|You're special, you're my dream| NIALL HORAN

di StayWeird01
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** AVVISO IMPORTANTE non è un capitolo ***
Capitolo 18: *** Capitolo 16 QUELLO VERO! ***
Capitolo 19: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 33 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


ADELAIDE’S POV
Camminavo per le vie della città con gli auricolari nelle orecchie. Nella mia testa rimbombavano le parole di “DNA” delle Little Mix. Faceva un caldo pazzesco e mi trovavo a camminare alle 4 del pomeriggio sotto quel sole cocente. Era il 10 Giugno. Mi stavo dirigendo verso casa di Francesca per fare una chiacchierata. Chiaccherata per modo di dire, non riesce a trovare un'amica directioner, e allora usa me come cavia. Passo i pomeriggi ad 'ascoltare' quello che ha da dire su di loro. 'Ascoltare', perchè più che altro sto lì a fissarla annuendo di tanto in tanto con l'mp3 mentale acceso. 
-Un saluto no?- esclamai io entrando in camera di Francesca. Una trentina di poster, un quarantina di foto di Harry e un quadro dei ragazzi mi fissano contrariati. 
-Ah, sì, ciao, scusa, è che ci sono tante notizie fantastiche!-.
-Sulle Little Mix?- dissi io speranzosa. Lei mi guardò con il tipico sguardo “Non-farmelo-ripetere-ancora” e iniziò. Blaterava qualcosa, del tipo “concerti” o “premi”, ma io non l’ascoltavo. Avevo acceso il mio “mp3 mentale” e ascoltavo tranquillamente Taylor Swift. Ad un trattò Francesca mi schioccò le dita davanti a gli occhi, facendomi sobbalzare:
-Che succede, eh, che c’è?-. Lei mi guardò male.
-Ma mi stavi ascoltando?-, :
-Beh, ero un po’ sovrappensiero, ma penso di aver capito tutto!-. Vai convinta. 
-Ho una splendida notizia per te!- esclama raggiante. 
-Parla di One Direction?- chiedo io impassibile. 
-No, se dico che è per te, non ci sono loro!- esclama logica lei. Se è un biglietto per il concerto delle Little Mix la sposo. -HAI VINTO UN VIAGGIO A LONDRA!- esclama di colpo. Ah. Rimasi immobile, guardandola con un sopracciglio inarcato.
-Questo scherzo è vecchio, tanto vecchio, lo usi per svegliarmi al mattino. Stavolta non mi freghi!- dissi io decisa. Francesca sorrise compiaciuta e cacciò qualcosa dal cassetto:
-E questi che sarebbero?- mi disse lei mostrandomi un biglietto arancione con su scritto “Destinazione: LONDRA”. La guardai sbalordita, realizzando che quel biglietto era tremendamente vero. AIUTO. AIUTO. A I U T O .
-AAAAAAAH NON CI POSSO CREDEREEEEEEEEEEEEEEEEEE
- le urlai io saltandole addosso e stritolandola. 
-Beh, diciamo che l’ho vinto...- disse lei con un espressione non troppo sicura. 
-Come lo hai vinto precisamente?- dissi io guardandola col mio sguardo severo. Lei mi guardò tristemente, contorcendosi le dita.
-Beh, diciamo che ho fatto un concorso...-.
-Continua...- le dissi io annuendo. 
-Beh, diciamo che era un concorso per vincere 2 settimane di vacanza con...-.
-Con?!- la spronai io. Se è davvero quello che penso, la stritolo.
-Con loro...-.
-Loro chi?!-. 
-Loro, hai capito bene!- disse lei, cercando di difendersi.
-Non con loro. Con loro no di certo!- dissi io ormai furibonda.
-Invece sì!- urlò lei cercando ancora di difendersi. Strabuzzai gli occhi. No, io non posso passare le due settimane nella città dei miei sogni con quei 5 idioti! NO. N O . ENNE O. QUESTE COSE NON SI FANNO. FRANCESCA, MALEDETTA PUTROCCOLA INZOCCOLITA, SE MI DAVI IL BIGLIETTO DICENDO CHE LO AVEVI RUBATO MI SAREI INCAZZATA DI MENO! 
Ma aspetta, cazzo, è Londra! Londra, la città dei miei sogni, e qui davanti c'è il biglietto per andarci, completamente gratis, e io lo voglio buttare?!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


FRANCESCA’S POV
Era seduta sulla sedia da almeno 3 minuti, senza aver detto una sola vocale. Molto probabilmente mi avrebbe ucciso, o squartato, o linciato. Le opportunità erano varie. In realtà Adelaide non mi ha mai fatto alcun male, ma quando è arrabbiata con una semplice parola ti crea un peso nel cuore che potrebbe durare a vita. Mentre canticchiavo mentalmente “What Makes You Beatiful” vidi Adelaide alzarsi in piedi, con le mani sui fianchi.
-Allora, punto primo: perché hai utilizzato il mio nome?-. Quasi mi vergognai a dirlo.
-Ho sbagliato, volevo mettere il mio, ma stavo scrivendo 2 lettere, una per te e una per i One Direction , e ho confuso i nomi...- dissi tutto d’un fiato. Vidi gli occhi di Adelaide strabuzzare. Mi aspettavo un urlo, il lancio di una sedia, uno sparo cacciato da una pistola spuntata dal nulla... Niente di tutto questo. Adelaide respirò piano, come le avevo insegnato tante volte quando era stressata, e si ricompose:
-Secondo punto: quando si parte?-. Okay, ora mi uccide di sicuro...
-Tra due giorni...-. Vidi di nuovo gli occhi aprirsi di scatto, per poi richiudersi lentamente:
-Solo un commento: perché non me lo hai detto prima?!- disse lei a denti stretti :
-Perché pensavo che ti saresti arrabbiata!- dissi io, cercando di avere un po’ di fermezza nella mia voce.
-Perché, prima o dopo non avrebbe fatto differenza! Mi sarei incazzata lo stesso!- disse lei alzando di un grado il tono della voce. Si ricompose di nuovo e disse il terzo punto:
-Io, ai miei, come glielo dico? Insomma, l’esame è tra 3 settimane, mi vorrebbero vedere sui libri, non in giro per Londra...- disse lei stranamente malinconica. Londra la fa proprio sciogliere, sembra una caramellina...
-Dai, sono solo 2 settimane, hai una settimana intera per studiare- dissi io posizionandomi davanti a lei
-E poi sei un genio, hai tutti 9 e 10!-. Non per questo hai scelto il linguistico... Lei mi guardò con il suo tipico sguardo da cucciolo indeciso e speranzoso, e la abbracciai :
-Mi dispiace, non dovrei incazzarmi tanto con te, anzi, dovrei lodarti!- disse lei rattristata. 
'Sti cambi di umore non li capisco, li ha solo lei 
-Okay, ora torna a casa e dì tutto a i tuoi. Vedrai che ti diranno di sì, è il tuo sogno, e non pagano nulla!- dissi io guardandola dolcemente. Ad un tratto inarcò le sopracciglia, mostrandosi incazzata. Okay, ora mi ammazza, addio mondo crudele... Adelaide salì in piedi sul mio baule di plastica, che traballava non poco, e urlò
-IO ANDRÒ A LONDRA, CON O SENZA IL LORO CONSENSO!-, scese giù, prese il cellulare e gli auricolari, mi salutò e corse via. 
Non gli ho nascosto che vorrei portarla a visitare un ospedale psichiatrico per il suo compleanno. 2 ore dopo arrivò un messaggio al mio cellulare da parte di Adelaide. Oh, ti prego, fa che la mandino a Londra... Il messaggio diceva: “Oh, sono tanto triste, i miei hanno detto di...”- e poi nulla. Lo sapevo che mi avrebbe messo sule spine, lo fa sempre. Qualche minuto dopo arrivò un altro messaggio: “Sto piangendo come una matta, hanno detto di...SÌ!!!!!! MA TI RENDI CONTO, VADO A LONDRA!!!!! Domani mattina ci incontriamo al bar, T.V.U.K.D.B. <3”-. Quasi svenni. L’avrebbero mandata Londra, avrebbe realizzato il suo sogno e soprattutto, non mi avrebbe massacrato!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


NIALL’S POV
 Ero concentrato sulla tabella che aveva scritto Louis. Gli ho urlato più volte di scrivere decentemente, ma ogni volta sembra dimenticarsene, oppure lo fa apposta.
-Louis, che cazzo c’è scritto qui? È Martedì o Lunedì?-, :
-È ristorante! Mi spieghi come fai a leggere Martedì?- disse lui scendendo per le scale, facendomi sobbalzare.
-Ma cosa pensi? Che tutti leggano la tua scrittura?!- dissi io di rimando:
-Che c’è scritto qui?- chiesi a Liam , che era seduto sul davanzale della cucina intento a fissare la partita. Avrei fatto da spettatore anch’io, molto volentieri, ma dovevo controllare l’organizzazione della settimana. A poco sarebbe arrivata un’ospite.
-Ehm, Giovedì?- disse lui, che molto probabilmente non aveva minimamente ascoltato la nostra discussione.
-Visto!- dissi a Louis. Lui per tutta risposta girò la testa di scatto e tornò in salotto, con in mano il barattolo dello yogurt. L’ospite era una directioner, una che aveva vinto il concorso per la lettera più bella. Era piaciuta praticamente a tutti: era scritta in modo leggibile, senza frasi troppo sdolcinate, senza errori, ma soprattutto, era una vera e propria lettera sincera. Il suo nome era... no, aspetta, che nome era? Era forse uno dei più strani, davvero strano, forse il nome di una città... Ad un tratto si sentì uno sbuffo provenire dal salotto, poi un odoraccio di fumo.
-Zayn, hai finito di pulire il bagno?- dissi io sarcastico, anche se in realtà non era proprio una cosa sarcastica. Zayn aveva davvero dovuto pulire il bagno.
-Maledizione, proprio questa settimana doveva andare in vacanza la colf?!- borbottò lui, poggiando il secchi con l’acqua a terra.
-Che c’è per cena?- chiesi io, dato che mi stavo annoiando a decifrare la scrittura incomprensibile:
-Non lo so, tocca a Louis cucinare stasera-. Poggiai il foglietto sul mobile, promettendomi, o almeno sperando, che lo avrei corretto il giorno dopo. Salii le scale ed entrai in camera. Ad un tratto sentii dei singhiozzi provenire dalla camera di Harry. Oh, no, di nuovo... 
-Harry, tutto okay?- chiesi io bussando alla porta della sua camera, :
-Sì...è tutto...okay...- disse lui tra i singhiozzi :
-Posso entrare?- chiesi io.
-No!- urlò lui, tirando su col naso. Da quando la ragazza l’aveva lasciato, stava messo peggio di quanto pensassi.
-Brò, so che è la milionesima volta che te lo diciamo, quindi dovresti iniziare a riflettere sulla situazione. Smettila di pensare a lei, non puoi rovinarti la vita per questo!-. Altri singhiozzi, altri movimenti lenti.
-Sì, hai ragione. Scusa-.
-No, brò, non devi scusarti con me. Devi scusarti con te stesso-. Mi sento poetico, e anche un po’ filosofo 
-Chiediti scusa!- ecco qua, la caduta di stile. Da filosofo a scemo del villaggio.
-Scusa Harry, prometto che non lo farò più!- disse lui ridendo. Beh, almeno l’ho fatto ridere. Non male. Mi chiusi in camera e iniziai ad ascoltare la musica sull’mp3. Chissà se era simpatica.....ma sì, se è italiana è sicuramente simpatica!

ADELAIDE’S POV
-Non ci credo!- sbottò Francesca per l’ennesima volta.
-Non distrarmi- dissi io -Sto guidando!-.
-E invece sì che ti rompo le scatole! Ti rendi conto della situazione in cui ti trovi, anzi, ci troviamo!?-. Okay, evidentemente aveva ragione. Eravamo nei guai, io soprattutto.
-Beh, ma cosa credi? Che mi senta felice come una Pasqua dopo quello che ho fatto?!- in realtà sì, lo sono! 
-E non pensare che anche tu non sia nei guai per i fatti tuoi!-. Come si può dimenticare di dire che non sarebbe venuta in viaggio con me? Quando passai a prenderla con l’auto, aveva con se solo una borsa di Firenze, nulla più.
-Okay, so che il campeggio ti ha fatto rincitrullire, ma non così tanto da portare a Londra per due settimane solo una borsa, vero?-. Lei fece il solito sguardo innocente, come se non fosse colpa sua, e sibilò "Io...non vengo....con te...a Londra...". SBAM. Ed ora ci ritrovavamo in macchina, dirigendosi verso l’aeroporto, litigando come matte:
-Sì, è vero, ho sbagliato, ma è molto meno grave di quello che hai fatto tu!- protestò lei :
-Ah sì? Perché mentire alla propria amica che sarebbe andata a Londra con lei e invece no ti sembra poco?!- sbottai io, cercando di diventare la vittima.
-Tu hai mentito ai tuoi genitori!-, :
-Ma i genitori sono diversi!- dissi io. Francesca si sistemò per avere la visuale della mia facci e iniziò a monologare:
-Tu hai detto ai tuoi genitori che volevi andare a Londra, ma loro ti hanno detto di NO! Tu però ti sei cacciata nei guai, e adesso andrai a Londra senza che i tuoi ne sappiano nulla!-. Okay, è vero, sono nei guai, ma se vado a Londra e prendo l’aereo non possono proibirmelo, no?! Arrivammo all’aeroporto tra un lamento e un altro, e finalmente afferrai la valigia.
-Sei sicura di quello che fai?- chiese lei sospettosa :
-Certo, l’unico problema è che io dovrò cavarmela da sola con quei 5, senza sapere neanche i loro nomi!- dissi io preoccupata. In realtà in quel momento non poteva fregarmene più di tanto di quei 5, avevo paura di...non avevo neanche idea di cosa avessi paura. Dopotutto avrei voluto la mia migliore amica accanto a me, semplicemente per realizzare il mio sogno e trascorrerlo con lei. Dopo aver fatto tutti i controlli, Francesca mi afferrò il cellulare e salvò tutte le loro canzoni, perché “Non puoi andare a Londra senza sapere le loro canzoni!”. Gli era tornato il buonumore, finalmente. Francesca afferrò la mia borsa extralarge e infilò il libro che avevano scritto quei 5 e i loro 2 cd.
-E io con quelli che dovrei fare?- chiesi.
-Falli firmare da loro!- disse lei guardandomi seriamente.
-Sei sicura che sappiano scrivere?- dissi io sarcastica. Lei mi guardò con sguardo assassino e continuò a sistemare. Ad un trattò il cellulare squillò
-P-p-pronto?- dissi io tremante. Eccola, è lei!
-Dove diavolo ti sei cacciata?!- urla mia madre in  preda al panico. Bene Adelaide, è il momento di trovare quel poco di coraggio che hai:
-Mamma, sono all’aeroporto!- dissi io decisa.
-DOVE?!- gridò mia madre
-Sì, sono all’aeroporto, e non potrai fermarmi!- dissi io con fermezza. Mentre stavo per chiudere la chiamata, mia madre disse dall’altro capo del telefono:
-E io che avevo intenzione di mandarti...-, :
-Davvero mi ci avresti mandato?- domandai io, rimettendo il telefono all’orecchio:
-Sì, ti avevo detto di uscire perché dovevo parlarne con tuo padre!-. Ah, cavoli. 
-Beh, facciamo finta che vi abbia battuto sul tempo- dissi io :
-Ciao mamma!-.
-Chiamaci spesso!- urlò lei, prima che spegnessi del tutto il cellulare. In quel momento si sentì l’altoparlante che annunciava il mio volo. Abbracciai forte Francesca, stringendola a me, sussurrandogli:
-Grazie per aver esaudito il mio sogno, sei la migliore!-. Afferrai la valigia e corsi verso il corridoio per uscire all’esterno.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


NIALL’S POV

-Harry, io esco. Ricordati che devi andare a prendere l’ospite all’aeroporto tra un’ora!-, :
-Sta tranquillo, me lo ricordo!- disse lui, con un tono molto più sollevato della sera precedente. Afferrai le cuffiette e uscii fuori. Misi il cappuccio e partì la musica. Justin Bieber, dopodiché Ed Sheeran, poi Little Mix. Per strada vidi due ragazzine, che appena mi videro iniziarono a correre verso di me. Iniziano a urlare, pregandomi un autografo o una foto:
-Certo, non lo negherei mai a nessuno!-. Alcune volte mi stupisco di quanto siano educate: ti chiedono anche se può abbracciarti, o farti una foto; potrebbe succedere che uno di questi giorni mi chiedano se possono respirare vicino a me! Firmai i loro autografi e corsero via, scandalizzate ed eccitate allo stesso tempo. Mi rinfilai le cuffiette e continuai a camminare. Arrivai al centro di Londra e scesi per prendere la metropolitana. Di solito a quest’ora è pieno di gente anziana che mi dice “Tu assomigli molto a un cantante che piace a mia nipote...” e poi le povere nipoti non sapranno mai che in realtà ero io davvero. Entrai dentro la metropolitana e rimasi in piedi, cedendo il posto a un vecchio signore. La metro si fermò e scesi. Salii le scale e mi trovai davanti il Big Ben, in tutto il suo splendore. Adoravo Londra, ci abitavo da pochi anni, ma è sempre stata la città dei miei sogni, dove si è realizzato il mio sogno! Adoravo il London Eye, e ogni volta faceva lo stesso effetto. Se poi lo guardavi al tramonto, con tutte le luci accese distribuite su tutta la ruota, rischiavi di prendere un infarto. Ad un trattò alzò lo sguardo e se lo ritrovò davanti.

ADELAIDE’S POV
Uscii fuori. In lontananza vidi l’aereo con su scritto “British Airwais”. Oh, perché devono parcheggiarli così lontano? Sentii l’aria fresca pizzicarmi le guance. Mi sarebbe mancato il mare, la spiaggia, le uscite con le amiche, lo shopping sfrenato... Anche se a Londra la mia shopping-mania non sarebbe smessa di certo! Finalmente arrivai all’aereo, salii le scale ed entrai. Una folata di aria calda mi fece rabbrividire dalla testa ai piedi. Eh che cazzo, qui pensano ancora che sia inverno!
-Salve, può mostrarmi gentilmente il biglietto?- chiese l’hostess davanti a me. Merda. Mi vergognavo persino a mostrarglielo. Non si erano limitati a mandarmelo, ma sul biglietto erano anche incise le loro facce, le loro scritte, i loro stupidi disegnini.
-Tenga...- dissi io morendo dalla vergogna. Lei prese il biglietto e controllò:
-Oh, lei è la fortunata ragazza che starà due settimane con i One Direction! Prego, in prima classe-. Fortunata il ca... aspetta, prima classe?! Entrai nello scomparto, con le poltrone rivestite di pelle e lo champagne a raffreddarsi nel ghiaccio. Mi sedetti sulle comode poltrone e poggiai la borsa contenente le cianfrusaglie su di loro. Il decollo fu abbastanza calmo, e appena fu decollato l’hostess mia avvisò che potevo riaccendere il cellulare: 2 chiamate perse da Mamma, 3 messaggi da BestFriend e 4 da Papà. Francesca mi aveva inviato tutte le loro canzoni, e io dovevo ascoltarle...
*1 ora dopo*
Oh Cristo, come ho fatto a non ascoltarli prima?! Sono dannatamente..... bravi! Sono proprio scema, una vera e propria idiota! Erano delle splendide canzoni, con 5 voci dannatamente perfette. E le parole.... erano così poetiche, piene di complimenti, di frasi d’amore, di parole dolci, da sussurrare alla propria ragazza. Beata Perrie... 
-La temperatura su Londra è caldo, il tempo è soleggiato e noi stiamo per atterrare. Preghiamo di allacciare le cinture- disse l’altoparlante. Mi allacciai le cinture, e continuai a ripensare a una voce in particolare. ...You'll never love yourself half as much as I love you You'll never treat yourself right darling but I want you to If I let you know I'm here for you Maybe you'll love yourself like I love you, oh… Poesia pura! L’aereo atterrò, mi slacciai la cintura e afferrai la borsa, cacciando fuori la fotocamera professionale, regalata da Francesca quando compii 18 anni. Finalmente le porte si aprirono. Mi aspettavo un sole accecante, per non parlare del caldo bestiale, e del panorama... -Benvenuti a Londra!- esclamò l’hostess. BENVENUTI A LONDRA IL CAZZO! Pioggia, pioggia e solo pioggia. E chi l’ha portato l’ombrello a Londra? Beh, in realtà sembra un controsenso, a Londra... Presi la borsa e corsi per la pista, sperando in un miracolo. Entrai dentro l’aeroporto e dopo i dovuti controlli, uscii nella hall, bagnata fradicia e con i capelli appiccicati alla fronte. Che cosa mi aspettavo? Fan, un turbinio di fan, fan dappertutto, e poi quei 5 che mi venivano incontro uscendo dalla limousine, e magari con loro c’erano pure le Little Mix, e magari mi avevano fatto un regalo: un’enorme barattolo di Nutella con accanto un biglietto per il concerto delle Little Mix... Okay, quello champagne che ho preso sull’aereo mi ha dato alla testa... Naturalmente c’era solo pioggia, e taxi. Aspettai lì per una buona mezz’ora, ma nessuno arrivò. Alla fine mi decisi, e uscii fuori dall’aeroporto (naturalmente dopo aver comprato un ombrello!). Non me ne fregava una mazza di loro, avrei girato Londra da sola. Di certo non avevo bisogno di loro!

NARRATORE’S POV
Niall non poteva immaginare che Harry avrebbe dimenticato di andare a prendere l’ospite all’aeroporto. Insomma, come si può dimenticare qualcuno all’aeroporto?! Adelaide era ormai arrivata al Big Ben, e lo ammirava silenziosa, spalancando la bocca.
 


“Come può essere così bello, un semplicissimo palazzo come può scombussolarti tutto?!” pensava Adelaide. Prese la macchinetta fotografica e scattò una bella foto al Big Ben. Era il crepuscolo, e i colori del cielo facevano da cornice al bellissimo spettacolo. Ad un trattò Adelaide sentì un brontolio provenire dal suo stomaco. Di solito aveva sempre fame, era già un record se non avesse mangiato in aereo. Prese una mappa e iniziò a guardare. Dall’altra parte della città c’era Nando’s, ma dato che a lei non fregava nulla del fatto di dover camminare così tanto, decise di andare lo stesso. Anche Niall passava di lì, con la speranza di trovare Nando’s aperto, perché in 3 anni non aveva ancora imparato l’orario. 


Adelaide continuava a camminare con la valigia dietro, che le batteva sulle gambe. Ad un trattò si girò e lo vide. Niall alzò lo sguardo dall’Ipod e lo vide. Era altissimo, illuminato da piccole lucine. Tutti e due spalancarono leggermente le bocche. Ormai Niall lo vedeva da anni, ma faceva sempre lo stesso effetto. Per Adelaide era la prima volta che lo vedeva dal vivo. Il London Eye li fissava (sempre se una ruota panoramica può fissare qualcuno!) con tutta la sua imponenza. Adelaide continuava a camminare al contrario, per non perdersi la vista. Niall invece aveva subito tolto lo sguardo per tornare al suo Ipod, quando vide una figura cadergli addosso. L'Ipod fece appena in tempo a scivolargli in tasca che afferrò per le braccia la figura, prima che cadesse a terra sbattendo violentemente il sedere. I 2 si guardarono con occhi spalancati, senza spiccicare parola. In realtà Adelaide avrebbe voluto scusarsi utilizzando un eloquente discorso in inglese, con tanto di aggettivi e presentazioni, ma era paralizzata da due cieli limpidi che la fissavano. Il suo primo pensiero fu “E questi oceani di chi sono?!”. Anche Niall avrebbe voluto rialzare la ragazza, chiedendole se stava bene, per poi andare via verso Nando’s, dato che aveva fame, ma era completamente paralizzato a guardare i profondi occhi della ragazza, che lo fissava allo stesso modo. “Su, occhioni azzurri, dì qualcosa!” pensò Adelaide, sperando che il ragazzo dicesse qualcosa. Niall pensò “Okay, devo dire qualcosa...”.
-Ehi, tutto bene?- chiese alla ragazza. Lei batté velocemente le palpebre, per poi alzarsi velocemente, il tutto mentre ripeteva :
-Sorry, sorry, i’m really sorry!-. Niall la squadrò dalla testa ai piedi: era una ragazza sui 18 anni, i capelli mossi color cioccolato che arrivavano alla schiena, mentre i suoi occhi erano contornati da lunghissime ciglia. Niall si incantò  ancora a guardarli.
-Ehi, aspetta un po’, tu...tu...tu! Tu sei Niall, quello degli One Direction!- sbottò d’un tratto la ragazza, facendo risvegliare Niall dai suoi sogni :
-Come?! Oh, sì, e tu invece come ti chiami?- chiese. Adelaide lo guardò ancora. “Però, che bel pezzo di ragazzo!” pensò lei: aveva sì e no 20 anni, i capelli marroni tinti di biondo alla cresta, gli occhi così azzurri che il cielo probabilmente era geloso.
-Eh?! Ah, sì, io mi chiamo Adelaide e... tu e i tuoi amici dovevate venirmi a prendere all’aeroporto un’ora fa!- disse Adelaide, cambiando improvvisamente espressione. Niall la guardò interrogativo, poi spalancò gli occhi, mettendo la mano sulla fronte, dicendo:
-Oh cavoli, Harry l’ha dimenticato! Devi scusarlo, è un po’ distratto in questo periodo. Tu sei l’ospite? Ma quindi hai girato tutta da sola per Londra?-. Adelaide pensò “Ma che ti sembro, una bambina di 8 anni?”:
-Ehm, sì, ho sempre sognato di visitarla, quindi...- disse lei un po’ imbarazzata. Niall le prese la valigia e le disse:
-Vieni, ti porto a casa-  e si avviò verso la via da cui proveniva. Adelaide lo seguì. Poteva anche essere uno sconosciuto e averlo scambiato per Niall dei One Direction, ma cazzo, era carino. 

NIALL’S POV
Okay, probabilmente è una delle ragazze più carine che io abbia mai visto. I suoi occhi, mio Dio, sono splendidi! Camminavamo verso casa, dato che Harry si era dimenticato di prenderla all’aeroporto. Guardava Londra con occhi attenti, scrutando ogni minimo particolare. Beh, di solito le fan non fanno altro che riempirci di domande, lei invece non proferisce parola da 10 minuti.
-Ehm, tutto bene?- le chiesi. Lei sollevò lo sguardo e annuì :
-Sì sì, sto bene-.
-Sei molto taciturna come ragazza...-, :
-Ehm, no, di solito parlo a macchinetta. Solo che adesso non so che dire!- disse lei annuendo sorridente. Oh Cristo, ha un sorriso fantastico. Indossa una t-shirt bianca con su scritto “Follow me”, degli short verdi e un paio di Supra. Ha solo una borsa con la Union Jack e una fotocamera professionale al collo.
-Posso farti qualche domanda?- chiesi io.
-Ehm, certo, chiedi pure!- disse lei allegra. Continuai a guardarla, senza che se ne accorgesse. Era proprio carina, cavoli... 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


ADELAIDE’S POV
È da quando l’ho incontrato che non faccio altro che guardarlo. Francesca mi raccontò che si sentiva quello meno carino del gruppo... AMICO, SEMBRI UN FOTOMODELLO! Prima le aveva sorriso, un sorriso da far invidia a chiunque, diamine che sorriso! Indossava una felpa grigia con una tasca di jeans sul petto, una tuta nera e delle scarpe Supra bianche, mentre alle orecchie portava l’auricolare, con l’Ipod dentro la tasca.
-Per quanto tempo sei stata ad aspettare all’aeroporto?- mi chiese Niall. Oh, quasi dimenticavo che avevo acconsentito alle domande:
-Eh? Ah, sì, ho aspettato più o meno...- 
10 minuti...
-Una mezz’oretta!- Niall mi guardò con sguardo dispiaciuto, e poi chiese:
-Quindi sei andata tutta da sola per Londra sotto la pioggia?-. 
Perché, ti sembro una bambina che non possa andare in giro per Londra da sola? Mantieni la calma, Lai, è un tuo cantante preferito, stai nel personaggio da directioner:
-Ehm, sì, ma è stato bellissimo ,lo stesso!- 
ma faceva un freddo cane!
-Da quanto tempo sei directioner?- ehm, io non sono una directioner 
-Da 3 anni, più o meno...-.
-Okay, quali sono le tue canzoni preferite?-. D
evo farti la lista? 
-Ehm....beh, ce ne sono tante, ma credo che la più bella sia Last First Kiss!-, :
-Fantastico, anche la mia!- disse lui.
-Hai altri cantanti preferiti?- 
ehm, che domande, Little Mix. Ma aspetta...
-È una domanda trabocchetto?- risposi io titubante. Niall mi guardò e sorrise, per poi finire in una lunga risata. Oh Cristo, che risata... Okay, questo ragazzo è stranamente perfetto. 
-Ma no, sta tranquilla, sei libera di ascoltare chi vuoi!-, :
-Allora mi piacciono molto le Little Mix, Katy Perry, Rihanna, Demi Lovato...-. Così gli raccontai del liceo che frequentavo, della mia passione per le Little Mix, della mia vita in Italia, dei passatempi, della mia migliore amica. Come fece a farmi cacciare tutto fuori me lo chiedo ancora adesso. Era un vero chiacchierone, non c’è che dire. Finalmente arrivammo a casa sua (o loro?) da cui proveniva un gran baccano. Sono pronta a conoscere gli idoli della mia migliore amica... 
Che Dio mi protegga. 
-Probabilmente stanno giocando a Just Dance 4- disse Niall aprendo la porta.

 
La scena fu questa; 2 ragazzi che ballavano davanti la tv, un altro che mangiava uno yogurt come un cammello e uno che scendeva dalle scale in accappatoio e phon, gocciolando. Bene, che espressione uso, sgomento o calma totale? Perché magari per una directioner queste cose sono normali... Ad un tratto il tipo con la barba incolta e la carnagione scura mi si avvicinò, seguito dal tipo con i muscoloni. 
-Ciao, io sono Zayn...-. OMMIODDIO, TU HAI TOCCATO PERRIE!
-Zayn, è una directioner, quella che Harry doveva andare a prendere all’aeroporto...- disse Niall serio. Ad un tratto il tipo riccio che stava in fondo si strozzò con lo yogurt, mando giù tutto d’un fiato e corse verso di me, pregandomi in ginocchio:- Oh, ti prego scusami, scusami, scusami. Ti imploro in ginocchio di scusarmi. Non l’ho fatto apposta, me ne sono completamente dimenticato. Ti giuro scusa, grazie a Dio è arrivato Niall, ma ti scongiuro, non l'ho fatto apposta, mi è semplicemente uscito di mente, in realtà sei dannatamente importante per noi, come ogni altra fan ,e la tua lettera ci ha così tanto a...-. 
-Ehi, ehi, calma! Okay, non fa niente, mi sono fatta un bel giretto per Londra...- 
con il freddo!
-E poi sono ca... mi sono incontrata con Niall e quindi è tutto a posto!- meglio di così non poteva andare! Harry sembrò calmarsi, si rialzò e ricominciò a mangiare lo yogurt.

NIALL’S POV
-Allora, come ti sembrano i ragazzi?- chiesi io, salendo le scale della casa, fino ad arrivare alla camera degli ospiti. 
-Beh, come sempre. Sono un po’ strani, ma sono simpatici, e sembrano anche alla mano- disse lei sorridendo. Aprii la porta della camera degli ospiti e un brivido mi percorse la schiena :
-Oh diamine, chi ha lasciato la finestra aperta?!- dissi chiudendo la finestra. 
Aspetta, mi sa...sì, sono stato io. 
-Però si sta bene qui dentro!- disse Adelaide guardando le pareti della camera.
-Quei libri sulla mensola li avete scritti proprio voi?- chiese lei indicando la mensola, con sopra i nostri 2 libri:
-Ehm, sì, li hai letti?-. Adelaide sembrò tentennare, poi disse:
-Certo che li ho letti!-. La guardai interrogativo, e per tutta risposta mi sorrise. Feci per uscire, ma fui fermato da Adelaide.
-Che cosa intendeva prima Zayn con “puoi andare dove vuoi”?-, :
-Intende che puoi visitare tutte le parti della casa, dalla prima all’ultima-, :
-Ah, okay, è una gita divertente?-, :
-Beh, dipende. Potresti rischiare di scivolare per il disordine, ma credo che la stanza di Louis sia la più divertente-, :
-Perché?-, :
-Ci sono un sacco di...carote!-. Adelaide sembrò stupirsi:
-Carote?!-, :
-Sì! Le pareti sono arancio, e ci sono pupazzi a forma di carota un po’ dappertutto!-, :
-Wow, dev’essere strano dormire lì, di notte- disse lei sorridendo, mentre cercai di trattenere una risata:
-Già, mi chiedo come faccia a non fare incubi...-risposi io. Adelaide si girò e inizio ad aprire la valigia. 
Io non voglio andarmene. 
-Posso chiederti una cosa?- chiesi io entrando di nuovo nella stanza:
-Certo, dimmi pure- disse lei sorridendo. 
Minchia, sorride sempre. 
-Hai un soprannome? Perché noi qui non pronunciamo bene il tuo nome, è un po’ difficile...-, :
-Oh sì, puoi chiamarmi Lai, se vuoi. In Italia, i miei amici mi chiamano così-, :
-Sì, Lai è molto meglio, anche se il nome Adelaide è davvero incantevole-, :
-Grazie- disse arrossendo. Aw, che tenera. 
-Sei di origine australiana per caso?-, :
-Come? Oh no, italianissima!- disse ridendo. 
-Ah ecco, perché, vedi, pensavo che...-.
-NIALL, VIENI GIÙ!- urlò Louis dal piano di sotto. 
Merda! 
-Okay, devo scappare, mi vogliono! Ti chiamo dopo per la cena-, :
-A dopo- disse lei agitando la mano, mentre correvo per il corridoio. Scesi per le scale e mi ritrovai in cucina:
-Non è un po’ strana?- disse Liam, mentre apparecchiava la tavola. 
-No, a me sembra normalissima- dissi io.
-Beh, in effetti è un po’ strana- disse Louis in accappatoio. 
-Ha parlato quello che prepara la cena in accappatoio!-, :
Niall, solo perché ti piace la difendi!- disse Zayn
, seduto sullo sportello. Okay, ora mi devono spiegare come cazzo fanno a capirlo subito! 
-A me non piace!-, :
-Niall, le tue guancette non mentono!-. M
aledette. 
-Sono le tipiche guance da irlandese!-, :
-Non è vero Nialler!- disse Liam spavaldo. 
-A me piace semplicemente perchè una ragazza carina!-. I ragazzi si guardarono l’un l’altro, ridendo di sottecchi.
-Guardate che vi vedo!-, :
-Sta attento alle tue guancette!- disse Harry sarcastico. 
Maledette guancette da irlandese!

ADELAIDE’S POV
Appena Niall andò via mi buttai sul letto. Era bello parlare con lui, era sempre allegro, e simpatico, e gentile, e carino... Okay, basta pensare a Niall, qui ci vuole una doccia! Feci per alzarmi quando il cellulare squillò:
-Ehilà! Li hai visti? Sei con loro? Me li passi? Come è andato il viaggio? Ti piace Londra?-. 
-Ehi ehi Nuti, calmati. I tuoi idoli idioti hanno dimenticato di prendermi all’aeroporto! Sono andata in giro per Londra tutta da sola, col freddo, però ho visto il Big Ben e il London Eye! Comunque, sono caduta sopra l’irlandese strafic... strano, e mi ha portato a casa, conoscendo tutti gli altri-, :
-Dimmi che non hai fatto brutta figura sbagliando i nomi...-. 
Cioè, i tuoi cantanti cretini mi dimenticano all’aeroporto, e a te importa se ho fatto bella figura con loro? -No, ho iniziato a ballare la macarena mentre mangiavo nutella con le dita dei piedi!-. 
-Poi che avete fatto?- disse lei indifferente.
-Hanno detto che posso visitare la casa, ma adesso devo farmi una doccia, non posso. Il letto qui è scomodissimo, non ci si può dormire!-. Sentii Francesca scattare in piedi sul letto:
-Tu visiterai le loro stanze!- disse lei decisa. 
-Non ci penso nemmeno, sai che m’importa delle loro luride stanze!- dissi io con fermezza:
-Adelaide, tu andrai a visitare quelle stanze!- disse lei scandendo bene le parole. 
-Non ci penso nemmeno!- dissi io. 
Cavoli, io non riesco a dormire la notte e tu vuoi visitare le stanze?
-Chi ti ha mandato a Londra? Chi?!-. Merda 
-E va bene! Andiamo a visitare queste stanze!- dissi io sconfitta.
-Evvai!- esultò lei. Aprii piano la porta e girai lo sguardo per il corridoio, sperando di non trovare nessuno in giro. Mentre camminavo in punta di piedi per il corridoio, Francesca continuò:
-Quando sei entrata in casa cosa stavano facendo?-. 
-Ehm, c’erano 2 che giocavano a Just Dance, mi pare Zayn e...-, :
-E?-, :
-Dai, l’altro, quello muscoloso...-, :
-Ah, ho capito, Liam!-, :
-Sì, probabilmente. Louis era in accappatoio...-, :
-IN ACCAPPATOIO?!- urlò Francesca dall’altro capo del telefono, rischiando di farmi perdere un timpano, già malandato per colpa degli auricolari.
-Sì, in accappatoio, mantieni la calma. E poi c’era Harry, che si è scusato, che mangiava lo yogurt-, :
-Allora, sei arrivata alle camere?-, :
-Sì, ecco, ci sono davanti- dissi io sbuffando. Aprii piano la porta. La camera era spaziosa, con il letto sfasciato attaccato al muro. La mensola era piena di foto, mentre la scrivania era piena di fogli disegnati. Al muro c’era un murales:
-Di chi è?- chiese Francesca impaziente.
-Ma che ne so! Ah, aspetta...- dissi io scorgendo la foto di Perrie:
-È di Zayn- dissi io chiudendo la porta ed entrando nella stanza accanto. La camera è piccola, con una cuccia al lato, un letto ben fatto, mensole colme di libri e due guantoni da pugilato poggiati sulla scrivania:
-Qualcuno dei ragazzi fa pugilato?-, :
-Sì, Liam. Sei in camera di Liam-.
Uscii e finii nella camera di Harry, colma di foto, e vestiti sparsi da tutte le parti. Poi arrivai alla camera di Louis. 
-Oddio, questa camera fa venire i brividi. È tutta arancio, con tante carote, e tappezzeria a righe. Lì c’è un pupazza carota che mi fissa!-, :
-Ora va da quella di Niall!- disse Francesca petulante. Chiusi la porta ed entrai nella camera di Niall. Le pareti erano verdi, con tanti trifogli. Il letto era rifatto, e sulla parete, sopra al letto, c’era una bandiera dell’Irlanda. Vicino al letto c’era una chitarra. 
Oddio, suona la chitarra... 
-Ecco cos'ho dimenticato! La chitarra!- dissi io, mettendo la mano sulla testa.
-Capirai, che potevi fare con la chitarra? Un duetto con Niall?!-. 
Già, un duetto con Niall...
-
Ehm, ora devo andare, sento i passi di Niall. Ti chiamo io, ciao!- mentii a Francesca, chiudendo velocemente la chiamata. Misi il cellulare in tasca e squadrai ancora un po’ la stanza. Scommettiamo che il letto è comodissimo?! Mi buttai sul letto, chiudendo gli occhi e respirando piano l’odore che emanava la stanza.

 
 
Rimasi per un po’ di tempo così, dopodiché mi girai e osservai la chitarra: era una di quelle semplici, con la cassa armonica di legno chiaro e qualche firma ai lati. Quella è la firma di Khait Richards?! La voglia di provarla era troppa. Merda, non posso farlo...E se mi scopre?! Cercai di pensare alle stelle, ma la chitarra infastidiva  miei pensieri. Capirai, una suonata piccola piccola non farà male a nessuno. Presi piano la chitarra e mi sedetti a terra. Si vedeva che era usata molto. Inizia qualche strofa della mia canzone preferita... 

Hey soul sister, ain't that mister mister on the radio, stereo The way you move ain't fair you know Hey soul sister, I don't wanna miss a single thing you do tonight… 
Ad un tratto notai una figura sulla porta. Merda… 
-Sei brava a cantare, e anche a suonare la chitarra-, :
-Oh, scusa, non volevo. La mia l’ho dimenticata a casa, e mi sono fatta prendere dalla sinfonia, e...-, :
-No, tranquilla, non fa niente. Mi fa piacere che ti sia un po’ divertita. Comunque è pronto a tavola!-, :
-Oh, sì, arrivo subito-
. Che clemenza, quanta pietà...dovrebbero farlo santo... Okay, sembro mia nonna, devo smetterla. Poggiai piano la chitarra e mi alzai, seguendo Niall per le scale.
-È da tanto che suoni la chitarra?- mi chiese guardandomi sorridendo. 
-Ehm, più o meno da quando avevo 13 anni...Tu?-, :
-Anch’io, più o meno...-. Scendemmo in sala da pranzo e ci sedemmo ai nostri posti, affianco agli altri che ci guardavano in modo strano. Okay, probabilmente si drogano uno peggio dell’altro, ma devono fissarmi così?!
-Ehm, tutto bene?-, :
-Come? Oh sì, sta tranquilla. Possiamo chiederti qualche domanda?- disse Liam fin troppo velocemente. 
Diamine, è da stamattina che mi fanno domande!
-Certo, chiedetemi pure-. Sul piatto erano sparse delle patatine, con affianco un hamburger. Toccai piano l’hamburger, sperando che non si deformasse. 
-Tranquilla, Louis cucina benissimo. Ti posso assicurare che si può digerire!- mi sussurrò Niall facendomi l’occhiolino e addentando un pezzo di hamburger.
-Allora, Lai, che scuola frequenti?- chiese Liam. 
-Il liceo linguistico- dissi io.
-Ah, ecco perché parli tanto bene l’inglese!- dissero i 4 in coro.


NIALL’S POV
Adelaide si era davvero aperta: aveva raccontato tutta la sua vita in Italia senza vergogna, ripensando a quello che avrebbe potuto dire e ridendo alle sue cavolate; ci spiegava tranquillamente i fatti più strani, rideva alle nostre battute e si divertiva a sentire le nostre, di storie. Sembrava quasi rapita dai nostri fatti, nonostante fossero abbastanza famosi nei social network. Dopo cena iniziammo a sparecchiare: Adelaide cercava di portare i piatti nel lavandino, ma ogni volta qualcuno glieli portava via dalle mani e rimaneva lì come un’imbambolata. Dopo aver sparecchiato, ci sedemmo tutti sul divano in salotto per organizzare la settimana. Zayn stava per parlare quando squillò il cellulare di Adelaide:
-Pronto? Ah, ciao Fra, dimmi... Sì, sono con loro. No, non stanno cantando. Sì, mi pare che stiano bene, non è morto nessuno. Sì, okay, scusa, non dico più cose del genere, 
che non morissero mai... Come che odore hanno?! Fra, che ti sei fumata? Non ti posso lasciare da sola che inizi a... Ehm, sì, sì. Sì, sì tranquilla. Okay, ti chiamo dopo, ciao. Sì, dai, ciao-. Poggiò il cellulare sul divano e si sedette in ginocchio, guardandoci aspettando che qualcuno aprisse bocca. Zayn si schiarì la gola e disse:
-Allora, questa è la nostra organizzazione per la settimana: domani è Giovedì, quindi di mattina potremmo andare in studio di registrazione, mentre il pomeriggio scegli tu, okay?-. Adelaide annuì.
-Venerdì invece potremmo andare a vedere Madame Toussad, mentre nel pomeriggio potremmo vedere Buckingam Palace e farci un giro per Londra. Sabato sera invece potremmo andare alla disco. Ti piace la disco?-. 
-Certo, io vivo per la disco!- disse Adelaide sorridendo.
-Mentre domenica le Little mix ci hanno gentilmente invitato a pranzo da loro. Ti va?-. Adelaide spalancò gli occhi e guardò incredula Zayn. 
-Le Little Mix?- disse conla bocca spalancata.
 
-Sì, certo, le Little Mix. Ti va?- disse Zayn guardandola negli occhi.
-Certo! Certo che mi va, ci vengo volentieri!- disse d’un tratto Adelaide, improvvisandosi allegra.
-Mentre per cena potremmo andare a mangiare in un fast-food, o in un ristorante-. 
-Okay!- disse infine Adelaide, sempre sorridendo.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 
ADELAIDE’S POV
Dopo aver stravinto a Monopoli, andai a dormire piena zeppa di pensieri:
1) Come cavolo avremmo fatto ad andare tranquillamente in giro per la mia adorata 
Londra se erano i One Direction?
2) Sarei andata a mangiare dalle Little Mix, io, semplice mixer babbana!
3) Niall è tremendamente carino. Sono fritta, innamorarsi di un cantante è una delle più grandi cazzate che una donna può fare. Mi addormentai, ma con fatica.
Come al solito, alle quattro mi svegliai puntualmente. Mi capita sempre, da quando mi sono lasciata col mio ex, più o meno 8 mesi fa, alle 4 di notte mi sveglio, ritrovando il sonno verso le 6. Mi alzai lentamente dal letto e andai verso il bagno, sciacquandomi piano il viso. Non fa molto freddo, anzi, si sta proprio bene. Aprii piano la porta della mia camera. Riuscivo a vedere la camera di Liam, con lui che dormiva tranquillamente. Se c’è una cosa che mi ha stupito molto, è di certo il fatto che sono tutti molto...normali. Mi aspettavo dei ragazzi un po’ montati, invece sono dei ragazzi normalissimi, anzi, sono praticamente fuori dalla norma: giocare a Monopoli con uno di 21 anni è un po’...strano? Intanto ero scesa piano per le scale. Mi fermai davanti la porta della cucina, senza sapere che fare. Beh, sono proprio un genio: scendo in una casa sconosciuta senza sapere neanche che diavolo fare! Sentii un rumore provenire da dietro di me. La mia mente iniziò a fantasticare nei soliti film di terrore che vedevo da adolescente... mostri, vampiri, assassini, stupratori... oddio... 
-Ehi, tutto bene?- disse una voce familiare. Niall, vaffanculo.  Appoggiato dietro lo schienale del divano c’era l'adone. In tuta. E basta. Aveva solo una tuta addosso. Oh Cristo... Mi sentii avvampare, e molto probabilmente le mie guance erano diventate di un leggero colore bordeaux. Magari col buio non si vede...
-Niall, sei tu? Cavoli che spavento!-, :
-Beh, mi hai fatto spaventare anche tu. È un po’ strano vedere della gente alzarsi alle 4 di notte e andare in giro per casa- E tu allora che cazzo ci fai qui? 
-No, è che... Soffro d’insonnia, e ogni volta alle 4 mi sveglio, e quindi... Ero scesa per...fare qualcosa!-. Quali discorsi eloquenti, Adelaide, mi stupisco della tua cultura.
 
-Nah, tranquilla, anch’io soffro d’insonnia- disse lui sorridendo.
-Ma almeno tu hai trovato qualcosa da fare- dissi io guardandolo.
-Beh, non è poi così divertente guardare le stelle, da soli- disse lui girandosi verso la finestra aperta, dove si intravedeva il cielo stellato.
-Si vedono... le stelle?- dissi io con gli occhi spalancati. Niall mi guardò interrogativo, aprì bene gli occhi e annuì, mostrando la finestra con la mano. Non mi trattenevo più dalla gioia:
-Posso sedermi?- chiesi a Niall, impaziente. Lui mi guardò con un leggero sorriso e disse:
-Sì, certo, siediti-. Solo in quel momento mi accorsi che indossavo solo una canottierina un dei pantaloncini corti fino alle cosce. 
Grandioso, no davvero, fantastico, sono proprio un mito. Mi sedetti piano accanto a lui, alzando subito la testa verso il cielo, cercando di non ascoltare il battito frenetico del mio cuore. La luna era pallida, contornata da un’infinità di stelle.
-Posso farti una domanda?- chiese lui d’un tratto, risvegliandomi dal mio letargo mentale. 
Ma sì, dai, è solo tutto il giorno che la gente mi fa domande di ogni genere, va pure...
-Certo, dimmi pure- dissi io sorridendo. Sorrise anche lui:
-Come mai ti piacciono così tanto le stelle?-, :
-Beh, sono bellissime. Mi piacciono perché quando le guardi tutti i tuoi pensieri spariscono... Più o meno è come quando guardi la persona di cui sei innamorata!-. 
Minchia, questa ha bisogno del copyright sennò Pablo Neruda me la frega! Niall mi guardò con la faccia tra l’estasiato e il divertito, e sorrise. Cazzo, che sorriso... Rimasi a guardarlo per un po’, senza accorgermi che lo stavo fissando intensamente. Lui invece distolse lo sguardo dal mio, e sorrise al cielo:
-Sei molto poetica...-, :
-Sono semplicemente romantica!-. 
Non dovevo dirlo, non dovevo dirlo. Lui si girò sorridendo ancora, mentre io diventavo rossa fino alla punta dei capelli:
- Quindi anche tu soffri d’insonnia?- chiese ad un tratto.
-Beh, sì, ma non sono sicura che sia insonnia... Ogni notte dopo le quattro non riesco a prendere più sonno-, :
-Brutti sogni?-, :
-Non lo so, non ricordo mai nulla quando mi sveglio. Tu invece, come mai sveglio a quest’ora?-, :
-Incubi- disse lui con voce allegra. Come fa a essere allegro se parla di brutti incubi?
-È strano... Dopotutto sei un cantante famoso con un sacco di soldi, con degli amici fantastici e sicuramente una bella rag...-. 
Ma lui la ragazza ce l’ha?
-Una bella?- disse lui guardandomi interrogativo: 
-Una bella famiglia!- dissi io in tono allegro. Meglio non toccare tasti che potrebbero essere dolenti. Niall sospirò con aria avvilita, guardando di nuovo il cielo. La luna si rifletteva sugli occhi di Niall, rendendoli blu con sfumature più chiare. 
Accadde come una folata di aria calda, come un meccanismo. In quel momento guardai il suo viso, così perfetto, con le sue labbra, che sembravano tremendamente morbide; le sue guancette colorite, tipiche da irlandese; i suoi occhi lunari; i suoi capelli disordinatamente ordinati... Ricordai la sua voce, quella in “Summer Love”, il suo splendido sorriso, il suo splendido carattere scherzoso, il modo in cui rideva. Mi sentii come mancare, ad un tratto il filo che collegava il mio cervello con la coscienza si staccò furtivamente, il cuore schizzò via nel petto e la pancia si riempì di farfalle, mosconi, api, calabroni, treni volanti e chi più ne ha più ne metta.
-Tutto bene?- chiese Niall guardandomi la mano che avevo appena poggiato sul divano per reggermi.
-Come? Oh, sì, è solo...-, :
-Emozione?- disse lui sorridendo. Perché dovrei essere emozionata? Io qui mi sento svenire perché sembri un fotomodello, e mi dici che sono emozionata? Ehi, aspetta, sono i miei idoli, ragiona testona!
-Sì, solo adesso mi accorgo che... Cavoli, sono in casa dei miei idoli e passerò quasi una settimana con loro! È fantastico...- dissi io emozionata mettendo le mani nei capelli. Niall sorrise.




NIALL’S POV
Diamine, è splendida... Ha un corpo mozzafiato, e degli occhi spettacolari, e dei capelli fantastici. L’ho vista entrare in cucina, solo che si è fermata appena ha sentito la mia voce. Pensavo di averla spaventata. Si sedette accanto a me a guardare il cielo. A me il cielo non fa né caldo né freddo, mentre lei ne è innamorata. Sembra proprio poetica, o come dice lei romantica. Ad un tratto la guardai negli occhi. Sentii rabbrividire tutto il corpo. Brividi sulla schiena, sulle mani, sul collo. I suoi occhi risplendevano alla luna, con tutte le stelle intorno, sembrando un pozzo dei desideri. Probabilmente ero impazzito, ero semplicemente addormentato, ma lei sembrava così, così... perfetta? Sì, perfetta. I suoi capelli che le incorniciano il volto sono perfetti, i suoi occhi sono perfetti, le sue ciglia sono perfette, come il suo naso, le sue labbra, il suo splendido sorriso. Sorride, e sorride, e ogni volta mi guarda sorridendo. Adoro la sua risata, fa ridere anche me, solo di gioia, di amore. Si può ridere di amore? Perché io sono innamorato. Merda. Di solito va sempre a finire male, quando mi innamoro. Ma stavolta no. 
-Posso farti una domanda?- mi chiese lei ad un tratto. Sì sarà accorta che la guardavo intensamente negli occhi? 
-Certo, tutto quello che vuoi!-, :
-In realtà non devo farti una sola domanda, ma tante, forse troppe. Sai, ormai tutte le directioner sanno tutto della tua vita. Io no. Io voglio solo ascoltare musica, quindi non so una beata minchia, né di te, né di voi. Probabilmente so le date di nascita, ma della vostra vita non so nulla. Quindi, dato che ti ho raccontato praticamente tutto della mia vita, potresti raccontarmi un po’ della tua?-. Lo disse con tanta naturalezza, come se mi conoscesse da tanto, ma semplicemente vuole sapere qualcosa di più. Aveva uno sguardo simpatico e allo stesso tempo interrogativo. Non mi era mai capitato qualcosa del genere. Cavoli, mezzo mondo conosce la mia vita, persino più di me, ma lei no. Lei è forse l’unica directioner così profonda da non volere sapere nulla della nostra vita? Così parlai: iniziai a raccontarle della mia vita, di tutto quello che ho fatto fin da piccolo, della mia famiglia, della mia adolescenze, di Xfactor, della band e del mio sogno che si realizzava. Lei ascoltava attentamente, con lo sguardo sognante; ogni tanto annuiva, facendomi capire che ascoltava qualcosa di quello che dicevo. Alla fine del mio discorso iniziò a riguardare le stelle.
-Dev’essere bella la tua vita...- dissi io in tono malinconico.
-Beh, mica tanto. Ogni giorno mi ritrovo a litigare con mia sorella, o mia madre, e a scuola la prof mi guarda con il tipico sguardo da stronza, e i ragazzi che mi vengono dietro mi fissano in modo strano!- disse lei incazzata.
-Ma tu sei una donna, nessuno mi fisserà mai le tette, e poi non ho una sorella, e purtroppo non abito con mia madre- sospirai, mettendo le braccia dietro la testa:
-Quanto darei per una vita come la tua...-. Adelaide mi guardò con un sopracciglio inarcato e disse:
-Quanto mi daresti?-. 
Mi sta prendendo per il culo?!
-Come scusa?-, :
-Dico, quanto mi dai per avere la mia vita?-. Sorrise, e sorrisi anch’io. Iniziammo a ridere tutti e due, lei coprendosi la bocca con la mano, io invece buttando la testa all’indietro. Così iniziammo a chiacchierare. Ascoltavo la sua voce dolce, allegra, quasi seducente, mentre la sua risata era accogliente, allegra, così familiare che avrei potuto vivere solo di quella. Le sue labbra perfette che sorridevano ogni volta che la frase finiva, così lineari e sinuose. Cazzo, vorrei baciarle. Non ho mai desiderato così tanto voler baciare una donna. Lei è stupenda. È passato tutto nel giro di un’oretta, nel giro di pochi minuti, pochi secondi per innamorarmi. Si fecero le 6 del mattino. Purtroppo dal balcone non si può vedere l’alba, così ci godemmo solo i colori, che erano favolosi lo stesso.
-A te che piacerebbe fare da grande?- le chiesi ad un tratto, :
-Mi piacerebbe fare la speaker alla radio-, :
-Davvero?-, :
-Sì, è un sogno che ho da quando ero adolescente-, :
-Magari un giorno potresti intervistarmi proprio tu!-, :
-Chissà! A te, anche se so che è po’ rincoglionita come domanda, che piacerebbe fare da grande?-, :
-Mmmmh, il cantante, però è un lavoro difficile, non sempre si trova fortuna-, :
-Già, nel tuo caso, sembri proprio sfigato. Non ti conosce praticamente nessuno!-. Scoppiamo a ridere tutti e due, mentre Liam scendeva per le scale sbraitando:
-Ma dovete ridere così forte?! Sono le 6, non riesco più ad addormentarmi per colpa vostra!-, :
-Come, già le sei?!- disse Adelaide sorridendo ancora. Liam ci guardò perplesso. 
-Una domanda: che ci fate alzati a quest’ora? Tutti e due?-. Sapevo cosa pensavo, sapevo che stava facendo le solite pensate strane... Mi avventai verso Liam:
-Sì, Liam, adesso ordino la colazione da Starbucks, Adelaide, a te che piace?-. Adelaide mi guardò con occhi spalancati ed esclamò:
-Starbucks?! Oddio, non avrei mai immaginato che avrei davvero preso un cappuccino da Starbucks! Mmmh, prendo un cappuccino senza caffè, quindi col cioccolato e un cornetto!-. Salì le scale di fretta e sentii la porta della sua camera chiudersi.
-Liam, sei fuori di testa?! Ma ti rendi conto che con la solita battutina “Voi due piccioncini...” mi hai fatto fare figure di merda con le ragazze per 3 anni di seguito?! Sta tranquillo, ci penso io a te!-. Presi il telefono e ordinai la colazione da Starbucks :-Buongiorno, vorrei un ordinazione a domicilio: un cappuccino al cioccolato, 3 caffè macchiati, 5 cornetti al cioccolato e un frullato alla fragola CON CUCCHIAINO INCORPORATO, MISCHI BENE!-. Liam si avventò verso di me, ma avevo già riattaccato.




ADELAIDE’S POV
MIO DIO, MIO DIO, MIO DIO! OH CRISTO, OH CRISTO, OH CRISTO! Passare un’intera notte con Niall fa partire il cuore a mille. E non abbiamo neanche scopato, era semplicemente affianco a me. A petto nudo, però. Appena entrai nella mia camera chiusi la porta a chiave e mi buttai sul letto ancora sfasciato. Cavoli, il mio cuore non è mai stato così esausto. Mi alzai di malavoglia dal letto e mi feci una doccia. Uscii dalla doccia e mi specchiai. Io a Niall non piaccio, mi vede solo come una fan. E poi non potrei mai piacergli, con questo schifo di faccia che mi ritrovo, e la popolarità equivalente a un lombrico spiaccicato. No, ma che dico...un lombrico spiaccicato sarebbe anche più famoso di me, per il semplice fatto che è spiaccicato. Mi asciugai i capelli in fretta e furia, dato che ero in ritardo, e corsi in camera a cercare un vestito decente da mettermi. Alla fine optai per una maxi maglia con Topolino, blue jeans, scarpe Supra e i miei fidati bracciali porta fortuna. Scesi le scale ed entrai in cucina. Harry e Zayn sorseggiavano il cappuccino guardando la tv, Liam girava schifato il frullato, Louis canticchiava e Niall mi sorrideva. Perché mi sorride?!
–Buongiorno ragazzi!- dissi io allegra, prendendo l’ultimo cappuccino rimasto sul tavolo:
-Buongiorno un corno!- disse Liam imbronciato:
-È ancora per il fatto di stamattina?- chiesi io rattristata. Versione fan triste attivata. Liam mi guardò con disappunto e scosse la testa:
-No, è per il frullato. Non mi piace, e c’è il cucchiaio!-. Lo guardai interrogativa. Per il cucchiaio?! Qui si drogano, alla grande. Feci finta di niente e bevvi il mio cappuccino. Oddio, adoro Starbucks! Dopo aver finito il cappuccino e sbranato il cornetto, Zayn ci avvisò che avrebbe preso la macchina. Quale macchina?! Scommetto che è una Porche, anzi, no, è una Lamborghini. Magari è una Ferrari! La Rang-Rover di Zayn attraversò la strada, fermandosi proprio davanti il portone della casa. 
Okay, è solo una Rang-Rover, manteniamo la calma. Entrammo tutti dentro l’auto, Niall nel bagagliaio, io seduta dietro con Louis e Harry, Zayn alla guida con affianco Liam. Sono tutti molto simpatici: Louis è quello che adora fare casino; Liam è molto più calmo, ma le poche volte che fa una battuta ti sganasci dalle risate; Harry è taciturno se nessuno parla con lui, ma appena lo chiami sorride e chiacchera; Zayn è anche taciturno, ma ha un senso dell’umorismo tutto suo, e in ogni discorso cerca di mettere anche Perrie... Niall è più o meno come Louis, solo che lui è tremendamente ottimista, sprigiona felicità da tutti i pori, anche se secondo me, è solo una maschera. È solo un intuizione, ma secondo me dentro è triste, come se gli mancasse qualcosa, come se avesse un peso. Però è carino, tremendamente carino, e quando lo guardi tranquillo viene la voglia di abbracciarlo e accoccolarsi tra le sue braccia. Ad un tratto guardai il tettuccio dell’auto di Zayn. C’è una cosa che devo fare da tempo!
-Zayn, si può aprire il tettuccio?-.




NIALL’S POV
Zayn premette il pulsante, e il tettuccio si aprì e si vide il cielo misto tra il grigio e l’azzurro di Londra. Adelaide poggiò le mani sui bordi del tettuccio, prese forza e si alzò in alto, sedendosi sul tettuccio dell’auto. Vedevo solo le sue gambe penzolare, con le Supra ai piedi.
-Stai attenta, che dopo la colpa la prendiamo se muori!- disse Zayn mentre girava per la rotonda.
-Grazie per la fiducia!- urlò Adelaide da sopra. Dopo qualche secondo da sopra sentimmo urlare ancora più forte di prima:
-
CIAO LONDRA!-. Tutti guardammo in alto sorridendo. Okay, è proprio pazza! Arrivammo davanti il palazzo della Modest! ed uscimmo dall’auto. Adelaide era munita di una macchinetta fotografica, e quando guardò il palazzo l’entusiasmo sembrò spegnersi dal volto.
-Può sembrare un palazzo poco importante, ma credimi, è quello giusto. È la casa discografica, è fatta apposta per essere scambiata per qualcos’altro!-, :
-Tipo un ospedale?- disse lei con disappunto. Già, pare proprio un ospedale. Fortunatamente l’arredamento interno era ottimo. La segretaria all’entrata ci salutò tranquilla sorridendo ad Adelaide che ricambiò con un timido sorriso. Passammo a rassegna i corridoi e le aule dove si registrava, mentre Adelaide scattava foto a tutto spiano. Raccontammo tutti i punti in cui eravamo caduti, o avevamo fatto scherzi per lo più a Paul, oppure ai bodyguard. Naturalmente Adelaide ascoltava sorridente e si copriva la bocca, mentre rideva come una matta. E io la guardavo, ammirando il suo splendido sorrido. Cavoli, quanto è bella. Dovrei smetterla di fissarla, ma è più forte di me. Ci spostammo nella caffetteria, dove prendemmo un caffè e una merendina. Stavamo tranquillamente chiacchierando (se ridere a squarciagola mentre Harry imita Miley Cirus può essere tranquillo) quando arrivò Jim. Aveva la faccia scorbutica, come al solito, e camminava furioso. Zayn lo vide e disse:
-Oh, Jim, giusto in tempo per conoscere Adelaide. È la directioner che ha vinto il concor...-, :
-Non me ne frega un accidenti della ragazza, dovete finire di registrare Diana, l’ultimo pezzo è uscito male- disse Paul furioso. Adelaide guardò Jim con uno sguardo assassino, ma a me pareva sexy. Rimanemmo tutti senza parole. Cazzo, è stato il pezzo più difficile, e poi c’era Adelaide, non potevamo lasciarla da sola, non potevo lasciarla da sola! 
-Ma Jim, non possiamo lasciarla da sola, è un ospite!- disse Liam, guardandoci per approvazione.
-Non me ne frega un mazza, andate a registrare!- disse Jim secco. Cercammo di replicare, ma Jim ci urlò:
-Se non andate a registrare tra 10 secondi vi uccido, e sapete che lo posso fare-. Se ne andò sbraitando, mentre Adelaide ci guardava imbarazzata.
-Vi può davvero uccidere?- chiese Adelaide interrogativa.
:-No, ma penso che ci farà passare dei guai se non obbediamo- disse Harry.
-Ti rende triste se ce ne andiamo per qualche minuto?- chiese Louis con sguardo dolce, che tutti quanti copiammo al’istante. Adelaide ci guardò imbarazzata, scosse la testa e disse:
-Sì...okay...andate pure, io vi aspetterò qui, buona buona-. Merda, si vede lontano un miglio che è triste. Porca puttana, vorrei tanto rimanere con lei. Insomma, non si può lasciare sola un ospite e...
-Niall, andiamo!- disse Liam, risvegliandomi dal mio letargo mentale.
-Sì, arrivo- dissi avvicinandomi alla porta:
-Torniamo subito, a dopo-. Adelaide mi salutò con la mano, mentre percorrevo il corridoio, verso la sala registrazioni.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


ADELAIDE’S POV

Mi avevano praticamente abbandonato su un divanetto in un posto che conoscevo a malapena, pieno di segretarie e operatori antipatici, tipo quel ciccione che si è portato via Niall. Mi alzai e iniziai a camminare lentamente, verso il luogo dov’erano andati i ragazzi. Cercavo di non attirare l’attenzione, camminando guardandomi intorno con fare orgoglioso. Sentivo le voci dei ragazzi che ridevano, mentre Paul li rimproverava urlando:
-Sbrigatevi con quei vestiti!-. VESTITI?! SI STANNO...SPOGLIANDO?! Perché se è così, voglio vedere. Mi avvicinai piano al corridoio. Sbirciai piano e vidi che era vuoto. Probabilmente erano nella sala registrazioni. Al muro c’erano due porte: una che portava nella sala audio, dove vidi Paul che  armeggiava con la tavola, mentre nell’altra dovevano esserci i ragazzi. Attraversai di corsa il corridoio, prima che Paul alzasse lo sguardo. Mi appiattii al muro e sbirciai dal vetro della porta. Fanculo, il vetro è sfocato! Posso solo aprire la porta. Respirai piano, cercando di mantenere la calma. Poggiai lentamente la mano sulla maniglia fredda, e spinsi piano. La porta si aprì. Sentii una batteria, un suono forte, un po’ rock, la voce di Harry. Ora o mai più! Sbirciai dalla porta. SBAM! Porca puttana, che muscoli! I 5 ragazzi cantavano con le cuffie alle orecchie, e stavano praticamente a petto nudo. Non male, davvero, non male! Erano pieni di tatuaggi, Zayn esagerava alla grande, Niall probabilmente non sapeva cos’era l’inchiostro, Harry aveva dei tatuaggi semplicemente assurdi, Liam non ne aveva sul petto mentre Louis aveva due scritte incomprensibili sul petto. Okay, meglio levare l’ancora... Mi spostai piano e sgattaiolai dove ero seduto poco prima. Rimasi lì per qualche secondo., poi presi le cuffiette, le misi alle orecchie e iniziai a camminare per il corridoio, canticchiando “Up All Night”. Il mio problema, però, è che quando ascolto la musica, soprattutto quella che mi piace, vengo presa così tanto che inizio a... dimenarmi. Che poi dimenarmi è poco, più che altro faccio finta di stare sopra un palco, mettendomi a cantare a squarciagola, iniziando a ballare passi di danza presi dai balli in spiaggia. È qui che sta il bello: non mi accorgo che c’è gente intorno a me, e continuo imperterrita. La maggior parte delle volte questo mi frega. Katy Perry is on replay, she’s on replay People going all the way, yeah all the way I’m still wide awake I wanna stay UP ALL NIGHT, AND JUMP AROUND UNTIL WE SEE THE SUN I WANNA STAY UP ALL NIGHT AND FIND A GIRL AND TELL HER SHE’S THE ONE! Mi sentii d’un tratto osservata. Mi girai lentamente, vedendo le facce di mezzo staff, dei ragazzi e di Paul.  Devo buttarla sul ridere, devo buttarla sul ridere.
-La musica nelle cuffiette era troppo alta?- domandai io. Perché nessuno ride? Diamine, ridete! I ragazzi sorrisero, Paul mi guardava sconcertato, le segretarie e lo staff con facce interrogative. Adelaide, ricomponiti! Ma come minchia faccio a ricompormi se Niall mi fissa così?!
-Hai mai pensato di presentarti ad Xfactor?- disse ad un tratto Zayn, mettendomi un braccio sopra la spalla, trasportandomi lontano dagli sguardi dello staff.
-Grazie- gli dissi uscendo fuori, seguita dai ragazzi.
-Tranquilla, sono abituato a salvare gente da brutte figure...- disse Zayn, squadrando i ragazzi.
-Come se tu non le facessi mai, le brutte figure!- sbraitò Liam, palesemente imbarazzato. Tornammo in auto, nei posti di prima, e mettemmo in moto.
-Dove ti va di andare?- chiese Niall.
-Sinceramente non lo so, Londra è così piena di posti da vedere!-,:
-E allora visitiamoli tutti!- disse Niall allegro.


NIALL’S POV

Adelaide guardava fuori dal finestrino con aria sognante. Sembrava quasi strano che non lo aprisse tutto e ci si affacciasse sorridendo. Come se stesse ascoltando i miei pensieri, Adelaide aprì completamente il finestrino, cacciando fuori la testa, ammirando Buckingham Palace. Adelaide è una di quelle ragazze che non ha paura di mostrare quello che è, senza vergognarsi più di tanto. Ed è una cosa che mi piace di lei. Vabbè, di lei mi piace tutto. Zayn si fermò in un parcheggio poco lontano dal luogo, e si fermò. Indossammo tutti gli occhiali e uscimmo. Adelaide corse impaziente verso i cancelli, trovandoli sbarrati.
-Come non si può entrare?!- la sentii urlare da lontano.
-Questi sono corrotti! E dai, su, io voglio entrare- sbuffò Adelaide guardando la guardia.
-Non parla- disse Zayn avvicinandosi a lei.
-Guarda che lo so che non parla, io le guardie le conosco anche meglio di te!- disse Adelaide con sguardo di sfida. Anche se non sembra uno sguardo di sfida. Perché arricci così il naso? Perché hai quel sorriso beffardo sulla faccia? Perché da quegli occhi non sprigiona odio, ma divertimento? Perché sei così dannatamente carina? 
-Facciamo una gara!- propose Adelaide:
-A turno dobbiamo cercare di far ridere la guardia!-, :
-Ma non riderà mai! È una guardia!- protesto Liam. Adelaide lo guardò male:
-Allora trova qualcos’altro da fare!- disse mettendo le mani sui fianchi. Liam aprì la bocca, ma la richiuse subito.
-Chi comincia?-. Adelaide sorrise compiaciuta, mentre noi ci posizionammo davanti alla guardia, che invece non batté ciglio. Liam inizio a scattare foto davanti alla guardia, che non si mosse; Harry fece la barzelletta della mucca, ma la guardia non rispose, e perse in partenza; io imitai Miley Cirus, ma la guardia rimaneva seria; Louis esigé che ridesse, perché eravamo i One Direction;  Zayn lasciò perdere, e controllò l’auto, che era aggirata da due poliziotti. Adelaide invece afferrò la sigaretta accesa di Zayn, e la spense sulla giacca della guardia. Il viso della guardia cambiò improvvisamente forma. Non rise, anzi, si incavolò amaramente! 
-Correte!- urlò Adelaide tornando verso l’auto.
-Sei fuori di testa?- le urlò Zayn mettendo velocemente in moto l’auto.
-Dai, un po’ di insanità mentale fa bene alla nostra età!- disse lei tra le risate.
-Si, ma spegnerla con la mia sigaretta, sulla giacca di una guardia, regale per lo più!-. Adelaide continuò a ridere, piegandosi su se stessa. Tornammo a casa, dove Liam provò a cucinare della pasta col pesto. Mal riuscita. Adelaide dovette aiutarci a staccare gli spaghetti dal piatto, e arrotolarli sulla forchetta.
-Quando siete venuti in Italia cosa vi hanno insegnato?- disse Adelaide mentre girava la forchetta di Harry.
-Non ce l’hanno insegnato, abbiamo dovuto mangiare con le mani- disse Louis. Adelaide fissò Louis, sibilando:
-Se voi mangiate gli spaghetti con le mani, in Italia, vi arrestano!-. Tutti scoppiamo a ridere, mentre Adelaide, tra le risate, cercava di dire:
-No, è vero... non provateci più... ahahaha!-. Finimmo con l’imparare a mangiare gli spaghetti, mentre Liam continuava a mugugnare sul fatto che la cucina italiana era complicata, e che era l’unico motivo per cui aveva cucinato male la pasta. Adelaide tornò in camera, mentre noi ci allungavamo sul divano.
-È pazza- sibilo Zayn:
-È proprio pazza!-. -Non in senso cattivo- dissi io.
-Lo so, non intendevo in quel senso...Volevo dire pazza come te!-. Ah, ecco. È pazza come me.
-Devi ammetterlo, hai una cotta!- disse Harry. Non è una cotta, te lo garantisco.
-Penso proprio di essermi preso una cotta-.



ADELAIDE’S POV

Niall Niall Niall La mia testa aveva preso a vorticare intorno a Niall. Sarà stato per la pasta di Liam, o per il gelato che ho mangiato dopo, ma avevo fame. Salii le scale ed entrai in camera. Mi buttai sul letto, mentre il cellulare iniziò a vibrare. Mugugnai un :-Pronto?-,
-Lai!- sentii urlare dall’altro capo del telefono.
-Ohi, Fra, come va?- chiesi io mettendomi a sedere sul letto.
-Come va? E lo chiedi a me?! Semmai, a te come va!- disse lei. Gli raccontai tutto quello che era accaduto, a parte Niall.
-Sei strana...- disse lei appena finito il racconto. Merda, lei lo scopre subito!
-No, perché?- dissi io tranquilla.
-Sì, sei strana! Perché se fosse andato tutto normale mi avresti detto che eri un po’ strana, ma fino a un certo punto, come fai sempre!-. Merda, l’avevo detto io che lo capiva subito!
-Sembri...- accennò lei :-Innamorata!- merda –Sì, sei proprio innamorata!-. Holy shit.
-Dai, dimmi chi è! È uno dei ragazzi, vero?-. Meglio dirle tutto.
-Ehm, sì...- dissi io sconfortata.
-Allora chi è? Dai, dimmelo subito, sai che non sono per niente intuitiva!-. Perché, capire dal tono di voce quando la propria migliore amica è innamorata non ti sembra intuitivo?
-L’irlandese!- buttai giù tutto d’un fiato, buttandomi sul letto. Ci fu qualche secondo di silenzio, in cui Francesca probabilmente era rimasta immobile con la mandibola spalancata.
-Ma siete perfetti!- sbottò ad un tratto Francesca :- Lui adora mangiare, tu adori mangiare!- perfetto, frigo svuotato al quadrato!
-Lui adora suonare la chitarra, tu adori suonare la chitarra!- solo che lui la suona un po’ meglio!
-Lui è positivo e allegro, tu sei positiva e allegra!- due dementi che fanno i cretini, perfetto al quadrato!
-Lui è pigro, tu sei pigra!- non è una cosa tanto bella. 
-Oh, già vi immagino di mattina, magari dopo una nottata di sesso, lui che ha la mano poggiata sui tuoi fianchi, mentre con l’altra stringe la tua mano, e tu sei affianco a lui, che sorridi beatamente. Lui ti sveglia con un bacio sull’angolo della bocca, sussurrandoti “Buongiorno” e tu sorridi e gli rispondi “Buongiorno”. Lui ti poggia la testa sulla tua guancia e sospira “Ti va di alzarti per fare colazione?” e tu rispondi “ho fame, ma non mi va di alzarmi, si sta così bene qui, accanto a te”. Allora lui ti stringe più forte e sussurra “Chiamiamo Zayn e gli facciamo portare la colazione da Starbucks?” e tu rispondi “Sì, torturiamo un po’ Zayn” e poi ridete tutti e due. Lui ti da un bacio e ti sussurra “Ti amo”. Tu arrossisci e gli sussurri “Ti amo” e lo baci più appassionatamente. So che avrai poggiato il cellulare sul letto e sarai andata da un'altra parte, ma ti prego fammi continuare-. In realtà avrei fatto davvero così, però quello che mi aveva raccontato aveva fatto scattare le mie fantasie, e fantasticavo come non mai.
-No, ti sto ascoltando- dissi io.
-Oh, ma allora sei proprio cotta-.
-Cotta non è il termine giusto, credimi- dissi io seria.
-No, lascia perdere, sei cotta- disse lei sicura.
-No, è peggio che una cotta questa- dissi io imbarazzata. Ci fu qualche secondo di silenzio, seguito da un urlo isterico.
-Ommiosantissimoddio, sei innamorata! Questa non è una cosa che succede normalmente, questo è un miracolo! Sarà l’aria di Londra, oppure è proprio Niall! Ti prego, raccontami di più!- strillò lei. Così le raccontai tutta la storia, e lei iniziò a strillare come al solito. Alla fine disse:
-Oddio, quindi se tu ti metti con lui, divento la migliore amica della fidanzata di Niall Horan, e quindi automaticamente conoscerò i miei idoli!-.
-Scordatelo!- dissi io seria.
-Scordatelo?! Perché, non vuoi metterti con lui?- disse Francesca malinconica.
-No, i non potrò mai mettermi con lui! Pensi che adesso si innamori di una fan venuta dall’Italia? Lui ha tutte le star del mondo ai suoi piedi! Può mettersi con Selena Gomez, Taylor Swift, Jesy delle Little Mix, Demi Lovato...- dissi io sparando tutti i nomi che venissero in mente.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


NIALL’S POV
Adelaide scese dalle scale finendo di parlare con Francesca.
-Scordatelo!- disse lei seria, e chiuse la chiamata.
-Scordati cosa?- chiese Zayn, girandosi verso Adelaide. Lei divenne improvvisamente rossa in viso e balbettò:
-Ehm, no, niente, del vestito Gucci! Gli ho detto di scordarsi che gli avrei comprato il vestito Gucci! Costa troppo!-.
-Ho un’idea!- disse Liam:- Glielo regaliamo noi, dato che è una directioner!-.
-Infatti mi piacerebbe uscire a fare shopping... sempre se a voi va bene!- disse Adelaide imbarazzata.
-Perfetto! Solo che qualcuno di noi dove accompagnarti...- disse Zayn fissandomi.
-Va bene, voi decidete, io torno sopra a prepararmi- disse Adelaide salendo le scale. Se adesso scelgono me mi incazzo.
-Niall, ti va di accomp...- apostrofò Zayn, ma lo guardai serio e dissi con calma:
-Io non ci vado-. I ragazzi mi fissarono sbigottiti-
-Cioè, noi ti diamo l’opportunità fi far innamorare di te quella ragazza, e tu non l’accetti?!- disse Louis guardandomi di sbieco. Quando fa così sembra gay.
-Ma pensi che sia così semplice fare innamorare qualcuno? Hai visto come mi guarda? Non è una di quelle fan che farebbe di tutto per scopare con me o con voi, a lei non interessiamo!- sbraitai io. I ragazzi mi fissarono con disappunto.
-E tu che ne sai se io non gli piaccio?- disse Zayn, con la solita aria da vanitoso.  Lo guardai con disappunto anch’io.
–O meglio, che ne sai se non guarda proprio te?- disse Zayn. Mi illuminai. Aspetta, guarda me? Fissai Zayn, in attesa di risposta, ma lui rideva sotto i baffi.
-E va bene, ci vado!- dissi esasperato io, alzandomi dal divano. I ragazzi esultarono, e io uscii alzando il terzo dito. Che poi, in realtà, volevo accompagnarla a fare shopping, solo che mi sarei ritrovato con una decina di buste alle braccia e una decina di pacchetti che mi coprivano fino alla faccia. Però, per lei, avrei anche sopportato. Presi le chiavi dalla tasca e misi in moto. La Rang Rover arrivò davanti casa. Adelaide scese appena in tempo. Mi girai e per poco non mi cadeva la bocca. Indossava un abitino bianco leggero che le partiva con le bretelle dalle spalle e finiva sopra le ginocchia. Aveva poi un maglioncino bianco, che le ricopriva le braccia, e aveva una borsa a tracolla di jeans. Ai piedi aveva dei sandali tribali, con tutte le perline e le conchiglie incastonate. Poi aveva spostato una ciocca dei capelli, e gli occhi erano diventati d’oro con il riflesso del sole. La guardai scendere gli scalini, guardare l’auto con la bocca spalancata. Uscii dall’auto e le aprii la portiera.
-Dopo di te, madame- dissi io inchinandomi e sorridendo, Lei guardò di nuovo l’auto, poi me e disse:
-Hai seriamente una Rang Rover?!-. Io la guardai per un po’, poi dissi:
-Ehm, certo, prima ne avevo un’altra ma me l’hanno rubata!-,
:-Ti hanno rubato una Rang Rover? E- e tu che hai fatto?- disse lei sconvolta.
-Beh, ho subito chiamato la polizia, anche se per prima ho fatto una foto al parcheggio vuoto- dico mettendomi le dita sul mento. Solo adesso mi accorgo di aver fatto una cazzata. Adelaide mi guarda ancora più sconvolta di prima, con un accenno di sorriso. Poi scoppio in una fragorosa risata.
-Sai, se fossi famosa come te, lo avrei fatto anch’io!-,
:- Ti metteresti terribilmente in ridicolo!- dissi io, guardandola.
-Niall, io mi sono messa più in ridicolo di qualunque persona sulla faccia della Terra! Ho combinato guai così grossi che non potresti neanche immaginare!- disse lei convinta.
-Perché? Non sembri una tipa che combina guai...- dissi io guardando di nuovo la strada.
-Sembra...- disse lei misteriosa, e nei minuti dopo mi raccontò tutti i guai che aveva combinato in tutta la sua vita. Lei era piena di guai, ma erano sempre le solite cavolate, tipo vetri rotti o mandato a fuoco qualcosa, solo che erano in quantità maggiori. Finalmente arrivammo davanti Burberry. Ora mi ammazzo. Adelaide scese spedita dalla macchina urlandomi “Ci vediamo dopo!”. Solo che io dovevo entrare lo stesso, solo che non l’avrei cercata. Entrai nell’enorme negozio stracolmo di gente, e misi gli occhiali. Vogliamo scommettere che mi riconoscerà qualcuno? Ci volle più di mezz’ora per trovare Adelaide e fare foto con le fan, e infine la trovai che stava cercando di prendere un vestito troppo in alto. Lo presi io e glielo porsi.
-Grazie Niall, essere bassi a Londra è un problema... Non è che potresti rimanere un attimo qui per vedere come mi stanno i vestiti?- disse lei, guardandomi supplichevole e facendomi vedere i vestiti che aveva poggiato sulla sedia nel camerino. E me lo chiede pure?! Annuii. Così mi spinse sul divanetto ed entrò nel camerino, chiudendo la tendina. E se mi chiedesse di allacciarle un vestito? No, non ci riuscirei, oppure lo farei, ma sarei così perverso che...
-Eccomi, come sto?-. Alzo lo sguardo e la vedo. Oddio. Non cadere Niall, non cadere. Indossa una giacchetta di jeans e una gonna a ruota floreale, mentre ai piedi ha dei sandali neri.
-Ti sta d’incanto...- dico io sorridendo come un ebete. Lei sorride imbarazzata e dice:
-Tu si che sai sollevare l’autostima alle ragazze!- dice entrando nel camerino. I vestiti dopo sono tutti stupendi: short colorati, leggings fantasia, giacche colorate, t-shirt con stampe pop... Adelaide ripulì quasi mezzo negozio. Cercai di pagare io, ma mi passò velocemente davanti e cacciò la carta di credito. Le ore dopo furono una sfida: Lai provava i vestiti e appena finiva, correvamo tutti a pagare, alcune volte vincevo io, altre volte lei. Dopo 3 ore passato in giro per i negozi evitando di rimanere ore e ore insieme alle fan, ci riposammo sopra una panchina.
-Ah Niall, mentre facevi gli autografi ti ho preso un po’ di roba- disse cacciando da una busta un cappello Snapback, una t-shirt con la bandiera americana e un bracciale di pelle.
-Oh, grazie, non dovevi- dissi io ammirando la t-shirt.
-In realtà dovevo, mi hai pagato metà dello shopping!- disse lei alzando le buste. Io la guardai e sorrisi. Iniziò a tamburellare le dita sulla panchina, guardandosi in giro.
-C’è qualcosa che non va?- le chiesi io.
-No, è che... tu non hai un po’ di fame?- disse lei torturandosi le dita. Se ho fame io? Tu vuoi sfidarmi!
-Io ho sempre fame!- sbottai io. Adelaide si illuminò e mi porse il pugno:
-Fantastico, sono una macchina ingurgita-cibo anch’io!- disse sorridendo. Battemmo il pugno e andammo a prenderci un gelato. Stare con lei mi piace: è divertente, è allegra, tira su il morale, ti fa ridere e ti fa pensare a qualcos’altro, qualunque altra cosa che ti rende triste. E io ho fin troppi motivi per essere triste.
ADELAIDE’S POV
Ero uscito con Niall. Ero uscita con lui. Oddio. Oh Cristo. Ommioddiosantissimo. Sono salita al piano di sopra e buttato a terra tutto il contenuto della valigia, maledicendo e imprecando come una dannata. Alla fine optai per un abito bianco che ricadeva morbido sul corpo, e i sandali gioiello. Afferrai qualunque cosa mi capitasse a tiro nei negozi, e avevo speso una fortuna. Niente più gelato per un bel po’. Fortunatamente eravamo tornati a casa, e avevo fatto molta più amicizia con lui. Niall è troppo simpatico, è paziente ed è un ottimo consigliere. Ho praticamente passato il pomeriggio migliore della mia vita! Solo che continuo a pensare al fatto che lui sia stranamente malinconico. Non lo so, mi pare allegro e spensierato, eppure nasconde qualcosa. Dopo aver cenato abbiamo giocato a Monopoli, fatto un bel po’ strano perché dei cantanti famosi come loro si mettono a giocare a Monopoli, e poi fatto ancora più strano: ho vinto io. Verso le 11 suonano alla porta. Liam si alza velocemente e va ad aprire. Si sente il suono di un cagnolino che scodinzola, dei tacchi che camminano e lo scoccare di un bacio sulla bocca. Poi arriva l’odore inconfondibile dei cornetti caldi di mezzanotte. Anche se sono le 11, però va bene lo stesso. La porta si chiude, e Liam rientra in salotto con in braccio un cucciolo di hasky e in mano un sacchetto fumante. Devo ammettere che la mia attenzione era occupata dal sacchetto, ma il cucciolo era tenerissimo.
-Aww, Liam, di chi è questo cucciolo?- chiesi accarezzando la testolina dell’animaletto.
-È mio!- disse Liam fiero :-Si chiama Loki, me lo ha appena portato Sophia perché starà una settimana con noi-. Aww, avrei avuto per una settimana la compagnia di Loki! Non avevo la più pallida idea di chi fosse Sophia, ma sorrisi lo stesso, prendendo il cucciolo in braccio, che subito iniziò a leccarmi le dita. Andai a dormire dopo un po’, chiedendo a Liam di portarmelo su in camera, per poi venirselo a riprendere. Liam accettò, e così salii al piano di sopra e mi misi a dormire, con Loki accoccolato tra le coperte. Lo accarezzai per un po’, ma non riuscii a prendere sonno. Forse per Niall, forse per altro. Mi alzai piano dal letto, e mi affacciai alla finestra. Devo togliermelo dalla testa! Non posso competere con lui, ha chissà quante ragazze ai suoi piedi. Poi già mi immagino tutte le fan, con le manie omicide, che appena lo tocchi ti minacciano di morte su Internet, e iniziano a trovare le cose peggiori di te, per poi postarle sui social network. Come hanno fatto a Perrie, la mia povera Perrie. Devo togliermelo dalla testa, punto. Che cos’è questo suono? Delle dolci note attraversano la casa. Provengono dal piano di sotto. Mi alzo lentamente, facendo scricchiolare il pavimento. Cammino a piedi nudi per il pavimento, attraverso il corridoio e scendo le scale. Niall è dietro al divano, con le corde della chitarra tra le dita, e con gli occhi lucidi. Oh Cristo, perché piangi? 

 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


ADELAIDE'S POV
Mi nascondo dietro un mobile, e mi sporgo un po’ per vedere Niall. Sta suonando Last First Kiss, la mia canzone preferita. Perché è così dannatamente malinconico?! Devo ammetterlo, ha un aria sexy. Il ragazzo misterioso, che non si sa nulla del suo passato con pochi amici, e con tutte le ragazze che sbavano per lui. Ma lui viene attirato proprio dalla ragazza diversa, che le fa battere il cuore come non mai, che sarà capace di illuminare la sua oscurità, che... Okay, meglio dare una frenata alla mia fantasia: Niall non è dannatamente misterioso, non fa altro che sorridere, ha una miriade di amici e milioni di persone in tutto il mondo conoscono la sua storia da anni. A parte me, che l’ho scoperta l’altra sera. E poi non è di certo attirato da me. Ad un tratto sento qualcosa bagnarmi di colpo la mano. Non riesco a trattenere un urlo sussurrato, che Niall si ferma di colpo a suonare la chitarra. Loki, io ti uccido!
-C’è nessuno?- chiede Niall guardando dietro al divano. E ora dove minchia vado? Gattono verso la porta della cucina, seguita docilmente da Loki, e prendo al rampa di scale che porta al corridoio del piano di sopra. Oppure in soffitta? Continuo a salire le scale e mi ritrovo nella mansarda. Nella polverosa mansarda. Oh, merda, ‘do cazzo vado? Ci sono scatoloni, fotografie, album fotografici, cartelloni pubblicitari, pupazzi, fiori marci, e chi più ne ha più ne metta. Sento Niall salire le scale. Mado’, sembra un film horror! Mi nascondo velocemente dietro un baule polveroso, e mi tappo il naso, perché sicuramente mi verrà da starnutire. Loki invece e gentilmente sceso al piano di sotto, facendo capire a Niall che forse era lui. Lo guardo senza farmi beccare, sempre tappandomi il naso. Ha i capelli senza gel, quindi ha un ciuffo che gli ricade sugli occhi. Oddio, quanto è bello. Il naso mi sta per scoppiare. Niall scende e chiude la porta. Aspè, c’era una porta?! Finalmente posso liberare il naso, da cui esce un silenzioso starnuto. Scendo piano le scale, e apro la porta. Sgattaiolo fuori e salgo velocemente le scale, quelle giuste, senza farmi vedere da Niall. Lo vedo in corridoio, che cammina a petto nudo, di spalle. Faccio appena in tempo ad entrare in camera e infilarmi nel letto, che Niall si gira vedendo solo Loki che lo fissa.
-Loki, sei stato tu fino ad adesso. Pensavo fosse Adelaide, farabutto!- dice Niall accarezzando gentilmente Loki. Si siede a terra e lo prende in braccio, accarezzandoli la testa e la schiena.
-Sai, sei proprio fortunato...- dice Niall, ma non riesco a percepire le parole dopo, dato che le sussurra. Loki torna scodinzolando in camera, saltando agilmente sul letto e accoccolandosi tra le coperte. Sento Niall che guarda la camera, e poi che sussurra “Buonanotte”. Sono le 4 passate, e quindi è sicuro che non mi addormento. Rimango a letto fino comunque, dato che la finestra è aperta e ha rinfrescato il letto durante la mia assenza. Al mattino invece sento il rumore di passi provenire dal corridoio che finiscono verso la camera. Vedo le sagome dei ragazzi che mettono qualcosa sul comodino, e vanno via. Sono fiori, colazione a letto, messaggini?! Due millisecondi dopo 5 sveglie suonano contemporaneamente, facendo un fracasso infernale. Mi alzo di soprassalto dal letto, spegnendo le sveglie ad una a una, sentendo i ragazzi che ridacchiano dietro la porta. Prendo tutte le sveglie e inizio a lanciargliele addosso. Loro si coprono e ridono, io lancio le sveglie e rido. Se passasse qualcuno penserebbe che siamo da manicomio. Loro vanno ad ordinare la colazione, mentre io decido cosa mettermi. Già, bella sfida di prima mattina. Dopo un quarto d’ora ho indosso una camicia senza maniche, degli short blu e le mie amate Supra. Scesi al piano di sotto, mentre i ragazzi facevano colazione. Liam mi passò il mio Starbucks, mentre Harry mi diede il cornetto.
-Okay, vi siete scusati!- dissi io sbuffando. I ragazzi si diedero il cinque. Dopo la colazione entrammo in auto e ci avviammo verso Madame Toussad’s. A Londra c’era traffico, e ci mettemmo un po’ ad arrivare. Io guardavo fuori dal finestrino, dove c’era il riflesso di Niall che ascoltava la musica e rideva con gli altri. Lo conosco da poco, ma è fottutamente perfetto. Non mi sono mai innamorata in 2 giorni, ho sempre dovuto approfondire un’amicizia per innamorarmi. E poi, non sono la tipica ragazza che si innamora facilmente. La mia prima cotta l’ho avuta a 14 anni e mezzo, quando tutte le mie amiche iniziavano a postare su Facebook le solito scritte sdolcinate. E in tutto i miei fidanzati sono stati 3: uno più stronzo dell’altro. Niall non sembra un ragazzo stronzo. Sembra uno di quei ragazzi che arrossisce quando parla con la ragazza che gli piace; che per fare colpo su di lei organizza qualcosa di speciale; che ogni volta ti dice qualcosa di speciale, e ti viene solo voglia di baciarlo; che ti fa il broncio se non gli dai un bacino; che cerca di farti sorridere in tutti i modi possibili; che se gli spezzi il cuore ci starà male fino a piangere ogni giorno e prendersene la colpa; che ti ama e pensa che tu sia la più bella del mondo; che ti ama, ti ama, ti ama, e che per lui non esiste solo il sesso, ma anche i baci, il solletico, le uscite, le serate romantiche, i fiori, i regali inaspettati, gli atti di gentilezza, e soprattutto la fedeltà.


NIALL’S POV
Con quella camicetta e stupenda, davvero. Ha un corpo mozzafiato,ed è stupenda. Quella notte trovai Loki in corridoio, mentre tornavo a dormire. È tremendamente più fortunato di me. Può starsene accoccolato tre le braccia di Lai, senza problemi, e lei lo accarezza, come vorrei che facesse con me. Mi sedetti e lo accarezzai, dicendogli:
-Sai, sei proprio fortunato...- e poi a bassa voce:
-... di dormire insieme a lei!-. Guardai Adelaide dal riflesso del vetro. 2 semplici giorni per innamorarmi di lei. Solo io posso riuscirci. Sono il solito ragazzo che basta uno sguardo, e crolla letteralmente ai suoi piedi. Però sono un cretino, perché sono timido e faccio casini ogni volta che provo a fare qualcosa di decente. Però, io, le ragazze, le tratto proprio bene. Mi piace farle sentire speciali, farle cenette romantiche o comprarle bouquet di fiori. Mi innamoro troppo spesso, e finisco sempre per rimanere fregato. Adesso però, non riesco a essere completamente innamorato. Vorrei conquistare Adelaide, ma non voglio. Il problema è che mi sento vuoto, completamente vuoto. Non so perché. La musica, le fan, i miei amici, la mia famiglia... ormai nessuno riusciva a darmi più felicità. Poi arriva lei, una perfetta sconosciuta italiana, pazza e affamata, che mi fa perdere la testa. Non ero così felice da tempo, ma so che posso esserlo di più. So che per colpa di quel vuoto non riesco ad essere completamente felice. Ti prego, aiutami tu Lai, Principessa mia... Solo tu puoi riuscirci, salvami. Lai mi fissa dal riflesso del finestrino, e si affaccia dal sedile per guardare me nel portabagagli. Io non sono così, cazzo. Adesso starei facendo baccano, mi metterei a fare cazzate una dopo l’altra, eppure non ci riesco. Starei scherzando, ridendo, ballando, ma non ci riesco, cazzo.
-Cosa ascolti?- chiese Adelaide mettendo la testolina sul sedile, e sorridendo allegramente. Adesso vengo lì, ti prendo quel viso angelico e ti bacio, okay?
-Bruno Mars, “When I Was Your Man”- dissi alzando lo sguardo verso di lei. Mi fissò per qualche secondo, spostando la testa da un lato. Dato che non parlava, mi rimisi gli auricolari. La canzone finì, e riuscii a sentire la voce di Lai che parlava a Liam:
-Come mai è così... triste?- chiese lei.
-Non lo so, non lo sa nessuno. È così da molto tempo...- disse Liam malinconico.
-È strano, però...- mugugnò Lai :-Mi hanno sempre detto che era allegro, positivo, che non faceva altro che ridere... Perché non è più così?- disse lei triste. Oh no, ti prego, non essere triste per me, piccola...
-Sono forse io?- disse Lai rivolgendosi a Liam.
-Oh no, credimi, quando sei arrivata era già così da molto tempo...- disse Liam. Zayn continuò:
-Abbiamo provato di tutto: gli abbiamo detto di parlarne con noi, con la sua famiglia, persino con uno psicologo, ma si chiude in se stesso. Non capisce che sta sbagliando-. E invece lo capisco, fin troppo.
    

-Perché non lo fa? Secondo voi che cos’è... insomma, siete i suoi migliori amici, dovrete capire pur qualcosa!- disse lei prima triste poi furibonda.
-Beh, è probabile che sia per gli insulti che riceveva anni fa...- disse Louis.
-Aspetta, perché veniva insultato?!- chiese Adelaide disperata. Aw, che tenera!
-Perché aveva i denti un po’ storti!- disse Harry.
-Niall aveva i denti storti?- disse Adelaide stranita. Mmmh, qualcosa mi dice che non è directioner da 3 anni...
-Sì, guarda, dovrei averne qualcuna sul cellulare...- disse Louis pensieroso. Perché non eliminano quelle dannatissime foto?
-Ma è... carino!- disse Adelaide sbattendo le mani sulle guance, facendo la bocca a mo’ di papera. Davvero pensa che sia carino? Oh Cristo.
-Perché lo prendevano in giro? Era tanto carino! Ma poi come ha fatto ad avere quel sorriso?- chiese Adelaide teneramente.
-Ha messo l’apparecchio!- disse Louis cambiando foto.
-Aw, guardate che carino!- disse Adelaide con le solite mani sulle guance. Per i minuti dopo i miei amici mi sputtanarono davanti a lei, ma io continuai ad ascoltare la mia musica, sperando che non esagerassero. Dopo un po’ arrivammo a destinazione. Madame Toussad’s ci aspettava colma di directioner, e fu una specie di sfida uscire dall’auto. Come al solito erano tutte cordiali e carine, ma Adelaide era letteralmente spaventata. La presi per mano e cercai di accompagnarla fin dentro l’edificio, dove iniziammo a riprendere fiato.
-Soffri di asma tu?- chiesi ad Adelaide.
-No, ma quelle tipe sono pazze!- disse lei prendendo un gran respiro.
-Tu?- mi chiese.
-Sì!- dissi.
-Oh, stai bene?- disse mettendo una mano sulla mia schiena. Un brivido percorse la mia schiena.
-Sì, ora va meglio- dissi sorridendole. Sorrise anche lei, quando Zayn mi riportò nel mondo reale dandoci i biglietti. L’edificio era stato sgombrato, e le directioner si trovavano fuori battendo contro i vetri e urlando “ONE DIRECTION! ONE DIRECTION!”. Adelaide continuava a guardarle con occhi sgranati.
-Tutto bene?- le chiesi. Si girò di scatto e sorrise.
-Sì, alla grande, sono solo un po’ imbarazzata davanti a loro... Io sono qui e loro sono fuori...- disse salutando una ragazzina che agitava la mano verso di lei. Non sapevo che diamine risponderle, così le dissi di andare e ci incamminammo. Le cere le avevo viste già tante volte, ma Lai no. Fece le foto a tutti i personaggi, conosce i nomi e la storia di tutte le cere e sorride ogni volta che ne vede qualcuno di troppo famoso. Quando vide le nostre cere, rimase un po’ scioccata. Piegò la testa e si girò verso di me. Mi fissò per un po’ e tornò a guardare le cere.
-Mi fai una foto?- chiese ad un tratto porgendomi la macchinetta fotografica. Si mise tra me e Harry e sorrise. Ha un sorriso mozzafiato, delle labbra sottili che le incorniciano i denti bianchissimi. Scattai la foto e gli porsi di nuovo la macchinetta.
-Grazie- disse scoccandomi un bacio sulla guancia, per poi correre a fotografare Louis che faceva la linguaccia a una cera. Sentii avvamparmi. Mi toccai la guancia per provare che era successo davvero. Cazzo, mi ha baciato. Sulla guancia, ma mi ha baciato. Forse svengo. Louis mi risvegliò dai miei sogni quando chiamò aiuto. Mi girai e vidi Adelaide che cercava di reggere la cera di Watson, mentre Louis provava a risollevarla.
-Che avete combinato?- chiesi spostando Adelaide e iniziando a risollevare la cera.
-Adelaide voleva fare una foto appoggiata a lui, solo che si è completamente aggrappata!-.
-Ma se sei stato tu a consigliarmelo!- si difese Adelaide.
-Si, ma non eri costretta ad ascoltarmi!- disse Louis socchiudendo gli occhi in aria di superiorità.
Adelaide stava per replicare, ma la bloccai. Tornammo nella hall, dove facemmo la fila per entrare dentro il tunnel dell’orrore.

NARRATORE’S POV
-Il tunnel cosa?!- urlò Adelaide quando i ragazzi le spiegarono la prossima tappa.
-Dai, sarà divertente!- disse Louis allegro.
-Divertente?! Io sono una fifona!- disse Lai terrorizzata.
-Ma ci siamo noi!- disse Zayn gonfiando il petto.
-Sai che sicurezza...- disse Adelaide roteando gli occhi. Zayn si offese e si girò dall’altro lato. Dopo un po’ entrarono nel tunnel.
-Per favore, statemi vicini, e non fate scherzi!- disse Adelaide, che urlò subito appena sentì l’ululato di un lupo. L’interno era tutto scuro, e ai lati del muro c’erano delle fiaccole che illuminavano ben poco il labirinto. I ragazzi eravamo già andati lì, più di 2 volte, e ormai non avevano più paura. All’interno del labirinto si sentivano ululati, urli micidiali, ruggiti, risate malefiche, pipistrelli e quant’altro. Sui muri vi erano ragnatele e ragni pendenti, naturalmente tutti finti. Oppure no...
-Ah!- urlò Adelaide vedendo un cadavere penzolare dal soffitto.
-È finto!- disse Liam indicandolo.
-Sì, adesso lo so...- disse Adelaide facendosi sempre più piccola. Niall la sentiva tremare accanto a lei.
-Aspettate, questo posto già l’ho visto! È la seconda volta che passiamo qui!- disse Louis risentito.
-Dovremmo dividerci!- consigliò Zayn.
-Giusto- disse Harry :-Così se uno di noi trova la strada ci avvisa via telefono!-. I ragazzi si divisero per due, e Niall rimase con Adelaide. Lei continuava a tremare, mentre diceva:
-Ma come facciamo a dirci come trovare l’uscita?-. Niall si grattò la testa. Già, come avrebbero fatto.
-Ehm, non lo so!- disse Niall alzando le spalle. Adelaide lo guardò sconvolta, mentre continuava a tremare dalla paura.
-Vogliamo trovare un uscita di sicurezza?- chiese Niall. Lei annuì. Senza rendersene conto, Niall le afferrò la mano e la strinse forse. Un secondo dopo chiuse gli occhi disprezzandosi. 2 millisecondi dopo Adelaide gli strinse la mano ancora più forte. I brividi percorsero i loro corpi, il cuore di Adelaide iniziò a martellare nel petto e Niall si sentì soffocare. Iniziarono a cercare in giro, girando la testa da ogni parte, finché Adelaide non trovo un vicoletto chiuso. Alla fine di questo c’era una cera con i capelli neri e unti che coprivano il viso. Indossava una vestaglia bianca e sporca di sangue. Aveva una mano poggiata su uno specchio, che non rifletteva la figura, però. Adelaide si avvicinò piano, portando con se anche Niall. Ad un tratto le dita della cera iniziarono a tamburellare sullo specchio. Adelaide urlò con tutto il fiato che aveva, facendo indietreggiare Niall per lo spavento. Corse subito fra le braccia di Niall, impaurita e terrorizzata. I brividi percorsero i loro corpi, le farfalle presero il sopravvento su i loro stomachi. I cuori erano praticamente impazziti, fingendo al momento di essere dei trapani. Niall oltre alle farfalle aveva anche dei moscerini, qualche pandicorno volante e delle biciclette, mentre Adelaide aveva passerotti, testimoni di geova volanti e treni in corsa. Era il miglior abbraccio del mondo per Adelaide. Anche per Niall lo era. Adelaide era alta abbastanza per ascoltare il cuore di Niall, che martellava allo stesso modo di Adelaide. Che si fosse spaventato anche lui? Ma lui non era spaventato, anzi. Niall profumava di cannella, un profumo caldo ma fresco, elegante ma sportivo. Adelaide si chiedeva come facesse a sapere così tante cose sui profumi, ma continuò ad assaporare il suo odore, dimenticandosi completamente del tunnel. Adelaide speva di fragola, e Niall non aveva mai sentito qualcosa di più buono in vita sua. Era qualcosa di caldo, di romantico, di raffinato. Senza sapere perchè la strinse ancora più forte, accarezzandole la schiena.  Adelaide avrebbe voluto rimanere lì per anni, si stava così bene fra le sue braccia, fra quelle carezze, ma il tutto stava diventando imbarazzante, per quanto Lai riuscisse a mascherarlo. Niall si sentiva tremendamente imbarazzato, ma voleva continuare a stringerla a se, ad averla tra le sue braccia.
-Lai, tutto bene?- chiese dolcemente Niall guardandola. Adelaide sbarrò gli occhi, molto imbarazzata. Alzò la testa e guardò Niall.
-Sì, alla grande, è solo che ho avuto un po’ di paura. Sono una gran fifona, io- disse Adelaide diventando rossa. Niall sorrise. La trovava tremendamente carina quando arrossiva, le guancette diventavano di un colore per cui era impossibile sorridere.
-Credimi, è solo una cera meccanizzata. E poi, la prima volta ci siamo spaventati tutti- disse lui ridendo. Sorrise anche Adelaide, continuarono per un po’, finchè non trovarono l’uscita di sicurezza.
-Finalmente libera!- disse Adelaide appena uscita fuori, spalancando le braccia e chiudendo gli occhi, aspirando l’aria pulita. Niall continuava a guardarla, pensando a tutto quello che aveva sentito durante quell’abbraccio. Non aveva mai sentito nulla di simile. Era qualcosa di stupendo, una sensazione che gli faceva dimenticare tutto, che lo faceva stare bene son se stesso, lo faceva sentire libero e realizzato. Solo con un semplice abbraccio. Anche Adelaide pensava queste cose. Aveva avuto il coraggio di prendergli la mano, e di abbracciarlo nel momento meno opportuno. Si era sentita così bene... Ma sapeva che non poteva continuare così. Lui era Niall Horan, e lei nessuno. Riaprì gli occhi, e il sole le penetrò negli occhi. Li socchiuse, e si girò non appena vide i ragazzi venire verso di loro.
-Ragazzi, com’è andata?- chiese Louis ai due.
-Beh, stavo per correre via urlando non appena ho visto la cera che si muoveva, ma per fortuna c’era Niall!- disse Adelaide. Niall sorrise ai ragazzi, che lo guardarono maliziosamente.
-Io ho fame, andiamo al McDonald?- chiese Adelaide spezzando il silenzio che si era appena formato.
-Santo Dio, tu hai sempre fame!- disse Louis, ricordando Adelaide che finiva l’intero contenuto di un barattolo di Nutella.
-Non ci bastava Niall?!- protestò Zayn. Niall e Adelaide risero, sentendosi nettamente superiori agli altri.
-Che poi voi mangiate un sacco, e siete magri come delle sardine! Guardati Niall, e tu Adelaide, sembrate degli anoressici!- protestò Harry.
-Anoressica io?- disse Adelaide guardando il corpo, che ai suoi occhi sembrava tremendamente flaccido e sproporzionato.
-Tu hai un bel fisico- disse Zayn.
-È vero!- disse Niall. Adelaide li guardò con un sopracciglio inarcato, piegò la testa ed esclamò di colpo:
-Oh sì, la canzone “What makes you beautiful”! Sì, conosco la storiella, per voi sono tutte belle, siamo tutte bellissime, ognuno ha una cosa special ecc... Non ci casco-. Lo disse tutto cantilenando, come se li stesse prendendo in giro. I ragazzi si guardarono l’un l’altro, mentre Adelaide entrava in auto per mettersi le cuffiette. Niall la guardava, pensando che probabilmente non si era accorta che aveva un fisico da paura. Andarono a mangiare un hamburger, anche se Niall e Adelaide ne mangiarono 2 a testa, facendo a gara a chi finiva prima, e rischiando di strozzarsi a vicenda. Dopodiché Adelaide chiese ai ragazzi se qualcuno voleva accompagnarla a vedere il London Eye, perché era il suo sogno e doveva assolutamente vederlo.
-A te chi piacerebbe che venisse?- chiese Louis.
-Oh, per me va bene chiunque, basta che ci andiamo. Anche se...- disse Adelaide dondolandosi.
-Anche se?- chiese Louis.
-No, è che, non è che potrebbe accompa...- si bloccò di colpo e non finì la frase, diventando paonazza. Niall sorrise, non poteva farne a meno, la trovava troppo carina.
-Accompagna...?- chiese Louis ancora più ansioso.
-No, niente...- disse Adelaide abbassando lo sguardo.
-Beh, allora dovremmo appiopparti Niall. Ti ritroverai un ragazzo che avrà sempre bisogno di mangiare...- disse Louis con voce lugubre.
Adelaide rialzò di colpo lo sguardo sorridendo:
-Oh, per me va bene!- disse lei allegra.


NIALL’S POV
Aspettavo Adelaide poggiato sull’auto. Avevo indossato la maglietta viola con il maglioncino bianco, i jeans e la collana con la bandiera dell’Irlanda. Non mi ero fatto la cresta, perché non ne avevo voglia, così lasciai i capelli lunghi fino dietro le orecchie. Guardavo dei bambini giocare per il marciapiede, quando mi voltai e...



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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


ADELAIDE’S POV
Avevo appena passato l’esperienza più bella della mia vita. Non ero mai stata così felice, emozionata, divertita e innamorata pazza nello stesso momento. Niall fa un effetto strano su di me. Lo avevo abbracciato, lo avevo stretto a me, avevo sentito il suo profumo e avevo ascoltato il battito del suo cuore. Mi aveva accompagnato, mi aveva stretto a lui, e mi aveva dolcemente chiesto se andava tutto bene. Ma non andava tutto bene. No, ero proprio pazza. Innamorata pazza. Gli avevo fissato gli occhi, limpidi ed enormi, e mi ero imbambolata di nuovo a guardarli. Quando tornai a casa, chiusi la porta e mi buttai sul letto. Il cuore non la piantava di battere forte, e subito mi rimproverai. Non potevo assolutamente innamorarmi di lui, no che non potevo. A lui non piacevo di sicuro, ma dovevo smetterla di fare così, per il mio bene e la mia sanità mentale. Mi avrebbe accompagnato lui, e sarei dovuto andare a realizzare il mio sogno. Insieme a lui. Oh Cristo, che cazzo mi metto? Svuotai un'altra volta l’armadio, scegliendo una t-shirt oversize, degli short bianchi con risvolti e le immancabili Supra. Scesi al piano di sotto, e Zayn mi avvisò che Niall era fuori ad aspettarmi. Appena girai la maniglia, mi ricordai che avevo dimenticato, come al solito, di mettere il mascara. Almeno quello! Aprii la porta e la chiusi alle mie spalle. E adesso sono qui, imbambolata a fissare Niall. Indossa una t-shirt viola con un maglioncino bianco sopra, dei jeans e le Supra. Non aveva la cresta, e quindi aveva lasciato i capelli lunghi fin dietro le orecchie. Si avvicinava verso di me, e io rimanevo lì, come un’impedita.
-Vogliamo andare?- disse dolcemente. Perché dev’essere sempre così dolce, cazzo. Tornai improvvisamente sulla Terra, e risposi.
-Sì, certo, scusa!-.
-No, tranquilla!- disse lui aprendo la portiera.
-Madame- disse con voce elegante. Sorrisi ancor di più e mi sedetti di fianco al guidatore, cioè a Niall . Bene, urge un argomento su cui parlare. Mise in moto e partii.
-Ci vorrà tanto per arrivare?- chiesi impaziente. Non sapevo se essere più emozionata per l’uscita con Niall o per la realizzazione del mio sogno.
-Non lo so, non ricordo!- disse grattandosi la fronte. Annuii poco convinta.
-Come mai tutta questa voglia di vedere il London Eye?- chiese Niall curioso.
-Perché è il mio sogno fin da quando ero bambina. Non so perché, ma mi è sempre piaciuta Londra! Ricordo quando ero alle elementari, mentre la maestra d’inglese spiegava le solite cose, io guardavo sognante le foto di Londra, del Tamigi, di Buckingham Palace.... E sognavo di andare lì, e scattarmi tante foto, e aver finalmente realizzato il mio sogno- dissi  con aria sognante, mettendomi le mani sul mento e poggiando le braccia sulle ginocchia. Iniziò a fissarmi, quando un automobilista gli strombettò, facendolo imprecare qualcosa in una specie di irlandese stretto. Che naturalmente non capii. Chissà che cazzo ha detto. Magari un giorno, quando andrò in Irlanda con lui, mi dirà che significa. Oh aspetta, io non andrò mai in Irlanda con lui. Non devo andarci!
-Tu hai realizzato il tuo sogno, vero?- gli chiesi tentando di cambiare argomento.
-Sì, certo- disse poco convinto.
-Come mai sei così poco convinto?- chiesi interrogativa.
-Oh, guarda, siamo arrivati!- disse indicando la ruota panoramica non poco lontana da noi. Chissà perché ha cambiato discorso così facilmente, ma appena mi girai non ci pensai più. Il London Eye mi attendeva, e io dovevo andarci. Inizia a correre verso l’entrata, che distava una trentina di chilometri dal parcheggio. Niall mi urlò un ‘Ci vediamo all’entrata!’ che io capii all’istante e alzai il pollice in aria. Corsi all’entrata e aspettai. C’era una fila enorme, ma sarei rimasta lì per anni pur di entrare. La fila avanzava, e le mie emozioni si moltiplicavano sempre di più. Ero a due posti dall’entrare quando Francesca mi chiamò:
-Wei, Lai, che stai facendo?- disse tutta allegra.
-Sto per entrare nel London Eye!- dissi tutta eccitata.
-Cosa?! Stai per realizzare il tuo sogno, Lai! Dev’essere fantastico!- disse lei piagnucolando.
-Oh, Nuti, riuscirai anche tu a realizzare il tuo sogno! Dopo tutta la gente che ho conosciuto è sicuro che li conoscerai!- dissi io felice.
-Sì, hai ragione! A che punto stai con Niall?- disse lei maliziosa.
-Niente, come prima! Nuti, devo farmi passare questa cotta, lui non si metterà mai con me!- e gli raccontai nel giro di 2 minuti tutto quello che era successo. Appena finii di parlare Francesca emise un urlo da far volare via il cellulare dalla mia mano e far girare tutti i presenti, compresi il controllore. Nel preciso istante in cui tutti mi fissavano con sguardo truce, Niall arrivò correndo. Riprese un po’ fiato, si guardò intorno e si chinò vicino al mio orecchio e sussurrò dolcemente:
-Cosa hai combinato?-. Rimasi scioccata, non per quello che mi avesse chiesto, ma come. Me lo aveva sussurrato all’orecchio, spostandomi una ciocca di capelli  e sibilando lentamente le parole. Aveva un non so ché di sensuale, ma forse era frutto della mia fantasia. 
-Ho solo... detto qualcosina ad alta voce- dissi sorridendo. Poi sbraitai a Francesca:
-Mi hai fatto fare una figura di merda davanti a tutta la gente, solo perché ti sei fissata con questa cavolata! Adesso, se non ti dispiace, vorrei salire sul mio sogno!-.
-Quindi vorresti salire... su Niall? Pervertita...- urlò Francesca ridendo. In realtà faceva ridere anche me, ma cercai di trattenere una risata e dissi:
-No, il mio sogno, il London Eye! Adesso devo andare, non rompere le scatole con questa storia fino a stasera, capito?-.
-Aspetta, mi fai parlare con Niall? Dopotutto è il mio idolo, non il tuo!-. Valutai l’idea, e accettai sbuffando. Francesca fece un urletto, e iniziò ad assillarmi con la parola “Passamelo”.
-Non farmi fare figure di merda con Niall, fai la directioner e soprattutto calmati!-. Francesca mi rispose con la solita cantilena, così staccai il cellulare dall’orecchio e chiesi gentilmente a Niall;
-Potresti parlare un attimo con la mia bestfriend? È directioner anche lei...-.
-Oh, ma certo!- rispose Niall allegro, prendendo il telefono dalle mani. Iniziarono a parlare, mentre io fissavo Niall cautamente. Fortunatamente avevamo parlato in italiano, e Niall probabilmente non aveva capito nulla. Probabilmente... Le parole mi risuonavano nella testa: e se avessi capito quello che ho detto? E se sapesse che ho una cotta (vabbè, cotta...) per lui? Già si era quasi capito dall’abbraccio a Madame Toussad’s, ma se avesse capito proprio tutto?! Vabbè, sono una directioner, e ce ne sono così tante che le abbracciano così, senza motivo. Ma io non sono una directioner!  Solo che lui non lo sa...
-Signorina, è il suo turno, prego- disse il controllore. Niall chiuse velocemente la chiamata, e mi passò il cellulare. Il cuore mi batteva fortissimo, avevo i brividi su tutto il corpo e non riuscivo a non tremare. Rimisi il cellulare in tasca e cacciai il portafogli, ma Niall mi fermò con la mano e cacciò il suo.
-No, aspetta...- provai a pronunciare io, ma Niall mi superò dicendomi dolcemente (come al solito...):
-Per un evento così speciale, ci vuole un trattamento speciale!- disse sorridendo. Fissai il suo sorriso per secondi che sembravano interminabili, e mi svegliò Niall, che mi prese per mano e mi portò dentro le cabine enormi ed ovali della ruota. Guardai estasiata l’interno, e mi sedetti sulla panchina. La ruota si mise in moto, e Niall si sedette accanto a me.
-Come ti senti?- mi chiese.
-Sto tremando, e ho come un buco nello stomaco... poi mi batte forte il cuore, fortissimo!- dissi col fiatone. Non riuscivo a capire, però, se il cuore batteva a mille per Niall, o per il London Eye...



NIALL’S POV
La fissai per interminabili secondi. La ruota si muoveva lentamente, e ancora non si riusciva a scorgere il panorama. Lei si torturava le mani, mentre respirava piano per non farsi prendere dal panico. Sta per realizzare il suo sogno. E magari si ricorderà di questo, pensando “Quando ho realizzato il mio sogno, c’era un ragazzo, aspetta... era... Niall, mi pare si chiamasse. Sì, Niall”. Ero così vicino a lei, che persino il mio di cuore non la smetteva di accelerare. Sarebbe stato il momento perfetto per baciarla. Sono così vicino, che basterà avvicinarmi un po’ e prenderle dolcemente il viso, per poi mettere le sue labbra sulle mie. Dev’essere un’emozione assurda baciarla. Però non voglio farlo. Non sono sicuro, magari non mi ama, magari potrei fare una cazzata  e rendere il suo sogno un incubo. No, non voglio farlo, non ho il coraggio. Adelaide alzò lo sguardo e si bloccò. Si alzò piano, e si avvicinò al vetro.


Riuscivo a scorgere anch’io il panorama, ma lei ne era talmente abbagliata che si attaccò con le mani al vetro, come se volesse toccare quello spettacolo. Mi avvicinai a lei, guardando anch’io lo spettacolo che offriva Londra. Riuscivo a vedere il Big Ben che si affacciava sul Tamigi, il ponte che lo oltrepassava, dove ero passato anch’io, ai tempi di Xfactor. Non lontano si vedeva la stazione dell’Underground. Adelaide spinse il naso per vedere il ponte, cosparso si autobus rossi e taxi neri, nonché macchine di tutti i colori. Poco lontano dalla stazione c’era la cattedrale di Westminster. Adelaide mi afferrò la mano e attraverso la cabina. Dall’altro alto il panorama era diverso: si riusciva a vedere tutto il fiume che scorreva impetuoso, Buckingham Palace  e poco lontano lo Shard, il nuovo grattacielo. Adelaide guardava il suo panorama con gli occhi lucidi, sussurrando ogni tanto “È... è... è bellissimo!”, mentre io guardavo il mio, di panorama. Lei. Era lei il mio panorama. È qualcosa di così bello, grazioso e naturale, che qualunque altra cosa o persona non vale niente, in confronto a lei. I suoi occhi adesso sono di colore verde, forse perché quando piange diventano più chiari, e anche più magnetici. Mi poggio sul passamano, fissandola di nuovo. Devo dire qualcosa, sennò penserà sicuramene che sono un maniaco.
-Come ti senti?- le sussurrai. Lei continuò a guardare il panorama, poi si girò verso di me:
-Mi sento... felice- disse titubante.
-Come mai così titubante?- chiesi.
-Beh, non lo so, è solo che... per un momento mi è sembrato il giorno più bello della mia vita, col cuore che mi batteva forte, col le emozioni a mille, ma appena ho visto tutto il panorama, mi sono sentita vuota-. La guardo stralunato, pensando che è una cosa impossibile.
-Non credevo che sarei diventata così triste, adesso mi sento uno schifo. Mi sento vuota, come se non ci fosse più nulla per rendermi felice-. Strano, anch’io.
-Guardo il panorama che 2 secondi fa mi faceva rimanere a bocca aperta, e non fa più effetto. Che cosa è successo?- disse lei sedendosi sulla panchina, seguita da me. Ho capito, ho dannatamente capito. Dopo un anno, dopo un fottuto anno passato da asociale, ho capito che cosa mi è successo. So che cosa ho, so che problema mi affligge, so che posso finalmente tornare a vivere come una volta. Avevo un sogno, e l’ho perso. Il fatto di aver realizzato il mio sogno, quello di diventare cantante, mi faceva sentire vuoto, come se... non avessi più un sogno. Se non ci sono sogni, la vita non va avanti. È la mia non è andata avanti, perché non avevo sogni.
-Forse ho capito!- disse Adelaide ad un tratto:
-Ho realizzato il mio sogno, e adesso non ne ho più uno! È semplice, e anche stupido!- dice lei allegra, sorridendo. Ah, e io ci ho messo quasi un anno a capirlo.
-Beh, adesso dovresti... crearti un altro sogno?- consigliai io.
-Già, dovrei...- disse lei pensierosa. Chissà cosa sogna adesso, cosa vorrà realizzare. Io lo so già, appena ho realizzato di non avere più sogni, se n’è creato uno, il migliore di tutti. È lei il mio sogno, e adesso più che mai, ho bisogno di conquistarla. Non devo avere più paura di conquistarla, di baciarla o di abbracciarla. Sono un uomo oppure no? La conquisterò, e le farò capire che non sono Niall Horan dei One Direction, ma Niall. Ad un tratto la ruota si fermò, facendoci sussultare.
-Perché si è fermata?- chiese Adelaide guardandosi in giro.
-Non lo so- dissi io alzandomi, seguito a ruota da Adelaide.
-Ci siamo bloccati... sul London Eye!- urlò Adelaide terrorizzata. Forse l’idea di rimanere bloccata sul suo precedente sogno non le piaceva. Ad un tratto sentimmo una voce che diceva:
-Scusate signori, ma non si è bloccato nulla. Potete tranquillamente uscire dalla porta di servizio-. Ci girammo di scatto, notando il controllore di prima che ci fissava come se fossimo due idioti. Io e Adelaide trattenemmo una risata, uscendo dalla fila di persone. Appena attraversammo la strada, scoppiammo tutti e due in una fragorosa risata.
-Non ce ne siamo nemmeno accorti!- disse Adelaide tra le risate.
-Pensavamo fossimo bloccati... invece eravamo fermi... chissà da quanto tempo...- continuai io senza fiato.
-Ci hanno preso per scemi!- disse lei con le lacrime agli occhi. Prendemmo fiato, e ci incamminammo verso l’auto. Erano quasi le sette di sera, così le chiesi se aveva fame.
-Mi prendi in giro? Io ho sempre fame!- disse lei sorridendo.
Per la prima volta, dopo mesi, ritrovai me stesso. Corsi a rincorrere dei piccioni, iniziai a fare il coglione, canticchiare, scattare selfie e via dicendo. Adelaide non smetteva di ridere, e con le lacrime agli occhi mi diceva di fare cazzate dopo un’altra, sempre accompagnata da lei, che fece cadere una decina di bidoni, una ventina di biciclette e tre o quattro vecchiette. Alla fine ci sedemmo una panchina, cercando di riprendere fiato per le troppe risate.
-Niall, ti prego, avvisami la prossima volta che ti rivitalizzi così tanto, perché sei troppo divertente!- disse Adelaide. Rivitalizzi. Le parole mi fecero sorridere fieramente, quasi speranzoso. Ero vivo adesso.
-Credimi, mi sento più vivo che mai...- dissi col fiatone.
-Posso chiederti una cosa?- mi chiese lei.
-Beh, me l’hai appena chiesta- dissi io sorridendo. Adelaide aggrottò le sopracciglia, e poi si distese in una grossa risata.
-Ma se vuoi posso concedertene un’altra!- dissi anch’io ridendo.
-Okay, okay, ti volevo fare 2 domande, una già l’ho fatta, la seconda eccola: come mai eri così triste un’ora fa, e adesso sei improvvisamente diventato fuori di testa?-. Rimasi lì a guardarla, abbassando gli occhi.
-Semplicemente hai risolto il mio problema- dissi tranquillo io. Lai inarcò un sopracciglio. Mi fa impazzire quando fa così...
-Quando hai descritto come ti sentivi dentro dopo aver realizzato il tuo sogno, mi sono accorto che era lo stesso stato in cui mi trovavo io. E lì ho capito che non avevo più un sogno, e che dovevo crearmene uno alla svelta, se non volevo tornare come prima-. Adelaide mi guardò col solito sopracciglio inarcato e lo sguardo interrogativo.
-Ah- disse soltanto per abbassare gli occhi. La guardai per un po’, sperando che dicesse qualcosa. Ad un tratto sorrise, e mi guardò compiaciuta.
-Beh, ho appena salvato il mio idolo dalla depressione totale. Cosa posso chiedere di più dalla vita?- disse lei. La guardai sorridente.
-E quindi... quale sogno vorresti realizzare?- disse lei maliziosa. Oh cazzo.
-Non posso dirtelo- dissi cucendomi la bocca con le dita.
-E perché no?- chiese lei con la vocina dolce.
-Perché se lo dico non si avvererà mai- dissi io logico.
-Non è vero, è una cavolata. Su, dimmelo...- disse lei petulante, facendo gli occhi dolci. No, con quegli occhi non resisto...
  

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


ADELAIDE’S POV
Mi fissava con quegli occhi tremendamente azzurri. Oh Cristo, sto per svenire. Porca puttana troia, perché cazzo mi fissi così?! Vabbè, sto parlando con te, quindi è un po’ normale che mi guardi negli occhi, però... Ad un tratto Niall iniziò a fissarmi una guancia, e due secondi dopo iniziò a toccarla col dito.
-È fard?- chiese scrutando il mio zigomo. Se è fard?! Ma che cazz...
-Oh... no... queste sono le mie guanciottine alla Heidi! Sono l’unica in famiglia ad averle così rosse, e non so neanche perché! A scuola mi soprannominavano ‘Heidi’ per questo fatto...- dissi a Niall mentre continuava a fissare le guance con sguardo sospettoso.
-Attento, potrebbe cacciare una pistola da un momento all’altro!- dissi sarcastica. Niall rise, con quel sorriso stupendo che faceva risplendere tutto intorno. Stasera vuole proprio uccidermi: prima gli occhi, poi il sorriso... cos’è, adesso inizierà a piovere e la t-shirt ti si bagnerà così tanto che ti riuscirò a vedere i pettorali? Mi fossi fatta i cazzi miei! Iniziò a piovere di colpo, così io e Niall iniziammo a correre per la strada. Io non avevo la più pallida idea di dove fosse la macchina di Niall, e lui non ricordava il posto dove l’aveva parcheggiata.

Alla fine ci ritrovammo a camminare lentamente sotto la pioggia, con tutti e due le magliette appiccicate al petto. E con tutti e due, intendo seriamente tutti e due. Mezza Londra aveva visto il mio reggiseno bianco con le paperelle gialle coperto da un sottile velo di t-shirt bagnata. Cercavo continuamente di coprirmi con le braccia, ma presto mi stancavo e senza pensarci le riportavo giù. Ad un tratto Niall mi passò il suo maglioncino bianco.
-Serve più a te che a me- disse sorridendo leggermente. Lo presi sfiorandoli le mani, per sentire ancora quei brividi che mi facevano arrossire, e la misi davanti al mio petto. La sua t-shirt viola non lasciava intravedere nulla dei suoi pettorali.
-Comunque, carino il reggiseno con le paperelle!- disse Niall allegro, aprendo che la portiera della macchina, che aveva improvvisamente trovato. Divenni tutta rossa in viso, sentivo le guancette andare a fuoco. Mi sedetti in auto e per tutto il tempo pensai al fatto che Niall, dopotutto, mi aveva fissato le tette. Certo, il reggiseno, anche se non fissato, non passa di certo inosservato, però...
-Ehm, so che sei in uno stato... inadatto per andare in giro, ma dovrei passare a casa mia per prendere il cellulare che ho lasciato ieri. Non vado su Twitter da un giorno e già sto in astinenza!-.
-Oh, va bene- dissi io.
-Solo che... non ti ho avvisato perché mi è passato di mente, ma stasera dobbiamo andare direttamente a mangiare ad un ristorante, senza passare a casa...-. Normalmente, l’interlocutore che mi avrebbe avvisato così tardi, lo avrei ucciso. Ma l’espressione imbarazzata di Niall e le mani dietro la testa, mentre si sistemava i capelli, mi faceva impazzire, quindi...
-Ma io non posso andare così ad un ristorante!- esclamai facendogli notare i capelli umidicci e gli short fradici, tralasciando il reggiseno. Si giustificò dicendo:
-Lo so, e mi dispiace... a casa mia dovrei avere un phon e qualcosa che potrai indossare... Aspetta, non puoi indossare un vestito per andare ad un ristorante!- disse lui, buttando la testa sul volante. Fortunatamente eravamo al semaforo!
-Niall- dissi mettendo la mano sulla sua schiena in senso di conforto:
-Non c’è problema, sono uscita fuori da situazioni anche peggiori...-. Niall alzò la testa di scatto:
-Davvero?- disse lui guardandomi con occhi dispiaciuti.
-Certo! Mi basta un phon e una camicia, tutto qui!-. Niall mi guardo con un sopracciglio alzato. Poi alzò le spalle, e andammo a casa sua. Scendemmo davanti ad una villetta di due piani, che sembrava molto moderna. Aprì la porta e disse spalancando le braccia:
-Benvenuta nella mia umile dimora!-. Umile?! Sembrava una di quelle case che fanno vedere nelle pubblicità, quelle col giardino immenso, le scale in legno con gli spazi, la cucina ultramoderna, il televisore al plasma e il sofà bianco con un tavolino di vetro. Poi il tocco finale, che solo Niall poteva aggiungere: una parete completamente piena di chitarre appese, di tutti i tipi, e affianco a loro una batteria. Questa casa è da infarto. Niall mi risvegliò dai miei sogni:
-Lai, se avevi bisogno di quella camicia, la mia camera è al piano di sopra-.
-Ah, sì, vado subito- dissi eccitata correndo su per le scale. Aprii 3 porte, e finalmente all’ultima ci azzeccai. La camera di Niall era la cosa più semplice in quella casa. Il letto ben rifatto era bianco, le pareti erano coperte di carta da parati chiara e il pavimento era in parquet. Sulla parete su cui era messo il letto c’era la bandiera dell’Irlanda, e sui mobili c’erano solo foto di famigliari, dei ragazzi e di altri amici di Niall. Penso che abiterei proprio bene qui. Ma tanto non ci abiterò mai. Mi sedetti sul letto, e naturalmente era comodo. C’era profumo di Niall da tutte le parti. Mi alzai e aprii l’armadio. Da una parte c’erano una trentina di gadget di calcio e roba simile, mentre dall’altra c’era una parte di chitarre, e poi, in netta minoranza, nei cassetti c’erano dei vestiti, e anche della biancheria pulita. Mi guardai in giro, e presi un boxer, mettendolo ina ria, per esaminarlo. Sono fuori di testa, lo so, ma dovevo pur farlo, no? Il pacco è enorme, oddio. Poggio subito le mutande al loro posto e scelgo una camicia a quadri. Però, pensandoci bene, al ristorante devo andare elegante? Uscii dalla camera e mi affacciai  alle scale.
-Niall, ma al ristorante bisogna vestirsi eleganti?- chiesi io.
-Sì- urlo Niall dalla cucina, sicuramente intento a mangiare qualcosa. Ritornai in camera e cacciai una t-shirt blu che mi andava dannatamente grande e me la infilai, evitando di mettermi le maniche, che invece incrociai tra loro. Avevo appena creato un vestito da sera corto fin sopra le ginocchia con un corpetto mozza fiato. Potrei fare domanda per lavorare come uno stilista di  Armani, devono accettarmi per forza, guarda cosa sono capace di fare! Risi della mia stessa cazzata, e scesi al piano di sotto. Niall aveva indossato una camicia bianca e dei jeans, che avevo visto prima poggiati sul divano. Maledizione, fosse scesi prima per vederlo spogliarsi... Niall si girò mentre si aggiustava un polsino, e mi guardò con la bocca spalancata. Okay, probabilmente mi sgriderà perché ho praticamente sgualcito la sua t-shirt. Senza un motivo preciso mi sentivo Cenerentola, scendere davanti al mio principe con un favoloso vestito. Ma cazzarola Lai, smettila! 



-Sei uno schianto!- disse Niall sorridendo. Rimasi scioccata internamente. I miei ormoni urlavano, facevano esplodere fuochi d’artificio, cantavano cori incoraggianti e alcuni invece mi urlavano nelle orecchie “Bacialo adesso, o poi sarà troppo tardi” con una voce simile ad Albus Silente. Non mi drogo, lo giuro. Fuori invece c’era solo un sorriso. Ero ancora imbambolata per il suo complimento, quando mi chiese:
-Io invece, sembro elegante?-. Ero ancora paralizzata, completamente incosciente di quello che mi stava accadendo all’esterno, così sussurrai di nuovo “Sei uno schianto” per capire se era frutto della mia fantasia o lo aveva detto davvero. Mi ripresi giusto in tempo per vedere la faccia di Niall. Aveva un sopracciglio inarcato, e mi guardava con la bocca leggermente spalancata. Cercai di dire qualcosa, ma le parole uscivano dalla mia bocca solo come balbettii. Niall scoppiò in una fragorosa risata, e poco dopo anch’io.  Si piegò in due con le mani sulle pancia, mentre io mi coprivo la bocca reggendomi al divano. Niall iniziò ad andare in giro per la stanza, con le mani a mo’ di papera, e iniziò a camminare con passi piccoli, facendola la vocina stridula e dicendo “Aw, sì, sono proprio uno schianto, guarda che sedere!”. Scoppiai a ridere peggio di prima, buttandomi sul divano. Avevo le lacrime agli occhi, urlavo pietà per non ridere più perché di sicuro sarei crollata a terra, facendo più figure di merda di quanto ne avessi già fatte prima. Mi rialzai facendomi aiutare da Niall, che strinse il palmo della mia mano e mi portò fin davanti ai suoi occhi. Vabbè, oggi mi vuoi proprio morta, vero? Ero vicinissima ai suoi occhi, qualche millimetro e lo avrei potuto baciare. Niall sorrise e disse:
-Bene, siamo pronti per uscire!-, distolse lo sguardo dal mio e aprì il portone di casa, facendo segno di uscire. Entrammo in auto, e solo lì mi accorsi che: non ero truccata, non avevo minimamente notato lo stato dei miei capelli, e che ai piedi portavo solo un paio di Supra. Ed avevo lasciato la maglietta bagnata in camera di Niall. Fantastico, davvero favoloso.
 
NIALL’S POV
Non lo avevo fatto apposta a dirle che era uno schianto. L’avevo vista scendere dalle scale, con quel vestito corto fino alle ginocchia, blu come il mare, che mi avevo fatto impazzire ed avvampare, e dalle mie labbra è uscito un “Sei uno schianto!”. Poi lei lo aveva balbettato anche a me, ed ero scoppiato a ridere. Ero ancora abbagliato, nella mia mente era rimasta impressa l’immagine di lei che scendeva lentamente le scale, con un sorriso imbarazzato sul volto, gli occhi privi di trucco e splendenti come non mai, i capelli lasciati naturali, dato che erano ancora bagnati. Guardavo di nuovo Adelaide in auto, che guardava le sue Supra.
-C’è qualcosa che non va?- chiesi speranzoso.
-Ehm, no, è che... ho un vestito elegante, e ho delle Supra, e purtroppo... stonano alla grande...- disse cercando di essere meno invadente possibile. Per tutta risposta la guardai silenzioso, fermo al semaforo di prima, e poi le chiesi se i negozi di scarpe erano aperti fino a quell’ora. In un’ora entrammo in un negozio e le comprai dei tacchi blu con le perline, e dato che erano dannatamente alti,  la feci allenare  facendo dei passi intorno al negozio, aiutandola. Mise il braccio intorno alla mia spalla, e iniziò a camminare lentamente, mentre io dicevo “1, 2, 3, 4... Ottimo!”.  Sul trucco invece, non ci fu nulla da fare: io sostenevo che andava benissimo senza trucco, e che i capelli scompigliati in quel modo le donavano. Lei mi guardò con sguardo assassino, ma non ci feci caso e andammo al ristornate. Eravamo in ritardo, ma i ragazzi erano ancora al tavolo ad aspettare. Louis si girò e disse:
-Finalmen... Wow!- fissando Adelaide con gli occhi sbarrati. Nessuno di loro l’aveva mai vista così. Quei tacchi le fanno delle gambe stupende, e il vestito blu le sta d’incanto. I capelli invece sono qualcosa di meraviglioso: sono così naturai, non piastrati come li porta sempre lei, ma diversi... e sono perfetti. Così mangiammo al ristorante, con le ragazzine che ci chiedevano foto e le cameriere che arrossivano. Io e Adelaide mangiammo più di tutti, solo che io evitammo di ubriacarci. Adelaide aveva scolato un bicchiere, io invece ero al secondo. Stavamo per ordinarne un altro, ma Zayn ci fermò saggiamente, ed io e Adelaide, dopo averlo mandato a quel paese, accettammo. Tornammo a casa con le pance piene, completamente ubriachi di cibo.
-Se faccio un passo rotolo!- disse Adelaide buttandosi sul divano.
-Io vado a dormire!- disse Louis, seguito a ruota da Harry e Zayn. Io e Liam invece ci sedemmo dietro al divano, lui a fumare e io a guardare le stelle, chiacchierando con lui. Dopo un po’ Liam si alzò esausto per andare a letto. Gli augurai la buonanotte, e lui per tutta risposta disse:
-Ci pensi tu a lei?-. per un instante mi sono chiesto “Ma lei chi?”, poi mi  alzai e vidi che Adelaide era stesa sul divano, mentre dormiva. Aveva la bocca leggermente aperta, le mani sotto la testa e le gambe rannicchiate al corpo. Annuii a Liam, che fece un sorrisetto da depravato, e gli lanciai silenziosamente un cuscino. Trattenne una risata, e salì sopra. Presi piano Adelaide, mettendo una mano sotto le ginocchia e un’altra sotto le spalle. Lei non si svegliò, ma mosse leggermente la testa, poggiandola sul mio petto. Un brivido mi percorse il corpo, facendomi tremare le mani. Salii piano le scale ed entrai in camera di Adelaide, dove Liam aveva aperto le lenzuola. La poggiai delicatamente sul letto, inspirando il suo profumo.
Oddio, non resisto.
La ricoprii leggermente col lenzuolo, gli diedi un bacio sulla fronte e uscii. La tentazione però era troppo forte. No, non posso fare una cosa del genere!
Ma i baci nel sonno sono i migliori...
Non posso!
Tanto dorme! Aveva gli occhi chiusi, respirava tranquillamente e le labbra formavano una linea perfetta.
E se... se ne accorgesse?
Ma sono così vicino...
Mandai a farsi fottere il mio buon senso e la baciai.

Cazzarola che bacio. Ho un solo aggettivo per descriverlo: wow. Che poi, non è proprio un aggettivo, è più... buh, non so neanche che roba è un wow. Non avevo mai sentito tutta quell’adrenalina in corpo. Non avevo mai baciato labbra come le sue. Così morbide, così diverse... Sono qualcosa di indescrivibile, davvero. Il mio cuore non la smetteva di battere freneticamente, e il corpo era tutto un brivido. Entrai in camera mia barcollando e buttandomi su letto. Ripensai al sorriso che gli si era stampato in faccia appena dopo il bacio. Quindi gli era piaciuto? Dopo tutto quello che era successo, dopo avermi salvato la vita da un altro momento di depressione, dopo avermi fatto capire quanto fosse importante per me, dopo aver creato un altro sogno, ho finalmente capito quello che devo fare con te, piccola. Perché io ti conquisterò. E non da Niall Horan, cantante dei One Direction, ma da Nialler, un ventenne irlandese innamorato follemente della ragazza del London Eye. Credimi, dolcezza, adesso il coraggio l’ho ritrovato, e fidati, non te ne pentirai. Sognai il suo bacio tutta la notte, assaporandone il gusto, sognandone altri e altri, ovunque, col cuore che martellava ancora. Mi svegliai felice come non mi succedeva da tempo. Finalmente ero riuscito a dormire una notte di fila, perso tra le sue meravigliose labbra. Scesi le scale e mi ritrovai in cucina, dove i ragazzi facevano colazione.
-‘Giorno- dissi grattandomi la testa, mentre aprivo il frigo in cerca di qualcosa da mangiare.
-Niall- chiese Louis:
-Che ti è successo ieri sera? Ero così, così... vitale! Non eri così felice da tempo. C’entra qualcosa il fatto che l’hai portata a casa tua?-. Tutti i ragazzi si girarono fulminei verso di me, mentre io mi sedevo tranquillo sulla sedia.
-Ho capito perché ero depresso. Mi ha aiutato Adelaide-. I ragazzi si scambiarono un’occhiata, e Liam disse:
-Spiegati meglio. Ti ha fatto da psicologa o te la sei portata a letto?-. Lo guardai male, e dissi scandendo bene le parole:
-No, non me la sono portata a letto! Lei ha realizzato il suo sogno da una vita, e si sentiva come me. Quindi mi ha detto che non aveva più un sogno. Così ho capito che non aveva un sogno e dovevo crearne un altro per tornare come prima!-. I ragazzi mi guardarono incitanti.
-Eh...?- disse Zayn incitandomi a continuare.
-E me ne sono creato un altro-. I ragazzi mi guardarono perplessi.
-Indovinate un po’ qual è?- dissi sarcastico. I ragazzi indicarono contemporaneamente il piano di sopra. Io annuii, sistemandomi meglio sulla sedia. I ragazzi si guardarono con facce compiaciute e tornarono a fare colazione.
-Ah, poi l’ho baciata- dissi tranquillo. Harry quasi si strozzò coi pancake, Louis mi fissò col latte che gli colava dalla bocca, Zayn andò a sbattere contro il frigo e Liam sputò tutto lo Starbucks a terra.
-Che c’è? È così strano che baci una ragazza?!- dissi risentito. Louis mi abbracciò dicendo più volte “Non è gay, oddio non è gay” facendo la voce da commosso.  Liam si asciugò un lacrimuccia finta, Zayn si avvicinò a me facendo una faccina maliziosa, alzando più volte le sopracciglia, Harry invece continuò a mangiare i suoi pancake come un lama.
-Eh, quando è successo?- chiesero i ragazzi emozionati.
-Stanotte- dissi accendendo la tv.
-Quindi avete fatto anche...- disse Liam estasiato, finchè non lo bloccai io con un categorico “No”. Louis mise le dita sul mento e socchiuse gli occhi a pensare. Dopo un secondo mi fece spaventare facendomi andare di traverso il cornetto urlando:
-Ma lei... LO SA?!-.
-Urla più forte, la Regina non ti ha sentito! Comunque no, non lo sa...- dissi facendo finta di niente. Louis mi guardò male, sussurrando “sei un casino, Niall, un casino...”. Io lo guardai sorridendo.
-Quindi l’hai baciata nel sonno?- disse Liam sorridendo.
-Sì, romantico no?- dissi allegro. Liam è sempre stato dalla mia parte, in questi casi, Louis invece pensa che sia una totale catastrofe in queste cose.
-Come è stato?- chiese Harry, che sembrava non avesse sentito nulla della conversazione, ma invece aveva sentito tutto.
-Credimi, non ho mai baciato labbra come le sue, è stato favoloso. Avevano un sapore fantastico, non saprei quale... Forse fragola. No, zucchero filato, perché dopo la cena è andata a prendersene un po’. Ah, dopo averla baciata ha sorriso!-. 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


ADELAIDE’S POV
-Chi, ha sorriso?- chiesi entrando assonnata nella cucina, dove i ragazzi facevano colazione. Louis si girò radioso verso di me, esclamando:
-Oh, Eleonour, la mia ragazza. Ha sorriso dopo che l’ho baciata nel sonno-.
-Wow, che coincidenza, anche io ho sentito un bacio sulle labbra stanotte!- dissi prendendo lo Starbucks col mio nome. I ragazzi si girarono allarmati verso di me. Li guardai con un sopracciglio inarcato.
-In che senso?- chiese Niall. Dio, stamattina con quei capelli scompigliati è dannatamente sexy.
-Forse me lo sono immaginato, oppure stavo baciando il cuscino, ma stavo facendo un brutto sogno e ad un tratto qualcuno mi ha baciato. È arrivato N...- mi bloccai di colpo, diventando paonazza.
-N...?- disse Louis sospettoso.
-No, non volevo dire N, volevo dire uN principe azzurro che mi baciava, ed effettivamente... ho sentito un bacio sulle mie labbra- dissi tranquilla, scolandomi lo Starbucks in un sorso.
-E... com’era il bacio?- chiese Liam speranzoso. Ma che hanno?!
-Ragazzi, che avete?!- chiesi sospettosa guardandoli male.
-No, perché stanotte uno di n...- Louis si bloccò di colpo perché qualcuno gli diede un calcio da sotto il tavolo.


Non vidi di chi fu la colpa, ma Louis diventò improvvisamente rosso e disse sorridendo forzatamente:
-Vado in bagno!-, camminando verso il bagno con una mano sul sedere, probabilmente dolorante.
-Perché mi state chiedendo com’era il bacio?- chiesi allarmata. I ragazzi smisero di guardare il culo di Louis che sparì dietro la porta e si girarono verso di me.
-Perché c’è un molestatore che gira per le case ed entra molestando le ragazze- disse Zayn paonazzo. I ragazzi si girarono verso di lui con un sopracciglio inarcato, e anch’io. Feci finta di credergli.
-Davvero?- dissi stupita. Zayn annuì, come i ragazzi. Mi avvicinai al frigo ed esclamai:
-Beh, bacia bene per essere un molestatore!- dissi prendendo la panna spray dal frigo. I ragazzi mi guardarono stupefatti, dopodiché Liam alzò le mani al cielo e disse:
-Beh, complimenti al molestatore!- abbandonando la stanza. Zayn e Niall sorrisero, provocando una folta di farfalle nella pancia. Cazzo, Niall, non sorridere in quel modo, il mio povero stomaco...
-Ah, Adelaide, volevamo proporti una cosa!- disse Niall alzandosi dalla sedia. Quella parola mi bloccò. Ogni dannatissima volta che qualcuno mi diceva “Devo farti una proposta” era sempre e solamente una sola domanda: “Vuoi metterti con me?”. Dopo questa domanda ho sempre passato delle orribili esperienze. Aspetta, ma se lui vuole farmi una proposta, non vorrà mica chiedermi di mettermi con lui? Ma poi davanti a Zayn?!
-Avremo bisogno di una ragazza che ci aiuti a scegliere dei vestiti decenti per incontrarci con un produttore tv, e tu mi pari perfetta, perché sei una ragazza, e perché... beh, da ieri sera, abbiamo notato che ci sai fare con i vestiti!- disse Zayn allegro, strofinandosi le mani. Sono lusingata, vogliono che li accompagni per prendere dei vestiti.
-Certo, mi farebbe molto piacere!- dissi sorridendo. I ragazzi vennero avvisati e andammo tutti a preparaci. Io indossai una t-shirt nera, una giacca di flanella e degli short, aggiungendo una collana lunga. Uscimmo da casa ed entrammo in auto. Il negozio si trovava al centro di Londra, nella via dei negozi sportivi. Passammo un quarto d’ora a trovare parcheggio, sporgendomi dal tettuccio  e scrutando la strada come un marinaio, mettendo la mano sulla fronte per coprirmi dal sole.
-Corpo di mille balene, ai miei tempi i parcheggi esistevano per parcheggiare, non per questo schifo!- dissi imitando una voce da vecchio arrabbiato, facendo ridere i ragazzi. Dopo averlo trovato, uscimmo dalla macchina e ci incamminammo. Eravamo a pochi isolati dal parcheggio, quando scorsi due ragazzine che ci seguivano. Digitavano qualcosa sul cellulare, e guardavano i ragazzi con emozione. Poco dopo le ragazzine aumentarono. Mi avvicinai a Niall e gli sussurrai:
-Perché tutte quelle ragazzine ci seguono?-. Niall mi guardo con un mezzo sorriso, e sussurrò:
-Ti sei dimenticata che stai passeggiando con i One Direction?-. In effetti sì, me ne ero proprio scordata.
-Posso almeno stare accanto a te? Mi mettono soggezione...-.
-Certo!- disse Niall allegro. Non lo faccio apposta, ma sembra che ogni situazione mi porti a stare accanto a lui. Lo ammetto, a volte sono io che lo voglio, ma lo faccio per stargli il più vicino possibile, perché so che andrò via e non li rivedrò mai più. E il cuore mi si stringerà come una morsa. Le ragazzine sono aumentate, ci stanno praticamente attaccate e non mi fanno quasi respirare. Sono venuti dei bodyguard, i primi che mi sorvegliano in vita mia, e dai batti cinque che si sono dati, evidentemente conoscono i ragazzi. La folla continua a spingere, e io mi sento soffocare sempre di più. La testa inizia a girarmi, l’aria diventa sempre più soffocante.
-Lai, tutto bene?- chiede Niall prendendomi la mano. Okay, adesso ho più motivi per sentirmi male...
-Non direi...- dico barcollando. Niall mi prende giusto in tempo per le braccia stringendo inoltre la mia mano. Brividi, porca puttana... Dice ai ragazzi di fermarsi, e loro fanno segno di seguirli dentro un negozio, che pare la mia salvezza, piano di bodyguard con occhiali scuri e auricolari. Entriamo dentro al negozio e mi butto a terra. Respiro a fatica, e i ragazzi mi guardano preoccupati.
-Ma è così tutti i giorni per voi?- dico con affanno.
-Beh, sì...- sospirano loro. Butto la testa all’indietro, respirando con calma. I ragazzi sembrano preoccupati, Niall sembra dannatamente preoccupato. Oddio...
-Ci dispiace. Sai, non usciamo spesso per non avere queste folle, e le poche volte che usciamo sono tutti... emozionati, ecco. In Italia sono molto più educate, ma qui siamo in Inghilterra, e...-. Ah, ora capisco perché vi piace tanto l’Italia. Beh, effettivamente siamo proprio un paese figo. Certo, con dei politici coglioni, ma rimaniamo comunque fighi.
-Lai, tutto bene?- chiede Niall fissandomi negli occhi. Solo adesso noto che il mio nome soprannome in inglese cambia pronuncia, diventando “Lei”.
-Sì...sì, sto bene ragazzi. Chiedetemi qualunque consiglio-. I ragazzi si rilassarono, iniziando ad andare in giro per il negozio chiedendomi aiuto ogni tanto. Iniziai a non fare più caso a tutte le ragazzine che mi fissavano fuori dai vetri. Chissà se sanno chi sono, o pensano che sia chissà chi...
-Lai, questa camicia stona con questa maglia?- disse Niall mettendo la camicia accanto alla felpa che indossava.
-Niall, quella è una felpa...- dissi ridendo. Niall si guardò la felpa, e si accorse di non indossare una t-shirt. Rise anche lui, e si tolse la felpa. Mi girai e le ragazzine iniziarono a urlare istericamente. Mi girai e vidi Niall a petto nudo. Ah, ora capisco. Le ragazzine urlavano, tanto che dovetti andare ad un altro reparto, dove Liam stava scegliendo tra giacca blu o nera.
-Secondo me dovresti scegliere quella blu, si abbina di più alla camicia- gli consigliai io. Liam si girò verso di me, squadrò le camice e approvò:
-Sì, è vero, ci sta meglio, grazie-. Alzai le spalle.
-Ti piace vero?- chiese Liam guardandomi.
-In realtà non mi piacciono le giacche, ma quella b...-.
-No, non diceva la giacca- disse Liam sorridendo e scuotendo la testa.
-Io parlavo di Niall- disse serio. Diventai improvvisamente rossa. Porca merda, mi ha scoperto.
-No, certo che no. Lui è solo il mio cantante preferito, tutte le directioner fanno così- dissi evitando il suo sguardo.
-Lai, credimi, ho visto tante directioner guardare Niall, e per quanto possano amarlo, non ho mai visto una ragazza che avesse lo stesso sguardo di quando lo guardi tu. Ti piace, vero?-. Okay, sono fritta. Abbassai la testa e mi morsi un labbro. Se lo ha scoperto lui, forse lo ha capito pure Niall. E se non l’ha capito Liam potrebbe rivelargli tutto. Mi girai verso di lui. Lo prego in ginocchio o lo minaccio di morte?
-Sta tranquilla, non glielo dirò- disse Liam sorridendo. Feci un sospiro di sollievo. E adesso che faccio?
-Secondo te lui se n’è accorto?- chiesi tremante a Liam. Perché sto tremando?!
-No, Niall non riesce a capirlo, ma questo è un bene, no?- disse Liam guardandomi con un mezzo sorriso. Quel mezzo sorriso non mi piace.
-Già- dissi malinconica continuando a guardare i vestiti.
-E hai intenzione di dirglielo?- chiese Liam curioso.
-Assolutamente no!- affermai io, con voce rotta. Mi sento sempre più triste, e col cuore spezzato.
-Perché non dovresti?- mi chiese Liam avvicinandosi. Abbassai lo sguardo, cercando di ricacciare le lacrime.
-Perché non dovresti?- mi ripeté Liam. Ad un tratto qualcuno mi prese per il colletto da dietro. Una voce roca mi urlò:
-Tu, ragazzina, fuori!-, e iniziai a essere trascinata verso la porta. I ragazzi si allarmarono subito, urlando di fermarsi al tizio che mi stava portando via.
-Mi spiace ragazzi, ma gli ordini sono chiari, dovete avere la vostra privacy!- disse di nuovo la vociona roca, mentre io cercavo di liberarmi almeno dal colletto, che mi stava praticamente strozzando. Questa giornata è soffocante, prima la massa di ragazzine, adesso il colletto!
-Andy, lei fa parte della nostra... privacy...- accennò Zayn balbettando.
-In che senso?- disse la voce roca fermandosi.
-Lei è l’ospite, quella di cui ti stavamo parlando l’altro giorno in aereo!- disse velocemente Niall, levando lentamente le mani di Andy dal mio colletto. E per sbaglio Niall mi ha sfiorato il collo, facendomi venire i brividi. Per un nanosecondo ho sognato che mi baciasse il collo, ma l’ho subito eliminato.  Appena fui libera mi allontanai dal mio possibile assassino e mi girai. Niall mi prese le mani e mi guardò fissa negli occhi:
-Ehi, va tutto bene?- disse dolcemente. Morte tra 3, 2, 1...
-Sì, grazie mille Niall-.
Andy mi guardava sprezzante dalla sua forma imponente. Niall mi prese sottobraccio e mi presento a Andy:
-Andy, Adelaide. Adelaide, Andy-. L’omone mi porse la mano, ma io mi limitai a guardarla spaurita per stringermi di più a Niall. Okay, faccio di tutto per stare accanto a lui, ma che ci posso fare io se non lo vedrò mai più?

NIALL’S POV
Gli era piaciuto il mio bacio, ancora non me ne capacitavo. Louis è gran rompiballe, il calcio dietro il culo gli è servito per farglielo capire. Forse un po’ posso piacere ad Adelaide, e adesso sono anche più stimolato di prima. Lei se ne andava tranquilla per il negozio, si è messa a parlare con Liam, quando ad un tratto Andy l’ha presa per il colletto. Tutti quanti ci siamo allarmati, dicendo a Andy che era nostra amica, ma non ci ha creduto. Adelaide intanto non respirava, e cercava di liberarsi dal colletto. Fortunatamente l’abbiamo salvata, ho tolto le manone di Andy dal colletto di Adelaide e per sbaglio le ho sfiorato il collo. Questo ha provocato tanti, tanti brividi, e una voglia sfrenata di baciarle il collo. Oddio, dev’essere una cosa stupenda. Rimasi ancora qualche secondo a pensarci, dopodiché presentai Adelaide a Andy. Lui le porse la mano, ma lei indietreggiò e si strinse a me. Cazzarola, sembra un cucciolo indifeso. Baciami ti prego. Come minchia faccio a passare da pensieri così dolci a così pervertiti? Vabbè, un bacio non è nulla di pervertito, però dipende dai punti dove... Ok, basta! Uscimmo dal negozio, dove fortunatamente si era creata una specie di stradina vuota con le fan ritirate dietro le transenne. Adelaide mi lasciò la mano e indicò il bar. Capii all’istante, e le feci un segno. Le fan continuavano ad urlare, a chiedere autografi, volevano baci e abbracci, tutto in una sola volta. Rimanemmo lì per ben 10 minuti, a scrivere i nostri nomi e baciare sconosciute. Alla fine i bodyguard si spazientirono e ci portarono via di peso. C’era un solo problemino: dove cazzo stava Adelaide? Mi girai da tutte le parti, scostai bodyguard, ma di Lai neanche l’ombra. Cominciai ad andare nel panico, quando ad un tratto mi squillò il cellulare. Il numero non lo conoscevo, così risposi.
-Pronto?-.
-Indovina?- disse una voce fin troppo stupenda dall’altro capo del telefono.
-Lai! Dove cazzo sei?- dissi spaventato.
-Ehi, tranquillo, sono in un taxi e sto tornando a casa. Quando sono uscita dal bar ho visto che eravate presi a firmare autografi e ho preso un taxi. Spero di arrivare prima di voi così vi preparo qualcosa di buono!- esclamò contenta. Sospirai sollevato:
-Okay, non vediamo l’ora. Ci vediamo lì-.
-A dopo!- disse lei chiudendo la chiamata. Avvisai i ragazzi che era tutto apposto. Entrammo dentro l’auto, salutammo i bodyguard e ci avviammo verso casa. Durante il tragitto passammo davanti alla 02 Arena. Che cosa avrebbe fatto Lai oggi pomeriggio? Spero non avesse nulla in programma, perché sapevo io dove andare.


Entrammo a casa, e sentimmo il profumo di pizza. I miei film mentali iniziarono a tornare dopo tanto tempo. Immagino di tornare a casa dopo essere stato in sala registrazione. Apro la porta e un odore di pizza fatta in casa mi riempie le narici. Poggio la borsa a tracolla sul divano. Il salotto è pieno di giocattoli, come al solito, e sento le urla dei bambini che corrono in giardino. Qualcuno mi mette le mani davanti gli occhi, oscurandomi la vista.
-Ehi, sono sporche di sugo!- mi lamento io.
-Shh, le domande qui le posso fare solo io!- comanda la voce.
-Vai avanti- dico sorridendo.
-Indovina un po’ chi sono?- dice la voce allegra.
-Analizzando le mani, noto che le ho baciate più volte, che hanno due anelli che conosco molto bene, quello del fidanzamento e la fede- dopodiché lecco la mano. La voce ride.
-Beh, da come degusto, è sugo, e dato che l’unica persona che in casa cucina oltre a me è la mia mogliettina, sì, è sicuramente Zayn!-. La voce non riesce più a trattenersi, che finisce in una splendida e contagiosa risata. Prendo le mani e faccio fare una piroetta alla proprietaria. La mia tenera mogliettina mi sorride mettendo le mano dietro al mio collo, scoccandomi un leggero bac...
-Niall! Niall! Il pilastro!- mi urla Zayn. Sbattei forte il naso contro il pilastro, che purtroppo non avevo minimamente notato. I film mentali danneggiano gravemente alla salute, non solo mentale.
-Niall, stai bene?- disse Adelaide preoccupata.
-No, sta tranquilla, ero sovrappensiero, e... bum!- dissi sorridendo. Sorrise anche lei. La protagonista del mio film mentale era davanti ai miei occhi. In situazione diversa, certo, ma era comunque lì. Adelaide aveva preparato delle splendide pizze all’italiana, quelle che non si comprano al supermercato. Mangiammo tutti quanti facendo i complimenti alla cuoca, che ordinò a qualcuno di pulire i piatti. L’ultimo a uscire fu Harry, e fu costretto a pulire tutti i piatti, senza lavastoviglie. Mentre eravamo in salotto, vidi Adelaide annoiata sul divano. Mi sedetti accanto a lei e le chiesi:
-Annoiata?-. Adelaide annuì.
-Quindi teoricamente non hai programmi per il pomeriggio?- chiesi. Adelaide scosse la testa. Sorrisi.
-Conosci la 02 Arena?- chiesi.
-Certo, è lo stadio più grande di tutta Londra- disse lei convinta.
-Beh, se vuoi vedere una cosa mai vista della 02 Arena, ti consiglio di prepararti in fretta- le dissi entusiasta. Adelaide sorrise interrogativa e si alzò, andandosi a preparare. E io? Okay, sono messo uno schifo, meglio afferrare qualcosa dall’armadio. Salii in camera e indossai una t-shirt con un maglioncino nero sopra, jeans e Supra. Scesi le scale e aspettai Adelaide. Ad un tratto sentii dei passi provenire dalle scale. Adelaide scese sorridendo imbarazzata. Indossava un vestito color rosa pallido lungo fin sotto alle ginocchia, con un cinturino in vita e un giacchettino scuro. Era stupenda, cavolo.
-Stavolta non dico niente- dissi alzando le mani. I ragazzi non capirono, ma Adelaide scoppiò a ridere coprendosi con la bocca. Uscimmo e andai a prendere l’auto. Durante il tragitto ballammo sulle note dei Thirty Second To Mars , dopodiché iniziò a salutare la gente che passava per strada, ricevendo degli insulti e delle dita alzate. Si alzò sul tettuccio e urlò “CIAO LONDRAAAAAAAAAAAAAAA”.  Finalmente arrivammo. Adelaide guardò la 02 Arena con la bocca aperta.
-Voi vi siete esibiti qui?- chiese Adelaide fissandomi incredula.
-Certo, conosco le quinte di questo posto a memoria. Mi ci sarò perso una dozzina di volte in 3 anni!- dissi entrando nello stadio.
-Davvero?- disse Lai divertita. Io annuii. Lo stadio era vuoto, senza anima viva.   Però c’era un pallone abbandonato a se. –
-Che ci fa un pallone lì- chiese Adelaide facendolo girare fra le mani.
-Passa- dissi ad Adelaide. Lei guardò la palla con sguardo speranzoso, la lanciò e la presa col piede, tenendola in equilibrio, dopodiché la fece rimbalzare un paio di volte e me la passò.  Rimasi scioccato.
-Non sapevo ci sapessi fare così bene con la palla!- dissi sorridendole.
-Mio fratello non aveva nessuno con cui giocare, aveva solo me, e allora mi ha insegnato un paio di cose... Anche se stavolta è solo fortuna, di solito non mi esce mai...- disse alzando le spalle. Non potei fare a meno di guardarla. Tranquilla, con le mani in tasca, che palleggiava un po’ col pallone. Era tutto quello di cui avevo bisogno, e lei non lo sapeva. Voglio baciarla. Porca puttana, ho bisogno delle sue labbra. Dopo averle fatto fare qualche altro tiro, la portai con un ascensore sul tetto.
-Niall, dove stiamo andando?- chiese guardando i vetri dell’ascensore.
-Verso la sorpresa!- dissi allegro. Finalmente l’ascensore si fermò e si aprì. Il tetto della 02 Arena era enorme, pieno di luci e fili metallici, che illuminavano tutto. Per non parlare del panorama, tutta la penisola del Tamigi illuminata dai raggi del sole pomeridiano, con l’odore di thè che inebria l’aria.


-’Sto posto è sempre pieno di thè. Appena sono arrivata c’era odore solo di quello!- disse Adelaide allegra, uscendo dall’ascensore. Il tetto ha il pavimento grigio, e una specie di stradina circondata da pali di sicurezza, giusto per non far suicidare la gente.
-Ti piace il posto?- chiesi uscendo anch’io. Adelaide fece una specie di piroetta con le braccia aperte e sorridente.
-Cavolo, è favoloso Niall!- disse Adelaide con sguardo sognante. Alzò lo sguardo verso il basso, ritrovandosi a più di 20 metri dalla terra.
-Oddio- sussurrò avvicinandosi velocemente a me.
-Ti spaventa un po’?- dissi guardandola sbucare da dietro il mio braccio. Annuì lievemente. Le sorrisi, e sorrise anche lei.
-Non ho mai avuto paura delle altezze fino ad adesso- disse lei dispiaciuta.
-Ehi, sta tranquilla- dissi poggiando la mia mano sulla sua. Fece un gran respiro e si scostò da me, guardando il panorama.
-Ti va di sederti?- chiesi calmo a Lai. Lei annuì, seguendomi e sedendosi. Chissà perché l’aria stava prendendo una piega malinconica. Adesso staremo in silenzio per non si sa quanto tempo, finchè uno di noi dirà qualcosa di profondo. Di certo non io. Io non ne sono capace, anche se ho scritto un paio di canzoni stranamente profonde.
-Sono innamorata Niall- disse Lai ad un tratto. Gesù Cristo. Porca di quella puttana in calore. Oddio. Il tempo è diminuito.
-So che non te ne può fregare di meno, e non ho neanche intenzione di chiederti dei consigli, volevo solo dirlo a qualcuno-. Sono scioccato. Tanto tanto.
-Io non sono una ragazza che si innamora facilmente, devo per forza conoscere fino in fondo una persona prima di provare qualcosa. Invece no, con lui è stato amore a prima vista. È bello da far paura, Niall. Lui non mi amerà mai, ma io sì. Sembro folle, ma penso che sia lui il mio vero amore. Tutti mi dicono di tentare, ma io non ho coraggio-. Magari provasse tutti questi sentimenti per me. Il momento profondo è arrivato, e io non so cosa dire. Voglio sapere chi è questo fortunato del cazzo, giusto per urlargli qualche insulto.

ADELAIDE’S POV
-Se ti fa stare meglio, anch’io sono innamorato di una ragazza, che probabilmente non mi amerà mai- disse lui calmo. Porca vacca.
-E neanch’io ti chiedo consigli, perché non ho speranze-. Mi sento uno straccio bagnato.
-Al contrario tuo, io mi innamoro al primo sguardo, finendo solo per farmi spezzare il cuore. Solo che lei è... è diversa. Non ho mai provato nulla di simile per qualcun altro, Lai. È la persona più bella che abbia mai visto, davvero. Ma per lei sono solo un cantante famoso, niente di più. Non potrà mai amarmi veramente, ed è proprio questo il problema. Non saprò mai se mi ama perché sono Niall Horan degli One Direction, o perché sono Nialler. Questa cosa mi distrugge- disse abbassando la testa. E pensare che io lo amo e basta. Mi piace lui, mi piace Nialler, di questo ne sono sicura. Beata la ragazza di cui sei innamorato Niall. Vorrei solo insultare questa cogliona, solo per farle capire con chi dovrà vedersela se le passasse in mente di mettersi con lui. Però Niall sarà triste. E poi io non ho speranze. Una lacrima mi scese per la guancia, senza controllo. Niall lo notò, e si avvicinò a me.
-Oh no, non volevo metterti tristezza. Scusami, sono un idiota- disse lui asciugandomi la lacrima. Questo sarebbe il momento perfetto in una fan-fiction per il bacio. Francesca mi raccontava sempre che i baci accadevano così. Ma questa non è una fan-fiction, è la vita vera (?). Tolsi la sua mano dal mio viso e lo abbracciai forte. Strinsi le mie braccia intorno al suo petto, mentre le lacrime scendevano rapide. Porca miseria Niall, sei tu quel ragazzo. E non potrò mai amarti, e dirti quello che provo sarà solo una perdita di tempo. Lui strinse a sua volta le braccia intorno alla mia schiena, carezzandola piano. Avrei voluto rimanere in quel modo per l’eternità.
-Ehi, su con la vita. Non puoi demoralizzarti adesso! Ti darei qualche consigli, ma sono una frana in questo, quindi posso solo dirti che domani conoscerai le Little Mix!- disse Niall radioso in volto. Sorriso perfetto, labbra perfette, occhi e viso perfetto. Ecco un altro perfetto momento per un bacio. Urlare come una pazza sarebbe esagerato, quindi mi limitai ad alzare la testa con un lieve sorriso, e sussurrare:
-Cavoli, è vero!-. Niall sorrise. Porca cacca, smettila di sorridere, se non vuoi ritrovarti le mie labbra sulle tue!
-Ah, e stasera ti ritroverai in una delle più famose discoteche di Londra. Il Funky Buddha!- disse lui scattando velocemente in piedi. Sbaglio o era lui il più pigro del gruppo? Scattai un po’ meno velocemente in piedi anch’io, e urlai:
-E mi divertirò come una matta!-.
-Sì!- disse lui allegro quanto me.
Tornammo a casa più felici che mai. Salii velocemente le scale e mi buttai sotto la doccia. Volevo cambiare la situazione, volevo mettere d’accordo il cervello e il cuore. Il cervello diceva categoricamente che era famosissimo, il cuore mi urlava che era bello, e tenero, il cervello sbraitava che non potevo rischiare così tanto, il cuore diceva di buttarmi. Uscii velocemente dalla doccia prima che il cervello attaccasse il cuore provocando un infarto. Misi l’accappatoio ed uscii dalla stanza, mentre il cellulare squillò.
-Lai, come va?- disse Francesca eccitata dall’altro capo del telefono.
-Vuoi che ti racconti tutto quello che abbiamo combinato?- chiesi sorridendo.
-Oddio, che avete fatto?- chiese lei eccitata. Le raccontai del London Eye, del mio nuovo sogno, del nuovo sogno di Niall, del fatto che si era rivitalizzato, di casa sua, dei boxer enormi, del mio abito improvvisato, del “Sei uno schianto!”, delle risate, dei tacchi e della cena.
-E poi cos’è successo?- chiese lei tra le risate.
-Beh, mi sono addormentata sul divano, e al mattino mi sono improvvisamente trovata nel letto. Poi è successo un fatto strano!- dissi pensierosa.
-Oddio, cosa?- urlò eccitata Francesca.
-Beh, forse me lo sono solo immaginata, ma ho sentito un bacio, sulle labbra, mentre dormivo...-. Dall’altro capo del telefono c’era un silenzio imbarazzante.
-Beh, come ti ho già detto è probabile che me lo sia immaginata... magari era Loki che mi ha leccato la faccia, o io che baciavo il cuscino, non so...- altro silenzio.
-Comunque qualunque cosa fosse, baciava davvero bene, e mi sono venuti i brividi, e credo che fosse il più bel bacio della mia vita!- urlai a Francesca. Stavolta non ci fu il silenzio, ma un vero e proprio “urlo party”.
-O MIO DIO! MA TI RENDI CONTO CHE IN UNA CASA PIENA DI RAGAZZI COOL, TU, MALEDETTA FORTUNATA CULOSA DEL CAZZO, TI SEI SENTITA BACIARE? MA SECONDO TE CHI CAZZO POTEVA ESSERE, EH?! GESÙ CRISTO?!-. Rimasi palesemente scioccata.
-Sì, certo, perché adesso i One Direction si mettono a sbaciucchiare me, quando Liam ha Sophia, Louis ha Eleonour, Zayn ha Perrie, e Niall ha... ha... – iniziai a balbettare.
-NIALL NON È FIDANZATO, E TU SEI PRATICAMENTE IL SUO TIPO! PORCA MERDA, È STATO LUI!- urlò Francesca in preda al panico.
-In effetti stamattina, quando ho raccontato questo aneddoto, era stranamente felice...-
-OMMIOSANTISSIMODDIO SEI STATA BACIATA DA NIALL HORAN!- urlò Francesca emozionata.
-No, aspetta, punto primo lui per me è Niall, non Niall Horan dei One Direction, non me ne frega una beata mazza se fa parte di quel gruppi di rimbambiti simpatici e con delle belle canzoni; punto secondo è praticamente impossibile che lui abbia baciato me, perché punto tre è innamorato di un'altra-. Finii il mio discorso senza fiato.
-Aspetta, e tu che ne sai che innamorata di un’altra?- chiese Francesca quasi furibonda. Sta iniziando a montarsi la testa, per la miseria.
-Me lo ha detto lui, perché nel pomeriggio mi ha portato sopra la 02 Arena, dove c’è un panorama mozzafiato, e lì sopra gli ho confessato tutto-. Mi accorsi troppo tardi di aver detto la frase nel modo sbagliato, che Francesca urlò di nuovo, facendomi volare il cellulare dalle mani, di nuovo.
-GLI HAI CONFESSATO TUTTO IL TUO AMORE PER LUI?! ODDIO, NON CI POSSO CREDERE, NIALL È UN’ECCEZIONE, NON HAI MAI CONFESSATO IL TUO AMORE A NESSUNO COSÌ PRESTO!-. Ora la uccido.
-No, io ho solo e semplicemente detto che sono innamorata, senza specificare chi. E anche lui ha detto che è innamorato. Punto, stop, conversazione finita- anche se ci siamo detti tante altre cose dopo, ma... dettagli. Francesca rimase spiazzata, rimanendo in silenzio per più di un minuto, tanto da accorgermi che avevo completamente bagnato il letto a causa dei capelli che gocciolavano.
-Ma il problema non esiste comunque. Lui ha detto che è innamorato, chi ha detto che non sei tu?- disse Francesca sollevata.
-Lo dico io Fra!- dissi scoppiando improvvisamente in lacrime.


Era il momento adatto ad un abbraccio. Di chiunque di familiare, da parte di Francesca, da parte di Niall. Uno dei suoi abbracci sarebbe stato il migliore. Peccato che era lui la causa del pianto. Dopotutto lui che ne sapeva di tutto questo, non può neanche immaginarsi che una ragazza sta piangendo per una cosa di cui non è neanche certa.
-Tesoro, devi stare tranquilla. Se ho imparato qualcosa ad essere la tua migliore amica, è sicuramente quella di non piangere per amore. Vediamo quello che succede, e soprattutto scegli con quale cosa deciderai il tutto. Cervello o cuore? Anche se per un ragazzo come lui ne vale la pena a utilizzare il cuore. Buttati tesoro-. Aveva ragione, per lui ne vale assolutamente la pena. Respirai e immaginai gli occhi di Niall che fissavano i miei, il suo corpo attaccato al mio, le dita  sul mio mento e un passionale bacio sulle labbra, magari come quelle che ho sentito quella sera.
-Ah, non ti ho raccontato cosa è successo al mattino!- e gli raccontai tutta la storia, trasformando le lacrime in risate.
-Okay, adesso devi aiutarmi a scegliere qualcosa da mettere per la discoteca!- dissi allegra io, alzandomi in piedi e mettendo in vivavoce il telefono.
-Che ne dici se indosso un abitino un po’ corto?- dissi allegra, mettendo l’abito davanti al mio accappatoio.
-Certo, perché stai andando ad una cena di gala, non ad una discoteca, vai convinta!- disse Francesca sarcastica. Buttai l’abito sopra il letto.
-Che ne dici invece di short e una maglietta a fiori che mi scopre un po’ la pancia?- chiesi allegra.
-Certo, se vuoi andare ad una festa in spiaggia!-.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


NIALL’S POV
-Lai, è tardi, la limousine è già fuori!- urlò Zayn per le scale, guardando l’orologio.
-Limousine?- urlò Lai sbalordita dalla sua camera.
-Sbrigati!- urlò di nuovo Zayn.
-Devo mettermi l’eyeliner e arrivo!- urlò lei. Eyeliner? A che diamine le serve l’eyeliner con quegli occhi da cerbiatto che ha?!
-Misericordia Lai, non farmi bestemmiare!- sbraitò Zayn.
-Capirai, con chi hai appuntamento alla disco? La Regina è molto puntigliosa?- dissi ridendo.
-No, peggio, Perrie è puntigliosa!- disse Zayn sbuffando. Poi sorrise.
-Ma è la mia puntigliosa...- disse con voce dolce guardando un punto indeterminato della stanza. Chissà se un giorno diventerò anch’io così... Sentimmo dei passi veloci dal corridoio, poi altri percorrere le scale, fino a presentarci davanti la creatura più bella che avessi mai visto. Adelaide indossava una canottiera bianca, molto stretta, che le faceva un corpo mozzafiato, e sopra aveva una camicia senza maniche blu, molto trasparente. Le gambe erano coperte da un paio di jeans aderenti, che mi facevano avvampare. Alla fine i tacchi blu che le avevo comprato io. Rimasi a fissarla scendere le scale, con la bocca semi-spalancata. Se avessi le parole inizierei a dirti cose così belle che i poeti mi farebbero un baffo.
-Niall, tutto bene?- sussurro Zayn al mio orecchio.
-Non credo proprio- bisbigliai io sconcertato. La limousine suonò il clacson che mi risvegliò dai sogni, facendomi notare che Adelaide fissava anche me. Sorrise e disse allegra:
-Dai, sbrigati che voglio provare la limousine!- e mi prese la mano, portandomi per il marciapiede fino alla limousine. Appena entrata scorse due bodyguard seduti con sguardo severo sui sedili.
-Ehm, ho sbagliato limousine?- chiese Lai girandosi verso di me.
-No, loro sono i nostri bodyguard. Andy e Paul, lei è Adelaide, starà con noi per tutta la sera-, :
-Nuova fiamma?- sussurrò Paul mentre Adelaide si sedeva imbarazzata al suo posto. Lo guardai con un sopracciglio inarcato e scossi la testa. I ragazzi entrarono tutti e, dopo un tragitto stranamente lungo e silenzioso, arrivammo al Funky Buddha. Naturalmente era pieno zeppo di gente, sia fuori che dentro. Uscimmo dall’auto. Adelaide si guardava in giro, sbalordita dalla quantità di persone che beveva e ballava.
-Te l’avevo detto che era il più famoso di tutta Londra!- dissi ad Adelaide, che sorrise. Ogni volta che sorride mi sembra di rinascere un’altra volta.
-Bene, dato che non conosco una beata minchia qui dentro, a parte voi, voglio cercare Perrie. Aspettava Zayn qui, no?- disse Adelaide guardandomi interrogativa.
-Sì, ma sono messi in qualche posto appartato, è difficile trovarli. E poi potresti intromettere qualche momento intimo...- dissi ad Adelaide, mentre mi lasciava la mano per mischiarsi nella folla.
-Sta attenta, e non combinare guai!- le urlai, mentre lei si allontanava e alzava il pollice in segno di okay.  Andai al bancone e incontrai i miei amici. Non li vedevo da un bel po’ dato che ero stato preso dall’organizzare la settimana ad Adelaide. Loro mi chiesero il motivo di questa assenza, e spiegai loro di Lai, di quello che provavo e del fatto che non avevo la più pallida idea di quello che avrei dovuto fare. Risata generale, sguardi maliziosi, consigli erotici abbastanza improbabili e il solito consiglio da filosofo. I ragazzi si fermarono, guardarono un mio amico cretino come se fosse un guru, e lui pronunciò le parole con tono profondo:
-Buttati, figliolo!-. Ridemmo tutti quanti. Dopodiché il mio amico filosofo mi prese da parte e mi offrì una birra.
-Amico, quando ho detto quella cosa non stavo scherzando. Quando parli di lei, ti brillano gli occhi! Gli altri hanno riso, ma io ho capito che ti piace davvero. Seriamente, buttati!-. Lo guardai negli occhi, e scossi la testa.
-Phil, non ho il coraggio, lei... insomma, non mi amerà mai!-.
-Se parti così e naturale che poi finisce male. Niall, tu hai cantato davanti a miliardi di persone, alle persone più importanti di questa terra- disse Phil spalancando gli occhi.
-Lei vale molto di più di miliardi di persone...- dissi girando la birra nel bicchiere.
-Ecco, vedi, si vede lontano un miglio che non è una qualunque. Niall, ti sembrerà strano, ma secondo me è quella giusta- disse mettendo una mano sulla mia spalla. Lo guardai negli occhi.
-Non lo so, Phil, lei è... è speciale!- dissi sbuffando.
-Resta comunque il fatto che non sono sicuro che ami!- dissi deciso.
-E chi mai l’ha saputo? Insomma, nessuno di noi sa con certezza se l’amore è reciproco o no. I tuoi genitori non lo sapevano, poi tuo padre ha baciato tua madre e puff! si sono capiti, e poi si sono sposati!-.
-Sì, e poi hanno divorziato!- dissi con una voce un po’ troppo  arrabbiata e strozzata dall’alcool.
-E chi l’ha detto che succederà anche a voi?- disse Phil guardandomi con sorriso accennato. Abbassai lo sguardo, e sospirai.
-Dici che dovrei buttarmi?- dissi alzando lo sguardo, guardando Phil con sguardo da cane bastonato. Lui annuì, alzando il bicchiere e urlando:
-Alla ragazza del London Eye!-.
-Alla ragazza del London Eye!- dissi io sorridendo, ingoiando velocemente la birra. Iniziò a bruciarmi la gola, con lo stomaco che andava in fiamme. Ad un tratto Phil mi indicò dietro di me, dove scorsi Zayn che faceva cenno di andare. Controllai l’ora al telefono: le 2:45 del mattino. Cazzo, come passa il tempo. La gente in discoteca era diminuita di molto. Mi avvicinai a Zayn, come gli altri.
-Okay, ci siamo tutti?- disse Liam guardandoci.
-No, aspettate, dov’è Adelaide?- dissi corrugando la fronte. Ad un tratto sentimmo un urlo che conoscevo fin troppo bene. Mi precipitai verso l’urlo. Non era una specie di grido di pura, o di aiuto, più che altro di divertimento. Oddio, cosa cazzo la stanno facendo?! Corsi verso la folla, dove, dopo aver spinto un paio di persone e fatto rovesciare altrettanti drink, vidi Adelaide con un bicchiere di vodka in una mano, i tacchi nell’altra e la camicia sbottonata. Dei ragazzi che ridevano, con degli sguardi poco affidabili, le fissavano la scollatura, mentre lei rideva parlando con delle ragazze.


Non ho picchiato più nessuno da quando sono entrato ad Xfactor, ma adesso mi mancano i vecchi tempi. Ad un tratto mi ritrovai a prendere Adelaide, mettendola sopra le spalle e facendomi largo tra la folla, mentre lei lanciava all’indietro il bicchiere con la vodka.
-Nello, che bello vederti? Che si dice? Come va la vita, furfante!- farfugliò Adelaide con tono allegro.
-Ehi amico, ci stavamo divertendo!- protestò un ragazzo, tenendomi fermo per la spalla.
-Ti stavi divertendo con la mia ragazza?- dissi furioso guardando con sguardo assassino il ragazzo.
-Sì, il mio ragazzo!- disse Adelaide allegra, suonando una trombetta uscita dal nulla.
-No no, io dicevo così, stava semplicemente facendo ridere tutti. Portatela a casa, sì...- disse il ragazzo, scomparendo subito dopo. Okay, non è vero che è la mia ragazza, ma lei è rimasta al gioco, quindi è un buon segno. Poggiai Lai a terra, che barcollò per un po’, rischiando di cadere a terra.
-I believe I can fly!- urlò lei, prima che la prendessi saldamente per la schiena. Mi guardò fissa negli occhi, sussurrando:
-Ti ricordi la prima volta che mi hai incontrato?-. Come dimenticarla, quella volta. Potrei chiamarla la svolta della mia vita. La rimisi in piedi, cercando di non lasciarmi trasportare dalle emozioni.
-Certo che me la ricordo! Ti senti bene o vuoi prendere un po’ d’aria?- chiesi cambiando argomento. Lei annuì, mentre ci dirigevamo verso il bagno. Feci un segno ai ragazzi di aspettare lì, ed entrammo nel bagno.
-Lai, ti hanno fatto qualcosa?- dissi ansioso. Mi ero promesso di non dirlo, ma ho fallito.
-Oh no no no, niente di niente. Ridevano e basta perché parlavo di cose, e non hanno fatto nulla davvero. Non mi hanno nemmeno stuprato, anche se su di te ci farei un pensierino...- disse ridendo. Okay, è completamente ubriaca.
-Non ti hanno offerto nulla di strano o polveroso?- dissi allarmato peggio di prima.
-No no no, l’unica cosa che mi può sballare è il tuo sorriso...- disse sorridendo, sfiorando il mio naso con le sue dita. Oh Cristo che brividi.
-Uh, mi fa male la testa...- disse ad un tratto, trasformando la sua faccia divertente in dolorante, mettendo una mano sulla testa.
-Cavoli, ti fa male così tanto?- dissi sentendogli la fronte, anche se non ce n’era il bisogno. Ad un tratto corse in bagno, mettendo la mano davanti la bocca. Sentii un conato di vomito e corsi ad aiutarla, reggendogli la testa. 5 minuti dopo eravamo seduti a terra, chiusi dentro il bagno, mentre lei respirava piano, reggendosi la testa.
-Mi dispiace Niall...- disse con voce rotta e dolorante.
-Ehi, l’importante è che tu stia bene Lai. Non possiamo riportarti a casa come uno straccio, e soprattutto, devi presentarti al meglio davanti alle ragazze- dissi aiutandola ad alzarsi.
-Chissà se sarò ancora in grado di camminare domani...- disse con voce esausta.
-Stai scherzando? Certo che sarai capace di camminare! Non ti sei mai ubriacata così tanto?- le chiesi uscendo dal bagno, tenendole la mano.
-No, in disco bevo più che altro una birra, e la finisco lì... stavolta ho esagerato, sono stata una scema...- disse lei.
-Ehi, capita a tutti prima o poi, sta tranquilla- dissi sorridendole. Sorrise anche lei, e si strinse a me. La discoteca si era svuotata un po’, e adesso anche i claustrofobici potevano respirare senza rischiare di svenire. Uscimmo fuori, dove faceva molto freddo, così le diedi la giacca ed entrammo nella limousine.


C’erano una miriade di fotografi, ma Lai non sembrò farci caso. Ci sedemmo ai posti di prima, mentre i bodyguard ci guardavano con il solito sguardo serio e neutro.
-Che avete da guardare?- chiese Adelaide, fissandoli sprezzante. I bodyguard assunsero un’aria cattiva e allo stesso tempo stranita.  
-Lai, lascia perdere. Rilassati, okay?- Adelaide si poggiò sulla mia spalla e si addormentò. Tornammo a casa e trasportai Lai sul letto della sua camera. Le tolsi i tacchi e la camicia e la lascia in cannottiera. 2 millisecondi dopo mi schiaffeggiai la mano sulla faccia. Perché l’ho fatto?! La scollatura mi provocò una serie di immagini erotiche ad alto contenuto porno. Perché non mi faccio mai i cazzi miei?
-Niall...- disse Adelaide con voce mesta, aprendo leggermente gli occhi. Signore, se esisti veramente, ti prego fa che non si incazzi!
-Niall, puoi dormire con me stanotte?-. Il cuore partì a mille, le farfalle pure e il cervello andò nel paese degli unicorni. Bene, Dio esiste, ne ho le prove.
-Lai, s-sei...sicura?- dissi io balbettando.
-Ti prego Niall, io ho paura!- chiese lei implorante.
-Lai, io...-.
-Lo so che ti sembra strano, ma ti prego, ho paura di sentirmi male, o di fare qualche altra cazzata, e tu sei l’unico di cui mi fido ciecamente-. Sono l’unico di cui si fida ciecamente. Lei si fida davvero di me, e il tono non suona da ubriaca. Il mio buon senso accompagnò il cervello al paese degli unicorni. Mi sistemai accanto a lei, mentre lei mi baciò una guancia.
-Grazie- sussurrò. Mi sbottonai la camicia e poggiai la testa sul cuscino. Lei strinse le braccia intorno al mio petto e ci poggiò la testa. Mi sentii avvampare. Le sue labbra sfioravano il mio petto, mentre il respiro si faceva sempre più calmo, sia il suo che il mio. Le carezzai piano la testa, mentre lei sfiorava con le dita la mia pelle. Non l’avrei assolutamente baciata, non avrei mai voluto distruggere questa meraviglia. Adesso ho più coraggio a buttarmi. Voglio dannatamente dirgli tutto quello che provo.
-Buonanotte dolcezza- le sussurrai.



ADELAIDE’S POV
Sentii il profumo della pelle di Niall invadermi le narici, mentre sotto le mie dita percepivo i lineamenti del suo petto. Aprii gli occhi e lo visi dormire. Cavoli, ha un’aria così serena, devo dargli un bacio agli angoli della bocca, non me ne frega nulla. Ehi, aspetta... io come ci sono finita a letto con Niall?! Mi misi a sedere velocemente sul letto, mentre Niall si mosse un po’, fortunatamente senza svegliarsi. Okay, come ci sono finita a letto con Niall? Cosa diamine ho combinato ieri sera? Cosa gli ho detto? Oddio, quando sono ubriaca faccio troppe cazzate! Riordinai le idee: non ricordavo una beata minchia della sera precedente, a parte la scena del vomito; avevo bevuto dei vodka che mi hanno provocato un gran mal di testa che ho ancora adesso; non ho fatto praticamente nulla con Niall, perché sono vestita , e se avessi fatto l’amore con lui, me lo sarei ricordata di sicuro. Rassicurata dal fatto che non avevo fatto nulla e che non mi ero messa totalmente in ridicolo, mi alzai. Spostai piano il braccio da sotto il corpo di Niall e spostai lentamente la mano dal suo petto. Mossa sbagliata, dato che si mosse piano rischiando di svegliarsi Entrai lentamente in bagno e chiusi la porta dietro di me. La testa mi rimbombava, e avevo un’orribile saporaccio in bocca. Iniziai a farmi una doccia silenziosa, ma dato che le docce silenziose non esistono, finii per svegliare Niall. Lo sentii stiracchiarsi, alzarsi dal letto e uscire dalla camera. E ora che cosa mi invento? Non posso uscire da questa stanza senza aver recuperato un minimo di dignità o almeno aver pensato a qualcosa per salvarmi dalla figura di merda assicurata. Mi asciugai e indossai una felpa enorme e gli short. Scesi con calma le scale e ripassai mentalmente il mio discorso. E mentre ci pensavo battei su qualcuno. Fa che sia Liam, fa che sia Liam, ti prego...
-Ehi, ‘giorno Lai!- disse Niall sorridendo. Ma porca...
-Oh, ‘giorno anche a te Niall- dissi imbarazzata. Lui continuò a camminare, ma presi quel poco di coraggio che avevo e lo fermai, prendendolo per un braccio.
-Niall, aspetta- dissi ancora più imbarazzata di prima. Lui si girò sorridente:
-Cosa?-. Feci un gran respiro. Come se non lo sapesse, ho praticamente dormito con lui tutta la notte e fa il finto tonto?
-Mi dispiace per stanotte Niall. Ero completamente ubriaca, e non avrei mai voluto portarti a letto e...- mi accorsi del mio errore. Niall sorrise, cercando di contenere la risata, mentre io mi schiaffeggiai una mano sulla fronte. Portarlo a letto, ma come mi è venuto in mente?!
-Volevo dire che mi dispiace di non averti fatto dormire nel tuo letto, ma averti costretto a dormire insieme a me. Ero totalmente ubriaca, e tutto quello che dicevo non aveva nessun senso. Mi dispiace davvero Niall- dissi ritrovando un po’ di decenza.
-Lai, sta tranquilla, non mi ha dato nessun fastidio, ho dormito tranquillamente. E poi non potevo certo dirti di no, sembravi terrorizzata dal rimanere sola- disse lui sorridendo. Mi passò lo Starbucks e chiese:
-Adesso ti senti meglio?- chiese dolcemente. Ma io non sentii, ero impegnata nella registrazione del mio film mentale.
Mi sveglio ansimante dal letto, con la fronte sudata e gli occhi sbarrati di paura. Fuori piove a dirotto, con lampi e fulmini. Sento una mano posarsi sulla mia spalla.
-Lai, tesoro, tutto bene?-. La voce del mio ragazzo mi calma. Lo abbraccio istintivamente, mentre le sue braccia mi scaldano e mi rassicurano.
-Un altro brutto sogno?- chiede lui dolcemente. Annuisco.
-Ti va di raccontarlo?- chiede lui dolcemente. Scuoto la testa, l’ultima cosa che voglio e ricordare tutto. Ci allunghiamo insieme, mentre lui mi accarezza dolcemente la testa.
-Ricorda sempre, che ogni volta che riaprirai gli occhi, ci sarò io qui-. Lo stringo più forte a me.
-Questo non lo dimentico mai- dico dandogli un tenero bacio sulle labbra. Sulle sue dolci, morbide, tenere labbra.
-Ti amo, Niall. Grazie di esserci sempre- sussurro al suo orecchio.
-Ti amo anch’io, dolcezza- sussurra lui, baciandomi più appassionatamente.
-Lai? Lai, stai bene?!- esclama Niall sventolandomi la mano davanti il viso.
-Eh? Ah, sì, sto bene, sì- dissi bevendo velocemente lo Starbucks. Niall mi guardò con un sopracciglio inarcato, e alzò le spalle. Andai in cucina e presi una ciambella dalla mensola, e salii in camera. Mi buttai sul letto, e il cellulare squillò.
-Pronto?-.
-Ehi, com’è andata la serata in discoteca?- mi chiese Francesca allegra.
-Non me lo ricordo- dissi neutra, fissando il soffitto.
-Aspetta, che significa che non te lo ricordi?- disse Francesca terrorizzata. Perché è terrorizzata?
-Perché ho bevuto...del vodka- dissi facendo finta di niente.
-Hai bevuto del vodka?- chiese Francesca incredula.
-Ehm, sì, e infatti non ricordo una beata minchia- dissi triste.
-OH PORCA CAROTA, POTRESTI AVER DETTO TUTTO A NIALL, SOLO CHE LUI NON TE LO VUOLE DIRE PERCHÉ VUOLE FARTI UNA SORPRESA!- urlò Francesca facendomi volare i cellulare dalle mani, un’altra volta.
-La pianti ad urlare al telefono? Mi fai sempre cadere il telefono dalle mani per lo spavento!- sbraitai io.
-E comunque non lo so, non gliel’ho ancora chiesto. Oddio, secondo te cosa gli ho detto?- dissi terrorizzata.
-Non lo so Lai, devi chiederglielo di persona...- disse Nuti dispiaciuta.
-Ah, poi non ti ho raccontato cosa è successo stamattina!- dissi elettrizzata. Qui di sicuro sclera.
-Oddio, cosa?- disse Francesca emozionata.
-Beh, mi sono ritrovata a letto con lui- dissi semplicemente, allontanando il cellulare dal mio orecchio.
-ODDIO ODDIO O D D I O CIOÈ TU FAI L’AMORE CON NIALL E NON MI AVVISI, NON MI CHIEDI NULLA? INSOMMA, LO SO CHE ERI UBRIACA, MA DOVEVA PUR ESSERTI PASSATA PER LA CAPOCCIA DI FARLO CON LUI... OPPURE NO! TI HA COSTRETTO LUI, CIOÈ, NON COSTRETTO, PIÙ CHE ALTRO PROPOSTO! ODDIO LAI, TI PREGO RACCONTAMI TUTTO, TI SCONGIURO!-. Rimisi il cellulare all’orecchio.
-Fra, non abbiamo fatto nulla, perché me lo sarei ricordato. E io non ricordo niente. E anche se fosse successo, non ti avrei raccontato assolutamente nulla!- dissi ridendo. Parlammo per un po’, finchè non mi ricordò che doveva andare a pranzo dalle Little Mix. Dopo festeggiamenti vari, Francesca mi avvisò che la maturità ci sarebbe stata a poco, e che potevo rimanere solo una settimana, non due.
-Come non due? Io... io voglio continuare a stare qui, mi piace stare con loro, mi piace stare con...Niall- dissi triste. Non voglio andare via da lui, neanche tra due settimane, neanche tra un anno. Voglio stare accanto a lui per sempre, porca vacca. Ci salutammo, e aprii l’armadio, in cerca di qualcosa da mettere. Metto qualcosa di energico, e qualcosa di chic? Un vestito elegante, o qualcosa di sportivo? Alla fine optai per una t-shirt bianca che scopriva un po’ la pancia e degli short a vita alta di colore nero. Per le scarpe invece decisi le mie Supra, che mi avrebbero portato un po’ fortuna. Mi ricordai della ciambella lanciata sul letto, e la finii. Mi piastrai i capelli, ma mi accorsi di aver creato una specie di capigliatura troppo piatta per incontrare le ragazze, così iniziai a scuotere la testa, provocando un mal di testa peggiore di prima. Dopo tutto quel casino, eppure mi sentivo felice. Dannatamente felice. Perché avevo sentito il respiro del mio sogno tutta la notte, era stato vicinissimo a me, e avrei avuto ogni istante per baciarlo. Lui mi aveva tenuta stretta a se, mi aveva fatto addormentare, mi aveva abbracciata. Sarà che sono innamorata di lui, ma sono comunque una fan, e loro adorano le fan, e poi da ubriaca sono più dolce. No, non è vero, questo l’ho inventato io, però è bello pensarlo. Mi spruzzai il profumo, rinunciai a truccarmi e scesi le scale. I ragazzi mi aspettavano tranquilli, parlando tra loro. Zayn era vestito in modo trasandato, mettendo in mostra i tatuaggi e col un cappello.
-Zayn, come mai il cappello? Siamo a Giugno, sarà che stiamo in Inghilterra, ma fa comunque caldo- dissi sorridendo.
-No, Lai, quello è il look per andare da Perrie. Si veste sempre così quando andiamo a mangiare dalle ragazze, si sente figo così- disse Louis sarcastico. Risero tutti, mentre Zayn fulminava Louis con lo sguardo. In quel momento iniziai a sentirmi in ansia. Le stavo per incontrare, stavo per incontrare le mie eroine, le mie regine, i miei angeli... Porca cacca, non ho neanche un regalo! Urlai. I ragazzi si girarono verso di me.
-Ho dimenticato i regali per le Little Mix- urlai io terrorizzata.
-Che sarà mai...- disse Liam tranquillo, uscendo di casa.
-Tranquilla Lai, non credo che ci faranno caso- disse Zayn rassicurante.
-No no no, devo fare loro un regalo, è l’unica cosa che posso fare per  ringraziarle di tutto quello che hanno fatto!- dissi con una mano sul cuore, come per far capire che era una questione di amore. I ragazzi mi guardarono con un sopracciglio inarcato, mentre io congiunsi le mani a mo’ di preghiera. Mi accorsi solo allora che la mia copertura da directioner stava saltando. I ragazzi però annuirono senza nulla da fare, così corsi in macchina e i ragazzi mi seguirono.
-Arriveremo in ritardo per il pranzo?- chiesi a Zayn mentre andavamo. Lui scosse la testa.
-Se al prossimo negozio trovi qualcosa per loro in 10 minuti, arriveremo in ritardo abbastanza da non far arrabbiare Perrie-. Annuii distratta, mentre pensavo a cosa potessi trovare per loro in un negozio di accessori. Entrai velocemente nel negozio. Uscii dal negozio con 4 pacchetti regalo.
-Uh, cos’hai comprato?- chiese Niall curioso, mentre Zayn rimetteva in moto la macchina.
-Allora, per Perrie ho preso una fascia foulard con tutti i fiori, a Jade un fiocco con la bandiera italiana, a Jesy un bracciale fluo con le borchie mentre per Leigh una collana tribale fatta in legno. Che ve ne pare?- chiesi ai ragazzi.
-Sei brava a scegliere regali!- disse Niall. Perché cazzo sto arrossendo?
-Già, dovresti aiutarci con i regali proprio tu! Noi siamo delle frane. Al compleanno di Liam ti chiamiamo!- disse Louis allegro, mentre i ragazzi ridevano.
-Ecco, è proprio di questo che volevo parlarvi!- dissi seria.
-Del compleanno di Liam?- chiese Harry perplesso.
-No no, volevo dire... allora, volevo parlarvi di tutt’altro, okay?-dissi ridendo un po’. I ragazzi annuirono, mentre Zayn e Liam si accendevano una sigaretta. Eh no, questi non si mettono a fumare mentre sto facendo uno dei pochi discorsi seri che mi riescono! Presi la sigarette dalle loro bocche e le buttai fuori dai finestrini, sotto gli sguardi stupiti dei ragazzi.
-Perché?- chiese Zayn sconvolto.
-Perché non vi mettete a fumare mentre parlo, mi da fastidio!- dissi risentita. Mi sistemai bene sul sedile e presi il respiro.
-Francesca mi ha avvisato stamattina che la mia maturità comincerà una settimana prima, e quindi devo tornare a casa prima- dissi tutto d’un fiato. Zayn frenò di colpo, facendo rovesciare il caffè che stava sorseggiando Harry sulla sua camicia che mi pareva da campagnolo. I ragazzi si girarono furtivi verso di me con uno sguardo serio da far paura. Forse fa paura perché non hanno mai fatto uno sguardo serio fino ad ora. Lo sguardo serio di Niall è tremendamente sexy.
-Ma il contratto prevede 2 settimane!- si lamentò lui.
-Quale contratto?- chiesi.
-Niall, solo noi abbiamo firmato quel contratto, lei no, quindi sarebbe libera di andare quando vuole- disse Zayn dispiaciuto.
-Ma tu vuoi davvero andare via?- dissero Louis e Harry all’unisono.
-No, io non voglio andarmene da qui. Stare in questo posto è un sogno, e stare con voi è soprattutto un sogno... ma la maturità è troppo importante, non posso assolutamente fallire!- dissi torturandomi le mani. Okay, forse ho esagerato col sogno, ma devo guadagnarmi la mia figura da directioner.
-Se è così importante, allora non possiamo fare altro che farti andare, Lai- disse Liam, guardando i ragazzi che annuivano dispiaciuti. 




 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


NIALL’S POV
Mi girai di scatto sul sedile, guardando fuori dal finestrino. Nell’auto era calato il silenzio, mentre Adelaide sospirava triste. In auto era calato un imbarazzante silenzio. Non posso credere, lei non può andare via! Io devo dirgli quello che provo, devo urlarglielo, devo farle capire che senza di lei sono perso, che non voglio perdere il mio sogno. Non vederla più, non poterla ammirare silenziosamente, non poterla portare in giro per Londra, ricambiato dai suoi sorrisi e le sue risate. Non può andarsene adesso, non può. Sembra quasi una punizione divina, come se il mio tempo fosse scaduto, e avessi fallito.


Dannazione, che cosa avrei dovuto fare? Portarmela a letto mentre era ubriaca?! Eliminai subito quell’idea dalla mente, ragionando su quanto fosse squallida e orribile, accorgendomi che così si erano conosciute molte coppie. Rabbrividii all’idea. Scorsi Adelaide dallo specchietto retrovisore. Sicuramente le avevamo rovinato l’incontro con le Little Mix. I ragazzi avevano esagerato, insomma, avremmo potuto vederla ad un concerto, o pur sempre avremmo potuto tenerla in contatto. Certo, vederla in un concerto mi metterebbe l’ansia come non mai, e vederla lontano da me mi sembrerebbe tremendo. In questi casi proverei a risollevare il morale a tutti, ma adesso mi sembra impossibile. Zayn alla guida mi guardò triste, poggiandomi la mano sulla spalla, in tono rincuorante. Ad un tratto l’auto si fermò. Adelaide si buttò dall’altra parte dell’auto, schiacciando Louis e Harry che protestarono. Si affacciò al finestrino e vide la casa. Due piani bianchi, con un balcone enorme al piano di sopra e un porticato al piano di sotto, con una sedia a dondolo e dei vasi di fiori. Le persiane erano di colore blu, che rendevano la casa diversa da tutte le altre. Adelaide uscì dall’auto mettendo le mani tra i capelli.
-Ma ci credete che sono davanti casa di Perrie?! ODDIO!- urlò Adelaide saltellando su se stessa, in preda al panico.


Fui l’ultimo ad uscire dall’auto, e appena vidi Adelaide, tutti i pensieri negativi sparirono. Vederla così allegra, saltellare per il marciapiede sotto gli sguardi sbalorditi dei passanti, coi capelli al vento e col sorriso a 32 denti, nah, non potevo essere triste. Ci avvicinammo alla porta, con Adelaide trotterellare dietro. Ci fermammo davanti alla porta, fissando Adelaide. Lei ci guardava incitante.
-Beh, che c’è, aprite!- disse Adelaide incitandoci.
-Volevamo lo facessi tu- dissero loro in coro. Adelaide li guardò senza dire parola, pensando che fosse la cosa più semplice del mondo suonare il campanello, no? Adelaide annuì sicura, avvicinò il dito al campanello, ma lo ritrasse subito.
-Oddio non posso! Non ho il coraggio!- disse Adelaide tremante.
-Come non hai il coraggio? Devi solo suonare il campanello!- disse Zayn impaziente
-No che non posso! Io...io non so come presentarmi, devo fare la fan ultra sgangherata o la persona normale?- disse Adelaide nel panico.
-La persona normale!- disse Louis ragionevole.
-Si, ma se faccio la persona normale, penseranno che di loro non mi frega nulla, e mi odieranno, e mi scomunicheranno, anche se impossibile scomunicare una mixer perché...- disse Adelaide borbottando velocemente, ma fu interrotta da Harry che disse spazientito:
-Bene, comportati allora da persona fuori di testa!-.
-Oddio, e se penseranno che sono proprio fuori, e se non mi parlassero per tutto il pranzo?! Mi sentirei uno schifo totale, e non accetterebbero neanche i regali, che poi sembrerò proprio un’idiota ad entrare con questi pacchetti in mano, neanche  fosse Natale...- e dopodiché fu tutto un discorso di Lai che andava in paranoia totale e dei ragazzi che la interrompevano cercando di ragionare. Alla fine presi Adelaide per le spalle e la guardai fissa negli occhi. Ma porca vacca, perché l’ho fatto?!
-Lai, tu puoi essere quello che vuoi: puoi fare la pazza, puoi fare la seria, ma soprattutto puoi essere te stessa. Solo essendo te stessa ti accetteranno, e anche se per loro non sei il massino, ti adoreranno, perché sei una loro fan, e alla fine della giornata ti ringrazieranno di sicuro! Ora devi suonare quel campanello, e comportarti come ti viene in mente, okay? Dai provaci!- dissi incoraggiandola. Mi guardò con la bocca semi spalancata , annuì lievemente e si avvicinò al campanello. Si girò di nuovo verso di me, e dato che non sapevo cosa volesse dire le sorrisi. Lei mi guardò sbalordita, sorrise fiera e suonò il campanello. Appena lo fece tornò tremante come prima.
-Oddio stanno per aprire! Secondo te chi aprirà? Perrie, Leigh, Jesy, Jade? Oddio, se me li ritrovo struccate urlo in aramaico, lo giuro. Zayn, vanno struccate in casa?- disse Adelaide velocemente.
-Ehm, non lo s...- disse Zayn, ma fu interrotto dalla porta che si aprì. Adelaide sobbalzò, spalanco gli occhi e mi afferrò istintivamente la mano, provocandomi tanto, tanto male e tanti, tanti brividi. 


-Lai, sta calma!- sussurrai, prima che lei girasse lo sguardo verso la porta e sorrise beata.
-Ciao ragazzi, entrate pure, il pranzo è quasi pronto!- esclamò Leigh entusiasta, spostandosi per farci passare.
-Oh, tu devi essere Adelaide, piacere di conoscerti e benvenuta a casa di Perrie, io sono Leigh!- disse porgendo la mano ad Adelaide. Lei per tutta risposta restò imbalsamata a fissare senza parole Leigh. Mi misi dietro Leigh e iniziai a muovere le braccia in alto, cercando di risvegliare Lai dai suoi film mentali o roba del genere. Lai batté più volte le palpebre, poi si accorse di avere una persona davanti a lei che aveva la mano a mezz’aria da quasi un minuto e un cretino che muoveva le braccia come un imbecille, e strinse la mano di Leigh.
-Ehm, sì, sono Adelaide ma puoi chiamarmi Lai, scusa se sono così, è solo che è la prima volta che ti vedo dal vivo!- disse tutto d’un fiato,  sorridendo. Ammirai da dietro il suo sorriso, mentre la voce energica di Perrie mi diceva:
-Niall, stai bene, sembri innamorato... Zayn, si è innamorato?- chiese a Zayn che la stringeva vicino.
-Cavoli se è innamorato, vedi quella ragazza che sta parlando con Leigh? Beh, merito suo!- disse Zayn indicando con lo sguardo Lai.
-È molto carina, sembra il tipo adatto a Niall!- esclamò Perrie allegra.
Mi girai verso di lui e verso Perrie e sorrisi innocente. Dopodiché Lai conobbe tutte le ragazze, ma mi persi la scena perché Jade si era bruciata per cucinare le bistecche sulla griglia e dovetti sostituirla. Non feci altro che pensare alla partenza di Adelaide. Devastante, mi sarei sentito devastato al massimo. Evidentemente sono controllato ogni minuto dal destino, perché appena pensai a Lai la vidi arrivare in giardino. Dio, se esisti, cazzarola potresti farti i cavoli tuoi?
-Ehi Niall- disse allegra, mettendo le mani unite dietro la schiena.
-Ehi Lai, come sta andando con le Little Mix?- dissi sorridendole.
-Alla grande, i regali sono piaciuti davvero tanto, e ho l’adrenalina a mille, mi sento strabenissimo- disse tutta eccitata.
-E come mai sei qui a passare del tempo con un povero cuoco che cucina bistecche?- dissi imitando un fragile e debole cuoco accucciato sulla griglia. Lai rise.
-Pensavo che fossi un po’ solo, le bistecche non sembrano molto socievoli- disse ragionevole.
-Alle volte no, ma queste sono molto simpatiche: dicono che gli mancherai molto - dissi col viso sconfortato, sollevando con la forchetta per griglie un lembo della bistecca, come se stesse parlando.
-Aw, per essere delle bistecche che mi conoscono appena, sono molto gentili- disse ridendo. Adelaide rise più forte di prima, coprendosi la bocca con le mani.
-Pensa che a casa mi chiamano “l’uomo che sussurrava alle bistecche”- dissi con un po’ di enfasi, mentre Adelaide moriva dalle risate.
-Ehi, attenta, non volevo farti morire dal ridere, così dirò ai tuoi genitori?- dissi ridendo.
-No, aspetta, fammi riprendere fiato....- disse col fiatone, mettendo una mano sul petto. Perché non mi faccio i dannatissimi cazzi miei. Porterà una terza o una seconda? Secondo me terza.
-Volevo chiederti se ieri sera ho fatto qualcosa di... imbarazzante, o detto qualcosa di... sgradevole...- disse Lai improvvisamente imbarazzata.
-Non hai fatto nulla che ti metta nei guai o che si manifesterà in futuro- dissi serio, guardandola negli occhi. Lei annuì sollevata, con un piccolo sorriso.
-Solo che... beh, mi hai scambiato probabilmente per il ragazzo di cui sei innamorata- dissi cercando di non far arrossire né lei né me. Ma evidentemente fallii, perché Adelaide diventò rossa in volto, e anch’io.
-Oddio, cosa ho fatto?- disse lei con le mani sul viso sconvolto.
-Oh, assolutamente niente di quello che pensi- affermai rassicurandola. Lei continuò a guardarmi col viso sconvolto.
-Diciamo che hai detto qualcosa di un po’ spinto, non tanto direi- dissi imbarazzato, evitando di guardarla negli occhi, fissando solamente la griglia.
-Cosa?!- disse Lai con voce sconvolta.
-Ecco, hai detto di volermi stuprare e che le mie labbra sembravano droga- dissi tutto d’un fiato, rovesciando una bistecca sulla griglia. Adelaide spalancò la bocca e sbiancò in volto.
-Oddio, Niall mi dispiace così tanto, io non volevo, ero ubriaca e non sapevo e capivo quello che stavo facendo, sono mortificata scusa tantissimo, scommetto che ti ho fatto fare una figura di merda platonica, mi dis...- disse lei sconcertata e mortificata, ma la interruppi:
-Ehi Lai, sta tranquilla, non ho fatto figure di nessun genere per colpa tua, è tutto okay, l’importante è che tu non abbia fatto cose di cui ti pentiresti, e ti assicuro che non hai fatto nulla di tutto questo- dissi fissandola negli occhi e mettendo le mani sulle sue spalle. Sorrise e annuì. Mi rimisi a cuocere le bistecche più leggero di prima e lei sospirò.
-Beh, di solito mi metto sempre nei guai, almeno a Lond...AAAAAH- urlò Adelaide facendomi volare via la forchetta di mano. Aveva poggiato il palmo della mano sulla griglia, bruciandosi un po’ la mano. Iniziò a soffiarci sopra, mentre presi lo straccio bagnato che aveva portato Jade prima, per paura che si bruciasse. Adelaide aveva sul viso una smorfia di dolore, mentre continuava a gemere per il dolore. Io invece iniziai a bendarle la mano rovente con lo straccio, mentre cercavo di calmarla. Appena finii guardai la mia piccola opera d’arte. La mano sembrava un pacco della posta, ma Adelaide smise di gemere e cominciò a soffiare sulla mano.
-Credimi, se c’è la benda non serve a niente soffiare. Sarebbe meglio tornare dentro e farla vedere a...- non continuai.


Il mio viso era vicinissimo a quello di Adelaide, così tanto che i nostri nasi stavano per sfiorarci. Il cuore pareva un trapano a propulsione, mentre sentivo l’eccitazione scorrermi nelle vene. Delle vocine interiori dentro di me mi urlavano “Baciala, baciala” manco fosse la canzoncina della Sirenetta, mentre il mio cervello ragionevole mi diceva di fermarmi e di staccarmi.
-Lai, stai bene? Ho sentito urlare- disse Liam uscendo improvvisamente in giardino. Ci girammo tutti e due di scatto, mentre Liam si avvicinava a noi.
-Ehm, sì...- disse Adelaide imbarazzata.
-Ho poggiato la mano per sbaglio sulla griglia, ma penso vada tutto bene...- continuò mostrando la mano a Liam. Diventai improvvisamente rosso. Misi una mano dietro la testa, annuendo a quello che aveva detto Lai.
-Sarà meglio rientrare dentro per vederla meglio- disse Liam indicando con lo sguardo l’interno della casa. Adelaide si avviò velocemente verso la porta, girandosi un attimo per incontrare il mio sguardo.
-Niall, è quasi pronto dentro- disse Liam, scuotendomi le mani sul viso.
-Eh, ah sì, arrivo subito, anche le bistecche sono quasi pronte- dissi imbarazzato.

ADELAIDE’S POV
Entrai in casa con una specie di crisi respiratoria e un imminente attacco di cuore. La mano mi bruciava ancora un po’, e non la ringrazierò mai così tanto per essersi bruciata. Lo stavo per baciare, stavo per compiere il gesto più coraggioso di tutta la mia vita. Non ho mai avuto una botta di adrenalina come questa.
-Lai, stai bene?- mi chiese di nuovo Liam. Annuii debolmente.
-Hai una specie di crisi respiratoria? Ti brucia la mano?- disse Liam con uno sguardo interrogativo. Scossi la testa, mentre ritornavo a respirare normalmente. Liam mi spinse verso la cucina e chiese a Jade dove fossero i medicinali. Ci indicò la lavanderia, ed entrammo. Fortunatamente non chiuse la porta, altrimenti lo spazio sarebbe diventato tanto piccolo e caldo che sarei stata sicuramente in imbarazzo totale. Aprì lo sportello cercando i medicinali. Sperai che non avesse notato la mia vicinanza con Niall, anche se ne dubitavo e quasi sicuramente si sarebbe messo a parlarne.
-Vi stavate per baciare, vero?- disse Liam con un velo di felicità. Lo guardai negli occhi mortificata e annuii.
-In realtà no, ero io che stavo per baciarlo, lui era solo imbarazzato. Evidentemente avrebbe voluto sparire da un momento all’altro. Lui che vorrebbe baciare me, che stupidaggine, non esiste, non succederà mai- iniziai a lamentarmi, mentre Liam scuoteva la testa divertito.
-Lai, credimi, non devi lamentarti, quello che vuoi arriverà presto, perché vedi, Niall è... TROVATO!- esclamò di colpo Liam, prendendo un tubetto di crema dallo sportello. Mi prese la mano togliendo l’asciugamano bagnato. A differenza da quella di Niall, la mano di Liam non mi faceva venire nessun tipo di brivido, o film mentale. Liam sembrava il solito ragazzo che risolve la situazione, quello che fa rimanere la band coi piedi per terra. Francesca mi ha raccontato del suo passato, della nascita e dei bulli, ed è stato molto forte a superare tutto questo. Anche perché adesso dovrebbe sentirsi dannatamente realizzato, con quei bulli che adesso avranno un posto in una noiosa fabbrica, mentre lui è un cantante con soldi e lusso. Liam ha un viso molto dolce, come il viso che ha mio padre quando faccio qualcosa di sbagliato, ma che a lui non interessa nulla e si mette a ridere. Liam ha un viso paterno, ecco. Solo adesso ricordo che una volta stava con Jade. Insieme sarebbero una coppia tenerissima.
-Niall è...?- dissi ritornando al discorso di prima, ma Liam stava canticchiando mettendo una piccola benda sulla mia ferita.
-Ecco fatto, ti fa ancora male?- disse Liam guardandomi.
-Sì, grazie mille Liam- lo ringraziai io. Uscimmo dalla lavanderia e andammo in cucina, dove le ragazze avevano appena messo il pollo sul tavolo. Era impressionante il modo in cui le Little Mix erano passate in seconda categoria nella lista delle cose adrenaliniche. Niall le sorpassava tutte. Mi guardai di nuovo la mano, che si era sgonfiata di molto.
-Sta bene la mano?- chiese Jesy sedendosi accanto a me.
-Sì, grazie a Liam va molto meglio- dissi guardando da lontano Liam debitrice.
-Ti piace Niall?- chiese ad un tratto Jesy facendo un sorriso furbetto. Cristo, perché mi fai questo?
-Si nota così tanto?- chiesi triste a Jesy.
-Sì, ma Niall non lo noterà mai!- disse lei allegra. Poi iniziò a farci ridere, e mentre mangiavo l’accaduto con Niall sparì. Tornò appena Niall arrivò in cucina trionfante, con la teglia piene di bistecche fumanti tra le mani. Queste situazioni mi rendono più che nervosa. Potrei fare 23 anni di teatro, ma in queste situazioni si nota quello che penso semplicemente dalla mia faccia. E la mia faccia in quel momento mostrava chiaramente “Sono imbarazzata così tanto che non riesco neanche a fissarti negli occhi, ti prego non farmi fare figure di merda”.
Non capisco se mi stai uccidendo o se mi stai dando forza...
Ma evidentemente la mia curiosità era più forte della mia espressione facciale, perché lo guardai negli occhi. Lui mi sorrise, un sorriso così bello e splendente, che mi fece dimenticare tutto quello che era successo prima.
-Come va la mano?- chiese sorridente.
-Prima sembrava una bistecca, ma adesso va meglio!- dissi alzando la mano e muovendo le dita tra la benda. Niall sorrise, mettendo una calda e fumante bistecca nel piatto. Mentre mangiavamo, ci complimentammo con Niall delle bistecche.
-Niall, è la migliore bistecca che hai fatto in tutta la tua carriera da cuoco!- esclamo Louis leccandosi le labbra.
-Secondo me è la mano di Adelaide che ha aromatizzato tutto!- disse Niall ridendo. Ridemmo anche noi, e il pranzo finì con un buon gelato al cioccolato, che però non si avvicinava neanche a quello italiano. Mi piacerà pure la Gran Bretagna, ma il cibo inglese non vale niente in confronto a quello italiano. Dopopranzo i ragazzi e le ragazze avevano degli impegni, così Niall mi chiese se doveva accompagnarmi a casa, dato che non aveva nulla da fare.
-Grazie mille Niall, mi piacerebbe riposare un po’- dissi imbarazzata.
-Prendi la mia auto- urlò Zayn a Niall, mentre lui e Perrie si allontanavano l’uno abbracciata all’altra. Jade e Jesy erano andate a fare shopping, Leigh doveva andare col fidanzato, Liam e Harry a giocare a bowling con Ed Sheeran, come se fosse la cosa più normale del mondo giocare a bowling con ED SHEERAN, mentre Louis andava da Eleonour. Niall si avvicinò all’auto e aprì la portiera. Ma non si aprì.
-Le chiavi!- disse Niall mettendo le mani nei capelli, mentre io cercavo di trattenere una risata.
-Zayn non mi ha lasciato le chiavi dell’auto, e dovremmo andare a piedi, o se vuoi prendiamo un taxi...- propose Niall.
-Possiamo andare a piedi?- chiesi io timidamente, incurvando un po’ le spalle. Niall mi guardò sorridendo.
-Okay, andiamo- disse allegro. Iniziai a saltellare per la strada vuota, mentre Niall mi fissava divertito.
-Sei mai stato così felice da volerlo urlare a tutto il mondo?- chiesi emozionata.
-Beh, sì, tan...- cercò di dire Niall, ma lo interruppi:
-SONO COSÌ FELICE!- urlai io in mezzo alla strada. Niall mi guardò con una faccia stranita.
-Scusa- sussurrai imbarazzata, per poi scoppiare a ridere insieme a lui.
-Okay, abbiamo capito tutti quanti che non hai le rotelle a posto!- disse tra le risate.
-Se è per questo lo sei anche tu- dissi io punzecchiandogli un gomito. Sembrava aver dimenticato la faccenda di stamattina.
-Allora hai realizzato il tuo sogno finalmente, ti toccherà crearne un altro- disse staccando una foglia dall’albero.
-Ah no, loro non erano più il mio sogno- dissi ragionevole. Niall si girò verso di me improvvisamente, guardandomi perplesso.
-Ecco, un sogno è quando per realizzarlo devi lottare, mentre io non l’ho fatto proprio. Sono stata fortunata che mi abbiano invitato loro, tutto qui...- dissi mesta a Niall.
-Ah- si limitò a dire Niall.
-Quindi qual è l’altro sogno?- disse Niall con sorriso furbetto.
-Non te lo dico!- dissi sorridendo a Niall.
-Uffa, dimmelo...- mi supplicò Niall.
-Niente da fare, non te lo dico. Adesso cambiamo argomento, sai mantenere un segreto?- chiese fissando negli occhi Niall. Lui annuì:
-Certo, ti ascolto- disse cordiale.
-Vedi, io...-. Come glielo dico?!
-Tu?- disse Niall incitandomi.
-Io non sono una directioner! Francesca vi aveva scritto una lettera, ma ha sbagliato ho invertito qualcosa, ed è andata finire come se la lettera l’avessi spedita io, mentre la lettera di Francesca che voleva inviare a me è andata completamente perduta. E dato che voleva che realizzassi il mio sogno, ha mandato me per davvero e solo sull’aereo ho ascoltato le vostre canzoni, che mi sono piaciute tanto- dissi tutto d’un fiato. Niall mi guardo prima interrogativo, poi perplesso, dopodiché sconvolto e alla fine sorridente.
-C’era da immaginarselo- disse tranquillo.
-Quindi l’avevate capito? Oh, adesso potete anche mandarmi a casa...- dissi a malincuore.
-Mandarti via? Neanche per idea, non possiamo cacciarti noi, abbiamo firmato un contratto, e l’unica persona che può andare via senza permesso sei tu!- disse Niall.
-Non lo farei mai- dissi con troppa enfasi. Niall mi guardò con uno sguardo tra il dolce e il divertito.
-Se fossi stato al posto mio, ci avresti creduto che i tuoi sogni si sarebbero realizzati?- chiesi guardando da qualche altra parte, cercando di non fargli notare il mio rossore. Ad un tratto cominciò a piovere, ma Niall sembrò non accorgersene.
-Certo- affermò Niall convinto.
-Davvero?- gli chiesi sbalordita.
-Certo, quando venni qui per partecipare ad Xfactor ero quasi sicuro che sarei passato. Non lo so cosa me lo faceva pensare, ma mi immaginavo già come una star, o roba del genere...- disse sognante. La maglietta di Niall si era praticamente appiccicata al petto, mentre i capelli erano rimasti come prima. Quanto gel metterà sui quei capelli? La mia maglietta bianca si era fortunatamente intonata con il mio reggiseno, e quindi non si notava il reggiseno bianco in pizzo che avevo indossato quella mattina. I capelli erano diventati una specie di agglomerato di fili bagnati e lanosi che pendevano dalla mia testa appiccicandosi alla faccia. Niall sembrava perso nei suoi pensieri, mentre io lo fissavo con aria sognante.
-E alla fine ci sei riuscito- dissi con lo stesso tono sognante.
-E alla fine ci sono riuscito- ripeté lui fiero.
-Quindi se fossi innamorato di una ragazza, penseresti che le piaci?- dissi io. COSA?! NO, NON L’HO DETTO DAVVERO, NON HO DETTO UNA COSÌ A NIALL?! RESPIRA, RESPIRA!
-Certo, sarei quasi sicuro di poterla baciare!- disse contento.
-Davvero lo faresti?- dissi fermandomi a fissarlo. ODDIO. ODDIO. O D D I O NON L’HO DETTO DAVVERO. NON L’HO DETTO CON TUTTA QUELLA ENFASI, NON È VERO.  MA PERCHÉ NON STO MAI ZITTA? SEMBRAVA QUASI UNA RICHIESTA. ODDIO ADESSO CHE DICO, CHE FACCIO, QUALE SANTO PREGO PER PRIMO? COSA HO FATTO?! MI SONO SCAVATA LA FOSSA DA SOLA, SONO UNA COMPLETA COGLIONA!
-Certo- disse lui. MAGARI NON SONO COSÌ TANTO COGLIONA...

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


NARRATORE’S POV
Pioveva tantissimo, ma quei due se ne fottevano completamente. Adelaide era completamente frastornata, felice, spaventata, fiduciosa e rincoglionita, tutto nello stesso momento, mentre Niall era perso, fiducioso pure lui e finalmente realizzato. Sì, realizzato, perché era riuscito a fare una cosa che 2 secondi prima non si sognava neanche. Adelaide stava peggio. Adesso ricollegava tutto: quella ragazza, quei complimenti, quelle uscite, tutti quegli aiuti, tutte quelle volte che la fissava negli occhi. Era lei la ragazza perfetta, quella che non si sarebbe mai innamorato di Nialler, quella col sorriso pazzesco. Cazzo, alla fine significava qualcosa! E chi se lo immaginava?! Il suo cervello era un completo brulicare di urli, schiamazzi, urla di trionfo, di ODDIO ODDIO ODDIO, di alleluia e chi più ne ha più ne metta. Anche Niall capiva tutto. Non ci avrebbe mai sperato, come poteva quella ragazza così perfetta essere innamorata di lui? Il ragazzo perfetto, quello del colpo di fulmine, quello perfetto, il suo vero amore. In quel momento poteva anche passare un camion, ma quei due non se ne sarebbero accorti. Adelaide non aveva più i capelli attaccati al viso, Niall li aveva lentamente riportati al loro posto, dietro l’orecchio, e questo aveva fatto scattare una molla nel cervello di Adelaide: che minchia faccio? Così, presa da un coraggio mai sentito prima, passò le mani tra i capelli di Niall, inumidendosi la mano. Si sentiva inesperta in quel momento. Niall sentì la mano di Adelaide tra i capelli. Prima le sue dita le avevano preso il mento, per poi sfiorarle il collo e finire sui fianchi. I loro corpi erano vicinissimi, come le loro labbra. Le labbra di Niall erano così morbide, da mordere. Ma Adelaide non poteva morderle, non al primo bacio. Avrebbe rovinato tutto, o peggio, lo avrebbe spaventato. Ma non è mi ca un’animale indifeso?, pensò Adelaide. Però pareva era un cucciolo così tenero... Niente morsi!, si ordinò Lai. Adelaide non aveva ma capito il sapore dei baci, mai sentito un bacio saporito. Ma quello, era qualcosa di indescrivibile: poteva essere tutto quello che poteva definirsi dolce. Una torta al cioccolato, una caramella, zucchero filato, panna. Pensò di avere allucinazioni culinarie. E poi, era identico a quel bacio, quella del principe che la salvava dall’incubo, quello del famoso stupratore. Invece Niall sentiva le stesse labbra di quella notte, solo che l’effetto era lo stesso. Invece di sapere di zucchero a velo, stavolta sapeva di pioggia. Non posso morderle!, pensò Niall. Minchia che complicati sti due! E ora cosa avrebbero fatto? Insomma, il momento dopo il bacio non è mai facile. Non si sa mai cosa bisogna dire, è il momento più imbarazzante in assoluto. Battutina? Nah. Adelaide si staccò per prendere fiato, e poggiò la fronte su quella di Niall, guardandolo negli occhi. Sorrideva, e disse:
-Il mio sogno si sta realizzando - sussurrò. Niall sorrise. Bene, che si fa? Un lampo, un tuono. Un boato che echeggia per tutta la città. E dato che Adelaide è una cacasotto pazzesca, urlò spaventata.
-Lai, tutto okay?- chiese Niall prendendola per le braccia. Adelaide lo guardò con viso terrorizzato, poi si calmò, fissando le iridi chiare e oceaniche del ragazzo. Annuì.
-Si, certo, ora sto bene- disse sorridendo. Ora sta bene, pensò Niall. Ha visto me, e sta bene, pensò di nuovo lui. Adelaide guardava sorridente il ragazzo davanti a lei, poi in alto.
-Non vorrei rovinare il momento, ma qui sta iniziando a piovere di brutto, e...- non finì la frase che una ciocca di capelli le piombò davanti agli occhi. Niall iniziò a ridere, mentre Adelaide fece una faccia buffa, esclamando:
-E ho i capelli sugli occhi!- disse finendo con una risata. Niall la prese per mano e iniziarono a correre sotto la pioggia.


FRANCESCA’S POV


Ero completamente in lacrime. È la millesima volta che mi succede, ancora non ci faccio l’abitudine, accidenti quanti fazzoletti. Il gelato era caduto sulla coperta, perché anche se siamo in piena estate, non rinuncio mai al mio plaid. Guardavo per l’ennesima volta Titanic, e piangevo come un’idiota. Non ce la faccio, è più forte di me! Ad un tratto il cellulare squillò. Era Adelaide. Oh, oggi doveva incontrare le Little Mix, immagino che sia totalmente emozionata.
-Pronto Lai, come va lì?- dissi cercando di dare alla mia voce il tono meno piagnucolante possibile. 
-Perché piangi?- disse lei con voce sognante. Okay, qui è successo qualcosa di peggio, mi aspettavo una sclerata isterica, non questo.
-No, niente, sto guardando Titanic, ma tu piuttosto, perché quella voce sognante?!- disse emozionata.
-Ho incontrato le Little Mix, mi stava per venire un attacco di panico, ma ho guardato Niall e mi è tornato il coraggio- disse con lo stesso tono.


-Poi?- dissi io più eccitata.
-La casa di Perrie è stupenda, i regali sono piaciuti. Niall si è messo a cucinare sulla griglia, gli ho parlato e mi sono bruciata una mano sulla griglia. Poi mi ha fasciato la mano con uno strofinaccio bagnato, e lo stavo per baciare- disse tranquilla e sognate. Mi alzai di scatto dalla posizione allungata in cui mi trovavo e mi misi a sedere.
-LO STAVI PER BACIARE?- urlai senza accorgermi che mi aveva ripetuto più volte di non urlare al telefono.
-Sì...- disse lei sognante. Adesso stava probabilmente giocherellando con i suoi capelli con aria sognante.
-E...e poi?- dissi sconvolta.
-Poi Liam ci ha interrotti, mi ha fasciato la mano, abbiamo pranzato e poi siamo usciti, e dato che avevano tutti da fare tranne me e Niall siamo andati a casa insieme, a piedi- disse Adelaide incantata.
-E poi?-dissi incitandola.
-Pioveva Fra, lui parlava del suo sogno, di quanto credesse in se all’inizio di Xfactor, e come una cogliona gli ho chiesto se la pensasse lo stesso con le ragazze-.
-E lui che ha risposto?-.
-Ha detto che la pensava esattamente così, e io gli ho chiesto se la pensava lo stesso anche sul baciare una ragazza-.
-NON TENERMI SULLE SPINE, CAZZO!-.
-E allora gli ho chiesto se davvero avrebbe fatto così-.
-EEEEEEE?- chiesi io disperata.
-Fra, è stato bellissimo. Ha delle labbra così morbide, e...- non le feci finire la frase che iniziai a urlare come una sclerata saltando per tutto il divano.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH NON CI POSSO CREDERE LA MIA MIGLIORE AMICA HA FATTO PERDERE LA TESTA A NIALL HORAN, NIALL HORAN È INNAMORATO DELLA MIA MIGLIORE AMICA! AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH ODDIO ODDIO O D D I O NON CI POSSO CREDERE AAAAAAAH-.


Adelaide si limitò ad annuire, sospirando imbambolata.
-Oddio Lai, sono così felice per te- dissi dopo aver ripreso fiato.
-Lo sono anch’io Nuti- disse lei.
-Mi devi raccontare tutto del bacio!- dissi emozionata, prendendo una manciata di popcorn.
-Ti ricordi che io non riesco mai a capire il sapore di un bacio nonostante ci sia gente che ha labbra che sanno di cioccolata, tabacco, vaniglia o cazzate del genere?- disse Lai improvvisamente seria. Annuii.
-Ecco, quel bacio Fra... quel bacio aveva tutti i sapori che volevo- disse. Rimasi sbigottita.
-Chi te l’ha passata?- chiesi intuendo che si era drogata. Scelta sbagliata. Molto sbagliata.
-Non sono drogata, forse un po’ ubriaca, ma non drogata. Evidentemente era il bacio vero e proprio che mi ha drogata- disse sognante.
-Oppure Niall si è drogato e gli è rimasta un po’ di polverina sulle labbra- dissi ragionevole.
-Niall non si droga!- sbottò Adelaide.
-Okay, okay, e dopo che è successo? Il momento dopo il bacio è sempre il più complicato- dissi ricordando tutte le mie figure di merda dopo i baci.
-Ci siamo staccati, gli ho sussurrato che il mio sogno si stava realizzando, e poi è arrivato un tuono, mi sono spaventata e questo è bastato per farlo ridere e per eliminare la tensione- disse lei fiera.
-Scommetto che ti è venuta fame- dissi ridendo.
-Esatto. Così abbiamo mangiato in un pub e mi sono ubriacata- disse ridendo.
-Ti sei ubriacata tu o ti ha aiutato lui?- chiesi io interrogativa. Non me ne frega se sei Niall Horan o il Papa, se la mia bestfriend si ubriaca o è stata lei o scappi.
-No no sono stata io, anzi, lui ha cercato di fermarmi!- disse ridendo. Mi schiaffeggiai una mano in faccia.
-E poi quando siamo usciti l’ho sbattuto al muro e l’ho baciato. Mi sa che gli ho morso le labbra- disse ridendo. Tolsi la mano dalla faccia con viso sconvolto.
-Oppure le ho leccate?- continuò lei pensierosa.
-Adelaide, ti prego, non fare cazzate, non combinare casini e cerca di fare il meglio di te con Niall- dissi ansiosa.
-Hai detto che devo farmi Niall? Non ti sembra un po’ presto?!- disse Adelaide che non capiva. Mi schiaffeggiai di nuovo la mano in faccia.
-Lai, vai a dormire, domani mattina ti chiamo- dissi sperando che si addormentasse e si risvegliasse un po’ sveglia.
-Noooooo, voglio parlare con te!- si lamentò lei. Ha ragione non posso liquidarla, è la mia migliore amica, dopotutto.
-Dopodiché, dopo averlo sbattuto sul muro e avergli leccato le labbra, o morse, siamo tornati a casa e abbiamo salito piano le scale- disse Adelaide eccitata.
-Oh no, non mi dire che te lo sei portata a letto sul serio- dissi amareggiata.
-Certo che no, ci siamo dati il bacio della buonanotte, con tanto di lingua!- esclamò lei allegra. Oddio.
-Volevo dirti di quello che è successo in discoteca l’altro giorno!- continuò a lamentarsi lei.
-Ah sì, racconta- dissi io.
-Non c’è molto da raccontare, solo che ho stuprato Niall e volevo drogarmelo- disse tranquilla. Non ho ben capito.
-TU COSA HAI FATTO? DROGARTI COSA?!- urlai sbigottita.
-No, aspetta- disse lei pensierosa.
-E chi si muove!- dissi io in preda al panico.
-L’ho scambiato per il ragazzo che mi piace- incespicò lei.
-Non ci siamo Lai, è lui il ragazzo che ti piace- dissi io esasperata.
-Forse l’ho drogato- provò lei.
-Non hai droga, e non sai venderla, e non mi hai mai detto di aver venduto droga- sbottai io.
-Allora credo che volevo stuprarlo e di avergli detto che le sue labbra sono come una droga- disse infine lei stremata.
-Forse è così- dissi infine io, esausta quanto lei.
-Mi sono solo confusa un po’ con le parole- disse lei ridendo.
-Solo un po’- dissi sarcastica io. Sbadigliai, segno che stavo morendo di sonno.
-Io ho un sonno tremendo- concluse Lai sbadigliando a sua volta.
-Anch’io. Buonanotte, ti chiamo domattina. Sogni d’oro-.
-Sogni d’oro Fra. Ti voglio bene- disse infine.
-Anch’io- dissi chiudendo la chiamata. 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Apro lentamente gli occhi. Sembra che non li apra da giorni, per quanto le palpebre sono incollate tra loro. Sono stesa su un letto, ma uno di quelli duri, che non sembra ci sia un materasso, solo sassi. Anche il cuscino non è da meno. Squadro la stanza. È bianca, senza un quadro, buchi sul muro e intonaco ammuffito. Una finestra spalancata fa entrare aria calda. Delle sedie, un armadio, una flebo conficcata nel  mio braccio. Questa stanza mi sembra conosciuta, l’ospedale della mia città ne ha una identica. Sento prudere il naso, e con le dita tocco un tubicino conficcato nei setti nasali, e lo tolgo. Cosa diamine ci faccio in un ospedale? Sento un bip provenire da accanto al letto: una macchina che pompa aria, che probabilmente finisce nel tubicino, un’altra che mostra il  mio battito cardiaco, un sacchetto della flebo. Sto impazzendo, ne sono sicura. Non ho più il vestito che avevo sotto la pioggia, Niall non c’è, come nessuno dei ragazzi. Spero solo che spunti qualcuno che conosco, sennò scappo. La porta si apre di scatto, sento la voce di mia madre. Entra girata, mentre tiene in mano una tazza stracolma di caffè. Sta parlando con qualcuno, ma si blocca appena si gira. Il caffè le scivola dalla mano e cade a terra frantumandosi. Mi guarda con una faccia sconvolta, addolorata. Ha delle enormi occhiaie, mentre lo sguardo sembra più spento.
-Mamma?- chiedo interrogativa. Lei rimane lì tremante, con una sottile vocina che urla. Ad un tratto si mette a correre verso il mio letto, e mi abbraccia forte.
-OH MIO DIO, SI È SVEGLIATA! RAGAZZI SI È SVEGLIATA. ODDIO NON CI POSSO CREDERE, LAI, ODDIO- inizia a urlare tra le lacrime.
-Mamma, che succede?- le chiedo cercando di respirare tra le sue braccia che mi stringono. Dalla porta entra mio padre sconvolto, con lo stesso aspetto triste di mia madre. Sembra respirare a fatica per un momento, poi corre verso di me e abbraccia me e mia madre, baciandomi i capelli.
-Ma che diavolo succede? Che vi è successo?- urlo esasperata, carcerata tra le braccia dei miei genitori. Dalla porta entra Francesca, con una borsa stracolma dei miei CD e con le cuffiette che fuoriescono dalla tasca, che esclama:
-Rita, ho portato dei CD da far ascoltare ad Adelaide, nel caso si... LAI!- urla facendo cadere i miei adorati CD, mettendosi a piangere. Anche lei ha l’aspetto dei miei: è dimagrita che pare un’anoressica, e occhiaie sono scure, i capelli sono legati distratti, le guancette rosee spente. Rimane lì con le mani sulla bocca, cercando di trattenere le lacrime, singhiozzando.
-Fra, ti prego, vuoi spiegarmi che è successo?- chiedo esasperata ancora una volta. Lei sembra sorridere da sotto le mani, e pronuncia:
-Ti... ti sei risvegliata dal coma... sono due settimane che non sentiamo la tua voce!-. La guardo a bocca spalancata. Coma.
-Mi prendi in giro? Io sono andata a Londra, ma di co...-.
-Lai, non so cosa tu abbia sogn... sognato, ma mentre venivi a casa mia ti hann... ti hanno messo sotto... ti hanno quasi ucciso- dice singhiozzando. Quasi ucciso.
-Non so cosa tu abbia sognato, ma l’importante è che sei qui, e che tu stia bene, oddio...- dice scoppiando in lacrime e girandosi dall’altra parte. Continuo a guardarla con la bocca spalancata. Inizio a respirare a fatica, sento la stanza farsi più piccola, la testa girarmi.
-Tesoro, che ti succede?- dice mia madre togliendo le braccia dal mio corpo. Tutto quello che è successo, tutto quello che ho sentito è frutto della mia immaginazione: Francesca non mi ha mai dato dei biglietti per Londra, non ho mai preso il volo senza dirlo ai miei, non ho mai ascoltato le loro canzoni, non ho mai aspettato a Heathrow, non sono mai caduta tra le braccia del mio principe irlandese, non ho mai conosciuto gli altri, non sono mai stata in giro per Londra, non sono salita sul London Eye, non ho mai conosciuto le Little Mix, non ho mai abbracciato Niall, non gli ho mai stretto la mano, non l’ho mai baciato, non si è innamorato di me. Non ho vissuto il sogno della mia vita, l’ho solo sognato. Iniziano a cadere lacrime, sento le mani tremare, il cuore affievolirsi come la mia anima.
-Tesoro, che cos’hai? Oddio, andate a chiamare qualcuno!- urla mia madre facendo segno a mio padre e Francesca.
-Fra, torna qui!- urlo. Mia madre mi guarda pietrificata, dopodiché esce, mentre Francesca rientra e mi abbraccia. Mi stacco subito dall’abbraccio.
-Li ho sognati, li ho sognati tutti e cinque! Ho sognato che mi regalavi un biglietto per Londra, ma da passare con loro cinque, ho ascoltato le loro canzoni, Last First Kiss è stupenda, ho aspettato all’aeroporto, sono andata da sola a sono caduta sull’irlandese. È bellissimo, ha degli occhi stupendi, e un sorriso mozzafiato. Ho girato Londra, sono andata sul London Eye, mi ha stretto la mano, mi ha abbracciato nel tunnel degli orrori di Madame Toussad’s, Louis è completamente scemo, Harry è un lama, Liam ha dei muscoli pazzeschi, Zayn è strano, non sanno mangiare gli spaghetti, Niall si è innamorato di me, ma ci credi?, lo amo anch’io, mi ha portato al concerto delle Little Mix, mi ha comprato i vestiti, oddio Fra! adoro tutto della sua risata, mi piacciono i suoi occhi, voglio fare l'amore con lui, penso di avergli morso un labbro, ma ero ubriaca, è troooooppo simpatico, però ho paura che non mi ami come lo amo io, perchè lui per me è quello giusto, oppure per lui sono solo una ragazza normale, magari sono solo una tizia carina, e vuole solo scoparmi, ma non credo, lui è troppo perfetto per trattare così una donna- urlo in preda al panico. Francesca mi guarda con uno sguardo sconcertato. Mi mette le mani sulle spalle. Abbassa gli occhi gonfi di lacrime, e sussurra.
Mi dispiace. 

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Capitolo 17
*** AVVISO IMPORTANTE non è un capitolo ***


Un saluto caloroso a tutti (?), volevo solo avvisarvi che sono una persona mooooolto malefica *risata malefica in sottofondo* perchè l'ultimo capitolo che ho pubblicato è stato creato solo per farvi andare in panico o per farvi rimanere tipo 'Ma non continua? MI VUOI DIRE CHE FINISCE IN QUESTO MODO ORRIBILE?!' Invece non finisce, perchè era solo uno scherzo. Continuerò a pubblicare i capitoli successivi senza problemi, come se il capitolo del coma non esistesse. Infatti, se avrete notato, non ho ancora sbarrato la casella della storia completa, perchè effettivamente non lo è. Spero non mi mandiate a quel paese, perchè è l'unica cosa che non mi serve adesso :'D 
Spero di vedere le vostre recensioni, ci sono ancora tante sorprese nella storia! ;D
Un bacio, Pandicorna_13 (giuro che non riesco a trovare un dannatissimo nickname, questo del pandicorno è orribile :'D)

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Capitolo 18
*** Capitolo 16 QUELLO VERO! ***


NIALL’S POV
Mi svegliai completamente frastornato nel mio letto completamente sfasciato. Bene Niall, mantieni la calma. Già il fatto che non c’è Adelaide nel letto mi rassicura, non l’ho portata a letto. Ad un tratto sento l’acqua della doccia spegnersi. Oh no, cosa ho fatto? Non l’ho portata a letto, non la prima volta cazzo. Ad un tratto la porta del bagno si aprì. Oddio.
-Scusa se ti ho svegliato, nel mio bagno manca l’acqua- disse Zayn. Riaprii gli occhi e vidi Zayn con un asciugamano attorcigliato sulla vita. La mia paura svanì, sollevato.
-No, tranquillo- dissi spostando i cuscini dall’altro lato.
-Vi siete dati da fare tu e Lai stanotte- disse Zayn con un sorrisetto malizioso. Spalancai di nuovo gli occhi, terrorizzato. Oddio, non l’ho fatto davvero.
-Stavo scherzando- disse Zayn sorridendo. Presi un cuscino e lo lanciai a Zayn, colpendolo precisamente sull’asciugamano, che rischiò di cadere a terra. Zayn lo prese giusto in tempo, lanciandomi lo shampoo.
-Dai, non te la prendere Niall, sei troppo sensibile- disse Zayn ridendo.
-Va a quel paese Zayn, mi hai fatto venire un attacco di panico!- sbottai rilanciandogli lo shampoo. Lui lo prese al volo e lo portò vicino la bocca, cantando:
-Oww you’re giving me a heart att... ah no, quello è attacco di cuore, non di panico...- disse Zayn pensieroso.
Mi stiracchiai e mi guardai in giro.
-Per caso è già sveglia? L’hai vista andare in giro o roba del genere?- chiesi a Zayn che sui stava sistemando il ciuffo.
-Eh? Ah no, sono passato davanti alla sua stanza per vedere se eravate tornati, e si stava muovendo- disse annuendo. Per vedere se era tornata a casa... Questo è fissato.
-Perché, cosa vorresti fare?- chiese Zayn.
-Voglio svegliarla- dissi scostando le coperte e sedendomi sul letto, guardando Zayn con un occhio chiuso, dato che la luce del sole mi accecava.
-Ah, mi dispiace se ieri ho dimenticato di darti le chiavi, e quando ci ho pensato era troppo tardi, quindi...-.
-No, sta tranquillo, è andato tutto alla grande- dissi allungandomi beato sul letto, mettendo le mani dietro al testa e sorridendo come un coglione.
-Perché sorridi come un coglione?- chiese Zayn avvicinandosi al letto. Non risposi.
-Amico, io prima stavo scherzando, quando ho detto che te l’eri portato a letto, ma tu mi spaventi...- disse Zayn inarcando un sopracciglio.
-Le sue labbra sono così moooooorbide...- dissi sognante. Zayn mi guardò scioccato.
-O mio Dio, non ci posso credere, l’hai baciata!- disse lui mettendo le mani davanti la bocca, buttandosi sul letto, iniziando a punzecchiarmi la pancia.
-Ehi calma a punzecchiarmi!- protestai io.
-Aspetta- disse Zayn rialzandosi di colpo in piedi, con sguardo serio.
-Stava dormendo?- chiese serio.
-No- dissi io risentito.
-Era ubriaca?- optò Zayn.
-No- dissi esausto.
-Lei era cosciente?- disse infine Zayn.
-Certo che era cosciente!- dichiarai io risentito.
-Oddio, quindi è un vero bacio! E poi? E poi?- mi incitò Zayn emozionato.
-Beh, l’ho portata al pub e si è un po’ ubriacata, poi siamo usciti, e in pratica ero un po’ brillo anch’io... Insomma, mi ha sbattuto al muro e mi ha morso le labbra- dissi sorridendo. Zayn mi guardò con la bocca spalancata.
-Hai capito la ragazzina?!- disse Zayn sorridendo. Continuammo a parlare per un po’,  e dopodiché presi la chitarra. Mi avvicinai alla porta della camera di Adelaide per sentire se stava dormendo, ed entrai. Lai dormiva praticamente in intimo, e cercai di mantenere la calma. Poi squadrai meglio: era in canottiera, e in mutande. Quasi mi scivolò la chitarra dalle mani. Porta le mutande in pizzo? Mi schiaffeggiai silenziosamente una mano sulla faccia, cercando di non pensarci più. Mi sento un’idiota. Dalla forma sembra un bel culetto sodo. Ma cazzo, Horan, non pensarci! Le mie fantasie erotiche iniziarono a farsi strada nei miei pensieri. Oddio ODDIO O D D I O . Mi aggrappai alla chitarra, sperando di ritrovare la via spirituale adatta.  Andai dall’altro lato del letto, dove il pizzo non era poi così tanto visibile, e mi sedetti a terra, fissando la mia principessa che dormiva. Non pensare al pizzo, non pensare al pizzo. Poggiai la testa sul muro. Non potevo semplicemente farla svegliare e prepararle la colazione al piano di sotto? No, perché io sono complicato, voglio fare le cose in grande, voglio fare il figo e cantarle una canzone con la chitarra. Adesso resterò a guardarla come fanno le persone normali mentre la persona più bella della loro vita dorme. Oddio, e se si svegliasse e pensasse che sono uno stalker, che la fissa mentre dorme? E se non si ricordasse niente di ieri sera?! E SE AVESSE DIMENTICATO DEL BACIO?! Oggesù no! Adelaide sbatte un po’ di volte le palpebre, si guardò intorno con aria assonnata. Una ciocca di capelli era andata al di lato della riga, creandole una specie di onda che attraversa la riga dei capelli, mentre le ciglia erano tutte in disordine (sempre se delle ciglia possono essere disordinate); le pupille erano piccolissime, mentre aveva gli occhi più chiari del solito, e aveva un occhio socchiuso e l’altro quasi chiuso. Mi fissava con sguardo interrogativo, con la testa leggermente inclinata. Devo sembrare davvero un idiota, con le spalle al muro, le gambe al petto e la chitarra poggiata sulle gambe.
-Buongiorno- sussurrai imbarazzato. Lei sorrise. Una vocina dentro di me sussurrò “Il suo primo sorriso della giornata è merito tuo, complimenti” .
-Buongiorno- sussurrò lei sorridente. Ci guardammo per un po’, imbarazzati.
-Dormito bene?- chiesi io.
-Sì...-biasciò lei.
-Ti ho sognato tutta la notte- dichiarò sorridendo. Sorrisi.
-Anch’io- dissi mettendo la testa sopra le ginocchia. Sorrise, guardando il cuscino.
-Senti, scusa se te lo chiedo, ma tutto quello che è successo ieri pomeriggio e al pub è vero o me lo sono sognata?- chiese interrogativa. La guardai con una faccia a metà tra l’interrogativo e lo sconvolto. Fantastico, ha dimenticato tutto!
-Ti prego, dimmi di sì, ci sto facendo una figura di merda già da adesso- sussurrò implorante.
-Tranquilla, è tutto vero- dissi ridendo.
-Oh, fantastico- disse poggiando la testa sul cuscino, sorridendo beata.


Davvero le faccio questo effetto?
-Ti ho baciato- disse lei con aria sognante.
-L’ho fatto davvero, non ci credo-.
-Già, alcune volte non ci credo neanch’io- dissi ridendo.
-Al mattino sei più strana del solito- dissi io.
-Puoi contarci- rispose lei indicandomi col dito, facendo uno sguardo buffo.


-Perché hai la chitarra qui?- chiese reggendosi con i gomiti poggiati sul materasso.
-Ah, volevo svegliarti con una canzone, ma sono rimasto a fissarti imbambolato, e non ho avuto tempo- dissi prendendo la chitarra, e iniziando ad fare qualche nota di “Little Things”.
-Non mi avresti mai svegliato con “Little Things”! Quella canzone è una specie di ninna nanna- disse scuotendo la testa, crollando improvvisamente sul cuscino. Sorrisi, con un sopracciglio inarcato. Mi rialzai in piedi, e partii con la base di “Live While We’re Young”. Adelaide si premette il cuscino sulle orecchie.
-No, ti prego, Francesca la metteva come sveglia quando dormivo da lei!- implorò lei. Risi continuando a suonare, intonando qualche pezzo. Ripetei il primo pezzo non si sa quante volte.
-Oddio, e va bene- disse lei infine, esausta. Si alzò dal letto, e si infilò in bagno. Ad un tratto un minuscolo neurone si accende, riversando l’idea della giornata.
-Metti il costume!-. 

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Capitolo 19
*** Capitolo 17 ***


ADELAIDE’S POV
Erano mesi che non passavo giorni di pura follia. Dopo che Niall mi disse di mettere il costume, andai in paranoia più totale. Punto primo, perché mi avrebbe visto il corpo, quel corpo per cui scleravo ogni mattina prima di andare al mare, e punto secondo, perché non avevo il costume. Lo dissi a Niall, che mi consigliò di uscire e andare  a sceglierne uno in giro per Londra. Scelsi un due pezzi nero, e corsi in macchina. Niall mi portò ad un parco divertimenti acquatico. Qualche vecchietta ci rimproverò perché eravamo troppo vecchi per quella roba, e la mandai a quel paese. Allora la vecchietta ha chiamato una guardia, e siamo dovuti scappare via dal parco. Ma dato che non volevamo che la nostra giornata divertente finisse lì siamo andati la cinema. Solo che il controllore dei biglietti era in bagno quando siamo passati per farci staccare il pezzettino, e quindi siamo entrati senza il pezzo staccato. Manco fosse stato un reato, 2 tizi con delle torce sono venuti a controllare la sala, e siamo dovuti scappare dalla porta d’emergenza. A fine giornata ci trovavamo sul retro di un enorme cinema, con la schiena sul muro scrostato, cercando di non farci sentire dai tizi con le torce.
-Mi dispiace- sussurrai io.
-Per cosa?- disse Niall girandosi verso di me.
-Per averti messo in tutti questi guai. Tu sei una star, e non puoi farti vedere che scappi dalla sicurezza o da due tizi con le torce che ancora non capiscono perché ci cercano- dissi sporgendomi per vedere la situazione al di là del cassonetto.
-È una parte di te che ancora non conoscevo del tutto, e mi piace- disse lui sorridendomi. Non lo ascoltai, e dissi:
-Sono un totale disastro, non faccio altro che combinare guai, e complico sempre tutto, e sono confusa, e...- ma fui fermata da un suo bacio sulle labbra.
-Tu mi piaci così come sei Lai, sei una persona fantastica, e sei semplice, e soprattutto sei te stessa, e non ti importa di cosa pensano gli altri di te- sussurrò Niall, sfiorando la mia guancia con le dita. Mi sentii avvampare.


-E poi non mi vergognerei affatto di tutto quello che ho fatto, e poi chi può aver fotografato tutti quegli spostamenti?-. E invece erano stati fotografati, eccome. Francesca mi aveva avvisato di tutte le foto sul web, dal parco al cinema. Non erano visualizzate le parti dove scappavamo da guardie o da tipi con le torce, ma ero comunque su tutta internet. Su Facebook e Twitter c’era il putiferio più totale: directioner che mi insultavano, directioner che mi approvavano, directioner che non sapevano che dire, directioner che scleravano... Alcune invece cercavano di analizzarmi: potevo essere una bella ragazza, una racchia, una cicciona, persino una modella!; avevo 16 anni, no 17, no 20, 21, secondo me è ultraquarantenne; ero brasiliana, svizzera, ungherese, israelita, irlandese e inglese; avevo la quinta, la terza, la seconda, non avevo tette e me le ero perfino rifatte! Roba da matti. Le mie amiche directioner non mi avevano ancora riconosciuto, per fortuna, altrimenti le directioner italiane avrebbero avuto la vittoria in pugno! E soprattutto avrei fatto una figura nonché orribile. Francesca era emozionata, io ero nel caos più totale, Niall mi diceva distare tranquilla, mentre i ragazzi... I ragazzi non mi dissero nulla, erano tornati dalle loro famiglie e non parlai con loro. Il giorno dopo andammo nel luogo dove girarono il video di “Live While We’re Young”. Naturalmente non sapevo l’esistenza di questo posto situato nelle campagne inglesi, anche perché non avevo mai visto quel video. Era praticamente deserto. Ci buttammo nel lago usando una corda attaccata ad un albero, dopodiché andammo sopra delle specie di pedalò, e poi i palloni gonfiabili e trasparenti, dove non facevo altro che rotolare. Mi divertii come una matta, risi così tanto che a fine giornata mi facevano male gli zigomi. Verso sera Niall mi bendò gli occhi e andammo in un luogo segreto. Sentivo un rumore assordante, come uno stadio, e dato che non vedevo assolutamente nulla, sbattei contro qualcuno, e sbatacchiai la faccia ad un signore, che al mio tatto sembrava un vecchio dalla pelle grassa e rugosa, ma Niall mi confessò che era un controllore. Ci sedemmo su un telo steso sopra del prato, e Niall mi tolse la benda. E vidi. In realtà per qualche secondo non vidi nulla, perché ancora non mi abituavo alla luce, ma poi vidi tutto. Ragazzine, cartelloni enormi, un palco, dei ballerini che mi sembravano conosciuti e musica, la mia musica. Il primo concerto delle Little Mix lo passai con milioni di ragazzine che non conoscevo, e con Niall, che a fine serata lo sbattei contro un muro e lo baciai. Furono dei giorni fantastici, ma tutto fu rovinato da una piccola macchiolina, che si espandeva piano piano per tutto il cuore. Quella sensazione di non essere adeguata, di non essere nel posto giusto, di non fare quello che si deve fare davvero con una persona del genere. Stavamo camminando per Londra, quando da lontano vedemmo un’orda di ragazzine che urlavano. Niall mi spinse d’un tratto nel vicolo affianco, sedendosi in una piazzola in mezzo a qualche casetta di periferia.
-Niall, che succede?- chiesi con un sopracciglio inarcato.
-Quelle ragazzine erano delle fan, e adesso mi hanno visto, quindi non posso andarmene senza aver fatto qualche foto o qualche autografo...- disse squadrando il cielo.
-E allora vai- dissi sorridendo.
-Sì, lo so...- disse sconfortato. Perché è così triste? Sorrise d’un tratto e si alzò.
-Okay, tu rimani qui, io vado, ci metterò solo 5 minuti- disse prendendomi le mani tra le sue. Brividi, adrenalina nelle vene, qualcosa si sta spezzando però. Niall si avviò fuori dal vicolo, mentre lo seguii con lo sguardo. Perché non poteva farlo subito? Perché è dovuto andare via a nascondermi per poi sbucare senza di me? Perché non mi ha fatto venire con lui? So che queste domande hanno una risposta più che certa, cioè che non vuole gossip o roba del genere, ma in quel momento sembrava che volesse nascondermi. Se fossi stata una star non credo lo avrebbe fatto. Oppure sì. Oppure no... Essere una ragazza normale, senza un lavoro, un diploma, un qualcosa da realizzare, senza un idea per il futuro, e soprattutto senza soldi, con un ragazzo famosissimo, con un lavoro, nessuna idea per il futuro perché sta messo alla grande, un diploma (forse?) e un sacco di soldi mi rende inadeguata. Cosa ci fa lui con un fallimento vivente, quando potrebbe (e forse è stato) con modelle, cantanti, gente molto, ma molto più famosa di me? Avevo intenzione di parlargli di questa sensazione, ma sono una cagasotto, e non ci riuscì. Francesca riteneva che fosse una cazzata, ma io ci stavo pensando sempre più seriamente. Il mattino dopo del concerto mi svegliai di buon ora, e scesi al piano di sotto. I ragazzi erano tornati, e bevevano i loro caffè seduto sul divano.
-‘Giorno ragazzi- dissi stiracchiandomi. Niall non c’era.
-Ehi Lai, come va?- disse Liam facendo segno di sedermi.
-Alla grande- esclamai sorridendo. I ragazzi sorrisero compiaciuti.
-Come va con Niall?- disse Zayn con voce in falsetto. Sorrisi.
-Benissimo- dissi arrossendo. I ragazzi risero.
-Sapete dov’è andato?- chiesi ai ragazzi.
-Ha detto che usciva a fare commissioni- disse Louis. Annuii distratta, pensando a cosa fare.
-Di là c’è la tua colazione, solito Starbucks al cioccolato- disse Harry notandomi distratta.
-Eh? Ah sì, grazie mille ragazzi- dissi alzandomi e andando verso la cucina. Presi lo Starbucks e mi sedetti sul tavolo. Sarei uscita, per comprare un regalo a Niall. Dopo aver passato 2 giorni facendogli spendere chissà quanto, dovevo ripagarlo con quel che rimaneva nella mia carta di credito. Finii di corsa la mia cioccolata e salii le scale inciampandomi un paio di volte. Sì, perché dopo 18 anni passati a camminare non so ancora farlo per bene, figuriamoci correre. Presi una t-shirt grigia con il pipistrello di Batman, uno short di jeans chiaro e le mie dannate Supra. Feci una treccia, misi gli occhiali da sole, la carta di credito e il cellulare in tasca, e corsi giù per le scale.
-Ragazzi, io esco a comprare una cosa, non so se torno per pranzo- dissi velocemente, e corsi fuori dalla porta, gettandomi nella mischia della periferia. Sentii i ragazzi urlare qualcosa furibondi, ma non capii, così me ne andai tranquilla per Londra. Camminavo tranquilla, quando ad un tratto mi fermai a fissare un giornalino di gossip. E sul quel giornalino c’erano le mie Supra, ad un angolo. Le riconoscerei ovunque, solo loro hanno dei segni colorati, opera delle mie amiche di classe durante le lezioni noiose di matematica. Afferrai il giornale, scoprendo che le Supra erano proprio le mie, e c’ero anch’io. Ero affiancata da Niall, mentre camminavamo per Londra, mentre andavamo al parco. In grande c’era una scritta “NUOVA FIAMMA PER NIALL HORAN”. Panico, panico più totale. Mi hanno fotografata. Quindi sono sopra dei giornali? Sui giornali di gossip per lo più?! Rimisi gli occhiali da sole e continuai a camminare spedita. Non so cosa pensare, se sia una cosa scontata o negativa, o forse tutte e due. Mi sedetti su una panchina, mentre respiravo a fatica. Okay, per prima cosa devo analizzare la situazione con Niall. Lui è un bravo ragazzo, e stare con lui è fantastico. Mi piace troppo baciarlo, e sembra che piaccia anche a lui. E se fossi solo una cotta passeggera? Oddio, sembra che non sia mai stata fidanzata. Riesco a capire se un ragazzo è interessato a me per tutto, o solo per portarmi a letto. Niall mi conosceva da tanto, e se voleva portarmi a letto lo avrebbe potuto fare chissà quante volte, sono quasi sempre ubriaca. Quindi evidentemente ci tiene a me. Aw, ci tiene a me! Sorrisi di colpo, beccandomi alcune occhiate con sopracciglia inarcate. Forse gli piaccio davvero tanto. Beh, dopo aver speso una fortuna per me, ci credo che un po’ gli piaccio. Io lo amo però. È totalmente diverso il concetto. Certo, io non posso dirgli di punto in bianco “Ti Amo”. Sarebbe scorretto nei suoi confronti. Gli uomini fanno a fatica a dirlo, e se glielo dico lui può darsi che non mi risponda, e ci rimango malissimo. Voglio continuare con lui, devo solo provare se anche lui tiene a me come io tengo a lui. Faccio un respiro profondo e mi rimetto in piedi, diretta da qualche parte a comprare qualcosa. Qualche ragazzina mi ha fissato, un’altra mi ha indicato sussurrando a qualcun’altra. Tutto questo mi terrorizza.


NARRATORE’S POV
Adelaide tornò a casa col cuore ridotto a una prugna secca. Tutto il pomeriggio era stata a rimuginare su quel che doveva fare, e aveva deciso. Se sarebbe riuscita a continuare per quella sera, se avesse capito qualcosa di più sui sentimenti di Niall e se avesse capito il perché del nasconderla, sarebbe rimasta. Altrimenti no, avrebbe preso il primo volo per l’Italia, dicendo a Niall di vivere la sua vita. Sempre se avesse avuto il coraggio. Salì in camera e si buttò sul letto, con le lacrime agli occhi. Non doveva essere questo il suo sogno a Londra. Chi avrebbe dovuto incontrare 5 fuori di testa, chi si sarebbe dovuta innamorare di un’irlandese con una chitarra, con degli occhi da sogno e un carattere pazzesco, una risata contagiosa e un sorriso da favola? Lei no di certo. Eppure eccola lì, a piangere per la persona più importante della sua vita, forse. Dopo tutte quelle riflessioni, avrebbe parlato normalmente con Niall o avrebbe iniziato a piangere e a delirale? Niall era diventato il suo migliore amico, perché ormai conosceva praticamente tutto di lei. Sapeva che le piaceva coccolare le persone a cui voleva bene, le piaceva mangiare tanto, che si vedeva una ragazza con un corpo quasi deformato, che non faceva altro che combinare casini, che le piaceva far ridere la gente, che le piaceva tanto la natura, ma che aveva una fifa blu per gli insetti volanti, che adorava guardare le stelle, che odiava asciugarsi i capelli perché le pesava tenere il phon in mano per così tanto tempo; solo lui sapeva che lei non era una directioner vera e propria, e solo lui sapeva farla stare bene. Niall conosceva vita, morte e miracoli di Adelaide, anche se dovrebbero chiamarsi più che altro ‘Nascita, casini, rischi di morte, brutti voti e cerotti’ di Adelaide. Ad un tratto sentì bussare alla porta. Si alzò di scatto e si asciugò gli occhi. Aprì piano la porta, squadrando davanti a lei. Nessuno, solo aria. Aprì completamente la porta e squadrò il corridoio. Nessuno, solo qualche scatola i piedi di Adelaide. Erano 2, piatte e di color panna, con il nome Chanel sul coperchio. Le si illuminarono gli occhi. Prese le scatole e chiuse la porta dietro di se, entrando in camera. Si buttò sul letto, e aprì la prima scatola. Dentro c’era un abito piegato. Lai lo prese e lo mise in alto, tenendolo con le mani. Era un vestito blu, con uno scollo a cuore, e lungo fino sopra le ginocchia. La gonna diventava un po’ ampia, con l’orlo ricoperto da piccoli diamantini. Adelaide si cacciò velocemente i vestiti, e indossò l’abito blu. Le lacrime erano sparite. Per la prima volta nella sua vita, ad Adelaide un vestito cadeva a pennello. Non si vedeva così tanto carina da tempo. Poi si risedette sul letto, notando un biglietto che pendeva dal coperchio della scatola.
“Spero che l’abito ti piaccia, e anche tutto il resto
L’ho scelto personalmente.
Beh, in realtà la commessa mi è stata molto d’aiuto a scegliere,
dato che all’inizio volevo prenderti una specie di vestito a quadri,
ma sono stato fortunato.
Alle 7 aprì la porta della tua camera”
Love, Niall Xx
Si risedette sul letto, peggio di prima. Cosa avrebbe fatto? No, non poteva accettarlo, doveva andare da lui, doveva dirgli che non se la sentiva di continuare. Ma gli avrebbe spezzato il cuore! No, in realtà Adelaide non sapeva se il cuoricino di Niall si sarebbe spezzato, almeno non quanto il suo. Per lei Niall era tutto, ma lei cosa valeva per Niall? Lacrime, di nuovo lacrime. No, doveva spiegare tutto a Niall, alle 7 sarebbe uscita, avrebbe parlato con Niall e... Cosa avrebbe detto? Niente, sarebbe rimasta lì, imbambolata a fissargli gli occhi senza proferire una sillaba. “Spiegatemi come va avanti la vita perché io non me lo ricordo più” pensò Adelaide rattristata. Si buttò sul letto e si addormentò. Si svegliò verso le 7 meno un quarto. Guardò l’orologio e iniziò a sclerare. Si spogliò e si infilò nella doccia, sciacquandosi con il bagnoschiuma profumato. Poi si spazzolò velocemente i capelli e indossò l’abito. Mise il mascara, l’eyeliner e il lucidalabbra, poi si ricordò della seconda scatola e l’aprì. Un braccialetto d’oro, una collanina con un piccolo diamantino d’argento, degli orecchini con un piccolo diamantino. Le si contorse lo stomaco. Mise la collana e gli orecchini, poi prese il bracciale e se lo rigirò tra le mani. “Pronta per la prova finale?” pensò lei. Annuì a se stessa e infilò il bracciale. Mise i tacchi blu che le aveva comprato Niall e si avvicinò alla porta. Fece un gran respiro, e aprì. 
 

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Capitolo 20
*** Capitolo 18 ***


Sul corridoio, illuminato da piccole candele profumate, erano sparsi piccoli petali di rose. Adelaide spalancò piano la bocca, chiudendo la porta dietro di se. Iniziò a seguire lentamente i petali, attraversando il corridoio e scendendo le scale. Si ritrovò in salotto, dove i petali finivano davanti l portone di casa. Aprì la porta, e vide davanti al marciapiede una Camaro rosso fiammante.


Ma la sua attenzione era rapita da qualcos’altro, o meglio, qualcun altro: il principe irlandese indossava una giacca nera, una camicia bianca e dei pantaloni stretti di colore nero.


Un sorriso splendeva sul suo volto, si morse un labbro. Adelaide pensò che se lo sarebbe portato a letto all’istante, a Niall invece ci volle un po’ più di tempo per afferrare la situazione. Adelaide era uno schianto senza precedenti, e se in quel momento il cervello gli avesse dato carta bianca, se la sarebbe portato a letto senza pensarci due volte. Scacciò subito quel pensiero, sperando di non ubriacarsi troppo. Adelaide lo guardava con la bocca semi-spalancata e gli occhi sbarrati.
-Ta-dan- esclamò sorridendole. Adelaide chiuse la bocca, sorridendo con aria sognante.
-Ti piace l’auto?- disse squadrandole con un sopracciglio alzato, come per farle capire ‘Deve piacerti se la fissi così tanto!’.
-Eh? Ah, sì, l’auto è bella, ma non sto fissando lei- disse sorridendo. Niall guardò dietro di se.
-Sto fissando te, perché con quel completo sei una favola- disse scendendo le scale fino al marciapiede. Niall si guardò il completo e sorrise.
-Aw, nessuno mi aveva mai detto che ero una favola!- disse con aria sognante, mettendo le mani sotto il mento versione ‘cupcake!’. Adelaide rise, corse verso Niall e lo abbracciò. Niall sentì l’odore inebriante dei suoi capelli, li accarezzò, sentendo l morbidezza di quei boccoli disordinati. Adelaide percepì l’odore di colonia, quell’odore che le ricordava il suo dolce papà, che mette ogni volta che deve partecipare a qualche importante vento, che le ricordava tanto la tenerezza e l’amore di una persona. Si stinse di più al suo principe, mentre Niall stampò un bacio sui capelli della sua principessa. Adelaide prese coraggio, e mise le braccia intorno al collo dell’irlandese, baciandolo lentamente. 
-Mi sono mancati i tuoi baci, per tutto il giorno- sussurrò Niall appena ripreso fiato.
-Dove sei sparito?- chiese lei aggiustandogli il colletto bianco.
-Ti ho fatto un paio di sorpresine, e non sono ancora finite!- disse lui emozionato, con uno splendido sorriso.
-Uh, figo, quindi che si fa?- disse strofinando il naso su quello di Niall.
-Avevo intenzione di portarti in un posto davvero figo- disse. Lai si morse un labbro.
-Lai, ti prego, quel vestito è mozzafiato, ma se ti metti a morderti le labbra... uh...- disse Niall scuotendo la testa sorridendo. Lai ridacchiò.
-No, stavo pensando... so che è alquanto strano...-.
-Tu sei strana!- affermò Niall sorridendo.
-Appunto, stavo pensando... posso guidare io quella macchina?-. Niall non fece in tempo a creare uno sguardo adatto, che Adelaide assunse un aria da cucciolo indifeso.
-Ti prego ti prego ti prego, lo so che è strano e che non è neanche corretto, ma ti scongiuro...- disse imbronciando e labbra. Niall sorrise.
-Certo, se ti va puoi farlo- disse alzando le spalle. Adelaide fece un saltello sorridente e baciò Niall. Corse verso l’auto e aprì la portiera. Entrò e si sedette comodamente sul sedile, con Niall che si sistemava accanto sorridendole.
-Metti la cintura- disse Adelaide con fermezza.
-Come mai tutta questa enfasi nel dirlo?- chiese Niall con il sopracciglio inarcato.
-Tu mettila- lo incitai io con un mezzo sorriso. 20 minuti dopo Niall era stato sbalzato ai sedili posteriori, e con una mano sul cuscino si reggeva, mentre io guidavo sorridente verso un luogo che ancora non concepivo. Sperduta campagna, insetti ovunque, un gregge di pecore.
-Niall, siamo arrivati?- chiesi guardandomi attorno.
-Eh? Ah, sì, ferma lì- disse Niall uscendo barcollando dall’auto. Diciamo che so guidare l’auto in un modo a dir poco sublime, e me ne fotto altamente se faccio delle curve improvvise, ma ho testato personalmente che queste non sono in grado di procurare incidenti. E poi rispetto i limiti di velocità, che è una bella cosa! Niall mi aprì la portiera dell’auto e mi tirò su con la mano. Prese una benda e me la mise attorno agli occhi.
-Uh, dove mi porterà stavolta Niall?- chiesi sarcastica, iniziando a camminare nel buio.
-Ehi ehi, bambolina, non puoi andare per conto tuo, potresti  rotolarti per la collina, poi che dico i tuoi, e che faccio io senza di te?- chiese ridendo e reggendomi per le spalle.
 
 
ADELAIDE’S POV
Sto vivendo un sogno. Sto vivendo un dannatissimo sogno. Sto vivendo un dannato sogno, con dentro un incubo. Perché, perché, perché sono la complicazione fatta persona? Perché sono un totale disastro, perché spezzo i cuori alla gente come se niente fosse, perché appena trovo la persona più importante della mia vita, quella giusta, quella che ci credo più dell’esistenza di Gesù Cristo, la lascio scappare come se niente fosse, e molto probabilmente gli spezzerò pure il cuore. Dio che stronza che sono. Infilai tutto in valigia, tutti i vestiti che ho, senza nemmeno piegarli. Sono aumentati, quindi è un po’ difficile farceli entrare. Mi sedetti sopra la valigia iniziando a saltarci sopra. Se si svegliano i ragazzi bestemmio in turco. Mi alzai e guardai la situazione. Buttai la valigia a terra e iniziai a saltarci con i piedi. Riuscii ad appiattirla e la chiusi con la cerniera. Mi asciugai di nuovo le lacrime, che calavano insistentemente, senza ritegno. Mi tolsi il vestito e lo poggiai sul letto, cercando di aggiustarlo il più possibile. Infilai una felpa a caso e un paio di pantaloncini corti, e andai in bagno a sciacquarmi di nuovo il viso. Mi bagnai le guance, dove era colato tutto il mascara, e mi asciugai. Vidi il mio viso davanti allo specchio, rosso per il pianto, ed ebbi una voglia matta di dare un pugno a quella faccia di cazzo che mi ritrovavo ad avere. Mi sento una puttana, una totale ed imbecille puttana. Rientrai in camera e mi sfilai la collana, il bracciale e gli orecchini, poggiandoli accanto al vestito. Presi la lettera e la poggiai sul letto, accanto ai vestiti. Una lacrima calò sulle guance, gettandosi sul foglio della lettera.
-Merda- sibilai arrabbiata. Non c’era più niente da fare, così presi la valigia e attraversai il corridoio. Feci immediatamente retromarcia, dato che volevo vedere i ragazzi per l’ultima volta. Poggia in un angolo la borsa e mi incamminai. Guardai attraverso la porta di Harry, dove dormiva beatamente con le coperte attorno al sedere. Forse dorme in mutande, e si vergogna pure mentre dorme.
-Trovati una ragazza Harry, mi mancherai- sussurrai io. Dopodiché passai a quella di Louis.
-Fai divertire ancora un po’ questi ragazzi, mi mancherai anche tu Louis- sussurrai.
-Zayn, tratta bene la mia Perrie, falla sentire come dovrebbe, mi mancherai tanto-.
-Liam, grazie di tutto, non mandarmeli in prigione questi poveracci, mi mancherai davvero tanto tu-. Uscii dalla sua camera e ripresi la valigia, scendendo per le scale. Di andare in camera di Niall non se ne parlava neanche, le mie gambe non si sarebbero più scollate da lì. Ad un tratto sentì dei passi dietro di me. Pregai tutti i santi che non fosse uno dei ragazzi. Loki mi guardavo con uno sguardo triste, come solo i cani sanno fare. Mi chinai verso di lui, carezzandolo piano. Lo fissai dritto nei suoi occhi azzurri, e gli sussurrai:
-Prenditi cura di questi 4 deficienti, ne hanno davvero bisogno, e promettimi che rimarrai un cane fedele a Liam, e che non rovinerai più cuscini o graffierai divani. Ok, probabilmente non hai capito un accidente di quel che ho detto, ma tu fallo lo stesso. E prenditi cura di quell’irlandese, fagli trovare una bella ragazza, che lo tratti meglio di come ho fatto io, e appena imparerai a parlare digli che lo amo, che lo amo tanto- dissi tra le lacrime. Loki mi  leccò una lacrima, e io lo strinsi forte, grattandogli dietro le orecchie.
-Addio Loki- sussurrai staccandomi da lui e prendendo la valigia. Aprii la porta e mi girai verso la casa.
-Addio- sussurrai. Fa male, malissimo. Il cuore sembra un vaso rotto, un vaso vuoto e rotto. Entrai dentro il taxi che avevo chiamato prima e mi sedetti.
-Tutto bene signorina?- chiese il tassista, un tipo dall’accento indiano, vecchio, con un improbabile piercing sul labbro.
-Sì, mi porti all’aeroporto di Heathrow, per favore- dissi cercando di ricacciare le lacrime.
-Problemi di amore?- chiese l’indiano svoltando l’angolo.
-Già- dissi io abbassando la testa, rifiutando di girarmi a guardare la casa.
-Lui l’ha tradita, signorina?-.
-No, anzi, è perfetto, è quello che desidero da tempo, ma io no-.
-Scusi, non la capisco...-.
-Io non sono perfetta, io non sono nessuno, mentre lui è tutto-.
-Questo non ha senso, signorina-.
-Lui è un cantante famoso, che può avere tutto, mentre io sono una cittadina, un’inutile cittadina senza un lavoro che non sa neanche cosa fare nella vita, che è un casino vivente. Io non posso stare con lui-. E con questo sembro chiudere la conversazione. Il tassista rimane in silenzio fino alla fine della corsa. Chissà se Niall avrà già letto la lettera, chissà se adesso sta ringraziando Dio di avermi cacciato dai piedi, chissà se invece sta piangendo come lo sto facendo io. Il mio cuore al momento sembra un vetro in frantumi. L’auto si fermò, e mi asciugai gli occhi per vedere meglio dal finestrino. Scesi dall’auto cacciando a fatica la valigia. Mi avvicinai al finestrino e diedi un pezzo da 20 £ al tassista.
-Se una cosa ti fa stare così bene, come può essere sbagliata?- mi chiede lui. Come? Lo guardai con un sopracciglio inarcato. Quello che ha detto è così... vero.
-Wow- dissi al tassista, guardandola incredula.
-Ah, non è farina del mio sacco, l’ho sentita a Grey’s Anatomy-. Ah. Annuisco distratta, riafferrando la valigia. Entrai dentro l’aeroporto semivuoto. Mi avvicino per fare il biglietto, scoprendo che il volo parte tra mezz’ora. Bene, se Niall si sveglia tra almeno un quarto d’ora, forse posso farcela senza che lui venga all’aeroporto. Mi siedo su una sedia, mettendomi le mani tra i capelli. Continuo a sentirmi una puttanella stronza senza ritegno. Ho passato una serata fantastica, seduta su un tavolo, sotto le stelle, ai piedi di una quercia, con le lampadine tra i rami e una coroncina di fiori in testa. E per finire Niall era così bello e affascinante e gentile e stupendo e sexy e meraviglioso e bello che me lo sarei sbattuto senza problemi. Però, dopo aver cenato, sono praticamente andata in paranoia, perché Niall mi ha detto “ti amo”. Panico improvviso, salivazione ridotta del 60%, cervello completamente in tilt, bocca impastata, cuore partito per conto suo, occhi sbarrati e sorriso da rincoglionita. No, non ho detto le solite cazzate che si dicono in questo momento, tipo “grazie”, oppure “cazzi tuoi”, che è pure peggio, ma ho semplicemente detto quello che mi passava per la testa.
-Ti amo-. E non stavo mica mentendo, era tutto quello che volevo dirgli da quel bellissimo abbraccio. E poi ci siamo sdraiati su un lenzuolo, a fissare le stelle. Mi sono improvvisata astronoma, dando un nome tutto strano alle stelle. Credo che la stella polare possa cambiare nome ogni tanto in stella banana, perché scommetto che piacerebbe a tutti, e i marinai si farebbero una bella risata. Ma molto probabilmente si perderebbero in mare. E alla fine Niall si è addormentato. Era esausto, si vedeva. Aveva fatto chissà cosa per creare tutto quello, in mezzo alla campagna londinese. E io con cosa avevo ricambiato tutto questo? Con nulla. Con assolutamente nulla. Non potrei mai ricambiare tutto quello che fa per me. Mai. E fu così che pensai a quello che avevo in mente da giorni. Andare via. Lasciar vivere a Niall la sua vita da uomo ricco, con una fidanzata altrettanto ricca. E lo so che mi ama, ma può amarmi come io amo lui? Questo non lo so, e non credo che lo saprò mai. Così ho chiamato un taxi, ho dato un ultimo bacio a Niall, gli ho accarezzato i capelli, e sono andata via. Ma il termine giusto sarebbe abbandonarlo. Perché quello che ho fatto, in pratica, è usarlo. L’ho usato solo per avere delle esperienze, per farmi pagare i vestiti o farmi mangiare bene. Ma io non volevo fare questo. Spero che nella lettera capisca tutto. 

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 19 ***


Niall scese velocemente dal taxi. Che traffico di merda, pensò.
Adelaide alzò lo sguardo, notando la porta del corridoio finalmente aprirsi. Prese la valigia e si incamminò verso il corridoio, dando il biglietto alla hostess assonnata.
Niall batté i pugni contro la porta di casa, urlando ai ragazzi di aprire. Nessuno però sembrò sentirlo. Niall si spostò indietro, e si buttò contro la porta, che si aprì rumorosamente. No, non aveva le chiavi.
Lai uscì fuori dal corridoio, diretta verso l’aereo. Iniziò a salire i primi gradini della scaletta.
Niall percorse a grandi falcate le scale di casa, dirigendosi verso la camera di Adelaide.
Lai aveva paura ad varcare la soglia dell’aereo, di a andare via da Londra.
Niall non esitò ad entrare, Adelaide era scomparsa, e lui non capiva bene come, e perché.
Adelaide varcò la soglia dell’aereo, si mosse velocemente verso il suo posto e si sedette.
Niall aprì lentamente la porta, scoprendo l’abito di Adelaide stesso ordinatamente sul letto, assieme ai gioielli. Si avvicinò al letto, notando una lettera appoggiata. Se la rigirò tra le mani. Che l’avessero rapita?, pensò Niall sarcasticamente. Ma appena lesse le prime parole sbiancò.
“Probabilmente non sai che fine ho fatto, perché me ne sono andata via senza dirti niente, perché non ho avuto il coraggio di parlarti. Sto tornando a casa Niall, mi dispiace”
 
Adelaide crollò sul sedile, iniziando a piangere. Grandi lacrimoni sbucavano dai suoi occhi scuri, che si arrossavano piano piano, di nuovo. Non le fregava assolutamente nulla se tutti la guardavano, lei rimaneva lì a piangere. Alcuni signori gentili si avvicinarono a lei, chiedendole se andasse tutto bene, alcune hostess le porsero dei fazzoletti, ma lei sembrava non ascoltare nessuno.


Niall crollò lentamente a terra, sedendosi vicino al letto di Adelaide, con la testa poggiata sul legno. Cercò di trattenere le lacrime, ma non ci riuscì. Piccoli rivoli di acqua sgorgavano dai suoi occhi limpidi. Non stava urlando, sbraitando, lagnandosi come avrebbe pensato avesse fatto una volta andata via, ma cercò solo di capire la situazione. Era solo semplicemente tornata a casa, perché volendo poteva andare da lei a trovarla quando voleva. Ma continuò a leggere la lettera.
“Non voglio partire, me ne strafotto alla grande della mia maturità, perché di sicuro non lo sono, non sono matura, ma credo che questo faccia bene a tutti e due. Io non posso amarti, Niall. Non posso”
Un colpo al cuore, ecco cosa sentì Niall. Il povero cuore di Niall andò in frantumi. Quindi non lo amava. Quindi era stato tutto una specie di scherzo? E allora perché lo ha baciato? Perché è rimasta sempre con lui? Perché lo abbracciava e lo trattava bene, perché continuava a sorridere, perché, perché? Aveva sbagliato tutto, un’altra volta. Doveva dirle tutto quella sera, ma si era addormentato. ADDORMENTATO, ROBA DA PAZZI! Almeno era riuscito a dirle “Ti amo”, almeno le aveva fatto capire che per lei provava qualcosa. Ma forse a lei non era bastato per restare. E invece Niall l’amava come non mai. Ed è triste tenersi tutto dentro, aver perso l’occasione di dirle quanto è importante lei per lui. Che se lei avesse voluto sposarsi all’istante, Niall lo avrebbe fatto, perché una ragazza perfetta così non se la sarebbe mai fatta scappare. Sarebbe rimasto con lei tutta la vita, per sempre, aiutandola a incasinarsi di meno la vita. E invece no, eccolo lì, a piangere come un cretino disperato. Non è perfettamente normale pensare questo di una ragazza conosciuta una settimana prima, non era normale almeno per un uomo. La donna, si sa, fa film mentali lunghi ottant’anni, ma l’uomo no. Lui ha solo film porno nella testa, e di certo non accade all’istante, e non pensa di certo a matrimoni o roba simile. Questo era un segno, per Niall, che Adelaide era diversa da tutte le altre.

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Capitolo 22
*** Capitolo 20 ***


FRANCESCA’S POV
PERCHÉ PERCHÉ PERCHÉ PERCHÉ PERCHÉ PERCHÉ PERCHÉ? COSA C’È CHE NON VA IN LEI? COSA CAZZO LE HANNO DATO QUEI RAGAZZI PER RIDURMELA COSÌ, AD UNA PRUGNA SECCA LACRIMANTE? Mi ha chiamato verso mezzanotte, ed è stato un miracolo se l’ho sentito squillare in una discoteca.
-Lai, che succede?- urlai al telefono tappandomi le orecchie per il casino. Niente, solo gemiti di pianto. Oddio. Mi catapultai di corsa in bagno, dove il rumore si attenuava.
-LAI, CHE SUCCEDE, COSA È SUCCESSO, CHI È STATO, DOV’È NIALL?!- chiesi tutto d’un fiato. Appena pronunciai la parola Niall i gemiti doloranti di Adelaide si alzarono di volume, tornando a piangere. Non è quello che penso, vero?
-Lai, dove sei? Perché piangi? CHI CAZZO TI HA FATTO PIANGERE?- urlai io nel panico.
-IO, IO MI SONO FATTA PIANGERE, PERCHÉ NON SONO FORTE COME CREDEVO, PENSAVO SAREBBE STATO PIÙ FACILE, E INVECE NO, NON È AFFATTO FACILE-. Oddio, lo ha fatto davvero.
-Lai, non ci posso credere, te ne sei andata senza dire nulla a Niall?-. Si è scavata la fossa da sola. Niall è sensibile, penso che lo sappia pure lei, e credo che ci sarà rimasto di merda. E il bello è che pure Lai ci è rimasta di merda.
-SÌ, E MI SENTO COSÌ TRISTE, MA SO CHE È LA COSA GIUSTA, E NON VOLEVO CHIAMARTI PER PIANGERE, MA SOLO PER DIRTI CHE TRA UN PAIO DI ORE SONO A CASA, QUINDI DOVETE VENIRMI A PRENDERE ALL’AEROPORTO- disse cercando di riprendere a parlare e respirare normalmente.
-Devo chiamare i tuoi?- chiesi sconfitta.
-No, ho già fatto io, a dopo- disse tirando su con il naso. Bleah. Non posso credere che lo abbia fatto davvero. Lei deve prepararsi all’esame di maturità, e non farà altro che piangere per un errore che ha commesso lei stessa, che poteva evitare. Lasciarlo perché non sei famosa? Ma cosa credeva, che prima Eleonour e Sophia fossero famose? Beh, più o meno dì, ma non così tanto. Uscii velocemente dalla discoteca e chiamai un taxi.
-Aeroporto- dissi velocemente, sedendomi sul sedile. Dovrò farla ragionare, dovrò farle capire che ha sbagliato, ma che può risolvere tutto, credo. Cercai di analizzare la situazione: Adelaide ama Niall, lo amo così tanto, come se fosse la sua anima gemella, come se avesse trovato finalmente quella giusta, quella da tutta una vita, mentre Niall? Niall la ama, oppure per lui è solo una cotta passeggera? Magari me lo farò raccontare, perché può darsi che a Niall piaccia davvero tanto. Spero di no, sennò oltre a ritrovarmi un’amica in stato di schifo mi ci ritroverò anche un idolo. Niall però è perfetto per Adelaide. Non aveva mai pensato a loro due insieme, anzi, non ho mai pensato ai ragazzi insieme ad una qualche mia amica, o una cittadina normale. Certo, a parte me e Harry, io e lui stiamo trooooooppo bene insieme. Niall adora mangiare, e suonano tutti e due la chitarra, e sono dei tipi che sanno rallegrare la situazione, due tipo positivi, e impulsivi, a cui piace mettersi in ridicolo solo per far ridere gli altri. Solo che Niall è molto più sensibile di Lai, e molto più sognatore di sicuro. Ma sono comunque pigri, e adorano stare con i propri amici. Sono proprio simili. Però Niall potrebbe essere totalmente diverso da come raccontano tutti, magari conosciuto di persona sembra una persona un po’ diversa. Arrivai all’aeroporto, dove i genitori di Lai aspettavano al check-in. Aspettai impaziente, camminando a destra e a sinistra. L’avrei trovata diversa, con una valigia, stracarica di ricordi, oltre che vestiti, o lacrimante, distrutta e confusa? Alzai lo sguardo e vidi Adelaide camminare con un sorriso stanco lungo il corridoio. Aveva i capelli raccolti in una cosa disordinata, una felpa troppo pesante per l’estate e una tuta comoda. Sembrava la solita Lai, quella vestita con dei vestiti fuori moda e comodissimi, che spezzerà tutta la tristezza del momento con una sonora battuta che risuonerà per tutto l’aeroporto, e poi si metterà a ridere così forte da far girare tutti i presenti, e tornerà a casa saltellando come una matta, mettendosi in totale ridicolo. Ma non credo che lo farà. Tutti hanno sempre pensato che Adelaide dietro quei sorrisi e quelle battute nascondesse un tutta una serie di problemi e lacrime, solo perché la maggior part delle persone facevano così. Niente di più falso: Adelaide non ha nessun tipo di problemi, a parte mentali, e se non fa altro che sorridere è perché è una persona sorridente e allegra. Ma stavolta non credo che sarà veramente allegra, ma solo una maschera. Le corsi incontro, mentre lei buttò la valigia a terra e corse lentamente verso di me, a braccia aperte. La strinsi forte a me, felice di averla di nuovo a casa.
-Sono così felice di vederti, mi sei mancata tanto- le sussurrai all’orecchio.
-Mi sei mancata anche tu Nuti, non vedevo l’ora di abbracciarti- disse stringendomi di più. Arrivarono anche i suoi genitori, e l’abbracciarono calorosamente. Tornammo a casa in tutta tranquillità, anche se i genitori notarono che era un po’ giù.
-Tesoro, stai bene?- chiese la madre.
-Sì, sono solo un po’ stanca- disse lei con voce fiacca.
-Posso dormire insieme ad Adelaide stanotte?- chiesi velocemente ai genitori di Lai. Annuirono tranquilli. Mandai un messaggio ai miei, e scesi dall’auto, finalmente arrivati. Spero che i miei lo leggano prima di chiamare la polizia come l'ultima volta. Accompagnai Adelaide fino in camera sua e chiusi la porta dietro di me. Si buttò sul letto, e cominciò a singhiozzare.
-Oh Laaaaaai...- dissi tristemente, senza sapere cos’altro dire. Lei continuò a singhiozzare, ma cercò di darsi un’aria seria.
-Allora, sia chiaro, per nessuna ragione al mondo io sto piangendo perché ho sbagliato, capito? Io sto piangendo perché mi manca un po’, tutto qui- disse velocemente.
-Un po’?- chiesi sarcastica. Mossa sbagliata. Adelaide mi lanciò un cuscino, per poi lanciarmeli a raffica. Ma quanti cazzo di cuscini ha?
-Fammi finire: a me manca, ma devo essere forte, e devo riuscire a togliermelo dalla testa. E tu mi aiuterai- disse indicandomi.
-Ma se non riesco a togliermelo nemmeno io dalla testa: ricordati che è il mio idolo! E poi, da quanto ho capito, tu non hai mai provato nulla del genere per una persona, come puoi cacciartelo dalla testa? E fattelo dire: hai fatto una cazzata!-.
-No! Ho fatto la cosa giusta per tutti e due: lui non deve più stare dietro a una cretina come me e io non devo preoccuparmi di fare belle figure davanti alle telecamere e macchine fotografiche!- disse esasperata. La guardai con sguardo comprensivo. Le lacrime cominciarono a uscire dagli occhi, e corsi ad abbracciarla.


-Lai, se è questo quello che vuoi io sono con te, e cercherò di parlare di loro il meno possibile, ok? E poi hai la maturità, con tutto quello studio, sperando che studierai un po’, non penserai minimamente a lui-. E invece sì, porca vacca. Passò le mattine a dormire, poi il pomeriggio si svegliava e iniziava a studiare in un modo a dir poco ossessivo, e smetteva verso le 3 del mattino, e passava la notte a pensare a Niall. E poi, appena riuscivamo a passare un po’ di tempo libero, piangeva. E nemmeno Niall se la passava alla grande. Evidentemente ci teneva tantissimo ad Adelaide. Era uscito per Londra una sola volta in tutta la settimana, e indossava gli occhiali da sole, nonostante la pioggia, e soprattutto aveva iniziato a scrivere stati deprimenti su Twitter. Peggio di Liam quando ha lasciato Sophia. Alcune directioner avevano scritto dei dm a Niall, senza risposta, altre invece li avevano scritti agli altri membri, e Liam ha detto che Niall stava passando un brutto periodo dopo una storia d’amore, mentre Harry aveva dichiarato in una radio che Niall indossava solo occhiali da sole per via degli occhi rossi dovuti alle lacrime. E non potevo dire nulla ad Adelaide, altrimenti si sarebbe sentita in colpa più di quanto lo fosse già. Merda.

LIAM’S POV
Mi svegliai di soprassalto, maledicendomi mentalmente e infilandomi velocemente la tuta. Corsi giù per le scale, ma non trovai nessuno. Corsi di nuovo su per le scale, trovando Niall in camera di Adelaide.
-Niall, scusa, ma mi sono svegliato prima mentre battevi alla porta, però mi sono riaddormentato e mi sono risvegliato solo adesso, oddio, mi dispiace- dissi tutto d’un fiato. Niall alzò lo sguardo. Aveva gli occhi rossi, e le guance umide. Era seduto a terra con la schiena poggiata sul materasso di Adelaide. Accanto ai piedi aveva una lettera.
-Niall, che è successo? Dov’è Lai?- chiesi. Lui si limitò a prendere la lettera e a porgermela, mentre si alzava piano. Lessi la lettera.
 
 
 
“Sei una persona troppo famosa, e con me affianco non puoi andare avanti rimanendo una persona normale. Sono una combina guai, e non puoi stare con una ragazza come me”

Adelaide ha probabilmente fumato qualcosa, perché questa è la cosa più scema che abbia mai letto.
-Ma è una cazzata!- esclamai a Niall, che stava per uscire dalla stanza.
-No, Liam, ha ragione, se non può amarmi non posso di certo costringerla- disse alzando le spalle. Cosa?
-Niall, ma hai letto tutta la lettera?- chiesi interrogativo.
-No, non he bisogno- disse scendendo velocemente le scale. Lo seguii.
-No, Niall, devi leggerla tutta, non capisci, è...-.
-Liam, stavolta non voglio struggermi in lacrime, vorrei solo stare da solo un paio di giorni, in camera mia, a pensare a cosa farò, e soprattutto a svoltare pagina- disse serio, aprendo il frigo e iniziando a prendere cibo. Sceso Louis completamente assonnato.
-Perché siete svegli a quest’ora?- chiese Louis stiracchiandosi.
-Potrei farti la stessa domanda, ma non è il momento, Niall ha un problema- dissi indicando l’irlandese.
-No, tu hai un problema!- esclamò Niall chiudendo il frigo.
-Dov’è Adelaide?- chiese Louis di colpo. Niall sospirò, trattenne le lacrime e aprì bruscamente lo sportello.
-Leggi- dissi di rimando a Louis. Louis prese il foglietto leggendo strabuzzando gli occhi per il sonno. Intanto Niall afferrò 2 pacchetti di patatine, 4 di marshmallow, un vaso di caramelle, un pezzo di pizza avanzato e altri cibi spazzatura.
-E forse la cosa più malinconica e stupenda che io abbia mai letto- esclamò Louis. Niall fece finta di non ascoltarlo e salì le scale.
-Niall! Non puoi andartene così, devi farle cambiare idea!- urlai a Niall salendo le scale, seguito a ruota da Louis:
-Almeno leggi la lettera Niall, prova a cap...-.
-Ha preso la sua decisione ragazzi, e io non ho intenzione di cambiarla. Evidentemente ha fatto così solo perché sono il suo cantante preferito- disse Niall serio, entrando nella sua camera e chiudendosi a chiave.
-Niall, mi prendi per culo? Ma hai letto tutta la lettera? Questa roba potremmo metterla dentro una canzone per quanto è bella!- sbraitò Louis.
-Non ho bisogno di leggerla, ho già capito tutto!- urlò lui istericamente.
-Niall, porca troia, esci!- urlò Louis più isterico di Niall, ma l’irlandese chiuse la porta a due mandate e fece silenzio. Scesero anche gli altri, e lessero la lettera, e iniziarono anche loro a sbraitare contro Niall.
-NIALL, ESCI, SPOACCO LA PORTA, SAI CHE POSSO FARLO!- urlò Zayn.
-NIALL, ENTRIAMO LÌ E TI PRENDIAMO A CALCI SE NON LEGGI QUESTA FOTTUTISSIMA LETTERA!- urlò a sua volta Harry.
-STAREMO QUI TUTTA LA GIORNATA FINCHÈ NON USCIRAI, BRUTTO COGLIONE TESTA DI CAZZO!- gli urlò Louis.
-PERCHÉ SIETE ANCORA QUI? LASCIATEMI IN PACE, TRA POCHI GIORNI TORNERÒ A FARMI VIVO!- urlò Niall di rimando, con la bocca piena.
-OGNI VOLTA CHE MI SUCCEDE UNA COSA DEL GENERE VOI URLATE PAROLACCE CONTRO DI LEI E VE NE ANDATE VIA, PERCHÉ ADESSO È DIVERSO?- chiese Niall.
-Perché lei è diversa- disse Zayn sottolineando la lettera è.
-Quella ragazza è perfetta per te, basta guardarla- disse Harry malinconico. Silenzio. Niall sembrò far tesoro di quelle parole.
-Mi ha detto quello che provava per te, anche prima che ti baciasse- dissi io poggiando la testa sulla porta.
-Almeno a te lo ha detto, io ancora non lo so cosa prova- disse Niall singhiozzando.
-E poi neanche tu saresti capace di insultarla- disse Louis risaputo.
-Invece sì- disse Niall deciso.
-E... potremmo farlo anche noi?- chiese Harry di rimando. Lo guardammo tutti male, forse anche Niall.
-Sì...- disse l’irlandese un po’ meno convinto.
-Quindi se io dicessi che Adelaide è una totale puttanella che fa pompini a tutti non ti darebbe minimamente fastidio v...- non fece in tempo a finire che la porta si aprì di scatto e un Niall infuriato si avventò contrò Louis. Caddero a terra, e subito ci precipitammo per staccare Niall dalla faccia di Louis.
-AAAAAH! PORCA TROIA NIALL, TOGLI LE TUE MANACCE DALLA MIA FACCIA- sbraitò Louis cercando di parare gli schiaffi di Niall. Sì, perché Niall non sarebbe mai stato capace di picchiare Louis. quel ragazzo è troppo buono.
-PROVA A DIRE UN’ALTRA COSA DEL GENERE SU ADELAIDE E LA PROSSIMA VOLTA TI MANDO IN OSPEDALE PER FARTI AMPUTARE LE PALLE!- urlò Niall dimenandosi dalla nostra presa. Ritornò in se e ci scacciò.
-Scusate, scusa Louis, è solo che... devo pensarci okay? Uscirò ogni tanto, davvero, voglio solo... un giorno, non chiedo troppo, solo un giorno...- disse rientrando in camera. La decisione dopotutto, era solo sua. Tutti noi sapevamo benissimo che non aveva coraggio a ripresentarsi davanti a lei, e che probabilmente la odiava. Ma Adelaide era diversa. In  tutto questo contesto, Niall non aveva mai pensato ad Adelaide come una brutta persona. Questo mai, lei lo aveva fatto solo per non ferirlo, almeno così credeva Niall. Ma noi tutti sapevamo che Adelaide lo aveva fatto perché si sentiva inadeguata, perché Niall era famoso e lei no. Cosa stupida, molto stupida, perché sentirsi inadeguati con Niall è da pazzi: Niall è il concetto di persona normale fatta persona. Beh, normale per dire “persona con qualche disturbo mentale che però davanti a persone di alto rango si comporta normalmente se viene avvisata”. Ma Adelaide aveva anche paura di non essere abbastanza, di non poter fare regali grandi come quelli di Niall, o di riuscire a fare quelle cose che solo Niall sembrava saper fare. Ma a Niall bastava solo che lei fosse lì con lui, stretti in un abbraccio, magari con un bel bacio. Solo che lui non era riuscito a dirle quanto l’amava: certo, un “Ti amo” ci sta sempre, ma vuoi dirgli almeno che per te lei è qualcosa di troppo importante da lasciare andare. E su questo Niall sapeva benissimo di aver sbagliato. Addormentarsi ad un appuntamento, roba da matti! 

Spazio autrice:
Weyhey chicas, scusate se non aggiorno spesso, ma ho inziato il primo liceo, e sono incasinatissima con i compiti ._. 
Spero la storia vi stia piacendo. Baci
-StayWeird.

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 21 ***


LIAM'S POV

Niall usciva ogni tanto dalla sua camera, per andare in bagno o per prendere del cibo, ma almeno usciva. Un giorno sentimmo Niall uscire fuori dalla camera. Sotto organizzazione, Harry corse per le scale e andò ad abbracciare Niall, così forte da farlo girare di 90°, per non fargli vedere il resto delle scale. Corsi silenziosamente per la rampa ed entrai in camera di Niall. Santo Dio, qui sembra che non si apri la finestra da secoli. Riuscii a respirare con la bocca e presi il cellulare di Niall. Andai velocemente sulla rubrica e trovai il numero di Adelaide. Mi sporsi per le scale e feci segno a Zayn dei numeri da comporre per chiamarla. Dopodiché lanciai velocemente il cellulare sul letto prima che Niall si girasse verso la sua camera per rientrare bruscamente. Io e Harry scendemmo per le scale e ci chiudemmo tutti in cucina. Louis digitò il numero di Adelaide sul cellulare e chiamò.
-Pronto?- disse una voce stanca dall’altro capo. Erano forse due settimane che non risentivamo Adelaide.
-Lai, Lai, sono Louis- disse Louis stranamente allegro.
-L-Louis? Sei davvero tu?- chiese lei.
-Sì, certo che sono io, come stai?-.
-Oh, alla grande, un po’ stanca per gli esami, ma alla grande- disse improvvisamente allegra.
-Non c’è Niall- la informò Louis.
-Mi sento uno schifo, non solo per gli esami, ma stare senza Niall è una tortura- disse velocemente.
-Lai, perché sei andata via per così poco?- chiese d’istinto Louis.
-Per così poco? Io non riuscirò mai a stare con Niall, è troppo famoso, e non riuscirò mai a... equalizzare tutto quello che fa per me, ecco!- disse lei.
-Niall, quel ragazzo ti amo troppo, e come un coglione non ha nemmeno il coraggio di farti cambiare idea- spiegò Louis.
-Beh, lui tutto il suo amore per me non me lo ha mica confessato, ci crederò solo quando sarà lui a dirmelo. Almeno ha letto la lettera?- chiese Lai. Appena lo pronunciò iniziò a singhiozzare.
-Solo una parte, ancora non legge del fatto che lui è famoso e tu no, e pensa che tu non sia innamorata di lui- disse Louis esausto.
-Oh, che casino...- disse Lai singhiozzando più forte.
-Lai, non piangere, ti prego- disse Louis cercando di calmarla.
-Il fatto è che sono un’idiota, se ne avessi parlato con lui, se invece di essere una cacasotto mi fosse venuto coraggio e gli avrei detto tutto, e non posso nemmeno chiedergli scusa perché adesso mi odia, e...-.
-Lai, non ti odia, lui...-.
-Se avessi avuto un dannato coraggio, adesso non andrebbe in giro con degli occhiali da sole per coprire gli occhi rossi per il pianto, se fossi almeno più forte e riuscissi a resistere al piangere la notte, perché crede che io me la stai spassando, mentre invece sono come lui, non faccio che piangere e studiare, piangere e studiare, e...-.
-Tu cosa?- chiese Louis spaventato.
-E non so nemmeno perché ti sto dicendo tutto questo, anche perché tra 10 minuti avrò l’orale della maturità, e soprattutto perché dirai tutto a Niall!- urlò Adelaide chiudendo la chiamata.
-Buona fortuna!- esclamò Louis purtroppo non in tempo.
 

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Capitolo 24
*** Capitolo 22 ***


ADELAIDE’S POV
MERDA MERDA MERDA MERDA. Non ricordo assolutamente nulla di quello che ho ripetuto per due settimane di seguito. Forse perché Louis mi chiama facendomi venire addirittura da piangere? Forse, direi forse. Passai due settimane d’inferno, tra studio e crisi di pianto. Mi ero promessa di non voler sapere qual era lo stato di Niall, ma fui rosa dalla curiosità e scoprii che portava occhiali da sole ogni giorno per non far vedere gli occhi rossi dal pianto. Il primo pensiero fu “Ehi, potrei usarlo anch’io nel caso mi venga una crisi di pianto durante la prova scritta!” ma subito dopo pensai che Niall era nel mio stesso stato. Non sapevo cosa provava precisamente per me, ma Louis mi aveva avvisato che non aveva letto la lettera, e che di conseguenza mi odiava. Pensavo mi avrebbe odiato per qualcos’altro, ma non per averlo abbandonato. Suona strano, ma pensavo che si sarebbe intenerito con la lettera che gli ho scritto. Invece no. Appena tornata a scuola per gli esami scritti, le mie amiche mi stavano per fucilare.
-Perché non mi hai detto che andavi a Londra a incontrarli?-.
-Sei fuori? Guarda che potevi avvisarci!-
-Hai fatto le foto con le cere?-, :-Eh?-.
-Oddio, è vero che i Narry puzzano?-, :-Che cosa?!-.
-Niall abbraccia da Dio, non è vero?-, :-Preferire non parla...-.
-Verrai uccisa per non averci avvertito!-, :-Ma cos...-.
-Magia dei pandicorni!-, :-Ma che cazz? Tu fumi e...-.
Sarei morta a poco se la prof non fosse arrivata. Non ero mai stata così felice che ci fosse una professoressa in aula. E adesso sono qui, a mangiarmi pure le dita perché non ricordo quello che dovrei dire ai miei professori. Spero si qualcosa del tipo “Niall mi dispiace, ti amo tanto” perché è l’unica cosa che mi ricordo adesso. Se Louis non mi avesse chiamato, facendomi prendere tacchi isterici e di panico assieme, ora forse mi ricorderei qualcosa. Non sono nemmeno l’ultima dell’appello, sono la sesta. Cognome di merda! Camminavo avanti e indietro, sperando in un miracolo. Le mie amiche entravano nella sala dove c’erano i professori più temibili della sezione. Si sentiva provenire qualche parola dall’intero, poi più nulla di percettibile, finchè non uscivano le ragazze con le lacrime agli occhi e che ridevano come coglione. No, okay, non sapevo che i prof fossero così cattivi e divertenti allo stesso tempo alla maturità. Ho paura, ho davvero tanta paura!


-Lai, tocca a te- mi sussurra una mia amica, prima di me all’appello. Oddio. ODDIO. O D D I O. O DI DI I O. Provo a muovere i piedi, ma non se la sentono nemmeno loro. Prendo un respiro profondo, do uno scossone a tutto il corpo e mi incammino. Lentamente, ma mi incammino. Poggio la mano sulla vecchia maniglia e spingo giù. Aiuto. Il cuore parte come una saetta e chiudo gli occhi. Apro la porta e la richiudo dietro di me. Qui dentro fa un po’ freddino? Rabbrividisco e apro gli occhi. In fondo alla sala ci sono i professori che parlottano tra di loro, e Niall. OH CRISTO. COME CI SI TROVA NIALL QUI? SEMBRA INVECCHIATO, PORCA MISERIA, STA MESSO MALE. CHISSÀ SE PURE IO SEMBRO INVECHIATA DI 10 ANNI... Mi avvicino piano, mentre tutti gli altri professori si girano verso di me. Niall mi fissa bonario, nonostante tutto quello che ho fatto. Più  i avvicino, e più non sembra lui. I capelli si fanno più piatti, più scuri, la barba più colta, le rughe più solcate. Ma gli occhi, dannazione sono sempre gli stessi. Ehi, aspetta, QUELLO NON È NIALL! È UNA SPECIE DI NIALL INVECCHIATO, UN TIZIO FOTTUTAMENTE SIMILE. MA CHI CAZZO SEI? MA VUOI FARMI PRENDERE ATTACCHI DI CUORE PURE ALLA MATURITÀ? MA VAI A FANCULO, TE, TUA SORELLA E TUO FRATELLO.
-Oh, Adelaide, vogliamo presentarti Greg Horan, un...-. IL FRATELLO DI NIALL. SEI.IL.FRATELLO.DI.NIALL. OH PORCA VACCA, SEI IL FRATELLO DI NIALL! OMMIODDIO SIETE DUE GOCCE D’ACQUA! MA COSA SEI? AH. AH! AIUTO. Blaterano qualcos’altro, e io annuisco disinvolta, fingendo tutto l’interesse possibile. MA CHE DIAMINE DI LAVORO FAI PER ESSERE FINITO QUI IN QUESTA SPECIFICA SCUOLA? Ora si capisce perché le mie amiche piangevano e ridevano di gioia. Perché c’è il fratello! Capirai, è solo il fratello...
-Bene, può cominciare, signorina- dice la prof di lettere. AH, PORCA EVA CHE DEVO DIRE?
-Certo- dico sicura, iniziando a parlare spedita di qualcosa che non capisco più nemmeno io. E così che succede alla maturità? La tua bocca inizia a muoversi pronunciando parole che non sai neanche tu da dove provengono? Perché i professori mi guardano con uno sguardo fiero, e il professore di matematica sussurra a Greg.
-Lei è una delle nostre alunne migliori!-.
-Si nota!- dice Greg sorridendomi. Sorrisi lievemente. Continuai per un po’, i prof iniziarono a fare domande, io ad andare nel panico, dopodiché a rispondere. Spero siano giuste, non ho la più pallida idea di cosa sto dicendo. Anche Greg fece una domanda.
-Sei mai stata in Irlanda?-. Io ti uccido, brutto stronzo. No che non ci sono stata in Irlanda, volevo andarci con tuo fratello, ma che figura di merda ci facevo, eh? Spero che tu faccia uno degli incubi peggiori della tua vita stanotte, perché quell’incubo sarò io.
-No, mai, perché?- dissi sorridente.
-No, hai un accento molto irlandese...- disse pensieroso. STAVOLTA TI UCCIDO SUL SERIO.
-Forse perché più di sue settimane fa stavo pomiciando con tuo fratello, ed evidentemente mi ha passato l’accento con la lingua- dissi sorridendo.


Spalancai gli occhi. Non ho pensato ad alta voce, vero? Non ho detto quello che stavo pensando, vero?! OH CAZZO. I professori mi guardarono con sguardi interrogativi e quasi schifati, mentre Greg aveva gli occhi spalancati. Oh Cristo.
-Bene, è stato un piacere aver ripetuto la maturità a questa commissione, per non parlare di lei signor Horan, è stato davvero un onore, ma ora dovrei tornare urgentemente a casa, sennò perdo l’autobus!- dissi frettolosamente e con enfasi, scappando via. Uscii fuori dall’aula e corsi fuori dal palazzo. Mi sedetti contro un muro e ricominciai a respirare come prima. Mi bocceranno, oh come mi bocceranno. Dovrò rifare un altro anno con quegli stronzi dei miei prof. No, Greg, ma io ti odio. Se ci fosse una stanza con Bin Laden, Hitler e tu, e avessi solo due pallottole nella pistola ti sparerei due volte. Oddio, oggi sono più crudele del solito. Sarà perché mi è tornato il ciclo? Francesca arrivò correndo.
-Lai, che è successo? Perché sei a terra?- dice abbassandosi alla mia altezza, cioè raso terra.
-Mi bocceranno Nuti, oh come mi bocceranno!- dissi mettendomi a sedere.
-Ma che è successo? Hai ripetuto male? Scommetto che hai balbettato come in terza media- disse Francesca, riferendosi all’esame di quell’anno.
-TU NON PUOI IMMAGINRE CHI C’ERA ALLA MATURITÀ- dico terrorizzata.
-Sì che posso, scommetto che c’erano i tuoi prof, quella di italiano, quello di matematica, di inglese, di...-.
-GREG!-urlo io con le mani nei capelli.
-Greg chi?- chiede Francesca interrogativa.
-IL FRATELLO DI NIALL!- urlo io. Crack. Questo è il mio cuore, non droga. Non posso neanche più pronunciare il suo nome che il mio cuore si spezza di nuovo. Dio, quanto mi manca.
-Greg era lì dentro? Cazzo ci faceva lì dentro?- chiede Francesca porgendomi le mani.
-Non lo so, ma come al mio solito ho fatto una figura di merda- dissi afferrandole le mani e alzandomi con fatica.
-Che tipo di figura?- disse Francesca andando verso il parcheggio.
-Mi ha chiesto se sono andata mai in Irlanda, perché ho un accento irlandese, e gli ho risposto senza volerlo che due settimane prima stavo pomiciando con suo fratello e che probabilmente mi aveva passato l’accento con la lingua- dissi ridendo. Ora mi viene da ridere. Mio Dio, mi sento una drogata. Anche Francesca si mise a ridere. Ci mettemmo a ridere come due drogate, mentre tornavamo a casa con la macchina di mia madre. Arrivammo a metà del tragitto, quando la macchia iniziò a fare un rumore strano.
-Che hai premuto?- chiese Francesca toccando tasti sconosciuti anche a me stessa.
-Niente, ma stai ferma sennò....AH!- urlai quando la macchina si fermò di colpo.
-COME CAZZO TORNIAMO A CASA? ODDIO STIAMO IN MEZZO ALLA STRADA CI UCCIDERANNO!- disse uscendo velocemente dall’auto, rischiando di finire sotto qualche macchina. Scesi anch’io, sperando di riuscire a spostare la macchina più in là, per non ostruire il traffico.
-Devo chiamare il carroattrezzi- dichiarai io. Francesca annuì terrorizzata. Roteai gli occhi e presi il cellulare. Il tempo di premere chiamate d’emergenza, che Francesca urlò terrorizzata.
-MACCHINAAAAAAAAA!-. Mi spostai velocemente sul marciapiede, mentre Francesca si riprendeva da un attacco di cuore imminente. La chiamata era già partita, così misi il telefono all’orecchio,
-Lai?- disse una voce fin troppo conosciuta. Oddio, sono secoli che non risentivo la sua voce. Il cuore iniziò a palpitare, di una forza che mi mancava da tempo, quella sensazione di pace che mi ritrovo, ODDIO. CAZZO HO PREMUTO? CELLULARE MERDOSO.
-Lai?- continua lui. Francesca si gira con gli occhi spalancati. Mi fa segno se ha capito bene, e io annuisco. Non so cosa dirgli, vorrei dirgli di tutto, vorrei dirgli che lo amo, che senza di lui mi sento uno schifo, che voglio riabbracciarlo, che voglio baciarlo ancora, e mettere le braccia attorno al suo collo, e baciarlo per ore  e ore, senza sosta, e farmi stringere tra le sue braccia, e sentire il calore del suo corpo sul mio e mangiare un gelato, e guardare le stelle assieme a lui, e dormire accanto a lui, accarezzargli i capelli mentre dorme, e voglio dannatamente fare l’amore con lui. Voglio diventare una cosa sola assieme a lui, voglio diventare la sua anima gemella, la sua ragione di vita, la cosa più importante per lui, la persona a cui dedica le sue canzoni, la sua vita, il suo primo pensiero al mattino e l’ultimo alla sera. Ma dalla mia bocca non esce nulla, a parte il mio respiro.
-Lai, so che sei tu, riconoscerei il tuo respiro tra mille, e anche perché ho il numero salvato. Non so se questo sia uno scherzo ma... volevo solo dirti che potevi anche parlarne con me, tanto non avrei mai potuto dirti di rimanere qui... con me... beh, spero la tua maturità sia andata bene, e... niente, spero di rivederti un giorno... addio...- disse con voce fievole.
-TI AMO, NIALL, ASPETTA- urlai con voce straziante. 

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Capitolo 25
*** Capitolo 23 ***


NIALL’S POV
Chiusi la chiamata prima che potesse parlarmi. Sentire la sua voce mi avrebbe lacerato il petto. Erano due settimane che non uscivo fuori da casa di mia madre. Mi sento un nerd di 20 anni senza vita sociale, con la differenza che ero un cesso a scuola. Mi ha chiamato per farmi uno scherzo o qualcosa del genere? Perché mi ha chiamato allora? Forse voleva parlarmi, ma non ha avuto coraggio. Mia madre continua a lamentarsi.
-Niall, tesoro, non che io non ti voglia qui a casa mia, ma mi stai svuotando il frigo, devo rifare la spesa, e l’ho fatta solo stamattina- disse affacciandosi nella mia vecchia camera completamente piena di foto.
-Mi vuoi cacciare?- le chiesi triste.
-Niall, io non ti sto cacciando, è solo che... perché vuoi rimanere qui?- chiese esasperata. Mi sento un fallimento.
-Ho bisogno di stare insieme a qualcuno, ecco- dissi distratto.
-Niall, puoi stare a casa tua e invitare tutti i tuoi amici. Mi hanno chiamato per sapere se c’eri, e hanno detto che avrebbero aspettato una tua chiamata per non disturbarti. E tu non li hai chiamati- disse togliendomi di colpo il cuscino da sotto la testa.
-Ammettilo, mi stai cacciando- dissi cambiando discorso.
-Non cambiare discorso- mi rimproverò lei.
-Più di otto anni fa mi urlasti “Mamma, non intrometterti più nei miei problemi con le ragazze a meno che non te lo chieda” e così ho fatto- disse lei.
-Cosa c’entrano le ragazze adesso?- dissi alzandomi dal letto e stiracchiandomi.
-Una mamma lo sa, e qualunque cosa sia successa, non mi intrometterò finchè non me lo dirai tu, e ora fuori da casa mia- disse mettendo la mia roba in valigia.
“Vedrai Niall, tornare a casa ti farà bene, con tutti i tuoi parenti, i tuoi amici, vedrai, non ci penserai nemmeno più” diceva Louis 3 giorni prima, preparando le valigie. Ma io non volevo,  però mi ruppero le palle per 2 giorni, e il terzo giorno andai in Irlanda.
-Niall, tesoro...- provò lei, ma io la interrompo.
-No, hai ragione, andrò a casa mia, e ti lascerò in pace, magari verrò a trovarti, ogni tanto- dissi abbracciandola.
-Quando vuoi tesoro- disse lei dolcemente. Aspettai un po’ prima di preparare le valigie. In camera mia scorsi tra i cassetti della scrivania, quella famosa scrivania dove c’erano scritti i miei sogni, un libro di fotografie. Non quello di quando ero piccolo, ma quello dell’Up All Night tour. Quelli erano proprio dei bei tempi. Sfogliai ancora un po’ di pagine, fino a che non sentii la porta dell’ingresso aprirsi, e mia madre esclamare “Greg!”. Perché dov’è stato? Uscii da camera mia, e vidi mia madre abbracciare Greg. Appena mi vide, corse ad abbracciare me.
-Guarda chi si rivede!- esclamò dandomi una pacca dietro la schiena.
-Dove sei stato, brò?- gli chiesi ricambiando il gesto. Ci sedemmo sul divano, mentre nostra madre iniziò a preparare un caffè per Greg.
-Sono stato in Italia- disse allegro, sapendo quanto mi piacesse l’Italia. Eccheccazzo.
-Wow- mi limitai a dire io.
-In pratica ho dovuto assistere a qualche esame di maturità, che in pratica sono degli esami scritti e...-.
-...orali che segnano il tuo grado di maturità, un po’ come gli esami finali qui- dissi senza nemmeno accorgermene.
-Esatto, da chi lo hai saputo? Non è conosciuto in Irlanda…- chiese lui stupito.
-La classe che ho dovuto ascoltare era completamente composta da directioner, una sfiga totale perché appena mi vedevano scoppiavano in lacrime- disse Greg ridendo.
-Cavoli, sei solo mio fratello- dissi ridendo. Mia madre mi porse un bicchiere d’acqua che le avevo chiesto prima.
-L’unica che ha mantenuto la calma, all’inizio, era una ragazza di più o meno 18 anni, con gli occhi castani e i capelli marroni, mossi- disse Greg cercando di ricordare. Cavoli, assomiglia ad Adelaide.
-Da lontano sembrava spaventata, forse perché non conosceva me, me appena si è seduta è partita a parlare un inglese ottimo, con un lieve accenno irlandese-. Ah.
-E alla fine di tutto gli chiesto se era mai stata in Irlanda, lei mi ha risposto di no e mi ha chiesto il perché del quesito, allora le ho detto che aveva un accento irlandese, e lei si è... infuriata? Non lo so, solo che mi ha guardato con sguardo assassino e mi ha detto “Forse perché più di sue settimane fa stavo pomiciando con tuo fratello, ed evidentemente mi ha passato l’accento con la lingua”-. Spalancai gli occhi divertito, mentre mia madre, dall’altra parte della cucina si mise a ridere di gusto. Sia Greg che mia madre scoppiarono a ridere, mentre nella mia mente quella frase parve ricordare qualcosa. No, Adelaide non mi ha mai detto una cosa del genere, ma ne sarebbe davvero capace. Molto capace.
-Non ricordo il nome di questa ragazza, comunque era il nome di una città...- disse Greg mentre cercava di non ridere. Oddio.
-Il nome di una città...islandese... no, ahah, una città... australiana, ecco!-. Oh cristo.
-Si chiamava Canberra? Melbourne?- provò a dire mia madre ridendo. Dio, ti prego, fai che questa ragazza si chiami Canberra!
-ADELAIDE! – urlò Greg felice.
Sputai l’acqua di colpo, tappandomi la bocca. Mio fratello e mia madre smisero subito di ridere, precipitandosi verso di me.
-Niall, brò, tutto bene?- chiese mio fratello mettendo una mano dietro la mia schiena. No che non va bene. Persino mio fratello è riuscito a vedere Lai, è riuscito a parlare più lui con lei, che io nelle ultime settimane.
-Sì... sto bene... sono solo un po’ stanco- dissi frettolosamente, prendendo la felpa e poggiando il bicchiere sul tavolo.
-Ma perché hai sputato l’acqua a terra?- chiese mia mamma precipitandosi verso la cucina. Eh già, perché?!
-Era così divertente- dissi ridendo di forza, afferrando di nuovo la felpa e correndo fuori, salutando tutti velocemente. Corsi in auto e mi chiusi dentro. Dio, perché mi fai questo? Cosa ho fatto di così male per meritarmi tutto questo? Forse ho bestemmiato qualche volta, ma c’è gente che uccide e sono liberi come l’aria! Devo smetterla di parlare da solo. Misi in moto l’auto e mi diressi verso il mio appartamento, non poco lontano dal centro. Salii e aprì la porta. Un odore di chiuso e muffa mi invase le narici, facendomi tossire. Porca miseria, qui non apro da mesi. Cercai a tentoni nel buio l’interruttore, ma non lo trovai e andai in giro, sempre a tentoni sulla parete, a cercare la finestra. Trovai un qualcosa che poteva assomigliare ad una finestra, e la aprii. Già un po’ d’aria fresca invase l’aria, e aprendo la persiana arrugginita il clima nella casa passò da caldo afoso africano in piena estate centro-equatoriale a freddo britannico dopo pioggia torrenziale in pieno inverno-periodo natalizio. Fa freddo qui in Irlanda, per la miseria. Svuotai la valigia, buttandola direttamente dentro l’armadio, poggiai la chitarra sul muro e mi buttai sul letto. Butto la mia vita, in poche parole. Rimasi lì per qualche minuto a fissare il soffitto, dopodiché mi venne voglia di ascoltare un po’ di musica, e dovetti chiedere l’aiuto di qualche divinità per potermi alzare dal letto. Calpestai qualcosa, e notai un foglio bianco scritto fittamente che giaceva ai miei piedi. Lo raccolsi e lo analizzai meglio. La lettera che mi aveva scritto Adelaide era finita nella mia valigia. Ops. Dopotutto, ancora non l’avevo letta, e ormai era finito tutto. Tanto vale leggerla, può anche darsi che sia toccante. Il cuore me lo ha spezzato comunque.


 
“Probabilmente non sai che fine ho fatto, perché me ne sono andata via senza dirti niente, perché non ho avuto il coraggio di parlarti. Sto tornando a casa Niall, mi dispiace. Non voglio partire, me ne strafotto alla grande della mia maturità, perché di sicuro non lo sono, non sono proprio una persona matura, ma credo che questo faccia bene a tutti e due. Io non posso amarti, Niall. Non posso. Io ti amo come non ho mai amato nessuno. E non sono innamorata di te come una fan, ma sono innamorata di te come un mio amico. Solo conoscendoti ni sono innamorata di te. E poi innamorarsi mi sembra addirittura poco come termine. Non mi sono mai innamorata facilmente, mai. Ma tu, tu mi hai fatto innamorare con uno sguardo, coi tuoi occhi, col tuo sorriso, con la tua risata, con il tuo carattere. Non puoi immaginare quanto ti amo, e quando tu significhi per me. Se da un giorno a l’altro tu mi chiedessi di sposarmi, io direi di sì. Ma io, sono perfetta per te? Non lo so, è questo il punto. Per te potrei essere una qualunque cotta, un cosa passeggera. E io non voglio essere solo una cotta per te. E anche se lo fossi, davvero avresti scelto me? Io non ho un lavoro, non ho soldi, non ho fama, non ho un talento speciale nello spettacolo, non sono una modella, cantante, attrice, ballerina... Niente di niente! Accanto a te mi sento una nullità. Tu che non dovresti farti notare il più possibile, e io che invece corro dietro ai piccioni e inciampo sui miei stessi piedi. Come potrei mai ricambiare tutti i tuoi regali, con quali soldi? Sono solo una ragazza normale, che un mese fa fantasticava sulle sue idole, e adesso le ha incontrate, e ha persino trovato l’uomo dei suoi sogni, in carne, ossa e ciuffo. Spero che tu ti dimentichi di me, e ti trovi una ragazza più famosa, più ricca, e magari più carina. Ti amo, e sarai un pezzo importante della mia vita, fino a quando morirò.
Stay weird, love
Lai.


BUM. Ma cosa diavolo? Lei si sentiva... così? La faceva sentire una poveraccia a fianco a me? Oddio, cosa ho fatto? Se c’è una colpa questa è la mia! Anch’io la amo come se fosse l’unica al mondo! Io la amo più della mia stessa vita, e la sposerei, senza ripensarci due volte. Dio, ma perché l’ho letta solo adesso? Ho fatto un casino, ho esagerato, ho sbagliato come al solito. Oh, ma riuscirò a tornare da lei. Non me la farò scappare stavolta. L’ho persa già una volta, e non la lascerò scappare di nuovo. Afferrai il cellulare e chiamai Louis.
-Horan, come va l...-.
-Dobbiamo andare in Italia- dissi serio.
-Hai letto la lettera, grazie a Di...-.
-Dobbiamo andare in Italia, devo parlare con Adelaide, giuro che se non me la porto a letto la stupro- dissi serio di nuovo. Louis rimase in silenzio, pensando a quanto sono strano, e poi cercò di dire:
-Beh, mi fa piacere, allora va in Itali...-.
-Dovete venire con me- dissi allegro.
-Cosa?!- esclamò Louis, riuscendo finalmente e finire una frase.
-Sì, le voglio dedicare un concerto- dissi allegro.
-No-non possiamo Niall, non si può organizzare un concerto in un g...-.
-Per questo ho chiamato te!- dissi ancora più allegro di prima, aprendo l’armadio con la mano libera.
-Cosa?! Niall, non sono il manager, non posso chiamarli e dire ‘Ehi, perché non facciamo un concerto in Italia?’. Ti sembra una cos...-.
-Vuoi che mi rimetta insieme ad Adelaide?- dissi serio.
-Ehm...-disse incerto.
-Non lo vuoi?- dissi incredulo, con una voce un po’ offesa.
-No, non voglio dire questo, è solo che... Cavolo Niall, non voglio rischiare di...-.
-Avevi detto che ci saresti sempre stato, per tutti noi nel gruppo, perché sei il più grande, e adesso non vuoi chiedere una cosuccia al capo? E poi andiamo in Italia, si mangia bene, si sta bene, le fan sono fantastiche! Dai, un paio di giorni, ti preeeeego...- dissi allegro e finendo con una vocina dolce dolce.
-Eh va bene, ma sappi Horan che...- disse Louis velocemente, sperando di finire la frase, ma dato che sono crudele e malvagio non gliela faccio finire nemmeno stavolta.
-Grazie Louis, tu si che sei un amico, grazieeeeee- dissi chiudendo la chiamata. Lai, sto arrivando. 

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Capitolo 26
*** Capitolo 24 ***


ADELAIDE’S POV
Il citofono suonò insistente. Sono dieci minuti che suona, ma chi minchia è? Mi alzai dal letto, ma caddi a terra. Le gambe non erano sveglie, a quanto pare. Pregai tutti i dei possibili e immaginabili, ma non vennero in mio aiuto. Pregai pure Superman, ma quello quando lo chiami non viene mai. Diedi una svegliata alle gambe e mi alzai.
-Chi è?- dissi assonnata all’audio del citofono.
-SONO DIECI CAZZO DI MINUTI CHE STO QUI A SUONARE QUESTO CAZZO DI CITOFONO E TU NON MI RISPONDI, ECCHECCAZZO. QUANTO CAZZO CI METTI?- urlò Francesca al citofono. Sarebbe il momento di mandarle un bel vaffa, ma il mio cervello non connette, quindi passo stavolta. Aprii il cancello e mi buttai sul divano. Iniziò a bussare al portone di casa, rischiando di farmi aprire e di buttarla a terra con un bel gancio, ma decisi che dopotutto era la mia migliore amica, e aprii solamente la porta.
-Io e te dobbiamo parlare- disse seria, presentandosi con le mani sui fianchi e uno sguardo serio, che a me pareva buffo. Quando è seria e mette la bocca in un certo modo mi fa ridere, le si gonfiano le guance.
-Credimi, se parli con me appena sveglia non capirò nulla- dissi io ributtandomi sul divano.


Mi tirò su per il braccio e mi trasportò in camera.
-Tu sei ancora innamorata di Niall- mi disse lei.
-È probabile- dissi rinfilandomi nel letto. Aw, quanto ti adoro, cuscino.
-No, non è probabile, è sicuro, e ti ama anche lui- disse ancora seria, scrollandomi.
-Piantala Fra, ormai è finita- dissi seria, coprendomi con le coperte fino alla testa, nonostante il caldo.
-Lui ti ama ancora!- disse scoprendomi, urlando come una bambina capricciosa.
-Francesca, gli ho spezzato il cuore come una caramella, secondo te lui mi ama ancora? Ha pianto come ho pianto io, quindi smettila. Lui si cercherà un’altra ragazza, e io lo lascerò in pace, e se Dio vuole anche io mi troverò un ragazzo- dissi alzando la testa dal cuscino. Lei, invece di guardarmi finalmente arresa, mi urlò.
-E ALLORA PERCHÉ NIALL TORNA IN ITALIA?-. Mi alzai di scatto.
-Lui cosa?-.
-Torna in Italia, Lai, lo fa per te! Non è una visita normale però, è un concerto, ma molto speciale perché non fa parte del tour, ed è stato organizzato in due giorni!-. BAM. BADABAM. BUM. Niall torna in Italia. Ehi, ma lui non sa dove abito. Oh, aspetta, sì, lo sa. Ma non lo troverai mai sulla cartina, questo posto è più sperduto di una città nel deserto.
-Non mi troverà mai- dico furba a Francesca.
-Ah, è di questo che volevo parlarti...- dice guardando altrove. Non ci credo, un’altra volta.
-Fra, la devi piantare di dirmi cose inaspettate che sono capaci di cambiare la mia vita per sempre, per favore, non prenderci l’abitudine...- dissi alzandomi dal letto.
-Vado al concerto- disse tutto d’un fiato. La guardai felice. Beh, va al concerto dei suoi idoli dopotutto, non posso essere arrabbiata con lei o altro.
-Ma è fantastico!- dissi avviandomi ad abbracciarla, ma mi fermò.
-E tu dovrai venire con me- disse alzando le sopracciglia e assumendo uno sguardo esausto. ESAUSTA TU? MA IO TI UCCIDO.
-Io non verrò con te, per nessun motiva al mondo- dissi alzando a mia volta le sopracciglia, facendole capire che avevo scoperto il suo scopo.
-Lai, Niall non c’entra nulla, è mia madre che non mi manda se non viene qualcuno con me... è lei che è fissata, ti prego, accompagnami Lai...- disse pregandomi, mentre mi avviavo per la cucina. Cazzo, non voglio distruggere il suo sogno...
-Dovrei chiedere ai miei...- dissi pensierosa.
-Oddio, forse è un sì!- urlò lei. 

HEEEEEEEEEEEEEEEEY PEOPLE, 
siamo (forse) quasi giunti alla fine, e per la goiia di tutti ho in mente un'altra ff su Niall. Si, lo so, sono un mostro, ma non è colpa mia, l'irlandese tinto fa questi brutti scherzi a chi ci pensa troppo. Volevo pubblicizzare la mia ff su Louis, che ho appena ricominciato a scrivere: 
 


Se va di fare pubblicità alla vostra ff, contattatemi nei messaggi. 
Bene, ci vediamo al prossimo capitolo ragazzuole(?).
Pace, amore, pandacorni e patatocorni a tutti.

Lai
 

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Capitolo 27
*** Capitolo 25 ***


Che diamine ci faccio in un autobus completamente pieno di directioner? Che poi se mi faccio vedere da directioner mi uccidono. Se Niall sta male è solo colpa della moretta dal reggiseno con le paperelle. E sono io, merda. Ho pregato Francesca di andare col treno, ma no, lei deve stare con le sue sorelline, non può andare in un treno sola soletta. Vabbè che esisto pure io, non stavi mica da sola, ma devo capire che come migliore amica hai colei che ha spezzato il cuore di un povero irlandese famoso in tutto il mondo. Dio, ogni volta che ci penso mi sento uno schifo. Non posso andare in un autobus pieno di directioner, quelle hanno un fiuto pazzesco, mi riconoscerebbero, e mi ucciderebbero, insultandomi e dicendomi frasi del tipo “Tu non puoi spezzare il cuoricino di Nello!”. Oh, già me le immagino. Mi torturerebbero fino ai mignoli dei piedi. Francesca mi diede una gomitata indicando una ragazza che cantava con la chitarra. Ma porca troia, l’ho dimenticata pure stavolta! No, meglio di no, avrei attirato troppa attenzione. Rimisi apposto il cappuccio e finsi un sorriso a Francesca. Qui dentro fa un caldo pazzesco, e devo stare con questo cazzo di cappuccio sennò mi scoprono. Sono qui solo per Francesca, passerò tutta la serata in camera a guardare tv e a ordinare gelato col servizio in camera.



-Quando manca per Milano?- chiesi a Francesca.
-Due ore- mi urlò lei a causa del casino sull’autobus. Stanno cantando What Makes You Beatiful. Oddio, potrei morire. Due ore di tentato suicidio dopo arrivammo all’hotel. Sempre col mio solito cappuccio seguii Francesca col mio zaino in spalla, fino alla nostra camera. Francesca salutò le sue “sorelline” ed entrò in camera, seguita a ruota da me. Mi tolsi velocemente la felpa e urlai.
-Ma cosa cazzo ti urli?- disse lei ridendo. Risi anch’io, presi alcune cose e andai in bagno. Doccia, ho bisogno di mischiare le mie lacrime con l’acqua della doccia. Cazzo, sembra che abbia preso questa frase da uno di quei film deprimenti, invece è frutto della mia fantasia depressa. Lasciai che l’acqua mi scorresse sulla faccia, chiudendo gli occhi e immaginando di essere ancora quella ragazza che camminava verso casa di Francesca. Non sarò mai più come prima. Sono segnata a vita. A differenza delle fan fiction che scrivono le sorelline di Francesca, questa doccia non porta via né pensieri né problemi.


Sentii bussare alla porta.
-Minchia vuoi?- chiesi a Francesca aprendo la porta della doccia.
-Io vado- disse tranquilla. Strano, pensavo me la sarei ritrovata iperattiva e schizzata, invece no.
-Ma non è un po’ troppo presto?- chiesi.
-No, voglio vedere i ragazzi dal balcone- disse lei.
-Tipo Romeo e Giulietta- dissi scherzosamente.
-Sì, già, solo al contrario- disse lei ridendo.
-Ok, divertiti- dissi mandandole un bacio sonoro.
-Non deprimerti, mangia gelato e guardati la tv- disse lei, aprendo la porta vero il corridoio.
-Sarà fatto- urlai io. Chiuse la porta e rimasi sola.
 
Niall trangugiava instancabilmente il panino col prosciutto e il roastbeef, mentre cercava di dire ai ragazzi quello che avrebbe detto ad Adelaide.


-Brò, non sto capendo un cazzo- disse Liam scuotendo la testa.
-Hai per caso detto ‘Appena berrò un motosega re pregherò di pormi dov’è l’ofel dove fra tai’? Cos’è un ofel, e soprattutto, berrai seriamente una motosega?- chiese Liam incredulo. Niall lo guardò male, dopodiché si mise la mano sulla fronte e scosse la testa.
-Ho detto che se vedrò Francesca le chiederò di dirmi dov’è l’hotel dove sta Lai!- disse Niall spazientito.
-Ah, figo, chi è Francesca?- chiese Liam sfilando la mozzarella dalla pizza.
-Francesca è la migliore amica di Adelaide- disse Niall.
-Ah- si limitò a dire Liam gustando la sua pizza.
-Non mangiarla con tanta enfasi, poi mi viene voglia...- si lamentò Niall mettendosi la felpa grigia.
-Non è colpa mia se non la vuoi mangiare!- si difese Liam.
-Perché non la vuoi mangiare?- chiese Zayn entrando in quel momento nella stanza.
-Perché devo sbrigarmi se voglio trovare Francesca tra la folla- disse Niall infilando il cappuccio.
-Vorresti trovarla tra la folla?- chiese Liam terrorizzato.
-Lo so è un bel rischio, ma devo tentare- disse Niall mettendo i Ray-Ban scuri.
-E se Francesca non ci fosse tra la folla?- chiese Zayn. Merda. A questo Niall non aveva minimamente pensato. E se davvero la migliore amica di Adelaide non fosse stata lì, che avrebbe fatto?
-Ci sarà- disse Niall. Non ne era sicuro, ma Dio doveva stare dalla sua parte stavolta. E la Dea Bendata se la doveva togliere quella benda di merda che non serviva a un cazzo e aiutare Niall. Salutò i ragazzi col segno militare –le due dita sulla fronte- e si avviò verso l’entrata. Sentiva le directioner urlare dall’altra parte dei cancelli. Si sistemò meglio il cappuccio e si mise in un angolo, tra un palo e delle ringhiere. Aspettò lì per un bel po’, mentre le directioner entravano. Non lo riconobbe nessuno, fortunatamente. Poi pensò a Francesca. Dio, se la ricordava Francesca? Capelli ricci di sicuro, rossi... no, biondi, o mori? Occhi azzurri...o blu? Boh, è uguale, credo. Continuò a guardare l’entrata, dove un’orda di ragazzine avanzava senza sosta. E poi la vide. Sì, la ragazza bionda, riccia, occhi azzurro ghiaccio, quella ragazza accanto ad Adelaide nella foto sulla spiaggia. Bingo. Si staccò dal palo e andò verso di lei. Certo, non aveva un aspetto fantastico, ma... ma cazzo, lui era in missione segreta!

Volevo scusarmi immensamente per quello che è successo.
A tutte quelle che mi hanno scritto 'NON PUOI COMPLETARLA ADESSO' chiedo infinitamente scusa. Io non l'ho ancora completata, semplicemente mi è partito il tasto sulla scritta 'completata'. Non avevo intenzione di premerla, me ne sono accorta solo grazie alle recensioni.
Mi state odiando, lo so C:

Lai

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Capitolo 28
*** Capitolo 26 ***


-Ehm, excuse me...- disse toccando la spalla di Francesca. La ragazza si girò e lo squadrò con un sopracciglio alzato.
-Ehm, no, grazie, non voglio niente- disse cercando di avanzare.
-No, listen me, please, I’m…-.
-Guardi che non voglio nulla, se non la smette chiamo una guardia e...- copertura saltata. Niall si abbassò gli occhiali e mostrò gli occhi. Se era stato bravo nel capire il cervello di una directioner, che riconoscerebbe il suo idolo anche solo con gli occhi, forse sarebbe arrivato ad Adelaide. Se invece la ragazza non avesse capito, avrebbe chiamato una guardia, avrebbe riso perché davanti alla ragazza c’era il suo idolo, e la sua copertura sarebbe saltata. Completamente. Ma Francesca era una directioner coi controcazzi, e quegli occhi li conosceva bene. Persino Adelaide sarebbe riuscita a riconoscerli. Soprattutto Adelaide.
-Ma tu sei N...- Niall la zittì subito facendogli segno di fare silenzio.
-Ommeoddeo tu sei Niall Horan!- esclamò sottovoce lei. Non aveva capito granché di quel che aveva detto, ma chiese in inglese se lei fosse la migliore amica di Adela...:
-Niall, va da lei e parlale, falle cambiare idea ti prego, lei ti ama come non ha mai amato nessuno in vita sua. È in via Giovanni Falcone, stanza 556!- esclamò Francesca in inglese, prendendo il ragazzo per il colletto della felpa. Niall sorrise compiaciuto, cacciando dalla tasca della felpa un biglietto.
-Prendi questo, va da una guardia e mostraglielo. Grazie mille Francesca- disse porgendo a Francesca il biglietto. Niall corse via, nella direzione da cui era venuto, e Francesca corse eccitata verso una guardia. La scorta osservò il biglietto, e fece segno a Francesca di seguirlo. Attraversarono alcuni corridoi, dove dei tizi camminavano svelti, fino ad arrivare ad una porta con un foglietto con su scritto “Niall”. La guardia bussò, e andò via, lasciando Francesca in balia dell’eccitazione. La porta si aprì, e due occhi verdi la fissarono.
-Ho fame- bofonchiò di nuovo Adelaide. Non aveva la più pallida idea di con chi stesse parlando, dato che era sola in camera, ma aveva comunque fame. Niall corse fuori dallo stadio, quando Paul lo fermò.


-Niall, dove cazzo vai?-.
-Vado a prendere la mia futura moglie, perché?- disse Niall tranquillo, come se fosse la cosa più nomale del mondo.
-Devi rimanere nello stadio, non puoi uscire fuori- disse severo Paul.
-Non posso Paul, devo andare da lei- disse Niall cercando di passare.
-Niall, smettila, ce ne sono miliardi come lei, devi solo as...-.
-No, Paul, credimi, è lei quella giusta, scommettiamo che al mio matrimonio avrà lei il vestito da sposa e nessun’altra?- disse Niall scherzoso.
-Piantala Horan, adesso va...- disse Paul indicando l’interno, ma Niall scappò. Corse via con dietro gli urli di Paul, e si avviò per le vie di Milano. E dove cazzo è via Giovanni Falcone? Chiese a qualche passante, che gli indicò l’altra parte della città.
Oh merda.
Lai intanto chiamava il servizio in camera, due cotolette e una vaschetta di gelato. Niall corse a perdifiato. Pochi minuti dopo le cotolette arrivarono belle fumanti e il gelato bello ghiacciato. In tv andava in onda ‘Grease’ e Adelaide notò che suo zio assomigliava a Jhon Travolta. Niall scorse 3 hotel in quella via.
Oh porca dea bendata.
Lai cambiò canale perché Jhon Travolta non assomigliava poi così tanto a suo zio. Niall chiese ai primi due hotel se c’era una certa signorina Adelaide, ma sbagliò.
È il terzo, sicuro.
Niall corse verso quell’hotel, riposandosi nella hall. Stanza 556, sesto piano.
Oddio, qui urge un ascensore.
Prese l’ascensore, riprendendo fiato mentre i piani salivano e arrivò al sesto. Adelaide spense la tv e si buttò sul letto. Niall scoprì che non c’era nessuna camera 556 a quel piano. Era al piano di sotto.
Ma merda.
Scese di corsa le scale. Adelaide sentì dei rumori provenire dal piano di sopra. Se erano dei tizi che scopavano come l’ultima volta che era stata in un hotel, sarebbe salita e avrebbe urlato ‘IL PRESERVATIVOOOOOOOO!’ solo per far fare a loro una figura di merda. Ma bussarono alla porta. Il cuore di Niall era partito, come ormai non faceva da tempo. Come l’avrebbe ritrovata? Adelaide cercò di posizionare la cannottiera in modo che non le si vedesse il reggiseno con le paperelle. Sì, quel reggiseno le piaceva, era comodo, ma aveva anche dei brutti ricordi. Aprì la porta.
 

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Capitolo 29
*** Capitolo 27 ***


Si ritrovò davanti Niall. Bello, come sempre, con i capelli scompigliati e lo sguardo spento, il petto che si alzava e si abbassava con frenesia. Il cuore di Adelaide partì in quarta. Paperelle, aveva ancora quel reggiseno con le paperelle. La prima cosa che aveva attirato la sua attenzione, in realtà. Adelaide aveva due occhiaie sotto gli occhi, da notti colme di pianti, e lo sguardo sorpreso.

Cazzo ci fai qui, Horan? Oddio sei sexy, Dio quanto sei sexy. Fanculo te e chi ti ha creato, poteva renderti meno sexy, santo Dio. Ora che cazzo ti dico? No, io non ho nemmeno il coraggio di guardarti negli occhi, Aiuto, mi stai uccidendo solo con gli occhi Horan. Ti prego parla, ti prego dì qualcosa: una parola, un articolo, una sillaba, un’abbreviazione, un rutto, un sospiro, qualunque cosa, ti prego.

-N-Niall, che ci fai qui?- chiese allibita.
-Sono venuto qui per parlarti, Lai- disse Niall serio.

Oddio, è serio. Oddio, che dico? ODDIO O.D.D.I.O. O D D  I O Quindi non credi che io sia una totale stronza puttana che non vuole più avere a che fare con te?  Oh, grazie a Dio, ha letto la lettera.

-Niall, io...-
-Per favore Lai, devo parlarti-.

Ti ho provocato io quelle occhiaie? È per colpa mia che il tuo sorriso si è spento? Porca Eva, sono proprio un coglione. Vorrei stringerti così forte tra le mie braccia, ora che sono qui davanti a te, ma non posso. Ed è solo colpa mia. Il reggiseno con le paperelle. Lo fai apposta, ammettilo. Se c’è una figura di merda più grande del dover fare un discorso serio con una ragazza e fissarle le tette dopo non essersi visti per quasi un mese, ditemi qual è! Ma tanto non ci crederei mai, non riappacificherò mai con Adelaide, le ho fissato le tette. Ma diamine, sono così...

-Ok, non m’importa niente se non vuoi che entri, perché posso mettermi a parlare anche qui in corridoio- disse Niall aprendo le braccia per indicare tutto il corridoio dell’hotel.
-Ma no, Niall, io...- disse Lai con una voce flebile. Niall le mise le mani sulle spalle e la guardò dritta negli occhi.
-Perché lo hai fatto Lai?- chiese Niall.

Ha uno sguardo così triste, porca troia. Oh no, ecco che mi si iniziano a bagnare gli occhi. Resisti, Adelaide, puoi farcela.

-Niall, io... OH CAZZO LA DEVO SMETTERE DI BALBETTARE. Niall, guarda me, e guarda te, non posso andare avanti sapendo che non sarò mai abbastanza per te- disse Lai.
-Lai, tu sei abbastanza, e anche di più per me- disse Niall accarezzando le spalle di Adelaide.
-Niall, non ho un lavoro, non sono ricca, non sono  brava a scuola, non sono famosa, sono una completa nullità, strana, con un carattere da lunatica, sbadata, che non fa altro che attirare l’attenzione della gente- disse fuori di se.
-È questo che mi piace di te- disse Niall sorridendo.
-Mi piace la tua stranezza, quella sbadataggine che ti rende tenera, quella libertà che ti porti dentro da quando ti conosco. Io non sono innamorato di una cantante, di una modella, di una ballerina o di un’attrice... Sono innamorato di te, Lai, e tu... tu sei... speciale- disse Niall.

Sono tenera da sbadata? Questa mi è nuova, ma mi piace. Sono tenera, fottetevi tutti.

-E quindi dopo averti abban...- provò a dire Adelaide, ma Niall poggio l’indice sulle sue labbra, dicendo:
-Posso parlare io adesso? Lai, sembra che tu stia facendo di tutto per mandarmi via e per non rivedermi mai più, ma da quello che ho capito dalla lettera tu, fortunatamente, mi ami ancora. E se non mi fossi addormentato quella notte, adesso non saremmo in questa situazione-. Adelaide provò a parlare di nuovo, ma Niall continuò a pigiare il dito sulle sue labbra.
-Io ti amo Lai. E non è un ti amo facile, il mio. Il mio ‘ti amo’ vuol dire che amo ogni cosa di te. E quando dico tutto, voglio dire davvero tutto. Dai tuoi capelli fino alla punta dei piedi. Se non mi fossi addormentato quella notte, forse tu saresti rimasta. Lai, quando ti ho visto sembravi una ragazza troppo carina per essere vera; ma quella sera, quando ci siamo messi a guardare le stelle, poggiati sul divano, e ti ho guardato negli occhi, cazzo, tutte le stelle si sono riflesse dentro i tuoi occhi, e mancava poco che svenissi. Amo i tuoi capelli, i tuoi occhi, la tue labbra, la forma del tuo viso e del tuo corpo, il modo in cui ti muovi, in cui parli, in cui ti sistemi i capelli, il tuo carattere, la tua risata, il modo in cui mi baci, mi abbracci e mi accarezzi i capelli. Giuro che sei la cosa più bella che mi sia mai capitata, la migliore in assoluto, e non voglio assolutamente lasciarti andare. Ho bisogno di te, come internet, come il wi-fi, come la musica, come il cibo, ma anche di più. Se adesso, di punto in bianco, mi dicessi di andare a Las Vegas a sposarci, credimi, partirei subito. Non mi abbandonare per sempre, Lai, ti prego-. Adelaide era ormai affogata nelle lacrime.
-Oddio Niall- disse Lai tra i singhiozzi.
-Ma ti rendi conto che tu mi hai detto tutte queste cose nonostante io ti abbia abbandonato senza neanche avere il coraggio di parlarti?! Come puoi amarmi così tanto?! Io... non ti capisco Niall...- disse Lai scuotendo la testa. Niall le prese il viso tra le mani.

Si può essere più teneri? ADDIO MONDO, SONO STATA FELICE.

-Hai ragione, non è stata una bella cosa, né io né tu siamo stati bene. È stato un brutto periodo per tutti e due, ecco. Se solo mi fossi accorto di quanto ti trovavi a disagio accanto a me, giuro che avrei rimediato, Lai. Se mi prometti che mi dirai tutto d’ora in poi, giuro che sarò la persona più normale che tu possa desiderare- disse Niall fissandola negli occhi. Ormai Adelaide era crollata.
-Mi stai dicendo che mi hai perdonato dopo tutto quello che ho fatto?- chiesi di rimando guardando.

Senti dolcezza, io non ce la faccio più.

Adelaide sentì di colpo le labbra di Niall sulle sue. Avrebbe desiderato sentire la risposta, ma preferiva di gran lunga le labbra. Erano secoli che non le sentiva, che non si sentiva così bene e felice. Prese il viso di Niall tra le mani, mentre alzava le gambe per incastrarle intorno al bacino di Niall.
-Non mi interessa se mi hai lasciato, Lai, non voglio più pensarci perché se tu rimarrai con me, credimi, sarò l’uomo più felice del mondo- disse senza fiato. Lai sorrise e strinse forte Niall tra le sue braccia. Niall la poggiò piano a terra e la strinse di nuovo. Rimasero lì per un po’, finchè Adelaide non strinse le braccia attorno al collo di Niall baciandolo dolcemente. Fu qualche secondo dopo che Niall aprì gli occhi e scorse l’ora sull’orologio. 

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Capitolo 30
*** Capitolo 28 ***


ADELAIDE’S POV
-Oddio, si vede che non faccio palestra da giorni- dissi senza fiato all’incrocio.
-Si va di qua per lo stadio, vero?- disse Niall altrettanto senza fiato, indicando la via accanto.
-No no, è questa qui- dissi indicando la via accanto a me. Corremmo verso quella via.
-Si, inizio a sentire le urla delle ragazzine- dissi correndo.
-Quanto sei in ritardo?- chiesi fissando l’irlandese completamente sudato che mi correva affianco. Sudato, ma sexy.
-Più o meno un’ora- dice sorridendo. Ah. Merda. Tutto per colpa mia.
-Eccolo, lo vedo da lontano- disse sorridendo e indicando lo stadio. Potrei lamentarmi della stanchezza in 8 lingue diverse, ma non lo faccio, non voglio sembrare una tipa pigra. Ma lo sono, per la miseria.
-Scommetto che vorresti lamentarti in 8 lingue ma non lo vuoi fare- disse Niall con fiatone, e con un grosso sorriso sul viso.
-Indovinato...- dissi io scorgendo finalmente tutta l’altezza dello stadio.
-Okay, ora dove si va?- chiesi guardandomi intorno. Niall mi trascinò di colpo per il braccio verso l‘entrata dello stadio. Passata quella ci ritrovammo davanti a un cancello semi aperto. Passammo attraverso la stretta apertura e ci ritrovammo in uno spiazzale illuminato da un minuscolo lampione. Mi misi davanti a Niall, mentre lui si guardava in giro, togliendosi la felpa.
-Ora che si fa?- chiesi guardandolo. Per tutta risposta mi fa indossare velocemente la felpa.
-Fa freddo stasera- disse tranquillamente.
-Aw, sei gentile Niall nel darmi la tua felpa, ma...-.
-Io sul palco starò bene, tu invece no... o almeno non lo so, quindi mettila. E anche perché, mi fa piacere che la indossi tu- disse sorridendo, e tirando su la zip della felpa.
-Ok, cercherò di entrare nello stadio- riflettei io.
-Come farai?- chiese. Evidentemente ho riflettuto ad alta voce.
-Non lo so, un modo troverò- dissi pensierosa. Ma le sue labbra attirarono la mia attenzione.
-Okay, ora vado, tu spacca tutto, e soprattutto divertiti- dissi baciandolo per bene. Oddio, sono assuefatta dalle sue labbra, poggio le mani sul suo viso e lo avvicino di più a me. Sono un genio della passione, muahahahahaha. Mi stacco velocemente da lui e gli sorrido, dopodiché inizio a correre verso l’entrata vuota urlando:
-Ci vediamo dopo!-. Non so se mi stesse fissando, ma rischiai di inciampare, e mi salvai grazie ad un palo lì vicino. L’entrata era vuota. Completamente vuota, senza un’anima viva. Scavalcarlo non sarebbe stato un problema. E se uscisse una guardia dal nulla e mi portasse in prigione? Chissenefrega, ho passato la maturità, merito comprensione. E poi ho il ciclo. Mai mettersi contro una ragazza col ciclo. Saltai lo sportello e corsi verso il rumore assordante. Ero dentro lo stadio, completamente pieno di persone, di urli. Un casino della miseria, non c’è che dire. Mi affacciai alla ringhiera. Dove cazzo è Francesca? Ricci, ha i capelli riccissimi. Ma cazzo, qui è pieno di ricce. Mi aveva detto qualcosa del tipo ‘rosso’ e ‘anello’. Corsi velocemente verso il lato dove tutte le sedie erano rosse. Poi capii che tutto lo stadio aveva le sedie rosse. Guardai i cartellini plastificati ai lati delle file, e scorsi quello rosso. Bingo! Lo percorsi due volte, ma di Francesca nemmeno anima viva. Poi ricordai che il qualcosa di rosso non era l’anello dello stadio, ma una maglietta. Merda. Che poi che schifo, una maglietta rossa! Color ciclo. Dovevo scendere, Francesca non c’era. Ma dato che avevo preso l’entrata sbagliata, non sapevo come scendere. Mi affacciai di nuovo al balcone, e vidi il tetto del tendone bianco a qualche metro sotto di me. Lo voglio davvero fare? Sto davvero cercando di uccidermi gettandomi da due metri e sperando di atterrare su un tendone? Sì! Delle donne dietro di me urlavano, ma io mi ero già buttata, e già sentivo il tessuto sotto di me. Scivolai piano, reggendomi con le mani, ma ad un tratto si spensero le luci. Merda. Continuai a scivolare, senza avere la più pallida idea di dov’essere. Poi caddi sopra un tizio. Mi rialzai velocemente, sperando che in quel momento non si spegnessero le luci rivelando chi fosse la demente che gli era caduta addosso. Corsi velocemente da qualche parte, poi si riaccesero le luci.  I ragazzi entrarono sul palco, cantando ‘Best Song Ever’. Tutte le directioner si alzarono, oscurandomi la visione. Come la trovo Francesca qui? Almeno riuscii a vedere il prato, e mi buttai nella folla. 20 persone mi schiacciarono i piedi, io altrettanto; 678 mi fecero cadere a terra, io altrettanto; 534 mi urlarono nelle orecchie, io no. Arrivai nella seconda fila, se fila si poteva definire, e scorsi Francesca. Non ero mai stata così felice di vederla.
-NUTIIIIIIIIIIIII!- urlai con tutto il fiato che mi era rimasto. Come se un angelo fosse passato lì accanto e avesse visto il mio stato pietoso, accadde un miracolo, e Francesca si voltò. Grazie a Gesù.
-LAI, OMMEODDEO CHE CI FAI QUI?- urlò abbracciandomi forte. Feci per replicare, ma mi fermò:
-ODDIO, SE SEI QUI VUOLDIRE CHE HAI FATTO PACE CON NIALL! ORA HO CAPITO IL PERCHÈ AVETE FATTO RITARDO! DIMMI, È BRAVO A LETTO? SCOMMETTO DI SÌ, ADELAIDE SCEGLIE SEMPRE I MIGLIORI, E SCOMMETTO CHE È LUNGO QUASI QUA...-.
-NON ABBIAMO SCOPATO, SMETTILA- urlai sorridendo.
-AH, MA ALMENO AVETE FATTO PACE?- chiese lei.
-SÌ, HO SCOPERTO CHE MI AMA QUANTO LO AMO IO, E CHE SE GLI CHIEDESSI DI ANDARCI A SPOSARE A LAS VEGAS LO FAREBBE SENZA PENSARCI DUE VOLTE!-.
-CHE COSA? COS’HAI COPERTO?- urlò Francesca.
-DAVANTI A TE CI SONO I TUOI IDOLI E PENSI A ME? SVEGLIA!-. Francesca si ricordò improvvisamente che aveva appena realizzato il suo sogno e si girò verso il palco. Ero finalmente riuscita a realizzare il mio, di sogno. Niall era davanti a me e sorrideva, mi sorride ogni volta che passa di qua. Forse lo fa apposta, ma a me piace così. Sono quasi svenuta quando in ‘Little Things’ mi ha fissato mentre diceva ‘I love you’, ma per il resto sono rimasta integra. Ho raccontato a Francesca di come mi ami, e mi ha quasi benedetto.
-Non ci posso credere, abbiamo realizzato i nostri sogni allo stesso momento, gli occhi di Harry sono più verdi visti da vicino!- mi disse eccitata mentre uscivamo dallo stadio. Alcune ragazzine si erano avvicinate a me, e avrei voluto scappare.
-Ciao, che concerto stramitico, tu assomigli un sacco alla ex di Niall!- mi dicevano velocemente e allegramente, e io dicevo:
-Ahaha, sì, magari, che concerto figo, voglio morire, addio babbana- e lasciavo la poverella in balia dei sui ormoni eccitati. Aspettai 10 minuti e sentii due braccia forti abbracciarmi da dietro. Non c’era nemmeno una ragazzina. Che si fotta, io voglio scoparti amico.

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Capitolo 31
*** Capitolo 29 ***


ADELAIDE’S POV
-Laiiiiiiiiiiiiii-. Sento la voce assonnata di Niall che mi sussurra nell’orecchio. Mi bacia il collo, mentre mi fa solletico col naso. Che giorno è? Dove sono? In che secolo mi trovo? Ah, ora ricordo. Ieri sera siamo stati svegli fino alle 4 di notte, al party di Niall. 21 anni, per la miseria.
-Niiiiiiiiiiiiiiii- gli sussurro di rimando. Ogni giorno, guardandolo accanto a me nel letto penso a quanto culo abbia avuto per avere un ragazzo come lui, e per poter stare qui accanto a lui.
-Adelaide, non vogliamo che tu vada a Londra con quel ragazzo, o almeno che non ci vada solo per lui. Non voglio ritrovarmi una figlia che si ritrova a non fare nulla perché paga tutto lui, e soprattutto non voglio vedere mia figlia senza una casa e un soldo bucato perché è stata lasciata dal ragazzo ricco e famoso- mi urlò mia madre quando gli chiesi di poter andare a Londra con Niall.
-Grazie per avermi augurato buona fortuna, mà- dissi sarcastica.
-Voglio che ti prendi una casa tutta tua, e che vada all’università, e che ti trovi un lavoro, e che...-.
-E che aiuti ad attraversare la strada alle vecchiette, che dia il mio contributo alla raccolta differenziata, che costruisca case per i senza tetto, che sconfigga la mafia, che finisca la Salerno-Reggio Calabria…-  dissi di rimando, sarcastica.
-Voglio che tu abbia una vita lì!-.
-Aspetta, quindi mi mandi a Londra?- dissi con bocca e occhi spalancati. Mia madre mi guardò torva, e annuì. Corsi fuori in giardino, dove Niall mi aspettava ansioso come una cocorita che sta per deporre le uova.  Mi comprai un appartamento a Londra, e andai all’università. Capii che non faceva per me, e abbandonai. E poi BANG! Il lavoro dei miei sogni mi venne offerto su un piatto d’argento, e accettai. Lavoro in radio da quasi un anno, ed è la cosa migliore del mondo. Dovrei lavorare tutto l’anno, ma grazie a Niall e ai suoi tour, la radio mi manda come inviata speciale, e ogni giorno la mia collega mi chiama per sapere quello che succede, e comincio a parlare delle cazzate che fanno. In sostanza fanno solo quello.  Questo fortunatamente mi permette di stare assieme a Niall, a viaggiare per il mondo, a conoscere un sacco di persone e a mangiare tanti cibi diversi. Questo è importante. Sembro piacere alle fan: come ogni fidanzata sono odiata anche io in modo davvero assurdo, ma la maggior parte mi adorano. Ed è strano, molto strano, ma sembra che la mia vita vada per il verso giusto, e non intendo ostacolarla. Forse piaccio perché tutte quelle volte che Niall parla di me, dice solo le cose più strano che combino. E ogni volta che mi metto a parlare io dico cose così sceme, che , forse, con molta probabilità, fa ridere le fan. Per non parlare delle foto sui giornali: o ci baciamo, o ridiamo, oppure cado e lui ride, cercando di aiutarmi. La mia vita va avanti così da un anno, e giuro che la adoro. Non me ne frega nulla di come appaio, del fatto che per i giornalisti sia una ragazzina strana (che poi è un po’ vero), ma voglio essere così. E soprattutto, io a Niall piaccio così, quindi fanculo tutti.
-Mi sa che devo andare a registrare oggi- sussurra ancora Niall.
-Mi sa pure a me- sussurro io come risposta. Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, io che accarezzo i capelli a Niall e lui che forse si è addormentato.
-Con quel ‘Mi sa pure io’ vuoi dire che devo alzarmi da questo letto caldissimo?- dice lui. Annuisco sonoramente.
-E dovrei lasciarti qui a casa tutta da sola senza un ragazzo sexy che ti abbracci?- dice di nuovo lui. Annuisco ancora.
-Sopravvivrai?- chiede imbronciando le labbra.
-Ci proverò- dissi tristemente. Nonostante possa sopravvivere per metà giornata senza di lui, faccio di tutto per fargli capire che senza di lui mi sento un po’ persa anch’io.
-Nah, non posso lasciarti qui tutta sola, non sopravvivrei io. Oggi hai la giornata libera in radio, giusto?- chiede mettendosi a sedere vicino a me.
-Sì- dico cercando di alzarmi, ma fallendo miseramente.
-Ti va di venire con me, allora?- chiede spostando le coperte, e mostrando i boxer. Lo fai apposta, maledetto bastardo.
-L’ultima volta i ragazzi mi hanno cacciato quasi a forza di calci nel sedere perché mi struggevo troppo sul vetro- dico ridendo, e coprendomi di più con le coperte. Devo avere dei capelli penosi.
-Stavolta cerca di contenerti- dice ridendo anche lui.
-Se ti metti a registrare in boxer, io come faccio a contenermi?- dico sorridendo accusatrice.
-Come mi contengo io quando ti metti in costume da bagno- dice sorridendo logico. Va in bagno e sento aprire l’acqua.
-E poi io non mi struggo come fai tu- dice prima di spazzolarsi i denti. Ma dove la trova la forza, e soprattutto il coraggio di alzarsi?
-Non è vero- provo a dire io. So già di aver perso. Esce dal bagno, si posiziona davanti al letto e comincia. Fa una faccia da urlo, poi una da ‘l’urlo di Munch’, dopodiché fa finta di strisciare su un vetro finto, finendo sotto il letto, oltre la mia vista, poi risale su e finge di suicidarsi, di impiccarsi, di mettere le dita a cuoricini davanti agli occhi, e infine cade a terra fingendosi morto.
-Io non faccio così- dico sporgendomi dal letto, guardandolo steso a terra. 
-Ah, scusa, tu fai peggio- dice con sguardo perplesso.
-Fai ridere i ragazzi, e non si concentrano nel cantare- dice sorridendo.
-Ma non è colpa mia se sei sexy- dico ridendo, appoggiandomi alla fine del letto.
-Lo so che non è colpa mia se sono dannatamente sexy, ma che ci posso fare?- dice.
-Ho detto solo sexy- dico logica.
-Intendevi dannatamente sexy. Aiutami ad alzarmi- dice alzando le mani verso di me. Le prendo e cerco di tirare il più forte possibile, ma come al solito tira più forte lui, facendomi cadere su di lui.
-Perché quando mi chiedi di aiutarti ad alzare mi fai cadere su di te?- chiedo fissandolo negli occhi, alzando le gambe.
-È l’unico motivo per cui riesco ad alzarmi da quel letto caldo, dallo stare accanto a te: sapere che appena alzato ti avrò comunque accanto a me- dice giocando con una ciocca dei miei capelli.
-Come ti fanno a venire in mente certe frasi? Di mattina presto poi...- dico poggiandomi meglio sul suo petto.
-Sono un cantante Lai, certe cose ce le ho nel sangue- dice impettito.
-Mi stai dicendo che metterai questa frase in una canzone?- chiedo.
-Cacchio, mi hai dato una bella idea, grazie dolcezza- esclama allegro. Faccio per rispondere, ma mi interrompe sussurrando:
-Baciami Lai-.
-Metterai anche questa in una canzone?- dico avvicinandomi con un ghigno alla sua bocca.
-Preferisco aspettare- dice sorridendo per poi baciarmi. E pensare che solo ieri sera avevo litigato con lui. Ma le nostre litigate sono assai strane. Una stranezza che mi piace, a dire il vero. Insomma, finiamo col litigare per una cosa seria o una cazzata, e allora mi chiudo da qualche parte, qualunque parte mi capiti a tiro, e mi immergo nelle lacrime. Ogni volta che ci ripenso capisco di essere scema e mi riprometto di non chiudermi più dentro qualcosa, ma poi succede e ho solo voglia di nascondermi. Dopodiché credo ci rimanga male pure lui, e allora viene a bussarmi, supplicandomi o chiedendomi scusa, e io esco grondante di lacrime a baciarlo. E poi finiamo per fare l’amore. È questa la stranezza che mi piace. 

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Capitolo 32
*** Capitolo 30 ***


-Voglio due birre- esclamò Niall entrando in sala registrazione. I ragazzi lo guardarono pensierosi.
-Niall che è successo? Scommetto che hai fatto un casino, e ti ha lasciato, o sei scappato urlando... Beh, in qualunque dei casi, bere non serve a niente- disse Harry rassegnato.
-Tu prendimi le birre- disse Niall convinto. Harry scosse la testa contrariato e andò accanto al frigo bar.
-Niall, cosa è successo?- chiese calmo Liam.
-Io vado a parlare con Adelaide- disse Zayn alzandosi.
-No, tu non parlerai con Adelaide- disse Niall fermando Zayn.
-Te ne ho presa solo una- ammonì Harry porgendo la bottiglia fresca a Niall. Lui la prese, la stappò e bevve tutto il contenuto in un sorso. I ragazzi lo guardarono contrariati. Salì sul tavolo e li guardò dall’alto.
-Niall è impazzito- sentenziò Louis.
-Chi vuole farmi da testimone?- chiese allegro il futuro sposo.
-CHE COSA?- urlò Harry paralizzato.
-NON CI CREDO NIALL!- urlò a sua volta Zayn. Corsero su per il tavolo ad abbracciarlo, facendolo cadere sul divano. Niall sorrise, stritolato dai ragazzi. Cosa aveva fatto? COME  aveva fatto? Era riuscito a chiederle di sposarlo. Portava quell'anello nella tasca da secoli, ma non aveva mai trovato un posto decente. Poi quel luogo, così importante per tutti e due, quello spettacolo, e Lai che gli stringeva la mano.
Perfetto, era l'unica cosa da dire.


Adelaide aprì la porta di scatto. Jesy e Leigh erano intente a mettersi lo smalto, mentre Perrie e Jade erano stravaccate sul divano facendo zapping col telecomando.
-Ehi, ciao Lai- la salutò allegra Perrie.
-Ti unisci a noi per lo smalto? Leigh ha comprato quello fluo!- disse Jesy mostrandogli il pennello verde.
-Come mai quella faccia sconvolta?- chiese Jade. Lai la guardò. Tutte le ragazze fissarono Adelaide. La futura sposa improvvisò una macarena, per poi roteare in salotto come una pazza, urlando di gioia.
-Lai, che succede?- chiese di nuovo Jade seguendola per la stanza. Adelaide mostrò il dito alle ragazze. Le ragazze lo fissarono allibite.
-MI STAI FORSE MOSTRANDO L’ANELLO DI FIDANZAMENTO TRA TE E NIALL, E CHE LOGICAMENTE LUI TI HA CHIESTO DI SPOSARLO?- urlò Leigh. Inizialmente Adelaide non capì tutto quel giro di parole, poi annuì. Le ragazze urlarono andando addosso ad Adelaide per strozzarla di abbracci.
-Lo hai urlato a Francesca?- disse subito Jesy.
-Certo, sono stata quasi 10 minuti ad urlare di gioia, poi le ho detto che Niall mi sposava- disse Adelaide.
-Ma come è successo?- chiese Perrie spostando Adelaide sopra una sedia della cucina.
-ODDIO ODDIO ODDIO ODDIO. Scusate, è l’emozione. Sul London Eye, me lo ha chiesto sul London Eye- chiarì Lai.
-AAAAAAAAH DAVVERO?- urlò Leigh.
-Sì, stavamo guardando il panorama, e ad un tratto mi sussurra ‘Ehi, ti va di sposarmi?’. Ci sono rimasta di stucco-.
-E POI?- chiese ancora Jesy.
-Beh, io mi sono girata con la faccia da urlo di Munch, e lui ha fatto finta di ricordarsi di inchinarsi, così si è inchinato e mi ha chiesto di sposarlo- disse fissandosi l’anello.
-ODDIO, QUANDO LO CELEBRERETE?- chiese Jesy con enfasi.
-Ehm, non lo so-.


-Oggi è un giorno importante per il nostro Nialler, che al momento sta cercando di alzarsi, ma non ci riesce. Svegliati Niall, oggi ti sposi. Scusatelo, ieri sera siamo stati al suo addio al celibato o come si chiama e si è divertito con la tipa coniglietta...-.
-Non è vero- bofonchiai dal cuscino. Adelaide mi avrebbe ucciso se solo ci avessi provato. Abbiamo fatto un patto.
-Non voglio ostacolare il tuo addio al celibato, anche perché le ragazze dicono che il mio addio al nubilato verrà ricordato nella storia, ma ti prego, non portarti a letto nessuna. Guarda tutte le tette che vuoi, ma ti prego non p…-.
-Sta tranquilla, te lo prometto. Ma promettimi che anche tu farai la brava-.
-Sarò un angelo- sussurra baciandomi. Zayn riprendeva con la sua telecamera nuova, mentre Liam e Harry sistemavano il mio smoking su una sedia. Si sentiva un intenso vociare fuori dalla porta. Ero in hotel probabilmente, e quelli voci fuori erano i miei parenti.
-Uh, guarda quante fan fuori, ciaoooo- disse Harry allegro salutando fuori dalla finestra. Squadrai di nuovo la stanza. Oddio, la sposo per davvero. Mi alzai di scatto dal letto come non avevo mai fatto in tutta la mia vita. Mi sedetti a fissare il pavimento. Zayn si sedette accanto a me, con un gran sorriso. Aveva uno smoking quasi uguale al mio, tranne la cravatta, al posto suo aveva messo una sciarpa. Sarebbe stato lui il mio testimone. Mi misi le mani sulla faccia.
-Spaventato?- disse dandomi una pacca sulla spalla.
-Non saprei, è un mix di paura, e ansia, e qualcos’altro messi assieme... mi tremano le gambe- risposi.
-È normalissimo, pensa a qualcos’altro, tipo al fatto che ho passato a Harry la telecamera e sta filmando proprio le tue mutande, o i tuoi parenti che appena entreranno ti faranno gli auguri e ti pizzicheranno le guance- disse Zayn stringendomi una guancia. Me la massaggiai.
-Niall, posso far entrare tutta ‘sta gente?- chiese Louis aprendo un po’ la porta.
-No, in realtà son in mut...-.
-PREGO SIGNORI ENTRATE!- urlò Louis spalancando la porta. 

 

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Capitolo 33
*** Capitolo 31 ***


-Tesoro svegliati, oggi ti sposi!-. ODDIO. PORCO PITON, OGGI LO SPOSO.
-Come siete entrate in camera mia?- chiesi di scatto alzando la testa verso le Little Mix, mia madre, mia sorella e Francesca, che aggiustavano il mio vestito da sposa.
-Alla reception ci hanno dato la chiave!- disse mia madre sventolando la chiave davanti ai miei occhi. Francesca e le ragazze erano già pronte, con i loro boccoli elaborati e i vestiti color carne a balze e i tacchi mostruosamente alti. Perrie è incinta, e si vergogna a fare la damigella con pancione.
-Ti prego Perrie, non puoi non farmi da damigella!- la pregai io il giorno della prova damigelle.
-Mi dispiace Lai, ma mi vergogno da morire. Sono davvero più felice così!- disse con un sorriso confortante sul volto. Mia madre ha la solita acconciatura da ‘senti amico, io ci ho provato a domarli ‘sti capelli ma sono stronzi’ e il vestito rigorosamente nero. Mia sorella è qui forse per passare il tempo, con un vestito verde pisello. Non ha accettato di fare la mia damigella, ‘sta stronza. Mi sedetti sul letto.
-Quanto manca al matrimonio?-.
-Circa 4 ore- disse Francesca concentrata a sbuffare di più una piega del vestito. Mi stiracchiai. Tra 4 ore sposerò il mio maritino.
 
Giuro che non ce la posso fare. La mia non è ansia, è qualcosa di peggio. Non è paura, non ho paura di sposare la mia fidanzata, ma ho paura di fare una cazzata all’altare. Di dire qualche stronzata, di pentirmene nel momento del giuramento, di cadere, di svenire, di ridere, di piangere. La persona adatta con cui mi farebbe bene parlare al momento è sicuramente Adelaide, ma non posso. È l’unica con cui non posso parlare adesso. I ragazzi mi dicono di calmarmi, ma io sto qui in ansia. Pensavo che Zayn mi potesse aiutare, dato che è sposato anche lui, e al suo matrimonio si stava praticamente cacando sotto, ma mi dice solamente di calmarmi. 'Sto stronzo, aiutami!
-Adelaide è davvero bellissima con quel vestito, Niall, credimi, non te ne pentirai nemmeno fra 100 anni!- dice Liam allegro.
 
-Niall sta davvero bene con lo smoking Lai!- mi dice allegra Nuti.
-Non me lo dire, ti prego...- mugugno io in preda all’ansia.
-E smettila di toccarmi i capelli, ci hanno messo ore per metterli così come stanno!- mi lamento.
-Lo so, è solo che...-.
-Francesca, sembri più sclerata tu di me!- sbraito io.
-Questo non è vero, stai delirando da dieci minuti, e non stiamo dicendo niente perché in fin dei conti ti capiamo, è il tuo matrimonio!-. AIUTO.
-Ehm, io vado un attimo a prendere aria fuori, ok?-.
-Sì, ma non sporcarti il vestito!- sbraita papà. Dio, ci si mette pure lui? Esco fuori e afferro il cellulare. Posso chiamare solo lui.
-Niall? Oddio Niall, sono nel panico più totale! So che non dovrei chiamarti perché tra 10 minuti mi sposi, ma non ce l’ho fatta, sei l’unico con cui posso sfogarmi adesso. Non ho paura di sposarmi, è solo che ho paura di fare una figura di merda mentre cammino, o che mi dimentichi qualcosa da dire, e che svenga, o che pianga, o che in quel fatidico momento mi caghi sotto dalla paura e scappassi via. Niall, io non voglio, e ti prego, se mai cercassi di scappare trattienimi e abbracciami- dico tutto d’un fiato.
-Mi ha fatto piacere che tu mi abbia chiamato, dato che sono nella tua stessa situazione, e che al momento vorrei sprofondare, ma credimi Lai: se c’è qualcosa che in questo momento voglio fare è sposarti. E se scappi, beh, ti rincorro, e ti bacio. Fottesega se il prete si incazza, mi metto a limonare con te lì all’altare-.
-Già, non me ne frega nulla se dice “Ma nella religione cattolica non esiste nessun bacio dopo il sacramento, è solo una cosa da film”. Io ti bacio, sai che mi frega-. Lo sento ridere dall’altro capo del telefono.
-Ti amo, lo sai?- dice ad un tratto.
-Lo so, e ti amo anch’io-.
 
Non avrei mai immaginato che mi chiamasse davvero.
-Con chi parlavi?- chiede Zayn. Lo guardo sorridente.
-Alla faccia delle tradizioni, eh?- dice sorridendo beffardo. Sorrisi anch’io, guardando il cellulare tra le mani.
-Dai, dobbiamo entrare-. Bum. Tutta la sicurezza di prima sparisce dal mio corpo, dove prende posto la tremarella e la tachicardia. In un secondo sono davanti all’altare, con Zayn al fianco e mia madre e la madre di Adelaide che singhiozzano ai posti dietro di me. I ragazzi sono dall’altra parte, che parlano tranquillamente. Si sente un vociare sommesso. E io sto per morire di paura.
-Abbiamo visto il suo vestito, Niall, ed è stupendo! Fidati, non te ne pentirai- dice allegro Zayn, guardando dietro di se. Fissa Perrie col pancione e le sorride. Arriverò anch’io al punto da girarmi da un altare, come testimone al matrimonio di qualcuno dei ragazzi, a fissare il pancione di Adelaide? Madonna, col pancione è davvero tenera. Ad un tratto tutto tace, e la musica nuziale parte. Senza rendermene conto guardo Zayn con occhi sbarrati, e lui mi risponde con un’occhiata menefreghista. AIUTO. MADONNA BEATA AIUTO. Zayn si gira, ma io non ho il coraggio. Sto per avere un infarto. Vedo la luce o sono allucinazioni?
-Zayn aiuto...- sussurro io. 

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Capitolo 34
*** Capitolo 32 ***


-Sta zitto e girati, coglione- sussurra schietto. Cazzo che maniere. Mi giro lentamente e la vedo. È uno spettacolo. Mi sorride. Apro lentamente la bocca man mano che scruto il vestito. Non è il solito bianco, è più un bianco luminoso, come se avessero preso raggi di sole per cucirlo; ha uno scollo a cuore, e tutto il corpetto è ricoperto da un ricamo che le ricopre le braccia, creando delle maniche. Appena sotto il corpetto, il tessuto si apre, scivolando a terra con morbidi panneggi, e uno strascico lungo e ricamato. Le scarpe non sono nemmeno visibili, ma non varranno nulla in confronto alla ragazza che le indossa. Ha gli occhi luminosi, luminosissimi, i capelli boccolosi spostati tutti da un lato, il velo lungo fino ai piedi. Porta due semplici orecchini di perle e la collana che le ho regalato io al nostro 2° anniversario: il piccolo angelo di cristallo fa capolino sul suo collo nudo. La cosa che mi spaventa di più al momento, è il modo in cui io lo stia descrivendo. L’amore manda proprio in paranoia a volte, e ti fa dire tante cose dolci.

Quanto sono crudele da 1 a infinito?
Sono un mostro, i capitoli corti vi mandano in paranoia, ammettetelo.
Siamo quasi alla fine, aw.
Per me è stato un onore portare avanti questa fan-fiction, dato che si ispira ad una storia vera (certo Lai, sogna...).

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Capitolo 35
*** Capitolo 33 ***


-Ti prego, raccontami di nuovo la storia del principe e la principessa che diventano re e regina!- mi prega Lauren seduta dentro il letto.
-Oh no, ancora...- bofonchia Stephan dalla camera affianco.
-Tu sta zitto!- bofonchia lei.
-Dai, ti preeeego- mi implora lei con gli occhioni azzurrissimi e spalancati.
-E va bene- dico infine io.
-Evvai!- esclama lei sistemandosi meglio nel letto. Sento Niall appoggiarsi allo stipite della porta.
-Allora, c’era una volta una principessa, che non aveva la più pallida idea di essere una principessa, che adorava tanto le Little Mix, e che sognava di visitare la città dei suoi sogni, ...-
-Londra!- esclama Lauren.
-Esattamente. Bene, la sua migliore amica, una bella mattina afosa di Giugno regalò alla principessa un biglietto per Londra, e dopo aver sclerato abbastanza, partì. Dopo un viaggio di 2 orette su un drago alato, si ritrovò sotto un acquazzone. All’aeroporto dei draghi  dovevano arrivare 5 bravi domestici a prenderla, ma non si vide nessuno, e allora si avventurò da sola per Londra. Si fermò a guardare il London Eye, ma inciampò sui suoi piedi, e cadde. Fortunatamente lì vicino passava un principe, che non aveva la più pallida idea di essere un principe, e salvò il sedere alla principessa-. Lauren ridacchia.
-Si scoprì poi che il principe era in realtà uno dei 5 domestici che dovevano venire a prenderla, e che in realtà erano 5 rock star famose in tutto il mondo, ricche sfondate, e totalmente fuori di testa. Ma alla principessa non importava, perché erano simpatici, e anche perché aveva preso una bella cotta per il principe che l’aveva salvata. Dopo solo una settimana, scoprì che anche il principe aveva una bella cotta per lei. Ma si sentiva così triste: il principe le faceva tanti regali bellissimi, e lei non poteva dargli nulla-. Sento i passi di qualcun altro, segno che anche Stephan si aggrega all’ascolto. 
-Così scappò, spezzando il suo cuore e anche quello del principe. Passarono due settimane orribili, e la migliore amica della principessa disse che le rock star avrebbero fatto un concerto non molto lontano da loro. Lei non voleva andarci, ma per accontentare la migliore amica disse di sì, a patto di rimanere in hotel-castello. Accettò, e partirono. Ma il principe sapeva che la principessa era chiusa in hotel, e così scappò dal concerto per venire a cercarla. Ma per prendere la principessa dall’hotel-castello doveva sconfiggere il drago. Brandendo la sua spada iniziò a duellare col drago, ferendosi, ma riuscendo a sconfiggerlo. Salì la lunga rampata di scale e arrivò finalmente alla camera della principessa, che piangeva lacrimoni su lacrimoni. Quando la principessa aprì la porta, si scusò di tutto quello che aveva combinato, e calò di nuovo in lacrime. Si abbracciarono per molto tempo, e si promisero che nessuno di loro due sarebbe mai più scappato dall’altro. Passarono 4 lunghi anni, e finalmente il principe chiese alla principessa di diventare la sua regina. Si sposarono, facendo arrabbiare il prete...-.
-Perché il prete si arrabbia?- chiede Lauren.
-Beh, perché la principessa voleva un bel bacio dal principe, ma il prete no. Così la principessa fece uno strappo alla regola, baciando il principe e facendo svenire il prete-.
-Aveva una faccia più o meno così- dice Niall imitando una faccia da cadavere, con tanto di occhi semi chiusi e lingua fuori dalla bocca.
-E tu come lo sai papà?!- esclama Lauren.
-Beh, io e la mamma eravamo lì- dice Niall.
-Davvero? E.. e com’era il vestito?- chiede Lauren ancora più emozionata. Stephan si siede ai piedi del letto, mentre Niall si avvicina a me.
-Oh, avresti dovuto vederlo, era qualcosa di spettacolare: era stato cucito con raggi solari, aveva le maniche ricamate con centrini coperti con gocce di sole, e aveva uno strascico lungo non sai quanto - disse Niall stringendosi accanto a me nella poltrona.
-Scommetto che il principe aveva una spada lunghissima!- esclama Stephan. Avvampo.
-Puoi scommetterci figliolo, ha una spada molto lunga, che usa in maniera eccellente- dice Niall sorridendo beffardo. So a cosa allude. Chiudo gli occhi cercando di non ridere.
-E adesso che cosa fanno il prin- ops, il re e la regina?- chiede Lauren accoccolandosi di più tra le coperte. Mi avvicino a lei e le bacio la fronte.
-Vivono felici e contenti con la loro famigliola- sussurro.
-Buonanotte Lauren- dice Niall baciandola sulla fronte.
-Notte mamma, notte papà- sussurra lei chiudendo gli occhi. Ci avviamo per il corridoio.
-Papà, un giorno mi farai vedere la spada del principe?- chiede Stephan entrando nella sua camera. Non posso trattenermi stavolta. Mi avviò verso la camera matrimoniale, mentre Niall spiega a Stephan che un giorno gli farà vedere la spada da cavaliere, sottolineando la parola ‘cavaliere’. Mi metto velocemente nel letto, mentre Niall entra in camera. Mi guarda con malizia, e mi metto a ridere.
-Perché ridi?-.
-Forse perché hai una faccia da pervertito?- dico sistemando meglio il cuscino.
-Questa è la mia faccia di sempre- dice lui indicandola.
-Appunto!- ribadisco io ridendo ancora di più. Si butta sul letto e si appoggia a me.
-Nostro figlio ha ereditato la tua pervertitaggine! Non so nemmeno se esiste questa parola...- dico prendendo gli occhiali.
-No, non esiste, e comunque ha appena subito la perdita di Silente, ha bisogno di comprensione-.
-Già, quando successe a me passai un’intera giornata di pianti. Fu orribile- dico afferrando il libro poggiato sul comodino. Niall lo fissa come se fosse un nemico.
-Vuoi leggerlo?- chiede indicandolo.
-Sì- dico tranquilla. Mi guarda per un attimo.
-Sicura che vuoi leggere un libro quando hai questo pezzo di marito accanto a te?- chiede allargando le braccia davanti a se.
-Sì, e vorrei anche finirlo dato che mi mancano si e no venti pagine- dico calma. Riprendo a leggere. Lui fissa il libro, scuote  la testa contrariato e me lo frega dalle mani.
-Niall!- sbuffo io. Lo lancia dall’altra parte della stanza, sempre con un sorriso tranquillo, come una cosa che facesse tutti i giorni.
-Ecco, mi hai perso il segno- mi lamento io mentre mi fissa con sguardo malizioso.
-Cavoli tesoro, è solo un libro, e... oh merda, perché l’ho detto?- dice di colpo schiaffeggiandosi una mano sulla faccia. Mi alzo di scatto.
-E no Niall, i libri non sono solo libri. Non puoi capirlo Niall, tu non leggi quasi mai, e non ti appassioni!- sbraitai io. Mi guarda con un sorriso sconfortato.
-Lo so, leggo troppo poco, e mi dispiace, ma il mio cervello non è fatto per leggere- dice tendendomi le mani.
-I libri sono come altri piccoli mondi, che ci fanno sognare in una maniera incomprensibile. Leggere è il cibo della mente, della fantasia, della vita, e non puoi dire che è solo un libro, perché per me significano tanto, tantissimo. Probabilmente non sarei così romantica e fantasiosa, e tu non avresti mai trovato la Lai pazza che hai sposato!-. Sto mettendo tutto sul tragico. Almeno posso placare i suoi istinti animaleschi.
-Mi dispiace- dice triste.
-Dimentico sempre che per te sono molto importanti, e che dovrei rispettarli di più. E comunque, io ti avrei sposato comunque, con o senza libri. Mi dispiace- dice aprendo di nuovo le braccia. Mi ci catapulto dentro, stringendomi accanto a lui. Roba del genere accadono quasi sempre. Io e Niall non litighiamo mai seriamente. Ci sono io che mi lamento del fatto che non apprezzi i libri, e c’è lui che si lamenta della dieta del nutrizionista. Almeno non sono io ad imporgliela, non arrivo fino a questo punto nelle punizioni. Più che altro ci lamentiamo di cose che succedono, ma sempre con uno sguardo pronto a perdonare. Io lo perdono per aver quasi insultato sul libro, e spero che lui mi perdoni per aver fatto una quasi sceneggiata per un libro. Mi accarezza piano la spalla. Ah, giusto, devo trovare un diversivo.
-E comunque sono esausta- dico staccandomi da lui e rimettendomi a posto sotto le coperte.
-Non è assolutamente vero, non sei nemmeno andata a lavoro- afferma lui.
-Sì, ma...-.
-In casa ho fatto tutto io, ho pulito e fatto i piatti, e ho pure cucinato- dice lui bloccandomi.
-Il pollo era un po’ bruciacchiato- dico io timidamente, tentando di dissuaderlo.
-Come se tu non lo bruciassi mai- dice sorridendo furbo.
-Il pollo non è la mia specialità- mi giustifico io. Mi stringe sempre di più.
-Ammettilo, vuoi solo farti desiderare...- mi sussurra all’orecchio.
-Certo che no- brontolo io, cecando di staccarmi. Ma è più forte di me, e sono praticamente sotto di lui. Si alza sui gomiti per vedermi meglio e dice:
-Invece sì, lo fai sempre, alle volte nemmeno te ne accorgi. Anche quando ti offendi, noi ti chiediamo scusa ma tu continui a tenerci il muso- dice avvicinandosi di più al mio viso. Mi provoca ancora glie stessi brividi di quando ci siamo conosciuti. Sono sua moglie da più di dieci anni, e ancora non capisco se è magia, o sono io che ancora non mi abituo alla sua figaggine.
-Si chiama ‘essere permalosi’, e tu ti stai inventando un paio di cavolate solo per baciarmi- dico sorridendo compiaciuta.
-Può darsi- sussurra lui misterioso prima di riempirmi di baci. Una cosa strana di Niall è che più invecchia, e più diventa figo. Capita a un sacco di uomini, che sono addirittura più sexy da vecchi, con tanto di capelli brizzolati e rughe. Certo, Niall ancora non arriva a questo punto, e fortunatamente nemmeno io, ma siamo invecchiati, e tutte le cose che facevamo prima non possiamo farle più. O almeno non da soli. Se prima ci svegliavamo un mercoledì mattina e volevamo fare un picnic, adesso lo facciamo di sabato o domenica, quando i bambini non hanno scuola. È divertente stare con loro, perché adorano farci ridere. Sarà una cosa di sangue, perché sia io che Niall siamo stati i buffoni delle rispettive classi. La cosa più brutta di questi anni sono stati sicuramente i tour. Prima potevo andare tranquillamente con Niall, ma adesso, con i bambini a casa, è impossibile. È abbastanza straziante sapere che sei sola con dei bambini, o almeno con una bambina piccola, e che se succedesse qualcosa, lui sarebbe più o meno l’ultimo a saperlo. Certo, durante i primi anni c’è sempre stato, perché avere un neonato è abbastanza difficile, e avevo bisogno soprattutto del suo aiuto. Adesso i ragazzi vanno a scuola, io lavoro, e torniamo tutti e tre a casa di pomeriggio. Se Niall è in tour ci vediamo ogni sera su Skype, se non è in tour è a casa ad aspettarci con la cena pronta, altrimenti è in studio di registrazione, e torna poco dopo di noi. La mia vita va avanti così, e non mi aspettavo niente del genere. A quest’età mi immaginavo sola, triste e senza amici. Invece ho trovato l’amore della mia vita  nel giro di una settimana, non sono stata bocciata all’esame di maturità nonostante quello che ho detto, ho fatto svenire il prete al mio matrimonio, ho girato tutto il mondo, ho due splendidi figli e un marito fantastico, degli amici che mi vogliono bene e una famiglia fiera di me. E quindi, dopo anni e anni di tutto questo mi chiedo ‘cosa sarebbe successo se Francesca, se quelle matta, sclerata pazza, incosciente e pervertita di zia Francesca non avesse sbagliato?’.
Non ne ho idea.

OMMIODDIO.
OH MIO DIO.
OH  MIO  DIO.
O H M I O D I O.

HO FINITO QUESTA FAN-FICTION.
NON SO SE VI RENDETE CONTO CHE L’HO INZIATA IL 3 FEBBRAIO DEL 2014, E SIAMO AL 9 FEBBRAIO DEL 2015. MI AVETE DAVVERO SEGUITA PER TUTTO QUESTO TEMPO?

Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno letto questa storia, dalla prima all’ultima.

Ringrazio tutte quelle persone che mi hanno fatto dei complimenti attraverso le recensioni. Voi mi avete davvero stimolato ad andare avanti, grazie davvero tanto.

Un ringraziamento STRAMEGAULTRASUPERARCIENORME (riuscite a leggerla?) alla mia Migliore Amica, perché senza di lei non avrei mai avuto il coraggio di pubblicare questa ff. Tutto questo è per te, Nuti.

E ultimo, ma non ultimo, vorrei ringraziare quei cinque idioti che riescono a rendere la mia vita migliore, assieme a Nuti, e so che non leggeranno mai questa ff, un po’ perché è in italiano e un po’ perché è umanamente impossibile. Spero solo di incontrarvi un giorno, e di potervi incontrare, e di poter abbracciare quell’irlandese tinto. 
GRAZIE.

Restate sintonizzati, a poco metterò un'altra fan- fiction, sempre sull'irlandese biondo, ovvio. 

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