ABOUT AMORE AND HIS BEATIFUL PSICHE’S TALE di Rota (/viewuser.php?uid=48345)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La dama e il cavaliere ***
Capitolo 2: *** Qualsiasi cosa! ***
Capitolo 3: *** Prova finale ***
Capitolo 1 *** La dama e il cavaliere ***
about a. e p.
ABOUT
AMORE AND HIS BEATIFUL PSICHE’S TALE
Rating: Giallo
Genere: Romantico, Song- fic, Fantasy, Avventura
Tipo di storia: Long- fiction
Personaggi: Luna Lovegood, Draco Malfoy, Pansy Parkinson, Ginny Weasley, Blaise Zabini.
Avvertimenti: What if? (E se…)
Griffondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Quattro Case dividono
gli studenti di Hogwarts, quattro case e altrettanti pregiudizi.
“I Griffondoro s’impiccherebbero al primo palo pur di non
infrangere una regola, sono tutto muscoli e niente cervello!”
direbbe un Serpeverde. “I Tassorosso sono l’ultima ruota
del carro, i poveretti ripescati dalla categoria degli sconfitti, sono
mollaccioni di prima categoria” direbbe un Corvonero. “La
tradizione vorrebbe che i Corvonero siano tutti concentrati nella loro
scienza astrusa e astratta; in verità bisogna spiegar loro tre
volte le cose perché comincino a capire” direbbe un
Tassorosso. “I Serpeverde sono i peggiori, sempre con la puzza
sotto il naso, sempre a cercare in quale maniera aggirare le persone e
le regole” direbbe un Griffondoro. E su questi pregiudizi, si
regola la vita a Hogwarts.
CAPITOLO 1
-Draco, Draco! Aspettami, devo dirti una cosa!-
Pansy Parkinson, la bellezza terribile dei Serpeverde,
s’avvicinò quasi correndo al suo compagno di Casa con una
scintilla di pura malizia negli occhi. La testa bionda del più
noto Serpeverde si girò lentamente, sorridendole.
-Dimmi, Pansy! Che c’è?-
Con un ampio sorriso, quella cominciò il suo racconto.
-Ho scoperto una cosa davvero interessante… Ho scoperto che Lunatica Lovegood è sonnambula!-
Tutto l’interesse del ragazzo si spense in un attimo.
-E allora? Che cosa c’è di interessante?-
-C’è di interessante che Lunatica girovaga per i corridoi
cantando a squarciagola… non sei curioso di sapere esattamente
cosa succede a un sonnambulo quando lo svegli di soprassalto?-
A questo punto gli occhi del ragazzo si animarono della medesima malizia della compagna.
-E so anche quando succede… quando mangia il budino al
cioccolato con sopra una dose abbondante di panna!! Indovina un
po’ che dolce c’è stasera, per dessert?-
-No, davvero, non dovresti mangiare tutta quella panna, sopra il budino! Ti fa male!-
Luna Lovegood, con ancora il cucchiaino in bilico tra il vuoto e la sua
bocca, guardò con aria a dir poco sognante la sua compagna
orientale.
-La panna è veramente buona, Cho! Dovresti mangiarla anche tu!-
La mora sbuffò, rassegnata.
-Troppa però fa male! Potresti avere problemi, stanotte!-
-Ho sempre dormito come un ghiro la notte! Non c’è alcun problema!-
Gli occhi della mora dichiararono tutta l’intenzione di rivelare
la verità, ma la certezza di non essere ascoltata da Luna,
troppo intenta a mangiarsi il suo amato budino, la fece desistere.
Sarebbe stata svegliata anche quella notte da una voce gracchiante e
decisamente poco armonica.
-Allora, tu appostati vicino al loro dormitorio… sei un
Prefetto, non possono dirti nulla se giri per i corridoi, a
sorvegliare…. Lunatica dovrebbe uscire verso le dieci…-
Così gli aveva detto Pansy, così era successo. Draco
sentì prima la voce, una voce un po’ troppo acuta, che
urlava qualcosa, probabilmente nel tentativo vano di cantare. Rise di
cuore al sentire quella voce poco esperta, ma il sorriso si spense
quando la figura di Luna apparve dalla porta del suo dormitorio.
I capelli forse ancora più scompigliati del normale, biondi e
lucenti, cadevano sulle spalle morbidamente, scorniciandole dolcemente
il viso dall’espressione serena, le labbra arricciate in un
delicato sorriso, beato quasi. Una vestaglia, blu a fiori gialli,
avvolgeva quel suo morbido corpo slanciato.
Draco sorrise, pensando malignamente che senza quell’espressione
da beota Lunatica sembrava anche carina. La ragazza continuava
imperterrita a cantare.
Juliet says hey it's romeo you nearly gimme a heart attack(*)
Draco si avvicinò alla ragazza, piano, anche se,
constatò, che se anche non fosse stato così cauto, lei
non l’avrebbe comunque sentito, tanto era il baccano.
He's underneath the window she's singing hey la my boyfriend's back
You shouldn't come around here singing up at people like that(*)
Le era vicinissimo, doveva fare solo un altro passo e l’avrebbe toccata.
Anyway what you gonna do about it?
Juliet the dice was loaded from the start
And I bet and you exploded into my heart
And I forget the movie song
When you gonna realise it was just that the time was wrong juliet?(*)
Si fermò un attimo, Lunatica non stava più cantando come
prima, ora la sua voce era diventata più sicura, decisamente
più dolce e raffinata. Non urlava più, e la
tonalità ne aveva risentito in maniera positiva, cantava
decisamente bene. Stava facendo una pausa, probabilmente nella sua
testa la musica stava andando avanti, infatti dopo un po’ riprese
a cantare.
Come up on different streets they both were streets of shame
Both dirty both mean yes and the dream was just the same(*)
A quel punto, senza accorgersi della cosa, finì la strofa lui.
And I dreamed your dream for you and now your dream is real
How can you look at me as if I was just another one of your deals?(*)
Luna si fermò di scatto, girandosi verso la voce che l’aveva interrotta.
-Chi sei, mio cavaliere?-
Draco restò di sasso, maledicendosi per aver ceduto alla
tentazione, ma ormai era fatta. Doveva dire qualcosa. Tentare di
svignarsela era fuori discussione, ormai lei lo avrebbe seguito, tanto
valeva stare al suo gioco. Decise che la cosa poteva anche essere
divertente.
-Oh, mia dolce donzella, il tuo cavaliere è dunque giunto al tuo cospetto!-
Una mossa più sbagliata non poteva farla! Luna fu come
illuminata da un raggio di sole accecante, tanta era la gioia e la
contentezza che il suo viso esprimeva.
-Oh, mio cavaliere, mio cavaliere! Sei dunque arrivato da me! Oh che gioia immensa!-
Si, era davvero ridicolo tutto ciò, Draco se ne accorse quando
Lunatica gli ferrò il braccio, incitandolo ad accompagnarla
nella sua passeggiata.
-Vogliate seguirmi, prode cavaliere! E cantare con me…-
Riprese a cantare, con voce più viva, più gioiosa.
When you can fall for chains of silver you can fall for chains of gold
You can fall for pretty strangers and the promises they hold(*)
Infine, Draco, un po’ costretto e un po’ divertito dalla cosa, finì la canzone assieme a lei.
-Ora, signore, è il momento di lasciarci…Ma promettetemi una cosa, che tornerete da me!-
Draco avrebbe fatto qualsiasi cosa, pur di andare via.
-Oh, si, cara amica, glielo prometto…-
E la vide correre via, veloce, felice come non mai.
-Allora, cos’è successo ieri sera? Ho saputo che Pansy ti ha mandato in missione…-
Ad un amico non si può nascondere nulla, specialmente se la
mattina hai l’aria di uno che ha passato la notte in bianco a non
fare nulla d’interessante. Draco però
l’ignorò, continuando a mangiare le sue uova. In quel
momento Lunatica Lovegood fece la sua entrata in Sala Grande, con un
sorriso che andava da un’orecchia all’altra. Saltellando,
arrivò al suo tavolo e vi si sedette.
Blaise si avvicinò ancora di più al biondo.
-Allora, non mi dici com’è andata?
Draco lo guardò storto, ma non poté più sottrarsi,
gli raccontò tutto, e Blaise non si trattenne certo dal ridere
di gusto, cosa che gli costò un’occhiataccia da parte del
giovane Malfoy.
-Oh, Draco, sarebbe troppo spassoso vederti cantare assieme a Lunatica!-
Draco gli sorrise, cattivo.
-E perché non vieni anche tu, la prossima volta? Potresti fare il mio menestrello!-
Blaise ululò dal ridere.
-Menestrello? Menestrello! Ahahahahah!-
Non dovettero aspettare molto, due giorni dopo ci fu di nuovo il budino
al cioccolato, col conseguente sonnambulismo di Luna. I due Serpeverde
erano già pronti quando lei uscì dalla sua Casa, cantando
a gran voce.
-Mia dolce amica, sono qua!-
Luna si girò verso di lui raggiante, ma si fermò quando una seconda voce la raggiunse.
-E io, signora, lo accompagno…-
La sua mente dovette lavorare parecchio per dare soluzione a
quest’improvvisa voce vicino al cavaliere, infatti Luna stette
ferma per qualche minuto, fino ad esclamare.
-Oh, mio cavaliere, avete portato anche il vostro paggio! Ne sono molto felice!-
Una gomitata impedì a Zabini di ridere a crepapelle.
-Si, è esattamente così…-
Luna si avvicinò a Draco, gli prese delicatamente il braccio e cominciò la sua passeggiata, cantando soave.
A lovestruck romeo sing a streetsuss serenade
Laying everybody low with a lovesong that he made(*)
Di nuovo quella canzone, Draco sbuffò.
-Non le piace questa canzone, mio prode?-
Il giovane si riprese subito dall’errore, dicendo amorevolmente:
-No, no, mia cara! Si figuri! Prego, continui pure!-
E Luna ricominciò da dove s’era interrotta, accompagnata
da Draco. Zabini, da canto suo, guardava il compagno in maniera
curiosa, come se si stesse domandando se quello che aveva davanti era
davvero Draco Malfoy oppure una copia uscita male. Sorrise della
propria battuta, e seguì la coppia in rigoroso silenzio.
Si susseguirono diversi incontri tra Luna e Draco, durante i mesi di Ottobre e Novembre.
Quando Pansy gli aveva chiesto com’era andata con Lunatica, lui
aveva borbottato qualcosa ed era corso via, lasciando oltremodo basita
e sospettosa la mora.
In compenso, come lo stesso Blaise aveva potuto costatare da sé,
Draco partecipava a quegli incontri notturni con sempre maggiore
entusiasmo, tanto che una volta aveva persino proposto di cambiare
canzone, stufo della solita solfa.
-Oh, ma signor Cavaliere, sarebbe molto bello!-
E avevano preso a cantare, dolcemente, assieme.
I'll tell you
tell you something
I think you'll understand
When I say that something
I want to hold your hand
I want to hold your hand
I want to hold your hand
(**)
Oh, e Luna sorrise al suo cavaliere, come mai aveva sorriso ad alcuno;
e Draco era sicuro che il suo cavaliere le sorrideva di rimando.
Ad un certo punto, Draco trovò insopportabile la presenza di
Blaise, tanto perché sentiva che la cosa non poteva più
essere giudicata solo un divertimento dall’amico. Arrivò a
chiedergli di lasciarlo solo con Luna durante le passeggiate notturne.
E per quanto lui giustificava le sue azioni come una presa in giro ai
danni della povera Luna, sembrava che Blaise lo intendesse
tutt’altra cosa.
-Non è che ti sei preso una cotta per Lunatica?-
-Luna…-
-Come?-
-Si chiama Luna…-
E Draco restò inorridito di sé stesso, mentre un bel sorriso si allargava sul viso di Zabini.
D’altronde, poteva mentire agli altri, ma non a sé stesso.
Trovava molto rilassanti gli incontri con Luna, dove poteva
tranquillamente fare quello che voleva, senza malizia o doppi fini.
Ormai trovava piacevole persino il fatto che lei lo chiamasse cavaliere
con quella voce sognante e carica di venerazione. Sinceramente, mai era
stato oggetto di una così genuina attenzione. E gli piaceva,
davvero gli piaceva.
-Hai un’aria decisamente più sognante del solito, Luna! Il che è tutto dire!-
Ginny, la sua migliore amica, s’era accorta del suo cambiamento.
-Oh Ginny cara! In quest’ultimo periodo sto facendo un sogno
ricorrente… in un posto bellissimo, dove la natura canta dolci
musiche, un cavaliere, ogni sera, mi prende per mano e cammina assieme
a me, cantando con la sua voce angelica assieme a me…-
Ginny mascherò il suo sospetto sotto un sorriso sinceramente preoccupato.
-E dimmi, questo sogno lo fai spesso?-
-Oh, si molto spesso! Tutte le volte che mangio un budino!-
La vigilia di Natale arrivò, finalmente, portando la sua notte carica di desiderio.
Luna, quella sera, sperando con tutta sé stessa di rincontrare
il suo amato cavaliere anche in quella notte magica, mangiò con
ancora più entusiasmo il suo budino al cioccolato. Draco Malfoy,
dal suo tavolo, si sfregò le mani contento, sicuro di cosa
sarebbe accaduto di lì a qualche ora.
Trovò Luna seduta sopra un gradino della scalinata che portava
alla Sala Grande ad aspettarlo. Questa volta aveva fatto più
strada.
-Mio prode cavaliere, sei tu?-
Draco le si avvicinò con un sorriso, le prese la mano e la baciò.
-Si, mia signora, sono io!-
Luna sorrise, felice.
-Lo sa, fra qualche ora sarà Natale… io questa volta,
volevo cantare una canzone degna del lieto evento, se a lei non
dispiace…-
-Certo che no, mio cavaliere… che canzone?-
-Oh, forse una canzone che lei non consoce… lasci fare a me, ascolti…-
It's amazing
How you can speak
Right to my heart
Without saying a word,
You can light up the dark
Try as I may
I could never explain
What I hear when
You don't say a thing
The smile on your face
Lets me know
That you need me
There's a truth
In your eyes
Saying you'll never leave me
The touch of your hand says
You'll catch me
Whenever I fall
You say it best
When you say
Nothing at all (***)
Un incantesimo, eseguito alla perfezione dal mago purosangue, intonava la musica che Luna non poteva conoscere.
La ragazza rimase letteralmente incantata da tutto quello, quella
canzone dolcissima, il modo soave in cui lui cantava... Lo
ascoltò finire la canzone, senza fretta, mentre ancora la
chitarra suonava, accompagnato dal coro.
Cosa che però non si aspettava fu quello che successe dopo.
Rapito dalla canzone, Draco le prese delicatamente il viso tra le mani
e la baciò, dolcemente, sulle labbra. Un sospiro di sorpresa
uscì dalle bocche d’entrambi, che poi si dischiusero in un
sorriso, e tornarono a toccarsi.
-LUNA!-
Luna si svegliò di colpo, spalancando gli occhi e trovandosi
Draco Malfoy a pochi centimetri dal viso. Ginny Weasley stava marciando
nella loro direzione, furiosa.
-Malfoy, mette giù quelle mani! Subito!-
Il giovane Malfoy, ormai scoperto, aveva lasciato i viso di Luna e si era allontanato, come scottato.
-Ma allora eri tu…-
L’espressione supplichevole di Luna non fermò Draco, che
scappò via all’istante, lasciandola sola con la sua amica
rossa di rabbia, che ancora urlava nella sua direzione.
(*): “Romeo and Juliet!, testo e canzone di Dire Straits
(**):”I wanna hold your hand”, testo e canzone di Beatles
(***):”When you say nothing at all”, testo e canzone di Ronan Keating
Dunque, un paio di passaggi
tecnici penso io debba spiegarli.... innanzitutto, questo è il
primo di 3 capitoli, e il solo a così alto tasso di canzoni, gli
altri due sono un poco più scena... Seconda cosa, avendo questa
ff partecipato a un concorso, io vi ho aggiunto alla fine un mio
commento, che però, giusto per non anticipare nulla,
metterò solo alla fine, ovvero al terzo capitolo^^ Come avrete
capito, questa ff è ispirata al bellissimo mito di Amore e
Psiche... spero abbiate apprezzato^^ Alla prossima
Meg
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Capitolo 2 *** Qualsiasi cosa! ***
abuot amore cap 2
Capitolo 2: Qualsiasi cosa!
-Era Malfoy, Luna! Solo Malfoy!-
Luna aveva pianto per tutto il resto della notte, inconsolabile tra le braccia di Ginny.
-Ti ha solo presa in giro…-
Ma Luna non ascoltava, non ci riusciva. Era troppo presa a pensare a una soluzione.
-Ecco cosa succede a chi non sa fare bene il suo lavoro!-
Pansy era furibonda, aveva costretto Blaise a dire la verità su
Lunatica e Draco, e ora fissava minacciosa il biondo, seduto sopra una
poltrona, schiacciato tra i suoi cuscini e desideroso di dissolversi
nel nulla, piuttosto che fronteggiare la compagna di Casa.
-Ma tu guarda! Ti sei ridotto a fare l’accompagnatore di Lunatica
quando avevi uno specifico compito! E ora che farai, con la Weasley
alle calcagna?-
L’orgoglio della Serpe avrebbe spinto il biondo a rispondere per
le rime, ma Draco conosceva la furia di Pansy, e sapeva bene che
interromperla in quel momento voleva dire la morte.
Pansy gli gridò contro per diversi minuti, mentre lui si
schiacciava sempre più tra le pieghe della poltrona, maledicendo
Blaise con tutto sé stesso.
Il giorno dopo, Natale.
Luna aspettò in Sala Grande l’arrivo delle Serpi, aveva
deciso di non ascoltare i consigli di Ginny, che l’aveva pregata
di rimanere lontana da Draco. Lei doveva parlargli.
Si ritrovò di fronte, ben presto e inaspettatamente, una Pansy
Parkinson arrabbiata e più che decisa a sbarrarle la strada.
-Fatti da parte, Lunatica! Draco non ha tempo per te!-
Quando Luna vide il ragazzo, fece per avvicinarsi, ma di nuovo la mora la trattenne, con durezza.
-Sei sorda, per caso? Ho detto di andare via!-
Draco, appena la vide, accelerò il passo, andando dritto filato al suo tavolo, unendosi ai suoi compagni.
-Ma io devo parlargli! Ti prego, Pansy!-
-Non chiamarmi per nome!-
-Ti prego, Parkinson! Farei qualsiasi cosa, pur di parlargli!-
Un sorriso cattivo si dipinse sul viso della Serpeverde.
-Qualsiasi cosa?-
-Si, qualsiasi!-
-MAI dire a una Serpe che faresti qualsiasi cosa pur di ottenere
qualcosa d’altro! Luna, queste sono le regole fondamentali di
Hogwarts!-
-Ginny, io sono determinata a parlare con Draco! Ecco tutto!-
-Ma non vedo il motivo perché tu debba sottostare ai desideri di
quella racchia della Parkinson! Parlaci, con Malfoy, se proprio lo
desideri, ma non ascoltare le altre Serpi!-
-Su questo, care mie, avrei qualche dubbio…-
L’animata discussione delle due ragazze fu interrotta bruscamente
dall’arrivo di una terza persona. Blaise Zabini, in tutta la sua
magnifica persona, si era avvicinato a loro, guardando Luna come un
povero straccione per strada.
-Lunatica, so cosa ti ha chiesto Pansy, e ti devo far presente che
è impossibile che tu riesca in un’impresa simile senza
l’aiuto di qualcuno…-
Ginny gli si scagliò contro immediatamente.
-Primo, non chiamarla Lunatica, ha un nome, è Luna, usalo!
Secondo, mi era sembrato che fosse stata una tua amica a mettere Luna
in questa situazione… ora tu che vuoi da lei?-
Blaise la guardò decisamente male, ma continuò a rivolgersi a Luna.
-Se vuoi il mio aiuto, sono disposto a dartelo…-
Luna lo guardò per un attimo, poi gli sorrise, sincera.
-Allora, come prima cosa, devi riuscire a portarmi il collare della gatta di Gazza!-.
-Mrs Purr? E perché mai vuoi il suo collare?-
-Questo non deve interessarti! Fallo e basta!-
I tre ragazzi impiegarono un po’ a mettersi d’accordo sul
piano da attuare, specialmente per i continui battibecchi tra Blaise e
Ginny, entrambi assolutamente convinti dei propri rispettivi piani.
Alla fine, si decisero, optando per un piano completamente nuovo ipotizzato da Luna.
-Ma è una cosa veramente assurda!-
-E terribilmente pericolosa!-
-Avete altre idee valide, per caso?-
I due si zittirono all’istante, mentre la bionda sorrise radiosa.
Tutti sapevano quanto il vecchio custode di Hogwarts svolgesse anche
con troppo zelo il proprio lavoro di guardiano. Specialmente la notte,
quando in teoria nemmeno una sola mosca dovrebbe volare.
Blaise Zabini, nonostante non fosse un prefetto e nonostante non avesse
la benché minima autorizzazione, girovagava a caso per i
corridoi del castello, con la chiarissima intenzione di essere scoperto
dal custode in questione. Infatti, ancora prima che il ragazzo potesse
scorgerlo nell’ombra,
sentì la sua voce melodiosa nell’aria.
-Oh, uno studente fuori dai dormitori… UNO STUDENTE FUORI DAI DORMITORI!!!-
Blaise scattò, correndo come un fulmine, trascinandosi
naturalmente dietro il custode, e la sua gatta. Corse per i vari
corridoi, spedito, arrivando in Sala Grande, superandola e dirigendosi
verso le aule per le lezioni. Qui, come previsto, i due, gatta e
padrone, si separarono; c’erano due modi per arrivare alle aule,
dalla Sala Grande, e i due, evidentemente, avevano pensato di mettere
in trappola il fuggitivo. Proprio su quest’intento Luna aveva
basato il suo piano.
-Levicorpus!-
La gatta fu sollevata da terra dalla bacchetta della bionda, mentre
Ginny, con uno scatto e prima che l’animale potesse vederle, la
catturò in un sacco, sorridendo trionfante.
Intanto, in lontananza, sentirono Gazza sbraitare come un matto, evidentemente Blaise era riuscito a scappare.
-Dunque, come facciamo ora?-
Questo era un grosso problema, la gatta si dimenava nel sacco come non mai.
-Dovremmo stordirla, così che non ci riconosca e non possa denunciarci…-
-Ottima osservazione Weasley! Sei davvero un falco!-
-Fa poco lo spiritoso e proponi un’idea, invece!-.
-Potremmo picchiarla finché non sviene…-
-NO!-
-Tipico di voi Serpi, usare questi mezzi per i vostri scopi!-.
-Scusami tanto, sei stata tu a dirmi di proporre un’idea!-
-Era sottinteso l’aggettivo “sensata”, Zabini!-.
-A me non sembrava proprio, e poi perché invece di sbraitare tanto non proponi qualcosa tu?-
Silenzio per alcuni minuti, poi Luna propose.
-Potremmo usare un incantesimo che la faccia addormentare, no?-
Blaise la guardò male, per non esserci arrivata prima, mentre Ginny e sorrise.
-La soluzione più immediata è sempre quella sotto il nostro naso…-
Il giorno dopo Pansy ebbe il suo tanto desiderato collare. Blaise, al
momento della consegna del trofeo, si era saggiamente dileguato, onde
evitare sfuriate a suo danno, mentre Ginny aveva ritenuto opportuno non
far notare alla Serpe che Luna aveva potuto contare su un aiutante.
Ma tutto questo non impedì alla Parkinson di arrabbiarsi come una iena.
-Non è possibile che tu ci sia riuscita in una sola notte! Hai sicuramente imbrogliato!-
Sbraitò per diversi minuti, sotto uno sguardo distratto della
bionda. Aveva scorto Draco, e con un sorriso si era avviata verso di
lui, ma immediatamente fu fermata dalla Serpe.
-Dove vai? Le mie richieste non sono finite!-
Il sorriso di Luna si spense in un attimo, mentre quello di Pansy compariva vittorioso.
-Ebbene, ecco un’altra cosa che devi fare…-
-Ecco un’altra richiesta assurda! Ma perché stai al suo gioco, Luna?-
-Si, effettivamente, Lunatica, se continui a soddisfare le assurde
richieste di Pansy non ai che peggiorare la situazione! Se ne
inventerà sempre di peggiori!!-
Ma Luna non era mai stata così decisa.
-E’ l’unico modo che ho per parlare con Draco, quindi,
fintanto che posso, esaudirò i suoi capricci. Non
m’importa, sinceramente, quanto le sue richieste possano
diventare assurde. Prima o poi si arrenderà, e allora io
potrò avvicinarmi a Draco!-
-Ebbene, Lunatica, come seconda prova
che devi superare è la seguente… prendere un uovo di
Maride!E naturalmente portarmelo qui!-
-…. Maride?-
-Si Maride, Lunatica, Maride! Se non sai neanche cos’è non è colpa mia! Ora muoviti!-
-Ma…-
-TOGLITI DAI PIEDI!!-
Ebbene, per prima cosa dovevano capire esattamente cosa fosse una Maride, e poi agire di conseguenza.
-Potremmo chiedere a Hermione, di sicuro lei saprà qualcosa!-
Blaise sbuffò alla proposta.
-Se avete intenzione di contattare la mezzosangue, lo dovrete fare senza di me!-
Ginny lo guardò, con un sorriso cattivo in volto.
-Oh, ma allora questo è un ottimo motivo per parlare con Herm!-
La Serpe sbuffò, ma ignorò la cattiveria con fare altezzoso.
-Dunque, che facciamo?-
Luna ci pensò un attimo, poi decretò a favore di Ginny.
-Oh, beh, le Maridi sono creature acquatiche, vivono anche nel Lago Nero, qui a Hogwarts!-
-Creature acquatiche?-
-Oh, si, simili a delle sirene! E per parlare usano, naturalmente, la
loro lingua, il maride…. Che alle nostre orecchie suona come una
serie di strilli acutissimi!! Harry dovrebbe averli incontrati, al
quarto anno, durante il Torneo Tre Maghi…-.
-Oh, quelle che vi hanno tenuto prigionieri giù dentro il Lago?-
-Si, Luna, proprio quelle!-
Dunque, i problemi erano diversi. Il primo, trovare il modo per restare
in acqua abbastanza a lungo, il secondo era sottrarre un uovo a queste
creature senza ricevere danno.
-Proprio una sciocchezza, ne?-
Blaise fu zittito con un’occhiataccia, la situazione era seria, dannatamente seria.
-Harry dovrebbe sapere il modo di restare in acqua abbastanza a lungo, lui l’ha fatto!-
-Si, infatti…-
-Andiamo da Potter, su! Muoviamoci!-
Lo trovarono in Sala Comune Griffondoro, dove Blaise evitò
accuratamente d’entrare, “per non rimanere infettato in
qualche modo! Già la vicinanza con un grifone è di per
sé pericolosa, chissà che cosa potrebbe succedere si io
entrassi direttamente nel loro covo!!!”.
Così, mentre Zabini restava fuori ad aspettare, Luna e Ginny
andarono da Harry a farsi dare spiegazioni. Lo trovarono un po’
riluttante a parlare, dopotutto lui aveva barato, quella volta.
-Io ho usato l’alga- branchia quella volta… ma non
è una cosa così comune da poter usare ogni volta che lo
si desidera…-
-L’alga- branchia è una pianta, giusto?-
Harry restò quasi di sasso per l’ovvietà della domanda.
-Beh, direi proprio di si…-
-Dunque, a rigor di logica, dovrebbe esserci qualche altra pianta con caratteristiche simili, giusto?-
Luna sorprese i due Grifoni con questa sua uscita.
-Si, dovrebbe…-
-Grazie mille, Harry! Ginny, dobbiamo trovare Neville!-
Zabini fu ancora più riluttante ad avvicinarsi a Paciok, ma
seguì le due dopo che Luna, con tutta la gentilezza possibile,
gli aveva ricordato che lui stesso s’era offerto
d’aiutarla. In compenso, il ragazzo aveva sbuffato per tutto il
tragitto che portava al grifone e per tutta la durata del discorso tra
questo e le ragazze, guadagnandosi parecchie occhiatacce.
-Che cosa abbiamo risolto?-
Ginny lo guardò malissimo.
-Neville s’è ricordato di due o tre piante che avrebbero potuto esserci decisamente utili…-
-… se naturalmente non fossero tanto rare quanto invece lo sono!-
-Ha anche aggiunto che probabilmente la professoressa Sprite ne ha qualcuna…-
-… ma che ti sicuro non è disposta a darla via, per alcuna ragione!-
Blaise aspettò un secondo, per essere sicuro che nessuna delle due volesse aggiungere altro, e infine disse:
-E allora, qual è il problema? Basta prenderla dalla dispensa della Sprite e il gioco è fatto!-
-Zabini, questo si chiama rubare!-
-Weasley, tu hai un’idea migliore?-
No, non ne aveva.
Pur sapendo che era una cosa profondamente sbagliata, e da condannare,
le due ragazze si fecero convincere dalla Serpe a usare Dobby per
accedere alla dispensa della professoressa di Erbologia.
E così fecero.
L’elfo fu assai felice si eseguire gli ordini della
“rossa”, così, nel giro di poche ore
dall’ordine ricevuto, si fiondò davanti a Ginny con un
qualcosa di gelatinoso e molliccio in mano dal strano color verde acqua.
-Dobby è stato pravo, Ginny Weasley! Dobby ha eseguito gli ordini!-
Con un sorrisone sulle labbra, Ginny prese quella cosa in mano, ringraziò Dobby e filò da Luna.
C’era abbastanza materiale per tre persone, ma Zabini
rifiutò categoricamente l’idea di entrare in acqua, specie
se la loro missione era quella di andare dalle Maridi e prender loro un
uovo.
-Voi siete pazze? Avete presente che cosa significa tutto ciò?-
-Beh, a parte infrangere una dozzina di regole e mettere a repentaglio
la nostra vita, sinceramente proprio non lo saprei, Zabini!-
Lui guardò furibondo la rossa.
-Voi state parlando di andare da delle creature il cui nome solamente
ispira, in maghi normali, un timore innato. Come cretese di sottrar
loro un prezioso uovo? E’ una cosa impossibile!-
Luna lo guardò negli occhi, serissima.
-Blaise, io ti ringrazio per tutto l’aiuto che mi hai dato.
Effettivamente, è davvero troppo chiederti di accompagnarmi fin
laggiù, dalle Maridi. Grazie ancora, e spero davvero di
rivederti!-
Gli diede un bacio sulla guancia e se ne andò con Ginny, per pianificare la loro strategia.
Inutile dire che il giorno dopo, quando le due si apprestavano ad
andare al Lago, lui si unì al gruppo. Rispose al sorriso fin
troppo ampio della Corvonero.
-Non vorrei mai che una di voi pensasse che io sia tanto codardo da lasciare due donne a fare questo genere di mestieri!-
Era mattina presto, c’era ancora buio. In compenso, i primi
timidi raggi di sole, rimbalzando sopra la neve soffice che ricopriva
il terreno, davano un’aria serena e rassicurante al luogo.
I tre ragazzi si avvicinarono alle sponde del Lago e si misero i loro
costumi, nascondendo saggiamente i loro vestiti sotto un cespuglio.
Pronti, presero in mano la loro parte di fungo- bolla.
-Pronti… via!-
Dal momento in cui il fungo entrava nel loro stomaco, e i suoi effetti
in circolazione raggiungendo i loro polmoni, i ragazzi avevano
esattamente 85 minuti per fare il tutto, dopodichè
l’effetto della pianta magica sarebbe definitivamente scomparso.
Con in mano le loro torce, si tuffarono in acqua.
La primissima sensazione che li colpì in pieno fu il gelo dei
flutti, tanto che ebbero tutt’e tre la tentazione di risalire e
di coprirsi per bene, poi però gli effetti del fungo magico si
fecero sentire. Come qualcosa di viscido che ti si muove
all’interno della pancia, sentirono un calore espandersi dal loro
stomaco ai polmoni, aumentandone considerevolmente la temperatura fino
a farli diventare caldi; presero a respirare, tranquillamente. In
compenso, quando Blaise tentò di dire qualcosa alle compagne,
uscì una gran quantità di bollicine dalla sua bocca, ma
nessun suono.
Con un gesto impaziente, indicò una direzione; il gruppo finalmente si mosse.
Ben consapevoli dei pericoli enormi che avrebbero potuto incontrare
nella loro esplorazione, i tre si erano armati di bacchetta, restando
comunque vicinissimi al fondo del Lago. Lì speravano di restare
inosservati.
Ginny aveva prontamente portato un orologio acquatico, onde evitare ritardi fatali.
Dopo mezz’ora d’esplorazione, però, non erano ancora
riusciti a trovare nulla. Si ritrovarono di fronte a un folto gruppo di
alte alghe, Zabini v’entrò senza troppi indugi, seguito a
ruota dalle compagne. Errore fatale.
Appena dentro, Luna notò di essere seguita da qualcosa, qualcosa
che si muoveva velocemente nell’acqua. Lo notò anche
Blaise, quando questo “qualcosa” si mosse praticamente
sotto il suo naso. Si fermò immediatamente, e fece cenno alle
ragazze di salire sopra il gruppo di alghe; troppo tardi. Qualcosa li
afferrò per le gambe, trascinandoli in basso violentemente. Le
loro torce saettarono da una parte all’altra, non riuscendo
comunque a vedere cosa li avesse afferrati. Ma quando la luce
colpì quelle creature, si sentì uno strillo, e le gambe
di Ginny vennero liberate.
Sorrise, trionfante, dirigendo la propria torcia alle gambe di Luna, ma
fu fermata da una di quelle piccole creature, che sfrecciando vicino
alla sua mano, le aveva procurato un taglio al polso. La torcia le
cadde di mano, recuperata da uno dei piccoli mostri, e persa nel buio.
La reazione di Blaise fu più efficace. Incantesimi silenziosi, lui ne era un esperto.
Come a dire “Expelliarmus”, la creaturina che lo teneva
prigioniero fu scaraventata via, accompagnata da un grido acuto.
Nuotò velocemente verso l’alto, mentre dalla sua bacchetta
uscivano in continuazione fiotti di luce rossa. Finalmente, anche Luna
e Ginny furono libere.
Nuotando lontano dalle alghe, i tre raggiunsero finalmente la loro destinazione.
Delle alte colonne di pietra dalle fondamenta affondate nella sabbia
del fondo del Lago, i tre capirono di essere giunti nel territorio
delle Maridi. Una di queste, come a volerli accogliere degnamente, li
raggiunse lentamente, nuotando con grazie. Dalla bocca di Blaise
uscirono innumerevoli bollicine, probabilmente aveva tentato di dire
qualcosa.
“E adesso? Che si fa?”.
Sotto gli occhi delle Maridi più giovani, che si erano affollate
tutt’intorno a loro, curiose, i tre continuarono a nuotare, in
cerca di qualcosa che potesse aiutarli.
Era come una città sottomarina, con delle costruzioni antiche,
ti pietra, mezze affondate nella sabbia e seppellite sotto le alghe e i
muschi acquatici. Nuotando sopra un’alta costruzione, Luna vide
una distesa di piccoli oggetti sferici, e li indicò ai compagni;
si diressero in quella direzione.
Quei piccoli oggetti sferici, che si illuminavano ad intermittenza come
a testimoniare la vita al loro interno, erano, senza ombra di dubbio,
le uova della Maridi.
Blaise allungò le mani sopra una di esse, ma un urlo spaventoso
lo fece arretrare velocemente. Un grande Maride barbuto si era
avvicinato al gruppo, e ora li fissava minaccioso, con in mano un
tridente. Di sicuro, non avrebbe ammesso un simile furto di uova sotto
il suo naso!
Videro la soluzione poco più in là, quando le piccole
uova perfette cominciarono a mescolarsi con i gusci di esseri
già nati. Luna si avvicinò a questi, e nessun grido la
raggiunse quando prese in mano due pezzi di guscio che, uniti tra loro,
formavano esattamente un uovo.
Missione compiuta!
Con l’uovo in mano, i tre si allontanarono dalla tana delle Maridi, velocemente, risalendo il Lago fino ad uscirne.
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Capitolo 3 *** Prova finale ***
About a and p 3
Orbene, ecco qui l'ultimo capitolo!! Sperando vivamente che la mia ff vi sia piaciuta, io vi lascio^^
(a fine capitolo ci sarà il mio commento alla ff tutta, spero vi chiarisca un pò le idee...)
Ciao ciao
(****) “I don’t want to miss a thing”, testo e canzone di Aerosmith
(*****) “Il piccolo principe”, A. Exupery
Capitolo 3: Prova finale
-Esattamente, voi avete capito che cosa ci ha attaccati, giù nel Lago?-
Blaise, Ginny e Luna ora erano in Sala Grande, a gustarsi, appartati in
un angolo, una tazza di cioccolata bollente con sopra della panna, il
bellissimo uovo poggiato sopra il tavolo, in bella vista.
-Ti interessa davvero saperlo, Zabini? Non ti basta essere ancora vivo?-
Quello sbuffò, tuffandosi nella sua cioccolata.
Improvvisamente, apparve la figura della Parkinson all’ingresso
della Sala, che con i suoi occhi di tempesta li vide, raggruppati. Luna
sorrise felice, agitando in aria l’uovo grigio.
-Visto, Parkinson? Siamo riusciti a prendere l’uovo!!!-
La ragazza Serpeverde divenne viola dalla rabbia, ma si trattenne
dall’urlare, avvicinandosi con un ghigno cattivissimo in volto.
Si rivolse al compagno di Casa.
-Blaise, non sapevo che avessi a che fare con i perdenti…-
Fu il turno di Zabini di cambiare colore, mentre la mora si rivolgeva, con tutta la gentilezza di cui era capace, a Luna.
-Piccola furfantella, vedo che hai usufruita di pietosi compagni per la
tua missione… ebbene, cara Lunatica, io considero questa prova
superata, ma aspettati da un giorno all’altro una terza, e questa
volta devi sbrigartela da sola! Niente più aiutanti!-
E se n’andò, lasciando il trio a discutere animatamente.
La richiesta di Pansy non si fece certo aspettare.
-Ebbene, come ultima cosa, io ti
chiedo di andare dai Centauri che vivono nella Foresta Proibita e di
chiedere loro un oggetto, un oggetto qualsiasi! Devi portarmelo qui!-
-Centauri, Foresta Proibita… d’accordo!-
Luna si rese ben conto che tutto l’entusiasmo manifestato al
colloquio con la Serpe era del tutto fuori luogo. Come avrebbe fatto ad
avvicinare i Centauri senza diventarne una vittima? Non erano certo
delle creature tanto docili e gentili!
Si era tuffata in biblioteca, ben decisa a tenere fuori dalla cosa sia
Ginny sia Blaise; aveva sfogliato febbrilmente un enorme libro sulle
creature magiche, fermandosi sul capitolo “Centauri, capricorni e
creature equine”, ma già da dieci minuti aveva uno sguardo
pericolosamente fisso nel vuoto.
Una voce la raggiunse, improvvisamente.
-Oh, i Centauri! Sono delle creature veramente splendide! Stai facendo una ricerca su di loro?-
Luna si voltò quasi di scatto, trovandosi davanti una sorridente
Susan Bones, Tassorosso. Con un ampio sorriso, la Corvonero le
indicò una sedia vicino a lei, perché si sedette.
-Oh, no grazie Luna! Io sono di fretta…-
Lo sguardo di Luna a questo punto divenne quasi rassegnato, tanto che
Susan si commosse e restò lì con lei ancora per qualche,
fondamentale secondo.
-Sai una cosa curiosa? Ho scoperto che i Centauri diventano delle
creature estremamente mansuete quando ascoltano un certo tipo di
musica!-
A questo punto Luna spalancò gli occhi.
-Dici davvero?-
-Oh si! Pensa, io ho Fiorenzo come insegnante, e una volta, in un
momento in cui ero decisamente soprappensiero, ho cominciato a cantare
dolcemente… dovevi vederlo com’è diventato
imbambolato. Sembrava veramente un altro!-
-Non è semplicemente che sei brava tu?-
Susan sorrise.
-No, non penso…. Credo proprio che sia una caratteristica della sua specie…-
-E che canzone hai cantato, quella volta?-
Luna aspettò di nuovo il calar del sole, sapeva che
l’oscurità l’avrebbe aiutata, in qualche modo.
Uscì dal castello, aiutata da un incantesimo mimetizzante che
aveva imparato direttamente da Hermione.
Fu con un sorriso che la ragazza superò il vecchio custode,
mentre la gatta, sospettosa annusava l’aria. Niente da fare, non
si può inseguire ciò che non si vede!
Uscì infine dal castello, ben avvolta nel suo mantello nero.
Velocemente raggiunse i primi alberi della Foresta, così che
l’incantesimo che l’avvolgeva poté svanire,
facendola comparire nell’oscurità. Si addentrò
sicura nella fitta e minacciosa vegetazione, tirando fuori da sotto il
proprio mantello una lanterna grossa quanto la sua testa. Andò
avanti.
Quando ritenne d’essere penetrata abbastanza nella foresta, si fermò.
Aveva sentito già diversi rumori che le testimoniavano di non
essere più sola da un pezzo, per la precisione, rumore che le
indicavano di essere seguita da quando aveva messo piede nella Foresta.
Poco male, quello era il suo obbiettivo!
Posò la lanterna a terra, sedendosi sul suolo coperto di foglie.
Vide diversi occhi sospettosi e guardinghi nell’oscurità;
con un profondo sospiro, prese a cantare.
I could stay awake just to hear you breathing
Watch you smile while you are sleeping
While youre far away dreaming
I could spend my life in this sweet surrender
I could stay lost in this moment forever
Every moment spent with you is a moment I treasure
Dont want to close my eyes
I dont want to fall asleep
Cause Id miss you baby
And I dont want to miss a thing
Cause even when I dream of you
The sweetest dream will never do
Id still miss you baby
And I dont want to miss a thing(****)
Non c’era bisogno d’alcun accompagnamento musicale, la voce
di Luna era incantevole, deliziosa da sé, senza alcun bisogno
d’aggiungervi altro.
L’espressione di quegli occhi s’era notevolmente addolcita
alle prime note melodiose della canzone, fino a diventare quasi
reverenza a metà della stessa. I Centauri uscirono dai loro
nascondigli vegetali, e si fecero avanti senza timore, fino a chiudersi
in un cerchio attorno alla ragazza, troppo rapita da quello che stava
facendo per rendersi conto del pericolo mortale.
Finì, e allora spalancò gli occhi per la sorpresa di
vedersi circondata da almeno una dozzina di quelle magnifiche creature.
-Gentile giovane umana, cosa ti porta qui?-
Un cavallo scuro, dai profondi occhi neri, si era rivolto gentilmente
alla ragazza. Luna con un ampio e sincero sorriso, si alzò,
molto lentamente, e rispose con estrema gentilezza alla domanda.
-Signor Centauro, avrei una richiesta da farle…-
Il cavallo, avvolto nell’oscurità, diede un nitrito rauco,
che sarebbe valso come un sopracciglio piegato. Ovvero, stava
diventando scettico.
-Cosa vuoi, giovane umana?-
Luna aveva notato la piccola differenza di tono nella sua voce, come il
nervosismo represso nei compagni del Centauro con cui stava parlando.
Continuò lo stesso, facendosi forza.
-Signor Centauro, vorrei chiederle se può cedermi uno degli
oggetti che le appartengono… un oggetto qualsiasi, anche rotto e
usato…-
Ma i nitriti dei Centauri, a questo punto, coprivano la sua voce.
-Chi sei tu, umana, per venire qui e chiederci di cederti i nostri
oggetti? La sacra tribù dei Centauri non regala i propri
manufatti!-
Gli zoccoli grattavano ferocemente la terra, le loro teste scattavano
da una parte all’altra, minacciose, facendo ondeggiare la loro
chioma come un’onda. Luna si risedette a terra, impaurita dalla
reazione. Il cavallo nero che per primo s’era rivolto a lei,
però, quello che aveva mantenuto un briciolo di controllo, le
chiese ancora, dimenticando questa volta la gentilezza.
-A cosa ti servirebbe un nostro oggetto, umana?-
La ragazza lo guardò dritto negli occhi.
-Signor Centauro, è per il mio amato che sono qui…-
I nitriti sparirono come d’incanto, lasciandola continuare con calma.
-… per incontrare il ragazzo che amo mi serve
quest’oggetto. Ho superato già due prove affidatemi, ho
rischiato di essere scacciata da scuola e di morire annegata, tra i
flutti del Lago nero, e adesso…-
Delle calde lacrime sincere le scesero dagli occhi, rendendole difficile parlare.
-… adesso… io…-
Si interruppe, scossa da singhiozzi. I Centauri la guardarono, pensando silenziosi.
-Amore, ha detto?-
-Si, proprio così…-
-Ha superato già altre prove…-
-E la sua voce? Era il segno evidente di purezza d’animo!-
Confabularono per un po’, finché il centauro scuro non
pose gentilmente la mano a Luna, aiutandola a mettersi di nuovo in
piedi.
-Giovane umana, siamo propensi a credere alle tue parole. La
sincerità del tuo animo c’è stata
dimostrata… ti faremo dono di un nostro oggetto!-
E Luna tornò finalmente a sorridere.
-Ecco, ti diamo questo cofanetto… ma ti devi ricordare di una cosa, giovane umana… non devi mai aprirlo…-
Luna, saltellando felice e rientrata al castello, si stava dirigendo
verso il proprio dormitorio, avrebbe consegnato il cofanetto a Pansy
l’indomani mattina, ma una voce nervosa la
fermò.
-Lunatica, fermati un attimo!-
Nel girarsi, la ragazza vide Pansy Parkinson venire verso di lei a grandi passi furiosi.
-Oh Pansy, sei qui…-
Si, si poteva vedere lontano un miglio quanto Pansy fosse incavolata, a
cominciare dalla sua andatura poco elegante, a quella strana scintilla
sadica che aveva negli occhi. Quando le fu vicino, bruscamente le prese
di mano il cofanetto.
-Dunque, questo sarebbe l’oggetto datoti dai Centauri…-
-Si, e hanno di non aprirlo…-
Un sorriso cattivo si stampò sulla faccia dalla Serpe.
-Dunque, Lunatica, ecco l’ultima prova per te… apri questo cofanetto!-
Luna la guardò strabuzzando gli occhi.
-Ma i Centauri hanno detto…-
-Non mi interessa cosa hanno detto quei cavalli! Voglio che tu apri questo cofanetto!-
Luna prese tra quasi tremando l’oggetto tra le dita; guardò Pansy con intensità.
-Poi potrò vedere Draco, finalmente?-
Pansy annuì, cattiva, e Luna aprì la scatola.
Fu come entrare in un mare nero, totalmente nero. Galleggiare nel
vuoto, oh si, ondeggiare pacifica, senza più problemi, ignara di
ogni cosa, brutta e bella. Che pace! Che immensa pace!
Luna sospirò, beata, in tutto quel nulla… non
sentì neanche la propria voce, o il respiro che usciva dalle
labbra… insensibile a ogni cosa, con la testa sgombra di ogni
affanno, semplicemente stare ferma avvolta nel nero.
Una voce la chiamò, con impazienza e ansia, più e più volte.
Voltò il capo, decisa a non ascoltare. La voce mutò,
divenne qualcosa di dolce e armonioso, qualcosa di piacevole da
ascoltare.
Juliet says hey it's romeo you nearly gimme a heart attack
He's underneath the window she's singing hey la my boyfriend's back
You shouldn't come around here singing up at people like that
Anyway what you gonna do about it?(*)
Davvero molto piacevole.
Juliet the dice was loaded from the start
And I bet and you exploded into my heart
And I forget the movie song
When you gonna realise it was just that the time was wrong juliet?(*)
Luna aprì di nuovo gli occhi, trovandosi davanti un Draco
completamente rosso d’imbarazzo, che la teneva tra le proprie
braccia.
Lui le sorrise, nel vedere di nuovo i suoi occhi aperti.
No, Draco non era uno stupido, per niente. E a ben vedere, neanche un insensibile.
Aveva meditato, in quei giorni, meditato a lungo e in silenzio. Luna
Lovegood, per quanto fosse difficile per lui ammetterlo, non era
semplicemente passata davanti a lui, senza lasciar alcun tipo di
traccia. Aveva fatto un profondo solco, profondo e quasi doloroso nella
sua coscienza. Perché s’era reso conto di quanto fosse
stato crudele prendersi gioco di lei, di quanto fosse stato vile
scappare a quel modo una volta scoperto l’inganno, di quanto
fosse stato ingiusto che per colpa sua lei doveva soffrire.
Per una volta, s’era ritrovato accanto una persona sincera, che
senza punta di malizia gli voleva bene. Cosa che non capita molto
spesso, a un Serpeverde; normalmente, la gente come lui non si mostra
quasi mai per quello che veramente è, figurarsi. Non
c’è modo per la sincerità di venire a galla
così facilmente. Eppure, in quelle notti, era successo.
Aveva finto, naturalmente, di essere qualcuno di diverso da sé
stesso, un Cavaliere, addirittura. Ma l’aveva fatto di certo non
per convenzione, non per forza. L’aveva fatto perché lo
voleva. Questa era la differenza sostanziale. Ed era arrivato alla
conclusione che se lui fosse stato qualsiasi altra cosa, per lei
sarebbe andato benissimo lo stesso.
Naturalmente, alla prima occasione, lui aveva rovinato tutto. Quasi
come seguire un copione. Perché la verità è
scomoda, terribilmente scomoda in certi casi, e lui ne aveva avuto
addirittura paura.
Che cosa avrebbe pensato la gente? Cosa lei?
Neanche era riuscito a frenare Pansy dal torturarla con la vana
speranza di incontrarlo, non era riuscito a fare nemmeno quello. Quelle
assurde prove… Blaise, un vero amico, gli aveva raccontato cosa
lui e le due ragazze, la Weasley e Luna, avevano dovuto fare per
assecondare i capricci di Pansy. Era raggelato all’idea del suo
corpo morto per affogamento, tutto blu….
Quando però Zabini gli aveva riferito l’ultima trovata
della compagna di Casa, non aveva più resistito, aveva deciso
d’intervenire. Aveva seguito Pansy di nascosto, mentre Luna era
già sparita nella Foresta Proibita. Aspettò con lei il
ritorno di Luna, temendo ogni minuto di più di non rivederla.
Sospirò felice quando la scorse tornare indietro. Pansy era
furibonda, l’aveva notato anche da parecchi metri di distanza, e
l’aveva sentita ordinare di aprire quel cavolo di affare. Luna
era svenuta sotto i suoi occhi, senza che lui potesse fare nulla,
ancora una volta.
Aveva urlato aiuto, che una ragazza era svenuta in corridoio, subito
era arrivato Gazza con la sua gatta, e poi anche la Mc Granitt e
Silente. Draco aveva confessato tutto, ogni singolo dettaglio, sotto lo
sguardo allibito e implorante di Pansy. Ma per i colpevoli, non
c’è pietà che tenga!
S’era chinato su di lei, mentre altri professori arrivavano, a
Piton riservava a Pansy un trattamento peggio di quello riservato a
Potter. Aveva provato a chiamarla, disperato, quando passando con una
mano sul volto l’aveva sentita fredda, troppo fredda. Poi, gli
era venuta in mente un’idea.
Sotto lo sguardo allibito di tutti, s’era messo a cantare, a
bassa voce prima, poi, non vedendo alcuna reazione, sempre più
alta, finché aveva visto di nuovo quei bellissimi occhi azzurri
aprirsi e fissarlo, come incantati.
-Draco…-
Oh, sentire la sua voce per lui fu il più bel regalo di sempre!
L’abbracciò, felice, mentre tutti i presenti tiravano un sospiro di sollievo.
-Signorina Lovegood, si ritenga abbastanza fortunata! Per quello che le
è successo questa notte, davvero, poteva finire realmente male!
Ora vada in infermeria! Malfoy, l’accompagni!-
La professoressa Mc Granitt aveva recuperato il suo cipiglio severo.
-E che NESSUNO d’ora in poi si permetta di mettere ostacoli nella
formazione di una relazione tra due persone! Mai, d’ora in poi!-
La donna squadrò la giovane serpeverde con un’occhiata
perforante, mentre Draco e Luna, sghignazzando, correvano via.
-Sai la novità?-
-No, dimmi!-
-Sta girando per tutta la scuola una notizia sensazionale…-
-Su, non tenermi sulle spine!-
-Draco Malfoy s’è messo assieme a Lunatica Lovegood!-
Una voce profonda e maschile interruppe la conversazione.
-Luna! Si chiama Luna!-
Zabini guardò malissimo le due Corvonero che poco prima stavano
parlottando fra di loro, che si zittirono all’istante quando
captarono la sua occhiataccia. Blaise passò oltre.
-Buondì, Zabini!-
Un voce piuttosto conosciuta lo raggiunse.
-Buon giorno a te, Weasley!-
-Hai sentito la novità?-
Lui sorrise, ironico.
-Sembra che non si parli d’altro, oggi….-
Ginny gli rivolse un’occhiata di tralice.
-Oh, potresti anche mostrarti un pochino più felice…-
-Sinceramente parlando, non mi piacciono i pettegolezzi… odio
quando la gente mi parla alle spalle! E’ veramente odioso!-
La ragazza gli sorrise; s’era ricreduta presto sul conto del
Serpeverde. Certo, prima lo aveva ritenuto infido, doppiogiochista e
assolutamente interessato, ma poi aveva dovuto cambiare opinione.
S’era dimostrato veramente un buon amico e un ottimo alleato.
-Si, sono d’accordo con te, Zabini…-
Lui la guardò male.
-E’ preoccupante che noi due ci troviamo d’accordo su qualcosa, Weasley!-
Lei rise alla sua diffidenza.
-Oh, si, decisamente preoccupante!-
Gli sorrise, e si scoprì felice quando lui, per
l’imbarazzo, dovette guardare altrove e cambiare argomento in
fretta.
*****
Naturalmente, tutto questo avrebbe potuto avere luogo, quattro persone
avrebbero conosciuto la felicità più grande con questa
avventura, se solo i pregiudizi sulle quattro Case di Hogwarts non
impedissero ai loro studenti di aver relazioni che vanno oltre il senso
di concorrenza e di agonismo.
Onde evitare di precludervi possibili vie, pensate due volte a come vi
ponete di fronte a una persona. Questa può essere tutto o niente
di quello che può apparire, perché
“non si vede bene che col cuore. L'essenziale e' invisibile agli occhi".(*****)
Commento dell’autrice:
dunque, prima di salutarvi definitivamente, vorrei chiarire alcuni
punti sulle mie scelte riguardo a questa ff. Innanzitutto,
perché una song- fic? Ho pensato al mito di Amore e Psiche, dove
c’è questa fanciulla, tanto bella da far scattare
immediata la reazione di Venere, che, ad un certo punto, quando doveva
essere divorata da un immondo mostro, viene portata da Zefiro in una
magica dimora, dove ogni notte si congiunge col suo sposo, ovvero con
Amore. Ho pensato che Luna, il personaggio che volevo fare
protagonista, è l’emblema dell’irrazionale, nella
storia originaria di Harry Potter. Quindi, per mantenere integra la
personalità del personaggio, ho cercato qualcosa che potesse
centrare con questa sua peculiarità. Cosa, più del sonno
e del sogno, è irrazionale? E cosa più della musica e del
canto può essere dolce come mezzo di comunicazione? La poesia
è stata la prima forma letteraria, l’arte per eccellenza.
La musica è sua figlia, dunque, una forma suprema d’arte.
Attenendomi al mito, i miei
personaggi si incontrano di notte, e la donna, in questo caso Luna, non
conosce la vera identità del suo cavaliere, così come
Psiche con conosce l’identità di Amore. Ma una volta
scoperto l’inganno, Amore fugge spaventato, e così anche
Draco. Allora scatta l’ira di Venere, qui Pansy, la bellezza
terribile dei Serpeverde, che ordina alla poveretta di turno di
svolgere prove assurde. Naturalmente, l’eroina ha degli aiutanti,
Ginny, la sola vera amica che Luna abbia mai avuto, e Blaise. Per lui,
ho fatto il seguente ragionamento. Quale serpeverde può
considerarsi amico, non servo né altro, di Draco? Blaise Zabini,
appunto. Dunque, è stato così. L’ultima delle prove
doveva far cadere la fanciulla nell’oblio, così è
stato. Amore è intervenuto a salvarla, mentre Zeus,
autorità suprema (qui impersonato dalla Mc Granitt) acquieta la
rabbia di Venere e permette ai due amanti di continuare la loro
relazione senza interferenze. Ho voluto condire il tutto con una
cornice, poiché penso che nell’originale, nessuno dei
personaggi possa davvero liberarsi dei suoi pregiudizi, e quindi anche
solo pensare d’avere una relazione con qualcuno che non sia
diverso dal proprio pater già stabilito. Luna non potrà
mai stare con Malfoy, semplicemente perché lui non
smetterà mai di chiamarla Lunatica. Questo è quanto, e
per questo io ho catalogato la mia storia come What if? E se tutti
perdessero i loro pregiudizi? Probabilmente, succederebbe
questo… forse, non lo affermo per certo….
Per concludere, spero vivamente che la storia vi sia piaciuta! Grazie dell’attenzione
Meg89
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