Dragon Trainer 3

di Hikaru_Tsuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Questa è Berk ***
Capitolo 2: *** Nella Barca ***
Capitolo 3: *** A Cena ***
Capitolo 4: *** Orribiloso ***
Capitolo 5: *** Nuove scoperte ***
Capitolo 7: *** Tempesta ***



Capitolo 1
*** Questa è Berk ***


Questa è Berk

Dispersa in un arcipelago sperduto nel mondo.

Un tempo era considerato una terra guerriera.

La leggenda narra che anni fa era in atto una guerra contro i draghi. Creature che avevano la sola gioia di distruggere Berk e mangiarsi le loro pecore.

In seguito un ragazzo ebbe il coraggio di dimostrare che non era vero, dimostro a tutti che i draghi avevano dei sentimenti e se distruggevano Berk era perché erano ordinati a farlo.

Grazie a questo ragazzo coraggioso la vita per i Berkiani cambiò radicalmente, i draghi divennero i migliori amici dei loro cacciatori, e grazie a questa pace Berk ebbe il suo periodo d'oro.

Ma quarant'anni  fa, per ragioni ancora sconosciute i draghi abbandonarono l'isola.  Il ragazzo che fu il primo cavalca-draghi si ritrovò dunque a dire addio alla magnifica pace che c'era e nel popolo di Berk ritorno la tristezza.

Peccato che quel ragazzo in realtà sia mio nonno. Il grande e possente Hiccup Horrendus Haddock III, figlio di Stoick l'immenso. Il più grande capo di sempre. Mio padre Stoick II il saggio, fu chiamato così in onore del mio bisnonno nella speranza che lui fosse saggio come il primo.

Ah una cosa importante mi sono dimenticata di dirvi, dopo che i draghi se ne andarono, almeno una volta all'anno una barca partiva alla ricerca degli loro migliori amici, tale barche a volte tornavano a volte no.

La penultima imbarcazione torno con ottime notizie, sostenevano di aver visto qualcosa muoversi sotto il mare, sostenendo che si trattasse di un drago marino. Gli occhi di mio nonno brillavano di gioia, fu questo a spingere mio padre a partire nell’ imbarcazione successiva, ma questo accade cinque anni fa. Fu’ l'ultima ricerca che fecero. Ora al raggiungere dei miei vent'anni avrei ereditato il ruolo di capo da mio padre, come vuole la tradizione, il primogenito ha il diritto di richiedere il ruolo di Capo di Berk se la popolazione è d'accordo, e ovviamente è avendo il sangue Haddock erano fin troppo allegri della mia obbligatoria candidatura.

In poche parole me la facevo sotto. Per quanto mia madre cercasse di calmarmi pettinandomi i capelli, ero tesa come una corda di un arco, chiusi gli occhi cercando di ricordare le parole che dovevo pronunciare… Sospirai non potevo semplicemente abbassare la testa e aspettare che la vecchia Gothi mi facesse quel cavolo di simbolo sopra la fronte? No… Dovevo pure recitare un’antica promessa che facesse gli dei vegliare sul mio regno.

-Val andrà tutto bene, guardati, sei una donna ormai, e poi sai come sono le leggi qui, appena ti sposerai non sarai più il capo ma bensì tuo marito- cercò di calmarmi mia madre, aprì gli occhi e mi guardai riflessa, ma vedevo solo una semplice ragazza dai capelli castani e occhi verdi. Mia madre d’altra parte era bellissima, oltre al fisico, aveva quel tipo di sorriso che ti avrebbe sciolto subito il cuore, e poi era così diversa da me, intorno a lei potevi quasi vedere una sottospecie di aurea che ispirava forza e dolcezza, io invece ero certa che ispiravo pietà.

La mia totale disperazione si disperse per un lieve battito sulla porta seguito dall’entrata di mia nonna, le sorrisi, per quanto avesse già raggiunto la sessantina lei e mio nonno sembravano giovani, principalmente lei. Sin da bambina la invidiavo, lei e la sua sicurezza, e in più invidiavo il suo amore per mio nonno, raramente si parlavano, perché a loro bastava uno sguardo che capivano subito cosa l’uno pensava dell’altro. Loro si che si amavano

- Un uccellino mi ha detto che una giovane ragazza ha una crisi pre-rituale- sorrise avvicinandosi, mia madre fece un piccolo inchino ed uscì dalla stanza, per quanto avessero il rapporto nuora-suocera, fra loro non c’era mai stata un reciproca amicizia ma bensì rispetto, una rispettava l’altra e sicuramente non era fra i piani di mia madre prendere un tè con mia nonna Astrid.

- E se Gothi si sbagliasse? Insomma forse non sono ancora pronta! Guardami nonna chi mai mi rispetterebbe? Sembro un palo vivente, se avessi almeno un po’ del vostro fisico da guerriero, metterei un po’ di timore, invece sono uno stecchino per i denti ambulante- se con mia madre mi ero tenuta tutto ben nascosto, con mia nonna esplosi veramente, lei mi sorrise e riprese a intrecciare i miei capelli così diversi dai suoi.

- Tuo nonno ti ha mai detto come io e lui ci siamo messi insieme?- Sorrise lei, sospirai di nuovo con quella storia no.

- Tu avevi seguito di nascosto il nonno, e avevi visto che stava socializzando con un drago, mentre stavi per avvertire Berk lui ti ha letteralmente rapita, ma ti ha mostrato le bellezze di cavalcare un drago – le risposi guardando la sua espressione sul viso, sembrava triste.

- Tu non ci credi non è cosi? – si sedette accanto a me.

- Dimmi come posso credere nell’esistenza di essere fantastici che sputano fuoco? Nonna sono passati quasi cinquant’anni, come posso credere che siano veramente esistiti se le uniche prove sono dei disegni? – Lei sospirò e abbassò la testa.

- Io stessa uccisi vari draghi, prima di Tempestosa e anche quando l’avevo, il mondo era diviso in draghi buoni e draghi cattivi, principalmente quelli che seguivano Drago Bludvist, un cattivo…-

- Comandante di draghi, che per colpa sua mio Bisnonno Stoick l’immenso fu ucciso, dal drago di mio nonno Hiccup.-  Conclusi al posto suo.

- Sembri alquanto annoiata dal sentire sempre le stesse cose- commentò lei, la guardai ironica.

- Nonna la vita qui è una noia assurda! Dimmi come posso sperare di essere un bravo capo se devo ogni giorno ripetere le stesse cose? – Sussurrai guardandomi riflessa nello specchio.

- Quello che ti serve è una bella avventura, da farti sentire viva dentro. – Ammise lei alzandosi, mi finì la treccia in silenzio.

- Tua bisnonna sarebbe stata orgogliosa di te lo sai? Oltre ad avere lo stesso nome, avete quel coraggio innato che deve essere esposto all’avventura, ma allo stesso tempo sei divisa dallo spirito di tuo Bisnonno, sei responsabile. Sarai una grandissima Capo, saggia e coraggiosa.-  mi baciò la guancia appena ebbe finito e se ne andò.

Mi alzai e iniziai a cercare la mia amata spada, finche’ un colpo di tosse mi fece alzare lo sguardo. Davanti a me c’era Eret, figlio di Eret, Nipote di Eret, come vuole la dinastia dei totali testoni vuoti, per quanto avessero tutti dei bei aspetti, erano noti per la loro stupidità. Principalmente quello davanti a me, per mia sfortuna era innamorato da me sin dalla tenera età, ma sinceramente avrei preferito sposare una pecora che lui. Per mia sfortuna aveva in mano la mia spada, mi alzai e sistemai la mia gonna.

- Grazie Eret, mi ridaresti la spada, sai mi serve per il rituale- Sorrisi stendendo la mano.

- Potrei ridartela in cambio di qualcosa- Sorrise maliziosamente lui, incrociai le braccia al petto.

-Ossia? – borbottai mentre la mia pazienza stava per finire.

- Non so’ forse un bacio…- Si avvicinò a me, mentre indietreggiavo, finche’ non mi scontrai contro la mia toeletta. La mia mano finì subito sulla mia spazzola di ferro.

- E’ solo un innocente bacio… che può essere di così scandaloso?- Mi morsi il labbro.

- Forse che sia tu a darmelo- Dissi dandogli in faccia la spazzola, mentre lui si copriva il viso con le mani la mia spada cade a terra, la raccolsi e in fretta uscì dalla mia stanza, ma nel farlo mi scontrai contro qualcuno.

- Hiccup- Sussurrai, mio nonno mi sorrise, aveva una folta barba castana, anche se nelle radici era lievemente più chiara, segno che stesse finalmente invecchiando. Mio nonno non aveva le spalle larghe come gli altri vichinghi, ma era alto tanto alto.  E poi aveva perennemente quel sorriso di uno che ne aveva combinato una delle sue.

- Dall’urlo di dolore che sento provenire dalla tua stanza, e conoscendoti, direi che si tratta di Eret, e che abbia appena ricevuto una ginocchiata tua- Rise, ma lo abbracciai stringendomi fortemente a lui.

- Non voglio diventare un Capo, ti prego convinci Gothi, non so come si diventi un capo e non voglio neanche scoprirlo. -Lui sorrise e mi accarezzò la guancia.

- Vieni con me, facciamo un giretto.- Annuì mentre uscivamo dalla nostra casa, mentre camminavo dovetti più volte fermarmi per ringraziare gli auguri.

Fuori Berk rimasi silenziosa seguendolo, cercando di capire dove andavamo ma quando iniziammo una salita capii subito che era un posto dove non ci ero mai andata.

- Attenta al ramo- Disse lui, prima che potessi dire qualcosa, un ramo mi colpì in pieno petto, e ancora prima che potessi sbroccare, notai che il ramo proveniva da un pino diviso in due, l’altra metà quella distrutta formava quasi un ponte, ci passai sotto, segui le orme di mio nonno e mi ritrovai davanti ad un lago.

- Fu qui che lo trovai.- Sorrise indicando un sasso per poi sedersi sopra ed osservare il lago, non serviva che gli chiedessi chi, sapevo già la risposta, Sdentato.

- Lo dovevi vedere, aveva lo sguardo terrorizzato, ma lo nascondeva. Cercava di farmi paura, ma in realtà lo capii subito che voleva aiuto, e che era solo. Così ci venivo ogni giorno qui, lo curavo, gli davo da mangiare, così che notai che gli mancava una parte della sua coda, quella metà gli serviva per volare- Sospirò al ricordo, io intanto rimasi zitta ascoltandolo.

- Quando riuscì a farlo volare, c’era un prezzo, dovevo volare assieme a lui, all’inizio lui non ne fu’ molto felice, ma anche lui capii che eravamo legati, da un destino.- Ingoiai secco osservando il lago anch’io, il tramonto stava arrivando, e sarei diventata Capo appena sarebbe giunta la notte.

- Tuo padre aveva due anni quando i draghi se ne andarono, lui e tua madre ci sperano davvero che torni, tu non li hai mai visti, ma ti saresti innamorata anche tu di Sdentato, per quanto sembri pericoloso sa’ essere un vero cucciolo.- Da bambina gli facevo notare che ogni volta quando parlava di Sdentato, usava il presente, come se il suo migliore amico fosse ancora vivo.

- Lo immagino- Sussurrai sospirando.

- Quando tuo bisnonno mi chiese di diventare Capo, avevo la tua stessa età, solo che ero più avventuriero, avevo il mio drago e volevo scoprire il mondo, passo per passo, giorno dopo giorno, volavamo per  registrare nuovi posti. Perciò quando mio padre mi chiese di diventare suo successore, letteralmente scappai con Sdentato. Solo Astrid mi trovò, alla fine accettai il ruolo di capo, ma no perché lo volessi, ma perché lo ero. Sdentato divenne l’Alpha dei draghi ed io il Capo di Berk, due grandi Capi con lo stesso cuore- lo guardai, questa storia non la sapevo.

-Tu sei scappato?- sussurrai.

- Oh si, ne ero terrorizzato, io un capo? Per anni fui considerato un peso morto, un inutile vichingo, ero la sfiga di Berk. Tuo Bisnonno si vergognava di me, e come dargli contro? Aveva ragione, ero il primo vichingo che si rifiutava di lottare contro i draghi, grazie a Sdentato lui capì che i draghi erano amici, no nemici. Ma nella lotta finale contro il drago Regina, persi la gamba. – Mi morsi il labbro.

- Come so’ che sono un vero Capo?- Sussurrai.

- Un vero Capo, deve sapere sempre cosa fare, si sacrifica per il suo popolo, raramente ascolta gli altri perché agisce col proprio cuore, un cuore che tutti si fidano- sorrise lui e mi alzai dal sasso.

- Anche se ho il terrore è meglio finirlo il prima possibile, andiamo da Gothi- dissi, mentre lui si alzava, il ritorno fu silenzioso.

- Val?- Mi girai verso mio nonno.

- Mi sono sempre chiesto perché mi hai sempre chiamato per nome e raramente per Nonno- gli sorrisi.

- Hiccup, tu sei sempre stato più un amico per me che un vero nonno.- Sorrisi mentre Gothi mi faceva segno di avvicinarmi a lei.

- Respira fondo e dichiara le tue intenzioni davanti al popolo di Berk- Disse mio Nonno in veste di Capo anziano.

- Io Valka Heather Haddock, chiedo davanti a tutto il popolo di Berk, il permesso di regnare, che Odino e Thor mi siano giudici, che se al mio primo errore, il popolo mi aiuti ad essere un buon capo, che gli antichi capi mi siano da insegno per….- fui interrotta da un urlo femminile.

Presi subito la mia spada che doveva essere usata nel rituale e corsi verso la direzione del grido, non feci caso alle urla di mia madre e di mia nonna, sapevo già che dietro di me c’era mio nonno, perciò proseguì dritta.

La donna che urlava indicava un ragazzo bellissimo ingroppa ad un gigantesco drago.

- Un Uncinato Mortale nero…- Sussurrò mio nonno avvicinandosi al drago.

- Hiccup no! – Urlai correndo verso di lui, il ragazzo ingroppa al drago scese e si avvicinò a me.

Superò tranquillamente mio nonno che si avvicinava al drago con le lacrime agli occhi, il ragazzo davanti a me era alto quanto mio nonno, ma dalle spalle più larghe, il sorriso era un sorriso maliziosa come se davanti a lui ci fosse una buonissima torta, il colore dei capelli era quasi oro acceso, gli occhi a mia meraviglia erano neri come il carbone.

- Valka vero?- persino la sua voce era seducente, cavolo Valka un po’ di ritegno!

-Si, sono io tu chi sei?- dissi stringendo la mia spada.

- Draco Drago II Bludvist a vostro servizio- Sorrise lui, senza neanche saperlo mi ritrovai a puntargli la spada nella gola.

-Hiccup mi servi qui! Lascia stare quella creatura- Urlai in direzione di mio nonno, lui sospirando mi raggiunse.

- Chi è?- mi chiese girando attorno a Draco.

- Sono Draco Drago II Bluedvist, figlio adottivo di Drago Bluedvist, sono venuto qui per uno scambio, alquanto equo.- Inclinai il viso.

- E quale sarebbe questo scambio?- Chiesi alquanto curiosa.

- Sposarvi, sposatemi e vi dirò dove sono i draghi, anzi vi ci porto se volete- mio nonno si fermò e lo guardò.

-Non se ne parla neanche, mia nipote….-

-Ci sto, prima mi porti appena torniamo ti sposo.- Mio nonno mi guardò, mentre abbassavo la spada.

-Tu non ci andrai, punto.- Sorrisi mentre mettevo la spada nella sua federa.

- Nonno, tu stesso hai detto che un vero capo si sacrifica per il suo popolo, e se riuscissi a far tornare i draghi qui non credi che saremmo molto più felici?- Raramente lo chiamavo Nonno, e quando lo facevo era perché ero seria.

- Ma si tratta di matrimonio Val! Non puoi sposarlo se non lo ami!- Sorrisi e gli accarezzai la guancia.

-Per il mio popolo, questo e altro.- Guardai il ragazzo davanti a me che aveva il braccio teso.

- Val…- sorrisi mentre Draco mi aiutava a salire sopra il drago.

- Valka no, scendi subito! – Sorrisi a mia madre mentre Hiccup si avvicinava a me.

- Sai da bambina borbottavi che non avevi nulla in comune con noi ora ti guardo, e vedo la bellezza di Astrid, l’audacia della tua bisnonna, la curiosità di tuo padre ed infine l’altruismo che ho- mi morsi il labbro trattenendo le lacrime, Hiccup mi mise in mano un’elsa di una spada.

- Era la mia spada che usavo da ragazzo, usala solo per le emergenze, dalla parte di sotto rilancia il gas dell'Orribilante Bizzippo, dall’altro una scintilla, la puoi usare una sola volta, sii responsabile. La lamina che si attiva è fatta dalla saliva di un Incubo Mortale, alla fine avrai una vera e propria spada di fuoco.- Gli sorrisi.

- Vi voglio bene e prometto che tornerò viva e vegeta, preparatevi per celebrare un matrimonio al mio ritorno – strinsi i fianchi del ragazzo davanti a me mentre prendeva il volo.

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Capitolo 2
*** Nella Barca ***


Fu una sensazione terribile volare, più che altro mi stringevo fortemente al ragazzo davanti a me, che giustamente se la godeva e molto, appena ebbe raggiunto quota iniziai a sentire l’adrenalina, stesi un braccio e sfiorai una nuvola, e dei quant’era bella quella sensazione. Guardai in giù e vidi il mare sorrisi, mi sentivo tutt’una con il cielo.

- Tra poco scendiamo- Urlo Draco, annui stringendomi di nuovo a lui.

A differenza della salita la discesa avevo un sorriso stampato sul viso, ora capivo perché mio nonno e gli altri Berkiani amavano i draghi, ti facevano sentire così liberi…

- Principessa.- Non mi resi neanche conto che Draco era già sceso e stendeva la mano verso di me, sospirando la presi e scesi, lui subito mi strinse contro il suo petto sorridendo.

- Benvenuta nella mia barca, principessa, ti porteremmo come ho promesso nell’isola dei draghi, lì avrai come mio regalo di nozze un drago che sceglierai, poi torniamo e ci sposiamo- lo guardai e mi persi nei suoi occhi.

Mio nonno amava ripetermi l’importanza degli sguardi, e quello di Draco era quasi terrorizzato, come se avesse paura che io scapassi, il suo piano era fin troppo perfetto e ora aveva il terrore che qualcosa andasse storto.

-Tuo padre è ancora vivo?- Chiesi, ma la sua risata mi fece capire che quella domanda era davvero stupida.

- E’ stato mio nonno, non è così?- lui annuì, ora aveva una mano che mi stringeva il fianco mentre l’altra accarezzava il mio labbro inferiore, che d’istinto si era aperto appena era stato sfiorato.

- Il piano di mio padre era di dominare tutto, ma perché comandare con il terrore quando ne puoi avere il rispetto? Perciò a differenza di mio padre non distruggerò Berk ma bensì la governerò, e tu sarai al mio fianco- Ingoiai secco un po’ me lo aspettavo questo piano, ma una millesima parte di me sperava almeno un po’ che fosse per qualcos'altro.

- Ho studiato per anni la vostra popolazione, e ho sperato che fossi tu a regnare, una dolce ragazza vergine, la quale mi sarei abbastanza divertito molto durante la luna di miele.- Gli diedi un pugno e indietreggiai sfoderando la mia spada.

- Non osare toccarmi lurido essere invertebrato che non sei altro.- Sibilai mentre lui rideva.

- Mio padre aveva ragione i Haddock sono tizi orgogliosi e ne vale la pena averne uno da addestrare, di certo sarò più facile di un drago, ma voglio divertirmi- Ringhiai, maledicendomi per aver dato ascolto a quel maniaco.

- Capitano, partiamo? – chiese uno dei suoi seguaci, Draco gli sorrise annuendo.

-Tu dormirai in cabina con me- Disse sorridendomi.

-Neanche morta – borbottai disgustata.

-O con me o con loro.- Disse indicando un suo seguace che si leccava il piede, mi viene il voltastomaco.

-Basta che non dividiamo il letto.-  Lui sorrise e ne fu d’accordo. Che gli dei mi siano d’aiuto.

Draco sorridendomi mi fece segno di seguirlo per quanto il mio cervello mi dicesse di abbassare il capo, camminavo a testa alta, con il petto gonfio. Maledetto orgoglio vichingo.

I suoi seguaci appena mi vedevano, ridevano e facevano gesti osceni indicandomi, che maiali.

Sospirai finalmente davanti alla porta della cabina del capitano.

- Benvenuta nella nostra cabina, principessa- aprì la porta e mi fece entrare. Non mi sorprese molto vedere un letto grande quasi matrimoniale, e un’amaca non molto distante.

Draco mi sorrise, ovviamente sperava che io preferissi il suo letto che sembrava alquanto morbido, invece mi avviai verso l’amaca e mi sedetti sopra, sperando di non cadere.

- Mi sono permesso di comprarti dei vestiti- lo guardai alzando un sopracciglio.

- Perché l’hai fatto? Speravi già che acconsentissi a questo piano malefico? – lui rise, mentre mi imbronciavo sempre di più. - Senti signor-cavaliere-dalla-chioma-dorata, se mi dai qualche spiegazione ne sarei molto felice- lui si sedette vicino a me, d’istinto indietreggiai mentre lui rideva sempre di più.

 - Come ogni cattivo ho una spia fedele- a quelle parole, mi sentì impallidire, ingoiai secco cercando di non far vedere la mia paura.

-C-cosa? C-c’è un tra-traditore a Berk?- Lui mi sorrise inclinando di lato la testa.

-Esatto! Indovina chi è!- Iniziò a saltarellare sull’amaca, quasi come se fosse un bambino al giorno dello Snoggeltogg.

- Non dirmi che si tratta di quel idiota di Eret- lui scosse allegro la testa.

- No, riprova! Adoro vedere la luce di speranza spegnersi negli occhi degli altri! – Lo guardai scuotendo la testa.

- Oh bene, mister-risucchia-luce, dimmi chi è colui a cui devo la rovina della mia vita?- borbottai incrociando le braccia al petto.

- Mi ha detto che lo chiamate “salvatore di Berk”, mi ha anche detto che le donne gli cadono ai piedi appena lo vedono!- Rimasi in silenzio per qualche secondo per poi scoppiare in una fragorosa risata, stranamente fu’ a Draco che la luce di speranza si spense.

- Per caso è altro, spalle larghe, capelli neri lunghi, qualche tatuaggio qua e là?- Dissi fra le risate, lui silenziosamente annuì.

- Caro mio, ti sei fidato dello scemo del villaggio, codesto che si crede nostro salvatore non sa neanche allacciarsi il proprio stivale!- lui sbuffo mentre ridevo ancora.

- Anche se è un idiota, mi ha spifferato molte cose sul tuo conto!- potevo vedere che ad ogni mia risata la sua rabbia cresceva.

- Ci credo! Mi rubava i vestiti! E io che lo consideravo un pervertito!- Risposi ora non ridendo più.

- Cosa?- Questa volta sembrava confuso e non più arrabbiato.

- Sin da bambini aveva, anzi ha, una cotta per me. Ovvio che sa tutto di me!-  borbottai, questa volta fu’ lui a scoppiare a ridere.

- Quindi mi stai dicendo che lo scemo del villaggio è innamorato di te?- gli diedi le spalle e non gli degnai di una risposta, all’improvviso sentì un alito freddo vicino all’orecchio.

- In tal caso, dovresti ringraziarmi, ti ho salvato dalle sue grinfie- mi sussurrò con tono seducente che mi fece venire un brivido.

- Lo avrei preferito al tuo posto!- Risposi cercando di non balbettare, lui rise e si alzò, mentalmente ringraziai tutta Asgard.

- Sono certo che ci divertiremmo molto in questo viaggio- disse poi uscendo per poco non fu’ colpito dal cuscino che gli avevo tirato, lo avrei ucciso ne ero certa.

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Capitolo 3
*** A Cena ***


Passai le ore guardando il soffitto, mi sentivo cullata dalle onde, quasi come se fosse un ritmo così calmo e dolce, erano successe troppe cose in così poche ore, insomma stavo per diventare il Capo di Berk, sono stata quasi rapita dal figlio adottivo di Drago Bluedvist, la nemesi di mio nonno, ed ora stavamo navigando verso l’isola dove risiedevano i draghi, creature che fino a poche ore prima le consideravo pura mitologia.

Qualcuno bussò alla porta e a malavoglia mi alzai dall’amaca, quando apri la porta per mi ritrovai davanti uno dei marinai, era abbastanza corpulento, e mi ricorda stranamente Gambedipesce uno dei vecchi amici di mio nonno e mio vecchio professore.

- Il capitano mi ha mandato qui per dirle che la cena è pronta, seguimi ti porto in prua.- Sospirai e segui l’uomo davanti a me.

- Non mi avete detto il vostro nome- dissi ormai arrendendomi.

- Sono Olov il cuoco- sorrisi mentre mi portava in prua, molti altri erano già seduti e mangiavano, avvistai Draco in un angoletto seduto vicino al timone che mangiava in silenzio e osservava le stelle.

- Vieni- Olov mi trascinò davanti a dei pentoloni e mi diede un piatto con una zuppa puzzolente.

-Il piatto tipico di un marinaio! Zuppa di pesci!- la mia smorfia parlò al mio posto, Olov rise e andò a chiacchierare con gli altri, mi girai verso Draco pronta ad andargli a fare compagnia quando una mano mi sfiorò la spalla, mi irrigidì subito.

- Attenta, al capitano piace mangiare da solo- mi girai e dovetti alzare lo sguardo, il colloso davanti a me, mi fece ingoiare secco.

- Ed immagino che tu sia un suo amico intimo per saperlo- dissi, senza neanche pensare, un giorno di questi ero certa che la mia testardaggine vichinga mi avrebbe ucciso.

- Sono il vice-capitano, Leif – dovetti indietreggiare per guardarlo negli occhi, sopra quello strato di barba che gli arrivava alla pancia, c’erano due magnifici occhi celesti, se non fosse per l’aspetto tipico vichingo sarebbe stato un bellissimo signore.

- Dunque Leif, tu conosci Draco realmente?- gli chiesi.

- Ovvio di si, sono stato il suo tutore da quando aveva tre anni, conosco filo e segno ogni sua paura.- Ammise fiero, mi venne un sorriso.

- Dimmi è cosi stronzo come sembra, o è una maschera che usa per farsi rispettare?- Non so come mi ritrovavo a sperare, magari di essergli amica, magari sarebbe stato meno doloroso il matrimonio.

- Sono certo che tu non lo conosci neanche il vero Draco.- con questa magnifica perla di saggezza, il vichingo mi da le spalle e se ne va lasciandomi piena di domande.

Guardai di nuovo verso Draco, ora mi sembrava stranamente distratto, guardava verso noi però aveva lo sguardo perso, mi ritrovai a chiedere cosa aveva per la testa mentre mi avvicinavo a lui.

-Posso?- gli chiesi indicando il posto libero vicino a lui, sembrò quasi che si fosse appena svegliato da un incantesimo.

-Valka?- mi guardò confuso, gli sorrisi mentre iniziavo a sedermi.

-Chiamami Val, Valka è utilizzato solo quando combino qualche guaio- sorrisi mentre assaggiavo la zuppa.

-Val… Come mai sei qui? Insomma credevo che mi odiassi- mentre partiva con il suo monologo guardai la zuppa disgustata, notai ora che il piatto di Draco era semi vuoto.

- Insomma so di essere un bastardo enorme, ma non capisco il perché tu sia qui!- annuivo mentre svuotavo il mio piatto nel suo.

-Non sei totalmente un bastardo enorme, ma giusto un po’- sorrisi, Draco mi guardò leggermente confuso.

-Perché sei così gentile con me? Ti ho letteralmente rapita, ti sto obbligando a sposarmi!- alzai le spalle sorridendo.

-Difetto Haddock, vediamo sempre il lato positivo in ognuno- lui mi sorrise e guardò le stelle.

- Il mio tutore quand’ero bambino mi diceva di guardare le stelle ogni volta che avevo un dubbio, le dovevo guardare un paio di secondi poi chiudere gli occhi e respirare profondamente, la risposta l’avrei trovata sicuramente- sorrisi immaginando un Leif più docile e magari un Draco più innocente.

- Mio nonno invece mi diceva di guardare negli occhi, ma non in un modo aggressivo e neanche curioso, solamente guardare negli occhi, un solo sguardo parla molto di più delle parole.- Sorrisi al pensiero di mio Nonno, ero certa che aveva mandato già qualcuno alla mia ricerca.

-Non sbaglia- Draco ammise, e lo guardai leggermente sorpresa.

- Ho solamente avuto la fortuna di crescere in un villaggio unito- sospirai.

-No tu sei fortunata ad avere una famiglia che ti ama, è ben diverso- mi morsi il labbro guardandolo negli occhi, grande errore, Draco si avvicinava a me lentamente, come se volesse…

-Stai forse per baciarmi?- chiesi leggermente spaesata.

-Cosa?- Draco si svegliò stranamente e indietreggiò subito.

-Volevo toglierti una cosa che avevi nei capelli- borbottò subito dopo, con uno sguardo preoccupato iniziai a guardarmi i capelli.

-Cosa ho nei capelli?- chiesi ancora controllando i capelli.

-Non so una foglia…- disse lui, alzai lo sguardo verso di lui.

-Una foglia in mezzo al mare?- chiesi scettica ma prima che potessi dire qualcosa un marinaio si avvicinò a noi.

- Snorri vecchio mio, mi hai appena salvato da un mostro terribile, che succede?- Lo guardai malissimo.

-Il drago ci ha trovato di nuovo.- Draco sospirò e si alzo.

-Un Drago insegue Draco?- rimasi un paio di secondi zitta analizzando cosa avevo detto per poi scoppiare a ridere, da sola.

-Capitano?- Snorri scosse la testa mentre Draco sospirava e per poi guardarmi malissimo.

-Dovrò sbarazzarmene.- Sia io che il marinaio lo guardammo confusi.

-No te Val, il drago intendo- ci un “oh” per entrambi.

-Non puoi ucciderlo! Non ti ha fatto nulla di sbagliato e poi se ti sta seguendo, è perché ti vuole bene!- Mi alzai e mi avvicinai a lui.

-E’ solo un inutile rettile.- Sibilò lui.

-Se fosse solo un inutile rettile l’avresti già ucciso da tempo, infondo ci tieni a lui.- Lui mi guardò come se mi avesse visto per la prima volta.

- Cosa dovrei fare sentiamo, Haddock.- Raramente venivo chiamata per cognome, e sentirlo con quella tonalità mi venne un brivido.

- Ci penso io, credo di sapere cosa fare- Lui sospirò e fischiò. Dopo un paio di secondi il maestoso drago scese e posò davanti a noi, ingoiai secco avvicinandomi a quel Uncinato Mortale.

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Capitolo 4
*** Orribiloso ***


---- Eccomi tornata! Non mi è mai piaciuto doverlo scrivere.... ma vi prego o voi che leggete lasciate un commentino che sia bello o brutto è sempre bello avere dopo ciò ecco il nuovo capitolo!----


Chiusi gli occhi, cercando di ricordare ciò che avevo letto fra i vari libri sui draghi, la loro razza era narcisista, adoravano guardarsi riflessi, il loro getto era uno dei più potenti in assoluto e sembrava lava.

Per avvicinarsi a loro, bisogna avanzare lentamente e accarezzare la loro coda con gentilezza, se non vi uccide mentre fate questo passaggio importante si ha molte possibilità di creare un legame con uno di loro.

Mia nonna aveva uno di loro, Tempestosa, l’aveva descritta come un grande cagnolino che si diverte con la prima cosa che vede.

Respirai profondamente, esaminai il drago osservando ogni sua mossa, pronta per scappare o urlare aiuto, mi guardai un attimo intorno, tutti ci osservavano e tenevano pronti armi e scudi, il silenzio era cosi innaturale che potevo sentire il mio stesso battito cardiaco. Sfiorai leggermente la coda e lo vidi irrigidirsi, respirai di nuovo a fondo  e iniziai ad accarezzare la sua coda, lo osservai e non vidi nulla di sospetto così passai al suo dorso fino ad arrivare davanti a lui, ci guardammo negli occhi, lui cercava di capirmi e io di capire lui, aveva ancora le pupille piccole, stesi la mano in attesa che fosse lui ad avvicinarsi, e per mia grandissima sorpresa lui appoggiò la fronte contro la mia mano, ora le sue pupille erano ingrandite. Ridacchiai coccolandolo felice, mio nonno mi aveva sempre detto che il primo drago ammaestrato rimane sempre nel nostro cuore, e l’allegria di quel orribile drago mi contagiava mentre ci incorrevamo lungo la barca, gli altri marinai ridevano allegri, sì mio nonno aveva ragione i draghi portavano allegria ovunque fossero.

-Posso avvicinarmi?- Draco si avvicinava lentamente verso di noi, ridendo gli presi la mano e lo tirai verso di noi.

- Non essere teso, potrebbe ridere di te- ridacchiando appoggiai la mano di Draco sulla fronte di Orribiloso.

- Ti adora già- ridacchiai mentre Draco accarezzava Orribiloso.

- Già peccato che se ne deve andare- disse gelido indietreggiando.

-Cosa? Tutto questo lavoro per nulla? Perché?-  lui mi guardò per poi iniziare a dare vari ordini ai marinai.

- Ti ricordo che stiamo per andare in un isola piena di draghi, se lui ci segue vorrà rimanere lì.- rimasi bloccata sul posto per via di quella affermazione, Orribiloso ci guardava confusa.

- Allora ci tieni a Orribiloso- sorrisi, lui mi guardò confuso.

- Orribiloso? Che nome orribile, e poi mi serve per viaggiare da solo quando voglio- incrociai le braccia al petto senza smettere di sorridere.

- Come tua futura moglie, voglio che il drago resti qui con noi-  sbattei il piede per terra come una bambina.

-No- fu la sua secca risposta.

- Se il drago non rimane io non ti parlerò mai più in vita mia- urlai, alcuni marinai ci guardarono divertiti, Orribiloso stava ancora decidendo da che parte stare.

- Le cose che possiamo fare da marito e moglie possono essere fatte anche in silenzio- disse maliziosamente.

- Il drago rimane- sibilai sicura di avere il viso leggermente arrossato, lo ripeto sono certa che uno di questi giorni il mio orgoglio vichingo mi avrebbe uccisa.

- Invece no, punto e chiuso- si stava arrabbiando anche lui e ne ero certa, Leif si avvicinò a noi con le mani in alto.

- Draco ragazzo mio, mai sfidare un vichingo, principalmente se è donna, ti possono uccidere in maniere che neanche immagini, e poi non vedo quale problema ci possa essere con avere Orribiloso qui con noi.- Draco guardava stranito Leif, per poi ringhiare al nome di Orribilos.

-NON SI CHIAMA ORRIBILOSO!- urlò andandosene ringhiando.

- Complimenti mia cara, hai appena ricevuto come regalo per le nozze un bel drago.- Abbracciai di slancio Leif allegra.

- Un’ultima cosa, il drago rimane ma voglio qualcosa in cambio- Draco era tornato e neanche me ne ero resa conto, ero così tanto allegra che senza notare gli avevo dato un bacio sulla guancia. Ci potei giurare che la cosa sorprese anche lui che per un paio di minuti arrossì.

Passai la serata giocando con Orribiloso, alla fine quel cuore di marmo di Draco avvolte giocava con noi, altre invece borbottava che era ingiusto che una donna potesse sempre vincere.

Quando fu’ il momento di andare a dormire ci fu’ un collettivo sbuffo da parte mia e del drago per poi scoppiare in una allegra risata, era così strano sentire un drago ridere però era divertente. Mentre saltarellavo verso la nostra cabina mi vene in mente che non era una singola e che l’avrei divisa con Draco, ed ecco che la mia allegria di prima si disperdeva, appena entrammo fui diretta verso la mia sacca di vestiti e presi quella che sembrava una veste da notte, feci segno a Draco di girarsi, ovviamente non perse l’occasione di borbottare, vestita mi sdraiai sull’amaca e diedi le spalle a Draco che si cambiava.

-Val? posso farti una domanda?- Odino perché quando mi chiama in quel modo dev’essere così seducente?

- C-certo!- Feci il grande errore di girarmi per guardarlo, e lo vidi a petto nudo mentre si metteva la camicia, aveva i muscoli ben definiti, e varie cicatrici alcune profonde altre piccole e delicate.

-Potremmo mai essere amici?- Chiese vestito mentre si sdraiava e spegneva la candela, guardai il soffitto della nave e sospirai.

-Se tu fossi meno stronzo, avresti ottime probabilità di essere mio amico.- sussurrai sorridendo.

- Buona notte, Haddock- sussurrò lui di rimando.

- Buona notte, Bludvist- era così strano sussurrare dolcemente quel cognome che distrusse molte cose, e che è nemico di Berk.

 

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Capitolo 5
*** Nuove scoperte ***


Il giorno successivo, lo passai aiutando quasi tutti, e giocando con Orribiloso.

- Quanto ancora è lontano?- chiesi a pranzo, finalmente mangiavo qualcosa di buono, ossia del semplice pane con del miele.

- Prima ci dovremmo fermare in un’isola per ricaricare le proviste e poi salperemmo verso l’isola dei draghi, se tutto va bene forse tre giorni o meno- mi rispose Leif perché Draco era intento ad studiare una mappa.

- Draco devi mangiare qualcosa- dissi notando ora che non aveva toccato nulla, stranamente per il suo fisico ben curato, era raro vederlo mangiare, la cena della notte prima aveva mangiato poco, per poi abbuffarsi sulla colazione di oggi.

- Dopo, non morirò mica di fame se non mangio del pane.- Finalmente mi degnò di una risposta, guardai Leif speranzosa ma quando alzò le spalle e se ne andò, mi venne un’idea idiota.

Presi del pane e con un cucchiaio spalmai del miele.

-Aprì la bocca- Mi ritrovai come un’idiota a cercare di imboccarlo, Draco all’inizio mi guardò confuso per poi scoppiare in una fragorosa risata che ne approfittai per infilarli in bocca il cibo. Alla fine ci riuscì a farlo mangiare anche se costò la mia dignità, iniziai a vederlo con altri occhi, che fosse bellissimo non c’era nessuno che lo negasse, ma vedevo da come rideva che dentro era buono, solo che usava quella maschera da duro che lo nascondeva ero certa che non fosse sua la colpa ma del cognome che portava

- Perché mi osservi in quel modo?-  chiese lui facendomi notare che mentre lo fissavo lui fissava me.

- Io… Beh… Tu…- non so’ neanche il perché ma mi ritrovai balbettante e certa di assomigliare ad un pomodoro, lui ancora confuso si avvicinò a me ridacchiando appena.

- Oh ma guarda, qualcuno fa dei pensieri impuri…- Mi prese per i fianchi e mi tirò verso di lui, mi sentivo fatta di paglia, leggera e priva di forze.

-Magari non pensavo a te ma a qualcuno in particolare a Berk- dissi stranamente convinta.

- Ho capito il tuo gioco, principessa, mi vuoi geloso? Devo forse iniziare a pensare a delle torture a Eret appena torniamo?- risi a quella nuova e deliziosa complicità che stava nascendo fra noi.

- Oh povero il mio Eret, la luce dei miei occhi, il mio povero sfortunato amato!- Lui all’improvviso mi prese il mento e mi guardò negli occhi, ci fu’ un minuto di silenzio dove il nero dei suoi occhi si scontrava con i verdi dei miei, non si scontravano si fondevano.

-Tu sei mia, se solo un altro ci provi con te, che sia umano o drago, lo uccido- disse sensualmente contro le mie labbra, ringrazia il buon dio che lui mi teneva per i fianchi poiché sentivo le mie gambe come se fossero di gelatina.

Rimase poi in silenzio forse riflettendo su cosa fare, poiché osservava con gran interesse le mie labbra.

- So’ di avere delle belle labbra ma se vuoi te le disegno così le puoi osservare quando vuoi- sussurrai, Draco sorrise.

- Ho visto di meglio- allontanandosi per osservare di nuovo quella maledetta mappa, avrei dato di tutto per darle fuoco.

- Draco avvistata terra!- entrò allegro Leif per poi osservare confuso la mia faccia, chi sa se avevo ancora le guance rosse.

- Perfetto, solito albergo come sempre, sai cosa fare- disse di risposta lui ancora attento a quella mappa.

- Ehm singola o matrimoniale per voi due?- chiese Leif ancora osservandomi per poi guardare il piatto vuoto.

-Singola!- dissi d’istinto assieme a Draco, ci guardammo per un attimo e sorridevamo entrambi.

-Capisco… vado allora.- Leif se ne andò ancora confuso, divenni invisibile di nuovo per Draco, lui ritornò a studiare quella mappa e io me ne tornai a giocare con Orribiloso.

 - Mandalo via, qui potrebbero dargli la caccia- disse dal nulla Draco facendomi saltare sul posto, non ebbi tempo di rispondergli che era sparito di nuovo.

- Sentito il capo? Dai torneremmo domani non fare quella faccia, intanto vai a caccia e mangia tanti pesci va bene? Ad ogni evenienza stai a portata di orecchio- coccolai il drago che mugugnava alla fine capì e volo via, Draco riapparse di nuovo con una grande sacca.

-Pronta?- mi chiese aiutandomi a scendere dalla barca.

- Quando mai lo sono stata? Prima quando credo di essere pronta per diventare un capo arriva un bellissimo ragazzo che mi rapisce con il suo drago ricattandomi.- mi tappai subito la bocca riflettendo tardamente l’effetto delle mie parole, Draco arrossì lievemente.

- Grazie- Disse semplicemente incamminandosi tra le strade di questa nuova città.

- Ciao bella ragazza… - un vecchio sicuramente ubbriaco si avvicinava a me zoppicando, vidi di sfuggita Draco che mi raggiungeva mentre puntavo contro il vecchietto la mia amata spada.

-Non toccarmi, mordo.- sibilai.

- Hai sentito la mia donna? Via.- Draco mi tirò via per i fianchi e per il resto del tragitto avevo il suo braccio destro attorno alla mia vite, raggiungemmo una grande locanda forse era questo l’albergo.

- Sta arrivando una bufera- borbottò prima di entrare osservando il cielo.

-Mi piace la pioggia.- sorrisi con un tono infantile.

-Io la odio- fu il suo unico commento prima di entrare

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Capitolo 7
*** Tempesta ***


L’albergo non era chi sa quale meraviglia era grande quanto la sala grande a Berk, solo con molte stanze e appena arrivammo Draco pagò subito un signore per poi trascinarmi in una stanza, prima che potessi solamente imprecare mi ritrovai in una stanza con due letti singoli alquanto invitanti.

- Oh- sussurrai provocando la risata di Draco.

-Credevi che ti avrei fatto dormire in un’altra amaca?- Sorrisi e lo abbracciai d’impulso.

-Grazie- lui mi strinse a se in un modo così affettuoso che sorprese entrambi, finché qualcuno non bussò alla porta rompendo quel lieve miracolo che era appena avvenuto, Draco dovette lasciarmi sola nella stanza per risolvere dei problemi.

Fino a cena mi ritrovai a canticchiare lungo la stanza per poi sedermi lungo la cornice della finestra osservando la pioggia, a volte c’era qualche lampo che illuminava il paesaggio, chiusi gli occhi annusando quel odorino che mi ricordava casa, Berk. In questo momento avrei dato oro per sapere come stavano tutti, se mio nonno mi cercava…

A cena ci fu’ un silenzio tomba, che neanch’io riuscivo a spezzarlo, c’era una aria seria e tesa che non capivo cosa fosse successo, a volte guardavo Draco ma era concentrato sul suo cibo, Leif sospirava e spostava lo sguardo ogni volta che lo incrociavamo.

A fine serata ci ritrovammo io e Draco a camminare verso le nostre stanze, anche se eravamo vicini, lo sentivo distante come se avesse appena rialzato un muro che ci divideva più che mai, non borbottò neanche quando gli chiesi di girarsi per mettermi il pigiama, ma fu’ proprio questo silenzio che mi fece preoccupare più di prima, era successo qualcosa o qualcosa lo inquietava.

Ero sdraiata sul letto quando un fulmine colpì nelle vicinanze, mi sedetti di scatto ricordandomi che la finestra era ancora aperta e lo vidi, Draco era seduto sul letto, si teneva le ginocchia al petto e il viso nascosto fra esse, respirava affannosamente, mi alzai e silenziosamente mi avvicinai a lui, sudava freddo e aveva i muscoli tesi. Gli sfiorai le spalle e con un scatto mi buttò sul letto bloccandomi la gola con il suo braccio in posizione di difesa, la mia testa però si era scontrata violentemente nel letto e mi pulsava.

-Draco… Tranquillo sono io…- sussurrai dolcemente per poi accarezzargli la guancia.

-Scu-scusami.- Scosse appena la testa prima di liberarmi la gola, fece per andarsene ma lo bloccai e lo feci sdraiare accanto a me, appoggiando la sua testa sopra il mio petto, iniziai a coccolarlo, giocando con i suoi capelli principalmente.

- Hai paura dei fulmini?- chiesi dolcemente, in altre occasioni sarei scoppiata a ridere per una paura così infantile, ma lui annuì appena col capo.

-Da bambina anch’io avevo paura, sai che mi diceva mia madre? Che erano gli starnuti di Thor, ed ogni qualvolta avessi sentito un fulmini di rispondere “salute!”, altre volte mi diceva che era Thor che voleva mettere un nuovo dipinto nella sua stanza ed usava il martello sbagliato.- Sorrisi al ricordo mentre lui ridacchiava, notai che non era più teso ma bensì rilassato e mi stringeva i fianchi con dolcezza.

-Perché ti piace così tanto la pioggia se ne avevi paura?- Mi chiese dopo poco, chiusi gli occhi.

-Lo senti questo odore?- sussurrai, Draco rimase zitto annusando l’aria.

-Se intendi del mio alito, non è colpa mia se oggi c’era zuppa di Yak.- risi per poi guardarlo seriamente.

- L’odore di terra bagnata, mi ricorda Berk, ma con un po’ di pesce.- lui rise.

-Mi piace questo odore.- Sussurrò in fine alzando il capo per guardarmi negli occhi, iniziò ad avvicinarsi a me sempre di più finche’ non eravamo a millimetri di distanza, le nostre labbra si solleticavano, dal modo in cui indugiava, mi fece dedure che come me era confuso, e pieno di dubbi, era giusto farlo? Quali sarebbero state le conseguenze? Cosa provavamo? Questa volta però qualcosa dentro di me voleva quel bacio a tutti i costi, e fu proprio quella piccola parte che mi spinse ad annullare le distanze ed a baciarlo. Mia nonna e mia madre mi hanno sempre detto che il primo bacio era qualcosa di memorabile, mia nonna lo diede a mio nonno quando avevano quindici anni ed era un modo di ringraziarlo, mia madre lo diede a mio padre come ringraziamento di averla aiutata. Io invece mi ritrovavo a baciarlo per pura curiosità, volevo sapere cosa sarebbe avvenuto dopo, cosa sarebbe scattato dentro di noi ora, alla fine avevo appena dato il mio primo bacio ad un pirata, e non un semplice pirata, ma bensì colui che mi aveva quasi rapita dalla mia casa, ed era persino il figlio adottivo di Drago Bludvist! Ma una cosa ero certa, Leif aveva ragione il vero Draco, era nascosto e pochi ne potevano far conoscenza, e credevo di essere l’unica ad averlo conosciuto fino in fondo.

Mi ritrovai senza fiato e con un sorriso gigantesco Draco si allontanò di poco, solo per guardarmi negli occhi, e il modo che mi guardava, riusciva a guardarmi dentro e non ne ero intimidita anzi mi sentivo come se volessi che lui mi conoscesse il più possibile.

- Credo di amare la pioggia anch’io.- Sussurrò dopo suscitando in me una allegra risata mentre tornava a sdraiarsi com’era prima in attesa di coccole.

- Lo avevo detto io che la pioggia è bellissima- ridacchiai di risposta per poi cadere addormentata beata come non mai.

 

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