migliore solo per noi, perché noto la povertà che traspare.
Però sono tutti felici e questo è già molto.
Dopo che tutti sono arrivati ci sediamo a tavola e iniziamo a mangiare, mentre alcuni ragazzi giocano ed altri intrattengono.
Io sono seduta tra Goten e Yuri, mentre a capo tavola, poco più in là, c’è Nesmaj.
-Erano anni che non incontravo una ragazza così forte ed esperta di arti marziali – mi dice Yuri durante il pranzo.
-Grazie, anche tu non sei male
Goten guarda Yuri di traverso cercando di non farsi notare, ma io lo vedo lo stesso.
Ora fa il geloso. Trattengo una risata e mi metto a bere per resistere alla tentazione di scoppiare a ridere.
All’improvviso si alza un forte vento e tutti iniziano a preoccuparsi e corrono in casa, lasciando tutto sul tavolo.
Nesmaj si alza, lo sguardo feroce e deciso. Lo stesso fa Yuri.
-Cosa succede? – chiedo urlando per farmi sentire al di là del vento.
-Nulla, entrate in una casa! – ci dice Yuri indicando le abitazioni con un vago gesto della mano.
Io e Goten restiamo a osservare decisi.
Una navicella compare di fronte a noi. Il portello si apre e ne escono due uomini molto simili. Si direbbero fratelli.
Hanno uno sguardo duro e feroce e già alla prima occhiata decido che non mi piacciono.
Si guardano intorno ed il primo esclama – Una festa? Non eravate così poveri da non poterci offrire nulla appena una settimana fa?
Il vecchio assume un tono rispettoso – Perdonateci, dei! Oggi è un giorno di festeggiamenti, abbiamo incontrato due persone che come noi hanno ricevuto il vostro dono – ci indica.
-Il nostro… - si guardano dubbiosi, poi sorridono e annuiscono – Certo, certo, il nostro dono…ehm…
Io e Goten ci guardiamo confusi. Cosa vogliono?
-Comunque, visto che state festeggiando, offrite qualcosa ai vostri dei! – dice il secondo ridendo soddisfatto.
-Noi… - Nesmaj china il capo sconsolato e tende un braccio verso il grande tavolo – Accomodatevi
Si sposta per farli passare e loro si incamminano tronfi.
Yuri li segue con lo sguardo stringendo i pugni, cercando di contenere la rabbia, mentre la gente chiusa in casa osserva dalla finestra, delusa ed impaurita. A volte anche spaventata.
Guardo Goten che ha la mia stessa idea. Quelli non sono affatto degli dei.
Ci piazziamo davanti a loro.
Yuri allora si allarma, ma non interviene.
-Lasciateci passare – ci ordina il primo.
-Voi non siete dei… – affermo.
-…siete solo degli impostori che si approfittano della bontà di questa gente – conclude Goten.
-Come osate ribellarvi agli dei? – urla il secondo, con un tono di superiorità.
Senza nemmeno guardarci io e Goten nello stesso istante colpiamo i due allo stomaco e quelli si piegano dal dolore.
-No, vi prego! – si fa avanti Nesmaj – Lasciateli stare!
-Non sono degli dei – ribadisco, rivolgendomi a lui – Non preoccupatevi, che ne occupiamo noi
-Vi puniremo per questo oltraggio! – ci dice il primo con un tono sofferente.
-Provateci! – li sfido, e mi metto in posizione. Lo stesso fa Goten.
Loro si sorprendono e noi li attacchiamo simultaneamente. Finiscono dritti sul ponte della navicella, che si incrina.
-Non potete approfittare così della buona fede della gente! – dice Goten – Vi faremo capire la lezione!
Loro si rialzano un po’ intimoriti, ma si decidono e ci vengono incontro.
Uno dei due si fa avanti e tira fuori un’arma, una specie di mitragliatrice.
-Spostatevi! – dice allora Goten a Yuri e a Nesmaj – Presto!
Loro obbediscono impauriti e corrono in casa.
L’uomo apre il fuoco.
Non ha una buona mira, così finisce che la maggior parte dei colpi vanno a vuoto, e quelli che mi arrivano addosso o li schivo, oppure li prendo al volo.
Finiti i colpi, noi siamo ancora tutti interi, mentre le pallottole sono tutte a terra. Lascio cadere quelle che ho preso e lo stesso fa Goten.
Allora si allarmano ancora di più, ma non si danno per vinti e decidono di attaccarci a mani nude.
Si lanciano addosso a noi, ma non sono affatto bravi a combattere, così poco dopo sono a terra, doloranti.
Si rialzano ed uno dei due con una smorfia di dolore ci dice – Se noi non siamo dei, perché il vento risponde ai nostri comandi?
Una folata di vento gelido si alza all’improvviso, ma non mi lascio impressionare. Il vento cessa.
-Bel trucco – dice Goten sorridendo – Me lo spieghi?
-Nessun trucco ragazzo, e ora obbedisci ai tuoi dei!
-Non credo proprio – si alza in volo e come un fulmine colpisce uno dei due.
Un telecomando cade dalla sua tasca e si rompe.
-Capisco…una bella invenzione, la vostra! – si complimenta, ironico.
-Tu… - l’uomo colpito si inginocchia a terra adorante – Voli!
Io roteo gli occhi, poi creo una sfera di energia e la lancio all’altro, colpendolo, e lui si prostra come il primo, dolorante.
-Perdono! – ci supplicano.
-Giurate che non vi approfitterete più della gente di questo e di tutti gli altri villaggi!
Loro annuiscono con vigore – Scusateci, vi chiediamo immensamente scusa! Non lo faremo più! Pietà! – si prostrano per l’ennesima volta, fino a toccare terra con il viso.
-Sono un po’ stufa di dire che non siamo degli dei… - borbotto incrociando le braccia.
-Alzatevi e vedete di non disturbare più questo villaggio – dice Goten.
Loro si alzano come spinti da una molla.
Il capo del villaggio si avvicina – Voi…allora ci avete imbrogliato per tutto questo tempo?
Loro chinano la testa, mesti – Vi chiediamo scusa…perdonateci
Nesmaj pare riflettere e poco dopo propone – Siete davvero pentiti delle vostre azioni. Se volete potete rimanere con noi, potrete aiutare il villaggio e vivere onestamente
La gente inizia ad uscire dalle case e ad affollarsi intorno, osservando curiosa.
I due si guardano intorno e poi si guardano tra loro, stupiti.
-Ci…perdonate? – chiede uno.
Il capo villaggio annuisce e sorride.
-Noi…ve ne siamo immensamente grati! Non faremo più del male, abbiamo deciso di rimanere
-Allora la festa può continuare! – afferma Nesmaj e tutti gridano di gioia.
Durante il banchetto i due si presentano.
-Io sono Num e lui è Dum, siamo gemelli – ci dice il primo.
Non sono poi così male in fondo.
Alla fine della festa ci prepariamo per partire.
-Che gli dei vi siano sempre favorevoli, amici miei – ci dice Nesmaj, poi ride – Beh…se esistono…
Num e Dum ridono imbarazzati.
-Grazie buona fortuna anche a voi – li salutiamo.
Mi avvicino a Yuri – Quando ci rivedremo voglio battermi ancora, quindi vedi di allenarti per bene – gli dico, puntandogli un dito sul petto e spingendolo un poco – Chiaro?
Lui sorride divertito e promette che lo farà, così noi ci incamminiamo alla nostra auto.
-Comunque quel Yuri non è mica un granché – commenta Goten quando rimaniamo da soli.
-Potrebbe diventare molto più forte, se volesse – rispondo, nascondendo un sorriso.
Lui alza le spalle – Forse…
E’ ora di continuare il viaggio.

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Capitolo 21
*** L'hotel ***


Controlliamo il radar e vediamo che la sfera più vicina è comunque molto distante.
-Viaggeremo fino a quando non farà buio, poi ci fermeremo, va bene?
Accetto la proposta, così ci mettiamo in viaggio.
Poco dopo però vedo che Goten è molto stanco, così propongo di fare a cambio.
-Ma tu non sai guidarla – obbietta.
-Imparerò, forza…sei stanchissimo! – gli afferro le braccia, cercando di togliergliele dal volante.
-Domani ci proverai, ora non possiamo – lui si libera con uno strattone, infastidito.
Metto il broncio e rimango così fino a quando Goten non rallenta la velocità – Credo possa bastare per oggi…
Atterriamo in una piccola città e cerchiamo un luogo per riposarci.
Troviamo un albergo ed entriamo.
-Buona sera, signori – ci saluta un uomo, sorridente – Posso fare qualcosa per voi?
-Buona sera, possiamo avere una camera – mi guarda, poi guarda a terra grattandosi la testa a disagio – con…due letti separati?
Mi metto una mano in faccia, arrossendo stizzita. Mi sembra ovvio, cosa pensava?
-Certo, certo, venite pure – quell’uomo ci guida su per una scala e ci fa accomodare in una camera – Quanto intendete restare?
-Solo stanotte – risponde Goten.
-Va bene, allora buona notte. Volete che vi svegli domani mattina?
-Certo, grazie mille
Fa un cenno di assenso, poi chiude la porta e se ne va.
Si è fatto tardi, così ci sistemiamo e andiamo a letto.
-Buona notte, Goten – dico.
-Anche a te, a domani
E mi addormento come un sasso.
La mattina successiva il signore bussa alla porta ed entra. Io mugugno qualcosa che nemmeno io so cosa vuol dire.
-Buongiorno signori, volete la colazione?
-Uhm… - risponde Goten.
Io mi rigiro nel letto.
-Benissimo, a più tardi – se ne va.
Ci alziamo ed io metto il fermaglio, dopo di che vado in bagno.
Mentre mi sto’ preparando sento un urlo, così esco velocemente – Cosa? – mi guardo intorno e inquadro Goten che fissa un punto sul comodino – Le sfere…erano qui! Ne sono sicuro! Le avevo appoggiate proprio…
Non gli do il tempo di finire la frase che gli sono accanto e lo afferro per le braccia, scuotendolo – Controlla meglio, non possono essere sparite!
-L’ho già fatto! – mi risponde alterato.
-Non l’hai fatto abbastanza! – protesto.
-E’ chiaro, qualcuno deve averle prese!
-Ma siamo gli unici che sono entrati in camera e… - mi blocco – Il direttore!
-Cosa? – mi guarda confuso.
-Deve averle prese stamattina il direttore!
-Non possiamo accusarlo senza prove – mi fa ragionare Goten scuotendo la testa, riflettendo tra sé – Ora scendiamo e indaghiamo, magari scopriamo che c’è stato un malinteso
-Umpf…come vuoi…malinteso! – incrocio le braccia e alzo gli occhi al cielo – Come se fosse possibile
-Ehi – si stupisce allora lui – La tua coda!
-La mia coda? – faccio un giro su me stessa – La mia coda! Mi è ricresciuta la coda!
Ammetto che mi mancava…
Sorrido e Goten ride, contagiato.
Scendiamo nella sala dove servono la colazione. C’è già un po’ di gente.
-Cosa prendete? – ci chiede il cameriere.
Ordiniamo e dopo che se n’è andato ci guardiamo intorno.
-Dove credi possa averle messe? – mi chiede Goten.
-Non ne ho idea…possono essere ovunque…
Il cameriere ci porta la colazione.
-Penseremo dopo a quello – decido – Ho fame!
Lui ride.
Dopo molti bis, torniamo in camera e proviamo nuovamente a cercare le sfere, ma di esse neanche l’ombra.
Scendiamo, zaini in spalla.
-Scusi, forse è solo un malinteso – chiede Goten al direttore – Non è che avete preso delle sfere con sopra delle stelle da camera nostra?
-Delle sfere con…oh – ride – Avevo capito subito che erano di valore…venite
Non sembra avere delle cattive intenzioni, eppure qualcosa non mi convince.
Saliamo nuovamente in camera. L’uomo si dirige all’armadio e apre la cassaforte che vi è all’interno. Ci sono le sfere del drago!
Ce le porge – Mi dispiace, ho dimenticato di dirvelo, ho pensato fosse il caso di nasconderle…valgono molto, no?
-Già…si, sono molto importanti, la ringr…
L’uomo tira fuori una pistola – Capisco, allora sono mie, coraggio – si rivolge a Goten – Dammele!
-Non ci spaventa con quella pistola, sa? – lo affronto – Vieni Goten, andiamo
-Quanto le dobbiamo per la camera? – chiede lui al direttore.
Lui è scioccato, ma risponde e il mio amico inizia a contare i soldi.
Mi metto una mano in faccia – Vuoi davvero pagarlo anche dopo che ha cercato di ingannarci? – chiedo.
A volte è così…bah…
-Avanti, ora andiamocene
Porge i soldi all’uomo e si avvia alla porta.
Sto per seguirlo, ma l’uomo reagisce e mi spintona e io, colta alla sprovvista, sbatto per terra.
Lui con poca grazia mi cade addosso e mi schiaccia la coda.
Lancio un urlo di dolore, ma subito mi mancano le forze. Mi sento debolissima…
L’uomo vede la mia coda e si spaventa, sta’ per alzarsi ma deve aver capito che questo inconveniente è tutto a suo vantaggio, perché appena si rimette in piedi mi schiaccia la coda con un piede e mi punta la pistola contro.
-Seripa! – grida Goten.
-Non…ho più forze… - gli dico, scivolando sempre più verso il pavimento.
-Se non vuoi che la tua amichetta riceva una bella pallottola in fronte, consegnami le sfere! – gli intima l’uomo, continuando a tenere il piede sulla mia coda.
Goten è furente e pare indeciso.
Stringo i pugni, raccattando più energia che posso – Vattene Goten! Vai via!
-E va bene…ecco! – lui gli da il sacchetto con le sfere.
Ma quanto è stupido!
-Hai fatto la scelta giusta, ragazzo, ora ognuno per la sua strada
-Lascia andare Seripa – gli dice lui, serio.
-Potreste giocarmi qualche brutto scherzo, vattene, poi la lascerò andare, lo prometto
Goten tentenna, mi guarda indeciso, ma alla fine indietreggia e apre la finestra – Mi raccomando Seripa…stai attenta – lancia uno sguardo furioso all’uomo ed infine vola via.
Il direttore è a bocca aperta – Lui…ha appena…è…
Mi viene da ridere per la sua espressione. Faccio uno sbuffo e lui si ricorda di me, ancora a terra.
-Ora ti lascio la…coda – sembra disgustato all’idea. Prende la coda in mano, stringendola forte, mi fa alzare e mi accompagna alla porta.
Allenta un po’ la stretta e io mi sento meglio. Sono pronta.
-Vattene via, niente scherzi. Come vedi sono di parola
Molla la presa e io colpisco il suo viso con la coda, come una frusta. Mi volto velocemente e lo mando a sbattere contro un letto. Lui sviene con un gemito.
Recupero il sacchetto con le sfere, controllo di avere tutto e volo via dalla finestra.

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Capitolo 22
*** Mamma aquila ***


Goten deve essere rimasto nei paraggi, perché appena mi vede mi dice che sono stata molto brava.
Gli porgo il sacchetto.
-Cos’è successo, là dentro? Perché sei stata male?
-Mi sono mancate tutte le forze appena mi ha schiacciato la coda, non capisco… – rifletto – Ma dovrò allenarmi affinché non accada più
Lui annuisce – Mio padre mi ha raccontato che gli è successa la stessa cosa da piccolo, poi l’ha allenata, così non ha più subito quegli effetti
-Ora però abbiamo già perso troppo tempo, andiamo alla macchina. E oggi guido io!
Lui ride, anche se io ero serissima – Sarà dura insegnarti, mi sa…
Arriviamo alla macchina ed io mi siedo al posto del guidatore. Dopo che Goten mi ha spiegato le cose più importanti, decollo e parto.
-Stai andando bene – mi dice, ed inizia a rilassarsi.
-Ne dubitavi, forse? – chiedo.
Non è per niente difficile, anzi è anche divertente.
Lui ride – Ti lascio guidare, vedi di non sfasciarla…e speriamo che non ci fermino
-Dove si trova la prossima sfera?
-Continua per questa direzione – mi dice.
Arriviamo vicino al luogo segnato sul radar. E’ una montagna rocciosa e spoglia.
Iniziamo a cercare, ma dopo molto tempo appuriamo che non è lì.
Goten vola più in alto – Magari è più in cima
Lo seguo, tenendo d’occhio il radar. Deve essere qui.
Un’aquila reale mi vola sopra la testa.
-Che bella che sei! – la seguo da lontano di modo da non spaventarla, per ammirarla.
Poco dopo, l’aquila atterra in un nido.
Chiamo Goten – Vieni a vedere! – gli urlo.
Lui mi raggiunge immediatamente – Cosa c’è?
-Guarda, non è bellissima? – la osservo affascinata.
Lui sospira – Si, Seripa, è molto bella, ma ora stiamo cercando la sfera del drago
Guardo nel nido.
-Ha le uova! E’ una mamma! – esclamo. Noto qualcosa che non quadra. Un uovo è arancione. No, non è un uovo. E’ la sfera del drago!
-Guarda – indico la sfera.
Lui annuisce, poi si avvicina al nido, stende la mano e cerca di prenderla, ma l’aquila protesta e lo becca sul dorso. Lui ritira la mano e la guarda male, seccato.
Allora io allungo la mia e provo ad accarezzarla – Credo che abbia scambiato la sfera per un uovo…non è vero bella?
L’aquila, titubante, si lascia toccare.
Infilo la mano sotto il suo piumaggio, continuando a tenerla buona, e sento la sfera tra le mani.
-Non possiamo prenderla così o si infurierà
Scendo a terra e raccolgo un piccolo sasso rotondo.
-Goten, ora devi essere pronto a scappare. Al mio tre ti lancio la sfera
Lui annuisce e si prepara.
Infilo nuovamente la mano sotto le piume e sento la sfera tra le dita. Guardo il sasso.
-Uno…due…tre!
Velocemente, tiro via la sfera da sotto il piumaggio dell’aquila e la lancio a Goten, che scappa in direzione dell’auto.
Allora l’aquila si agita e sta’ per inseguirlo. Le vado davanti e le mostro il sasso.
-Ehi, bella! E’ qui il tuo uovo, vedi?
Lei si agita peggio di prima ed inizia ad attaccarmi con gli artigli. Con difficoltà deposito il sasso nel nido e mi allontano un po’. L’aquila torna alle sue uova.
Sospiro sollevata – Buona fortuna con i tuoi piccoli, aquila – la saluto e me ne vado.
Raggiungo Goten. Insieme controlliamo la sfera. Ha due stelline.
-Siamo già a tre! – sorrido contenta – Mi dispiace per mamma aquila, ma questa non è un uovo
-Torniamo alla macchina – mi dice lui avviandosi, ed io lo seguo.
Metto in moto. Voliamo per un po’ in direzione della sfera successiva.
E’ molto più lontana di quanto pensassimo e Goten mi dice che dobbiamo fermarci a fare benzina.
Non chiedo spiegazioni, ma ci fermiamo alla città più vicina e lui mi dice dove devo dirigermi.
Controlla di nuovo il radar – Si sta’ muovendo…
Lo guardo confusa, allora lui mi spiega – Una delle sfere ha iniziato a muoversi
-E’ un bene o un male? – chiedo.
-Non lo so…teniamo gli occhi aperti
Ci fermiamo al distributore e Goten si mette a fare il pieno.
Controllo lo zaino. Non c’è più nulla da mettere sotto i denti.
-Vado a prendere qualcosa da mangiare, torno subito – gli dico – Tieni d’occhio la sfera sul radar
-Ti aspetto qui
Mi allontano alla ricerca di un negozio. Lo trovo quasi subito ed entro a comprare un po’ di scorte per il viaggio.
Torno indietro, soddisfatta degli acquisti.
Goten mi sta’ aspettando, appoggiato alla macchina a braccia incrociate e uno sguardo duro. Strano.
-Scusa se ho fatto tardi…
-Dove sono le sfere? – ha un tono piatto, non sembra lui.
-Ce le hai tu…ma stai bene?
Quello sguardo non è decisamente da lui. Sembra un’altra persona.
-Si, sto bene – mi dice, arrogante, per un attimo sembra riacquistare lucidità e mi dice – Att… - ma poi torna come prima, sbattendo gli occhi e scuotendo un po’ la testa.
Lo guardo perplessa – Sicuro di sentirti bene? Coraggio, andiamo, sali in macchina – gli dico iniziando ad avviarmi al posto del guidatore.
All’improvviso compare dal nulla una donna alta e slanciata, che mi fa un gran sorriso fluttuando a mezz’aria. Ha dei lunghi capelli biondi ed occhi grigi, come delle nuvole temporalesche. Mi mostra una sfera del drago. E’ quella con sette stelle!
-Il tuo amico mi ha detto una bugia, sai? – mi dice, guardandola e girandosela tra le dita – Non mi piacciono i bugiardi
Sono confusa – Tu chi sei?
-Oh, non è importante…ciò che conta ora è che Goten mi dia le sfere, coraggio caro, passamele – tende la mano.
Goten tentenna ma vedo che si toglie il sacchetto dal gancio dei pantaloni e glielo porge.
-Che stai facendo, Goten? Perché gliele hai date?
Mi preparo ad uno scontro.
 

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Capitolo 23
*** Ipnosi ***


-Molto semplice. Ora ti spiego – mi dice la donna – Goten mi ha raccontato la leggenda delle sette sfere del drago e io ho deciso che le raccoglierò. Purtroppo – assume un tono addolorato – Non so proprio da dove cominciare a cercare, così ho deciso di iniziare prendendo quelle che avete trovato voi, per poi cercare le altre – conclude con un gran sorriso.
-Non lo farai! – mi scaldo.
-Non lo farò? L’ho già fatto, cara
Guardo Goten, che sembra bloccato in una specie di trance – Non reagisci? – gli chiedo, scioccata – Ha le sfere!
-Il tuo amico ora è sotto il mio controllo – mi informa la donna – So essere… – cerca la parola ideale – …convincente, se voglio
-Cosa gli hai fatto? – le urlo.
Lei ride – Ma niente, è semplicemente ipnotizzato, vedrai che starà bene, tra un po’
Mi infurio e la attacco. Come ha osato?
E’ molto veloce e i miei colpi vanno a vuoto uno dopo l’altro. Ride di nuovo – Cosa pensi di fare?
Attacca il sacchetto delle sfere alla cintura e ci inserisce anche la sua, come se niente fosse, schivando i miei calci e pugni senza neanche degnarmi di un’occhiata.
Mi fermo, furiosa. Guardo Goten, che osserva senza però vederci realmente, sogghignando.
-E va bene, l’hai voluto tu! – mi trasformo in Super Sayan e le lancio una sfera di energia molto potente. Lei si limita a schivarla.
-Bella tinta, ragazzina – si mette a ridere – Ma non credo che tu possa sconfiggermi semplicemente cambiando colore dei capelli
-Lo vedremo! – ricomincio ad attaccarla e stavolta la metto in difficoltà perché è costretta a difendersi.
Sento Goten che si agita. Forse quella donna non può mantenere il controllo su qualcuno se è presa da altro.
Intensifico gli attacchi, sperando di poter allentare l’ipnosi di Goten.
La donna inizia a contrattaccare e devo dire che non è affatto male come combattente.
Poco dopo si ferma e io faccio lo stesso.
Sorride – Goten, caro, vieni qui un momento – gli fa un cenno.
-Che vuoi fare? – le chiedo.
Lui sbatte gli occhi e le vola vicino, sempre con uno sguardo duro, come se volesse farmi fuori.
-Goten! Svegliati! – lo supplico.
-Coraggio, attacca! – gli ordina lei.
Capisco che Goten sta’ cercando di resistere all’impulso, ma dopo un attimo di esitazione esegue l’ordine.
-Goten! No! Fermati! – gli urlo, cercando di riscuoterlo mentre provo a difendermi.
Lui, per risposta, passa subito al livello di Super Sayan, con un sorriso sprezzante.
La donna ride – Accidenti! Sai, caro, sei molto meglio biondo!
Anch’io aumento di livello e passo al secondo. Non voglio attaccare per paura di fargli del male, così mi limito a schivare e difendermi.
So che Goten è sotto l’influsso di quella donna, ma non sembra affatto così, sembra che stia facendo tutto di sua volontà, che provi davvero odio nei miei confronti.
Quei sentimenti non possono essere comparsi dal nulla, giusto? Mi viene da pensare che fossero nascosti molto bene e che ora siano emersi. So di non essere la persona più socievole del mondo, però…
Non voglio crederci, ma è difficile decidere a cosa credere, vedendo Goten in quel momento.
Mi odia a morte. Mi ripeto che è solo quella donna che gli ha fatto il lavaggio del cervello o che so io.
Ci fermiamo, ansimanti.
-Goten! Devi resistere! Ti prego, svegliati! Non voglio combattere contro di te!
Goten scuote la testa e guarda la donna, confuso – Non la…devo attaccare?
-Ma certo che devi, caro – lo riprende lei, sorridendo.
-Ma…lei ha detto che non vuole – sbatte gli occhi e torna a sorridere sprezzante di tutto. E ricomincia.
Continuo a difendermi.
-Goten! Coraggio, puoi farcela a liberarti! Io credo in te!
La donna ride – Che commovente!
-On-da… - sta creando un’onda energetica!
Lo fa con calma, come se sapesse che tanto non cercherò di contrastarlo, ed è così.
Continua a sorridere con quel sorriso ostile che non gli appartiene. Perché Goten non è così, non voglio credere che quel rancore fosse stato nel suo cuore per tutto questo tempo ad aspettare l’occasione per uscire fuori.
Provo a cercare una soluzione, se me la lancia non so quanto ne risentirò, in fondo, siamo allo stesso livello.
-…e-ner-ge…
Non posso lanciare anch’io un’onda oppure lo colpirò, ammesso che riesca a respingerla. Mi ripeto che non è lui.
-…ti-ca!
Alzo le braccia per proteggermi e chiudo gli occhi, ma il colpo non arriva. Sento l’aria che mi scompiglia i capelli.
Li riapro, stranita.
L’onda mi è passata sopra la testa e ora si sta dirigendo verso quella donna.
-Cosa… - poi capisco, questo vuol dire che Goten si è liberato dall’ipnosi! Vedo che ha sempre uno sguardo duro, ma stavolta non ce l’ha con me.
-Io non mi faccio usare! – le urla e il colpo la colpisce in pieno.
Il fumo si dirada e vediamo che la donna freme di rabbia – Come osi ribellarti a me? – gli urla di rimando.
Io e Goten ci guardiamo e la attacchiamo contemporaneamente.
Alla fine la donna non riesce più a contrattaccare ed è costretta a indietreggiare.
Le diamo un pugno nello stomaco e lei si piega dal dolore.
Soddisfatta, afferro il sacchetto dalla sua cintura.
-Finisco io – dico a Goten passandogli le sfere, e lui mi cede il posto.
-Hai ipnotizzato Goten e lo hai costretto a fare delle cose che non voleva! La pagherai!
Le assesto un colpo alla schiena con i pugni intrecciati e chiusi, e lei vola a terra. Scendo anch’io, sempre con uno sguardo duro.
-Ci rivedremo, ragazzina! – mi promette, e scompare prima che possa fare altro.
-Maledetta… - sussurro, poi mi rivolgo a Goten – Ma chi era?
-Non lo so…abbiamo iniziato a parlare ed è uscito fuori l’argomento delle sfere. Mi ha mostrato la sua e le ho chiesto se poteva darmela. Le ho raccontato la leggenda…non sembrava cattiva. Poi…non ricordo molto. Sono stato uno stupido, avrei dovuto saperlo – si gratta la testa.
-Non potevi saperlo, invece – gli dico – Non prendertela con te stesso
Eh no, solo io posso dargli dello stupido, lui non può darsi dello stupido da solo.
Scuote la testa – Beh, almeno abbiamo scoperto perché quella sfera si stava muovendo
Controlliamo il radar. Ora quattro puntini luminosi arancioni lampeggiano vicino a noi ed altri tre sono sparsi sullo schermo.
Saliamo in macchina e partiamo, con Goten alla guida.
-Come hai fatto a liberarti? Sembrava un incantesimo potente – gli chiedo curiosa.
Scuote la testa – Non saprei…quando ho visto che hai alzato le braccia ma non hai voluto contrattaccare…non so, è scattato qualcosa… - diventa rosso e distoglie lo sguardo.
-Oh…chiaro… - divento anch’io rossa e mi volto a guardare il paesaggio – Sembrava davvero reale, cioè, il tuo odio per me, prima…sembrava non avresti esitato un attimo a farmi fuori
-Non volevo, credimi non è così… - mi lancia un’occhiata e mi sorride.
Annuisco, evitando il suo sguardo, imbarazzata – Si, per me è lo stesso
Non dovrei sentirmi così a disagio…in fondo è solo Goten.
Sospiro e mi appoggio con la testa al sedile, osservando il cielo.

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Capitolo 24
*** La foresta ***


A poco a poco che continuiamo il viaggio, noto che ci stiamo addentrando sempre di più tra la vegetazione e più tardi siamo costretti a fermarci in mezzo a una chiazza in una foresta perché il buio ci coglie di sorpresa.
-Riposiamoci e domani partiremo presto. Non è lontano da qui – mi dice Goten e io accetto la proposta.
Sono davvero molto stanca, ma Goten lo è di più, così mi propongo per rimanere sveglia per il primo turno di guardia.
Non è la stessa vegetazione che conosco da sempre, perciò è meglio rimanere con gli occhi aperti.
-Va bene, va bene, chiamami quando non ti reggi più in piedi – mi dice Goten, e si mette a dormire.
Mi metto più scomoda che riesco per non cedere al sonno, ma qualcosa deve essere andato storto, perché il mattino successivo mi sveglio e mi ritrovo Goten ancora addormentato.
Si sveglia, guardandomi ancora intorpidito dal sonno – Sei rimasta alzata tutta la notte? – mi chiede, sbadigliando.
-Non ti ho svegliato, vero? Accidenti – tiro indietro la testa chiudendo gli occhi e la picchio contro l’albero a cui sono appoggiata – Che pessima guardia
-Dai non importa, non è successo nulla…
-E’ vero ma… - torno a rivolgere lo sguardo a lui e sbarro gli occhi – Goten, stai fermo, non muoverti!
Lui si irrigidisce e mi guarda preoccupato – Cosa c’è?
-Se te lo dico non spaventarti…
Annuisce, impaziente.
-Ecco…c’è un serpente proprio vicino alla tua mano. E’…velenoso. No, non muoverti! – lo riprendo perché l’ha mossa.
Il serpente gli striscia sulle gambe stese, poi cambia idea e torna indietro.
Tolgo il fermaglio. In questo caso è meglio usare gli strumenti tradizionali. Con un clic il fermaglio diventa un bastone. Piano vado più vicina che oso all’animale, lo tocco con il bastone e delicatamente provo a spostarlo, cercando di toglierlo dalle gambe di Goten.
Infilo il bastone sotto il ventre e lo sollevo. Il serpente si innervosisce, così lo rimetto come prima e lui striscia via.
Goten ne approfitta per alzarsi.
L’animale si volta verso di me e mi sibila. Non è un buon segno. Si avvicina piano e io indietreggio.
-Goten, vai via – gli dico – Senza movimenti bruschi
Fa qualche passo indietro e guarda il serpente  – Vieni anche tu però
-No, no, vai via, ti raggiungo subito. Ho un’idea
Mi guarda dubbioso, ma poi si addentra tra gli alberi.
In realtà non ho affatto un’idea. Non so proprio cosa fare.
Decido di andarmene semplicemente via da lì e che alle nostre cose penseremo poi.
Osservo Goten mentre sparisce alla vista. Controllo che sia fuori portata e sto per voltarmi di nuovo verso l’animale quando il serpente mi mostra i denti e mi attacca fulmineo, mordendomi al polpaccio e poi strisciando via.
Io cado a terra con un tonfo.
Non ho neanche fatto in tempo a muovere il bastone!
-Ah…accidenti! Oh, no! Non va bene…non va affatto bene…
La ferita si è già infettata.
Goten arriva di corsa. Mi guarda e capisce al volo – Seripa! Mi avevi detto che avevi un’idea! Cosa devo fare? – mi chiede preoccupato.
-Io…non lo so…la ferita sta peggiorando rapidamente…credo… - mi esce un singhiozzo strozzato – Scusami, scusami per tutto!
Mi premo una mano sulla bocca, agitata. Non so neanch’io per cosa sto chiedendo scusa, ma mi sembra giusto farlo.
Non conosco gli antidoti per queste cose, se anche ne esistesse uno, non saprei da che parte cominciare per prepararlo…
-Che stai dicendo Seripa?
Devo assolutamente calmarmi e decelerare i battiti del cuore.
Chiudo gli occhi e faccio dei respiri profondi. Non devo avere paura, affronterò anche questa cosa.
-Sai, Goten, forse potrò continuare a tenere il mio corpo nell’Aldilà, magari Re Kaio accetterà di allenarmi, che dici? O magari incontrerò la nonna…sarebbe bello rivederla dopo tanti anni… - mi compare un sorriso al pensiero di poterla rivedere, ma torno seria quando ricordo che in ogni caso non potrei più incontrare i miei nuovi amici.
-No che non morirai, vedrai troveremo una soluzione! – lui inizia a girare in tondo, alterato.
Mi appoggio con la schiena al tronco. Non ho paura.
No che non ho paura di morire.
E’ solo che non voglio lasciare Goten, mio fratello e tutti gli altri. Non posso neanche dire loro addio…
Si, sono davvero un’egoista.
Ho sempre pensato che sarei andata nell’Aldilà per proteggere qualcuno, invece accadrà per il morso di quel maledetto animale. Sacrificio un corno.
Osservo Goten mentre continua a camminare, pensieroso e agitato.
-Ti prego adesso calmati, non so quanto tempo ci vorrà perché il veleno arrivi in tutto il corpo però…ormai…
La gamba mi brucia in modo pazzesco e trattengo una smorfia di dolore.
-No! No! – lui si blocca e mi urla – No, non può finire così!
Sembra quasi arrabbiato, perché e con chi lo sa solo lui.

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Capitolo 25
*** Il villaggio ***


Sento che la temperatura del mio corpo sta aumentando, come se mi fossi presa la febbre, e inizio a vedere dei puntini colorati che mi danzano davanti agli occhi, così li chiudo, anche se non serve a molto. Ignoro più che posso il dolore alla gamba.
Goten si sta facendo prendere dal panico, non è da lui – Troverò le altre sfere e ti riporteremo in vita – mi dice deciso, ed intanto continua a camminare in tondo, come per riflettere – Lo giuro! Non ci vorrà molto, starai nell’Aldilà solo per qualche giorno. Non devi preoccuparti!
D’accordo, è decisamente impazzito.
Si siede vicino a me e mi sorride, orgoglioso della sua idea.
-Non sono preoccupata, e non provare ad usare di nuovo le sfere per me, chiaro? Altrimenti dopo andranno cercate di nuovo – lo afferro per il colletto della tuta – Se mi riportate in vita giuro che la prima cosa che farò dopo essere tornata sulla Terra sarà quella di ucciderti!
-Non m’importa, tu devi vivere! – mi stacca la mano e quella torna lungo il fianco, dopo di che si rialza e ricomincia a camminare pensieroso.
Allora sospiro e tento un approccio diverso.
-Starò bene nell’Aldilà, davvero – e sono realmente convinta di ciò che sto dicendo – Ci pensi? Andare da Re Kaio non è mica cosa da tutti i giorni – sorrido, cercando di farlo rilassare almeno un po’.
-Ma…
-Buffo – dico interrompendolo, e mi viene quasi da ridere – Ho combattuto contro avversari del calibro di Freezer e ora morirò per colpa di un maledetto serpente!
Faccio una smorfia. Che morte penosa.
-Te l’ho già detto, tu non morirai!
-Sono così stupida! – mi gira la testa, così la appoggio al tronco e chiudo nuovamente gli occhi – Per favore, dì agli altri che li saluto e che mi dispiace se me ne vado in questo modo così stupido…
Lui si blocca e mi guarda arrabbiato, ma io continuo rendendomi conto di una cosa – Ti devo lasciare da solo a cercare le altre sfere
-No, tu non morirai! – mi dice ostinato, puntando i piedi – Smettila di dire così! – poi la sua espressione torna preoccupata e lui mi viene di nuovo vicino e si inginocchia di fianco a me – Ti fa tanto male il morso? Se solo sapessi da che parte cominciare per curarlo…
-Oh andiamo, non posso avere un po’ di dignità anch’io? Visto che già sto morendo in un modo così pietoso, potresti almeno evitare queste scenate?
La mia frase lo fa sorridere, anche se noto che ha gli occhi lucidi.
Mi prende una mano – Non sono scenate
Sentiamo un frusciare d’erba e un ragazzino spunta dagli alberi, allora noi sobbalziamo e ritiriamo le mani, rossi in viso.
E’ armato di arco e ci punta una freccia contro – Chi siete? – ci chiede sospettoso.
Poi però mi vede, allora getta l’arma e si precipita da noi. Mi guarda la ferita.
-Un serpente scommetto…presto – si rivolge a Goten – Aiutami ad alzarla, la portiamo al villaggio
Ogni passo è un dolore ma mi impongo di resistere e riusciamo a raggiungere l’accampamento.
Mi portano in una tenda e poi il ragazzino corre a chiamare qualcuno, il medico, presumo.
Infatti poco dopo un anziano signore entra nella tenda e chiede a tutti di uscire. Anche a Goten.
Mi guarda la ferita – Non ti nascondo che è grave, ma si può rimediare. Corro a preparare la medicina
Torna quasi subito e mi pulisce la ferita disinfettandola. Poi mi dà un intruglio di erbe dal sapore amaro e mi dice di berlo – Basta un po’ ogni tanto, serve per far si che il veleno venga espulso dal sangue, ed è bene che ti riposi. Tu e il tuo amico sarete nostri ospiti finché non ti sarai ripresa, d’accordo?
-Grazie mille…
Il medico mi saluta con un sorriso ed esce, e Goten mi raggiunge all’interno – Come stai? – ha gli occhi arrossati.
-Molto meglio, ora
-E’ stata una fortuna che quel ragazzo ci abbia trovato, si chiama Tom, è il figlio del capo tribù – si siede vicino a me.
-Si…gli devo la vita…ora sono in debito sia con te che con lui
Odio essere in debito. Come se fossi sempre d’intralcio.
-Puoi considerarti esonerata per quanto riguarda me – mi dice con un sorriso – Ora ti lascio riposare, vedi di rimetterti in fretta
-Grazie, a più tardi
Mi stendo e chiudo gli occhi, cercando di rilassarmi, mentre lui esce dalla tenda.
Mi sembra quasi di non riuscire a cavarmela da sola. E’ la seconda volta che mi salvano la vita.
Sono ancora debole, non c’è dubbio. Ogni tanto bevo la medicina come mi ha detto il medico.

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Capitolo 26
*** La sfera da una stella ***


Passano così tre giorni durante i quali Goten mi viene a trovare, ma rimane poco tempo per permettermi di riposare. Ricevo solo una visita da Tom, durante la quale lo ringrazio – Senza di te…beh, non sarei più qui, se posso ripagarti in qualche modo…
-L’ho fatto con piacere invece, non mi devi niente – mi risponde lui con un gesto della mano.
Inoltre, decido di iniziare ad allenarmi per rinforzare il mio punto debole, la coda, così passo le giornate a stringermela cercando di non cedere alla sensazione di malessere che provo ogni volta.
Non mi permettono di fare altro, ed è una tortura. Non mi piace per niente rimanere confinata in quella tenda senza potermi muovere.
Finalmente il terzo giorno sto meglio e il medico mi dice che posso uscire a fare due passi, ma che non devo stancarmi troppo.
Goten mi sta’ a fianco per sorreggermi in caso di necessità e insieme ci dirigiamo dal capo tribù.
Lui ci riceve con calore e noi ci sediamo di fronte a lui.
-Avete fatto moltissimo per noi e non sappiamo davvero come ringraziarvi – gli dice Goten.
-Non sarei sopravvissuta senza le cure del vostro medico, grazie – aggiungo.
-Non ringraziate, vi prego
Mi guardo intorno. E’ un po’ più grande di quella in cui mi hanno sistemato. Noto oggetti che non conosco e poco dopo sobbalzo per la sorpresa. Dò una gomitata a Goten – Guarda!
-E’ la sfera del drago! Mi scusi, possiamo vederla? – chiede Goten indicandola.
Il capo tribù ce la porge e noi la guardiamo. E’ sempre bellissimo trovarne una. E’ quella con una stellina.
Ci guardiamo indecisi, ma alla fine Goten restituisce la sfera all’uomo e gli mostra le nostre.
-Allora ne esistono di più! – si stupisce lui. Gli raccontiamo della leggenda.
Lui è pensieroso. Tom si affaccia nella tenda e ci sorride – Allora siete qui
Entra e notiamo subito che ha in braccio una bambina, non deve avere più di due anni.
-Questa è la mia sorellina. Kabe, fai ciao! – lei ci sorride e agita la manina.
-Quanto è carina…posso tenerla? – non resisto alla tentazione di chiedere.
Lui me la porge e quando mi arriva in braccio si aggrappa alla tuta con forza.
Goten mi guarda stranito e poi diventa rosso e distoglie lo sguardo, come se avesse pensato a qualcosa di davvero imbarazzante per lui. Chissà cosa ha immaginato…
Cullo un po’ la piccola e poi la ripasso a Tom.
-Stano – commenta lui divertito – Fa sempre i capricci quando qualcuno che non siano i miei genitori oppure me la tiene…volete uscire?
Accettiamo, salutiamo il capo tribù e torniamo all’aperto.
Tom appoggia la bambina a terra e lei gattona via – Come stai? – mi chiede.
-Un po’ meglio, ora, grazie
Sono quasi guarita, domani potremo ripartire. Però la sfera da una stella…ma a quello non pensiamo ora.
Passeggiamo un po’, chiacchierando del più e del meno.
Siamo seduti su un masso, quando vediamo la piccola Kabe che gattona in direzione della foresta, per di più diretta ad una trappola per tenere gli animali lontani, di quelle che si attivano a pressione.
-Kabe! – grida Tom. Non riesce a reagire, è pietrificato.
Io non ci penso un secondo, volo velocemente nella sua direzione e la prendo appena tocca il meccanismo.
Delle frecce vengono scagliate dove si trovava un attimo prima e io vengo colpita alla gamba sana da una di esse. Ma ho salvato Kabe.
Lei ride, divertita. Se sapesse in che guaio si stava cacciando…
Gli abitanti del villaggio mi vengono incontro e si congratulano. Mi tolgo la freccia dalla gamba, parecchio infastidita.
Tom è commosso – Kabe! – gliela passo – Ti ringrazio tantissimo, Seripa! Senza di te a quest’ora…
-Non è nulla, davvero – mi sfugge una smorfia di dolore e cado a terra.
Maledetta me che non riesco neanche a stare in piedi!
-Coraggio, alzati – mi dice Goten sorreggendomi – Ti riporto alla tenda
Il dottore mi medica anche la ferita della freccia e intanto bevo un altro sorso dell’intruglio amaro.
-Un altro giorno basterà per rimetterti in sesto – mi dice.
Lo ringrazio, amareggiata. Stiamo approfittando troppo dell’ospitalità di questa gente.
Più tardi Goten mi raggiunge con un sorriso sul volto.
Mi mostra la sfera da una stellina – E’ nostra! – mi dice – Il capo tribù ha detto che è come ringraziamento per aver salvato sua figlia
Sorrido anch’io, sorpresa dalla bella notizia – Dici davvero?
Lui annuisce, sorridendo di più.
Arriva il giorno stabilito per la partenza e tutti si accalcano intorno a noi.
-E’ stato un piacere conoscervi, buona fortuna per tutto – li saluto, poi mi rivolgo a Tom, che ha in braccio Kabe – Ti devo la vita, non lo dimenticherò
Lui fa un verso di scherno. Saluto la piccola dandole un buffetto sul naso.
Goten si rivolge al capo tribù – La ringrazio per la sfera, verrà custodita a dovere, glielo prometto
Ci addentriamo nella foresta e troviamo l’auto come l’avevamo lasciata.
Goten la accende e ci alziamo in volo. Mi stringo la coda.

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Capitolo 27
*** La sfera da sei stelle ***


Dopo un bel po’ di tempo arriviamo alla zona indicata dal radar. Vediamo una distesa di sabbia a perdita d’occhio con un sole cocente che scalda come un forno. Ci fermiamo prima di addentrarci nel deserto.
Goten fa una smorfia – Facciamo prima ad andare a piedi
Ci carichiamo gli zaini in spalla e ci incamminiamo, io davanti con il radar e Goten che mi segue.
Poco dopo siamo già stanchi e le scorte di acqua sono calate vertiginosamente.
Arriviamo nel luogo indicato dal radar ma la sfera non c’è.
-E’ sotto la sabbia… – dice Goten tra sé – Scaviamo…
Ci mettiamo a spostare sabbia da una parte all’altra, senza successo.
-Così non va’! – gli dico.
Mi alzo in volo e lancio una sfera di energia a terra. Si forma un buco, che rapidamente si riempie nuovamente di sabbia. Nulla.
Riprovo un po’ di volte, ma la sfera non salta fuori.
All’ennesimo tentativo ci rinuncio e scendo a terra. Mi siedo sulla sabbia, delusa. Deve essere qui.
Un vento forte si alza all’improvviso e i granelli si alzano, trasportati dal vento: una tempesta di sabbia!
-Goten! – lo chiamo, ma le mie parole sembrano perdersi nel vento.
Non riesco a vedere nulla. Una cosa che ho imparato è che in questi casi è meglio rimanere fermi al proprio posto, così mi rimetto seduta e aspetto. Copro bocca e naso con la maglia e chiudo gli occhi, tossendo spesso.
Non è proprio una bella esperienza.
Quando la tempesta cessa scuoto via la sabbia che ho addosso e mi guardo intorno. Non vedo Goten, così provo a richiamarlo.
Questa volta sento una voce che mi risponde e lo vedo che spunta da dietro una duna.
Gli corro incontro e inciampo nella sabbia.
Sto per tirarmi su, scocciata, quando vedo qualcosa che luccica. Smuovo la sabbia e compare una sfera del drago.
E’ quella con sei stelline.
Goten mi raggiunge – Ehi, tutto a posto? – mi chiede, poi si illumina – La sfera! Bravissima! La tempesta deve aver smosso la sabbia…
-Da che parte è l’auto? – chiedo, alzandomi aiutata dal mio amico.
Mi guardo intorno. E’ tutto uguale.
Goten si ferma pensieroso – Dammi il radar – glielo passo.
-Di là – mi dice poco dopo, sicuro.
Lo guardo a bocca aperta, ma lui anticipa la mia domanda. Mi mostra il radar – La sfera è qui. Noi siamo arrivati da qui – mi dice indicando un punto – Quindi dobbiamo tornare da quella parte
Sorrido – Sei un genio!
Torniamo all’auto. Decolliamo e io mi stringo la coda e provo a rimanere lucida.
Devo dire che non provo più la stessa sensazione di quando l’uomo all’hotel me l’aveva schiacciata, si vede che sto facendo progressi.
Sorrido, soddisfatta di me.
-La prossima sfera dove si trova? – mi chiede Goten.
-E’ lontana, ci metteremo un po’ – lo avviso – Per ora continua in questa direzione
Lui annuisce e continuiamo il nostro viaggio.

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Capitolo 28
*** L'industria ***


Dopo molto tempo arriviamo in una piccola città.
Non ha un bell’aspetto, si vede che è vecchia, le case sono tutte ridotte male, quasi a macerie. Non ci sono auto per le strade e quando passiamo molti si stupiscono.
Ci fermiamo a fare il pieno. Anche il distributore è ridotto male. E in più chiedono una cifra spropositata per il carburante.
Ad un certo punto vediamo passare per strada moltissimi camion, tutti identici. Hanno sopra la scritta di un’industria.
Vediamo che si dirigono ai negozi della città, così decidiamo di raggiungere quello più vicino a noi e appena il camion riparte chiediamo spiegazioni all’uomo che lo stava aspettando e che ha ricevuto il trasportatore.
-Vedete, c’è una ditta poco lontano dalla città che produce tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Siamo molto isolati e purtroppo quella è l’unica azienda che ha accettato di commerciare con noi…
-Purtroppo?
-I prezzi, beh…diciamo che non sono dei più convenienti
Goten annuisce – L’abbiamo notato, ma non potete fare davvero nulla per avere prezzi più equi?
-Hanno detto che se non vogliamo più pagare quelle cifre smetteranno di rifornirci – fa un sorriso amaro.
-Che farabutti! Se ne ho l’occasione giuro che…
-Non sapete nulla di una certa sfera del drago? – mi interrompe Goten.
L’uomo ci pensa un po’ – Mai sentita, mi dispiace ragazzi
Si congeda dicendo che ha del lavoro da sbrigare e rientra in negozio.
-Non vorrai davvero lasciare che paghino delle cifre assurde per dei prodotti così comuni? – chiedo a Goten.
-Anch’io sono dispiaciuto, davvero, ma la sfera del drago ora ha la priorità, se ne avremo l’occasione però daremo loro una lezione come si deve – mi promette.
Annuisco – Ben detto!
Ricontrolla il radar – Non è proprio qui… - mi dice – Ci siamo sbagliati, dobbiamo andare avanti ancora un po’, strano eppure mi sembrava questo il luogo…
Torniamo alla macchina e arrivati al punto esatto scendiamo.
Ci troviamo davanti ad un grosso edificio dall’aspetto impenetrabile.
-Ha il logo che abbiamo visto sui camion! – esclamo – Allora è questa ditta che ha la sfera!
Non vedo l’ora di entrare per poter impartire una bella lezione al capo dell’azienda.
Mi dirigo senza esitazioni al portone. Sto per lanciargli contro una sfera di energia quando Goten mi ferma.
-Oh andiamo, non gli farò nulla, solo una piccola sfera per aprire questo portone, niente di più!
Lui mi guarda serio e fa di no con la testa.
Metto il broncio incrociando le braccia mentre Goten schiaccia un pulsante sul muro.
Poco dopo si sente una voce chiedere – Chi è?
Io scatto subito, mettendomi in posizione d’attacco con uno sguardo duro – Chi ha parlato?
Goten parla al muro – Scusi la mia amica…possiamo entrare?
-Perché parli al muro? – gli chiedo, confusa.
Lui sospira – Non è un muro, guarda, è un citofono
Rilasso il corpo, esitante – Ah, come quello della Capsule! D’accordo, se lo dici tu…
Sento una risata provenire da quell’aggeggio – Entrate – ci dice continuando a ridere.
Poco dopo il cancello si apre da solo – Ma…Goten…
-Non è niente, Seripa – mi rassicura – Vieni
Lo seguo all’interno e i cancelli si richiudono dietro di noi con un tonfo.
Anche le porte si aprono da sole. Mi sento un po’ a disagio.
Una segretaria ci raggiunge immediatamente – Avete un appuntamento? – ci chiede, pratica.
-Noi… - inizia Goten, esitante.
-…si, con il direttore – concludo, dandogli una gomitata. Spero stia al gioco. Annuisce.
-Ah, voi dovete essere i signori Son! – ci dice lei dopo aver controllato una cartellina – Seguitemi, vi sta aspettando
Sorrido a Goten ma lui ha un’aria dubbiosa.
Ci distanziamo un po’ dalla segretaria – Cosa c’è? Stiamo andando dal capo, è lui che deve avere la sfera! – gli dico.
-Non è quello…ci ha chiamati “Signori Son”. Son è il mio cognome…come faceva a saperlo?
-Sarà una coincidenza – alzo le spalle – Non siete gli unici Son esistenti…
-Non lo so…forse…ma…
Arriviamo davanti ad una grande porta di legno. La segretaria schiaccia un pulsante – Sono arrivati, signore
-Falli entrare – la porta si apre e la segretaria ci lascia soli, dopo averci augurato buona giornata.
Entriamo. Un uomo grassottello e pelato, con un enorme paio di baffi ci sorride calorosamente – Prego, prego, accomodatevi!
E’ seduto su una bella poltrona dietro una scrivania.
Su uno dei braccioli è invece appoggiata una donna bionda.
Io e Goten la riconosciamo subito.
-Tu… - dico, e stringo talmente i pugni che le nocche mi diventano bianche.

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Capitolo 29
*** L'ultima sfera ***


-E’ un vero piacere rivedervi, cari – ci sorride la donna.
Mi monta la rabbia al solo vederla – Che ci fai qui? – sbotto.
-Oh, nulla…sto semplicemente aiutando questo signore a raccogliere le sfere – fa un cenno verso l’uomo al suo fianco, poi si alza e ci viene più vicino.
-Cosa gli hai fatto? Hai ipnotizzato anche lui? – le chiede Goten.
-Assolutamente no, sta’ facendo tutto secondo la sua volontà, io gli ho solo raccontato la leggenda
Si appoggia alla scrivania, con un sorriso impercettibile sul volto, guardandosi le unghie di una mano in cerca di imperfezioni.
Guardo l’uomo e lui annuisce.
In effetti non sembra affatto ipnotizzato.
-E’ proprio così – ci dice – Quando avrò tutte le sfere chiederò al Drago Shenron di fare in modo che la mia diventi l’unica azienda sulla Terra a poter commerciare, così gli abitanti saranno costretti ad acquistare i miei prodotti e diventerò ricchissimo! – ride, soddisfatto.
-Le sfere le abbiamo noi – gli dico – E noi non gliele daremo. Inoltre, manca ancora l’ultima, quella da quattro stelle
-Intendi questa? – il direttore tira fuori da un cassetto la sfera, ce la mostra e si rimette a ridere – Ora, perché non mi date le altre sfere? Ci metterò pochissimo, vedrai
Goten si rivolge alla donna – Tu volevi le sfere per un altro motivo, non è vero? Perché lo stai aiutando?
Un lampo di rabbia le balena negli occhi grigi, ma poi si ricompone e assume un’espressione fintamente oltraggiata – Ma no, affatto! Voglio la stessa cosa che vuole lui!
L’uomo la guarda accigliato. Gli abbiamo messo la pulce nell’orecchio.
-Questa donna è pericolosa! – mi rivolgo al direttore – Se riuscirà ad avere le sfere, la costringerà a chiedere al Drago Shenron ciò che vuole lei!
La donna assume un tono di voce dolce e gentile – Non crederci, caro, sono tutte bugie, sta’ cercando di metterci l’uno contro l’altra! Non lo farei mai
L’uomo allora sbatte gli occhi e con un tono di voce neutro risponde che non ci crede. Poi scuote la testa e torna normale. Lei sorride soddisfatta.
Fremo di rabbia.
-Cara, il nostro desiderio non è affatto così male come credi – mi dice la donna gentilmente – Staranno tutti benissimo. E poi qualche soldo in più non può far male, no? Essere ricchi non significa essere anche delle cattive persone…
Penso a Bulma. Lei è una persona fantastica eppure è ricca. Ha ragione.
Scuoto la testa. Sta’ cercando di confondermi. Vuole ipnotizzarmi, ma non gliela darò vinta.
-Farebbe pagare dei prezzi altissimi!
-Ma no, cara…non è come pensi! Saranno prezzi onestissimi, te lo assicuro, di certo li abbasseranno una volta espresso il desiderio
Sembra davvero convinta di ciò che dice. Non capisco se sta’ usando la sua abilità o sia seriamente così ingenua da crederci davvero.
-E poi quest’uomo ha una famiglia. Non vorrai che i suoi figli muoiano di fame…
Capisco che “morire di fame” è un concetto esagerato, tuttavia sono curiosa di sapere dove vuole andare a parare, prima di farla stare zitta una volta per tutte.
Prende una foto incorniciata dalla scrivania e me la porge. E’ un’immagine che ritrae cinque ragazzi. Un bambino appena nato, una bambina, due ragazzi e una ragazza più grande.
-A loro non pensi? – mi chiede.
Osservo la foto – Io…
-Inoltre – continua – Ci sono anche i suoi dipendenti e le loro famiglie. Come faranno se questo desiderio non si realizzasse?
“Come hanno sempre fatto” Mi dice una voce razionale nella mia testa, ma non le dò retta.
Passo la foto alla donna, che la appoggia di nuovo sulla scrivania, continuando a parlare – Se quest’azienda riuscisse a raggiungere un mercato mondiale ci sarebbe tantissima gente povera che potrà guadagnare dei soldi e comprare da mangiare per sé e i suoi famigliari
-Hai ragione… - rispondo e annuisco. Ma perché?
Mi avvicino a Goten e prendo le sfere.

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Capitolo 30
*** Una lotta tra amici ***


Lui mi ferma e me le strappa di mano – Seripa! Ma non capisci? Ti sta’ ipnotizzando!
Vorrei rispondergli che lo so, ma riesco solo a dire con tono duro – Dammi le sfere!
Mi sbraccio per riprenderle, come una bambina che fa i capricci.
La donna ridacchia.
Goten mi dice di no, fermamente, e le tiene fuori dalla mia portata.
Mi trasformo in Super Sayan. Non so perché lo sto facendo.
Io non voglio, ma il mio corpo non mi ascolta. Mi rendo conto che così è come si deve essere sentito Goten allora, incapace di muoversi.
L’uomo si spaventa e si alza in piedi.
-Purtroppo con voi devo mettermi d’impegno, non è da tutti resistermi così a lungo, sai? Tuttavia riesco comunque a controllarvi – dice la donna a Goten con un sorriso smagliante.
Lui la guarda infuriato e poi si rivolge a me, preoccupato – Seripa! No! Ascoltami! Sono tutte bugie! Nulla di ciò che ha detto è reale!
-Vedi? – mi dice la donna – Lui dice così perché non sa cosa si prova ad avere i crampi della fame che ti tormentano ogni giorno, ma se il nostro desiderio si realizzasse tutti starebbero meglio. Faglielo capire
Sul viso mi compare un sorriso sprezzante, come quello di mio fratello quando affronta nemici che sa di poter battere facilmente.
Lo attacco con un calcio e lui va a sbattere contro un archivio in metallo. Non voglio fargli del male ma è più forte di me. Devo prendere le sfere. Prego che Goten resista.
Lui si rialza – Seripa! Io ce l’ho fatta a spezzare l’ipnosi di quella donna, quindi puoi farcela anche tu perché sei molto più forte di me!
La donna ride. Quanto la detesto. Goten ha ragione, ce la farò a svegliarmi.
Intanto però il mio corpo ha fatto quello che ha voluto ed ha ingaggiato battaglia con il mio amico. Anche lui si trasforma in Super Sayan.
L’uomo allora si ripara sotto la scrivania, impaurito.
Aumento di livello e passo al secondo.
-Coraggio cara – mi incita la donna, tranquilla – Prendi le sfere
Mi oppongo con tutta me stessa.
-Avanti Seripa! Non mollare! – mi dice Goten durante il combattimento.
Io continuo a colpirlo. Anche lui non fa altro che difendersi e non ha il coraggio di attaccare.
-Attaccami – penso – Devi mettermi fuori combattimento!
Ho davvero paura di fargli troppo male. Non riesco a fermarmi.
I miei attacchi aumentano di potenza ed inizio a lanciare anche sfere di energia, che mettono a soqquadro l’intera stanza. Ovviamente quella donna non viene colpita neanche per sbaglio.
-Basta! – mi impongo.
Incredibilmente il mio corpo si ferma, finalmente. Tremo cercando di contenere l’ira che sento ma che non mi appartiene.
La donna si acciglia e sento che si sta’ imponendo con più forza, ma io non cedo.
-Ora, Goten, ti prego, ora che sono ferma! – lo supplico mentalmente.
-Vai Seripa! – mi dice lui sorridendo.
L’idea di attaccarmi sembra non gli passi neanche per la testa. Perché non si decide? Non capisce che è l’unico modo? Inizio ad arrabbiarmi.
-Attaccami stupido Sayan! – penso – Non starò immobile a lungo!
Ma lui se ne sta lì imbambolato ad aspettare che mi liberi.
Stupido di un Sayan!
Lancio una sfera di energia verso Goten, che fortunatamente lo manca, purtroppo non riuscirò a contenermi ancora a lungo. Ne creo un’altra ma mi impongo di farla sparire e poco dopo si dissolve. O meglio, sono io che decido di farla svanire. Devo pensare positivo.
Chiudo gli occhi e serro i pugni. Non ce la faccio più.
Cedo nuovamente e ricomincio ad attaccarlo. Goten torna a difendersi. Per un attimo provo quasi gusto a colpirlo, perlomeno impara a non sfruttare la situazione, ma dura giusto per un attimo. Quella non sono io. Io non provo gusto a colpire gli altri senza motivo.
-C’eri quasi! Un altro sforzo! – mi dice lui, parando uno dei miei pugni.
Cerco di impormi nuovamente sulla volontà di quella donna e mi fermo di nuovo.
Questa volta ce la farò.
Un sorriso scaltro compare sul volto di Goten, poi mi dà le spalle e attacca la donna.
Che gli è preso adesso?
La donna cerca di mantenere il controllo su di me e aumenta la sua volontà sul mio corpo. Vuole che lo attacco mentre lui è voltato, lo sento.
-Questo no! No! – mi impongo, stringendo i pugni.
Non ha neanche un briciolo di dignità. Colpire alle spalle è troppo sleale.
Provo a voltarmi, cercando di non cedere al comando della donna, ma non è semplice.
Poi, la pressione sulla mia volontà cala improvvisamente.
Torno normale e scuoto la testa. Ho un capogiro, ma riesco a rimanere in piedi.
La donna è a terra e vedendomi prima si sorprende, poi si infuria.
-Si, lo sapevo! – dice Goten guardandomi, e poi torna ad attaccarla, questa volta con meno foga di prima.
Vedo il direttore che trema sotto alla scrivania. Gli volo vicino e tendo la mano con in viso un’espressione del tipo “sa cosa fare”.
Lui mi guarda impaurito e allunga la mano con la sfera. In quel momento però sentiamo una sirena a tutto volume.
La donna mi viene di fronte, infuriata, afferra il polso dell’uomo ed insieme svaniscono nel nulla.
Perplessa, rimango con la mano tesa per un po’ prima di rendermi conto che non ci sono più.
Vedo Goten a terra che tenta di rialzarsi.
La sirena continua a suonare e lui mi dice che dobbiamo andarcene.
Non perdo altro tempo. Lo aiuto a rimettersi in piedi e ci dirigiamo alla porta, ma quella si apre un attimo prima del nostro arrivo e dei poliziotti ci circondano, le armi pronte a far fuoco.
Io e Goten ci mettiamo schiena contro schiena, pronti a difenderci.
-Dov’è il direttore? – la segretaria si fa largo tra gli agenti.
-E’…uscito? – propongo, poco convinta.
Lei sbuffa ed esce, facendo cenno agli uomini di seguirla, e quelli se ne vanno.
Io e Goten ci guardiamo perplessi e poi usciamo da quell’edificio. Evidentemente la segretaria deve essere abituata alle uscite in incognito del suo capo.
Mi alzo in volo e mi guardo intorno, e Goten mi segue.
-Dov’è? – gli chiedo, furiosa.
Goten non risponde, si vede che neanche lui conosce la risposta.

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Capitolo 31
*** Sparizione ***


-Ci serve quella sfera! – dico – Dobbiamo trovarla!
-La sfera…certo! – esclama lui.
Tira nuovamente fuori il radar, ma la sua faccia torna subito seria e accigliata – Non c’è…
Gli vado vicino e guardo il radar – Ci sono solo sei puntini, le nostre sfere…ma la settima dov’è?
Un puntino nuovo compare e noi sobbalziamo.
Ora che ne ho la possibilità, mi volto verso di lui, arrabbiata. Lui mi guarda confuso e io gli mollo uno schiaffo.
-Questo è per non avermi attaccata quando ero ferma! – gli dico, dopo di che mi volto e riprendo a volare, mentre Goten apre e chiude la bocca pensando a cosa dire. Mi segue poco dopo.
Raggiungiamo il luogo in volo e troviamo la donna che fluttua a mezz’aria e tiene per il colletto il direttore con in mano la sfera, tremante, che ha gli occhi chiusi e sento che ripete qualcosa come “sto sognando”.
-Dammi la sfera – gli dice la donna e lui gliela dà, terrorizzato.
Appena la prende lo lascia cadere a terra.
Goten va a soccorrerlo. Anche se è disonesto, è giusto aiutarlo. Per fortuna non era molto in alto.
-Allora è vero che volevi solo la sfera!
La donna ride – E’ ovvio!
Mi fa segno di attaccare. So che lo fa solo per provocarmi ma non riesco a resistere e lo faccio.
Riesce a bloccare tutti i miei attacchi. Prima non era così forte.
Mi manda diverse volte a terra e dopo un po’ capisco che è inutile continuare perché non le sto facendo un graffio, così mi fermo.
-Già stanca? – mi chiede.
-Ti piacerebbe! – aumento l’aura.
Attacco nuovamente e questa volta è davvero in difficoltà.
Non gliela darò vinta. Nessuno può permettersi di usarmi in quel modo. Soprattutto non può permettersi di aizzarmi contro Goten.
Ha ancora la sfera in mano e la tiene stretta per evitare di farla cadere, ma riesce a combattere benissimo lo stesso.
Lancio un’occhiata a Goten.
Sta’ per venire ad aiutarmi. Se riesco ad attuare il mio piano…
Colpisco la mano della donna che tiene la sfera con un calcio potente e lei la lascia andare.
Quella forma un arco perfetto nella sua direzione.
-Goten!
Lui capisce al volo e la afferra. Sorrido.
La donna gli vola di fronte, ma io la blocco – Sono io la tua avversaria!
Mi attacca, furiosa, e continuiamo il nostro combattimento, mentre Goten mette la sfera con quattro stelline insieme alle altre. Finalmente le abbiamo raccolte tutte.
Ci fermiamo.
-Goten, caro, perché non mi dai le sfere? – gli chiede la donna gentilmente.
L’espressione di Goten muta, e da soddisfatta per aver completato la raccolta delle sfere diventa molto, molto arrabbiata – Non cederò ancora! – non l’ho mai visto così ma non è proprio niente male. Nel senso, come combattente, chiaro, non per altro…
La colpisce con una sfera di energia.
Mi unisco a lui ed insieme lanciamo diversi attacchi nella sua direzione, tanto che si forma una nube di fumo attorno alla donna.
Dopo un po’ decidiamo di smettere. Il fumo si dissolve e vediamo che la donna è sparita.
-Ancora! Se n’è andata ancora! – lancio una sfera di energia abbastanza potente a terra, giusto per sfogarmi.
Fremo di rabbia e Goten cerca di calmarmi.
-Abbiamo le sfere, non importa se è fuggita – mi dice, ma ha comunque uno sguardo duro mentre si guarda intorno.
-Lo hai detto anche l’ultima volta! – sbotto.
Faccio un respiro profondo. Devo calmarmi.
Solo allora mi rendo conto di avergli lasciato un’impronta della mia mano sulla guancia. Risalta in netto contrasto con il rosa.
Mi metto a ridere perché è troppo buffo.
-Che c’è? – mi chiede, confuso.
Continuando a ridere gli spiego il perché dello schiaffo.
-Però potevi pensarci anche tu! – ribatte.
Mi rendo conto che ha ragione. Io non ho pensato affatto ad attaccarlo quando era sotto ipnosi.
-Hai vinto – ammetto, tornando seria – Scusa
-Non ti avrei fatto comunque un graffio – mi dice, un po’ avvilito.
-No, se ti fossi messo d’impegno credo…
Mi mette un dito sulla bocca e io mi blocco – Non importa, comunque non avrei voluto farlo
Annuisco, arrossendo un po’. Esattamente ciò che ho pensato io.
Torniamo al luogo dove avevamo lasciato la macchina e partiamo diretti a casa.

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Capitolo 32
*** La raccolta è completa ***


Ci impieghiamo due giorni, durante i quali continuo ad allenare la coda e finalmente non mi sento più male.
Atterriamo di fronte a casa di Goku.
Sono già fuori ad aspettarci.
-Ciao a tutti! Come state? – li saluto sorridente.
Chichi corre dal figlio e lo abbraccia – Oh, tesoro, stai bene?
-Si, mamma, sto benissimo – le risponde, rosso di vergogna, mentre lei lo scruta in cerca di graffi o chissà cos’altro.
-Com’è stato il viaggio?
-Movimentato – decido che è la parola giusta.
Lascio Goten con la famiglia e torno alla Capsule Corp. con l’auto di Bulma.
Entro in casa – Ciao a tutti! Sono tornata!
Bulma, Bra e Trunks mi vengono incontro, sorridenti.
-Ciao cara, com’è andata? – mi saluta Bulma – Voglio che mi racconti tutto!
Storco il naso. Quel “cara” assomiglia spaventosamente a quello della donna, ma mi riscuoto subito.
-Avete trovato tutte le sfere?
Annuisco – Sarà il caso di riportarle da Dende, ora…
-Hai ragione, che dici, andiamo subito?
Alzo le spalle – Però prima voglio salutare Vegeta
-E’ nella stanza della gravità
Esco e vado da mio fratello, che appena mi vede entrare si ferma – Sei tornata, vedo
-Sono passata a salutarti, ora portiamo le sfere da Dende
Lui mi fa un cenno e torna ad allenarsi, così me ne vado. Non sono sorpresa, è il modo che usa per esprimersi.
Passo da casa ed insieme a Trunks ci dirigiamo a casa di Goku.
-Andiamo? – chiedo, appena arrivati.
Goten e Goku annuiscono, così ci alziamo in volo, diretti al palazzo del Supremo.
Quando arriviamo troviamo Popo, indaffarato.
-Buongiorno – ci saluta – Siete riusciti a raccogliere tutte le sfere, allora!
-Ciao Popo – lo saluta Goku – Già, in gamba i ragazzi, vero?
Dende ci raggiunge – Le sfere! Bravissimi! – si congratula.
Goten gliele passa e lui corre a metterle in un posto più sicuro.
Raccontiamo in generale com’è andata ed infine ci salutiamo.
Ognuno torna alla propria casa, io e Trunks in una direzione e Goku e Goten nell’altra.
Mentre stiamo volando, Trunks mi chiede cos’è successo tra me e Goten. Divento rossa.
-Niente, siamo un’ottima squadra e ci siamo aiutati a vicenda
Lui ride – Va bene, farò finta di crederci
-E’ così!
Perché è così no?
Entriamo in casa e mi stendo sul divano. Ci voleva proprio.
Poco dopo però Bulma mi chiede di raccontarle per filo e per segno ciò che è successo, così la accontento.
Mi interrompe spesso e quando finisco è ora di cena.
Dopo un buon piatto caldo e molti bis vado a letto. Sono distrutta.

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Capitolo 33
*** Incidenti domestici ***


Il giorno successivo dormo fino a tardi. Ci voleva un bel sonno ristoratore.
Faccio un po’ di meditazione, che ho trascurato durante il viaggio, e poi vado in cucina per la colazione.
E’ strano tornare alla quotidianità.
Trovo tutti già in piedi.
-Buongiorno – mi siedo e mi verso un po’ di caffè.
Mangio, mentre racconto gli aneddoti del viaggio. Gli altri hanno già finito.
Ora che la ricerca è conclusa, non so cosa fare durante la giornata. Potrei fare un giro assieme agli altri, oppure allenarmi nella stanza della gravità. Sono curiosa di sapere fino a che livello di gravità riesco a resistere.
-Oggi tu e Kakarot dovete combattere? Avete lasciato la sfida in sospeso, giusto? – mi chiede mio fratello.
Mi illumino.
Gli rispondo che è così ed esco di casa, volando a gran velocità.
Sono molto migliorata da quando sono partita, non c’è dubbio, e non vedo l’ora di scoprire quanto.
Atterro davanti alla casa del mio amico e busso.
Mi apre Goten – Ehi, ciao – mi sorride.
-Ciao, c’è tuo padre? – gli chiedo guardando all’interno.
Pare un po’ deluso e mi fa cenno di entrare.
-Non volevo offenderti, scusa, sai che abbiamo una sfida in sospeso e io sono impaziente
Lui annuisce sorridendo – Immagino, vieni
Mi guida in cucina.
Quando entriamo Chichi mi saluta con un cenno, intenta a pulire dei piatti.
-Ciao Seripa! – dice Goku, bacchette alla mano – Sei impaziente, vedo
-Già, ma posso aspettare ancora qualche minuto se vuoi
Lui si alza dal tavolo – Sono impaziente quanto te invece, andiamo
Lo guardo stranita – Non ci credo…tu che lasci a metà un piatto?
Si mettono a ridere, ma non era una battuta, lo penso seriamente; però mi faccio contagiare e rido anch’io.
Goten mi precede e insieme seguiamo Goku fuori.
-Meglio un posto deserto – propone lui – Potreste distruggere qualcosa per sbaglio
-Hai ragione, figliolo
Ci teletrasportiamo in una zona arida e deserta.
-Molto meglio – approvo.
Mi preparo a combattere e Goku fa lo stesso, con il tipico luccichio negli occhi che ho imparato a riconoscere. Chissà se in quel momento ce l’ho anch’io?
Passo il fermaglio a Goten, che si allontana per godersi lo spettacolo, e noi iniziamo.
Calci, pugni e altri attacchi si susseguono per un po’, finché non ci trasformiamo in Super Sayan e poi passiamo al secondo livello.
Allora la sfida comincia a farsi più interessante.
Goku è davvero fortissimo, ma gli sto dietro.
Lo mando a terra e, prima che lui possa rialzarsi, gli scaglio una sfera d’energia, ma lui si sposta e quella colpisce la terra dove si trovava un attimo prima.
Mi viene alle spalle e mi colpisce alla schiena, allora mi giro e gli do un calcio al fianco, continuando poi con una serie di pugni che lui schiva prontamente.
Ci fermiamo, sorridenti.
Continuiamo così per un po’ e alla fine siamo entrambi feriti in ogni parte del corpo e con le tute strappate, ma Goku rimane il migliore.
Inutile dire che mi sono divertita moltissimo e lui anche.
-Sei stata bravissima – si complimenta.
-Anche tu!
Goten ci raggiunge – Non ho mai visto uno scontro così bello, siete stati magnifici entrambi!
Il mio stomaco brontola e io arrossisco.
Poco dopo anche quello di Goku fa lo stesso, così non riusciamo a trattenere una risata.
-Credo sia ora di tornare a casa – dico.
-Vuoi rimanere a mangiare da noi? – mi chiede Goku con un sorriso cordiale.
Rifiuto l’offerta, ma lui insiste, così più tardi mi ritrovo a pranzo a casa sua, non prima di aver avvisato gli altri.
-Quasi dimenticavo! – penso.
Mi ricordo all’improvviso ciò che avevo detto a Vegeta prima dello scontro con Freezer – Goku…ecco, volevo ringraziarti per aver risparmiato mio fratello…in fondo è buono…meritava una seconda possibilità
Lui sorride e fa un cenno come a dire “figurati”.
Discutiamo un po’ del più e del meno e alla fine torno alla Capsule Corporation.
Goten è stato davvero gentile e mi ha fatto ridere moltissimo.
Rimango per un po’ sul divano a non fare nulla, ma alla fine decido di alzarmi. Non riesco a stare ferma per molto, ma immagino sia una caratteristica di famiglia.
Vado da Bulma, che sta’ pulendo un po’ la casa – Vuoi una mano? – le chiedo.
Lei si illumina – Magari, grazie! Perché non passi lo straccio?
Prendo lo straccio che mi porge e inizio a pulire. Quando ho finito la aiuto nelle altre faccende e ora di sera abbiamo finito di pulire tutta la casa. Non sembra ma ripulire l’intera casa è già di per sé un buon allenamento. Bulma è soddisfatta.
Stiamo lavando i piatti quando se ne salta fuori con – Non sei solo una guerriera allora, a volte se vuoi puoi anche diventare una brava donna di casa
Una donna di casa…chissà come sarebbe mettere su famiglia con qualcuno…
Ripenso alla piccola Kabe e sorrido al ricordo, forse non è una brutta idea. Mi torna in mente la faccia rossa di Goten quando mi ha visto con la piccola in braccio; e se stesse pensando a come sarebbe stato avere una famiglia? Chissà come sarebbe come marito…
Concludo che sarebbe perfetto.
Mi accorgo di avere le guance in fiamme e che Bulma mi guarda in modo strano.
Sobbalzo per la sorpresa, facendo cadere il piatto che ho in mano, allora mi sbrigo a chinarmi a raccogliere i pezzi.
Colpisco il ripiano e ne cadono altri, e io cerco di pulire come posso, elargendo scuse su scuse.
Bulma si china e mi aiuta a sistemare, con un sorriso sul volto, ma non chiede nulla. Meglio.
Trunks e Bra fanno capolino dalla porta e ci chiedono cos’è stato quel rumore.
-Niente, tranquilli… - risponde Bulma mentre tutti i pezzi rotti dei piatti sono finalmente buttati in un sacchetto.
Le passo la scopa e io tengo la paletta, ed insieme puliamo il pavimento dalle piccole schegge di coccio che sono ancora a terra.
Lancio uno sguardo ai miei nipoti. Nipoti. Non ci ho ancora fatto l’abitudine.
Loro si guardano straniti, ma entrano e ci vengono a dare una mano.
Più tardi ceniamo e dopo cena Bra mi prende da parte – Perché c’erano i piatti a terra poco fa?
-Sono caduti
-Da soli?
-Okay – ammetto – Li ho fatti cadere io, ma è stato un incidente! – mi affretto a scusarmi.
-Un piatto rotto è un incidente, quelli erano almeno una decina
-Stavo pensando a una cosa e per sbaglio ho colpito il ripiano – spiego.
Lei mi scruta. E’ giovane ma sa già il fatto suo.
-Goten è mio – mi dice semplicemente.
-Cos…? Io non…Goten non…cioè…
Mi blocca con un gesto della mano – Lui non lo sa, è vero, ma io si, e adesso lo sai anche tu, perciò niente scherzi. Ho visto come lo guardi – la sua espressione cambia un po’ – Ma non dirglielo! – mi ordina, preoccupata.
-Io non lo guardo! – ribatto – Nel senso, certo che lo guardo, ma non lo guardo!
Diventa confusa.
-Insomma, non lo guardo nel modo che pensi tu! Non mi interessa!
Allora incrocia le braccia, scettica. Ragazzi, se somiglia al padre quando fa così!
Inizio ad arrossire, così mi volto e me ne vado in camera prima che lei possa dire altro.
Accidenti, ma perché devo diventare rossa proprio ora? Così dimostro esattamente il contrario di ciò che ho detto, e non è affatto così. Siamo amici e se Goten vuole stare con Bra, può farlo.
Ma ovviamente lui non è minimamente interessato, perciò lei non può prenderselo con la forza.
Quindi il problema è risolto.
O almeno credo.
Ma no, non è un problema. Non è un problema, affatto.

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Capitolo 34
*** Decisioni ***


Passa il tempo. Alla fine, decido di rimanere a casa di mio fratello.
E’ da un po’ però che mi dico che non posso continuare ad approfittarmene così. Mi hanno accolta in casa e vorrei fare qualcosa per ricambiare. Come ho già detto, odio essere in debito.
Potrei cercare un lavoro. Trascurerei l’allenamento, però almeno darei una mano e non rimarrei sempre in casa.
Non è affatto una cosa da Sayan ma mi sento inutile. Non so cosa direbbe mio fratello se sapesse che vorrei lavorare. So però che non mi riconoscerebbe più come sorella, come minimo.
Decido di provare. In fondo, che sarà mai?
Quanto mi sbagliavo.
Mi dicono che non ho esperienza e certificazioni, cose che non comprendo.
Un giorno, quando sto facendo un giro con Goten e gli altri, chiedo spiegazioni.
-Certo che non puoi lavorare, sei ancora troppo giovane, devi prima andare a scuola – mi dice Trunks.
Goten annuisce – Come noi
-Scuola? Ma io so già leggere e scrivere e fare i conti
Loro ridono.
-Non è così semplice, alla scuola dove andiamo insegnano cose molto più difficili, tutti sanno leggere e scrivere ormai
Ci penso su – Quindi dite che anch’io dovrei venire a scuola?
Loro annuiscono.
-Allora va bene
-Già, però non credo accettino iscrizioni in questo momento, l’anno prossimo magari – mi dice Bra.
Sono un po’ delusa ma non lo do a vedere – Quando?
Trunks conta sulle dita di una mano – Sei mesi più o meno – conclude.
Lo guardo a bocca aperta, scoraggiata.
-Dai, non abbatterti – mi dice Goten con un sorriso, poi si rivolge agli altri – Andiamo a prendere un gelato, così Seripa torna di buon umore
Che gentile.
-Offro io! – propongo.
Bra mi lancia un’occhiataccia, ma io continuo a sorridere.
Per tutta la giornata penso alla scuola.
Non so perché ma non credo di poter essere all’altezza degli altri ragazzi.
Il campo del sapere non è il mio campo, per niente.
Durante la pausa gelato mi hanno spiegato che avrei imparato molte cose che nemmeno avrei potuto sognarmi. Storia, inglese, una matematica sempre più astratta…
Ora di sera mi sono convinta che non ce l’avrei mai fatta a stare dietro a tutto, nemmeno con tutta la buona volontà del mondo. Ho sfogliato alcuni libri di Trunks e non ho capito una parola. Mi sento un’ignorante in questo senso.
Potrei viaggiare. In fondo, non è forse vero che anche Goku lo ha fatto?
Mentre mi rigiro nel letto per l’ennesima volta, decido che il giorno successivo sarei partita senza meta a scoprire il mondo.
La mattina successiva quando lo comunico la notizia non viene presa molto bene.
-Che cosa? Così, all’improvviso? – mi chiede Trunks.
-Lo so…hai ragione, è solo che mi sembra di essere un peso per voi, che me ne sto approfittando troppo. E poi voglio migliorare, ho ancora tanta strada da fare in questo senso
-E la scuola? Hai deciso di non andarci?
-Non ne sarei in grado, già lo so…ieri ho guardato alcuni dei tuoi libri. Soprattutto quello scritto in un’altra lingua, inglese…non ho capito nulla, non ce la farei
-Capisco, in effetti non è semplice…però partire…
Guardo mio fratello cercando di non farmi notare per vedere la sua reazione. Non sembra minimamente turbato.
-Con chi andrò a fare shopping poi se tu te ne vai? – mi chiede Bra. Capisco che sta’ già pensando a come conquisterà Goten dopo la mia partenza.
Le sorrido – Sono sicura che in quanto a consigli sui vestiti c’è chi è molto più esperto di me…
-Tua madre non va bene? – si intromette Bulma – So il fatto mio a riguardo
-Tu? – Bra ride – Ormai sei vecchia mamma, rassegnati, la moda è cambiata
-Come ti permetti! Sono tua madre, non puoi parlarmi in questo modo! E non sono affatto vecchia! Ho solo… - tossisce e si calma – Sono nella fascia dei quaranta, non sono vecchia! – arrossisce stizzita.
Noi ridiamo, perfino mio fratello accenna un sorriso.
-Sei davvero decisa a partire? Per noi non sei un peso, questo voglio che tu lo sappia – mi chiede Trunks.
Annuisco. Si, sono convinta. Mi mancheranno, ovviamente, ma è giusto così.
-Allora ti lasceremo andare per la tua strada, vero?
Gli altri annuiscono, eccetto Vegeta che ha uno sguardo perso in chissà quali ricordi.
-Sei proprio come Kakarot… - sussurra più a sé stesso che a noi.
-Me lo hanno già detto – rispondo con un mezzo sorriso.
-Non sembri affatto una principessa dei Sayan – costata, senza alcuna intonazione particolare.
-E tu… - mi blocco, colta da un pensiero improvviso – Tu ora sei il re, giusto? Visto che ormai papà non c’è più
Appena termino la frase mi rendo conto che non deve essere piacevole per lui sentirselo dire. Io non me lo ricordo neanche, ma mio fratello…
Lui mi guarda, decisamente colto alla sprovvista.
-Scusa…non dovevo neanche accennarlo
Quanto sono stupida!
Mi mordo un labbro e velocemente mi volto e corro in camera mia, che non sarà più mia, almeno per il momento.
Trunks mi raggiunge poco dopo – Sei pronta?
Annuisco.
-Ascolta, sono certo che papà non se l’è presa, perciò non preoccuparti troppo, d’accordo?
Gli sorrido, grata per il consiglio. Dovrei essere io la zia protettiva, e invece?
Scendiamo insieme. Lo saluto con un abbraccio e lo stesso faccio con gli altri.
Con Vegeta è più difficile, mi ero fatta centinaia di discorsi di addio da pronunciare, ma in quel momento non riesco a spicciare parola. Riesco solo a dire – Sono contenta di averti conosciuto, fratellone, ci rivedremo prima o poi, vedrai
Lui annuisce. E’ così distaccato a volte che sembra che non gli importi niente. Non so se abbracciarlo o salutarlo in qualche altro modo.
In quel momento di indecisione mi sorride e mi accarezza la testa – Prova soltanto a smettere di allenarti e quando ci rivedremo vedrai cosa ti farò – mi minaccia.
Tipico. Allora non resisto e lo abbraccio e lui mi lascia fare.
-Non lo farò, mi allenerò ogni giorno – gli prometto.
-Sarà meglio
Usciamo di casa e mi alzo in volo, mentre loro salutano con la mano.

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Capitolo 35
*** Partenza ***


Passo da Goku e dalla sua famiglia. E’ giusto salutarli, visto che non ci vedremo per un bel po’.
Trovo anche Gohan con Videl e Pan.
Spiego loro la situazione. Goten è il più colpito, non sa cosa dire – Non verrai a scuola con noi quindi…
Ripeto le stesse cose che ho detto a Trunks e lui sembra capire, anche se pare deluso. Sperava davvero sarei andata a scuola con loro.
-Urca, allora sei decisa – commenta Goku – E viaggerai in volo?
Mi è sembrato abbastanza scontato, ma a quanto pare non lo è…
Lui nota la mia faccia perplessa e mi spiega – Te lo chiedo perché io avevo la Nuvola Speedy per spostarmi quando viaggiavo
Mi racconta di come aveva avuto la nuvoletta gialla.
-Non è una cattiva idea, credi che il Genio me ne regalerebbe una, se glielo chiedessi? Sempre che riesca a salirci
-Credo di si – mi dice Chichi – Non rifiuterà una richiesta di una ragazza come te…sai com’è fatto
Già…il solito Genio. Vale la pena tentare. Spero solo non inizi con le sue strane richieste.
Chiacchieriamo ancora un po’ e poi sono pronta a partire.
Mi mancheranno tutti, ma sono sicura ci rivedremo presto.
Usciamo e saluto tutti con un abbraccio, poi vado da Goten, imbarazzata. Lo abbraccio forte, non mi staccherei mai.
Accidenti! Perché gli addii sono così tristi?
Mi stacco, ma non riesco proprio a voltarmi ed andarmene. Dopo un attimo di indecisione gli do un bacio veloce sulla guancia e poi mi alzo velocemente in volo in direzione dell’isola del Genio, rossa in viso.
Non ho neanche visto la sua reazione.
-Ehi! Stai sbagliando strada! – sento urlare. Mi fermo e guardo giù.
Goten indica la direzione opposta – Il Genio abita da quella parte! – mi urla, tra le risate degli altri.
-Cos…oh… - più rossa di prima cambio direzione e li saluto nuovamente.
Ho perso la testa. Decisamente.
Mi ritrovo a pensare alla faccia di Goten quando mi ha richiamato. Era rosso, ma non sembrava turbato o altro. E’ un buon segno, mi pare. Sorrido divertita, ma poi mi mordo il labbro. Quando ci rivedremo? Mi mancano già tutti, non solo lui.
Ripenso alla conversazione con Bra e mi dico – Al diavolo, è Goten che deve scegliere
Se Goten decide che Bra per lui non è più che un’amica, allora sarà così. Lei non può costringerlo, giusto?
Faccio un mezzo sorriso, quella ragazzina sarebbe in grado di tener testa a mio fratello, figurarsi Goten. Spero non se ne approfitti troppo.
Più tardi scorgo l’isola e aumento la velocità.
Atterro e vedo il Genio intento a prendere il sole e a sfogliare riviste.
Appena mi scorge salta giù dallo sdraio e mi saluta calorosamente, mettendomi in imbarazzo.
Gli spiego la situazione e gli chiedo se può regalare anche a me una nuvola Speedy, e lui accetta al volo.
La chiama e una piccola nuvola gialla si avvicina a gran velocità e si ferma di fronte a me.
-Solo chi ha un cuore puro può salirci, osserva…
Sta’ per saltarci sopra, ma Umigame lo ferma – Non ti lascerà salire, lo sai…
-Cosa ne sai tu, stupida tartaruga! – le urla agitando il bastone – Guarda!
Prima che possa provare però salto sopra io. Non ci penso due volte.
Per un attimo mi sembra di sprofondare e di cadere, ma poi la nuvola mi regge.
-Ce l’ho fatta! – sorrido.
Mi sento orgogliosa di me. Tasto la nuvola per assicurarmi che non ci sia qualche sbaglio e quando capisco che mi reggerà seriamente faccio un giro di prova, con il Genio che mi osserva ammirato. Che bella sensazione.
Sistemo il mio fagotto di fronte a me e torno da lui.
Seduta sulla mia nuvola a gambe incrociate lo ringrazio.
-Visto che ti ho fatto questo regalo che ne dici di un bacino per ringraziarmi? – mi chiede sghignazzando.
Non cambia mai. Ma non pensa ad altro?
Mi faccio seria e creo una sfera di energia sulla mano, e sono quasi decisa a lanciargliela.
-Va bene, va bene, come non detto! – mi ferma spaventato.
Torno sorridente e ringraziandolo ancora volo via, salutando con la mano.

Nota dell'autrice: Innanzitutto vorrei ringraziare chi ha seguito la fanfiction fino a qui, so di aver scritto molto ma spero di non avervi annoiato <3
Poi volevo avvisarvi: ci sarà una seconda serie su Seripa, che inizierò a pubblicare tra poco ^^ Che ne pensate? Vi piace l'idea? Ditemi, sarei curiosa di sentire le vostre opinioni!

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