Nightmare

di InoHaruna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Nightmare 

Capitolo 1.



Era ormai notte fonda, Celia era seduta a gambe incrociate sul suo letto con solo una leggera coperta a riscaldarle le spalle. Stava aspettando Darren, ma quella notte stranamente non era venuto sebbene glielo avesse promesso. 
La ragazza sbuffo e afferrò il cellulare sul comodino, il display segnava l'una e diciotto minuti e del suo fidanzato neanche l'ombra.
Rabbrividì, faceva freddo quella notte e avrebbe tanto voluto che le braccia di Darren la riscaldassero come succedeva le altre notti, quando lui dolcemente la accarezzava e le infondeva calore in tutto il corpo. 
Qualche ora prima avevano avuto una discussione, forse per questo non era venuto. 
Era sempre la solita storia, lei era troppo gelosa quando vedeva una qualsiasi altra donna vicino a Darren, perdeva proprio la testa. Odiava vedere il ragazzo che amava, timido e impacciato chiacchierare amabilmente con un'altra. Si ingelosiva, si arrabbiava e si vendicava. Quante volte suo fratello le aveva detto che se continuava a comportarsi così prima o poi lo avrebbe perso, che non doveva insospettirsi, che Darren era un bravo ragazzo e che l'amava più di qualsiasi altra cosa. Aveva ragione, come al solito...
Si stese su un fianco raggomitolandosi su se stessa, mentre alcune lacrime iniziarono a bagnarle le guance e il cuscino. Non voleva perdere Darren, non voleva perderlo per la sua stupida gelosia. 
Mentre singhiozzava silenziosamente nel buio della stanza, si addormentò.

Si svegliò poco dopo, rabbrividendo dal freddo, quella coperta era inutile. Decise di alzarsi e prenderne un'altra più pesante, eppure non si mosse, faceva troppo freddo. E più freddo sentiva e più aveva bisogno di Darren e del suo calore, del suo amore. Mentre una lacrima le rigò di nuovo la guancia, il campanello di casa suonò. Non si mosse lo stesso, ma al secondo suono si alzò dal letto con euforia, capendo che Darren alla fine era arrivato. Nella fretta inciampò in quella stupida e inutile coperta e cadde a terra, ma si rialzò ugualmente e a piedi scalzi andò ad aprire. 

Quando aprì la porta si trovò il suo Darren di fronte, gli saltò addosso felice abbracciandolo e riempiendolo di baci. Perché alla fine Darren la amava per quel che era... Ma il ragazzo la respinse e si staccò in male modo da lei. Lei lo guardò incredula, e le lacrime minacciarono di uscire di nuovo, Darren la stava guardando male e da dietro la schiena tirò fuori una pistola e gliela puntò difronte.

- D- darren?!? Che stai facendo?!? -  Il ragazzo aveva lo sguardo vuoto e fisso su di lei, e mentre la ragazza indietreggiava lentamente spaventata Darren sparò il primo colpo all'addome. Celia cadde all'indietro in un tonfo, emettendo un grido disperato, un dolore atroce si diffondeva dal petto in tutto il corpo mentre il sangue le saliva su per la gola e le usciva dalle labbra, con le mani cercava di bloccare il flusso di sangue che fuorusciva dal petto ma il sangue sembrava un fiume inarrestabile. Bruciava più dell'acido, e mentre scoppiava in un pianto disperato, il sangue in gola rischiava di soffocarla. Guardò per l'ultima volta l'uomo che amava, l'uomo che l'avrebbe uccisa. Lui la guardò con uno sguardo freddo e indifferente, lentamente si inginocchiò a fianco a lei, le accarezzò la guancia e le sussurrò - ... Ti amo... - E gli punto la pistola in fronte, Celia ebbe solo il tempo di rispondere tra un rivolo di sangue e l'altro - Anch'io... - E sparò. 



Continua...









*Angolino nero*

Buonasera a tutti, da quando non ci si sente? 
Non chiedetemi perché ho iniziato questa storia, che poi non è il mio solito stile, ma va beh cambiare ogni tanto fa bene :)
Che dire, oggi mi sento un po' triste, forse per questo ho voluto uccidere Celia.. O.o 
Comunque, secondo voi che succederà alla fine? 
Si accettano recensioni XD 
Buon anno a tutti da Marie Hali <3








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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Capitolo 2. 



Dopo aver ucciso la sua fidanzata, Darren chiuse a chiave la porta e salì in macchina dove lo aspettava una persona, o meglio un uomo. Lui e Hurley si sorrisero a vicenda, e mentre Darren posò la pistola nel cruscotto dell'auto si scambiarono un bacio profondo e passionale. A fiato corto, Hurley mise in moto l'auto e accelerò partendo lontano assieme all'uomo che amava. 

Forse per questo Celia era morta, perché Darren non era la persona che credeva, che credevano. Aveva ingannato tutti quanti, era stato davvero bravo a recitare, lui e Hurley, il suo presunto migliore amico.

Il giorno dopo, Jude chiamava e richiamava più volte sua sorella che improvvisamente non si faceva più sentire. Iniziava a preoccuparsi, ma si tranquillizzò pensando che forse era in compagnia di Darren e non voleva essere disturbata. Eppure aveva uno strano nodo alla gola, qualcosa che gli impediva di respirare tranquillamente. Decise che dopo l'allenamento sarebbe andato a trovarla, infondo sua sorella anche se in compagnia di Darren non lo aveva mai fatto aspettare sulla soglia di casa.

Alcune ore dopo, parcheggiò la sua auto sul ciglio della strada difronte alla casa di Celia, ma quando scese il nodo alla gola si fece più stretto. E a nulla serviva allentare il nodo della cravatta, più si avvicinava al vialetto di casa e più il nodo lo soffocava. Iniziava ad innervosirsi e accelerando il passo si fiondò sulla porta di casa battendo dei pugni chiamando a gran voce sua sorella.

- Celia?! Celia sono Jude, apri la porta!! - ma niente, c'era solo un silenzio tombale. All'improvviso, il giovane uomo si accorse di aver posato i piedi su qualcosa di umido. Abbassò lo sguardo e ciò che vide l'ho pietrificò.

C'era del sangue che fuorusciva dalla sottile fessura sotto la porta, il sangue scorreva e andava a finire lentamente nel giardino, macchiando l'erba verde sempre ben curata. 
Jude si scagliò sulla porta cercando di buttarla giù, gridando disperato il nome di sua sorella. 

- CELIA! CELIA APRI LA PORTA!!! - E con un ultima forte spallata scaraventò la porta rischiando di cadere in quella pozza di sangue in cui al centro giaceva sua sorella. 

- NOOO...!!! - Jude si buttò su di lei, prendendola tra le braccia, piangendo e gridando disperato mentre cercava inutilmente di svegliare sua sorella. Scosso dai tremori del corpo lentamente le accarezzo i capelli fradici di sangue, implorandola di svegliarsi. La povera ragazza aveva un foro in fronte e uno al centro del petto, era fredda e pietrificata. Aveva gli occhi aperti e le sue iridi blu vuote di qualsiasi luce di vita, fissavano Jude che disperato piangeva sua sorella. 
Poi, il ragazzo si riprese quel poco che serve ad afferrare il cellulare in tasca e chiamare l'ambulanza, la polizia, Mark, Darren...

Il pronto soccorso e la polizia non tardarono ad arrivare, ma era lo stesso troppo tardi. Anche Mark non tardò ad arrivare, ma la scena che gli si trovò davanti per poco non lo fece cadere a terra. La sua ex manager in un tappeto di sangue e uno dei suoi migliori amici chino su di lei, sporco di sangue che la teneva tra le braccia e dolcemente le posava dei baci sulle labbra ormai viola e ghiacciate.  

La polizia non lo fece passare, dichiarando la casa inaccessibile poiché sotto indagine. Quando arrivarono anche sua moglie e i suoi ex compagni di squadra, spettò a lui spiegare che Jude lo aveva chiamato in preda ad una crisi gridando al telefono che sua sorella era morta, che qualcuno l'aveva ammazzata. Non mancarono le urla, i pianti, i pugni sbattuti sul cofano delle auto, gli abbracci e le crisi isteriche. Il tutto mentre la scientifica portava via il cadavere di Celia coperto da un telo bianco e Jude al suo fianco fradicio del sangue di sua sorella non le lasciava la mano. 

La polizia dichiarò il decesso di Celia Hills un omicidio. Chi fosse stato e perché ancora non si sapeva, ma le indagini erano già cominciate. 

Quando Jude con lo sguardo perso nel vuoto, gli occhi rossi e gonfi, lentamente si diresse verso i suoi compagni e tutta la gente che era accorsa incuriosita, ignorò completamente le continue domande di Mark, Axel, David e tutti gli altri, cercando con lo sguardo una persona in particolare, quando all'improvviso Camelia lo prese per le spalle e in preda ad una crisi di pianto lo scuoté con forza gridandogli in faccia chi fosse stato, chi l'aveva ammazzata in un modo così orribile. Ma il ragazzo non riuscì a rispondere e con delicatezza afferrò le sue mani e sporcandola di sangue la scostò lentamente sussurrando - Darren... Dov'è Darren? - E tutti i presenti tacquero cercando con gli occhi il ragazzo. 



Continua...















Buonasera gente, ecco il secondo capitolo ^^
Che dire, all'inizio la mia vera intenzione non era quella di scrivere questa specie di giallo, doveva essere tutto fluff e amore e invece...
Vi assicuro che la fine è vicina, perché non sarei capace di scrivere 20 - 30 capitoli, soprattutto con questa angoscia che ho addosso.
E sì, descrivere la morta di Celia mi far star male! 
Dedico questa storia a tutti voi lettori silenziosi, un bacio ;* 
Marie Hali 









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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Capitolo 3.



Darren non rispondeva al cellulare, e Jude lo trovava strano. Pensò che forse era coinvolto in qualche modo nella morte di sua sorella, o peggio, fosse morto anche lui, vittima anche lui di uno psicopatico. Oppure semplicemente aveva lasciato il cellulare nel borsone e si stava allenando, come faceva tutte le mattine. Ipotizzò che forse era la vendetta di qualcuno che c'è l'aveva con lui e che per fargliela pagare ha tolto la vita alla persona più importante della su vita. 

Prese un profondo respiro e posò il cellulare sporco anch'esso di sangue nella tasca dei pantaloni. Alzò lo sguardo mantenuto fin'ora basso e per un secondo gli era parso di vedere i bellissimi occhi blu cobalto di Celia dinanzi a lui. Sbatté immediatamente gli occhi più volte, confuso e stordito. Stava delirando. 

Si sentii una mano posare sulla spalla, si girò e Mark con gli occhi lucidi gli disse - Hai bisogno di riposo - Dietro di lui Nelly abbracciava Camelia che piangeva disperata, Silvia era seduta a terra e singhiozzava mentre Nathan inutilmente cercava di tranquillizzarla. Axel era seduto sul cofano della sua auto e teneva la testa bassa, probabilmente stava piangendo anche lui ma il suo orgoglio gli vietava di farlo vedere agli altri. Austin cercava di mettersi in contatto con gli altri ragazzi mentre David e Caleb chiedevano spiegazioni alla polizia, capendo che Jude voleva essere lasciato in pace nel suo dolore. 

- Sì, ora vado a casa, mi do una ripulita e mi metto a lavoro per scoprire chi è stato... - Rispose Jude con la voce bassa e roca - Jude, amico, lascia le indagini alla polizia, tu al momento non sei lucido e credimi, è meglio se ti metti a letto! - Cercò di convincerlo Mark, ma Jude gli rivolse un'occhiata incredula e sempre mantenendo il tono basso gli disse - Mi dici come faccio a dormire?! Mia sorella è morta, qualche figlio di puttana l'ha ammazzata, le hanno sparato in front- Mark non gli fece finire la frase che lo strinse in un abbraccio, Jude ricambiò e delle lacrime gli rigarono il viso e il fiato si fece corto - Vai a casa Jude - 


Una volta giunto a casa sua, Jude si recò in bagno ed iniziò a spogliarsi, buttò a terra gli abiti sporchi di sangue e si sciolse la coda. Entrò nel box doccia e aprì il rubinetto lasciando che il getto d'acqua calda gli scorresse addosso rilassando i muscoli tesi. Si guardò le mani e gli venne il voltastomaco vedendo il sangue secco sotto le unghie. Ancora non credeva a quello che era successo. Qualcuno aveva ucciso sua sorella, la sua dolce Celia. Erano morti i genitori ed ora anche la sua sorellina. Era rimasto solo, non gli rimaneva più nulla. Sbatté un pugno sul muro e gridò mentre le sue lacrime si mischiarono all'acqua che scorreva sul suo viso. 

Quando finì di sfogarsi chiuse il rubinetto e uscì dalla doccia. Si mise attorno alla vita un asciugamano e con i lunghi capelli rossicci bagnati sulle spalle e i piedi scalzi e umidi si diresse nel suo ufficio, dove prese dalla vetrina una bottiglia di vodka e un bicchiere, si mise sulla sua poltrona e si versò un po' di quel liquido trasparente. Uno, due, tre bicchieri, sei, sette, otto. 

Beveva e osservava le foto di lui e sua sorella bambini, quando si trovavano ancora all'orfanotrofio, quando avevano vinto il football frontier international, quando ridevano felici spensierati. La sua Celia amava la fotografia, e non perdeva mai occasione di scattare una foto a suo fratello. 

Finì di bere anche l'ultimo bicchiere e afferrò il cellulare sulla scrivania, digitò il numero di Darren e chiamò.
Dopo alcuni secondi di attesa, Darren si degnò di rispondere.

- Pronto? -
- Darren, dove sei? -
- Ma... Con chi parlo? -
- Jude, dove sei? - 
- Oh ciao Jude, sono su un aereo per Roma, perché? -
- Perché stai andando a Roma? - 

Jude si alzò dalla sedia e si avvicinò alla vetrata dietro di lui che ritraeva Tokyo di sera con le sue luci. Iniziava ad insospettirsi, Darren era tranquillo e sembrava non fosse al corrente della tragedia.

- Celia non ti ha detto che sono stato convocato a Roma per affari di lavoro? - Chiese con la sua solita innocenza.
- ... Celia è morta - 

Dall'altra parte del telefono ci fu silenzio, poi all'improvviso Darren gridò.

- Jude è uno scherzo? Da te non me lo sarei mai aspettato! Avanti, sei d'accordo con Scott vero? -
- Ti sembra che io possa scherzare sulla morte di una persona? Ancor di più quella di mia sorella e della tua fidanzata?!? - Jude iniziava ad alterarsi, stringeva il telefono come se fosse il collo di quel imbecille di Darren.

- No... Oh mio Dio cos'è successo? - 
- Non ho voglia di parlare ora, chiama a qualcun'altro. A parte te lo sanno tutti - 

E staccò la chiamata. Immediatamente lanciò il telefono dietro di lui a scagliarsi sul pavimento, arrabbiato. Si girò di nuovo verso la finestra e osservò il cielo. Chissà che stava facendo la sua sorellina nel cielo. 

Dopo alcuni minuti si sedette di nuovo sulla poltrona e iniziò di nuovo a sfogliare l'album di lui e sua sorella, quando all'improvviso notò il cellulare che poco prima aveva lanciato, a pochi centimetri della sua mano. Si allontanò un po' dalla scrivania sulla sedia e osservò incredulo e confuso il posto dove aveva lanciato il cellulare e dove ora si trovava. Chi lo aveva messo lì? In casa era solo,  era il giorno libero delle cameriere. 

Guardò poi la bottiglia di vodka vuota al suo fianco - E' colpa tua - L'afferrò assieme al bicchiere e li posò nella vetrina piena di alcolici e liquori. L'alcool nel cervello faceva brutti scherzi.
Si girò e fece per andarsi a sedere di nuovo sulla sua poltrona, ma vide una sagoma affacciata alla finestra che gli dava le spalle.

Aveva dei capelli blu leggermente ondulati che cadevano morbidi sulle spalle, una maglietta verde acquamarina e un paio di pantaloni celesti. La sagoma era immobile, così come Jude. 

Pensò che forse non era l'alcool, ma stava impazzendo. La morte di Celia gli aveva tolto la sanità mentale.
Non riusciva a muovere un solo muscolo e aveva paura. Si Jude Sharp aveva paura perché due solo erano le cose:
O aveva le allucinazioni.
O quella sagoma a pochi metri da lui era sua sorella Celia. 

Appena finì di formulare il pensiero, l'ombra si girò e due luminosi occhi blu cobalto fissarono quelli color rosso bordeaux di Jude. 

- Celia...? - Sussurrò Jude a fiato corto, con il cuore che gli batteva a mille nel petto nudo. 
La sagoma si girò piano e si avvicinò di qualche passo alla scrivania. Celia rivolse un sorriso rassicurante a Jude, che per poco non cadde all'indietro. 

Il ragazzo fece qualche passo indietro, spaventato. Ma poi si fermò, non c'era bisogno di aver paura di Celia, era sua sorella e non gli avrebbe mai fatto del male. 
In un battito di ciglia la ragazza non c'era più, e così come era scomparsa d'improvviso comparse dinanzi a Jude, a pochi centimetri dal suo viso. Il fiato caldo di Jude le sfiorava il viso, lei sorrideva mentre Jude era pietrificato. 
Il ragazzo cercò di afferrarle la mano, ma quando toccava la mano di Celia non faceva altro che toccare il nulla. 
Poi la ragazza scomparve di nuovo in un millesimo di secondo per comparire poco dopo, seduta sulla poltrona di Jude ad osservare Tokyo di notte dall'enorme vetrata dietro di lei. 

Jude fece qualche passo lentamente, scosso dai tremori del corpo si muoveva come un robot. Fece un lungo respiro profondo e le disse a bassa voce - Che ci fai qui? - poi ebbe paura che la sorelle non lo ebbe sentito, ma capì che non era così quando sentì la voce leggera e melodiosa di Celia rispondergli - Devo risolvere alcune faccende - senza staccare lo sguardo dalla finestra. 

Jude aveva di nuovo gli occhi lucidi, la voce di sua sorella gli era mancata tantissimo e vederla di nuovo lì, bella e luminosa, lo rassicurava. 

La ragazza si girò verso il fratello, e regalandogli un sorriso gli disse - Ti devo dire molte cose fratellino - mentre Jude si avvicinava sempre di più e la paura ad ogni passo lentamente scompariva. Quando ad un tratto chiuse gli occhi, sentii le labbra morbidi di sua sorella posargli dolcemente un bacio sulla guancia, facendogli scorrere velocemente il sangue in tutto il corpo, la ragazza sussurrò - E' stato Darren... - E posò il capo sulla spalla del fratello. 

Jude avrebbe risolto tutto, come sempre... Il suo adorato fratello l'avrebbe vendicata. 




















Buongiorno a tutti ^^
Ecco il terzo capitolo leggermente più lungo XD 
Che ne pensate? Tranquilli, la fine è vicina, ma la storia non si concluderà come credo avrete già intuito voi, nono...
Ci sarà una sorpresa... Aw *^* 
Bene, grazie per l'attenzione, ci si legge al prossimo capitolo ;*
Marie Hali













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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Capitolo 4. 




La mattina dopo, quando il ragazzo si svegliò la prima cosa che fece fu cadere dal letto. Aveva la vista annebbiata, la testa che gli scoppiava e oltre alla nausea aveva anche le vertigini. Stranamente si era addormentato sul divano e non capiva perché era nudo. 
Lentamente e faticosamente si alzò e si fece un caffè, e al primo sorso di quella bevanda nera e bollente che lui amava tanto, si sentì già meglio. Pian piano i primi ricordi iniziarono ad affiorare nella mente, confusi. Ma una cosa in particolare la ricordava bene, molto bene. 

Celia seduta sulla sua scrivania, con il pigiama che aveva addosso quando era stata uccisa. 
Lui e sua sorella avevano iniziato a parlare, come se nulla fosse successo, come se lei non fosse mai morta. Lei si divertiva a scomparire e comparire, mentre lui confuso cercava di capire se era diventato pazzo o meno. 
Sua sorella gli aveva raccontato tutto di quella tragica notte, di come si era sentita ad essere sparata dall'uomo che considerava il suo grande amore, il dolore che aveva provato. Ma a causa della sbornia non ricordava più nulla se non una frase. 

E stato Darren...


Fin da subito aveva capito che Darren centrava qualcosa. Quando avevano parlato al telefono, la voce calma di Darren lo aveva fatto infuriare, come se non fosse successo niente di grave, come se non fosse morto nessuno di importante...

Darren non è la persona che tutti credevano. E' stato molto, molto bravo a mentire e ingannarci, lui e il suo amante. Hurley. 
Darren mi ha uccisa. Mi ha uccisa perché ama un altro uomo, Hurley. Sapeva che se me lo avrebbe detto, io mi sarei vendicata. Del resto ero una giornalista, e la notizia di un calciatore omosessuale sarebbe girata in tutto il mondo.


Il ragazzo dopo aver finito il suo caffè, andò a vestirsi. Indossò un paio di jeans neri, una maglia nera e una giacca in pelle. Si guardò allo specchio e sorrise. Di solito non si vestiva mai così, ma non voleva sporcare i suoi abiti firmati di sangue. 

Aveva già organizzato un piano perfetto. La sua mente elaborava in fretta quando si trattava di vendicare sua sorella. 

Jude, mi vendicherai, vero? Ucciderai quel bastardo che mi ha tolto la vita, vero? Mi vuoi bene, vero? 

Il ragazzo dopo aver fatto alcune telefonate, ritornò nel suo ufficio. Notò che il suo cellulare era ancora lì dove Celia lo aveva posato. 
Forse la sera precedente si era immaginato tutto, ma dentro si sé sentiva che era stato Darren. Quindi, pazzo o meno, lui si sarebbe vendicato lo stesso. 



* * *



Darren parcheggiò l'auto sul ciglio della strada a pochi metri dalla caserma di polizia dove lo aspettavano per un interrogatorio a cui avevano sottoposto quasi tutti i conoscenti di Celia. Di fianco a lui, Hurley sedeva pensieroso osservando fuori dal finestrino.
- Ehy! Tranquillo, ho un alibi perfetto - Gli disse il biondo prendendolo per mano - Sì ma... La polizia non troverà starno che sei partito proprio dopo l'omicidio? - Disse il surfista guardandolo negli occhi - Quella sera ero a casa mia a preparare le valige per il viaggio in Italia e tu eri con me perché saremmo partiti insieme. Semplice, stai tranquillo - Il biondo gli scoccò un bacio sulla guancia - Speriamo - Sospirò Hurley mentre Darren scendeva dall'auto - Ti amo! - Gli gridò Hurley quando il ragazzo aveva ormai già chiuso la portiera, il biondo gli rivolse un sorriso e si avviò verso la caserma. 
Sul lato opposto della strada c'era Jude, appoggiato alla sua auto, con le mani in tasca, immobile. Darren fece finta di non vederlo, diventava sempre nervoso quando parlava con lui. Ed era meglio evitarlo. 
All'improvviso, proprio mentre Darren poggiò il piede sul primo scalino, si sentii uno scoppio. Un rumore fortissimo, come una bomba. Darren si girò giusto il tempo per vedere l'auto dove pochi secondi prima si trovava, esplodere come una bomba da guerra. Il forte spostamento d'aria lo fece volare e cadere all'indietro, sbattendo la testa. Cercò immediatamente di rimettersi in piedi, aveva un forte dolore alla testa, ma questo non gli impedì di gridare disperato il nome del suo amante, mentre un enorme fuoco bruciava e ardeva l'auto dove all'interno si trovava Hurley. 

- NOOOO... - Gridava graffiandosi la gola, il suo corpo era in preda alle convulsioni, sentiva sul viso il calore del fuoco, dove in quell'inferno bruciava l'uomo che amava. Quando vide la sagoma di Jude avvicinarsi lentamente con una pistola in mano, scoppiò a piangere, capendo tutto. Che Jude era un fottuto genio e che lo aveva scoperto. 
Cadde di nuovo a terra, la testa sanguinava e gli faceva male, Jude si avvicinava sempre di più. Lo sguardo che aveva era carico di odio e fisso su di lui, che strusciava a terra, terrorizzato, capendo che ormai era la fine, che Hurley era morto e che tra poco lo avrebbe raggiunto, all'inferno...
Quando ormai Jude era a pochi passi da lui e gli puntò l'arma, Darren a terra terrorizzato gli gridò - PERCHÉ'?!? - Il ragazzo dagli occhi rosso bordeaux gli rivolse un sorrisetto sarcastico - Tu hai ucciso la persona più importante della mia vita, e io ora ho ucciso quella più importante della tua misera vita - rispose fermo e impassibile il ragazzo. Ma mentre il ragazzo stava per premere il grilletto il biondo lo fermò - Aspetta! Come sai che sono stato io? - Darren aveva il respiro corto, Jude gli rivolse un altro sorrisetto - Me lo ha detto Celia! - E premendo il grilletto sparò all'addome di Darren che sbatté sull'asfalto schizzando sangue, ma era ancora vivo. Il bastardo aveva la pellaccia dura. Con le mani si toccò il punto dove il sangue fuorusciva dal petto, e mentre il liquido rosso scuro gli andò nei polmoni facendolo tossire, Jude si inginocchiò a fianco a lui e gli puntò l'arma sulla fronte. Era lo stesso identico modo in cui aveva ucciso Celia, e non riusciva davvero a capire come fosse riuscito a scoprire che fosse stato lui. 

- Dimmi, ti prego la verità! Come hai fatto... - Tossì sputando del sangue - Te lo già detto, me lo ha detto Celia - Rispose Jude mentre dietro di loro accorreva la polizia - Tu sei pazzo - disse infine Darren, ma proprio mentre pronunciava la frase intravide dietro a Jude, Celia in piedi che gli sorrideva - Mai quanto te! - E sparò. 




- NOOO...! - Celia si svegliò di soprassalto, sudata e affannata. Si trovava nella sua stanza, dove si era addormentata la sera prima aspettando Darren. Era stato tutto un incubo. Aveva i capelli appiccicati sulla fronte dal sudore, si tolse la maglietta tutta stropicciata e la buttò a terra. Si mise la testa tra le mani, facendo profondi respiri. Non era morta, Darren non l'aveva uccisa, non era diventata un fantasma, Jude non aveva sparato a Darren, era stato tutto un incubo. 
Alzò la testa e si accorse che era mattina, i raggi di sole attraversavano il vetro della sua finestra e illuminavano la stanza. Sorrise, alzandosi e andando in bagno a sciacquarsi la faccia. 
Che strano sogno... Ancora non riusciva a capire perché la sua mente avrebbe dovuto sognare una cosa del genere. Lei e Darren erano felici insieme, e sopratutto Darren non era omosessuale.
Con ancora il batticuore, si diresse in cucina per mangiare qualcosa, ma appena entrò si sorprese trovando Darren alle prese con i fornelli.

- Buongiorno dormigliona - la salutò il ragazzo sorridendogli, versando in un bicchiere del succo di mela e passarlo a Celia. Che assetata lo bevve in pochi secondi. 

- Che ci fai qui? - domandò la Hills nel suo tipico atteggiamento da giornalista sospettosa mordendo un biscotto - Ieri sera mi hai invitato, no? - Darren si sedette a tavola sorseggiando del caffè - Infatti ti ho aspettato, ma non sei venuto - Celia lo osservava di sottecchi, a braccia incrociate mangiucchiando biscotti - Per strada ho bucato una ruota, e c'è ne ho messo di tempo per cambiarla. E quando sono arrivato tu stavi già dormendo e non ho voluto svegliarti - rispose semplicemente il portiere accendendo la tv - Sei un po' strana stamattina, piccola - aggiunse il ragazzo guardandola, lei gli sorrise e gli mise le braccia attorno al collo per dargli un tenero bacio sulla guancia - Niente, ho fatto un brutto sogno - e gli diede un altro bacio, capendo che il suo Darren sarebbe stato suo per tutta la vita. Suo e di nessun altra, o altro. 

- Jude che mi uccideva? - rise ironico il ragazzo facendola sedere sulle sue gambe - ... No - la ragazza per poco non si strozzò con un biscotto, preferendo non raccontargli niente del sogno. 
Darren la baciò con dolcezza, e quando si staccarono Celia gli sussurrò sulle labbra - Starai per sempre accanto a me, vero? - il ragazzo sorrise divertito - Ma che domande fai? Ovvio scema! - E la baciò di nuovo. 
























Ed ecco l'ultimo capitolo!
Che ne pensate? Aww, che bello! Finalmente ho finito qualcosa
che ho iniziato XD 
Piaciuta la sorpresa? Hahaha spero di sì!
Era tutto un incubo, un Nightmare!
Dedico questa storia a tutti i fan di questa meravigliosa coppia,
agli scrittori che hanno il coraggio di scrivere i nomi europei, 
e a Lila May che mi ha incoraggiata e sostenuta! <3
Un bacio da Marie Hali!












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