The Flood

di Killpop
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Calm ***
Capitolo 2: *** The Storm ***
Capitolo 3: *** The Flood ***



Capitolo 1
*** The Calm ***


The Calm

È un tiepido pomeriggio di autunno, una brezza leggera aleggia per tutto lo sconfinato prato verde splendente che circonda il freddo e profondo lago, uno dei moltissimi che si trovano nei paesi dell'Europa del nord, il sole sta passando gli ultimi attimi di questa giornata e si prepara a scomparire dietro le colline, per lasciare spazio a sua sorella luna. 
La luce del crepuscolo rende l'atmosfera incredibilmente magica e fiabesca, quasi surreale, si riflette sulle delicate gocce d'acqua che si sono stanziate sui fili d'erba ed illumina ogni piccolo particolare di quello spettacolo naturale senza tempo. Il lago è straordinariamente piatto e al solo sguardo traspare una calma e una tranquillità disumana, sul pelo dell'acqua scivolano allegri insetti così leggeri che pare fluttuino leggiadri, le orchidee in superficie nascondono quanto di più profondo e oscuro vi sia negli abissi.
Sulla riva di questo panorama si trovano due ragazzi, due giovani innamorati follemente l'uno dell'altra che, dopo aver fatto un piccolo pic-nic su un lenzuolo a quadri bianchi e rossi, si concedono una pausa da tutti i problemi e gli affanni che la vita procura loro ogni giorno, chiacchierando spensierati e pensando solo a quanto sia vero e puro il loro amore. Eric era un ragazzo dolcissimo, occhi verdi dalle sfumature castane e capelli corti e scuri, viveva sempre nel suo mondo fatto di musica e fotografia e la sua musa ispiratrice e modella perfetta dei suoi scatti era proprio lei, Eveline, l'unica ragazza che fino a quel momento era riuscita a rubargli il cuore e stregargli la mente trasportandolo in quel vortice di sentimenti ed emozioni che ogni volta  lo faceva sentire vivo e gli dava una valida ragione per sorridere ancora.
Tra una foto e l'altra Eric dice alla sua amata di chiudere gli occhi perché è prossimo darle una sorpresa come regalo di anniversario, così dopo aver sfilato il prezioso pacchetto dal suo zaino le dice di aprire quei suoi incantevoli occhi sempre sovrastati da quel tratto marcato di matita nera che la faceva somigliare ad un elegante felino e, non appena li schiude, vede un medaglione con incastonato al suo interno uno scintillante smeraldo verde, verde come il prato in cui sedeva, come la speranza di poter vivere ogni giorno felice con il suo ragazzo, verde  proprio come gli occhi di Eric, in cui si perdeva ogni istante di più. 
Si scambiano il bacio più vero e passionale che il mondo abbia mai visto, quegli attimi nelle loro menti durano secoli e sembra che non terminino mai, allora solo dopo aver separato le loro rosee labbra su cui si era stampato un radioso sorriso, il ragazzo suggerisce a Eveline di salire sulla canoa e di fare un piccolo giro sul lago per immortalare quegli attimi così belli per loro nelle sue fotografie. Eric spinge la piccola imbarcazione giù dalla riva verso l'acqua, la ragazza gli sorride e poi, notando un qualcosa di strano ai lati della canoa, esordisce: 
-Tesoro, guarda che cosa bizzarra! Le orchidee e le alghe si aggrappano alla barca, sembra quasi che mi vogliano trattenere a terra... Secondo te che cosa significa?
-Non preoccuparti, andrà tutto bene, forse ti trattengono perché ogni essere vivente vorrebbe averti, è per questo che mi ritengo la persona più fortunata del mondo. Ti amo Eveline.
Tra i vari sorrisi dei due innamorati Eric riesce finalmente a spingere la canoa in acqua e comincia a scattare una marea di foto alla ragazza, finché  non nota che la luce così bella di prima è svanita all'improvviso, guarda il cielo che tutto d'un tratto s'è fatto spaventosamente cupo, e preoccupato osserva la ragazza al centro del lago. Una goccia di pioggia cade sui suoi capelli...

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Capitolo 2
*** The Storm ***


The Storm

E così ha inizio la tragedia, se fino a qualche minuto prima Eric pensava che nulla potesse andare storto, ora doveva avere a che fare con la più terribile e pericolosa situazione della sua vita. Il cielo si fece inverosimilmente scuro e la pioggia, dapprima leggera, divenne sempre più copiosa e battente fino a scatenare un temporale di proporzioni bibliche, le gocce d'acqua avevano raggiunto una grandezza e una pesantezza incredibile e si schiantavano come bombe su ogni cosa fosse a tiro, aiutate anche dalla forza dirompente di un vento freddo che pareva essersi alzato all'improvviso. Intanto nel lago si erano cominciati a formare diversi vortici e mulinelli che creavano moti d'acqua repentini e letali, i remi della canoa su cui stava Eveline si distrussero come stuzzicadenti quando la ragazza provò a fare qualcosa per tornare alla riva, ma era troppo tardi. Improvvisamente dei tentacoli dalla lunghezza spaventosa si eressero dalle correnti del lago, un orribile mostro apparve in tutta la sua imponenza dietro l'esile e pericolante imbarcazione sfoderando due file di denti così aguzzi da lacerare qualsiasi materiale volessero disintegrare, occhi gialli e luminosi i suoi, emanavano una luce terrificante e sembrava guardassero il ragazzo sulla riva con un odio innato. Alla sua vista Eveline gridò con tutto il fiato che aveva nei polmoni, invocò una richiesta di aiuto e ripetette più volte il nome di Eric a squarciagola, ma invano, quella sorta di kraken aveva già affondato i suoi viscidi tentacoli sulla canoa e l'aveva già trascinata nell'oscuro fondale del lago con la ragazza e il suo verde medaglione.
Il ragazzo scoppiò in lacrime e urlò il nome della sua amata, ma come risposta ebbe solo il rombo di un tuono e dei fulmini che squarciavano il cielo illuminandolo. Ma Eric non era uno che si arrendeva facilmente e sperava di poter fare ancora qualcosa per salvare la vita della sua ragazza, anche perché senza di lei, i suoi occhi e il suo sorriso tanto valeva lasciarsi affogare in quello stesso lago. Così prese a correre verso casa, tentando di non scivolare tra il fango e la melma e schivando i detriti delle abitazioni e degli alberi che la tempesta aveva distrutto e portato con sé in quel fiume sporco e dalla corrente implacabile. Arrivato a casa sospirò rallegrandosi del fatto che la casa in pietra che aveva costruito con suo padre anni addietro aveva resistito e lo avrebbe fatto ancora per molto, così recatosi nel suo laboratorio con di fianco l'officina del da poco defunto genitore cominciò a lavorare a un progetto tanto folle quanto geniale, sapeva che tra non molto il livello dell'acqua si sarebbe alzato ancora e ancora fino ad inondare e ricoprire ogni cosa, quindi l'unica cosa che poteva farsi strada facilmente in quel mare di detriti e mulinelli era un sottomarino, proprio come quelli che costruiva la sua famiglia da generazioni, proprio come quelli che fabbricava con il padre. Si mise subito al lavoro motivato dalla foto in cornice della sua Eveline, che lo stava aspettando nell'abisso, raccattò tutti i materiali di cui aveva bisogno, metallo, legno, viti, saldatrici e il resto che era necessario. Lavorava duramente giorno e notte senza un attimo di pausa, anche un solo secondo di esitazione o riposo poteva costare la vita sia sua, sia della povera Eveline, se c'era ancora qualche misera speranza che fosse sopravvissuta, non la pioggia, non la stanchezza, né il sonno lo distolsero dal suo duro lavoro.
Fuori il temporale aveva già devastato tutto ed ecco che anche le fondamenta della sua abitazione cominciarono a crollare una dopo l'altra unendosi a quella indegna parata di detriti e resti che navigavano in quel fiume spaventosamente imponente, così Eric si rifugiò nell'officina che ancora si rifiutava di cedere ed osservò la sua opera completa con soddisfazione, guardando la foto della ragazza sussurrò pieno di fiducia: "Sto venendo a salvarti Eveline".

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Capitolo 3
*** The Flood ***


The Flood
Eric pilotava il bolide subacqueo con estrema maestria, si rivedeva molto in suo padre, che da giovane gli raccontava molte storie e leggende riguardo quel misterioso lago, miti di mostri e demoni dal corpo viscido e squamoso, occhi crudeli e denti aguzzi. Era così spaventato da quei racconti terrificanti perché il padre gli ricordava sempre che quel lago non è altro che una metafora con la vita, perché ci sono momenti in cui sembra andare tutto bene, in cui l'acqua pare calma e il fondale limpido, ma non puoi mai sapere quando si scatenerà la tempesta e dei mostri dai lunghi tentacoli rappresentanti tristezza e depressione, problemi e drammi ti porteranno giù nel profondo, dove tutto è buio e nessuno ti sente gridare aiuto.
Per questo il padre di Eric aveva voluto continuare il lavoro tradizionale della sua famiglia, per esplorare appieno i fondali del lago e allo stesso tempo affrontare le sue paure e i suoi timori della vita vera. 
Ma il giovane ragazzo aveva un obbiettivo e non si sarebbe mai e poi mai arreso nemmeno davanti alle sue più grandi paure, doveva trovare Eveline e salvarla da quella fine orribile... ma il tempo stringeva e questa idea sembrava offuscargli la mente e i pensieri.
Fissava il fondale, nero e dall'anima infernale, subdolo nel suo buio pesto, nascondiglio perfetto per qualsiasi creatura non sopportasse la luce del sole e la riva del lago. Il vetro lo proteggeva dai vari pesci e mostri marini che passavano sempre più frequentemente, squadrandolo con aria curiosa ma sempre inquietante. Murene, banchi di pesci, meduse gigantesche, pesci ciechi la cui unica luce faceva parte di essi e con la quale attiravano prede innocenti, ed enormi calamari minacciosi marciavano davanti al sottomarino in una lugubre e terrificante parata a 100 metri di profondità, in un lago che visto dalla riva non avrebbe mai lasciato presagire un tale abisso. Eric provava un misto di ansia, paura, preoccupazione e tristezza che lo faceva sussultare con un brivido lungo la schiena ogni qual volta che il mezzo si muovesse bruscamente a causa di uno scontro contro chissà quale orripilante creatura.
D'un tratto le luci si spensero a causa di un corto circuito, Eric andò in panico preso da un attacco di claustrofobia, stava per svenire dalla mancanza d'aria, quando la luce e il suono del radar lo riportarono alla realtà. Due colpi di sirena spezzarono quell'assordante silenzio, lo schermo si illuminò e Eric vide il medaglione di smeraldi che aveva regalato poco prima alla sua amata. Inondato da una botta di speranza il ragazzo seguì il medaglione verso il fondo, ma uno scoglio appuntito a cui non aveva prestato abbastanza attenzione perché preso dalla foga improvvisa, si conficcò nel lato destro della vettura, creando così una falla che gettava nel sottomarino sempre più acqua salmastra e detriti, presumibilmente di navi precedentemente affondate.
Pensando di essere ormai spacciato, Eric prese a pilotare freneticamente il sottomarino, ma non c'era più nulla che potesse fare... guardò la foto di Eveline vicino ai pulsanti di comando e sussurrò versando una lacrima amara: ''Perdonami''.
Aprì gli occhi e guardò davanti a sé, dall'abisso nero si vedevano solo due enormi occhi gialli crudeli e spietati, era il mostro che aveva rapito la sua ragazza e lo aveva in pugno, nel suo regno oscuro, il ragazzo non aveva speranza, ma non per questo si lasciò scoraggiare.
Fissò i due occhi luminosi con aria di sfida e lanciò un'ultima occhiata alla foto incorniciata. ''Perdonami, ma niente mi separerà dal tuo amore''.

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