Aishiteru

di ClearLove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. Introduzione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. Partenza ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. L'inizio dei pensieri ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: La prova ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. Imprevisti notturni ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. Introduzione ***


Capitolo 1. Introduzione



Delle urla di bambini si destreggiavano per tutto il parco, donando una tranquilla atmosfera al “piccolo” quartiere di Beika illuminato contemporaneamente dai candidi e tiepidi raggi del sole al tramonto. Il vento spostava minuziosamente le foglie che, riflettendo di tanto in tanto un leggero color porpora, coloravano ancor di più quel tardo pomeriggio estivo.
Il fresco profumo dell’estate inebriava ogni angolo del quartiere condizionando chiunque a mostrare un pizzico di felicità nonostante la dura giornata fosse ormai conclusa.
Lungo il tragitto che conduceva alla famosa agenzia investigativa Mouri tre ragazzi stavano chiacchierando allegramente, lasciandosi alle spalle compiti e interrogazioni che fino a poco prima li avevano afflitti.
Le due ragazze erano amiche da una vita ormai: il loro rapporto era strano, seppur così diverse erano amiche per la pelle e l’una si fidava ciecamente dell’altra. Di bisticci di tanto in tanto ce n’erano stati, ma pareva che nulla poteva realmente dividerle. Il ragazzo che si trovava al loro centro, invece, era considerata una new entry nel liceo Teitan e nel loro “gruppo”. Si era trasferito da poco e aveva subito instaurato una bella amicizia sia con Ran che con Sonoko, in un certo senso aveva preso un po’ il posto che Eisuke aveva ricoperto qualche tempo addietro.
“Hei Ran dimmi la verità! La valigia non l’hai ancora preparata vero?” chiese Sonoko all’amica guardandola di sottecchi.
“Ehm.. eheh! Diciamo che una mezza guardata all’armadio l’ho data, poi però il sonno si è impossessato di me senza scrupoli” rispose con un po’ di imbarazzo, in quanto fino a poche ore prima aveva sempre sostenuto il contrario.
“Lo sapevo lo sapevo! Allora siamo esattamente nella stessa barca. E’ vero sono solo due giorni fuori casa, però con sto caldo è impossibile optare per vestiti comodi come una tuta o cos’altro..” disse inoltre portandosi una mano sul mento e pensando ardentemente ad una soluzione.
“Eddai Sonoko, io stasera le prime cose che vedo le prendo e le butto dentro senza imparanoiarmi, tanto alla fine faremo solo una breve visita alla città, al tempio Shurijo e poi ci rintaneremo in quel tempio sperduto nel bosco..”
“Dove ci racconteremo un mucchio di storie horror!!!” aggiunse interrompendola Hiroshi.
Il suo viso si illuminò improvvisamente rivelando l’immensità del verde dei suoi occhi. Quel verde smeraldo era una cosa che lo distingueva da tutti: in pochi li possedevano e in pochi riuscivano a farli brillare così. Il venticello leggero gli scompigliò in quel momento i capelli castani che, ribelli, gli accarezzavano il contorno del viso circondando quello che nel complesso era un bellissimo ragazzo. La fisionomia del viso ricordava proprio la sua.. eggià. Shinichi. Ciò che lo distingueva era il colore della pelle leggermente più olivastro, i capelli più mossi, il colore degli occhi, la sua passione per il kendo e.. soprattutto, la sua totale indifferenza per i gialli.
“Diciamo che quella parte non è proprio il pezzo forte della giornata” disse Ran implorando Sonoko con lo sguardo “Vero Sonoko? Preferirei di gran lunga rilassarmi alle terme per poi andare a dormire!”
“Su quello non ci sono dubbi! Stamattina in classe sentivo che gli altri volevano addirittura organizzare una specie di prova di coraggio nel bosco in piena notte, mi vengono i brividi al solo pensiero”
“Se non sbaglio la mente brillante è quella di Misao-kun! Stamattina l’ho sentito anche io mentre lo proponeva, i maschi sono tutti dalla sua parte” disse Hiroshi intromettendosi nel discorso “L’unico problema è non farsi beccare dai professori, altrimenti rischiamo tutti la sospensione..”
“Lo dici come se tu fossi d’accordo. Se solo vi vedo entrare in camera nostra giuro che ordinerò in prima persona alla qui sottoscritta Ran Mouri di stendervi a suon di karate!!!” rispose Sonoko con tono di sfida.
“Allora dovrò fingere di perdere solo perché menare una ragazza va contro il mio credo” e si lasciò sfuggire una fugace risata fissando l’amica dai capelli corvini che lo stava guardando come se fosse un illuso. “Una scusa come un’altra per giustificare la tua sconfitta, eh Hiroshi-kun? Tranquillo anche io non ho voglia di metterti in ridicolo davanti a tutti, per sto giro sei salvo” finì infine lei sorridendole.
Hiroshi non poté non rimanere ammaliato da lei, d'altronde tutto in lei era così… si, femminile.
Nonostante praticasse il karate emanava quel non so ché capace di attrarre chiunque posasse gli occhi su di lei. Era davvero bellissima sotto ogni punto di vista, in qualsiasi modo la guardassi con qualsiasi tipo di luce, lei appariva sempre delicata, gentile e perfetta.
Che si stesse innamorando di lei? Be, per il momento non poteva giurarci ma non poteva nemmeno ignorare che un forte sentimento stava nascendo dentro di lui. Come se niente fosse il suo pensiero volò a qualche giorno prima quando ebbe una conversazione seria con Sonoko.
 
“Lo so, Ran è bella e da come l’hai guardata la prima volta ho subito capito che ti è piaciuta dal primo momento”disse Sonoko buttando uno sguardo fuori dalla finestra, beffeggiandosi dell’amico di fronte a lei “Però è bene informarti che il suo cuore appartiene già ad un altro”
“Ma io veramente..”
“Non fingere con me Hiroshi-hun!” continuò lei sorridendogli beffarda “Ho visto come la guardi, d'altronde sono la sua migliore amica e sono abituata a queste cose. Solo siccome mi sembri una brava persona e sei un buon amico per noi due.. Ci tenevo solo a fartelo presente”
“E questo ragazzo.. Frequenta la nostra stessa classe?” iniziò poi a chiedere incuriosito da tutta quella faccenda. Come aveva fatto Sonoko ad accorgersi che le piaceva sul serio? L’aveva sottovalutata.
“Diciamo di si ma non si degna molto di frequentarci, anche con lei è una persona totalmente assente sotto tanti punti di vista. E’ un patito di gialli ed è sempre in giro per il Giappone a risolvere i suoi casi talmente difficili quanto importanti. Sinceramente non so lei come faccia a perdonarlo ogni volta che la trascura così”disse sbuffando rigirandosi verso il tramonto che si intravedeva attraverso la finestra della scuola post lezioni “Vorrei solo vederla più sorridente di come lo è adesso dopo la sua partenza”
“E’ da molto che manca?”
“Ormai è più di un anno, ogni tanto si fa vivo ma riparte poco dopo senza lasciar traccia”.
 
E così era questa la sua situazione sentimentale, incasinata da far paura. Mentre camminava la guardò di nuovo intenta a scherzare con l’amica vicino a lei, ignara dei pensieri di lui.
E continuando a guardarla si perse un po’ nei suoi pensieri, cercando di far chiarezza, per poi accorgersi che erano ormai arrivati davanti all’agenzia investigativa del padre.
 
*  *  *     
 
“Sono tornata!!” urlò dall’entrata per farsi sentire in tutto l’appartamento.
“Bentornata Ran-neechan!” un bambino seduto sulla poltrona dalle sembianze piuttosto argute la salutò con un mega sorriso facendo cenno con la mano “Oggi sei rientrata più tardi del solito”
Ran lo guardò con un altrettanto sorriso, realmente felice di vederlo li alla fine di ogni sua giornata. Quel bambino.. che potere che aveva su di lei.
“Ciao Conan-kun! E si anche oggi mi son fermata per gli allenamenti di karate, poi abbiamo aspettato Hiroshi con il kendo e ci siamo un po’ trastullati nella strada per il ritorno” ammise lei dispiaciuta.
“Chi è Hiroshi?” domandò il bambino guardandola in modo stupito, non ne aveva mai sentito parlare né sapeva che le due ragazze rientravano assieme a lui.
“Ma come.. Hiroshi! E’ nella nostra scuola da un mesetto o poco più ormai. Forse non te ne ho mai parlato hai ragione, questo periodo sono un po’ distratta dalle interrogazioni e dai preparativi per la gita. Domani si parte finalmente!!” recuperò lei abozzando un sorriso.
Il bambino la guardò torvo cercando di immaginare questo fantomatico Hiroshi che si piazzava all’interno del gruppetto Ran-Sonoko. Chissà che tipo era, se era bello, se era intelligente, se era un tipo fastidioso o uno di cui ci si poteva fidare. Il pensiero che potesse essere un ragazzo attraente lo fece un po’ sussultare; sapere che Ran era costantemente a contatto con un ragazzo che non era lui non gli piaceva affatto. Era difficile ammetterlo, ma dentro di lui sapeva che era geloso di chiunque le si avvicinasse.
“Domani insomma è il gran giorno! Sarà meglio che prepari la valigia Ran-neechan, prima passando davanti alla camera tua ho intravisto il disastro che spunta da sopra il letto. Hai veramente troppi vestiti” disse prima di essere interrotto da qualcosa.
DLIN DLON!!
“Ma come, papà è già rientrato? Non era a cena fuori con quei suoi amici di scuola?” guardò curiosa Conan che la ricambiò in tutto e per tutto, “Arrivo!”
Si diresse giù per le scale seguita a sua volta da Conan che osservava la scena da sopra la rampa, incuriosito da quella presenza non attesa.
Quando Ran aprì la porta Hiroshi si trovava proprio di fronte a lei: quei suoi occhi la guardavano in un modo talmente profondo che chiunque si sarebbe accorto dell’affetto che provava nei suoi confronti. Chiunque tranne lei.
“Ciao Ran! Abbi pazienza, mi son scordato di ridarti il quaderno di inglese che mi hai prestato oggi alla seconda ora!" e un ampiò sorriso si impossessò del suo viso.
 

To be continued..

 
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. Partenza ***


Capitolo 2.Partenza!!


 
Gli occhi di Hiroshi la scrutarono per qualche istante prima di posarsi definitivamente sulla figura di quel bambino in cima alle scale “Hei ciao Conan-kun! Finalmente ho il piacere di conoscerti, tua sorella parla tanto di te a scuola!” disse sorridente, facendogli un gioioso cenno con la mano.
Conan inizialmente non riuscì a rispondere con lucidità, era troppo preso a studiare quel ragazzo in ogni suo minimo particolare. Avrebbe giurato che in lui c’era un qualcosa che ricordasse se stesso: sembrava avere un carattere molto solare e spiccante, i modi di fare ricordavano un po’ quelli di Hheiji più che i suoi.. ma il sorriso beffardo che mostrava e la sua sicurezza non lasciavano alcun dubbio.
“Ciao.. Hiroshi-san” si fece sfuggire assottigliando gli occhi. Hiroshi gli rivolse un ulteriore sorrisetto per poi voltarsi verso Ran.
“Vuoi qualcosa da bere Hiroshi? Dai su entra non fare l’antipatico” continuò lei percependo una strana atmosfera creatasi tra quei due. Ma che motivazione potevano mai avere?
“Molto volentieri, anche se la scuola è vicina con sto caldo improvviso ci si accalda come niente” e iniziò a sventolarsi con una mano cercando un qualche sollievo.
Ran chiuse la porta alle sue spalle e si diresse verso il secondo piano indicando a Hiroshi un piccolo cuscino accanto al tavolino dove lui si sedette immediatamente. Conan non lo perse un attimo di vista e, una volta seduto accanto a lui senza proferir parola, appoggiò il gomito sul tavolino per sostenere il viso ancora imbronciato. Più lo guardava e più gli scatenava qualcosa dentro di lui..
 
Ma tu guarda questo che confidenza che si prende!”
 
“Ma dimmi, secondo te oggi Misao-kun diceva sul serio? Non rischiamo di essere espulsi o di andare in contro a qualche punizione?” chiese Ran interrompendo i pensieri negativi del ‘fratellino’ posando tre bicchieri sul tavolino e prendendo subito al volo una bibita fresca in frigo “ Ne prendi un goccio anche tu vero Conan-kun?”
“S-si Ran-neechan!” si fece sfuggire soprapensiero non guardando minimamente la bibita che lei gli sventolava da lontano.
“Secondo me i professori quest’anno sono molto più indulgenti, d'altronde a fine anno ci diplomeremo.. questa sarà la penultima gita della nostra vita come studenti delle superiori! Ci pensi a quanto siamo cresciuti oramai?” disse sorseggiando l’aranciata fresca, trattenendo di tanto in tanto qualche smorfia per non far pessima figura di fronte a Ran.
“E si.. il tempo passa davvero in fretta e non me ne sto rendendo conto..” rispose infine con una nota amareggiata lanciando un pensiero a lui.. Shinichi. Da quanto tempo era che non gli telefonava ormai? A lei mancava da morire, ma non poteva di certo nascondere che ultimamente la sua vita aveva preso una giusta piega: nonostante la scuola fosse molto più dura e i diplomi erano ormai vicini, l’aria che si respirava dentro la sua classe era molto più felice. Come compagni di classe erano diventati molto più uniti, si sostenevano con lo studio, si spiegavano le cose più difficili e si davano continuamente i turni sia per pulire che per organizzare le attività. E come dimenticarsi della sua cara amica Sonoko? Più il tempo passava e più lei la aiutava a distrarsi, era proprio una carissima amica.
Conan non poté non incupirsi allo stesso modo cogliendo al volo il senso di quella frase detta poco prima da lei. Strinse violentemente i pugni sulle sue gambe e cambiò espressione maledicendosi ogni istante sempre più.
Anche Hiroshi dal canto suo notò subito il cambiamento nell’espressione di lei; Sonoko era stata chiara a riguardo, vuoi o non vuoi aveva toccato un tasto dolente. In quel momento si rese conto che, dentro di lui, una sensazione di rabbia lo sorprese e gli fece andare in tilt ogni cosa. Quanto gli sarebbe piaciuto esser lui.. la medicina dei suoi mali!
“Ad ogni m-modo” gli si spezzò quasi la voce in gola “Vorrei finire questo anno alla grande, voglio godermi tutto quello che quest’ultimo può offrirmi senza indugiare su qualcosa” disse infine mostrando un sorriso, a parere di tutti, sincero.
 
Conan rimase un po’ sorpreso con queste ultime affermazioni, si era sentito come se per causa sua lei non riusciva più ad essere felice.. e logicamente era davvero così. Lo era, non è vero?
All’improvviso qualcosa lo fece pietrificare, il cuore prese a battere a mille, il sangue gli si gelò nelle vene rendendolo un piccolo bambino indifeso.
Hiroshi porse una mano andando a sfiorare quelle di lei con dolcezza, un leggero color porpora si impossessò delle sue guance andando a contrastare terribilmente il verde dei suoi occhi. Il suo tocco così sincero spiazzò letteralmente Ran che non seppe bene come comportarsi di fronte ad una scena del genere fino a che lui non l’anticipò “Vedrai che andrà benissimo, ora hai sia me che Sonoko non dimenticarlo mai! Ci pensiamo noi a te” si fece sfuggire afferrandole definitivamente la mano prima che Conan potesse alzarsi per dirigersi verso la sua stanza sbattendo violentemente la porta.
 
Lei è mia, solo mia, stalle lontano!!”.
 
*  *  *
 
Non ci volle molto prima che il candido tramonto lasciò spazio alla notte, colorando tutt’intorno di candide luci soffuse che di per sé racchiudevano la vera magia della notte. Il vento leggero non aveva ancora smesso di soffiare e, entrando da una piccola fessura della finestra aperta, muoveva delicatamente la tenda andando poi ad infrangersi contro il viso di Conan ancora segregato nella sua stanza. Non era tanto la rabbia che lo aveva reso solitario, quanto la frustrazione e la completa incapacità di reagire di fronte a certe scene. Come poteva mettersi in mezzo finché si trovava nel corpo di un moccioso? Non aveva nessun diritto e nessuno lo avrebbe capito, avrebbero finito per deriderlo dicendogli che si era preso una cotta per la sua ‘sorellina’.
 
“Ma quale sorellina..”
 
Si sdraiò nel suo letto decidendo di dare libero sfogo ai suoi pensieri e alle sue idee, accorgendosi che l’indomani c’era solo una cosa che poteva realmente fare per lei e per lui.
 
*  *  *                 
 
“Conan-kun! Ma cosa ci fai qui anche tu?” Ran lo guardò sbalordita e allo stesso tempo.. felice.
Era appena arrivata a piedi insieme a Sonoko di fronte allo spiazzale che dava sul cortile della sua scuola e che, quel giorno, era completamente occupato da tre bus che presentavano rigorosamente la scritta ‘riservato’ al posto delle consuete tappe.
Ran attirò l’attenzione di molti dei suoi compagni di classe, il vestito bianco che aveva messo le donava davvero tanto: la gonna le arrivava leggermente sopra il ginocchio, la scollatura a cuore non troppo scavata le circondava le forme e la rendevano molto femminile. Anche Conan notò che quella mattina era molto più carina del solito, stonava giusto quella grossa valigia che si trascinava dietro.
“Ieri al telegiornale han ridetto di quel presunto stalker che si aggira attorno alle scuole del nostro quartiere, mi son preso un bello spavento a pensare che sarei dovuto andare da solo senza di te” mentì lui spudoratamente usando la voce più infantile e facendo gli occhioni più dolci che poteva. Gli riusciva davvero bene convincere la povera e ingenua Ran!
“Ma.. Ma.. A scuola come farai? E qui io non sono sicura che potrai venire insieme a noi! Dovremmo prima parlare con gli insegnanti e tutti gli altri..” disse presa completamente dal panico “E dovremmo sentire se nella pensione è possibile aggiungere un posto in più!”
“Non ti preoccupare Ran-san! Appena è arrivato ci ha subito spiegato la situazione e gli abbiamo dato noi stessi il permesso. E’ comprensibile per un bambino così piccolo” aggiunse una insegnante accanto alla ragazza che non aveva potuto fare a meno di ascoltare.
Ran si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo, era così contenta di poterlo avere vicino anche se così distante da casa. Conan invece mostrò un sorriso beffardo cercando instancabilmente tra la calca di studenti una figura che non gli era nuova proprio per niente: Hiroshi.
“Ei poppante, incredibile come te ne vada bene una dietro l’altra eh?” disse Sonoko tirandogli un leggero pugno sulla testa.
“Tu avresti lasciato un poppante da solo mentre uno stalker si aggira per le strade?” le domandò in un modo così innocente che fece sorprendere anche lui.
“Nel tuo caso forse si, sei una palla al piede” lo guardò impassibile non lasciando comprendere se stesse scherzando o era davvero sincera.
“Infatti tu sei la persona più crudele che conosco” finì portandosi le braccia incrociate dietro alla nuca e allontanandosi fischiettando l’unica canzoncina di cartoni che si ricordava, lasciando una Sonoko che si dimenava evidentemente offesa. Complimenti Shinichi proprio un’interpretazione da Oscar!
In quello stesso momento il richiamo degli insegnanti fece sobbalzare un po’ tutti gli studenti intenti a parlare fra loro di quel viaggio che gli attendeva: si sarebbero diretti ad Ovest raggiungendo l’aeroporto più vicino alla costa per poi raggiungere la prefettura di Okinawa: un gruppo di isole poco distanti dalla quale secondo la storia proviene l’antica arte del karate giapponese.
“Ran muoviti dai! I posti son solo da due poi non riusciam a stare insieme!” urlò l’amica attirando molto l’attenzione, sparendo poi dentro uno dei tre bus.
“Dai Conan-kun andiamo anche noi” disse invece Ran porgendo la mano al fratellino, creando quel contatto che solo il giorno prima aveva tanto invidiato a quello sbruffone.
Quando finalmente Ran raggiunse Sonoko, che si era messa quasi infondo sicuramente per rimanere più vicina ai ragazzi, si sedette accanto a lei e fece sedere sulle sue gambe Conan creandogli un leggero imbarazzo.
Solo a quel punto lui realizzò che i posti in fondo erano di due a due, ovvero di fronte a loro c’erano voltate altre due persone dove, stranamente, non poteva non esserci Hiroshi con un'altra compagna di classe di cui Shinichi non ricorda neanche più il nome.
Ecco mi pareva strano che lui non ci fosse..” pensò fra sé, mostrandogli un grosso sorriso soddisfatto per via del posto in cui Ran lo aveva fatto sedere.
Anche Hiroshi lo squadrò percependo una velata rivalità che quel bambino gli lanciava con gli occhi, pensando poi di aver sicuramente frainteso la cosa. Ma dai in fondo sono fratelli!
“Finalmente eccovi qui! Ho fatto bene a tenervi i posti, chissà quanto tempo avreste ancora perso li di fuori.. eh le donne!!”
“Falla finita Hiroshi-kun, noi DONNE abbiamo molti più pensieri di voi UOMINI.. dovevamo consultarci sui vestiti, sui luoghi da vedere, sulla disposizione delle camere, per di più dovevamo anche informarci se questo moccioso poteva aggregarsi a noi” disse Sonoko fissando Conan a mo di sfida per via dell’affronto subito qualche minuto prima “E poi non dimentichiamoci che noi DONNE sapevamo già che voi UOMINI ci avreste tenuto il posto, perciò concludo dicendo che siamo molto più intelligenti di voi”
“Eddai Sonoko-chan, non guardare Conan in quel modo.. spaventi pure me delle volte” aggiunse Ran impacciata, realmente spaventata dall’amica infuriata per motivi sconosciuti.
“Ma infatti lui che ci fa qui?” domandò curioso Hiroshi.
“Aveva paura di rimanere da solo dopo quelle voci che girano sullo stalker.. Effettivamente l’ultima molestia risale solo ad una settimana fa se ci pensate!”
Sonoko continuò la sua battaglia contro Conan “Ma smettila, lui non si vuole separare da te! Si sa che questo malato di mente aggredisce solo le ragazze carine, di lui non se ne farebbe niente”
“Allora Sonoko-san puoi stare tranquilla anche tu” disse sottovoce il bambino, non tanto però da non farsi sentire dai presenti. Gli occhi di Sonoko si infuocarono all’istante, se solo Hiroshi non l’avesse interrotta lo avrebbe preso a pugni in testa.
“Ran-chan Sonoko ha ragione, non ho mai sentito parlare di attacchi a bambini o altro. Solo negli istituti superiori ci sono stati dei suoi avvistamenti”
“Ad ogni modo sono più contenta anche io che lui sia qui con me” concluse la ragazza stringendo una mano a Conan facendolo sussultare. Nonostante non sapesse la sua vera identità lei era sempre così carina con lui, tanto da convincerlo che al di là delle apparenze il suo cuore sapesse già che in realtà quel bambino era il suo Shinichi. Aveva una specie di sesto senso.
Conan si strinse ancora di più a lei, felice, ascoltando di tanto in tanto i discorsi poco rilevanti che si scambiarono tutti e quattro non accorgendosi che ormai l’aeroporto era vicino. La vacanza stava ufficialmente per avere inizio!
 
 
 
To be continued…
 
 
 
Ciao a tutti lettori! Ecco questo è il primo commento che lascio, innanzitutto vorrei ringraziare ExecutionKla e Venusx per i complimenti e vorrei rassicurarle, vedrete che il gurzo saprà come comportarsi!! E poi io sono pur sempre una ShinxRan non mi smentirei mai ;)

Grazie anche a Shinichi e Ran amore , spero di non deludervi con questo capitolo! Alla prossima!                                               xoxo

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. L'inizio dei pensieri ***


Capitolo 3: L’inizio dei pensieri
 

 
 
Dei timidi raggi di sole squarciavano le candide nuvole mostrando così ai più curiosi il panorama sottostante, carico di colori e di sfaccettature impossibili da cogliere se non da quella prospettiva.
Il viaggio era durato veramente poco: un po’ per la novità dell’aereo, un po’ per scegliere la colazione insieme alle hostess e un po’ per litigarsi i posti, ma a molti pareva di esser saliti da appena cinque minuti mentre invece si trovavano già nella manovra di atterraggio.. Nonostante tutte le raccomandazioni degli insegnanti l’interno dell’aereo vacillava nel caos più totale e dell’attenzione non ce n’era neanche l’ombra.
“Insomma ragazzi volete darvi una calmata? Non fate come gli anni scorsi che appena raggiunta la destinazione diventate un branco di bestie indomabili!” disse scherzosamente (o forse no?) una delle insegnanti rivolgendosi alle tre diverse sezioni di studenti.
Sonoko dedicò un attimo di attenzione a quell’insegnante per poi tornare a parlare tranquillamente dei suoi discorsi precedentemente interrotti.
“Cos’andiamo a visitare per prima? Il centro? I negozi? Quell’acquario famoso di cui parlavamo?  Le spiagge caraibiche? A proposito ho portato due costumini che farebbero proprio al caso nostro!!” finì sognante con gli occhi quasi a cuoricino, fissando un punto non ben definito del soffitto dell’aereo.
“Io per il vero vorrei dedicare questa prima giornata interamente alla città, voglio vedere il tempio di Shuri, leggere nei minimi dettagli la storia dei più importanti monaci zen e della nascita del karate, consultare le scritture riguardanti la seconda guerra mondiale,..” iniziò Ran prima di essere interrotta a sua volta dallo sguardo assente dell’amica seduta alla sua sinistra “Ok, non hai capito nulla di quello che stavo dicendo come non detto!” sorrise, osservando poi di sottecchi Conan che a differenza della prima sedeva proprio alla sua destra dal lato del finestrino, completamente preso dal panorama sottostante.
“Ma come fai ad interessarti solo ed esclusivamente a queste cose? Siamo in gita e abbiamo due giorni a disposizione da giostrarci come meglio crediamo, e tu pensi alla storia?” continuò Sonoko incredula “Sai quanti ragazzi potremmo conoscere in spiaggia?”
In quello stesso momento Conan abbandonò i suoi pensieri e si voltò verso Sonoko mostrando un espressione completamente rassegnata, possibile che in ogni cosa riusciva a far centrare i ragazzi??
“Ma smettila Sonoko-chan! Innanzitutto il tuo costume prima di esser messo in discussione dev’essere approvato!” disse nuovamente ridendo “E poi credo che in due giorni almeno uno è del tutto lecito dedicarlo alla visita della città, altrimenti quando torno a casa e papà mi chiede cos’ho visto? E quando i tuoi ti chiederanno di raccontargli com’è andata la gita? Vedi sono una ragazza previdente”
“Hai ragione, anche se ti definirei più noiosa che previdente! Noiosa ma saggia” scherzò nuovamente Sonoko dando all’amica una sgomitata leggera sorridendole “Perfetto soldati, ora allacciate bene le cinture, rilassatevi, atterriamo con nonchalance, ci sorbiamo due minuti la predica degli insegnanti su orari posti e robe varie.. poi dritti a prender le valigie e di corsa verso il centro! Ora rompete le righe!” disse infine quasi urlando, presa momentaneamente dalla scena drammatica che voleva impersonare per poi ricomporsi.
D'altronde anche se Ran le avesse detto che voleva passare la giornata chiusa alla pensione dove avrebbero dormito l’avrebbe seguita comunque, tutto ciò che voleva era che l’amica con quella gita staccasse un po’ la testa da quei pensieri che la tormentavano ogni giorno da quando lui era partito. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per vederla spensierata e felice.
 
*   *   *
 
“Vieni Ran-san!! Ho trovato un ufficio che ha gli armadietti come poggia bagagli!!” disse sbracciando all’impazzata Sonoko non curante della gente a lei vicina che, guardandola, farfugliava qualcosa sghignazzando “Ei voi che avete da ridere? Mai vista una ragazza atletica?” finì mettendosi in posa fiera.
Ran la seguì esausta, non ne potevano più di portarsi dietro tutti quei bagagli! Per fortuna che Conan aveva preso uno semplice zainetto con un ricambio e basta, il minimo indispensabile.
Una volta appoggiati i bagagli diedero il via alla vacanza vera e propria, stiracchiandosi le braccia verso il cielo, libere, felici e senza pensieri.
“Prima tappa tempio Shuri!”
“Che entusiasmo Sonoko-san, non credevo che la prendessi così bene questa visita inaspettata”
Scherzò Ran guardandola stupita sul serio.
“Be, se il tempio è così importante come dici.. ti immagini quanta gente ci sarà a visitarlo? Quanti ragazzi potrebbero esserci? D'altronde quello che succede in gita.. rimane in gita!” disse lei abbozzando una risata malefica alla Goro in pieno stile con tanto di lingua sporgente.
Conan digrignò i denti quasi nauseato, adesso stava veramente esagerando! “Se continui a ridere a quel modo verrai subito cacciata dalla sicurezza” abbozzò lui stuzzicandola facendola nuovamente infuriare, al punto tale che dalla sua testa partivano vere e proprie fiamme.
Ran godendosi quella scena così assurda non badò quasi a quella risposta, nel profondo sapeva che l’amica era li solo per lei e glie ne fu veramente grata.
 
*   *   *
 
Il pomeriggio era trascorso nel migliore dei modi: avevano visitato tutto quello che la città aveva da offrirgli, mangiato negli stand lungo la strada, scherzato e parlato a lungo, quasi come se quella gita fosse una scusa per passare una giornata per bene tra amiche. Anche Conan dovette ammettere che a volte Sonoko si dimostrava proprio una grande amica, le piaceva com’era con Ran, gli piaceva vederla ridere e soprattutto.. gli piaceva il fatto che Hiroshi non si fosse fatto vivo per tutta la giornata.
Dopo la lunga cena presso quel tempio/pensione in mezzo alla foresta finalmente si poterono godere un lungo bagno rilassante presso le terme all’interno della struttura stessa per poi dirigersi verso le stanze, prudentemente suddivise in due dormitori, uno con i maschi e uno con le femmine.
La stanza dove si trovavano Ran e Sonoko comprendeva altre quattro ragazze: la famosa Misao ideatrice della prova di paura che presto le avrebbe attese, Aiko una ragazza prevalentemente timida e di poche parole, Akane a sua volta molto bella e provocante, molto tendente ai comportamenti di Sonoko ed infine Yukino, una ragazza semplicissima ed estremamente simpatica, in classe loro sei avevano formato proprio un bel gruppetto. Oltre a loro ovviamente faceva capolinea anche Conan che aveva ottenuto il permesso di dormire assieme a Ran vista la sua dolce età; sin dal principio era convinto che avrebbe voluto passare più tempo possibile insieme alla sua ‘sorellina’ ma se ne sarebbe presto pentito.
“E adesso ragazze direi che è il momento di parlare un po’ di noi!” iniziò Yukino quasi ingenuamente “A scuola non facciamo altro che parlare di compiti, verifiche e interrogazioni, non abbiamo neanche il tempo di uscire a prenderci un gelato per parlare in santa pace” concluse sedendosi sul suo letto mentre le altre fecero altrettanto.
“L’ultimo anno ci sta tressando, io devo ringraziare sul serio Tashiro che ogni tanto mi fa staccare da tutto” disse Akane facendo strane allusioni.
“Eggià tu hai il tuo Tashiro.. Eh Akane-chan? Devi dirci niente a riguardo?” dissero quasi tutte all’unisono tranne Ran e Aiko che con la loro ingenuità  non avevano colto la nota ammiccante.
“Uscite spesso tu e Tashiro?” chiese poi Ran ancora con la sua beata innocenza. Anche Conan in quel momento la guardò quasi vergognandosi, ma davvero non aveva capito? A volte lei riusciva davvero a sembrare fin troppo innocente per la sua età ma a lui non dispiaceva affatto.
“Ran ma dici sul serio? Io ho già perso la verginità con lui” aggiunse Akane tutta soddisfatta, creando un “EEEHHH??” generale all’interno della stanza.
Ran sgranò gli occhi e si fece sfuggire un “Nooo!!” portandosi poi le mani alla bocca per zittirsi. Akane era la prima ed unica ad aver raggiunto un passo così importante all’interno del loro gruppetto.
“Allora com’è stato? Dai racconta!!!” continuarono le altre tutte assieme, chi sognando e chi fantasticando ad occhi aperti.
“Be.. Diciamo che mi aspettavo qualcosa di più forse, alla fine siamo stati molto paonazzi e le prime volte non è stato come ce lo immaginavamo. I film spesso ti creano un’idea totalmente sbagliata sul sesso, dev’essere graduale e senza dubbio devi avere la persona che più ami al mondo di fronte a te. Non avrei potuto immaginarmi con nessun altro all’infuori di lui, già da prima sapevo che era quello giusto” continuò Akane totalmente presa dai suoi racconti, creando un atmosfera di fantasticherie generali nelle compagne di stanza.
Conan avvampò improvvisamente ascoltando certi discorsi, non che non ci avesse mai pensato ma.. così senza preavviso era un discorso troppo intimo da sopportare. Cercò quasi di disconnettere il cervello mentre quelle continuavano a parlare senza nessun freno inibitorio.
“Non sai che fortuna che hai avuto!”
“Ti invidio!”
“Anche a me piacerebbe innamorarmi a tal punto!”
“Io ancora devo incontrare la persona giusta figuriamoci!”
Queste furono solo alcune delle frasi che volarono all’interno di quella stanza tra domande e affermazioni varie, fino a che Akane non interruppe il tutto “Come mai Ran e Aiko stanno zitte?” disse quasi sogghignando perfidamente.
Entrambe furono prese in contropiede, erano dei discorsi che realmente non avevano neppure mai considerato. Diventarono in meno di mezzo secondo completamente rosse dall’imbarazzo senza proferir parola, dando così occasione alle amiche di fare battutine.
“Tu Ran se non sbaglio stai ancora con Shinichi vero?” chiese sempre Akane non capendo che andava a colpire un tasto dolente. Sonoko in quello stesso momento si rabbuiò per l’amica.
Conan si stiepidì tutto d’un tratto per poi voltarsi curioso verso Ran, per vedere le sue reazioni a quella domanda così delicata a loro insaputa.
Ran contro ogni prognostico sorrise e rispose debolmente “Non lo so” lasciando un vuoto enorme dentro Conan che altro non era che Shinichi. “A parte che noi non ci siamo mai messi insieme perché lui non me lo ha mai chiesto, e poi è da tantissimo tempo che non si fa vivo. Sembra quasi che ogni volta che lo sento poi dovrò aspettare sempre di più, come se lui si stesse abituando alla mia assenza.. E io a dirla tutta non so cosa prova realmente nei miei confronti, perciò non lo so” concluse con una nota di amarezza abbassando il viso.
“Per come la vedo io lui ai tempi di scuola ti amava sul serio” disse Yukino dandole speranza “Vedevo come ti guardava appena ti muovevi, bastava anche solo che ti spostavi una ciocca per attirare la sua attenzione”
“E’ vero, fantasticavamo tutti si di voi!” continuò Aiko accortasi della situazione di debolezza dell’amica. Sonoko continuò a guardare Ran sofferente senza aggiungere una parola, le dispiaceva veramente un sacco che fosse uscito un argomento così scomodo.
“Peròòò…” disse poi Yukino alzando l’indice verso l’alto “da poco tempo è arrivato un ragazzo che vuole sostituirlo in tutto e per tutto!!”
Conan a quella frase si rabbuiò nuovamente, temendo di sapere già dove voleva arrivare.
“Hiroshi!!” concluse infine sorridendo a più non posso.
Ran divenne in primo luogo rossa da far invidia ad un pomodoro, poi ribatté un po’ intimidita “Ma non è vero, io e Hiroshi siamo solo amici! Non mi guarda assolutamente in quel modo”
“Sveglia Ran! Hiroshi è cotto di te, si comporta esattamente come faceva Shinichi prima di sparire apri gli occhi!” aggiunse poi Akane facendo quasi la saputella della situazione.
Ran riprese il suo colorito rosso pomodoro ed abbassò di nuovo la testa mentre Conan continuava a fissarla non sapendo cosa pensare, cosa fare, come fare per non farle nemmeno prendere in considerazione l’opzione di affezionarsi ad Hiroshi.
 
Lei è mia…
 
“Davvero Ran non la prendere a male, ma Hiroshi è cotto, valuta bene tra uno che è li per te e uno che è sparito più di un anno fa..” concluse infine Yukino lasciando Ran tra i pensieri più strani possibili. Ma quali pensieri poi? Avrebbe mai potuto sostituire Shinichi con Hiroshi? Non ci aveva mai pensato.. ma quel ragazzo infondo, aveva anche lui un forte potere su di lei. Presto sarebbe iniziato il periodo più dubbioso della sua vita…
 

 
 
 

To be continued…
 
 
E rieccomi qui dopo un po’ di tempo eh!! Lo ammetto questo periodo è stato un po’ turbolento e non ho più aggiornato, ma eccomi ancora qui più agguerrita che mai! Vi ringrazio per i commenti positivi e spero di non aver combinato troppi errori, e tranquille dopo di questa parte inizierà finalmente la parte della prova di coraggio! A presto!
 
Xoxo  

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: La prova ***


Capitolo 4: La prova

 
 
 
TOC TOC TOC!!
All’improvviso un forte bussare fece sobbalzare le sei ragazze ancora completamente prese dai loro discorsi, solo il bambino che era con loro aveva l’aria silenziosa e sedeva immobile dietro alla figura della ‘sorella’ maggiore che ancora ascoltava i racconti di Yukino riguardanti un incontro di pallavolo tenutosi pochi giorni prima.
Conan con la mano destra stringeva un lembo della canottiera di Ran quasi a non volerla far scappare, mentre lei sentendo quel dolce tocco sentiva come un istinto di protezione verso di lui, quasi fosse indifeso.
“Ragazze siete pronte per la festa??” disse una voce da dietro alla porta non ancora identificata.
“FESTA??” chiede Sonoko alzandosi in piedi bruscamente “Ma che fate siamo tutte in pigiama delinquenti!!” finì coprendosi come poteva più per l’imbarazzo del pigiama che né del resto.
Tutte e sei avevano dei pantaloncini corti più una maglietta leggera a mezza manica, a parte Ran e Sonoko che avevano due canotte uguali comprate da quest’ultima il pomeriggio precedente.
Non fece nemmeno in tempo a focalizzare la situazione che una marea di studenti gli si riversarono in camera con una certa foga, festeggiando con fischietti e con balletti occasionali distruggendo completamente l’intimità creatasi fino a poco prima.
Aiko riuscì a contare ben trentasei persone, ma non faceva in tempo a restare in pari che poi nuovamente entravano altri ragazzi sempre festeggiando e canticchiando a squarciagola.
“Ma quanti cavolo siete? Perché venite tutti in camera nostra?” chiese Aiko con una notevole nota di imbarazzo.
Ran guardando tra la marea di studenti riuscì ad individuare Hiroshi che per tutta la giornata non era mai riuscita ad incrociare per via delle divisioni tra maschi e femmine sia a cena che alle terme.
Appena lui la vide i suoi occhi si illuminarono di quella strana luce che solo lei sapeva donarle, mostrò un enorme sorriso e la salutò alzando una mano per poi correrle incontro.
Ran alzò la mano per ricambiare ma si sentì in quello stesso momento come una strana morsa al cuore, che sentimento stava mai provando? Felicità? Timidezza? Non riusciva bene a capire, si sentiva strana.
“Ciao Ran-chan!! Finalmente riesco ad incontrarti!” disse lui realmente contento mostrando nuovamente un sorriso da togliere il fiato.
 
.. Finalmente? Mi cercavi?...
 
“Ciao Hiroshi-kun! Eggià a cena non son nemmeno riuscita a vederti, è stata una giornata davvero lunga!” rispose lei leggermente imbarazzata.
“Allora com’è andata? Cos’avete visitato? Noi siamo andati direttamente all’acquario e poi abbiam comprato una marea di souvenir, ci è passato il pomeriggio in un baleno” disse poi lui quasi urlando per via del casino che si era impadronito di quella stanza.
Tutte le amiche di Ran erano prese in conversazioni poco tranquille vedendo le loro espressioni rivolgendosi agli altri studenti, ma lei non ci fece molto caso.
“Lo sai io volevo vedere il tempio Shuri, mi sono fatta proprio una bella scorpacciata di leggende e storie riguardanti il karate, era il sogno di una vita!”
“Immaginavo, sapevo che ti saresti chiusa la dentro per tutto il pomeriggio e che ti avrei rincontrata solo in serata”
Conan in quello stesso momento sbucò da dietro la schiena di Ran con un espressione a dir poco accattivante, assottigliando gli occhi ancora in tono di sfida.
 
 
 
“Be, se non sbaglio qui da voi c’è la presidentessa.. se non ideatrice ufficiale della prova di coraggio Misao-kun!! La sottoscritta faccia un passo in avanti e si mostri al nostro cospetto per favore” disse un ragazzo recitando la parte dell’inserviente come meglio poteva “E’ giunta l’ora di dare il via alla notte di paura dell’istituto Teitan”
Misao stando al gioco fece un passò verso quest’ultimo e alzò le braccia verso l’alto mentre tutti i presenti attoniti guardavano la scena.
“Benvenuti ragazzi e ragazze, bene direi che il momento è dunque giunto! Visto che siete venuti da me, ora io vi poterò in un luogo oscuro dove l’unica via di salvezza verrà dettata dal vostro intuito! I professori sono già andati a dormire ed è qui che noi faremo la nostra mossa!” intervenì poi Misao rivolgendosi sia alle amiche che ai nuovi presenti “All’interno del bosco i miei colleghi hanno preparato un percorso che dovrà essere affrontato a coppie composte da un maschio e una femmina, questo per evitare degli spiacevoli inconvenienti legati all’intelligenza superiore di due donne messe assieme, vogliamo equilibrare la cosa” disse poi sghignazzando con tutte le ragazze li presenti smuovendo delle reazioni di disapprovazione dei ragazzi “A parte gli scherzi, queste coppie dovranno recarsi in un punto ben preciso scelto dai miei colleghi e da li gli verrà consegnato il primo indizio dal quale poi partiranno per arrivare alla soluzione. Ah dimenticavo.. Una leggenda narra che all’interno di questo bosco una coppia di innamorati abbia perso la vita tragicamente ed i loro fantasmi infestino chiunque li disturbi, da qui nasce la vera esigenza di accoppiare un uomo e una donna perchè dovranno ripercorrere i loro passi e ricostruire la loro triste storia” finì poi.
Un terrore generale si impossessò della stanza e lasciò tutti senza parole.
“F..Fa..Fantasmi hai detto?” disse Akane correndo dalle amiche che a loro volta non aprirono bocca dallo spavento.
Molti degli altri studenti fecero altrettanto ed iniziarono a dubitare sulla loro partecipazione dichiarando di essere spaventati a morte, solo pochi temerari esultavano e inveivano contro i paurosi della situazione.
Conan non poté non guardare il viso di Ran contratto dal terrore e provò un’enorme tenerezza mista a malinconia per non poter affrontare quella prova al suo fianco nelle sue vere vesti. Sarebbero stati la coppia perfetta se tutto quel casino non fosse mai successo!
 
Che rabbia…
 
“Suvvia non abbiate paura! Ci sono stati diversi avvistamenti di questi fantasmi ma non è detto che capiterà proprio a voi! Tirate fuori il carattere ed affrontate quest’ultima sfida con i vostri amici e compagni di scuola, divertitevi e fate quest’esperienza prima del diploma! Non fate i conigli!!” continuò nuovamente Misao incitando sia i suoi compagni di classe sia quelli delle altre due sezioni.
Un indecisione generale fece capolino sui loro visi, chi si guardava in faccia senza proferir parola, chi guardava verso il basso e chi fissava terrorizzato quelli che invece esultavano per questa ‘sfida’.
“Andiamo ragazzi è arrivato il momento di formare le coppie” riprese poi il ragazzo che prima aveva interpellato Misao.
Menomale se pur con molta indecisione si formarono le prime coppie e anche le amiche di Ran iniziarono a cercar il loro compagno: Akane non ci aveva messo molto a far coppia fissa con Tashiro (lui frequentava un’altra sezione e quella era sicuramente un’esperienza che non poteva lasciarsi sfuggire),  Misao sghignazzando si accoppiò con il precedente ragazzo che prima l’aveva interpellata con la scusa di scoprire chi sarebbe stato il migliore dei due, Yukino fece la conta a caso tra i ragazzi rimasti e per sua disgrazia gli capitò il più impacciato della classe, Aiko si dichiarò fuori e si infilò sotto le coperte mentre Sonoko rimase a braccia conserte accanto a Ran.
“Senti Ran-chan.. io direi di lasciar perdere visto che, 1 non posso ordinarti di distruggere quel bastardo che fa coppia con Misao, 2 non posso ordinarti di fare un colpo di karate ben assestato a Misao per aver portato avanti la sua folle idea, e 3 abbiamo entrambe il terrore dei fantasmi” bisbigliò Sonoko all’amica del cuore.
“E poi io non saprei proprio con chi..” disse Ran prima di essere interrotta da una mano tesa verso di lei “Fare coppia..” finì osservando quell’enorme sorriso rivolto a lei e a quella mano rimasta li aspettando una sua reazione.
“Ei Ran-chan.. Vuoi fare coppia con me?” chiese Hiroshi mostrando un lieve rossore sulle guancie, intimidito dalla situazione.
Anche le guance di lei iniziarono ad arrossire senza che ne capisse bene il perché.
Fu in quel momento che si distrussero molte certezze in due persone, in quel momento così delicato quanto importante, in quel momento di attesa che sembrava quasi infinito e che avrebbe potuto stabilire un allontanamento di due persone e un avvicinamento di altre. Un momento di attesa tanto stupido quanto serio.
Conan.. Shinichi.. rimase li a guardare quei due per un tempo che sembrò eterno, delle lacrime invisibili iniziarono a scorrergli sul cuore quasi avesse intuito come si sarebbero svolti i fatti.
La cosa era chiarissima: lui era innamorato di lei e a lei non gli era indifferente. Non ci voleva molto a capirlo, nemmeno per uno che di amore non ci aveva mai capito molto come il sottoscritto.
Per quanto non capirne molto non significava non amare.. L’amore che provava lui andava al di la di ogni cosa, ma la certezza che lei sarebbe rimasta li ad aspettarlo dopo più di un anno dalla sua sparizione vacillò in mezzo secondo. Si sentì morire, finalmente appurò che la stava realmente perdendo. Quello era l’incubo in cui non voleva credere, che cercava di scacciare dalla sua testa ogni volta che ci pensava, lei non poteva abbandonarlo, lui non ce l’avrebbe fatta.
“Va bene Hiroshi-kun! Ma vedi di non essermi di intralcio” scherzò poi Ran cercando di sdrammatizzare accorgendosi dell’enorme imbarazzo creatosi.
I suoi peggiori incubi divennero realtà, lei aveva accettato, avrebbe passato quell’esperienza accanto a uno che si era innamorato di lei e, per quanto stupida, quella cosa aveva realmente allontanato due persone per farne avvicinare delle altre, Shinichi lo aveva capito fin da subito.
 
 
*    *    *
 
“Bene ragazzi, ci troviamo esattamente sul punto dove troverete il primo indizio!” disse il compagno di Misao rivolgendosi ai suoi compagni di avventura “Alla vostra destra avete una cartina del bosco, a sinistra su quell’albero abbiamo appeso il primo indizio, buona fortuna a tutti!”
Il bosco fortunatamente era illuminato dalla luce della luna che ne avvolgeva tutti i contorni e ne risaltava la bellezza, donandoli un ché di spettrale visto il silenzio e la paranoia creatasi dopo aver svelato quella leggenda. In quello stesso punto si trovavano ben ventitre coppie vista l’enorme adesione alla sfida, in pochi avevano rinunciato ed erano rimasti al tempio a dormire.
Anche Sonoko aveva deciso di partecipare facendo coppia con il belloccio della loro classe Matsuo, voleva in un certo senso stare vicino a Ran.
“Ecco l’indizio!” disse Hiroshi prendendo da un ramo un dei bigliettini appesi.
 
Tutto iniziò in una sera di luna piena..
Lei, innamorata della sua luce, cercò in tutti i modi
Di poterla toccare indisturbata.
 
 
“Toccare indisturbata? Si riferisce alla luna? Come?” chiese Ran rivolgendosi ad Hiroshi che ancora scrutava quel bigliettino.
“ Be direi che è semplicissimo! Basta cercare uno specchio d’acqua dove la luna si possa riflettere” disse Hiroshi guardando fisso Ran che allo stesso tempo acconsentiva.
“Come ho fatto a non pensarci? Che stupida che sono”
“Non preoccuparti, la prossima allora te la farò indovinare a te! Sempre se vuoi mantenere vivo il pensiero di Misao, che una coppia di sole donne sarebbero state superiori a noi uomini” rispose lui scherzando e facendole l’occhiolino per poi osservare bene la cartina “Cerchiamolo sulla cartina e andiamo! Aspetta qui ce ne sono due..”
“Fa vedere..” disse lei avvicinandosi pericolosamente a lui facendolo avvampare in men che non si dica “Se la tua teoria è giusta, allora direi di andare verso nord-est verso il laghetto privo di alberi cosicché la luna possa riflettersi meglio, semplice”
“E’ vero non ci avevo pensato.. Che stupido!” aggiunse poi lui mentre lei lo prendeva in giro come per farlo sentire inferiore “Andiamo” e la prese per mano correndo dritto verso quella nuova meta.
Quel tocco.. Che strana sensazione..
 
 
*    *    *
 
 
Quella stanza sembrava così buia e vuota in confronto a poco prima. Il dolce respiro di Aiko completamente abbandonata tra le braccia di Orfeo riecheggiava per la stanza, il vento di tanto in tanto spostava la tenda della finestra lasciata socchiusa per far circolare l’aria e i raggi della luna facevano capolino attraverso la vetrata che dava sul giardino. Dormire in una situazione del genere era impossibile, la sua vita da un anno a questa parte stava cambiando troppo radicalmente.
Innanzitutto aveva perso le sembianze di Shinichi, di conseguenza aveva abbandonato tutte le sue attività, i suoi hobby, i suoi amici, tutto. Come se non bastasse si era cacciato in un guaio dalla quale iniziava a dubitare di poterne uscire, quel guaio chiamato MIB di cui non aveva notizie da diversi mesi e che, per quanto poteva saperne, potevano essere sia sulle sue tracce che su quelle delle persone a lui vicino. E adesso rischiava di perdere anche lei, Ran.. Ne capitava davvero una dietro l’altra e Conan iniziava ad accusare fin troppo quella situazione così difficile.
D'altronde era per lei che lui continuava ad indagare, a mentire, a vedere una luce in fondo al tunnel. Solo per lei, lei che voleva riabbracciare ma non con delle braccia da bambino, bensì con il suo vero corpo, voleva viversela, amarla e sposarla un giorno. Ed ora tutti quei pensieri parevano così lontani, così difficili. Pian piano tutto si stava sgretolando senza che lui potesse farci niente.
Il vuoto che sentiva non era paragonabile a nessun altro momento provato prima, ma forse quella era la piega giusta che dovevano prendere le loro vite.
Non sapeva se Shinichi sarebbe mai riuscito a tornare un giorno, e mentirle diventava sempre più difficile sotto tanti punti di vista. Rischiava sia di metterla in pericolo svelandole la sua vera identità, sia di obbligarla a rimanere legata d un bambino facendole perdere gli anni migliori della sua vita.
Chi l’avrebbe mai detto che un giorno non sarei più stato in grado di tenerla al mio fianco? Ran.. La mia amica d’infanzia, quella che rifiutavo, quella a cui facevo una marea di dispetti, quella che credevo un giorno sarebbe venuta al mio matrimonio da grande, l’amica di sempre. Chi l’avrebbe mai detto che un giorno avrei capito quanto tenessi davvero a lei e quanto ne fossi innamorato? Ran.. Non so che fare..
Continuò a rigirarsi per tutta la sera, tanto ormai sapeva che sarebbe stato impossibile dormire.
 
 

 
To be continued…
 
Ed ecco qui due capitoli uno dietro l’altro! Visto che era da tanto che non aggiornavo ho deciso di non aspettare troppo, la situazione si sta facendo interessante ci avviciniamo al momento critico! Chissà come reagirà il nostro Conan, lo scoprirete solo leggendo! A prestissimo!
 
                                                                                                                                                          xoxo

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. Imprevisti notturni ***


Capitolo 5: Imprevisti notturni

 

 
Quella sera non tirava nemmeno uno spiraglio di vento, tutto era calmo e tranquillo all’infuori della mente di Conan che vorticava a destra e sinistra senza darsi pace.
Ran, al contrario, non riusciva a spiegarsi quella strana sensazione di pace e beatitudine che l’avvolgeva. Era da tanto tempo che non riusciva a ritagliarsi un po’ di tranquillità in quella vita frenetica ed estenuante. In un certo senso la vicinanza di Hiroshi le faceva bene, davvero bene. I problemi sembravano sepolti sotto uno spesso strato dalla quale non riuscivano più a raggiungerla e il sorriso le veniva istintivamente.
Questa situazione le era abbastanza familiare, solo una persona prima di lui era riuscita a darle così tanto. Sinichi.. Ed ecco che senza accorgersene, nonostante fosse per mano insieme ad un altro ragazzo, ripensò a lui.
 
Shinichi.. chissà cosa starà facendo in questo momento. Chissà se mi ha più pensata quest’ultimo periodo, chissà quanta gente nuova avrà incontrato e chissà cosa potrebbe pensare se potesse vedermi in questo momento. Probabilmente non glie ne fregherebbe nulla.. Già. Quello stacanovista insensibile e assente, presuntuoso, egoista e traditore.
 
Ran si fermò un attimo e rivalutò quell’ultimo suo pensiero. Traditore lui? Perché la sua mente dovrebbe pensare a una cosa del genere? Poi iniziò a fissare la sua mano stretta a quella di Hiroshi: sembrava più lei la traditrice in quel momento.
No.. Non posso. Improvvisamente un brivido le scese lungo la schiena e senza nemmeno accorgersene ritirò la mano da quella di lui scatenando una scena piuttosto imbarazzante.
Hiroshi si fermò e la guardò negli occhi mentre lei cercava di abbassare la testa, non sapendo di preciso cosa dire.
“Scusami Ran-san.. Ti dava fastidio? Non ci ho pensato molto al significato che poteva avere, l’ho fatto e basta..” cercò di scusarsi lui realmente pentito, non aveva seriamente dei doppi fini nonostante lei gli piacesse eccome.
Ran alzò il viso sorridendogli, infondo sapeva che aveva seriamente esagerato.
“Hiroshi-kun perdonami, è colpa mia.. lo so che sto esagerando, non so cosa mi abbia preso”
“Non preoccuparti Ran-san, tranquilla davvero. Sono stato istintivo senza pensarci due volte”.
Ran rimase in un primo momento impietrita davanti a lui, non riusciva a spiegarsi il perché dalla pace più totale era passata ad una indecisione sorprendente. Il brivido di prima tornò a farsi sentire e non riuscì a passare inosservata, era evidente che qualcosa non andava.
Hiroshi continuò a guardarla con due occhi che, uniti al leggero bagliore della luna, riuscivano a brillare neanche fossero due vere stelle. Il suo sguardo trasmetteva tutto quello che lei aveva tanto cercato in qualcun altro: serenità, fiducia, sicurezza, felicità, passione.. Tutto.
Lei rimase ancora una volta ferma ammaliata non riuscendo più a capire che diavolo le stava accadendo finché lui, con un sorriso ingenuo e un leggero imbarazzo, le allungò una mano fino a poterle accarezzare il viso con il palmo.
“Ran-san ascolta.. Credo che questo sia uno di quei momenti in cui va colto l’attimo. Credimi non voglio farti nessuna fretta e non voglio nemmeno essere invasivo” proferì mentre le labbra iniziarono lentamente a seccarsi dalla tensione. In quello stesso momento una leggera brezza scompigliò i capelli di lei e lui no riuscì a non farsi trasportare dall’emozione: gli piaceva anche il suo semplice modo di spostarsi le ciocche dietro alle orecchie con l’intendo di domarle.
“Ascolta Ran-san..Io…” le palpitazioni aumentarono “Ho bisogno di.. dirti una cosa”
Ran nel profondo sapeva già cosa stava succedendo e in vita sua giurò di non essersi mai ritrovata in una situazione del genere prima, la confusione le annebbiò la mente e una sorta di terrore si impossessò di lei. Terrore della novità, terrore di sbagliare, terrore di non sapere cosa volesse veramente il suo cuore.
“Hiroshi-kun…” sussurrò in preda al panico deglutendo quel poco che le rimaneva della saliva.
“Lo so che non è il momento giusto per te, lo so che hai in sospeso qualcosa..” le palpitazioni continuarono ad aumentare e le labbra quasi si impastavano dalla tensione “Ma devi sapere che tu mi piaci. Mi piace vederti assorta tra i banchi di scuola, mi piace riaccompagnarti a casa dopo le lezioni, mi piace poterti salutare la sera e darti il buongiorno alla mattina, mi piace come sorridi, mi piace il tuo profumo,e credimi potrei continuare ancora per molto” disse poi infine tutto d’un fiato cambiando completamente colore ma sempre sicuro di sé.
L’oscurità della notte in qualche modo contribuì nel render magico quel momento. Il paesaggio che li circondava sembrava come se donasse loro la privacy e l’atmosfera di cui avevano bisogno. Il suono dei grilli accompagnò quel momento di silenzio tra i due, l’uno di fronte all’altra a guardarsi negli occhi senza proferir parola. Improvvisamente Ran prese fiato cercando di capire come poter formulare una semplice risposta, non riuscendoci minimamente.
Quello che provava lei in quel momento era una cosa che non aveva nessun filo logico, niente l’avrebbe mai potuta preparare ad affrontare un momento del genere. Dopo tantissimo tempo si sentì sprofondare in un universo di emozioni sconosciute, colpevole solo di provarle con una persona che non era lui.. Shinichi.
Ed eccolo di nuovo quel pensiero che non usciva mai dalla sua testa, anche in un momento del genere. Possibile che mi debba venire in mente in un momento come questo?
“Ascoltami Ran-san, non ti sto dicendo questo perché voglio una risposta, ci tenevo solo a dirti ciò che provo” continuò lui resosi conto della situazione di confusione creatasi in lei. Era sempre la stessa storia, continuava ad essere un libro aperto per chiunque tant’era difficile per lei nascondere le proprie emozioni.
Ran si portò nuovamente una delle sue ciocche ribelli dietro all’orecchio e, schiarendosi la voce, si risvegliò dai suoi pensieri “Scusami Hiroshi-kun.. Non ti nascondo che mi abbia fatto piacere la tua dichiarazione”…cercò nuovamente di scegliere le parole giuste “E’ che non so nemmeno io cosa mi frulli in testa, sono in confusione totale..”
Hiroshi a quel punto le sorrise di nuovo “Immaginavo una situazione del genere, ma come ti ho già detto non voglio che tu mi risponda su cosa provi per me. Prendila con tranquillità e schiarisciti le idee! Nel frattempo posso continuare ad essere il tuo compagno di squadra milady?” finì scherzando e porgendole nuovamente la mano “Credimi farti fretta è proprio quello che non voglio. Fidati di me”.
Ran sorrise e questa volta accettò più serena di dargli la mano. A quel tocco si sentì nuovamente irrigidire, riusciva sul serio a trasmettergli una sensazione a lei sconosciuta fino a quel momento.
 
Sconosciuta? Sicura?
 
“Va bene, a patto che la mia presenza non ti disturbi troppo per le indagini. Sai voglio come minimo arrivare sul podio” disse tornando spensierata e felice come poco prima. Felice di non dover dare immediatamente una risposta ai suoi dubbi, di non dover giustificare subito a se stessa quello che stava facendo e quello che stava provando.
“Affare fatto. Su adesso muoviamoci!” Finì Hiroshi mentre tentò di fare il primo passo prima di essere anticipato da un urlo mostruoso.
“AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!!!”
Adesso non fu solo Ran ad essere impietrita, anche Hiroshi dovette fermarsi e ragionare prima di formulare una qualsiasi reazione. Era difficile capire bene da che parte potesse provenire un urlo nel bel mezzo di quel bosco, di notte, sapendo che quasi una trentina di ragazzi si aggiravano sparsi proprio come loro. Il vento in quello stesso momento si alzò improvvisamente trasportando con se un odore inconfondibile per chiunque, amaro e pungente: odore di sangue.
“Hiroshi-kun hai sentito anche tu?” chiese lei rabbrividendo.
“Ho paura di si.. Dev’essere successo qualcosa non molto distante da noi” disse lui cercando di fare il più serio e coraggioso possibile.
Qualcosa non andava e a quel puntò diventò palese per entrambi, il terrore provato poco prima non era nemmeno lontanamente paragonabile a quello che stavano provando in quel momento.
Le gambe divennero come cortecce d’albero fisse e ben salde a terra mentre un leggero tremolio le percuoteva, nel profondo sperarono di essersi sbagliati e di aver completamente frainteso la situazione. Non poteva essere vero, non in una serata del genere, non tra di loro.
“Forza Ran andiamo a vedere” disse poi Hiroshi ripresosi dalla paralisi temporanea.
“Ho paura di scoprire qualcosa che non vorrei vedere”
“Finché non andiamo non lo sapremo mai. Su forza grandissima combattente di karate senza macchia e senza paura, in marcia!!” disse lui poi strattonandola e correndo verso la direzione dalla quale proveniva poco fa l’urlo straziante. Nel giro di pochi secondi sembrava che lo spavento fosse completamente sparito, a differenza di lei che ancora faticava a respirare regolarmente.
 
 
*   *   *   *
 
 
Conan si rigirò su sé stesso come faceva ormai da due ore senza trovare il benché minimo sollievo.
Quella probabilmente fu una delle serate peggiori della sua vita: impotente, pensieroso, spaventato e rabbioso. Il pensiero che tra lui e Ran si sarebbe potuto infiltrare una persona esterna non gli era mai passata nemmeno nell’anticamera del cervello, preso com’era a risolvere i suoi casi e a condurre quella nuova vita nei panni di un bambino di sette anni. Un bambino? Be certo l’aspetto non lasciava intendere diversamente, ma la sua testa non apparteneva minimamente al corpo nel quale era rinchiuso. E faceva male, un male cane. Rendersi conto che presto avrebbe perso una delle poche ragioni per cui tuttora lottava, la persona che più desiderava al mondo, l’amica di infanzia che non sarebbe potuta esser sostituita da nessuno, quella con cui ormai conviveva da quasi due anni. In quel momento si rese conto di trovarsi di fronte ad una scelta: teneva davvero così tanto a lei al punto di cedere e svuotare il sacco pur di tenerla accanto a se o, al contrario, era meglio lasciar correre pur di volerla sapere salva? Conan, o meglio… Shinichi sarebbe stato in grado di vederla tra le braccia di un altro ma al sicuro? Questi pensieri gli facevano quasi accapponare la pelle, non ci voleva nemmeno pensare! I suoi dubbi sicuramente lo avrebbero crogiolato lentamente, non ne poteva più di rigirarsi ed innervosirsi ogni minuto di più. Quella sarebbe stata sicuramente una lunghissima nottata senza riposo, si era ormai convinto che anche se fosse riuscito a prender sonno avrebbe fatto degli incubi mostruosi.
Cosa devo fare? Qual è la scelta giusta da fare?..
 
AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!!!
 
Conan si tirò su a sedere senza nemmeno pensarci due volte. Quell’urlo flebile gli aveva fatto venire uno strano presentimento, e quando il suo intuito diceva una cosa era quella: doveva andare a vedere immediatamente. Senza neanche pensarci su si alzò in piedi, infilò le scarpe e corse fuori passando dall’enorme finestra che dava proprio verso il bosco, non preoccupandosi minimamente di non far rumore per la povera Aiko che dormiva beata poco distante da lui. Passò tutto in secondo piano tranne lei, Ran. Ti prego dimmi che lei sta bene, ti prego!
Corse con tutta l’energia che aveva in corpo ma era difficile stabilire bene quale direzione imboccare. L’urlo che aveva sentito poco prima era piuttosto distante dall’albergo e a malapena era stato in grado di sentirlo, figuriamoci come faceva a distinguere in un batter d’occhio da dove poteva provenire. Fidandosi del suo solo istinto corse senza mai guardarsi indietro, sicuro che la dove stava andando ci sarebbe stato bisogno del suo aiuto.
 
 
*   *   *   *
 
“O mio Dio!!!!” Urlò Ran portandosi le mani al viso e coprendosi gli occhi come poteva, non ci voleva credere, non ci POTEVA credere.
Di fronte a lei giaceva un corpo senza vita di una ragazza dell’altra classe, aveva fatto appena in tempo a vederla poco prima in camera sua, quasi non si ricordava bene nemmeno i suoi lineamenti.
E adesso vederla li e studiarla da morta era una cosa alla quale non poteva resistere, le faceva troppa rabbia e tristezza. Velocemente delle lacrime le solcarono il viso e si dileguarono copiose lungo i suoi zigomi, facendo strada a quelle che poi le avrebbero seguite.
Hiroshi a sua volta rimase impietrito nuovamente. Sbarrò gli occhi e tentò di ricordare il nome di quella povera ragazza che fino a poco prima era con loro in camera a ridere e scherzare. Fu una cosa inconcepibile per lui. Non aveva mai visto un cadavere prima, ma la posizione di quest’ultimo lasciava presagire che c’era qualcosa di molto inquietante sotto. La gonna sollevata e il viso quasi adiacente al bordo dell’acqua del lago, con un enorme squarcio all’altezza dell’addome dalla quale era fuoriuscito un elevata quantità di sangue e diversi ematomi qua e la, specialmente nelle gambe. Istintivamente abbracciò Ran con fare protettivo e portò il viso di lei verso il suo petto, quasi a volerle nascondere quell’orrenda visione. Questa prova di coraggio si stava trasformando in un vero incubo.

 

 
 

 

To be continued….
Ed eccomi di nuovo qui a continuare questa storia! Ad essere sincera questo capitolo ho cercato di renderlo più ‘leggero’, mi rendo conto che a volte mi soffermo troppo sui dettagli e la storia potrebbe risultare lenta! Spero che non si noti la differenza, e spero anche di non aver fatto troppi errori. Molte cose, come i suffissi, faccio fatica a farmeli entrare in testa :D
A prestissimo!!  
                                                                                                                                            xoxo

 
 

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