Enjoy the Campus

di Blueyes0907
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** You always exaggerate, Dia! ***
Capitolo 2: *** So you are my new rommates... ***
Capitolo 3: *** A hit in the balls is not enough? ***
Capitolo 4: *** I'm waiting for you, readhead ***
Capitolo 5: *** Who are you? ***
Capitolo 6: *** We'll see each other again ***
Capitolo 7: *** Or I should say... Ed? ***
Capitolo 8: *** Oh - oh, Diamond is jealous! ***
Capitolo 9: *** Ally is not here... ***
Capitolo 10: *** He was my... boyfriend ***
Capitolo 11: *** It looks funny... but I'm Ed! ***
Capitolo 12: *** What are YOU doing here? ***
Capitolo 13: *** Harry, but... where were you? ***
Capitolo 14: *** On the beach. Half past nine pm ***
Capitolo 15: *** I really wanna know it? ***
Capitolo 16: *** Ok... I deserved it... ***
Capitolo 17: *** Because I wanna be the one for you… ***
Capitolo 18: *** I'll warm you up ***
Capitolo 19: *** It will be... irresistible, right? ***
Capitolo 20: *** And your eyes, irresistible ***
Capitolo 21: *** Strong Girls Don't Cry ***
Capitolo 22: *** We'll move on ***



Capitolo 1
*** You always exaggerate, Dia! ***


Oh, you always exaggerate, Dia!
 
 
“Bene, Diamond... sono certa che ti piacerà passare due settimane in questo campus. Ha un’aria molto da campeggio e da serate sulla spiaggia con gli amici, non trovi?” disse mia madre, abbassando il finestrino della macchina e guardandomi allegra. Posai a terra la mia valigia e guardai il campo estivo alle mie spalle. L’insegna, un tempo rossa, era sbiadita, e le casette che si vedevano in lontananza avevano un che di profondamente squallido.
 
“Tu dici? Perché secondo me ha un’aria da ‘ho scelto questo campus per pagare di meno’…” le risposi, continuando a guardare quel posto con un sopracciglio alzato.
 
“Oh, tu esageri sempre, Dia…” rise mia madre. Sarà che io esageravo sempre, ma a quel posto mancava solo la scritta ‘ARBEIT MACHT FREI’ e mi sarebbe sembrato un campo di concentramento in tutto e per tutto.
 
Tua madre ha ragione, esageri sempre…
 
Nessuno ha chiesto il tuo parere, Rick!
 
“Beh, tesoro io vado. Divertiti!” mi salutò mia madre, mandandomi un bacio volante. Cominciò ad allontanarsi sulla sua Nissan Note rossa.
 
“Lo sai che quello che hai detto è molto ipocrita, vero?” le gridai sarcasticamente, mentre si allontanava. Beh, come puoi dire a tua figlia sedicenne “Divertiti” se la stai lasciando in uno schifoso campus estivo mentre tu te ne vai in vacanza per due settimane a Los Angeles con il tuo compagno?
 
Non state capendo nulla, vero? Ok, ora vi spiego come sono andate le cose: io sono Diamond Collins, ho sedici anni e sono una ragazza di Manchester. Mia madre è una quarantenne che si crede ancora giovane che, dopo aver divorziato con mio padre, ha iniziato a darsi alla pazza gioia. Ha voluto quindi soddisfare il suo grande capriccio di girare l’Inghilterra come una ventenne in cerca di nuove esperienze, finché non è incappata in una piccola città chiamata Holmes Chapel, dove ha incontrato un uomo chiamato Des, di tre anni più grande di lei, anche lui divorziato. Inutile dire che tra i due è esplosa la passione e senza neanche presentarmi quest’affascinante uomo che le aveva rubato il cuore, mia madre è partita alla volta di Los Angeles con lui, per passare una vacanza da sogno. Lasciando ovviamente la sottoscritta in uno stupido campeggio per ragazzi a una trentina di chilometri da Londra. E quindi eccomi qua, in questo luogo estraneo, sola soletta senza nemmeno un amico pronto a confortarmi.
 
Sei una frignona, Diamond. Devi avere sempre da ridire su tutto.
 
Oh, già… non sono sola… c’è anche Rick, la mia fastidiosissima coscienza parlante. [Aridaje con le coscienze parlanti! Perché non avevano ancora rotto abbastanza…]
 
Comunque non mi andava di restare ferma a deprimermi davanti a quello squallore, quindi decisi di muovermi; presi il mio borsone e la mia valigia, con l’intenzione di andare a cercare la segreteria di quel posto, per capire a quale catapecchia sarei stata assegnata. Stavo appunto girovagando per il campus quando una voce alle mie spalle mi fece voltare. Due ragazzi, uno accanto all’altro mi guardavano, sorridendo maliziosi. Il meno alto (perché non era esattamente basso) aveva un ciuffo ribelle di capelli castani, due occhi di ghiaccio e le labbra sottili. Era magro e leggermente muscoloso, indossava una maglia bianca con delle righe blu scure, dei jeans chiari con il risvolto e delle Vans blu. L’altro, quello più alto, era il ragazzo più bello che io avessi mai visto: due labbra rosee, circondate da due fossette sulle guance, messe in evidenza da un sorrisetto malizioso e divertito. I capelli erano castani e ricci, tirati su dal gel. Le braccia erano piene di tatuaggi e, sotto la maglietta a maniche corte bianca, se ne intravedevano altri. Indossava anche un jeans scuro con le ginocchia leggermente consumate e delle Converse bianche. Ma la cosa che più mi colpì di lui furono i suoi occhi verdi giada, in cui mi sentii sprofondare.
 
“Ma guarda un po’ questa bella bimba…” aveva commentato il riccio, avvicinandosi leggermente. Frenai la voglia di lanciargli contro una bomba atomica.
 
“Come, scusami?” chiesi facendo qualche passo verso di lui, con la voce un po’ più alta del solito, a causa della rabbia. Odiavo quando i ragazzi usavano nomignoli stupidi come bimba, baby, piccola, dolcezza… cavolo, ce l’ho un nome, o no?
 
“Harry. Harry Styles.” disse con nonchalance, porgendomi la mano. Notai che il ragazzo dagli occhi azzurri rimase un po’ indietro, intento a godersi la scena. Ignorai senza ritegno alcuno la mano del riccio tesa verso di me e iniziai ad allontanarmi in grande stile. Però il riccio mi bloccò per il braccio e mi tirò a sé.
 
“Dove scappi, bimba? Non mi dici il tuo nome?” sussurrò a pochi centimetri da me. Alzai gli occhi al cielo, ripensando a quei sei mesi di autodifesa che avevo fatto l’anno precedente. Con uno scatto gli diedi una ginocchiata nei coglio… nelle parti basse, e appena lui si fu allontanato gli diedi una gomitata nello stomaco, forse con un po’ troppa potenza. Harry crollò a terra senza fiato, tossendo e gemendo allo stesso tempo.
 
Dia, hai decisamente esagerato!
 
Dici?
 
“Il mio nome è Diamond.” sussurrai, abbassandomi leggermente, accanto al suo viso. Lui alzò lo sguardo, per incontrare i miei occhi azzurri. “Non chiamarmi più ‘bimba’, ok?” continuai facendogli l’occhiolino, prima di alzarmi e andarmene in grande stile, portandomi dietro i miei bagagli.
 
Diamond 1… Harry 0
 
Sentii il ragazzo dagli occhi azzurri ridere sguaiatamente. Mi girai leggermente per seguire la scena e mi resi conto che aveva raggiunto il suo amico riccio e, ridendo, lo stava aiutando ad alzarsi.
 
“Amico…” disse tra una risata e l’altra. “Ti ha conciato per le feste!” Harry si alzò, reggendosi i gioielli doloranti.
 
“Mi… mi ha colto di sorpresa…” si giustificò con voce leggermente acuta. “Cacchio, spero di non cambiare voce!” disse aggiustandosi gli attributi. Feci un verso disgustato, ma a quel punto l’altro ragazzo mi affiancò.
 
“Non so chi tu sia… ma sei stata epica! Lo hai… letteralmente abbattuto!” esclamò ridendo come un pazzo. Mi lasciai sfuggire un ghigno. Sì, beh… ero abbastanza soddisfatta del risultato ottenuto. “Comunque piacere, io sono Louis. E tu sei…?” mi chiese, spronandomi a continuare.
 
“Diamond. Molto piacere, Louis.” Dissi, stringendogli la mano. Era decisamente più simpatico del suo amico. Scrollai la mia chioma rosso fuoco; era un gesto automatico, che ero solita fare quando mi presentavo alla gente. I miei capelli, insieme ai miei occhi azzurri erano il mio “marchio” e mi era sempre piaciuto sbandierare un po’ questi lati del mio aspetto.
 
“Il piacere è mio.” rispose lui con un mezzo sorriso. Che ci stava provando era ovvio, e non mi dava di certo fastidio. Mi era sempre piaciuto sedurre, essere sedotta, era un gioco a cui mi piaceva sempre giocare.
 
“Senti, Louis, io sono appena arrivata qui, non conosco bene il posto. Non è che sapresti dirmi dov’è la segreteria, o almeno un posto dove posso farmi dire dove andare e cose simili?” chiesi, facendo vagare lo sguardo sull’area circostante. Per me quelle casette erano tutte uguali.
 
“Sì, devi andare in quella casetta là in fondo… quella con la bandiera rossa accanto.” disse indicando un punto alle mie spalle. Mi girai e cercai con lo sguardo la casetta che mi stava segnalando e la trovai. “Se vuoi ti accompagno.”
 
“No, grazie…” rifiutai gentilmente con un sorriso. “Penso di potercela fare da sola. Magari ci becchiamo in giro, eh?” proposi ammiccando.
 
“Perché no? Stasera, nell’anfiteatro del campus organizzano una discoteca per Under 18. Ci potremmo vedere là.” suggerì lui sorridendo.
 
Uh, diretto il ragazzo…
 
Non è nemmeno male. Oggettivamente parlando, ovviamente.
 
Sta zitto, Rick, tanto so che sei gay!
 
Sono una coscienza! Non posso essere omosessuale!
 
‘Omossessuale’… da quando usi termini così colti?
 
“Mmh, bella idea. Allora ci vediamo stasera. Ciao Louis!” lo salutai, dirigendomi nella direzione che prima mi aveva indicato. Passai davanti a Harry, che ci stava ancora reggendo il pacco dolorante. “Ciao Harry…” gli sussurrai tra il divertito e il malizioso.
 
“Ciao, rossa.” ringhiò lui di rimando. Mi voltai verso di lui con uno scatto. Istintivamente lui si coprì le parti basse con le mani. Sorrisi divertita per questa sua reazione.
 
“Non ti avevo per caso detto il mio nome?” gli chiesi stringendo gli occhi, fingendomi arrabbiata. Il riccio annuì fulminandomi con lo sguardo. “E allora usalo. Forza, riccio: salutami come si deve.” ordinai, puntandogli contro l’indice, come si fa per sgridare il proprio cane.
 
“Ciao, ’iamond…” borbottò a bassa voce. Scossi la testa.
 
“Non ci siamo, Harry. Scandisci bene le parole, dai!” lo incitai strafottente.
 
“Ciao Diamond.” ripeté Harry sbuffando. Gli feci pat-pat sulla testa, sorridendo sorniona.
 
“Bravo, cucciolo.”
 
Sai una cosa, Rick? Questa permanenza si preannuncia più divertente del previsto…


COMMENTI DELL'AUTRICE :'3
Io... non ci credo! Sto veramente pubblicando il primo capitolo della mia nuova storia! Questo è un ritorno in grande stile (si spera). Forse la maggior parte di voi non si ricorda di me, perchè ho cambiato nickname. Sono Niallsfood98 (la scrittrice di Let it Be Love), tornata con una nuova storia e un nuovo nickname ^.^
Vi dico sin da subito che per il secondo capitolo voglio minimo 5 recensioni, altrimenti non aggiorno e.e sono cattiva? Sì, lo so e me ne vanto.
Bacioni, la vostra Blinkah!

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Capitolo 2
*** So you are my new rommates... ***


So you're my new roommates...
 
 
La casetta che mi era stata assegnata era la numero cinque. Mi era stato spiegato come raggiungerla e che l’avrei condivisa con altre due ragazze. Quindi, arrancando sotto il sole delle undici di mattina, sudando come un mandrillo, raggiunsi la casetta con un 5 intagliato nel legno della porta. Dovevo ammettere che quella casetta era messa meglio delle altre… almeno il legno sembrava in condizioni di sopravvivere a un po’ di pioggia. Posai il borsone e, con la mano libera, bussai alla porta. Beh, mi avevano dato le chiavi, ma non volevo entrare a sorpresa nella stanza, anche perché probabilmente le due ragazze con cui mi sarebbe toccato convivere erano dentro.
 
Con la mia solita fortuna mi ritroverò le tipiche snob londinesi che mi scambieranno per la loro schiavetta…
 
Non lo sapremo finché non vedremo che tipo di persone sono, no?
 
Oh… è giusto… quindi tu non dici solo stronzate!
 
Molto divertente, Diamond…
 
Lo so, Rick, lo so…
 
Persa tra i miei pensieri quasi non mi accorsi della ragazza mora che mi aprì la porta in quel momento, con un aria prima cordiale e poi confusa, a causa delle mie valige.
 
“Oh… ciao.” sussurrò esitante, fissandomi da capo a piedi. Le mostrai la piccola chiave della casetta con un mezzo sorriso.
 
“Ehi, Julie, chi è alla porta?” chiese una ragazza castana, arrivando alle spalle della mora che mi aveva aperto la porta. Anche lei iniziò a guardarmi, perplessa.
 
“Hanno detto di venire a stare qua…” dissi semplicemente. Le espressioni delle due si distesero, mostrandomi due sorrisi allegri.
 
“Ah, ok. Entra pure.” mi invitò la castana. Presi le mie valigie e feci due passi avanti, entrando nell’accogliente mini-soggiorno. C’era un semplice divano, posizionato di fronte a una vecchia TV. Per terra, ricopriva quasi interamente il parquet, un tappeto peloso e bruciacchiato in alcuni punti… forse a causa di una sigaretta. Dal soggiorno, attraverso una porticina, si raggiungeva una stanzetta, con dentro tre letti a una piazza, ricoperti da lenzuola bianche e delle coperte leggere arancioni.
 
“Benvenuta, coinquilina!” esclamò la ragazza castana porgendomi la mano. Posai le valigie e gliela strinsi. “Io sono Allyson.” si presentò. Sorrisi. Mi presi del tempo per guardarla bene: era una bella ragazza, magra, ma con le curve al posto giusto, di statura normale. Aveva i capelli castani lunghi e lisci che le arrivavano quasi alla fine della schiena e gli occhi castani scuri. Le ciglia erano voluminose, grazie a un po’ di mascara nero. Era vestita sportiva, con una maglia nera con la scritta ‘London’, degli shorts di jeans e le Converse con la bandiera inglese. Era veramente graziosa e decisamente non sembrava una snob.
 
“Io sono Diamond. Molto piacere, Allyson!” le risposi con un grande sorriso, per poi rivolgermi all’altra ragazza. Questa volta fui la prima ad allungare la mano.
 
“Io invece sono Juliet. È un piacere conoscerti.” dichiarò la mora con un leggero sorriso.
 
“Il piacere è tutto mio.” dissi stringendole la mano. La sua pelle era olivastra, aveva i tipici tratti orientali, i capelli castani scuri, da sembrare quasi neri, le arrivavano a metà schiena, gli occhi castani, avevano sfumature color cioccolato.
 
Oh… cioccolato…
 
Diamond… Dia? DIAMOND!
 
Eh? Chi? Cosa?
 
Ti sei incantata.
 
Già… colpa del cioccolato…
 
Aveva un grande e caloroso sorriso, coperto da un leggero strato di burro cacao, mentre sulle palpebre era evidente una spessa linea di matita marrone/dorata; le ciglia erano state allungate col l’ausilio di un po’ di mascara nero. Indossava una canotta larga con motivi colorati, degli shorts di jeans chiari, leggermente consumati e delle Converse basse bianche, un po’ sporche sulle punte.
 
“Ehm… dove mi sistemo?” chiesi guardando i tre letti. Le due mi indicarono il letto accanto alla finestra, dicendomi che era libero. Non mi andava di sistemare la mia roba, quindi posai le valigie ai piedi del letto e mi sedetti a gambe incrociate sulla coperta, invitando le altre a fare lo stesso. “Bene, Allyson e Juliet…” esordii.
 
“Oh, ti prego! Già i nostri sono nomi da vecchie, poi tu li dici così!” scherzò Allyson, buttando la testa all’indietro, non riuscendo a trattenere una risata. “Puoi chiamarci Ally…”
 
“E Julie!” concluse l’altra con un sorriso smagliante. Risi leggermente senza un vero motivo. Quelle due ragazze erano una forza!
 
“Ok. Voi potete chiamarmi Dia.” risposi appena riuscii a placare la mia risatina. “Quindi… Ally, Julie; da adesso siamo coinquiline...” esordii nuovamente, accomodandomi meglio sul letto. “Beh, parlatemi un po’ di voi. Perché siete qui?” chiesi incuriosita, sperando di non essere indiscreta.
 
“Noi veniamo qui ogni anno, con i nostri fratelli e i loro amici. Mio fratello si chiama Liam, mentre il fratello di Julie si chiama Zayn, mentre i loro, anzi i nostri amici, si chiamano Niall, Harry e Louis.” spiegò Allyson, pardon, Ally. Un pensiero si fece largo nella mia mente.
 
“Harry? Alto, riccio, occhi verdi, fossette…?” chiesi inclinando leggermente il capo.
 
“Lo conosci?” mi chiese stupita Julie. Annuii.
 
“Anche Louis, se è per questo. Li ho incrociati poco fa…” spiegai. “È stato lui a dirmi dove si trovasse la segreteria, io non sapevo davvero come muovermi o dove andare. È stato molto gentile. Ed è anche molto carino…” ammisi ammiccando. Ally mi lanciò un’occhiata di viva curiosità.
 
“Ma non ti piacerà mica Louis?!” chiese scioccata. Julie soffocò una risata.
 
“No, ho solo detto che è carino… tutto qui.” risposi sentendo le guance scaldarsi.
 
“Gelosa, Ally?” sussurrò divertita Julie, dandole alcune leggere gomitate sul braccio. Ally alzò gli occhi al cielo, sbuffando. “Devi sapere che Ally è la migliore amica di Louis ed è gelosissima di lui, anche se non lo vuole mai ammettere…” mi spiegò divertita.
 
“Non sono gelosa di Louis!” piagnucolò la castana, colpendo con un piccolo e scherzoso pugno la testa dell’amica.
 
“Comunque mi spiegate bene cos’è questa storia della discoteca per Under 18? Louis mi ha accennato qualcosa, ma non ho ben capito di che si tratta.” cambiai discorso. Volevo rendermi conto di che tipo di festa si trattasse, così da poter già farmi un’idea di cosa indossare.
 
“Oh, non è niente di che. Non pensare alle vere discoteche, c’è solo tanta musica a volume altissimo, qualche drink analcolico e tanti ragazzi carini!” spiegò Julie contenta. “Purtroppo non li organizzano tutte le sere, comunque se stai pensando a come vestirti non ti preoccupare. Non mettere niente di che, è giusto una cosa per divertimento.”
 
Rick!
 
Sì, mio capitano?
 
Pronto per la festa?
 
Sono nato pronto, capitano!
 
Così ti voglio, soldato!
 
HARRY’S POV
 
“Louis, sai che odio te e tutte le tue stupide scommesse?” chiesi retorico chiudendo la porta della casetta numero sei, la nostra. Lui ridacchiò, buttandosi sul divano accanto a Liam, il nostro coinquilino. Nella casetta numero quattro si trovavano gli altri nostri amici, Niall e Zayn, mentre nella cinque Ally e Julie, le nostre amiche, sorelle di Liam e Zayn.
 
“Che ha combinato, questa volta?” chiese Liam, spegnendo la tv. Sbuffai, lasciandomi cadere sulla poltrona.
 
“Poco fa io e Hazza stavamo facendo una passeggiata e abbiamo visto una rossa appena arrivata, allora io gli ho detto che secondo me se ci avesse provato lei lo avrebbe mandato male, quindi abbiamo scommesso.” spiegò Louis ridacchiando.
 
“E mi sono beccato un calcio nelle palle!” esclamai irritato. Anche Liam rise con Louis.
 
“Beh, Harry… ti potrai sempre rifare al Party Night di stasera.” disse il ragazzo dagli occhi castani. Lo guardai sorridente.
 
“Stasera c’è il Party Night?” chiesi guardandoli entrambi, per avere la conferma. Loro annuirono contemporaneamente. Sorrisi malizioso, pensando a quanto mi sarei divertito quella sera, sperando che Diamond si sarebbe presentata. Mi accomodai meglio sulla poltrona e lasciai cadere la testa all’indietro, spostando con una mano i ricci dalla mia fronte. “Perfetto…”


Commenti dell'Autrice :3
Sarò breve, anche perchè sono stanca... allo scorso capitolo ho avuto sei recensioni, e ringrazio tutti i fantastici recensori :D Allora, in questo capitolo compaiono Ally e Julie, che sono praticamente due mie grandissime amiche, rispettivamente Federica e Claudia *faciaociaoconlamano*
Cos'ha in mente il ricciolino? Eh, chissà! Come dice mia madre "chi vivrà (e io aggiungo 'chi recensirà') vedrà! Comunque ci sarà da divertirsi. Parola di Blinkah!

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Capitolo 3
*** A hit in the balls is not enough? ***


A hit in the balls is not enough?
 
 
 
DIAMOND’S POV
 
Avevo appena finito di prepararmi per la festa, che le ragazze avevano detto chiamarsi Party Night. A quanto pare era una cosa che facevano ogni quattro o cinque giorni. Mi avevano anche detto che mi avrebbero mostrato un “posto speciale” ma non mi avevano rivelato nulla di più. Mi guardai nello specchio (che prendeva tutta l’altezza del muro) per l’ultima volta, dalla testa ai piedi: i miei capelli rossi erano al naturale, ovvero leggermente ondulati e cascavano tutti sulla spalla destra. Avevo indossato una canotta verde acqua e larga, con scritto in nero “Let’s Go Crazy ’Till We See The Sun”, un paio di jeans lunghi e chiari, strappati in direzione delle ginocchia, le Vans nere e, infine avevo messo una collana con il simbolo della pace. Mi avvicinai al letto, dove avevo posato la mia giacca di pelle nera, la presi e uscii dalla stanza. Trovai Ally che batteva nervosamente il piede per terra, poggiata di spalle al muro, accanto alla porta del bagno. Mi avvicinai a lei, guardandola interrogativa.
 
“È un quarto d’ora che Julie è chiusa lì dentro. Se non esce immediatamente sfondo la porta!” sbottò irritata la castana. Non era ancora truccata, come me d’altronde, e tra meno di dieci minuti i loro amici sarebbero venuti a prenderci. Già, sarebbero venuti a prendere tutte e tre, infatti Julie aveva raccontato a suo fratello che avrei passato il resto della mia permanenza con la loro comitiva.
 
“Porta pazienza, mia dolce amica.” cinguettò Julie da dietro la porta del bagno. Ally trattenne un urlo spazientito. Solo in quel momento notai com’era vestita: aveva una maglia bianca con delle scritte alla rinfusa, sopra una camicia a quadri rossa, arrotolata sui gomiti e legata in vita, dei jeans aderenti neri e un paio di Converse rosse alte. Al collo aveva una collana con l’infinito e i suoi capelli castano chiaro erano raccolti in una lunga treccia laterale. Finalmente Julie uscì dal bagno, truccata perfettamente con mascara, eye-liner, ombretto e lucidalabbra perfettamente applicati sul suo viso perfetto.
 
Ugh! Perché tanta perfezione in una persona sola?
 
Tutto merito dei tratti orientali. Tutti i ragazzi orientali sono dei fighi.
 
A parte i fratelli di Malala…
 
Eh già.
 
Io zono Malala, vengo da Pakistan.
 
Ma che cazz…?
 
Scossi leggermente la testa, evitando di pensare ai fratelli di Malala e continuai a ispezionare la mia amica mora: i capelli, solitamente ricci, erano stirati e ricadevano leggeri lungo la schiena. Indossava una maglia grigio perlaceo scuro, con sopra una stampa rappresentante tre piume bianco/grigie, che richiamavano gli orecchini che si era messa alle orecchie (ovviamente). Una gonna nera a vita alta le arrivava all’incirca all’ombelico e la maglia era stata infilata all’interno di quest’ultima. Sulle gambe c’era un sottile collant color carne, che quasi non si notava, per il colore della sua pelle, simile a quello dell’indumento e ai piedi aveva delle Dr. Martins nere alte.
 
“Ragazze, siete delle fighe assurde!!” gridò Julie guardandoci da capo a piedi. Risi. “Però dovete ancora sistemare il trucco. A questo ci penso io!” continuò felice prendendo il suo strapieno beautycase. Supposi che era un’esperta nel settore e non mi opposi. Ci afferrò per i polsi e ci trascinò nel soggiorno, per poi scaraventarci sul divano. “Comincerò con Dia. Cacchio, con i tuoi occhioni azzurri e i tuoi capelli rossi sarà uno spasso!” esclamò felice, prendendo un paio di ombretti e una matita. La fissai leggermente preoccupata.
 
“Sei… sei sicura di volerlo fare tu? Ti vedo un po’ troppo su di giri.” dissi incerta. Lei fece un versetto scettico, facendo schioccare la lingua sul palato. Continuava a frugare nel suo borsello e la vidi tirare fuori un mascara e un lucidalabbra. Si mise subito all’opera e dopo qualche minuto sorrise soddisfatta. Mi mostrò uno specchietto ed io guardai il mio riflesso.
 
“Soddisfatta?” chiese sorridendo felice. Eccome se lo ero! Mi aveva steso sulla palpebra una linea di matita verde, accompagnata da un po’ di ombretto verde acqua, che sfumava nel celeste chiaro. Andava ovviamente in tono con la maglia che indossavo. Le ciglia erano diventate lunghe e voluminose grazie a un abile lavoro di mascara e sulle labbra era stato steso del lucidalabbra rosato. Mi aveva anche messo un po’ di correttore sotto gli occhi, per coprire le leggere occhiaie che mi porto dietro ogni volta che ho passato qualche notte in bianco di troppo.
 
“Julie è… fantastico, sei stata bravissima! Non sembro nemmeno io!” sussurrai estasiata continuando a guardare il mio riflesso. In quel momento sentimmo bussare alla porta.
 
“Devono essere i ragazzi. Dia, per favore vai ad aprire tu e falli entrare, io nel frattempo, trucco Ally, poi possiamo uscire.” mi disse Julie cominciando a riporre i trucchi che aveva usato per me e a prendere quelli che avrebbe usato per la nostra amica castana. Mi diressi velocemente verso la porta, passandomi una mano tra i capelli. Ero stranamente nervosa, ma non ne capivo il motivo. Presi un respiro profondo, prima di aprire la porta, ritrovandomi di fronte cinque ragazzi, due dei quali li conoscevo già: Harry e Louis. Sorrisi in direzione di quest’ultimo, lanciando poi un’occhiata divertita a Harry, che mi guardava con tanto di occhi fuori dalle orbite. Stava per mettersi a sbavare.
 
“Ciao Dia! Quindi sei tu la nuova coinquilina di Ally e Julie! Caspita, quanto è piccolo il campus!” esclamò Louis facendo un passo avanti. Mi fece fare un giro su me stessa. “Sei uno schianto, vestita così!” commentò sorridendo. Poi si rivolse ai suoi amici che erano rimasti indietro, intenti a fissare la scena. “Ragazzi, lei è Diamond. Harry ed io l’abbiamo conosciuta questa mattina. Visto che casualità?” disse ai ragazzi di fronte a noi. Feci un cenno con la mano, sorridendo sinceramente.
 
Mh, quanti bei ragazzi…
 
Ma tu non pensi ad altro?
 
No!
 
“Molto piacere!” esclamai allegramente.
 
“Dia, loro sono Zayn.” iniziò indicandomi un ragazzo dai tratti facciali molto simili a quelli di Julie. “Liam.” continuò indicandomi un ragazzo dai capelli castani e gli occhi marroni. Si capiva anche solo con uno sguardo che era il fratello di Ally. “E Niall.” concluse indicando un ragazzo biondo (tinto) dagli occhi azzurri, simili ai miei. “Harry lo conosci già.” aggiunse indicando il riccio con un cenno della testa.
 
“Già…” sussurrai, ostentando il mio sorriso.
 
Purtroppo…
 
“Boo-Bear!” esclamò Ally correndo verso di noi. Louis si voltò completamente verso di lei e la prese in braccio al volo, poiché lei gli era saltata letteralmente addosso.
 
“Piccola!” gridò Louis facendole fare un paio di giri, per poi rimetterla a terra. Non potei fare a meno di notare il capolavoro che aveva fatto Julie con la matita marrone/rossiccio e l’ombretto dorato. Ally stava benissimo, senza contare il leggero strato di lucidalabbra rosso e il mascara nero che le allungava le ciglia. “Ehi, sei una grandissima figa, stasera! Rivoglio la mia migliore amica!” scherzò il castano giochicchiando con la treccia della mia amica.
 
Boom! Frienzoned!
 
Mi dispiace per Ally, dopotutto si vede che Louis almeno un po’ le piace…
 
“Visto come sono brava?” si pavoneggiò Julie, posando un bacio sulla guancia del fratello.
 
“Sì, ok, ma noi non ce ne stavamo andando? Forza gente, altrimenti al buffet finiscono tutte le cose più buone!” si lamentò il biondo, Niall. “E poi ho una fame da lupi!”
 
“Niall, tu hai sempre fame!” sbottò Ally, ancora tra le braccia di Louis. “Comunque hai ragione, meglio muoversi. Di certo non ci siamo messi in tiro così per restare qui a cianciare.” continuò prendendo Louis per mano e trascinandolo verso la porta. “Dai, andiamo!”
 
Siccome Ally era praticamente corsa via con Louis ci pensammo io e Julie a spegnere le luci e a chiudere la porta. Appena la mia amica mora ebbe chiuso la porta a doppia mandata e si fu infilata la chiave nella borsetta a tracolla nera che si era portata dietro, ci allontanammo con tutto il gruppo, notando in lontananza Louis che parlava e qualche volta rideva un po’ e la piccola Ally che gli saltellava intorno, felice come una pasqua. Bisognava avere gli occhi foderati di amianto per non capire che era innamorata persa.
 
“Ti sei messa in tiro per me, rossa?” una voce roca soffiò nel mio orecchio. Mi voltai di scatto, trovandomi davanti il viso di Harry. Mugolai infastidita dalla sua presenza e allungai il passo. “Mamma non ti ha insegnato a rispondere alle domande, eh rossa?” mi sfotté, raggiungendomi. Sorrisi strafottente.
 
“Un colpo nelle palle non è abbastanza per te, riccio?” chiesi retorica. “Senti, visto che so che sei un povero bimbo ritardato, te lo ripeto: io non mi chiamo ‘Rossa’, non mi chiamo ‘Bimba’ e non mi chiamo in un qualsiasi altro modo stupido. Io… mi chiamo…” sussurrai guardandolo fisso. “DIAMOND.” sibilai gelida, per poi pestargli con tutta la forza che avevo, ma con scarsi risultati.
 
“Complimenti, rossa… mi hai sporcato la punta della scarpa. Ora per farti perdonare dovrai darmi un bacio…” disse Harry con un sorriso malizioso. Mi tirò a sé facendo aderire i nostri petti. Guardai il resto del gruppo, che era più avanti rispetto a noi, sperando che nessuno si voltasse. Non volevo che fraintendessero. Le labbra del riccio sfiorarono leggermente la mia guancia e quel gesto mi fece scattare come una molla: lo allontanai da me con una spinta e cercai di mollargli un ceffone in pieno viso, ma lui mi bloccò.
 
“Tra tante ragazze, perché devi rovinare la MIA esistenza?” dissi tra i denti, lanciando fulmini dagli occhi. Il mio polso era ancora rinchiuso nella sua presa, alzato un po’ rispetto alla mia testa.
 
“Semplicemente perché tu sei l’unica ragazza che io abbia mai conosciuto che quando si incazza è così fottutamente eccitante…” sussurrò a pochi millimetri dal mio viso. I nostri respiri ormai si confondevano, ma i nostri sguardi trasmettevano emozioni forti e contrastanti: l’odio mischiato all’azzurro ghiaccio. Il sarcasmo e la malizia mischiati al verde chiaro.
 
“Harry! Dia!” una voce maschile ci fece voltare di colpo. Era Louis, accompagnato da Ally. I due si fermarono di fronte a noi, lei un passo dietro di lui, ci guardava con un mezzo sorriso. “Abbiamo… interrotto qualcosa?” chiese il castano facendo vagare i suoi occhi da me a Harry, senza sosta. Scossi il capo, assottigliando le labbra.
 
“No…” dissi semplicemente, sfilando con foga il polso dalla presa del riccio. “Non hai interrotto un bel niente!” sussurrai prima di allontanarmi incazzata.
 
LOUIS’ POV
 
Ally guardò esitante la figura di Diamond che si allontanava in fretta, prima di andarle dietro. Harry sorrise divertito, prima di ricominciare a camminare con le mani in tasca.
 
“Lo trovi divertente, vero?” gli chiesi, guardandolo, immobile. Lui si girò e mi guardò divertito.
 
“Molto.” rispose semplicemente.
 
COMMENTI DELL'AUTRICE :3

Ok, ho aggiornato dopo 5 recensioni :D il capitolo è un po' più lungo del solito. Avete visto il nostro Hazza. Anche se i suoi piani non sono ancora molto chiari (nemmeno a me x'D) si sta decisamente dando da fare. Poi c'è Ally che ci prova a muzzo con Louis non pare accorgersene... poveretta :c
Julie resta single in mezzo a tutto quel ben di Dio, ma sicuramente ci dev'essere uno dei suoi amici storici che non le è indifferente... ma chi? eheh!!
Se trovate degli errori vi chiedo scusa, ma sono molto stanca, scriverlo è stata una faticaccia, anche perchè sono nello spriscio totale (ovvero sono scazzatissima) spero di riuscire a rendere di più nel capitolo 4. A proposito, se volete che lo posti voglio minimo 7 recensioni in questo capitolo >:3 lo so, sono cattiva!
Baci, Blinkah <3

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Capitolo 4
*** I'm waiting for you, readhead ***


I’m waiting for you, redhead
 
 
 
DIAMOND’S POV
 
La festa non si svolgeva in un luogo chiuso, come pensavo. Era semplicemente un grande spazio pavimentato sormontato da un enorme bungalow che un tempo era stato bianco.
 
“Dia!” esclamò Ally raggiungendomi. Aveva il respiro un po’ affannoso, perché aveva corso. “Tutto bene?” mi chiese posizionandosi davanti a me, e prendendo le mie mani fra le sue. Alzai il sopracciglio.
 
“Non dovrebbe?” chiesi, più dura di quanto volessi. Lessi la preoccupazione nei suoi occhi.
 
“Ho visto che Harry…” cominciò, guardando il riccio che, poco più dietro parlava con Louis. Sospirai.
 
“Harry è solo un’idiota… non voglio nemmeno pensare a lui. Stasera voglio solo divertirmi.” le dissi sorridendo. Lei ricambiò il sorriso. In quel momento arrivò Louis e si fermò accanto a noi.
 
“Pronte ragazze? Stasera ci divertiamo!” disse felice guardando velocemente Ally, per poi posare lo sguardo su di me. [In questo momento entra Grazia e legge tutto. G: Ok, molto carino, ma Julie? M: In che senso? G: E’ sparita! M: Ma che ne so dov’è! E che sono, la sua segretaria?]. In quel momento una verità agghiacciante si abbatté su di me.
 
A… a Ally piace Louis…
 
Lo so che a Ally piace Louis. E allora?
 
Lui ci sta provando… con me!
 
Io non lo darei per certo. Vediamo come si comporta stasera, poi tiriamo le conclusioni… sei sempre così affrettata, Dia!
 
Non farmi la ramanzina! Stupida coscienza scassaballe!
 
In quel momento arrivarono Julie, Zayn Liam e Niall che interruppero le mie seghe mentali.
 
“Dai, ragazzi! Non volevamo divertirci, stasera?” chiese Julie saltellando intorno a noi tre. Io e Ally sorridemmo. Tutte e tre ci incamminammo, lasciando indietro i ragazzi. Solo in quel momento mi accorsi di un tendone messo poco lontano dalla “pista da ballo”.
 
“Ehi, ragazze. Cos’è quel tendone laggiù?” chiesi indicandolo. Le mie amiche sogghignarono.
 
“Te lo spiegheremo più tardi…” disse Ally con aria maliziosa. Sbuffai.
 
“Andiamo, ragazze!” sbottai.
 
“Nemmeno una parola!” ribadì irremovibile Julie, sorridendomi. Misi il muso, ma questo scatenò solamente le risate delle mie amiche. Intanto eravamo arrivate alla pista. Un dj, più grande di noi di qualche anno, metteva qualche canzone a caso, ma nulla di speciale. Pensai che volesse tenere il meglio per quando la serata sarebbe entrata nel vivo. Una decina di ragazzi camminava da un lato all’altro della pista, parlando distrattamente. Un bancone bar, occupava un intero lato dell’area e un ragazzo dai capelli neri era intento a servire bevande ai ragazzi lì presenti. Niall si fiondò al tavolo del cibo, riempiendosi in pochi secondi un piatto di pizza, rustici, panzerotti ripieni, wurstel e quant’altro. Lo guardai sconvolta, mentre si infilava in bocca un rustico, contento come un bambino.
 
Ma… ma… ma…
 
“Oh, non preoccuparti. È tutto normale…” disse Ally divertita, notando la mia espressione scioccata. “Anzi… adesso ha deciso di cominciare la dieta.” sussurrò assorta, mordicchiandosi un’unghia.
 
“Beh, fanculo tutto! Non sono venuta qua per vedere Niall che si ingozza. Non so voi, ma io vado a chiedere a quel dj di fare un po’ di casino!” disse Julie avviandosi decisa alla console. La seguii decisa, trascinandomi dietro Ally.
 
*un’ora dopo*
 
La festa era entrata nel vivo. Liam ballava con una bionda che non mi sembrava di conoscere. Ally e Julie ballavano insieme, sfiorando lo sconcio. Niall stava, ehm… pomiciando con un hot dog? Beh, sì… effettivamente lo stava facendo. Harry e Louis erano spariti. In un attimo di offuscamento mentale, forse dovuto alla musica troppo forte, al fumo e alla confusione, me li immaginai, chiusi nella loro casetta a fare cose sporche. Scossi la testa inorridita, continuando a sorseggiare il mio drink (rigorosamente analcolico, a causa delle noiosissime regole del campus); non sapevo cosa fosse, come si chiamasse o cosa contenesse, ma aveva un buon sapore. In quel momento due mani si posarono sui miei fianchi, voltandomi di scatto. Emisi un verso acuto per la sorpresa; mi ritrovai davanti a due pozze oceaniche, comunemente dette ‘occhi di Louis’.
 
“Louis!” esclamai, dandogli un colpo sulla spalla. “Mi hai fatto prendere un colpo!” sbottai, fulminandolo con lo sguardo. Lui rise, togliendomi il bicchiere dalle mani e lanciandolo via.
 
Tsk… che inciviltà! E il rispetto dell’ambiente è andato in pensione?
 
Perché devi essere così dannatamente… fottutamente… irrimediabilmente… rompicoglioni?!
 
“Oh, scusa…” disse, continuando a ridacchiare. “Balliamo?” mi chiese, avvicinando un po’ il suo corpo al mio. Il dj aveva fatto partire Love Drunk delle Little Mix e noi due ci stavamo già muovendo a tempo.
 
“Lo stiamo già facendo...” sdrammatizzai. L’atmosfera si stava appesantendo e mi sentivo un po’ a disagio, anche perché Ally era a pochi passi da noi.
 
“Dia, ci stiamo solo muovendo!” rise lui. Cominciò a muoversi più deciso, incitandomi a fare lo stesso. Le sue mani restarono ferme sui miei fianchi. Sospirai, lanciando un’ultima occhiata a Ally. Beh, in fondo stavamo solo ballando. Cominciai ad avvertire il ritmo della canzone e iniziai a ballare con più sicurezza. Ballammo così, ridendo spensierati, un altro paio di canzoni, prima che Niall ci raggiungesse e si rivolgesse a Louis scherzando.
 
“Attento alla tua migliore amica, o stasera finisce nel letto di qualche sconosciuto…” scherzò. Non potei non sentire questa sua affermazione. Infatti, quando mi girai, notai con orrore che Ally non stava più ballando con Julie. Cazzo, che fine aveva fatto??
 
ALLY’S POV
 
Vedere Louis che ballava con Diamond mi infastidiva, e non poco. Anzi, mi faceva incazzare di brutto. Dia era mia amica, aveva sicuramente intuito che mi piaceva Louis… e allora che faceva con lui? A che gioco stava giocando. Sospirai infuriata, prendendo un altro bicchiere di non-so-cosa. Non mi andava di reggere il moccolo per tutta la serata, dovevo fare qualcosa; volevo che il mio Boo-Bear tornasse a essere mio. Notai accanto al bancone un ragazzo: era alto e leggermente muscoloso, con i capelli biondi scuri, tirati su in un ciuffo. Indossava una maglia nera a maniche lunghe, rimboccata fino ai gomiti, un jeans scuro e delle scarpe nere da ginnastica. Fantastico, avevo trovato il modo perfetto per attirare l’attenzione del mio castano. Andai dal biondo con una spavalderia che non mi apparteneva.
 
“Balliamo?” chiesi comparendogli davanti. Posai le mani sui fianchi e mi lasciai scrutare da capo a piedi da quel tizio mai visto prima. Lui fece un sorrisetto sghembo, per poi alzarsi. Mi prese per il polso e mi portò al centro della pista, a qualche passo da Dia e Lou.
 
“Come hai detto di chiamarti?” chiese il tipo muovendosi aderente al mio corpo. Per un attimo non sapevo se mentire o dire la verità.
 
“Io sono Ally.” gli gridai nelle orecchie, a causa della musica alta. Essere sinceri era la cosa migliore, in un campus così piccolo mi avrebbe sgamata subito, se avessi detto una stronzata. “Tu?”
 
“Io sono Sam.” rispose semplicemente il biondo. In quel momento qualcuno mi prese per un polso e mi strattonò lontana da Sam. In una frazione di secondo mi scontrai contro il petto di Louis. I suoi occhi mi fissavano seri.
 
“Boo…” sussurrai solamente.
 
DIAMOND’S POV
 
Louis era andato da Ally, e mi stava bene. A lei piaceva, non mi potevo mettere in mezzo, anche perché Louis non mi piaceva. Decisi di andare al bancone, per prendere qualcosa da bere. Avevo la gola secca. Arrivata lì ordinai il drink e cominciai a sorseggiarlo. Mi spostai i capelli su una spalla e mi misi a guardare la pista.
 
“Tu… sei Diamond, per caso?” mi chiese una voce alle mie spalle. Era il barista.
 
“Sì, perché?” chiesi girandomi verso di lui. Lo vidi prendere qualcosa da sotto il bancone, per poi porgermelo. Era un bigliettino ripiegato.
 
“Un ragazzo mi ha chiesto di darlo ‘Alla ragazza dai capelli rossi e gli occhi azzurri, Diamond’. Prima che tu me lo chieda, non so chi sia.” disse lui, per poi allontanarsi. Alla luce del mio cellulare, riuscii a leggere il contenuto di quel messaggio.
 
“Sono nella Tenda dell’Amore, non tardare… no, non puoi sapere chi sono… altrimenti sarebbe troppo facile. Beh, che ci fai ancora lì seduta a quel bancone? Io sono qui.
Ti aspetto, rossa.”




COMMENTI DELL'AUTRICE :3
Eccomi, puntuale, dopo sette recensioni che mi riempiono il cuore di gioia :3
Alluora (?) cosa succede? I ragazzi vanno alla festa, Dia balla con Lou, Ally balla con un tale chiamato Sam (Samy, alla fine hai visto che ti ho aggiunto? Spero che il tuo personaggio ti piaccia :D ) per far ingelosire Louis e sembra riuscirci. Intanto Dia riceve questo misterioso bigliettino. Non oso nemmeno chiedervi chi pensate che sia, tanto mi risponderete tutte alla stessa maniera. Credo. Qui sorge spontanea la domanda: Team Diais (Dia + Louis) o Dirry (Dia + Harry)? Sapete che mi piace vedere cosa ne pensate voi.
Quindi per avere il prossimo capitolo mi dovete fare nuovamente il regalo di 7 recensioni, dicendomi chi tra i due vedete bene con la nostra rossa. :D
Baci, vostra Blinkah

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Capitolo 5
*** Who are you? ***


Ehi, sono io. Blinkah. Potete passare a vedere questo video? Sono io con delle mie amiche. Non siate troppo pesanti con le critiche, è la nostra prima registrazione, eravamo un po' nervose :) https://www.youtube.com/watch?v=V9QOSkPV1JE
Grazie a chi lo fa <3

Who are you?
 
 
Lessi e rilessi quel biglietto più volte. ‘Ti aspetto, rossa.’. Ma chi diamine poteva essere? Non conoscevo nessuno nel campus, a parte Ally, Julie e i loro amici. Ma erano persone che conoscevo appena!
 
Ok, andiamo per ordine. Prima cosa: andare o non andare all’incontro con l’anonimo? Seconda cosa: cos’è e dove si trova la Tenda dell’Amore?
 
Beh… non importa. Non intendo andarci.
 
Perché?
 
Chissà chi è che ha lasciato quel biglietto… potrebbe essere una persona poco affidabile.
 
Sei sicura di non voler andare? Non sei curiosa?
 
Neanche un po’…
 
Ormai avevo deciso. Accartocciai il foglietto e me lo misi in tasca, restando seduta sul mio sgabello. Presi un piccolo sorso dal mio drink. Tsk, a chi interessava sapere chi era l’anonimo che aveva scritto quello stupido biglietto?
 
*cinque minuti dopo*
 
La curiosità mi stava uccidendo. Ero seduta, rigida come una statua di ghiaccio sullo sgabello, tenendomi saldamente ancorata al bordo del bancone con le mani. Il mio bicchiere vuoto era poggiato sulla superficie di legno. Lo fissavo insistentemente tenendo rigida la mascella. Dovevo essere forte e resistere. Dopotutto non era così importante saperlo, no?
 
*altri cinque minuti dopo*
 
“Julie…” dissi avvicinandomi alla mora, che parlava allegramente con Niall, accanto al tavolo delle vivande. Lei si voltò e mi guardò sorridendo.
 
“Dimmi, Dia. Tutto bene? Hai una faccia…” commentò la mia amica fissandomi preoccupata.
 
“No, sto bene… io mi stavo solo chiedendo dove… dove si trova la Tenda dell’Amore…” sussurrai diventando rossa come i miei capelli. Julie mi guardò incuriosita. “Vedi… ho sentito due ragazzi parlarne e… sì, voglio vederla.” continuai, dondolandomi sui piedi. Lei sorrise scettica.
 
“Ricordi il tendone che abbiamo visto venendo qua? Ecco, quella è la Tenda dell’Amore…” rispose lei scrollando le spalle. Finsi noncuranza, ringraziandola. Mi allontanai, dirigendomi verso il tendone che mi era stato indicato.
 
ALLY’S POV
 
“Boo…” sussurrai guardando il ragazzo dagli occhi azzurri. Anche lui fissava me, con sguardo severo. Quando mi aveva tirato a sé ero finita inevitabilmente contro il suo petto. Eravamo vicinissimi, come lo eravamo stati molte altre volte. Ma stavolta sentivo che era diverso.
 
“Ehi, amico. Lei stava ballando con me.” disse Sam avvicinandosi a noi. Louis lo fulminò con lo sguardo.
 
“Vedi di sparire, “amico”. E prova solo ad avvicinarti di nuovo a lei e ti farò pentire di aver messo piede in questo campus.” sibilò gelido in direzione dei biondo che, dopo avermi lanciato un ultimo sguardo, si allontanò borbottando parolacce. Non capivo… Louis era geloso? Perché si comportava così? Non era la prima volta che mi vedeva ballare con un altro. “Che ti è preso, eh? Sei impazzita?” mi chiese, scuotendo leggermente il mio braccio. Lo guardai, scioccata. Non mi aveva mai parlato così…
 
“Io…” sussurrai senza fiato. Mi allontanai istintivamente dal suo petto. Lui mi prese per gli avambracci, senza però stringermi.
 
“Che ci facevi con quel tipo? Non sai nemmeno chi è! Stavi ballando con uno sconosciuto, permettendo che ti toccasse, si avvicinasse a te in quel modo, che ti…” continuò la sua ramanzina. In quel momento si interruppe, mettendosi le mani nei capelli. Sembrava che volesse dire talmente tante cose che gli restavano incastrate in gola. Prese un lungo respiro. “Cosa volevi fare? Volevi sentirti grande? Beh, ti do un consiglio, Allyson Payne.” disse, prendendo il mio polso nella sua grande mano. Basta, stava esagerando… “Non diventi certo più grande facendo la putta…” lo interruppi, scappando dalla sua presa e dandogli uno schiaffo sulla guancia. Lui si zittì all’istante guardandomi negli occhi. Occhi che in quel momento esprimevano rabbia.
 
“Stai zitto! Ma chi pensi di essere? Io faccio quello che voglio, ballo con chi voglio e, se mi va, vado a letto con chi voglio. Tu, brutto testone, non puoi… ripeto, NON PUOI dirmi cosa fare della mia vita!” gridai, sbattendo un piede per terra. Lui continuava a fissarmi, in silenzio; notò la lacrima solitaria che scivolò sulla mia guancia e la sua bocca si aprì leggermente per lo stupore. Con una rapidità assoluta mi afferrò per le spalle e mi attirò a sé stringendomi in un caldo abbraccio. Posò la mano sulla mia testa e cominciò ad accarezzarmi i capelli con dolcezza. Strofinai la guancia bagnata sul suo petto, asciugando quell’unica lacrima che mi aveva tradita.
 
“Scusami, piccola… non volevo arrabbiarmi con te. È che…” sussurrò dandomi un bacio sulla testa. “Tu… tu sei la mia piccola, la mia migliore amica e io… io sento che devo proteggerti. Da tutto e da tutti. Vederti con quello mi ha fatto salire una tale rabbia… sono impazzito.” bisbigliò nel mio orecchio. Ma quindi… era geloso? Quante complicazioni, in quel momento non volevo pensarci. Avrei affrontato l’argomento con Julie e Dia, magari quella sera. Oppure il giorno dopo. C’era tempo. Ora volevo solo lasciarmi cullare da quel caldo e rassicurante abbraccio.
 
Lou…
 
DIAMOND’S POV
 
Ero arrivata davanti alla Tenda, col cuore che batteva a mille. Ok, forse dovevo ammettere che la mia forza di volontà non era delle migliori… ma c’era ancora tempo per tirarsi indietro, no? No. Feci per avvicinarmi all’entrata, ma un ragazzo mi bloccò, sbarrandomi la strada.
 
“Che stai facendo?” mi chiese guardandomi col sopracciglio alzato. Gli scoccai un’occhiataccia.
 
“Entro, no?” domandai retorica cercando di superarlo, ma l’idiota mi bloccò di nuovo. “E allora? Vuoi farmi stare qui per tutta la notte?” sbottai, innervosita.
 
“Sei nuova di qui, vero?” chiese sorridendo con aria di sufficienza. Strinsi i pugni, incazzata. Ma perché li beccavo tutti io, gli imbecilli? “Ovviamente sì. Beh, devi sapere che questo non è solo un bel tendone dove la gente entra ed esce a caso… per entrare qui bisogna indossare una maschera.” spiegò. Alzai il sopracciglio, incrociando le braccia.
 
“Mi prendi per il culo?” esclamai scioccata. Lui si posò la mano destra sul cuore.
 
“Mai stato più serio. Comunque, se vuoi entrare questa è la tua maschera.” disse porgendomi una mascherina di Carnevale nera all’interno, ricoperta da un panno di velluto rosso e qualche strass. Me la misi in faccia, reggendola con l’elastico attaccato ai bordi.
 
“Adesso fammi entrare in questa cosa!” brontolai, spostandolo con una gomitata.
 
Uhm… bella prova. Hai per caso il ciclo?
 
NO!!!
 
Oh, ok… come dici tu…
 
Rick, adesso ti pesto!
 
Non puoi, sono nella tua testa!
 
Cazzo!
 
Mi guardai intorno. Le luci erano offuscate, una disco ball girava lentamente, attaccata al soffitto, facendo simpatici giochi di luci. Ai lati c’erano delle panche su cui erano sedute le ragazze da un lato e i ragazzi dall’altro. Delle casse di media grandezza messe ai quattro angoli della Tenda amplificavano dei lenti. Alcune coppie, tutte con la faccia rigorosamente coperta dalle maschere, ballavano al centro della pista. Restai ferma, sentendomi spaesata. Mi era stato detto di andare in quel posto, e adesso? Azzardai qualche passo, per poi vedere una figura asciutta e alta camminare verso di me. Trattenni il fiato, quando il ragazzo, con viso coperto da una maschera nera, da uomo, si fermò di fronte a me.
 
“Ciao Dia.” sussurrò con una voce dannatamente sensuale e roca. Avevo la gola secca, la bocca asciutta e la lingua sembrava morta.
 
“Ciao… ehm…” balbettai incerta, perché non sapevo come chiamarlo. Lui sorrise leggermente.
 
“Chiamami Ed… è l’abbreviativo del mio nome…” spiegò. Annuii, senza sapere cosa dire. “Balliamo?” mi chiese lui tendendo la mano verso di me. Acconsentii con un cenno del capo, senza proferire parola. Lui mi prese per la mano e mi attirò a sé, avvicinando i nostri corpi. Arrossii vistosamente, quando le sue mani si posarono sui miei fianchi. Posai timidamente le mani sulle sue spalle, per poi congiungerle dietro il suo collo. Cominciammo a ballare, guardandoci negli occhi, attraverso le maschere.
 
“Chi sei tu?” chiesi, spezzando il silenzio che si era creato. Lui sorrise di nuovo. Aveva un bellissimo sorriso.
 
“Te l’ho già detto, Dia… sono Ed.” rispose dolcemente. Scossi la testa.
 
“No, intendo… chi sei? Come fai a conoscermi?” domandai ancora, incuriosita. Solo in quel momento notai quanto eravamo vicini. Tanto, troppo vicini.
 
“Amicizie in comune… troppo complicato.” disse lui, stringendosi nelle spalle. Volevo insistere, se pensava che quelle poche parole mi bastavano, non mi conosceva affatto.
 
“Ok, ma…” cominciai per poi venire interrotta da due labbra perfette che si posavano sulle mie.




COMMENTI DELL'AUTRICE :3


Ops... ecco svelato l'arcano. Tanti casini per questo. Spero che la sorpresa vi sia piaciuta, era da anni che non vedevo l'ora di scriverla. Comunque ci aspettano scintille, nel capitolo sei, che ne pensate di farmi avere 10 recensioni? So che potete farcela :D
Vostra, Blinkah

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Capitolo 6
*** We'll see each other again ***


We’ll see each other again…
 
 
 
Non avevo mai baciato molti ragazzi prima di allora. Due o tre, massimo quattro. Ma nessuno aveva delle labbra così. E nessuno soprattutto baciava così bene. Non era quel tipo di bacio che ti manda in paradiso… quel bacio era il paradiso! All’inizio rimasi scioccata da quel gesto, ma dopo qualche secondo mi lasciai andare. Le sue labbra indugiavano sulle mie in una maniera estenuante. Decisi quindi di tirare fuori il lato più aggressivo di me: infilai la mano tra i suoi capelli e li strinsi tra le dita. Un gemito uscii dalla sua gola ed io sorrisi sulle sue labbra, soddisfatta.
 
“Aggressiva…” sussurrò Ed sulle mie labbra, per poi ricominciare a baciarmi con sempre più foga. La sua lingua s’intromise nella mia bocca ed io la feci entrare, accomodante. Le nostre lingue si incontrarono e cominciarono a danzare. Ed mi strinse maggiormente a sé, facendo aderire il mio petto ai suoi pettorali scolpiti. Con la mano libera cominciai ad accarezzarglieli da sopra la maglietta, seguendone la forma. In quel momento separò le sue labbra dalle mie, cominciando a lasciare una scia di baci lungo il profilo della mascella.
 
“Mi piace questo lato del tuo carattere, Dia…” bisbigliò contro la mia pelle. Lo sentii sorridere, prima di ricominciare a lasciarmi quella scia di baci bollenti; intanto aveva raggiunto il collo ed io avevo inclinato la testa per fargli spazio. Quando raggiunse un punto in particolare, dalla mia bocca uscì un gemito strozzato.
 
“Ecco qua il tuo punto debole.” disse vittorioso, per poi fiondarsi sul mio collo. Cominciò a succhiare avidamente la pelle, mordendola e baciandola alle volte. Strinsi spasmodicamente la sua maglietta, beandomi dei suoi gesti. Era bravo… molto bravo. La mano che ancora si trovava tra i suoi capelli di seta scese sul suo collo, avvicinando ancora di più il suo viso all’incavo del mio collo. Prima di allontanarsi posò un ultimo bacio sul succhiotto che mi aveva appena fatto, per poi cominciare a rimirarlo l’orgoglio che brillava nei suoi occhi chiari. Sì, anche se era buio riuscii a notare il luccichio che illuminò quegli occhi chiari, senza però riuscire a distinguere il colore preciso.
 
“Ti dona, sai?” ridacchiò, facendo un passo indietro. Feci per aprire la bocca e dire qualcosa, ma non ci riuscii. Avevo la gola completamente secca. L’unica cosa mi venne in mente di fare (intendiamoci… l’unica cosa sensata) fu allungare una mano verso la sua maschera, desiderosa di vedere il ragazzo che avevo davanti. Lui, capite le mie intenzioni, bloccò delicatamente la mia mano, prendendomi il polso. “Eh no, Dia… troppo facile, così.” sussurrò con un sorrisetto sghembo. Dopodiché mi superò, infilandosi le mani nelle tasche dei jeans. Rimasi spiazzata. Se ne stava andando? Mi girai di scatto, guardandolo mentre si avviava verso l’uscita del tendone. Gli corsi dietro, prendendogli il braccio.
 
“Ed!” esclamai appena lo raggiunsi. I miei occhi gli comunicarono tante emozioni contemporaneamente: panico, tristezza, ma al contempo felicità e anche tanta. Lui sorrise, accarezzando il punto del mio collo che prima si era divertito a torturare. Sussultai per il dolore a quel contatto.
 
“Non preoccuparti, Dia… ci vedremo ancora. Promesso.” disse posandomi un leggero quanto casto bacio sulle labbra. Dopo quell’ultimo fugace contatto, uscì definitivamente dalla tenda. Vidi il suo braccio porgere la maschera al ragazzo di prima, il viso coperto dal drappo che fungeva da “porta”. Restai qualche secondo immobile, sfiorandomi prima le labbra e poi il succhiotto sul collo.
 
Inimmaginabile…
 
Non sei poi così pentita di aver dato retta alla tua curiosità, vero?
 
Beh, in effetti…
 
JULIE’S POV
 
Guardavo i nostri amici ballare, sparsi nella pista. Dia non si faceva vedere da più di mezz’ora, quindi cominciai a pensare che stesse chiavando da qualche parte. Anche Harry era sparito, ma non me li vedevo proprio a scopare. Si odiavano… cazzo, se si odiavano. Vidi Ally e Lou abbracciati che si sussurravano qualcosa. Erano i due ragazzi più idioti della Terra, si vedeva che volevano saltarsi addosso a vicenda… e invece no! Dovevano fare i timidi al cazzo, migliori amici forever. Ma che imbranati! Poi il mio sguardo si posò su mio fratello, intento a ficcare la lingua in gola a una tizia dai capelli neri come la pece. Trattenni un verso disgustato e spostai lo sguardo, non riuscendo a sopportare oltre. Ma quello che vidi mi fece ancora più ribrezzo: Liam James Payne, fratello della mia migliore amica, nonché figo assurdo, ballare con una bionda. Ma non era un ballo “Show me how you dance, bitch!”, era uno di quelli corpo a corpo, con i bacini che si scontravano in continuazione e le mani che vagavano in ogni punto del corpo. Strinsi il mio bicchiere di plastica rossa, distruggendolo.
 
“Ehi, mestruata! Lo odi così tanto quel bicchiere?” scherzò Niall, il mio migliore amico. Lo fulminai con lo sguardo, buttando in un cestino della spazzatura il mio bicchiere accartocciato.
 
“Allora, biondo. Per prima cosa, vaffanculo. Seconda cosa, sì, quel bicchiere mi stava altamente sul cazzo (che non ho). Terza cosa, il vaffanculo vale due volte.” sbottai, tenendo gli occhi fissi sul castano. Niall se ne accorse, infatti sospirò.
 
“Julie… tu sei la ragazza più spigliata e diretta che io conosca. E qui mi sorge la domanda, come mai non hai ancora parlato con Liam? Cavolo, sarà un anno che minacci di nascosto tutte le ragazze con cui se la fa, dacci un taglio! Stai diventando leggermente patetica, sai?” mi chiese, senza malignità. Era questo che adoravo e odiavo al contempo di Niall. Era diretto con me, non si preoccupava di ferirmi, diceva quello che pensava e tanti saluti. Ma certe volte, il suo sbattermi in faccia la verità, era leggermente avvilente.
 
“Già, e cosa dovrei dire? ‘Ciao Liam, sé un anno che ti sbavo dietro e il mio più grande sogno è sbatterti al muro e stuprarti a ogni ora del giorno e della notte’? Scusa, biondo, ma non penso funzionerebbe…” dissi, prendendo un altro bicchiere pieno di sangria.
 
“Non è quello che intendevo… e lo sai bene…” borbottò lui, alzando gli occhi al cielo. In quel momento vidi Diamond avvicinarsi a noi, con un aria stravolta, i capelli scompigliati, e un vistoso succhiotto sul collo. Prima che mi raggiungesse mi schiarii la gola, pronta a essere più seria e professionale possibile.
 
“Julie io…” cominciò, ma già la mia professionalità era sparita.
 
“Dia, io capisco che alla nostra età si sentono certi irrefrenabili desideri, come scopare, ma almeno dimmi che hai soddisfatto le tue voglie con un tipo carino!!!” gridai, chiudendo gli occhi e mettendo una mano avanti, per farla tacere.
 
“Juliet! Non ho affatto scopato con nessuno!!” gridò lei in risposta, sdegnata. “Io ho solo… ecco…” cominciò a balbettare, lanciando occhiate imbarazzate a Niall.
 
“Ho capito, va’… io qua sono di troppo. Vi lascio sole.” disse il biondo, facendo qualche passo indietro.
 
“Oh… non sei costretto ad anda…” cominciò Dia, per non essere scortese.
 
“Fantastico, perché non me ne sarei andato comunque!” esclamò il biondo, fermandosi e prendendo un sorso dal suo drink.
 
“Niall, vattene.” sibilai gelida.
 
“Sissignora…” disse il biondo sconfitto, andandosene. Mi girai verso la rossa, incrociando le braccia.
 
“Allora?” chiesi. Lei sospirò, rossa come i suoi capelli.
 
“Senti, ne parliamo dopo, quando ci sarà anche Ally. Devi solo dirmi una cosa: conosci un certo Ed?” mi chiese.
 
“Mai sentito nessuno con questo nome. O almeno non qui nel campus. Di solito qui c’è sempre la stessa gente, ma quest’anno ci sono un paio di facce nuove. Non so che dirti, Dia…” risposi sinceramente. Non capivo proprio cosa capitava alla rossa. Perché cercava un tizio che si chiamava Ed? “Perché me lo chiedi?”
 
“Niente, lascia perdere. Ve lo spiego dopo. Senti, io sono stanca, vado nella casetta. Appena tornate vi spiego. A dopo…” mi disse solamente. Che palle… quanti misteri!
 
DIAMOND’S POV
 
Mi allontanai da Julie, guardando Niall che invece si avvicinava nuovamente a lei. Camminavo in fretta verso la casetta, lanciando accidenti contro il freddo. Ancora occupata a guardare i due ragazzi alle mie spalle, andai a sbattere contro una figura maschile. Stavo per chiedere scusa alla persona che avevo colpito, ma appena mi resi conto di chi avevo davanti lanciai un mugolio tra lo schifato e il disperato. Avevo di fronte nientepopodimeno che Harry…
 
Oh Signore…
 
Fulminalo!
 
“Salve, Dia. Stai passando una bella serata?” mi chiese con un tono leggermente strafottente. Alzai gli occhi al cielo.
 
“Andava tutto bene. Poi ho incontrato un coglione.” sbottai, superandolo. Lui mi venne dietro, per poi cominciare a camminare al mio fianco.
 
“Oh e chi è? Lo conosco?”
 
“Sicuramente. Si chiama Harry Styles!” ringhiai, cercando di superarlo. Purtroppo riuscì a starmi dietro, e non dava cenno di volersene andare.
 
“Mmmh… è un nome stranamente familiare…” mormorò il riccio, fermandosi insieme a me, sulla porta della mia casetta. Infatti, camminando, eravamo appena arrivati alla casetta numero 5. Aprii la porta ed entrai velocemente. Harry face per seguirmi, ma lo bloccai.
 
“Ok, riccio, questa è la mia casetta. Ora, se non ti dispiace, io entro e TU te ne vai nella tua.” Dissi, tenendo ferma la mano sul suo petto.
 
“In verità, rossa… mi dispiace. Voglio restare qui a chiacchierare con te!” cantilenò Harry sorridendomi come un ritardato (quale era).
 
“OH, MA VAI A IMPLODERE NEL SONNO, STYLES!” gridai incazzata, chiudendogli la porta in faccia.
 
Stupido, rozzo, idiota, strafottente, tronfio riccio!!!




COMMENTI DELL'AUTRICE
Non mi fermo molto, perchè devo finire una ricerca per la storia. Questo capitolo mi piace tanto, per il prossimo aspetto 9 recensioni. Ce la fate? Baci, Blinkah

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Capitolo 7
*** Or I should say... Ed? ***


Or should I say… Ed?
 
 
La stanchezza, così com’era arrivata, era sparita. Decisi di mettermi sul divano a guardare la tv. Presi dall’armadio uno dei due pigiami che mi ero portata da Manchester e lo indossai. Subito dopo entrai nel bagno, mi lavai i denti e mi struccai. Infine presi un elastico e me lo misi al polso. Dirigendomi verso il divano, cominciai a farmi una treccia veloce, che appena finita, assicurai con l’elastico che mi ero procurata poco prima. Mi sedetti sul sofà, mi misi una copertina leggera sulle gambe e diedi vita al televisore. Subito optai per Disney Channel, dove stavano mandando in onda “Zack e Cody sul ponte di comando”. Non era il massimo, ma meglio di nulla. Avevo assolutamente bisogno di liberare la mente e di non pensare a quello che era successo quella sera. Era qualcosa di incredibile, quasi fantascientifico. Questa non era sicuramente la mia serata tipo… non che mi fosse dispiaciuto, oddio… ma di solito Diamond Collins non bacia il primo ragazzo (mascherato) che incontra. L’idea mi face avvampare.
 
Chissà chi si nascondeva dietro quella maschera…
 
Con questo pensiero che mi frullava nella mente mi appisolai sul divano con un mezzo sorriso sulle labbra. Subito dopo mi ritrovai di nuovo nella Tenda dell’Amore, ma c’era qualcosa di diverso: c’erano sempre i lenti in sottofondo, ma il tendone era vuoto, a parte me, ed era illuminato a giorno.
 
“Dia!” esclamò una voce che conoscevo bene alle mie spalle. Mi girai, raggiante. Ed…
 
“Ed!” gridai, correndogli incontro. Non riuscivo a smettere di sorridere. Ero felicissima di averlo accanto a me. Grazie alla luce, riuscivo a catturare più dettagli, sulla sua figura. Gli occhi chiari, erano di un verde giada mozzafiato, le labbra erano rosee e piene. Il suo sorriso era contornato da due fossette. I suoi capelli, che durante il nostro primo incontro erano nascosti sotto un cappello di lana, ora erano mossi da una leggera brezza che non capivo da dove venisse; erano castani e ricci. Eppure mi ricordava qualcuno. Continuava a indossare la sua maschera e mi accorsi che anche io indossavo la mia. Me la sfilai con decisione, scoprendo quel poco del mio viso che copriva. Lo guardai dritto negli occhi, decisa.
 
“Alla pari, Ed. È il momento di dirmi chi sei…” dissi lasciando cadere la mia maschera per terra. Lui sorride scettico.
 
“Dammi un buon motivo per farlo…” mi sussurrò, avvicinando leggermente il suo viso al mio. Il mio respirò tremò per un attimo.
 
“Uhm, fammici pensare… abbiamo tipo… pomiciato?!” chiesi retorica, incrociando le braccia. Già, anche in situazioni del genere Diamond resta comunque Diamond… lui rise leggermente, nel sentire come, senza problemi, confessavo la nostra bravata.
 
“Ok, Dia… tanto lo dovrai scoprire, prima o poi.” disse semplicemente. Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi. “Vuoi avere tu l’onore?” mi chiese divertito. Annuii allungando la mano verso il suo viso. Non feci in tempo a sfiorare la maschera che una secchiata mi investì il viso. Aprii gli occhi di colpo, saltando in piedi.
 
Era un sogno! Solo un sogno… ma era così reale…
 
Vidi di fronte a me Julie con un secchio in mano ed Ally, un passo dietro di lei, che rideva come una pazza. Sentii l’acqua grondarmi dai capelli.
 
“JULIEEEEE!!!!” gridai incazzata, disfacendomi la treccia. Guardai i miei capelli più o meno fradici. Subito entrai nel bagno, con l’intenzione di asciugarmeli. Le due mi vennero dietro, con sguardi severi.
 
“Non scappare, rossa! Tu devi spiegarci qualcosa!” gridò la castana, per sovrastare il rumore del phon che avevo appena acceso. Sospirai.
 
“E va bene. In pratica…” cominciai. Dopo aver raccontato tutto alle mie amiche, mi accorsi che mi stavano guardando con gli occhi a cuoricino.
 
“Awww! Che tenero Ed!” urlò Julie saltellando sul divano. Infatti, andando avanti col racconto, mi ero asciugata i capelli, avevo cambiato pigiama, steso ad asciugare quello bagnato e, infine, ci eravamo sedute sul divano.
 
“Oddio, Dia! Descrivicelo!” esclamò Ally prendendomi per il braccio e strattonandomi leggermente. Sospirai.
 
“Non posso dirvi molto… era buio, e poi aveva la maschera… posso solo dirvi che aveva gli occhi chiari e delle labbra… oh cazzo, che labbra!” sospirai sognante lasciandomi cadere all’indietro, con un enorme sorriso sulle labbra.
 
JULIE’S POV
 
Occhi chiari e labbra perfette… perché sapevo perfettamente di chi si trattava?
 
Aaah, brutto stronzone… chi l’avrebbe detto! Ed… potevi inventarti di meglio!
 
Mi alzai, e ripresi la mia giacca, che avevo abbandonato su una sedia. Ally e Dia mi guardarono interrogative.
 
“Dove vai?” mi chiese la rossa, mentre mi aggiustavo il colletto della giacca in pelle beige.
 
“Devo andare da Zayn. Devo farmi ridare una cosa che gli ho prestato.” dissi semplicemente aprendo la porta. Uscii nell’aria fredda della notte e mi diressi in fretta verso la casetta numero sei. Bussai alla porta e dopo un po’ comparve Liam sulla soglia, leggermente confuso e… ingoiai a vuoto, leggermente agitata. Liam James Payne era senza maglietta.
 
“Julie… che succede?” mi chiese sorridendo, come se niente fosse. Il mio sguardo vagava ovunque. Cercavo disperatamente di non soffermarmi a guardare quel fisico con… i pettorali scolpiti… i bicipiti gonfi… gli addominali perfetti… il bacino avvolto da un semplice paio di pantaloni della tuta, che lasciavano scoperto l’elastico di un boxer blu scuro…
 
Cazzo! Juliet Caroline Malik!! Datti un contegno!
 
“Io… devo, uhm… Senti, perché non ti copri?!” sbottai, girando il viso, per nascondere il mio rossore. Lui trasalì, borbottando delle scuse. Quindi si infilò una maglietta bianca.
 
“Ehm… dicevi?” chiese, leggermente imbarazzato. Tornai a guardarlo, sperando di non essere più rossa in volto.
 
“Sì, beh… devo parlare con Harry. È dentro, oppure è ancora in giro con qualche troietta?” chiesi, senza nascondere l’astio nelle mie parole.
 
Un po’ come stavi facendo tu stasera, d’altronde…
 
“No, è qui. Ti sembrerà strano, ma è tornato prima di noi. Ora lo chiamo.” disse girandosi verso l’interno della casa. “Vuoi entrare?”
 
“No, grazie. Abbiamo bisogno di un po’ di privacy…” risposi, stringendo le braccia al petto, a causa di un soffio di vento gelido. Lui si strinse nelle spalle.
 
“Ok. Allora lo faccio uscire.” sussurrò semplicemente. Entrò dentro casa e dopo qualche secondo uscì Harry.
 
“Ciao Malik! Che ti serve?” mi chiese il riccio serenamente. Sorrisi malefica. Volevo godermi quel momento.
 
“Niente. Volevo solo scambiare due parole col mio grande amico Harry. O dovrei dire… Ed?” sibilai, guardandolo agitarsi sul posto.
 
“Io… non so di che parli.” disse fingendo nonchalance.
 
“Andiamo, riccio, non insultare la mia intelligenza. Ed… Edward… con certi giochetti puoi prendere in giro Diamond, non di certo me, ti conosco da una vita, cazzo!” gli sbottai in faccia divertita. Lui sospirò e abbassò il capo, arreso.
 
Ah-ah! Sgamato!
 
“Bene, Harry. Ora, fai il bravo e dimmi perché l’hai fatto…” continuai girandogli intorno. Lui scrollò le spalle, senza neanche alzare lo sguardo. In me si insinuò un dubbio. “Ma certo… lei ti piace. Mi sbaglio?” chiesi puntandogli un dito contro. Harry non disse niente per qualche secondo.
 
“Non dirlo a nessuno, ok?” sussurrò semplicemente.
 
Fantastico. Ora che la mia teoria è confermata posso trarre la cosa a mio vantaggio. Oh, se il mio piano funziona ci sarà da divertirsi…
 
“Porterò il tuo segreto nella tomba, Styles… ma ora io e te facciamo un patto.” dissi, sorridendo maliziosa. “Diciamocelo in faccia, Dia detesta Harry. Ma allo stesso tempo adora Ed. dobbiamo fare in modo che si interessi a Harry. E tu ti stai chiedendo in che modo. Ma io so come!” esclamai battendo le mani una volta.
 
“Non mi piace il tuo ghigno malefico…” sussurrò Harry preoccupato.
 
“La faremo ingelosire. Ma non solo lei… il tuo obiettivo è Dia. Il mio è Liam. Noi due flirtiamo, loro si ingelosiscono e finiscono tra le nostre braccia. Semplice, no?” spiegai velocemente. Lo sguardo del riccio si illuminò.
 
“Tu… sei un genio!!” esultò prendendomi in braccio e girando su sé stesso un paio di volte.
 
“Ehi, riccio! Mettimi giù, forza!” sbottai fingendomi infastidita. Ma in realtà sorridevo. Ero felice, tanto. Sentivo che il nostro piano avrebbe funzionato! Appena Harry mi lasciò andare, io mi aggiustai la giacca. “Ok, adesso io vado. Le ragazze mi aspettano. Domani mattina proporrò a tutto il gruppo di andare in spiaggia, tu appoggiami. Da domani parte l’operazione “Gelosia”. Ok?” dissi con aria professionale. Lui annuì, rientrando nella casetta. Anche io mi diressi verso la mia, battendo leggermente i denti.
 
Stupida Londra, la sera si muore di freddo anche d’estate! Tsk…
 
LIAM’S POV
 
Che voleva Julie da Harry? Perché voleva restare sola con lui? Cosa nascondevano? Anche se restavo seduto sul divano, dentro di me volevo andare alla finestra e spiarli da dietro la tenda. La presenza di Louis mi distolse da questo pensiero. Non volevo che pensasse che fossi uno spione. Ma dentro di me morivo di curiosità. Cominciai a tamburellare le dita sul bracciolo del divano, impaziente. Perché ci mettevano tanto? Forse loro due… no, non potevo nemmeno pensarci! Harry e Julie…? Oddio, no! Che pensiero atroce… vidi Harry rientrare e mi diressi verso di lui.
 
“Che voleva Julie?” chiesi fingendo nonchalance. Il riccio si strinse nelle spalle, sorridendo leggermente.
 
“Uhm, niente di che… faccende private.” rispose semplicemente il riccio, entrando in camera. Lo seguii a ruota, sedendomi sul mio letto. Lui fece lo stesso, sedendosi sul suo.
 
“Ma non è che tu e lei…” cominciai, sforzandomi di sembrare solamente curioso. Harry rise, lasciandosi cadere sul letto, dopo essersi tolto la maglietta. Rimase a torso nudo, sdraiato a pancia in su, scosso dalle risate.
 
“Oddio, Liam… certo che no! Io e Julie, pff! Neanche tra mille anni! Ma perché me lo chiedi? Non è che sei geloso?” mi accusò, tirandosi su. Mi lanciò un’occhiata maliziosa e divertita.
 
“Nah. È solo che… lei non è il tuo tipo.” dissi, più a me stesso che a lui. Lo vidi ridacchiare, per poi sdraiarsi sul letto. Indossava una canotta nera e un paio di pantaloni della tuta, come sempre.
 
“Già… lei non è il mio tipo. Però il tuo sì…” sussurrò, per poi spegnere la luce. Mi sdraiai sotto le coperte, girandomi nel letto. Non riuscivo a trovare una posizione comoda, quindi mi misi a pancia in su e iniziai a guardare il soffitto.
 
Julie… il mio tipo? Boh… forse…


COMMENTI DELL'AUTRICE :3
ok, questo angolo autrice è scritto di fretta, quindi perdonate eventuali errori e bla bla bla
allora, Dia sogna Ed (ma chi sarà mai costui? boh...) e Julie prontamente sgama il nostro Harold ahahah furbetta lei (Ally, ma tu? io non lo so ahaha). allora, funzionerà il piano di Harry e Julie? sbaglio o Liam sembra geloso? chissà che succederà nel prossimo capitolo eheheh... allora, per il capitolo otto vorrei di nuovo nove recensioni, tanto ce la fate, no?
baci, Blinkah
ps: claudia, spero che il capitolo ti piaccia, la tua opinione è importante per me (fede, la tua invece non lo è u.u ahahah scherzo :3)

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Capitolo 8
*** Oh - oh, Diamond is jealous! ***


Oh-oh, Diamond is jealous!
 
DIAMOND’S POV
 
La mattina seguente saremmo andati tutti insieme al mare. Beh… non proprio tutti. Ally aveva qualche linea di febbre, quindi sarebbe rimasta nella casetta, al caldo. Quindi, mentre io e Julie indossavamo i nostri costumi, lei rimase nel letto a leggere un libro horror.
 
“Sicura che non vuoi che restiamo qui con te? Mi sento un po’ in colpa a lasciarti qui da sola…” dissi annodandomi dietro al collo il laccio del costume che indossavo; era un costume bianco, a fascia, con delle righe orizzontali azzurre [lol Louis N.d.A.]; lo slip aveva la stessa fantasia del pezzo superiore. Sopra avevo un vestito di cotone leggero azzurro e bianco e delle infradito celesti.
 
“Non preoccuparti, Dia… non voglio che vi roviniate il divertimento per me. Oggi passo la giornata nel letto e domani starò bene.” mi rispose gentilmente la castana, incrociando le gambe sotto le coperte. Sentimmo bussare alla porta e Julie andò ad aprire. Aveva indossato un costume nero a due pezzi, con sopra ricamate delle onde dorate. Da sopra aveva messo un pareo nero con sfumature dorate e marroni. Ai piedi dei sandali neri. Era molto carina. I ragazzi fecero irruzione nella stanza, tutti in pantaloncini e maglietta aderente.
 
Mmmh… sbaglio o qui inizia a far caldo?
 
Dia… sei una pervertita!
 
Ehi, non è colpa mia se sembra di essere finiti a un raduno di modelli di Abercrombie…
 
“Pronte per passare una super giornata in spiaggia?” chiese Liam irrompendo nella stanza.
 
“Beh… io e Julie sì…” risposi accennando col mento ad Ally, stesa nel letto a leggere; appena notò di essere osservata, alzò lo sguardo dal libro e salutò con un cenno della mano il fratello. “Ha un po’ di febbre, quindi resta qui.” spiegai. Il castano si avvicinò al letto della sorella e le posò una mano sulla fronte, per sentire la temperatura.
 
“Come ti senti, piccola?” le chiese Liam. Lei accennò un sorrisetto.
 
“Non preoccuparti, Leeyum. Sto bene, un po’ di riposo, una cioccolata calda e passa tutto. Grazie per l’interessamento.” disse lei in risposta, baciando leggermente la guancia del fratello. In quel momento Louis si avvicinò al letto della sua migliore amica, con un sorriso triste.
 
“Carotina, non me la sento di lasciarti qui da sola… non vuoi che resti qui con te?” sussurrò il castano, sedendosi sul bordo del letto. Lei arrossì visibilmente e sorrise.
 
“Non preoccuparti, Lou… tanto pensavo di mettermi a dormire, adesso. E poi non vorrei mischiarti. Vai a divertirti con gli altri, non stare in pensiero…” rispose Ally, posando il libro sul comodino. “Al massimo guardo un po’ di TV.” continuò indicando l’apparecchio. Louis annuì.
 
“Per qualsiasi cosa chiamami, terrò sempre d’occhio il telefono. Dopo passo a vedere come stai…” disse il castano con tono dolce, ma che non ammetteva repliche. Le baciò la fronte e si allontanò dal letto. Ally annuì sorridendo.
 
“Buongiorno, rossa. Ti sei divertita alla festa di ieri sera, vedo…” sussurrò una voce roca contro il mio collo.
 
Harry…
 
“Non sono affari tuoi, spilungone!” sbottai, girandomi faccia a faccia con lui. Julie si girò a guardarci, ma non disse nulla. “E sappi che non mi faccio problemi a colpirti di nuovo nei coglioni…” continuai sorridendo minacciosa. Sentii Louis ridacchiare; ora tutti stavano assistendo al nostro battibecco.
 
“Non lo faresti mai, semplicemente perché adesso che mi conosci mi trovi irresistibile…” commentò malizioso Harry.
 
“Sì, certo e io sono Ginny Weasley…” risposi sarcastica. “Ascoltami bene, Styles…” cominciai, ma Julie si mise tra di noi. Mi lanciò una rapida occhiata, prima di rivolgersi ad Harry.
 
LOUIS’ POV
 
“Dai, ragazzi, basta. Oggi dobbiamo divertirci. Voi due vi scannate in un altro momento, ok?” disse Julie, dando le spalle a Dia e posando le mani sul petto di Harry. Lo sguardo di lui si addolcì, appena entrò in contatto con gli occhi della mora.
 
“Ok, ma solo perché me lo hai chiesto tu…” sussurrò il riccio, accarezzandole la guancia. Lei sorrise soddisfatta e maliziosa allo stesso tempo.
 
“Bravo, Haz.” gli rispose, facendogli l’occhiolino. Ok, che stava succedendo??
 
*in spiaggia*
 
Dopo aver sistemato gli ombrelloni e le sdraio, prese a nolo all’entrata della spiaggia privata del campus, ci spogliammo e rimanemmo in costume. Notai Diamond, il suo fisico perfetto, le curve giuste al posto giusto, i capelli rossi come il fuoco raccolti in una coda alta. La vidi indossare gli occhiali da sole e poi voltarsi verso di me. La stavo fissando e se n’era accorta.
 
“Ti sei incantato?” mi chiese scherzosa, piegando il suo vestito e infilandolo accuratamente nella sua borsa.
 
“Ah, no… pensavo ad Ally. Sono un po’ preoccupato per lei…” ammisi, ed era vero. Ally era la mia migliore amica, l’adoravo e… negli ultimi mesi avevo cominciato a non vederla più come un’amica. Cominciavo a fare più caso al suo viso dai tratti dolci e delicati. Alle sue magliette colorate e alle sue Converse. Ai suoi capelli castani. Ai suoi occhi color nocciola. Cominciai a provare qualcosa molto più forte dell’amicizia. Pensavo di essermi innamorato. Ne ero convinto. Ma non avevo mai avuto il coraggio di parlarle. Il nostro era un rapporto d’amicizia che durava da anni, non volevo rovinarlo… e dentro di me, sentivo crescere quel sentimento proibito, nei confronti della mia migliore amica. Ma l’arrivo di Diamond aveva cambiato tutto, aveva scombussolato le mie certezze e i miei sentimenti. Certo, tutto ciò che provavo per Ally non era sparito, anzi continuava a turbare i miei sonni, ma Dia non mi era per niente indifferente. Il suo carattere tosto, che nascondeva infinita gentilezza e timidezza. Era possibile farsi piacere due persone contemporaneamente? Io c’ero riuscito e ne soffrivo.
 
“Le vuoi molto bene, vero?” sussurrò Dia, avvicinandosi a me. “Dopotutto è la tua migliore amica da una vita… o almeno questo mi ha detto lei.”
 
“È la mia migliore amica da sempre.” risposi semplicemente, stringendomi nelle spalle. “Mi rende felice solo con la sua presenza.” continuai, abbassando lo sguardo. Non avevo mai confessato a nessuno quanto quella ragazza mi faceva bene. Mi accorsi di sorridere.
 
“Awww, Louis! Sei un tenerone!” esclamò la rossa, scompigliandomi i capelli. Ridacchiai.
 
“Se vuoi puoi chiamarmi Tommo!” le dissi. Lei annuì felice. In quel momento fummo distratti da Julie che strillava. Ci girammo per capire che stesse succedendo: Zayn aveva preso tipo sacco di patate sua sorella e si dirigeva verso l’acqua.
 
“No, no, no, brutto coglione, lasciami immediatamente, altrimenti ti farò pentire di essere uscito dall’utero di nostra madre, quel fatidico 12 gennaio, quanto è vero che mi chiamo Juliet Caroline Malik!” gridò lei, prima di essere scaraventata nell’acqua gelida. Dia si coprì la bocca con entrambe le mani, per evitare di scoppiare a ridere. Gli altri non furono dello stesso avviso e cominciarono a ridere, piegati in due. Julie uscì dall’acqua con tutti i capelli davanti al volto, come Samara di The Ring.
 
“Ti voglio bene, sorellina.” bisbigliò Zayn con un sorriso. Julie avanzò lentamente, senza spostarsi i capelli bagnati dal viso.
 
“Zayn Jawaad Malik… scappa.” sibilò la mora. Zayn ridacchiò e fece per abbracciare la sorella. “SCAPPA!!!” urlò cominciando a correre. Il pakistano cominciò a scappare, inseguito a ruota dalla sorella. Dopo qualche minuto di corsa, Harry decise di mettere fine a quell’acchiapparello, così afferrò Julie per i fianchi e la prese in braccio. Lei cominciò a scalciare e ad agitarsi. “Harry, mollami subito!” strillò. “Ehi, riccio, sei sordo?? Mettimi subito giù, altrimenti io…” cominciò la mora ma Harry perse l’equilibrio e franò per terra, portandosela dietro. Mentre lui si ritrovò di schiena per terra, lei era sdraiata sul suo corpo, a due centimetri dal suo viso. E non sembrava aver intenzione di spostarsi. Ok, che mi ero perso?
 
DIAMOND’S POV
 
Ehi, che succedeva? Erano caduti, ok, può capitare. Ma perché restavano immobili? Perché Julie non si spostava dal petto di Harry? Desideravo con tutta me stessa che lei si spostasse, cosicché quel momento di inopportuna intimità sarebbe finito. Ma i secondi passavano, il silenzio si faceva sempre più imbarazzante e i due non si muovevano. Era l’immobilità assoluta. Finalmente Liam si schiarì la gola, visibilmente seccato. I due piccioncini si smossero e si rimisero in piedi. Ma continuavano a stare vicini. Molto vicini.
 
Oh – oh Diamond è gelosa!
 
Tsk, io gelosa? Di quei due?! Ma non diciamo cacchiate…
 
Oh già… cacchiate, come no… sei gelosa marcia e si vede.
 
Sese, nei tuoi sogni…
 
“Dia, tutto ok?” mi chiese Louis. Mi voltai verso di lui, confusa da questa domanda. Solo allora mi resi conto di essere stranamente rigida e di avere i pugni serrati. Mi rilassai e annuii con un sorriso, non molto convincente.
 
*più o meno a mezzogiorno*
 
Mi stesi sul mio telo, esausta dopo una partita di pallavolo. Harry e Julie erano stati attaccati tutta la mattinata, a parte durante la partita, visto che erano in due squadre diverse. A questo pensiero mi lasciai sfuggire un sorriso bastardo.
 
Beh… forse è anche merito della sottoscritta…


COMMENTI DELL'AUTRICE :3
Ok, che dire ehm... Louis ci dice che prova per Ally e ok, bellissimo e oh-oh Dia è gelosa, anche se non lo ammette e.e sorry Diamond, ti abbiamo sgamata. vi avviso già che nel prossimo capitolo Dia spiega il motivo della sua ultima frase. Ho voluto lasciare in sospeso per creare un po' di sana suspance :D
allora, ce la facciamo a fare di nuovo 9 recensioni? daaaai che ce la fate!
Blinkah

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Capitolo 9
*** Ally is not here... ***


Ally is not here…
 
DIAMOND’S POV
 
*flashback*
 
“Ok, ragazzi, si gioca tre contro tre, Zayn e Dia sono i capitani, io sono l’arbitro.” riassunse Liam tenendo il pallone in mano. Avremmo giocato a pallavolo. “Capitani, scegliete i vostri compagni di squadra; prima le signore.”
 
“Io scelgo Julie.” dissi indicando la mia amica. Lei sorrise, avvicinandosi a me. Zayn invece scelse Niall. Stavo per scegliere, ma la mora si agganciò al mio braccio stile koala e cominciò a tirarmi.
 
“Dia, prendi in squadra Harry! Lui è bravo a pallavolo, l’anno scorso grazie a lui abbiamo vinto il campionato del campus! Fidati di me, prendi in squadra lui così potre…” cominciò a strillarmi nell’orecchio.
 
“Louis.” dissi semplicemente, interrompendo Julie che, dopo essere rimasta qualche secondo a bocca aperta, incrociò le braccia al petto e cominciò a sibilarmi insulti ridacchiando. Risi, battendo cinque con il castano che mi aveva appena raggiunta. Harry mi guardò, attraverso la rete leggermente sfondata del campo da beach volley.
 
“Te ne pentirai, rossa… io qui sono il migliore. Sono il più rapido sottorete, il più forte alla battuta, il più scattante alla schiacciata…” sussurrava, decantando le sue lodi. Il suo viso era aderente alla rete, e attraverso due fori mi fissava. Mi avvicinai anche io, con aria di sfida.
 
“E soprattutto il più modesto in ogni situazione…” terminai sarcastica al posto suo. Lui sorrise.
 
“Soprattutto.” ripeté guardandomi negli occhi. Distolsi lo sguardo, per alzare gli occhi al cielo.
 
“Sei così patetico…” sibilai scocciata. Il suo sorriso si trasformo in un ghigno.
 
“Perché non ammetti che ti piaccio e la finiamo qui?” mi chiese, cercando di accarezzarmi il viso con l’indice. Mi ritrassi, scoccandogli un’occhiataccia.
 
“Semplicemente perché a me piacciono i bei ragazzi.” risposi sfregiante, lasciandolo sorpreso. Lui sospirò divertito, scuotendo la testa ad occhi chiusi.
 
“Come se io non lo fossi…” bisbigliò, riaprendo gli occhi. Mi spostai la coda dal collo, lasciandomelo scoperto.
 
“Già, non lo sei.” confermai, più a me stessa che a lui. Non era affatto brutto, ma fargli credere che lo pensassi era divertente.
 
“Ti pentirai di non avermi preso in squadra con te… bimba.” sussurrò, alzandomi il mento con il pollice e l’indice. Sorrisi, restando immobile.
 
“La partita lo deciderà…” risposi semplicemente, per poi allontanarmi e posizionarmi davanti alla rete. Mi girai verso Liam, che ancora ci fissava, come tutti. “Iniziamo?”
 
“Ah sì. La battuta va alla squadra di… Zayn. Cominciate.” disse Liam riponendo la moneta che aveva usato per fare testa o croce. Niall batté la palla, che si diresse verso l’angolo in fondo a destra; Louis la intercettò e la passò a Julie, che a sua volta la passò a me. Era il momento di dimostrare a quello spaccone di Harry di che pasta era fatta la “bimba”. Corsi sottorete, intercettai la palla e schiacciai con forza nel campo avversario. Il riccio la colpì, ma quella volò fuori campo; Louis e Julie esultarono e mi batterono il cinque e, mentre Niall e Zayn brontolavano, Harry mi lanciò un’occhiataccia. Sorrisi bastarda, stringendomi nelle spalle.
 
“Il più rapido sottorete, il più forte alla battuta, il più scattante alla schiacciata, giusto?” gridai strafottente, per farmi sentire. Il suo sguardo si avvelenò e mi fulminò, ma io non me ne curai, e passai la palla a Louis, che aveva il turno di battuta.
 
Dopo una decina di minuti la partita era entrata nel vivo; stavamo sette a otto per noi, quando successe il fattaccio: Julie era sottorete e, appena le arrivò la palla fece la schiacciata perfetta. Beh, era perfetta perché colpì in faccia Harry, il quale, appena sfiorato dal pallone, si lasciò cadere sulla sabbia, a pancia all’insù. Julie si coprì la bocca con una mano, per poi correre dall’altra parte del campo, per raggiungere il ragazzo steso. Si inginocchiò accanto a lui, scusandosi migliaia di volte.
 
“Scusami Harry, davvero, scusa tanto non volevo! Fammi vedere che ti sei fatto!” esclamò la mora, girandogli il viso per vedere la zona colpita.
 
“Forse se mi dai un bacino passa…” sussurrò Harry con voce di un moribondo. La mia amica sorrise dolcemente, per poi posargli un bacio sulla mascella, leggermente arrossata dal colpo. Alzai gli occhi al cielo, mentre Louis finse di vomitare. Liam assottigliò gli occhi e strinse i pugni, Niall diede di gomito a Zayn, sorridendo furbamente, mentre il moro guardava scettico la sorella e il riccio che si sorridevano. Ma solo io li trovavo così assurdamente e illegalmente patetici??

 
*fine flashback*
 
“Sei persa nei tuoi pensieri, eh?” mi chiese Louis, sedendosi sul suo telo, steso accanto al mio. Mi voltai a guardarlo, ancora intenta a pensare a Harry e Julie… era successo tutto così all’improvviso, tra loro… ma che era successo durante la festa della sera prima, mentre io ero nel tendone con Ed? A proposito di lui… forse la cosa migliore era dimenticarmi di quella bizzarra esperienza, ma una parte di me non voleva dimenticare, imprimendo nella mia memoria le sue labbra, le sue parole, la sua dolcezza, mista alla malizia. Scossi la testa, tornando a Louis.
 
“Sì… pensavo alla partita. Alla fine abbiamo vinto noi, anche senza Harry!” dissi felice di aver dato una lezione a quel riccio da strapazzo. Mi guardai intorno e mi resi conto che tutti i nostri amici erano spariti. C’eravamo solo noi. “Gli altri dove sono?” chiesi, togliendo gli occhiali da sole e scrutando meglio i dintorni. Non c’era nessuno in giro, se non qualche ragazzo appisolato sotto gli ombrelloni, simili al nostro.
 
“Julie e Liam sono andati da Ally, Harry e Niall sono andati a prendere le pizze e Zayn è andato a prendere i posti ai tavoli del bar là in fondo.” elencò lui, avvicinandosi un po’. Io, per stare al suo stesso livello, mi sedetti, visto che poco prima mi ero sdraiata. Louis mi guardava, sembrava fosse indeciso.
 
“Ehi, Terra chiama Tommo, rispondete!” scherzai, sventolandogli una mano davanti al viso. Lui sorrise leggermente prima di sospirare e abbassare lo sguardo. “Lou, tutto ok? Che hai?” gli chiesi, preoccupata dal suo comportamento. Lo vidi rialzare il capo e fissare i suoi occhi nei miei. Azzurro a contatto con l’azzurro. Mi vedevo riflessa nel suo sguardo cristallino.
 
“Dia, sarò sincero con te… da qualche mese non vedo più Ally come una semplice amica. Mi sono reso conto che io per lei provo più della semplice amicizia. Io… io pensavo anche di amarla. Anzi, lo penso tuttora.” cominciò lui, avvicinandosi ulteriormente a me. Non riuscii a indietreggiare, persa nei suoi occhi e nel significato delle sue parole. Ridacchiò senza allegria, quasi frustrato. “Ma poi… poi sei arrivata tu. Tu, che con la tua semplice presenza hai scombussolato tutte le mie certezze e tutti i miei sentimenti. Tu, completamente diversa dalla mia piccola Ally, ma così perfetta a modo tuo, come lei è perfetta a modo suo. Mi hai messo in crisi, Diamond. Ero certo che Ally fosse quella giusta, ma il problema è che, da quando sei arrivata, non faccio che pensarti! E se magari in un’altra situazione sarei accanto alla mia Ally, per controllarle la febbre e per fare di tutto per renderla felice, adesso sono qui, di fronte a te, con un pazzo, quanto malsano desiderio di baciarti…” sussurrò senza distogliere lo sguardo da me. Ero scioccata, letteralmente sbalordita dalle sue parole, quasi non respiravo. Il suo viso si avvicinò ulteriormente al mio e la sua mano si posò sulla mia guancia. Il mio respirò tremò.
 
“M-ma… Ally…” bisbigliai confusa da quella vicinanza.
 
“Shh…Ally non è qui…”
 
“Lou…” iniziai, prima di essere interrotta dalle sue labbra sottili che premevano sulle mie. Ok, ma che succedeva in quel campeggio?? C’era la moda “Tutti baciamo Diamond”? Chi era il prossimo? A parte la sorpresa, però… dovevo ammettere che quel bacio era un Signor Bacio! Louis era dolce e lento, si potrebbe dire… premuroso; pensai a Ed, alle sue labbra carnose che premevano sulle mie. Lui era stato veloce, violento… passionale. Ma non certo meno piacevole del bacio di Lou. Ricambiai il bacio, mettendo a tacere Rick che, indignato, mi ringhiava contro.
 
Sei una merda, Diamond Christina Collins! Stai soffiando il ragazzo alla tua amica!!
 
Non… sto… soffiando… niente… È solo… un bacio…
 
Solo?! Ma ti senti? Diamond? Ehi, ma mi stai dando retta?!
 
Rick… il telefono… non prende tanto bene… in paradiso…
 
Dopo quello che stai facendo alla povera Ally, più che il paradiso ti meriteresti un biglietto di sola andata per l’inferno, piccola stronzetta…
 
Sto.. facendo cosa a chi, scusa?
 
Qualcuno chiama Louis in lontananza, mi allontano di scatto, facendo quasi cadere il castano. Lo presi al volo, fissandolo severa negli occhi.
 
“Questo… non è MAI.. accaduto!” gli sibilai, poco prima di vedere Harry e Niall avvicinarsi a noi con due pile di cartoni di pizza in mano.
 
“Ehi, ragazzi, che si dice?” chiese Niall stringendo i denti, a causa delle pizze che gli scottavano le mani.
 
“Boh, niente di che, parlavamo del più e del meno…” disse Louis con naturalezza, sorridendo leggermente.
 
“Gli altri dove sono?” chiese Harry guardandosi intorno.
 
“Liam e Julie da Ally, Zayn a tenerci un tavolo al bar là in fondo.” risposi, ripetendo ciò che Louis aveva detto a me.
 
“Capisco, perché non lo raggiungiamo? Poverino, lasciarlo solo soletto come un coglione…” propose Niall, mordendosi la lingua. Gli si stavano ustionando le mani. Louis gli sfilò le pizze dalle mani e cominciò a camminare verso il bar.
 
“Certo, biondo, perché non ammetti semplicemente che ti stavano andando a fuoco le mani?” chiese retorico, facendoci ridere. Niall lo guardò indignato, nascondendo le mani arrossate dalla temperatura elevatissima delle pizze.
 
“Chi, io? Ma ti pare…” esclamò, gonfiando il petto.
 
“Tsk, spaccone…” sussurrai divertita, scatenando nuove risate, da parte dei miei compagni di viaggio.
 
JULIE’S POV
 
Camminavo con Liam verso la casetta numero cinque, la mia. Ma lui era stranamente silenzioso e non era uno di quei silenzi che si creano all’improvviso, per mancanza di argomenti di conversazione. Era uno di quei silenzi pesanti, quelli che capisci subito che nascondono qualcosa che non va.
 
“Allora…” esordì Liam improvvisamente. Mi voltai verso di lui, aspettando che continuasse. “Tu ed Harry…” sussurrò a denti stretti. Bene, bel dilemma. Mentire, dicendogli che era una messinscena per far ingelosire Dia e nessun altro… o mentire, dicendogli che io ed Harry flirtavamo? Beh, comunque e in ogni caso ero una bugiarda, quindi…
 
“Beh… è da ieri sera che Harry mi gira intorno e la cosa non mi dispiace… dopotutto è un bel ragazzo e ci conosciamo da tempo…” risposi con naturalezza e un falso sorrisino timido. Ero la falsità fatta a persona, ma dopotutto… in amore e in guerra tutto è concesso.
 
“Quindi adesso state… insieme?” chiese, senza smettere di camminare. Era nervoso, stava arrivando al limite.
 
Vediamo fin dove ti spingi, Payne…
 
“Lo dici come se ti dispiacesse…” ridacchiai leggermente, mettendomi di fronte a lui. Il castano mi fissò a lungo, prima di sbattermi di spalle contro la casetta più vicina. Il suo corpo aveva ingabbiato il mio contro quella parete di legno e le sue mani erano posate ai lati della mia testa per impedirmi di scappare. “Liam, ma che…” cominciai scioccata.
 
“Pensi che io voglia vederti fare la stupida con Harry? Pensi che voglia vedere come gli dai attenzioni? Pensi che voglia vederlo sorridere solo incrociando il tuo sguardo?” sibilava incazzato. Sembrava un pazzo. Era così dannatamente bello… i capelli scompigliati, gli occhi dilatati dalla rabbia, il petto nudo che si alzava e abbassava velocemente per l’affanno. Semplicemente splendido. “No, non voglio vederlo, Julie. Potrai pensare che sono la persona più egoista del mondo, ma non voglio che tu sorrida a un altro ragazzo che non sono io. Hai capito?” concluse incastrando i suoi occhi nei miei. Non riuscii a resistere e gli posai un leggero bacio sulle labbra, durato appena un secondo.
 
“Ti basta come risposta… Leeyum?” sussurrai sorridendo maliziosa, reggendo il suo viso tra le mie mani.


COMMENTI DELL'AUTRICE :3
Ho allungato i capitoli, come mi è stato chiesto, anche perchè sono arrivate 10 recensioni awww ma quanto vi amo? non commento il capitolo, anche perchè si commenta da solo e poi sono stanca, visto che l'ho scritto praticamente tutto adesso. ahaha fede, tu mi odierai, ma dovevo mettere quella scena tra dia e lou assolutamente.
claudia, la tua scenetta invece non è finita, anzi è ancora all'inizio ma spero che per ora ti soddisfi. che dite di darmi di nuovo 10 recensioni? so che ce la fate
baci, Blinkah
ps: il prossimo capitolo sarà un po' triste :c

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Capitolo 10
*** He was my... boyfriend ***


Premetto... la storia che racconta Dia in questo capitolo è vera. Non me la sono inventata per chissà quale oscuro motivo, e voi non potete nemmeno immaginare quanto è stato triste per me ricordare questa cosa tristissima. Ma l'ho fatto per avvertirvi. Ragazze e ragazzi, non fate cazzate, non solo potreste pentirvi, ma fareste del male a tutte le persone che vi conoscono e che vi amano. Ve lo dico con le lacrime agli occhi, fate che gli incidenti come quello di Jeff non capitino. Ve lo dico per non sentirmi dire cose del tipo "Lo hai scritto per avere recensioni in più" o cose simili. Evitate, per favore...
Con affetto, vostra Blinkah
Ps: Per creare atmosfera, leggere il capitolo ascoltando Moments, degli One Direction
 
He was my… “boyfriend”
 
 
DIAMOND’S POV
 
Avevamo raggiunto Zayn al bar, anche se, più che altro, era un chioschetto coperto da un grande ombrellone, circondato da tavolini quadrati fatti di legno. Zayn aveva unito tre tavoli e le relative sedie, così da poter stare seduti tutti insieme. Il moro si era seduto accanto al biondo, il quale si trovava accanto a Louis. Io mi sedetti a capotavola, accanto al castano e, indovinate chi si sedette prontamente vicino a me? Esatto, Harry. Accanto a lui restarono due posti vuoti, per Julie e Liam, che ancora non erano arrivati, e un altro a capotavola, come a sottolineare l’assenza di Ally. A proposito di lei, mi sentivo un sacco in colpa per aver baciato Louis, soprattutto dopo aver scoperto che a lui piaceva lei!
 
Ah, ora hai i sensi di colpa, eh?
 
Beh, senti… era un bel bacio!
 
Appena finimmo di distribuirci i cartoni di pizza arrivarono Julie e Liam, intenti a sorridersi. Sorvolai sull’intensità dei loro sorrisetti melensi, con l’intenzione di fare un bel discorsetto con la mia amica, quella sera.
 
“Come sta Ally?” chiesi, mentre i due si sedevano al tavolo, uno accanto all’altra.
 
“Sta bene, la febbre è scesa, ma si sente ancora un po’ stanca e ha deciso di restare a riposo ancora un po’. A proposito, Louis, vai da lei, voleva parlarti.” disse al castano che si trovava al mio fianco, il quale si alzò subito.
 
“Scusate, ragazzi, io vado. Voi cominciate pure!” esclamò lui, prima di dirigersi verso l’area del campus dedicata alle casette. Appena si fu allontanato, Julie continuò il suo resoconto.
 
“E comunque pensa di esserci per il falò di stasera.” concluse lei, sorridendo felice. Tutti ci guardammo incuriositi.
 
“Falò? Quale falò? Non ricordavo avessimo deciso di fare un falò, stasera…” disse Zayn alla sorella, la quale gli fece un occhiolino.
 
“Ma l’ho deciso io poco fa!” rispose, per poi dare un morso a una fetta di pizza. Nessuno fiatò, ancora intenti a rimuginare sulla notizia. La mora sbuffò, dopo aver inghiottito il boccone. “Forza, ragazzi! Dobbiamo divertirci! Mi sono anche procurata una sorpresa speciale per voi…” esclamò, per poi continuare a bassa voce. Si guardò intorno circospetta, con un mezzo sorriso. Un sorriso malefico che mi piacque molto.
 
“Che hai in mente, Jul?” soffiò Niall divertito, sporgendosi verso la mora, la quale fece segno di chiudersi la bocca con una zip.
 
“Sorpresa!” esclamò Liam, al posto di Julie. In quel momento l’uomo che si trovava dietro il bancone del chiosco alzò il volume di una piccola TV poggiata sul bancone. Il suono delle parole provenienti dall’apparecchio mi distrasse, costringendomi a guardare. Era un telegiornale.
 
HARRY’S POV
 
John, il proprietario del chiosco, alzò il volume della TV e istintivamente, tutti ci voltammo a guardare. Stavano trasmettendo un telegiornale, quindi tornai a mangiare, incurante delle notizie di cui il reporter stava parlando. Non mi era mai importato molto dei telegiornali. Anche Niall riprese a mangiare, come me, ma gli altri restarono fissi con gli occhi nella televisione. Però le parole del servizio raggiunsero comunque le mie orecchie.
 
<< In un anno ci sono in media 35 morti sui binari dei treni: chi per non perdere tempo, chi per distrazione, chi per noncuranza o semplicemente per spavalderia, sempre più gente attraversa impunemente i binari dei treni e sempre più spesso capitano le catastrofi. Ne ricordiamo una accaduta un anno fa, all’allora quindicenne Jeff, di Manchester che, per scherzare con i suoi amici ha sostato sui binari di un treno, senza accorgersi del mezzo che… >> recitava il mezzobusto, ma la sua voce fu coperta dal suono di una sedia che strisciava sul pavimento. Dia si era alzata in piedi, il viso basso, i pugni stretti poggiati sul tavolo. La sentii singhiozzare, tutto intorno era silenzio. Una lacrima cadde sulla tovaglia, creando una piccola macchiolina bagnata.
 
“Scusatemi…” sussurrò, prima di scappare verso la spiaggia, coprendosi il viso con una mano. In quel momento il mio cervello smise di funzionare. Stava piangendo. Diamond, la ragazza dai capelli rossi e gli occhi di ghiaccio, forte e strafottente, che mi aveva quasi castrato stava… piangendo? Era impossibile, forse me l’ero immaginato io… guardai il tavolo, c’era il segno della sua lacrima. No, era tutto vero. Mi sentii stranamente inquieto, non riuscivo a stare seduto. Volevo correre, correre da lei, capire perché piangeva… stringerla a me, sussurrarle che andava tutto bene, che c’ero io con lei. Ma allora perché ero ancora lì seduto? Guardai i miei amici, tutti in silenzio, tutti che guardavano il punto in cui la rossa era sparita. A parte Julie. Lei guardava me.
 
“Harry… vai.” disse semplicemente. La fissai, incerto. “Ora o mai più, idiota! Va’ da lei!” esclamò, sbattendo un pugno sul tavolo. Mi alzai rapidamente e corsi a perdifiato verso la spiaggia. Dopo un paio di minuti di corsa mi fermai. La spiaggia era deserta, ma io non la vedevo. A un certo punto notai la sua figura correre sulla riva, per poi fermarsi improvvisamente e sedersi per terra, con le ginocchia aderenti al petto. La vidi cingersi le gambe con un braccio, mentre con la mano libera raccoglieva dei sassolini e li lanciava in acqua. La raggiunsi camminando e mi sedetti al suo fianco. Lei tirò su col naso, poggiando il mento sulle ginocchia.
 
“Ehi, tutto ok?” sussurrai, mettendomi nella sua stessa posizione. Lei lanciò con rabbia un altro sassolino nel mare.
 
“Sì… sto bene. Tornatene da Julie.” sbottò, senza riuscire a trattenere un singhiozzo. Sospirai, avvicinandomi maggiormente a lei. Uno accanto all’altra, sulla sabbia, di fronte a noi il mare calmo.
 
“Non potrei mai stare insieme a un’altra persona sapendo che qui ci sei tu e che stai soffrendo…” sussurrai, stringendola a me. Nascose il viso contro la mia spalla, bagnandomi leggermente la maglietta con le sue lacrime.
 
“Mh… Strano, Harry Styles normalmente mi avrebbe chiesto con tono strafottente se per caso non sono gelosa…” sospirò, accarezzandomi il petto con la punta delle dita. Sentivo le sue labbra muoversi velocemente mentre parlava, premute leggermente contro il mio torace, all’altezza del cuore. Le posai un leggero bacio sulla testa, inspirando il profumo delicato del suo shampoo.
 
“Forse Harry Styles ha deciso di cambiare, perché non sopporta l’idea di essere odiato da te…” bisbigliai vicino al suo orecchio. La sentii sorridere leggermente.
 
“A volte… una persona cerca di dimenticare, per non soffrire, ma… alla fine la realtà le viene sbattuta in faccia, e diventa impossibile ignorarla…” mormorò assorta, stringendo in un pugno la stoffa della mia maglia. La strinsi a me.
 
“Te la senti di parlarmene?” le chiesi in un soffio. Lei annuì e allontanò il viso dal mio petto. Posò la testa sulla mia spalla e cominciò a guardare l’orizzonte.
 
“Jeff Martins, 15 anni, Manchester. Gironzola per la città con i suoi amici e, per fare il figo davanti a loro attraversa il binario di un treno, senza accorgersi del mezzo che gli veniva contro. Muore sul colpo. Io… beh, lo conoscevo da quando avevamo cinque anni. Sua sorella minore, pattinava nella pista di pattinaggio artistico dove insegnava mia madre, così io e lui ci conoscemmo. Lui era…” ridacchiò leggermente al ricordo, ma con gli occhi ancora umidi. “Lui era il mio ‘ragazzo’. Per essere un bambino di cinque anni sapeva come trattare una donna… mi faceva spesso dei regali. Ma all’età di sette anni mia madre lasciò l’incarico di insegnante in quella pista e ci perdemmo di vista. Fu solo dopo cinque anni che rientrammo in contatto grazie a facebook. Avevamo dodici anni, eravamo certamente più maturi di prima e decidemmo di rimetterci insieme, fregandoci della distanza che ci separava. Lui abitava in periferia, io in centro. I nostri genitori raramente ci permettevano di vederci. Ma lui veniva a tutti i miei saggi e alle mie gare di pattinaggio. Restava… incantato nel vedermi indossare costumi di ogni tipo. Però… il giorno di un saggio, sempre a dodici anni, restammo soli in uno spogliatoio. Lui cercò di baciarmi ma io, ingenua dodicenne con la testa piena di telenovele e con il pensiero del principe azzurro fissato nel cervello, lo rifiutai. Da quel giorno non ci vedemmo più, ma chattavamo molto. Dopo qualche mese, raggiunti entrambi i tredici anni ci lasciammo, ma ancora adesso penso che, se non l’avessi rifiutato, non sarebbe andata così…” sospirò incupendosi. “Era il 13 luglio dell’anno scorso, quando scoprii che era… morto. Volevo andare al computer, ma mia madre me lo impediva. Scocciata, le chiesi qual era il suo problema e lei, con gli occhi lucidi mi fece sedere e mi sussurrò dolcemente che, una ragazza che conoscevo, aveva perso suo fratello. In quel momento migliaia di pensieri affollarono la mia testa. Pensai a migliaia di risposte possibili, ma nemmeno per un microsecondo pensai a lui. Quando mia madre mi sussurrò il suo nome, incerta se dirmelo o meno, qualcosa dentro di me si spezzò. Harry, io… io in quel momento ho sentito il cuore frantumarsi, il respiro uscirmi dai polmoni con forza, le gambe non reggermi più.” soffiò, tremando leggermente. Il suo viso era inondato dalle lacrime. La strinsi a me, come per soffocare il dolore che l’attanagliava. “In quel momento una parte di me è morta insieme a lui. Anche se ci eravamo lasciati, anche se non ci parlavamo, né scrivevamo da anni… io in quel momento sono morta…” singhiozzò incontrollabile. La guardai negli occhi azzurri, asciugandole le lacrime con le dita.
 
“Shh… non piangere più. Ora ci sono io con te. Dia, ascoltami, adesso. Io non conoscevo Jeff, ma per essere così importante per te doveva essere una persona meravigliosa. Ora lui è in un posto bellissimo e, secondo me, non vorrebbe vederti piangere. Vorrebbe vederti sorridere… essere la te stessa di sempre, quella che mi risponde male, mi tiene testa e mi da’ calci nelle palle…” scherzai. Lei rise leggermente. “Tu hai la possibilità di farlo vivere, Diamond… devi farlo vivere nel tuo sorriso. Così che ogni volta che sorriderai, lui sorriderà con te. E Jeff vivrà, grazie a te.” le sussurrai, mettendole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Lei annuì sorridendo, per poi alzarsi. La guardai dal basso verso l’alto, notando quanto fosse bella vista anche da quella prospettiva. Mi porse la mano, sorridendomi dolcemente. Non aveva mai rivolto un sorriso del genere a Harry. A Ed sì, ma a Harry mai…
 
“Vieni… voglio mostrarti una cosa.” disse, stringendo leggermente la mia mano nella sua. Notai che aveva la mano fredda, in confronto alla mia. Appena fui in piedi lei mi trascinò lentamente lungo la spiaggia, fino a raggiungere le piccole vie che portavano alle casette. Appena raggiunta la sua aprì la porta con dolcezza e ascoltammo per qualche secondo il respiro leggero di Ally che dormiva sul divano, con la televisione accesa. Louis non c’era, quindi supposi che era tornato al chiosco, dagli altri. Seguii Dia che, in punta di piedi, era entrata nella stanza da letto e si era diretta verso il suo comodino. La affiancai, guardandola mentre lo apriva e ne estraeva un piccolo fermaglio per capelli. Me lo mise in mano, permettendomi di studiarlo. Era piccolo, a forma di farfalla, molto semplice: la forma delle ali era fatta con fil di ferro, ricoperto da uno strato di velo rosa. I contorni erano stati ricoperti con un glitter rosso, mentre le antenne erano state ricoperte da glitter argentato. Sulla parte superiore delle ali c’erano due strass rossi; nella parte inferiore ce n’erano due argentati.
 
“Jeff me lo regalò quando avevamo sei anni. Mi disse che l’aveva fatto lui e io mi fidai…” sussurrò ridacchiando. Aveva paura di svegliare Ally. “Ma all’età di dieci anni trovai un fermaglio identico in un negozio, quindi scoprii che mi aveva mentito, per farsi bello ai miei occhi…” continuò, per poi sospirare nostalgica. “Ma non per questo il fermaglio è meno speciale. Anzi, è così importante per me, che ho deciso di tenerlo con me, per sempre… ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo…” sussurrò, sedendosi alla fine del letto, per poi alzare il piede sinistro. Lo inclinò leggermente, mostrandomi la caviglia. Solo in quel momento notai un piccolo tatuaggio senza colori, di un piccolo fermaglio a forma di farfalla, identico a quello che Dia mi aveva appena mostrato. E, sotto la farfalla, si distingueva una piccola ‘J’ scritta piena di ghirigori.
 
Solo adesso mi rendo conto di quante poche cose so di lei…
 
“Ricordando le cose brutte di una persona, porteremo sempre in noi brutti ricordi. Se invece ricordiamo le cose belle, come il fermaglio di Jeff, ricordare diventa meno brutto, anzi… quasi piacevole.” sussurrò, accarezzandosi col dito il piccolo disegno impresso per sempre sulla sua pelle.
 
*quella sera*
 
DIAMOND’S POV
 
Il fuoco era stato acceso, e scoppiettava allegramente, circondato da ciottoli, per evitare che si espandesse. Noi ci eravamo cambiati e messi degli abiti più pesanti, così da non avvertire il freddo. Avevamo anche posizionato delle coperte e dei teli sulla sabbia, così da poterci sedere sopra. Ci eravamo procurati un po’ di schifezze da mangiare, come patatine, stuzzichini, rustici, pizza e cose così, tutto posizionato su un telo a parte. Ally era seduta tra me e Julie, con un maglione rosso, i jeans e le Converse dello stesso colore del suo maglione. Liam non voleva che venisse anche lei, perché aveva paura che avesse una ricaduta, ma lei non aveva voluto sentir ragioni. In quel momento vidi arrivare Niall con… mio Dio! Una chitarra! Niall aveva una chitarra in mano! Una vera! Avevo sempre adorato quello strumento, solo che non avevo mai avuto l’occasione di imparare a suonarlo.
 
“Niall tu… suoni??” chiesi guardando la chitarra con gli occhi che luccicavano. Tesi le mani per prenderla e il biondo me la porse prontamente. Me la posai sulle gambe “a pancia in su” e cominciai a rimirarla,incantata. Accarezzai dolcemente le corde, rimirando le venature del legno.
 
“Sì, da quando avevo tredici anni. Anche tu?” disse, guardandomi mentre osservavo assorta il suo strumento. Glielo ridiedi, lanciandogli un’ultima occhiata d’addio.
 
“No, ma mi sarebbe piaciuto tanto imparare…” risposi, leggermente amareggiata. Niall si mise ad accordare la chitarra, sorridendomi.
 
“Magari io ed Harry ti possiamo fare qualche lezione…” mi sussurrò, ascoltando il suono prodotto dalla terza corda. Guardai il riccio che si era appena seduto accanto al ragazzo dagli occhi azzurri.
 
“Suoni anche tu?” chiesi quasi sorpresa. Lui annuì, tirando il petto in fuori, orgoglioso. “Chi l’avrebbe mai detto, quindi sai fare anche qualcosa di buono!” esclamai con un mezzo sorriso strafottente. Lui mi fulminò con lo sguardo, ma sorrideva.
 
“Molto divertente, Collins…” sibilò. Sorrisi, sporgendomi verso di lui.
 
“Molto più di te…” risposi scompigliandogli i capelli. Erano proprio come me li aspettavo. Disordinati, sì… ma morbidi.
 
“Ragazzi, che c’è in quella busta bianca?” chiese Zayn indicando una busta situata accanto al cibo. Julie sorrise, prendendola in mano.
 
“La mia sorpresa…” sussurrò soddisfatta, mostrandoci il contenuto del sacchetto. Non credevo ai miei occhi, mi era stato detto che in quel campus erano vietati. Evidentemente Julie era riuscita a introdurli di nascosto. Sul volto di tutti si formò un sorriso malefico, i nostri occhi luccicarono tutti contemporaneamente.
 
Stasera ci si diverte…


COMMENTI DELL'AUTRICE
Triste, eh? L'avevo preannunciato. Ma come ho detto sopra, ho scritto questo capitolo, ho scritto quella scena per farvi capire quanto una persona può soffrire per un attimo di stupidità. Ripeto, quello che ho raccontato è tutto vero (a parte la parte del tatuaggio).
Ma, cercando di essere allegri. Secondo voi qual è la sorpresa di Julie? Cosa si nasconde nella busta? Ditemi cosa pensate nelle recensioni :)
Per questo capitolo non chiedo un numero di recensioni. Vi dico solo... stupitemi, vediamo fin dove arrivate. Io aggiornerò appena finirò il capitolo e vorrò vedere tante belle recensioni, da parte delle fens (come dice il Pinguino Pino, lol) migliori di EFP :D
Bacioni, vostra Blinkah

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Capitolo 11
*** It looks funny... but I'm Ed! ***


It looks funnybut I’m Ed!
 
 
“Julie… come hai fatto?” sussurrò Harry prendendo in mano una bottiglia piena di liquido trasparente. Vodka. In quella busta c’erano bottiglie piene di alcolici: soprattutto vodka e un sacco di lattine di birra, ma anche rum, tequila e jagermeister, persino una bottiglia di whisky!
 
“Dovete sapere che nel recinto del campus c’è un foro enorme. Sono uscita attraverso quel foro, sono andata al primo supermercato che ho trovato e ho preso gli alcolici. Per fortuna non mi hanno chiesto la carta di identità per certificare la maggiore età, altrimenti sarei stata fregata. Comunque ho preso tutto ciò che mi serviva, sono tornata, entrata di nuovo attraverso il foro e poi ho nascosto tutto nella mia valigia. Semplice.” spiegò la mora, tirando fuori dalla busta un pacco di bicchieri di plastica.
 
“Julie, io… ti amo cazzo! Sei una grande, hai preso pure la vodka liscia, e non quelle porcherie alla pesca o simili! Ti adoro!” esclamai, prendendo la bottiglia dalla mano di Harry e fissandola adorante.
 
“Julie… il supermercato più vicino è a venti chilometri da qui. Come ci sei arrivata a piedi?” chiese Zayn, confuso. La sorella gli fece un sorriso furbo.
 
“Non ho mai detto di essere andata a piedi… A proposito, fratellino: il tuo motorino ha bisogno di benzina.” disse posando un veloce bacio sulla guancia, coperta da un po’ di barba.
 
“Hai usato il mio motorino?? Sei morta, sorella!” esclamò, fingendosi arrabbiato. Julie mise davanti agli occhi del fratello una bottiglia di tequila e cominciò a farla girare in senso orario.
 
“L’ho fatto per il bene superiore, Zaynuccio… il bene superiore…” sussurrò con voce mistica. Ridemmo tutti insieme. Intanto Harry aveva già aperto la bottiglia di jagermeister e se n’era riempito un bicchiere quasi fino all’orlo. Tutti lo guardammo in silenzio.
 
“Che c’è?” chiese, quando si accorse che lo stavamo guardando. “Qualcuno doveva pur cominciare, no?”
 
*un’ora e mezza dopo*
 
BLINKAH’S POV [Oramai i nostri protagonisti sono troppo ubriachi per riuscire a raccontare la storia dal loro punto di vista, quindi…]
 
Due bottiglie di vodka erano vuote, una era piena per metà e il resto degli alcolici era più o meno finito. Diamond era seduta a gambe incrociate con un bicchiere di tequila in mano riempito a metà, di fronte ad Harry, il quale aveva direttamente la bottiglia di rum in mano. Erano entrambi così ubriachi da non capire più nulla; ridevano sguaiatamente senza motivo, guardando Niall, ormai addormentato, sdraiato a pancia in su sulla sabbia.
 
“Ahahah… Niall sta dormendo. Che cosa divertente…” esclamò la rossa, ridendo forte e dondolando sul posto. Bevve un sorso dal suo bicchiere, lasciando cadere un po’ del liquido sulla sua maglia, macchiandola. “Sai riccio… io non penso di aver mai incontrato… una persona più odiosa di te…” disse ancora, mettendo un broncio divertito. “Sono seria. Sei… un idiota, te la tiri tanto, ma non sei… niente di eccezionale.” continuò ridacchiando. Poi puntò un dito contro il petto di Harry. “Però… sei figo. Sei un coglione, ma sei figo. Sì, sei proprio figo, quasi… stuprabile. Ahahah peccato che sei uno stronzo. Sai… io uno come te me lo sarei già fatto… però sei troppo stronzo. Ahahah…” concluse, finendo la sua tequila in un sorso. Il riccio, che non aveva detto nulla durante il monologo di Diamond, le prese il viso tra le mani.
 
“Tu dici che io sono stronzo… coglione eccetera. Ma intanto sei gelosa di me e Julie. A te dava fastidio… vederci insieme. Quindi io… ti piaccio. E poi io e te abbiamo anche… pomiciato ahahah…” disse, per lasciare il viso della ragazza e cominciare a giocare coi suoi ricci. Lei gli diede uno spintone, ridendo.
 
“Ma non dire cazzate, riccio… io non ti ho… neanche mai sfiorato. A parte… quando ti ho dato… un calcio nelle palle ahahah…” balbettò la rossa ridendo e muovendo convulsamente le mani. Harry si lasciò cadere all’indietro, mettendosi le mani dietro la testa e sorridendo beato.
 
“Invece… tu mi hai baciato. L’altra sera. Sai, sembrerà buffo… ma io sono Ed!” esclamò orgoglioso, per poi ridere, più forte che mai.
 
“Ahahah quindi io ti ho… baciato? Che cosa divertente… il bello è che… mi è piaciuto… ahahah!” sospirò lei per poi sdraiarsi accanto a lui, posando il viso sul suo petto.
 
*nel frattempo*
 
Niall si svegliò di colpo e si ritrovò a fissare il cielo stellato con la testa che gli girava e lo stomaco in subbuglio. Girò lentamente il capo e notò Zayn, anche lui intento a fissare la volta celeste.
 
“Ehi bro…” sussurrò il biondo, sbattendo le palpebre un paio di volte.
 
“Dimmi, bro…” rispose il moro.
 
“Come faccio a capire se sto andando in coma etilico?” chiese Niall guardando in alto con sguardo perso.
 
“… Mh… non lo so, bro…” disse Zayn. Seguì qualche secondo di silenzio.
 
“Ehi bro…” ripeté il biondo.
 
“Dimmi bro…” rispose l’altro.
 
“Secondo te devo andare a vomitare?” chiese girandosi un po’ per guardare l’amico.
 
“Non lo so, bro… tu ti senti da vomitare?” si strinse nelle spalle il moro.
 
“Non lo so, bro…” sussurrò in risposta Niall
 
“Niall… forse è meglio se vai…” suggerì Zayn. Il biondo tornò a guardare verso l’alto.
 
“Ok, bro…” rispose ubbidiente Niall alzandosi e dirigendosi verso il piccolo bagno chimico della spiaggia. Un po’ barcollante entrò e chiuse la porta. Qualche secondo dopo cominciarono a sentirsi potenti versi, provenire dal bagno, amplificati dal poco spazio presente nella cabina. Zayn, che si era voltato per guardare il biondo che andava al bagno, tornò a guardare il cielo, con sguardo assente. Dopo all’incirca una mezz’oretta Niall uscì dal cubicolo e tornò a sdraiarsi accanto all’amico. Raccolse da terra la bottiglia di whisky e cominciò a bere. Dopo aver posato nuovamente la bottiglia sospirò.
 
“Ehi, bro…” sussurrò.
 
“Dimmi, bro…” rispose Zayn.
 
“Avevi ragione… dovevo vomitare…”
 
*intanto Louis ed Ally*
 
“Ahahah Boo-Bear è il mio migliore amico… solo mio… ahahah!” ridacchiava Ally, divertita. Si scolò gli ultimi residui di una lattina di birra, per poi prenderne un’altra e aprirla.
 
“Ma io… non voglio essere tuo amico, piccola… io voglio essere qualcosa di…” borbottava Louis. Si interruppe per bere un generoso sorso di jagermeister. “Qualcosa di più…”
 
“Boo… fanculo le confessioni!” esclamò Ally mettendosi in piedi, traballando. “Io… voglio andare a letto!” continuò prendendolo per mano e tirandolo.
 
“Ahahah Ally Payne vuole portarmi a letto… ahahah… Ally Payne vuole scopare con me…” biascicò il castano andandole dietro. La castana si bloccò e gli colpì il petto.
 
“Non voglio scopare! Voglio dormire!” si lagnò, trascinandolo verso la sua casetta, la numero cinque. Dopo essere entrata si lanciò sul suo letto ad occhi chiusi e cominciò a respirare profondamente. “Boo!! Dormi con me!!” disse Ally battendo la mano sul cuscino, dal lato libero. Louis si lasciò cadere accanto alla sua amica, la quale si accoccolò sul suo petto.
 
“Buonanotte… Ally.” bisbigliò lui in un momento di lucidità. Le baciò la fronte con dolcezza, sorridendo.
 
“Lou… anche io… voglio qualcosa di più… dell’amicizia…” mugugnò lei nel sonno, con un mezzo sorriso. Nel giro di pochi minuti entrambi erano stati avvolti dalle braccia di Morfeo.
 
*Julie e Liam, in spiaggia*
 
“Tsk… dilettanti. Non reggono un paio di bicchieri di vodka… nemmeno i bambini di dodici anni, eh!” esclamò Julie, dopo aver trangugiato un paio di sorsi, guardando i suoi amici devastati e/o ubriachi fradici. Liam rise, prendendo l’ennesima sorsata di whisky.
 
“Ma se tipo li lasciamo qua e noi ce ne andiamo in una casetta per i fatti nostri?” le sussurrò il moro ridacchiando. Le cinse il bacino da dietro e cominciò a darle piccoli baci sul collo. Lei lo spinse via leggermente, sorridendo con un sopracciglio alzato.
 
“Guarda guarda, Payne… nemmeno tu scherzi. Si vede lontano un miglio che è l’alcol a parlare al posto tuo…” ridacchiò. In quel momento si sentii Niall ricominciare a vomitare nel bagno chimico. Lei sospirò. “D’altro canto… sei messo meglio di altri.” constatò, cercando di ignorare i suoni provenienti dalla cabina poco distante.
 
“Fidati, piccola… lo vorrei anche da sobrio.” soffiò lui sul suo collo, provocandole brividi di piacere.
 
“Proposta allettante la tua… Payne.” sibilò la mora con un sorriso malizioso.
 
*la mattina successiva*
 
SUNNY’S POV [Ma sì, dai… aggiungiamo pure personaggi a random…]
 
Erano all’incirca le nove di mattina ed io ero arrivata da poco al campus. Avevo chiesto in giro dove si trovasse il gruppetto di amici di Niall Horan e mi era stato detto che avevano passato la serata in spiaggia per un falò. Appena arrivata all’entrata del lido, notai subito i rimasugli del fuoco e delle coperte sparse qua e là. Mi avvicinai, notando due figure abbracciate: erano Zayn e…
 
Dio, che schifo…
 
Zayn cingeva il bacino del biondo, abbracciandolo da dietro. Trattenni un verso di disgusto e guardai le diverse bottiglie e lattine buttate sulla sabbia. Sicuramente la sera prima erano troppo ubriachi per buttarle e se i responsabili del campus le avessero viste, i miei amici sarebbero stati in grossi guai. Presi una busta vuota e ci buttai dentro tutte le porcherie che avevano lasciato i miei amici e cominciai a pensare a un luogo dove buttarle. Alla fine scelsi un punto nascosto della spiaggia, scavai una buca e ci ficcai tutto dentro. Ricoprii tutto e sorrisi soddisfatta. Non le avrebbero mai trovate.
 
NIALL’S POV
 
Aprii lentamente gli occhi, sentendo la testa farmi male. Era sicuramente il post sbornia, ero abituato, grazie a tutte quelle volte che Julie o Harry riuscivano a introdurre superalcolici nelle feste. Mi guardai intorno, più sveglio di prima: le bottiglie e le lattine erano tutte sparite, forse gli altri le avevano tolte di mezzo, prima che qualcuno ci beccasse. A proposito dei miei amici, erano tutti spariti. Ero sdraiato lateralmente, stavo scomodo, forse perché stavo dormendo sulla sabbia. Però sentivo una strana presenza alle mie spalle e qualcosa di duro premermi più o meno all’altezza dell’osso sacro. In quel momento due labbra piene cominciarono a baciarmi sofficemente la nuca, per poi passare all’orecchio.
 
“Oh, piccola… hai un profumo fantastico, sai?” sussurrò la voce leggermente roca di… MIO DIO!!!
 
“ZAYN!!!!” strillai sconvolto, allontanandomi a gattoni da lui. Il mio amico si svegliò di colpo e si sedette.
 
“AH! Che schifo, che schifo, che schifo!!!” gridò lui, strisciandosi le mani sulla lingua, come per pulirla. In quel momento realizzai con orrore cos’era la cosa dura che mi premeva all’altezza dell’osso sacro, il che non mi tranquillizzava.
 
“Questo… non è MAI successo!!!” sibilai con gli occhi spalancati dallo shock. Che brutta cosa, oh che brutta cosa.
 
“Diciamocelo, ragazzi… eravate proprio un bello spettacolo…” commentò una voce alle nostre spalle. Ci girammo di scatto, contemporaneamente. Sorrisi felice di rivedere la mia bionda preferita.
 
“SUNNY!” esclamai contento. Lei sorrise raggiante.
 
“Allora… come sta il mio biondino preferito?” mi chiese lei, dopo una breve risata.




COMMENTI DELL'AUTRICE
Uff, finalmente il capitolo 11 xD Ragazzi, ma Niall e Zayn??? Oddio, voi non immaginerete mai le risate che ci siamo fatti io e mio fratello scrivendo quelle due scene, soprattutto la prima, anche perchè tratta da due storie vere ahahahah
Ehm, chi sarà mai questa Sunny? Abbiamo capito che conosce Niall, ok? Ma che c'entrano l'uno con l'altra? Si scoprirà nel prossimo capitolo. Voi che ne pensate? Secondo voi chi è questa Sunny? Per il prossimo capitolo aspetto 10 recensioni, tanto ce la fate, no?
Baci, vostra Blinkah

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Capitolo 12
*** What are YOU doing here? ***


What are YOU doing here?
 
NIALL’S POV

 
“Non mi avevi detto che saresti venuta anche quest’anno!” esclamai, felice di poter rivedere dopo tanto tempo la mia Sunny. Lei si scrollò i lunghi capelli biondi. “E cosa hai fatto ai capelli?” chiesi divertito, prendendo tra le dita una ciocca dorata, che sfumava alla fine in un blu acceso.
 
“Avevo voglia di qualcosa di particolare. Quindi mi sono fatta lo shatush blu. Non ti piaccio?” chiese lei facendo il musino tenero, fingendosi triste. Sbatté un paio di volte le palpebre, permettendomi di ammirare i suoi occhioni castano scuro, circondati da folte ciglia scure. Le diedi una ditata sul naso.
 
“Non dire sciocchezze, stai benissimo.” dissi sorridendole raggiante. Lei mi saltò addosso, stritolandomi.
 
“Awww! Mi sei mancato, cugino!” sospirò felice, liberandosi dal mio abbraccio. Si girò verso il moro e gli fece un sorrisetto sghembo, al quale lui rispose. “Quindi mio cugino te lo fa venire duro?” chiese incrociando le braccia al petto. Zayn ridacchiò, pronto a risponderle per le rime. Come sempre.
 
ALLY’S POV
 
Mi svegliai di colpo con una sgradevole sensazione di nausea. Schizzai fuori dal letto a una velocità supersonica e scappai in bagno, premendo una mano sulla bocca. Mi inginocchiai davanti al gabinetto presa dai conati. Dopo aver vomitato per cinque minuti buoni, mi alzai in piedi e mi diressi al lavandino, per sciacquarmi la bocca. Dopo essermi tolta il saporaccio del vomito dalla gola alzai lo sguardo e fissai il mio riflesso. Avevo uno aspetto terrificante: i capelli arruffati da far schifo, due borse sotto gli occhi e la matita che la sera prima avevo messo sulle palpebre tutta sbavata. Cominciai a cercare la mia spazzola, per darmi una sistemata, ma non la trovavo. Spostai, infastidita, una bottiglietta di dopobarba, continuando a cercare.
 
Ehi, aspetta un attimo… dopobarba? In una casetta dove abitano tre ragazze? Ok, qualcosa non va…
 
Mi guardai intorno, confusa. E solo allora realizzai: quello non era il bagno della mia casetta!!! Aprii in fretta la porta e uscii, ritrovandomi nel piccolo salotto. In quel momento riconobbi il tipico caos che solo i miei amici riuscirebbero a fare. Era la casetta dei ragazzi! Bene, ora che sapevo dove mi trovavo dovevo farmi un’altra importante domanda: che ci facevo lì? Avanzai silenziosamente fino ad entrare nella camera letto di Harry, Liam e Louis. I letti dei primi due erano intatti, mentre Boo-Bear era disteso nel suo, ancora profondamente addormentato. Era steso lateralmente, e occupava solo metà del materasso da una piazza e mezzo. Ci voleva poco a fare due più due. Avevamo dormito insieme. Guardai il mio corpo: indossavo i miei vestiti, ovvero quelli che avevo usato la sera prima, a parte il maglione leggero, che si trovava buttato ai piedi del letto. Però avevo ancora i jeans che arrivavano al ginocchio e la maglietta nera con la scritta “NEW YORK” bianca, blu e rossa. Lou dormiva ancora profondamente. Decisi di intrufolarmi nuovamente tra le coperte, anche perché mi faceva un po’ male la testa e avevo ancora sonno, anche se erano le nove e mezza di mattina. Non osai immaginare a che ora la sera prima eravamo andati a letto, anche perché non me lo ricordavo. Non ricordavo niente della sera precedente. Mi accoccolai contro il petto di Lou, beandomi del tepore che il suo corpo emanava. Sorrisi, guardandolo sorridere nel sonno e posare una mano sul mio fianco e avvicinare il mio corpo leggermente al suo. Chiusi gli occhi e ripresi a dormire dopo pochi minuti, cullata dal suono del suo respiro regolare e del suo cuore che batteva nel suo petto, vicino al mio orecchio, ammaliata come se fosse una ninna nanna.
 
JULIE’S POV
 
Mi svegliai sentendo la presenza di Liam che mi abbracciava da dietro nel letto e non potei fare a meno di sorridere. Sentii la sua mano accarezzarmi leggermente i capelli e mi girai per guardarlo in faccia. Sorrideva e istintivamente ricambiai.
 
“Buongiorno, piccola.” sussurrò posandomi un leggero bacio sul naso. Sbattei le palpebre, felice.
 
“Ciao…” sospirai sorridendo. Tornai seria e mi alzai a sedere, coprendomi il corpo, ancora nudo, con il lenzuolo. “Liam dobbiamo parlare. Adesso.” dissi guardando il castano negli occhi, il quale si tirò su, come avevo fatto io poco prima.
 
“Di cosa dobbiamo parlare?” mi chiese lui, passandosi una mano sul ciuffo color cioccolato spettinato. Presi un profondo respiro, cercando le parole giuste per esprimere bene il concetto che gironzolava nella mia testa.
 
“Cosa… siamo io e te?” domandai esitante, in un sussurro. Lui mi guardò a lungo, senza sapere cosa dire. Qualcosa nel suo sguardo vacillò.
 
“Julie, io… provo qualcosa di forte nei tuoi confronti. Che va al di là dell’amicizia. Io vorrei provare, con te a… fare un passo avanti.” bisbigliò cauto posando la sua mano sul mio ginocchio, attraverso la coperta. Sorrisi, felice come non mai. Mi fiondai sulle sue labbra ed entrambi cademmo di schiena sul letto, cullati da quel bacio violento, desiderato e passionale.
 
HARRY’S POV [precisiamo: questo POV si svolge prima di quello di Julie, ma… boh, mi andava di scriverlo per ultimo u.u]
 
Mi svegliai, ignorando la familiare sensazione di nausea post sbornia e massaggiandomi una tempia per alleviare il mal di testa, tenendo ancora gli occhi chiusi, come per catturare ancora qualche secondo del sogno che avevo fatto: avevo sognato di farlo con Diamond. Il sogno migliore di sempre, anche abbastanza realistico. La cosa più figa era che c’erano Julie e Liam profondamente addormentati nel letto accanto. Quella ragazza mi aveva proprio preso, sognavo addirittura di farmela… sentivo un profumo stranamente familiare: era il profumo di Dia! Evidentemente avevo ancora in mente il sogno e me lo stavo immaginando. Aprii lentamente gli occhi, certo di trovare le cortine aperte, come era solito fare Louis appena sveglio. Invece quando aprii le palpebre era tutto buio e davanti ai miei occhi vidi una lunga chioma rossa. Mi tappai la bocca con una mano per evitare di gridare per lo shock. Era Diamond, stavo nello stesso letto con Diamond, mio Dio, mio Dio! Mi girai e vidi Liam e Julie profondamente addormentati nel letto accanto. Era… tutto vero. Alzai leggermente la coperta, per confermare i miei sospetti. Nudi. Eravamo nudi. Cazzo!
 
Qua meglio filarsela. Se si sveglia mi uccide, e stavolta per davvero…
 
Uscii silenziosamente dal letto e presi i miei boxer, i jeans, le scarpe e la maglia. Dopo essermi infilato i primi due capi di abbigliamento, sentendo Liam cominciare a muoversi nel letto, ricoprii per bene la rossa, ancora addormentata e mi avviai verso la porta della stanza. Mi girai un’ultima volta verso il letto di Dia, guardandola sospirare nel sonno, girarsi e posare il viso sul punto del cuscino su cui prima stavo dormendo io. Lanciai un’occhiata ai due ragazzi addormentati poco lontano. Potevo rischiare. Mi riavvicinai al letto della rossa e le posai un piccolo bacio sulle labbra e una carezza sui capelli rosso fiamma. Guardai per qualche secondo le poche, piccole lentiggini che le punteggiavano il piccolo naso perfetto e, alla fine, uscii dalla stanzetta. Saltellando leggermente, facendo meno rumore possibile, mi infilai le scarpe, reggendo la maglietta con i denti. Aprii piano la porta e la chiusi silenziosamente, sperando che non cigolasse. Quando fu finalmente chiusa sospirai di sollievo.
 
“Che c’è Hazza? Hai appena finito di derubare una casa oppure cerchi di non farti sgamare da qualcuno?” chiese una voce femminile strafottente alle mie spalle. Mi girai di scatto, posandomi una mano sul cuore dallo spavento.
 
“Sunny… ah, sei solo tu…” bisbigliai piegandomi per raccogliere la maglietta che mi era caduta, ma lei mi precedette. La spolverò con la mano e poi cominciò a guardare il disegno stampato sul davanti.
 
“Oh, quindi sono ‘solo io’… vedo che ti sono mancata molto, Styles…” disse sarcastica per poi annusare l’aria e fare una faccia schifata.
 
“Puzzi di alcol e sudore da far schifo… ma almeno te la sei fatta una doccia?” mi chiese lanciandomi la T-shirt in faccia, facendola cadere di nuovo.
 
“Stavo andando a farla. È successo un casino. Ieri ho fatto una mezza cazzata…” cominciai. Lei mi interruppe, sorridendo maliziosa.
 
“Non dirmelo, Harry. Lo so già: la tua faccia grida ‘SESSO’ come non mai. Allora, com’è stato?” domandò incrociando le braccia al petto. Sospirai, grattandomi la nuca.
 
“Non ci crederai mai, Sunny… ma non ricordo assolutamente niente.” dissi, quasi imbarazzato. Lei ridacchiò.
 
“Dio, Hazza… eri proprio fatto da far schifo!” esclamò, tra una risatina e l’altra. Alzai gli occhi al cielo. In quel momento la porta della casetta si aprì e io feci un salto per lo spavento. Era Dia! Aveva due occhiaie scure sotto gli occhi, era un po’ pallida e sembrava stanca. Però aveva avuto la decenza di mettersi una maglietta larga bianca e un pantaloncino nero. Era fottutamente sexy, vestita così.
 
“Ciao Dia. Dormito bene?” chiesi, evitando in tutti i modi di darmi un tono sarcastico. Sapevo perfettamente che lei tutto aveva fatto quella notte… tranne che dormire. O almeno, durante quella nottata non aveva solo dormito. Mi fulminò con lo sguardo.
 
“Cosa ci fai TU qui?!” sibilò incazzata. Feci un passo indietro, terrorizzato dalla sua ferocia mattutina. Sunny guardò la rossa con aria interessata.
 
“I-io… cercavo Liam. Nella nostra casetta non c’è… mi chiedevo s-se fosse qui.. con Julie.” sussurrai. Lei mi guardò da capo a piedi, incrociando le braccia al petto e alzando il sopracciglio.
 
“Senza maglietta?” mi chiese sarcastica. Sunny sorrise con aria stronza. Mi sa che aveva fatto due più due, e aveva capito cos’era successo la notte precedente.
 
“Avevo caldo…” inventai su due piedi, stringendomi nelle spalle. In quel momento la bionda si stancò di stare in disparte e poggiò il mento sulla mia spalla, sorridendo a Diamond.
 
“Harry, non mi presenti la tua amica?” mormorò sorridendo dolcemente, spostando lo sguardo da me alla rossa e viceversa.
 
“Sunshine, lei è Diamond. Diamond, lei è Sunshine.” dissi senza entusiasmo indicandole. La bionda, come se stesse aspettando proprio quel momento si fece avanti, tendendo il braccio verso Dia.
 
“Sunshine Horan, per gli amici Sunny.” esclamò stringendo con energia la mano della ragazze che aveva di fronte, la quale finalmente sorrise.
 
“Diamond Collins, per gli amici Dia. Molto piacere.” dispose la rossa senza smettere di sorridere. “Horan… sei parente di Niall?” chiese poggiando la spalla allo stipite della porta. La bionda annuì felice, mostrando le sue fossette, assomiglianti alle mie.
 
“Cugini di primo grado. Anche se la gente ci scambia per fratelli. Siamo molto simili.” spiegò. Mi intromisi.
 
“Ehm… Dia? Quindi Liam è lì dentro?” chiesi. La rossa mi guardò scocciato.
 
“Sì, sta dormendo, lascialo stare, quando si sveglia se ne va. Piuttosto, vattene tu e mettiti qualcosa addosso…” sbottò, facendo un gesto scocciato con la mano. Annusò un paio di volte l’aria. “Ma prima fatti una doccia, puzzi da far schifo.” continuò incrociando le braccia al petto. Sbuffai, mentre Sunny ridacchiava.
 
“Harry… non te l’aveva già detto qualcun altro, poco fa?” mi chiese, con chiaro intento canzonatorio.
 
“Fottiti, biondina…” sibilai andandomene. Lei in risposa rise e Dia si unì a lei. Quelle due andavano un po’ troppo d’accordo…




COMMENTI DELL'AUTRICE :3
Avevo scritto uno stato autrice lunghissimo ma si è cancellato T.T anyway, Sunny è la cugina di Niall (Fede, Andrea... ci avete azzeccato). Terry, ho finalmente aggiornato, felice? Cla, ho messo il banner, così non rompi più ;D Fede, che carina Ally che vomita xD
Comunque il capitolo è un po' più corto (per questo chiedo solo 9 recensioni). Voglio solo dire che la colpa è di Federica e di Andrea, perchè mi stanno col fiato sul collo ._. siete dei guastafeste, uccidete l'arte!! è.é
Perdonate eventuali errori, ma non ho riletto (indovinate di chi è la colpa? -.-)
Eh niente... Ciao ciao :D
Baci, Vostra Blinkah

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Capitolo 13
*** Harry, but... where were you? ***


*Per colpa del banner mi si è cancellato l'angolo autrice .__." *

Harry, but ... where were you?
 
 
DIAMOND’S POV
 
Io e Sunny decidemmo di andare al bar del campus per fare colazione e intanto decidemmo di conoscerci meglio. Era molto simpatica e divertente, mi trovavo bene con lei.
 
“Ok, ehm… il mio nome è Sunshine Horan, sono la cugina di Niall. Sono nata a Mullingar, in Irlanda, ma vivo a Londra da dieci anni. Odio il sushi e amo il cibo italiano. Mi piacciono le Little Mix e Taylor Swift [Grazia, so che mi odierai xD]. Il mio colore preferito è l’azzurro. Appena finito il liceo voglio andare a una facoltà di architettura. Non amo particolarmente leggere, ma amo la saga di Hunger Games. E tu?” elencò la bionda, sedendosi a un tavolino. La imitai.
 
“Io sono Diamond Collins, in arte Dia... sono nata a Manchester, città in cui vivo ancora. Amo il cibo italiano, ma non ho mai assaggiato il sushi. Adoro le Little Mix, ma non sopporto Taylor Swift. Il mio colore preferito è il viola. Appena finito il liceo penso di andare al conservatorio. Adoro leggere, ma mi piacciono particolarmente le saghe di Harry Potter, Hunger Games e Twilight. Gioco alla Playstation praticamente tutto il giorno e… sono sonnambula.” dissi ridacchiando, curiosa di vedere la sua reazione. Lei distolse l’attenzione dal piccolo menù di cartoncino che stava leggendo, per fissarmi con occhi spalancati.
 
“Cosa? Sonnambula? Ma veramente?!” mi chiese eccitata ad alta voce. Sorrisi soddisfatta dalla sua reazione. Ogni volta che la gente scopriva questo particolare restava stupita, perché era una cosa poco comune poter parlare con una persona che ha questo tipo di problema. Annuì, fingendo di tirarmela un po’. “Oddio, non ci credo! E cosa fai? Tipo inizi a girare per la casa o…?” cominciò con gli occhi che luccicavano per l’interesse.
 
“Scordati quello che dicono nei cartoni animati, non è proprio come ne parlano loro…” risi. “E poi non mi succede molto spesso. Comunque a volte mi capita di mettermi seduta e cominciare a parlare da sola. Mia madre qualche volta è riuscita a filmarmi, altrimenti non lo saprei. Non mi ricordo mai cosa faccio quando sono in quello stato. Ma ti dirò che spesso mi ritrovo completamente svestita, una volta penso di aver sognato di andare in montagna, perché mi sono svegliata con un paio di maglioni di lana addosso, calzettoni di lana e cappellino. In piena estate!” raccontai, per poi cominciare a ridere. Anche Sunny ridava della grossa, tanto da avere le lacrime agli occhi. Pensai che anche quella mattina mi ero svegliata nuda, ma non glielo dissi; dopotutto era pur sempre una ragazza appena conosciuta, non eravamo così intime. “Oddio, quando mi svegliai ero un bagno di sudore, non puoi nemmeno immaginare…” continuai con le lacrime agli occhi. Lei dopo un po’ tornò seria, e ricominciò a guardare il menù.
 
“E tu? Come conosci Harry e gli altri?” chiese senza alzare lo sguardo dal foglio. Sospirai, sorridendo al ricordo.
 
“Beh, io sono arrivata al campus l’altro giorno. Appena mia madre mi ha mollata qui Harry si è avvicinato a me e ha cominciato a provarci.” cominciai, giochicchiando con le dita. “E io, beh… gli ho dato una ginocchiata nelle palle.”
 
“No, ferma cosa?! Tu… hai colpito Harry Styles… il nostro Harry Styles nelle palle?!” mi chiese sbarrando gli occhi e sorridendo incredula. “Oh, mio amore! Dov’eri nascosta fino a questo momento??” mi chiese con finto tono sdolcinato, facendo scaturire altre risate da parte mia. “E poi che è successo?”
 
“Beh, niente di che… essenzialmente abbiamo solo litigato. A parte…” sussurrai, per poi distogliere lo sguardo, imbarazzata.
 
“A parte…?” mi chiese Sunny, distogliendo nuovamente l’attenzione dal menù. La cameriera venne a salvarmi.
 
“Ragazze, ordinate qualcosa?” ci chiese sorridendo cordiale. Aveva i capelli mossi e castani e gli occhi color nocciola. Le sorrisi riconoscente, mentre Sunny batteva ritmicamente le unghie sul tavolo, impaziente e con un mezzo sorriso.
 
“Per me un caffè macchiato tiepido, grazie.” disse la bionda, guardando la castana scrivere l’ordine sul suo taccuino. Quando finì di scrivere, la ragazza si rivolse a me, aspettando le dicessi il mio ordine.
 
“Ehm, un cappuccino e un croissant al cioccolato, per favore.” dissi, sperando che non se ne andasse così presto. E invece fu così, infatti dopo un ultimo sorriso si allontanò, pronta a comunicare le nostre ordinazioni al ragazzo dietro al bancone.
 
“E allora?” mi chiese Sunny sporgendosi verso di me. Le mie guance s’imporporarono leggermente.
 
“Ecco… guardando il telegiornale mi era tornato alla mente un ricordo molto spiacevole… pensavo di voler stare da sola, invece quando è arrivato Harry… non so, mi sono sentita meglio. È riuscito a tranquillizzarmi, a consolarmi come nessuno aveva mai fatto. Ha tirato fuori un lato di sé molto dolce, che mi ha riportata a mio agio… ero in un momento in cui odiavo il mondo. Ma in quel momento potevo odiare chiunque… eccetto Harry Styles.” sussurrai, stupendomi delle mie stesse parole. Anche la bionda era sorpresa da quella mia confessione. Sorrideva furbamente e mi guardava.
 
“Amica… non è che ti piace Harry?” mi chiese maliziosa, facendomi arrossire ancora di più.
 
“Tsk… nemmeno morta.” borbottai, alzando gli occhi al cielo. Io ed Harry? Nah!!
 
*le undici di mattina circa*
 
Ci eravamo riuniti tutti quanti nella casetta di Louis, Liam ed Harry, perché era la più grande. E poi avevamo bisogno di parlare. Personalmente volevo cos’era successo la notte precedente, non ricordavo assolutamente nulla. E sì, volevo sapere che aveva fatto Harr… Ally! Cosa aveva fatto Ally! Per quanto riguardava Julie… beh, era abbastanza ovvio. Ma io volevo sapere cosa aveva combinato la mia piccola castana.
 
“Bene…” esordì Sunny, seduta comodamente sul tappeto. Io ed Ally ci eravamo strette sulla poltrona, Liam, con Julie accomodata in mezzo alle gambe, era seduto per terra, con le spalle poggiate al bracciolo del divano. Anche Louis era seduto per terra, ma lui, invece, era poggiato al bracciolo della poltrona, dal lato di Ally, che gli accarezzava dolcemente i capelli, fissando assorta la trama del tappeto. Harry e Zayn erano comodamente stravaccati sul divano. E Niall, beh… lui si stava servendo una generosa porzione di pancake, avanzati dalla colazione che si erano preparati i tre padroni di casa. Dopo aver versato lo sciroppo d’acero sulla montagnola di cibo che aveva nel piatto, si accomodò sul divano insieme ai suoi due amici.
 
“Io lo dico subito. Non ricordo un cazzo di ieri. Solo che il primo che ha iniziato a bere è stato Harry.” cominciai, inclinando leggermente il capo. Vidi il riccio sorridere, per poi passarsi la mano tra i capelli.
 
HARRY’S POV
 
Dio, Signore, Gesù, Cristo, Adamo ed Eva vi ringrazio!! Non se lo ricordava, per fortuna… sperai che la cosa restasse segreta, altrimenti sarebbero stati guai. Ma per ora ero al sicuro e più soddisfatto che mai. Mi passai una mano tra i ricci, sorridendo involontariamente.
 
“Beh, qualcuno doveva pur iniziare, no?” dissi, senza smettere di sorridere.
 
“Beh, io e Liam penso possiamo dirvi più o meno tutto, visto che eravamo gli unici a cui l’alcool non ha dato alla testa. Niall e Zayn erano persi, ieri sera, guardavano il cielo e parlottavano tra loro. Diciamo che avete vomitato l’anima a turno.” iniziò Julie guardando il biondo intento a ingozzarsi. Sunny rise. “Ally e Louis sono stati i primi ad andarsene dalla spiaggia. Sono andati nella nostra casetta, ma poi appena siamo entrati io e Liam hanno detto che se ne andavano ‘perché non volevano sentirci scopare come istrici.’. Testuali parole di Tommo, qui presente…” continuò scoccando un’occhiata al castano, che sorrise innocentemente.
 
“Sai niente di me?” chiese la rossa, sporgendosi verso l’amica.
 
Oh-oh…
 
“Non molto. So solo che tu ed Harry avete passato la serata ridendo come dei cretini. Non si capiva cosa vi stavate dicendo… i vostri discorsi erano troppo sconnessi. Ma passandovi davanti ho sentito Harry dire qualcosa tipo ‘Tutto grazie a una maschera…’. Ma non ne sono certa, non si capiva davvero niente…” espose Julie, scuotendo un po’ il capo. Il mio sorriso si congelò e il mio sguardo cominciò a spostarsi da Julie a Dia, senza riuscire a capacitarmi di quello che la mora aveva appena detto.
 
Cavolo… pensavo di essermi ubriacato e non rincoglionito!
 
Avevo seriamente detto a Dia di Ed? Posai lo sguardo su di lei e rimasi a fissarla, per vedere come reagiva alla cosa. Era impassibile. Evidentemente la cosa non scaturiva in lei alcun ricordo e questo pensiero mi fece sospirare di sollievo.
 
“Ok, ricapitolando. Julie e Liam erano nella casetta delle ragazze. Louis ed Ally erano qui. Io e Zayn stavamo in spiaggia…” elencò Niall. Notai le sue gote arrossarsi, dopo la sua ultima affermazione, ma non ci feci caso, come non feci caso alla risatina di Sunny. “Quindi Harry e Dia che fine hanno fatto stanotte?” domandò il biondo ingenuamente. Il resto del gruppo cominciò a lanciare occhiatine maliziose.
 
“Io stamattina mi sono svegliata nel mio letto, nella mia casetta… da sola.” specificò la rossa, incrociando le braccia al petto. Avvertii Ally e Julie fare dei versi di disappunto.
 
Oh, se solo sapessero…
 
“Ok. Harry, ma … tu dov’eri?” mi chiese Louis, al quale Ally continuava a fare i grattini sulla testa, neanche fosse un gatto lardoso in cerca di coccole. Arrossii di botto, abbassando lo sguardo sulle mie dita e cominciando a giocare nervosamente con le mani.
 
“Io, vedi…” cominciai, cercando una scusa credibile. Cacchio, non mi veniva in mente nulla! E ora?
 
“Harry è stato da me stanotte.” S’intromise Sunny, sorridendo prima a Tommo e poi a me. “Ieri sera, appena sono arrivata nel campus l’ho trovato a girovagare, visibilmente ubriaco. Quindi, per evitare che combinasse qualche casino l’ho preso e l’ho portato nella mia casetta. Ha dormito come un sasso…” ridacchiò guardando tutti i nostri amici. “Post scrittum: Harry, russi come un trombone, sai?” mi sussurrò, facendo però in modo che tutti sentissero. Cominciammo a ridere, ma io a volte lanciavo occhiate alla bionda; mi aveva coperto… lei aveva fatto in modo che non si scoprisse che avevo passato la notte con Dia.
 
Ok, dopo dovrò parlarle… mi dovrà spiegare perché l’ha fatto. Non che mi dispiaccia, intendiamoci… ma mi dovrà comunque spiegare cosa è girato nel suo cervellino ossigenato quando ha avuto l’idea di coprirmi.
 
*nel pomeriggio*
 
DIAMOND’S POV
 
Stavo sdraiata sul letto. A pancia in su. Lanciando per aria un cuscino. E intanto pensavo. A cosa? A quello che aveva detto Julie. Su me ed Harry. Avevamo passato la serata ridendo come scemi. Ubriachi fradici. Insieme. Pensavo da… guardai l’orologio: mezz’ora. Pensavo, ma non riuscivo a darmi risposta. Non riuscivo a dare un senso a quella frase.
 
‘Tutto grazie a una maschera…’
 
Continuavo a pensare. Una maschera… maschera: finta testa o finto volto con sembianze umane o bestiali, di cartapesta o altro, portati per contraffare il viso a scopo scherzoso o rituale. Piccola striscia di tessuto o altro con cui si copre la parte superiore del volto.
 
Mmmh…
 
BU!
 
Ah! Non sono stata io a rubare i cupcakes!
 
Dia, sono io…
 
Ah! Sei Dio! Cavolo, Signore è imbarazzante! Non pensavo tu esistessi davvero… ehi! Ma io ho perso la scommessa contro Faith! Avevamo scommesso che tu non esistevi!
 
Diamond.. ho detto ‘io’, non ‘Dio’!
 
Io chi?
 
Non tu, io!
 
Ma chi?!
 
Rick!
 
Oh, no… sei tornato.
 
Non ti libererai mai di me e lo sai bene. Hai firmato un contratto.
 
Io non ho firmato proprio niente!
 
Ed è qui… che sta il bello!
 
In quel momento qualcuno bussò alla porta, interrompendo i miei dialoghi interiori.
 
“Chi mi cerca?” chiesi continuando a lanciare il cuscino per aria. Era rilassante…
 
“Dia, sono Julie… senti, c’è Harry fuori dalla porta. Dice di volerti vedere…” mormora la mora, facendo entrare la testa nella stanza. Quell’affermazione mi distrasse e il cuscino mi piovve rovinosamente in faccia, accecandomi per qualche secondo. Lo spinsi via, per poi tornare a guardare la mia amica.
 
“COSA?!” chiesi mettendomi seduta di scatto. Lei entrò nella stanzetta, seguita da Ally.
 
“Scherzavo. Ci sei cascata.” disse atona Julie, sedendosi sul letto, accanto a me. Mi lasciai nuovamente cadere sul materasso e ripresi a palleggiare col cuscino. Ally si sedette dal lato opposto alla mora. Mi avevano circondata.
 
Merda… sono delle assassine mi vogliono uccidere!
 
Cosa te lo fa pensare?
 
Quella cicatrice da galeotta che ha Ally sotto l’occhio destro.
 
Quale cicatrice?
 
Quella là…
 
Non c’è nessuna cicatrice, Diamond…
 
……
 
……
 
Davvero?
 
Ah… ma che ci faccio io qua con te?
 
Hai firmato un contratto…
 
Io non ho firmato niente!
 
Ed è qui… che sta il bello!
 
“Dia, dobbiamo parlare…” mi disse Ally, afferrando il cuscino che avevo lanciato per aria per l’ennesima volta e buttandolo dall’altra parte della stanza.
 
“Ehi!” protestai, tendendo le braccia verso l’angolo in cui il cuscino era finito. Julie sbuffò.
 
“Dia!” ripeté, leggermente incazzosa. “Dobbiamo… parlare.”
 
Oh-oh… allarme ciclo!
 
“E di che?” chiesi, alzandomi, decidendo di essere seria per qualche secondo.
 
“Di Harry.” mormorò Ally.

 
 
ANGOLO AUTRICE :3
Come ho detto sopra per mettere il banner mi si era chiuso l'editor con l'angolo autrice. Non potete immaginare quanto odio... comunque, fregacazzi se non sono arrivate 9 recensioni nel capitolo precedente, perchè era scritto male, non aveva né capo e né coda e bla bla bla, tutte quelle cose che prima avevo scritto con tanto AMMMOOOVE, che si sono cancellate e che non ho voglia di riscrivere lol
Comunque, questo capitolo è lungo, succedono tante cose e bla bla bla, Sunny copre Harry bla bla bla, cosa vorranno dire Ally e Julie a Dia? Ditemi cosa ne pensate bla bla bla...
Rick è tornato, evviva, non vedevo l'ora di farlo tornare e bla bla bla...
Mi sono iscritta a twitter, di nuovo, perchè ho perso la password del vecchio account, se volete passare sono @MartyShipsLarry (Elounor, non mi odiate).
Wao... mi sono resa conto che questo stato autrice sembra depresso, lol! Comunque se ci riuscite, per questo capitolo saliamo a 11 recensioni, oppure sono troppe? Se siete curiose, lasciate una piccola recensione e, arrivederci al prossimo capitolo (mi sento tipo le tipe del telegiornale)
Vostra Blinkah

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Capitolo 14
*** On the beach. Half past nine pm ***




On the beach. Half past nine pm
 
 
 
“Harry? Oh andiamo ragazze? Tra tanti argomenti dobbiamo parlare proprio di Harry?” chiesi scocciata, dondolandomi sul posto. Julie sospirò, guardandomi sottecchi.
 
“Dia… è abbastanza importante che tu sappia. Ma cerca di capire… è difficile.” mormorò la mora, giocando con le dita. Mi misi a sedere, guardandola.
 
“Mi devo preoccupare?” chiesi corrugando le sopracciglia. Notai Ally torturarsi una ciocca di capelli, rigirandosela spasmodicamente tra le dita.
 
“N-no… non è niente di che… solo che bisogna trovare le parole giuste per dirlo. Non vorrei scioccar…” cominciò Julie. Non riuscì a terminare la frase che Ally la interruppe.
 
“Dia, non posso sopportare quest’ansia! Devi sapere che l’estate scorsa Niall ci presentò sua cugina Sunny, a noi stava simpatica e a lei piaceva sfottere Harry e Zayn!” esplose la castana, reggendosi la testa tra le mani. La guardai sconvolta. Julie si diede una manata in faccia, scuotendo la testa. Supposi che Ally che usciva di testa non era programmata. “Beh, ecco noi siamo stati bene, tutto ok ci divertivamo da morire, ma poi Harry e Sunny hanno cominciato a sentirsi attratti l’uno dall’altra e quindi… cazzo, non pensavo che sarebbe successo tutto questo, porca miseria! Dia, Harry e Sunny erano, e forse sono ancora, amici di letto!!”  gridò la castana, lasciandomi interdetta. Ci misi un po’ a metabolizzare le sue parole.
 
Quindi Harry e…
 
Eh sì…
 
E loro due…
 
Già…
 
Ogni notte…
 
Suppongo di sì…
 
“Ally, ti rendi conto che puoi averla scioccata talmente tanto da averle fottuto il cervello?! Oddio, e adesso? Cosa diremo agli altri? Dia è rincoglionita per colpa nostra, anzi… PER COLPA TUA!!” esclamò Julie nel panico. Ally si mise le mani nei capelli.
 
“Mio Dio, ho ucciso il cervello di Diamond!” mormorò, per poi lanciarsi addosso a me e iniziare a stritolarmi. “Dia, scusami, scusami! Non volevo istigare al suicidio il tuo cervello!” si lamentava. In quel momento cominciai a ridere come un’invasata, senza riuscire a fermarmi. Ally e Julie cominciarono a guardarmi, come se fossi pazza. E forse non avevano tutti i torti.
 
“Oddio, ragazze… scusate, ma…” continuai a ridere, asciugandomi una piccola lacrima, fuoriuscita dal mio occhio per le troppe risate. “Io pensavo chissà cosa e voi… cavolo!” esclamai, ansimando leggermente. Mi portai una mano sul cuore, che batteva all’impazzata per la mia risata prolungata.
 
“Dia… tutto ok?” chiese piano Julie, posando una mano sulla mia gamba.
 
“Il tuo cervello sta bene?” rincarò Ally guardandomi negli occhi. Sospirai, ridacchiando.
 
“Ragazze, sto benissimo.” le rassicurai sorridendo. Loro si guardarono ancora negli occhi, per poi rivolgersi nuovamente a me.
 
“La… cosa non ti turba?” mi chiese la mora, quasi stupita. Voleva imporsi un tono comprensivo, ma non ci riusciva tanto bene.
 
“Ragazze… prendetemi in parola se vi dico che non mi frega niente di chi Harry si porta a letto.” dissi, per poi alzarmi dal letto.
 
Bugia. Bugia gratis.
 
 Mi diressi verso l’armadio e presi una maglietta pulita e degli shorts di jeans. Infine tirai fuori dal mio cassetto della biancheria intima e mi diressi verso il bagno. Le mie amiche seguirono attentamente ogni mio movimento.
 
“Che fai?” mi chiese Ally. Sorrisi, uscendo dalla stanza.
 
“Mi faccio una doccia e poi vado a farmi un giro. Qui in casa mi annoio…” risposi, stringendomi nelle spalle. Entrai nel bagno e poi nel vano doccia, facendo scorrere l’acqua tiepida sul mio corpo. Non mi importava sul serio di Harry e Sunny? Certo, che domande mi facevo? Ovviamente non mi importava. Harry era un ragazzo superbo e rompiscatole che, per quanto mi riguardava, poteva portarsi a letto pure il mondo intero, maschi inclusi. Eppure, pensare a lui e Sunny a fare porcherie a letto mi faceva venire i conati.
 
Questo si chiama essere gelosi.
 
No, questo si chiama essere disgustati.
 
Senti, qual è il tuo problema con Harry?
 
È stronzo, presuntuoso, un grandissimo casanova, si crede Dio sceso in terra… ma insomma! Le persone così mi danno sui nervi!
 
Intanto ti da’ fastidio il fatto che molto probabilmente è andato a letto con Sunny…
 
Tsk… non è assolutamente vero. Stupida coscienza ficcanaso…
 
“Dia? Sei ancora viva?” mi chiese Julie, bussando leggermente alla porta. Chiusi il getto d’acqua, facendo un verso di assenso. Uscii dal vano doccia, asciugandomi in fretta. dopo aver indossato la biancheria, misi i vestiti che avevo scelto: la maglia era beige, con davanti un cuore arcobaleno e una scritta “Have a nice day”. Per i pantaloncini, avevo optato per degli shorts in jeans molto semplici e chiari, con qualche piccolo strappo. Dopo essermi truccata leggermente, con un po’ di matita nera sulle palpebre, uscii dal bagno ed entrai in camera. Mi infilai le mie adorate Converse bianche e uscii, con i capelli ancora un po’ umidi. Non mi curai di quest’ultimo particolare, dato che la temperatura, fuori era abbastanza calda e c’era ancora il sole. Cominciai a gironzolare per il campus senza meta, guardando i vari ragazzi che affollavano l’enorme prato che si stendeva nell’area dedicata alle casette: chi rideva, chi canticchiava, chi stava seduto sull’erba a leggere, chi parlava… c’era questa piacevole atmosfera che il primo giorno non avevo notato, troppo impegnata a maledire quel posto che mi sembrava tanto brutto e squallido. Senza nemmeno rendermi conto mi ero messa a camminare verso la spiaggia ed ero arrivata a cinque metri di distanza dall’acqua, all’incirca. Ero praticamente nel bel mezzo dell’area sabbiosa. Mi sedetti, con lo sguardo rivolto al mare e mi persi a fissare l’orizzonte. Improvvisamente sentii il cellulare vibrarmi in tasca: era un messaggio da un numero sconosciuto:
 
Da: N. privato
 
Ciao Dia. Era da un po’ che non ci si sentiva. Lo ammetto, mi manchi. Che ne pensi se ci vediamo accanto al gigantesco albero, vicino all’entrata della spiaggia? Facciamo alle nove e mezza. A dopo. Ed xx
 
Lessi il messaggio una, due, tre, cinque volte, prima di rendermi seriamente conto di cosa c’era scritto. Ed mi voleva incontrare in spiaggia, quella sera. Alle nove e mezza. Che ore erano? Le sette e mezza. Troppo presto per andare nel panico. Non mi andava di tornare alla casetta; più che altro non mi andava di alzarmi, quindi mi misi a pensare a una teoria che da un po’ stava iniziando a gironzolare nella mia testa: quella che poteva essere l’identità di Ed. Molti tasselli di quel puzzle coincidevano, ma la mia restava un ipotesi molto campata in aria. Allora, io pensavo che Ed fosse un mio vecchio amico di infanzia, chiamato Edmund Pedding; era il mio vicino e giocavamo spesso insieme, ma poi la sua famiglia traslocò a Londra, ed ecco un primo indizio: il campus era molto vicino alla capitale, quindi molto probabilmente Edmund era solito passare lì le sue vacanze. Poi, l’aspetto fisico: gli occhi chiari, i capelli castani e le labbra carnose. Una cosa che non scorderò mai, sono gli occhi di Edmund, azzurri come il ghiaccio. Ripensando all’ultimo sguardo che Ed mi lanciò quella fatidica sera, mi venivano in mente solo e solamente gli occhi azzurri di Edmund. I capelli: certo, Ed indossava un cappello di lana, ma si intravedevano comunque dei ciuffi castani chiari, simili a quelli di Edmund. E infine le labbra: rosee, carnose e piene. La maggiore caratteristica che li accomunava. Ma la mia continuava ad essere un ipotesi, probabilmente io stavo speculando i miei ricordi e stavo permettendo alla fantasia di galoppare, ma forse…
 
“Persa nei tuoi pensieri, eh?” mi chiese una voce conosciuta. Era Niall, che sorrideva sotto i baffi.
 
“Già…” risposi, guardandolo, invitandolo con un gesto a sedersi accanto a me. Lui si accomodò, stendendo le gambe sulla sabbia morbida. Lui si accomodò, stendendo le gambe sulla sabbia morbida. “Senti, Niall… sei il tipo che sa tenere i segreti?” sussurrai, scavando una piccola buca con la mano.
 
“Confidami i tuoi peccati, figliuola…” rispose lui, imitando i preti che si trovano nei confessionali. Ridacchiai, per poi tirare un sospiro. Non capivo perché volevo confessargli un segreto del genere. Lo conoscevo appena e quella era una cosa personale.
 
“Io ho… un appuntamento, stasera.” sussurrai. Il biondo mi guardò incerto, sorridendo appena.
 
“Tutto qui? Cavolo, Dia… mi ero preoccupato, pensavo fosse chissà cosa.” commentò lasciando cadere la testa indietro. “Chi è il fortunato?” mi chiese, sempre conservando il suo tono allegro. Mi guardai i piedi, imbarazzata.
 
“Io… non lo so. Cioè, lo so, ma… in verità non lo so. Io credo di saperlo, ma non sono sicura, tutto qua…” balbettai, diventando dello stesso colore dei miei capelli.
 
“Sono un po’ confuso…” ammise il biondo, fissandomi. Presi un respiro profondo e gli raccontai tutta la storia: di Ed, il ragazzo mascherato, di quello che era successo nel Tendone, il bacio, il messaggio, l’appuntamento, i miei sospetti sulla sua identità. Tutto. Niall rimase in silenzio, ascoltando con attenzione. Parlarne mi face stare molto meglio.
 
“Dia, devo ammettere che la tua storia è molto interessante, ma anche molto contorta. Ma sorge spontanea una domanda: tu cosa provi per questo Ed?” mi domandò il biondo, fissando i suoi occhi nei miei. Azzurro immerso nell’azzurro.
 
“Io non so. Quel bacio è stato così… wow. Non avevo mai provato una cosa del genere, baciando un ragazzo.” ammisi, abbassando lo sguardo. “Ma…”
 
“Ma c’è anche Harry.” completò lui al posto mio. Dire che divenni rossa è un eufemismo. Le mie guance si infiammarono di colpo, tanto da sentirle diventare bollenti.
 
“Cosa?!” esclamai saltando in piedi. “N-no! Harry non c’entra nulla in questo discorso! Anzi, non c’entra nulla sempre, perché a me lui non piace!” continuai, coprendomi il viso con le mani. Anche Niall si alzò, scuotendosi via la sabbia dai pantaloni.
 
“Mh, forse hai ragione… anzi, avresti ragione se le tue guance rosse e la tua reazione non ti avessero tradita.” ridacchiò, posando un dito sulla mia guancia destra. Lo fulminai con un’occhiataccia. Lui fece finta di nulla e guardò l’orario sul telefono. “Beh, è stata una bella chiacchierata. Ho capito molte cose. Ora se vuoi scusarmi vado via. È tardi…” continuò, cominciando ad allontanarsi da me e dalla spiaggia. Lo guardai camminare, con le mani in tasca.
 
“Tardi? Perché, che devi fare?” chiesi, sperando di non sembrare indelicata. Lui si girò e mi sorrise furbetto.
 
“Ma non è tardi per me. Lo è per te. Ti sei scordata? Tra dieci minuti devi vederti col tuo Ed.” mi ricordò, schioccando un paio di volte le dita, come a volermi svegliare. Feci un salto, come se avessi preso la scossa. Cavolo, era vero!
 
“Oh merda! Hai ragione, fammi correre. Ciao Niall, ti farò sapere!” esclamai agitata, iniziando a correre via.
 
“Aspetta, Dia!” mi richiamò il biondo. Mi bloccai e mi girai a guardarlo. “Voglio darti un consiglio, spero che tu possa e voglia seguirlo. Cerca di scoprire la verità, stasera. Fa’ capire ad Ed che questa situazione non fa bene a nessuno di voi due.” mi disse, fissando i suoi occhi nei miei. Annuii, con un’espressione risoluta. Beh, anche senza il consiglio del biondo, sapevo già che quella sera avrei scoperto, in un modo o nell’altro, chi diamine si nascondeva dietro quella mascherina nera. “Ora vai, altrimenti fai tardi!” mi consigliò, sorridendo. Ricominciai a correre, non prima di averlo salutato con la mano.
 
“A proposito!” gridai, senza fermarmi. “Grazie per avermi ascoltata!” continuai sorridendo felice. Niall era proprio un buon amico. Lo sentii ridere.
 
“Dovere!” mi gridò in risposta. Continuai a correre, fino ad arrivare alla fine della zona sabbiosa e raggiungendo la zona sterrata che fungeva da sentiero. Lo attraversai per un paio di metri, raggiungendo finalmente l’albero dell’appuntamento. Guardai l’ora: le nove e ventotto. Ero anche in anticipo. Ora dovevo aspettare. Mi poggiai al tronco con la schiena, sospirando leggermente.
 
“Sai, mi è sempre piaciuto salire sugli alberi.” una voce che veniva dall’alto. No, non era Dio. Mi girai di scatto guardando il punto dal quale derivava la voce e quasi gridai dalla sorpresa. Una figura maschile era appoggiata con la schiena contro due rami che formavano un angolo, le braccia incrociate al petto, una maglia bianca, una felpa nera, un paio di pantaloni neri, un sorriso sghembo e (oh mio Dio!) una maschera nera in faccia. Quasi morii di paura, quando lo vidi saltare giù e atterrare con grazia accanto a me. “Sin da quando ero piccolo.” continuò senza smettere di sorridere. Mi posai una mano sul petto, per calmare i miei battiti impazziti.
 
“Ed…” mormorai quasi sorpresa di vederlo. Ed era assurdo, perché avevamo appuntamento.




ANGOLO AUTRICE
Ammetto che ero molto combattuta. Non sapevo se mettere il capitolo così com'era o continuarlo ancora un po'. Ma secondo mio fratello era più sensato fermarmi così. Ma forse lui voleva semplicemente mettersi al computer... vabbè, too late, ormai sto postando e semplicemente mi piace questo capitolo, anche se amo molto di più il prossimo e quello dopo ancora, visto che li ho già ideati. Vi chiedo scusa se in questo periodo avrò problemi ad aggiornare, perchè il mio pc è andato a farsi benedire e sto usando quello di mia madre e non posso disporne a mio piacimento, purtroppo. Comunque, anche se non sono arrivate le recensioni me ne frego perchè amo troppo 'sta storia e non mi fermo per diecimila anni solo per le recensioni. Ora, potete far partire le ipotesi su quello che succederà nel prossimo capitolo, sono proprio curiosa. Stavolta ci fermiamo a 9 recensioni, sono certa che possiate farcela. Vero?
Baci, vostra Blinkah

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Capitolo 15
*** I really wanna know it? ***




I really wanna know it?
 
“Ed…” mormorai quasi sorpresa di vederlo. Ed era assurdo, perché avevamo appuntamento. Lui sorrise raggiante.
 
“Sì, è il mio nome.” commentò scherzosamente, stringendosi nelle spalle. Presi un respiro profondo e mi piantai di fronte a lui, con le braccia aderenti ai fianchi.
 
“Io so chi sei.” dissi fissando i miei occhi nei suoi. Cacchio, era troppo buio, ancora non si vedevano bene. Mi dovevo buttare, sperando di indovinare. Lui sbiancò.
 
“Stai bluffando…” mormorò, ricomponendosi. Io incrociai le braccia al petto.
 
“Non penso proprio…” risposi, facendo un mezzo sorriso malizioso. Lui si avvicinò a me, facendo quasi scontrare i nostri petti.
 
“E allora dimmi. Chi sono io?” sussurrò, chinando il capo, così da potermi guardare negli occhi.
 
“Tu sei Edmund Pedding!” esclamai convinta. Certo, non ne avevo la certezza, ma volevo dimostrarmi sicura di quello che dicevo. Ed mi guardò perplesso per poi scoppiare a ridere. Gli lanciai un’occhiataccia, senza sciogliere la mia posizione.
 
“Scusa, Dia… ma non so nemmeno chi sia questo tizio…” disse divertito. Lo ammetto ero delusa. Parecchio.
 
“Allora dimmi chi sei.” sibilai gelida. Salii in punta di piedi, così da essere faccia a faccia con lui. Sì, beh… era un po’ più alto di me. Ok, era un bel po’ più alto di me… “Adesso.” continuai quando lui cercò di ribattere.
 
“Senti, Dia… io voglio che tu sappia chi sono. Ma non penso che questo sia il momento giusto…” sussurrò, passando leggermente la mano sulla mia guancia. Quel semplice gesto mi procurò un leggero brivido lungo la schiena, che cercai di ignorare. “Te lo dirò, te lo giuro. Ma non adesso.”
 
“O-ok…” balbettai, incantata dai suoi occhi. Se non fosse stato per la sua posizione, ovvero con la luna alle spalle, sarei riuscita a capire di che colore erano le sue iridi. In quel momento sentii delle labbra piene premersi sulle mie, in un bacio improvviso e desiderato. Da entrambi. In quel bacio sentii la nostalgia che avevo provato. Capii quanto mi erano mancati quegli occhi, quella voce, quelle labbra. Capii quanto mi era mancato Ed. E in quel momento non me ne fregava nulla della sua identità. In quel momento il mio cervello era impegnato a tenermi lucida quel tanto che bastava a non svenire.
 
“Mi sei mancata tanto…” sussurrò sulle mie labbra per poi darmi un altro piccolo bacio. “Troppo…” continuò, per poi fiondarsi nuovamente sulla mia bocca. Le sue mani reggevano il mio viso, mentre le mie si erano incrociate sulla sua nuca. Le mie labbra si schiusero dal piacere, permettendo alla sua lingua di toccarsi con la mia. E in quel momento vidi veramente il paradiso. Ed si allontanò leggermente, posando la sua fronte contro la mia. Le sue labbra erano più rosse del solito e immaginai che le mie si trovassero nella stessa situazione. “Andiamo a farci una camminata sulla spiaggia?” bisbigliò con la voce più roca del solito. Annuii, non essendo certa di essere in grado di parlare.
 
*dieci minuti dopo*
 
Non camminammo molto. Anzi, non camminammo affatto. Giusto il tempo di raggiungere l’area sabbiosa ed eravamo già seduti uno accanto all’altra, intenti a fissare l’orizzonte. E forse vi aspettate di sentirmi dire “Eravamo avvolti in un silenzio che raccoglieva tutte quelle parole che non avevamo bisogno di sentirci dire per sapere.” o una roba così, tutta romantica e/o filosofica. Invece no, iniziammo a parlare di noi, delle nostre vite e dei nostri passati, che scoprimmo essere molto simili.
 
“E quindi i miei, tre anni fa, si separarono. Io avevo tredici anni, beh… all’inizio volevo farli tornare insieme, ma dopo qualche mese capii che loro non si amavano più, quindi rinunciai. Adesso io e mia madre stiamo a Manchester, nella casa in cui abbiamo sempre vissuto, anche se alle volte mi tornano in mente tutti quei bei momenti passati insieme, come una famiglia unita. Ma ora come ora, non posso fare altro che pensarci sorridendo leggermente, pensando a tutti questi bei ricordi, giusto con un pizzico di nostalgia, tenendo conto del fatto che ormai è tutto finito, ed è inutile piangerci sopra.” dissi assorta, con un mezzo sorriso in volto. Sentivo lo sguardo di Ed bruciarmi sulla pelle del volto. Era molto interessato al mio racconto.
 
“Tuo padre?” chiese con un tono che non voleva essere indiscreto. Era bello vedere come trattava con delicatezza l’argomento. Era estremamente dolce.
 
“E mio padre, beh…” trattenni un verso di disgusto. “Lui in questo momento è in Brasile con… la sua ragazza, Akira. Giovane, bella, ventiduenne… mi chiedo con quale dignità riescano ad andare in giro insieme, quei due...” mormorai, assottigliando gli occhi e lanciando il più lontano possibile un sasso. “Mia madre, invece si è trovata un compagno che ha poco più di lei. Ha girato tanto per il paese e l’ha incontrato casualmente. Adesso è felice. Lo ama, non sai quanto vorrebbe sentirsi proporre le nozze. Ti lascio immaginare le sua felicità quando lui le ha proposto di andare in vacanza insieme, in una specie di fuga romantica…” conclusi, sorridendo. “E tu?”
 
“Anche i miei sono separati, ma io sto da mio padre. Con mia madre vado d’accordo, ma lei è una tipa ansiosa. Vivendo con lei le darei solamente tante preoccupazioni. E poi con mio padre c’è un bel rapporto. Ma ora sono preoccupato che tutto possa rovinarsi…” mi confidò, rigirandosi una conchiglia tra le dita.
 
“Oh…” sussurrai dispiaciuta. Istintivamente posai una mano sulla sua spalla e vi posai delle leggere carezze. “Perché?”
 
“Lui ha trovato una donna. È simpatica. Intelligente. Si amano. Non ho niente contro di lei, ma… io sono preoccupato per i cambiamenti che avverranno. Ci sarà il matrimonio, poi dovremo trasferirci a Londra e… mi ritroverò anche una sorellastra più piccola…” elencò, facendomi notare la tensione nella sua voce. Sospirai leggermente, stendendomi a pancia in su. Cominciai a guardare il cielo stellato.
 
“Non devi vedere i cambiamenti per forza come una cosa negativa. Pensa a quanto sarà bello vedere tuo padre felice con la donna che ama. Pensa che bello poter andare a vivere a Londra… insomma, dopotutto è la capitale! La città delle meraviglie. Pensa che bello poter avere una sorella minore…” sussurrai felice. Volevo fargli capire quanto i suoi timori potessero essere infondati. Lui si sdraiò accanto a me, iniziando anche lui a fissare le stelle.
 
“Non sono mai stato portato a fare il fratello maggiore…” mormorò leggermente divertito.
 
“Tu pensa solo che tu e la tua sorellastra litigherete. Pensa che per ogni singola stronzata vi griderete addosso, vi scambierete insulti, ma alla fine farete sempre pace. Vi abbraccerete, vi direte che vi volete bene e alla fine vi addormenterete sdraiati sul divano, guardando un film e con una pizza davanti. Pensa che quando si fidanzerà tu sarai pronto a fare il solito vecchio discorsetto al suo ragazzo. E se mai lui la farà soffrire tu sarai pronto a pestarlo. Pensa che il giorno del matrimonio dei vostri genitori starete lì, seduti uno accanto all’altra, lei con un abito chiaro e tu in giacca e cravatta, con gli occhi lucidi dall’emozione, e il cuore pieno di felicità, tutti intenti a guardare i vostri genitori che, davanti all’altare si giurano eterna fedeltà. Non ti sembra bellissimo tutto questo?” sussurrai assorta.
 
“Però… la fai sembrare una cosa bella.” commentò confortato. Rimanemmo in silenzio per qualche attimo, poi alzai un dito al cielo e indicai delle stelle allineate.
 
“Il cielo oggi è pulitissimo. Non c’è nemmeno una nuvola. Guarda lì. Quella è l’Orsa Maggiore.” mormorai, seguendo la sua forma col dito. “E lì accanto c’è l’Orsa Minore...” continuai. Non ne capivo bene il motivo, ma continuavamo a parlare a bassa voce. Come se il troppo rumore potesse rovinare quella pace che ci eravamo costruiti. Come se il silenzio era la nostra unica difesa, in quel piccolo mondo che ci eravamo creati.
 
“Ti piacciono le stelle?” chiese, senza rendersi conto probabilmente, che la risposta era ovvia. Distolsi lo sguardo dalla volta celeste e cominciai a guardare il suo profilo mascherato.
 
“Da impazzire. Quando ero piccola mio padre mi regalò un telescopio e lo mise in camera mia, accanto al letto. Ogni notte mi mettevo a guardare il cielo, con una mappa delle stelle in mano e cercavo di riconoscere le costellazioni. Non puoi immaginare che gioia quando, all’età di sette anni, riconobbi la Cintura di Orione!” dissi euforica, ricordando i bei vecchi tempi. Tornai a guardare il cielo, sentendomi emozionatissima e rendendomi pienamente conto di essere sdraiata su una spiaggia sotto un cielo stellato accanto a un ragazzo capace di farmi venire il batticuore con una sola carezza.
 
“Ehi, guarda lì! Una stella cadente!” esclamò eccitato, indicando un punto proprio sopra le nostre teste. Notai anche io il piccolo punto bianco muoversi per aria, lasciando dietro di sé una scia luminosa. “Esprimiamo un desiderio…” bisbigliò, stringendo la mia mano nella sua. Mi sentii avvampare e sperai che lui non lo notasse.
 
Vorrei tanto sapere chi sei Ed. Non voglio amare un volto coperto…
 
ED’S POV (o HARRY’S POV, se preferite…)
 
“Esprimiamo un desiderio…” dissi piano, stringendo la sua mano. Forse era solo una mia impressione, ma la vidi diventare rossa. Sorrisi al pensiero.
 
Desidero che tu ricambi i miei sentimenti, Dia…
 
“Cosa hai desiderato?” mi bisbigliò, avvicinando leggermente il suo corpo al mio. La vidi alzare lo sguardo, così da potermi guardare negli occhi. Le feci un sorrisetto sghembo.
 
“È un segreto, piccola…” la ammonii scherzosamente, dandole una ditata sul naso. Lei sorrise e tornò a guardare in a guardare in alto.
 
“Oh, scusa…” ridacchiò. Ci furono parecchi minuti di silenzio, durante il quale entrambi restammo a guardare il cielo. Finalmente decisi di parlarle. “Ehi, Dia… è tardi, forse dovremmo tornare…” sussurrai, ma lei non mi rispose. “Dia?” la richiamai, ma non ricevetti nuovamente risposta. Mi voltai a guardarla e solo allora mi resi conto che si era addormentata, con un leggero sorrisetto sulle labbra. Il mio primo pensiero fu di prenderla in braccio e di riportarla nella sua casetta. Però volevo prima godermi un po’ l’angelica visione della mia piccola Diamond che dormiva. Dalla sua precedente posizione a pancia in su, si era voltata di lato, tenendo il viso in direzione della mia spalla. I capelli rossi erano sparsi sulle spalle e sul viso. Un piccolo e dolce sorriso campeggiava sulle sue labbra, dandole un’aria innocente. Mi spostai un po’ verso il basso, così da avere il viso di fronte al suo e le lasciai un casto bacio sulle labbra. Lei sorrise ancora di più e avvolse le braccia intorno al mio petto, gesto che mi fece ridacchiare silenziosamente. In quel momento si alzò il vento e la vidi rabbrividire. Mi tolsi la felpa di dosso, rimanendo solo con la maglietta bianca, e gliela posai addosso, come una coperta. Restai a fissarla per chissà quanto tempo, forse per ore, finché il sonno non prese il sopravvento su di me.
 
*la mattina seguente*
 
DIAMOND’S POV
 
Mi svegliai tutta indolenzita. Non ricordavo che i letti del campus fossero tanto scomodi. Sentivo il sole arrivarmi dritto negli occhi, quindi li aprii lentamente. Come sospettavo, la luce mi infastidì, ma almeno mi fece svegliare per bene. E in quel momento mi resi conto di non trovarmi nel mio letto. Mi venne quasi un colpo quando capii di trovarmi sulla spiaggia, con una felpa non mia addosso e un ragazzo mascherato accanto, che dormiva profondamente.
 
ED!
 
Mi misi in piedi e fissai il suo volto coperto. Beh, forse era il destino. Forse il fato voleva che io scoprissi in quel momento la sua identità. Mi morsi il labbro inferiore, indecisa se farlo o meno. Lui dormiva, non se ne sarebbe accorto.
 
Ma voglio veramente saperlo?
 
 Certo che volevo! Dovevo farlo, era la mia chance! Volevo sapere chi celava quella maschera! Mi inginocchiai davanti a lui e tesi la mano verso il suo viso. Non riuscii a trattenermi dal lasciargli una piccola carezza.
 
Insomma Dia! Basta cavolate! Levagli quella maschera!
 
Lo so, lo so! Rick, quindi secondo te questa è la cosa giusta?
 
No, Diamond, ma se tu senti che devi farlo… fallo. E fallo in fretta, prima che io cambi idea e che cerchi di fermarti.
 
Tesi nuovamente la mano verso la maschera, arrivando a prenderne un bordo. Era il momento della verità…


ANGOLO AUTRICE :3
Non mi soffermo molto, anche perchè il computer serve a mia madre. Wooooow quanti Dirry in questo capitolo, sono morta (di diabete) e resuscitata una ventina di volte, scrivendo questo capitolo. Allora, Dia sta per togliere la maschera ad Harry. Credete che Dia stia facendo la cosa giusta? Credete che ce la farà? Come credete che reagirà alla scoperta? Come credete che reagirà Harry? Troppe domande di cui ovviamente non vi dico le risposte u.u
Vi chiedo nuovamente 9 recensioni. Vero che ce la fate? Spero di sì, da ora la storia si fa interessante.
Baci, vostra Blinkah
 

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Capitolo 16
*** Ok... I deserved it... ***





Ok ... I deserved it…
 
Tesi nuovamente la mano verso la maschera, arrivando a prenderne un bordo. Era il momento della verità… ma il vibrare del mio cellulare in tasca mi distrasse. Lo tirai fuori dalla tasca e vidi la chiamata di Ally. Premetti ingenuamente il tasto di risposta.
 
“Pronto, Ally?” chiesi alzandomi cercando di non svegliare Ed. Sentii la mia amica dall’altro lato del telefono sospirare sollevata.
 
“Oh, Julie! Julie, ha risposto!” esclamò tra il felice e preoccupata. In quel momento sentii una Julie incazzata nera gridare dall’altro lato del telefono. Supposi che aveva strappato il telefono dalle mani della castana, perché mi ritrovai i suoi strilli nell’orecchio.
 
“LETTO VUOTO! NESSUN BIGLIETTO! AUTO SPARITA! POTEVI MORIRE! POTEVI ESSERE VISTA!!” urlò infuriata. Allontanai il telefono dall’orecchio per evitare di diventare sorda. Alzai gli occhi al cielo.
 
“Stai calma, signora Weasley! Non sono mica morta. Ma grazie a te adesso ho un orecchio che avrà bisogno di Amplifon!” sbottai, allontanandomi dal ragazzo, che iniziava a mugolare nel sonno.
 
“Fai meno la spiritosa, Diamond! Ieri sera abbiamo pensato di lasciarti in pace, perché volevi stare per i fatti tuoi. Pensavamo che saresti semplicemente tornata tardi. E invece? Stamattina ci svegliamo e troviamo il tuo letto inviolato. Scusa se ci siamo preoccupate per te!” borbottò Ally contrariata. “Ti abbiamo chiamato mille volte e tu non rispondevi! Ci… ci hai fatto preoccupare da morire, ecco!” continuò la castana con la voce incrinata.
 
Oh cavolo…
 
“No, ragazze… scusatemi voi. È che ieri è successo tutto molto in fretta e…” cominciai, ma Julie pensò bene di interrompermi.
 
“Tutto cosa?” domandò incuriosita. Presi un respiro, lanciando un’occhiata al ragazzo addormentato.
 
“Ieri Ed mi ha mandato un messaggio, chiedendomi di vederci. Io sono andata all’appuntamento e… diciamo che ci siamo addormentati. Mi sono svegliata due secondi fa.” spiegai. Le sentii scalpitare eccitate.
 
“Che è successo?” chiese Ally.
 
“Ti ha detto chi è?” domandò Julie.
 
“Vi siete baciati?” continuò la castana.
 
“Gliel’hai data?” esclamò felice la mora, facendomi avvampare.
 
“Abbiamo parlato, no, sì e NO!!” esclamai sconvolta. Ridacchiarono.
 
“Ahahah, ok dolcezza. Ti lasciamo col tuo principe azzurro. Dopo raggiungici nella casetta!” rise Julie, chiudendo la chiamata, senza darmi il tempo di rispondere.
 
“A dopo…” mormorai al vuoto, chiudendo la chiamata. Mi accorsi di avere ancora sulle spalle la felpa di Ed. Lui era rimasto con una semplice maglietta bianca a mezze maniche. Sorrisi, pensando che aveva passato probabilmente la notte al freddo per coprire me. Lo vidi aprire leggermente gli occhi e mettersi seduto. Si guardò un po’ intorno, leggermente spaesato, poi il suo sguardo si posò su di me. Sorrise felice. “Oh sei sveglio…” dissi, nascondendo la mia delusione. La mia occasione era sfumata. Non potei però non ricambiare il sorriso, davanti al suo, dolce e tenero. Tenero, perché circondato da due fossette sulle guance. In quel momento sentii suonare nel mio cervello una specie di campanello d’allarme. Come se volesse farmi capire che avevo scordato qualcosa. Ma cosa?
 
“Sì, le urla delle tue amiche si sentivano fin qui. Bella interpretazione di Molly, comunque.” scherzò, allargando il suo sorriso. Risi leggermente.
 
“Riferirò…” risposi, sentendomi felice, ma allo stesso tempo tesa. Qualcosa dentro di me mi faceva sentire come se avevo davanti agli occhi un particolare talmente ovvio da essere stupido, ma che non riuscivo a cogliere. Ed si alzò e mi venne incontro. “Beh, quella di ieri è stata una bella serata. Ma adesso io devo andare nella mia casetta, tu devi andare nella tua, anche perché suppongo che anche tu hai tante cose da fa…” mi bloccai. Il mio sguardo attraversò tutto il suo corpo. Fu come se il tempo si fosse fermato. Alla luce del sole riconobbi i tatuaggi sul suo corpo, che si vedevano attraverso la maglia. Riconoscevo le due rondini sul petto, il veliero sul braccio. Pensai a quando li vidi la prima volta in spiaggia, quando era senza maglietta. Le labbra rosee e piene. I capelli castani chiari nascosti sotto il cappello. Il viso dai tratti delicati. Il sorriso furbo, le fossette e, sì… gli occhi verdi. Le dita lunghe e affusolate. Con un gesto fulmineo gli sfilai dalla faccia la maschera, facendo cadere anche il cappello. Una massa riccia ne fuoriuscì, cadendo intorno al viso e sulla fronte. In quel momento una frase cominciò a rimbombare nella mia testa, come se fosse una beffa: ‘Tutto grazie a una maschera…’ I miei dubbi si cancellarono e ogni pezzo del puzzle si ricongiunse. “Harry!” esclamai scioccata, facendo un passo indietro. Mi coprii la bocca con la mano, senza parole. Rimanemmo in silenzio fissandoci negli occhi. Io con sguardo stupito. Lui con sguardo colpevole.
 
“Dia, posso spiega…” cominciò, ma gli diedi un ceffone in pieno viso, lasciandogli sulla guancia il segno della mia mano. Lui si massaggiò il punto colpito con la mano. “Ok, me lo sono meritato…” mormorò. Assottigliai gli occhi, rendendomi seriamente conto di cosa era successo.
 
“Tu…” sibilai, avvicinandomi nuovamente a lui. I nostri petti si scontrarono. Gli puntai un dito contro. “Cosa vuoi spiegare, eh? Vuoi spiegare come ti sei messo una maschera in faccia e mi hai preso per il culo, eh? Vuoi spiegare come mi hai illusa, fingendoti una persona buona, sensibile e che mi capisse? Suppongo che ti sei fatto le migliori risate, eh?” gridai. Ero imbufalita. “Già ti vedo, ‘Guardate Diamond, che stupida, se ne va dietro a un ragazzo mascherato, magari pensando di aver trovato il vero amore.’ Oh, sicuramente ti sei divertito come un matto. E tutti i tuoi amici insieme a te!” continuai sentendo gli occhi bagnarsi. Mi passai la mano sul volto, asciugando le lacrime. Lui non si mosse. Ascoltava tutte le mie accuse in silenzio. “Sai cosa sei tu? Sei un mostro. Un rifiuto, un essere che non può nemmeno essere definito persona. Una… cosa, che si diverte a prendere in giro gli altri. Mi fai schifo, Harry Styles.” sussurrai, sentendo qualcosa dentro di me rompersi. Pensavo davvero di aver trovato quello giusto, nascosto dietro la maschera, dietro l’alone di mistero. Invece avevo trovato una bugia. Scossi il capo, guardando un’ultima volta il riccio con disprezzo. “Stammi alla larga.” sibilai infine, allontanandomi. Permisi a una lacrima di scendere giù dal mio occhio, quando sentii la presa ferrea di Harry intorno al mio polso, tirarmi nuovamente verso di sé.
 
“Ascoltami bene, Dia…” mormorò tenendo il suo sguardo fisso nel mio. “Io non volevo ferirti, non volevo prenderti in giro. Non volevo farti soffrire. Io volevo… piacerti in qualche modo. Tu mi odiavi, Diamond, e mi odi tuttora. Ho pensato di farti conoscere Ed, così da farti apprezzare la parte migliore di me, sorvolando sulla mia identità. Volevo piacerti, Diamond. Anzi, voglio piacerti. E sai perché? Perché mi piaci. E magari non sarà la situazione più romantica, magari non siamo sotto un cielo stellato o in una pista da ballo nel bel mezzo di un lento. Ma preferisco mandare a fanculo il romanticismo, piuttosto che incrociare di nuovo il tuo sguardo deluso o di rivedere il tuo disprezzo. Non pensare a ciò che ho fatto, Dia. Pensa al perché. E solo allora potrai guardarti dentro e chiederti se mai mi potrai perdonare. Se mai potrà esserci un noi. Se mai ci sarà un posto per Harry Styles. Qui dentro.” disse, posando una mano sul mio petto, proprio dove batteva il cuore. La mia risoluzione vacillò sotto il suo sguardo ricolmo d’amore e pentimento. Sì, era pentito. Si capiva perfettamente. E solo allora mandai a quel paese l’orgoglio e mi fiondai con foga sulle labbra di Harry Styles.
 
HARRY’S POV
 
“Qui dentro.” dissi posando la mano sul suo cuore. Lo sentivo battere veloce, sotto il mio tocco, cosa che mi rassicurò leggermente. Ma ancora in me c’era la paura che l’orgoglio, la rabbia e la delusione avessero la meglio. Avevo paura di averla persa. Poi ci fu il miracolo. Vidi quell’oscurità che campeggiava nel suo sguardo sparire e, senza il minimo preavviso mi stava baciando. Era il nostro terzo vero bacio e per la prima volta aveva preso iniziativa. Sorrisi del bacio, avvicinandola maggiormente a me. Sentii le sue mani insinuarsi tra i miei capelli e stringerli. La mia lingua si intrufolò tra le sue labbra e si scontrò con la sua. Adoravo il sapore delle sue labbra. Più le baciavo, meno volevo allontanarmi da lei. Era una droga, la droga migliore del mondo. Mi allontanai leggermente, posando la fronte contro la sua. Entrambi ansimavamo, a corto di fiato. “Questo… era un sì?” sussurrai sorridendo, sfiorando appena le sue labbra rosse. Lei ridacchiò, baciandomi castamente.
 
“Sì!” rispose felice, facendo ricongiungere le nostre labbra. E mentre ci scambiavamo quel bacio pieno di sentimenti e di felicità, pensai che come lieto fine… non era proprio niente male.
 
*a pranzo*
 
DIAMOND’S POV
 
Ci eravamo accordati col gruppo per pranzare tutti insieme, al ristorante del campus. Certo, le casette avevano un cucinino, ma a nessuno di noi andava di cucinare. Ci ritrovammo tutti alle due in punto, davanti all’entrata. Io ed Harry facemmo finta che non fosse successo niente, così da fare una sorpresa agli altri. Niall si materializzò al mio fianco.
 
“Allora? Com’è andata?” chiese sorridendomi. Lanciai un’occhiatina al riccio, il quale ricambiò furtivamente. La cosa, fortunatamente sfuggì agli occhi del biondo.
 
“Bene. Molto bene.” risposi, dondolando sui piedi. Mi resi conto che il mio enorme sorriso era abbastanza eloquente.
 
“Ti ha detto chi è?” indagò. Io feci la vaga, sorridendo furbamente.
 
“Diciamo di no. Ma comunque ora so tutto…” gli sussurrai, cercando di non farmi sentire dagli altri, che stavano ridendo e scherzando tra loro, dirigendosi verso un tavolo abbastanza grande per tutti.
 
“Non vuoi raccontarmi che è successo, vero?” mormorò, scuotendo la testa, divertito. Risi.
 
“No. Ma saprai tutto a tempo debito!” dissi allegramente, prima di essere investita dalle mie tre amiche. Ally mi saltò letteralmente in braccio e, se non l’avessi presa al volo, sarebbe caduta di culo per terra. Risero come delle pazze.
 
“Tu, stronzetta! Devi raccontarci taaaante cose!” gridò una più che allegra Julie, puntandomi il dito contro.
 
“Oh, niente di esaltante…” risposi, indicando al gruppetto un tavolo. Tutti ci dirigemmo verso la direzione da me indicata.
 
“Abbastanza esaltante da farti sorridere come una stupida?” chiese retorica Sunny. Arrossii, senza smettere però di sorridere.
 
“Amica, non ci freghi!” continuò Ally, arruffandomi i capelli. Scelsi un posto dal quale potevo facilmente conversare con tutte le persone sedute al tavolo e mi sedetti.
 
“Ne parleremo a tempo debito, ragazze…” sussurrai, sorridendo ancora di più quando Harry, fingendo nonchalance si era seduto al mio fianco. Le mie amiche si dispersero, sedendosi qua e là intorno al tavolo. Senza quegli avvoltoi che ci volteggiavano intorno, io e il riccio potemmo prenderci per mano sotto il tavolo.


ANGOLO AUTRICE :3
Ho aggiornato a una velocità lampo, anche perchè avete lasciato nove recensioni dopo nemmeno due giorni. Ma quanto vi posso amare?!?!?!? Comunque ecco il capitolo, è un po' corto, ma volevo sbrigarmi. quindi, Harry e Dia si sono messi insieme, i Dirry sono una coppia ufficiale yeeee!
Prossimo obiettivo, gli Alis (AllyxLouis) altra coppia che shippo un casino. Il che è strano, visto che la storia è mia! Comunque, molto presto arriveranno anche loro come coppia e dopo che si saranno messi insieme metterò qualche momento dolce poi arriverà il giorno del ritorno a casa di Diamond. E là inizierà la vera storia! Questo era solo un breve assaggio. Pensavate di aver visto tutto? E INVECE NO! Ahahahah mi diverto? Sì, moltissimo.
Ora, visto che siamo arrivati a 12 recensioni in questo capitolo... che ne dite di arrivarci di nuovo? Ovviamente ringrazio tutti i nuovi recensori, ma anche i vecchi, quelli che si sono sin dall'inizio, quelli che sono arrivati a metà storia, e quelli che hanno iniziato a leggere ma che poi sono spariti. ringrazio chi mette la storia tra le preferite/ricordate/seguite, ma ringrazio anche chi legge senza recensire. Io so che ci siete e voglio bene anche a voi. Okkei, basta sentimentalismo, Blinkah! Diamoci un contegno!
Ahahah, un bacio a tutte/i, Vostra Blinkah
PS: Ma non me ne vado più, oggi? Ho quasi finito, giuro. Questa è una FF bellissima, che io adoro, vi passo il link. E' una slash, vi avviso nel caso non vi piaccia il genere. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2559541&i=1

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Capitolo 17
*** Because I wanna be the one for you… ***


Dedico questo capitolo a Federica. Spero che tu adesso smetta di rompermi!!

 
Because I wanna be the one for you…
 
 
Stavamo pranzando tutti insieme, ridendo e scherzando. A volte io ed Harry ci lanciavamo delle occhiate, ma nessuno pareva accorgersene.
 
“Ho belle notizie.” disse Julie con un grande sorriso in faccia. Tutti la guardammo, incuriositi. Restammo in silenzio per sentire di che si trattasse, ma lei rimase zitta.
 
“Di che si tratta?” chiese Liam alzando impercettibilmente gli occhi al cielo e posandole il braccio intorno alle spalle.
 
“Il responsabile del campus ha autorizzato una festa in spiaggia, stasera. Con dj, luci stroboscopiche, bagno di mezzanotte e tanto altro! Dicono che sia il compleanno di una ragazza che ha un padre parecchio influente, ma non so se sia vero. Forse è solo una voce che corre… ma la festa c’è!” esclamò felice la mia amica mora. Liam le posò un bacio sulla tempia. “Noi ci andremo, vero?” chiese guardandoci uno per uno.
 
“Sembra una bell'idea. Sicuramente ci sarà da divertirsi.” mormorai lanciando un’occhiata al riccio. Lui sorrise, per poi rivolgersi ai nostri amici.
 
“Sì, perché no? Mi piace l’idea del bagno di mezzanotte… io ci andrò volentieri.” disse Harry, giochicchiando con la forchetta. Sunny si poggiò col gomito sul tavolo e posò il viso sul palmo aperto.
 
“Anche io voglio andarci… magari trovo qualche bel ragazzo…” sussurrò la bionda con malizia. Niall le lanciò un’occhiataccia. Non gli piaceva affatto il comportamento… come dire, “aperto” di sua cugina.
 
“Beh, penso che tutti ci vogliamo andare…” commentò Ally, sorridendo a Louis.
 
“Ho un buon presentimento per questa serata… sento che succederà qualcosa di bello.” disse il castano, guardando fuori dalla finestra del ristorante. Ci fu qualche minuto di silenzio, durante i quali ognuno rimase immerso nei suoi pensieri.
 
“Ragazzi…” esordì Niall, incrociando le braccia sul tavolo, sorridendomi. “Secondo voi per quanto ancora Harry e Dia faranno le carogne e faranno finta di nulla, piuttosto che dirci che stanno insieme?” chiese guardando i nostri amici seduti intorno al tavolo. Io e il riccio ci guardammo stupiti, diventando rossi. O meglio, io diventai rossa. Lui era semplicemente stupito. Tutti ci guardavano, ridacchiando.
 
“Me lo chiedevo anch’io…” disse Julie, facendo scorrere il suo sguardo da Harry a me e viceversa. Tossii un paio di volte in evidente imbarazzo.
 
“N-noi… volevamo dirvelo, sul serio. Volevamo solo trovare il… momento giusto.” sussurrai sorridendo. Alla fine volevo che i nostri amici lo sapessero. L’avevano capito da soli, ma mi andava bene comunque. In quel  momento la mano di Harry si posò sulla mia e le nostre dita si intrecciarono.
 
“Awww, ma come siete teneri! Sono felice che adesso state insieme. Quasi non ci speravo più…” scherzò Julie. Risi, alzando gli occhi al cielo. Le cose finalmente sembravano andare più che bene. E quella sera ci sarebbe stata anche una festa in spiaggia. Meglio di così…
 
*quella sera*
 
“Dia, sei pronta?” chiese Julie, sistemandosi la maglietta nera con diverse stampe bianche e grigie che aveva addosso. Oltre a quella indossava dei pantaloncini di jeans chiari e a vita alta,  e delle infradito nere. Il suo costume era un due pezzi grigio perlato molto elegante con rifiniture dorate. I capelli erano legati in una coda alta.
 
“Sì.” risposi finendo di intrecciarmi i capelli in una treccia laterale. Mi guardai intorno, reggendomi i capelli con una mano. “Hai per caso visto un elastico da qualche parte?” domandai. In quel momento Ally uscì dal bagno e me ne lanciò uno. Molto stupidamente mollai la presa dalla mia treccia e presi il piccolo oggetto al volo. Peccato che la mia acconciatura si sciolse. Le mie due amiche ridacchiarono e io, dopo aver alzato gli occhi al cielo, mi rifeci la treccia, per poi assicurarla con l’elastico che mi aveva passato la mia amica castana che, a proposito, quella sera era vestita meglio del solito: aveva una maglia lunga a righe bianche e rosse con al centro un rettangolo blu con dentro delle stelle bianche. In pratica una maglia con la bandiera americana, però tutta strana (oh, ho fatto rima…). Anche lei indossava degli shorts di jeans, ma i suoi erano bianchi. Il tutto era completato da un paio di Converse bianche, un costume rosso due pezzi e i capelli sciolti. Sì, era proprio bella. In quel momento bussarono alla porta. I ragazzi! “Vado io!” esclamai felice. Corsi verso la porta e la aprii, trovandomi di fronte il mio riccio preferito che sorrideva. Ma come facevo a dire che quel sorriso era snervante, come facevo a pensare che il suo sguardo era arrogante, come facevo a credere che seccante, irritante e… qualche altra cosa che finisce con ‘ante’?
 
HARRY’S POV
 
Dia era fantastica, quella sera. Aveva una maglietta blu scuro con degli strass degli shorts di jeans scuri con degli strappi e delle Converse con la bandiera inglese. Allungai un braccio, avvolgendolo intorno alla sua vita e l’attirai a me, facendo scontrare i nostri petti. Le sue guance si imporporarono subito, mostrando quel suo lato timido che mi faceva impazzire. Esatto, perché io conoscevo due Diamond: quella testarda, fastidiosa e stronza, quella che mi si era rivoltata contro come una vipera, quella che al nostro primo incontro mi aveva dato una ginocchiata nelle palle. Ma c’era anche la piccola e insicura ragazza che arrossiva per ogni mio gesto, quella che si sedeva sulla spiaggia a guardare l’orizzonte quando era triste, o assorta nei suoi pensieri.
 
“Ciao bellissima…” sussurrai sulle sue labbra, per darle un leggero bacio. Sorrise, per poi salire in punta di piedi e posarmi un bacio sul naso.
 
“Ciao a te!” rispose, facendo sorridere anche me. I suoi indici cominciarono a toccare le mie fossette. Ridacchiai, guardando la sua espressione intenerita. “Adoro le tue fossette, sai?” mormorò baciando prima una e poi l’altra.
 
“Ragazzi, è tutto molto bello, ma le smancerie non le fate sulla porta, altrimenti noi restiamo fuori come degli scemi!” esclamò Niall divertito, per poi entrare in casa. Io e la rossa ridemmo leggermente, permettendo al gruppetto di entrare. Liam si incamminò velocemente in direzione di Julie e la baciò appassionatamente. Zayn si schiarì rumorosamente la voce.
 
“Andiamo, ragazzi… evitate.” borbottò contrariato. Era evidente che non era abituato agli scambi di effusioni di sua sorella e del suo migliore amico. I due piccioncini ridacchiarono, limitandosi a tenersi per mano. Louis si avvicinò ad Ally e le diede un casto bacio sulla guancia. Ecco l’altra coppia che doveva assolutamente sistemarsi: Ally e Louis. Speravo solo che entro la fine delle vacanze al campus quei due si sistemassero.
 
“Ragazzi, si sta facendo tardi. La festa deve essere già iniziata!” ci avvisò Sunny, entrando in quel momento nella casetta. Era incredibile come, l’estate prima, ero attratto da lei: ogni suo gesto risvegliava in me una voglia matta di sesso, piacere e voluttà. Passavamo ogni notte a letto insieme. E non necessariamente a dormire. Ma quest’anno non mi attirava minimamente. Era una ragazza come altre. Carina, certo, ma nulla di più. Per me c’era solo Dia.
 
“Sì, infatti andiamo.” rincarò Julie, trascinandosi dietro Liam.
 
Dopo aver raggiunto la spiaggia trovammo un enorme spiazzo sabbiosa pieno di ragazzi che ballavano. In un angolo si trovava la postazione del dj, il quale stava mandando alcuni brani  recenti.
 
“Ragazzi, voi fate un po’ quello che volete. Io vado a caccia di ragazzi!” esclamò Sunny  tuffandosi nella mischia di ragazzi. Niall alzò gli occhi al cielo.
 
“La solita…” mormorò con un mezzo sorriso.
 
*un’ora dopo*
 
ALLY’S POV (e ora Federica impazzirà)
 
Ero sola e bevevo un drink. Questa sera erano permessi anche degli alcolici molto leggeri e bevuti in quantità molto ristrette. I miei amici erano spariti; supposi che Harry e Dia stessero insieme, in quel momento. Stesso dicasi per Liam e Julie. Sunny era sicuramente in giro a rimorchiare. Niall, Zayn e Louis erano un’incognita. Strinsi tra le mani il mio bicchiere, immaginando il castano che ballava con una qualsiasi puttanella, fregandosene altamente di me.
 
“Ally!” mi sentii chiamare. Mi girai confusa, trovando di fronte a me un ragazzo dall’aria familiare: era alto e leggermente muscoloso, con i capelli biondi scuri, tirati su in un ciuffo. Sapevo chi era; era il ragazzo a cui avevo chiesto di ballare all’ultimo party organizzato dal campus, per far ingelosire Louis.
 
Oh, ma come si chiama? Mh… Seth? Sim? Cacchio…
 
“Ehi!” esclamai cauta, cercando di non fargli capire che non ricordavo il suo nome. “Ma guarda un po’ quanto è piccolo il campus!”
 
Si chiamava Dan? No, iniziava con la S… Sid! No, non era Sid…
 
“Perché ogni volta che ci incontriamo sei sempre sola soletta?” chiese... Sean? No, non si chiamava così…
 
“Coincidenze…” sussurrai sorridendo.
 
SAM! Ecco come si chiama! Sam!
 
“Già, probabilmente sono solo coincidenze.” disse. “Posso sedermi?” chiese indicando lo sgabello vicino al mio. In quel momento Louis spuntò fuori dalla folla di gente che ballava e posò gli occhi su di noi. Assottigliò lo sguardo, fissando i suoi occhi nei miei. Distolsi lo sguardo, sorridendo al biondo.
 
“Ma certo accomodati!” risposi, facendogli segno di sedersi. Louis strinse i pugni, palesemente incazzato. “Beh, che mi racconti?” domandai, sorridendogli cordiale. In quel momento Louis prese per mano una ragazza qualunque di quelle che gli stavano ronzando attorno e si avvicinò al gazebo dove si distribuivano le bevande, a qualche passo da me e Sam. Ordinò da bere per entrambi, senza badare alle lamentele della biondina che stava seduta accanto a lui, che diceva di odiare il drink che lui aveva scelto per lei. Capii che voleva origliare e questo mi fece sorridere, perché era la conferma della sua gelosia.
 
“Mi sei mancata, in questi giorni… ti ho cercata per tutto il campus, ma non ti ho trovata…” mormorò dolcemente il biondo. Arrossii per finta, tecnica che avevo appreso da piccola che mi era sempre tornata molto utile. Louis bevve in un solo sorso il drink, stringendo con la mano il bordo del piccolo bancone situato sotto al gazebo.
 
“Evidentemente non hai cercato bene…” risposi sbattendo leggermente le ciglia. Il castano, poco lontano da noi, si alzò di colpo, prendendo per il polso la bionda.
 
“Andiamo a ballare…” le sibilò, passandoci accanto. Scossi leggermente la testa, guardando il suo vano tentativo di rendermi gelosa. O almeno di farmi dimostrare di esserlo. Certo, avevo una grandissima voglia di prendere quella troia e sbatterla ripetutamente di testa contro uno spigolo, ma non lo facevo intendere. Louis fece in modo di mettersi in bella vista e iniziò a muoversi a ritmo di “Love Drunk” delle Little Mix, tenendo il suo corpo aderente a quello della bionda, la quale smise di piagnucolare come aveva fatto fino a quel momento e cominciò a muoversi sensualmente, strofinando il suo abbondante seno contro il petto del MIO Boo-Bear. Distolsi lo sguardo da quella scenetta pietosa. Senza scambiarci una parola io e Louis avevamo dato il via a una gara di resistenza. E io non volevo essere la prima a cedere.
 
“Già, è probabile… che ne dici di ballare?” chiese, indicando l’ammasso di gente. Sorrisi diabolicamente.
 
“Mi sembra un’ottima idea. Andiamo!” prendendolo per mano e tirandolo verso la pista. Scelsi un punto molto vicino a Louis e la bionda, la quale aveva iniziato a muovere il bacino contro quello del castano.
 
Ma questa vuole morire o cosa?!
 
“Sai, Ally… penso che io e te dovremmo frequentarci. Io noto che tra noi che feeling, secondo me potrebbe funzionare.” disse Sam, accarezzando il profilo della mia mascella.
 
“Beh, ecco…” balbettai, per poi essere interrotta da una voce alle mie spalle.
 
“Secondo me, invece, tu devi allontanarti subito da lei.” sibilò Louis, più gelido che mai. Sam in tutta risposta ridacchiò, mettendomi un braccio intorno alle spalle.
 
“Amico, ma tu non stavi ballando con quella biondina laggiù? Andiamo, noi puoi tenertele tutte tu.” rispose con un aria falsamente socievole il biondo. Sentivo la tensione salire, impregnata dall’orgoglio maschile e da quella sete di predominanza tipica di tutti coloro che possiedono il cromosoma Y.
 
“Quale parte di ‘Devi allontanarti da lei.’ non ti è chiara?” chiese Louis facendo un passo avanti, gesto che Sam imitò. Fantastico, ora sarei anche finita schiacciata tra i petti muscolosi dei miei due spasimanti.
 
“E se io non volessi allontanarmi da lei?” lo sfidò il biondo, senza levarsi dalla faccia un ghigno beffardo. Dopo aver detto questo fece un altro passo, premendomi ancora di più in mezzo a quelle due forze. Ancora un po’ e mi avrebbero stritolato le costole e tutti gli organi interni.
 
“E se io ti spaccassi la faccia?” rispose Louis prendendolo per il colletto della camicia. Sam spostò con calma le mani del castano dalla sua maglia, senza smettere di sorridere.
 
“Senti, amico. Dammi una sola ragione per cui non dovrei stare un po’ in compagnia di Ally. Sempre se riesci a trovarla…” mormorò divertito. Lanciai un’occhiata a Louis, per vedere come reagiva, ma lui rimase inespressivo.
 
“Perché lei è la mia ragazza.” rispose Louis, assottigliando lo sguardo. Quella frase fu come una doccia fredda. Non ci credevo, aveva seriamente detto che ero la sua ragazza?
 
“E tu, piccola? Preferisci stare con lui o con me?” sussurrò Sam, abbassando lo sguardo su di me, notando che mi trovavo letteralmente schiacciata tra i loro corpi.
 
“Io, ecco…” mormorai, per poi aggrapparmi al braccio di Louis, come se fossi una bambina piccola. Il biondo rise leggermente, allontanandosi da noi due.
 
“Rispetto la tua decisione, Ally… ma non sai che ti perdi, scegliendo uno come lui, piuttosto che uno come me…” rise, andandosene. Louis sembrò ringhiare e cercò di corrergli dietro.
 
“Che intende dire quel lurido figlio di…” sibilò incazzato, ma lo fermai.
 
“Louis, Louis, no! Fermo, stai calmo! Calmo…” mormorai accarezzandogli le guance, in un vano tentativo di tranquillizzarlo. Mi guardò, incacchiato.
 
“Che ci facevi con quello?!” mi chiese arrabbiato. Corrugai le sopracciglia.
 
“Potrei chiederti lo stesso! Che ci facevi tu con quella?!” domandai, mostrando tutta la mia rabbia nei confronti di quella sgualdrinella.
 
“Non si risponde a una domanda con un’altra domanda!” disse con tono risentito.
 
“Ok, ok, non perdiamo il controllo. Andiamo per ordine. Prima cosa: perché ti sei messo in mezzo? Perché ti sei comportato così?” chiesi, prendendo la sua mano nelle mie. Lui sospirò.
 
“Ero geloso, ok? È che… io voglio essere l’unico per te, Ally…” sussurrò, prendendo il mio viso fra le sue mani.




ANGOLO AUTRICE :D
Allora, scusate il gigantesco ritardo, ma ho avuto un momento di blocco. Ogni volta che aprivo Word mi chiedevo "E adesso?"
Ma ora sono tornata e per farmi perdonare chiedo solo 9 recensioni. Spero che la maggior parte di voi sia riuscita ad aspettare e che continui a seguirmi.
PS: perdonate l'angolo autrice corto ed eventuali errori, ma una certa amica di nome Federica (ho fatto rima) sta rompendo le scatole.
Baci, vostra Blinkah

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Capitolo 18
*** I'll warm you up ***




Vi consiglio di leggere questo capitolo ascoltando
Irresistible” degli One Direction,
canzone che ho ascoltato
scrivendolo. Enjoy! :)
 
I'll warm you up
 
LOUIS’ POV
 
“Ero geloso, ok? È che… io voglio essere l’unico per te, Ally…” sussurrai, prendendole viso fra le mani.
 
“C-cosa intendi...?” bisbigliò lei, arrossendo. La guardai negli occhi, sentendo tutta la mia precedente audacia iniziare a sparire.
 
Ok, Louis. Devi dirglielo. Adesso o mai più!
 
“Io...” mormorai, senza distogliere i miei occhi dai suoi.
 
Andiamo Tomlinson! Tira fuori le palle! Diglielo!
 
“S-sono il tuo... migliore amico, o no?” chiesi, dandomi mentalmente dell’idiota.
 
Bel lavoro, Louis... proprio un bel lavoro...
 
“Ah... c-certo.” rispose lei con un mezzo sorriso.
 
Sono un cretino. Sono un cretino. Sono un cretino.
 
“Lou...” mi chiamò lei distogliendomi dalle mie bestemmie mentali.
 
“Sono un cretino.” dissi in tutta risposta, senza riuscire a bloccarmi in tempo.
 
“Cosa?” chiese lei, parecchio confusa dalla mia uscita senza senso.
 
“No, niente. Tu, piuttosto, cosa devi dirmi?” le chiesi, grattandomi la nuca, imbarazzato come non mai. Ringraziai il cielo che la poca luce le impedisse di vedere le mie guance rosse. Ally abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro. Non potei non pensare che era dannatamente sexy quando compiva quell’azione.
 
“Io volevo dirti che... ecco, io... ti voglio bene, Lou.” bisbigliò piano, come se avesse timore della mia reazione. Senza pensarci due volte la presi e la strinsi al mio petto, con possessività, ma allo stesso tempo dolcezza. Lei per un attimo sembrò stupita da questo mio gesto, ma superata la sorpresa, si lasciò cullare da quell’abbraccio. Sentii le sue labbra premere sul mio petto, attraverso la maglietta e sorrisi involontariamente.
 
“Anche io, piccola. Anche io...” risposi in un soffio, accarezzandole i capelli. Non mi piaceva quella situazione di stallo. Volevo che le cose cambiassero. Ma ero troppo, troppo cacasotto per confessare a Ally quello che provavo per lei...
 
*a mezzanotte*
 
DIAMOND’S POV
 
“È mezzanotte! Tutti in acqua, ragazzi!!” gridò una ragazza con degli spettinatissimi ricci castani, correndo allegramente verso il mare, trascinandosi dietro un ragazzo moro che rideva come un matto. Harry fece per dirigersi verso la riva, ma notò che io ero un po’ riluttante.
 
“Beh? Non vieni?” mi chiese, tirando leggermente la mia mano. Roteai gli occhi al cielo, mordendomi il labbro inferiore.
 
“Non so... l’acqua deve essere ghiacciata...” mormorai, indecisa facendo prima un passo avanti e poi uno indietro. Lui sorrise.
 
“Scommetto che non lo è.” rispose, tirando di nuovo, con dolcezza, il mio braccio. Continuai a fare resistenza, alzando un angolo della bocca in un mezzo sorriso.
 
“E se invece lo è?” chiesi avvicinandomi al suo corpo e passando leggermente la mano sul suo petto scoperto e lasciando scorrere il mio sguardo su tutto il suo corpo quasi nudo, coperto solo da un costume da bagno a pantaloncino. Passai un dito sulle rondini che aveva tatuate leggermente più sotto delle clavicole e non potei non pensare che era dannatamente sexy.
 
“Ti scalderò io...” soffiò al mio orecchio, provocandomi piccoli brividi ovunque. Notai che aveva avvolto un braccio intorno alla mia vita, poco più su del mio fondoschiena, posando la mano sul mio fianco, mentre l’altra mano era intenta ad accarezzarmi la guancia. Baciai a stampo le sue labbra morbide, guardando un sorriso nascere sul suo volto. Iniziai a giocare e ad accarezzare col dito indice la fossetta della sua guancia destra, senza riuscire a non sorridere.
 
“Mh, ma quanto sei adorabile?” mormorai intenerita. Lui arrossì leggermente, cercando di mordermi giocosamente il dito. Improvvisamente mi prese in braccio in stile sposa e cominciò a camminare verso l’acqua. Dopo essermi ripresa dallo shock cominciai a scalciare, sperando che mi mettesse giù. “No, no, ti prego Harry, mettimi giù, ti scongiuro, ti prego, ti prego, lasciami, lasciami!” iniziai a miagolare, ridacchiando leggermente. Lui nel frattempo era entrato in acqua: era arrivato a un punto in cui le onde si infrangevano all’altezza delle sue cosce e il mio corpo era a pochi centimetri dal pelo dell’acqua.
 
“Freddina l’acqua stasera...” commentò lanciandomi un’occhiata divertita. Mi agganciai al suo collo con entrambe le braccia, stringendomi a lui più forte che potevo. Era un momento tragico e divertente allo stesso tempo.
 
“No, no, non lasciarmi, non farmi cadere, ti prego!” strillai cominciando ad accarezzargli le guance per corromperlo. Lui sorrise, contento per le mie coccole e per le mie suppliche.
 
“Cosa?” chiese lui, come se non avesse sentito bene. “Vuoi che ti lasci cadere? Come vuoi...” disse lui sorridendomi allegramente.
 
“No, no Harry ti pre...” non feci in tempo a gridare che Harry mi lasciò cadere in acqua ridendo come un matto. Mi alzai battendo i denti e lanciando saette dagli occhi. “Harry Edward Styles! Tu sei un grandissimo stron...” cominciai, per poi essere interrotta dalle labbra di Harry che si posarono sulle mie. Lo sentii sorridere nel bacio, prima che io mi allontanassi bruscamente. “E mi baci anche a tradimento! Mi zittisci mentre parlo! Mi butti in acqua! Sei una persona orribi...” strillai, per poi essere nuovamente zittita da un bacio e, nuovamente, mi allontanai. “Smettila!” gridai, cercando di non ridere. Ok, come situazione era abbastanza spassosa. Harry in tutta risposta mi abbracciò stretto, facendo entrare a stretto contatto i nostri petti e fregandosene del fatto che io ero bagnata e lui, invece asciutto. Non potei non apprezzare il tepore che emanava la sua pelle, bollente, in confronto alla mia fredda e ruvida a causa della pelle d’oca.
 
“Oh, Dia... sei incredibile.” mormorò intrecciando le dita tra i miei capelli bagnati. Lo sentii inspirare a fondo il mio profumo Chanel n° 5 sul mio collo. “In senso buono, si intende.” aggiunse, sfiorandomi la zona sotto l’orecchio con le labbra. Mi chiedevo seriamente se le sue azioni erano studiate per essere sensuali oppure gli venivano spontanee e senza alcuna intenzione.
 
“Non allontanarti. Per nessun motivo al mondo...” sussurrai, premendo la guancia sul suo petto, in direzione del cuore. Sentii il suo respiro accelerare leggermente per qualche secondo e la cosa mi fece sorridere.
 
“Perché non puoi fare a meno di me?” chiese piano, tenendo ancora le labbra vicine al mio orecchio. Lo allontanai abbastanza da poterlo guardare negli occhi.
 
“No perché sei caldo e io sto morendo di freddo.” risposi sincera sorridendo sorniona. Il suo petto vibrò, l’espressione sul suo viso si distese, gli occhi chiusi, le fossette in vista e la testa leggermente inclinata all’indietro. Rideva, rideva per la mia battuta. Lui con la sua risata roca, sensuale, ma che nascondeva ancora qualche accento fanciullesco era lì, davanti a me. E rideva, rideva come un pazzo. E mai, giuro mai, avevo visto uno spettacolo talmente bello e perfetto, così disarmante da lasciarmi con la bocca aperta, gli occhi lucidi dalla contentezza. E dire che tanta perfezione, all’inizio non mi colpì affatto, anzi, mi colpì tantissimo e la ritenni fastidiosa. Io che diedi letteralmente una ginocchiata nei coglioni di quella creatura angelica, che ora era il mio ragazzo.
 
E dire che è successo tutto in così poco tempo...
 
JULIE’S POV
 
Io e Liam avevamo pensato che non era una buona idea farsi un bagno nelle gelide acque inglesi di mezzanotte (a differenza di Harry e Dia, che sguazzavano allegramente, fregandosene del freddo), quindi eravamo rimasti seduti in spiaggia, io con il mio drink e lui con la sua birra. Il nostro era un rapporto molto particolare. Non eravamo quel tipo di coppia che passa tutto il tempo a dirsi cose dolci o a pomiciare. Parlavamo, ci confrontavamo, e la cosa mi piaceva tanto. Avevo sempre desiderato una relazione del genere. Sia fisica che intellettuale.
 
“Tuo fratello non vede di buon occhio la nostra storia...” commentò lui con un mezzo sorriso, guardando Harry inseguire Dia in acqua. Alzai gli occhi al cielo.
 
“Come se me ne fregasse qualcosa.” risposi bevendo un sorso del mio drink. Aveva un buon sapore. Ciliegia, con un accento di vodka.
 
“Beh,  lui... è il mio migliore amico.” sussurrò il castano lanciandomi un’occhiata. Smisi di sorseggiare la mia bevanda e lo guardai fisso negli occhi.
 
“Vuoi lasciarmi perché mio fratello arriccia il naso quando ci vede insieme?” chiesi, senza mostrarmi timorosa davanti a questa possibilità. Insomma gli sbavavo dietro da mesi, non volevo che dopo qualche giorno andasse tutto a quel paese perché mio fratello non voleva vedere sua sorella con il suo migliore amico.
 
“No, assolutamente, ma... vedi io sono preoccupato per dopo...” confessò abbassando lo sguardo.
 
“Non capisco...” mormorai, posando il mio bicchiere ancora mezzo pieno sulla sabbia.
 
“Io penso che quando torneremo a Londra noi... dovremo dire ai tuoi di noi due e se... e se Zayn, che è mio amico e mi conosce reagisce così, io ho paura che i tuoi potrebbero...” si bloccò, e iniziò a torturarsi con i denti il labbro inferiore.
 
“I miei potrebbero...? continua, su.” lo incitai dolcemente, posando il mento sulla sua spalla e accarezzandogli il braccio.
 
“Potrebbero impedirti di vedermi...” bisbigliò piano, tanto che feci fatica a captare le sue parole. Cercai di non ridere, e di essere comprensiva. Lui aveva paura di perdermi, dopotutto, cosa che fece imporporare leggermente le mie guance.
 
“Liam...” sussurrai piano, mordendomi a mia volta il labbro. “Io non permetterei mai a nessuno, specialmente ai miei genitori, di dividerci. E se loro mi impediranno di vederti...”continuai sorridendo. “Scapperò di casa!”
 
“Sul serio?” chiese lui inarcando il sopracciglio. Sorrisi di nuovo, scompigliandogli i capelli. Lui mugugnò in segno di protesta, cosa che mi fece ridere.
 
“Ma certo. Ci daremo appuntamento a mezzanotte sotto la finestra di casa mia, io scenderò giù grazie a un albero, oppure mi lascerò cadere  tu mi prenderai al volo.” Elencai disegnando cerchi immaginari sul suo braccio. L’espressione preoccupata sparì dal suo volto, rimpiazzata da un dolcissimo sorriso. Amavo vederlo sorridere. Solo in quel momento mi accorsi che tutti i ragazzi che poco prima erano in acqua erano usciti e si erano seduti intorno a un grande falò, avvolti in coperte, teli e simili.
 
“Tutti intorno al fuoco, gente!” esclamò allegro un ragazzo, invitando tutte le persone isolate che si trovavano in giro ad avvicinarsi. In quel momento vidi Harry dirigersi verso di noi, seguito da Louis, Niall e Zayn.
 
“Amico. Ho un’irresistibile proposta da farti...” disse il riccio a Liam con un sorriso sghembo. Il ragazzo seduto al mio fianco restituì il sorriso, alzandosi in piedi.
 
“Sai che non potrei rifiutare...” rispose lui, dando di gomito al ragazzo dagli occhi verdi. Dopo un bacio veloce e un fugace ‘A dopo.’ Liam si allontanò da me, insieme ai suoi quattro amici, tutti intenti a discutere animatamente.
 
Ok, che succede qui???




ANGOLO AUTRICE
Chiedo infinitamente perdono per il ritardo, non so nemmeno con che faccia mi ripresento qui, stasera! Ma per un motivo e per l'altro ogni volta che mi trovavo davanti al capitolo per scrivere non mi veniva nulla, e quello che mi veniva faceva terribilmente schifo. Ho ricominciato questo capitolo tre volte, prima di trovare l'attuale versione e sinceramente nemmeno questa mi convince molto. Comunque, secondo voi che proposta vuole fare Harry a Liam? A me sembra ovvio, poi non so a voi... sarà che io lo so già, mah...
Allora per il prossimo 9 recensioni :)
A proposito, avviso per le ex lettrici di Let it Be Love ho in mente il finale (finalmente) che però scriverò in una OS che vi linkerò qui appena sarà disponibile. Oh, sto anche scrivendo una OS su Eleanor, ma non anticipo nulla. Diciamo solo che sarà diversa dalle mie solite storie :))
Baci Blinkah

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Capitolo 19
*** It will be... irresistible, right? ***




It will be... irresistible, right?
 
 
DIAMOND’S POV
 
Io ed Harry eravamo appena usciti dall’acqua, avvolgendoci in un telo. Mi battevano leggermente i denti, perché faceva freddo, tirava vento e avere la pelle bagnata non aiutava. Quando mi fui asciugata più o meno come si deve mi avvicinai alla mia borsa e da sopra il costume mi infilai un paio di shorts di jeans a vita alta, la mia enorme felpa di Starbucks grigia e mi legai i capelli in uno chignon disordinato. Harry sorrise, facendomi arrossire leggermente. Mi prese per i polsi e mi attirò delicatamente a sé.
 
“Sei bellissima...” mormorò, per poi baciarmi la punta del naso. Il rossore sulle mie guance aumentò e cercai di non farglielo notare abbassando lo sguardo. Vidi Niall avvicinarsi a noi con aria felice e contenta, quasi saltellando. Quando ci fu accanto si mise le mani dietro la schiena, sorridendo come un bambino. Ci salutò allegramente e poi sussurrò una cosa nell’orecchio di Harry, che sorrise felice.
 
“Lo facciamo?” chiese il biondo, eccitato. Harry gli batté il cinque.
 
“Ovvio, bro!” esclamò il riccio, allegro come non mai. “Oh, Niall! Sarà una cosa... irresistibile, vero?” chiese Harry. Niall annuì, mormorando un ‘Ovvio...’, per poi lanciarmi un’occhiata. Ok, ero confusa.
 
“Harry, non capisco. Cosa dovete fare? Cosa sarà irresistibile?” domandai, guardandolo negli occhi. Lui mi sorrise, mostrandomi un accenno di fossette.
 
“Non posso dirtelo, per ora, piccola. Lo vedrai. Ci vediamo tra cinque minuti al falò, ok?” sussurrò, facendomi l’occhiolino. Annuii, ancora confusa. Non capivo cosa stessero organizzando quei due, e a quanto pare non volevano dirmi nulla. “A dopo.” mi salutò Harry, baciandomi la fronte e allontanandosi col biondo. Perfetto. Adesso ero sola. Decisi di darmi un’occhiata in giro. Magari avrei trovato le altre.
 
ALLY’S POV
 
Louis era sparito per andare a prendere da bere. Non accennava a tornare. E io me ne stavo a bordo pista come una sfigata ad aspettarlo. La gente mi guardava con compassione, come se fossi una povera stupida che era appena stata mollata.
 
“Non sono appena stata mollata!” sbottai in faccia all’ennesima coppia che mi passava davanti. Entrambi mi guardarono basiti.
 
“Quella è matta, te lo dico io...” bisbigliò lei ridacchiando al suo accompagnatore. Mi morsi l’interno della guancia, nervosa. Ma dov’era Louis?
 
“ALLY!” mi sentii chiamare da qualcuno, più che agitato. Mi voltai di scatto, verso la voce e mi trovai davanti Louis con un’espressione felicissima.
 
“LOUIS!” esclamai con lo stesso entusiasmo del castano. Guardai la ragazza di prima, che continuava a fissarmi sottecchi. “Visto? Non sono appena stata mollata!” dissi abbastanza forte da farmi sentire. Lei alzò un sopracciglio, guardandomi. Mi aggrappai al braccio di Louis, lanciandole un’occhiata vittoriosa. “Ce l’ho il ragazzo!” continuai cantilenando, come se fossi una bambina. Louis mi fece pat-pat sulla testa con la mano libera.
 
“Ally, stai bene?” mi chiese leggermente sconcertato. “E con chi... ehm, stavi parlando?” continuò guardandosi in giro, in cerca di qualcuno di sua conoscenza. Mi staccai dal suo braccio, imbarazzatissima, e feci un gesto con la mano, come se glielo stessi spolverando. Nemmeno io capivo che diamine stavo combinando!
 
“Uh, con nessuno, in particolare!” ridacchiai, rossa in viso. Mi ricomposi subito, dondolando sui talloni. “Piuttosto tu che dovevi...” continuai, per poi schiarirmi la gola. “Dirmi?”
 
“Oh, già! Niall mi ha detto una cosa importantissima, quindi io e i ragazzi ora ci allontaniamo un attimo. Ma ci vediamo tra cinque minuti al falò.” mi disse con gli occhi che brillavano leggermente. Prese il mio mento tra il suo pollice e indice, sorridendomi. Sperai che non si accorgesse del mio cuore che era partito al galoppo. “Ok?” mi chiese, senza smettere di sorridere. Annuii, non essendo certa di riuscire a parlare correttamente. “A dopo, piccola!” disse allegramente baciandomi la fronte. Lo vidi allontanarsi in tutta fretta. Restai ferma a guardarlo, finché non lo vidi girarsi, guardarmi e farmi l’occhiolino. Sorrisi, salutandolo con la mano.
 
“Ciao Boo...” mormorai, anche se sapevo che non mi poteva sentire. Quando fu lontano la tizia di prima mi lanciò una malefica quanto vittoriosa occhiata. Strizzai gli occhi, guardandola in faccia. Lei ridacchiò e si mise a bere il suo drink dalla cannuccia, per poi abbracciare il braccio del suo ragazzo. Pensai che se gli sguardi avessero potuto uccidere, quella stronzetta sarebbe morta sul posto. Le alzai il medio, per poi cominciare a guardarmi intorno, cercando le mie amiche. Louis aveva detto che si sarebbe allontanato con tutti i ragazzi. Quindi anche Dia e Julie in quel momento erano sole. Sunny... beh, Sunny probabilmente era in giro a flirtare. Vidi una inconfondibile chioma rosso fuoco e, sorridendo leggermente, mi diressi verso Diamond.
 
SUNNY’S POV
 
Vidi Zayn pomiciare in un angolo con una castana dai capelli lisci, tenuti su in una coda di cavallo. Le mani di entrambi vagavano ovunque e i loro bacini si muovevano l’uno contro l’altro. Spettacolo vomitevole. Decisi di porre fine a questo spettacolo pornografico di quart’ordine e mi avvicinai ai due, facendomi venire le lacrime agli occhi, abilità che mi era molto utile. Mi piantai davanti ai due e cominciai a sbraitare con voce incrinata, come se stessi piangendo.
 
“Zayn, come hai potuto farmi questo? Dopo tutto questo tempo insieme, dopo tutto il nostro amore!!” gridavo, fingendomi disperata. La castana si allontanò immediatamente da lui, facendo scorrere lo sguardo da me al Pakistano e viceversa. “Scommetto che non le hai nemmeno detto che lo fai senza preservativo perché la tua religione lo vieta! Scommetto che volevi metterla incinta come hai fatto con me!” urlai, asciugandomi gli occhi. Un po’ di mascara mi colò sulle guance, dandomi un’aria tragica. La troietta castana guardò Malik imbufalita, per poi appioppargli un ceffone in pieno viso e andarsene a grandi falcate. Il moro mi guardò, visibilmente incazzato, mentre mi appoggiavo al muretto, accanto a lui.
 
“Sei stronza proprio come ti ricordavo, Sunny...” commentò accendendosi una sigaretta. Ridacchiai, pulendomi il mascara dalle guance. “Da quanto tempo ti preparavi questo spettacolino?” mi chiese, aspirando il fumo dalla sigaretta appena accesa. Mi sollevai e feci un semicerchio, camminando intorno a lui. Gli afferrai la sigaretta dalle dita e cominciai a fumarla io. Lui mi guardò male, ma io gli sorrisi.
 
“Lo sto facendo per il tuo bene, Kebab-Man... fumare ti fa male!” dissi, strizzandogli un guancia. Lui scacciò via la mia mano, alzando gli occhi al cielo. Aspirai il fumo, lasciandolo penetrare nei polmoni. “E comunque l’ho improvvisata, hai visto come sono brava?” chiesi, senza aspettare una sua risposta. “E poi a te nemmeno piacciono castane... a te piacciono le rosse. Anzi, mi chiedo perché non ti sei già buttato addosso a Dia...” dissi ridacchiando. Lui si strinse nelle spalle.
 
“Ho capito sin dal primo momento che la stava puntando Harry... se non fosse stato per lui me la sarei portata a letto già la prima sera.” spiegò spavaldo. Ma non ci credevo. Dia non sembrava il tipo. “Sai che lo dirò a Niall...” disse, riferendosi alla sigaretta. Mio cugino non voleva che io fumassi. Quindi cercavo di farlo quando lui non c’era. Ma gli stronzi come Zayn facevano gli spioni.
 
“Solo perché a mio cugino dispiace vedermi fumare, non vuol dire che io non devo farlo...” risposi, fingendomi indifferente. In verità odiavo dare dispiaceri a Niall, anche se era più grande di me, mi sentivo come se dovessi proteggerlo. Sentii il telefono di Zayn vibrare e lo guardai mentre lo tirava fuori dalla tasca e leggeva il messaggio che aveva appena ricevuto. Si alzò dal muretto, stiracchiandosi leggermente le spalle.
 
“Beh, io devo andare. I ragazzi hanno bisogno di me! Ci vediamo al falò tra cinque minuti, Sunny. Ti aspetto!” esclamò, incamminandosi. Ci ripensò e tornò indietro, per poi sfilarmi la sigaretta dalle dita. “Grazie...” mormorò, infilandosela tra le labbra. Alzai il medio, mentre lui si allontanava svelto da me.
 
“Vaffanculo, Malik!”  gridai, facendo in modo che mi sentisse. Lui si girò a guardarmi, facendomi l’occhiolino e sorridendo, mordendosi la lingua tra i denti. Oh, già... il suo sorriso “sexy”...
 
Idiota...
 
JULIE’S POV
 
Notai Ally e Dia chiacchierare, in piedi in un punto della spiaggia poco lontano dal gruppo di persone intorno al fuoco e le raggiunsi.
 
“Salve, ragazze.” dissi, passandomi una mano tra i capelli. Loro mi guardarono con un mezzo sorriso.
 
“Ehi...” dissero contemporaneamente, visibilmente annoiate.
 
“Anche voi siete state mollate?” chiesi sospirando.
 
“Mi ha detto che sono bellissima...” sussurrò Dia sognante.
 
“Quella troia mi ha riso in faccia...” sibilò Ally incazzata. Ok, meglio non approfondire la questione... in quel momento vidi Sunny avvicinarsi a noi, mentre si alzava i capelli biondi con le punte blu in una coda alta.
 
“Tra cinque minuti al falò?” ci chiese, guardandoci una dopo l’altra. Annuimmo, sospirando. Bisognava ammetterlo, senza i nostri ragazzi in giro eravamo proprio giù...
 
“Tu come lo sai?” chiese Dia, alzando un sopracciglio. La bionda si strinse nelle spalle.
 
“Zayn...” mormorò. In quel momento ci girammo tutte verso il gruppo di gente al falò, perché un ragazzo aveva cominciato a gridare qualcosa.
 
“Venite tutti, venite! Stiamo per cominciare la serata musicale intorno al fuoco con la prima canzone. Un inedito, gente, tutti qui!!” gridava il tipo, facendo gesto a tutti di avvicinarsi. Ci guardammo tra noi, stringendoci nelle spalle. E più ci avvicinavamo, più sentivamo il suono delle corde di una chitarra classica che cominciavano a suonare un’orecchiabile melodia.


ANGOLO AUTRICE
Sì, lo so, in ritardo come sempre... ma non posso farci nulla, d'estate procedo a rilento. Sarà per il caldo, sarà perchè mi sto rilassando un po' troppo. So che siete arrabbiate, ma posso solo dirvi che sono dispiaciutissima. Vi lascio con questo capitolo e spero di postarne un'altro prima del sei agosto, visto che partirò per due settimane :)
Allora.... avete capito che tramano i ragazzi? Penso proprio che l'avete capito, perchè siete ragazze intelligenti.
Bene, che ne dite di... sette recensioni? Grazie se lo fate Love You
Blinkah

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Capitolo 20
*** And your eyes, irresistible ***



And your eyes, irresistible
 
DIAMOND’S POV
 
Non ci eravamo ancora avvicinate al gruppo di gente, seduta attorno al falò, che una musica suonata da una chitarra classica iniziarono ad aleggiare nell’aria. Dopo qualche secondo in cui si sentiva solamente musica una roca, ma allo stesso tempo dolce, voce maschile iniziò a cantare. Una voce molto, molto familiare.
 
“Don’t try to make stay
Or ask if I’m okay 
I don’t have the answer…”
 
“Io conosco questa voce...” mormorò Ally, posandosi una mano sulle labbra, stupita. Gli occhi di Julie si spalancarono.
 
“Impossibile...” sussurrò, avvicinandosi velocemente alla massa di gente che con la sua mole copriva colui che stava cantando. Sentii il bisogno di avvicinarmi, così da scoprire l’identità della voce che stava cantando.
 
“Don’t make me stay the night 
Or ask if I’m alright 
I don’t have the answer…”

 
 
“Permesso, scusate! Fatemi passare, per favore!” dicevo a bassa voce, ma abbastanza forte per farmi sentire, spintonando la gente e facendomi spazio nel mucchio di corpi ammassati. Appena mi ritrovai in quella che poteva essere definita la prima fila, vidi un mucchio di ricci castani, chinati su una chitarra. Il mio cuore perse un battito, quando da sotto quel mucchio saettarono due occhi verdi come smeraldi.
 
Mio...
 
Dio...
 
Seduto sulla sabbia, bello come un dio greco, con gli occhi persi nel vuoto, ma che a volte si concentravano sulle corde della chitarra, suonava lui. Il mio ragazzo.
 
“Harry...” esalai, ancora sotto shock. La sua voce fu sostituita da quella di Liam, ma le sue dita affusolate continuavano a muoversi, delicate, ma sicure sulle corde, pizzicandole e facendole vibrare, producendo un suono dolce e melodioso.
 
“Heartache doesn’t last forever 
I’ll say I’m fine 
Midnight ain’t no time for laughing, 
When you say goodbye.”



Lanciai un’occhiata a Julie, che mi aveva raggiunta insieme alle alter e la vidi ancora più shockata di prima.
 
“Sapevo che Liam cantava, ma... non avrei mai pensato che lui... che loro...” balbettò Ally, gesticolando con le mani. Dopo Liam cominciò a cantare Zayn e notai perfettamente i suoi occhi lucidi. A un certo voltò il capo alla sua destra, quindi verso di noi e lanciò una veloce occhiata a Sunny, per poi tornare a fissare il vuoto di fronte a lui.
 
“Sbaglio o Zayn si è voltato a guardarti?” chiesi, sorridendo leggermente. La bionda alzò gli occhi al cielo, incrociando le braccia.
 
“Te lo sei sognato...” borbottò. Forse era il calore del fuoco, ma mi sembrò di vedere le sue guance arrossarsi leggermente.
 
“It makes your lips, so kissable
And your kiss, unmissable
Your fingertips so touchable…”

In quel momento Niall diede un colpetto al braccio di Harry col gomito. Il riccio alzò appena lo sguardo e il biondo mi indicò prontamente col mento; quei fantastici smeraldi si incastrarono nei miei occhi color del mare proprio quando Harry cantò una frase. LA frase.
 
“And your eyes, irresistible.”
 
Sentii i miei occhi inumidirsi e mi morsi il labbro inferiore, sorridendo. Incredibile. Era davvero incredibile. Io ero là, sulla spiaggia di un pidocchioso campo estivo, a guardare cinque ragazzi cantare una canzone d’amore. Come se non bastasse uno di loro era il mio fidanzato che con solo uno sguardo mi stava dicendo che quella canzone era dedicata a me. Se me l’avessero detto prima di partire, quando ero ancora a Manchester, sarei scoppiata a ridere per una buona mezzora.
 
“I’ve tried to ask myself 
Should I see someone else 
I wish I knew the answer.”*

 
Cantò Louis, lanciando uno sguardo felice a Ally. Io e Julie non potemmo fare a meno di girarci a guardare la castana che, con un sorrisino ebete, distolse lo sguardo dagli occhi di ghiaccio di Lou, e iniziò a guardare in basso, rossa come non mai.

Quando la canzone dei ragazzi finì, loro si alzarono dalla sabbia e ci vennero incontro. Harry subito mi si avvicinò, ancora la chitarra in mano.
 
“Ti è piaciu...?” cominciò a chiedere, prima di essere investito da me. Gli saltai letteralmente addosso, attorcigliando le mie gambe sul suo bacino e le mie braccia dietro il suo collo. Lui quasi perse l’equilibrio e rise leggermente. Mentre passava la chitarra a Niall, per evitare che gli cadesse, con la mano libera mi accarezzava la schiena. Cominciai a dargli tanti piccoli baci su tutto il viso, sulle guance, e sul collo. “Suppongo che questo sia un sì...” mormorò sorridendomi. Lo guardai negli occhi ricambiando il sorriso.
 
 “Harry è stato... è stato fantastico, mio Dio!” balbettai, mettendomi le mani nei capelli. “Io... sono senza parole, davvero! Nessun ragazzo aveva mai fatto una cosa del genere per me.” mormorai con gli occhi pieni di lacrime. Nascosi il viso nell’incavo del suo collo, per non mostrargli le lacrime di gioia che minacciavano di uscire. Harry mi strinse ancora di più, accarezzandomi la testa con una mano e la schiena con l’altra.
 
“Oh, piccola! Dai, non piangere.” disse Harry, per poi posarmi un leggero bacio sul collo. Alzai il viso, incastrando i miei occhi nei suoi.
 
“Come mi hai chiamata?” chiesi, mordendomi il labbro inferiore.
 
“Ti ho chiamata piccola, perché?” chiese, inarcando un sopracciglio, ma senza nascondere un sorrisino.
 
“Mi piace...” commentai, staccandomi dal suo corpo. Sicuramente stavo iniziando a pesargli. Non sono certo una piuma. Scesi coi piedi per terra e lo presi semplicemente per mano.
 
“Anche prima ti ho chiamato così...” fece notare, incrociando le sue dita con le mie. Sorrisi furbamente, tracciando una linea dritta sul suo petto.
 
“Sì, ma prima sei scappato...” risposi piano, intenta a creare cerchi immaginari sui suoi pettorali. Rimasi in silenzio per qualche secondo, per poi sentire il respiro caldo di Harry infrangersi sul mio viso.
 
“Piccola...” mi chiamò, sfiorando leggermente la mia guancia con le sue labbra piene.
 
“Mh?” mugolai.
 
“Me lo merito un bacio?” chiese sorridendo. Ridacchiai, per poi far incontrare le mie labbra con le sue.
 
ZAYN’S POV [Uh, non l’avevo mai fatto...]
 
Mi allontanai dal gruppo, con l’intenzione di accendermi una sigaretta. Tornai al muretto dov’ero seduto prima con Sunny e mi sedetti un po’ più distante rispetto al gruppo. Tirai fuori dalla tasca il pacchetto di sigarette e ne sfilai una. Me la infilai tra le labbra e tirai fuori l’accendino, per poi utilizzarlo. Appena il tabacco cominciò a bruciare aspirai avidamente il fumo, facendolo penetrare nei miei polmoni. In quel momento vidi avvicinarsi una biondina che conoscevo sin troppo bene. Alzai gli occhi al cielo, stringendo leggermente la presa delle mie dita sulla sigaretta. La vidi ridacchiare.
 
“Tranquillo, non voglio fregartela. Ho le mie.” disse, tirando fuori un pacchetto mezzo pieno dalla sua piccola borsa. Aggrottai le sopracciglia.
 
“Allora perché prima ti sei fregata la mia sigaretta?!” chiesi sbuffando. Lei non nascose il sorrisetto.
 
“Perché sapevo che ti saresti arrabbiato!” rispose sinceramente. Sospirai, cercando di camuffare il mio sorriso aspirando il fumo.
 
“Sei proprio una piccola stronza...” commentai, facendo uscire il fumo sia dalla bocca che dal naso.
 
“Io almeno non canto canzonette d’amore di quart’ordine con una faccia del tipo “Oh, la dedico alla mia anima gemella”... sul serio, Malik. Eri patetico.” commentò, ma senza malignità. Era carino vedere che per una volta non ci stavamo sputando veleno addosso, ma stavamo semplicemente scherzando.
 
“Tsk...” borbottai, buttando a terra la cicca di sigaretta e schiacciandola col piede. La sentii ridere piano.
 
“Però devo ammettere che... sì, canti... abbastanza bene...” mormorò, come se odiasse ammetterlo. Il suo sguardo era basso, mentre aspirava per l’ultima il fumo dalla sua sigaretta.
 
“Grazie...” risposi sorpreso. Sunny mi aveva fatto un... complimento.
 
“Peccato che hai una faccia di cazzo.” aggiunse buttando a terra la cicca. Ed ecco di nuovo la Sunny che conoscevo. Non capii cosa successe in quel momento. Sta di fatto che un secondo prima stavo fissando il residuo della sigaretta che avevo gettato per terra. Il secondo dopo stavo baciando Sunny. Oppure lei stava baciando me? Oppure ci stavamo baciando. Beh, poco importava. Mi allontanai da lei.
 
“Sei una stronza.” le ringhiai in faccia.
 
“E tu sei un cazzone.” rispose guardandomi in cagnesco, per poi avventarsi nuovamente sulle mie labbra. La sua bocca sapeva di menta tabacco, perché aveva appena fumato. Le nostre lingue si muovevano rapidamente l’una contro l’altra in una vera e propria lotta. Il suo bacino si mosse violentemente contro il mio, facendomi emettere un gemito strozzato.
 
“An... andiamo nel...la mia casetta...” mugolai sulle sue labbra tra un bacio e l’altro. Lei scosse il capo, allontanando il suo viso dal mio, abbastanza da poter dire una frase completa.
 
“No, andiamo nella mia... tanto ci sto da sola.” ansimò leggermente per poi ricevere un veloce ok da parte mia e ritrovarsi di nuovo travolta da quei baci bollenti. “E comunque non mi piaci.” affermò.
 
“Nemmeno tu.” risposi sicuro. Era la verità. La trovavo molto sexy, ma basta così.
 
“Perfetto...” mormorò per poi trascinarmi verso l’area in cui si trovavano le casette.
 
DIAMOND’S POV
 
Stavo parlando tranquillamente con Harry, Ally, Louis, Niall, Julie e Liam. Non stavamo dicendo niente di che, era una conversazione molto leggera e spensierata, di quelle che si fanno, appunto, tra amici.
 
“Ragazzi!” esclamò il biondo guardandosi intorno. “Ma che fine hanno fatto Sunny e Zayn?” chiese, per poi scorrere lo sguardo su di noi. Io e le ragazze ci guardammo, per poi ridere leggermente.
 
“Beh, Niall... io penso che quei due abbiano da fare, stasera...” dissi sorridendo appena. “Sappiamo bene cosa...” continuai, ripensando a quell’occhiata che Zayn aveva lanciato alla bionda durante la canzone. Sentii ridere e mormorare, ma notai l’irlandese che mi fissava con la testa leggermente inclinata. Un po’ come quei cuccioli quando gli dici qualcosa di troppo difficile.
 
“Cosa?” mi domandò.
 
“Come ‘cosa’?” chiesi confusa. Lui corrugò le sopracciglia, più confuso di me.
 
“Cosa hanno da fare?” specificò. Mi scappò da ridere e mi coprii il viso con la mano. Anche gli altri risero.
 
“N-niente Niall... niente.” borbottai tra le risate. Lui insistette, ma ottenne la stessa risposta da tutti gli altri, quindi si strinse nelle spalle sussurrando qualcosa del tipo ‘Chi li capisce...’.
 
*a fine serata*
 
Io, Ally e Julie eravamo tornate nella nostra casetta e, sulla strada di ritorno, la castana ci aveva raccontato quello che era successo con Louis. Quando il suo racconto terminò eravamo tutte in procinto di andare a letto. Mi sedetti sul mio materasso, incrociando le gambe.
 
“Io penso che si dichiarerà. E anche molto presto!” dissi, convinta della mia idea. Ally si stava intrecciando i capelli in una treccia laterale e camminava avanti e indietro per la stanza.
 
“Non so Dia... prima fa il geloso quando parlo con un altro e poi mi dice ‘Sono il tuo migliore amico’...” borbottò, scimmiottando la voce di Louis. Un pensiero mi attraversò la mente in un lampo, costringendomi ad abbassare lo sguardo pensierosa.
 
“A che pensi, Dia?” mi chiese Julie, scostando leggermente le coperte dal suo letto. Cominciai a battere leggermente il pollice sul mento.
 
“Forse... sì, forse Louis ha ancora... qualche dubbio.” mormorai mordendomi il labbro inferiore. Le mie due amiche mi fissarono. “Vedete, un po’ di tempo fa mi sono ritrovata a parlare con Louis e lui ha detto che quello che prova per te è molto forte, ma...” mi bloccai, incerta, e continuando a torturarmi il labbro.
 
Stupida boccaccia! Dovevo proprio tirare fuori questa storia?!
 
Ally andrà su tutte le furie...
 
“Ma...? Continua!” mi spronò la castana.
 
“Ma ha detto che il mio arrivo l’aveva confuso...” mormorai facendomi piccola piccola. Gli occhi di Ally si assottigliarono.
 
“Cosa?! E poi che successo?” chiese, sporgendosi verso di me. Sentii un nodo salirmi in gola, il cuore cominciare a palpitare per l’ansia.
 
“Lui...” sussurrai piano. Mi mordicchiai un’unghia, vizio che avevo perso da tanto tempo. Ma in quel momento era davvero molto, molto agitata. “Lui mi ha baciata...” soffiai piano. Gli occhi di Ally diventarono rossi dalla rabbia e per un attimo pensai che mi avrebbe uccisa in quel preciso istante, solo guardandomi.
 
“Louis ha fatto cosa??” chiese in un sibilo, stringendo i pugni.




ANGOLO AUTRICE
Ehm... ammetto che Ally mi fa seriamente paura ahahahah. No, ok sono seria. Allora, io vi lascio questo capitolo e ammetto che è molto da carogna lasciarvi così sul più bello, ma è il mio mestiere. Ok, ora arrivano le notizie brutte, cioè belle, cioè, tutte e due: io il 6 parto per una vacanza di dodici giorni e non mi porterò il computer per scrivere (non che non abbia provato a convincere i miei...) quindi appena il 18 torno a casa ricomincerò a scrivere (attenzione, ricomincio, non arriva il capitolo). Mmmmma, se vi interessa sapere quando il nuovo capitolo arriverà lasciate una piccola recensione o anche un commento, così io vi invierò un messaggio su EFP appena aggiornerò. Comunque anche in una piccola tenda in un campeggio calabrese continuerò a pensare e a prendere appunti per il prossimo capitolo, don't worry.
Allora, per le recensioni non ho un massimo, vedete voi :)
Vostra Blinkah
Ps: Questo capitolo è molto 'awwwwww' non trovate? :'3

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Capitolo 21
*** Strong Girls Don't Cry ***



(ho lanciato le Madonne per mettere il banner... mi ero leggermente scordata come si fa...)
Strong girls don’t cry
 
ALLY’S POV
 
Mi diressi verso la casetta di Louis, infuriata come non mai. Nella mia testa rimbombava la frase “Ha baciato Diamond” e la cosa mi faceva incazzare come non mai. Per tutto il tragitto fino alla piccola abitazione non feci che sussurrare insulti a mezza bocca nei confronti del castano dagli occhi azzurri. Arrivata davanti alla porta, presi dei respiri profondi. Ero arrabbiata, tanto. Volevo incazzarmi, urlargli contro, sì, anche picchiarlo. Ma che potevo dirgli? Per che cosa potevo accusarlo? Non aveva nessun dovere nei miei confronti, ufficialmente nemmeno me ne sarebbe dovuto fregare se avesse baciato una mia amica...
 
Beh, ma a me frega!
 
Camminavo nervosa avanti e indietro, davanti alla casetta. Che fare? Un paio di volte ero quasi arrivata a bussare, ma avevo fatto marcia indietro. Stavo elencando nella mia mente tutti i pro e i contro del prendere a schiaffi Louis, quando sentii la voce del diretto interessato chiamarmi.
 
“Ally?” chiese lui. Mi girai e lo guardai in tutto il suo splendore notturno: canotta extra large bianca e pantaloncini neri. Era scalzo. I capelli appena spettinati. Stava per andare a letto. Mi guardava confuso, non si aspettava di trovarmi là.
 
“Louis...” dissi solamente guardandolo fisso. Mi resi conto di avere i pugni stretti e li rilassai. Il mio respiro era leggermente più veloce del normale, ma cercai di rilassarmi. Era solo Louis.
 
“Che ci fai qui?” chiese poggiandosi allo stipite della porta. Sorrideva leggermente. Non sapeva che sapevo.
 
“Io...” esitai. Dovevo rischiare il tutto per tutto? “Io sono stanca Louis...” mormorai. Le parole scivolarono fuori dalla mia bocca, senza freno. Con orrore sentii che vennero fuori tremolanti. Come se stessi per piangere. Fatti coraggio, Ally! Le ragazze forti non piangono. E tu sei una ragazza forte. Il castano mi guardò confuso.
 
“Non capisco...” rispose lui, mettendosi dritto e azzardando un passo verso di me. In tutta risposta indietreggiai, senza mostrare esitazioni.
 
“Tutto questo, Louis. Tutto. Ci stiamo allontanando, da quando siamo qui. E tu nemmeno te ne accorgi. Tu che dici a Dia di provare qualcosa per me e che poi la baci. Sei incoerente, confondi me, confondi le mie amiche. Di noi che sembriamo fare un passo avanti, ma poi ne facciamo due indietro. Spiegami tu, perché io non so cosa pensare...” chiesi retorica, toccandomi leggermente l’angolo dell’occhio, per non far fuoruscire lacrime. Louis restò zitto, mordendosi il labbro. Sospirai, con un mezzo sorriso amaro. “Come pensavo...”
 
“Io...” balbettò, la voce tremante. Lo interruppi, voltandomi di spalle.
 
“No, Louis, davvero. Basta...” mormorai sconfitta, incamminandomi verso la mia casetta. Le ragazze forti non piangono... io ero forte.
 
“Ally...” sussurrò il castano. Sentii qualche passo incerto muoversi verso di me, ma non mi fermai. Mi ero stancata, non volevo più soffrire, volevo cambiare pagina. Dire addio a Louis e ricominciare tutto da capo. “Ti prego...” ritentò. La sua voce era incrinata. Stava piangendo. Una lacrima rigò il mio viso e in quel momento più che mai ero decisa a non voltarmi. Se l’avessi visto piangere avrei ceduto. Mi asciugai il volto con una mano. Ero stanca di piangere, non volevo più soffrire. I miei pensieri furono interrotti da una mano che afferrò il mio polso e mi strattonò improvvisamente all’indietro. Lanciai un breve grido spaventato e sconvolto, che fu subito interrotto da due labbra che baciarono violentemente le mie. Morbide, caldi e sottili. Louis. Non feci in tempo a contraccambiare il bacio che lui si allontanò da me.
 
“Lou...” cominciai shoccata, ma lui mi interruppe subito.
 
“Ho baciato Dia, e so che è stata una cazzata bestiale. Ma voglio che tu sappia che il mio periodo di confusa indecisione è durato pochissimo. Perché quando l’ho baciata il mio unico pensiero era che le sue labbra non erano le tue. Il suo profumo non era il tuo.” mi guardò fisso negli occhi. Ricambiai il suo sguardo risoluto con uno scioccato. Dovevo ancora connettere. Non mi sembrava vero che per quei pochi secondi io e Louis ci eravamo baciati. “Lei non eri tu. Sei sempre stata tu quella che volevo baciare, ma da bravo stupido non me ne rendevo conto...” penso volesse dire altro, ma glielo impedì, facendo scontrare di nuovo le nostre labbra. Le sue mani si posarono sui miei fianchi mentre le mie si intrecciarono sulla sua nuca. Ma quindi ora facevamo coppia?
 
[ehm... come dire ora c’è una scena... sì abbastanza hot. Se non vi piace il genere allora.. beh, saltatevela.]
[Ps: si nota che vorrei sotterrarmi dalla vergogna?]
 
SUNNY’S POV
 
Entrai dentro la mia casetta trascinandomi dietro Zayn. Il moro si chiuse rumorosamente la porta alle spalle. Mi spinse contro il muro baciandomi con foga e premendo il suo corpo contro il mio. Mi sfuggì un lieve gemito quando sentii la sua crescente erezione premere contro il mio interno coscia. Le mie dita corsero febbrilmente ad aprire i bottoni della sua camicia nera. L’indumento scuro venne sfilato velocemente e altrettanto in fretta cadde a terra.
 
“Frettolosa?” mi chiese beffardo a pochi millimetri dalle mie labbra. Lo mandai poco elegantemente a quel paese, gemendo quando il suo bacino si mosse rudemente contro il mio. Le sue mani sfilarono rapidamente la mia canotta e si posarono su entrambi i miei seni stringendoli. Boccheggiai inarcando la schiena così da permettere alle sue mani esperte di sganciarmi il reggiseno. Si liberò velocemente di quell’indumento lasciandolo cadere a terra, vicino alla sua camicia e alla mia canottiera. Mentre le sue labbra, con l’ausilio della lingua, cominciarono a stuzzicare il capezzolo destro le con una mano prestava attenzioni a quello sinistro. Chiusi gli occhi godendo per le sensazioni che mi faceva provare. Le sue labbra si chiusero intorno al mio capezzolo succhiando facendomi sfuggire un gemito. “Andiamo sul letto?” sussurrò salendo con la sua scia di baci fino alla mia mascella. Annuii per poi essere sollevata di peso ed essere adagiata sul mio letto da Zayn. Mi tirò giù i pantaloni fermandoli alle caviglie. Cominciò ad accarezzarmi l’interno coscia con i polpastrelli. Spostò di lato i miei slip e mi penetrò con due dita, facendomi urlare di piacere. Mosse velocemente le dita fuori e dentro di me; sorrideva nel vedermi godere in quel modo sotto di lui. Aggiunse presto un terzo dito rallentando di colpo i suoi movimenti, così da ricevere dei lamenti di protesta da parte mia. Mossi il bacino contro la sua mano, per invogliarlo a velocizzare i movimenti. In tutta risposta lui con la mano libera spinse il mio bacino verso il materasso, tenendomi ferma.
 
“Za...” ansimai senza nemmeno riuscire a pronunciare il suo nome per intero. Un sorriso furbo nacque dal nulla, mentre avvicinava il viso al mio.
 
“Shh, piccola. Fai la buona...” mormorò con un sorriso malizioso. Le parole che utilizzò normalmente mi avrebbero fatto incavolare, ma in quel momento ero troppo persa per farci caso. Con una lentezza straziante mosse ancora un paio di volte le sue dita. Alla fine le tirò fuori e le infilò tra le sue labbra, assaporandomi. Lo guardai con impazienza, mentre con aria soddisfatta si sfilava le dita dalla bocca. “Prendi la pillola?” mi chiese sfilandosi velocemente i jeans e i boxer.
 
“S-sì.” risposi frettolosamente. Lui rimise il preservativo nella tasca dei suoi pantaloni.
 
“Allora questo non ci servirà...” sussurrò, abbandonando l’indumento per terra. Non potei non pensare che i nostri vestiti erano sparsi per tutta la casetta. Mi tolse gli slip per poi lanciarli da qualche parte. Mi penetrò seccamente facendomi lanciare un urlo strozzato. I suoi modi rudi erano proprio come li avevo immaginati. Sarà una cosa molto da ninfomane, ma a volte, nei momenti morti, mi capitava di immaginare com’erano i miei amici a letto. Ad esempio Liam era dolce e romantico. A Louis piaceva quando la ragazza stava sopra. Harry fantasioso e affrettato. Ovviamente secondo la mia mente contorta. Per quanto riguardava Niall... beh, non riuscivo a immaginarlo a letto. Secondo me il mio adorabile e casto cugino biondo nemmeno sapeva cos’era il sesso...
 
I movimenti secchi e decisi di Zayn mi lasciavano letteralmente senza fiato. Roteò i fianchi facendoli scontrare contro i miei; dalla mia gola venne fuori un gemito acuto, che si fuse con il suo, roco e profondo. All’ennesima poderosa spinta le mie unghie raggiunsero le sue spalle e graffiarono con prepotenza tutta la lunghezza della sua schiena. Non potei trattenere il sorrisetto soddisfatto quando lo senti grugnire per il dolore.
 
“Mi piacciono le ragazze violente...” mugolò nel mio orecchio per poi cominciare a succhiare un lembo di pelle proprio sotto il mio orecchio, senza fermare i suoi movimenti. Ansimai quando sentii il sangue salire in superficie sotto le attenzioni delle sue labbra. Quando le sue labbra si allontanarono dal mio collo un suo gelido soffio sfiorò la mia pelle sensibile. “Ti resterà un bel segno...” ridacchiò. Protestai debolmente ancora avvolta da quel piacere dovuto ai movimenti sinuosi del suo bacino. Venimmo contemporaneamente urlando e ansimando. Si accasciò al mio fianco sul letto, cercando di regolarizzare il respiro.
 
“Solo sesso?” chiesi con il respiro che usciva a sbuffi pesanti dalle mie labbra.
 
“Solo sesso.” confermò guardandomi. Sorrisi rassicurata coprendo il mio corpo con il lenzuolo bianco del mio letto.
 
DIAMOND’S POV
 
Mi sdraiai sulla sabbia morbida, seguita da Harry. Fissai la luna, godendo del tepore del corpo del ragazzo dagli occhi verdi accanto a me.
 
“Ci riempiremo i vestiti e i capelli di sabbia...” mormorò sorridendo. Mi strinsi nelle spalle, noncurante. Presi un respiro profondo, quando un pensiero si intrufolò prepotentemente nella mia mente, scacciando via il mio buon umore. Chiusi gli occhi quando un soffio di vento sollevò un po’ di sabbia e mosse i miei capelli.
 
“Harry?” lo richiamai con il tono di voce più tetro di quanto volessi. Lui subito si girò a guardarmi.
 
“Ehi... perché quel faccino triste? Che succede?” mi tirò delicatamente vicina al suo petto accarezzandomi la testa.
 
“Che... che succederà dopo?” chiesi senza riuscire a guardarlo.
 
“In che senso?” chiese alzando il mio viso con due dita. Guardai i suoi profondi occhi verde giada. Un lungo sospiro lasciò le mie labbra e chiusi nuovamente gli occhi.
 
“Dopo. Io tra una settimana tornerò a Manchester... che succederà quando torneremo ognuno a casa sua?” aprii gli occhi guardando il suo viso dai tratti perfetti. Mi strinse in un abbraccio protettivo.
 
“Ci potremo sentire via Skype. E potrò venirti a trovare appena potrò. Tra qualche mese faccio diciotto anni e prenderò la patente. Potrò venire a Manchester... una volta al mese.” disse sorridendo incoraggiante. Sorrisi guardando le fossette formarsi sul suo viso e non potei fare a meno di infilare il dito nella sua guancia sinistra. Lui ridacchiò, mordicchiandomi giocosamente l’indice.
 
“E potrai presentarmi la tua sorellastra.” sorrisi poggiando la testa sul suo petto. Il buon umore era tornano, anche se la mia spensieratezza era minacciata da un altro pensiero. “Harry?”
 
“Sì?” mi guardò, mettendo le mani a mo’ di cuscino dietro la testa.
 
“Se... se ti capitasse di trovare un’altra a Londra...” cominciai. Cercò di interrompermi ma continuai imperterrita per la mia strada. “Sai che potrebbe succedere. Dicevo, se ti capitasse di trovare un’altra a Londra me lo dirai? Voglio dire... non farai il doppio gioco?” fissai il suo bellissimo viso, pensando che per uno come lui trovare un’altra ragazza sarebbe stato sin troppo facile. Vide il turbamento nei miei occhi, quindi prese il mio volto tra le mani.
 
“Non potrà mai esserci un’altra Dia. Sei entrata nella mia vita in modo doloroso...” disse toccandosi le parti basse. Ricordai il nostro primo incontro, quando gli colpii le parti basse e non potei non ridacchiare. “E non ne puoi più uscire. Sei diventata parte di me, e so che sembra dannatamente da romanzo d’amore, ma questo non potrebbe essere più vero. Ma se ti rende felice sentirlo dire, ti prometto che se troverò un’altra sarò sincero e te lo dirò subito. Ok?” mormorò muovendo i pollici sulle mie guance, accarezzandole dolcemente. Annuii. “E adesso voglio che tu sorrida. Ci resta ancora una settimana; è un sacco di tempo. E non voglio che lo sprechiamo facendo i depressi.” concluse sorridendo. Ricambiai il suo sorriso, per poi posare un bacio sulle sue labbra.
 
“Sei fantastico...” sussurrai sulle sue labbra, guardandolo negli occhi. Il suo sorriso si allargò, mostrandomi nuovamente le sue adorabili fossette.
 
“Già, e tu stavi per castrarmi, privando il mondo della mia progenie...” scherzò, facendomi ridere.
 
Ci restava una settimana, sette giorni, e non li avremmo sprecati.
 
Come quel preciso istante, si, quel momento che non sarebbe passato negli annali di nessun numero, nessuna data o libro di storia ma che rimaneva a noi e solo a noi... al nostro cuore. Come i sussurri della sua allegria, come gli sguardi della serenità perduta e ritrovata nel suo volto... quel maledetto faccino da angelo, perfetto in tutto e per tutto. Mi innamorai proprio di quel volto che, al nostro primo incontro, era corrugato nel dolore, nella sofferenza di un colpo dritto in mezzo alle palle, ed il destino non rimase a guardare. Si mosse a spada tratta, una schivata e un contrattacco sullo stipite della mia anima... oramai sua... una morsa letale.


COMMENTI DELL'AUTRICE
Ehm... non so con che faccia mi ripresento ^.^" dopo mesi e mesi eccomi qui, con un capitolo, che ho scritto, letto, cancellato e riscritto migliaia di volte. Il risultato finale non mi fa uscire di testa, ma almeno non mi ha fatto salire il vomito come le precedenti versioni.
Grazie a un amico, che l'altra notte ha passato la notte da me (No ehm... è un amico di mio fratello è... solo rimasto a dormire. E non con me addio *arrossisce*) che mi ha aiutato a finire il capitolo, scrivendo la fantastica riflessione finale di Diamond. Quindi, grazie Baluardo Nero per il tuo aiuto :)
Sicuramente molte delle lettrici di questa storia si sono stancate di aspettare un mio aggiornamento quindi avrò perso moltissime views. Ripongo la mia fiducia nelle nuove lettrici.
La storia è agli sgoccioli, il prossimo capitolo sarà l'ultimo, seguito a ruota dal seguito. So che siete in ansia per Dirry, ma non preoccupatevi, non è nel mio stile stroncare l'amore delle mie coppie protagoniste ahaha
Ok, questa nota dell'autrice è troppo lunga, quindi vado via. Ciao a tutti :D
Ps: I 5SoS hanno tirato fuori il peggio di me nel Sunny's Pov... credo di aver perso la mia purezza con questo capitolo...
Ps2: Scherzavo ovviamente ahahah la mia purezza l'ho persa tante fanfiction fa xD
 

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Capitolo 22
*** We'll move on ***


We’ll move on
 
Quell’ultima settimana passò così velocemente che quasi caddi dalle nuvole quando, una mattina, sentii il mio cellulare squillare, tirandomi fuori dal mondo dei sogni. Liberai un braccio dalla presa protettiva di un Harry ancora profondamente addormentato e risposi senza controllare chi fosse.
 
“Pronto?” sbadigliai nel ricevitore poco elegantemente. Guardai il mio ragazzo riccio, sperando di non svegliarlo.
 
“Diamond, sono io!” una voce allegra dall’altro capo del telefono. Mia madre. “Sono appena scesa dall’aereo. Tra un paio d’ore starò lì, fatti trovare con le valige già pronte. Ho belle notizie...” disse con voce misteriosa. Immaginai il suo raggiante sorriso e non potei non pensare che in quelle due settimane mi era mancata. Un po’.
 
“Che tipo di notizie?” sorrisi alzandomi delicatamente. Appena il mio corpo si fu allontanato da quello di Harry, lui strinse un cuscino, provocando un mio sorriso. Mi sarebbe mancato. Tanto.
 
“Segreto! Non voglio rivelare tutto per telefono, preferisco dirtelo di persona!” la sua voce era carica di entusiasmo, me la vedevo a trattenere i gridolini eccitati per non fare scena in aeroporto. Ridacchiai.
 
“Va bene, mamma. Ora vado a prepararmi, così faccio colazione e metto le ultime cose in valigia.” mentii con una certa disinvoltura, guardando i miei vestiti sparsi per tutta la stanza e la valigia vuota, in un angolo. Questa volta fu il suo turno di ridere.
 
“Certo... conoscendoti la tua valigia è ancora vuota...” scherzò. Arrossii, per essere stata scoperta.
 
“Mamma, le tue insinuazioni mi feriscono!” esclamai con il tono più offeso che conoscevo. La sua risata cristallina continuò a risuonare nel mio orecchio.
 
“Sembrerà strano, ma mi sei davvero mancata, Dia. Facciamo che questa volta ti credo. Ci vediamo tra due ore, piccola. Un bacio!” mi salutò allegra.
 
“A dopo, mamma.” chiusi la chiamata per poi buttarmi di nuovo nel letto. Dal verso che fece Harry, capii che l’avevo svegliato. Mi rifugiai tra le sue braccia, sentendomi improvvisamente triste. Ma certo, senza l’aura di positività emanata da mia madre, tutti i lati più negativi del suo imminente arrivo mi stavano cadendo addosso, schiacciandomi. “Non voglio tornare a Manchester. Non voglio andare via da qui. Voglio restare con te.” mormorai con le labbra premute contro il suo petto. Le sue braccia mi strinsero in un abbraccio protettivo e la sua guancia si poggiò sulla mia testa.
 
“Verrò a trovarti ogni volta che posso...” dalla sua voce capii che anche lui soffriva di quella situazione. Mi strinsi maggiormente a lui.
 
“Se ti dico una cosa mi prometti che non ti arrabbi?” sussurrai alzando il viso per incontrare il suo sguardo. Lui sorrise, accarezzando il mio labbro inferiore col pollice.
 
“Non potrei mai arrabbiarmi con te.” sussurrò in risposta, mettendomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Presi un respiro profondo. Non sapevo davvero come l’avrebbe presa.
 
“Io... pensavo di non dire a mia madre... di noi...” dissi con voce sottile. Le sue braccia si strinsero intorno al mio corpo. Evitai di guardare la sua reazione. “Lei... non capirebbe.”
 
“Capisco...” la sua voce era tenera e comprensiva. Non era arrabbiato. Alzai nuovamente lo sguardo, per affogare in quelle iridi verdi, che mi fissavano con dolcezza. Lasciai un piccolo bacio sulle sue labbra e lui lo tramutò subito in qualcosa di più audace. C’era passione, sì, ma non c’era l’addio. Quello lo volevamo conservare per l’ultimo minuto, l’ultimo secondo insieme. Quello che stavamo vivendo era un bacio disperato, l’urlo silenzioso di due ragazzi che non volevano essere separati, ma che il destino crudele non voleva accontentare. Subito la presenza di Harry, da essere al mio fianco si ritrovò sopra di me; i suoi avambracci si posarono sul materasso ai lati del mio corpo, così da non pesarmi, mentre le sue labbra si muovevano con dolcezza sulle mie. “Non andartene...” sussurrò sulle mie labbra.
 
“Sai che non vorrei mai andare e lasciarti... fosse per me fermerei il tempo e resterei qui con te per sempre...” risposi con le lacrime che minacciavano di uscire da un momento all’altro. Lo spostai delicatamente, così da poter scendere dal letto. Mi aggiustai addosso la sua maglietta bianca, che per due settimane avevo usato come pigiama, e guardai il bordo che arrivava a mezza coscia. “Devo... preparare le valige.” dissi a bassa voce, aprendo l’armadio. Harry rimase in silenzio, osservando con attenzione ogni mio gesto. Posai la valigia vuota sul letto e iniziai a riempirla con i miei vestiti, i pantaloni sotto, poi le felpe e i maglioni, infine le canotte e le maglie leggere. Chiusi la zip, per poi iniziare a riempire il borsone, infilando dentro tutte le mie scarpe, in una tasca laterale biancheria e costumi da bagno, nell’altra lo shampoo, il balsamo e il bagnoschiuma. Lasciai fuori solo i vestiti che avrei indossato e il borsello con lo spazzolino e il dentifricio, che avrei riposto solo dopo aver fatto colazione ed essermi lavata i denti. Mi sfilai la maglietta di Harry, restando in intimo davanti a lui, cosa che, anche se era già avvenuta in precedenza, continuava a farmi un certo effetto. Le mie guance si imporporarono, mentre i suoi occhi ancora squadravano ogni centimetro quadrato della mia pelle. Mi vestii rapidamente con una canotta larga bianca e dei jeans neri stretti. Ai piedi le Dr. Martins. Guardai Harry, che nel frattempo si era rimesso i vestiti del giorno prima. Mi sorrise, per poi stringere la mia mano nella sua.
 
“Andiamo a fare colazione?” chiese con il suo bellissimo sorriso circondato dalle fossette.
 
*due ore dopo*
 
Il cellulare squillò nella mia mano, il numero di mia madre lampeggiava sullo schermo. Era arrivato il momento dell’addio. Tutti i miei amici guardarono il mio cellulare, come se fosse una bomba pronta a esplodere.
 
“È lei.” sussurrai prima di rispondere. “Pronto mamma?”
 
“Ehi piccola, sono al cancello del campus, ti aspetto.” trillò allegra. Mi morsi il labbro.
 
“Ok, solo... dammi qualche minuto per salutare i miei amici, va bene?” chiesi guardando i ragazzi.
 
“Amici? Ci sono anche dei ragazzi? Sono carini?” domandò. Immaginai il suo sorrisetto curioso, mischiato a una leggera malizia, tipico di quando si parlava di ragazzi.
 
“Mamma...” protestai debolmente, senza riuscire a trattenere il rossore nato sulle mie guance. La sentii ridere dall’altro capo del telefono.
 
“Scherzavo Dia; non preoccuparti, prenditi il tempo che ti serve per salutarli. Io ti aspetto qua.” mi rassicurò, per poi chiudere la chiamata. Non feci in tempo ad allontanare il telefono dal mio viso che Ally e Julie mi stavano stritolando in un abbraccio a tre. Ricambiai la stretta mordendomi il labbro.
 
“Mi mancherai tantissimo, Dia...” sussurrò la mora con la voce tremante.
 
“Se ti capita di passare da Londra... v-vieni a salutarci ok?” disse la castana per poi singhiozzare. Strinsi maggiormente il suo esile corpo, chiudendo gli occhi.
 
“Ally non piangere, altrimenti piango anche io ed è un casino.” la pregai ignorando il nodo che mi si stava formando in gola. Le mie amiche mi liberarono dalla loro stretta e mi avvicinai al mio migliore amico biondo. “Sunny...?” chiesi solamente. Lui mi guardò con gli occhi azzurro oceano lucidi.
 
“Lei... detesta gli addii. Ha detto di dirti che le mancherai tantissimo. C-come a tutti del resto.” mormorò per poi stringermi. Lo strinsi a mia volta, sentendo delle lacrime cadere dal suo viso sulla mia spalla. Permisi ai miei occhi di inumidirsi e nascosi prontamente il viso nel petto di Niall per non mostrare quella mia piccola debolezza. “Mi mancherai tantissimo, nanetta...” mi bisbigliò.
 
“Anche tu, irlandese...” dissi, per poi baciargli la guancia. Uno per uno salutai tutti i miei amici. Qualche lacrima bagnò il viso di ognuno di noi. Alla fine mi avvicinai a Harry. Anche in quel momento non potei non pensare che era bellissimo, così bello da togliere il fiato, poggiato con le spalle contro la mia ex casetta, le braccia conserte e la testa bassa, coi ricci che gli coprivano il viso. I nostri amici si erano allontanati, per lasciarci un po’ di privacy. Eravamo io e lui. Diamond ed Harry. Spostai con mano tremante i riccioli dal suo viso angelico e ci guardammo per qualche secondo. Le sue labbra furono rapidamente sulle mie, in un disperato bacio d’addio. Ricambiai il bacio, permettendo finalmente alle lacrime di scendere lungo le mie guance. Così come era iniziato, quel bacio si concluse.
 
“L’altro giorno volevo darti qualcosa di mio... per fare in modo che tu non ti dimenticassi di me.” sussurrò facendo sfiorare le nostre labbra. Sorrisi appena, poiché avevamo avuto la stessa idea. “All’inizio non sapevo cosa darti di abbastanza importante, ma alla fine ho optato per questa. Scusa se non è un gran che...” disse per poi togliersi una collana dal collo. “Girati” disse e io obbedii. Sentii la catenina fredda posarsi sul mio petto e le mani di Harry chiudere il gancetto. Presi il ciondolo tra le dita e presi del tempo per studiarlo: era un pendente d’argento a forma di aeroplanino di carta. Era così semplice, ma anche così dannatamente bello. Guardai Harry con gli occhi lucidi.
 
“Harry è... è bellissima.” balbettai sorridendo. Lui ricambiò il sorriso.
 
“Così ogni volta che la guarderai penserai a me...” sussurrò, per poi baciarmi la punta del naso.
 
“Anche io avevo deciso di darti qualcosa di mio...” rivelai, tirando fuori una catenina dalla tasca, alla quale era appesa una fedina d’argento con scritto all’interno “Diamond”. “Beh... ho pensato che l’anello di sicuro sarebbe stato troppo piccolo per te quindi... l’ho riadattato a collana.” spiegai. Harry girò la fedina tra le dita un paio di volte, studiandola attentamente.
 
“È bellissima, piccola.” disse, mettendosi la catenina al collo. Sorrisi guardando la fedina posarsi perfettamente sul suo petto, proprio in direzione del cuore. Guardai Harry.
 
“Ora devo proprio andare...” mormorai triste. Harry mi diede un ultimo, casto, bacio a stampo sulle labbra. “Appena arrivo a casa ti videochiamo, ok?” soffiai sulle sue labbra.
 
“Skype?” chiese con un sorrisetto sulle labbra. Gli diedi un bacio sul naso, salendo sulla punta dei piedi.
 
“Skype.” risposi prendendo le mie valige in mano. Lui rise.
 
“Magari ‘Skype’ sarà il nostro per sempre...” scherzò, facendomi ridere.
 
“Che fai, adesso citi Colpa delle Stelle?” domandai ridacchiando. Harry sorrise.
 
“Tutto pur di vedere il tuo sorriso.” disse baciandomi a stampo. Il mio cellulare cominciò a fare il diavolo a quattro nella mia tasca, segno che mia madre si era stancata di aspettarmi nel parcheggio.
 
“Fammi andare, altrimenti la pazza mi uccide.” sussurrai, l’allegria di poco prima era sparita. “Beh... allora ciao Harry.”
 
“Ciao Dia.” rispose facendo un cenno col capo. Mi girai e mi incamminai lentamente verso il viale principale. Sentii un singhiozzo soffocato alle mie spalle e capii che Harry piangeva. Ma non potevo girarmi, avrebbe reso tutto più difficile. Continuai a camminare a testa bassa, avvicinandomi sempre più alla mia quotidianità e allontanandomi dalla mia nuova vita che avevo imparato ad amare: la vita con Harry Styles. Dai rumori che sentii alle mie spalle capii che lui si stava incamminando nella direzione opposta alla mia. E la consapevolezza di noi due che ci allontanavamo sempre di più faceva più male dell’addio in sé. Arrivai alla macchina e riuscii a salutare mia madre con un sorriso. Miracolosamente, le lacrime non si fecero vedere, minacciando però di uscire, non appena mi sarei trovata sola nella mia vecchia camera di Manchester. Sistemai le mie valige nel bagagliaio e andai a sedermi sul sedile del passeggero, accanto a mia madre.
 
“Ci hai messo un po’.” disse senza guardarmi. Mi conosceva abbastanza bene da sapere che ero turbata dalla fine della mia permanenza nel campus. Lanciai un’ultima malinconica occhiata all’insegna di legno scolorita, talmente vecchia da non poter più nemmeno leggere il nome di quel posto vecchio, pidocchioso, scadente, sì... ma romantico.
 
“Stavo... salutando tutti i miei amici...” risposi giocando con la collana che mi aveva regalato Harry. L’occhio di mia madre cadde su quell’oggetto e ne rimase incuriosita.
 
“E quella? Cos’è?” chiese osservando il grazioso ciondolo a forma di aeroplano di carta. Sorrisi.
 
“È un regalo. Di un amico...” risposi guardando l’oggetto che luccicava appena, grazie alla luce del sole. La donna sorrise.
 
“Amico..?” chiese alzando un sopracciglio. Ridacchiai.
 
“Sì. Amico.” confermai, pensando che tutti i momenti che io ed Harry avevamo passato insieme non erano esattamente da amici. “Piuttosto tu che devi dirmi? Al telefono sembravi eccitata.” cambiai tatticamente discorso. Il suo sorriso si allargò e i suoi occhi brillarono. Mia madre fermò la macchina a causa di un semaforo e mise la sua mano sinistra davanti al mio viso, mostrandomi un costoso anello al suo anulare.
 
“Mi ha chiesto di sposarlo!” esclamò eccitata, sorridendo come una bambina. Quella notizia mi scaldò il cuore e cominciai a saltellare insieme a lei sul sedile della macchina.
 
“Mamma è bellissimo! Sono così felice per te!” trillai coprendomi la bocca con le mani. “Quando sarà il grande giorno? Io farò la damigella, vero? E in che chiesa sarà? Oddio che bello!” sparai a raffica, davvero felice per lei. I suoi occhi, azzurri come i miei, mi scrutarono.
 
“Beh... non sarà in una chiesa a Manchester...” disse guardando la strada. Inclinai il capo.
 
“Perché no?” chiesi confusa. “A Manchester ci sono molte chiese molto belle...”
 
“Dia... beh vedi... non prenderla male, ma per il mio lavoro noi... ci trasferiamo tutti a Londra...” sussurrò intimorita, come se avesse paura della mia reazione. Ma io non potevo essere più felice. A Londra... con Harry e gli altri. Il mio sorriso si ingigantì e una mano strinse l’aeroplanino di carta. E mentre improvvisavo un balletto della felicità, con mia madre che rideva sollevata, non potei non pensare che quella sera avrei potuto dare una splendida notizia ad Harry, durante la nostra videochiamata.
 
FINE.


COMMENTO DELL'AUTRICE
Mi chiedo perchè alla fine ho scritto 'FINE' se la storia non è finita... boooh, anyway, sto già lavorando alla seconda serie, e penso che da questo momento potete iniziare tutte le vostre speculazioni e ipotesi su quello che succederà nei capitoli successivi. Sapete che mi interessa sapere la vostra opinione, anche se poi ci rimango di merda quando indovinate quello che avevo in mente T.T
Quindi, beh, Enjoy the Campus è finita e io voglio davvero ringraziarvi tutte, per averla resa questo fantastico viaggio; ringrazio le 194 recensioni, che sono davvero tantissime e mi riempiono il cuore di gioia. Ringrazio le recensioni positive, le recensioni neutre e anche quelle negative, perchè mi hanno aiutata a migliorare e mi hanno motivata.
Ringrazio le 40 persone che hanno messo la storia tra le preferite, le 9 che l'hanno messa tra le ricordate e le 55 che l'hanno messa tra le seguite. Siete tantissime, per me grazie davvero.
Ringrazio chi c'era sin dall'inizio, chi è arrivata a metà strada, chi è arrivato alla fine, chi è rimasto e chi no, vorrei conoscervi tutte e stringervi la mano una a una, sono seria!
Ps: so che mi sto dilungando troppo, ma non posso non apprezzare il fatto che c'è gente che tuttora aggiunte alle ricordate/preferite/seguite le mie storie, compresa la mia prima long terminata secoli fa. Questo è fantastico per me davvero :'3

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