Tra inferno e paradiso

di viky4forever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 - Uno scontro fatidico ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: La risata soffocata ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Primo giorno, primi problemi ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - L'amico stanato ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 - Uno scontro fatidico ***


Capitolo 1° - Uno scontro fatidico

 

 

Capitolo 1° - Uno scontro fatidico

 

Il rumore dei tacchi echeggiava veloce e frenetico nel lungo e ampio corridoio vuoto.

La ragazza cercava di fare più in fretta che poteva dato che già era in ritardo, ma i tacchi che fu costretta a mettere quel pomeriggio, il pesate borsone e i capelli lisci e lunghi che le scivolavano davanti gli occhi non la agevolavano per niente. Se aggiungeva il fatto che la voglia era zero e non conosceva neanche tanto bene la strada e le porte da aprire stava una “meraviglia”.

Ogni po’ si controllava l’orologio al polso.

-Dannazione, è tardissimo, quella mi lincia…”

Decise di fermarsi, doveva riprendere il respiro.

Il borsone cadde per terra con un tonfo. Si conficco per bene la borsetta rosa sotto il braccio e fece u n profondo respiro.

Guardò nuovamente l’orologio.

Le 18 e 38. Troppo tardi, 8 minuti, troppi per sua cugina.

Afferrò il borsone e si rimise a correre.

 

Finalmente le 6 e mezza di quell’afoso pomeriggio di agosto erano arrivate e anche passate.

Chad Danforth e Troy Bolton ridevano sonoramente, sia per la stanchezza, sia per la felicità che il loro turno al Lava Spring si era finalmente concluso.

Entrarono nello spogliatoio rivestendosi e togliendo quelle fastidiose divise. Finalmente potevano uscire per i fatti loro, inoltre una settimana e finalmente avrebbero finito!! Si erano presi tutto agosto in maniera tale da poter partire e fino all’inizio della scuola, del loro ultimo anno all’East High School di Albuquerque.

Anche se Chad rideva, qualcosa lo turbava, ormai da più di un mese…

Smise di ridere di botto.

Troy lo sapeva, e anche bene, ma non si demoralizzava perché lui era l’unico che poteva fargli tornare il sorriso in qualità di suo migliore amico dai tempi dell’asilo.

-Dai Chad,stasera con gli altri andiamo a prenderci un panino e poi tutti al Musìc, c’è un festino, discoteca, piscina, ragazze…serata da urlo! –

-E Gabriella? – chiese non guardandolo.

Gabriella. Tasto dolente.

Troy sospirò.

-Gabriella starà con Kelsy e Martha per questa sera. Dai!!! Dobbiamo divertirci!! Poi si parte tutti per Zanzibar!! Fra 4 giorni!-

-Credi che riuscirò a dimenticare Taylor?-

Non sapeva come rispondere. Dopo che Taylor partì improvvisamente per New York con la sua famiglia e causa del lavoro dei suoi, Chad non era più lo stesso. Sapeva che le piaceva veramente, e la cosa era nettamente ricambiata.

Non poteva scordare quando, lei e Gabriella glielo comunicarono, come avrebbe fatto a dirlo a Chad?

E quella sera…quella maledetta sera, giusto l’ultima che avrebbe passato ad Albuquerque prima di partire, glielo disse.

E da quel giorno Chad era sempre più mogio, senza voglia di divertirsi, col cellulare sempre in tasca o in mano.

Per fortuna che c’era Troy.

Zeke entrò e non diede tempo al ragazzo di dare una risposta.

-Ehilà!! – disse allegramente dirigendosi al suo armadietto.

Fu seguito da Jason che sgranocchiava qualche biscotto rubacchiato dalla cucina.

-Io però ho ancora fame – annunciò finendo il biscotto.

I tre amici si guardarono e scoppiarono a rider lasciando il povero Jason un po’ offeso.

“Meno male…” pensò sollevato Troy.

-Ragazzi, io scappo a casa che mia madre voleva una mano con la nuova libreria da montare, ci sentiamo più tardi quando avete notizie sul da farsi, ciao! – disse scappando in fretta, subito dopo essersi cambiato.

Indossò gli occhiali da sole e uscendo dalla tasca le chiavi della sua nuova auto, imboccò il corridoio meno affollato di tutto il Lava Spring, non aveva molta voglia di incontrare le solite facce.

Camminava quando sentì un rumore: qualcuno, dall’altro angolo stava correndo. Poi smise.

“sento anche rumori inesistenti “ – bisbigliò quasi seccato con se stesso-

Stava per girare l’angolo quando il rumore riparti, ma non ebbe il tempo di poter scusarsi con se stesso per essersi dato dell’idiota che la persona che faceva quel rumore, probabilmente con i tacchi delle scarpe, gli sbatté addosso cadendo all’indietro.

Borsetta, borsone, occhiali da sole e un piccolo gemito di dolore.

Chad si mise gli occhiali sulla testa per vedere meglio e soccorrere la ragazza che aveva davanti.

-Ehi, ti sei fatta male? – chiese accovacciandosi vicino a lei per prenderle il braccio.

-Ahi…- disse lei mettendosi seduta e massaggiandosi il fondoschiena sbattuto – che male, continuava a dire ad occhi socchiusi.

-Vieni, ti aiuto ad alzarti – le continuava a dir mortificato di averla fatta cadere.

“com’è carina però  pensò guardandola da vicino. Emanava anche un dolcissimo profumo.

Mentre si alzò, non avendo preso del tutto l’equilibrio, scivolo, colpa di quei maledetti tacchi che era costretta a portare, almeno per quell’incontro importante, se cosi si poteva definire.

Finalmente la ragazza dai capelli ramati e lisci si riprese quando realizzò di essersi rimessa in piedi, Chad aveva in mano la sua borsetta, il suo borsone e i suoi occhiali da sole.

-Questi sono tuoi – disse cercando il suo sguardo, con la speranza che si era ripresa del tutto.

Lei sorrise, e questa fu la sua certezza.

-Grazie, gentilissimo –

Iniziò a riprendersi le cose in fretta che poteva. Tra la borsa e gli occhiali controllò il suo orologio al polso: erano passanti ancora minuti che le sarebbero costati una gran voglia di ritornare alla sua cara New York, cosi fece ancora più in fretta.

-Oh è tardissimo!! – si allarmò.

-Hai bisogno di una mano?? – le chiese Chad.

-No, no tranquillo, grazie di tutto, ci si vede…ciao! –

E con un ultimo sorrido, frettoloso, ma sincero scappò via girando l’angolo lasciando li il ragazzo folgorato da quella ragazza dai capelli color rame di cui non conosceva neanche il nome.

 

 

Quella sera i quattro Wildcats si diedero appuntamento nella piazzetta vicino al locale Musìc.

Troy, Zeke e Jason, con altri amici, aspettavano Chad che arrivò con 10 minuti di ritardo.

Scese dall’auto e li raggiunse velocemente.

-Finalmente, come mai cosi puntuale?? 10 minuti sono pochi per te – scherzò Troy dando una pacca sulla spalla dell’amico.

Lui sorrise e salutò gli altri.

-Allora?’ che si fa? – chiese quasi voglioso di girare.

-Intanto andiamo a mangiare, poi si vedrà –

Mentre entravano nella paninoteca più vicino qualcuno saltò sulle spalle di Troy: un peso ormai troppo conosciuto per il ragazzo.

-Gabriella! –

I due si alutarono con un bacio in bocca, sotto le prese in giro degli amici. Purtroppo mancava all’appello quella di Chad, che era sempre la prima.

Troy la staccò, sapendo che quel gesto faceva tornare in mente dell’amico tanti ricordi, dannosi e non voleva rovinargli il sabato sera. Gabriella lo sapeva benissimo e fece finta di nulla.

-Ciao a tutti – salutò cordialmente sistemandosi la mogliettina, facendola scivolare meglio sull’addome. Martha e Kelsy li raggiunsero subito dopo.

Entrarono e si sedettero. Ordinarono e iniziarono a parlare del viaggio. Ormai mancavano 2 giorni alla partenza e tutti erano in agitazione

-Ora non è che state due settimane senza di noi e non dovete più cercarci eh! – li riproverò scherzando Kelsy.

-Tanto ci raggiungerete, perciò! – rise Zeke.

-Perché non partivate con noi, anziché venire per stare solo le due ultime settimane?? – sbuffò Jason.

-E non torniamo con la solita storia! Lo sapete benissimo che per i nostri due settimane sono assai!! Figuriamoci quasi un mese –

-Povere piccole bimbe – ridacchiò Troy che si beccò una manata, molto delicata, da parte della brunetta.

Tutti risero.

-Ehi Zeke, ma cosa ci fa la tua amata biondina in questo posto cosi poco altolocato per lei?? – fece Zac indicando qualcuno nella folla, dietro il ragazzo.

-Dove? Dove?? – chiese voltandosi di colpo.

In effetti era proprio Sharpay, la si poteva riconoscere dal suo stile tutto “rosa e mini gonna”, con i capelli biondi sciolti e mossi che le coprivano le spalle, e la sua mano sempre messa a fianco con la borsetta fucsia col pelo rosa che veniva sostenuta.

-In effetti, Sharpay verrebbe qui solo se glielo chiedesse in ginocchio Troy, non è vero? – rise Martha. Troy le fece una smorfia.

Guardando meglio, però, era come scocciata, in attesa di qualcuno.

-Ma chi è quella li? Quella davanti a lei? Ha appena preso un panino e Sharpay sembra contenta di poter uscire –

Sharpay afferrò il polso libero della ragazza, spingendola verso l’uscita. La bionda si guardava attorno sperando che nessuno potesse giudicare la sua presenza in quel posto che lei giudicava “poco dignitoso per una come lei”.

-Una delle sue amichette che finalmente ha deciso di farsi coraggio e decidere cosa fare per una sera – replicò Chad. Ma si bloccò osservando bene il colore di capelli della ragazza che Sharpay trascinava fuori.

Color rame. Non gli era nuovo quel colore…e neanche quei lineamenti!

Possibile fosse lei?

Si alzò di scatto dalla sedia svincolandosi dal tavolo per uscire.

-Chad, dove vai, dove…-

Iniziò Troy, ma Chad era già lontano e in mezzo alla confusione del sabato sera per poterlo sentire, cosi lo seguì.

Chad si dimenava in mezzo alla folla, ma uscì e non le vide più. Si guardò in giro, ma niente, inutile. Nonostante ciò rimase fermo a scrutare i passanti, tentando di riconoscere la chioma rame o, al massimo, con una bionda accanto.

-Amico,cos’è successo?? Chi hai visto che sei scappato cosi? –

Sperava di non ricevere la risposta che immaginava. Chad lo intuì.

-Tranquillo Troy, non sono un visionario,non mi è sembrato di vedere Taylor

-No figurati, non intendevo mica quello –

Chad alzò il sopracciglio.

-Allora? – chiese Troy cercando di far tornare la ragione dalla sua parte.

-Oggi – iniziò lui – mi sono scontrato con una ragazza. Bella, molto bella –

-Ed era lei? –

Lui annuì.

-E perché la stai cercando? – chiese non capendo.

-non lo so. Aveva qualcosa? –

-Cosa? –

Cercava di catturare il suo sguardo, ma ormai lo aveva perso fra la folla giovane di Albuquerque.

-Non lo so neanche io. Dai rientriamo. E fai finta che non ti ho detto nulla –

Troy non aveva afferrato bene, qualcosa non quadrava. O almeno, era molto strana quella situazione.

 

 

 

 

Salve a tutti!!! Ho deciso di scrivere una ff su HSM in onore del mio amore Corbin, che qui interpreta il mitico Chad!!

Non posso farci niente, Taylor non mi cala più di tanto, così ho introdotto un nuovo personaggio.

Spero vi piaccia!!

Fatemi sapere i vostri pareri, almeno mi regolo un po’, anche negativi!

Baci a tutti!!

Viky  ^___^

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: La risata soffocata ***


Capitolo 2°

 

Capitolo 2°: La risata soffocata

 

Il 31 di agosto fu un giorno alquanto traumatico per i ragazzi. Era l’ultimo giorno della loro meravigliosa vacanza a Zanzibar. Fu il giorno più triste e noioso perché dovevano lasciare il loro meraviglioso villaggio turistico tanto affezionato, e perché, dopo la colazione, passarono tutto il giorno fra aerei e aeroporti fino ad arrivare la sera a casa, sfiniti e più abbronzati che mai.

Non avrebbero mai potuto scordare quel mese.

Tra spiaggia, surf, risate, divertimento, litigi, stupidaggini, discoteca, nottate, mattinate…per non parlare di quando arrivarono anche le ragazze!

Gabriella cercò di appartarsi il meno possibile con Troy, o almeno, evitava, insieme al fidanzato, di farlo con Chad davanti o che potesse accorgersene. Non voleva rovinargli la vacanza.

Nonostante ciò Troy e gli altri riuscirono a far stare allegro il loro amico, persino a fargli conoscere qualche bella ragazza. Ce ne fu una che si portò la testa con Troy per giorni per cercare di lasciarli soli nella loro stanza, a Troy sarebbe piaciuto, ma sapeva che Chad non avrebbe accettato. Non ne aveva voglia. Non voleva sentir parlare di ragazze, neanche di storielle passeggere.

Ma a discapito di ciò, la vacanza procedette allegra, e al ritorno, dopo una bella dormita, erano tutti pronti ad aggiornare i loro blog con le novità, i racconti e le mille foto scattate.

 

Il 1° di settembre tutti si svegliarono non prima delle 11 del mattino. C’è chi si prese anche le prime ore del pomeriggio.

Troy Bolton aveva appena finito di pranzare e, sedendosi sulla scrivania della sua stanza, accese il computer che non vedeva da parecchi giorni.

“Quante e-mail!” – pensò vedendosi sputare la scritta “ 31 messaggi di posta elettronica ricevuti”.

3 erano di Sharpay.

Avrebbe voluti eliminarle ma si fece coraggio, altrimenti chi l’avrebbe sentita a scuola.

 

Aprì la prima e-mail:

“Ciao Troy!! Tesoro, domani parti per Zanzibar, divertiti mi raccomando…io partirò invece con Ryan e mia cugina in crociera alle capitali nordiche, sai che barba…solo una settimana!

E poi quanti impegni in questi giorni! Tutto per il viaggio…

Estetista, parrucchiere, boutique…

Cmq tesoro, ti auguro buon viaggio,divertiti e evita di frequentare troppo i tuoi amati Wildcats.

Tua dolcissima Sharpay XxX

 

-Magari fosse così dolce con il resto del mondo- bisbigliò.

La seconda fu una simile , con qualche dettaglio della crociera e il resoconto delle sue serate pre e post ferragosto a Malibù Fu la terza ad interessarlo. E lesse:

 

Troyyy!! Ma perché non rispondi?? Non dirmi che quei trogloditi Zanzibaresi non hanno internet?

Ma dove mi vai a capitare…

Comunque volevo informarti che quest’anno qui ad Albuquerque si è trasferita mia cugina da New York,e sarà il capitano della squadra agonistica di karate della scuola. Ieri è andata in presidenza e parlando col loro coach,o maestro come lo chiamano, si è presa un po’ dei vostri vecchi orari!

So che ci saranno litigi, ma trattamela bene eh

Io non ti ho detto niente di tutto ciò, mantieni il segreto professionale, mi raccomando ;)

Ci vediamo direttamente a scuola perché fra un’ora parto per qualche giorno a Parigi, e anche mia cugina se ti interessava conciarla per le feste!

Bacini!

La tua dolcissima Sharpay XxX

 

Il ragazzo la rilesse per ben due volte.

-Almeno si è resa utile. Qui bisogna avvertire Chad

Non perse tempo che acchiappò la cornetta  e digitò a memoria il numero di casa del suo migliore amico.

Rispose la madre comunicandogli che ancora stava dormendo.

-Alle 2 e mezza del pomeriggio!! – sbraitò parlando con Gabriella che, un’ora più tardi, era nel giardino di casa a sua a sorseggiare la limonata che Mrs Bolton le faceva trovare ad ogni sua visita.

-Eddai, è stanco come tutti, lascialo stare. E poi lo sai che gli piace dormire –

-Comunque sia, appena lo saprà andrà su tutte le furie. Odierà questa fantomatica cugina di Sharpay senza neanche averla ma incontrata –

-Chi è che odierà chi?? – fece una voce familiare.

-Si parla del diavolo e spuntano le corna – sorrise Gabriella.

Chad sbucò dalla porta della cucina unendosi ai due amici.

-Ah bene, si sparla di me qui? – scherzò lui sedendosi di fronte a loro a cavalcioni su una sedia girata.

- Ben arrivato, ho una notizia fresca -

-Spara –

Troy gli raccontò dell’ultima mail e come previsto, Chad diede una risposta alterata, come era di sua indole.

-Andiamo a scuola no? –

-Inutile, ho già chiamato e la preside non è disponibile, il coach di karate non c’è, con chi dovremmo parlare? –

-Tuo padre non può fare nulla??

-è in ritiro con la squadra under 21, è inutile chiamarlo, gli lascerò un biglietto scritto perché tornerà la notte prima dell’inizio della scuola. Visto che per l’ora di colazione si concederà qualche ora in più di sonno, almeno lo leggerà e si darà da fare –

Chad spostò lo sguardo seccato. Un’altra preoccupazione si aggiungeva. Non potevano permettersi errori. Dovevano vincere la coppa anche quest’anno: al loro ultimo anno di liceo.

Gabriella si alzò in piedi sorridente, come sempre.

-Andiamo tutti a prenderci un gelato? – chiese.

I due ragazzi fecero spallucce.

-Eddai!! Dobbiamo fare sfoggio della nostra abbronzatura!! Per quel poco di tempo di vacanza che ci rimane! – disse tirando una volta il braccio di Troy e un’altra quello di Chad.

Decisero di alzarsi e fecero questa passeggiata ritrovandosi con i vecchia amici di Albuquerque che non vedevano da tempo.

La notizia dilagò: non dovevano dare tregua a questa capitana karateka.

Incrociarono anche qualcuno del club di karate, di cui, ovviamente, non fecero parola.

Ne discussero con tutti i wildcats, tutti reagirono alla stessa maniera. Ci fu quello più alterato, quello meno. Troy e Chad però, erano i primi.

Gli ultimi giorni di vacanza volarono, e non ci fu molto tempo per poter pensare al problema della squadra, perché c’era la corsa ai compiti estivi che, ovviamente, quasi tutti, ad esclusione di Gabriella e Taylor, non toccarono libri in quei tre mesi. Inoltre il padre di Troy, il coach Bolton, era fuori, quindi nessuno poteva occuparsene concretamente.

E cosi arrivò il 15 settembre, un ancora afoso lunedì di un’estate ormai alle porte.

Certo, tutti erano molto dispiaciuti di dover lasciare il loro tempo libero, il divertimento, le sere passate tutte fuori, in compagnia di amici e soprattutto senza il pensiero, e per alcuni l’incubo, dello studio, ma lo stando assieme superava anche questo.

L’East High era affollatissima, piena di ragazzi che raccontavano le proprie vacanze ai compagni che non rivedevano da tempo, o semplicemente scambiavano le solite chiacchiere con gli amici di sempre. Matricole spaesate e ragazzi veterani degli ultimi anni, camminavano assieme, sfioravano e respiravano la stessa aria degli abituali alunni dei secondi, terzi e quarti anni.

Troy Bolton e Chad Danforth camminavano salutando tutti, dai più piccini ai loro compagni, con un sorriso smagliante e la loro popolarità di campioni di basket, vincitori della coppa dello scorso anno. Molte ragazze li seguivano con gli occhi.

Incontrarono le loro immancabili amiche cheerleader, di cui Taylor era tanto gelosa, data la intraprendenza di Chad nei rapporti con loro.

-Ciao Amber – disse facendo l’occhiolino alla capo cheer-leader, biondissima e popolarissima, quasi quanto Sharpay Evans. Gli andava dietro, o comunque l’impressione che dava durante le partite e anche dopo era proprio questa, e a Chad non dispiaceva mica. Almeno non erano proprio tutte “pazze per Troy”, anche lui aveva le sue “bellezze”.

Andarono dritti-dritti ai loro armadietti.

-Guardate un po’ qua!!- Esclamò Zeke con un foglio in mano, sbucando dalla  folla facendo prendere un colpo al capitano dei Wildcats. Sventolò il foglietto facendo agitare i due finché Chad glielo strappò dalle mani.

-Dammi qua –

-Ma cos’è? – chiese Troy allungando il collo.

-Il foglio per le iscrizioni delle matricole al club di karate. E all’inizio c’è la firma del coach e della capitanessa: B. Evans

-Zeke, non si può dire capitassa – lo corresse Troy.

-Non hai davanti Jason. Dai divertiamoci ad indovinare come si chiama la tipa. Io scommetto 5 dollari che si chiama Barbara – disse con un filo di cattiveria appoggiandosi all’armadietto col gomito e un ghigno che fece sorridere Amber e le sue amiche dietro lui.

-Io dico Beatrix –

-Per me è Belinda – disse Troy sparando a caso.

-TROYYYY!! – squillò una voce inconfondibile, che fece girare tutti i presenti.

Una abbronzantissima e bionda più che mai, Sharpay correva verso il suo amatissimo wildcat, con passi corti e ticchettio di tacchi.

-Oh Troy, ciao!! – disse abbracciandolo e facendo spostare tutti i presenti per finire accerchiati. Gli diede un bacetto e rimettendo gli occhiali che aveva in testa, si allontanò non calcolando il resto del gruppo.

-Strano, non era con lei, avrà paura? –

-Probabile –

In quell’istante Gabriella e Kelsy arrivarono. Tutti si salutarono ma il tempo di due parole, e la campana suonò.

Il primo giorno sarebbe stato piacevole: 1° ora in classe, 2° tutti in salone per una riunione di tutta la scuola, col preside e i docenti che avrebbero dato il benvenuto alle matricole e il bentornato ai vecchi per  il nuovo anno scolastico e infine l’iscrizione ai vari club, o, a chi ne faceva già parte gli anni scorsi.

I ragazzi erano già seduti in classe, tutti parlavano allegri. Ma ancora della nuova arrivata niente. Sharpay si vantava degli ultimi giorni trascorsi nelle boutique francesi, del suo shopping e aveva riservato un posto  vuoto accanto a lei, evidentemente per sua cugina.

La Darbus iniziò a parlare, logorroicamente, come al suo solito.

-Quanto mi mancava – bisbigliò sarcasticamente Chad a Troy seduto davanti a lui. Ma finalmente introdusse la nuova arrivata.

-Che dovrebbe esser qui a momenti…- disse guardando Ryan che fece spallucce non conoscendo il motivo del suo ritardo.

 Qualcuno bussò alla porta, aprendola subito dopo.

-Ehm, buongiorno…-fece una voce timida.

I wildcats allungarono il collo.

-Mi scusi tanto per il ritardo signorina Darbus

-dai cara non fa nulla, entra pure –

-questa si chiama sicuramente Barbara! – mormorò Chad.

-Io dico Britney

-No Brenda

-forse Beverly…-

-Io continuo a sostenere la mitica Barbara spacca-tavolette – scherzavano Chad, Zeke e Jason, con la presenza straordinaria di Troy che a volte emergeva dal suo mutismo causato dalla Darbus.

-Oh eccola finalmente – sorrise Sharpay – Guarda,, questo completino rosa, gliel’ho regalato io, comprato a Parigi, costosissimiiiih!!! –

La bionda si bloccò non appena vide la cugina entrare. Non aveva il completino rosa, ma un paio di jeans a vita bassa, una t-shirt bianca aderente e quelle odiosissime Converse azzurre.

-Ma come diavolo si è vestita?? – sbottò seccata.

La ragazza entrò timidamente con un incerto sorriso sulle labbra e lo zaino sulla spalla destra.

-Vi presento Bonnie Evans, la cugina dei vostri due compagni Sharpay e Ryan

Ryan la salutò allegramente agitando la mano.

-Bonnie, mi mancava questo nome alla lista!! – fece Zeke.

Chad rise ma la risata gli si soffocò in gola non appena vide i capelli.

Lisci. Lunghi. Scalati. Ma fu il colore che lo fece restare di stucco. Era lei, la ragazza dai capelli ramati.

 

 

Salveeeeeee!!! Eccomi con il 2° capitolo!! In questi giorni sono troppo ispirata con questa ff, perciò se tutto va bene aggiornerò velocemente.

Intanto ringrazio Titty90 per il suo commetino! Sono contenta che ti intriga la cugina di Sharpay…per Chaylor…beh, è cosi, non ci esco pazza ma ti assicuro che Taylor in questa storia ci sarà!! Si si ^^

 

Poi volevo scusarmi con tutti i lettori perché ho fatto un errore, anzi due nello scorso capitolo: ho messo date diverse sulla partenza dei personaggi per il loro viaggio!

Prima ho detto 4 giorni, poi 2….la data giusta è 2…mi sa che rileggendo ho saltato questo particolar,e poi rileggendo nuovamente era troppo tardi!! Perciò mi scuso!

Spero che mi continuerete a seguire e se volete ditemi cosa ne pensate!
ciao!!!  ^.^

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Primo giorno, primi problemi ***


Chad guardava sconvolto la ragazza appena arrivata che si sedette accanto una furiosa Sharpay che si lamentava ad alta voce di aver solo sprecato i suoi soldi nell’aver comprato quell’amore di completino per poi non essere usato

 

 

 

CAPITOLO 3° - Primo giorno, primi problemi

 

Chad guardava sconvolto la ragazza appena arrivata che si sedette accanto una furiosa Sharpay che si lamentava ad alta voce di aver solo sprecato i suoi soldi nell’aver comprato quell’amore di completino per poi non essere usato.

-Dai Sharp, lo metterò sicuramente per uscire, oggi devo vedermi col mio nuovo maestro, lo sai…-

-Ma bisogna essere sempre perfetti!!! Poi ti cambiavi e ti metti quel coso bianco –

Bonnie la guardò scuotendo la testa e poi si voltò verso la prof. Tutti le guardavano e quando se ne rese conto abbassò lo sguardo.

-Oh la sfascia squadra dei Wildcats – disse Troy. Gabriella gli diede una botta.

-Smettila Troy! – lo rimproverò.

-Tanto dovrai vedertela anche con tutti loro, ma più di tutti con Chad, vero Chad? –

Il ragazzo  spostò lo sguardo dalla rossa all’amico.

-Ah? –

-Eh si, buonanotte!! lasciamo stare…-

Terminò la prima ora, dopo racconti della Darbus e di qualche vittima che fu sottoposta all’interrogatorio post-vacanze estive. La prossima tappa era la sala riunioni.

Gabriella, Kelsi e Martha raggiunsero la nuova arrivata per darle il benvenuto e metterla in guardia dai Wildcats che, appena suonò la campanella, andò subito dal cugino.

-Io sono Gabriella Montèz, piacere – le disse sorridente stringendole la mano.

Lei ricambiò.

Presto la tirarono fuori dall’aula prima che i giocatori potessero combinare altri danni.

-Ma che succede…? – chiese Ryan non capendo.

-Dopo ti spiego…- rispose Kelsi. Non volevano fare capire nulla a Bonnie per evitare di non sentirsi a suo agio.

Sharpay si fiondò da Troy trovandolo senza la “zecca”.

-Troy caro, se vuoi ti presento mia cugina, sai nella sua vecchia scuola era davvero popolarissima!! Chi non conosceva la famosa Bonnie Evans, campionessa di karat….modestamente il nostro cognome si fa valere ovunque!! – si vantò davanti tutti anche gli altri amici – anche se qui non potrà superare la sottoscritta, ovviamente e dovrà vedersela un po’ con voi…-

Troy annuì.

-Ma a proposito…avete risolto quel piccolo, insignificante problemuccio?-

-No Sharpay, ma lo faremo presto –

La bionda sorrise.

-Bravo Bolton. Ora io vado, scusami. a dopo –

Gli sistemò il colletto della polo e baciandosi l’indice, gli mandò il bacino soffiando. Si girò e andò via, seguita da tre ragazze che la imitavano alla perfezione.

-Allora? – chiese il capitano agli altri –Chad, qual è il piano? –

Il ragazzo non sapeva che dire.

-Io rimanderei per adesso…-

-Rimandare? Ma sei pazzo? Dobbiamo riprenderci i nostri turni e non è perché quella li è furba ed è la campionessa deve ora rubarci i posti…-

-In fondo è arrivata prima e poi è nuova, poverina…-

-Chad, stai scherzando vero? –

Lui avrebbe voluto scuotere la testa, ma non ne ebbe il coraggio. E iniziò a mugugnare.

-Ancora dentro?? Forza andiamo!!

Si lamentò la Darbus vedendo il gruppetto in classe a parlottare.

-Dai andiamo , quando vi decidete facciamo qualcosa!! – sbottò Zeke uscendo. Jason lo seguì.

Troy squadrò l’amico, intuendo chiaramente che qualcosa non quadrava.

-Ora tu mi spieghi che diavolo succede –

-Nulla Troy, andiamo che sennò facciamo tardi –

L’amico lo bloccò.

-Sputa immediatamente il rospo o non esci da qui –

Lui guardò per terra.

-Ehi ciao Chad! Ciao Troy! Venite? –

Era Amber, la bellissima cheerleader con la cotta per Chad.

Le sorrise e subito uscì seguito da Troy che l’avrebbe strozzato.

-Tanto non finisce qui – gli sussurrò.

 

In quel momento Sharpay camminava soddisfatta per i corridoi dell’East High, con i suoi modi da diva.

-Troy che si litiga il posto con mia cugina, lei non diventerà mai popolare, la ragazza popolare  DEVO essere sempre e solo io….la protettrice degli afflitti si batterà col suo amato ragazzo per difendere i diritti della cugina, il suo amato campione non accetterà nulla di tutto ciò e litigheranno! E io mi becco la fama e il campione!! Cosa posso volere di più??- disse alle sue tre amiche mentre stava per arrivare.

-Sharpay, sei un genio!! – la elogiò l’amica bionda.

-Sempre cosi – continuò la moretta.

Sharpay ridacchiò soddisfatta.

 

 

In quell’istante Gabriella, Kelsi, Martha, Ryan e Bonnie erano già seduti nelle prime file della sala riunioni, in attesa che si riempisse e ne approfittarono per parlare un po’.

-Quindi ti sei trasferita qui da New York a causa dei tuoi…mi spiace, non sarà molto bello cambiare città cosi di botto – le disse Gabriella.

-Eh no – rispose lei un po’ malinconica.

-Sai – iniziò Kelsi – anche una nostra compagna si è trasferita! Proprio a New York! –

-Che coincidenza – disse lei.

Ryan la vide un po’ triste e gli cinse il collo con un braccio.

-Ma tanto ci sono io con lei!! – le sorrise e lei rispose al sorriso.

-Ma i tuoi??

-I miei non sono mai a casa, cosi mi sono trasferita dai miei zii –

-Cosi ci divertiamo! –

-Ryan, mi devi insegnare qualche passo di danza! – gli ricordò.

-Si certo, te l’ho promesso –

Raccontò che nonostante fosse campionessa nazionale di karate, le piaceva un sacco ballare e non se la cavava poi cosi tanto male. Cosi Ryan le promise che quando sarebbe venuta ad Albuquerque le avrebbe insegnato tutti balli che conosceva e le avrebbe evitato la schiavizzazzione da parte di Sharpay, come ha sempre fatto durante le feste in cui si vedevano…estate, Natale, Pasqua o peggio ancora, quando erano piccole! Chi poteva dimenticare quando decideva sempre e solo lei quali bambole usare, come vestirle, cosa far dire, che trucchi usare…

A Gabriella stava molto simpatica Bonnie, e sinceramente non se l’aspettava cosi. La faceva una Sharpay 2, invece no, tutto il contrario, somigliava molto di più al cugino. Che sollievo. Aveva l’impressione che sarebbero andate d’accordo, anche se temeva comunque Sharpay, in fondo era sempre sua cugina…

La sala continuava sempre a riempirsi, ed entrarono anche Troy, Chad accompagnati dalle cheeleader. Gabriella aggrottò la fronte.

-Mi sa che Troy se continui così ti terrà il broncio…- le sussurrò Kelsi.

-Troy è il tuo ragazzo?- chiese Bonnie.

-Si, ma ha iniziato l’anno col piede  sbagliato –

Bonnie e Ryan non capivano cosa volessero dire.

-Lasciate stare, piccoli problemi, beh, l’importante è che non devi sentirti…come posso dire …oppressa dai Wildcats. Sai a volte non riescono a guardare oltre al loro amatissimo basket –

Ancora i due cugini non riuscivano ad afferrare quello che volesse dire. Ma non ebbero la possibilità di fare altre domande perché il preside, accompagnato da altri docenti, compresa la sig. Darbus, erano tutti seduti dietro al grande tavolo, pronti a dare il benvenuto.

Il preside richiamò l’attenzione e tutti i ragazzi fecero silenzio. Si schiarì la voce e, alzandosi, iniziò il suo discorso.

-Ragazze e ragazzi della Est High School, un caloroso benvenuto alle matricole e …-

Durò circa mezz’ora, fra interventi del vice preside, dei docenti e cosi via. Durante i quali Sharpay si voltava dal lato dei Wildcats per guardare il suo capitano o dall’altro lato, quella della cugina per gustare lo sguardo preoccupato di Gabriella.

Bonnie ascoltava, non aveva altro da fare insieme al cugino.

Ad un tratto si catapultò sul tavolo, nel suo posto vuoto, il coach Bolton, scusandosi del ritardo, e il preside spiegò il motivo elogiando le sue capacità e la vittoria della sua squadra universitaria.

-Appena terminano con questa roba andiamo subito da mio padre e gli spiegheremo tutte cose. Vedremo quante altre facce sorridenti si farà con il maestro di karate – bisbigliò all’amico che lo guardò semplicemente.

-E tu vieni con me continuando a dire e a fare come stamattina prima delle lezioni, chiaro? –

Chad non rispose nuovamente il che fece alterare ancora di più Troy che però non poteva alzare più di tanto il tono di voce.

La riunione finalmente terminò e arrivò il momento della ricreazione dopo di che ci si poteva iscrivere al club che si voleva.

-Scusate – disse Bonnie nella confusione – io devo andare nell’ufficio di Mr Barry, il maestro, mi aspetta per presentarmi la squadra e cosi mi inserirò nello stand per le iscrizioni.

-Si ma…-

-scusa Gabriella, ne riparliamo più tardi, ho molta fretta ciao! –

Detto ciò corse via, sparendo tra la folla.

-Cos’è questa storia? – sbottò il coach Bolton sbattendo le mani sulla scrivania.

-Vedi papà, non posso crederci, venire prima dell’inizio della scuola! È una pugnalata alle spalle! –

La porta bussò e, senza aspettare un “avanti”, entrò Mr Barry, seguito da tre ragazzi, i componenti della squadra di karate, i tre veterani degli ultimi anni, e in fondo a loro c’era Bonnie.

Chad trasalì e si voltò dall’altro lato.

-Allora Barry, vuoi spiegarmi che razza di idea ti è saltata in mente? Prenotare prima del giusto la palestra è scorretto! Per di più quando io sono in trasferta con gli altri –

-non posso farci nulla Bolton, vorrà dire che quest’anno sarete voi del basket ad allenavi al secondo turno –

-Ma i miei ragazzi hanno bisogno di far subito! Guarda che non è uno scherzo il basket! – disse facendo il giro attorno la scrivania per raggiungere il collega.

- Sta in situando che lo è la mia disciplina? –

-No, ma sicuramente è molto meno stancante della mia! – disse come se fosse una cosa scontata. Mr Barry spalancò la bocca scioccato.

-Stai scherzando vero Bolton? –

-Affatto –

Troy guardava con sprezzo i tre cintura nera, soprattutto la rossa Bonnie, che però era attenta alla conversazione. Chad  si mise una mano davanti agli occhi.

Il litigio continuò.

-Bene, come il club di nuoto divide la piscina con il club di sincronizzato, faremo cosi: prima noi, poi voi, mi spiace, avrete 2 ore in cui potranno studiare in biblioteca, esiste appositamente!-

-Il club di sincronizzato usa 2 volte a settimana la palestra per la danza e riescono ad alternarsi –

-Beh noi no, mi spiace Bolton. Buon inizio anno -

E con questo lasciò la stanza seguito dai tre più Bonnie che, vedendo il capello frizzante di Chad allungò il collo, ma non poteva rimanere oltre, quindi uscì anche lei.

-Non posso crederci! Fregati da quegli idioti! Hanno sempre provato a superarci in qualità come club, rodono solo perché sono sempre secondi al basket! – si infuriò ancora di più Bolton.

Troy non ascoltava, era pronto ad andare dritto da Bonnie, era lei che aveva fatto scoppiare tutto questo manicomio. Finì di parlare col padre, uscì e lo disse velocemente a Chad.

-Ehi no no, Troy, ti prego aspetta! – lo bloccò con un po’ di forza.

-Ah già, che ti sei ritirato! Cos’è, ti spaventi della campionessa di karate che ti possa riempire di calci e pugni?? O cosa???-

-no Troy, ascoltami, io…-

Non fece in tempo di concludere la frase che proprio Bonnie Evans passò davanti a loro. Troy non si fece sfuggire l’occasione e la fermò.

-Benarrivata Miss Evans – la chiamò sarcasticamente facendola girare.

Lei lo guardò incerta sulle sue intenzioni. E poi vide Chad, e lo riconobbe subito sorridendogli.

Lui però avrebbe voluto trovarsi in tutt’altra parte del mondo.

 

 

Ciao a tutti!!! Eccomi col 3° capitolo!!! È un po’ di passaggio sebbene lunghetto

Devo ringraziarvi per le letture e soprattutto per le recensioni!

Ringrazio vivamente: Titty90, armony_93 e WalkingDisaster_ per aver recensito! Sono felice che vi piaccia!! Spero di non deludervi questa volta!

Un bacio a tutte!

Viky4forever!

 

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - L'amico stanato ***


Cap3

 

Scusatemi il ritardo!! Ritardo?? Assenza completa!!! Spero che comunque continuate a leggere questa mia storia…Finalmente l’ispirazione mi è tornata!!! Almeno!!

Beh che dire… Ringrazio a tutti delle recenzioni precedenti…ed eccovi il 4° capitolo!

Un bacio, Viky

 

Capitolo 4 – L’amico stanato

 

 

 

Chad non sapeva che fare. Ricambiò il sorriso leggermente imbarazzato.

Troy era pronto a dirgliene quattro quando vide la ragazza avvicinarsi pericolosamente all’amico.

-Ehi ciao!! Non mi dire che anche tu sei dell’East High?? – disse speranzosamente allegra.

Lui annuì.

-Benissimo!! Come sono contenta, una faccia amica che si aggiunge per fortuna – sorrise.

Troy spostava lo sguardo da Chad a Bonnie.

-Voi…voi vi conoscete già? –

-Diciamo…- rispose Chad senza aver perso ancora l’imbarazzo, cosa che a Troy stupì molto.

-Beh, mi ha soccorso in un momento di bisogno, solo che poi io sono dovuta scappare e quindi non ci siamo più visti. Comunque io sono Bonnie Evans, piacere –

-Come se non lo sapessi già – bisbigliò Troy malignamente. Chad gli diede una gomitata allo stomaco.

-Chad Danfort, il piacere è tutto mio – rispose sorridendo e stringendole la mano.

-Tu invece sei Troy Bolton il capitano della squadra di basket –

Troy annuì seccato.

-Beh si, è proprio lui – rispose Chad per evitare brutti inconvenienti.

-Ho conosciuto Gabriella. Sai è molto simpatica –

-Già…ma noi è meglio che andiamo. Devo URGENTEMENTE parlare col mio amichetto supereroe. Ciao ciao Bonnie

Troy si tirò via Chad e lasciò li Bonnie, senza dire più nulla.

 

In quello stesso istante Sharpay osservava la scena da lontano, mimetizzata tra la folla dei corridoi del liceo. E qualcosa non quadrava! Perché non avevano litigato di brutto?? Perché Danforth non l’attaccò seguito da Troy?? Cos’erano quei sorriseti che si scambiavano?

-No, qualcosa non va – sentenziò osservando la cugina che si dirigeva verso il suo armadietto – Ragazze devo sbrigare un affare, ci vediamo dopo –

Cosi la bionda lasciò le sue amichette e raggiunse la cugina.

Bonnie chiuse il suo armadietto e si trovò la cugina appoggiata all’armadietto accanto con le braccia incrociate.

-Oh Sharpay, che sorpresa…ti ho persa dopo che è suonata, eccoti finalmente –

-Si tesoro eccomi –

-Che ne dici, andiamo a mangiare?? Sto morendo di fame! –

Le due si incamminarono.

-Oh no,  non posso ho appuntamento dalla manicure, e poi oddio, cosa mangi tu?? carboidrati?? Non se ne parla nemmeno –

Bonnie alzò le spalle.

-Però aspetta un po’, ti faccio compagnia mentre mangi il tuo….ehm…panino –

Bonnie scartava il suo sandwitch tonno e maionese mentre Sharpay lo osservava disgustata.

-Dimmi Sharp –

Le due cugine camminavano nel corridoio della scuola osservate da tutti.

-Quindi hai conosciuto Troy…-

-Si e anche Chad!! In particolare lui…è molto simpatico! Gia una volta ci eravamo scontrati al Lava Spring e mi ha aiutata a rialzarmi…sai avevo fatto un brutto volo con quei tacchi e tutti i pacchi in mano

Non poteva crederci. Colui che avrebbe dovuto odiarla a morte era un suo amico.

Ma non sarebbe stato difficile farli litigare, per Danfoth il basket è tutto.

-Capisco…e Troy invece?? Cosa ti ha detto? –

-Niente di che…all’inizio mi aveva chiamata, pensavo volesse dirmene 4 a causa del karate, invece poi mi sono messa a parlare con Chad e si è calmato –

Sharpay accennò un sorrisetto più falso di quelli che accennava a Gabriella quando le rivolgeva la parola.

-Ok tesoro, ci vediamo più tardi a casa, devo scappare, fatti dare un passaggio da Ryan. Saluti!!!! – e agitata sparì in men che non si dica.

 

 

Poco dopo Troy era sulla sua auto con accanto Chad. Si allacciò le cinture e, anzi che mettere in moto si voltò verso l’amico.

-Adesso mi spieghi tutto. Mi sono trattenuto fino ad ora perché c’erano troppe persone in giro. Avanti spara –

Chad prese un lungo respiro.

-è una nuova arrivata vittima di Sharpay, perché mettercela contro anche noi? –

-Balle. Non te ne può fregare di meno di chi è vittima. Chad, per caso è la famosa ragazza per cui ti sei alzato di botto a cercarla uscito dal locale? –

Il ragazzo, guardandosi le ginocchia, fece una smorfia.

-Lo sapevo – sbottò Troy sbattendo la mano sul ginocchio e appoggiando la testa al finestrino chiuso alla sua sinistra.

-Dai, in fondo è molto simpatica –

Troy si morse la lingua per non rispondergli male.

-Ma Amber  non ti piace?? Ti fa il filo da una vita! È una delle ragazze più popolari della scuola!!

-Chi ha mai detto che Bonnie mi piace? –

-Tu. quella volta hai detto che è molto bella –

-questo non vuol dire che mi piace. Vuol dire che ha un bell’aspetto  

-Piacere vuol dire anche questo –

- è Taylor quella che mi piace.-

-Tu AMI Taylor, è diverso –

Silenzio.

Chad si mise le mani in bocca, rosicchiandosi le unghia.

Il capitano si rese conto di aver parlato troppo, non doveva uscire fuori l’argomento Taylor.

-Vabbè Chad, tanto ormai non c’è nulla da fare, il turno è loro. Quindi amen, non le dirò più nulla. Almeno a lei –

In questa maniera almeno cercava di riaggiustare il tutto, anche se non era sufficiente.

-Ok – disse semplicemente l’amico non staccando lo sguardo dalla scuola alla sua destra.

Troy annuì senza fiatare. Mise in moto il suo “bolide” e proseguì verso casa dell’amico.

Durante il tragitto nessuno dei due parlò. Effettivamente Troy non avrebbe dovuto assolutamente fare una specie di paragone. Per Chad Taylor era stata davvero una ragazza importante, tutte quelle che aveva avuto prima, Amber compresa, nonostante la loro bellezza, furono solamente passatempi da adolescenti, e solo Taylor era riuscita a portarlo alla fase successiva, quella di un rapporto serio, proprio come per lui Gabriella. Ad Ibiza a quante ragazzi al pari di Amber sarebbe piaciuta una bella avventura con Chad, eppure a lui non gli passò neanche per l’anticamera del cervello, non riusciva a dimenticare. Forse quella Bonnie sarebbe stata una boccata d’aria, non la ruota di scorta, ma un diversivo, non per forza con qualcosa in più dell’amicizia, ma già il fatto stesso che non l considerava come tutte quelle altre ragazze fu un passo in avanti. E proprio per questo Troy non provò più a far cambiare idea su di lei, anche se per lui era molto difficile digerire il “furto” del turno dell’allenamento. Ma lo faceva elusivamente per l’amico, nella speranza di tornare a vederlo come prima. Così sperava.

Arrivati davanti casa Danforth Chad scese.

-Ci vediamo alle 5, io vengo prima per fare un duo con tuo padre –

-Ok Chad a dopo –

Lo osservò finchè non chiuse la porta di casa.

-Speriamo bene- sussurrò.

 

Quel pomeriggio arrivò in fretta. Chad fu in casa Bolton un quarto d’ora prima del previsto e lui e il suo coach giocarono fino a che non arrivarono tutti gli altri Wildcats.

Zeke arrivò entusiasmatissimo, molto più del solito.

-Ragazzi, preparatevi alla super notizia!! – esclamò tutto contento in giardino, mentre tutti gli altri si preparavano per iniziare a giocare.

-Hai aperto un ristorante? – scherzò Chad asciugandosi il viso con una tovaglietta.

-No Chad – rispose guardandolo torvo ma non perdendo l’entusiasmo – siamo di ultimo anno, e noi ragazzi dell’ultimo anno  siamo OBBLIGATI ad organizzare la festa d’inizio anno scolastico! – eslcamò attorniato da tutti.

-Si, ma credo proprio che ci penserà la tua Sharpay a quanto ho capito – ripose Troy palleggiando col pallone.

Zeke scosse la testa.

-Non glielo permetterò!! È l’ultimo anno, e non voglio andare ad una sua festa…-

-Perché??- lo interruppe Jason.

-Perché voglio avere un’opportunità con lei! Se è lei l’organizzatrice della festa a stento mi saluterà quando arrivo e per tutta la durata non mi degnerà di uno sguardo di quanto sarà impegnata ad accogliere gli ospiti ed occuparsi di tutto il resto!! Non se ne parla! –

-E quindi? –

-Quindi, dato che ho una casa molto grande, la organizzerò io da me, e vedremo questa volta –

-e non pensi che poi sarai tu quello impegnatissimo che non avrà il tempo di degnarla di uno sguardo? – gli fece notare Troy.

-No. Ho tanti amici che mi aiuteranno, che avrò il tempo di fare tutto

I Wildcats si guardarono.

-Che intenzioni hai?? – sbottò Chad.

Ma un battito di mani li interruppe.

-Basta chiacchierare, adesso si inizia, forza, dividetevi come volete, ma Chad sta con me per oggi –

Chad sorrise distogliendosi dalla preoccupazione che gli diede l’amico.

Dopo ne avrebbero riparlato con più calma.

 

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