Harry Potter ed il Principe Purosangue

di ProtectingMarySueMovement
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Piccole e pucciose ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


The Great Mary Sue Project

The Great Mary Sue Project

 

“Quando qualcuno è d’accordo con me provo la sensazione d’aver torto.”

                                                                                     Oscar Wilde

 

[Si consiglia, nel caso vogliate davvero avventurarvi nella lettura che state per affrontare, di selezionare, quale colonna sonora, l’album più stupido che riuscite ad immaginare.

Personalmente, dopo un’accurata analisi, ho deciso, apposta per l’occasione, di farmi prestare il primo cd di Avril Lavigne.]

 

WARNING: nulla di quanto scritto a seguire, nasce con l’intento di tenere in benché minima considerazione il canon, una qualsivoglia pretesa di fedeltà nei confronti dell’opera della Rowling, né, più semplicemente, l’umana logica.

Nulla di quanto scritto a seguire, inoltre, ha la benché minima possibilità di comparire sul serio nel sesto o nel settimo libro della saga di HP.

Magari.

Tengo particolarmente a quest’ultima postilla: questa incommensurabile boiata, può vantare di  una serie più o meno infinita di citazioni, che richiamano una serie altrettanto infinita di fics che ho letto, alcune delle quali sono state da me apprezzate, altre… beh, decisamente no*_*

Ma non starò certo a specificare quali appartengono alla prima o alla seconda categoria… infondo, credo che i legittimi autori non si risentiranno (né, allo stesso modo, potranno crogiolarsi nelle mie lodi..): non sono certo un critico esemplare.

 

 

Harry Potter e il Principe Mezzosangue  Purosangue

A Lis, Deed e Tati,

che rendono rosa il mio mondo.

 

 

 

Capitolo Primo

JK Rowling trucidata

 

Harry Potter fu un ragazzo insolito sotto molti punti di vista. Prima di tutto, odiò le vacanze estive più di qualunque altro periodo dell’anno.

In effetti (e qui, probabilmente, lo definirei poveretto, non fosse per una serie di ottime motivazioni che lo rendono indegno della mia pena, a cominciare dal suo cognome per finire con la forma dei suoi occhiali) ebbe tutte le ragioni di considerare la sua estate un biblico concentrato di sfighe.

Prima di tutto, visse con esseri abbietti, in quanto Muggles, quali i Dursley, fu costretto ad indossare gli orribili vestiti smessi del suo cuginetto soprappeso (mai un paio di Richmond in vita sua, povero ragazzo fuori dal mondo), venne collocato in un triste buco di stanza, sempre preferibile, ad ogni modo, al sottoscala al quale fu precedentemente collocato, probabilmente sede del congresso mondiale dello scarafaggio.

Ma, sopratutto, nonché dulcis in fundo, proprio durante la fatidica estate 1996, il ragazzino passò a miglior vita.

Andiamo, non avrete mica pensato che usassi il passato remoto così, per un particolare gusto dell’orrido nei confronti di tempi verbali azzeccati quanto, che so, Sirius Black (e ho detto Black, non Potter, Lupin, Granger, Weasley: Black) tra i Gryffindor?

Direte, voi, lettori di poca fede: perché, in questo sesto anno di Harry Potter, Harry Potter stesso non appare, causa decesso?

Ebbene, le ragioni sono da ricercarsi molto lontano da Privet Drive, dove il legittimo protagonista di tutta la faccenda venne (in un giorno di sole dalla perfetta visibilità) fatalmente schiacciato da una ruspa rosa shocking, che passava di lì per una imprevedibile coincidenza.

Ma andiamo con ordine.

Dicevamo, tutto cominciò sulla vetta del monte Olimpo della FanFic di Qualità, del quale, invero, si ignora la locazione precisa.

Ivi, le Dee (sarebbe più corretto definirle Muse, per essere onesti, ma non perdiamoci in digressioni) passavano le loro giornate dilettandosi con i loro hobbies preferiti, quali leggere ridicole fanfics, canzonarsi in fochese, e, soprattutto, dormire.

Proprio questo si suppone stessero facendo, quando, meraviglia, una miriade di giovani autori ed autrici vennero metaforicamente fulminati sulla via di Damasco, e ricevettero, per grazia divina, l’ispirazione per il loro eserciti di orribili, disgustose, sgrammaticate, assurde nonché patetiche creazioni. Stiamo parlando di fan fictions, ovviamente.

Grazia divina illegittima, in quanto, prese da tutt’altro, le uniche Dee, in quel momento non erano certo in condizione di graziare.

Ad ogni modo, la vena masochistica della nostra JK Rowling, o forse semplicemente il bicchiere della staffa, spinse la celeberrima scrittrice ad accendere il proprio pc, fare un giretto per il folle Potterverse ed imbattersi, guarda a caso, proprio negli anzidetti capolavori.

Forse avrebbe potuto sopravvivere alle Draco & Ginny, alle Draco&Hermione, alle Draco&Harry, alle Draco&Ron, alle Draco&Dobby (!) –al contrario, Narcissa Malfoy non avrebbe avuto alcuna speranza di superare il colpo-.

Forse avrebbe potuto sopravvivere alle Gin &Tonic.

Forse avrebbe potuto sopravvivere ai settecento milioni di OC fatti con lo stampino e millantati quali i personaggi meglio caratterizzati che la letteratura (?!) abbia mai avuto modo di conoscere.

Forse avrebbe potuto sopravvivere a certi personaggi che, in comune con quelli del canon, non hanno neppure il nome.

Forse avrebbe potuto sopravvivere al fatto che pare sia ormai un fatto appurato –nel fandom- che Lucius Malfoy usi violentare suo figlio una sera su due, così, giusto per hobby, e che questo giustifichi il pargolo a comportarsi come sappiamo, salvo poi recuperare il proprio discernimento, l’innato buon cuore e gettarsi tra le braccia di certi elementi sopraccitati.

Ma no, non a tutto questo assieme.

Nonostante il conto in banca, anche JK è un essere umano.

Così, nel giro di un paio d’ore, la povera mamma Rowling si trovava già in ospedale, ufficialmente a causa del suo povero fegato trucidato dall’alcool.

Morì di crepacuore poco dopo: si vocifera che una signorina in tenuta Hufflepuff le avesse appena consegnato un mazzo di rose artificiali gialle e nere malamente dipinte, ma non perdiamoci in minuzie.

Il misterioso decesso di JK lasciò un vuoto insanabile nel cuore di tutti i suoi affezionati lettori, che, in lacrime, erano capaci di chiedersi una sola cosa: “…e ora, come potrà tornare in vita Sirius?!”

La disperazione, durata giusto il tempo di dire “Quidditch” , si tramutò istantaneamente in eccitazione, quando, da Toronto a Maioletto, settantacinquemila editori o aspiranti tali, lanciarono la sfida: chi sarebbe riuscito a scovare la nuova JK Rowling, diventando, così, schifosamente ricco?

Ovviamente, sono stata la prescelta per tale compito, un po’ per il mio incommensurabile talento (?!), un po’ per la mia più che incommensurabile pucciosità, un po’ per le conoscenze in campo di una mia cara amica.

Un po’ perché, fondamentalmente, tutti desideravano ardentemente vedere la saga trasformarsi in un porno.

E fu così che, neppure a dirlo, benedetta dalle Dee, presi la penna in mano. Era più che evidente che, per prima cosa, al fine della buona riuscita del sesto tomo, era necessario mettere fine, appunto, ai patetici giorni di Potter.

Ovviamente, serviva un altro protagonista.

Ma perché accontentarsi di un solo insopportabile Gary Stue, quando potremo avere miriadi di deliziose Mary Sues?

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Capitolo 2
*** Piccole e pucciose ***


The Great Mary Sue Project

The Great Mary Sue Project

Harry Potter ed il Principe Mezzosangue Purosangue

 

Capitolo Secondo

Piccole e Pucciose

 

 

Scommetto che tutti voi, quando eravate solo piccoli cuccioli di Muggle, avete, almeno una volta, giocato alla pista delle biglie. Ovviamente ignari dei reali divertimenti quali schiantare Elfi Domestici, vi fiondavate sui distributori di biglie da 500 lire, certi che, in quanto di gomma, sarebbero state più celeri delle loro colleghe in vetro, quelle da 200 lire.

Marginale è il fatto che poi, inevitabilmente, le pallette di gomma finivano sempre fuori pista.

Ecco, Eve Vane somigliava proprio ad una di quelle pallette di gomma –una palletta rosa cicca-.

Un po’ per la sua tendenza a rimbalzare fuori pista, un po’ per il fatto che, volendosi informare sulle sue misure, fosse ben più pratico chiedere direttamente il diametro anziché le convenzionali petto-vita-fianchi. Ma, per Eve Vane, questa era questione di ben poco conto. Cinguettava, sovente, domande retoriche quali “…a che pro essere magra e carina, quando Lucius Malfoy mi molesta anche così?”


Il primo Settembre 1996 il soggetto in questione se ne andava tranquillamente zompettando per le vie di Londra, cruciando, di tanto in tanto, qualche ignaro Muggle beccato in vicoli nascosti.

Era, decisamente, una magnifica giornata*_*

Entrò, senza smettere di zompettare, nella stazione di King’s Cross, agitando la manina in segno di saluto ogni qual volta le capitava di incontrare qualche amico Slytherin, qualche conoscente Ravenclaw, qualche raro Gryffindor degno di nota.

Gli Hufflepuff, ovviamente, venivano da lei evitati come la peste nera. Si diceva avessero una strana tendenza all’autocombustione1, e la piccola Eve non aveva certo intenzione di finire abbrustolita, senza tener conto del fatto che, comunque, gli Hufflepuff le facevano un discreto schifo. Questi, comunque, Slytherin, Ravenclaw, Gryffindor o piccoli barbecue che fossero, si dirigevano tutti verso il muretto tra i binari nove e dieci, una sorta di portale verso il magico binario nove e tre quarti.

La piccola Eve, dal canto suo, aveva trovato inconcepibile l’idea di doversi schiantare contro un muro sin dal primo momento: andiamo, stupida si, ma nel modo giusto!

E se qualcosa fosse andato storto? Non aveva la benché minima intenzione di trasformarsi in una palletta di gomma ammaccata. Ma, quell’anno, il problema era stato brillantemente risolto.

Il binario undici era stato adibito –grazie alle tresche tra Ministero Muggle e quello della Magia- al passaggio di un piccolo trenino rosa, posto oltre un arco che recava, a grandi lettere, la scritta

MUGGLES, INCHINATEVI!

A nessun mago dotato di un cervello perfettamente funzionante avrebbe potuto dar fastidio la cosa: i Muggles erano abbastanza rispettosi, in quanto coscienti della loro inferiorità.

Invero, a nessun mago dotato di un cervello perfettamente funzionante avrebbero dar potuto dar fastidio i Muggles in genere: da che mondo e mondo –magico o meno che sia-, giocare con le Barbie è considerata un’attività infinitamente divertente.

Questo, naturalmente, valeva anche per i maghi dotati di un cervello perfettamente malfunzionante: Eve Vane, per esempio, adorava i Muggles. Aveva chiesto svariate volte al professor Dumbledore di eliminare il Quiddich all’interno della scuola ed istituire un torneo di tiro al Muggle, ma purtroppo la sua geniale proposta era stata accantonata.

Il trenino rosa, nonostante non fosse particolarmente capiente, era aperto a tutti gli studenti di Hogwarts che avessero voluto fruirne. Nessuno si meravigliava che –certamente visto il colore…- a bordo vi fossero unicamente quattro persone. Perfettamente, nonché orgogliosamente vestite della loro divisa Slytherin, Fides, Charity ed Harmony Malfoy, sedevano, discutendo del più e del meno, in un delizioso scompartimento, su poltroncine di velluto cremisi.

Sorrisero quasi all’unisono, nel veder entrare la loro amichetta rimbalzate.

Le quattro si adoravano, letteralmente: erano tutte Purebloods, tutte pucciosissime, tutto erano state molestate (o usavano molestare) Lucius Malfoy –e il fatto che lo stesso signor Malfoy fosse il padre di tre delle ragazze, ovviamente, rivestiva una più che marginale importanza-.

“Teeeeeeeeeeesoooooori!*_*” Eve rimbalzò fino al posto accanto a Charity, andando ad accoccolarsi sulla sua spalla. Appartenevano, tra l’altro, tutte alla stessa Casa –il fatto che tre delle ragazze fossero alunne un tantino fuori corso, ovviamente rivestiva anch’esso una più che marginale importanza- … o quasi.

Sette anni prima, l’ormai logoro (ed ovviamente malfunzionante… Longbottom vi dice nulla?!) Sorting Hat, era stato temporaneamente sostituito dall’Elegante Copricapo, un cap nero da fantino.

Questo, al contrario, palesemente, del Sorting Hat, non selezionava la Casa che il bambino preferiva (insomma, ricordiamo tutti l’increscioso episodio del compianto (?!) Harry Potter…), bensì quella che il Copricapo stesso riteneva più giusta. Così come doveva essere.

Tuttavia, visto che il Copricapo era un gran simpaticone, chiedeva comunque l’opinione del proprietario della pulciosa zazzera sulla quale era poggiato, salvo poi non ascoltarla.

Così, quando la McGonagall, con aria palesemente frustrata, chiamò pigramente Vane, Eve

“Allora, dove vuoi andare?” chiese il Copricapo alla marmocchia.

Questa diede uno sguardo alle tavolate.

Hufflepuff… no. Non avevano un’aria propriamente brillante, interessante, neppure umana, invero.

Tantomeno Ravenclaw, non avrebbe sopportato l’idea di condividere la Sala Comune con esseri abbietti quali Cho Chang, Natalie Lee, Francy Olsen, Jennifer Dove2.

Gryffindor… umh, no. Quel cravattino avrebbe fatto a pugni con i suoi adorabili vestitini rosa.

Si, tra gli Slytherin sarebbe stata perfetta.

Un perfetta Slytherin Pureblood.

Una perfetta, falsa, crudele, ambiziosa, pigra, sadica, folle Slytherin Pureblood.

Ovviamente conosceva già da secoli la Casa alla quale sarebbe voluta appartenere, ma le piaceva l’idea di squadrare la popolazione di Hogwarts dall’alto in basso.

“Slytherin”, trillò.

“Umh… in effetti potresti fare grandi cose a Slytherin (?!), ma forse è meglio…”

“Slytherin, stupido Elegante Copricapo, S-l-y-t-h-e-r-i-n!”

“CONIGLIOROSA!

proclamò il Copricapo, lasciando ammutoliti sia la bambina, sia il resto della Sala Grande. Solo Dumbledore ridacchiava, con l’aria di chi la sa lunga.

E così Eve Vane vestiva, in quel momento, come nessun altro ad Hogwarts, un doppio cravattino: oltre a quello Slytherin, Casa della quale, sostanzialmente, Conigliorosa era una sorta di succursale, ne aveva anche uno a strisce rosa e nere.

Forse portare due cravattini avrebbe dovuto far sentire la nostra eroina vagamente stupida, ma lei non sembrava preoccuparsene più del dovuto. In tutta onestà, anzi, la stupidità è un peculiarità di questa fic.

Harmony accarezzò la testolina del suo micione Mostro, che prese a fare le fusa: Fides, dal canto suo, stava facendo pigramente levitare il suo rospo, Cedric, che, terrorizzato, cercava di gracidare, senza tuttavia, causa un incantesimo insonorizzante, produrre alcun risultato diverso da un continuo boccheggiare che gli conferiva un’aria più stupida del consueto.

Anche la piccola Eve aveva un animaletto, un caro famiglio che le teneva compagnia nei momenti tristi –e le rompeva le balle nei momenti in cui non era opportuna la sua presenza-.

La seguiva ovunque, lasciandosi alle spalle una consistente scia d’odore di alcolici. Al momento, era steso sotto il sedile: si chiamava Remus Lupin.

Era un povero diavolo alcolizzato, tutto sommato un gran bel pezzo di licantropo, nonostante i segni del tempo e la pancetta da birra.

Indossava unicamente un paio di mutande con su scritto in rosa Kiss the Werewolf, per le quali Fides nutriva una strana, perversa attrazione.

Remus aveva un unico grande problema: o meglio, aveva, sopra tutti gli altri, un mostruoso problema. Doveva convivere con la somma onta e disgrazia d’esser figlio di un mago e di una Muggle.

 

***

Note

1 Vedi la fanfic “A Snake’s Tale” di FidelityMalfoy
2 Vedi la fanfic “My Life Is Cool” di Janice

 

Allora, innanzitutto grazie per le recensioni, e scusate tanto se ho dimenticato di 'firmare' la storia... come Fides può testimoniare, il mio pc -Bellatrix per gli amici:D- usa provocarmi dei problemi nulla, e si è messo a fare le bizze proprio mentre stavo pubblicando...U_U

Andrò a modificare il riassunto quanto prima, ad ogni modo.

In secondo luogo, vorrei fare un paio di precisazioni a proposito di questo concentrato di demenza.

Nonostante mi sia messa a sparare a zero su diversi pairing, non era affatto mia intenzione denigrare questi o chi ne scrive (Savannah stessa -che mi permetto di citare, visto che ha commentato^^- ha scritto una Draco/Hermione che sto leggendo ed apprezzando, nonostante il pairing mi uccida:D; io scrivo Lily/Severus... voglio dire! Se non è un pairing assurdo questo...), quanto più per fare dell'ironia -nonchè dell'autoironia- sul fandom in generale.

Questa fic -se così si può chiamareXD- non vuol essere altro che un'innocente caricatura di certe Mary Sue -perfette per definizione, insomma:D- create ad immagine e somiglianza delle rispettive autrici: cos'altro potreste aspettarvi, se non capitoli su capitoli di prese per fondelli?XD

Avrete modo di leggere che razza di figura ci faccio io, poi…U_U’
Uh, dimenticavo!

I pantaloni che cito nell’introduzione –i jeans Richmond con scritta sul didietro, per intenderci-, non mi piacciono assolutamente. Non ho nulla in contrario alla griffe di cui sopra –anzi-, ma quel capo è, a mio avviso, il capo inflazionato per antonomasia. Ed è proprio per questo che li ho usati per quella battutina, mica altro:D

Chu, Eve

 

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