Just one, I'm a few, no family too, who am I?

di h a l s e y
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Time is up, cause I've had enough. ***
Capitolo 2: *** Try to remember how it felt, to just make up your own steps. ***
Capitolo 3: *** No one but you. ***
Capitolo 4: *** You can pretend that it was me, but no. ***



Capitolo 1
*** Time is up, cause I've had enough. ***


FIRST CHAPTER
(Time is up, cause I've had enough.)


Stiles, fin da piccolo, riusciva a spostare le cose col solo immaginare di farlo. Immaginava che, per caso, un televisore si dovesse spostare? Quello si spostava. Uno specchio? Anche lui si spostava. Le persone? Quelle no. Le cose animate no.

E questa cosa non era esattamente un segreto. Era un mezzo pettegolezzo che girava per Beacon Hills, dove tutti sospettavano che Stiles Stilinski avesse il gene della telecinesi, anche se nessuno aveva prove certe, confermate, perché gli Stilinski cercavano sempre di nascondersi agli occhi altrui. Specie da quando Claudia morì. Stiles decise di tagliare i capelli - di rasarli - e decise di chiudere tutti i rapporti con i suoi amici, per paura di poter far loro del male. Perché pensava che fosse colpa sua se sua madre morì quando era solo una bambino.

Così tutti cominciarono ad ignorarlo, tutti pensavano fosse giusto ignorare un bambino a cui era morta la madre. Lasciarlo da solo, col padre che si era buttato a capo fitto sul lavoro e sull'alcol per non sentire la mancanza della moglie. Era giusto così.

Tutti la pensavano in questo modo. Tutti, tranne Scott McCall e Derek Hale.

McCall era il miglior amico di Stiles, era un fratello. Si conoscevano da sempre, per quello che ricordavano. Non c'era un ricordo che l'uno aveva senza l'altro. Dove trovavi Stiles, trovavi Scott e viceversa. La famiglia McCall aveva da poco perso un componente, ovvero il padre di Scott, Raphael, e Stiles, capendo benissimo come si potesse sentire il piccolo Scott, gli rimase accanto per consolarlo quando era triste. Gli portava fumetti, videogiochi e figurine per distrarlo dalla mancanza del padre.

Derek Hale era una specie di fratello maggiore, di quelli che ti proteggono sempre davanti a tutti e ti aiutano a rialzarti. Mentre con Scott, Stiles si sentiva come se stesse con un coetaneo, con Derek era diverso. Era quella figura che era sempre mancata in casa sua: una persona a cui fare riferimento. Per questo, il piccolo Stilinski passava molto tempo in casa Hale, perché si sentiva al sicuro in quella larga famiglia che l'aveva accettato come facesse parte di essa. Talia l'aveva sempre trattato come il suo quarto figlio e Laura e Cora come se fosse un fratello a cui fare i dispettacci ma a cui, alla fine, vuoi bene e proteggeresti davanti a tutto.

La famiglia Hale era sempre stata l'ancora di Stiles.

 
***

 
Era un pomeriggio afoso, non particolarmente strano per Beacon Hills, e gli studenti della Beacon Hills High School stavano tutti al campo di Lacrosse, chi si allenava e chi su gli spalti a fare il tifo.

Stiles era in panchina, come sempre, a fare il tifo per i suoi compagni di squadra, quando il coach lo chiamò in campo come portiere al posto di Danny Mahealani. Stiles era brillante a scuola, aveva ottimi voti, ma il Lacrosse non faceva per lui, quindi si preparò moralmente ad essere deriso da tutti. Camminò demoralizzato verso la porta, pensando a Derek e Cora negli spalchi a guardarlo mentre si faceva tirare palline addosso, non capace di parare i lanci.

Il primo che tirò fu Scott che quindi ci andò piano e Stiles riuscì a prendere la palla. Scott gli fece un sorriso di incoraggiamento che il portiere improvvisato riuscì a vedere attraverso la protezione. Toccò a Isaac Lahey che gli lanciò una palla curva e che Stiles lisciò bellamente e cominciarono le risate sotto i baffi dai giocatori. Arrivò il turno di Jackson Whittermore, che era il capitano della squadra, nonchè giocare migliore in tutta la BH HS che cercava sempre di sfottere Stilinski. Stiles neanche ci sperava di prendere una delle sue palle, però ci provò comunque, per dimostrare la buona volontà alla sua famiglia sugli spalchi.

Come già sapeva, la lisciò, ma poco male, non gliene fregava nulla. Però poi Jackson cominciò a sfotterlo pesantemente, arrivando a dargli del pazzo e a nominare sua madre come scusa per il suo essere uno fallito.

Tutto lo stadio della scuola si zittì all'improvviso vedendo il corpo di Stiles cominciare a tremare violentemente. I due componenti della famiglia Hale era tesissimi, avevano paura che Stiles potesse reagire in qualche modo.

Quello che successe dopo, nessuno se l'aspettava.

Le panchine dove il coach e le altre riserve erano seduti cominciarono a tremare intensamente facendoli cadere per terra e cominciarono ad alzarsi di qualche metri e poi, finalmente ferme in aria, si scagliarono contro il campo, schivando i giocatori solo perché questi si erano buttati a terra all'ultimo minuto. Tutto mentre Stiles tremava talmente tanto da fa scontrare violentemente il suo labbro inferiore con i suoi detti e far uscire una leggera stilla di sangue.

Derek non ebbe i riflessi di lanciarsi in campo prima di quel momento, ma ora era lì davanti a Stiles, cercando di interrompere la connessione di quest'ultimo con gli oggetti. Una volta Stiles gli aveva spiegato come queste connessioni si creassero e come dovevano essere spezzate, gli aveva spiegato come, per spostare un oggetto, dovessi aver in mente il luogo esatto dove esso si trovava e pensare intensamente di spostarlo e scagliarlo verso una diversa direzione. Ad occhi chiusi era più semplice visualizzarlo, ma una volta capito il meccanismo, veniva spontaneo farlo anche ad occhi aperti. Stiles disse che ad occhi aperti c'era anche più soddisfazione, poter vedere le reazioni della gente era il massimo, per lui. Stiles aveva gli occhi aperti ma persi, quando cominciarono anche le scalinate a tremare senza alzarsi in aria.

Quando tutti cominciarono ad urlare, Stiles sembrò come svegliarsi, guardandosi intorno, sorridendo in modo talmente tanto maligno che Derek non lo riconosse. Quest'ultimo intanto lo stava scuotendo animatamente, voleva assolutamente interrompere il legame con gli oggetti prima di portarlo a casa per calmarlo. Gli tolse la protezione da sopra la testa, per poter prendere il suo viso tra le mani. Lo chiamò lentamente e con voce calma, scandendo bene il nome. Lo chiamò una decina di volte prima che le panchine cominciassero ad abbassarsi.

Stiles guardò dritto negli occhi di Derek per calmarsi e respirare profondamente. Sapeva di aver esagerato e che nessuno avrebbe mai dimenticato questo avvenimento, soprattutto quelli del liceo. Sapeva di aver esagerato ma nessuno poteva veramente fargliene una colpa, aver subìto le prese in giro per tutti questi anni era stato duro per lui. Nessuno poteva sapere cosa siignificasse, la famiglia Hale poteva solo immaginarlo, suo padre neanche quello.

Stiles era finalmente del tutto calmo, così che Derek, Cora e Scott lo portarono via di corsa prima che tutti si ripresero del tutto. Nella fretta, non presero neanche gli zaini dagli spoiatoi, ci avrebbe pensato Scott poi. Corsero fino alla Camaro con Derek che apriva le porte, Cora che teneva stretto a sè Stiles e Scott che salì nel posto del passeggiero. In quindici minuti arrivarono a Casa Hale con Talia già pronta grazie al messaggio di Cora.

Appena arrivati, Cora aprì lo sportello e corse in casa a prendere una coperta per Stiles che sembrava stesse per congelare da un momento all'altro. Talia era già sulla porta a guardare torva Stiles, tanto che appena quest'ultimo entrò in casa, comincia a sgridarlo.

"Cosa pensavi di fare, di fronte a tutta quella gente?" alzò la voce Talia.

"Non lo so, okay? Non ci ho più visto, semplicemente" rispose Stiles guardando per terra.

"Semplicemente?! Derek, ti prego, digli qualcosa tu, non so cosa dirgli" si massaggiò le tempie Talia.

"Stiles, perché l'hai fatto? Noi tutti abbiamo solo visto Jackson che ti diceva qualcosa, ma non si sentiva nulla dagli spalti" chiese Derek, mentre gli accarezzava il braccio.

"Ha insultato mia madre, va bene?" improvvisamente Stiles alzò la testa con sguardo torvo e arrabbiato, scansando il bracico dalla mano di Derek, ferito. "Non ci ho più visto! Non ricordo neanche cosa mi ha detto, ma il semplice fatto di sentire il suo nome dalle sua labbra mi fa ancora arrabbiare!" cercò di guardare per tutto il salone tranne che gli occhi della sua famiglia. Talia e Derek si guardarono subito fra di loro, capendo la gravità. Talia si alzò e decise di abbracciare quello che era come un figlio per lui, accarezzandogli i capelli, mentre Stiles scoppia a piangere fra le braccia della sua seconda madre. Circondò la vita della donna stringendole coi pugni la maglia mentre Derek li guardava, sentendosi impotente per quel ragazzo.

Quando Stiles si staccò, Derek gli portò un braccio intorno alle spalle e lo guidò fino al piano superiore, nella stanza del ragazzo, per farlo stendere a letto e magari farlo rilassare. Gli si sdraiò accanto e si fece raccontare la giornata scolastica. Dopo un po' che Derek parlava, si rese conto che stava solo facendo il resconto del proprio giorno a se stesso, visto che il ragazzo accanto stava russando leggermente. Allora si alzò dal letto, lo coprì con la coperta ai piedi del letto e scese dalla madre che stava sorseggiando un tè tiepido, perché anche se estate, Talia Hale amava il tè caldo.

Si guardarono negli occhi e Derek capì, era arrivato il momento.



Spazietto della tipa dietro il pc:
Diciamo che questa cosa mi è venuta grazie a Carrie, di Stephen King (libro gentilmente prestato dalla libreria scolastica).
Non pensate neanche che possa essere una crossover perché questa fanfiction e Carrie hanno in comune una sola cosa: la telecinesi. Il resto è completamente diverso. E anche perché Carrie è un capolavoro, questa cosa sovrastante...
Veniamo alla fanfiction:
  1. finisce di merda (e lo so, anche il mio beta/grammar nazi di fiducia me l'ha detto ma aspettate il secondo capitolo my babieeesssss)
  2. passo dal pensare "che schifo è sta roba" al "beh non è tanto male" quindi ditemi voi che ne pensate per favore!!!
  3. non so quando aggiornerò (entro il mese? spero di si ugh) ma scommetto che se vedo che vi piace, potrei farcela (ho bisogno di tanto incoraggiamento io)
Niente, spero vi sia piaciuta e di vedervi entro Luglio/inizio Agosto ♥
Criss.

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Capitolo 2
*** Try to remember how it felt, to just make up your own steps. ***


SECOND CHAPTER
(Try to remember how it felt, to just make up your own steps.)


"Scott! Scott dove sei?"
 
Qualcuno, fuori casa loro, urlava così forte che Derek lo sentiva da camera sua e si chiedeva chi mai potrebbe andare nel fitto bosco vicino a casa Hale alle sette di sera.
 
Derek si affacciò dalla finestra e vide un bambino che tremava e si stringeva nella sua felpetta rossa con i dettagli bianchi. Derek lo studiò attentamente: tratti dolci, pieno di nei sulla guancia sinistra ed un taglio bizzarro, tutti i capelli sparati in aria come se non li avesse rasati da un mese. Aveva già visto quel bimbo, il suo nome era Stiles Stilinski ed era dell'ultimo anno delle elementari. A soli 11 anni aveva già pettegolezzi che giravano su di lui. Nessuno voleva essergli amico, tranne il suo coetaneo Scott McCall.

Molto spesso, Derek aveva visto, negli anni precedenti, quei due a mensa o in giro per Beacon Hills a ridere, ma quando uno dei due mancava, l'altro era triste. Vederlo così solo e perso adesso nel bosco, fece scattare qualcosa in Derek che si mise di fretta un maglione per uscire, essendo fine Novembre, e fece le scale di corsa per andare da Stiles che stava sull'orlo delle lacrime.

Aprì la porta e lo trovo lì, ancora stretto nella felpa che non doveva riscaldarlo poi molto, a guardare la villa Hale a bocca aperta, ma gli occhioni color ambra ancora spaventati. Si avvicinò a lui, cercando di fare il sorriso più rassicurante che potesse, e lo salutò.
"Stiles? Che fai nei boschi a quest'ora?"


Stiles e Derek non erano amici, affatto. Stiles aveva un po' timore di Derek, sempre vestito con giacca di pelle nera e indumenti neri o tonalità scure. In estate era possibile vederlo girare con i suoi RayBan Aviator che gli davano l'aria da duro e cattivo. Si conoscevano sia grazie alla scuola, sia grazie a Claudia e Talia, che erano grandi amiche insieme a Mellisa McCall. Si conoscevano da tanto, ma purtroppo Talia dovette trasferirsi a New York per il lavoro del marito. Successivamente, proprio insieme a lui, la Hale decise che, per Derek, sarebbero tornati a Beacon Hills e fargli passare un'adolescenza tranquilla.

Una volta tornata, Talia venne subito aggiornata da Melissa su tutto quello che si era persa, anche della morte di Claudia e del povero Stiles abbandonato a se stesso per colpa del padre che si buttò a capofitto nel lavoro e nell'alcool. Talia corse subito da Stiles, gli parlò della sua mamma e del fatto che erano grandi amiche, lo fece sfogare come solo un bambino di sette anni poteva fare. Quando lo abbracciò, promise a se stessa, e a Claudia, di esserci sempre per quel bambino.

"Oh-Emh ciao Derek. Mi sono perso. Cioè, in realtà è Scott - sai Scott, no? il messicano con la mascella storta? -  beh, si è perso lui in realtà. Io mi sono trovato qua davanti per caso e non so sapevo bene che fare, perché so che voi Hale conoscete bene la foresta, specie te e..." il bambino si grattò il collo, stranamente in imbarazzo. Derek conosceva Stiles non bene, ma sapeva che non era tipo da imbarazzarsi. Era sempre troppo scaltro e sarcastico per lasciar spazio all'imbarazzo.

Derek sospirò rassegnato. Non era certo la prima volta che Stiles e Scott si divertivano nei boschi, aveva sentito lo Sceriffo, sua madre e Melissa parlare spesso di queste visite al bosco di Beacon Hills. "Dai, andiamo a cercarlo"

Stiles lanciò il pugno in aria, molto più tranquillo ora che aveva Derek Hale con se. Partì in quarta verso ovest, perché "è lì dove ho perso di vista Scott" disse al maggiore.

Derek sospirò un'altra volta. "Cosa ci facevate nel bosco? Mia madre e tuo padre ti hanno detto tante volte di non venirci, specialmente di sera tardi. Ed essendo le... sette ed un quarto, oserei dire che è tardi." disse controllando l'orologio al posto sinistro.

"Lo so, ma ci stavamo annoiando. Abbiamo passato tutto il pomeriggio a fare i compiti e a giocare al nuovo videogioco che Melissa e papà ci hanno comprato, però dopo un po' è diventato noioso. E quindi abbiamo pensato perché non andare a fare una passeggiata nel bosco? ma ovviamente Scott è un cretino e si è perso. Non ha ancora capito come orientarsi nel bosco..." Stiles continuò a parlare. Derek ormai lo conosceva abbastanza da sapere che non smetteva mai di parlare, aveva lo strano talento di dire cinque frasi o anche di più di seguito senza prendere neanche un respiro. "... quindi ora lo stiamo ancor cercan-"

Stiles venne interrotto da un urlo alla loro destra. Derek scattò prima di Stiles, realizzando che era Scott. Lo chiamò per capire dove si trovasse ed una volta trovato, insieme a Stiles, lo aiutò ad alzarsi e a districarsi dai rami che li aveva intrappolato. Ovviamente, Stiles lo aveva preso in giro per tutto il tempo con battutine mentre rideva e Scott stava quasi per avere una crisi nervosa così Derek invitò entrambi alla proprietà Hale per far riprendere Scott e per chiamare lo Sceriffo e rassicurarlo di avere entrambi gli adolescenti con se.

Appena arrivati, Talia sospirò rassegnata a vedere Stiles e Scott ed afferrò subito il telefono fisso per chiamare John Stilinski. Subito, lo diede a Stiles che era tranquillissimo.

"Ciao pà!" il ragazzino allontanò leggermente il telefono dall'orecchio. Persino Derek potè sentire la voce dello Sceriffo e non era esattamente vicino a Stiles. "Sto bene, tran- Sì, scusa... No, è accanto a me... Si, ci eravamo persi, anzi!, lui si è per- Emh... si... Ho chiesto a Derek di aiutarmi a cercarlo" ora sembrava imbarazzato. O umiliato. Poteva essere benissimo entrambi. "Si, pà. Si, ora glielo chiedo-" Stiles si affacciò in cucina, dove si trovava Talia "Talia, non è che accompagneresti me e Scott a casa?" chiese con un sorrisino, sapendo già la risposta. Talia annuì rassegnata. "Ha detto- se sapevi già la risposta, perché l'hai chies- Ah okay. Okay! Ciao!"

Stiles ridacchio mentre mise il fisso a posto. Aveva solo 11 anni, ma si comportava come se fosse più grande di Derek. A Derek dava un po' fastidio ma sostanzialmente non gliene fregava nulla. Non che Derek dimostrasse i suoi 14 anni. Aveva già cominciato ad andare in palestra e giocava a baskett baseball, in più era bello per la sua età quindi dimostrava sui 16/17 anni.

"Stiles, Scott, rimanete a cena? Scommetto che a Cora e Malia farebbe piacere" disse Talia raggiante, come al solito.

Stiles e Scott si guardarono. Ovviamente sapeva entrambi quale fosse la risposta. Scott tirò fuori il cellulare "Avviso mamma, anche se penso che lo Sceriffo l'abbia già avvisata" il bimbo con lamascella storta sospirò. Sua madre e lo Sceriffo si erano uniti, da quando Claudia e Raphael eranoentrambi morti, contro i loro bambini.

Stiles semplicemente mandò un messaggio al padre dicendogli che avrebbero cenato dagli Hale e poi Talia li avrebbe accompagnati.

"Dai, ragazzi, andate a chiamare Cora e Malia! Sono nella camera di Cora." li incitò Talia. Mentre salivano le scale, Stiles a suo agio conoscendo già la casa, sempre lei urlò "Bussate prima!" cercando di evitare litigate prima del pasto. I due bambini sbuffarono.

Passando davanti alla camera di Derek e dei genitori Hale, arrivarono alla stanza di Cora. Quella di Laura era alla fine del corridoio, ormai inutilizzata essendo la ragazza al college.

Bussarono e le due ragazze dissero semplicemente "avanti". I due bambini entrarono e Cora e Malia sorrisero.

 
Cora e Malia avevano la stessa età di Stiles e Scott. Erano migliori amiche, nonché cugine. Cora era la sorella minore di Derek, frequentava qualche classe in comune di Stiles, essendo di livello superiore alla media anche lei, mentre Malia frequentava quasi tutti i corsi di Scott. Malia era figlia di Peter Hale, fratello di Talia. Sua madre Barbell scappò, per poi non farsi più rivedere, quando la bambina aveva solo sei anni.

Le due cugine non sapevano esattamente di cose Stiles era capace, Stiles non l'aveva mai detto a nessuno al di fuori del nucleo famigliare McCall e i tre adulti Hale. A quei tempi neanche Derek lo sapeva.

Spiegata la situazione, i quattro ragazzi scesero tutti insieme, pronti a cenare. Derek e Peter stavano parlando tranquillamente seduti a tavola, mentre Talia preparava i piatti. Appena vide i bambini, sorrise felice di vederli tutti insieme. Stiles andò verso di lei, dandole una mano. Talia era abituata a queste cose da Stiles, ma ogni volta lo convinceva che non aveva bisogno di aiuto. "Tanto sono abituato a fare queste cose a casa. Sopratutto quando papà è stanco e torna tardi dal lavoro" rispondeva puntualmente lui, con un sorrisino sulle labbra, sapendo di aver vinto la discussione. Talia, sospirando, gli passò i piatti, mentre Scott parlava con le due ragazze e Derek mandava sguardi verso Stiles per assicurarsi che riuscisse a portare i piatti. A Peter vedere Derek cos preoccupato faceva sempre ridere, sopratutto se la causa della sua preoccupazione era il giovane Stilinski.
 
Peter aveva sempre fatto il tifo per Stiles e Derek. Sapeva che prima o poi sarebbero finiti insieme, ma sapeva anche che era ancora troppo presto, specie per il piccolo Stiles. Come se Stiles non aveva già tante cosa cui pensare, con suo padre, il potere  incontrollato.

Cenarono in tranquillità, Scott diede una mano a sparecchiare, abituato anche lui a Melissa e il suo lavoro, del fatto che a volte doveva scappare all'ospedale.

Talia disse ai due ragazzini di prepararsi che lei si andava a cambiare in fretta e poi sarebbero andati. Tutti si sposarono nel grande salone. Stiles e Derek corsero per accaparrarsi gli unici due posti del divano. Cora non ebbe i riflessi e finì per sbuffare quando vide i due che le sorridevano meschini dalla loro postazione.

"Dai, Cora, tra pochissimo me ne vado. Ti cedo il posto" intanto però, Stiles si distendeva per bene con Scott che lo guardava con lo sguardo da cucciolo bastonato.

Dopo neanche cinque minuti, Talia scese e chiamò i due ospiti. Stiles sbuffò e si alzò, lasciando il posto ad una raggiante Cora che prese a stuzzicare il fratello accanto.

Talia aprì le porte della BMW e i due entrarono nei sedili posteriori tutti gasati della macchina. Nel frattempo a Scott arrivò un messaggio che, controllando, esultò. "Talia portaci direttamente a casa di Stiles. Mamma ha appena detto che dormo da lui, visto che l'hanno chiamata con urgenza all'ospedale per il turno di notte" Talia sorrise nel sentire Stiles gioire col suo migliore amico.

Arrivati, Talia entrò un attimo per salutare lo Sceriffo, ancora sveglio per aspettare i ragazzi. I due salutarono e ringraziarono Talia e corsero in camera di Stiles per preparare la brandina e tutto il resto per Scott.


Cristina torna dopo quasi un mese:
Allora, sono riuscita finalmente a finire il capitolo IERI NOTTE ALLE DUE, praticamente. E pensare che non è lungo neanche quanto lo volevo in realtà.
È il momento di spiegare qualcosina:
  1. Stiles, come ho specificato all'inizio, ha 11 anni. Okay. Stiles e Derek in questo AU hanno tre anni di differenza. Non volevo farli troppo distanti come sono nella serie tv se no sarebbe stato surreale che si conoscessero.
  2. Siccome Laura non la si vede mai e nella serie tv non si sa quanti anni abbia, l'ho piazzata al college così non mi avrebbe dato grossi problemi. Se avessi aggiunto anche Laura in questo capitolo, non sarei riuscito a pubblicarlo neanche per Natale. Ho fatto che ha quattro anni in più di Derek [quindi ne ha 18] e, di conseguenza, sette di Stiles.
  3. Malia e Cora... dovevo aggiungerle. Perché io le amo e Cora mi manca. ADELAIDE TORNA TI PREGO. Cora in realtà dovrebbe avere tipo uno o due anni in più di Stiles e l'allegra combriccola.
  4. Se vi state chiedendo  se mai aggiungerò il trio badass (aka Erica, Isaac e Boyd) (ma anche se non ve lo state chiedendo, ve lo dico): SI, li aggiungerò nel prossimo :DDDDD
  5. Quando ho finito questo capitolo mi sono ricordata del final angst del primo e mi sono detta "cazzo cristina non hai spiegato assolutamente nulla" e poi ho detto "meglio, così li renderà ancora più curiosi" o magari no. Ecco, sì, sappiate che il prossimo capitolo sarà luuuunghissimo e spiegherò tutto.
  6. Nel caso non l'aveste capito, è un flashback ed ecco perché è scritto in corsivo. Le parti non corsive sono per spiegarvi alcune situazioni o alcune relazioni tra i personaggi.
  7. Inizialmente avevo pensato di farla di tre capitoli questa storia ma siccome sono stupida e per varie ragioni non mi basterebbero più, ho aumentato a quattro o anche cinque. L'epilogo praticamente ce l'ho già quindi potrei sbizzarrirmi quanto voglio.
  8. Ultimo punto!! Siccome non si sa chi sia la madre di Malia (almeno per il momento eheh), l'ho inventata così a caso, chiamandola Barbell perché ho trovato su Internet (la mia salvezza) il significato: L'origine del nome è greca: bar-bar all'orecchio degli antichi greci era il suono della lingua di chi veniva dal Nord ed era estraneo alla cultura mediterranea: da questa parola onomatopeica la definizione di barbaro: chi non sa parlare, di fatto perché straniero. Si, insomma, tanto per farvelo sapere (amo questo nome yay)
Ancora una volta, voglio ringraziare il mio Grammar Nazi e stavolta aggiungo la mia bellissima Sestra, che mi sopporta ogni volta che mi viene un'idea lampo mentre chiacchieriamo.
E grazie a voi che leggete, grazie a colore che recensiscono ed anche ai lettori fantasma (vi capisco, io recensisco raramente ugh)
With love from Rome (?), Cristina ♥
 

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Capitolo 3
*** No one but you. ***


THIRD CHAPTER
(No one but you.)


Nessuno sapeva della cripta degli Hale al di fuori degli Hale. Come nessuno sapeva della leggenda che perseguitava il cognome Hale. Ma, a parte questo, Derek aveva deciso di mettere al corrente di tutto ciò Stiles. Perché Stiles era famiglia ed aveva bisogno di aiuto.

La cripta degli Hale era proprio sotto la loro casa. Si poteva avese accesso ad essa grazie ad una botola situata nello scantinato dove non ci andava mai nessuno. Conteneva le ceneri dei trisavoli di Derek che a quanto pare discendessero dai lupi. O almeno era quello che diceva quella stupida leggenda. Derek non ci credeva tanto, come neanche Cora.

La leggenda diceva che gli Hale erano la stirpe più importanti d'America, che erano i mutanti che, col la Luna Piena, essi si trasformavano in lupi. Che suo trisavolo, Emmett, fu il più grande Alfa di tutti gli Alfa mai esistiti. Che gli Hale erano il branco che proteggevano Beacon Hills e tutti gli umani dai mutanti esteri che si avventuravano nella cittadina californiana. Gli Hale si prendevano cura di questi sconosciuti, se mai avessero voluto far del male a qualche essere umano. "Sono un predatore ma non devo per forza uccidere" era il motto degli Hale. 

Era proprio quello che il quel momento Derek stava dicendo ad uno Stiles molto interessato nella cripta. Il maggiore gli stava anche riferendo il suo scettiscismo per tutta questa storia.

"Ma perché mi hai portato qui? Non che sia brutto, eh, anzi trovo questa cripta fin troppo bella. Voglio dire, mi sono sempre immaginato che una cripta fosse tutta impolverata e sporca e insomma..." Stiles continuò a blaterale finché Derek non gli lanciò uno sguardo che lo fece ammutolire subito, capendo di star parlando troppo.

"Vedi, Stiles, tu sei senza controllo. Devi trovare qualcosa che ti freni quando stai di star per perdere la pazienza. Forse non lo sai, ma ai lupi serve un'ancora per controllarsi durante la Luna Piena" nonostante non creda alla leggenda, Derek si è informato riguardo i lupi mannari "ed io ho scoperto che qua sotto ci sono dei presunti... chiamiamoli strumenti, che aiutavano i miei antenati ad aver un certo controllo su se stessi."

Derek, girando su se stesso, va verso una scatola e la apre, tirando fuori un disco di metallo con sopra un Triskele.

"Vedi, Stiles, esistono i nati lupi e coloro che diventano lupi mannari solo se vengono morsi da altri. Si dice che gli Hale erano nati lupi e qui si presuppone che, per i nati lupi, il controllo sia più facile, il che può essere sia giusto che sbagliato. Quando non sanno come controllarsi, prendono questi dischetto" lo porge a Stiles che lo prende tra le mani, studiandolo "con questo strano simbolo sopra. E' un Triskele. Come puoi vedere, hanno un inizio comune per poi dividersi in tre parti e modellarsi allo stesso modo. Si crede che sia di origine sia della luna che del sole, o del moto in generale. Può significare molte cose: amore, forza, intelligenza; passato, presente, futuro; acqua, terra, cielo. Per i lupi significa Alfa, Beta, Omega, che sono i tre stati possibile di un lupo. Alfa, ovvero il capo branco, colui che prende le decisioni. Beta, colui che fa parte del branco e sottostà al capo branco. Gli omega invece sono dei lupi solitari, sono dei nomadi. Non stanno mai in un luogo fisso per tanto tempo...
"Stiles, quello che voglio che tu faccia è... trovare un'ancora a cui aggrapparti quando stai per perdere il controllo."

"Cosa esattamente può essere un ancora?"

"Può esser qualsiasi cosa. Una persona, una sensazione, un ricordo... anche un sentimento. Basta che sia abbastanza forte da tenerti lucido. Prenditi pure quel disco, se ti può aiutare a a trovare un ancora o un significato tutto tuo per il Triskele."

Stiles mise su un piccolo broncio, quello che solitamente fa capire che stava pensanso.

"Io ce l'ho già una specie di ancora..." disse sottovoce.

Derek lo guardò alzando le sopracciglia. Stiles ridacchiò, ma si concentrò subito.

"Ogni volta che sto per perdere il controllo, penso a mia madre... penso a quel pomeriggio quando, tutti e tre, andammo fuori Beacon Hills a fare un picnic. Avevo cinque anni circa, quando mamma decise che dovevamo fare un picnic almeno una volta nella vita tutti e tre insieme. A quel tempo stava già male, era appena all'inizio della malattia quindi poteva fare tutto, anche se doveva stare attenta a non affaticarsi troppo. Passammo un bel pomeriggio, mamma non si affaticò troppo e papà era felice che eravamo tutti insieme" A Stiles erano venuti gli occhi lucidi a ripensarci.

Derek sospirò e gli passò le braccia dietro la schiena per sostenerlo ed abbracciarlo forte. "Stiles... ti rendi conto che non è abbastanza, vero? Voglio dire... ieri ha quasi ucciso i tuoi compagni di scuola" glielo disse con tono pacato. Era già abbastanza agitato di suo, Stiles, non serviva a nulla terrorizzarlo. Stiles si aggrappò alla sua maglietta e prese a piangere silenziosamente.

"Lo so, lo so... ma non so a cos'altro aggrapparmi" sciolse l'abbraccio e si asciugò gli occhi con i dorsi delle mani. "Ora andrò a casa a pensarci" gli fece un debole sorriso. Prese le chiavi della Jeep e Derek lo riaccompagnò alla macchina.

 
***
 
Stiles, ovviamente, non tornò a scuola dopo l'evento. Tutti ne parlavano e non solo a scuola. Solo Scott ed Allison gli facevo visita regolarmente, perché "non possiamo mica lasciarti da solo o farti sempre rifugiare dagli Hale" avevano detto scherzosamente.

Allison era la ragazza perfetta per McCall, era timida e silenziosa e, cosa fondamentale, perdutamente innamorata di Scott. Come lui lo era per lei. E Stiles era felice che il suo migliore amico avesse trovato una ragazza adatta a lui.

"Allora, Stiles, hai trovato questa ancora?" gli chiese la giovane Argent con un sorriso. Ovviamente, Stiles aveva detto tutto ai due. O almeno a Scott, che a sua volta l'aveva detto ad Allison. Non che fosse un problema per Stiles, davvero. Anzi, era quasi un sollievo parlare con qualcuno che riusciva a fare due più due o almeno dei ragionamenti sensati. Stiles voleva bene a Scott, ma era un po' tardo per queste cose.

"Non è una cosa che si trova da un giorno all'altro... in più non so cosa possa davvero aiutarmi" Stiles si passò la mano nei capelli, sull'orlo della disperazione. Erano giorni ormai che si stava impegnando a pensare a tutte le cose che lo tenevano coi piedi per terra e ce n'erano davvero poche: i ricordi di sua madre, Scott e la famiglia Hale.

"Hai pensato che potrebbe essere la famiglia Hale? Alla fin fine, passi molto tempo con loro, specie con Derek e Cora." disse sempre la giovane Argent.
Si che ci aveva pensato. "Mi sa di troppo generico... Non so se abbia senso, ma non mi tiene davvero concentrato. Voglio dire, alla partita pensavo a Cora e Derek sugli spalti e... sappiamo come è andata a finire."

"Certo, hanno insultato una delle cose più importanti che tu abbia e che probabilmente ti tiene coi piedi per terra" rifletté Scott "Quindi forse non sei riuscito a concentrarti per quello? Ricordo tutti quei specie di allenamenti che hai fatto con Derek sull'autocontrollo e riuscivi sempre a restare concentrato. Quindi forse... il pensiero che qualcuno come Jackson abbia nominato tua madre ti ha fatto uscire dai gangheri?" disse incerto il ragazzo.

Allison, che si era girata ad ascoltarlo, gli regalò un sorrisone e guardò Stiles cominciare a seguire il ragionamento di Scott.

"Non hai tutti i torti..." disse come se stesse parlando da solo. "Durante gli allenamenti nel giardino degli Hale avevo Derek accanto a me ed anche se insultava qualcuno a me caro... sapevo che lo faceva solo per farmi concentrare. Quindi..." gli occhi di Stiles di accesero improvvisamente capendo tutto. Bofonchiò un "devo andare scusate" e corse al piano di sotto a prendere le chiavi della macchina.

Allison sorrise capendo che Stiles aveva finalmente realizzato. La Argent aveva visto più volte come a Stiles si illuminassero gli occhi quando si parlava di Derek. Inizialmente pensava fosse perché erano buoni amici da sempre, da più di lui e Scott forse. Poi aveva cominciato a capire ed il fatto che Stiles ancora non avesse collegato tutti i pezzi dei puzzle la disorientava. Di solito era lui il furbo del gruppo, a vedere collegamenti dove nessun'altro li vedeva.

Stiles era innamorato di Derek. E per quel poco che aveva conosciuto Derek, poteva quasi dire con certezza che anche lui lo era e i racconti di Scott su quei due gli davano solo che conferma. Era esilarante come nessuno dei due avessero capito nulla. O almeno Stiles.

 
***
 
Stiles era nella sua Jeep, con la radio spenta a parlare da solo. Era talmente euforico e sconcertato che non finiva neanche una frase. Era più un insieme sconnesso di "omiodio come ho fatto a non capirlo prima oh no ed ora che faccio no" e via dicendo.

Aveva capito qual era la sua ancora. Derek. Era ovviamente Derek. Lui che gli era sempre stato accanto, che in ogni situazione l'aveva aiutato, che l'aveva sempre protetto dai bulletti a scuola quando ancora andavano a scuola insieme.

E Stiles si sentiva uno stupido, chiaramente. Anni spesi con la famiglia Hale, sopratutto con Derek e... lui non c'era arrivato. Ci doveva essere Scott per farglielo capire.
Ma ormai l'aveva capito. Ed era anche felice, per carità, ma sopratutto terrorizzato.

"Io so di essere bisessuale oddio Derek non sarebbe certo il primo ragazzo che io abbia mai avuto no ma Derek... è etero." si disse da solo confuso. Non che il giovane Hale fosse uno che cambiasse ragazza a settimana, ma ne aveva avute un paio. Ed erano tutte bellissime, certamente.

Senza rendersene conto, Stiles arrivò a casa Hale. C'erano Cora e Malia sdraiate sul prato che parlavano allegramente.

"Hey Stiles!" urlò Cora, agitando la mano.

Stiles si avvicinò e chiese loro dove fosse Derek. "È in cucina a parlare con zia" disse Malia sorridendo. Stiles le salutò ancora una volta e si diresse in quella casa che era come casa sua.

Bussò due volte ed aprì, era un po' il codice per far capire che fossi lui. Arrivò in cucina e vide che c'erano Talia, Peter e Derek. Gli ultimi due gli sorrisero mentre Talia gli si avvicinò per regalargli un bacio sulla testa.

"Stiles! Che bello averti qui! Vuoi un biscotto? Una fetta di torta?" chiese la donna tutta raggiante. Stiles si era sempre sentito come il quarto figlio Hale o addirittura il gemello di Cora.

"No, grazie Talia, sono venuto perché volevo parlare con Derek. Vi spiace se ve lo rubo un attimo?" fece un sorriso incerto a quest'ultimo, che capì subito che Stiles voleva parlargli privatamente. Peter gli fece un sorrisetto complice che il nipote ignorò.

Stiles lo osservava mentre si alzava, dava un bacio sulla guancia della madre e mise una mano sulla schiena di Stiles, portandolo in camera sua, dove invitò Stiles a sedersi sul letto.

Prese a contorcersi le dita quando una mano si posò su di loro e Stiles alzò lo sguardo per trovarsi il viso di Derek poco distante dal suo, che lo guardava negli occhi come a spronarlo a parlare.

Stiles si alzò dal letto agitato e cominciò a parlare. "Allora io... io ci ho pensato a quella ancora di cui mi hai parlato. La cosa o la persona che dovrebbe mantenermi coi piedi per terra. Ho anche spiegato tutto a Scott" alla nomina del ragazzo, Derek sorrise come se se lo fosse aspettato "e sia lui che Allison mi hanno aiutato. Allison sembrava saperlo da tanto tempo - tanto da aver una faccia delusa - e Scott non era sorpreso quando lo capì. Perché lo ha capito addirittura prima lui che io. Il che è strano perché come sai io capisco sempre tutto prima di tutti - me lo dice anche Lydia - e invece no..." Stiles continuò a blaterare cose senza senso e Derek aspettò finché non si calmò.

"Ma insomma l'hai capito si o no, Stiles?" chiese pazientemente il maggiore.

"Si" rispose incerto. Stiles si muoveva rigido per la stanza, ma dopo quella risposta non sembrava intenzionato a continuare. Allora Derek si alzò, lo abbracciò e gli chiese cosa c'era che non andasse.

"È che... ho paura di quale possano essere le conseguenze della mia scoperta" aveva detto con gli occhi bassi.

Derek gli prese il viso fra le mano e glielo alzò. "Finché ti rende stabile e riesce a farti tenere il controllo su te stesso, non dovresti aver paura di niente" e gli regalò un sorriso, uno di quelli che lo faceva solitamente calmare.

Solo che questa volta non ci riuscì, era ancora nervoso. E allora seguì quelli che l'istinto gli diceva: unì le loro labbra in un bacio cast, dettato più che altro dalla paura di una reazione negativa e dall'emozione per esser riuscito a fare quello che voleva fare da tanto.

Stiles si allontanò come se fosse scottato, con il volto in fiamme per l'imbarazzo, cercando si allontanarsi il più possibile dal suo amico. Amico che non lo fece scappare e gli morse le labbra per riaverle indietro in un bacio più sfacciato. Gli passò le mani dietro la testa per tirarlo più a se mentre Derek gli poggiò le mani sui fianchi.

Quando spezzarono il bacio, entrambi avevano le labbra gonfie e leggermente rosse.

"E tu pensavi davvero che avrei avuto reazioni negative?" gli chiese incredulo Derek. Stiles sorrise imbarazzato e nascose il viso nell'incavo del collo del maggiore che ridacchiò.

 
***
 
Quando scesero in cucina per prendere qualcosa da mangiare, trovarono Peter e Talia a parlare con James tranquillamente mentre bevevano un thè. Peter, non appena vide i due, regalò ad entrambi un sorriso malizioso mentre gli altri due Hale sorrisero felici ai ragazzi, vedendoli camminare mano nella mano.
Trovarono anche Scott, Allison e le due cugine nel salone. Non appena Scott e Stiles si guardarono, il primo avanzò un pugno in direzione di Stiles aspettando che gli scontrò il suo pugno contrò, Allison che gli sorrise dolce e le due Hale che non fecero commenti ma li guardavano felici.


Cristina yay:
Allora, si eccomi! Pubblicazione dopo un mese ancora! Ormai ho deciso di pubblicare ogni mese (lo già detto nell'altro capitolo per caso? non ricordo)
Comunque... STEREK omg che belli. Non che sia sto granché eh però sono patati e sono tanto contenta di loro due.
S4 finita, mi sento così vuota... Non so come riempire i miei martedì ora senza la puntata e senza il Wolf Watch piango
Okay volevo dirvi qualche cosa su questo capitolo: la pubblicazione era prevista ieri (ho pure messo il countdown sul cellulare per ricordalo) ma l'ho finito ORA quindi ehh, poi... il titolo non ha molto senso, è una frase che mi è venuta in mente proprio a random e mi è piaciuto quinci ce l'ho piazzata. Il fatto che ho fatto Stiles tonto (aka che non ha capito subito il nesso tra ancora e Derek) non ammazzatemi, so che Stiles è colui che fa i collegamenti ma mi piaceva che fosse tonto quando si parla di Derek!
Detto questo, vi saluto e vi ringrazio (ringrazio come sempre il mio patato grammar nazi - a cui non ho mandato il capitolo perché me lo sono ricordata ora quando ormai ho fatto la stesura e l'ho pure sistemato quindi non fate caso agli errori, li correggerò! -, la mia jessica che mi s(u/o)pporta e a questo round ringrazio martina che oggi mi ha chiesto se pubblicavo e mi sono sentita in dovere di farlo anche per leil). Se vi va, fatemi sapere che ne pensate? Grazie milleeee ^▽^
Cristina

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Capitolo 4
*** You can pretend that it was me, but no. ***


FOURTH CHAPTER
(
You can pretend that it was me, but no.)

 

Stiles e Derek erano sul tetto della loro casa, sette anni dopo, con la testa del primo appoggiata sulla spalla del secondo. Stavano parlando, anzi no, stavano bisticciando come al solito su cose che non sanno neanche loro.
Ad un certo punto Stiles si sente oppresso, oppresso da un braccio sul suo collo, come se qualcuno, rigirandosi nel letto, per sbaglio avesse spostato il braccio su di lui.
"Derek ma che fai?" Stiles chiese al compagno, convinto che gli avesse messo il braccio per giocare.
Ma, in risposta, ricevette uno sguardo stranito. Stiles allora lo guardò e vide che era perfettamente immobile e nella posizione in cui era prima, ovvero col braccio destro sotto di lui ed il sinistro sul suo stesso fianco.
"Stiles... perché muovi il braccio?"
"Ma cosa vai blaterando? Non sto facendo nulla" Derek solleva le sopracciglia, come ad indicargli il suo arto.
Stiles cominciò a sentire chiaramente cosa prima sembrava fosse solo un soffio di vento: era una sveglia quella? Ma erano sul tetto. E si accorse che stava effettivamente agitando il braccio come se stesse... spengendo una sveglia.
Stiles si sveglia di soprassalto, spengendo la maledettissima sveglia che gli ricorda che deve andare a lavorare. Purtroppo su di lui c'è un braccio imponente che lo tiene a letto. Si gira e vede Derek. Sorridendo felice gli si avvicina e gli cinge il busto con le braccia.
Poco prima si abbracciarlo, si blocca, con l'arto destro per aria.
Lui e Derek erano sul tetto tipo cinque secondi fa. E casa loro era diversa.
Stiles spalanca gli occhi e si mise seduto di stacco.
"Omiodio no... era tutto... un sogno?!" Urla l'ultima parola, incredulo. "Era un sogno? Io non ho il gene della telecinesi, Derek è un licantropo, per giunta Alpha, e... omiodio... Io non ho mai conosciuto Talia e la cripta Hale non esiste!" A Stiles tremano le mani. Dire che era rimasto deluso dal suo sogno è un eufemismo.
Da tutto questo blaterale, Derek si sveglia, tirandosi sù e guarda strano il suo fidanzato. Appena sente le ultime due cose, si stropiccia gli occhi per prestare attenzione.
"Hey, che succede?" gli accarezza la schiena con la classica intimità che caratterizzava la loro relazione di cinque anni stabili. Ma Stiles lo guarda scioccato, come se neanche lo riconoscesse.
Non sapendo come, si ritrova sdraiato sul letto con le braccia di Stiles attorno al suo collo e tutto il suo peso sul petto. Lo sente respirare pesantemente.
"Oddio Der, non puoi capire che sogno che ho fatto... omiodio!" glielo racconta per filo e per segno, non tralasciando neanche un dettaglio.
"... poi mi sono svegliato realizzando di essere ancora un umano circondati da licantropi ed esseri soprannaturali!" A quel punto Stiles si era sdraiato accanto a Derek intrecciando le loro dita. "Tutti rideranno di me quando lo racconterò" sospira affranto.


John Stilinski non pensa di aver riso tanto come quel giorno. Suo figlio gli ha appena raccontato il suo sogno, dicendogli anche quanto fosse convinto che era vero e non un sogno e quanto si è ritrovato deluso che in realtà era umano. Proprio grazie a questa frase, lo Sceriffo è scoppiato perché, se prima cercava di trattenersi per amor di suo figlio, dopo quello non può farcela. Butta la testa all'indietro e ride come non mai, ride talmente tanto che la saliva gli andò di traverso ma continua a ridere. Vedendo la faccia imbronciata di suo figlio, cerca di contenersi, anche se ridendo ancora sotto i baffi.
"Beh, figliolo, hai imparato la lezione. La prossima volta, quando sognerai, ti ricorderai questo: nei sogni, le persone non possono leggere ed hanno più dita del dovuto." E poi fa un brindisi in suo onore, con la birra in mano.


"Amico, questo sogno- questo sogno è fantastico!"
"No, è il sogno più assurdo che abbia mai sentito."
Scott ed Allison stanno giudicando le fantasie di Stiles. Il primo guarda l'amico entusiasta; la seconda lo guarda incredula, ridendo del faccio che Stiles fosse deluso. Pur di ignorare le risate di Allison, il giovane umano racconta dettagli del sogno al Beta che lui aveva immaginato in quel giorno, pensando come loro due si fossero conosciuti, dicendogli come lui l'aveva aiutato a capire cosa significasse per lui Derek.


Raccontare le cose a sua madre era diventata un'abitudine. Cioè, alla tomba. Lo rilassava ma lo intristiva anche, perché sapeva che se sua madre fosse stata ancora viva, di certo non avrebbe riso come gli altri.
Perché continuasse a raccontarlo in giro, non lo sapeva. Ovvero, lo sapeva ma non voleva ammetterlo con nessuno: c'era rimasto un male che, svegliandosi, si era ritrovato normale, come prima del sogno. Voleva esser d'aiuto per il branco, e non solo essendo il cervello, voleva essere anche una piccola parte del braccio, potersi buttare nella mischia per poter aiutare la gente a cui voleva bene, specialmente Scott e Derek.
Raccontò tutto questo ad una lastra con inciso Claudia Stilinski, perché sapeva che lei non l'avrebbe giudicato.



Quando svariati anni dopo, Stiles si era ritrovato Emissario del branco grazie agli insegnamenti di Deaton, ogni tanto guardava in altro, ringraziando la madre che quel giorno l'aveva ascoltato e, a modo suo, consigliato.


Omiodio Cristina:
Si, vabbeh... l'ultimo aggiornamento risale a Settembre... scusate
( ̄へ ̄)
In realtà, se non fosse stato per ieri sera (emh, notte, erano LE TRE DI NOTTE QUANDO HO SCRITTO QUESTO FINALE) non so quando avrei aggiornato. Prima, aveva qualche brutto erroraccio di tempi verbali e qualche frase fuori luogo (per cui ringrazio il mio amore grammar nazi, xtinasWoohoo_). Spero che per questo finale non ci siate rimasti spiazzati (in realtà è quello che spero lol era un'idea che avevo pensato mesi e mesi fa e ieri sera ho chiesto al sopracitato amore cosa ne pensava e siccome gli piaceva l'ho scritto e waaaamh)
Quindi, sì, è finita. Mi mancherà pensare a questo au (sembra che mio figlio stia andando in guerra, omiodio). Ringrazio tutti quelli che l'hanno letto anche senza recensire ma ringrazio con un grosso grazie a quelli che hanno recensito (~ ̄▽ ̄)~
A presto con altre oneshot (e forse long?), Cristina ♪

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