The heart is what you make it di JustABitchOnAStroll (/viewuser.php?uid=181594)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First encounter ***
Capitolo 2: *** Discoveries ***
Capitolo 3: *** An Arrancar's lessons ***
Capitolo 4: *** First memory ***
Capitolo 5: *** Ordinary day in Las Noches ***
Capitolo 6: *** Asking Nnoitra for answers ***
Capitolo 7: *** Immanent God Blues ***
Capitolo 8: *** The little-big kiss ***
Capitolo 1 *** First encounter ***
Prologue
- Kasai! Aspettami porca di quella miseria! -
Mi fermai, girandomi per aspettare la mia amica - Non credevo venissi
Ayase. Sei stata a casa per quattro giorni con la febbre... Pensavo
saresti tornata direttamente settimana prossima - feci, riprendendo a
camminare non appena mi arrivò vicino.
- Nah, non sto poi così male dai. E poi ti devo rompere le palle
- ridacchiò - E poi avevo anche promesso a Tatsuki che sarei
andata a farle da supporto morale agli allenamenti! -
- Ah, capito... - feci una pausa - Io questo pomeriggio sono stata
obbligata da mia sorella ad andare a fare tutte le sue commissioni dato
che lei ha un appuntamento col suo ragazzo... Non hai idea della gioia
che sto provando in questo momento -
- Immagino - replicò semplicemente.
A metà del tragitto incrociammo uno del nostro gruppo di amici -
Ehilà Ichigo! - esclamò Ayase, correndogli in contro e
cominciando a tempestarlo di domande.
- Mio Dio, lascialo respirare baka! - ridacchiai, aggregandomi anche io
- Non puoi bombardarlo così quando si è appena svegliato!
Lo sai che perchè il suo cervello ritorni a funzionare a regime
più o meno normale gli ci vogliono ore... Ah no, non è
vero! Non ragiona mai normalmente... - conclusi con una faccia
sconsolata, per poi dare una pacca amichevole sulla spalla di Ichigo.
- Ah ah ah. Silenzio tappa! - ghignò
- Sono solo cinque centimetri più bassa di te! Non sono tappa! -
lo fulminai - Ma tanto lo dici solo perchè non hai un modo
migliore per farmi pagare la battuta di prima - ghignai a mia volta.
- Ci ha preso Ichigo - annuì Ayase - Ti conviene ammetterlo prima che cominci a sbattertelo in faccia - rise.
- Sì, sì, come volete. - scosse la testa - Andiamo? Non ho voglia di fare tardi -
- Ma silenzio Kurosaki! Proprio tu che vieni a scuola tre giorni sì e un mese no? -
Lui si limitò a roteare gli occhi - Anche tu non scherzi. E dire
che dovresti essere più responsabile di me visto che siete di
due anni più grandi... Bah -
- Ma questo è perchè ho una salute davvero di merda! -
feci un bel sorrisone smagliante - Lo sapete tutti e due che se
c'è qualche virus in giro io lo prendo in ogni caso - alzai le
spalle e ripresi a camminare - E comunque anche se ho diciotto anni
sono peggio di una bambina -
- Ma no, non se ne era accorto nessuno guarda! - mi risposero in coro, superandomi di corsa.
Rimasi interdetta per qualche secondo - Vi disprezzo in una maniera che non vi potete nemmeno immaginare -
La giornata passò relativamente in fretta, tra spiegazioni
più o meno noiose, finchè il tanto agoniato suono della
campanella che sanciva la fine delle lezioni non si fece sentire.
- Cavolacci Kasai... Credevo che oggi la giornata non sarebbe mai
finita. Le ultime due ore di matematica al venerdì sono una
trovata estremamante crudele... Quasi sfocia nella tortura psicologica
- tirò una testata sul banco.
- Non lo dire a me... Credo di essere entrata in coma al secondo
esercizio che abbiamo fatto su trigonometria... E non mi sono ancora
svegliata - raccattai i libri di matematica, rimettendo poi le penne
che avevo sparso per il banco al loro posto - Ora come ora voglio solo
andare a casa -
- Mi spiace di lasciarti a fare la strada da sola... Vabbè, ci sentiamo poi stasera, no? Per il fine settimana -
Annuii e presi la borsa - Ti chiamo io appena ho finito i compiti.
Adesso però ti conviene andare, lo sai che Tatsuki se sei in
ritardo se ne va da sola - ridacchiai e mi avviai fuori dalla classe,
seguita a ruota da Ayase.
- Hai ragione! Vado! Ci sentiamo! - e con ciò sparì giù per il corridoio.
Feci spallucce e mi avviai a mia volta.
Giusto un po' più lenta perchè già ero goffa di
mio, se poi mi mettevo anche a correre giù dalle scale in pieno
stile Ayase, allora era proprio come chiedere un'esecuzione molto
stupida e della quale avrebbero riso tutti.
Per molto tempo.
Uscii dalla scuola con il brutto pensiero dei compiti che mi
aspettavano quel pomeriggio ma, giusto per non cominciare subito a
studiare ( visto che non ne avevo proprio mai voglia ), decisi di
andare a prendermi un panino da qualche parte e poi andarlo a mangiare
nel parco.
- Ah, questa si che è vita! - esclamai, mettendomi comoda sulla mia panchina preferita.
Era in un'area abbastanza reclusa, che però dava su uno spiazzo
bello e verdeggiante... Sembravo un po' uno stalker: mi piaceva
guardare tutti quelli che si divertivano nel parco, ma non volevo
essere vista.
Kasai la stalker...
Dovevo inquietarmi del fatto che suonasse così bene?
Addentai il mio panino, godendomi l'arietta che c'era e il rumore delle foglie che si muovevano nel vento.
E chi si schiodava più da lì?
A quel paese i compiti! D'ora in poi avrei vissuto nel parco e sarei stata allevata dagli scoiattoli...
... Che non c'erano a Karakura, ma pace.
Diedi l'ultimo morso al panino, per poi distendermi sulla panchina con tutte le intenzioni di mettermi a dormire.
Dovevo anche avercela fatta, credo.
Ed era stata anche una bella dormita... Per lo meno finchè una
specie di boato inquietantemente fragoroso non mi fece scattare seduta
come una molla.
E chiaramente, vista la mia mira dannatamente epica, mi ritrovai a
nuotare nei cespugli che mi separavano dallo spiazzo del parco
- Ma che cazzo...? - borbottai, facendo capolino dai cespugli giusto
mentre altra gente, attirata dal rumore, si riversava nella " radura ".
- E' caduto qualcosa! - urlò qualcuno
- Speriamo che nessuno sia rimasto ferito! - parlò un altro.
Provai ad avvicinarmi alla voragine che si era aperta nel terreno,
dalla quale si levava un gran polverone - Ma... Sono due persone
lì dentro! - mi ritrovai ad esclamare, cercando di scivolare
dentro il buco per tirarli fuori.
- Ma sei pazza ragazzina?! Non c'è nessuno! Stai vedendo il fumo che si disperde! -
Guardai malissimo l'uomo che si era permesso di tenermi ferma - Semmai
è lei quello che deve andare dall'oculista! Possono essersi
fatti male! E mi molli dannazione! -
Il tizio mi lasciò andare, probabilmente profondamente offeso
dalle mie buone maniere, e riuscii ad arrivare fino al ciglio del
cratere.
- Sono venuto qui un po' di volte, quando avevo ancora la maschera...
Ma che palle, il mondo degli umani è noioso come sempre... -
arrivò una voce dal polverone che si era sollevato - C'è
così poca reishi che quasi faccio fatica a respirare -
... Eh?
- Smettila di lamentarti Yammy. Ti ho detto che ce l'avrei fatta anche da solo, ma hai insistito sul venire - un'altra voce
- Sì, sì, okay, come vuoi tu... - il proprietario della
prima voce prese a risalire il cratere, fermandosi proprio di fronte a
me.
Ma era talmente alto che probabilmente non mi vedeva nemmeno.
Deglutii mentre le persone dietro di me non sembravano nemmeno vederlo quel gigante.
- Pensate che sia stato un meteorite? - fece qualcuno alle mie spalle.
Mi girai di scatto - Ma come fate a non vederlo? - sbraitai, senza
però essere sentita da nessuno, visto il casino mostruoso che
stavano facendo tutti.
- Ma cosa volete voi? Farete meglio a smetterla di guardare, altrimenti vi risucchierò l'anima! -
Guardai il tizio... Yammy l'avevano chiamato, con occhi sgranati, prima di alzarmi e guardarlo, giusto un po' terrorizzata.
Cominciò a risucchiare aria.
O almeno, credevo stesse facendo quello... Prima di vedere le persone
dietro di me accasciarsi a terra senza più muoversi.
Caddi con tutta la grazia di cui ero capace sul mio lato B, prima che
qualcuno mi svenisse addosso e mi bloccasse col suo dolce peso.
- Gah, che schifo... Mi è rimasto un gusto orrendo in bocca -
parlò di nuovo, facendo una smorfia di totale disgusto.
- Che cosa ti aspettavi? - replicò l'altro uomo - Anime deboli come queste non possono che avere un sapore terribile. -
Era molto più piccolo dell'altro e sembrava decisamente più ragionevole.
E non sembrava minimamente colpito dal fatto che il suo compagno avesse appena ammazzato almeno una ventina di persone.
- Bah, continuavano a guardarci come se fossimo dei fenomeni da
baraccone! - si lamentò il gigante, guardandosi poi intorno.
- Non ci stavano guardando. Non potevano nemmeno vederci. -
- Lo so, ma mi rompevano le palle lo stesso! -
Cercai di liberarmi il più discretamente possibile, per non attrarre la sua attenzione.
Riuscii solamente a liberare una gamba.
- Quindi... Quanti ne dobbiamo uccidere qui, nel mondo dei viventi? -
- Solo uno. Non c'è bisogno di uccidere nessun'altro -
Yammy si lasciò scappare una risata asciutta - Questo posto brulica di esseri umani e tu vuoi ucciderne solamente uno? -
- Esattamente. Mi è stato riferito che in questo posto ci sono
solamente tre persone con abbastanza potere per anche solo tentare di
combattere contro di noi. Sarà facile trovarle. Il resto... - si
diede una veloce occhiata attorno e mi immobilizzai - ... E' solo
spazzatura. Ma sono sorpreso -
- Eh? -
- Sembra esserci un sopravvissuto -
Mi irrigidii sotto il corpo che mi teneva bloccata, imprecando a tutto spiano nella mia testa
Ma non ero io " Il sopravvissuto ".
- Che... Che cosa mi è successo? Chi... Chi sono questi? -
Sgranai gli occhi riconoscendo la voce e girai di scatto la testa verso la persona che aveva parlato.
Cosa ci faceva qui anche Tatsuki?!
Prima che potessi anche solo reagire, il gigante si era già
parato di fronte a lei - Ma guarda qua... Se il mio gonzui non ha
completamente prosciugato la tua anima allora vuol dire che hai una
buona energia spirituale! La stai solo nascondendo! Non è vero?!
E' una di loro, vero Ulquiorra?! -
L'altro sospirò - Guarda bene. La sua anima risente anche solo
della tua presenza. - guardò Tatsuki - E' spazzatura come gli
altri -
- Quindi mi stai dicendo che ha solo avuto culo a sopravvivere al mio
gonzui... Beh, la sua fortuna finisce qui! - sollevò un piede.
Sgranai gli occhi - FERMO! -
Ottenni solamente un grugnito sorpreso da parte sua e una sua occhiata
veloce, prima che il suo calcio discendesse su Tatsuki che non sembrava
avere abbastanza energia nemmeno per tentare di schivare.
Rimasi a guardare con gli occhi sgranati mentre il polverone si diradava.
...
Porca trota infame, ma quello era Chad?! L'amico di Ichigo?!
Come cazzo aveva fatto a parare quel calcio?! E che cazzo era successo al suo braccio?!
- Orihime, prendi Arisawa e andatevene da qui - fece una pausa per tornare a guardare il gigante - Qui ci penso io -
- Va bene... Ma fai attenzione Chad! - annuì e cercò di issarsi Tatsuki in spalla.
- Allora Ulquiorra! E' lui quello che volevi? -
- Yammy, dovresti seriamente impegnarti di più con il tuo
pesquisa e arrivarci da solo... No, questo è spazzatura come gli
altri -
- Bene! - ringhiò Yammy e si mosse per attaccare Chad.
L'onda d'urto che risultò dalla collisione dei loro rispettivi
attacchi causò un'esplosione abbastanza forte da liberarmi dal
cadavere dell'uomo che mi teneva bloccata e fui in grado di alzarmi,
giusto in tempo per vedere il mio amico cadere a terra, con un braccio
orribilmente ferito.
- Chad! - sentii Orihime urlare, prima che si catapultasse dal ragazzo.
- Ulquiorra! E' spazzatura anche lei, non è vero!? -
L'altro, Ulquiorra, chiuse gli occhi e, con una naturalezza inquietante, rispose - Certo, lo è. -
Trovai il coraggio di alzarmi e mettermi in mezzo.
- Col cazzo che ti faccio fare a pezzetti un altro dei miei amici,
Yammy, o come ti chiami! - tremavo peggio di una foglia, ma trovai lo
stesso la forza di guardarlo negli occhi.
Notai vagamente lo sguardo interessato di quello più piccolo,
prima che il gigante si avvicinasse, bloccando la luce del sole.
- Riesci a vedermi eh? E non hai problemi a starmi vicino! Ulquiorra! -
L'altro fece una pausa, guardandomi attentamente.
- Kasai! Scappa! E porta via Tatsuki! - fece Orihime, alzandosi a sua volta con un'espressione agguerrita.
Non registrai nemmeno quello che aveva detto.
- Ha del reiatsu. Ma c'è qualcosa che lo blocca e non riesco a
percepirlo chiaramente - incrociai il suo sguardo per qualche secondo.
- Allora provvedo io - ghignò Yammy, muovendosi per tirarmi un...
... Un indice.
Nemmeno un pugno.
Un cazzo di indice.
Mi faceva davvero sentire considerata.
- Santen Kesshun -
Uno scudo giallo si frappose tra me e l'indice della morte, bloccandolo prima che potesse farmi del male.
- G-Grazie - fu tutto quello che riuscii a dire, lanciando uno sguardo
che aveva indubbiamente dell'impanicato tra la ragazza e il gigante.
Come avremmo fatto a uscirne vive?
- Che diavolo è questa ragazza? - ringhiò Yammy.
Prima che potessi rendemi conto di cosa stesse succedendo un secondo scudo si era materializzato sul braccio mutilato di Chad...
... E lo stava rimettendo in sesto. Ad una velocita che non avrebbe dovuto essere possibile.
- Come è possibile che quel tizio sia ancora vivo? - sbuffò annoiato - Tch... -
- Che umane singolari... - sentii dire l'altro, notando che aveva una specie di sorrisetto compiaciuto.
- Tsubaki! - sentii parlare la mia amica, prima che una specie di...
Luce, non potevo descriverla in altro modo, uscisse dalle due mollette
che le tenevano i capelli lontano dagli occhi e si posizionasse tra le
sue mani - Koten Zanshun! -
Mai attacco nella storia dell'uomo fu meno efficace di quello.
- Che cazzo è stato? Era una mosca? -
...Beh... Forse...
- Tsubaki! No! -
Volevo seriamente muovermi, ma ero troppo spaventata.
Mi morsi un labbro, fino a farlo sanguinare, imponendomi di muovermi.
Yammy si avvicinò - Allora Ulquiorra... Vuoi portarla da Aizen?
Per fargli vedere questa sua strana tecnica di guarigione? -
- No Yammy, non sarà necessario... Uccidila e basta -
Con un ghigno che non prometteva niente di buono, Yammi caricò un pugno.
Non so bene che cosa mi successe in quel momento.
So solo che un momento ero con i piedi ben piantati a terra, il secondo
dopo ero appiccicata alla casacca di Yammy, con una mano che era finita
in quello che avevo creduto essere un buco sul suo petto... Ed
effettivamente lo era.
Non sapevo nemmeno come cazzo ci ero finita in quella posizione.
Ci guardammo nelle palle degli occhi per qualche secondo.
- Ehm... Hai degli occhi stupendi! -
Inarcò un sopracciglio, prima di prendermi per il collo
dell'uniforme - Ulquiorra! - si girò verso l'altro - Il reiatsu
di questa mi da fastidio. -
- L'ho sentito anche io, Yammy - chiuse gli occhi - E' strano che
un'umana possegga una tale energia spirituale... Portiamola da Aizen.
Ci sono cose che mi portano a pensare... Che questa umana non sia tale.
-
- L-Lasciatela stare! -
Rimasi zitta e muta, a penzoloni, manco fossi un sacco di patate.
- Hmpf... - con un'occhiataccia il gigante mi lanciò verso il suo compagno, per poi attaccare Orihime.
Vidi giusto la testa arancione che poteva appartenere solo a Ichigo, prima che tutto diventasse nero.
Dio santo, che morte stupida.
Però potevo anche morire in maniere molto peggiori... E anche più stupide, se possibile.
E conoscendomi, sì che era possibile.
________________________________
Oh beh... Era da un po' di tempo che volevo scrivere sul fandom di Bleach!
E finalmente ho trovato l'ispirazione per farlo!
Sono relativamente nuova in questo fandom, quindi vi prego di
perdonarmi eventuali errori, visto che a conti fatti ho scoperto Bleach
solamente questo Agosto...
Ad ogni modo, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto.
Sono certa che sia noioso, ma spero che non lo sia troppo in ogni caso.
Vabbè, alla prossima!
Ciauuu!
Alice_
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Capitolo 2 *** Discoveries ***
The heart is what you make it cap 1
- E' un gigai,
non c'è ombra di dubbio... Magari sottoporla ad una dose
costante di reiatsu potrebbe aiutare a separarla dal corpo -
- Che peccato... Pensavo di riuscire a reintegrarla tra gli arrancar di
Aizen-sama in tempi più brevi... - la persona che aveva parlato
suonava stranamente dispiaciuta - Ma poco importa! L'importante
è che sia tornata da noi. Che cosa divertente, vero? Chi avrebbe
mai detto che per tutto questo tempo avesse vissuto tra gli umani? -
- Dubito che qualcuno potesse anche solo immaginarlo, Gin-sama... Anche se devo ammettere che la cosa mi intriga -
Sentii il rumore di vetro che urtava contro vetro, in un tintinnio che
suonava stranamente sinistro - Credo che farò altri test e
prenderò dei nuovi campioni... Dopotutto ha un reiatsu
estremamente peculiare e vorrei studiarlo più a fondo - riprese
la stessa voce di prima, mentre sentivo distintamente armeggiare il suo
proprietario con qualche strano strumento.
- Come vuoi Szayel, ma per prendere quei campioni dovrai in ogni caso rimuovere il gigai, no? -
- Giusto. Ad ogni modo Gin-sama, credo di essere in ritardo per la
riunione fissata da Aizen-sama in merito allo shinigami a cui era
interessato -
- Ma certo! Non sarò io a trattenerti - replicò il secondo con un tono tutto allegro.
Osai aprire gli occhi solo quando fui assolutissimamente certa che
nella stanza non ci fosse più nessuno, per poi mettermi a sedere
e notando, con mio sommo sollievo, che ero ancora tutta in un pezzo.
Okay, bene, non ero stata rapita dagli alieni e non avevano deciso di sperimentare su di me.
Era già un inizio.
Mi guardai attorno.
Era indubbiamente un laboratorio a giudicare dall'enorme
quantità di provette e ampolle di varie fogge e dimensioni che
costellavano i ripiani appesi ad ogni parete. C'erano un paio di tavoli
nel mezzo della stanza, con sopra tutta una serie di macchinari che,
basandomi sulla mia scarsa conoscenza delle materie scientifiche in
generale, sembravano finalizzati alla misurazione di varie... Cose.
Ed era tutto bianco.
Mi passai una mano in faccia, prima di alzarmi il più
silenziosamente possibile dal letto, nel caso ci fosse stato qualcun
altro nei paraggi.
Con passo malfermo mi avviai verso la porta, per poi aprirla con il
cuore in gola, aspettandomi che qualcuno spuntasse fuori da un momento
all'altro e mi facesse prendere un infarto.
Quando non successe nulla mi convinsi a ficcare la testa in corridoio,
per poi uscire completamente e, scegliendo una direzione a caso,
cominciare a camminare senza una meta ben precisa. Magari sarei
riuscita ad uscire da quella sottospecie di labirinto e a tornare a
casa... I miei si sarebbero sicuramente preoccupati se non fossi
rincasata per cena.
E mia madre quando non aveva notizie da me per più di un paio
d'ore diventava giusto un po' ingestibile, minacciando ogni tipo di
punizione se la cosa si fosse in qualunque modo ripetuta.
Sinceramente, dopo la mia giornata di merda non avevo voglia di sorbirmi pure la sua predica sulla responsabilità.
Potevo già sentirla nella mia testa.
- Loly... Non dovremmo essere qui -
- Shh! Ce ne andiamo subito, voglio solo vedere l'umana che Ulquiorra e
Yammy hanno riportato indietro. Chissà poi che cosa avrà
di tanto speciale... -
Sentii le voci semplicemente troppo tardi e mi scontrai con qualcuno appena svoltato un angolo.
- Insomma! Guarda dove vai! - mi venne urlato in faccia.
In poche parole avevo steso una tizia.
Che dopo nemmeno una frase già mi stava irrimediabilmente sul
culo - Scusa miss. Simpatia - sibilai, ritirandomi in piedi - Non sono
io che vado in giro con la grazia di un elefante incazzato -
- Come os- Aspetta un momento... Tu sei l'umana! - si tirò su
alla velocità della luce e mi agguantò per il colletto
della maglietta - Cosa ci fai qui!? -
La cosa che mi sorprese di più fu il fatto che era riuscita a
sollevarmi - Mi sono svegliata e sono uscita a fare un giro - replicai
con tutta la calma che riuscii a raccimolare - Non sapevo di dover
rimanere in quella specie di laboratorio -
- Loly, lasciala... Non dovremmo nemmeno essere qui! -
- Sta zitta Menoly, tanto tutti sono a quella riunione. Possiamo fare
come vogliamo - replicò la ragazza corvina, con un ghigno che
non prometteva niente di buono per me stampato in faccia.
- Mi sa che invece ti conviene dare retta alla voce della ragione, cara
mia - ribattei io, rifiutandomi di sottomettermi ad una ragazzina
rompiballe - E se mi rompi la maglia giuro che te ne faccio pagare una
nuova - sibilai, rifilandole il mio migliore sguardo assassino e
costringendola a mollare la presa.
- Come osi?! - per qualche secondo mi divertii un casino nel vedere la
sua espressione oltraggiata, prima che una delle sue mani saettasse
nella mia direzione, pronta a prendermi per i capelli.
Con qualche riflesso strano riuscii a farmi mancare e, sfruttando la
sua momentanea mancanza di equilibrio, ne approfittai per tirarle uno
sgambetto con i fiocchi e i controfiocchi, facendola ruzzolare a terra.
Venne subito aiutata a rialzarsi dall'amica, Menoly, se non ricordavo male.
E io approfittai del momento per fuggire alla mia massima
velocità, notando lo sguardo assassino che mi veniva rivolto
prima da una e poi dall'altra.
Ma che cazzo avevo fatto per meritarmi tutta quella merda?!
Il mio proposito di andarmene mantenendo una certa dignità
sfumò in una maniera impressionantemente veloce non appena
sentii che Loly si stava rialzando, ringhiando peggio di un cane.
Quindi, quella che doveva essere una camminata veloce divenne nell'arco
di pochi secondi una corsa disperata per salvarmi la vita.
Avevo fatto si e no dieci metri quando, dal nulla, quelle due mi si materializzarono davanti.
Schivai le loro prese, riservandomi un tempo di si e no cinque secondi
per chiedermi come cavolacci avessero fatto a raggiungermi quando due
secondi prima erano parecchio dietro di me, e continuai a correre verso
un grande paio di porte che sembravano promettenti.
Ero quasi arrivata e stavo per buttarmi dentro la stanza in perfetto
stile pesce, quando mi sentii afferrare per i capelli e tirare
indietro, fino ad andare a sbattere contro il muro opposto, sbattendo
la testa abbastanza violentemente.
- Ma quale cazzo è il vostro problema!? - urlai, rimettendomi in piedi
- Credevi davvero che ti avremmo lasciato disturbare il sommo Aizen
mentre tiene una riunione con i suoi espada?! Sei proprio stupida,
umana - fece Loly con tono di scherno.
- Perchè tu sei tanto intelligente, gioia - la fulminai, reggendo il suo sguardo.
Il ceffone non lo vidi nemmeno arrivare, ma diamine se faceva male.
- Non paragonarti nemmeno a me! Voi mortali dovreste ritenervi
fortunati anche solo di esistere! E non provare a paragonarmi a te, noi
siamo arrancar! La classe più forte di hollow! - concluse tutta
orgogliosa, spostando uno dei suoi lunghi codini indietro, visto che
nel tirarmi lo schiaffo si era spostato.
Inarcai un sopracciglio, passandomi una mano in faccia dove mi aveva
colpito, per poi guardarla malissimo una volta che, ritratta la mano,
la trovai sporca di sangue - Arrancar? Cazzo è? Una specie di
setta satanica o quant'altro? -
Tornò a guardarmi malissimo.
Boccheggiò per qualche secondo, acquistando un preoccupante
colore rosso, ma prima che potesse esplodere, un'altra voce si
aggiunse, accompagnata dalle porte di prima che si spalancavano e si
richiudevano subito dopo - Che cazzo è sto casino!? -
Le due si zittirono con effetto immediato, allontanandosi da me.
- G-Grimmjow-sama! - squittì Menoly, prendendo un buon due passi indietro.
- Grimmjow-sama una beata minchia. - quel tizio già mi piaceva -
Chi è questa? - fece poi, posando il suo sguardo su di me,
avvicinandosi e guardandomi dall'alto verso il basso.
Osservai il mio salvatore ( Oppure nuovo assalitore, dipendeva ), deglutendo il meno rumorosamente possibile.
Aveva i capelli di un blu davvero epico, elettrico quasi, che sparavano
in tutte le direzioni quindi, o non aveva mai visto un pettine, o per
farseli così la mattina si svegliava e ficcava un dito nella
più vicina presa della corrente.
In ogni caso si era guadagnato tutta la mia stima spegnendo quelle due tizie.
CoughEderafigoCough
- E' l-l'umana che Ulquiorra e Yammy hanno riportato indietro dalla missione nel mondo dei mortali! -
- Non hanno ammazzato lo shinigami e hanno riportato una stupida femmina? Cazzo, Ulquiorra si sta davvero rammollendo... -
- Ulquiorra è quello che era al parco no? Puoi portarmi da lui?
Sembra il più ragionevole tra quelli che ho incontrato - tentai
di negoziare, accennando persino un sorriso senza curarmi della fitta
alla mascella che l'azione mi procurava.
Con un'occhiataccia Grimmjow si abbassò con fare minaccioso al
mio livello - Hai una vaga idea di con chi tu stia parlando, donna? -
- No! Non lo so! E sarebbe carino che qualcuno, al posto di farmi
sempre questa domanda, me lo spiegasse! - sbottai, troppo alterata per
aver paura per la mia vita.
- Tch... Grimmjow Jaggerjaques, Sexta Espada nell'esercito di arrancar di quel bastardo di Aizen -
- Porta rispetto Grimmjow! - urlò Loly, riprendendo lo stesso colore acceso di poco prima.
- Ma stai zitta tu - la liquidò, per poi tornare a guardarmi
male - Non ho voglia di spiegarti tutto per filo e per segno, quindi,
dato che in ogni caso Aizen voleva vederti... - prima che potessi anche
solo pensare di dire qualcosa, mi prese per la giacca e mi buttò
letteralmente nella stanza.
Rotolai per qualche metro, finendo la mia folle rotolata ai piedi di una rampa di scale e sbattendoci contro.
- Grimmjow... Era proprio necessario? -
Il mio lanciatore si limitò a tornare a sedersi in mezzo ad un gruppo di altri uomini.
- Perdonalo, non controlla la propria forza il più delle volte -
sollevai lo sguardo, fino a posarlo su un uomo seduto su un trono, con
un sorriso stranamente gentile stampato in faccia - Io sono Aizen. -
Mi rialzai, cercando di rendermi per lo meno presentabile - Uh... Potrei sapere perchè sono qui? -
Osservai con crescente apprensione mentre l'uomo si alzava lentamente dal suo trono e cominciava a scendere le scale.
- Ulquiorra aveva ragione... Sei proprio tu, Abaron - con lo stesso
sorriso gentile di poco prima mi passò una mano sotto il mento,
costringendomi ad alzare il viso.
- G-guarda che mi chiamo Kasai... - borbottai, cercando di divincolarmi il più gentilmente possibile.
- E' quello che gli shinigami ti hanno fatto credere. Vorrei che mi permettessi di aiutarti. -
Aggrottai le sopracciglia - Aiutarmi? Ma... Sto bene. E a tal
proposito, dovrei tornare a casa dalla mia famiglia - indietreggiai,
tutto d'un tratto profondamente spaventata da quel sorriso così
gentile ma allo stesso tempo terribilmente gelido.
- Permetti che ti mostri una cosa, Kasai - cominciò, alzando un
dito a livello con la mia fronte - Se poi lo desideri ti
permetterò di tornare dalla tua famiglia -
Rimasi indecisa per qualche secondo, per poi decidere che sembrava un uomo di parola e che l'avrei lasciato fare.
Fu questione di pochi attimi.
Un secondo ero tranquillamente in piedi, il momento dopo ero finita col sedere per terra.
Sgranai gli occhi fino al limite del possibile notando che di fronte a me c'era un'altra persona. E non era Aizen
Ma non era una persona qualunque, constatai, guardando il corpo
afflosciarsi a terra e cadere, con gli occhi spalancati, a terra di
fianco a me.
Smisi di respirare per qualche secondo, osservando attentamente i
tratti familiari del viso, il colore dei capelli... E il livido
violaceo sulla mascella.
- Questo è un gigai. Un corpo artificiale per permettere agli
shinigami di passare inosservati nel mondo degli umani. Questo è
stato adattato a te, anche se appartieni alla razza arrancar. Mi
dispiace che tu lo venga a sapere in questo modo incredibilmente
rude... - fece una pausa, sospirando e sembrandomi realmente
dispiaciuto - Ma ho paura che ti abbiano mentito -
Non dissi nulla per qualche tempo, limitandomi a fissare un punto fisso nel vuoto.
- ... Chi sono allora? Se non sono Kasai - mossi lentamente una mano verso il " cadavere " che giaceva di fianco a me - Chi diavolo sono? -
- Tutto a tempo debito. - mi porse una mano che, dopo qualche
esitazione, mi convinsi a prendere - Per ora vai a riposarti.
Ulquiorra, saresti così gentile da mostrarle la sua stanza? -
- Certo, Aizen-sama - con un leggero inchino il ragazzo si avvicinò - Vieni con me -
Annuii - ... Grazie -
Con un cenno del capo, Aizen si girò e tornò a sedersi
sul suo trono, dichiarando, in qualche strana maniera finita la "
riunione " che stavano avendo.
- Per di qua - fece Ulquiorra, girandosi e uscendo dalla stanza.
Mi affrettai a seguirlo e, quando fummo abbastanza lontani dagli altri, mi convinsi a parlargli - Ulquiorra? -
Mi lanciò solo un'occhiata per farmi capire che mi aveva sentito
- ... Se non sono Kasai... Come mi chiamo? - sospirai
- Abaron -
- ... E' un nome strano - fu tutto il mio commento, prima di ritornare
in muta contemplazione della situazione di merda nella quale mi ero
cacciata.
Seriamente, volevo un premio per tutto l'impegno che ci avevo messo
__________________________________________
Allora... Rieccomi qui!
Spero che come secondo capitolo vi sia piaciuto!
Vi metto anche il disegno di Abaron ( è un edit XD ) spero vi piaccia!
Beh... Credo che il capitolo sia un po' noioso, ma mano a mano che si
prosegue, la storia diventerà più movimentata...
Vabbè, ora mi dileguo!
Ciauuuu!
Alice_
PS: Grazie mille a tutti quelli che hanno letto/recensito!
Ecco l'immagine di Abaron!
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Capitolo 3 *** An Arrancar's lessons ***
The heart is what you make it cap 2
Era da qualcosa come mezz'ora che stavo imbambolata nel bagno della mia camera, davanti allo specchio.
La mia idea originale era stata quella di farmi una doccia... Ma appena
mi ero tolta la sciarpa che mi ero ritrovata addosso appena uscita dal
gigai mi ero bloccata.
C'era un buco lì.
Sollevai una mano, posando un dito sul bordo del foro, per poi provare
a tastare le pareti interne, che erano completamente nere.
Non faceva male, e non sembrava una ferita... Piuttosto pareva esserci sempre stato.
Scossi la testa, tirandomi fuori dal mio stato di trance, per poi aprire l'acqua del lavandino e sciacquarmi la faccia.
Non appena mi toccai la guancia sussultai, ritornando a guardare la mia immagine riflessa.
...Erano denti quelli che avevo sulla mandibola e all'attaccatura dei capelli?
Boccheggiai, annotando mentalmente il fatto che ero un genio per
essermene accorta solamente in quel momento, e ci passai sopra la mano,
ritraendola sibilando dopo poco.
Cazzo se erano affilati.
Con un sospirone decisi prontamente di smetterla di osservare il mio
nuovo aspetto, optando invece per aprire l'acqua della doccia e
aspettare che diventasse calda.
Quando tornai in camera trovai, distesa sul letto, quella che doveva
essere un'uniforme pulita, esattamente uguale a quella che indossavo
poco prima.
Mi guardai attorno, cercando qualcuno da ringraziare per avermela
fornita, ma la stanza era vuota come l'avevo lasciata poco prima.
Feci spallucce e cominciai a frizionarmi i capelli con l'asciugamano
che avevo preso in bagno, notando che erano parecchio più lunghi
di come li tenevo prima.
Di norma preferivo tenerli corti, siccome erano più veloci da
asciugare e da tenere in generale, ma per qualche strano motivo sentivo
che era naturale tenerli così lunghi... E in più mi
piaceva il colore, diversissimo dall'anonimo castano che erano stati
fino al giorno prima.
Trovai, accanto all'uniforme una serie di quelle che sembravano essere perline dorate.
Inquietantemente mi ritrovai a pensare subito ad un modo ben preciso di
infilarmele nei capelli e in generale ad un modo ben preciso di
raccoglierli.
Decisi di non farmi troppe domande e, dopo essermi pettinata,
procedetti a infilare i piccoli fermagli e a raccogliere in una specie
di chignon molto scompigliato la maggior parte della mia chioma, per
poi vestirmi e tornare in bagno a guardarmi allo specchio.
Beh... Era allo stesso tempo come guardare un'altra persona e guardare se stessi.
Sapevo di essere io quella ragazza, ma la parte razionale del mio cervello ancora mi diceva che non era possibile.
Insomma, suddetta parte del mio cervello ancora si chiedeva come cavolo
facessi ad essere viva con un buco di cinque/sei centimetri in pieno
petto.
Eppure lo ero.
Come ero assolutissimamente certa che Abaron fosse il mio nome.
Non appena Ulquiorra me lo aveva detto avevo capito che diceva il vero. E avevo capito che Kasai Nakamura non era e non sarebbe stato mai il mio nome.
Sfiorai di nuovo i denti che avevo in viso.
Chi erano però i miei genitori, allora?
Stando a quello che aveva detto Aizen, sapevano che non ero
umana... Allora perchè mi avevano tenuto con loro? Perchè
non mi avevano fatto tornare nel mio mondo-questo mondo-?
Il mio filone di pensieri venne bruscamente interrotto da qualcuno che bussava alla porta.
Mi sbrigai nel rimettere la sciarpa che giaceva ancora abbandonata sul
letto e aprii la porta, trovandomi faccia a faccia con Ulquiorra.
- Sono stato mandato da Aizen-sama. Ritiene che tu ti debba sentire
piuttosto spaesata e mi ha dato il compito di istruirti in merito a
tutto ciò che riguarda l'Hueco Mundo. -
Wow, dritto al punto il ragazzo eh?
- Entra pure - mi feci fa parte per farlo passare, per poi richiudere
delicatamente la porta non appena oltrepassò la soglia.
Rimase in piedi in mezzo alla stanza, guardandosi brevemente attorno senza dire nulla.
- Siediti pure, anche sul letto. -
- Posso stare in piedi - fece atono, infilando le mani nelle tasche dei
suoi hakama ( si, ne sapevo qualcosa di abbigliamento giapponese )
- Non sentirti in imbarazzo, siediti pure. - replicai io, gesticolando verso il letto e sedendomici a mia volta.
- L'imbarazzo è un concetto puramente umano. Noi hollow non
proviamo emozioni e io in primo luogo non sono in grado di sentirmi in
imbarazzo -
Inarcai le sopracciglia - Pensavo non volessi sederti perchè non mi conoscevi. Beh... Come richiesta amichevole allora? -
- Non ci sono rapporti d'amicizia tra la nostra specie - fu la sua risposta.
- ... Per favore? - tentai di nuovo, abbastanza sconcertata da quanto
mi aveva detto - Già mi immagino che tu non abbia molta voglia
di dirmi tutta quella roba, visto che la sai già... Almeno
siediti -
Sembrò pensarci su per qualche secondo - Come vuoi - acconsentì poi, sedendosi di fianco a me - Ti ringrazio -
Annuii, accennando un sorriso - Di nulla -
Approfittai di quel momento per osservarlo un minimo.
Era di carnagione praticamente bianca e due strisce verdi, con una
forma simile a quella di lacrime, gli solcavano le guance, conferendo
al suo sguardo un aria estremamente triste.
I suoi occhi però erano la cosa migliore.
Erano di un verde veramente stupendo e, in contrapposizione col suo
viso, praticamente inespressivo, sembravano riflettere in qualche modo
quello che pensava.
- Comincerò dalle basi. -
- E' l'unico modo - acconsentii io, appoggiandomi le mani in grembo e incrociando il suo sguardo - Sono tutta orecchi -
Sembrò lì per lì pronto a contestare il proverbio, quando poi lasciò perdere.
- Quando un umano muore, il suo spirito è lasciato a vagare nel mondo dei mortali e prende il nome di plus.
Queste anime possiedono la cosiddetta " catena del fato " che le
collega al proprio corpo. Se la catena si spezza comincia per essa un
processo di corrosione che culmina con la sua scomparsa, lasciando un
buco nel petto dell'anima. Così nascono gli hollow. - mi
guardò, come per accertarsi del fatto che stessi seguendo.
- ... Quindi tutte le anime sono destinate a diventare hollow? -
- No. E' compito degli shinigami compiere un rituale per mandare i plus
alla Soul Society - prima che potessi chiedere che diamine fosse la
Soul Society riprese a parlare - E' il luogo dove vivono tutti gli
shinigami e le anime. -
Annuii - Okay, fino a qui tutto chiaro -
- Ci sono principalmente tre classi di hollow. Gli hollow normali, che
si nutrono di anime umane; i gillian, che nascono come agglomerati di
hollow, quando si riuniscono perchè il nutrimento che trevano
dalle anime umane si è rivelato insufficiente e necessitano di
divorare altri hollow per sopravvivere. Sono esseri stupidi e non hanno
una vera e propria volontà; ci sono poi gli adjuchas. Sono
gillian che mantengono la propria personalità anche dopo la
trasformazione e risorgono al cannibalismo per evolversi. In questo
stadio devono continuamente cibarsi di hollow perchè, dovessero
retrocedere nella catena evolutiva non avrebbero più modo di
ritornare allo stadio di Adjuchas. Vivono nella paura della
regressione; l'ultimo stadio, il più raro e il più
potente è quello di vasto lorde. Quelli che raggiungono l'apice
dell'evoluzione non provano più la paura di retrocedere e
possono fare a meno di continuare a cibarsi di altri hollow. Gli
arrancar sono un caso a parte. Sono hollow che sono riusciti a
strapparsi la maschera e hanno forma umana, come avrai potuto notare. -
- ... Hm -
- Noi arrancar siamo numerati. I primi dieci numeri sono gli Espada. -
- Grimmjow? Ha detto di essere la sesta - commentai, guadagnandomi un
cenno soddisfatto - E tu, Ulquiorra? Sei un espada anche tu? - inclinai
la testa.
- Sono la Cuarta Espada. - fece.
- Oh... - lo guardai - Infatti sento il tuo... Reiatsu? Si chiama così? -
- Sì, si chiama così. Sembrerebbe che il tuo pesquisa sia già abbastanza sviluppato -
- Se sapessi che cosa sia un pesquisa potrei anche darti ragione... - ridacchiai
- E' l'abilità tipica degli arrancar di misurare e localizzare
reiatsu. Il fatto che tu sia riuscita a percepire il mio, che tengo
sotto controllo, è notevole, considerando che sei in questa
forma da poco -
- Oh, grazie - arrossii appena.
Dio mio, il primo complimento che mi faceva un essere di sesso maschile!
Mi stavo gasando troppo.
Andò avanti a spiegarmi tutto sugli arrancar e per quando
finì si doveva essere fatto più o meno mezzogiorno ( per
la cronaca gli arrancar avevano delle abilità davvero epiche...)
- Tra poco verrà servito il pranzo. Non abbiamo bisogno di
mangiare, ma Aizen-sama sostiene che sia importante per socializzare. -
si alzò, mettendosi le mani in tasca - Vieni, Abaron -
Mi alzai a mia volta, seguendolo fuori dalla porta e nei corridoi di
Las Noches - I corridoi sembrano tutti uguali... - feci, rivolta
più a me stessa che altro.
- E' solamente un'impressione -
- Lo so, lo so. E' quasi più monotono della mia scuola - ridacchiai.
- Scuola? - parlò, accompagnando la domanda con uno sguardo che conteneva una schintilla di curiosità.
- Cose da umani. E' il posto dove tutti i ragazzi sono costretti ad
andare e dove si rompono costantemente le palle. Dico, ti sembra
normale che una volta la mia professoressa di letteratura ci abbia dato
da imparare a memoria dei canti della Divina Commedia? - finii,
passandomi una mano in volto.
- Divina Commedia? -
Mi resi conto solo in quel momento che probabilmente non gliene fregava
proprio niente - Lascia perdere, non ti interesserebbe lo stesso. Dici
che gli umani sono solo spazzatura, no? Almeno, da quello che ho capito
nel parco - feci una pausa - Era solo una cosa che mi è venuta
in mente... Giusto per farti capire il mio tormento interiore -
ridacchiai imbarazzatissima, grattandomi la nuca e probabilmente
arrossendo per la figuraccia.
- Gli umani sono spazzatura. Tuttavia alcune delle loro creazioni non lo sono -
Mi limitai ad annuire.
- Memorizza la strada. Non ci sarò sempre io ad accompagnarti in giro -
- Ci proverò. Non ho una buona memoria, ma ci proverò -
Annuì, soddisfatto con la mia risposta, prima di entrare nelle porte di quella che doveva essere la sala da pranzo.
Non credevo di essermi mai sentita tanto osservata come quando entrai a seguito di Ulquiorra.
- Ah! Credevo di morire prima di vedere Ulquiorra con una femmina!
- sbottò Grimmjow, quasi soffocando sul boccone che aveva in
bocca dopo essere scoppiato a ridere per poi essere preso a pacche
sulla schiena da quello che aveva tutta l'aria essere un ragazzino con
un orrendo apparecchio ai denti.
Ulquiorra dal canto suo non disse niente e, dopo aver preso il cibo, si sedette da solo ad un tavolo.
Mi diressi anche io a prendere da mangiare, e poi , non conoscendo
nessun'altro abbastanza bene da intavolarci una conversazione, optai
per dirigermi verso il tavolo dove si era messa la cuarta espada - ...
Scusa, posso? -
- Come vuoi - fece, alzando per una frazione di secondo lo sguardo dal proprio cibo.
Appoggiai la mia roba sul tavolo e mi sedetti di fronte a lui - Non
conosco nessuno... Ti do troppo fastidio se, finchè non mi
integro un po', rimango con te? -
- Suppongo sia un bisogno umano. -
- Più o meno - cominciai a rimestare il contenuto nel mio piatto con la forchetta.
- Va bene. - fu tutta la sua risposta.
Mormorai un ringraziamento e procedetti a consumare il mio pasto.
Il resto della giornata passò a seguito di Ulquiorra, in perfetto stile cagnolino.
Da quello che mi aveva detto non aveva missioni e, onde evitare che mi
perdessi e qualcuno mi dovesse venire a ripescare, mi aveva portato in
giro per Las Noches, spiegandomi per filo e per segno quali stanze
erano finalizzate a cosa e dove i membri degli espada avevano i loro
alloggi, finchè non mi portò fuori.
- Credevo che qui fosse sempre notte - commentai, guardando il rossore del sole che tramontava dietro le dune.
- E' Aizen-sama. Ha creato una cupola nella quale mantiene l'illusione
del sole. - replicò, guardando anche lui nella direzione del
tramonto.
- Beh... E' bello. Mi ricorda casa... - lasciai in sospeso la frase,
prendendo a torturarmi le dita - Ma suppongo che ora questa sia casa
mia -
Lo vidi guardarmi, prima di distogliere nuovamente lo sguardo e
mettersi le mani in tasca - Il tuo posto è qui a Las Noches. A
servire Aizen-sama -
Annuii - Secondo un detto umano " La casa è dove sta il cuore "
... Io non saprei. Se quelli che credevo essere la mia famiglia mi
hanno mentito per tutto questo tempo... - sospirai - Ma vabbè,
non ti voglio annoiare con questi discorsi deprimenti. Torniamo dentro?
-
Con un mormorio d'assenso si voltò e mosse qualche passo dentro
Las Noches dicendo, a bassa voce qualcosa lungo le linee di " Dove sta
il cuore? Hm ", prima che si avviasse per il corridoio.
Mi avviai di corsa dietro di lui, per non rimanere a vagare come un'idiota per la fortezza.
___________________
Ehilà!
Sono riuscita ad aggiornare :3
Allora... Abaron si è appiccicata stile cozza ad Ulquiorra...
Povero essere, anche io mi appiccicherei ad Ulquiorra, è il
più ragionevole tra tutti :D
Ad ogni modo, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Nel prossimo cominceranno gli allenamenti della neo-arrancar!
Alla prossima!
Ciauuuu!
Alice_
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Capitolo 4 *** First memory ***
The heart is what you make it cap 4
- Buon giorno, Abaron. Spero tu ti stia trovando bene qui con noi - sorrise, congiugendo le mani in grembo.
Sollevai la testa, senza però alzarmi dal pavimento e sciogliere
l'inchino nel quale mi ero piegata al mio ingresso in stanza - Sto bene
Aizen-sama, grazie per l'interessamento -
- Alzati pure mia cara. - fece un ampio gesto con la mano e obbedii al
comando - Dimmi, come ti trovi nel tuo nuovo, anzi, vecchio, corpo? -
- Bene, ma è strano. Percepisco cose che prima non mi sognavo
neanche - feci una pausa - Per il resto è come prima. -
- Mi fa piacere sentirlo. - allargò il suo sorriso - Ho sentito che Ulquiorra sembra aver preso interesse in te -
- Non credo sia corretto dire che si è interessato a me.
Insomma, non mi sembra il tipo - commentai, distogliendo lo sguardo.
- Infatti non lo è, eppure, da quello che mi è stato
riferito andate d'accordo - appoggiò il mento su una mano.
- Beh... Parliamo. Anche se il più delle volte mi ascolta e basta - replicai, infilando di riflesso le mani in tasca.
Alla fine Ulquiorra mi aveva trasmesso quella cavolo di abitudine.
Cavolacci.
- Perfetto. Perchè avevo in programma di affidarti a lui per il
recupero delle tue abilità. A proposito, dovrebbe essere qui tra
poco -
Quasi come fosse tutto pianificato la porta della sala si aprì e
l'espada entrò in stanza, inchinandosi con un - Buon giorno,
Aizen-sama - spostò lo sguardo verso di me - Abaron -
Salutai con la mano - Ohayo*, Ulquiorra -
- Hai portato ciò che ti avevo chiesto? - fece Aizen, spostando lo sguardo su di lui.
- Certo. - mi porse un oggetto di forma allungata, avvolto in un panno bianco - Questa è tua. -
Guardai curiosamente l'involucro, prendendolo poi dalle mani di Ulquiorra e spostando di lato i lembi del panno bianco.
Rimasi giuato un poì di sasso quando capii che cos'era - E'...
E' la mia zanpakuto? - domandai, senza rivolgermi a nessuno dei due in
particolare.
Rispose Aizen - Precisamente. Ne ricordi il nome? -
Ripiegai il panno, per poi estrarre l'arma dal suo fodero - Sangre -
risposi, con una naturalezza che sorprese anche me - Si chiama Sangre -
- Molto bene - commentò Aizen, unendo le mani a livello del
petto mentre poggiava i gomiti sui bracciali del suo trono - Vedo che
anche maneggiarla ti risulta abbastanza semplice -
- Così pare. - feci, rinfoderandola e assicurandomela in vita.
- Perfetto. Bene, è tutto. Potete andare. Ulquiorra. - fece una
pausa - La affido a te. Mi raccomando, anche se so che porterai a
termine il compito egregiamente, assicurati che ritorni in grado di
combattere come quando ci ha lasciato - sorrise e, con un gesto della
mano, ci congedò.
Uscimmo in silenzio dalla stanza, rivolgendo al Re di Las Nocher un ultimo inchino.
- ... Potrei farti una domanda? -
- L'hai già fatta -
- Intendevo... Tu mi... Conoscevi, prima che " me ne andassi "? - mimai
le virgolette e aspettai una risposta, tenendo lo sguardo fisso in
avanti.
- No - rispose dopo qualche secondo - Ho solamente sentito parlare di te -
- Ah, capisco. - rimasi in silenzio per il resto del tragitto.
- Domani mattina fatti trovare all'alba fuori da Las Noches.
Cominceremò i tuoi allenamenti - proseguì spedito per il
corridoio.
Durante il tragitto verso la mia stanza, dove oramai passavo i
pomeriggi immersa nella lettura di libri che mi aveva gentilmente
prestato Szayel, riguardanti tutte le varie abilità arrancar e
non, mi sentii leggermente, e dico leggermente stalkerata.
- Ulquiorra-sama non c'è. Adesso o mai più ragazzi -
sentii sussurrare qualcuno, prima che un concitato mormorio si
sollevasse da un corridoio laterale.
- E se non ci riconosce? -
- E se ci attacca? -
Inarcai un sopracciglio ed entrai nel corridoio secondario - E se
faceste meno casino potreste anche, forse, passare inosservati -
commentai, incrociando le braccia sul petto - Chi siete? E cosa ci fate
appostati davanti alla porta di camera mia? -
Si bloccarono pressochè subito - A-Abaron-sama! -
Inarcai un sopracciglio, prima di essere spinta a viva forza in camera
mia e atterrare per puro culo sul letto - Ma che cazzo?! -
I tre chiusero subito la porta e si disposero attorno al letto,
guardandomi con facce serissime - Sei tornata - parlò il ragazzo.
Aveva i capelli di un viola molto scuro e occhi del medesimo colore, solo che di qualche tonalità più chiari.
- Ci hai lasciato qui come degli idioti, senza sapere cosa fare. -
parlò una delle ragazze, con i capelli di un rosso sgargiante e
penetranti occhi azzurri, incrociando le braccia sul petto.
- Chiedevamo solo un minimo di preavviso. E poi adesso sei tornata e
l'abbiamo scoperto solo dalle Fracciòn di Harribel-sama... -
finì la terza, che aveva i capelli di un rossiccio scuro, mentre
gli occhi erano di un rosso brillante.
Mi tirai in piedi - Guardate, io non so chi diavolo voi siate, ma fuori da camera mia! - sbottai, assottigliando lo sguardo.
- ... Allora quello che dicevano era vero... - fece il ragazzo ad una
delle due, quella con gli occhi azzurri - Non ricorda proprio niente -
- Allora presentiamoci no? - quella con gli occhi rossi si voltò
verso di me - Abaron-sama, io sono Sion Lantar... arrancar numero 45 -
Quella con i capelli rossi fece un passo avanti - Korel Asith. Arrancar numero 46 -
- Il mio nome è Lagarto Sintra - chiuse gli occhi - Arrancar numero 44 -
- E questo dovrebbe riguardarmi perchè...? - domandai,
abbastanza piccata dal modo in cui mi avevano fatto entrare in camera.
- Noi eravamo, e siamo tutt'ora, le sue Fracciòn, Abaron-sama - parlò Lagarto.
- Ma non prendetemi per il culo, solo gli espada hanno le
fracciòn. Va bene che sono nuova qui, ma almeno questo Ulquiorra
me lo ha spiegato
- Mi sa che qualcosa quell'emo l'ha anche lasciata perdere... -
sbuffò, per poi appoggiarmi una mano sulla spalla - Si fidi di
noi Abaron-sama -
- Primo non insultare Ulquiorra. Secondo, non mi toccare - scrollai la spalla per farmi lasciar stare.
- Quindi adesso te la intendi con quello lì eh? - parlò
con disgusto, storcendo il naso - E' più freddo di un
ghiacciolo, si può sapere che ci trovi!? -
- Lagarto... Porta rispetto ad Abaron-sama... - sussurrò Sion, facendo un passo avanti.
Assottigliai lo sguardo, prendendo la mano del ragazzo e togliendomela
a forza dalla spalla - Se ti da tanto fastidio, come mai non sei venuto
tu a darmi una mano?! Non
tirare dentro in questa discussione l'unico amico che mi sono fatta qui
a Las Noches. Se davvero hai una qualche forma di rispetto per me,
allora smettila, Lagarto. -
Un tono tanto freddo non credevo di averlo usato mai, in tutta la mia vita.
Fece un passo indietro, per poi rilasciare un'ondata di reiatsu piena
di rabbia, accompagnata da un ringhio e da un pugno alla parete che la
demolì, praticamente.
Spalancai la bocca con fare a dir poco indignato, ma prima che
riuscissi a dire qualcosa mi sentii mancare e caddi a terra con un urlo
di dolore, per poi svenire non appena toccai il pavimento.
La luna splendeva nel cielo senza
stelle dell'Hueco Mundo, rischiarando le dune di sabbia del deserto,
dal quale protrudevano alberi di pietra dalle forme contorte.
Non c'erano posti dove nascondersi in quella distesa di sabbia. Non
c'erano posti dove sentirsi al sicuro. Non c'erano posti dove qualcuno
non volesse ucciderti.
Si viveva nella paura del regresso. Si viveva nella paura di essere
divorati. Si viveva nel perenne terrore di non essere abbastanza forti
per sopravvivere.
Ma io sapevo volare. E la paura di perdere coscienza del mio io era da tempo storia.
Sbattei le ali energicamente, alzandomi in volo di qualche metro, per
poi intraprendere una serie di slalom tra i rami di un piccolo
boschetto di alberi di pietra, ritraendo poi le ali e atterrando
abbastanza delicatamente su una delle dune più alte.
Agitai la coda e mi guardai brevemente attorno, notando qualche piccolo hollow nascondersi sotto la sabbia dopo avermi visto.
Improvvisamente un grido disperato squarciò il silenzio tipico del deserto dello Hueco Mundo.
Era una cosa normale, non avrebbe dovuto turbarmi così tanto.
Era solamente uno dei tanti combattimenti tra adjuchas che volevano
evolversi in Vasto Lorde. Io stessa avevo preso parte a molte di quelle
lotte.
Eppure l'aveva fatto. Forse perchè si stava svolgendo proprio
sotto ai miei occhi? O forse perchè i tre adjuchas - una gazza,
una lince e una salamandra - non avevano speranze contro quell'enorme
orso. Dal suo reiatsu si poteva chairamente capire che era molto vicino
all'evoluzione in vasto lorde.
Uno dei tre era a terra. La gazza, realizzai, aguzzando un poco la vista.
- Sion! Sion! Svegliati, dobbiamo scappare! - la lince stava cercando
disperatamente di issarsela in groppa senza peggiorare il danno.
- Korel, muoviti! - la salamandra scattò avanti, cercando di
mordere le zampe dell'orso, ma venne intercettata e spedita indietro
con grande forza.
- Lagarto! - urlò l'ultima rimasta, guardando impotente l'orso
avvicinarsi ringhiando, con un ghigno beffardo stampato in faccia -
Guarda guarda... Tre prede facili... Sembra che diventerò vasto
lorde grazie a voi. Tch... Anzi... Sono talmente vicino all'evoluzione
che dovrebbe bastarmi uno solo di voi per effettuare il passaggio...
Gli altri due li ucciderò per sport -
Assottigliai lo sguardo, sentendo un ringhio farsi strada nel mio petto.
Chi uccideva senza motivo non potevo soffrirlo.
Spalancai le ali e con un paio di spinte poderose mi levai in volo,
atterrando poi davanti all'orso - Salve - mi limitai a dire - Se non ti
dispiace, adjuchas, queste prede le prendo io -
- Tch... Ti piacerebbe, femmina - ringhiò, accucciandosi per predere lo slancio.
- Se vuoi combattere va bene. - commentai, lasciandolo fare.
Ruggì e si scagliò verso di me.
Non mi mossi, limitandomi a portare in avanti la coda, di modo da fargli uno sgambetto e mandarlo a rotolare in una duna.
Prima che potesse fare altro gli arrivai vicino, afferrandolo
saldamente con i miei artigli e trascinandolo per qualche metro - Devo
ucciderti e toglierti l'opportunità di diventare vasto lorde,
oppure preferisci andartene con la coda fra le gambe ma vivo? -
spalancai le ali, cercando di intimidirlo.
Schioccò la mascella nella mia direzione, ma si girò e se ne andò, ringhiando e bofonchiando insulti.
Mi girai verso la lince - Andatevene ora -
- C-cosa? Non ci mangi? - domandò, prendendo un passo indietro.
- Chi d-diavolo sei? - domandò la salamandra, appena svegliata - Non sei come noi. -
- E' una vasto lorde... - parlò la gazza.
- Il mio nome è Abaron. - mi voltai - Non vi serve sapere altro - piegai le ginocchia, pronta a prendere il volo.
- Aspetta! Facci venire con te! -
Guardai prima la lince, poi la gazza e infine la salamandra.
- Diventate più forti. Poi venite a cercarmi. - feci una pausa - Per ora addio -
Passarono i mesi prima che li rivedessi.
E quando accadde erano estremamente più robusti e forti.
Visto che avevano mantenuto la loro parte della promessa a me non restava altro da fare se non mantenere la mia.
Mi tirai a sedere di scatto, ansimando e tirando una testata coi fiocchi a chiunque mi stesse seduto davanti.
- Ti svegli sempre così, femmina? - arrivò una voce
monotona, troppo vicina a me per non arrossire come una povera idiota.
Aprii gli occhi con estrema fatica - U-Ulquiorra? Che ci fai in camera mia? - mi guardai attorno - Aspetta... -
- La tua stanza è inagibile al momento - parlò - A quanto sembra hai demolito il soffitto -
Focalizzai la mia attenzione su di lui, trovandomelo inquietantemente vicino - Beh... Grazie per avermi portato qui -
- Ho ricevuto precise istruzioni a riguardo -
- Immaginavo, immaginavo. - richiusi gli occhi, stanca da far paura, oscillando pericolosamente in avanti.
Sentii vagamente una mano guidarmi di nuovo sul letto.
- Dormi. Hai rilasciato una grande quantità di reiatsu - fece - Mi troverai qui. Come da ordini di Aizen-sama -
- Ah... Non dormi tu? - socchiusi gli occhi - Non è che devi rimanere sveglio per forza... -
- Non ne vedo la necessità. -
- ... Fai come vuoi... Ora, se mi scusi, vorrei svenire... -
- Dormi. Te l'ho già detto. -
- Sì, sì... - chiusi del tutto gli occhi, prima di
ricordarmi un piccolo dettaglio - Ma chi erano quei tre? Li ho
sognati... -
Esitò qualche secondo - Semplici arrancar. -
- Anche se non sembrava un sogno... Ero nello Hueco Mundo... E avevo le
ali... E la coda... - alzai lo sguardo - Sembrava una memoria -
- Hm. E' tardi femmina. Dormi -
- Allora dormi anche tu. Scusa ma sono troppo stanca per lasciarti scelta - replicai - E poi... Non siamo in camera tua? -
- Sì. Ma ho ordini di sorvegliarti. -
- Per favore? -
- No. Smettila di insistere. - fece con tono serio, tanto per cambiare.
- Ma sei mio amico... Non posso mica... Lasciarti sveglio a caso... -
borbottai sconnessamente, chiudendo definitivamente gli occhi.
Sentii giusto la sua replica un po' sorpresa - Amico? - prima di svenire di nuovo dal sonno.
Il risveglio, la mattina seguente, fu accompagnato da un mal di testa che aveva dell'inquietante.
Dovetti supportarmi con le braccia anche solo per sedermi, per poi
passarmi una mano sugli occhi per cercare di far diminuire il dolore
-Ti prego, dimmi che un po' hai dormito anche tu e che non hai passato
tutta la notte a fissarmi - biascicai, girandomi verso Ulquiorra.
- Erano gli ordini di Aizen-sama - fu tutta la sua risposta - Ricordi che cosa è successo? -
- ... Alcuni pezzi. - sospirai - Ricordo che dopo aver sentito il
reiatsu di Lagarto sono svenuta... Poi mi sono svegliata qui... E non
ricordo molto altro...- sospirai - Dimmi che non ho fatto o detto cose
stupide per pietà -
- Mi stai chiedendo di mentire? - parlò, facendomi prendere
giusto un piccolo infarto - Anche se in questo caso non sarebbe
necessario. -
- Tu hai una vaga idea del colpo che mi hai fatto prendere? - lo
guardai male - Comunque... Che cosa hai fatto tutta notte se non hai
dormito? Se posso chiedere eh... - abbassai lo sguardo.
- Ho pensato. Prima di addormentarti mi hai chiamato in un modo il cui significato non mi è chiaro. -
Impallidii - Oh per l'amor di... Ti ho insultato?! - sgranai gli occhi
e lo guardai con un misto di terrore e vergogna - Scusa! -
- Hai detto che sono tuo " amico " -
Mi zittii - Dillo che ci godi a farmi prendere questi infarti. -
- Io non ho detto nulla. Sei tu che, elaborando il concetto, sei giunta
alla conclusione sbagliata - replicò semplicemente
- Ho capito, ma fermami quando vedi che lo faccio - mi passai una mano
in viso - Ad ogni modo, cos'è che non hai capito? Non vuoi che
ti consideri mio amico? -
- ... Non capisco che significa. Se non sbaglio ti avevo detto che gli hollow non provano questo sentimento. -
- Beh... Ma noi abbiamo assunto forma umana. Vuol dire che qualcosa
sarà pur cambiato, no? - feci spallucce - E poi... Ho vissuto
fin'ora nel mondo degli umani, tra di loro. Il mio modo di pensare
è più affine al loro che non al vostro. So che
probabilmente per te non è logico... Ma... Non lo so. Sono...
Parecchio confusa al momento. Sembra un controsenso a ben pensare. sono
una arrancar che si comporta come un'umana... Probabilmente
sembrerò un fenomeno da baraccone a buona parte di voi e posso
capirlo, probabilmente anche io fossi nei loro panni lo troverei strano
- mi bloccai - Sto parlando a sproposito, scusa. Il punto è... -
lo guardai negli occhi - Vuoi abbassarti al mio livello e diventare mio
amico? Insomma... Dicono tutti che sei un ghiacciolo, ma sinceramente a
me piace parlare con te -
Rimase in silenzio per qualche minuto, con espressione pensierosa. Per quanto riuscissi a leggere la sua espressione, eh.
- ... Sei una arrancar interessante femmina. - fece, chiudendo gli
occhi - Non ho ancora chiaro il concetto che vuoi esprimere, ma
suppongo che, finchè non interferisce con le missioni
assegnatemi da Aizen-sama, tu possa spiegarmelo. -
- Io? Spiegare a te qualcosa? - sbattei un paio di volte le palpebre
per poi fare un sorrisone e scattare in piedi - Ci proverò! -
E dopo esattamente tre secondi passati in piedi, il mondo decise di mettersi a roteare davanti ai miei occhi.
Mugugnai un'imprecazione e caddi per terra, per poi cercare di rialzarmi - Allora... Gli allenamenti? -
- Suppongo che, dati gli avvenimenti di ieri, oggi potrei spiegarti in
che ordine affronterai gli allenamenti - mi guardò -
Apparentemente quei tre... Quella spazzatura, con il loro reiatsu hanno influenzato in maniera importante il tuo. Da svenuta hai distrutto il soffitto con un cero. -
Ammutolii - ... Ecco perchè sto così da schifo... Mi
dispiace per la stanza - mi passai una mano tra i capelli - Comunque
voglio provare ad allenarmi. Altrimenti non sarò mai capace di
fare niente. Mi gira solo la testa. -
- Allora andiamo. -
Annuii, alzandomi e seguendolo fuori dalla porta.
___________________
Ehm... Ehillà!
Sono stata giusto un pochino presa con la scuola, quindi non sono riuscita ad aggiornare... Ma adesso ce l'ho fatta!
Allora... Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Cercherò di aggiornare il prima possibile, ma non credo di
riuscirci prima di Domenica o Sabato, se va bene, visto che ho un esame
questa settimana... Oh beh, spero di fare in fretta!
Quindi... Abaron si trova nell'interessante situazione di " insegnare "
ad Ulquiorra che cosa sia l'amicizia... Oh beh, capirete meglio nel
prossimo capitolo!
Spero di non averlo reso troppo OOC... Boh, sperem! Al limite
cercherò di migliorare la sua caratterizzazione nei prossimi
capitoli... Mi ci vuole sempre un po' di tempo per abituarmi a scrivere
determinati personaggi XD
Ciauuuu!
Alice_
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Capitolo 5 *** Ordinary day in Las Noches ***
The heart is what you make it cap 4
-
Vi aspettate seriamente che vi rimanga appresso? - domandai, spazzando
la sabbia attorno a me con una codata nervosa - Ho mantenuto la mia
parte del patto. Vi ho resi abbastanza forti da sopravvivere. Che
cos'altro pretendete? E vi avverto - assottigliai lo sguardo - Non
sfidate la vostra fortuna, non sono una che prende discepoli sotto la
sua ala -
- Non è questo ciò che chiediamo, Abaron-sama. Vogliamo solo rimanere con lei -
Guardai dall'alto verso il basso la salamandra - Non vado in giro con
pesi morti. Pensate davvero che sia diventata quello che sono
perchè facevo la carità a tutti? No. In questo mondo solo
gli opportunisti sopravvivono. E fareste meglio a capirlo anche voi. -
feci una pausa - E' orribile, ne sono conscia, ma è nella natura
degli hollow. Non abbiamo un cuore come gli umani. Non abbiamo
sentimenti. La compassione non sappiamo cosa sia. - spalancai le ali,
ripiegandole in avanti per rimuovere dalla sottile, eppure
resistentissima, membrana i granelli di sabbia che non si erano tolti
prima - Ora andate. -
- Pensa davvero di poterci liquidare così? - domandò la
gazza, con una punta di irritazione nella voce - Lei stessa ci ha
insegnato a perseguire con determinazione i nostri obbiettivi, in modo
da raggiungerli. E ora ci dice di fare l'opposto? Non è un
pensiero coerente o mi sbaglio? -
Ghignai, mostrando la mia dentatura affilata - Sei intelligente
femmina. Tuttavia non apprezzo il tono. - mi abbassai, arrivando a
guardarla negli occhi - Qual è il tuo nome? Non lo ricordo-
- E' Sion. Sion Lantar - fece, con voce resa tremula e flebile dalla mia vicinanza
- Hm, capisco... Bene allora, Sion. Perseguite il vostro obbiettivo. Se
siete davvero diventati abbastanza forti da pensare di viaggiare con me
dimostratemelo. Come ho già detto non mi porto appresso pesi
morti. - spalancai le braccia - Prego, attaccatemi. Provatemi che
volete davvero viaggiare con me. Ma sappiate che non ho la minima
intenzione di trattenermi -
Vidi lince e salamandra fremere, acquistando espressioni
predatorie, mentre Sion annuiva - Molto bene. Se è quello che
desidera faremo del nostro meglio. -
- Il " vostro meglio " non è abbastanza per me. Voglio il vostro
massimo. - ghignai - Sto aspettando, vi do il vantaggio della prima
mossa. -
La mossa della salamandra fu estremamente prevedibile e intercettai il
suo cero violaceo, sgretolandolo tra le mie grinfie, per poi bloccare
con una codata la lince che mi stava attaccando alle spalle.
Procedetti poi a bloccarli entrambi a terra, con un artiglio alla gola
ciascuno - Mosse scontate. Potete fare di meglio, so che cosa vi ho
insegnato. E queste mosse mediocri non rientrano in quello -
- La sua velocità è impressionante Abaron-sama... -
commentò la gazza, rimasta lontano, spalancando le sue splendide
ali bianche e nere - E' ovvio che non abbiamo possibilità di
batterla. Mi domando che cosa voglia davvero ottenere da questo
combattimento, piuttosto -
Risi, avvolgendo tra le spire della mia coda gli altri due -
Perspicace, come sempre - strinsi la presa fino a farli boccheggiare,
per poi depositarli a terra senza un minimo di gentilezza - Beh, mi hai
scoperta. Volevo spingervi a mostrarmi le vostre abilità, visto
che fin'ora non avete fatto altro che sbranare hollow senza affinare la
vostra tecnica - roteai i miei occhi giallo-dorati e posai il mio
sguardo sugli altri due- Tiratevi in piedi, non vi ho nemmeno
sballottato troppo -
Eseguirono e tornarono dalla loro compagna.
- Le nostre abilità non ci sono mai servita in combattimento. -
proseguì Sion con tono più malinconico - Sono
pressochè inutili visto l'ambiente in cui sopravvivono i
più forti. Non i più subdoli -
Inarcai un sopracciglio - Prego, parlate. No ho esattamente impegni a
cui devo attendere. - richiusi le ali dopo averle esaminate per
l'ennesima volta alla ricerca di residui di sabbia e non trovandone.
- Con il necessario tempo sono in grado di controllare per brevi
intervalli la mente degli altri... Il mio reiatsu si fonde facilmente
con quello altrui ed è per questo motivo che riesco a
controllarli. Anche se per poco. - parlò Sion, per poi guardare
verso la lince. Korel si chiamava se non erravo.
- Il mio reiatsu invece è fonte d'ansia. Opprime e soffoca. Se
lo sfrutto come si deve riesco a intimidire gli avversari - fece,
sfoderando i propri artigli e dando una zampata ad una duna di sabbia,
facendola svolazzare addosso a Sion che prese a tossire - Ma non serve
a niente. E' troppo debole in questa forma per fare dei danni. -
Spostai il mio sguardo infine su Lagarto - E tu? -
- ... Riesco a condensare la mia energia spirituale in un colpo. E'
debole e non ha effetti immediati. Però contiene del veleno che
abbassa progressivamente il flusso di reiatsu di chi viene a contatto
con esso-
- Hm, impressionante - mormorai, abbastanza soddisfatta - Non vi
è mai venuto in mente di combinare queste vostre abilità?
Sono tutte inutili se prese singolarmente, quello è vero, ma se
si combinano potreste facilmente avere la meglio su parecchi hollow -
detto ciò mi voltai e presi a camminare nella direzione opposta.
- Dove sta andando? - sentii parlare Lagarto, prima che mi corresse di
fronte e cercasse di bloccarmi la strada - Noi le abbiamo detto che
cosa sappiamo fare noi. E' il suo turno se non vado errato -
Ghignai - Non avete nemmeno capito che cosa sono vero? No, infatti. -
mi risposi da sola, mentre Sion e Korel raggiungevano il loro compagno
- Altrimenti avreste paura e non mi stareste supplicando di restare. Vi
lascerò il gusto di indovinare, ma un indizio, oltre al mio
aspetto ve lo voglio dare. -
Mi guardarono con sguardi che variavano dall'intrigato al cauto.
- La mia specie è pericolosa in cielo. Lo è anche a
terra, certo, ma in maniera minore. Nello stesso modo in cui una spada
è meno pericolosa se puntata contro un altro -
Mi tirai a sedere di scatto, guardandomi velocemente attorno per cercare di determinare in che luogo mi trovassi.
Notando che non ero in altro posto che camera mia, presi un bel respiro
e tornai a sdraiarmi a letto, perdendomi a fissare il soffitto
immacolato.
Chi l'avrebbe mai detto che la settimana prima lì ci fosse stato un buco grande tre volte me?
Sospirai, massaggiandomi le tempie e sforzandomi di rimettere un minimo
sotto controllo la mia reiatsu, il cui campo stava fluttuando come un
pazzo dopo quello strano sogno... E non era la prima volta che capitava
nell'arco della settimana passata.
Forse erano gli allenamenti con Ulquiorra che suscitavano quella
reazione? O forse era l'ambiente con una diversa concentrazione di
reishi che mi faceva fare quegli strani sogni?
Appoggiai le mani sul materasso, dandomi la spinta necessaria per
alzarmi. Era inutile cercare di ritornare a dormire; sapevo benissimo
che se mi svegliavo la notte non c'era mai verso di riaddormentarmi,
quindi optai per andare a fare una bellissima, si fa per dire,
passeggiata in giro per la fortezza.
Sperando di non incontrare qualche arrancar nottambulo come me.
Non mi scomodai nemmeno a raccogliere i capelli come facevo di solito,
lasciandoli invece ricadere morbidi come volevano loro. Diciamocelo, la
voglia di pettinarmi i capelli in piena notte non mi era esattamente
saltata addosso ( non lo faceva nemmeno di mattina a dirla tutta, ma
shh! ).
Camminai per un po' senza meta, finche non mi ritrovai illuminata dalla
luce della luna che penetrava da una delle poche finestre del palazzo,
fermandomi per qualche secondo a guardarla attraverso il vetro, per poi
decidere che uscire un attimo non mi avrebbe di certo ucciso.
Imboccai quindi la via che sapevo portare all'uscita a passo lento,
guardandomi attorno con circospezione, in caso qualcuno mi stesse
seguendo. Non volevo farmi trovare senza nemmeno Sangre per dare una
parvenza di qualcuno da temere, anche se poi non sapevo fare una
cippola. Fatta esclusione che per il sonido, quello mi usciva
stranamente bene, visto come avevo imparato, o per meglio dire "
reimparato ", ad utilizzarlo nell'arco di poche ore.
Ero anche riuscita a raggirare Ulquiorra una volta, solo che era in
volo... Quindi l'avevo sì sorpreso... Però poi ero caduta
nel vuoto stile sacco di patate che si ricorda: " Oh cazzo, esiste la
forza di gravità pure qui, bello schifo ".
La cosa in cui, invece, facevo davvero pena ( ma proprio così
tanta pena che solo il guardarmi doveva causare dolore fisico ) era il
volo. Paradossale, visto come in quei sogni avessi le ali. Ed erano
pure belle ali!
Invece no, ogni volta che tentavo di rimanere sospesa in volo riuscivo
a malapena a fare qualche passo prima che la forza di gravità
avesse la meglio. In più c'era anche il fattore Nnoitra, che da
tre giorni a quella parte aveva preso la snervante abitudine di venire
ad assistere agli allenamenti.
Perchè poi? Passava i giorni che era lì a ridere di me
che cadevo irrimediabilmente a terra e venivo presa per la sciarpa da
Ulquiorra, a cui, con tutte le volte che mi aveva salvato la vita,
avrei dovuto fare qualcosa come mille monumenti.
Non fossi stata totalmente incapace di fare qualsiasi cosa anche solo
remotamente legata al combattimento l'avrei mandato a fanculo appena
aveva cominciato a fare battute oscene sul fatto che me ne stavo sempre
appiccicata ad Ulquiorra.
Ulquiorra i doppi sensi non li capiva, okay, ma io sì! Era un imbarazzo continuo!
Svoltai a destra, scuotendo la testa ai miei stessi pensieri, per poi
imboccare un secondo corridoio e arrivare alle porte che davano sul
deserto circostante, uscendo nella fredda aria dello Hueco Mundo.
Scelsi una a caso delle dune e mi ci sedetti sopra, portandomi poi le
ginocchia al petto e cingendole con le mani, reprimendo a viva forza un
brivido.
Forse, contemplai, poggiando la testa sulle ginocchia, non era stata
una grande idea quella di uscire di notte... Insomma, era pure sempre
un deserto.
Pianificavo di stare sveglia per vedere l'alba, ma in qualche modo strano trovai la maniera di addormentarmi nella sabbia.
Le ore che poi ci avrei messo ad eliminarla completamente dai capelli
mi avrebbero spinto a non fare mai più una simile boiata.
- Non sono nessuna delle cose che
avete detto - commentai, scuotendo la testa - Anche se ci è
andato più vicino lui con " pipistrello ". Lasciati dire che
sono le ali che ti hanno tratto in inganno - le spalancai, sbattendole
un paio di volte.
Erano la cosa di cui ero più orgogliosa tra tutto.
Simboleggiavano in un certo senso la libertà, anche se in quel
mondo non c'era una cosa del genere. Non ce ne era nemmeno il concetto.
Li osservai spremersi le meningi, ghignando tra me e me.
- Non abbiamo mai visto nulla del genere... - fece Korel - Siamo giovani -
- Questo spiega la vostra mancanza di paura... - guardai per qualche
secondo la luna - ... Io non vivo qui. Se volete davvero seguirmi
dovrete venire nel mondo degli umani -
Stavano per parlare, ma sollevai una mano artigliata per bloccarli -
Quando vi ho trovati ero qui per cacciare, visto che nel mondo degli
umani riesco a trovare solo pochi hollow e non mi piace divorare le
anime delle persone. -
Annuirono - Tuttavia non siete ancora abbastanza forti per sopravvivere
in un luogo dove la concentrazione di reishi è così
bassa. Mettiamola così. Quando tornerò qui di nuovo vi
verrò a cercare e, se vi troverò forti abbastanza, vi
lascerò venire con me. -
Mi voltai, fendendo l'aria con i miei artigli e aprendo un garganta,
per poi procedere a sbattere vigorosamente le ali ed entrarci dentro.
- Non ci dice nemmeno che cos'è, Abaron-sama? - urlò Sion per farsi sentire
Ghignai, mostrando una fila di denti perlacei e affilatissimi - Sono un-
Sussultai non appena una mano fece contatto con la mia spalla, agendo
completamente d'istinto e afferrando per il collo lo sciagurato che
aveva osato farmi prendere un infarto mentre dormivo, lanciandolo,
letteralmente, con tutte le mie forze, il più lontano possibile.
- Nnoitra-sama! - sentii esclamare, prima di decidermi ad aprire gli occhi.
No, per pietà. Ditemi che non avevo lanciato Nnoitra, tra tutti gli psicopatici che mi potevano capitare fra le mani...
- Stupida femmina! - fu tutto quello che sentii prima che seguisse una scia di imprecazioni.
Dal canto mio, abbastanza terrorizzata, mi alzai in fretta e furia,
facendo appena in tempo a buttarmi a pesce nella sabbia per evitare un
fendente dell'enorme zanpakuto della cuinta espada - Ma che cazzo c'e
di sbagliato nella tua testa?! - gli urlai contro, rotolando per
evitare che il manico dell'arma mi venisse stampato perennemente in
faccia.
- Voglio combattere, non si capisce?! -
- Allora sei un coglione e basta. Ti sembro una che sa combattere!? -
miracolosamente riuscii ad arrestare la discesa della zanpakuto,
bloccandola a pochi centimetri dalla mia faccia
- Lo stai facendo, lucertola del cazzo! - ringhiò, aumentando la
pressione e costringendomi a schivare di lato - Non sono mai riuscito a
sfidarti di persona quando eri qui, rimedio ora! - ghignò,
mostrando la sua dentatura simile ai tasti di un pianoforte.
- Aspetta... Cosa?! - schivai a caso il suo colpo successivo,
mettendomi poi una mano davanti alla bocca per evitare di fare una
colazione a base di sabbia - Come " Quando eri qui"? Tu mi conoscevi?!
- mi buttai di lato di nuovo, per poi urlare - SMETTILA DI CERCARE DI
AMMAZZARMI, BAKA! -
- Perchè mai dovrei?! - rispose a tono - Non c'è
Ulquiorra a farti da guardia, quindi posso fare quello che mi pare -
rise in una maniera estremamente sguaiata, tentando di colpirmi di
nuovo e mancandomi di pochissimo.
Utilizzai il sonido per portarmi dietro di lui e appiccicarmi stile
cozza alla sua schiena - Non so combattere! Non so combattere ti dico!
Se proprio vuoi uno scontro ti sfido io quando però SO FARE
QUALCOSA MAGARI! -
- Non dire cagate, lo sappiamo tutti che stai solo facendo finta -
trovò il modo per staccarmi dalla sua schiena e mi buttò
a terra, facendomi sbattere violentemente la testa.
Sbattei le palpebre qualche volta per eliminare le macchie nere che
avevo preso a vedere, prima che il sole venisse oscurato ( almeno,
dalla mia prospettiva ) dalla sua figura.
- C-Che vuoi fare? - domandai, notando che tirava fuori la lingua.
"Ma che posto è quello per il tatuaggio del rango? " fu tutto il mio pensiero, mentre una strana energia gialla si raccoglieva alla sua punta.
Non appena realizzai che stava caricando un cero sgranai gli occhi fino
al limite del possibile, per poi allungare in avanti le mani, in uno
stupido tentativo di ripararmi la faccia, senza osare distogliere lo
sguardo, troppo spaventata per parlare.
Con mio sommo stupore notai che anche sul palmo della mia mano si stava
formando la stessa energia, solo che di un bianco candido.
- Che cazzo?! - lo sentii esclamare, mentre rilasciava il suo cero e lo faceva collidere col mio.
L'esplosione che ne risultò mi mandò parecchi metri
più indietro, illesa, soprendentemente, ma parecchio incredula.
Avevo seriamente sparato un cero in faccia a Nnoitra?
Oh cazzo, ma quanto ero morta adesso?
Persa nel mio monologo interiore non vidi nemmeno che l'espada si era
rialzato e mi aveva lanciato contro la sua spada. Me ne accorsi quando
fu troppo tardi per muovermi, quindi serrai gli occhi e aspettai il
dolore...
... Che però stranamente non venne.
- Tch... Stupido Ulquiorra - sentii mormorare Nnoitra - Preoccupato per il tuo animaletto? -
- No, Nnoitra. Sarebbe semplicemente controproducente se uccidessi
Abaron per gioco. E' importante per Aizen-sama che torni a ricordare
tutto per servirlo al meglio delle sue possibilità. Dovresti
essere al corrente della posizione che ricopriva -
Nnoitra si limitò a sbuffare, per poi andarsene con il sonido.
A quel punto Ulquiorra si girò verso di me - Vieni - fece, porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi.
Mi limitai ad annuire e accettai la mano che mi porgeva - Grazie -
- Hm. Ho visto gli umani farlo -
- Appunto. Grazie per quello -
- Come vuoi, femmina -
E ci incamminammo verso l'ingresso del palazzo.
Quello di quella mattina si aggiudicava il primo posto nella mia top ten di risvegli di merda, in ogni caso.
_______________________
Ehilà!
So che ci ho messo tantissimo ad aggiornare, ma ho avuto un paio di
settimane davvero intenssissime a scuola e non ho quasi mai avuto il
tempo per mettermi a scrivere questa benedetta storia...
Detto questo, so che il capitolo fa schifo e probabilmente è pure corto, ma è un po' di transizione... Serviva :')
E poi voglio lanciarvi una piccola sfida... Secondo voi che cos'è Abaron? E qual è la sua abilità?
Se indovinate vi dedico il prossimo capitolo! ( non è granchè ma è tutto quello che posso offrire *^* )
Ciauuuuu!
Alice_
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Capitolo 6 *** Asking Nnoitra for answers ***
The heart is what you make it cap 5
Allora!
Dato che Keyra Hanako D Hono e megghynfbg hanno entrambe indovinato che cos'è Abaron... Beh, il capitolo è dedicato a voi, come promesso!
Buona lettura!
_________________________________
- Buon giorno Aizen-sama - parlai a bassa voce, inginocchiandomi sul
pavimento della sala del trono - Ulquiorra mi ha riferito che voleva
vedermi -
- Si può sempre contare su di lui se si vuole che qualcosa venga
fatta in fretta - commentò con un tono che aveva del compiaciuto
- Ma dimmi Abaron cara, come procedono le cose? La mia Cuarta Espada si
dice soddisfatta, visto che sembri apprendere tutto in fretta, ma
vorrei sentire anche dal tuo punto di vista - sorrise in una maniera
che avrebbe dovuto essere incoraggiante, peccato che non lo fosse
minimamente.
- Va tutto bene, Aizen-sama. L'utilizzo del sonido è ciò
che mi viene meglio... Ho paura di non essere molto ferrata nel volo
però... Mentre non ho ancora mai allenato il cero. - mi passai
una mano tra i capelli, con fare imbarazzato - Non sono brava a
sintetizzare, chiedo scusa -
- Non occorre che ti scusi, non hai fatto nulla di sbagliato. - sorrise
nuovamente, alzandosi dal suo trono e facendomi prendere un colpo.
Ditemi che non stava venendo da me, per pietà. Mi dava i brividi quell'uomo.
Chiaramente le mie preghiere vennero bellamente ignorate e me lo trovai
davanti, mentre mi metteva una mano sotto il mento per costringermi ad
alzare il viso e guardarmi negli occhi.
- Devo dire che sei diventata molto più affabile dopo essere
stata nel mondo degli umani... - fece, muovendo la mano in una specie
di carezza che non fece altro che farmi rabbrividire da capo a piedi -
Normalmente non saresti stata nemmeno all'interno della fortezza. Mi
sono sempre chiesto come mai ti piacesse tanto passare il tuo tempo
sulla cupola di Las Noches - sorride - Ma suppongo che tutto questo sia
nuovo anche per te, o mi sbaglio? - si avvicinò
impercettibilmente e spalancai gli occhi di qualche millimetro,
cercando di allontanarmi nel modo più discreto possibile.
- Credo di star cominciando a ricordare qualcosa, Aizen-sama - feci una
pausa, cominciando ad arrossire - Sono solamente frammenti di quello
che credo essere il mio passato da hollow -
Allargò il suo sorriso - Dunque ricordi la posizione che occupavi qui a Las Noches? -
- No, mi dispiace - abbassai lo sguardo, cercando di evitare i suoi
occhi che, in quella posizione così dannatamente imbarazzante,
non mi avrebbero certo aiutato a rimanere più calma - Ha bisogno
di sapere altro? -
- No, è tutto, puoi andare Abaron - ritrasse la mano, non senza
lasciarmi sul viso un'ultima, gelida, carezza che mi fece venire la
pelle d'oca.
Mi inchinai brevemente, per poi girarmi e andare a passo spedito ( mi
trattenni a viva forza dal correre via ) dalla stanza, solo per venire
fermata a due centimetri dalla porta - Ah, un'ultima cosa... Quando
ricorderai come effettuare lo sprigionamento, informamene. Vorrei avere
l'onore di essere il primo a vederlo - lo disse col suo solito sorriso
da schiaffi, però, pur avendo cercato di mantenere un tono
neutro e gentile,non era riuscito ad escluderne completamente la
curiosità.
- Lo farò. - fu tutta la mia risposta, prima di fuggire dalla
stanza, utilizzando poi il sonido per allontanarmi il più
possibile da Aizen e dai suoi giochetti mentali del cazzo.
- Nnoitra! - chiamai, sapendo benissimo che stavo andando a cacciarmi
nei casini - Nnoitra! Possibile che quando non ti vuole nessuno sei
sempre in giro e quando ti cercano non ti fai trovare?! -
Sarei morta probabilmente, ma lui aveva le risposte che cercavo. Ad
esempio, come mai Aizen, che sapeva tutto di tutti, non aveva mai visto
il mio sprigionamento?
Vagai per i corridoi della sua ala del palazzo per un'altra mezz'ora
buona, chiamandolo a caso e correndo come una disperata per trovarlo il
prima possibile, il che aveva del ridicolo se si pensava che il tipo
che stavo cercando era alto circa due metri e somigliava vagamente ad
un cucchiaio.
Insomma, non sarebbe dovuto passare tanto inosservato, dai.
- Nnoitra! - misi le mani attorno alla bocca per urlare più
forte - Nnoitr-AAAH! - esclamai, facendo un salto indietro non da poco
quando la sua enorme zanpakuto si conficcò nel muro a due
centimetri dalla mia faccia.
- Smettila di urlare, cazzo - ringhiò, facendo capolino da uno
dei corridoi laterali che si diramavano da quello che stavo percorrendo
io - Stupida lucertola -
Lo guardai male - Devo parlarti -
Inarcò un sopracciglio, riprendendosi la spada dal muro con una
facilità che mi fece capire quanto esattamente sarei stata
fottuta se, malauguratamente, avesse deciso di attaccarmi come aveva
fatto due giorni prima - E di cosa, femmina? Più che altro, che
cosa ti fa pensare che ne abbia voglia? -
Rimasi giusto un po' interdetta - Uh... Direi che me lo devi con tutte
le risate che ti fai mentre mi alleno - sibilai poi, rivolgendogli il
mio miglior sguardo assassino che, fra parentesi, non venne per niente
bene dato che quasi non riuscivo a guardarlo nell'occhio. Era troppo
alto il coglione.
Ghignò - Effettivamente sei talmente patetica che fai ridere...
- rimase per qualche secondo in silenzio, mettendosi la zanpakuto in
spalla con molta nonchalance - Bah, dato che oggi mi sento
particolarmente buono va bene, risponderò alle tue domande.
Però dato che stavo uscendo per allenarmi dovrai farmi da
avversaria - allargò il suo sorrisone incredibilmente
inquietante, notando la mia espressione basita.
- ... Mi lasci viva per sentire le risposte poi, almeno? -
- Ti ho detto che mi sento buono, deficente. Significa " sì " - aggiunse poi, avviandosi.
- Grazie! - feci, rilasciando un sospirone di sollievo che aveva del mostruoso, per poi decidermi a seguirlo.
Morale della favola, dopo qualche ora passata a schivare colpi e a
ingoiare sabbia, mi lasciai morire piena di lividi e abrasioni varie su
una duna a caso.
Tirai una facciata terribile, ma ero talmente stanca che il dolore passò in secondo piano.
- Non mi aspettavo reggessi fino alla fine, lucertola - notai vagamente
Santa Teresa venire conficcata nella sabbia poco lontano dalla mia
testa, ma non ci prestai molta attenzione, concentrando tutte le mie
energie nel semplice atto di parlare senza morire soffocata da tutta
quella sabbia.
- Io non mi aspettavo nemmeno di sopravvivere... - commentai, trovando
la forza di rigirarmi sulla schiena, guardando il cielo fasullo di Las
Noches cominciare a tingersi di arancio - E dire che oggi in teoria
dovevo riposarmi... -
- Tch, non diventerai mai forte abbastanza se passi intere giornate a "
riposarti " femmina. - fece, con tono di scherno - Fai già
abbastanza schifo così, non hai bisogno di peggiorare
ulteriormente, cogliona -
Lasciai scivolare via gli insulti e mi tirai a sedere, ignorando bellamente l'ultima sua frase - Hai detto che mi conoscevi. -
- Ah-a - mugugnò con fare estremamente annoiato, sedendosi anche
lui con una grazia che aveva del commovente - Taglia alle domande
cazzo. Non ho così tanto tempo da perdere -
Roteai gli occhi - Come mai Aizen non ha mai visto il mio sprigionamento? Insomma... Sa tutto di tutti no? -
- Nessuno l'ha mai visto, stupida. Non ricordi proprio un cazzo eh? -
- No. E comunque non puoi rispondere ad una domanda con un'altra
domanda - lo guardai male, guadagnandomi un ghigno dal suo repertorio
di " Ghigni inquietanti "
- Non c'è molto da dire in ogni caso. Se non eri nella fortezza
eri sulla cupola a guardar la luna come una rincoglionita - fece una
pausa, mentre si levava il vento.
I fermagli che portavo ai capelli presero a tintinnare, scontrandosi
fra loro - Smettila con tutti questi complimenti. Guarda che poi
arrossisco - gli rifilai un'occhiataccia.
Ghignò nuovamente, un ghigno divertito però sta volta,
tanto che mi congratulai con me stessa per essere riuscita a farlo
rimanere relativamente calmo.
- Forse con te ho parlato un paio di volte - riprese a parlare poi, con
lo sguardo fisso su un punto in lontananza - Non è stato nemmeno
tanto terribile adesso che ci ripenso -
- Non hai idea di come sia il non ricordarselo nemmeno. - mi passai una
mano tra i capelli, cercando di liberarli dal grosso della sabbia che
avevano raccolto mentre schivavo e rischivavo i colpi dell'espada -
Uhm... Com'è che ti chiami? Intendo, hai un congome? -
- Jilga - fece, distogliendo lo sguardo dall'orizzonte e prendendo a fissarmi - Ma seriamente non ricordi una beata minchia? -
- Non sarei venuta a disturbare te se mi ricordassi qualcosa. Per ora
ricordo frammenti molto a caso di quando vivevo ancora nel deserto -
feci spallucce - Il resto lo ricorderò mano a mano, suppongo -
- Bah... Inutile fino alla fine - mugugnò, piegando una gamba e
appoggiandoci sopra un gomito - Non capisco perchè Aizen sia
così contento di averti ripescata dal mondo degli umani -
Gli sorrisi a dir poco angelicamente, notando con piacere la sua
espressione leggermente stupita - Ora ti disfo - e fu il mio unico
avvertimento prima di prendere lo slancio e saltargli addosso,
utilizzando il mio dolce peso per tentare di bloccarlo a terra.
- Non dicevi di essere distrutta, stronza? - mi guardò malissimo
Lo guardai attrettanto male - Sì, ma poi mi hai fatto incazzare,
quindi adesso te la faccio pagare - annuii con fare convinto - Non
farti strane idee, pervertito - lo fulminai, stroncandolo sul nascere
probabilmente.
- Questa posizione non può che farmi pensare male - ghignò - Non pensi, lucertola? -
- Illuditi quanto vuoi - ghignai a mia volta, almeno finchè non si sentì una terza voce.
- N-Noitra-sama? -
Mi irrigidii stile statua in pietra, mentre quello stronzo di Nnoitra se la rideva sguaiatamente - Oi Tesla. -
Ero talmente imbarazzata che non mi accorsi minimamente che l'espada si
stava muovendo, almeno finchè non mi ritrovai io al suo posto,
con la schiena premuta contro la sabbia e una mano in una posizione a
dir poco oscena sul petto a tenermi ferma - Ma che cazzo?! - urlai,
avvampando.
- Devo andarmene Nnoitra-sama? - domandò il nuovo arrivato,
lanciando una serie di occhiate abbastanza incerte tra me e l'espada
che ancora mi stava tenendo ferma.
- Nah, tanto l'ho già umiliata abbastanza questa femmina - ghignò.
- Ti disprezzo - sibilai, cercando di tirarmi a sedere - E mollami! -
- Come vuoi - fece, afferrandomi per la sciarpa e tirandomi, come se
non pesassi nulla, sulla duna di fronte, per poi alzarsi e dirigersi
verso Tesla.
Mi ritirai in piedi e ghignai - Stai certo che un modo per vendicarmi lo trovo, Nnoitra! -
Si girò con un ghigno stampato in faccia a sua volta, mentre si
avviava dentro Las Noches - Ci si vede in giro, lucertola - fece,
accompagnando il tutto con un movimento della mano che doveva essere
una qualche specie di saluto.
Forse, per quel poco che ci avevo parlato, Nnoitra non era tanto male... Infondo.
Molto infondo.
Okay, parecchio infondo.
Una volta arrivata in camera mi fiondai letteralmente sotto la doccia,
ansiosa di levarmi tutta la sabbia di dosso. Passai almeno mezz'ora ad
occuparmi solo dei capelli, che sembravano aver agito come un
dannatissimo magnete per tutto il deserto. Tutto il deserto.
Spensi l'acqua e mi asciugai, mettendomi poi un'uniforme pulita e
procedendo ad uscire dal bagno per cercare di andare a morire a letto
in una maniera almeno dignitosa. Alla fine ci avevo impiegato
più tempo del previsto a lavarmi ed era venuta notte. Mi sarei
anche addormentata, non fosse stato per una serie di voci che
confabulavano giusto fuori dalla mia porta.
Aspettai per qualche minuto, sperando che se ne andassero e mi
lasciassero defungere in pace, ma non fu così, quindi mi alzai
e, abbastanza incazzata, spalancai la porta - Perchè diavolo
urlate a quest'ora? - sibilai, estremamente piccata, Sangre alla mano
per cercare di intimidire chiunque fosse a fare casino.
Mi resi conto del mio erroraccio solo quando riconobbi la capigliatura blu elettrico di Grimmjow.
Ci guardammo per due secondi, prima che cercassi di chiudere la porta. Peccato che l'espada fosse più svelto di me.
- Guardate un po' ragazzi - fece, spalancando la porta - La protetta di Ulquiorra - ghignò, scoprendo i denti
Un arrancar biondo gli si avvicinò, scostandosi i capelli dal volto - E se la portassimo con noi? -
Grimmjow rise - Buona idea Ylfordt. Se quel bastardo tiene davvero a
questa femmina è la volta buona che riusciamo a fargli esprimere
qualche emozione - fece un pausa, mentre un'espressione che non avrei
esitato a definire predatoria - Positiva o negativa che sia -
Indietreggiai - Dove dovete andare? - domandai, assottigliando lo sguardo.
- A uccidere quello shinigami - prima che potessi reagire venni
agguantata per un braccio, con una presa abbastanza forte da farmi
male, nonostante il mio hierro - Il tizio che il tuo Ulquiorra reputa "
troppo debole per essere di ostacolo ad Aizen-sama " -
- Lasciami Grimmjow - ringhiai, strattonando il braccio che stava tenendo e cercando di mantenere un tono stabile e severo.
- Mi spiace, ma tu vieni con noi - mi tirò a viva forza fuori
dalla camera, lanciandomi contro uno degli altri arrancar che, quasi
meccanicamente, mi immobilizzò e mi tappò la bocca.
Di riflesso gli tirai una gomitata in pieno stomaco, per poi, una volta
mollata la presa che aveva su di me, tirargli una bellissima testata
sul naso.
Imprecò e mi lasciò andare, consentendomi di sfruttare l'opportunità per cercare di fuggire in camera mia.
- Eh no, femmina - fece Grimmjow, agguantandomi per la sciarpa - Ho detto che vieni con noi -
E detto ciò procedette ad immobilizzarmi come aveva fatto
l'altro tizio, utilizzando poi il sonido per uscire dalla fortezza.
Mi dimenai, volendo nullapiù che andare a dormire in camera mia
e ricevendo solamente una tirata di capelli d'avvertimento.
- Molto bene, andiamo a fare il culo a quel tizio con i capelli arancioni - ghignò e aprì un garganta.
Il mio cervello ebbe un momento di totale stallo.
Capelli arancioni?
Ichigo!
Stavano andando ad ammazzare Ichigo!
Sgranai gli occhi e mi benedissi per essermi portata dietro Sangre,
scegliendo di rimanere in silenzio per il tragitto all'interno del
garganta.
E riuscii anche a rimanere relativamente calma.
Almeno finchè non sbucammo al di sopra della città.
Karakura.
______________________
Ehilà!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Il prossimo sarà un
po' più pieno di azione... Oh beh... Fatemi sapere che cosa ne
pensate!
Non ho molto da dire qui XD
Ci tengo però a ringraziare le due persone che hanno recensito la storia! Grazie mille!
Ciauuuu!
Alice_
|
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Capitolo 7 *** Immanent God Blues ***
The heart is what you make it cap 6
Il viaggio attraverso il garganta fu uno dei più spiacevoli della mia vita.
Forse perchè me lo ero fatto portata come un sacco di patate da Grimmjow, che poi mi aveva scaricato con una gentilezza davvero toccante sul tetto di un palazzo poco lontano.
E anche lì doveva aver preso male la mira, visto come mi
ritrovai appesa al cornicione di suddetto palazzo a dirmenarmi come una
pazza per non cadere e spiattellarmi a terra, per poi riuscire,
finalmente, dopo svariati tentativi, a issarmi nella sicurezza del
tetto.
- Che cazzo ti ho fatto per meritarmi questo trattamento? - sibilai poi
verso Grimmjow, che aveva preso posto sul tetto, sedendosi in maniera
estremamente precaria con le gambe a penzoloni nel vuoto.
- Se non sei nemmeno capace di volare non è colpa mia, femmina -
fece, lanciandomi un'occhiata assassina per poi rivolgersi ai due che
ci avevano seguito - Edrad, Yylfordt, andate a dire agli altri che
stiamo per cominciare - concluse poi con un ghigno.
Con un ghigno stampato in faccia a loro volta, i due scomparirono nel garganta, diretti di nuovo a Las Noches.
- E cosa c'entra? - parlai, incrociando le braccia sul petto - Mi hai
trascinato qui per sbattermi in faccia che faccio schifo? Beh, mettiti
in coda -
- Fai silenzio - ringhiò, girandosi del tutto con un'espressione
che non avrei esitato a definire straincazzatissima - Si può
sapere come cazzo hai fatto a diventare così patetica in
così poco tempo?! -
Rimasi leggermente interdetta - ... Non me lo dire, mi conoscevi anche tu? -
- Tch... Ovvio. Anche se all'epoca non ero ancora un Espada - mi
lanciò l'ennesima occhiata assassina - E adesso silenzio, stare
nel mondo degli umani è già abbastanza irritante senza
che debba pure starti a sentire. -
- Simpatico come una sprangata sui denti - sibilai, alzandomi e sporgendomi dal tetto per vedere dove eravamo.
Sussultai, notando a poca distanza quella che, senza alcun dubbio, era casa mia.
Mi girai, assicurandomi che Grimmjow non stesse guardando e vedendolo
che parlava con le sue Fracciòn che nel frattempo erano
ritornate, mi buttai letteralmente giù dal tetto, aggrappandomi
ad un albero e attutendo in quel modo bellissimo la mia caduta al suolo.
Non appena riuscii a rimettermi in piedi utilizzai il sonido per
allontanarmi il più possibile, arrivando nell'arco di pochi
secondi di fronte a casa mia.
O meglio, quella che era stata casa mia.
Rimasi imbambolata lì davanti per qualche minuto, senza sapere
che cosa mi convenisse fare. Da quello che avevo potuto constatare
quella volta nel parco, con Ulquiorra e Yammy, il reiatsu degli
Arrancar faceva star male gli umani, quindi lo abbassai drasticamente,
riducendolo al minimo indispensabile per farmi trovare da Grimmjow e
gli altri quando se ne sarebbero andati.
Provai la porta, ma era chiusa.
Quindi mi diressi verso l'albero che cresceva nel piccolo giardinetto
di fronte alla casa e presi ad arrampicarmi, ricordandomi quasi per
memoria muscolare quali rami fossero abbastanza robusti da reggere il
mio peso e quali mi avrebbero mandato a sfracellarmi a terra, salendo
fino ad arrivare alla finestra della mia camera, che lasciavo sempre
aperta proprio per questo tipo di emergenze.
Certo, se l'avessero chiusa durante la mia assenza sarebbero stati cavoli amari, ma sperare non costava niente.
Mi appollaiai sul davanzale, facendo poi scivolare le dita con fare
esperto sul bordo della finestra, trovando la fessura che segnalava
l'apertura della finestra.
Tirai e mi trovai a guardare camera mia.
Passarono i minuti prima che mi decidessi a smetterla di stare sul
davanzale e a mettere piede in camera, per poi dirigermi verso il mio
letto e sedermici sopra, guardandomi attorno.
Sembrava tutto così... Così finto.
Scossi la testa, facendo tintinnare tra loro i fermagli che stavano tra
i miei capelli, riuscendo a farmi prendere un colpo da sola per il
rumore inaspettato, ma allo stesso tempo riuscendo a scuotermi dai miei
pensieri.
Mi alzai e presi una borsa, pronta per prendere le poche cose che
volevo portarmi dietro e che consistevano in un paio di libri, un
blocco da disegno e un peluches.
Prima di scoppiare a ridere, (perchè chi non riderebbe a vedere
una ragazza fatta e cresciuta che si porta dietro un draghetto di
pezza?) quel pupazzo era praticamente il compagno di una vita.
Me lo avevano regalato i miei quando avevo cinque anni e da allora era diventato una sorta di porta fortuna.
Infilai anche quello nella borsa e mi avviai verso la finestra.
- Credi davvero che ti lasceremo scappare così una seconda volta, arrancar? -
- Vero Kasai? Oppure preferisci essere chiamata col tuo nome, Abaron? -
Mi girai, non credendo alle mie orecchie e sperando con tutto il cuore
che quelli che avevano appena parlato fossero due tizi che si erano
esercitati in una maniera impressionante a imitare le voci dei miei.
- Non rispondi? -
- M-mamma? Papà? - mi trovai a balbettare, sperando che mi dicessero che era tutto uno scherzo.
Sgranai gli
occhi fino al limite del possibile, combattendo a viva forza l'impulso
di buttarmi dalla finestra per la paura di vedermi due zanpakuto
puntate alla gola.
Ma non era come con Ulquiorra, o come con Nnoitra.
Qui era tutto vero. Se non ne uscivo in qualche modo mi avrebbero ucciso.
Accanto alla paura però c'era la crescente consapevolezza che
nemmeno i miei g-... Quelli che credevo essere i miei genitori erano
stati lasciati fuori da quella specie di complotto nei miei confronti.
Mi avevano mentito per tutta la mia cazzo di vita.
E tutto d'un tratto la paura era stata rimpiazzata dalla rabbia più pura.
Con una freddezza di cui mi sorpresi da sola assicurai la piccola borsa
all'obi che teneva al loro posto i miei Hakama e portai una mano
all'elsa di Sangre, traendo un po' di conforto nella senzazione di
avere fra le mani un'arma con cui potermi difendere.
- Quali sono i vostri nomi? - chiesi in un tono completamente privo di ogni emozione.
- Siamo Takeshi e Kaede - parlò l'uomo.
Mi rifiutavo di chiamarli "mamma e papà".
Scoppiai in una risata asciutta e talmente finta da risultare quasi
paurosa - Non posso crederci! Non ero nemmeno degna di sapere i vostri
veri nomi allora! -
Rimasero in silenzio e decisi di ritorcergli contro le loro stesse
parole - Allora - cominciai, con un ghigno che rivaleggiava quelli di
Nnoitra - Non rispondete? -
Ancora silenzio.
Ritornai seria nell'arco di pochi secondi -Bene allora. Takeshi,
Kaede... Sareste così gentili da togliermi dalla gola queste
zanpakuto? Se non lo fate... - assottigliai lo sguardo in una delle
occhiate più truci di tutta la mia vita - ... Vi farò
talmente male che capirete che cosa significa non ricordarsi un bel niente del proprio passato! - conclusi alzando la voce e stringendo i pugni in segno di stizza.
Esitarono un attimo, scambiandosi un'occhiata come a chiedersi se stessi facendo sul serio.
Ma quell'attimo bastava.
Estrassi con un movimento estremamente rapido e preciso Sangre dal suo
fodero, per poi farla cozzare contemporaneamente contro le due lame e
allontanarle a viva forza dalla mia gola, con un ringhio che mi sarei
aspettata provenisse da una qualche bestia piuttosto che da me.
Procedetti poi ad afferrare la lama di Takeshi, fregandomene di
qualunque taglio avrebbe potuto lasciare sul mio palmo, e tirandolo
verso di me, schivando nel mentre un fendente di Kaede.
Il pugno che gli tirai lo mandò a schiantarsi nella parete e
approfittai della momentanea distrazione della donna per sollevare il
braccio e tentare di caricare un cero.
Mi guardarono stralunati.
- Un cero a questa distanza vi ucciderebbe sul colpo. Ma dato che non
sono così malata da uccidere chi mi ha accudito per diciotto
anni, se mi lasciate andare vi risparmierò la vita - parlai,
notando che, grazie al cielo sul mio palmo stava cominciando a formarsi
una luce bianca abbastanza soffusa.
Si guardarono per pesare le varie opzioni.
- Vattene, mostro - ringhiò infine Takeshi
Risi, per poi rivolgermi a loro con un ghigno - Non sono un mostro. -
rinfoderai Sangre - Sono un drago. Non sfidate la mia
magnanimità. Non è una caratteristica della mia specie
dopotutto, no? -
Con il sonido mi lasciai alle spalle quella casa.
Per sempre.
Per ritrovare gli altri non dovetti fare altro che seguire le esplosioni.
L'unica cosa che mi faceva stare un po' sulle spine era il fatto che
dai sei reiatsu che percepivo costantemente prima, ora riuscivo a
percepirne solamente un paio.
Una era indubbiamente Grimmjow, dato che era troppo forte, mentre
l'altra doveva essere uno dei cinque... Però potevano anche aver
azzerato la loro energia spirituale per non farsi scoprire nel caso
fossero stati attaccati prima di trovare...
Oh mio Dio.
Erano qui per ammazzare Ichigo! Me ne ero totalmente dimenticata!
Sbucai di corsa in un incrocio, guardandomi attorno nel disperato
tentativo di notare qualcuno in cielo magari, mentre cercavo di
percepire le energie spirituali più vicine.
Non dovetti aspettare molto, visto come qualcuno si schiantò proprio in strada di fronte a me.
Aspettai che il polverone che la sua caduta aveva sollevato si
diradasse, giusto per capire se era amico o nemico e agire di
conseguenza.
Ebbi giusto il tempo di vedere una famigliare capigliatura arancione
prima della comparsa di Grimmjow che, con poche e abili mosse, fu
capace di contrastare i suoi attacchi e spedirlo parecchio avanti con
un calcio in piena faccia.
Spalancai gli occhi, abbastanza in ansia per il mio amico e con il
sonido mi misi nella sua traiettoria, prendendolo al volo e cercando,
al meglio delle mie possibilità, di frenare il suo volo.
Riuscii solo in minima parte nel mio intento e andammo a schiantarci in
un guard rail che, poverino, si piegò sotto la forza
dell'impatto.
- Tutto a posto Ichigo? - domandai, rimettendomi in piedi e aiutandolo
a fare altrettanto, solo per vedermi la sua zanpakuto puntata in mezzo
agli occhi.
- Perchè mi hai aiutato, arrancar? - parlò, ansimando pesantemente.
Anche la sua presa sull'elsa della spada era precaria, ma era pur
sempre Ichigo, testardo come sempre, quindi la teneva nonostante tutto.
Ammutolii per qualche secondo.
Era anche lui uno shinigami no? L'avevano detto sia Ulquiorra che
Grimmjow... E se fosse stato coinvolto anche lui in tutto lo schifo che
mi riguardava?
Assottigliai lo sguardo ai miei stessi pensieri.
No, non poteva essere. Altrimenti perchè sarebbe venuto a cercare di salvarmi quel giorno nel parco?
Se sapeva che ero una degli arrancar avrebbe fatto prima a lasciar stare e aiutare Orihime.
Aprii la bocca per rispondere, ma non feci in tempo.
- Femmina! Che cazzo stai facendo!? - tuonò Grimmjow dietro di
me, prima di girarmi di scatto e letteralmente buttarmi di lato,
facendomi fare qualche decina di metri sull'asfalto.
Mi rialzai il più velocemente possibile, tornando di corsa verso
di loro, con una chiara visuale dell'espada che prendeva il mezzo morto
Ichigo per il suo shihakusho e lo alzava, prima di cominciare a
tempestarlo di pugni.
Era talmente veloce che per il momento che arrivai doveva già
averlo riempito di così tante botte che gli sarebbero bastate
per qualche vita.
Con l'ennesimo sonido mi misi in mezzo, beccandomi un bellissimo pugno
in faccia, proprio dalla parte dove c'erano i resti della mia maschera
hollow.
Che erano denti. E che con la forza del pugno riuscirono a lacerarmi la pelle, nonostante il mio hierro.
Mi morsi la lingua per non urlargli contro insulti che si sarebbe solo
sognato e non fargli vedere che mi aveva fatto un male boia,
soprattutto, limitandomi a guardarlo con sguardo di sfida.
Se non altro smise di tirare pugni, guardandomi come se mi fosse spuntata una seconda testa di fianco a quella normale.
- Quale cazzo di problema hai!? - sbraitò, prendendomi per la
sciarpa e alzandomi da terra - Ti sei pure rincoglionita nel tempo che
hai passato in questo mondo?! -
Notai con la coda dell'occhio che anche la sua mano sanguinava e mi
divincolai, facendomi mollare - Non ti lascio ammazzare Ichigo -
ribattei a tono, mantenendo un tono relativamente calmo.
- Ah no? Tch! - parai il pugno che mi aveva tirato di lato, sperando di
cogliermi di sorpresa, ma comunque la sola forza del colpo fu
abbastanza da mandarmi a distruggere la vetrina di un negozio.
Ghignò e scagliò poi Ichigo in aria, usando il sonido per
precederlo e scaraventarlo a terra in una caduta rovinosa con un calcio.
Uscii dall'ammasso di manichini in cui ero avvinghiata in tempo per vedere la voragine che la sua caduta aveva formato.
- Tch... E sta roba sarebbe un bankai? Non mi deludere shinigami!
Cos'è?! Da quando l'hai tirato fuori l'unica cosa che ti
è diventata almeno decente è la velocità?! Eh!? - urlò, guardando malissimo il polverone che Ichigo aveva sollevato cadendo.
Mi avvicinai a mia volta, temendo che lo avesse davvero ammazzato,
prima di venir bloccata da uno strano reiatsu che veniva proprio da
dove doveva essere lui.
- Getsuga... - ci fu una pausa nella quale il fumo si diradò,
mostrando la lama della zanpakuto nera dello shinigami rivestita da
quella che doveva essere energia spirituale nero/rossiccia - Tensho! -
Il colpo fu velocissimo, dando a Grimmjow solo il tempo di portare le
braccia in avanti in una posizione protettiva prima di essere colpito.
Ammutolii e aspettai che il fumo si diradasse, cercando di capire se Grimmjow fosse sopravvissuto o meno.
Ma sicuramente era sopravvissuto, era troppo testardo e forte per farsi mettere al tappeto da così poco.
Perchè mi importava poi...?7
- Dannazione... Che cos'era quello? Ulquiorra non ha menzionato nessuna
mossa come quella nel suo rapporto! Neanche una parola a riguardo! -
ghignò con fare malato, guardando Ichigo.
- Allora, ti ho deluso, arrancar? - fece lui di rimando, facendo
chiaramente trasparire dalla sua espressione quanto fosse soddisfatto
di averlo colpito.
E aveva lasciato anche il segno!
Madonna quanto se lo meritava.
Venni strappata dal mio filone di pensieri dalla risata incredibilmente
sguaiata dell'espada - Potrei essermi sbagliato su di te, Shinigami!
Magari vale la pena di ucciderti dopotutto! -
Mi avvicinai il più lentamente possibile a Ichigo - Ehi. Tutto bene? -
Lo sguardo che mi lanciò potevo descriverlo solo come impanicato
- Non ti avvicinare - sibilò, per poi portarsi una mano al volto
con un'espressione di dolore.
Ritornai sui miei passi.
Non mi riconosceva. Ma dopotutto il gigai in cui ero stata messa era
completamente diverso dal mio aspetto originario, quindi non potevo di
certo biasimarlo.
- Allora shinigami! Per quanto tempo hai intenzione di rimanere lì?! E tu femmina, vieni qui! -
Lanciai un'ultima occhiata a Ichigo e, con il sonido, arrivai in cima
al palazzo più vicino all'arrancar dai capelli azzurri - Ti
ricordo che non sono capace di stare in aria per troppo tempo. E ti
puoi anche sognare che mi metta a svolazzare per schivare i vostri
attacchi - commentai, mettendo prima un piede poi l'altro nel vuoto,
fino ad arrivare ad un paio di metri da Grimmjow.
Mi ci stava volendo tutta la mia concentrazione per non cadere di sotto come una pera cotta.
- Beh, se non attacchi allora è il mio turno! - ghignò l'espada, afferrando l'elsa della sua zanpakuto.
Stavo per fermarlo, quando l'aprirsi di un garganta alle sue spalle mi fece bloccare.
E poi venne l'infarto di vedermi comparire Tosen a due centimetri.
E che cazzo.
- Rinfodera la spada, Grimmjow - parlò.
- Tosen? - fece l'espada, obbedendo al comando con un'espressione abbastanza stupita - Vuoi spiegarmi che cosa ci fai qui? -
- Chiedi... " Perchè"? - senza muovere un singolo muscolo
facciale proseguì - Non puoi fare sul serio. Hai scelto di
invadere il mondo degli umani da solo, senza ordini. Inoltre hai
portato con te cinque arrancar e lei - fece un breve cenno del capo
verso di me - senza permesso. E li hai persi in battaglia -
Grimmjow prese un piccolo passo indietro.
- Hai disobbedito agli ordini. Ma lo sai già. Lord Aizen non
è contento di ciò, Grimmjow - Tosen si avviò oltre
Grimmjow - Venite. Per quanto ti riguarda, Grimmjow, la tua punizione
verrà decisa nello Hueco Mundo - e, tirando una ditata al cielo,
aprì un garganta, avviandosi.
Lo seguii praticamente di corsa, salutando Ichigo con un veloce cenno
della mano, prima di venire assorbita dalla totale oscurità che
regnava nel garganta.
Arrivammo una decina di minuti dopo nella sala dal trono di Aizen, dove il suddetto ci guardava placido.
- Bentornato, Grimmjow - fece, con il suo solito sorriso tranquillo,
mentre appoggiava le mani sui braccioli del trono - Anche tu, Abaron -
L'espada non disse niente, ma mi trovai ad avvicinarmi a lui,
più per paura degli altri due che per altro, limitandomi a
piegarmi in un breve inchino per rispondere.
- Perchè sei così silenzioso? - fece Tosen, - Non hai qualcosa da dire ad Aizen-sama, Grimmjow? -
- Veramente no - replicò l'altro, con lo sguardo rivolto a terrra, ma mantenendo comunque un'aria fiera.
- Che insolenza... -
- E' tutto a posto, Kaname. La verità è che non sono
nemmeno così arrabbiato. - sorrise, passando in rassegna ognuno
di noi con lo sguardo.
- Ma lord Aizen...! -
- Credo piuttosto che le azioni di Grimmjow fossero un tentativo di
farmi piacere, ma che poi si è lasciato trasportare... -
fissò lo sguardo sull'arrancar - Ecco come considero questo
incidente. Ho ragione, Grimmjow? -
- Sì, mio signore -
Rimasi a guardare lo scambio, provando tutta la simpatia del mondo per la Sexta.
Essere fissati da Aizen era snervante in una maniera impressionante...
Roba da farti venir voglia di correre senza ritegno fuori dalla stanza.
Sussultai quando Tosen, all'apparenza così calmo e razionale,
afferrò l'espada per il colletto della sua divisa. Se avessi
potuto vedergli gli occhi e non fosse stato cieco, probabilmente
avrebbe cercato di ucciderlo con gli occhi.
- Che problema hai...Tosen? - domandò Grimmjow, con un tono che
non avrei esattamente raccomandato in una situazione di merda come la
sua.
- Aizen-sama! Per favore, autorizzatemi a punire questo soggetto! -
- Kaname... - sospirò Aizen, guardando in maniera indecifrabile l'altro shinigami.
- Ah! Bel tentativo, Tosen! - ringhiò la Sexta espada,
liberandosi con un movimento della spalla dalla presa dell'uomo - Mi
hai sempre odiato, ecco il perchè di tutto questo, non è
forse vero? E' un comportamento degno di un ufficiale supervisore,
secondo te? -
- Ritengo che coloro che disturbano la pace non debbano essere perdonati. Non è personale -
- Quindi mi uccideresti per insubordinazione? - chiese Grimmjow.
La risposta fu senza la minima esitazione - Sì, per l'onore di lord Aizen -
- Hah! - sbotto l'espada - Il baluardo di una nobile causa! -
- Certamente. E' la causa che guida le mie azioni, di cui tu non sai
nulla. Senza un motivo che lo giustifichi, l'uccidere non è
nulla più che un omicidio. - afferrò l'elsa della sua
spada e mi tesi involontariamente - Ma d'altra parte, uccidere per una
causa... - si scagliò contro Grimmjow così velocemente
che nessuno ebbe il tempo di reagire, tagliandogli il braccio sinistro
con un fendente di precisione quasi chirurgica - ... E' giustizia -
Sgranai gli occhi, guardando in silenzio il braccio che toccava terra e
venendo risvegliata da quella specie di trance dall'urlo di dolore
dell'espada.
Mi lasciai sfuggire un'esclamazione sorpresa, avvicinandomi a Grimmjow
e mettendogli una mano sulla spalla buona, per cercare di offrire un
po' di conforto, anche se sapevo che sarebbe stato a dir poco inutile.
E perdeva davvero un casino di sangue.
- Incantesimo di distruzione numero 54. Haien, fiamma
dell'obliterazione - scagliò una sfera infuocata contro il
braccio, carbonizzandolo al solo contatto.
- Merda, merda, merda! - urlò Grimmjow, tenendo la spalla ferita e serrando gli occhi.
- Era proprio necessario? - domandai, sforzandomi di distogliere lo
sguardo da tutto quel sangue - Aizen-sama ha detto che non gli
importava! -
- Senza una punizione un individuo con la sua personalità continuerebbe a commettere errori. -
Mi zittii, abbassando lo sguardo e togliendomi la sciarpa, costringendo
poi Grimmjow a mollare la presa sul suo moncone - Fermo... - sibilai,
riuscendo in qualche modo strano ad annodare il tessuto strettamente,
per fermare un minimo l'emorragia.
Si lasciò fare, lanciandomi un veloce sguardo pieno di dolore,
per poi tornare a focalizzare la sua attenzione su Tosen - Bastardo, il
mio braccio...! - strinse i denti e, con la mano sana estrasse la sua
zanpakuto, urlando un " Io ti ammazzo! "
Come far diventare una situazione di merda ancora più schifosa.
Lasciatelo fare a Grimmjow.
- Fermati. Se attacchi Kaname, mi metti in condizione di non poterti
più perdonare - fece Aizen, con tutta la calma del mondo.
La sexta si bloccò, digrignando i denti e rinfoderando la spada,
per poi girarsi di scatto e andarsene come una furia, lasciando dietro
di sè una scia di sangue.
Feci per seguirlo, ma venni bloccata dalla voce di Aizen - Abaron cara, che cosa ti è successo al viso? -
Mi rigirai, accennando un sorriso - Un incidente, Aizen-sama. Non sono
ancora in grado di combattere propriamente, ma sto imparando. Adesso se
vuole scusarmi, vorrei seguire Grimmjow -
Annuì e mi congedò con un gesto della mano.
Passai dall'infermeria, facendomi consegnare da una delle
arrancar-medico che c'erano lì un intero set di medicinali,
disinfettanti e una montagna di bende, per poi dirigermi nell'ala del
palazzo riservata all'espada numero sei.
Bussai con la testa alla sua porta, con le mani piene di tutta quella roba e aspettai pazientemente che mi aprisse.
- Chi cazzo è. - lo sentii dall'altra parte della porta, chiaramente incazzato, ma si sentiva che stava male dalla voce.
- Abaron -
Ci furono dei minuti di silenzio, seguiti dalla porta che si apriva - Entra -
Eseguii, guardandolo chiudere la porta alle mie spalle - Sospettavo che
non saresti andato dai medici. - appoggiai tutta la roba che avevo in
mano sulla prima superficie piana che mi capitò a tiro - ... Mi
permetteresti di...? - gesticolai verso la sua spalla che ancora aveva
la mia sciarpa avvolta saldamente attorno.
Mi guardò per qualche secondo, prima di dirigersi verso il letto
( che era macchiato di sangue, come metà della stanza ) e
sedersi, continuando a fissarmi - Fai quello che devi, femmina -
Scossi la testa - Ho un nome, sai? - mi avvicinai, sedendomi sul letto
con tutta la pletora di roba che mi avevano rifilato le infermiere.
Si scrollò di dosso la giacca dell'uniforme, buttandola poi in
un angolo della stanza - Abaron Vanhorn. Conosco il tuo nome. -
- Non sapevo il mio cognome... - commentai, cominciando a disinfettare
la ferita, il più delicatamente possibile - Sto cercando di far
piano -
- Tch... Non sono una femminuccia - mi guardò male.
- Ti ha mozzato un braccio. Espada o no fa male lo stesso -
Cadde il silenzio mentre disinfettavo la sua spalla.
Di punto in bianco sospirò - Non ti ricordi di me. -
Mi bloccai nel bel mezzo di applicare la benda alla ferita - Non
ricordo nulla. Non ricordo nemmeno di aver vissuto qui a Las Noches -
replicai, con un tono abbastanza basso, riprendendo a bendarlo - Ma
sì, mi sembra di conoscerti. -
- ... Hm. - sembrò perso nei suoi pensieri per qualche secondo -
Suppongo che secondo la definizione che danno gli umani eravamo " amici
" -
- Ecco fatto - mormorai, assicurando i due lembi di benda assieme con
un nodo, per poi spalancare gli occhi alla sua affermazione - Davvero?
- lo guardai - Non credevo di avere amici qui - ridacchiai nervosamente.
Rimase in silenzio e passai a disinfettare il lungo taglio che aveva
sul petto - Come mai mi hai trattato così di merda allora? -
- Sei diventata debole. - fu tutta la sua risposta - E proprio da te
non lo posso tollerare, visto che non so come ti eri guadagnata la cosa
più simile al rispetto che posso dare -
- ... Ah. - commentai, bendando anche quella ferita - Beh... Non so
cosa dire. Mi dispiace - passai al taglio che aveva sulla tempia,
disinfettandolo in breve tempo.
Ringhiò - Come cazzo fai a non ricordare niente!? - si alzò, facendomi finire a terra per la sorpresa.
Mi supportai con i gomiti - Ma che cazzo! Non è colpa mia se non
ricordo! E poi cosa vuol dire che adesso sono debole?! Se ora faccio
così schifo prima non potevo essere molto meglio! -
- Facevi parte degli espada porca puttana! - sbottò alla fine.
Mi bloccai, guardandolo con gli occhi sgranati.
- ... Che cosa? -
_____________________________________________________
Beh... Eccomi con il nuovo capitolo!
E' venuto lunghissimo e ci ho impiegato un cavolo di pomeriggio per scriverlo .-.
Spero sia almeno decente... Boh! Commentate!
E poi la svolta, Abaron era una degli espada!
Più avanti si scoprirà il rango, ma prima verrà il
suo sprigionamento *^* ( che ho impiegato un'era geologica per
disegnare, ma lo vedrete solo quando se ne parlerà, mwuahahah! )
Vabbè, ho detto tutto!
Ciauuuu!
Alice_
PS: Capitolo che ha anche lo stesso titolo del numero 24 del manga,
visto che si svolge nell'ambito di quel singolo numero XD Piccola
curiosità :3
E un grazie a tutti quelli che leggono, in modo particolare a quelli che hanno recensito fin'ora!
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Capitolo 8 *** The little-big kiss ***
The heart is what you make it cap 7
- Non so che
rango avessi, ma sì, eri come noi - sbuffò, offrendomi la
mano perchè mi alzassi, rifilandomi un'occhiataccia, come per
rimproverarmi di essermelo dimenticata.
Afferrai la mano che mi veniva offerta, senza dire niente, essendomi
ritrovata pressochè impossibilitata a parlare e con la bocca
stranamente asciutta.
- Oh andiamo, non è poi questa grande novità. Insomma, si
sente che il tuo reiatsu è troppo forte per essere quello di una
semplice arrancar. E poi perchè Aizen avrebbe voluto affidarti
ad Ulquiorra, - cambiò il suo tono in uno di sdegno alla
menzione del nome - il suo animaletto, se non fossi stata almeno un po'
importante? -
Aprii un paio di volte la bocca, cercando di articolare un suono che
sembrasse per lo meno una parola, ma riuscendo solamente a emettere
mormorii sconessi.
Eppure il ragionamento di Grimmjow non faceva una piega.
- E che cazzo, vuoi parlare o no?! - sbottò spazientito dopo
qualche minuto di silenzio carico di tensione - Non sono qui a fare la
bella statuina io! - concluse, prendendomi per una spalla e scuotendomi
come se non ci fosse stato un domani.
Mi riscossi dal mio coma auto-indotto e sbattei un paio di volte le
palpebre, per mettere bene a fuoco la stanza - Okay, okay, ci sono! -
esclamai a mia volta, costringendolo a fermarsi.
- Alla buon'ora, baka - ringhiò, ritraendo la mano, per poi
girarsi e guardare con una smorfia di disgusto stampata in faccia le
sue lenzuola macchiate di sangue - Cazzo, stupido Tosen... -
bofonchiò, aggiungendo una serie di imprecazioni che avrebbero
fatto impallidire perfino il più volgare degli scaricatori di
porto.
Scossi la testa per cercare di liberarmi dai miei stessi pensieri e,
sospirando, mi voltai verso di lui - Dove tieni le lenzuola? -
Mi lanciò un'occhiata incredula.
- Pensi davvero che io mi abbassi a fare certi lavori? Ma per piacere.
Ogni giorno un arrancar di basso rango si occupa di tutto -
Sollevai le mani - Non c'è bisogno di essere così acidi
eh. - parlai, roteando gli occhi - Vorrà dire che andrò a
chiedere di darmi le lenzuola, visto che chiaramente ti fa schifo
dormire lì in mezzo -
Fece per ribattere ma riuscii a silenziarlo con un'occhiataccia - Dimmi che non ho ragione - lo sfidai.
- Tch... - prese a guardare un qualche punto imprecisato alla mia
destra - Hai ragione - ammise alla fine, passandosi la mano sana tra i
capelli.
Non riuscii a fare a meno di concedermi un ghigno soddisfatto per essere riuscita a farmi dare ragione.
- A tra poco - e con ciò uscii dalla sua stanza
Ci volle una mezz'ora buona prima che trovassi una arrancar in grado di
dirmi dove andare a prendere delle stramaladettissime lenzuola pulite.
- Ehi, scusa! - esclamai per attirare la sua attenzione, facendo
fermare la ragazza nel mezzo del corridoio mentre aspettava che mi
avvicinassi.
Quando le arrivai vicino ebbe un moto di sorpresa non da poco, quasi
candendo per terra, e si inchinò praticamente subito - Non
l'avevo riconosciuta Abaron-sama! - si affrettò a spiegare,
senza osare alzare la testa.
Rimasi giusto un tantino basita, abbastanza da rimanere imbambolata
come uno stoccafisso, ma non così tanto da auto-impedirmi di
parlare - Ehm... Alzati pure, non serve che ti inchini - replicai,
abbastanza nervosamente, sventolando le mani in avanti in un patetico
tentativo di alleggerire l'atmosfera abbastanza tesa che si era andata
a creare.
Sollevò appena la testa - Ne è sicura? - domandò poi, con fare parecchio insicuro.
Annuii frettolosamente - In realtà avrei bisogno che mi dicessi
dove poter trovare delle lenzuola pulite per quell'idiota di Grimmjow -
ridacchiai, passandomi una mano tra i capelli.
- Oh! Ma certo, passerò io in camera sua appena avrò
svolto le mansioni che mi sono state affidate... - parlò,
inchinandosi di nuovo.
- Ma non ce n'è bisogno, posso benissimo fare io - accennai un sorriso - Mi ricordo ancora come si fa un letto -
Mi guardò a dir poco inorridita - Non dovrebbe abbassarsi a fare
questo genere di lavori! - sussurrò, - Insomma... E' compito
nostro servire gli espada -
Inclinai la testa - Per favore? - provai, guardando la sua espressione mutare ancora in una di completo stupore.
Sembrò combattuta per qualche altro minuto, - Venga con me -
Mi guidò in una stanza, nella quale erano raccolti ordinatamente
tutti i panni puliti. Ne dedussi che doveva essere una specie di
lavanderia.
Prese con sicurezza dettata dall'esperienza quello di cui avevo bisogno
e me lo consegnò - Spero di esserle stata utile, Abaron-sama -
si inchinò nuovamente - Se vuole scusarmi ora avrei altri doveri
a cui adempiere -
Annuii - Mille grazie -
Si tirò in piedi ringraziando a sua volta e si avviò di
gran carriera giù per il corridoio, prendendo la direzione
opposta a quella che imboccai io qualche secondo dopo.
Mi presi il mio tempo, guardandomi attorno, anche se non c'era molto da
vedere nel palazzo, visto come quei corridoi eranopressochè
infiniti e tutti ddannatamente bianchi.
Seriamente, dopo un po' facevano venire il mal di testa.
Svoltai un angolo, giusto in tempo per scontrarmi con qualcuno.
Accaddero varie cose nell'arco di pochi secondi:
1. Io che scivolavo su un lembo di lenzuolo, che era riuscito a
scappare dalla piega perfetta in cui era stato messo, nel disperato
tentativo di evitare lo scontro con chiunque ci fosse davanti a me.
2. L'anima pia che avevo quasi ucciso che cercava di non farmi cadere
con la grazia di un sacco di patate e che quindi, anche con tutte le
sue buone intenzioni, venne trascinata inesorabilmente con me, visto
che le lenzuola sembravano volermi uccidere e avevano fatto inciampare
pure lei.
3. E come ciliegina sulla torta, uno dei lenzuoli che tentava di soffocarci cadendoci addosso.
Tirai una testata epica al pavimento e chiusi gli occhi per il male che
mi ero fatta, riaprendoli poi di scatto quando sentiii il respiro del
povero sfigato che aveva vuto la sfortuna di trovarsi nel mio cammino
solleticarmi il viso., già pronta a scusarmi in tutte le lingue
del mondo.
Rimasi quindi giusto un po' imbambolata lì quando mi trovai
faccia a faccia con Ulquiorra. Tra tutti quelli che potevano capitare
dovevo fare la figura della perfetta idiota con l'unico che almeno
provava a tollerarmi.
Mamma mia, quanto riuscivo ad essere patetica?
Arrossii violentemente per l'imbarazzo e cercai di muovermi, riuscendo solamente a peggiorare la situazione.
- Aspetta, femmina. - mi fermò, rendendomi fin troppo conscia
del fatto che la distanza tra le nostre labbra era praticamente
inesistente.
Deglutiii - Se vuoi uccidermi fallo in fretta -
- Non ne provo il desiderio. Anche se la tua goffaggine potrebbe
provvedere al posto mio, un giorno - replicò, per niente
imbarazzato nè dalla posizione nella quale ero riuscita a farci
finire, nè dal fatto che praticamente ogni volta che uno dei due
parlava... Non volevo nemmeno pensarci.
Avrei potuto prendere fuoco da tanto che ero rossa in quel momento.
Serrai gli occhi, ma l'immagine di Ulquiorra era sempre lì, e mi
ritrovai ad avvampare, ancora di più, se possibile. E non
avrebbe dovuto essere possibile, visto che avevo raggiunto una gradazione di rosso che aveva del preoccupante.
- Ti giuro che non sono sempre così incapacitata nei movimenti.
- biascicai, cercando di immaginarmi di non essere in quella strana
posizione.
Perchè poi non si toglieva? Era bloccato anche lui?
- Lo so - fu tutta la sua risposta, prima che ci liberasse tirando un
lembo del lenzuolo e facendo cadere, conseguentemente, tutta la nostra
" prigione ".
Boccheggiai per qualche secondo - Perchè non l'hai fatto prima?! -
Si alzò, senza distogliere da me lo sguardo - La tua reazione
è stata interessante, femmina. Che cosa l'ha causata? -
Aggrottai le sopracciglia in un'espressione perplessa - Sei serio? -
feci poi, notando che, effettivamente, nei suoi begli occhioni verdi
era presente una certa scintilla di curiosità.
Aspeeeeeeetta.
" Begli occhioni verdi "?
Scossi la testa, abbastanza stupita da me stessa per aver pensato una
cosa del genere, quando dovevo essere solo contenta che non gli fossero
partiti i cinque minuti e non avesse deciso di ammazzarmi.
E poi, diciamocelo, non ero mai stata questa gran romanticona. E nemmeno molto interessata nei ragazzi a dirla tutta.
Certo, le mie due cotte le avevo avute, ma ero sempre troppo timida per
dire a quei tizi qualunque cosa che avrebbe anche solo fatto
lontanamente intendere che provassi qualcosa oltre la semplice amicizia.
E adesso pensavo... Quello degli occhi di Ulquiorra?
Anche se effettivamente erano belli.
E che cazzo, di nuovo. Il mio stesso cervello si rivoltava contro di me!
- Quando non lo sono? - fu la sua risposta, mentre si aggiustava la
casacca dell'uniforme - Non eri forse tu che ti eri offerta di
spiegarmi? -
Mi riscossi dai miei pensieri e mi rialzai, riprendendo le lenzuola da
terra e sbattendole un paio di volte per ripulirle - Lo so. Ma.... -
sospirai, giungendo alla conclusione che il più diretta ero,
più probabilmente avrebbe capito al primo colpo - Ancora un paio
di millimetri e partiva il bacio -
Mise le mani in tasca, rimanendo però in silenzio.
- Uhm... Sai che cos'è un bacio no? -
- Un atto compiuto applicando e premendo le labbra, per un tempo
più o meno lungo, su persona o cosa in segno di amore o di
affetto. - replicò con una prontezza a dir poco disarmante,
visto che non mi sarei aspettata che sapesse nemmeno cosa fosse una
pacca sulla spalla.
- ... Te lo sei imparato a memoria da un dizionario questo, però
- protestai, sperando, in parte, che non fosse vero e che l'avesse
semplicemente parafrasato così.
In altre parole sperando che l'avesse detto alla Ulquiorra.
- Esatto. Non ne capisco il senso, ma nonostante sia stato
relativamente poco nel mondo degli umani, sembra che sia
un'attività piacevole. - smise di parlare, contemplando qualcosa
di non meglio identificato - Mostramelo, femmina -
Ebbi un infarto, lasciando quasi cadere per terra le lenzuola - ...Che?
- balbettai, con quella che doveva essere un'espressione presa
direttamente dal repertorio delle mie più stupide - Non credo di
aver capito che cosa vuoi che faccia. -
- Voglio capire. Mostrami come si fa - replicò in tutta calma.
Come se non mi avesse appena chiesto di baciarlo.
- Guarda che in teoria dovresti farlo con la persona che ti piace - provai, sperando che desistesse.
Oh, che sciocca.
- Tu mi piaci. - rispose, prontissimo come sempre - Più degli altri - si chiarì poi.
Arrossii - Intendevo... Sai, attrazione fisica - feci, gesticolando
come una pazza, rendendo il tutto solamente più confuso.
Mi squadrò per qualche secondo - Hai delle fattezze che
risultano piacevoli alla vista. Da maschio mentirei se dicessi di non
trovarti attraente, in qualità di femmina -
In quel preciso momento capii che era pressochè inutile cercare
di ragionare con lui in quei termini ( e che se continuava così
avrei preso fuoco in quel punto ).
Prendeva tutto fin troppo letteralmente.
- Sai cosa? Va bene! - sibilai, cercando di nascondere il rossore che
ormai regnava indiscusso sulla mia faccia - Sappi solo che non l'ho mai
fatto e probabilmente verrà male -
Non disse nulla, aspettando, presumibilmente, che facessi qualcosa io.
Lo guardai per qualche secondo, ponderando se tirarmi indietro o meno.
Alla fine, giungendo alla conclusione che tanto tenere il mio primo
bacio per qualche ragazzo umano non aveva senso per niente, visto come
io stessa non ero umana e in ogni caso non avrei mai avuto una vita
normale, quindi decisi di buttarmi.
Al diavolo le conseguenze.
Mi avvicinai sotto il suo sguardo attento -Sei davvero sicuro di
volerlo fare? - domandai, guardandolo negli occhi, sperando che avesse
cambiato, in quei due secondi, idea.
Non perchè non volessi... PIù che altro avevo paura di rovinare tutto con la mia grande grazia.
Annuì, mentre mi avvicinavo ulteriormente - Basta esitare,
femmina - fu tutto il mio avvertimento, prima che prendesse lui
l'iniziativa e unisse le nostre labbra.
Non me l'aspettavo minimamente quella svolta, ma mi ritrovai a chiudere
gli occhi e ad avvicinarmi un po' più di quanto non avessi osato
prima, ricambiando per quanto fossi in grado il bacio.
Sentii solo vagamente una mano salire sulla mia schiena e arrivare a
sciogliermi i capelli, facendo cadere a terra il fermaglio che li
teneva su e lasciandoli ricadere liberamente sulle mie spalle.
Ma ero troppo concentrata su quel bacio perchè me ne importasse qualcosa.
Portai una mano sulla sua spalla, stringendo appena e, apparentemente,
quel gesto fu abbastanza per far scattare qualcosa di non meglio
identificato nell'espada, per cui mi ritrovai spalle al muro.
Sussultai per la sorpresa, ma il bacio non venne rotto.
Anzi... Non credo di avere parole adatte a descrivere cosa diventò.
Anche se probabilmente avevamo agito d'istinto per tutta la sua durata,
quando finì non potei fare a meno di provare un po' di
disappunto, anche se praticamente stavo annaspado per dell'aria.
Ulquiorra si limitò a guardarmi per qualche secondo - Per essere un'abitudine tipicamente umana non è spiacevole -
- " Non è spiacevole? " - arrivò una terza voce, che mi fece giusto un po' prendere un colpo - Solo, Ulquiorra? -
L'arrancar non mostrò il minimo segno di sorpresa - Salve
Gin-sama. - fece, girandosi verso il nuovo arrivato - Stavo solamente
soddisfando la mia curiosità riguardo alla cosa - si
giustificò.
Io, imbarazzata com'ero, riuscii a bofonchiare solo un " Salve " molto
sconnesso, suscitando le risate dell'uomo che poi si rovolse nuovamente
al corvino - Forse per i primi due minuti, Ulquiorra... Poi
sembrava fossi curioso di... Saperne di più su Abaron
piuttosto - concluse, con un sorrisone per niente raccomandabile.
Mi ricordai tutto d'un tratto che c'era un motivo se mi trovavo
lì, quindi, con una risatina imbarazzatissima, mi scusai e
fuggii verso la camera della Sexta espada, spiegando brevemente
perchè ci stavo andando e guadagnandomi un'occhiata
indecifrabile di Ulquiorra e una risatina strana da parte di Gin.
Praticamente sfondai la porta e la richiusi come se avessi avuto l'inferno alle costole.
- Minchia! Stai calma! - mi urlò dietro Grimmjow, prevedibilmente, - Perchè cazzo ci hai messo tanto poi? -
Lo guardai per qualche secondo, riprendendo fiato.
- Allora? - fece, sbattendo a terra un piede ritmicamente.
- Tu non vuoi saperlo veramente -
_________________________________
Buon Natale gente che segue questa storia!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, visto che ho deciso di far
capitare questa piccola cosuccia tra Ulquiorra e Abaron...
Chissà adesso che cosa succederà nei prossimi capitoli...
Mwuahahah!
E ho anche paura di aver reso Ulquiorra troppo OOC, però
credetemi quando vi dico che ho seriamente provato a ragionare come lui
e beh... Posso solo dire che al confronto risolvere problemi di
trigonometria è dannatamente semplice.
Ad ogni modo, ho cercato di renderlo il più logico possibile (
anche se ad un certo punto nonostante tutta la sua logica vince
l'stinto :3 ) e poi, visto che mi sembra un tipo abbastanza curioso
verso ciò che non conosce è uscito questo capitolo...
Boh! Spero seriamente di non aver fatto casini!
Also, se trovate degli errori di battitura, sono per via del computer
nuovo che ha i tasti diversi da quello vecchio e non mi sono ancora
abituata :')
Ho detto tutto!
Buon Natale ancora!
Ciauuuu!
Alice_
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