I Will Desappear in 351 Days

di Halfblood Queen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Tramonto Diverso ***
Capitolo 2: *** Uno strano biondino ***
Capitolo 3: *** Visita a Xemnas ***



Capitolo 1
*** Un Tramonto Diverso ***


Primo Capitolo

Salve a tutti! Se prima mi ero cimentata con delle One Shot su Harry Potter o originali, ora provo (e non senza timore) a scrivere una Long Fiction su Kingdom Hearts, il mio primo videogioco, ed il più bello a cui abbia mai giocato.
Ho una passione incredibile per lo slash, perciò, siete avvisati. Quello che posso dirvi è che non ho idea di come rendere i miei aggiornamenti regolari, perciò non aspettatevi puntualità svizzera. Lettore avvisato, mezzo salvato!
Buona lettura...


Il Sole tramontava anche quel giorno, continuando il suo infinito viaggio da est a ovest, rischiarando i cieli.
Tutto prendeva un colore diverso. Anche i miei capelli diventavano più dolci: i miei capelli che, sotto una luce normale, sembravano quasi troppo rossi.
Invece i suoi, di capelli, se di solito erano normalissimi, all'ora del tramonto, brillavano, come se quello fosse l'unico momento in cui lui era se stesso. La persona che avevo imparato a conoscere da quando ero piccolo, e lui sembrava uno scricciolo in cerca di protezione ed amicizia.
I rumori provenienti dalla stazione si offuscavano, lasciando spazio ai nostri respiri, e talvolta, alle nostre parole sommesse.
Era quello, il nostro momento preferito: ogni giorno al tramonto, sul tetto della stazione ferroviaria di Crepuscopoli, due ragazzi, con in mano un gelato al sale marino, sedevano, lontano dagli altri e dalle loro vite, osservando il Sole calare con serenità dietro le colline.


Lo guardai negli occhi. Era lui, la persona che conoscevo meglio al mondo, la persona che mi aveva sempre aiutato. Fino ad un paio di anni prima riuscivo a leggere le sue emozioni attraverso i suoi occhi. Quegli occhi che, se prima mi erano sembrati felici, ora mi trasmettevano un brivido, una paura senza nome.
-Cosa ti succede, Roxas?-gli chiesi. Chissà perché, la mia voce risuonava spaventata esattamente come la mia anima.
-Axel, ti prego-mi guardò, con quell'ombra di terrore che gli offuscava gli occhi-non chiedermelo. Viviamo in pace questi pochi momenti.
Il mio amico lasciò vagare il suo sguardo in cerca di un bagliore non ancora notato in quel mare di luce dorata.
Lo guardai, a questo punto, terrorizzato. La mia voce era spezzata dall'emozione, quando parlai di nuovo.
-Pochi momenti?-gli chiesi-Roxas, dimmi quello che succede!-presi fiato, cercando di infondere nel mio sguardo tutta l'apprensione di cui ero vittima adesso-Ti prego.
Lui abbassò lo sguardo, respirando piano. Il vento giocò un po' con le ciocche dei suoi capelli chiari, che lui provvide a risistemare dietro le orecchie, prima di prendere un respiro e guardarmi di nuovo negli occhi.
-Scomparirò da questo mondo fra 351 giorni-abbassò di nuovo gli occhi, in attesa della mia risposta, che però, non venne.




Come vi è sembrato l'inizio? Lo so, era un po' corto, ma prometto che i prossimi capitoli saranno più lunghi. Fatemi sapere se vi è piaciuta o meno!
Halfblood Queen

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Capitolo 2
*** Uno strano biondino ***


Un biondino misterioso Secondo Capitolo

Ciao a tutti! Sono contenta di vedere che la mia fic non è stata del tutto ignorata, e mi rende orgogliosa l'aver ricevuto delle belle recensioni!
Whattina: scorrevole e interessante? Ma graaaaazie! Anche io aspetto con ansia 358 Days, e sono d'accordo sul fatto che al mondo dovrebbero starci più akuroku... Spero che il nuovo capitolo ti piaccia, ti ringrazio per la recensione!
Il_Trio_Infernale: tranquilla... Non mi piacciono le yuri ihihih.... Diciamo che se Axel o Roxas (o tutti e due) mi inseguissero per l'eternità sarei mooolto contenta... Soprattutto per Axel *-*. Grazie per la recensione, gentilissima, spero il nuovo capitolo ti piaccia!

Buona lettura!
                      Halfblood Queen


-Cosa?-ripresi finalmente possesso delle mie facoltà mentali. "Di nuovo quella sensazione di paura" pensai "perché?"
-Che fra 351 giorni di me non resterà che un ricordo: non morirò, ma semplicemente sparirò. Le mie parole, le mie esperienze, i miei pensieri, i miei sentimenti, il mio corpo, i miei ricordi... Ogni cosa di me sparirà, e non ci sarà modo di tornare! Perderò tutto, Axel: tutto quello che avevo, tutto quello che mi ero guadagnato in questa vita senza cuore, ogni cosa!
-Roxas-cercai di interromperlo, ma senza risultato, purtroppo. Continuava a parlare a ruota libera, con le lacrime agli occhi e i pugni stretti in una morsa quasi dolorosa. Il suo viso era diventato rosso, a forza di urlare, e sotto la luce del tramonto sembrava quasi irreale, come quello di uno spettro rosso.
-E tutto questo perché? Per Kingdom Hearts!-il mio amico dette un pugno al muro, con aria abbattuta.
Ascoltai, senza capire.
-Per Kingdom Hearts-sussurrai, perplesso: cosa c'entrava la sparizione futura di Roxas l'obiettivo dell'Organizzazione? Osservai il ragazzo accanto a me, aspettando una risposta. Proprio non riuscivo a capire...
-Sì, per Kingdom Hearts! Xemnas dice che per liberare tutti i cuori che gli Heartless hanno rubato e che lui ha riunito nel nuovo Kingdom Hearts, non serve combattere fino allo stremo delle forze, ma risvegliare il custode del Keyblade! E' lui l'unico che può distruggerli!
-Ma non sei tu il custode del Keyblade?-chiesi, stupito. La sua arma era la più temuta dell'Organizzazione, più temuta della magia di Xemnas.
-No, Axel-sospirò-io sono solo il suo Nessuno.
-Primo, chi è questo custode del Keyblade? E perché gli servi tu per risvegliarsi?
-Sora-sputò fuori il suo nome come se facesse anche fatica a pronunciarlo-è lui che dobbiamo risvegliare. E io sono l'unico pezzo che manca per completarlo.
Sbuffai vistosamente: stava parlando di quel Sora come se fosse un puzzle.
-Questa è solo una stupidaggine: abbiamo superato ogni difficoltà insieme, e ce la siamo sempre cavata. Possiamo distruggere tutti gli Heartless, e non ci sarà mai bisogno di Sora! Tu hai il Keyblade, non Sora!-il mio sguardo speranzoso e determinato lo fece sorridere tristemente.
-Solo Sora può sviluppare il suo vero potere-sospirò-non c'è niente da fare, Axel: viviamo gli ultimi momenti insieme che ci sono rimasti, e non parliamone più, ok?
Il suo sguardo, così triste, supplicante, mi impedì di continuare a girare il dito nella piaga. A quanto pare, era davvero rassegnato, e io non volevo rattristarlo ancora di più.
-Scusa-mormorai, infine. Mi sembrava che il mondo si fosse fermato: il suo sguardo che vagava verso l'orizzonte, ed io che non osavo più neanche respirare, per non disturbarlo.

Contrariamente a quanto avrei voluto, il tramonto finì presto, e mi ritrovai a camminare da solo per le vie di Crepuscopoli, rimuginando su un modo per non far commettere a Roxas quella follia. Chi lo costringeva a farlo? Chi gli impediva di startene a casa, mentre Xemnas combatteva la sua guerra per una causa che neanche lui si ricordava più?
Quel folle voleva Kingdom Hearts? Avrei distrutto ogni Heartless esistente. Voleva svegliare Sora? Avrei trovato un altro modo a cui lui non aveva pensato. Non mi importava niente: non poteva togliermi tutto quello che avevo.
Sora... Quel nome continuava a girare nella mia testa, come un incantesimo. Chi era lui per togliermi Roxas? Per portarmi via tutto quello che avevo? Nessuno. Chi era lui per farlo svanire dalla mia vita e dal mondo intero?
Repressi un moto di rabbia ed il bisogno di dare un pugno o distruggere qualcosa, e continuai a camminare: l'indomani stesso avrei parlato con quel maledetto di Xemnas, e allora avrei risolto tutto questo enorme problema.

Appena finito di pensarlo, sentii un rumore provenire dalle mie spalle, e mi voltai. Davanti a me c'era un tipo biondo, con un ciuffo che gli copriva un angolo dell'occhio destro. Portava un abbigliamento a metà fra uno appena uscito dal regno degli Inferi e un abitante del deserto: un enorme mantello bordeaux pesante e lacero che gli copriva anche la bocca, alcuni pezzi di un'armatura antica sulle braccia e sulle spalle, un paio di guanti marroni, dal lato destro senza copertura sulle dita, e dall'altro con alcuni artigli d'oro. La cosa che più mi incuriosì di quel personaggio, era la spada: sembrava enorme, e dal modo in cui la teneva, sembrava anche pesante. Una benda lacera la ricopriva quasi del tutto, dandole un aspetto misterioso e al contempo, misterioso.
-Chi sei?-chiesi. Non sembrava ostile, perciò non lo attaccai. Mi sembrava... Non so... Strano.
A prima vista mi era sembrato un tipo pericoloso, ma ora che lo guardavo meglio, sembrava una creatura tormentata ma temprata dal dolore, piena di una rabbia al di fuori dei limiti umani, una rabbia violenta. Cosa gli era successo per renderlo così arrabbiato?
In quel momento, però, il suo sguardo era totalmente indifferente, come se stesse osservando una nuova specie di animale con i capelli rosso fuoco.
Lo strano biondino non mi rispose, ma continuò a fissarmi, senza preoccuparsi del fatto che mi stavo arrabbiando.
-Chi sei? Cosa vuoi?-gli chiesi, cercando di avere un tono gentile, anche se le mie mani bruciavano di fuoco, sotto i guanti.
Nessuna risposta. "Ooook, se vuole guai, se li è cercati" mi dissi "ma non sa in che proporzione ne avrà" ghignai. Evocai i miei chakram, mettendomi in posizione d'attacco.
-Senti, belloccio: se vai a scocciare qualcuno, dovresti almeno avere la decenza e il buon senso di parlare, prima che qualcuno si arrabbi sul serio! Il mio nome è Axel, memorizzato?-dissi-Faresti bene, perché sarà l'unica cosa che ricorderai, dopo che ti avrò pestato a dovere-mi lanciai su di lui, sicuro di averlo in pugno. Daltronde, era immobile, fermo come una statua.  "Paralizzato dalla paura" mi dissi, con la mia solita modestia.
Proprio mentre i miei chakram stavano per colpirlo e io già cantavo vittoria, il biondino sparì, senza lasciare traccia. Era letteralmente svanito.
-Cosa?-feci, guardandomi intorno-forza, vieni fuori! Non essere timido!-gridai, sperando di provocarlo. Aspettai un paio di secondi per vedere se reagiva o si spostava, ma niente. Nessun rumore intorno a me. "Probabilmente, ha troppa paura di me" ghignai divertito "o usa i corridoi dell'Oscurità per muoversi, come noi dell'Organizzazione. Anche se non ho visto nessun corridoio aperto".
-Lo sapevo io che era strano quello lì-mi dissi, e con un'alzata di spalle, iniziai a camminare verso casa mia, le mani guantate di nero nelle tasche del cappotto e la testa bassa.



Vi è piaciuto questo capitolo? Sinceramente penso che non sia proprio il massimo, visto il fatto che è corto... Secondo voi chi è il biondino?
Eheh, in una mia fic deve per forza starci un biondino... anche se è ovvio chi è! Recensite per dirmi cosa ne pensate! ciao...
Halfblood Queen

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Capitolo 3
*** Visita a Xemnas ***


Visita a Xemnas Terzo Capitolo-Visita a Xemnas


Questo capitolo è stato un po' faticoso, perchè fino a ieri non mi è venuto in mente niente, ma poi ho avuto l'illuminazione e ho scritto di fretta per paura di non aggiornare in tempo. Un bacio.

Spazio alle recensioni:
CrAzYtEn: Molto loquace, eh? Vedo comunque che hai letto la storia e hai recensito, perciò ti ringrazio e ti auguro buona lettura;
Il_Trio_Infernale: Puoi tranquillamente mettere la mano sul fuoco, Axel non ti bruciacchierà! Sì, è Cloud. Non ho ancora in mente un disegno preciso per questo personaggio, ma ho tante possibilità, perciò aspettati di tutto! un bacio, buona lettura.
Whattina: Certo che è Cloud, ma purtroppo non ho biscottini qui con me... Al prossimo capitolo te li porterò, ok? XD. Spero che questo capitolo ti piaccia.
Buona lettura a tutti!
Halfblood Queen

-C-cosa?- farfugliai. I miei sogni cupi e tetri si interruppero in modo brusco.
Avevo passato quasi tutta la notte insonne per cercare un modo, una soluzione per non far fare a Roxas quell'assurda pazzia, e quando mi ero addormentato era tardi, ed ero esausto e disperato. I miei sogni (o incubi) erano stati orrendi, ma avrei preferito quelli alla mia realtà attuale.
Aprii lentamente un occhio, chiudendolo velocemente, dopo essere stato abbagliato da una luce che di solito non c'era, in camera mia. Di solito chiudevo le mie tende ermeticamente, per non disturbare il mio sonno con raggi di sole indesiderati. Esattamente come quello che spuntava da uno spiraglio lasciato dalle tende che, la sera prima, avevo chiuso bruscamente e con poca attenzione.
Sbuffai, infastidito da quella luce.
-Axel, come mai ti disturba tanto il Sole?-ricordai all'improvviso una domanda di Roxas. Me l'aveva fatta molto tempo prima, agli inizi della nostra amicizia. Aveva notato che portavo sempre occhiali da sole scurissimi, e che non amavo uscire di giorno.
Ripensai con un sorriso a quando avevo perso i miei occhialoni formato gigante, e avevo camminato per tutto il tempo sotto i balconi delle case, lamentandomi come un bimbo di cinque anni che deve andare dal dentista.
-E' solo sole!-mi aveva detto, ridendo della mia espressione.
-Infatti-avevo detto, cupo-è il sole.
Gli avevo spiegato che i miei occhi erano molto più sensibili alla luce naturale di quelli delle persone normali (di quelli con un cuore) perché avevo passato così tanto tempo in mezzo al fuoco, il mio elemento, e vedere la luce normale non era più un'abitudine. Ormai la mia luce era di colore rosso o o giù di lì.
Lui si era fatto serio, e mi aveva guardato con un po' di pietà che mi aveva irritato molto.
-Davvero non puoi guardare il sole?-mi aveva chiesto, con un tono orrendamente compassionevole.
-Non è mica così male, sai? Abbaglia solamente-avevo risposto io. Odiavo quella luce, che rendeva tutto più chiaro. Il mondo era orrendo, e non mi sembrava giusto che arrivasse una comunissima stella che pretendeva di illudere le persone facendo loro vedere un mondo che non era quello vero, un mondo distorto, bello e luminoso.
Preferivo di gran lunga la notte, quella che, anzi, rendeva il mondo più brutto e ti faceva stare meglio quando scoprivi che non era così.
Dopo le mie parole, era rimasto zitto per tutto il giorno, e mi aveva salutato ancora in quello stato pensieroso, che mi aveva fatto pentire di avergli rivelato il mio problema con il sole.
Il giorno dopo, avevo sentito il mio telefono squillare, e avevo risposto al mio amico.
-Axel?-aveva salutato Roxas, con una voce piena di entusiasmo che non potevo capire, ma che mi faceva venire i brividi.
-Sono io, Roxas-avevo risposto con aria scocciata-non capisco come mai mi chiedi sempre se sono io, quando rispondo.
-Semplicemente perché qualcuno potrebbe averti rubato il cellulare, oppure perché potevi anche aver fatto rispondere qualcun altro-mi aveva risposto, con aria di chi dice la cosa più ovvia del mondo.
-Roxas, sono grande, grosso e senza cuore, chi pensi potrebbe rubarmi il telefono?
-Visto come ieri hai perso gli occhiali, non mi stupirei se perdessi anche il cellulare!-aveva riso.
Avevo alzato gli occhi al cielo, esasperato: se Roxas voleva qualcosa, la otteneva, sempre.
-Ci vediamo alle 5 alla stazione. Vieni senza occhiali.
Prima di lasciarmi rispondere, aveva già chiuso, costringendomi così, a presentarmi all'appuntamento.
Roxas mi era sembrato contento, e mi aveva tirato per le scale della torre della stazione. Eravamo arrivati in cima, e mi aveva fatto sedere proprio sul cornicione. Sapeva che una caduta non mi avrebbe fatto male, date le mie capacità.
-Ricordami cosa sono venuto a fare qui-avevo chiesto, scocciato.
-Shhh, ci siamo quasi.
Dopo aver aspettato un po', il sole aveva iniziato a tramontare, stendendo il suo colore arancione per tutta la vallata.
-Ho pensato che, se sei abituato solo alle sfumature del fuoco, questo ti avrebbe fatto piacere-la sua voce mi era sembrata solo un sussurro.
Anche io, in un mormorio imbarazzato, lo avevo ringraziato per quella meraviglia, e me ne ero tornato ad ammirare il tramonto.
Da quel giorno in poi, io e lui avevamo preso l'abitudine (qualsiasi cosa dovevamo fare) di andare lì a goderci il nostro unico momento di felicità insieme.
Le  nostre vite erano buie, anche di giorno, ma solo in quei pochi minuti di serenità completa, riuscivamo ad essere noi stessi: i ragazzi che erano diventati membri di un gruppo troppo grande e pericoloso per loro.

Guardai la mia sveglia sul comodino, come se fosse una ghigliottina con accanto il boia. Odiavo alzarmi presto, ma anche quando avevo dormito fino a quell'ora, era un sacrificio enorme saltare giù dal mio letto.
Mi aspettava un colloquio con il Capo dell'Organizzazione, un incontro che aveva l'aria di essere abbastanza pericoloso, sotto tutti i punti di vista.
Molte volte, quando alcuni non seguivano più le sue idee, lui li aveva distrutti. All'inizio, l'Organizzazione era composta da altri elementi, che andavano sostituendosi con gli anni, a seconda degli umori del capo.
Dovevo stare attento, se non volevo finire in un mucchietto di cenere sul pavimento della sala riunioni.
Guardai con la stessa espressione di prima la sveglia, che ad ogni essere umano sano di mente sarebbe sembrata innocua, ma che a me sembrava prendere forma di un mostro degli Inferi pronto a sbranarmi se non mi fossi alzato.
Con un pugno, la distrussi, e pensai che magari Xemnas poteva aspettare un altro po'.

Con passo fermo e sguardo fisso davanti a me, camminavo per il corridoio che portava allo studio di Xemnas. Non potevo non provare a distogliere la sua mente dal suo piano, ma avrei dovuto stare attento, per riuscirci.
Bussai cortesemente alla porta, ed entrai.
Xemnas era seduto dietro la sua scrivania, a mani giunte e con uno sguardo che non prometteva bene.
Conoscevo il mio capo: non era un individuo normale, non lo era per niente.
-Buon giorno, Axel-il suo tono aveva un chè di minaccioso. "Cominciamo bene" pensai.
-Xemnas-salutai, freddo. Non mi andava di dimostrare il mio rispetto ad uno che avrebbe mandato alla morte uno dei suoi più fedeli servitori, nonchè mio migliore amico.
-Cosa ti porta qui?-mi chiese. "Scommetto che lo sa già, ma vuole sentirlo da me" , mi dissi. Era vero: il suo viso non mostrava né sorpresa nel vedermi, quando avevo bussato, né curiosità nel chiedermi il motivo della mia visita.
-Una sola cosa-risposi-il fatto che hai condannato a morte Ro-mi interruppi-il Numero XIII-corressi. Sapevo che lui era a conoscenza dell'amicizia che ci legava, ma non volevo che la usasse contro di me durante la discussione.
-Lui non morirà-disse-semplicemente, l'anima incompleta di Sora lo ingloberà, totalmente, dentro se stesso. Roxas sarà per sempre un pezzo di Sora, ma non avrà potere decisionale sul corpo. Cesserà di pensare, di parlare, o di esistere.
Io strinsi i pugni: lo faceva apposta a girare il coltello nella piaga? "E' così che vuole sbilanciarmi, è una tattica per sconcentrarmi" mi ripetei, per non perdere la calma.
-Con tutto il rispetto, Xemnas, ma non c'è un altro modo? Una soluzione diversa da quella che vuoi provare?
-Axel, io non capisco proprio perché ti ostini tanto a far finta di avere un cuore: non lo hai-disse, con tono calmo-ogni sentimento che provi non è reale, non esiste, come il tuo cuore. Sono morti insieme alla persona di cui sei il Nessuno.
-Io ho tutto il diritto di provare questi sentimenti, anche se fittizi! E' proprio per farli diventare veri che vogliamo Kingdom Hearts, no?
-Hai ragione, ma fino ad allora, nessuno dovrebbe fingere sentimenti non suoi-il suo sguardo mi sconvolse. Non capivo cosa ci fosse che prima non c'era, ma mi inquietava.
-Ma cosa ne sai tu? Scommetto che tu neanche ci sei riuscito a provarli, questi sentimenti!-urlai. Come si permetteva di insultare l'amicizia che avevamo io e Roxas?
-Ecco. Vedi?-disse, indicandomi-L'unico sentimento che possiamo provare, è la rabbia.
-No, ti sbagli, Xemnas-dissi-c'è molto altro.
-Le uniche cose che ci fanno, scusami il termine, battere il cuore, sono la rabbia e l'affanno, Axel-mi disse-non c'è spazio per i buoni sentimenti che provavamo quando avevamo un cuore.
-Io non sono d'accordo.
-Certo che in mezzo a tutte le persone che ho conosciuto, tu sei proprio il più cocciuto. Vorremmo tornare all'argomento principale?-mi chiese. Era vero, eravamo usciti fuori discorso da fin troppo tempo.
-Come dici tu. Cosa si potrebbe fare per non sacrificare Roxas?
-Niente, Axel. E' l'unico modo-sospirò, fingendo di essere dispiaciuto-non pensi che nemmeno a me faccia piacere perdere uno dei miei più forti combattenti? Non c'è altro modo, mi spiace.
-Non mentire!-mi adirai-Non ti interessa neanche un po' se lo perdi! Sei un egoista e un bugiardo! Se non hai trovato un modo, lo troverò io per te!-urlai-Non permetterò una simile follia!-urlai, girando i tacchi e andandomene.

Mentre facevo lo stesso percorso di prima per uscire da quel maledetto posto, pensavo a chi avrebbe potuto aiutarmi nella ricerca di una soluzione. Non mi venne in mente altri che il vecchio Ansem il Saggio, ma nessuno sapeva dove fosse, dopo la sua sparizione un paio di anni prima.



Cosa ve ne pare di quest'ultimo capitolo? Fatemelo sapere, così mi aiuterete a migliorare la mia storia.
Halfblood Queen

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