The San Fransokyo secret.

di Little_Writer1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Don't Worry. ***
Capitolo 3: *** Who's that girl?. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo.
 
Cassie si fermò nel buio del bosco e riprese fiato. La stavo inseguendo, volevano ucciderla. E’ da almeno 30 anni che non si vedono lupi mannari a San Fransokyo ma lei ora è ritornata. E’ ritornata per vendicarsi di chi ha ucciso la sua famiglia e l’avrebbe fatto ad ogni costo.
Riprese a correre, più veloce che mai quando improvvisamente sentì un dolore alla gamba, l’avevano sparata. Si gettò  a terra e loro la raggiunsero. Loro, i cacciatori. La donna bionda si avvicinò a lei con un enorme pistola in mano che solo Dio sapeva cosa conteneva. Strozzalupo, pensò Cassie. Lo Strozzalupo è la morte più orribile di ogni lupo mannaro e Cassie lo sapeva bene, i suoi genitori erano morti per questo motivo.
«Dove credevi di andare, signorina?» Disse la donna puntandogli contro la pistola. Cassie la conosceva, faceva parte dei Nakamura i più grandi cacciatori di lupi mannari Giapponesi.
Cassie non rispose, cercava un modo per liberarsi. Alla fine sganciò un calcio dello stomaco della donna e con i suoi artigli provò a liberarsi. Tentò tante volte ma alla fine, proprio quando la donna e i suoi seguaci stavano per riprendersi, decise di utilizzare i denti. Riuscì a liberarsi e iniziò, di nuovo, a correre.
Corse più veloce che mai finchè non vide una luce, doveva essere un grande edificio pensò. Guardò dietro di lei: i cacciatori stavano continuando ad inseguirla. Si getto sui rami di un albero e cercò molto cautamente di non fare rumore.
«Esci fuori, inutile ragazzina! Ora mi hai stancata». La donna iniziò a sparare. Doveva muoversi, doveva fare qualcosa. Così decise: si buttò dall’albero scaraventandosi su uno dei suoi due seguaci e si trasformò. Ruggì e inizio a sferrare pugni e calci finchè non si ritrovò il sangue dell’uomo da per tutto. Passò a secondo: gli sferrò un calcio nell’inguine e approfittandosi del fatto che si fosse accasciato per il dolore prese la pistola e sparò.
Si voltò verso la donna e le puntò addosso la pistola che aveva in mano. La donna sorrise. «Mi avevano detto che sei in gamba Cassie..»
«Buon a sapersi..» disse ancora con la pistola puntata. Sapeva di non doversi fidare.
La donna iniziò a sparare e Cassie riuscì a scampare tutti i colpi tranne uno che la colpì violentemente dietro la scapola. Mentre lei sparava, Cassie molto cautamente la distraeva muovendosi fino ad arrivare vicino a lei e con un calcio riuscì a prendere l’altra pistola che aveva in mano e le puntò tutte e due contro di lei. La donna, ormai stanca si ritirò «Non è finita qui ragazzina, un giorno ti prenderanno…»
«D’accordo, allora segnami  quel giorno sul calendario che magari mi preparo e mi metto qualcosa di più appropriato.» Disse sarcastica.
Alla fine, la donna girò i tacchi e se ne andò e Cassie potè finalmente sospirare. Con la spalla che le dava dolore, continuò a camminare fino a quella luce che aveva visto. Arrivò vicino all’enorme edificio che emanava una forte luce bianca che quasi accecava gli occhi. Notò un enorme cartello con una scritta sopra:
SFIT
SAN FRANSOKYO INSTITUTE OF TECHNOLOGY.
 
E dopo quella lunga lotta, finalmente, Cassie sorrise.

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Capitolo 2
*** Don't Worry. ***


Capitolo 1.
Don't Worry.
 
San Fransokyo non avrebbe potuto essere così fredda quella sera. Ma una cosa Honey Lemon la sapeva: Quella città era una meraviglia: migliaia di alti palazzi che illuminavano la città, gente che passeggiava in ogni dove e interessanti luoghi storici da ammirare e soprattutto da invidiare. Honey era ferma d’avanti alla porta di casa sua ad aspettare la sua migliore amica Gogo, che l’aveva convinta ad andare in un locale Honey non era amante di queste cose eppure Gogo era riuscita a convincerla. Una moto improvvisa si fermò d’avanti a lei: Era Gogo. 
«Finalmente! Stava gelando…» riproverò la sua amica.
«Andiamo salta su, siamo in ritardo» disse porgendole il casco. Senza pensarci due volte, Honey afferrò il casco e si catapultò sulla moto e come un razzo sfrecciarono via.
Arrivate a destinazione, la sua amica spense la moto e scese. Ora Honey poteva vedere meglio quello che indossava: Aveva dei pantaloni neri stretti sulla caviglia, una maglia rossa e nera che lasciava scoperta la pancia e degli stivali con un po’ di tacco, Honey subito li notò.
«Hai deciso, finalmente» disse puntando gli occhi sulle sue scarpe. Gogo abbassò lo sguardo e poi guardò Honey.
«Oh, non dirmelo. I miei piedi stanno chiedendo pietà» Honey si lasciò sfuggire una leggera risatina ma poi girò lo sguardo e rimase pietrificata: Tadashi era lì.
«Mi avevi detto che non sarebbe venuto!» sussurrò arrabbiata. Gogo girò lentamente lo sguardo.
«Cos..oh, lui…ehm..» balbettò.
«GOGO!» urlò Honey.
«Hei ragazze!» qualcuno dietro di loro urlò i loro nomi: Wasabi. E Fred. E..Tadashi.
Si avvicinarono a loro e Fred fece un fischio. «Wow Honey sei un vero schianto!»
Indossava una splendida camicetta rosa pastello e una gonna di una tonalità di rosa più scura, non ostante ciò Honey arrossì.«Grazie..» e poi il suo sguardo incontrò quello di Tadashi. Dio se era perfetto.  Honey era sempre stata segretamente innamorata di lui, ma per via della sua spietata timidezza non era mai riuscita a dirglielo, tuttavia l’aveva raccontato solo a Gogo. Honey gli sorrise e fu contenta che lui l’avesse ricambiato.
«Allora entriamo?» urlò poi Gogo e tutti annuirono.
Il locale era molto grande, quasi come una casa.  Si sedettero tutti e cinque ad un tavolo ed ordinarono un cocktail. Mentre parlavano, Honey udì un suono strano. Quasi come un urlo.
«Ragazzi» disse. «Vado un attimo fuori a fare una telefonata». Honey si alzò e corse fuori.
Camminò molto lentamente per cercare di concentrarsi su quella voce eppure non riusciva bene a capire da dove provenisse.
«Hey..» una voce la fece spaventare.
«Tadashi...» disse lei sospirando.
«Mi dispiace di averti spaventata, cosa stai facendo?» chiese lui sorridendole.
«Ho..ho sentito un urlo strano provenire da lì» gli disse indicandogli il bosco. Honey cercò di continuare a camminare ma Tadashi la fermò. «Aspetta… ascolta.. sembra che stia per passare un auto»
«Nascondiamoci» Propose Honey.
Si nascosero dietro un albero. Il cuore di Honey sembra impazzire, il solo contatto con lui le provocava una vampata di calore in tutto il corpo. Tadashi era il ragazzo perfetto, ma Honey sapeva che non aveva speranza. Ritornò alla realtà e si concentrò su ciò, o meglio chi, uscì dall’auto. Era una donna con due uomini: la donna era alta e bionda e indossava una strana tuta nera e aveva un arma in mano. Honey iniziò ad agitarsi tanto che non si accorse che Tadashi le aveva preso la mano.
«Non può essere lontana … sicuramente si farà passare per umana» disse l’uomo di colore.
«In qualunque posto sia … la troveremo» rispose la donna. Poi continuò: «Quella ragazzina è un pericolo, se non la uccidiamo potrebbe mordere qualcuno». Detto questo, la donna con i suoi seguaci girarono i tacchi e se ne andarono.
Honey e Tadashi erano ancora nascosti. Fermi. Honey cercava di capire … umana? E cosa dovrebbe essere, un alieno?
Tadashi ruppe il ghiaccio: «Honey, stai bene?»
Honey si girò verso di lui: «Credo di si…» disse «Cosa volevano dire quei cacciatori?..» domandò.
«Non lo so, ma credo che dobbiamo restare in allerta, da quello che ho capito…» Tadashi si girò verso di lei e la costrinse a guardarlo in faccia: «Ascoltami, per ora non diciamo nulla a nessuno, per non farli preoccupare, Okay?»
Honey annuì, ancora spaventata: «Okay». 

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Capitolo 3
*** Who's that girl?. ***


Capitolo 3
 
Who’s that girl?

Erano passati 3 giorni da quando Honey aveva visto la donna bionda con i suoi seguaci. “Poterebbe essere un pericolo” quelle parole le rimasero nella mente e non riusciva a scacciarle via. Ma poi ritornò alla realtà.
Si guardò nello specchio: aveva i capelli tutti in disordine e quindi decise di farsi uno changignon ( non chiedetemi il perché plz). Aprì il suo guardaroba e subito scelse cosa mettersi: un abitino arancione, calze e dei piccoli tacchi, per lei i tacchi erano tutto. Indossò per ultimo ciò che la rendeva Honey Lemon, i suoi adorati occhiali rosa perla. Guardò l’orologio e si accorse che si stava facendo tardi e subito uscì di casa.
La SFIT era sempre stata la scuola dei suoi sogni e poter esserci dentro era strepitoso. Quella scuola era fantastica: a Honey piaceva inventare nuove cose, ma più  di tutto adorava la chimica. Adorava qualsiasi tipo di esperimento chimico, era la sua passione e non ne avrebbe potuto sceglierne uno migliore. Ma forse ciò che davvero amava di quella scuola erano i suoi amici. Wasabi, il grande Wasabi. Si erano conosciuti il primo giorno, ricordava ancora quando gli aveva fatto finire l’acqua addosso, Wasabi è sempre stato gentile con lei, come un fratello. Honey lo riteneva una persona onesta ma lui era molto fifone e ed era questo che adorava di lui. Poi c’era Gogo, lei era un po’ come il detto “gli opposti si attraggono”. Si, perché lei e Gogo erano diverse eppure erano molto unite: si raccontavano tutto, qualsiasi cosa. Gogo era una ragazza dal cuore di ghiaccio ma Honey sapeva che in fondo è una ragazza insicura e piena di dubbi, loro due si erano conosciute in classe, erano capitate vicine, Honey aveva chiesto a Gogo di spiegarle un esercizio e lei subito l’ha aiutata. Da allora erano inseparabili. Poi c’era Fred, Freddie, come piaceva chiamarlo lei. E’ stato proprio lui a dargli il nomignolo Honey Lemon. Anche se Fred non era uno studente regolare, gli voleva molto bene. Lui l’ha sempre appoggiata  in tutto quello che faceva e viceversa. Fred la faceva ridere ed era un ragazzo sempre alla ricerca di ragazze, ma senza mai nessuna conclusione.  Poi c’era l’ultimo arrivato, Hiro. Honey gli voleva un bene dall’anima e non solo perché era il fratello di Tadashi, ma le ricordava il suo fratellino, morto ormai da parecchi anni. Ogni volta che vedeva Hiro, le venivano a mente tutti i ricordi che aveva del fratello. E poi c’era lui, Tadashi Hamada. Honey non sapeva precisamente perché fosse innamorata di lui. Ma una cosa la sapeva, era l’unica persona che sapeva ascoltarla. Quando aveva un problema lui era sempre lì, a consolarla. Forse era questo che l’aveva spinta ad innamorarsi di lui. Forse quando lo guardava sentiva davvero delle farfalle nello stomaco.
Entrò in classe «Buongiorno ragazzi!» disse accennando un sorriso.
«Buongiorno Honey» disse Wasabi. Lei e Wasabi avevano la postazione di lavoro vicino. «Sei in ritardo, il caffè si farà freddo» Ogni mattina Wasabi le prendeva un caffè per iniziare al meglio la giornata. Honey rise. «Mi dispiace, grazie Wasabi» lo ringraziò. Di fronte a lei aveva la postazione di Tadashi e Hiro. Tadashi stava lavorando, quindi Honey decise di non interromperlo, ma improvvisamente Tadashi alzò lo sguardo, le sorrise e la salutò agitando la mano. Honey gli sorrise; il suo cuore in quel momento avrebbe voluto scoppiare e urlare. «Quando la smetterete?» La voce di Wasabi la distrasse. «Che vuoi dire?» chiese.
Wasabi si girò verso di lei «Davvero?...insomma,  vi mangiate con gli occhi!» continuò «Va da lui e digli che ti piace»
«Tu stai andando su di giri Wasabi, Tadashi non ha tempo per..»
«Per te? Honey, se non avesse tempo per te non ti starebbe ad ascoltare anche quando dici cose stupide» la interruppe Wasabi. Ma prima che Honey potesse replicare, la porta del laboratorio si aprì e il nuovo professore, che rimpiazzava il professor Callaghan, entrò con una ragazza al suo fianco. Honey la osservò: aveva minimo la stessa età di Hiro, cioè sui 15 anni. Aveva i capelli neri ma non come la pece, e gli occhi castani. Era piuttosto bassina e un visino piccolo.
«Ragazzi, un attimo d’attenzione…» tutti puntarono gli occhi su di lei.
«Lei è la nostra nuova studentessa, Cassie» poi continuò «Trattela bene, mi raccomando».
La nuova ragazza, Cassie, fece un passo avanti e fece un mezzo sorriso al laboratorio.
«Benvenuta al laboratorio dei Nerd, Cassie» disse felice, come sempre, Fred.
«Grazie, ehm.. tu sei?» disse lei
«Oh, sono Fred, non faccio parte del laboratorio ma sono la mascotte della scuola» sorrise.
«Non darlo retta, non sa quello che dice… Piacere sono Gogo» si avvicinò Gogo
Honey decise di andarsi a presentare «Un’ altra ragazza, menomale! Ciao, Sono Honey Lemon!» disse presenta dosi.
«E’ un piacere ragazze!» disse sorridendo.
«Cassie, loro sono Wasabi, Hiro e Tadashi» disse Fred indicando i tre ragazzi. Hiro la stava fissando da molto tempo, Honey gli diede un colpo al braccio.
«Eh?.. Oh, ehm..ciao, s- s- sono Hiro» disse arrossendo.
Sia a Honey che a Tadashi scappò una risatina ed entrambi si guardarono.
«Ehm, piacere Hiro» disse Cassie sorridendo.
«Rilevazioni lesioni fisiche»  Improvvisamente una voce li fece impaurire. Era Beymax, il robot – infermiere che Tadashi aveva costruito. «Rilevazioni lesioni fisiche» ripetè
«Beymax, cosa stai dicendo?» chiese Tadashi.
«Il paziente ha segni di lesioni fisiche!» rispose Beymax.
«Quale paziente?» Chiese Honey.
«Lei!» Indicò Cassie.
 

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