A simple joke can change everything! (Riedited Edition)

di MasterBocchan_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** >Prologo ***
Capitolo 2: *** Parte 1 ***
Capitolo 3: *** Parte 2 ***
Capitolo 4: *** Parte 3 ***
Capitolo 5: *** Parte 4 ***
Capitolo 6: *** Parte 5 ***



Capitolo 1
*** >Prologo ***


A simple joke can change everything
(RIEDIT)









«Angleterre, c’est moi!»
finalmente quello stupido inglese si era deciso ad alzare la cornetta del telefono.
«…Tra pochi giorni sarò lì da te! Non barricarti in casa!»

In realtà il francese sarebbe voluto piombare in casa dell'inglese all'improvviso, accompagnato da una scia di rose rosse ma sapeva che in questo modo
il bruco si sarebbe irritato di più.
Così  facendo però rischiava, aprendo la porta di villa Kirkland, che qualche bomba (piazzata casualmente) facesse esplodere la sua barbetta.
 
«E me lo dici così? Devo tirare fuori il servizio di piatti buono, i calici per il vino» rispose l’inglese, evidentemente di buon umore.
Era, difatti, più che raro notare una nota d‘ilarità nella voce di quel damerino. Fin troppo strano. 

«...Aspetta… Ma chi ti ha invitato a casa mia, stupid frog?!».

Ecco, era durata anche troppo quella quasi “accoglienza” nel ricevere una sua telefonata.

« Beh, per fortuna, mio caro, barbuto francese, ti sei degnato di avvisarmi!».

Ed a questo punto al francese parve quasi di vedere gli angoli della bocca dell’inglese incrinarsi in un ghigno.

«…Così avrò il tempo materiale per mettere a posto tutta  la casa, sai… dopo l‘ultima visita di Alfred» finì con un filo di voce, che al francese sembrò, però, tuonante.

A-alfred?? Avrebbe sopportato il pensiero che quell'Americano da strapazzo fosse stato dal suo Angleterre???
Sperava tanto che con sé, non avesse trascinato anche quell'odore di hamburger, perché l'unico parfume che avrebbe voluto sentire
era quello di tea aromatizzato di Arthùr.


Rise

«U-Uhm ma come siamo gentili! Tutta questa premura mi fa sentire… mmh… speciale! Ti preparerò qualcosa della mia deliziosa cucina francese».

C'era aria di burrasca, avrebbe fatto di tutto per infastidire la sua nazione "preferita”.

«Sai ho il letto tutto disfatto dall'ultima visita di Alfred...
non sarebbe educato presentare ad un francese  passionalecome te, una camera da letto così…
quasi come  FOSSE STATA APPENA USATA, capisci?»

disse l’inglese, il quale sembrava volesse quasi sottolineare quelle ultime parole, con un finto tono di rammarico.
 
 «Beh, chéri, allora dovremo fare in modo che casa tua sprigioni solo perfume francese… n'est pas??»

…Aggiunse poi distrattamente, notando l'implicazione di questa eventuale possibilità, tra le parole dell'inglese

«…Quindi hai intenzione di portarmi in camera da letto?»









********************

Salve ^^
Ebbene si, dopo ben tre anni abbiamo deciso di rieditare questa vecchia fan fiction, nata da una nostra role,  che purtroppo per vari motivi avevamo
pubblicato con pezzi mancanti, e per questo vi chiediamo scusa in anticipo ai vecchi lettori, sperando che abbiano modo di ritrovarla e
leggere finalmente la conclusione xD 
Abbiamo cercato di mantenere la storia fedele all'originale, correggendo giusto qualche cosuccia!
Buona lettura, speriamo vi piaccia e commentaaaaaaate!

FrUk yeah (gli anni son passati ma l'otp rimane sempre la stessa xD)

NB le parti in corsivo sono pensieri o voci fuori campo 

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Capitolo 2
*** Parte 1 ***



A simple joke can change everything
(Re- edit)






N.B. i personaggi non ci appartengono e tutto ciò che è scritto qui è frutto di una role di qualche anno fa!
Abbiamo deciso di alternare il POV di Francis a quello di Arthur, separandoli con gli ****
Le parti in corsivo indicano pensieri o voci fuori campo :D
Buona lettura :)
 
 
 
 
 
 
 
 
Ebbene  si, quella sera era uscito di casa, senza una meta precisa. Non sapeva dove andare, cosa fare, come passare il suo tempo [o meglio cosa avrebbe voluto fare lo sapeva bene] e si era dato al vagabondaggio come un clochard qualsiasi.
 
Eh Francis… perché ti stai dirigendo proprio verso casa di quel bruco?
 
Dopo aver camminato per un bel po’ riconobbe il familiare luogo in cui era giunto “casualmente”.
Beh ormai che c'era arrivato, appunto, per una mera fatalità, tanto valeva suonare al campanello di villa Kirkland!‎
 
Curioso che fosse finito proprio davanti alla casa del suo più acerrimo [e tremendamente sexy] nemico!
 
Come avrebbe reagito l’inglese, trovandosi il francese proprio sotto casa, ben due giorni prima del loro appuntamento??
 
Non è che sei arrivato fin qui solo per controllare il l-letto dell'inglese?? Per confermare o smentire le tue paure?? Eh Francis??
 
Alfred era realmente stato dal SUO inglese?
 
Ahahah forse nei tuoi peggiori incubi Francis!
 
Chi avrebbe mai potuto amare undamerinosucchiateamonosopracciglioneamantedelcucito?
Chi avrebbe mai potuto desiderare uno che prendeva più in considerazione un branco di unicorni piuttosto che un povero francese innamorato?
 
Al diavolo le elucubrazioni mentali, visto che ormai era arrivato lì casualmente tanto valeva controllare, non?
 
Chissà se Arthur per fare le pulizie indossa la gonnellina
 
*******************
 
-Chissà chi rompe le cosiddette a quest'ora!- pensò l’inglese, alzandosi dalla poltrona, su cui stava comodamente leggendo un libro (ad alto contenuto intellettuale, ovviamente).
 
Di certo non poteva essere lui.
 
Chi sarebbe stato tanto scemo da piombare in casa altrui, a quella tarda ora, solo per un misero scherzetto da quattro soldi?
 
Troppo facile far vacillare quella stupida rana.
Avrebbe sempre saputo quali tasti colpire per farlo cadere …Troppo prevedibile, quel francese!
 
Nah, non poteva di certo essere lui... ma forse lo stava sopravvalutando.
 
*******************
 
Bene.
Era lì da almeno 10 minuti. 
Con la mano sospesa in aria. 
In preda ad un dolce tormento.
 
Bussare o non bussare questo è il dilemma!

 
Sacrebleu, Francis, adesso inizi anche a far semi-citazioni amletiche?? Vabbè che hai casualmente attraversato la Manica e sei a Londra, però, un po’ di contegno, Mon Dieu.  L'inglese ti ha dato, decisamente, alla testa.
 
«Bene, suvvia, porta le tue eleganti nocche francesi sullo stupido portone di questa stupida villetta stile "english" appartenete ad uno stupido inglese che probabilmente si trova in casa a farsi delle grasse risate su un povero Beardo vinofilo e bastardo…» mormorò inconsciamente.
 
Su, che sarà mai?? Non ti lascerai intimidire da un bruco qualsiasi, giusto Francese barbuto??
Non avrai detto troppe volte "inglese?? Eh Francis??
 
Bene ora solo una soglia lo separava da quel damerino teppista... Era il momento di conoscere la verità!

*TOC TOC*

*******************
 
«T-Tu che ci fai qui?»
 
Bene, come non detto.
 
Non ci poteva credere.
 
Quella rana aveva davvero qualche problema.
Non si aspettava che  il francese comparisse, così di soppiatto, in casa sua seriamente.
«Damn Frog!» disse in un lieve sussurrò.
 
Eppure non riusciva a spiegarsi cosa fosse quella strana sensazione che stava facendosi breccia nel muro di cinta del suo cuore.
 
Cos’era?
 
Non riusciva a dare un nome a quell’ emozione, o meglio, il suo orgoglio inglese, non riusciva a riconoscere e battezzare quel sentimento.
Nel trovarsi di fronte un francese così corrucciato, l’inglese provava quasi una sorta di malsano “piacere”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
------------------------
Ricordiamo che la fan fiction nasce da una role risalente a più o meno 3 anni fa.
Abbiamo deciso di ripubblicarla perché avevamo fatto un po’ di confusione con dialoghi e quant’altro. Speriamo sia ora più comprensibile, e commentaaaate :D
Salut, ohnonon <3
Mph.. by England

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Capitolo 3
*** Parte 2 ***


A simple joke can change everything
(Re- edit)
 






*TOC, TOC*

Gli occhi attoniti di uno scompigliato Arthur Kirkland si specchiarono nelle meravigliose pozze azzurre del francese!
L'inglese, per chissà quale ragione, si passò una mano tra i capelli e poi si stropicciò i vestiti boccheggiando.

Beh dopo essersi presentato così doveva almeno dire qualcosa:
«...S U R P R I S E!!! Mon Arthùr! Il tuo francese preferito è venuto a darti una mano con le pulizie!»
Eh no, Arthur non indossava proprio la gonnellina.
 
*******************
 
«Ehm...entra ! Non ti aspettavo a casa mia così presto» disse l’inglesino facendo accomodare il francese.

Si sentiva un po’ a disagio poiché il francese non sembrava essere venuto con i suoi soliti propositi "amorevoli".
 
«Come mai sei venuto a casa mia? Vuoi ancora stuzzicarmi?
Sappi che non cederò tanto facilmente alle tue lusinghe…
 e poi ho un sacco di cose da fare!»
 
Chissà cosa aveva poi sempre da fare questo impegnato Arthur…
 
Teneva conferenze speciali con gli amici folletti? ...o forse doveva prendere il tea in santa pace con qualche unicorno?
 
*******************
 
Non andava mai in ferie, questo inglese? Eppure la parola relax rientrava nel suo di vocabolario!

Bene, adesso che sei qui, come giustificherai la tua presenza?

«B-beh, cher, te l'avevo detto che sarei venuto! Non??
Un giorno prima… uno dopo che differenza vuoi che faccia!? Uhm fai come se ...fossi a casa tua, Angleterre!» detto questo varcò l’uscio, precipitandosi frettolosamente in casa.
 
Genio. Si, era proprio l'appellativo adatto!

Si diresse verso il divano rosso in soggiorno, e vi si lasciò cadere con nonchalance.

Cosa c'è Francis, sei così sconvolto da non riuscire ad inventare nemmeno una balla decente?...Eppure eri il campione delle improvvisate.
Stai perdendo colpi Francese!

Il bruco ti renderà pazzo! Picchialo fa qualcosa! Incanala questi tuoi sentimenti in qualcosa di più costruttivo!

«Mon Arthùr, come mai non indossi la gonnellina da maid? Credevo che per fare le pulizie ti servissi di quella…» disse non avendo quasi controllo della propria bocca.

Ma che diavolo stava blaterando?  Lo avrebbe fatto infuriare! Ma forse, in fondo, era proprio questo che voleva: una reazione forte, odio, rabbia qualsiasi cosa... Sempre meglio dell'indifferenza!

L’inglese sbiancò per poi colorare il suo viso di un rosso, decisamente, acceso, presagio, forse, della sfuriata che stava per arrivare.

«Sai, credevo che per occuparti di una casa così grande avessi almeno un maggiordomo o una cameriera…
…donc m-mi sono preoccupato per te e sono corso in tuo aiuto.
Sai...non vorrei che le tue delicate manine inglesi si rovinassero!» disse il francese tentando di cambiare discorso.

[Causa: rifare il letto, lenzuola sfatte e consunte dopo aver subito il peso di un ciccione americano]

E adesso cos'era quel dolore che pulsava proprio lì, sul suo cœur?

*******************

Stava per infuriarsi a causa delle sciocche parole di Francis. Sperava solo che dal suo viso non fosse trapelata alcuna emozione.

Decise però che non era, decisamente, un motivo valido per arrabbiarsi, in fondo lui era superiore al francese.

Reagire avrebbe voluto dire dar peso alle sue chiacchiere, e lui di certo non era uno che ascoltava le parole degli altri.

Non c’era nulla che potesse scalfirlo, nemmeno quel sentimento che non riusciva ancora a definire, quella sensazione di calore che provava osservando le delicate iridi del francese, avrebbero potuto mettersi in mezzo, intralciare il suo cammino e porre un freno ai suoi obiettivi.

Aveva edificato una dura corazza attorno al suo cuore, e non ci sarebbe stata alcuna rana francese in grado di irrompervi.

Almeno era così in teoria.

«Come sei gentile a preoccuparti delle mie "manine", ma non ce n’è bisogno. So cavarmela benissimo da solo»

Guardando l’espressione assente del francese, mandando a puttane tutto il ragionamento di prima, dovette però, ecco, diciamo, “impietosirsi” a tal punto da pronunciare involontariamente un invito a cena.

Beh, forse si chiamava proprio “pietà” il sentimento provato nei confronti di quel barbuto ed irriverente francese.
 
*******************
 
«Nh … vorresti fermarti mangiare a  casa mia questa sera?
 Sai, dopo che ti sei disturbato a venire ad aiutarmi...» disse l'inglese con un visibile imbarazzo.
 
No... decisamente no! A tutta quella gentilezza da parte del damerino britannico, il francese non era proprio abituato!
...Che cos'era tutta questa improvvisa affabilità?
 
Come si chiama questa sensazione...diffidenza??
 
I sensori francesi d'allarme si erano attivati… ma in fondo perché darvi ascolto??
 
Prese la mano dell'inglese fra le sue, la ispezionò da vicino, come a voler comprovare le sue parole di preoccupazione
E sì, doveva ammettere che erano proprio belle!
 
Come potevano delle mani così grandi confezionare splendidi ricami (di cui la casa era zeppa), e allo stesso tempo infliggere ferite profonde al prossimo?
 
Dopotutto era di Angleterre che si parlava, la Supremazia fatta persona!
 
Tutto ciò che ruotava attorno a lui era inspiegabile e surreale (vedi unicorni).
 
Chi se lo sarebbe mai immaginato che quel piccolo piagnone, credulone
sarebbe diventato l'uomo di adesso… Con un sorriso celato capace di sciogliere il cuore di un "francese qualsiasi" e con la mano, nascosta dietro la schiena, pronto a pugnalarti a morte?
 
Sentiva lo sguardo attonito dell'inglese su di se, e che l'impotenza nel non riuscire a leggere o comprendere i pensieri del francese, lo stava torturando.
 
Qualcosa che non puoi ottenere ci deve pur essere, no, Arthùr?
 
Beh, avrebbe presto alleviato le pene del giovane sopracciglione, rispondendo almeno ad un suo quesito. In fondo è maleducazione far attendere i damerini psicopatici.

Tirò a se l'inglese, tentando di trattenerlo almeno il tempo necessario per riuscire a sussurrargli all'orecchio:
 «…Oui, ma solo se cucino io!»

«Fr-francis! Prima dovresti aiutarmi a pulire!» rispose fintamente seccato l‘inglese, o almeno così credeva lui, dato che un lieve rossore traditore imporporò le sue gote.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Ed ecco il secondo capitolo!  Ricordiamo che abbiamo deciso di alternare il POV di Francis a quello di Arthur, separandoli con gli ****
Speriamo vi piaccia >///<
Lasciateci un commento :D
Spread FrUk to the World <3


Merry Christmas, mph! & Joyeux Noël <3 <3 <3

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Capitolo 4
*** Parte 3 ***


A simple joke can change everything 
 
 

L'inglese era arrossito di botta, poteva avvertire il calore trapelare dai suoi zigomi, un lieve sorriso accese il suo viso.
 
Mpf. In fondo il suo Arthùr, non era così duro come voleva far credere.
 
Puoi tu, romantico ed impertinente francese essere in grado di aprire una breccia, in quel cuore corazzato?
Certo! Da dove iniziamo?
 
L'inglese lo condusse nei meandri e negli anfratti più remoti della sua casa.
 
Pulirono, quasi in un religioso silenzio.
 
Che assurdità, due Potenze unite insieme contro la sporcizia.
 
***********
 
Oltrepassato il salotto si diressero verso le scale che portavano al piano superiore.
 
L'inglese sembrava quasi divertito nel vedere l'angoscia di Francia crescere man mano che salivano le scale.
 
Ed era ancora più sadico nell'affidargli le mansioni da compiere, quasi l'avesse scambiato per un servetto!
 
Comunicò al francese che era arrivata l'ora di far le pulizie in stanza da letto, pronunciando con enfasi la parola letto (o almeno così era parso al francese) come a voler sottolineare la presenza eterea dell'americano in quella stanza!

*************
La porta della stanza si profilava davanti ai suoi occhi, sembrava la scena di un film horror

“NON APRITE QUELLA PORTA” sembravano sussurrare le pareti, i pavimenti, i lampadari nel corridoio.
L'inglese, accortosi forse della titubanza del francese lo precedette.

“Dov'è finita tutta la tua spavalderia e sicurezza Francis?” Si chiese il francese mentre oltrepassavano la porta.

Beh in fondo che si aspettava? Effettivamente non c'era puzzo americano lì dentro, solo odore di tea!

Cosa volevi? Che ci fosse un'insegna luminosa puntata contro il letto con scritto "Qui vi è stato Alfred" o una A disegnata con una spada tra le lenzuola sfatte della serie "Qui è passato Alfred??

Rise tra sé e sé ben conscio dell’assurdità dei suoi pensieri.

«Francis… vai dall’altro lato e aiutami a rifare il letto… per favore» aggiunse infine, beffandosi del biondo vinofilo.

Il sudore cominciava ad imperlare quella bella fronte francese, non essendo abituato a simili, umili mansioni!‎

*************
Sentiva la tensione crescere nell'aria mentre varcavano la soglia della camera da letto.

Ok, forse era stato troppo cattivo fare quello scherzo al francese, ma in fondo era quello che si meritava.
Prima di far crollare definitivamente le difese all’inglese, doveva penare almeno un po’, no?
 
Ed in fondo era divertente giocare con quella rana barbuta!
 
Non si sarebbe mai fatto sottomettere da un essere simile.
 
Non sarebbe mai stato facile per loro due.
 
Ma non poteva negare per sempre a se stesso che, nonostante tutto, il tempo trascorso insieme a Francis, aveva raggiunto il livello di “quasi piacevole”.
 
Con un solo piccolo, innocuo, innocente scherzetto era riuscito a mettere a tacere il francese… doveva farlo più spesso!
 
Quando teneva la bocca chiusa, trascorrere del tempo con lui iniziava ad essere “sopportabile” e benché andasse fiero della sua volontaria solitudine, un po’ di compagnia non gli dispiaceva.
 
Ad un certo punto gli argomenti di cui trattare con gli unicorni si esaurivano, ed America era troppo narcisista ed egocentrico per non compiere una conversazione unilaterale.

Con un braccio si asciugò quella goccia di sudore sulla fronte che gli dava fastidio
 
«Che caldo! Sono stanco non ce la faccio più. Che ne dici se ci riposiamo un attimo?» disse l'inglese sbottonandosi lentamente la camicia sudata.
 
Beh, aveva proprio voglia di sfidare l’autocontrollo del francese.
 
Sebbene fosse munito di protezioni inespugnabili, non aveva mai detto che lo fosse verso alcuni istinti primordiali.
 
*************
 
O l'inglese oggi stava male, o stava decisamente male.
 
Aveva sentito bene?
 
«Oui, anche se tutto il lavoro sporco lo hai fatto fare a me, Angleterre»
 
Si lasciò cadere sul letto (appena fatto, e che se tutto fosse andato bene, tra poco sfatto ) posò l'avambraccio sulla fronte, e con un occhio aperto si beò della vista dell'inglese, stranamente privo di ogni sua usuale vergogna, mentre toglieva la camicia sudata, mostrando i suoi pettorali scolpiti.
 
Il suo Arthùr così sudato solo per aver aver pulito qualche stanza, senza aver fatto praticamente nulla, era davvero una visione rara e di inestimabile bellezza.
 
Allora esisteva qualcosa in grado di costringere, la grande e possente Inghilterra, ad una pausa.
 
Un sospirò sfuggì alle labbra del francese.
«Come sei bello mon amour! ...In questo momento staresti bene appeso alla parete, sopra il camino, a Paris, contemplato da me, mentre sorseggio un po’ di vino invecchiato...si decisamente dello Chateau Grand Corbin del ‘25, oui!»
 
Rise.
 
A volte - solo a volte, sia chiaro - sembrava proprio un maniaco, ma il pensiero del suo Angleterre lo ossessionava.
 
Batté la mano sul letto del suo "amato" come ad invitarlo a sedersi accanto a sé.
 
*************
L'inglese sbarrò gli occhi e spostò la testa di lato per non guardare in faccia il francese, ma Francis avrebbe sicuramente potuto notare il rossore che stava imporporando le sue gote.

Evidentemente quel complimento aveva fatto effetto sull'inglese.

«Che hai da guardare pervertito?» chiese Arthur indispettito, sentendo lo sguardo insistente del francese su di sé.
 
Affaticato si sedette sul letto e si buttò all'indietro, sbuffando.
 
«Ma come mi è venuto in mente di mettermi a
pulire la casa! Avrei potuto sfruttare qualche misero plebeo…
e a quest'ora non sarei con un maniaco come te sul letto» ghignò.
 
********************
 
Pronunciando quelle ultime parole, Arthùr sembrava quasi divertito da qualcosa, ma forse
era solo l’immaginazione di un povero francese, che continuava ad illudersi di aver qualche possibilità di perforare il cuore dell’inglese con una freccia di cupido.
 
« Non fare il santarellino, Angleterre, chi è che in questa stanza, e su questo letto si diverte con Amerique?»
 
Come fa male pronunciare queste parole.
 
Di certo neppure il francese era mai stato un santo, ma per il suo Angleterre lo sarebbe diventato!
 
Se solo il bruco fosse stato sincero con lui, avrebbe dato una risposta a tutti i suoi dubbi, e soprattutto avrebbe sanato quella ferita che portava, proprio lì, in mezzo al petto, da sempre.
 
Avrebbe finalmente potuto mettersi il cuore in pace.
 
Ma aspettava delle certezze che mai sarebbero arrivate.
 
Si voltò verso il suo nemico di sempre, ne ammirò il profilo.
 
Un'improvvisa voglia di toccare quel viso e quelle labbra lo assalì.
 
Non ci pensò due volte ed agì d'istinto.
 
Era pur sempre di Francis Bonnefoy che si stava parlando.
 
Con il dito delineò il profilo d'Angleterre, il quale forse sotto shock, rimase immobile senza dir nulla.
 
Si tirò su, avvicinò il suo viso a quello d'Inghilterra, lo contemplò per qualche minuto, come per scorgervi una qualche emozione.
Non vide nulla, se non la sua immagine riflessa negli smeraldi della nazione inglese.
 
Non resistette più e lo baciò.‎
 
 
 
 
 
------------
Ed eccoci al terzo capitolo.
Arthur spaccherà il naso della rana barbuta o cederà?
Beh lo scoprirete nel prossimo capitolo!
Ringraziamo chi ci sta seguendo.
P.S. Commentate su su.
Peace and FrUk!

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Capitolo 5
*** Parte 4 ***


A simple joke can change everything



Ecco il quarto e penultimo capitolo. Buona lettura :)
Per farci perdonare del ritardo abbiamo pubblicato due capitoli ehehehe!
Ricordiamo che i personaggi non ci appartengono e i fatti narrati nascono da un’antichissima role!
Il POV di Arthur si alterna a quello di Francis.
 
*Amate questa ship con tutto il cuore perché ne ha bisogno*
Spread FrUk to The World ^^
 
 
 
 
 
 


«Fr-Francis! Ma cosa fai?» l'inglese soffiò arrossendo dopo essersi ritrovato la rana francese ad un palmo dal naso e, prima che potesse rendersene conto, ad unire le sue disgustose e gracidanti labbra francesi, alle proprie.
 
Ma che diamine! Non poteva crederci.
 
Non aveva mica acconsentito… per il momento.
 
Francis era di certo un bell’uomo, si, questo non si poteva negare.
 
Lo conosceva da sempre, e neanche questo si poteva negare.
 
C’era sempre stato, in ogni momento, brutto o bello che fosse, anche se non lo voleva riconoscere.
 
Era forse giunto il momento di dare un nome a quel sentimento?
 
L’inglese proprio non lo sapeva, e non sapere qualcosa non era proprio nel suo stile.
 
****************
 
Cosa stava facendo??
 
Stava solo dando libera espressione ai suoi sentimenti. Mon Dieu!
Anche se l'inglese sembrava non cogliere le sue manifestazioni d'affetto, come sempre!
 
«Mmm mi sembravi svenuto, stavo cercando di rianimarti!» disse sarcasticamente alzando un sopracciglio.
 
«Non credevo che svolgere poche faccende domestiche ti potesse abbattere così, Angleterre!» ghignò riacquistando un po’ della sua abituale sfacciataggine.
 
Si azzardò a massaggiare le spalle del “povero e stanco Arthur” come a voler dimostrare la sua preoccupazione verso le sue condizioni, il suo prodigarsi per la sua nazione preferita.
 
«Non sono stanco! E poi non puoi venire a casa mia e baciarmi all’improvviso!» replicò Arthur, visibilmente imbarazzato e un po’ indignato, poiché gli stava dando chiaramente dello sfaticato.
 
Beh effettivamente, aveva anche una sua logica. Francis non era mica Americano… non aveva di questi privilegi!
 
«Allora ricominciamo»
 
Si schiarì la voce.
 
«Posso baciarti, Angleterre?» continuò abbassando gli occhi.
Che umiliazione! La Nazione dell’amore che arrivava addirittura a chiedere il permesso.
 
****************

« Ma cosa dici? Ti sembrano domande da fare, stupid frog?»

Stupido orgoglio inglese.

Certo che poteva, ma non l'avrebbe mai ammesso.

Un momento… l‘aveva appena confessato a sé stesso, e questo era un gran passo avanti.

Udì la risata cristallina del francese, forse la prima di tutta la giornata.

«Sei una contraddizione vivente Arthùr… donc... Allora vuoi che andiamo giù a cucinare?» disse continuando a massaggiare il biondino, appoggiando le sue labbra nell'incavo tra la clavicola e il collo dell'inglese.

In quel momento Arthur aveva ben altri appetiti.

Ed anche se mai e poi mai l’avrebbe detto al suddetto francese, non poteva negare in quel momento di nutrire una malsana, e diciamo malsana, per dare un’accezione
negativa all’azione stessa, voglia di continuare ciò che avevano interrotto.

Arthur, sei definitivamente uscito di senno.
Non puoi accettare così tranquillamente, e nello stesso giorno, queste strane sensazioni, ormai quasi definite.

Che non fosse stata poi costruita bene quella barriera?
Che ci fosse uno spiraglio?

Se quello spiraglio esisteva, ed esisteva, non era di certo per merito del francese, era un errore suo.

Errore suo perché la sua fortezza non era stata costruita con materiali resistenti.

No, non avrebbe mai permesso che il francese si vantasse di esser riuscito a sfondare il muro di cinta che aveva costruito e curato per tutta una vita, così facilmente.

E sottolineiamo il fatto che quella crepa nel muro l’aveva creata lui, di certo non il francese.

****************
Che stai combinando Francis, non sei andato di certo lì per sedurre u-un povero damerino, che era qui t-tutto s-sudato, senza camici-ia, r-rosso i-in viso, terribilmente imbarazzato…

Oh insomma c'erano tutti i presupposti perché il francese perdesse la testa!
 
Non era colpa sua!
 
Stai calmo Francis ragiona: Cosa sei andato a fare da Angleterre?
 
Bella domanda!
 
Semplicemente aveva reagito ad una provocazione di quel bruco malefico!
 
Lo morse.
 
“È questo quello che ti meriti, Arthùr! Prendersi gioco di un povero, innocente, francesino! Sei proprio senza cuore, Angleterrepensò il francese, e se lo avesse detto ad alta voce, di certo l’inglese l’avrebbe preso per un complimento
 
Come avrebbe voluto fargli capire che per lui era impossibile stargli lontano, che stuzzicarlo era l'unico modo che aveva per rimanergli accanto, e che baciarlo per lui era naturale come respirare?
 
«Ahia!» disse Inghilterra voltandosi di scatto verso il francese.
 
I loro visi erano a pochi centimetri di distanza. Poteva avvertire il suo respiro e l’elettricità nell’aria.
 
E a quel punto accadde.
 
L'inglese coprì quella distanza e lo baciò.
Un bacio di quelli che si vedono nei film (con tanto di lingua in fondo alla gola).
 
Questa era l'ultima cosa che il francese si sarebbe aspettato.
 
Cosa significa questo, Angleterre? Era un gesto dettato ...dalla foga del momento, da un istinto primordiale, o d-da s-sentimento?

Il solo pensiero che l'inglese potesse provare qualcosa per lui gli faceva scoppiare il cuore di gioia.
Non devi pensarci ora, Francis! Fa vedere a quel damerino, cosa si prova a fare l'AMORE, si perché con lui sarebbe stato amore con la A maiuscola con Francis Bonnefoy.[Il francese aveva già fatto voli pindarici con la fantasia, a quel punto non sarebbe più stato capace di fermarsi]
Continuarono a baciarsi con foga e a giocare con le loro lingue.

Si staccarono un attimo per prendere aria e l'inglese colse l'attimo per parlare.
 
****************

« Che sei venuto a fare stupida rana tentatrice!?
Ogni volta vieni qui per sedurmi e io ci casco sempre!»
 
Ed il suo intento era proprio quello di ferire e provocare

Francis, tuttavia non ebbe il tempo di rispondere perché venne zittito da una altro bacio passionale

Non a caso veniva chiamato bacio alla "francese".

E questo doveva ammetterlo.

Se c’era un merito che il francese aveva era proprio quello di baciare bene.

****************
Si staccò dalle labbra dell’inglese.

«Cosa? Non sono di certo venuto qui per sedurti! I-io sono venuto qui p-per controllare una cosa tutto qui»

 Si fece cupo in viso! Poi si voltò verso Angleterre, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi [honhonhonh]

«…e poi Je t'aime, Angleterre» aggiunse, in un sussurro, quasi più a se stesso che all’altro.

Ovviamente l'inglese non ti crederà, caro il mio Francis, non c'è forse posto nel suo cuore per te, se non per soddisfare i suoi istinti.
 
Perché stava scoprendo, così palesemente, i suoi punti deboli al nemico?
 
Baciò nuovamente il suo bruco, e in quel bacio mise tutto l'amour e la disperazione che aveva in corpo‎.
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Parte 5 ***




A simple joke can change everything
(ReEDIT)







L'inglese sentì che quel bacio era diverso e poi...Francis aveva dichiarato di amarlo?

Le sue orecchie inglesi avevano sentito bene?

Beh non era la prima volta che Francia diceva qualcosa del genere, era arrivato persino a quasi costringerlo a sposarlo...

Questa volta era però diverso…

Lo si capiva dal tono della sua voce.

Un momento! Da quando era diventato peggio di una femminuccia, alle prese col suo primo amore?

Damned Frog! Solo tu puoi scombussolare così i bioritmi naturali! Perché sei venuta a gracidare dietro la mia porta stravolgendo la mia routine?

Con quel tuo stupido accento francese, i tuoi stupidi capelli francesi, con quella stupida risata francese, quella stupida bocca francese!

Francese! Ecco, non c’era un aggettivo peggiore perdefinire uno stupido e stupidissimo credulone francese.


Non riusciva proprio a dare un senso a tutti questi pensieri, che alla fine convergevano tutte verso un unico filo conduttore: Francia!

Era così difficile concepire una cosa del genere, da stroncare sul nascere. O forse erano solo problemi inesistenti?

Damn damn! You jerk!

Maledetto! Come puoi pretendere che accetti tutto così velocemente?

Forse era venuto il momento di crescere anche per lui, sentimentalmente parlando? 

Avrebbe iniziato poco alla volta

Se era sceso così in basso da dichiararsi un motivo doveva pur esserci.

Con tutti i sacrifici di questo mondo sussurrò all'orecchio del francese:

«Sai Francis, non è vero che Alfred è stato qua sul mio letto...
non avrei mai permesso che qualcuno che non somigliasse ad
una rana di entrare dentro la mia camera…»


***************


C-cosa, il suo cuore francese perse un battito! 

Arthur aveva davvero pronunciato quelle parole? 

Eppure era reale, non poteva esserselo immaginato.

Era davvero lì, sul letto, con Angleterre, nella casa di Angleterre, con le labbra di Angleterre addosso, con il cuore libero da ogni peso. 

Forse ora poteva essere il Francis di sempre! Forse poteva davvero essere completo e felice?

«Mi hai giocato proprio un brutto tiro Angleterre!»

Si fondò sull'inglese piroettando.

Era il momento di librarsi in volo, avvolto dalla solita luce bianca e la sua rosa fra i denti.

Dove damiene era la rosa quando serviva?

Agganciò l'inglese.
Si sdraiò completamente sopra di lui, lo abbracciò con foga, gli accarezzò i capelli, e una mano andò a finire sulla cintura dei suoi pantaloni.

« Ora, non provare a fuggire Angleterre, ormai hai pronunciato delle cose che non potrai mai più ritirare,
ne sei consapevole??» disse all’inglese, il quale ormai era già pentito di aver osato tanto.

«Taci, frog!»

Si sporse poi verso il francese ed iniziarono a baciarsi con una nuova consapevolezza.

L'inglese aveva mandato a puttane il suo orgoglio ma ormai era tardi per riprenderselo.

« Posso stare zitto solo se tieni la mia bocca
impegnata, Angleterre!»

Continuarono a baciarsi, le loro lingue si intrecciavano, cercandosi in un continuo turbinio di emozioni.

Quel momento era perfetto anche così, anche il solo baciarsi e ...toccarsi fugacemente, come due giovani adolescenti alle prime armi.

Erano sensazioni nuove per i due, quasi come se si stessero baciando per la prima volta, alla luce di un sentimento, che era finalmente stato in grado di essere espresso! 

Almeno così la pensava il francese.

Se avesse dovuto scegliere un momento in cui morire, sarebbe stato sicuramente quello: tra le braccia di Angleterre, non come nemico, ma come suo "innamorato"!










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Finalmente l'ultimo capitolo :) Siamo felici che dopo tutti questi anni il progetto sia andato in porto senza intoppi x°D
Ringraziamo tutti quelli che hanno avuto la pazienza di aspettare e che ci hanno lasciato un commento <3
Grazie di cuore.
Happy New Year

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