Daylight

di ronnieisnotonfire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ho dormito in un bosco ***
Capitolo 2: *** affari interni, segreti, cose appuntite ***



Capitolo 1
*** ho dormito in un bosco ***


 

La mia mente sballottava qua e là con pensieri e sogni strani. Alzai la testa, sentendo il corpo come un fascio teso di nervi; il collo indolenzito mi suggerì che non ero di sicuro nel mio letto, benché meno in un qualsiasi altro letto.

Aprì gli occhi e vidi tutt’intorno a me le foglie secche del bosco, a vegliare su di me gli alberi imbruniti e ingialliti dall’autunno.

La testa traballò e si lasciò andare a volteggiamenti senza fine; mi aggrappai all’albero per vani tentativi volti all’alzarmi dal terreno umido del bosco. 

Non ricordai nulla della sera prima, solo il fatto che ero andato al solito bar con il mio amico Luke e lui, giustamente, era andato a casa con la sua ragazza, mentre io ero rimasto come un coglione a piedi.

-Merda.- riuscì a dire dopo essere ricaduto con i miei skinny jeans neri sulla terra. Pregai il cielo che la maglia dei Metallica fosse ancora intatta e senza macchie di vomito o altro.
Non ci vedevo ancora molto bene dato che l’alba stava salendo lentamente; sbuffai svuotato di forze e mi appoggiai con la testa all’albero dietro di me.

Mentre chiudevo gli occhi un velocissimo fruscio di foglie accompagnato da una folata di vento mi sorprese: voltai il collo per trovarne la fonte, ma solo quando mi tornai dritto vidi una ragazza tutta vestita di nero di fronte a me.

-Fai sempre così con i ragazzi? Appari alle loro spalle senza avvertire?- feci una finta espressione sopresa, mettendomi teatralmente una mano sul petto, permettendo allo sguardo di essere pungente.

-Solitamente sì, ma vedo che non sei per nulla sconvolto dal fatto che tu abbia dormito in un bosco.-  rispose la ragazza con la malizia nella voce dolce e soffice, resa leggermente roca dalla notte. La osservai e le immagini della sera prima si fecero vivide e indelebili nel mio cervello, i suoi capelli neri e lisci tra le mie dita, le sue labbra piene a giocare con le mie, la sua pelle pallida che si scontrava con la mia.

-E' l’alba, forse dovresti tornare a casa, ragazzina, o mamma e papà si preoccuperanno.- indossai la mia armatura acida e distaccata, come sempre.

-Vale lo stesso per te, ragazzino.- sottolineò l’ultima parola mentre si tirava su il cappuccio del giubbino di pelle. I suoi occhi castani intensi non si staccarono mai un secondo da me, sembrarono annotare ogni minimo movimento.

-Hai bisogno di essere riaccompagnata a casa?- le domandai quando, barcollante, mi rimisi in piedi.

-Sei rimasto tutta notte in un bosco e queste sono le tue domande?- alzò un sopracciglio. -Devono succederti spesso cose del genere.- fece una smorfia, un misto tra scherno e divertimento. In quel momento la trovai davvero bella.
La ragazza guardò preoccupata l’alba.

-Qualche volta .- risposi io pulendomi i pantaloni. Lei sorrise lievemente e annuì.

-Sarà meglio che vada ora .- si voltò.

-Prima dimmi il tuo nome .- le presi il polso, era freddo come un ghiacciolo. Abbassò lo sguardo sul braccio, strattonandolo, lo mollai, accorgendomi della maleducazione del gesto.

-Mi chiamo June .- disse rimanendo voltata per metà verso di me, mostrandomi il suo profilo delicato. Ripetei il nome a fior di labbra e, tempo di voltarmi, non fu più di fianco a me. Un sussurro mi giunse all’orecchio “mi troverai sempre qui, Michael”. Rabbrividì. Mi rimasero di lei solo il sussurro portato dal vento e il suo nome, June.

 

Mi incamminai verso casa perplesso e pieno di domande. Il sole, ormai, si alzava senza problemi in cielo e da quando sorse io continuai a grattarmi un punto impreciso del collo; mi toccavo la zona continuamente dato il prurito che mi procurava. “Sarà un succhiotto”, pensai.
Il cellulare, affondato nella mia tasca, era completamente scarico.


Mi ci vollero 20 minuti a piedi per raggiungere il campus. Quando arrivai davanti alla mia amata “stanza 127” mi ci fiondai dentro senza salutare né Phil né Calum. Camminai come uno zombie, disfacendomi dei vestiti sporchi una volta in camera, infilando poi i pantaloni della tuta e una felpa oversize; mi lanciai sotto alle coperte sfinito dalla nottata.
Purtroppo la calma durò troppo poco.
-
Notte brava, eh, Michael?- trillò Phil. Ci mancava solo il coglione. -Anche io mi sono divertito particolarmente ieri sera, oh siamo andati al giapponese con quelli del mio corso di letteratura e...-Cominciai con dei mugugnii e terminai con diversi ruggiti soffocati dagli strati di tessuto.

-Sta zitto, Phil, che stanotte ho dormito in un fottuto bosco!- lo interruppi inacidito, affondando la faccia nel cuscino.

-Ti sei ubriacato per bene, allora.- rise da idiota, come al solito. Io grugnii infastidito.

-Dov’è Ashton?- domandai avvolto nelle coperte.

-Nella sua camera a rileggere Twilight, quel ragazzo dovrebbe rivedere le sue priorità.- esclamò Phil.

-Certo, certo. Ora esci e richiudi la porta? Grazie, prego, addio.- sputai acidamente. Mi lasciai andare a un rumoroso sonno.

 

Una nebbiolina tutta intorno a me sembrava volermi nascondere da qualcosa o a qualcuno. I fruscii delle foglie in quel momento non mi sembrarono umani, bensì di qualche animale straordinariamente veloce.
La notte divenne improvvisamente più silenziosa di prima.
Mi ritrovai da solo in mezzo al nulla con la gola secca; necessitavo qualcosa per dissetarmi, ma l’acqua non era quello che volevo, me lo sentivo dentro.
Vidi un ragazzo correre a perdifiato davanti ai miei occhi. Di nuovo i fruscii. 
Nella mia bocca un sapore ferroso mi riempì senza preavviso, inculcandomi voglie sconosciute.
Comincia a inseguire il ragazzo. Si voltò a guardarmi ma non percepii il suo volto esternamente all’ombra che lo avvolgeva.
Mi lancia su di lui atterrandolo al suolo. Un verso rabbioso arrivò dalle mie spalle, ma non mi voltai.
Le lacrime sgorgavano come fiumi dagli intensi occhi chiari di ghiaccio della mia preda; la solita cresta alta e bionda era spettinata e piena di foglie. Mi stava pregando, ma mi leccai le labbra preso da un bisogno irrefrenabile. Senza trattenermi infilzai il collo di Luke con due canini appuntiti. 

In quello stesso istante mi svegliai ricoperto da una patina di sudore sotto al maglione oversize; comincia a grattarmi incessantemente il punto del collo che mi bruciava da stamattina; la pelle veniva portata via dalle mie unghie. Dalla mia bocca uscirono gemiti, ma nulla sembrava fermare le mie mani, salde su quel punto del collo. Corsi fuori alla stanza verso il bagno; nessuno sembrò notare niente. Il vapore della doccia infestava ancora la stanza appannando qualsiasi cosa. “Calum del cazzo che si lava sempre a temperatura di merda” pensai e con la manica pulii lo specchio. I denti stringevano violentemene il labbro inferiore. Il fiatosi accorciava anche a causa del vapore nell’aria. Spostai il maglione, seguì le macchie, il sangue, la pelle, fino ad arrivare a due buchi neri accerchiati dal dolore causato dalle mie mani. 

 

HELLO THERE!

Buon 2015! Se non vi ricordate di me ero @niallspringles (nessuno si ricorderà di me)

Era da un bel pezzo che non pubblicavo e, sinceramente, mi spiace. Non è che non ho scritto, ultimamenti scrivo anche troppo, soprattutto durante le ore scolastiche, il che porta un mio enorme sfavore.

Questa storia doveva essere pubblicata intera, ma dato che pubblico anche su wattpad, dividerò in capitoli, cercando di non fare stacchi di 1 anno tra un capitolo e l'altro. 

Anyway l'ispirazione deriva da Daylight, che amo molto e di cui leggendo i lyrics ho capito il vero significato (ho urlato "VAMPIRI!" sembrando un pazza), allora mi sono lanciata a capofitto in questo progetto, mettendo da parte la mia cara "Bad Blood", che amo tanto e che ora continuo in parallelo (che se volete potete trovare qui).

E nulla, fatemi sapere che ne pensate e spargete la voce(?), 

Ronnie xx

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Capitolo 2
*** affari interni, segreti, cose appuntite ***


 
 Il mio petto si alzava e si abbassava troppo velocemente.
A falcate andai verso la camera di Ashton. Bussai forte e con tanta insistenza.
-Un secondo!- affermò l’altro aggiungendo uno sbuffo alla fine. -Michael, cosa vuoi?-
-Non essere così acido, ho solo un’emergenza.-
-Se è per prendere la mia auto stasera per andare al bar a rimorchiare sai già che sarà un no.- si appoggiò allo stipite della sua porta con le braccia conserte
-E’ seriamente grave, ti giuro.- lo superai entrando  e mi sedetti sul letto. “Prego eh” mormorò. Guardai il poster di Twilight appeso alla porta: doveva seriamente rivedere le sue priorità.
-Riguarda la super notte brava che hai appena passato?- Ashton andò a sedersi alla sedia girevole della scrivania.
-Sì e, davvero, tu sei il massimo esperto di queste cose e quindi mi servi tu.- lo guardai preoccupato giocando con le mani.
-Allora spiegami, sputa il rospo.- si sistemò i ricci con una mano, tendendo le orecchie per ascoltarmi.
-Tu sei il massimo esperto di vampiri, fumetti e fantascienza che conosco e in pratica è successo che ieri sera ci ho provato con questa ragazza, siamo usciti dal bar e…-
-Michael non voglio sapere delle tue scopate fantasiose, per l’amor di Dio!- mi mise una mano in faccia sporgendo l'altra in avanti per darmi lo "stop".
-Se mi lasciassi finire, Cristo!- urlai guardando in alto. -Stamattina mi sono svegliato con un prurito al collo abbastanza potente, ho continuato a grattarmi tutto il tempo e poi ho dormito e- e mh, ho fatto questo sogno stranissimo in cui ero nella foresta e c’era Luke e lo assalivo e c’era qualcuno dietro di me e poi gli ho morso il collo e mi sono svegliato e- e- e sono c-corso in bagno e ho visto questo!- dissi tutto d’un fiato, cominciando ad avere i capogiri a causa del mancato passaggio d’aria. Alla fine della spiegazione spostai il maglione mostrando ad Ashton il collo massacrato.
Si avvicinò osservandolo serio, correndo poi, con mani tremanti, verso la libreria, tirando fuori un libro nero.
-Stai cercando di far uscire un mio demone interiore o?- domandai. Lui mi zittii.

Ci furono solo il rumore dei fogli e le imprecazioni di Ashton per 2 buoni minuti.
-Eccolo! Finalmente!- urlò appoggiando il libro malamente sul tavolo.
-Visto che sono io quello con due buchi nel collo, potrei gentilmente sapere che cos’ho?- domandai.
-Michael, dammi tempo. Intanto devo dire che, bello, sei nella merda.- scrutava le pagine veloce e concentrato
-Sono nella merda? Sono stupito, potresti consolare la gente come professione, Ashton.- sputai scorbutico.
-Dammi il tempo di finire! Gesù Cristo, sembri una ragazzina.- mi riprese. -Comunque, il destino vuole, che tu non sia morto o trasformato, tu sei stato semplicemente marchiato, come una specie di succhiotto dei vampiri, significa che sei suo. L’unico problema è che ora hai del veleno localizzatore in circolo, tu potrai spostarti, ma lei saprà sempre dove stai. Sei la sua preda, ora potrà farti qualunque cosa.- apprezzai il fatto che cercò di spiegarmi le cose in un linguaggio più vicino al mio; poi, all’ultima frase, la mia mente perversa pensò qualcosa di scontato per il tipico ragazzo malizioso come me, Ashton se ne accorse.
-Oh, andiamo, Michael, come hai fatto a pensare subito a quello? Sei un maiale.- ridacchiò lui. -Tornando seri, questa ragazza sembra appartenga alla famiglia dei Van Garthner, famiglia di antiche radici che pareva non tornasse all’attacco da almeno 55 anni.- spiegò andando avanti e indietro per la stanza. Ero proprio un ragazzo fortunato, insomma. Tutto cominciò a diventare impossibile, insomma, vampiri? Gente che ci scrive libri? Pensai di essere ancora ubriaco, addormentato, sotto effetto di droghe o veleni di qualsiasi genere.
 -Michael? Mi stai ascoltando?- mi schioccò le mani davanti al viso. Mi ripresi sobbalzando e annuendo poco convinto. -Dicevo che devi stare molto attento, tutti i Van Garthner hanno un metodo da applicare sulle loro vittime: prima flirtano, poi cominciano a farti credere che vi bacerete, così potrebbe accadere, dopo cominceranno a scherzare, facendoti perdere ogni sentimento, lasciandoti neutro e attaccabile emotivamente; infine, la maggior parte delle volte, ti succhiano il sangue fino a quando il tuo cuore non smette di battere.- finì con un sussurro, guardandomi negli occhi con sguardo preoccupato e assente. Io alzai un sopracciglio.
-Questa merda diventa sempre più inquietante e insieme incredibilmente irreale.- mi alzai incredulo passandomi una mano nei capelli. -Non voglio morire per una ragazzina succhia sangue che ha preso una nottata troppo seriamente. Anche se quelle labbra ne varrebbero la pena.
-Michael, non morirai, ti avrebbe già ucciso, no? Poi se non ti avvicini troppo 
per 8 mesi minimo al vampiro che ti ha attaccato  il marchio svanisce, ma questo funziona solo con i vampiri giovani. Spero che tu non ti sia incuccato una bestiaccia di 3200 anni, fratello.- mi diede una pacca sulla spalla.
-Senti ora la cerchiamo e scopriamo se è qua al campus; dubito fortemente che non la incontrerò, in più io voglio ...- mi fermai, buttai fuori l’aria e guardai negli occhi Ashton. Mi fece segno di continuare, ma quello che pensavo non volevo dirlo ad alta voce. -Voglio rivederla, c’è qualcosa nel suo nome sussurrato dal vento che mi stende.- senza dire nulla andò alla sua postazione al computer, cominciò a pigiare i tasti, così mi avvicinai per vedere cosa stesse facendo.
-Con due o tre password criptate qua e là vedremo tutto, però prima come si chiama?- domandò lui e un brivido mi percorse tutta la schiena, mi sembrò di essere di nuovo nel bosco con la brezza mattutina e quegli occhi fissi su di me.
-J-June.- balbettai riprendendomi.

Continuò a cercare finché non la trovò, il mio cuore cominciò a battere all'impazzata.
-E’ lei.- confermai io
-Allora quello che ho trovato è che ha un fratello e una sorella, abita proprio appena fuori dal bosco, frequenta storia delle arti occulte qua a scuola. Non sapevo nemmeno che esistesse un corso del genere, se no andrei a quello invece che a trigonometria avanzata.- sussurrò le ultime parole e io roteai gli occhi in disapprovazione.
-Quindi è qua a scuola? Potrebbe essere qua anche oggi! Dobbiamo trovarla.- lo voltai tenendogli la mano sulla spalla.
-Sei stupido? Come facciamo a trovarla? Andiamo, sai quante ragazze ci sono in questa scuola?- mi guardò sistemandosi gli occhiali su naso con fare saccente.
-Sì, ma quante frequentano “storia delle arti occulte”? Cambiati che scendiamo.- ci ripensò molleggiando la testa, mi diede ragione.
Corsi in camera mia infilando una t-shirt nera a caso, dei jeans neri a caso e “Il” giubbotto di pelle, quello non era mai a caso. Presi l’Iphone e gli occhiali da sole uscendo, mi diressi verso il salotto dove notai Ashton già pronto.

Prendemmo le scale scendendo nel giardino del campus.
-E ora?- domandai cercando di sbirciare la mappa.
-Vieni, passiamo dalla mensa, quelle aule stanno nell’ala sud del college, ho controllato.- mi condusse tra le stradine, arrivando alla mensa dove
-Ragazzi! Che ci fate in giro? Non avete lezione a quest’ora.- Calum ci aveva beccato, corse verso di noi con il bicchiere di caffèlatte che prendeva sempre alle 11.
-Ehm, affari interni, segreti, cose appuntite.- affermò Ashton quasi scoppiando a ridere, gli tirai una gomitata nello stomaco che lo fece piegare. "Stronzo" mormorò mentre io e Calum lo guardavamo.
-Che hai combinato stavolta?- riportò l'attenzione su di me guardami con gli occhi 
assottigliati.
-Nulla! Ora torna a bere il caffè e a controllare Phil, non vorrei mai che distruggesse casa.- Feci per andarmene.
-Col cazzo, ora vengo anch’io.-lanciò il bicchiere centrando il buco della spazzatura e ci corse dietro. Ashton camminava leggermente piegato con una mano sulla pancia
-Sì sto bene, grazie di avermelo chiesto.- borbottò facendosi sentire.

Attraversammo tutta la scuola arrivando all’ala sud. Ashton con l’iphone ci conduceva usando la cartina del sito.
-Questa è l’aula, tra 10 minuti dovrebbe finire la lezione.-
-Almeno mi spiegate che ci facciamo qua?- eravamo appoggiati al muro con nonchalance, però io dentro ero un fascio di nervi tesi come corde di un violino.
-La ragazza della nottata di Michael.- sogghignò Ashton scambiandosi sguardi d'intesa con l'altro.
-Oh Gesù, ora ho paura.- borbottò Calum.
-Stai zitto, non è che tu sia un santo con le ragazze.- lo guardai da sopra i miei occhiali da sole.
-Sì, ma almeno io le ringrazio della gentile concessione e quando vado fino in fondo beh ...- non lo lasciai finire.
-Poi sono io l'idiota.- gli altri due mi guardarono chiedendomi che avessero fatto, io non risposi.

Rimanemmo appoggiati al muro con le braccia incrociate per altri 10 minuti, poi la porta si aprì, lasciando andare gli studenti.
-Eccola!- spostai tutti indietro mentre lei passava con passo veloce. Il viso pallido risaltava in confronto ai vestiti neri intonati ai suoi capelli, mezzi coperti con una sottospecie di bombetta. Cominciai a camminare per seguirla. Cercai con lo sguardo un angolo lontano dagli occhi dei pochi presenti in quest'ala della scuola.-Andiamo, muovetevi!- farfugliai duramente trai denti.
Arrivammo a un punto morto del campus e intimai ai ragazzi di non seguirmi più mentre mi allungavo per sorprendere June.
Stava a 5 passi da me, mi affrettai e sfruttando un incrocio del retro di alcune aule mi ci ficcai, portandola con me, tenendo salda la mano sulla sua bocca, mentre con l’altra le cinsi la vita.
-Vedo che ci incontriamo spesso stamattina.- le sussurrai vicino a un orecchio. Non sembrò per nulla sopresa.
-Sento che è stato un incontro cercato, Michael.- le avevo tolto la mano dalla bocca.
-Mi conosci meglio del previsto, June.- si voltò verso di me, si avvicinò così velocemente che me ne accorsi solo quando mi sfiorò le mie labbra con le sue. Con un gesto altrettanto veloce mi spinse contro al muro tenendo la mia maglia con forza.
-Sai, se fossi in te non mi ricercherei così in fretta.- continuò a sussurrarmi a fior di labbra.
-So tutto, “dentini affilati”, se ti cerco è solo perché avevo bisogno di vederti.- cercai di non sembrare spaventato com'ero dentro.
-Allora sei abbastanza idiota.- non si mosse di un centimetro, guardò le mie labbra e poi di nuovo i miei occhi
-Lo confermo.- feci un mezzo sorriso.
-Almeno lo sai.- fu fredda.
Un intenso gioco di sguardi tra noi, sembrava ci fossero scintille nell'aria, intorno a noi, ancora fermi in quella posizione, con i respiri che si fondevano, il fiato corto e l'ombra complice del nostro piccolo segreto.
Mi sporsi per annullare le distanze, ma June, più furba di me mi ributtò indietro facendomi sbattere contro al muro.
-Dimmi cosa vuoi, Clifford.- mi intimò esponendo i denti perfettamente bianchi. Mandai giù la saliva inesistente, la mia bocca sembrava piena di sabbia, con un sapore ferreo e pungente.
In che cazzo di situazione mi ero cacciato?


HELLO YA FILTHY ANIMALS!
E' inutile che continui a dire "da quanto teempo!" tanto avete capito che ormai sono così, una pigra e lenta improvvisatrice.
E' la seconda edizione di questo capitolo, visto che avevo appena finito di editare i cambiamenti quando Chrome ha deciso di sua spontaneo volontà di chiudersi. MAAA anyway, torniamo al capitolo: Michael non è un vampiro! Almeno per ora, chi lo sa che succederà? (Io lo so eheheheh)
E nulla, non ho molto altro da dirvi, solo che, come al solito, mi piecerebbe un mondo sapere cosa ne pensate, le vostre parole dolci e care mi spingono a migliorarmi e diciamo che mi fanno sentire più o meno esistente su questo sito.
AAAAH il banner è nuovo, ne ho fatti altri 5 prima di questo, ma mi reputo soddisfattissima perché questo rappresenta la storia meglio del precedente.
Spero di sentirvi presto,
Ronnie xx

 

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